Parrocchia Ss.Filippo e Giacomo · La Parrocchia 2.0 Per chi possiede uno ... Ma che cosa vuol dire...
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Gli auguri di Pasqua:
l’augurio più bello viene dai bambini della Scuola Elementare.
(vedi pagina 3)
Parrocchia Ss.Filippo e Giacomo Piazza G.Marconi, 28.31
Tel. e Fax 0761\477144
Don Lamberto Di Francesco 339-2353031
01019 Vetralla
E-mail: [email protected]
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SITO WEB:
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Parrocchia dei Ss. Filippo e Giacomo
La Parrocchia 2.0
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… dalla parte del “calcagno”
“Egli ti schiaccerà il capo
e tu lo insidierai al calcagno” (Genesi 3,15)
Descritti, sempre, come perdenti davanti alle malvagità,
di fatto siamo
sempre insidiati e vincenti: lentamente, silenziosamente, inesorabilmente. Guardando, indietro nei tempi, constatiamo come la
Parola e la Promessa si stanno avverando.
”Io porrò inimicizia fra te e la donna,
fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa
e tu le insidierai il calcagno». (Genesi 3,15)
Verrà una donna;
da lei verrà la salvezza del mondo;
partorirà un figlio che sarà il Figlio di Dio
ed il suo piede (il piede del Figlio)
calpesterà il serpente.
Difficile, forse, comprendere per chi non ha fiducia;
certo e sicuro è il traguardo (continuo, non lontano,
appassionante) per chi nutre fiducia in sé e nella
Comunità dei credenti, quelli di “Buona volontà”.
App e Sito Web sviluppati da:
Frateiacci Adelmo
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né Facebook
né WhatsApp;
per noi vale
solo
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Corale Vetrallese Finalmente abbiamo trovato un nuovo Direttore del
Coro per la Corale Vetrallese: un Direttore - Direttrice.
Il Concerto di Pasqua 2017 ha segnato questo grande
traguardo.
Lo Stendardo dei Ss. Filippo e Giacomo Inaugureremo il mese di maggio di questo 2017 con la
Festa dei Ss. Filippo e Giacomo, il 3 maggio. Innalzeremo uno Stendardo con la data 3 maggio e con la scritta
“Parrocchia Ss. Filippo e Giacomo”. E’ andata persa la pala d’altare dedicata ai Santi protettori della Parrocchia: in sua vece, nello stendardo, sono raffigurati i Santi Filippo e Giacomo (raffigurazione derivata dall’antico timbro parrocchiale) e S. Antonio Abate che, nella sua chiesa, accoglie i Santi la chiesa dei quali è stata demolita. Contrariamente a quanto si ritiene la chiesa Ss. Filippo e Giacomo fu chiusa al culto per un decreto del Vescovo Mons. Trenta, il 17 maggio 1917, e non per i danni causati dal bombardamento del 18 gennaio 1944. Già, però, il Vescovo Card. Luigi Serafini il 19 novembre 1873 aveva chiesto la chiusura al culto della chiesa. Dal giorno 3 giugno 1917 cessò definitivamente l’ufficiatura della chiesa Ss. Filippo e Giacomo ed iniziò quella della chiesa S. Antonio Abate.
Il coraggio di vivere
Soffrire da giovani so cosa significa.
Saper soffrire da giovani ancora non ho compreso.
E quando questo soffrire durasse per tutta la vita?!
Non ci vuole coraggio per morire.
Ci vuole coraggio per vivere. E per aiutare a vivere
A vivere una vita di Resurrezione.
Voglia e certezza di costruire un domani migliore.
Che la sofferenza di oggi
sia Resurrezione di domani.
Ma il Domani comincia Oggi.
Adesso.
E’ qui!!
E non l’ha segnato male! Una Vittoria per 3-0
Che poi Vittoria sia, ci sta proprio bene! E il nome della sua bambina.
3 - 0! Perché? 1: solo un mese di prove 1: sola una prova con l’Organista Manuela Cola 1 : sia l’Organista che il Direttore del Coro sono stati giudicati positivamente da Vittoria e Martina (le loro bambine). Il Direttore (ormai uscente) anche lui se l’è cavata! Abbiamo adesso bisogno che cresca questa allegra compagnia!
Questo testo, scritto collettivamente,
è la sintesi dell'incontro avvenuto a scuola oggi 11/04/17
con Don Lamberto in occasione della
Benedizione Pasquale a scuola
Questa mattina a scuola, come ogni anno, nei giorni che
precedono la Pasqua, ci ha fatto visita Don Lamberto.
E' venuto a benedire la nostra scuola e tutti noi.
Quest'anno è capitato durante l'ora di arte e ci ha trovati intenti
a dipingere un paesaggio di Vetralla.
Nonostante ci siamo impegnati tanto, alcuni di noi non sono
molto soddisfatti del risultato ottenuto.
“Il mio quadro sembra una macchia di colore, sembra
sporco” dice Giorgio.
“ Ma no!” interviene Don Lamberto “Sarebbe stato sporco, se
tu lo avessi calpestato”.
Abbiamo quindi riflettuto che la bellezza dei nostri quadri non
è nel risultato finale, ma è nell'impegno e nella passione che
mettiamo mentre dipingiamo, è nell'apprezzare l'arte e nel
farlo insieme.
Poi Don Lamberto ha recitato una preghiera e ci ha chiesto che
cosa significa secondo noi “benedire”.
Claudio ha risposto:
“Benedire vuole dire DARE LA BELLEZZA”.
“Bravo! Ciò che hai detto è bellissimo! Commenta Don.
“Con l'acqua Santa Dio vi dona la BELLEZZA!”
Ma che cosa vuol dire “donare bellezza”? (1)
Riflessioni dei bambini
Dio ci dona la bellezza interiore, la parte buona, gentile e
generosa di ognuno di noi.
Dio ci aiuta a trovare la bellezza che è dentro di noi.
Tutti abbiamo la bellezza nel cuore, dobbiamo solo mostrarla
agli altri.
Dio ci dona la bellezza di saper apprezzare la bontà degli altri.
Nel benedire si usa l'Acqua Santa perché l'acqua è un elemento
puro,
indispensabile per ogni essere vivente,
che lava e purifica il nostro animo,
rendendo evidente la nostra bellezza.
Ognuno di noi ha tanta bellezza da ricevere e donare.
E' una bellezza che dona nei gesti di ogni giorno,
nelle parole che usa rivolgendosi agli altri e nell'ascoltare gli
altri.
Se io penso alla parola “bellezza” penso a quanto sono vestito
bene,
a quanto è bello e ammirato il ciuffo dei miei capelli,
a quanto è grande e colorata la bici nuova.
La bellezza che ci dona Dio non è questa,
ma è quella che ci fa capire quali sono le cose importanti della
vita.
Questo di oggi è stato un incontro veramente “BELLO”.
Ma che cosa significa
“donare bellezza”? (2)
Riflessioni dei bambini
Francesco: Oscurare la parte cattiva e far risplendere la
parte buona che è in ciascuno di noi.
Victoria: E’ tutto l’amore che dai alla gente senza
chiedere niente in cambio.
Mattia D.:.Donare amore e amicizia in tutto il mondo.
Vorrei che la bellezza fosse reale.
Filippo D.: Essere amico di altre persone e regalare un
sorriso.
Edoardo: E’ l’amicizia che ti rimane dentro il cuore per
sempre.
Anita: Donare amicizia e amore a chi non ne ha ed essere
buoni e gentili con tutti.
Stanis: Essere amico e sincero con tutti.
La bellezza sta dentro ciascuno di noi, solo che alcune
persone pensano che donare bellezza significa essere belli
d’aspetto, invece vuol dire essere gentili e simpatici con
tutti.
Rebecca: Per me donare bellezza significa cercare nel
fondo del cuore di ogni persona, perché anche le persone
che trattano male le altre possono diventare buoni con
tutti.
Christian: Avere pace in tutto il mondo e dare gioia.
Lorenzo: Dare fortuna e felicità e cancellare le cose
cattive.
Jennifer: E’ dare amore, l’amicizia e tanta gioia che è
dentro di noi.
Mattia I.: E’ aiutare gli altri.
Luca: Aiutare tutti con molto amore e serenità ed essere
amico di tutti.
Eleonora: Aiutare e donare amore a chi ne ha bisogno.
Aiutare un amico oppure dare un centesimo a chi lo
chiede.
Arianna: La bellezza è dentro di noi tutti i giorni. La
bellezza è dentro, nel nostro cuore, non fuori come
credono tanti.
Larisa: La bellezza è dare aiuto ed essere buoni con le
altre persone.
Filippo G.: Per me donare bellezza è dare tanti bacetti.
I bambini della classe VA di Vetralla
Una bambina è dispiaciuta che oggi, Giovedì Santo,
non si può andare a scuola. (Vedi articolo)
Che
sia
un
canto
di
Resurrezione.
La
Vita
da
Attesa
si
trasformi
in
Bellezza
da
Speranza
in
Speranza
Affidabile
questa parola vuole essere
il segno distintivo
della Festa della Madonna
del Carmelo di questo 2017.
E’ la parola che ha dato significato
alle ultime esperienze del 2016.
Sia la parola che da’ completezza
di realizzazione agli eventi di
questo 2017.
Noi Giovani la vediamo così
L’amicizia
Molte amicizie nascono a scuola ma la vera amicizia si trova stando
con Gesù.
L’amicizia è Gesù.
Essere amici vuol dire fare cose buffe insieme e nonostante la
spensieratezza sacrificarsi reciprocamente;
fidarsi degli altri;
confidarsi i segreti;
condividere tutto bello o brutto che sia.
L’amicizia non è bullismo né razzismo.
Tra amici si trova la forza di superare le cattiverie includendo il
diverso.
Solo così la vita sarà meno triste nonostante le delusioni che vanno
affrontate INSIEME.
Se il Signore conduce la Storia
nessun traguardo rimane precluso. “Sento la tua mano posata sulla spalla … E’ bello camminare accanto a te un Padre sempre giovane sei tu e non mi fai sentire la vita mia che vola”
“Le speranze non saranno deluse perché Lui manterrà le promesse
il Signore ci ha benedetto le porte del Tempio per noi aprirà”
Ecco spunta il mio sole: Sei tu mio Signore, mio splendido astro; nelle tue mani tu tieni la vita e anche la vita oltre la vita.
(da: Sento la tua mano, Dio dov’è?
Mio splendido astro M. Giombini)
Bullismo sì, Bullismo no!
Cyber bullismo sì, Cyberbullismo no!
Non diciamo: “Non mi riguarda”.
Perché non è vero.
Ci riguarda e come!
Il bullo non ha età
Forse un’età l’ha il cyberbullo:
preferibilmente è giovane; ma non è detto.
Rendersi conto delle conseguenze delle
nostre azioni: è metodo abbastanza certo per
renderci conto di quando l’egoismo e
l’egocentrismo spingono “oltre”. Abbiamo aiuti per comprenderlo:
ma non andiamo dallo psicologo, dal prete,
dal carabiniere ...
Andiamo, invece, da quel \ quella psicologa
\ neurologa, da quel prete, da quel
carabiniere.
E’ bello sentirci in corsa
in una buona compagnia.
Benedire
Bene … Dire
La prima volta che nelle Sacre Scritture (la S. Bibbia) si
trova la parola “Benedire” è in
Genesi 12, 1-3:
“Il Signore disse ad Abram:
«Vattene dalla tua terra. Farò di te una grande nazione
e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e possa tu
essere una benedizione.
Benedirò coloro che ti benediranno e in te si diranno
benedette tutte le famiglie della terra».
E in Giuditta 9,11-14 troviamo: “tu sei invece il Dio
degli umili, sei il soccorritore dei piccoli, il protettore
degli sfiduciati!».
In Isaia 35,4-10, poi leggiamo:
“Dite agli smarriti di cuore: «Coraggio, non temete!
Ecco il vostro Dio, Egli viene a salvarvi ...gioia e
felicità seguiranno, fuggiranno tristezza e pianto”.
Benedire non è un ferro di cavallo, uno scongiuro, un
togliere il malocchio; non è Fortuna, Fato, Fatalità.
E’ “andarsene da una terra” e inventarne un’altra.
E’ passeggiare con Dio nel giardino che Dio stesso ha
creato per l’Uomo;
E’”irrigate la terra e fatene un giardino”.
E’ “possa tu essere una benedizione”.
E’ collaborazione dell’Uomo
alla Ri - Creazione della Terra. E’ missione e grazia.
E’ gioia di esserci, è gioia di esserci insieme …
essere con … Dio e i fratelli.
E’ Alleanza, non Concorrenza.
E’ collaborare a creare un mondo capace ancora di
cambiare una terra, cambiare un vocabolario, una
concezione dell’Uomo che non sia “Lupo per l’altro
Uomo”; Uomo che sia Fratello capace di non uccidere
Abele, ma di essere a Lui “fedele”, costruirlo e
ricostruirlo perché ogni Uomo giunga alla sua pienezza
di essere Uomo.
Roba “vecchia” ... da non perdere
Lascia stare i Santi?! Abbiamo il senso del “Sacro”, della “Sacralità”?
Abbiamo il senso del “Religioso”, della “Religiosità”?
Abbiamo il senso della “Fede”, della “Fedeltà”?
Quale può essere il senso di queste domande?
Non la pretesa di dare spiegazioni, ma una richiesta di
aiuto per comprendere, non con chiacchiere, ma con gesti
effettivi, quale sia lo stato delle “tradizioni popolari
vetrallesi”, quelle che caratterizzano il nostro popolo.
Per comprenderlo siamo alla ricerca di: Fotografie vetrallesi,
documenti e ricordi sulle tradizioni popolari.
Che cosa ne è degli “Gli Olivatori di Vetralla”, del
“Magna l’Uva”, della tradizione nella Festa di S. Antonio
Abate …
Chiediamo documenti di ogni genere da visionare,
scannerizzare, restituire in giornata e proporre alla
conoscenza comune.
Perché quando chiediamo questi documenti ci dite di no?!
E perché, nello stesso tempo, vi lamentate:
“Non se fa gnente”?!
O vogliamo che questi valori vadano perduti nei cassetti di
“robevecchie” che puntualmente eredi distratti butteranno
a fuoco o manderanno alla discarica?
Per una Festa di Maggio
ancora più interessante
“Villa Carmine”
Villa “Pietro Canonica” Villa “Piatti”, Villa…..“la Villa”:
Materiali vari per una ricerca che porta a concludere che il nome iniziale della Villa era
“Villa Carmine” derivando il nome dalla “Chiesa del Carmine”, come fu chiamata la chiesa delle Murelle dopo la venuta dei Frati Carmelitani. Ai frati Carmelitani nel 1582-83 fu messo a disposizione il fabbricato del convento, la chiesa e “un piacevole orto e lì presso un fertilissimo oliveto ….” (vedi “Cronaca …” alle pagine 206-210) I frutti di questo orto erano più che sufficienti al sostentamento dei frati. Non era, quindi, semplicemente il piccolo orto, ancora oggi esistente sotto la chiesa delle Murelle, ma tutta la”Villa” il cui terreno iniziava dalla chiesa del Carmine o delle Murelle. Possiamo ormai dire con certezza che la devozione alla Madonna del Carmelo non iniziò, certo, con la venuta dei Frati Carmelitani,; i Frati Carmelitani, invece, si fermarono a Vetralla perché già esistente era a Vetralla la devozione alla Madonna del Carmine (alla “napoletana”), Madonna del Carmelo. E la villa, l’orto che iniziava dalla chiesa delle Murelle - chiesa del Carmine fu chiamata “Villa Carmine”.
VILLA CARMINE !!!
Cambiare stile:
dal demolire e eliminare,
al conservare
“Custodire”
Occasioni perdute da ritrovare. Reagire alla quasi assuefazione a considerare persi ricordi ,pubblicando di nuovo alcuni scritti del giorno della Inaugurazione di cui sopra si parla; ricordare Pietro Canonica, Villa Carmine. Ricordare le demolizioni di chiese (Le Murelle, Ss. Filippo e Giacomo, S. Maria Maddalena de’ Pazzi); della Fontana di Piazza della Rocca e di chissà quali altri delitti artistico - storici ai quali il Popolo non si oppose … anzi!! Trovare coraggio e forza per uscire da un decadimento progressivo che speriamo arrestato
Non far deperire, decadere quel che è stato, con lavoro, fatica, gioia
costruito.
17 maggio 1925 Nel programma della Festa della Madonna del Carmelo, questo anno, vogliamo inserire anche fatti importanti della Storia Vetrallese: gli anniversari delle: Inaugurazioni di: Monumento ai Caduti, Scuole Elementari, Piazza XX Settembre (Una volta Piazza S. Antonio Abate, attualmente Piazza Guglielmo Marconi). Ricorderemo anche come, in tale occasione il Re d’Italia fece visita a Vetralla e ascoltò una signora vetrallese che con “Ce saluti la sora Regina!” invitava il Re a coinvolgere anche la “sora Regina “ nel ricordo di Vetralla e degli “affezionati” Vetrallesi“. Ricordare insieme a tutto ciò la Fontana “del Villaggio”, ormai senza acqua e che sogniamo restaurata.
Una bambina in compagnia di suo padre, è triste, un po’
“abbacchiata”, questa mattina, Giovedì Santo 2017:
Perché?
“Perché oggi non c’è scuola”. Quando succederà che tutti i bambini siano tristi perché non
c’è Scuola?
Quando succederà che i bambini, i ragazzi, i giovani, gli adulti
siano un po’ “abbacchiati” perché, oggi, non c’è Messa?
Quando succederà che ciò che di bello facciamo sia diventato,
per tutti, davvero, Bellezza?
Precisazione: Il segno
Il simbolo
La pagnotta di pane potrebbe (?) essere “simbolo“
dell’Eucaristia,
ma l’Eucaristia è “segno efficace” della presenza di Gesù Cristo.
L’Eucaristia è Cristo presente nella esistenza reale di ogni
credente, non lo “significa”.
Bozza
dello
Stendardo
processionale
dedicato
al ricordo
dei Santi
Filippo
e Giacomo,
titolari e protettori
della Comunità
Parrocchiale.
Mai ci manchi
la loro
assistenza.
Per realizzare questo programma
abbiamo bisogno di collaborazione:
fotografie degli anni 1910 - 1950 da scannerizzare e restituire in giornata
C’ho Trovo ‘l Patrone
Titta racconta all’osteria
(versi vernacoli Vetrallesi)
L’ete presente Teta…. de giuppe ‘l capisotto?
Da quanto me piaceva, me c’ero mezzo cotto.
Me piaceva namunchia! O Dio quante nottate
ciò perse pe’ annalle a fa le serenate!
Ma gnavarà che prima v’aricconte gni cosa.
Teta e ‘nabella mora: le guance a mella rosa,
Cià un petto! Un c… basta. Nu lo sa manco essa
El bene che le voio. Quanno c’annava a messa
Io la smicciavo sempre. Pur essa me guardava…
Cia un po de robba al sole, ensomma me guardava..
Fu l’altra sera. Pijo ma ripuliscio un po’,
vo da Boccone a famme la barba che nun ciò,
me fo mette l’odore, me ficco su ‘l cappotto
e piloto, piloto vo giuppe ‘l Capisotto.
Quanno arrivo a la porta, le cianche me tremaveno,
le nocciole battiveno ma le busse nu le daveno
E siccome era operto, me decido e vo su…
Er core me zompava, nun ce vedevo più…
“ A Puopo , buonasera.! “
“ Oh, bonasera Titta.! “
(Ma dopo ‘l bonasera rimase a bocca zitta.!)
Ah che brutto momento.! Fratelle che tremore.!
So cose che le prova chi prateca l’amore.!
“Te serve qualche cosa.? Che see venuto a fa.? “
“ A Popore’ vavrebbe da parlà “
Subbeto s’incajonno e Teta annette via.
E Poleto de botto: “ gnente voe la mi fia.? “
“ Già “ le rispose. E lue :” stasera so un po stracco.
Già che see capitato portame su sto sacco
de farina de sopra. Nun me pariva vero
de falle sto servizio. C’ivo ‘l vestito nero
che me se ‘mbiancò tutto, e mentre faticavo
“ Con que ce fanno ‘l pane che magna lee “ Pensavo
E si invece de ‘n sacco fossero state cento
Le carejavo tutte e sempre più contento.
Poe disse “ Vene ca, scanzamo sto cassone”
“ lo scanzo io “ ma ‘n chiodo me strappo le calzone
“ m’arincresce “ fa lue
“ Oh , que ‘adè poco male ! “
Io già vedivo Teta coll’ago e col detale
A ricucì lo sgarro , davante a me accucciata.
Ma ‘nvece ! era sparita!!! M’aridò ‘n’ammantata
P’aricopri quel bianco che dal ginocchio ‘ n su
Basta …… se c’aripenzo.!!!
“ E Teta.? Nun c’è più.
Nun so manco dov’ita. Si nun hae prescia, aspetta,
che portamo de sotto ste sacche de favetta. “
Erano cinque sacche, uno de biada, see:
mo ‘nun pensavo piune: “ che se le magna lee “
Pesavano na munchia.! Ero mortefecato.
Ma con chi la pijavo? Chi me c’iva chiamato?
E quanno ch’ebbe smesso de fa la sfacchinata,
Me credivo: se beve, se fa na chiacchierata
E va fini che doppo fatiche, sgarro e pene
Se ce parlo un po a longo l’affare vene bene.!
Ma levete.! Siccome ‘n c’era da fa più gnente,
me da la bonasere. (ma guarda si che gente!)
“ E de quella faccenna quanno ‘na riparlamo.? “
“ Eh “ m’arispose “ Quanno che ciò da fa te chiamo. “
Qui sento da de dentro ‘na risata de Teta.
Me magnò le budella, ma che brutta pianeta. !
Almeno ‘na parola, ‘na scopettata, ‘n grazie.
Ma va, mic’adè l’ultima de tutte le disgrazie,
che poe, scennenno al buio, (pe chiuda col finale)
Inciampecò ma ‘n gatto, e …. cascò giù pe le scale
Risata generale
Io nun capisco proprio che c’è da cojonà
Volivo un po vedevve ch’erete bone a fa
Ma è mezzora che strillo e ciò la gola stretta
Pe ‘nun pensacce piunne bevemo ‘na fojetta.
Brindisi
A la faccia de Teta, de Poleto a cavallo
E del gattaccio nero, lo possen’ammazzallo:
Chi ci si riconosce?
Pippetto famoso come (Pippo cammina dritto sennò te metto sul
giornaletto)
e noi lo mettiamo sul giornaletto
Puoi mettere a disposizione
fotografie in tuo possesso
per riconoscere
persone, eventi, luoghi
realizzarne quasi una gara?!
chi si riconosce in questa fotografia?
Aspettiamo risposte.
Attendiamo altre fotografie. sas
non ci stanchiamo
di essere cristiani autentici e non bigotti
non ci stanchiamo
nonostante le sopraffazioni ricevute
Onorare un grande artista: Pietro Canonica
1925 Monumento ai caduti di Vetralla – Bronzo, si compone della statua, alta 2 metri, di un bersagliere
accanto ad un bassorilievo con un soldato morente e figure allegoriche
1938 il ritratto di Guglielmo Marconi (marmo, busto grande al vero ) Roma, Palazzo della Farnesina alla Lungara
1939 a Vetralla si trova copia di questa opera posta innanzi al monumento dei caduti
Onorare un grande artista non significa solamente apporre pannelli turistici (quasi illeggibili),
ma soprattutto rendere le sue opere degne di essere ammirate 3 febbraio 2017 SaS
Dameje ‘na pulita!
Come? Quando? A chi?
E’ responsabilità di ogni cittadino tenere pulita ed ordinata la propria città; non solo del Sindaco, del Carabiniere, del
Prete, del Dottore.
Quale gusto avremmo di una Villa “Pietro Canonica” ordinata e pulita, rispettata ed onorata?
Quale cura e pulizia delle strade abbiamo: cartacce, scatoloni, feci di cani, gatti ecc ...
Perché non ci organizziamo a fare pulizia e a tenere pulito l’ambiente?
Un gruppo di volenterosi sta sorgendo per questo: Per saperne di più rivolgetevi a www.sfeg.it