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PARTE I La didattica come sapere scientifico • Nella prima parte del corso si affronta il tema della definizione della ‘didattica’. • In particolare viene messo in evidenza l’importanza della relazione tra insegnamento e apprendimento o, ancora più precisamente, della relazione tra insegnante e alunno. Italo Fiorin LUMSA Roma

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PARTE ILa didattica come sapere scientifico

• Nella prima parte del corso si affronta il tema della definizione della ‘didattica’.

• In particolare viene messo in evidenza l’importanza della relazione tra insegnamento e apprendimento o, ancora più precisamente, della relazione tra insegnante e alunno.

Italo Fiorin LUMSA Roma

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DIDATTICA:DI CHE SI TRATTA?

Si può parlare della didattica come di una ‘scienza’? E se sì, di che cosa si occupa? Che tipo di ‘sapere’ è il suo? A che cosa

serve, a quali problemi risponde?

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Oggetto della didatticae’

la relazioneinsegnamento - apprendimento

all’interno di uncontesto

• Ma come intendere tale relazione?

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La relazione LINEARE:

• Esistono due principali versioni:

Idealistico-gentiliana

( se so, so insegnare)

Tecnologico-funzionalista

(se so fare, so insegnare)

EMITTENTE DESTINATARIO

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La relazione

CIRCOLARE

“Trasmettere

non è

Comunicare”

(Danilo Dolci)

EMITTENTE DESTINATARIODESTINATARIO EMITTENTE

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insegnante studente

AscoltoAccoglienzaEmpatia

ConoscenzaMediazioneOrganicità

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INSEGNARE A PARTIREDALLA

• AUTOREALIZZAZIONE(stare bene con se stessi)

• SOCIALIZZAZIONE (stare bene con gli altri)

• RESPONSABILITA’(fare qualcosa per gli altri)

• RICERCA(il desiderio di scoprire)

G. Petter

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Bisogni estetici: simmetria, ordine e bellezza

Bisogni cognitivi: conoscere, capire ed esplorare

Bisogni di stima: raggiungere le mete, essere competente e ottenere

approvazione e riconoscimento

Bisogni di appartenenza e di amore: aggregarsi in gruppi, venire accettati e sentirsi di appartenere al gruppo

Bisogni di sicurezza: sentirsi sicuri e salvi, fuori da ogni pericoloBisogni fisiologici: fame, sete e così via

Bisogni di autorealizzazioane:

essere soddisfatti di se stessi e

sviluppare le proprie potenzialità

Maslow

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IL PATTO DIDATTICO

INSEGNANTE ALUNNO

Che cosa porta nella relazione l’insegnante? E che cosa porta l’alunno?

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IL PATTO DIDATTICO

INSEGNANTE ALUNNO

Che cosa porta nella relazione l’insegnante? E che cosa porta l’alunno?

ProfessionalitàEmpatia, consapevolezzaAccoglienza, fedeltàUmanitàCompetenza, conoscenzeCura, punto di riferimentoFiducia, passioneMotivazioneIncentivazioneEsperienza, vivacitàComprensione, allegriaPazienza, umiltàCreatività, flessibilitàAutorevolezzaSaper sorprendereImparzialità, carismaAspettative, vocazioneSogniSincerità, rispetto, relazione di amore

CuriositàSpontaneitàAscolto attivoSemplicitàaperturaSaperi naturaliMettersi in giocoCapacità di lasciarsi amareObbedienzaFantasiaimpegno

AscoltoDialogoDisponibilitàMotivazioneAspettativeIspirazioniCollaborazioneRapp affettivoFormazioneValutazSocievolezfiducia

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"I nostri studenti che vanno male (studenti ritenuti senza avvenire) non vengono mai soli a scuola.

In classe entra una cipolla: svariati strati di magone, paura, preoccupazione, rancore, rabbia, desideri insoddisfatti,

rinunce furibonde accumulati su  un substrato di passato disonorevole, di presente minaccioso, di futuro precluso.

Guardateli, ecco che arrivano, il corpo in divenire e la famiglia nello zaino. La lezione può cominciare solo dopo che  hanno posato il fardello e pelato la cipolla.

Difficile spiegarlo, ma spesso basta uno sguardo, una frase benevola, la parola di un adulto, fiduciosa, chiara ed equilibrata

per dissolvere quei magoni, alleviare quegli animi, collocarli in un presente rigorosamente indicativo.

Naturalmente il beneficio sarà provvisorio, la cipolla si ricomporrà all'uscita e forse domani bisognerà ricominciare daccapo. Ma insegnare è proprio questo: ricominciare fino a scomparire come professori”

(D. Pennac)

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Incoraggiare esperienzedi successo

Sviluppare interessee motivazione intrinseca

Discrepanza ottimale‘Facilitazione’

Diversificazione deicompiti e delle modalitàdi apprendimento

Apprendimento attivoApprendimento significativoApprendimento collaborativo

Insegnamento responsabilizzanteEmpowerment

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“Ricordo che una mia insegnante –si chiamava miss Orcutt- in classe fece questa affermazione:”Quel che riesce veramente difficile capire è, non che l’acqua si trasformi in ghiaccio a

32 gradi Fahrenheit, ma perché debba passare dallo stato liquido a quello solido”. Poi proseguì, fornendo una spiegazione

e lo fece manifestando un senso di stupore che assecondava e, anzi, migliorava quello che io a quell’età già avvertivo.

In sostanza, quell’insegnante mi invitava ad ampliare il mondo dei miei stupori fino a

comprendere il suo. Non si limitava ad informarmi, ma al contrario, cercava di concordare con me, di negoziarequale fosse il mondo della meraviglia e della possibilità.

Molecole, solidi, liquidi e movimento non erano per lei dei fatti, bensì strumenti per sollecitare la riflessione e

l’immaginazione.Miss Orcutt era una persona rara; non era un mezzo

di trasmissione delle conoscenze, ma un evento umano.” (J. Bruner)

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PARTE IIOrientamenti e metodi didattici

• La seconda parte del corso affronta il tema dei metodi didattici.

• I metodi sono considerati ‘strumenti’ della professionalità dell’insegnante, che è chiamato in ogni caso a promuovere un apprendimento ‘significativo’

• Viene proposta una classificazione dei metodi, in base a due fondamentali orientamenti strategici:

a) Orientamento al contenuto da presentare allo studente

b) Orientamento all’apprendimento dello studente visto come processo di personale scoperta

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I METODI DIDATTICI

Non esiste “il” metodo perfetto.Un metodo è buono

quando favoriscel’apprendimento significativo

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16INSEGNAMENTO E APPRENDIMENTO

TEORIA CLASSICA TEORIA ROMANTICA

Centrata sulle materie di studio

Centrata sul discente

Privilegia l’insegnamento Privilegia l’esperienza

Fornisce informazioni Favorisce la scoperta

Persegue acquisizioni Sviluppa la creatività

Richiede esecutività Richiede autonomia

(D. Lawton) Italo Fiorin LUMSA Roma

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SIGNIFICATIVITA’

Dimensione cognitiva

Dimensione affettiva

Dimensionescientifica

Dimensionesociale

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La lezione tradizionale

Esposizione Ascolto

MemorizzazioneEsercizi

Interrogazione Ripetizione diquanto studiato

Voto Italo Fiorin LUMSA Roma

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Lezione strutturata

• Ottenere l’attenzione• Comunicare gli obiettivi dell’unità didattica• Favorire l’emergere del ricordo• Fornire gli stimoli per l’apprendimento• Fornire una guida all’apprendimento (domande stimolo…)• Stimolare la dimostrazione dell’avvenuto apprendimento• Fornire feedback durante lo svolgimento della lezione• Verificare l’apprendimento al termine dell’unità didattica• Facilitare la memorizzazione, la generalizzazione, il transfer

(Gagnè)

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OLTRE LA LEZIONE ‘TRADIZIONALE’DIVERSI APPROCCI POSSIBILI

Modello

deduttivo

Modello

induttivo

Modello

per problemi

Sguardo d’insieme

Concetti organizzatori anticipati

Analisi di un caso

Dal particolare al generale

Situazione problemica

Discussione

Soluzione e generalizzazione

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Lezione

frontale

Lezione

deduttiva

Lezione

induttiva

Lezione per prob.

1 fase Esposizione sistematica

Sguardo d’insieme o anticipazione

Presentazione di un caso

Presentazione del problema

2 fase Esposizione

Sistematica

Domande

brainstorming

Discussione in gruppi

Discussione (anche in piccolo gruppo)

3 fase Esposizione sistematica

Ricapitolazione e esposizione

Relazione in assemblea

e commento

Produzione di ipotesi

e discussione in assemblea

4 fase Indicazioni per lo studio o esercizi

Indicazioni per lo studio o esercizi

Generalizzazioni e indicazioni per lo studio

Esposizione e indicazioni per lo studio

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DIDATTICA PER CONCETTI

• Mappa concettuale (risulta dall’analisi ‘logica’ dei nuclei concettuali più

rilevanti di una disciplina)• Conversazione clinica (conversazione guidata dall’insegnante per far

emergere quanto gli alunni sanno circa i concetti che si intendono introdurre)• Matrice cognitiva (rappresenta il risultato della conversazione clinica.

L’insegnante ha ottenuto la rappresentazione dei concetti presenti nella testa dei suoi alunni prima dell’attività che intende svolgere)

• Compito di apprendimento (riguarda il tema specifico scelto dall’insegnante per l’unità didattica e le richieste che intende fare agli alunni)

• Rete concettuale ( riguarda i concetti che l’insegnante ha deciso di affrontare e le loro relazioni. La ‘rete’ è desunta dalla mappa iniziale comparata con la matrice cognitiva emersa dalla conversazione clinica).

• Blocchi (Nella did. per concetti i ‘Blocchi’ rappresentano le diverse sequenze attraverso le quali gli alunni affrontano il compito di apprendimento. Perché il percorso sia efficace l’insegnante introduce diversificati ‘mediatori’)

• Valutazione finale

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Perché la didattica per concetti

viene collocata all’interno dell’orientamento espositivo?• Il fondamento teorico della didattica per concetti va ricercato nello

‘strutturalismo didattico’. Le idee di riferimento principali sono:

a) ogni disciplina scientifica possiede una duplice struttura, relativamente ai metodi di cui dispone (struttura sintattica) e ai contenuti che la caratterizzano (struttura sostanziale);

b) nell’insegnamento scolastico bisogna prendere in considerazione la ‘struttura sostanziale’, cioè i nuclei concettuali più importanti della disciplina e ‘mediarli’ opportunamente agli alunni.

c) I concetti chiave delle diverse discipline consentono di dare organizzazione alle tante nozioni di cui un sapere scientifico dispone. Non è importante la quantità delle informazioni quanto il possesso dei concetti chiave, dei nuclei di contenuto più importanti.

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La struttura delle DISCIPLINE

disciplina oggetto formale

sintassi

sostanza

Ogni disciplina rappresenta un punto di vista sulla realtà specifico e differenziato.Le discipline sono strumenti inventati dalla cultura per affrontare e risolvere i problemi che l’uomo di volta in volta incontra nel suo incessante sforzo diesplorare la realtà.

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MAPPA CONCETTUALE

SERVE PER RAPPRESENTARE CONTENUTI,

IN ANALOGIA

CON LA MAPPA CARTOGRAFICA

SI CONFIGURA COME UNA “CARTA GEOGRAFICA MENTALE”

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MAPPA: VANTAGGI

• EVIDENZIA LA STRUTTURA LOGICA DI UN ARGOMENTO

• OFFRE UNA VISIONE IMMEDIATA DELLE PAROLE – CHIAVE

• DA’ FORMA ALLE CONOSCENZE

• FACILITA L’ESPRESSIONE VERBALE

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MAPPA PER LIVELLI DI CONOSCENZE

VEICOLI

AUTOMOBILI BICICLETTE

Berlina Fuoristrada corsa mountain bike

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CONFIGURAZIONE GERARCHICA

1°Livello BASIC

1° Livello BASIC

2° Livello sottordinato

2° Livello sottordinato

2° Livello sottordinato

2° Livello sottordinato

3 3 3 3 3 3 3 3

SOVRAORDINATO

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LA CIVILTA’ DEI FENICI

ECONOMIA AMBIENTE

COMMERCIO ARTIGIANATO

Legno, minerali, gioielli, stoffe, vetro …

Imbarcazioni, armi, vetro, tinture, gioielli

P. MONTANO P. MARINO

………………

………………

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Matrice cognitiva

• Insieme delle conoscenze presenti nella mente degli alunni riguardo al tema che l’insegnante intende introdurre. Se sono presenti grazie all’insegnamento predentemente impartito, parliamo di ‘pre-requisiti; se sono presenti in seguito ad un apprendimento informale o non formale, quindi non scolastico, parliamo di ‘pre-conoscenze’.

• Le ‘pre-conoscenze’ sono conoscenze ‘spontanee’, acquisite in svariati contesti, spesso confuse, imprecise o sbagliate. Rappresentano, in ogni caso, il ‘sapere’ dell’alunno, il suo ‘punto di partenza’ rispetto alle richieste dell’insegnante

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Concetto di tempo storico

successione

contemporaneità

duratalineare ciclica

breve media lunga lunghissima

interazione sincronia

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TEMPO

adesso dopoprima

Tanto tempo fa

ieri

oggidomani

Una volta

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ATTIVI ICONICI ANALOGICI

SIMBOLICI

Osservazioni spontanee

Disegno spontaneo Drammatizzazioni, role playng

Discussione finalizzata

Esplorazioni secondo piani di osservazione

Disegno secondo un piano

Giochi di simulazione

Narrazione

Ricostruzioni di una esperienza

Codificazione grafico figurativa di eventi a partire da linguaggi verbali e non

Esecuzione di copioni (canovaccio)

Definizione di concetti

Esperimenti Schematizzazioni di concetti, mappe

Analisi di un gioco per identificare le regole

Riflessione sul linguaggio

Esercitazioni Schematizzazione di esperienze

Simulazioni per controllare conoscenze

Applicazione e controllo di regole