PARI OPPORTUNITA’ e CONCILIAZIONE - Diapason · politiche e servizi di pari opportunità e...

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App. Regione Veneto DGR n. 1969/03 Patto Territoriale della Pedemontana del Grappa e dell’Asolano PARI OPPORTUNITA’ e CONCILIAZIONE nella comunità locale per un nuovo equilibrio tra lavoro e vita nei Comuni di: Asolo, Borso, Cavaso, Castelcucco, Crespano, Fonte, Monfumo, Maser, Paderno, Pederobba, Possagno, San Zenone Mappatura delle potenzialità e bisogni di intervento rispetto a politiche e servizi di pari opportunità e conciliazione vita e lavoro nei Comuni della Pedemontana del Grappa e dell’Asolano Report ricerca realizzata nella primavera 2004 Quale trasferimento di una attività di trasferimento buona pratica analisi territoriale nell’ambito di Pari Opportunità e Conciliazione Vita e Lavoro Dal Progetto Equal Donne, Media e Telecomunicazioni PS DMT IT-G-PUG-048 Provincia di Lecce, ANPE/ANPE Regione Puglia Al progetto DIAPASON PS IT-G-VEN-039 della Comunità Montana del Grappa Olivieri Carla project manager Equal DIAPASON Direttore Patto Territoriale DIAPASON Ilenia Gheno Stagista corso di laurea Scienze Politiche Università di Padova

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App. Regione Veneto DGR n. 1969/03

Patto Territoriale

della Pedemontana del Grappa e dell’Asolano

PARI OPPORTUNITA’ e CONCILIAZIONE nella comunità locale per un nuovo equilibrio tra lavoro e vita

nei Comuni di: Asolo, Borso, Cavaso, Castelcucco, Crespano, Fonte, Monfumo, Maser, Paderno, Pederobba, Possagno, San Zenone

Mappatura delle potenzialità e bisogni di intervento rispetto a politiche e servizi di pari opportunità e conciliazione vita e

lavoro nei Comuni della Pedemontana del Grappa e dell’Asolano

Report ricerca realizzata nella primavera 2004

Quale trasferimento di una attività di trasferimento buona pratica analisi territoriale nell’ambito di Pari Opportunità e Conciliazione Vita e Lavoro

Dal Progetto Equal Donne, Media e Telecomunicazioni

PS DMT IT-G-PUG-048 Provincia di Lecce, ANPE/ANPE Regione Puglia

Al progetto DIAPASON PS IT-G-VEN-039 della Comunità Montana del Grappa

Olivieri Carla project manager Equal DIAPASON Direttore Patto Territoriale DIAPASON Ilenia Gheno Stagista corso di laurea Scienze Politiche Università di Padova

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INDICE

INTRODUZIONE MODALITA’ DI RICERCA ED ATTUAZIONE STRUMENTI DI DIAGNOSI REPORT DI RICERCA: LETTURA DEI DATI RACCOLTI

Il campione degli intervistati

La dimensione quantitativa nella promozione di genere: visibilità ed impegno

da potenziare

I servizi di promozione delle P.O.

Le iniziative per la promozione P.O.

1. Quali forme di promozione?

2. Quali sostegni economici?

3. Quale valutazione sull’efficacia delle iniziative?

I punti di criticità

1. Le maggiori difficoltà riscontrate

2. Le priorità più sentite

Le politiche di conciliazione

La sensibilità e i bisogni formativi degli intervistati

CONCLUSIONI POSSIBILI INDIRIZZI DI INTERVENTO ALLEGATI

1.1. Progetto “Mappatura delle potenzialità e bisogni di intervento rispetto a politiche e servizi di pari opportunità e conciliazione vita e lavoro nei Comuni della Pedemontana del Grappa e dell’Asolano”

1.2. Strumento di diagnosi, questionario

1.3. Protocollo di intesa di trasferimento buone pratiche sottoscritto con PS

geografica mis. 4.2. DMT , cod. IT-G-PUG-048. Provincia di Lecce e partner ANPE (Associazione Nazionale PEdagogisti italiani)

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I. INTRODUZIONE La Comunità Montana del Grappa è titolare dell’Equal DIAPASON che ha l’obiettivo di promuovere lo sviluppo economico – produttivo e socio-culturale del territorio. Con il supporto dei Comuni della pedemontana del Grappa e dell’Asolano ha guidato un percorso di concertazione che ha portato alla sottoscrizione del PATTO TERRITORIALE DIAPASON. Con l’obiettivo di promuovere le pari opportunità negli interventi pattizi, è stato istituito un “Tavolo di lettura di genere” composto dalle Commissioni Pari Opportunità della Provincia di Treviso e della Regione Veneto, amministratrici locali, Ass. di categoria, sindacati, ULSS 8 ed Ass. di Volontariato. Costituitosi in luglio, questo gruppo ha sentito subito il bisogno di conoscere la situazione esistente sul territorio rispetto alle apri opportunità prima di promuovere progettualità. Si è così voluto trasferire una buona pratica di analisi territoriale nell’ambito di Pari Opportunità e Conciliazione Vita e Lavoro sperimentata nel progetto Equal “Donne, Media e Telecomunicazioni” della Provincia di Lecce in collaborazione con l’Associazione Nazionale dei Pedagogisti- ANPE – Ente titolare dell’Azione corso per “Animatori di conciliazione vita e lavoro” . Con tali realtà si è così sottoscritto un protocollo di intesa per avere la possibilità di trasferire sia il progetto di mappatura che lo strumento di indagine da somministrare a testimoni privilegiati. Territorio di riferimento L’indagine è stata realizzata nel territorio dei 12 Comuni aderenti al “Patto territoriale della Pedemontana del Grappa”

Comuni zonizzazione ob2 Superficie n. abitanti Borso (phasing out/S.T.) 33 5.188 Castelcucco (S.T.) 9 2.052 Cavaso (ob.2) 19 2.895 Crespano (S.T.) 18 4.498 Monfumo (S.T.) 11 1.430 Paderno (S.T.) 19 2.085 Possagno (S.T.) 12 2.140 Pederobba 29 7.311 Maser 26 4.884 Asolo (S.T.) 25 8.521 Fonte (S.T.) 15 5.728 San Zenone (S.T.) 20 6.942

Totali 56.374

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Obiettivi della ricerca: - rilevare i reali bisogni dei territori obiettivo dell’intervento (Comuni della pedemontana del

Grappa e dell’Asolano) - verificare i reali livelli di attuazione delle politiche e servizi di pari opportunità e

conciliazione evidenziando gli elementi di criticità - mappare le strategie e gli strumenti adottati, nonché i bisogni di intervento nell’ottica di un

approccio integrato con i sistemi sociali, culturali e territoriali di riferimento - elaborare indirizzi di intervento per la promozione di servizi e politiche di pari opportunità e

conciliazione vita e lavoro da sottoporre all’attenzione del PT DIAPASON quali bisogni evidenziati come priorità di attuazione da parte del territorio

I. MODALITA’ DI RICERCA ED ATTUAZIONE Linee di sviluppo della ricerca, suddivise per fasi mensili, e metodologia seguita:

a. Definizione delle macro-aree a cui sottoporre il questionario: - ambito territoriale. i 12 Comuni della pedemontana del Grappa e dell’Asolano - destinatari: interlocutorori privilegiati FORMALI appartenenti al livello politico (assessori

pari opportunità, componenti organismi di parità; pubblico (dirigenti servizi sociali, assistenti sociali, dirigenti delle organizzazioni formative); privato (figure quadro del privato sociale; istituti bancari); dei sistemi di rappresentanza (in particolare del mondo del lavoro: rapp datoriali e sindacali); (gen-feb 2004)

b. costruzione di un questionario da sottoporre ai componenti delle due macro-aree; (-gen 04) c. Raccolta, elaborazione dei dati, stesura del report intermedio (feb-marzo 04) d. Organizzazione di un seminario di studio per condividere con i testimoni privilegiati del

territorio quando emerso dall’indagine; (ottobre 2004) e. Analisi e sviluppo degli indirizzi di intervento emersi dall’indagine da sottoporre ai decisori

politici e parti sociali del Patto Territoriale della Pedemontana del Grappa e dell’Asolano per l’attuazione

II. STRUMENTI DI DIAGNOSI UTILIZZATI QUESTIONARIO PARI OPPORTUNITA’ e CONCILIAZIONE nella comunità locale per un nuovo equilibrio tra lavoro e vita nei Comuni di: Asolo, Borso, Cavaso, Castelcucco, Crespano, Fonte, Monfumo, Maser, Paderno, Pederobba, Possagno, San Zenone. Tale questionario è stato redatto dallo staff di ricerca dell’ANPE (Associazione Nazionale Pedagogisti Italiani) partner del progetto Equal DMT (cod. IT-G-PUG-048) della Provincia di Lecce con cui si è sottoscritto un protocollo di intesa per il trasferimento di questa buona pratica di indagine. In allegato si riporta il testo del progetto di ricerca realizzato, lo strumento di diagnosi utilizzato, il protocollo di intesa sottoscritto con la PS Equal DMT

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III. REPORT DI RICERCA: LETTURA DEI DATI RACCOLTI

IL CAMPIONE DEGLI INTERVISTATI CHE HANNO RESTITUITO IL QUESTIONARIO COMPILATO

ENTI PUBBLICI Sindaco Assessor

e Assist Sociale

COMUNI BORSO 1 ASOLO 1 CAVASO 1 1 CRESPANO 1 1 1 CASTELCUCCO 1 FONTE 1 MASER 1 1 MONFUMO 1 PADERNO 1 POSSAGNO 1 PEDEROBBA 1 1 totali 7 1 8 totale 16 ASS. DI VOLONTARIATO ASS. ATTIVITA' SOLIDALE PENSIONATI SOLA IN DEO SORS ASS. DONNA ASS. ANZIANI ANTEA SCUOLE DIREZ. DIDATTICA FONTE DIREZ. DIDATTICA CRESPANO IST. CAVANIS IST. FILIPPIN FOND. OPERE MONTEGRAPPA IPSSAR "MAFFIOLI", sede Possagno SC. MATERNA BERNARDI TORRETTO SCUOLA D'INFANZIA "MADONNA DELLA SALUTE SCUOLA MATERNA BRANDOLINI FALIER SCUOLA MATERNA MONSIGNOR MORIAGO SCUOLA MATERNA STATALE SCUOLA MATERNA MARIA IMMACOLATA SCUOLA MATERNA SAN GIUSEPPE SCUOLA MATERNA "MARIA IMMACOLATA" SCUOLA MATERNA SACRO CUORE PARROCCHIA DI S. APOLLINARE VESCOVO COOP. SOCIALI COOP. NUOVA SINTESI COOP. OLIVOTTI COOP. VALLORGANA BANCHE POP. DI MAROSTICA, SAN ZENONE SINDACATI CGIL CISL ULSS 8 ASS. di CATEGORIA CONFRARTIGIANATO di ASOLO ASCOM Confcommercio Treviso CNA ASOLO COLDIRETTI ASOLO INDUSTRIA DI TREVISO

DIMENSIONE QUANTITATIVA NELLA PROMOZIONE DI GENERE:

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VISIBILITA’ ED IMPEGNO DA POTENZIARE

Esiste nel Suo Ente e/o Comune residenza:

12 COMUNI % Assessorato alle Pari Opportunità 1 2 Commissione Pari Opportunità 3 5 Comitato Pari Opportunità 1 2 Lo Sportello Donna 2 4 Lo Sportello Pari Opportunità 2 4 Il tavolo di concertazione per le politiche di conciliazione ed il piano territoriale degli orari 0 0 Non so 16 28 Non risposto (generalmente indica un NO) 32 56 NO

totale 57 100

Nel Suo Ente e/o Comune di residenza vengono promosse le politiche di pari opportunità e di conciliazione?

12 COMUNI % Sì 15 28 No 24 45 Non so 14 26 NON RISPONDE

totale 53 100

Il questionario presentato agli interlocutori privilegiati ha messo in luce una scarsa attenzione alla promozione della dimensione di genere, per quanto attiene sia al rilievo dato alle rappresentanze istituzionali, sia alla diffusione della conoscenza di servizi adatti.

- Solo un’esigua fetta del campione (17%) è al corrente dell’esistenza, nella propria realtà lavorativa o di residenza, dell’esistenza di rappresentanze per la dimensione di genere, quali Assessorati, Commissioni, Comitati e Sportelli;

- Nel 56% dei casi si denuncia l’inesistenza di tali organismi di carattere istituzionale: è un dato significativo che, rapportato al 57% dei casi in cui si lamenta la mancanza anche di impegno associativo, conferma la poca evidenza offerta alla promozione di genere;

- Ben il 28% degli intervistati non conosce lo stato dell’attivismo del proprio Comune per le P.O., mentre un 30% ignora la presenza nel territorio di associazioni impegnate specificatamente nella promozione di genere.

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SERVIZI PUBBLICI ESISTENTInelle municipalità degli intervistati

2% 5% 2%4% 4%0%

28%56%

Assessorato alle Pari Opportunità

Commissione Pari Opportunità

Comitato Pari Opportunità

Lo Sportello Donna

Lo Sportello Pari Opportunità

Il tavolo di concertazione per le politiche di conciliazione ed il piano territoriale degli orari 0%

Non so 28%

Non risposto (generalmente indica un NO) 56%

Nel Suo Ente e/o Comune di residenza vengono promosse le politiche di pari opportunità e di conciliazione?

12 COMUNI %

Sì 15 28 No 24 45 Non so 14 26 NON RISPONDE

totale 53 100

- Non si registrano miglioramenti neppure sul fronte della promozione delle politiche di pari opportunità e conciliazione: solo il 28% degli enti e dei Comuni di riferimento risulta dinamico in questa direzione, a fronte di un 45% inoperoso; il rimanente 26% rappresenta i casi in cui gli intervistati non sono al corrente dell’attivismo politico in tal senso.

Le municipalità promuovono POLITICHE DI P.O. & CONCILIAZIONE?

28%

46%

26%Sì

No

Non so

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I SERVIZI DI PROMOZIONE DELLE P.O.

Attraverso quali servizi vengono promosse le politiche di pari opportunità e di conciliazione?

12 COMUNI

Gestione pubblica

Gestione privata

Tempo pieno

Tempo parziale totali

Asilo nido 2 9 8 1 20 Asilo nido aziendale 0 1 0 0 1 Ludoteca 1 0 0 0 1 Centro minori 2 1 0 3 6 Centro famiglie 1 0 0 1 2 Centro anziani 3 7 0 5 15 Centro riabilitazione 0 0 0 0 0 Banca del tempo 1 4 1 2 8 Animazione & Sostegno scolastico in orario extrascolastico

6 0 0 0 6

Centro Territoriale Educazione adulti 5 1 0 2 8 Consultorio familiare 5 0 0 2 7 UFFICI DEI SERVIZI SOCIALI NESSUNA RISPOSTA

Risposte non contemplate dal questionario

TOTALE 26 23 9 16 74 % 35 31 12 22 100

Non sono molto numerosi i servizi offerti alla popolazione dai gestori, sia pubblici che

privati, al sostegno delle P.O. e della conciliazione vita-lavoro, a cui si può aggiungere la prevalenza di un impegno a tempo parziale che può leggersi come un’ulteriore riduzione delle potenzialità di tali servizi.

1)La ripartizione fra tempo pieno/tempo parziale

Tuttavia è interessante considerare l’importanza della diffusione dell’impiego part-time sia sulle possibilità di crescita occupazionale che esso apporta al sistema produttivo, sia relativamente alle potenzialità di tale tipo di contratto nell’ambito della stessa conciliazione vita –lavoro, con un’attenzione particolare all’impiego femminile, sempre più coinvolto ed attratto dal mondo produttivo e sociale grazie alla flessibilità dimostrata dal part-time.

Il lato su cui sarà eventualmente necessario porre maggior attenzione consiste nell’orario di apertura di tali servizi part-time (ma questa considerazione può andare comprensibilmente estesa anche alla gestione a tempo pieno). Sono note, infatti, le difficoltà per le utenze di moltissimi servizi nell’usufruire degli stessi per la rigidità degli orari di sportello al pubblico: nella promozione delle P.O. e della conciliazione si abbisogna naturalmente di un occhio di riguardo a proposito, magari accompagnando il lavoro part-time alle forme job sharing più adeguate.

Tabella A. Ripartizione fra tempo pieno/tempo parziale

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9

8

0

0

0

0

0

0

1

0

0

0

1

0

0

3

1

5

0

2

0

2

2

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9Asilo nidoAsilo nido aziendaleLudotecaCentro minoriCentro famiglieCentro anzianiCentro riabilitazioneBanca del tempo

Animazi&Sost. scol. in orario extrascol.Centro Territ.Educazione adultiConsultorio familiare

tempo PIENO tempo PARZIALE

2) La ripartizione fra gestione pubblica e privata

I servizi che risultano maggiormente impegnati nella promozione delle politiche a favore della dimensione di genere sono essenzialmente gli asili nido, i centri per gli anziani e i centri territoriali di educazione degli adulti,nonché le banche del tempo, mentre scarsa o nulla è la presenza nei territori degli intervistati di centri riabilitativi,per famiglie, asili nidi aziendali e di ludoteche.

Nonostante la sostanziale parità quantitativa nella gestione di questi servizi da parte degli enti pubblici e dei privati ( il 35% dei servizi è condotto dai primi, il 31% dai secondi), è possibile leggere una prevalenza dell’interesse e dell’impegno privato nei confronti degli asili nido e dei centri anziani, i quali occupano rispettivamente i due primi posti sul podio sia dei servizi più attivi nella promozione di genere, sia della maggiore gestione da parte dei privati.

L’attenzione degli enti pubblici, invece, è attratta dai laboratori di animazione e sostegno extra-scolastico, dai centri territoriali di educazione per gli adulti e dai consultori familiari, servizi, questi, che sono numericamente situati una fascia di media presenza.

Assente è invece l’impegno nei confronti dei centri di riabilitazione, dei quali non è possibile rilevare né una ripartizione tra pubblico e privato, né tra lavoro a tempo pieno e part-time.

Può questo essere dovuto ad una maggiore attinenza di tale attività con le strutture ospedaliere, fuori portata per i piccoli comuni e per i privati? Tabella B. Ripartizione fra gestione pubblica / privata

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10

1

0

0

3

1

5

0

2

0

2

2

9

1

0

1

0

7

0

4

0

1

0

0 2 4 6 8 10Asilo nidoAsilo nido aziendale

LudotecaCentro minoriCentro famiglieCentro anzianiCentro riabilitazioneBanca del tempo

Animazi&Sost. scol. in orario extrascol.Centro Territ.Educazione adultiConsultorio familiare

gestione PUBBLICA gestione PRIVATA

.

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LE INIZIATIVE PER LA PROMOZIONE P.O. 1. QUALI FORME DI PROMOZIONE?

Attraverso quali forme vengono promosse ed attuate le politiche di pari opportunità

e di conciliazione?

12 COMUNI

5 7 8 5

forma singola pubblica privata

interistituzionale

Totale 25

Le potenzialità della concertazione e della partnership fra i promotori delle iniziative di genere sono state sperimentate ed apprezzate dagli stessi, tanto da considerare tali forme incentivanti quali le più adatte per l’attuazione delle politiche di P.O. e di conciliazione.

E’ significativa la presenza di una collaborazione fra reti di privati, segno di una maggiore sensibilizzazione delle categorie produttive del territorio alla dimensione di genere; il dato si avvicina, per rilevanza numerica, alla consistenza della partnership pubblica, anche se quest’ultima occupa il secondo gradino del podio. Il dialogo interistituzionale non è attualmente la forma più praticata, ma la sua esistenza, coniugata all’impegno delle parti pubbliche e private, è da salutare positivamente.

Tabella 1. Le forme di promozione

012345678

1forma singola partnership pubblicapartnership privata partnership interistituzionale

DIMENSIONE TERRITORIALE 12 COMUNI

locale 5

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12

sovra- comunale 3 provinciale 4 regionale 1 interregionale transnazionale

totale 13 Analizzando i dati territoriali emerge la preminenza della dimensione locale e provinciale

su quella sovra-comunale e regionale; le potenzialità delle reti interregionali, nonché transnazionali, non sono ancora state esplorate, forse a causa delle probabili lungaggini burocratiche che accompagnano progetti a più ampio raggio oppure per una minore sensibilità degli attori pubblici e privati nei confronti delle reti a maglia larga che caratterizzano le partnership interregionali ed europee. Questo dato sulla dimensione territoriale non stupisce se relazionato al buon numero di iniziative da parte di singoli e privati, tradizionalmente meno vicino ai centri istituzionali e conseguentemente più distanti dalle forme di sostegno pubbliche. E’ così necessario un maggior impegno per queste categorie nell’allacciare reti sia sovra-comunali, sia regionali e tanto più comunitarie. 2. QUALI SOSTEGNI ECONOMICI?

In che modo vengono finanziate ?

12 COMUNI

0 - 25% 25-50% 50-75% 75-

100% totali %

Fondi propri 5 1 1 4 11 69 fondi provinciali 0 0 0 0 0 0 fondi regionali 0 1 1 0 2 13 fondi nazionali 1 0 0 1 2 13 fondi comunitari 0 1 0 0 1 6 NON RISPONDE 0

totali 6 3 2 5 16 100 % 38 19 13 31 100

Con attinenza ai finanziamenti delle attività promosse si può notare la prevalenza nell’utilizzo di fondi propri (69%), rispetto a quelli provinciali, regionali, nazionali e comunitari, che ricoprono solo un esiguo 32% di fondi elargiti. La destinazione dei finanziamenti da parte di privati si concentra prevalentemente sulle fasce minime (dallo 0 al 25%) dei fondi complessivi impiegati, nonché sulle fasce alte (dal 75%al 100%), una partecipazione, questa, cospicua rispetto ai fondi nazionali ricoprenti le stesse fasce.

Questi elementi possono essere letti nell’ottica di un coinvolgimento maggiore dei contribuiti privati e statali nelle fasi di avvio e di conclusione dei progetti, mentre l’impegno economico della regione e si rivolge al sostegno delle fasce dal 25 al 75% delle attività. Scarso è l’attivismo economico comunitario, coerentemente con la poca propensione allo sviluppo di progetti a dimensione interregionale e transnazionale; tuttavia questo dato è leggibile anche dal

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punto di vista della capacità di interazione delle istituzioni pubbliche e dei soggetti privati con la CE: i minimi fondi comunitari sono sintomatici di una incapacità o impossibilità di fund raising; questa considerazione, qualora venga accertata, non è da sottovalutare, poiché in relazione all’allargamento della Comunità, molte opportunità di spese europee vengono dirottate verso nuovi destinatari.

Pressoché nullo risulta il coinvolgimento finanziario provinciale: questo dato si scontra con l’importanza della dimensione territoriale propria della provincia, a prova, forse, di una capacità di questo livello governativo di indirizzare le richieste di finanziamenti ai livelli superiori (Regione) e di stimolare la partecipazione del basso (livello locale) anche dal punto di vista economico.

3. QUALE VALUTAZIONE SULL’EFFICACIA DELLE INIZIATIVE?

Attraverso quali programmi, iniziative, progetti vengono promosse nel Suo Ente e/o Comune di residenza le politiche di pari opportunità e di conciliazione?

12 COMUNI % Attività informative 11 31 Attività formative 7 19 Attività aggregative 8 22 Attività di sensibilizzazione 4 11 Attività di conciliazione (politiche family friendly) 6 17

totale 36 100

Accertata la prevalenza delle attività di tipo informativo nell’ambito della promozione, seguita da attività aggregative, resta da verificare l’incidenza di questi programmi sul piano reale.

Come valuta l’impatto in termini di efficacia delle politiche di pari opportunità e di conciliazione attuate nel Suo territorio?

ATTIVITA'

12 COMUNI

GIUDIZI Infomative Formative Aggregative Di sensibilizzaz. Conciliative totale

Scarso 25 26 19 22 22 114

Sufficiente 4 1 8 7 5 25 Discreto 5 5 2 3 1 16

Buono 0 0 4 1 0 5 Ottimo 1 0 1 0 0 2

Le cinque tipologie di attività, valutate da parte degli interlocutori, non brillano in quanto

efficacia: la quasi totalità dei rispondenti giudica scarsa o appena sufficiente la validità e l’utilità dei servizi offerti.

Giudizi più favorevoli si leggono in merito alle attività aggregative ed informative, ma la consistenza numerica dei pareri a favore è alquanto esigua (rispettivamente 4 giudizi buoni e 5 discreti, questi ultimi supportati da 4 sufficienti, il che porta a considerare le attività informative come “migliori”, secondo i rispondenti, rispetto a quelle formative). Il dato preponderante è molto negativo, ma può essere parzialmente attenuato se affiancato all’incidenza dei programmi nel territorio: le occupazioni aggregative risultano attaccate in minor misura dalle opinioni di inefficacia e sono anche fra le più attive nel territorio considerato (22%), a

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testimonianza del fatto che la presenza nel contesto socio-economico di riferimento è un indice da considerare (anche se non è affatto l’unico) nei pareri espressi.

GIUDIZIO SULLE EFFICACIA DELLE POLITICHE DI P.O.

0

5

10

15

20

25

30

scarso sufficiente discreto buono ottimo

attività informative

attività formative

attività aggregative

attività di sensibilizzazione

attività di conciliazione

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I PUNTI DI CRITICITA’ 1. LE MAGGIORI DIFFICOLTA’ RISCONTRATE

Dal Suo punto di vista quali sono le difficoltà maggiori che si incontrano nella attività di

promozione ed attuazione delle politiche di pari opportunità e di conciliazione?

[1]->[5] indicatore di importanza 12 COMUNI

[1] [2] [3] [4] [5] tot.

2 0 2 2 3 9 assenza di volontà politica (pubblico) privato 9 3 2 1 3 18

1 0 1 3 4 9 mancanza o limitazione delle risorse economiche (pubblico) privato 10 2 2 0 2 16

1 1 2 4 0 8 mancanza o limitazione risorse tecniche e professionali (pubblico) privato 6 3 4 1 0 14

6 0 1 0 0 7 interruzione da mancato rifinanziamento (pubblico) privato 6 2 1 1 0 10

5 2 0 0 1 8 difficoltà sorte o intercorse con i partners (pubblico) privato 5 3 1 1 0 10

2 1 1 3 0 7 incapacità nell'impiego di una metodologia di lavoro integrato (pubblico) privato 10 0 0 3 1 14

totale 130 I destinatari del questionario considerano complessivamente importanti la quasi totalità delle

categorie di criticità proposte, indicano una leggera maggiore incidenza all’assenza di volontà politica e valutando invece un minor peso dei problemi legati al ri-finanziamento. La tabella qui proposta riassume i dati tenendo conto dell’aggregazione degli elementi sia attinenti al pubblico, sia al privato. Tabella 2. Le tipologie di difficoltà riscontrate (incidenza espressa in numeri effettivi)

27

25

22

1718

21

0

5

10

15

20

25

30

1

TIPOLOGIE DI DIFFICOLTA'

INC

IDE

NZA

risorse politiche

risorse economiche

risorse tecnico-professionali

rifinanziamento

difficoltà partnership

difficoltà metodologiche

Scorporando, invece, il binomio pubblico/privato, ne emerge la prevalenza del peso delle

risposte negative dei privati (circa 82 rispondenti a fronte di 50 interlocutori pubblici).

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16

A giustificazione di questa dicotomia si potrebbe addurre che la compagine privata sia più critica perché più distante dai centri istituzionali di decisione e di gestione dei servizi, lamentando così in modo più incisivo l’assenza di volontà politica piuttosto di considerare la difficoltà con i partners. Proprio la mancanza di slancio politico nelle attività di promozione e le limitazioni dovute alla scarsità pecuniaria, invece, sono i punti critici che entrambe le parti considerano quali più importanti, mentre alle altre categorie vengono associati valori di minor incidenza( in primis il ri- finanziamento, cosa strana, perché comunque relativa all’aspetto economico!).

Prendendo in considerazione, infine, l’incidenza delle difficoltà rilevate, si nota che prevale il grado di “difficoltà scarsa”, mentre le difficoltà più importanti sono limitate e si riferiscono alla mancanza di risorse politiche ed economiche. La “difficoltà scarsa” è un dato trasversale a tutti i punti di criticità proposti dal questionario ( politici ed economici, tecnici e professionali, di partnership e metodologici), quasi a dire che le lamentele sono inconfutabili, provengono prevalentemente dai privati, ma non vengono fatte a gran voce! La tabella che segue riporta il fenomeno appena descritto. Tabella 3. Importanza data alle difficoltà espresse in percentuale

48%

13%

13%

15%11% scarsa

sufficientediscretarilevantemolto rilevante

Perché non vengono promosse le politiche di pari opportunità e conciliazione?

12 COMUNI totale

lo statuto comunale non lo prevede (pubblico) 2 0 0 0 5 7

privato 3 1 0 0 0 4 non è emersa l’esigenza in fase di programmazione delle attività (pubblico) 4 0 1 1 2 8

privato 3 0 0 1 0 4

l’esigenza è emersa, ma è rimasta disattesa (pubblico) 2 2 0 0 0 4

privato 3 0 1 1 0 5 l’esigenza è emersa, ma non si realizzata per mancanza di risorse economiche e/o umane/professionali (pubblico) 3 1 0 0 1 5

privato 1 1 0 0 0 2

totale 39

Si denota, invece, la pochezza del “sentire la questione di genere” sia per la promozione a livello di statuto, sia per la scarsa esigenza data alla programmazione dell’attività. La discrepanza più consistente è leggibile nella risposta che vede gli interlocutori lamentarsi per la mancanza di risorse, mentre dall’altro lato danno complessivamente poco peso alle varie criticità sollevate. Che si tratti di un problema eminentemente politico? 2. LE PRIORITA’ PIU’ SENTITE

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Per politiche di conciliazione la normativa intende promuovere un “equilibrio tra tempi di lavoro, di cura e di relazione”, tra ruolo di genere, pubblico/privato attraverso varie azioni. Secondo Lei, quali delle seguenti azioni ritiene che debbano essere prioritariamente attuate sul suo territorio ?

12 COMUNI [1]->[5] indicatore di importanza [1] [2] [3] [4] [5] tot.

campagne d’informazione sulle normative specifiche (legge 53/2000; legge 125/91; legge 215/; legge 285/97….) (pubblico) 1 2 3 3 8 17

privato 3 3 5 10 8 29

formazione e/o specializzazione di figure specifiche a supporto della promozione e attuazione di azioni positive di pari opportunità e conciliazione (pubblico) 0 5 4 6 1 16

privato 3 5 6 10 5 29

implementazione e miglioramento qualitativo dei servizi esistenti (pubblico) 2 1 4 7 1 15

privato 1 2 6 11 6 26

promozione di nuove tipologie di servizi a sostegno delle relazioni familiari, del rafforzamento della cultura delle pari opportunità e delle politiche di conciliazione

(pubblico) 1 1 3 5 6 16

privato 3 2 6 12 7 30

rafforzamento delle politiche dei congedi parentali (pubblico) 3 3 2 2 3 13

privato 1 8 9 6 2 26

azioni innovative all’interno di organizzazioni ed imprese per renderle più family friendly (asili nido aziendali, condominiali, territoriali; flessibilità dei tempi e dell’organizzazione

del lavoro; telelavoro part-time; job sharing; alternanza lavoro/non lavoro) (pubblico) 3 2 2 5 4 16

privato 3 5 4 8 7 27

Riorganizzazione dei tempi della città e dei servizi in generale (pubblico) 1 3 4 3 3 14

privato 3 6 6 5 8 28

Promuovere una cultura per una maggiore condivisione delle responsabilità familiari tra uomini e donne (pubblico) 0 1 2 7 5 15

privato 2 4 5 5 12 28

totale 345 Tabella 4. Graduatoria delle priorità espresse

E’ stata riportata qui di seguito la graduatoria della attività di maggior rilievo: i dati sono stati elaborati a partire dalla somma degli indici di maggior importanza [4] +[5] della tabella di cui sopra e tenendo conto sia del contributo pubblico, sia di quello privato.

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18

QUALI LE AZIONI CONSIDERATE PIU' IMPORTANTI?

26

2225

30

13

24

19

29

0

5

10

15

20

25

30

35

campagne d'informazione formazione e/o specializzazione di figure specifichemiglioramento sevizi esistenti promozione nuove tipologie di servizirafforzamento politiche dei congedi parentali family frindly policies c/o impreseriorganizazione tempi in città promozione cultura del lavoro di cura

Per la promozione dell’equilibrio tra i tempi di lavoro, cura e di relazione sono emerse alcune attività basilari che possono essere messe in graduatoria: 1. promozione di nuove tipologie di servizi per le P.O. e la conciliazione vita-lavoro;

2. campagne di informazione sulle normative specifiche;

3. opera di sensibilizzazione della cultura di condivisione delle responsabilità familiari;

4. degna di nota è l’esigenza, sentita prioritariamente dal settore privato, di implementare qualitativamente i servizi esistenti, da accomunare alla necessità di innovare l’impresa nella direzione di una maggiore family friendship (esigenza particolarmente sentita, ovviamente, dal privato).

Una discreta importanza viene invece attribuita alla riorganizzazione dei tempi della città e dei

servizi in generale, mentre il rafforzamento delle politiche dei congedi parentali e la formazione di figure professionali per l’esecuzione di azioni positive occupano gli ultimi posti della “classifica”.

E’ da sottolineare che le risposte inerenti al settore privato primeggiano: in tutti le aree di promozione indicate, infatti, gli indicatori di importanza dati dai privati sono pressoché doppi rispetto al pubblico, segno, questo, di una maggiore sensibilità e necessità nella direzione dell’impegno per l’equilibrio di genere.

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19

LE POLITICHE DI CONCILIAZIONE

Le politiche di conciliazione rappresentano

12 COMUNI [1]->[5] indicatore di importanza

[1] [2] [3] [4] [5] tot.

una questione privata (di ciascun singolo: donna, uomo, famiglia) (pubblico) 3 2 5 4 1 15

privato 10 8 5 4 1 28

una questione pubblica (mercato del lavoro, organizzazione aziendale, ente locale) (pubblico) 1 1 5 5 4 16

privato 3 4 7 12 5 31

una questione normativa (emanazione, applicazione, conoscenza delle leggi) (pubblico) 1 4 3 5 1 14

privato 1 7 10 7 3 28

una questione culturale (riconoscere il valore della diversità di genere, promuovere la conciliazione delle responsabilità parentali con quelle professionali, promuovere l’ opportunità di progressione di carriera e di rappresentatività sociale) (pubblico)

0 0 4 1 11 16

privato 3 2 5 7 15 32

una questione di scelte politiche (scelte politiche del governo centrale e dell’ente locale) (pubblico) 0 3 2 6 2 13

privato 1 3 6 8 9 27

una questione di scelte sindacali e dei contratti collettivi (pubblico) 2 4 2 5 1 14

privato 2 8 9 6 1 26

destinazione di risorse finanziarie, realizzazione di attività e servizi) (pubblico) 3 1 4 2 3 13

privato 2 2 4 10 9 27

una questione del mercato del lavoro (livello di occupazione e di disoccupazione) (pubblico) 0 4 2 7 1 14

privato 3 4 3 12 4 26

Totale 22 47 66 93 69 340

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20

Tabella 5. Gli ambiti delle politiche di conciliazione

0

5

10

15

20

25

30

PRIV

ATO

PUBB

LIC

O

NO

RM

ATIIV

O

CU

LTU

RAL

E

POLI

TIC

O

SIN

DAC

ALE

FIN

ANZI

ARIO

MER

C.L

AVO

RO

scarsosuffdiscrilevantemolto imp.

Accorpando i dati registrati dal settore privato e pubblico, è possibile individuare quali sono le politiche più importanti per gli intervistati.

• Il grafico mette in luce la priorità che ricopre l’intervento di carattere culturale e la rilevanza

della promozione delle politiche di conciliazione in ambito lavorativo. • Pur non primeggiando, sono sicuramente importanti gli aspetti pubblici e politici, che sono

collegati rispettivamente all’organizzazione aziendale, degli enti pubblici e alle scelte politiche. • Non sottovalutabile è la questione finanziaria la destinazione delle risorse per le attività ed i

servizi da realizzare. • Alle politiche di conciliazione nell’ambito privato, a cui ognuno, come singolo, può dare risalto,

non viene dato un gran peso: la notevole differenza con la promozione in ambito pubblico è sintomatica delle esigenze di carattere culturale, politico, normativo e finanziario.

Alla gestione pubblica deve quindi essere affidata: - la valorizzazione della dimensione di genere, della conciliazione familiare e professionale; - la sensibilizzazione sulla normativa esistente; - l’attività di fund raising attraverso le potenzialità della collaborazione interistituzionale e

delle reti politico-amministrative; - gli interventi in merito allo stato sull’occupazione e la disoccupazione aziendale (questione,

questa, molto sentita dai privati, ma caldeggiata anche dal settore pubblico).

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LA SENSIBILITA’ E I BISOGNI FORMATIVI DEGLI INTERVISTATI

In qualità di testimone privilegiato prenderebbe favorevolmente in considerazione l’occasione di confrontarsi su queste tematiche con altri addetti di settore?

12 COMUNI %

Sì 25 48 No 9 17 Non so 14 26 NON RISPONDE 5 9

totale 53 100

Grafico 6. Propensione al confronto, fra intervistati, sulle tematiche di genere

PROPENSIONE AL CONFRONTO SULLE TEMATICHE DI GENERE

48%

17%

26%

9%

no

non so

non risposto

E’ significativo che più della metà degli intervistati non sia favorevole o non si esprima circa l’utilità di un confronto costruttivo con addetti di altri settori. Solo un 48 % è pronto a impegnare la proprie energie, a mettersi in rete e a collaborare su un tema così scottante, ma poco conosciuto come le pari opportunità. Che sia dovuto ad una mancanza di formazione? E’ noto che minore è la conoscenza del problema, maggiori sono le difficoltà che si incontrano in un possibile confronto; se la formazione è un problema, andiamo a vedere quanti intervistati ritengono utile un’esperienza formativa. Ci si aspetta almeno la metà delle risposte sia orientata favorevolmente, invece….

Riterrebbe utile, al fine di migliorare le sue performances professionali, maturare un'esperienza di formazione specialistica nell'ambito della cultura di P.O. e conciliazione?

12 COMUNI %

Sì 20 38 No 13 25 Non so 14 26 NON RISPONDE 6 11

totale 53 100

Grafico 7. Esigenze formative degli intervistati

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BISOGNI FORMATIVI NELL'AMBITO DELLA CULTURA DELLE P.O.

38%

25%

26%

11%

sìnonon sonon risposto

Ben il 26% del campione dichiara di non ritenere utile un’esperienza di formazione sulle tematiche di genere e il 36% si dimostra incerto sulla proposta. Le risposte provengono dagli enti pubblici: ancora una volta il settore pubblico si defila da un possibile investimento in materia, nonostante la maggiori priorità di conciliazione e le più sentite difficoltà attengano proprio all’ambito politico- pubblico. V. CONCLUSIONI

Partendo dalla analisi sulle politiche di conciliazione è emerso l’estrema necessità di interventi di carattere culturale e di promozione delle tematiche di genere in ambito lavorativo (Tab.5). Queste considerazioni sono in linea con la graduatoria delle priorità più sentite, inerenti alla promozione di nuovi servizi e ad un’opera di sensibilizzazione della cultura di genere, sia in famiglia, sia al lavoro. (Tab.4)

Tuttavia, se la collaborazione fra reti di privati è corposa e necessaria, la partnership pubblica, pur presente e cospicua, sembra dover essere potenziata (il dialogo interistituzionale, invece, abbisogna di una spinta più forte). Ciò si sottolinea anche analizzando i problemi più comuni: l’assenza di volontà politica è lamentata dalla maggioranza del campione, accanto alla mancanza di risorse economiche e tecnico-professionali; insorgono delle difficoltà nella realizzazione di partnership e nell’approccio metodologico, ma non si comprende perché solo il 48% degli intervistati si favorevole ad un confronto su queste tematiche e solo un 38%, sempre fra i dipendenti pubblici, approvi delle iniziative formative sulla cultura delle P.O. (Grafico 6 e 7)

Si denuncia, inoltre, l’inesistenza di organismi istituzionali per il sostegno e la promozione delle attività di genere, nonché la mancanza di impegno da parte della associazioni di volontariato sulle questioni prettamente paritarie; solo un 17% degli intervistati è al corrente dell’esistenza di rappresentanze pubbliche nel proprio territorio.

Si lamenta, quindi, un bisogno di creare degli spazi e dei contesti istituzionali per la promozione delle P.O, nonché della cultura di genere e l’esigenza di dare maggiore visibilità e qualità alle iniziative già esistenti, spronando soprattutto gli enti pubblici locali, ma allargando, nel contempo, la rete di partnership anche agli organismi di livelli di governance superiori (sovra-comunali, provinciali, regionali, nazionali, nonché comunitari).

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VI. POSSIBILI INDIRIZZI DI INTERVENTO

Nel contesto circoscritto del territorio investito dalla ricerca è possibile ipotizzare sia degli interventi mirati, sia dei piani complessivi, sinergici ed allargati. L’attenzione, in entrambi i casi, va dirottata prevalentemente sulla promozione della cultura di genere e sulla diffusione delle informazioni e delle strategie di comunicazione, a partire della formulazione di organismi istituzionali specifici.

Nell’ottica di piani generali, nonostante gli intervistati non vedano di grande utilità l’esperienza formativa, la politica dell’OFFERTA (sociale, istituzionale, formativa, informativa,…) deve essere supportata da un’adeguata DOMANDA. Così facendo sarà possibile dare spazio all’opera di sensibilizzazione e di promozione culturale tanto richiesta e poco seguita, alimentando l’attenzione sociale, pubblica, privata e personale alle tematiche delle pari opportunità e di conciliazione. Si conferma, per tanto, la necessità di un’adeguata sensibilizzazione per stimolare tale domanda.

Sulla stessa linea è ben vista una maggiore diffusione delle iniziative sul territorio (con un occhio di riguardo alla questione degli orari di apertura degli sportelli, che devono tener conto delle esigenze lavorative degli utenti), dei progetti delle Commissioni provinciali e regionali e di tutte la iniziative presenti e future. Si configura, così, la necessità di organizzare a livello sovra-comunale per la gestione di tempi e orari.

Ciascun intervento dovrebbe considerasi come bi-direzionale, rivolto, cioè sia al settore privato e darne poi visibilità anche pubblica, sia al settore pubblico per incentivare le condizioni di vita e lavoro private. In tal modo si potenzia la rete dei servizi, la sua diffusione e conoscenza nel territorio, a tutto vantaggio dell’utenza, a cui vengono offerti sbocchi differenziati e stimolanti. Da non sottovalutare è l’importanza del livello sovra-comunale, che offre maggiori garanzie di coordinamento ed efficacia rispetto alla gestioni locale dei progetti, nonché di maggior raccordo con le reti istituzionalmente più alte.

In base ad una ricerca condotta dal Gender1 (uno studio che si occupa di ricerca sociale e di formazione, specializzato nell’analisi delle differenze di genere e della segregazione occupazionale in aziende pubbliche e private) si è messo in luce come l’associazione fra di fattori interagenti quali:

- le condizioni socio-economiche basse e medio-basse; 1 S. Biadene, M. Cacioppo, V. Iacone, B. Peducci, .M.Piazza, MODELLI TERRITORIALE E DIFFERENZE DI GENERE. Una ricerca nell’area veneta, Feltrinelli,, Milano e Regione Veneto, 1994, p. 98

LAVORO FAMIGLIA

ASS. DI CATEGORIA

ENTI PUBBLICI COMITATI PO

BANCHE

SCUOLE ASS. VOLONTARIATO

COOP. SOCIALI

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- la dedizione esclusiva al lavoro casalingo; - la bassa scolarità

costituiscono un terreno fertile per la segregazione femminile ed ostacolano la condivisione del lavoro di cura e la sensibilità alle tematiche di genere.

A partire da queste considerazioni generali è possibili ipotizzare alcuni interventi mirati, rivolti a:

Agevolare la scolarizzazione femminile, soprattutto per le giovani provenienti da famiglie poco scoolarizzate.

Ampliare l’esperienza femminile nel campo del lavoro autonomo, in collegamento con i fondi strutturali e sopranazionali a favore dell’imprenditoria rosa, non solo nel campo dei servizi, ma anche delle libere professioni.

Valorizzare e formare la cultura del cd. lavoro di cura: attraverso una maggiore sensibilizzazione sarà possibile rivalutare quest’esperienza, tutta femminile, fornirle una corretta visibilità e legittimità e diffonderla anche al mondo maschile, ancora troppo distante dal lavoro di cura.

Incentivare dei servizi volti alla valorizzazione del sé, al fine di aumentare i livelli di auto-conoscenza e auto-legittimazione che favoriscano l’emancipazione e contrasti l’immagine femminile così tenacemente promossa dei media e reiterata dalla società (donna madre e casalinga, corpo femminile sempre piacente, eternamente giovane, estremamente magro,…)

Promuovere l’istituzione nel territorio analizzato di Organismi di Parità Sovracomunale in grado di stimolare ed accompagnare questi processi di cambiamento e sviluppo di una cultura di Parità tra uomo e donna nel territorio. Gli Enti presenti infatti, per le loro dimensioni medio piccole non hanno sinora espresso la capacità di promuovere queste realtà istituzionali a livello locale

Stimolare la definizione di linee guida per la formulazione di un “Piano degli interventi/Agenda Locale per la promozione di politiche e servizi di Pari opportunità e conciliazione vita e lavoro” da consegnare a decisori politici e parti sociali del territorio;

Promuovere azioni positive volte a: - favorire una concreta promozione di Politiche e Servizi per una piena attuazione di Pari

Opportunità tra i sessi e le categorie svantaggiate, nonché di conciliazione tra lavoro e vita2; - facilitare inserimento e reinserimento lavorativo delle donne over 35-40 anni attraverso

interventi di orientamento, life long learning e work learning di genere, in coerenza e sinergia con i bisogni delle PMI del territorio;

- promuovere corsi di informazione e formazione gli attori territoriali e gli Enti Locali sulle tematiche relative alla promozione delle Pari Opportunità;

- attivare interventi di servizi di informazione, orientamento, consulenza ed educazione di genere in rete con i servizi territoriali esistenti (ad es. Sportello Donna, percorsi di informazione e sensibilizzazione, etc.).

promuovere la democrazia paritaria, stimolando: - la partecipazione di genere in tutti i settori della vita pubblica; - la formazione politica delle donne; - azioni di analisi e studio di proposte normative, nonché di sensibilizzazione delle

amministrazioni locali.

2 Con la consapevolezza che la CONCILIAZIONE è un ECO-SISTEMA che per realizzarsi presuppone un “patto per la conciliazione” tra i 3 attori del sistema: 1. singoli individui; 2. aziende e luoghi di lavoro; 3. città e territorio con i sistemi dei servizi. I tre sistemi devono conoscere riconoscere l’INTERESSE a lavorare assieme con la consapevolezza che nessun sistema, nessun servizio è risolutivo o ha più valenza dell’altro. Gli interventi devono essere integrati e coniugare VALORIZZAZIONE con POLITICHE DI CONCILIAZIONE.

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Come si può vedere, ogni iniziativa particolare ha delle ripercussioni su campi più generali e coinvolge gruppi diversi; interventi mirati stimolano azioni ad ampio raggio bottom-up, mentre politiche top-down promuovono sinergie concrete dal basso. Il continuo adattamento fra i piani di lavoro è salutare al raggiungimento degli obiettivi prefissati e richiede l’impegno e la costanza di singoli e reti…ma il successo è assicurato!

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ALLEGATI 1.1.Progetto “Mappatura delle potenzialità e bisogni di intervento rispetto a politiche e servizi di pari opportunità e conciliazione vita e lavoro nei Comuni della Pedemontana del Grappa e dell’Asolano” Premessa La Comunità Montana del Grappa è titolare dell’Equal DIAPASON che ha l’obiettivo di promuovere lo sviluppo economico – produttivo e socio-culturale del territorio. Con il supporto dei Comuni della pedemontana del Grappa e dell’Asolano ha guidato un percorso di concertazione che ha portato alla sottoscrizione del PATTO TERRITORIALE DIAPASON. Con l’obiettivo di promuovere le pari opportunità negli interventi pattizi, è stato istituito un “Tavolo di lettura di genere” composto dalle Commissioni Pari Opportunità della Provincia di Treviso e della Regione Veneto, amministratrici locali, Ass. di categoria, sindacati, ULSS 8 ed Ass. di Volontariato. Costituitosi in luglio, questo gruppo ha sentito subito il bisogno di conoscere la situazione esistente sul territorio rispetto alle apri opportunità prima di promuovere progettualità. Si è così voluto trasferire una buona pratica di analisi territoriale nell’ambito di Pari Opportunità e Conciliazione Vita e Lavoro sperimentata nel progetto Equal “Donne, Media e Telecomunicazioni” della Provincia di Lecce in collaborazione con l’Associazione Nazionale dei Pedagogisti- ANPE – Ente titolare dell’Azione corso per “Animatori di conciliazione vita e lavoro” . Con tali realtà si è così sottoscritto un protocollo di intesa per avere la possibilità di trasferire sia il progetto di mappatura che lo strumento di indagine da somministrare a testimoni privilegiati. Obiettivi:

- rilevare i reali bisogni dei territori obiettivo dell’intervento (Comuni della pedemontana del Grappa e dell’Asolano)

- verificare i reali livelli di attuazione delle politiche e servizi di pari opportunità e conciliazione evidenziando gli elementi di criticità

- mappare le strategie e gli strumenti adottati, nonché i bisogni di intervento nell’ottica di un approccio integrato con i sistemi sociali, culturali e territoriali di riferimento

- elaborare indirizzi di intervento per la promozione di servizi e politiche di pari opportunità e conciliazione vita e lavoro da sottoporre all’attenzione del PT DIAPASON quali bisogni evidenziati come priorità di attuazione da parte del territorio

Modalità di attuazione f. Definizione delle macro-aree a cui sottoporre il questionario: - ambito territoriale. i 12 Comuni della pedemontana del Grappa e dell’Asolano - destinatari: interlocutorori privilegiati FORMALI appartenenti al livello politico (assessori

pari opportunità, componenti organismi di parità; pubblico (dirigenti servizi sociali, assistenti sociali, dirigenti delle organizzazioni formative); privato (figure quadro del privato sociale; istituti bancari); dei sistemi di rappresentanza (in particolare del mondo del lavoro: rapp datoriali e sindacali); (gen-feb 2004)

g. costruzione di un questionario da sottoporre ai componenti delle due macro-aree; (-gen 04) h. Raccolta, elaborazione dei dati, stesura del report intermedio (feb-marzo 04) i. Organizzazione di un seminario di studio per condividere con i testimoni privilegiati del

territorio quando emerso dall’indagine; (ottobre 2004) j. Analisi e sviluppo degli indirizzi di intervento emersi dall’indagine da sottoporre ai decisori

politici e parti sociali del Patto Territoriale della pedemontana del Grappa e dell’Asolano per l’attuazione

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ALLEGATI 1.2 Strumento di diagnosi, questionario

IC Equal DIAPASON - codice IT – G – VEN – 039 - Ente Gestore, Comunità Montana del Grappa

QUESTIONARIO PARI OPPORTUNITA’ e CONCILIAZIONE nella comunità locale per un nuovo equilibrio tra lavoro e vita

nei Comuni di: Asolo, Borso, Cavaso, Castelcucco, Crespano, Fonte, Monfumo, Maser, Paderno, Pederobba, Possagno, San Zenone

OLIVIERI CARLA, anno 2004

La Comunità Montana del Grappa è titolare dell’Equal DIAPASON che ha l’obiettivo di promuovere lo sviluppo economico – produttivo e socio-culturale del territorio. Con il supporto dei Comuni della pedemontana del Grappa e dell’Asolano ha guidato un percorso di concertazione che ha portato alla sottoscrizione del PATTO TERRITORIALE DIAPASON. Con l’obiettivo di promuovere le pari opportunità negli interventi pattizi, è stato istituito un “Tavolo di lettura di genere” composto dalle Commissioni Pari Opportunità della Provincia di Treviso e della Regione Veneto, amministratrici locali, Ass. di categoria, sindacati, ULSS 8 ed Ass. di Volontariato. Costituitosi in luglio, questo gruppo ha sentito subito il bisogno di conoscere la situazione esistente sul territorio rispetto alle apri opportunità prima di promuovere progettualità. Il presente QUESTIONARIO (redatto all’interno del progetto Equal “Donne, Media e Telecomunicazioni” della Provincia di Lecce in collaborazione con l’Associazione Nazionale dei Pedagogisti- ANPE – Ente titolare dell’Azione corso per “Animatori di conciliazione vita e lavoro” , che ringraziamo per la possibilità di utilizzo), ha perciò lo scopo di mappare potenzialità e bisogni rispetto a politiche ed i servizi di conciliazione vita e lavoro esistenti nei 12 Comuni della pedemontana del Grappa e dell’Asolano e conoscere i bisogni di intervento. Verrà rivolto a testimoni privilegiati degli ambiti pubblici e privati del territorio (Sindaci, Assessori alle Pari Opportunità, Ass. Sociali, Dirigenti scolastici, figure quadro Ass. di Categoria, Sindacati, Cooperativa, Ass. di Volontariato, Banche, etc. ) ed i dati raccolti serviranno ad elaborare gli indirizzi di intervento.

Le chiediamo quindi la cortesia di compilare il presente questionario e

RESTITUIRLO entro il 30 MAGGIO 2004 Via posta, fax o e-mail al seguente recapito:

COMUNITA’ MONTANA DEL GRAPPA, via Molinetto, 15 – 31017 Crespano del Grappa (TV) Tel 0423 53036 fax 0423 53510

Per informazioni rivolgersi a:

Ass. Donna, Favero Rosita tel. 0423 543103 e Morosin Anna Maria, tel. 0423 53555 Ass. CNA In Proprio di Asolo; Alessia Ferraresi, tel. 0423 55152 Comune di San Zenone, Cecilia Geremia, tel 0423 968202 Servizi Sociali ULSS 8, Maurizia Bordin, tel. 0423 526413 Comunità Montana del Grappa, Direttore del PT DIAPASON,Olivieri Carla, tel. 0423 53036

IC Equal Donne, Media e Telecomunicazioni – DMT” della Provincia di Lecce cod. IT-G-PUG-048

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28

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IV. Sezione A. ANAGRAFICA COMPILATORE ENTE DI APPARTENENZA INDIRIZZO RECAPITO TELEFONICO E-MAIL REFERENTE DA CONTATTARE ETA’ SESSO ATTIVITA’ PROFESSIONALE SVOLTA Ruolo ricoperto:

Sindaco assessore alle pari opportunità assessore con delega consigliere di parità componente commissione di pari opportunità dirigente ai servizi sociali assistente sociale dirigente di realtà del terzo settore e/o del volontariato coordinatore dei centri di educazione territoriale permanente per gli adulti (C.T.P.) social work (pedagogista, educatore professionale, sociologo, psicologo, altro) figure quadro provinciali delle rappresentanze sindacali e delle organizzazioni datoriali imprenditore dirigente provinciale dei centri territoriali per l’impiego altro______________________

Sezione B. POLITICHE DI PARI OPPORTUNITA’ E DI

CONCILIAZIONE B.1. Esiste nel Suo Ente e/o Comune residenza:

Assessorato alle Pari Opportunità Commissione Pari Opportunità Comitato Pari Opportunità Lo Sportello Donna Lo Sportello Pari Opportunità Il tavolo di concertazione per le politiche di conciliazione ed il piano territoriale degli orari

secondo quanto previsto dagli art. 24/25 della legge 53/2000 Non so

B.2. Esistono nel Suo Comune di residenza associazioni che si occupano specificatamente di promuovere le pari opportunità?

Sì No Non so

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30

Se si, quali:ci può fornire gentilmente l’elenco e possibilmente i recapiti? (se serve allegare un foglio a parte)

1. ____________________________________________________________________ 2. ____________________________________________________________________ 3. ____________________________________________________________________

B.3. Nel Suo Ente e/o Comune di residenza vengono promosse le politiche di pari opportunità e di conciliazione?

Sì No (vai alla domanda B8) Non so

B.4. Se sì, attraverso quali servizi vengono promosse le politiche di pari opportunità e di conciliazione:

Servizio Gestione pubblica

Gestione privata

Tempo pieno

Tempo parziale

Asilo nido Asilo nido aziendale Ludoteca centro minori centro famiglie centro anziani centro riabilitazione banca del tempo laboratori di animazione e sostegno scolastico in orario extrascolastico

Centro Territoriale di Educazione degli adulti Consultorio familiare Ufficio di Servizio Sociale (Indicare n° e risorse professionali in pianta organica) ______________________________ B.5. Attraverso quali programmi, iniziative, progetti vengono promosse nel Suo Ente e/o Comune di residenza le politiche di pari opportunità e di conciliazione (elencarle in modo sintetico riferendole alle aree d’intervento anche su un foglio a parte e allegare materiale informativo e promozionale).

a. Attività informative b. Attività formative c. Attività aggregative d. Attività di sensibilizzazione e. Attività di conciliazione (politiche family friendly)

(es. campagna di promozione della legge sul congedo parentale: legge 53/2000, si dovrà barrare l’area d’intervento a., indicare il titolo della campagna promozionale preceduto dalla lettera “a. “ ed allegare eventualmente i materiali promozionali) ________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ B.6. Attraverso quali forme vengono promosse ed attuate le politiche di pari opportunità e di conciliazione:

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in forma singola

in partnership: pubblica, privata, interistituzionale

dimensione territoriali: locale, sovracomunale, provinciale, regionale, interregionale, transnazionale

B.7. In che modo vengono finanziate (indicare le % di finanziamento)

Tipologia fondi 0-25% 25-50% 50-75% 75-100%

Fondi propri; fondi provinciali; fondi regionali fondi nazionali fondi comunitari

B.8. Come valuta l’impatto in termini di efficacia delle politiche di pari opportunità e di conciliazione attuate nel Suo territorio (mettere una crocetta sul valore corrispondente)

scarso sufficiente discreto Buono ottimo

a. Attività informative

b. Attività formative

c. Attività aggregative

d. Attività di sensibilizzazione

e. Attività di conciliazione (politiche family friendly)

Non so B. 9. Se no, perché (per coloro che hanno risposto no alla domanda B3 mettere una crocetta sul valore corrispondente):

scarso sufficiente discreto Buono ottimo

lo statuto comunale non lo prevede;

non è emersa l’esigenza in fase di programmazione delle attività;

l’esigenza è emersa, ma è rimasta disattesa;

l’esigenza è emersa, ma non si realizzata per mancanza di risorse economiche e/o umane/professionali

altro, specificare _________________________

B.10. Dal Suo punto di vista quali sono le difficoltà maggiori che si incontrano nella attività di promozione ed attuazione delle politiche di pari opportunità e di conciliazione? (mettere una crocetta sul valore corrispondente):

scarso sufficiente discreto Buono ottimo

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assenza di volontà politica;

mancanza o limitazione delle risorse economiche;

mancanza o limitazione delle risorse tecniche e professionali;

interruzione da mancato rifinanziamento;

difficoltà sorte o intercorse con i partners;

incapacità a lavorare secondo una metodologia di lavoro integrato

altro, specificare ________________________

B.11. Per politiche di conciliazione la normativa intende promuovere un “equilibrio tra tempi di lavoro, di cura e di relazione”, tra ruolo di genere, pubblico/privato attraverso varie azioni. Secondo Lei, quali delle seguenti azioni ritiene che debbano essere prioritariamente attuate sul Suo territorio (mettere una crocetta sul valore corrispondente ad ognuna delle seguenti azioni): scarso sufficien

te discreto Buono ottimo

campagne d’informazione sulle normative specifiche (legge 53/2000; legge 125/91; legge 215/; legge 285/97….);3

formazione e/o specializzazione di figure specifiche a supporto della promozione e attuazione di azioni positive di pari opportunità e conciliazione;

implementazione e miglioramento qualitativo dei servizi esistenti;

promozione di nuove tipologie di servizi a sostegno delle relazioni familiari, del rafforzamento della cultura delle pari opportunità e delle politiche di conciliazione;

rafforzamento delle politiche dei congedi parentali;

azioni innovative all’interno di organizzazioni ed imprese per renderle più family friendly (asili nido aziendali, condominiali, territoriali; flessibilità dei tempi e dell’organizzazione del lavoro; telelavoro, part-time; job sharing; alternanza lavoro/non lavoro);

Riorganizzazione dei tempi della città e dei servizi in generale

Promuovere una cultura per una maggiore condivisione delle responsabilità familiari tra uomini e donne.

Altro (specificare)_______________________________

B.12. Secondo Lei, le politiche di conciliazione rappresentano (mettere una crocetta sul valore corrispondente 5 ad ognuna delle seguenti azioni): scarso sufficien

te discreto Buono ottimo

una questione privata (di ciascun singolo: donna, uomo, famiglia)

una questione pubblica (mercato del lavoro,

3 L 53/00:

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organizzazione aziendale, ente locale) una questione normativa (emanazione, applicazione, conoscenza delle leggi)

una questione culturale (riconoscere il valore della diversità di genere, promuovere la conciliazione delle responsabilità parentali con quelle professionali, promuovere l’ opportunità di progressione di carriera e di rappresentatività sociale);

una questione di scelte politiche (scelte politiche del governo centrale e dell’ente locale)

una questione di scelte sindacali e dei contratti collettivi,

destinazione di risorse finanziarie, realizzazione di attività e servizi)

una questione del mercato del lavoro (livello di occupazione e di disoccupazione)

B.13. In qualità di testimone privilegiato prenderebbe favorevolmente in considerazione l’occasione di confrontarsi su queste tematiche con altri addetti di settore?

Si No Non so

B.14. Infine riterrebbe utile, alfine di migliorare le sue perfomances professionali, maturare un’esperienza di formazione specialistica nell’ambito della cultura delle pari opportunità e delle politiche di conciliazione?

si No Non so

B.15. Osservazioni e proposte ________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ La ringraziamo per la gentile collaborazione LEGGE 675/96 “Tutela dei dati personali” In riferimento a quanto disposto dalla legge indicata si assicura che le informazioni acquisite e i dati elaborati per la realizzazione dell’incarico affidatoci, saranno conservati nel più assoluto rispetto del principio di riservatezza e non saranno comunque resi disponibili a terzi.

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ALLEGATI 1.3.Protocollo di intesa di trasferimento buone pratiche sottoscritto con PS geografica mis. 4.2. DMT , cod. IT-G-PUG-048. Provincia di Lecce e partner ANPE (Associazione Nazionale PEdagogisti italiani)

PROTOCOLLO DI INTESA per scambio buone prassi tra IC Equal

per un qualificato sviluppo di MAINSTREAMING DI GENERE tra PS Equal operanti in territori diversi

tra

PROVINCIA di LECCE

titolare IC Equal D.M.T. asse 4.2. cod. IT-G-PUG – 048

COMUNITA’ MONTANA del GRAPPA titolare IC Equal DIAPASON asse 3.1. cod. IT-G-VEN – 039

in accordo con il partner titolare area intervento I.S.S.P.O. az. B.1. dell’Equal DMT

A.N.P.E/A.N.P.E. Regione Puglia

Considerato il ruolo di Enti Gestori di progetti riferiti ad iniziative Comunitarie Equal degli Enti Pubblici coinvolti nel presente protocollo;

Visto che la Comunità Montana del Grappa (TV) con nota del 20 08 03, prot n. 2255, titolare della PS geografica del Veneto DIAPASON, appartenente all’asse 3 “adattabilità”, HA RICHIESTO per un qualificato sviluppo del mainstreaming di genere, il trasferimento del modello di analisi dello stato di attuazione delle politiche e servizi di pari opportunità e conciliazione vita e lavoro già adottato nel progetto DMT, nel proprio progetto Equal; nonché eventualmente a replicare la relativa sperimentazione formativa con risorse della specifica macrofase dell’Equal DIAPASON (n. 4:“sperimentazione formative”) o con contributi regionali a valere su FSE per la formazione, ob. 3 o di specifica normativa regionale in attuazione alla legge 53/00;

Visto che il partner titolare della della specifica area di intervento, ANPE/ANPE Regione Puglia ha espresso parere favorevole allo scambio con nota prot. n. 48/03

Valutato l’interesse dei sottoscrittori , pur impegnati nell’attuazione di IC Equal riferite

ad assi diverse, a promuovere un qualificato mainstreaming di genere; Considerato infine l’interesse dei sottoscrittori a seguire quanto indicato dalla

l’Autorità di Gestione nazionale, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, nel documento trasmesso a tutte le PS dio presentazione de “L’azione 3 in Italia” in cui si afferma tra l’altro che tale azione sarà intesa come ….. processo di incontro tra domanda e offerta di buone prassi…; e che è intesa come possibile azione qualificata di mainstreaming orizzontale, la “sperimentazione

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del modello presso strutture pilota di altre PS operanti in territori diversi (trasferimento tra Ob. 1 e Centro Nord)”

V. VI. SI CONCORDA QUANTO SEGUE

La Provincia di LECCE, titolare IC Equal Donne, Media e Telecomunicazione, acronimo D.M.T. – cod. IT-G-PUG 048 , attraverso Assessorato Politiche Comunitarie ed Assessorato Pari Opportunità, dichiara la disponibilità trasferire la buoni prassi sperimentata nell’area di intervento B.1. “Informazione e Sensibilizzazione per la promozione di una cultura delle Pari Opportunità e di politiche e servizi di conciliazione vita e lavoro”, sottoazione B.1 –fase 0. “ascolto strutturato”, alla PS DIAPASON a titolarità dell’Ente Comunità Montana del Grappa, per la mappatura dello stato di attuazione di politiche e servizi di pari opportunità e conciliazione vita e lavoro nei territori provinciali di Lecce e Bari. Si impegna pertanto a trasferire gli strumenti di monitoraggio e ricerca elaborati, nonché le metodologie operative applicate. Alla Comunità Montana del Grappa si richiede la disponibilità a:

- raccordasi nell’applicazione degli strumenti di monitoraggio e ricerca, nonché della metodologia, con il responsabile amministrativo, la nostra project manager ed il coordinatore del partner titolare dell’azione, ANPE/ANPE regione Puglia;

- riportare con chiarezza in ogni documento e comunicazione la titolarità della buona prassi trasferita

- elaborare congiuntamente una relazione finale degli interventi di ricerca realizzati che evidenzi le peculiarità emerse nella sperimentazione del modello di ricerca presso strutture pilota di operanti in territori diversi (trasferimento tra Ob. 1 e Centro Nord).

La COMUNITA’ MONTANA del GRAPPA (TV), titolare IC Equal DIAPASON – cod. IT-G-VEN 039 , si impegna a realizzare il trasferimento della buona pratica sperimentata dalla Provincia di Lecce nel proprio Equal Pari Opportunità, sottoazione B.1 –fase 0. “ascolto strutturato”: mappatura dello stato di attuazione di politiche e servizi di pari opportunità e conciliazione vita e lavoro nei territori provinciali nei territori dei 12 Comuni di riferimento dell’Equal di competenza e aderenti al “Patto territoriale della pedemontana del Grappa e dell’Asolano”. L’intervento si realizzerà attraverso l’Ass. di volontariato “Associazione Donna” e l’organismo di gestione del Patto Territoriale “Tavolo di Lettura di Genere”, con il coordinamento e supervisione della nostra project manager, in ottemperanza alle indicazioni date dall’Ente Gestore dell’Equal DMT, Provincia di Lecce (vedi richieste sopra riportate). L’ A.N.P.E./A.N.P.E. regione Puglia titolare dell’azione B.1. dell’Equal della provincia di Lecce si impegna a seguire il trasferimento della buona pratica sperimentata, azione B.1. fase 0. ascolto strutturato, e la redazione della relazione finale, attraverso la coordinatrice locale dell’intervento. Le parti coinvolte, concordano altresì l’opportunità che la replicazione della sperimentazione formativa (corso per “ANIMATORI DI CONCILIAZIONE VITA E LAVORO”), essendo un’azione ancora in fase di sperimentazione, sia oggetto di specifica progettazione da presentare a valere sul bando Az.3. dell’Equal Italia. Allo scopo, si concorda di costituire un apposito staff di progettazione composto da:

- referenti politico istituzionali della Provincia di Lecce e Comunità Montana del Grappa; - project manager e componenti gruppo progettazione di ciascun Equal

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Il presente Protocollo non comporta oneri finanziari a carico delle parti coinvolte in quanto l’espletamento delle attività summenzionate verrà effettuato nell’ambito della normale attività progettuale. In fede PROVINCIA DI LECCE Presidente, Avv. Lorenzo Ria, _________________________ Lecce,7 ottobre 2003

COMUNITA’ MONATANA del GRAPPA (TV) Presidente, Oscar David Salvestrin __________________________ Crespano del Grappa (TV), 7 ottobre 2003

A.N.P.E. Presidente, _______________________________ Roma, 7 ottobre 2003