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Autore : Kurt Hjort-Gregersen Azienda : AgroTech A/S Prodotto : D2.1 Report n. : BEF2-15001-EN Versione : 2.0 Status : Pubblico Traduzione : DISAFA Panoramica di mercato relativa agli impianti di biogas di piccoola taglia alimentati con reflui e sottoprodotti Impianti nei Paesi dell’UE

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Autore : Kurt Hjort-Gregersen

Azienda : AgroTech A/S

Prodotto : D2.1

Report n. : BEF2-15001-EN

Versione : 2.0

Status : Pubblico

Traduzione : DISAFA

Panoramica di mercato relativa agli

impianti di biogas di piccoola taglia alimentati

con reflui e sottoprodotti

Impianti nei Paesi dell’UE

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Panoramica di mercato della digestione a micro scala

Stampa Il documento è stato realizzato nell’ambito del Progetto dell’UE “BioEnergy Farm II - Manure, the sustainable fuel for the farm”. Il Progetto è cofinanziato dal Programma Intelligent Energy Europe dell’Unione Europea. Contract Nº: IEE/13/683/SI2.675767

Authore : Kurt Hjort-Gregersen

Azienda : AgroTEch A/S

Indirizzo : Agro Food Park 15, DK 8200 N

Prodotto : D2.1.

Report n. : BEF2-15001-EN

Version : 2.0

Status : Publico

Traduzione : DISAFA

Data : 14/04/2015

Con il contributo di:

Katrin Kayser, IBBK, Germania

Stephanie Bonhomme, TRAME, Francia

Edward Majewsk, Nape, Polonia

Marek Amrozy, NAPE, Polonia

Remigio Berruto, DEIAFA, Italia

Franco Parola, COLDRETTI, Italia

Jan Willem Bijnagte, CCS, Paesi Bassi

Mark Paterson, KTBL, Germania

Marleen Gysen, Innovatiesteunpunt, Belgio

Si prega di utilizzare la seguente citazione:

Kurt Hjort-Gregersen, Market overview micro scale digesters, BioEnergy Farm II publication, AgroTech A/S,

Denmark, 2015.

Ringraziamenti

La presente relazione contiene i contributi ed i risultati ottenuti dai partner del Progetto BioEnergy Farm II.

Ringrazioamo tutte le persone coinvolte in questo progetto per il contributo fornito nelle diverse attività di progetto e per la redazione di questo manuale.

La versione inglese di questo rapporto è stata tradotta in danese, olandese, francese, tedesco, italiano e polacco. Ogni traduzione è disponibile sul sito web del progetto

Layout: BBPROJ & CCS

Immagine di copertina: BBPROJ

Tutti i diritti riservati.

Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta in alcuna forma o con qualsiasi mezzo, al fine di essere utilizzata per scopi commerciali, senza il consenso scritto dell'editore.

La responsabilità per il contenuto di questa analisi di mercato ricade sui partner che hanno contribuito alla sua realizzazione e, conseguentemente, sugli autori. Il testo non riflette necessariamente l’opinione dell’Unione Europea, che non è responsabile per alcun uso che

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Panoramica di mercato della digestione a micro scala | 3

potrebbe essere fatto delle informazioni ivi contenute.

Questa panoramica di mercato intende supportare la realizzazione degli impianti di produzione di biogas di piccola taglia. Il gruppo di lavoro

BioEnergy Farm II e l'editore non garantiscono la correttezza e/o completezza delle informazioni e dei dati inclusi o descritti in questa pubblicazione.

www.bioenergyfarm.eu

Sintesi

Questo report è un prodotto del progetto

BioEnergyFarm2 e rappresenta una panoramica

di mercato ed una stima del potenziale di

mercato degli impianti di biogas di piccola taglia

in Europa. Il documento evidenzia come notevoli

sforzi siano stati compiuti da tutti i paesi europei

per sviluppare questa tecnologia. L’idea è quella

di promuovere una tipologia di impianti che

utilizzano solo reflui zootecnici e sottoprodotti

provenienti dalle aziende agricole per

l’alimentazione, aspetto quest’ultimo che li pone

in quel “segmento di mercato” relativo agli

impianti a basso costo di gestione. Quest’ultimo

aspetto è molto importante ai fini della

sostenibilità eocnomica dei progetti.

Il manuale contiene le informazioni provenienti

da 13 paesi europei, di cui 7 partecipanti al

progetto. L'esperienza maturata ed il livello di

attività nello sviluppo e realizzazione degli

impianti di produzione di biogas di piccola taglia

è risultato essere piuttosto differenziato nei 13

paesi coinvolti. In alcuni paesi è presente una

vasta gamma di progetti, di impianti e di aziende,

mentre in altri non sono presenti realtà in grado

di sviluppare il mercato dei micro impianti di

biogas.

Ovviamente se le condizioni generali fossero

ottimali in tutti i paesi considerati nel progetto il

potenziale di mercato per gli impianti di biogas di

piccola taglia sarebbe molto elevato.

Il rapporto contiene le raccomandazioni dei

principali “key players” inrenti le strategie da

adottarte affinchè possano essere sfruttate

queste potenzialità. Le differenze esistenti tra i

diversi Paesi, relativamente alle migliori

tecnologie utilizzabili nella realizzazione e

gestione degli impianti di biogas di piccola taglia,

possono essere superate attraverso un passaggio

di conoscenze tra i diversi paesi. Il progetto

BioEnergyFarm2 si pone l’obiettivo di far

conoscere le opportunità che lo sviluppo di

questo settore può determinare tra gli agricoltori

europei. Il documento è stato elaborato in

collaborazione con i diversi partner di progetto.

Non si sarebbe giunti all’elaborazione di questo

documento senza la disponibilità fornita dai “key

players” dei diversi paesi, partecipanti

direttamente o indirettamente al progetto, i quali

hanno svolto unruolo determinante per la

redazione del manuale.

Prendo quindi atto dei loro dei sforzi con grande

riconoscenza.

Il rapporto è stato elaborato da M.sc Kurt

Hjort‐Gregersen, Senior consultant, AgroTech

A/S Denmark

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4 | Panoramica di mercato della digestione a micro scala

Indice

Background 6

Il progetto BioEnergyFarm2 6

La digestione anaerobica 7

Metodologia 7

Abbreviazioni 8

1. Impianti agricoli di biogas nei paesi partecipanti 9

2. Panoramica di mercato degli impianti di biogas di “piccola taglia” in Europa 11

2.1 Definizione nazionale di impianto di biogas di “piccola taglia” in Europa 11

2.2 Fonti di informazione 13

2.3 Descrizione delle tipologie di impianti di biogas 15

2.4 Tipi di biomassa utilizzati per la produzione di biogas a micro scala 24

2.5 Collegamento tra il sistema di gestione del letame e le stalle 25

2.6 I fornitori degli impianti di biogas su micro scala 26

2.7 Consumo di energia 27

2.8 Consumo di calore 28

2.9 Risorsa lavoro 29

2.10 Aspetti economici degli impianti di biogas di “piccola taglia” 30

3. Panoramica di mercato sulle tecnologie di utilizzo del biogas negli impianti di “piccola taglia” in Europa 32

3.1 Tecniche di utilizzo del biogas adatte per la digestione in impianti di piccola taglia 32

3.2 I fornitori di prodotti tecnologici per l’utilizzo del biogas 35

3.3 Aspetti economici delle tecnologie per l’utilizzo del biogas 36

4. Panoramica di mercato delle tecnologie di trattamento del digestato per gli impianti di “piccola taglia” in Europa 39

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4.1 Principali caratteristiche delle tecnologie di trattamento del digestato 39

4.2 Fornitori di tecnologie del trattamento del digestato 43

4.3 Dati economici sulle tecnologie di trattamento del digestato 44

5. Potenziale di mercato per gli impianti di biogas di “piccola taglia” in Europa 45

5.1 Numero di aziende comprese nella definizione nazionale di impianto di biogas di piccola taglia 48

5.2 Aziende esistenti con un impianto di biogas a micro scala 51

5.3 Le motivazioni degli agricoltori per installare un impianto di biogas di piccola taglia 53

5.4 Valutazione del sistema di incentivi esistente 54

5.5 Potenziale di mercato senza cambiamenti nelle precondizioni 59

5.6 Potenziale di mercato nell’ipotesi di un cambiamento delle condizioni attuali 61

5.7 Cambiamenti raccomandati dai “Key players” 63

Discussione e conclusioni 66

Annex 1. Bibliografia 67

Annex 2. Partner del progetto 69

Annex 3. Informazioni sugli attori chiave contattati in ogni paese 71

3.1. Panoramica di mercato 71

3.2. Potenziale di mercato 87

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Background

A partire dalla seconda guerra mondiale sono stati prodigati grandi sforzi in Europa per sviluppare la tecnologia del biogas. Come per altre tecniche di produzione di energia rinnovabile, l'interesse per la produzione di biogas è cresciuto soprattutto a partire dalla crisi petrolifera degli anni ‘70. Grazie alla politica di incentivazione sviluppata negli ultimi 25 anni, in tutta Europa sono stati realizzati un gran numero di impianti di biogas con tecniche costruttive sempre più standardizzate. Il maggior incremento è avvenuto in Germania, dove oggi sono operativi circa 8000 impianti. Durante l'ultimo decennio del XX secolo tale sviluppo ha riguardato principalmente gli impianti che utilizzano effluenti di allevamento non palabili e rifiuti industriali organici quale materia prima per l’alimentazione. Nel corso di un arco di anni relativamente breve la disponibilità di rifiuti organici utilizzabili a tale scopo è cresciuta così rapidamente da far sì che, in alcuni paesi come Germania, Paesi Bassi e Danimarca, si sia verificata una vera e propria concorrenza per l’acquisizione delle frazioni di rifiuti più interessanti per l’alimentazione degli impianti di biogas. In Danimarca questa situazione ha perfino portato ad una battuta d'arresto nel processo di sviluppo di questo settore. Dal 2004 gli impianti tedeschi hanno potuto beneficiare di un regime di sostegno per la prosuzione di energia elettrica da biogas, anche nel caso in cui tali impianti risultavano alimentati tramite colture energetiche dedicate, processo che ha determinato un vero e proprio boom del settore, con la realizzazione di nuovi impianti. Il livello di sostegno in questo Paese è stato successivamente replicato, pur se in forme differenti, da altri paesi europei. Tutto questo ha rappresentato una valida opportunità per gli agricoltori che hanno così potuto diversificare il proprio reddito ed utilizzare per la produzione di energia rinnovabile, quei terreni che, in accordo con le norme UE, erano stati precedentemente messi “a riposo”. L’esperienza maturata ci ha tuttavia insegnato che una strategia di sviluppo del settore, basata essenzialmente sull’utilizzo di rifiuti organici o di colture energetiche dedicate, non è sostenibile nel lungo periodo. Tali “prodotti” infatti in molti casi hannno raggiunto sul mercato livelli di prezzo non sostenibili ed inoltre l’utilizzo di biomasse nobili a scopi energetici, rischia di creare un regime di concorrenza tra utilizzo alimentare ed energetico di tali prodotti. E’ pertanto sorta la necessità di progettare e dimensionare gli impianti di biogas in modo tale da poterli alimentare esclusivamente con i reflui ed i sottoprodotti reperibili nell’ambito delle stesse aziende.

Il progetto BioEnergyFarm2 Il progetto BioEnergyFarm2, cofinanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Intelligent Energy Europe della Commissione Europea, ha lo scopo di diffondere informazioni oggettive e tecnicamente corrette sulla sostenibilità ambientale ed economica dei piccoli impianti di produzione di biogas basati sull’utilizzo prevalente o esclusivo di reflui zootecnici e sottoprodotti di origine aziendale.

In particolare il progetto evidenzia gli sforzi che i diversi paesi dell’UE hanno intrapreso per sviluppare il settore dei micro impianti. Per valutare i vantaggi derivanti dall’installazione di un nuovo impianto, in termini sia economici che ambientali, sono stati sviluppati degli strumenti a supporto dell’agricoltore.

Il progetto contribuisce quindi allo sviluppo del biogas di piccola taglia in tutti i paesi dell'UE, nonché al miglioramento delle conoscenze in materia e alla condivisione delle tecnologie disponibili, evidenziando quindi le potenzialità che sussitono a tutti i livelli. Un altro obiettivo importante è quello di incoraggiare l’ambiente politico a fornire incentivi sufficienti per assicurare lo sviluppo di nuovi impianti, implementando la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.

Questo rapporto presenta sia una panoramica sia il potenziale di mercato delle tecnologie per i micro impianti nei 13 paesi aderenti al progetto.

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La digestione anaerobica La digestione anaerobica è un complesso processo biologico che sfrutta diversi tipi di microrganismi specializzati, in particolare batteri, per convertire la materia organica in metano (prodotto principale) e anidride carbonica. I batteri sono presenti in natura in una vasta gamma di substrati; costituiscono per esempio la microflora nel rumine dei bovini. Sono inoltre presenti nei reflui zooetcnici che alimentano gli impianti di biogas; pertanto nel digestore, in condizioni ottimali, i batteri sono in grado di proliferare e di moltiplicarsi demolendo la sostanza organica e trasformandola in biogas.

Questo processo è stato utilizzato per secoli in alcune parti del mondo; per esempio è stato sfruttato per il trattamento delle acque reflue. In Europa lo sviluppo maggiore si è verificato nel corso degli ultimi 25 anni, principalmente negli impianti di grossa taglia che utilizzavano grandi quantità di colture energetiche dedicate o rifiuti organici. Invece, nei microimpianti, che utilizzano solamente reflui zootecncici e sottoprodotti provenienti dall’azienda agricola, tali tecnologie rappresentano una novità. Solamente nel sud della Germania la produzione di energia elettrica per l’autoconsumo dell’azienda è stato un modello tipico durante gli anni ’90.

Metodologia Tutti i dati utilizzati per la redazione del presente rapporto sono stati forniti dai partner del progetto. La società AGROTECH A/S ha elaborato i modelli per la raccolta delle informazioni sui micro impianti e sulle tecnologie di trattamento del digestato e di produzione del biogas. Questi moduli sono stati trasmessi ai partner del progetto che li hanno in seguito inoltrati agli attori chiave di ogni Paese.

Inoltre i “key players” sono stati invitati a valutare il potenziale di mercato degli impianti di piccola taglia in base al numero di aziende agricole potenzialmente interessate, a seconda dei limiti dimensionali, per qualle che risultano essere le definizioni di ciascuna nazione di impianto di biogas di piccola taglia.

Le informazioni richieste, non essendo spesso disponibile (anchea a causa di problematiche legate alla privacy), sono il prodotto di stime ed hanno una validit{ esenzialemtne “qualitativa”.

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Abbreviazioni

CSTR Reattore miscelato in continuo

CHP Impianti di cogenerazione

VPSA Adsorbimento a pressione oscillante con vapore

LU Unità di bestiame (500 kg peso vivo)

DM Sostanza secca

RESA Renewable Energy Source Act

(The German EEG –ErneuerbareEnergienGesetzt)

AAMF Association of the Farmers Méthaniseurs

ATEE Technical Energy Environment Association

ICPE Regulation for Installation Classified for the Environmental Protection

MSD Digestore a micro scala

DIY Fai da te

RC Costi d’esercizio

CC Costi di capitale

ORC Ciclo Rankine Organico

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Panoramica di mercato della digestione a micro scala | 9

1. Impianti agricoli di biogas nei paesi partecipanti Negli ultimi vent’anni sono stati prodigati notevoli sforzi per sviluppare gli impianti agricoli di biogas

negli Stati dell’UE. Alcuni Paesi come Danimarca e Svezia hanno realizzato impianti centralizzati di

grossa taglia, mentre Germania e Austria singole strutture aziendali, molte delle quali basate su

sistemi cogenerativi con produzione combinata di elettricità e calore.

In particolare il maggior sviluppo si è verificato in Germania, soprattutto a seguito dell’introduzione di

regimi speciali di incentivazione per la produzione di biogas attraverso l’utilizzo di colture energetiche

dedicate; il risultato è stato un rapido incremento del numero di impianti in queso Paese, mentre in

altri Stati l’aumento è stato invece più modesto.

Nel 2015 l’Associazione europea del biogas ha pubblicato un rapporto tecnico nel quale è stata

riassunta la situazione a livello europeo per il biogas ed il biometano: sono stati censiti più di 17000

impianti, comprendenti tuttavia anche quelli geotermici e quelli che producono biogas dai fanghi di

depurazione; questi devono tuttavia essere sottratti dal conteggio per avere una stima corretta sul

numero complessivo di impianti agricoli a livello europeo.

Come si evince dalla tabella 1, nel 2014 è stata stimata la presenza di 8433 impianti operativi: la

stragrande maggioranza è concentrata in Germania, dove ne sono in funzione 7800 (le informazioni

sono state tratte da fonti bibliografiche relative al periodo 20011-2014). Il recente sviluppo in Belgio

suggerisce però che il numero potrebbe avvicinarsi a 8500 impianti entro il 2016.

Tabella 1 Numero di impianti agricoli di biogas nei paesi partecipanti al progetto [3]

Paese Numero di impianti agricoli

Belgio [16] 44

Danimarca [1] 82

Germania [1] 7.800

Francia [1] 105

Italia [17] 273

Paesi Bassi [1] 105

Polania [18] 24

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10 | Panoramica di mercato della digestione a micro scala

Nella tabella 2 sono invece riportati i risultati di uno studio “Il Barometro del biogas” realizzato nel 2014 da

EurObserv’er dove è stata monitorata la produzione primaria di biogas per il 2013. In particolare i dati

derivano dalla categoria “Altri biogas”, che include gli impianti decentralizzati per il biogas agricolo, di

metanizzazione dei rifiuti solidi urbani e centralizzati di co-digestione.

Tabella 2 Produzione primaria di biogas, impianti agricoli e di metanizzazione MSW nel 2013 (In ktoe) [3]

Paese Produzione primaria di biogas [ktoe]

Belgio 97

Danimarca 74

Germania 6215

Francia 105

Italia 1356

Paesi Bassi 220

Polania 98

Complessivamente gli impianti citati producono più di 8 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, di cui la

stragrande maggioranza deriva in molti casi da impianti agricoli; tuttavia non sono disponibili studi relativi

al numero di impianti di biogas a micro scala. Tale mancanza di dati è dovuta principalmente a due ragioni:

- La commercializzazione degli impianti a biogas a microscala rappresenta una novità a livello

europeo;

- Ogni Stato è dotato della propria definizione nazionale di micro impianto;

Di conseguenza, per ottenere una valutazione numerica, è stato necessario rivolgersi a degli esperti nel

settore, provenienti da ogni paese, che hanno stimato il numero di impianti utilizzando le definizioni

esistenti a livello nazionale o in base alla loro esperienza e alle loro conoscenze.

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2. Panoramica di mercato degli impianti di biogas di “piccola taglia” in Europa

A livello europeo, tra i diversi Paesi, sussistono significative differenze nella produzione di biogas, legate principalmente ai diversi sistemi di incentivazione erogati nel corso degli ultimi 10-15 anni; infatti il maggior incremento del numero di impianti di biogas è stato osservato negli Stati in cui sono risultate presenti condizioni favorevoli a lungo termine (per esempio in Germania), mentre nei Paesi con sistemi di sovvenzione meno favorevoli o nulli sono stati realizzati pochi impianti e un modesto numero di aziende agricole ha investito in nuovi progetti.

Di conseguenza, il contributo fornito per questa panoramica di mercato varia da Stato a Stato sia per il numero di impianti installati sia per il numero di aziende investitrici nel settore del biogas; perciò i dati messi a disposizione dai Paesi dove si è verificato un limitato sviluppo sono ovviamente modesti.

I principali attori chiave contattati hanno quindi affrontato notevoli difficoltà nel reperire e trasmettere i dati relativamente ai limiti fitosanitari, alle informazioni economiche e alle tecnologie per il trattamento del digestato e per la produzione di biogas.

Il progetto BioEnergyFarm2 può quindi contribuire in modo determinante al miglioramento delle conoscenze disponibili ed al trasferimento di nuove tecnologie tra i diversi Paesi partner, in particolare in quelli dove lo sviluppo è stato minore.

2.1 Definizione nazionale di impianto di biogas di “piccola taglia” in Europa

Dal momento che sussitono sostanziali differenze nelle politiche sia nel settore dell’energia sia in quello agricolo dei diversi Paesi dell’UE, è stato impossibile stabilire una definizione univoca per gli impianti di biogas a micro scala. Alcuni Stati sono dotati di sistemi speciali di incentivazione per i micro impianti con sovvenzioni differenti in base alla potenza elettrica o alla dimensione degli allevamenti; invece altri Paesi non posseggono né definizioni specifiche né regimi speciali di sostegno; per esempio un’azienda agricola di piccole dimensioni in Danimarca potrebbe sembrare enorme in Polonia.

Di conseguenza i partner o gli attori chiave contattati hanno predisposto delle definizioni nazionali secondo le loro conoscenze; queste definizioni sono quindi la base per la panoramica e per la stima del potenziale di mercato in ogni paese.

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Tabella 3 Definizioni nazionali degli impianti di biogas a micro scala Se esistono delle definizioni sono legate ai kWe installati o ad altri criteri come la dimensione degli allevamenti.

Paese Fonte Definizione relativa ai kWe

installati

Definizione legata ad altri criteri

Paesi Bassi Auke-‐‐Jan Veenstra, LTO Noord

[email protected] 80-‐‐250 bovini, 250-‐‐1000 scrofe,

50-‐‐50,000 suini da ingrasso,

5000-‐‐75,000 agnelli,

25,000-‐‐150,000 avicoli

Regno Unito David Turley, NNFCC

[email protected]

<50 kWe

Germania Dominik Dörrie, IBBK <75 kWe

d.doerrie@bogas-‐‐zentrum.de

Mark Paterson, KTBL

[email protected] Austria Franz Kirchmeyr, EBA–ARGE Kompost&Biogas

kirchmeyr@kompost-‐‐biogas.info

<100 kWe

Francia Charles Maguin, TRAME < 100 kwe 100-‐‐130 vacche da latte

[email protected]

200-‐‐450 scrofe

Stéphanie Bonhomme, TRAME

Circa. 4000 ton di reflui bovini

[email protected]

Hervé Gorius, CRAB

[email protected]

Irlanda Noel Gavigan, IBA,[email protected] < 100 kwe

Polonia Marek Amrozy, NAPE

[email protected]

<40 kWe

Slovacchia Jan Gadus, Slovak University of Agriculture ina

Nitra, [email protected] Non è presente una definizione nazionale

Belgio Laurens Vandelannoote

[email protected]

10 – 200 kWe Max 5000 ton di reflui, colture o

scarti annuali

Portogallo Artur Nogueira, Sust4ambiente,

[email protected]

Deve ancora essere elaborata una definizione

Italia Remigio Berruto, DEIAFA

[email protected]

<300 kWe Min 70 % del

letame

Max 30 % altro

Spagna BegoñaRuiz, Departamento de Medio Ambiente,

Bioenergia e Higiene Industrial

[email protected]

<100 kWe

Danimarca Karen Jørgensen, SEGES; [email protected]

Generalmente ci si attende che gli impianti di biogas a micro scala siano realizzati all’interno dell’azienda agricola e che utilizzino come susbstrati solo i rifiuti autoprodotti dove gli effluenti di allevamento rappresentano la fonte principale; tuttavia, in Danimarca esiste un particolare interesse per il biogas da parte dei piccoli produttori di colture biologiche dedicate. Alcuni paesi come Olanda, Irlanda, Portogallo, Danimarca e Slovacchia, non hanno alcuna definizione relativamente ai kWe installati; infatti, ad eccezione dei Paesi Bassi, risulta proprio assente una specifica definizione nazionale.

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2.2 Fonti di informazione

Come già descritto precedentemente, le principali fonti di informazione sono rappresentate dagli attori chiave di ogni paese (tabella 4), che hanno gentilmente compilato i modelli con i dati necessari. Nell’Allegato 3 sono disponibili ulteriori informazioni sulle tipologie e sui risultati dei vari contatti.

Tabella 4 Lista degli attori chiave contattati in ogni paese per le informazioni sulla panoramica di mercato.

Paese Attori principali contattati

NL Dennis Kroes, CCS [email protected];

Auke-Jan Veenstra, LTO Noord [email protected]

Mathieu Dumont, RVO, [email protected]

Harry Roetert, Stimuland, hroetert@stimuland, nl

UK Ollile More, ADBA, [email protected],

David Turley, NNFCC, [email protected]

D Dr. Walter Stinner, Germany BiomassResearchCentre [email protected],

Achim Kaiser, International Biogas and Bioenergy Center of Competence [email protected],

Dr. WaldemarGruber, Chamber of Agriculture North [email protected]

A Dr. Bernhard Stürmer, Alexander Luidolt, Arge Kompost & Biogas

[email protected], [email protected]

Armin Schöllauf, Agrinz Technologies GmbH, [email protected]

Frank Schweitzer Hörmann Install GmbH, [email protected]

Stephan Hinterberger, Müller Abfallprojekte GmbH, [email protected]

Hermann Wenger-Oehn, Industrieconsult Wenger-Oehn OEG [email protected]

Franz Bernecker, Landwirt, [email protected]

F Several members of AAMF (Association of the Farmers Méthaniseurs of France) : [email protected]

ATEE Biogaz Club,

Severalsuppliers : o TRON Jean Sébastien, HOST France,[email protected] o DAMOISEAU Louis, REBAUD Olivier, BIO4GAZ, [email protected];

[email protected] o Xavier Gavreau, VALOGREEN, [email protected] o Pierre LABEYRIE, ARIA, [email protected] o M. PIERRE, ERIGENE, [email protected] o Evin, , EARL de la Fontaine Neuve, [email protected]. o Emmanuel de BOUTRAY, S2Watt, [email protected] o Rémy Engel et JeoffreyMoncorger, Nénufar (www.nenufar-biogaz.fr), [email protected]

IRL Noel Gavigan, IBA; [email protected]

Tommy Costello, Bioelectric Ireland, [email protected]

PL Adam Pietrzak, Biopolinex, [email protected]; Rafal Odrobinsky, [email protected]

Adam Oezech, Solar Naturalna Energia, [email protected]

SK 1) Jan Gadus, Slovak University of Agriculture ina Nitra, [email protected]

B De Mey Jonathan, Biogas-e, [email protected]

Bart Verstrynge, KBC, [email protected]

P

1. Artur Nogueira, [email protected] 2. Luis Ferreira, Instituto Superior Agronomia, [email protected]

I 1. Fassi Alberto, MTM Energia, [email protected] 2. Albertengo Giuseppe, MAIEZ srl, [email protected] 3. Francesco Rota, Rota Guido, srl, [email protected]

ESP BegoñaRuiz, Departamento de Medio Ambiente, Bioenergia e Higiene Industrial | [email protected]

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14 | Panoramica di mercato della digestione a micro scala

DK 1. Kasper Stefanek, Hededanmark, [email protected] 2. Karen Jørgensen, SEGES, [email protected]

1) A causa delle difficoltà nel reperire dati dalla Lituania, inizialmente selezionata come non

partecipante, tale Paese è stato sostituito con la Slovacchia.

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2.3 Descrizione delle tipologie di impianti di biogas

Grazie al contributo fornito dagli attori chiave vengono descritte in modo dettagliato in questo rapporto le diverse tipologie di impianti di biogas di micro scala presenti in ogni Paese (tabella 5); ne risulta quindi che alcune parti possono essere ripetute quasi con le stesse parole per due o più progetti. Inoltre le informazioni non rilevanti o mancanti, provenienti da un Paese su un determinato aspetto, sono escluse dalla tabella.

Questo strumento risulta molto interessante in quanto consentirà agli agricoltori, che saranno aiutati dal progetto BioEnergyFarm2, di scegliere tra una vasta gamma di modelli, permettendo loro di individuare la tipologia impiantistica che meglio si adatterà alle loro esigenze e alle caratteristiche dell’azienda.

Tabella 5 Principali caratteristiche degli impianti a micro scala

Paese Numero

di tipi

Principali caratteristiche della tecnologia Numero di

impianti installati

NL 2 1. Sacchetto per il letame in un digestore (plastica, cemento o acciaio)

con miscelazione interna

2. Impianti di digestione verticale 5

Circa 5

5

UK

Impianti a miscelazione completa 23

D 4

1. Tipo 1: Reattori a miscelazione completa (CSTR), diversi design, spesso

digestori circolari in cemento

2. Tipo 2: Impianti di biogas compatti, spesso digestori orizzontali in

cemento

3. Tipo 3: Impianti di digestione verticale

4. Tipo 4: Fermentazione allo stato solido

Circa 660 in totale

A

CSTR, versione semplificata delle tipologie convenzionali di impianto 60-‐‐70

F 3 1. Tecnologia batch sui reflui secchi (digestione mesofila)

2. Reattore a miscelazione continua, CSTR (sistema a due camere di

digestione in un’unit{ compatta di digestione o digestore di acciaio o

a torre) con substrato liquido (digestione mesofila)

3. Copertura flottante direttamente sopra la vasca di stoccaggio dei reflui

(digestione psicrofila)

Circa. 9

Circa 16

Circa 2

IRL 1

CSTR 3

PL 1 CSTR, rotondo, digestione a doppio stadio, in acciaio o PVC 1

SK 1 Digestore a singolo stadio orizzontale e in metallo da 100 m3, riempimento

continuo

1

B 1 Sacchetto di nylon per il letame in un digestore di plastica, con miscelazione interna

71

P

Sono commercializzati degli impianti bioelettrici Ancora nessun impianto

I 2 1. All in one, digestore in cemento a una camera

2. Digestione in due fasi, prima plug-‐‐flow, poi CSTR

69 in totale

ESP

Diversi tipi 6

DK 2 CSTR tradizionale, cemento o acciaio Circa 60

2.3.1 Ulteriori considerazioni sulla descrizione degli impianti

2.3.1.1 PAESI BASSI

Dal momento che i Paesi Bassi confinano con la Germania e con il Belgio, in questo Paese vengono utilizzate sia le tipologie progettuali tedesche sia belghe.

I digestori tedeschi sono oggi utilizzati per gli impianti di maggiore dimensione ed industriali, mentre i progetti belgi sono più redditizi a micro scala. Un prodotto olandese, ma anche tedesco, è il digestore a torre. Si tratta di una struttura prefabbricata e appositamente sviluppata per le aziende agricole, che

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16 | Panoramica di mercato della digestione a micro scala

funziona con una fornitura minima di letame di circa 5.000 tonnellate/anno. In questa tipologia progettuale lo stoccaggio del gas avviene al di sopra del post-digestore.

Invece la tipologia che sfrutta il principio di funzionamento utilizzato in Belgio si basa su una cornice di forma rotonda con un sacchetto che contiene il refluo. Il letame viene quindi pompato il più fresco possibile nel digestore il quale è dotato di attrezzature per la miscelazione. La copertura del digestore è a doppia membrana ed è utilizzata per lo stoccaggio del gas. Dopo 25-35 giorni di ritenzione, il digestato viene successivamente pompato e conservato in un sacchetto o in un’altra struttura di stoccaggio. Normalmente non sono presenti strutture di accoglienza e non è incluso nessun pre-trattamento. I tubi per il riscaldamento vengono inseriti nella parete del digestore; l’impianto è anche dotato di servizi igienico‐sanitari. I digestori sono rotondi, in plastica, cemento o acciaio. Il biogas prodotto può essere combusto in un motore cogenerativo, convertito in biometano (sono disponibili anche delle tecnologie per un suo utilizzo come carburante) oppure utilizzato direttamente per il riscaldamento.

2.3.1.2 GERMANIA

A partire dal 2012 il mercato tedesco offre un’ampia variet{ di soluzioni tecnologiche in quanto è stato introdotto un nuovo emendamento del Renewable Energy Source Act (RESA) con un permesso speciale per i piccoli impianti di biogas fino a 75 kW di potenza elettrica installata. Il range va dagli impianti su misura che raggruppano il maggior numero di strutture aziendali esistenti (ad esempio stoccaggio e pompaggio del letame, costruzioni per l'installazione della cogenerazione o integrazione del complesso impianto di digestione anaerobica in una nuove struttura) a quelli speciali con parti essenziali prefabbricate. In una certa misura gli impianti esistenti sono stati ridisegnati appositamente per ottimizzare la digestione a micro scala (MSD) dal punto di vista dei costi.

La richiesta dei prezzi dei digestori a micro scala o di qualsiasi altra struttura è fondamentale per verificare se l'offerta sia adatta per l'azienda agricola in termini tecnici, nonché per quanto riguarda le procedure aziendali. Si consiglia quindi di verificare le offerte economiche ricevute insieme ad un consulente neutrale (ad esempio le Camere dell’Agricoltura) relativamente alle prestazioni e ai costi, nonché ai servizi e alle garanzie offerti dal costruttore. Dovrebbero, se possibile, essere ispezionati anche degli impianti di riferimento. Inoltre durante la valutazione tecnica delle offerte, dovrebbero essere presi in considerazione diversi aspetti come il tempo di ritenzione, il tasso di carico organico e la flessibilità del substrato.

La quota prescritta di almeno l'80% degli effluenti di allevamento è rappresentata nei piccoli impianti normalmente da liquame in quanto le unità di bestiame adulto di grandi dimensioni producono per lo più reflui liquidi. Questo ha il grande vantaggio che oltre all’elevata percentuale di letame possono fermentare dei substrati idraulicamente impegnativi come i reflui ricchi di paglia o gli insilati d’erba. [7]

Tipo 1: Il digestore ad alimentazione continua (CSTR) è generalmente una struttura in cemento, di forma rotonda, coperta da una membrana. Gli impianti di biogas con questo tipo di digestore sono particolarmente diffusi nella classe di potenza dei 75 kW, sono offerti da molti produttori e sono per lo più versioni semplificate di impianti standard. Per quanto possibile, vengono utilizzati elementi esistenti.

I digestori a miscelazione continua sono generalmente vasche circolari in cemento con un agitatore installato in modo permanente e, di solito, a funzionamento continuo. Sono anche disponibili delle varianti come il Ring-‐‐in-­‐Ring-­‐Systems (tipo di impianto con due anelli di cemento, in cui il digestore si trova nell'anello interno e lo stoccaggio del digestato avviene nell'anello esterno) o i sistemi a doppia camera (ad esempio VergärungssystemPfefferkorn / VSP). Nell’impianto Sauter, che è particolarmente robusto nei confronti dei substrati solidi come il letame ricco di paglia, il contenuto del digestore è irrigato invece di essere miscelato.

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

Panoramica di mercato della digestione a micro scala | 17

Tutte le tipologie progettuali dispongono delle seguenti parti: unità di caricamento del substrato, digestore con stoccaggio del gas prevalentemente esterno (ad eccezione del serbatoio standard che viene agitato e che stocca il gas nel tetto flottante del contenitore), pompe, sistemi di controllo e automazione, tecnologia CHP (soluzione principalmente in container), stoccaggio del digestato.

La temperatura di processo è normalmente mesofila, con un tempo di ritenzione idraulica di circa 35-­‐40 giorni a seconda della miscela del substrato. I volumi del digestore sono tra 600-­‐1.100 m³.

Se gli impianti non sono alimentati esclusivamente con letame, la RESA prescrive un tempo di ritenzione idraulica di 150 giorni all’interno di sistema a prova di tenuta di gas. Inoltre, il digestato deve essere conservato per almeno 9 mesi in serbatoi di stoccaggio adeguati.

L’impianto di digestione anerobica è di solito separato dalle stalle. Il letame liquido o viene pompato o scorrre per effetto della gravità nella fossa di ricezione. Il letame solido è stoccato in un silos.

In seguito il refluo liquido viene pompato dalla fossa di ricezione, mentre il letame solido o la biomassa impilabile alimentano o la fossa (per una miscela che può essere pompata) o direttamente il digestore.

Le parti solide dei residui vegetali dovrebbero essere non troppo grandi; il substrato inoltre non dovrebbe contenere pietre ed elevati quantitativi di sabbia; tuttavia, in caso di necessità, possono essere utilizzate delle tecnologie di disintegrazione (ad esempio quando si utilizzano substrati ricchi di paglia).

Il riscaldamento del digestore è di solito realizzato installando dei tubi al suo interno (nel pavimento e nelle pareti), ma si applicano anche altri sistemi esterni di scambio di calore (ad esempio Sauter Biogas) o il Termo-­‐Gas-­‐Lift che funziona come un dispositivo riscaldante ad immersione.

La sanitizzazione è effettuata solo se necessario. La desolforazione del biogas viene effettuata tramite un processo biologico interno (iniezione di aria-‐‐ossigeno nel digestore) ed un filtro a carboni attivi. Se il carico contiene più dell’80% di letame, può essere richiesta la desolforizzazione interna con aggiunta di un agente precipitante come il cloruro ferrico. La purificazione del gas prima dell’utilizzo avviene spesso in un tubo tramite condensazione. [7] [8] [siti web delle aziende, 2014]

Tipo 2: Impianti di biogas compatti. Questa tipologia, insieme ai digestori orizzontali con agitatore a pale orizzontali, è offerta attraverso un digestore autoportante in acciaio, spesso integrato in un container di 12 m. I digestori sono spesso combinati con dei post digestori rotondi in cemento con agitatori fissi. Nei container è ospitata la strumentazione completa: un digestore più piccolo, un ulteriore digestore per l'idrolisi, un gruppo di cogenerazione e il resto della tecnologia dell'impianto. Lo stoccaggio del gas è facoltativo e avviene in una copertura a prova di tenuta di gas o in una struttura esterna.

I digestori sono normalmente realizzati in acciaio o in acciaio inox, come il sistema plug-­‐flow o a due camere. Tutti i sistemi hanno le unità di caricamento dei substrati, il digestore, lo stoccaggio del gas prevalentemente esterno, le pompe, i comandi e le regolazioni, la tecnologia di cogenerazione (per lo più in un container) e lo stoccaggio del digestato. La temperatura del processo operativo è mesofila o termofila, con un tempo di ritenzione idraulica di circa 15-­‐30 giorni (a seconda della miscela dei substrati). I volumi del digestore sono tra 100-­‐200 m³.

Se il letame non è usato esclusivamente nell’impianto di biogas, la RESA prescrive un tempo di ritenzione idraulica di 150 giorni in un sistema a prova di tenuta di gas. Inoltre, il digestato deve essere conservato per almeno 9 mesi in serbatoi di stoccaggio adeguati. Il refluo liquido viene pompato o scorrre per gravità (prerequisiti topografici necessari) nella fossa di ricezione. Il letame solido è stoccato in un silos.

Questi impianti sono progettati soprattutto per lo sfruttamento dei liquami liquidi e, in basse percentuali, delle colture energetiche dedicate. Solamente alcuni sono adatti per la biomassa non

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18 | Panoramica di mercato della digestione a micro scala

palabile. Il letame liquido viene pompato dalla fossa di ricezione, mentre il letame solido o la biomassa non palabile alimentano o la fossa (per una miscela che può essere pompata) o direttamente il digestore. Il pretrattamento dei substrati è facoltativo. I tubi per il riscaldamento sono collocati nel digestore. Il riscaldamento del substrato può essere effettuato con uno scambiatore di calore in controcorrente.

La sanitizzazione è effettuata solo se necessario. La desolforazione del biogas viene effettuata tramite un processo biologico interno (iniezione di aria-‐‐ossigeno nel digestore) ed un filtro a carboni attivi. Se il carico contiene più dell’80% di letame, può essere richiesta la desolforizzazione interna con aggiunta di un agente precipitante come il cloruro ferrico. La purificazione del gas prima dell’utilizzo avviene spesso in un tubo tramite condensazione. [7] [8] [siti web delle aziende, 2014]

Tipo 3: Impianti di digestione verticali o sistemi a torre. Sono offerte divrse strutture, i cui elementi fondamentali sono il digestore a torre (con moduli espandibili), ognuno con un design differente, combinato con un post-‐‐digestore ed un serbatoio di stoccaggio del digestato. Questi sistemi sono per lo più progettati con un letto fisso del digestore (sistemi up-down-‐‐reflow o a flusso incrociato) o con un’operazione a due fasi (ulteriore fase di idrolisi).

Tutte le varianti sono offerte come metodo ad alto carico. La miscelazione del substrato avviene per pompaggio idraulico. Elementi di processo quali l'idrolisi integrata, l'ampliamento della superficie, il tempo di ritenzione selettiva ed il ricircolo della biomassa dovrebbero consentire una maggiore densità in questi sistemi. L'opportunità di questa tipologia progettuale deve essere valutata accuratamente a seconda del substrato utilizzato (ad esempio residui di foraggio, lettiera o erba) e delle condizioni locali dell’azienda (es. necessità di un nuovo stoccaggio del letame).

Tutti i tipi di impianto hanno un’unità di caricamento del substrato (come soluzione anche in un container), il digestore, un ulteriore contenitore esterno di stoccaggio del gas, le pompe, le tecnologie di controllo e di regolazione, la tecnologia di cogenerazione (principalmente in un container) ed il serbatoio di stoccaggio del digestato.

La temperatura del processo operativo è principalmente termofila con un tempo di ritenzione idraulica di circa 8-‐‐20 giorni (a seconda della miscela del substrato). I volumi del digestore iniziano a 100 m³. Un adeguato serbatoio del digestato è obbligatorio per raggiungere il tempo di ritenzione necessario per la decomposizione della biomassa.

Se gli impianti non sono alimentati esclusivamente con letame, la RESA prescrive un tempo di ritenzione idraulica di 150 giorni con un sistema a prova di tenuta di gas. Inoltre, il digestato deve essere conservato per almeno 9 mesi in serbatoi di stoccaggio adeguati.

L’impianto di digestione anaerobica è di solito separato dalla stalla. Il refluo liquido viene pompato o scorre per effetto della gravità (prerequisiti topografici necessari) nella fossa di ricezione. Il letame solido è stoccato in un silos. Il letame liquido è pompato dalla fossa di ricezione, mentre il letame solido o la biomassa impilabile alimentano la fossa (per una miscela che può essere pompata).

Normalmente non è installato il sistema di pretrattamento, ma potrebbero essere necessarie delle tecnologie di disintegrazione (es. se vengono utilizzati substrati ricchi di paglia).

I tubi per il riscaldamento sono posizionati nel digestore. In alternativa può essere applicato uno scambiatore di calore in controcorrente. Normalmente non è necessaria la sanitizzazione.

I digestori sono normalmente realizzati con speciali acciai rivestiti o in acciaio inox con membrane che coprono le vasche di cemento come il post-‐‐ digestore o il serbatoio di stoccaggio del digestato. Esiste anche una variante con tubi di plastica inseriti nel digestore che viene rivestito internamente d’acciaio.

La desolforazione del biogas viene effettuata tramite un processo biologico interno (iniezione di aria-‐‐ossigeno nel digestore) e un filtro a carboni attivi. Se il carico contiene più dell’80% di letame, potrebbe

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Panoramica di mercato della digestione a micro scala | 19

essere richiesta la desolforizzazione interna con aggiunta di un agente precipitante come il cloruro ferrico. La purificazione del gas prima dell’utilizzo avviene spesso in un tubo tramite condensazione. [7] [8] [siti web delle aziende, 2014]

Tipo 4: Digestori a stato solido. Questi tipi di impianti sono principalmente progettati per substrati impilabili e consentono un buon controllo di una maggiore frazione di letame solido nella miscela dei substrati.

I digestori sono principalmente “a garage” e vengono fatti funzionare in modalità batch, spesso in combinazione con un serbatoio per la percolazione dei fluidi. Questi vengono pompati fuori dal fondo del digestore e poi utilizzati per l'irrigazione della biomassa solida nel reattore. Questi digestori non hanno installato alcun agitatore e vengono chiusi a prova di tenuta di gas dopo il loro riempimento finchè il processo di degradazione del substrato non sia completato. Si tratta di una tecnologia robusta, modulare ed espandibile. Per il riempimento e lo svuotamento del garage è necessaria una pala gommata o un trattore con caricatore frontale. La tecnologia completa è spesso ospitata nei moduli di un container.

Tutte le tipologie di impianto sono dotate di un digestore, di un serbatoio, prevalentemente esterno, di stoccaggio del gas (tranne le tecnologie che raccolgono il gas nel tetto galleggiante nella parte superiore del digestore), delle pompe, della tecnologia di controllo e automazione e delle tecnologie per la cogenerazione (principalmente in un container). L’installazione di un serbatoio per la percolazione del fluido è facoltativa, ma di solito viene effettuata.

La temperatura di processo è normalmente mesofila e il tempo di ritenzione idraulica supera i 30 giorni (a seconda della miscela del substrato). I volumi del digestore sono circa 80 m³ o superiori.

Alcuni impianti di fermentazione allo stato solido utilizzano un processo di post compostaggio per la stabilizzazione del digestato dopo la sua uscita dal digestore.

L’impianto di digestione anaerobica è di solito separato dalla stalla. Il letame solido è stoccato in un silos prima di essere caricato nella camera del digestore.

I substrati principali sono il letame e le biomasse impilabili con un contenuto di sostanza secca superiore al 30%. È importante che la biomassa caricata rimanga in uno stato abbastanza solido durante l'intero processo di digestione. Il letame solido o la biomassa impilabile (ad esempio le colture energetiche) sono collocati direttamente nel digestore con un caricatore frontale. I substrati freschi devono essere miscelati con del materiale vecchio prima del riempimento (inoculazione) o con del materiale strutturale per migliorare la percolazione. I tubi di riscaldamento sono nella parete del digestore e del pavimento e/o nella vasca di percolazione. La sanitizzazione è prevista solo se necessario.

I digestori sono normalmente in cemento o in acciaio, completamente isolati con un tetto solido o con una membrana di copertura in materiale composito ad alte prestazioni nella parte superiore.

Il trattamento del biogas viene spesso effettuato tramite un processo di desolforazione esterna e con un filtro a carboni attivi. La purificazione del gas prima dell’utilizzo avviene spesso in un tubo tramite condensazione. [7] [8] [siti web delle aziende, 2014]

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2.3.1.3 AUSTRIA

L’Austria, a differenza della Germania, non ha alcun emendamento speciale per i piccoli impianti di biogas basati sulla digestione anaerobica del liquame e del letame; ciononostante la tariffa omnicomprensiva varia in base alla dimensione dell’impianto: ad esempio, tutti gli impianti di cogenerazione con una potenza elettrica fino a 100 kW ricevono lo stesso incentivo.

A causa della struttura agricola tipica delle aziende austriache, un comune impianto di biogas si colloca nel range tra 10-­‐30 kWel, forse 40 kWel. La maggior parte delle aziende agricole hanno a disposizione sia liquame sia letame, che vengono utilizzati principalmente in un sistema semi-­‐continuo di digestione umida. I digestori a micro scala sono principalmente progettati singolarmente, in base al calore e all’elettricità disponibili, anche se di solito è favorita la tecnologia semplificata.

Complessivamente, alla fine del 2009, in Austria erano stati realizzati 341 impianti di biogas, di cui 150 fino a 100kWel di potenza. Inoltre di questi, circa 60-­‐70 potevano rientrare nella categoria di digestore a micro scala fino a 30 kWel. Essi sono per lo più una versione semplificata di impianti standard, dove agli elementi esistenti sono applicate solitamente vasche circolari in cemento con agitatori fissi che operano in continuo.

Il liquame è solitamente pompato direttamente nel digestore (a meno che scorra per effetto della gravità); se il materiale solido fa parte del materiale caricato viene mescolato con il liquame nella fossa di ricezione o entra direttamente nel digestore grazie ad un alimentatore. Il resto dell'impianto di biogas consiste solitamente in un digestore, in una struttura di stoccaggio del gas prevalentemente esterna, nelle pompe, nella tecnologia di controllo e automazione, nelle tecnologie di cogenerazione e nel serbatoio di stoccaggio del digestato.

La temperatura di processo è normalmente mesofila, con un tempo di ritenzione idraulica di circa 35-­‐40 giorni (a seconda della miscela del substrato).

Il tempo prescritto per la conservazione del digestato è di 180 giorni e deve coincidere con il periodo compreso tra la metà di novembre e la metà di febbraio.

Gli impianti sono normalmente separati dalla stalla. Il refluo liquido viene pompato o scorre per effetto della gravità (prerequisiti topografici necessari) nella fossa di ricezione. Il letame solido è stoccato in un silos.

I substrati utilizzati sono il liquame, il letame e le biomasse impilabili (ad esempio, le colture energetiche dedicate, specialmente erba). Il quantitativo massimo di sostanza secca ammessa nel reattore è del 10-12%, in modo che il refluo possa essere mescolato nel digestore o venir pompato.

Di solito non è effettuato alcune pretrattamento per il liquame ed il letame solido, se non una miscelazione nella fossa di ricezione. L’erba o altre colture energetiche sono tagliata al massimo a 5 cm. I tubi del riscaldamento sono collocati nel pavimento e nelle pareti del digestore, raramente sono presenti

scambiatori esterni di calore o altri sistemi (la tecnologia Thermo-Gas-Lift funziona ad immersione). La sanitizzazione è effettuata solo se necessario. La desolforazione del biogas viene effettuata tramite un processo biologico interno (iniezione di aria-‐‐ossigeno nel digestore) ed un filtro a carboni attivi. Se il carico contiene più dell’80% di letame, potrebbe essere richiesta la desolforizzazione interna con aggiunta di un agente precipitante come il cloruro ferrico. La purificazione del gas prima dell’utilizzo avviene spesso in un tubo tramite condensazione.

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

Panoramica di mercato della digestione a micro scala | 21

2.3.1.4 FRANCIA

In Francia, lo sviluppo di piccoli impianti agricoli a biogas è in fae iniziale. Esistono alcuni prototipi, ma, in totale, non ne sono stati realizzati e messi in funzione molti; pertanto, con un’esperienza così limitata, è difficile avere un'idea delle prestazioni tecniche ed economiche delle tecnologie francesi.

Nel 2012 l'ADEME (French Environment and Energy Management Agency) ha indetto un bando interregionale per promuovere i progetti volti a verificare le performance degli impianti innovativi: in base a vari criteri e alla tecnologie utilizzate sono stati selezionati sette casi. Il follow-‐‐up delle prestazioni è in corso e permetterà di stimare la rilevanza tecnica, ambientale, energetica ed economica di queste soluzioni.

Tipo 1: Digestore con tecnologia batch alimentato con reflui zootecnici (digestione mesofila)

Due o tre fornitori sviluppano e installano questa tipologia di impianti di biogas. Sono stati realizzati almeno quattro digestori in cemento armato, dotati di un serbatoio di immagazzinamento del gas al di sotto di una membrana elastica, di un serbatoio per lo stoccaggio del percolato con relativo sistema di pompaggio, di un impianto di riscaldamento e di un sistema di cogenerazione (CHP).

Sono spesso utilizzate strutture di stoccaggio già esistenti in azienda. Il digestore a forma di barca è dotato di un pavimento riscaldato. Non è inclusa la struttura per la sanitizzazione. La desolforazione del biogas avviene mediante iniezione di ossigeno nel digestore. La purificazione del gas prima dell’utilizzo è effettuata in un tubo interrato nel quale avviene la condesazione.

Infine, alcuni tipi di digestori sono simili a quelli tedeschi descritti al punto 4.

Tipo 2: Reattori a miscelazione continua (CSTR) (digestore a due camere in un’unità di digestione compatta o in acciaio galvanizzato o a torre) per substrati liquidi (digestione mesofila). Questo tipo di tecnologia è simile a quella descritta per gli impianti tedeschi ai punti 1 e 3.

Tipo 3 : Copertura flottante direttamente sopra la vasca di stoccaggio del refluo (digestione psicrofila)

Questa tipologia progettuale è fornita da una sola azienda, Nenufar, che la sviluppa e la installa direttamente nelle aziende zootecniche. In questi impianti un coperchio, il cui principio di funzionamento è brevettato, galleggia direttamente sul letame nella vasca di stoccaggio. Il biogas prodotto viene poi utilizzato nelle caldaie o nei generatori di calore per le varie esigenze di processo. Nenufar è una ditta specializzata nella digestione psicrofila per cui l'integrazione dell'impianto in azienda risulta facilitata. Non sono necessari grandi cambiamenti nella connessiona tra la stalla e la vasca di accumulo. Il substrato principale per questa tipologia è il refluo liquido (siero o altri liquidi organici di lavorazione potrebbero essere aggiunti alla vasca di stoccaggio), la cui quantità dovrebbe essere preferibilmente pari a un minimo di 500 m3/anno con un contenuto di sostanza secca dal 4% al 10%.

Non sono incluse le strutture di ricevimento e pre-‐‐trattamento, nonché i sistemi di riscaldamento e di sanitizzazione. Nel serbatoio di pre-‐‐stoccaggio non viene quasi mai realizzato un processo di idrolisi. H2S viene rimosso attraverso delle inezioni di O2 di carbone attivo.

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2.3.1.5 POLONIA

Il tipo di impianto si basa generalmente su vasche rotonde trasversali di cemento. All'interno del serbatoio il refluo zootecnico è miscelato con altre fonti di biomassa; in seguito viene pompato ai digestori trasversali, che sono composti di acciaio o PCV, dove il biogas si accumula nella parte superiore della struttura. La temperatura di processo è mesofila.

Dopo la digestione anaerobica della biomassa, il fermentato viene pompato in uno o più serbatoi di stoccaggio. Quindi, in realtà, lo stoccaggio dell’effluente è più o meno integrato nell'impianto a biogas, per assicurare un tempo di ritenzione molto lungo. Il biogas è convertito in un impianto di cogenerazione CHP e l’energia elettrica prodotta nel modulo di cogenerazione può essere venduta alla rete elettrica locale o può essere utilizzata per le esigenze aziendali. I digestori, nei quali si realizzano reazioni di idrolisi, sono opzionali e dipendono dalla tipologia di substrato. I tubi per il riscaldamento sono inseriti durante l'installazione del digestore per riscaldare la biomassa prima di pomparla nell’impianto. H2S viene rimosso biologicamente.

2.3.1.6 SLOVACCHIA

La tipologia impiantistica comprende un digestore monostadio metallico orizzontale, con una capacità di 100m3 a riempimento continuo.

Il letame viene pompato in un serbatoio di omogeneizzazione e mescolato con un agitatore ad elica. È riscaldato con acqua calda, ma non sterilizzato. La purificazione da H2S avviene con aggiunta di aria nel supporto del gas. Il biogas viene essiccato mediante condensazione.

2.3.1.7 BELGIO

L'impianto Biolectric della prima generazione (2011-2013) è costituito da un sacchetto digestore di plastica (sacchetto di nylon isolante per il letame, ricoperto di plastica per proteggerlo dalla pioggia), con una capacità di 200 m³ al cui interno avviene la digestione anaerobica dei reflui zootecnici.

Negli impianti di seconda generazione, dal 2013 in avanti, il sacchetto è stato sostituito da un silos. Altre componenti sono la pompa nella vasca del refluo, le tubazioni, i tubi riscaldati (per evitare la formazione di condensa), un mixer elettrico, un filtro a carbone per rimuovere H2S e un container con il cogeneratore. Il refluo è pompato il più fresco possibile nel digestore; pertanto, negli allevamenti di nuova realizzazione, non è previsto lo stoccaggio del letame al di sotto del pavimento della stalla. Al momento questo tipo di impianto è stato installato solo in allevamenti bovini. Non è inoltre incluso alcun sistema di pretrattamento o di sanitizzazione.

2.3.1.8 ITALIA

Tipo 1. Rota Guido Srl: Questo fornitore realizza impianti di tipo all-­‐in-­‐one, con processo di digestione anaerobica mesofila, equipaggiati con un cogeneratore da 150 kW. Il digestore monostadio è realizzato in cemento e l’impianto è alimentato per il 98% con reflui bovini provenienti dalle stalle e per una piccola quota con insilato. In particolare sono necessari 19 m3 di reflui al giorno. Sono presenti una vasca di pretrattamento per il liquame, dove è installato un miscelatore, un serbatoio per lo stoccaggio e un silos.

La temperatura varia da 39 a 42°C e i substrati sono riscaldati con acqua calda grazie al cogeneratore. Non è inclusa alcuna struttura per la sanitizzazione e il digestore, coperto da una membrana, è utilizzato come serbatoio del gas. L’impianto include anche un sistema di desolforizzazione con filtro a carboni attivi, un sistema di deidratazione fisica e di raffreddamento del digestato da 37°C a 7°C.

Tipo 2. Eisenmann AG: Anche questo impianto è di tipo all-‐‐in-‐‐one, equipaggiato con un sistema CHP. Il digestore primario è di tipo plug-‐‐flow con un agitatore orizzontale continuo, mentre il secondo

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digestore è a miscelazione continua con doppia membrana. La potenza del cogeneratore è di 250 kWe. L’impianto è alimentato con i reflui zootecnici di 120 bovini da carne.

Per questa tipologia sono necessari: 16 m3/giorno di liquame, 4 m3/giorno di letame, 5t/giorno di insilati di mais e 4t/giorno di altri insilati. Sono presenti una vasca di pretrattamento per il liquame, con all’interno un miscelatore, quella di stoccaggio per il letame ed un silos. I substrati sono riscaldati con acqua calda grazie al cogeneratore. Non è inclusa alcuna struttura per la sanitizzazione e il digestore, coperto da una membrana, è utilizzato come serbatoio del gas. L’impianto include anche un sistema di desolforizzazione con filtro a carboni attivi, un sistema di deidratazione fisica e di raffreddamento del digestato da 37°C a 7°C.

2.3.1.9 SPAGNA

Gli impianti sono dotati generalmente di uno o due digestori cilindrici, in calcestruzzo, con isolamento esterno. Essi hanno una membrana di rivestimento e dei miscelatori elettrici sommersi. Lo stoccaggio del gas è generalmente integrato nella parte superiore del digestore, grazie ad una doppia membrana. Il processo è condotto a temperatura mesofila. I substrati principali sono rappresentati da effluenti di allevamento e liquami; i rifiuti alimentari e agricoli sono anche utilizzati come co-substrato in alcuni impianti.

Il biogas è normalmente bruciato in una caldaia per produrre energia termica ed è utilizzato per l’autoconsumo in azienda. L’impianto di cogenerazione rappresenta un'opzione.

Il digestato rimane immagazzinato in serbatoi o in vasche di deposito, solitamente non coperte, prima di essere utilizzato come fertilizzante nei campi. Alcuni impianti hanno una separazione solido-liquida (tramite pressa a vite) per ridurre la quantità di substrato liquido che alimenta il digestore. I tubi del riscaldamento sono installati nel digestore. Normalmente gli impianti non hanno delle tecnologie per la sanitizzazione, ma solo per la rimozione biologica di H2S.

2.3.1.10 DANIMARCA

Tipo 1. La prima tipologia di digestori è in cemento con copertura in membrana. Anche tutte le vasche sono realizzate in cemento. La miscelazione avviene con miscelatori sommersi, mentre il riscaldamento con tubi nelle pareti coibentate. Normalmente non sussistono strutture di pretrattamento, ma può essere aggiunto un biomixer per facilitare l'omogeneizzazione delle frazioni della biomassa solida (per esempio della lettiera). Questa tipologia è relativamente diffusa nelle aziende zootecniche bovine e suine, in particolare in quelle di elevate dimensioni. Il sistema può essere riprodotto a micro scala, ma, per il momento, il sistema di incentivazione danese non favorisce questa soluzione.

Tipo 2. La seconda tipologia si basa su digestori verticali, con serbatoio in acciaio, alimentati con liquami suini o bovini, che operano utilizzando due diverse soluzioni: con o senza separazione, a seconda delle esigenze degli agricoltori.

Nel primo caso gli impianti sono dotati di un serbatoio in acciaio senza l’installazione di un miscelatore al suo interno, in quanto la miscelazione viene effettuata pompando il letame dal fondo del digestore nella sua parte superiore; è realizzato un solo digestore, a differenza degli impianti che effettuano la separazione dove ve ne sono due: uno primario e uno secondario dove avviene la sedimentazione. La frazione liquida è portata al serbatoio di stoccaggio, mentre la frazione solida è ricondotta al digestore primario. Il biogas è utilizzato in un sistema di cogenerazione o viene combusto in una caldaia.

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24 | Panoramica di mercato della digestione a micro scala

2.4 Tipi di biomassa utilizzati per la produzione di biogas a micro scala

A differenza degli impianti tradizionali di biogas, quelli a micro scala utilizzano come substrati principalmente biomasse agricole (tabella 6). Le principali risorse fornite dall’azienda sono letame, sotto varie forme, residui colturali o colture intermedie, mentre non includono in misura determinante le colture energetiche.

Tabella 6 Tipi di substrati usati come biomassa per la produzione di biogas su micro scala

Paese

NL Principalmente reflui, ma anche residui colturali fino al 30 % di sostanza secca

D 1. Tipo 1. Reflui zootecnici e biomasse stoccabili come colture energetiche 2. Tipo 2. Liquami e colture energetiche in bassa percentuale 3. Tipo 3. Substrati liquidi o predigeriti 4. Tipo 4. Reflui solidi e biomassa stoccabile con sostanza secca >30%

A La maggior parte delle aziende utilizza reflui zootecnici, che sono immessi principalmente in sistemi semi-‐‐continui di digestione umida.

F 1. Letame secco e parte di paglia, erba e colture intermedie, oltre a scarti dei processi alimentari (20-30% DM) 2. Liquami aziendali (da 6 a 14 %DM) 3. Liquami aziendali (possono essere aggiunti altri liquidi organici di processo) (da 4 a 10 %DM)

IRL Liquame, residui

PL Liquami e residui colturali

SK Liquami, 80 % da suini, 20 % da bovini, 8 % DM

B Per ora liquame bovino, 1500-12000 m3/anno

P Liquame

I Entrambi gli impianti usano reflui e insilati

ESP Liquami suini (3-6% DM), letame bovino (7-10% DM), scarti agricoli e alimentari (5-20% DM)

DK Una tipologia utilizza concime liquido, lettiera, residui colturali, piccole quantità di colture energetiche, mentre l’altra è concepita per utilizzare solo liquame. Liquame suino 3-‐‐5% DM – letame bovino 8-‐‐10% DM.

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

Panoramica di mercato della digestione a micro scala | 25

2.5 Collegamento tra il sistema di gestione del refluo e le stalle

Il sistema di gestione aziendale del letame è un parametro fondamentale in un impianto di biogas. In molti Paesi europei i reflui zootecnici sono spesso conservati in fosse di raccolta sottostanti le stalle; tuttavia la successiva produzione di biogas può essere compromessa in diversi modi. In primo luogo se il letame non è fresco, ma è vecchio di parecchi giorni o settimane, non può essere fornito all’impianto di biogas, in quanto riduce il potenziale di produzione. In secondo luogo risulta necessaria una capacità di stoccaggio aggiuntiva per il digestato.

Alcuni sistemi sono alimentati con della lettiera spessa o del letame solido, ma in questo modo sfidano il principio di funzionamento degli impianti di biogas, la maggior parte dei quali è stata infatti progettata per essere alimentata con reflui liquidi; tuttavia si riscontrano tra i paesi partecipanti alcuni tipi di impianti speciali progettati proprio per i reflui solidi.

Tutti i tipi di impianti di biogas elencati in precedenza sono separati dagli edifici delle aziende agricole. Di conseguenza, i reflui devono essere trasportati dalle stalle alle strutture di raccolta degli impianti mediante appositi sistemi di collegamento. I liquami sono spesso pompati, anche se molte volte, grazie alle condizioni topografiche del sito, è possibile trasportare i liquidi per effetto della gravità. Le frazioni solide devono essere, invece, spostate per esempio con un trattore con caricatore frontale. Il collegamento tra gli impianti e le aziende è presentato nella tabella 7.

Tabella 7 Collegamento tra il sistema di gestione del letame e le stalle.

Paese

NL Refluo pompato il più fresco possibile dalla stalla alla vasca di stoccaggio

D 1. Tipo 1: Il liquame viene pompato (o scorre per gravità) in una fossa di ricezione. Il letame solido è stoccato su una piastra del silos

2. Tipo 2: Il liquame viene pompato (o scorre per gravità) in una fossa di ricezione. Il letame solido è stoccato su una piastra del silos

3. Tipo 3: Il liquame viene pompato (o scorre per gravità) in una fossa di ricezione. Il letame solido è stoccato su una piastra del silos

4. Tipo 4: Il letame solido è stoccato su una piastra del silos

A Il liquame è solitamente pompato direttamente nel digestore (a meno che si utilizzi il flusso per gravità); se il refluo è solido, parte del carico è mescolato in una fossa di ricezione o entra direttamente nel digestore usando un alimentatore solido.

F 1. Gli impianti di piccole dimensioni permettono di evitare l'uso di materiali esterni; sono inoltre localizzati vicini alle stalle. Il trasferimento del letame secco dalle stalle ai digestori è effettuato mediante un caricatore frontale

2. Coperchio galleggiante installato in un serbatoio esistente o in una laguna

IRL Guardare le informazioni degli impianti belgi e tedeschi

PL Il letame liquido viene pompato in un serbatoio di miscelazione, al cui interno sono scaricate le frazioni solide, a volte tramite un biomixer

SK Il refluo è stoccato a 50 m dagli edifici. Viene pompato o fatto scorrere per gravità

B Il refluo è pompato il più fresco possibile nel digestore; pertantosi preferisce non stoccarlo al di sotto della stalla

P Guardare le informazioni degli impianti belgi e tedeschi

I Pompaggio da sottogriglaito; vasche di premiscelazione

ESP Nel digestore sono pompati il letame liquido o il liquame, mentre il letame e i co-substrati solidi sono immessi con alimentatori (viti) specificicamente progettati per i substrati solidi

DK Un serbatoio di prestoccaggio nuovo o esistente viene utilizzato per raccogliere il liquame quando esce dalla stalla. Una volta separato viene poi pompato direttamente nel digestore

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26 | Panoramica di mercato della digestione a micro scala

2.6 I fornitori degli impianti di biogas su micro scala

Il numero di fornitori degli impianti di biogas a micro scala rispecchia lo sviluppo che il settore ha avuto nel

corso degli ultimi 10-­‐15 anni. Questo è particolarmente evidente in Germania, dove circa 8000 impianti

sono stati messi in funzione in questo periodo; pertanto le aziende tedesche dominano nell’elenco dei

costruttori (tabella 8). Gli impianti di biogas realizzati a micro scala sono generalmente delle versioni

semplificate degli impianti standard.

Tabella 8 Fornitori di impianti di biogas a micro scala

Paese Fornitori di impianti di biogas a micro scala Range di potenza

NL 1. Host B.V. Fermtech Systems 2. Milieu Systemen Tiel, PAS Flexolutions

2500-12500 ton/anno

D Type 1. E.g. AgriKomp GmbH, Bebra Biogas Holding AG, Bioconstruct GmbH, Bio4Gas Express GmbH, Biogas Ost, BueAnlagentechnik GmbH, Bwe Biogas-Weser-Ems GmbH, Energieraum GmbH, Green Energy Max Zintl GmbH, Inergie GmbH, Ingenieurbüro Gabi Dyckhoff, Johann Hochreiter GmbH, MT-Energie GmbH, Novatech GmbH, NQ Anlagentechnik GmbH, PlanETBiogastechnik GmbH, RotariaEnergie- und Umwelttechnik GmbH, Sauter Biogas GmbH, Ökobit GmbH

Type 2. E.g. AgriKomp GmbH, ARCHEA Biogas N.V., Bioteg Biogas Systems GmbH, CjbEnergieanlagen GmbH & Co KG (Corntec GmbH), ConsentisAnlagenbau GmbH, DynaHeat-HPE GmbH & Co.KG, Envitec Biogas AG, Portaferm, Rosoma GmbH, Schmack Biogas GmbH, Steros GmbH

Type 3. E.g. 4Biogas GmbH & Co KG, Host BV, Energie-Anlagen Röring GmbH, Bebra Biogas Holding AG

Type 4. E.g. Bal Biogasanlagenbau GmbH, Chiemgauer Biogasanlagen, Deterding Naturenergieanlagenbau GmbH, , Eggersmann Anlagenbau Kompoferm GmbH, Enbion GmbH, Mineralit GmbH

30-75 kW 7-75 kW 10-75 kW 10-75 kW

A E.g. Hörmann Install GmbH, Industrieconsult Wenger-Oehn OEG, Müller Abfalltechnik GmbH, Planergy GmbH, PöttingerEntsorgungstechnik GmbH & Co. KGaswellas German suppliers:

AgriKomp GmbH, Bio4Gas Express GmbH, Energieraum GmbH, FinsterwalderUmwelttechnik GmbH, Green Energy Max Zintl GmbH, Inergie GmbH, Johann Hochreiter GmbH, NQ Anlagentechnik GmbH, PlanETBiogastechnik GmbH

30-75 kW

F 1. ARIA Energie, S2 Watt, Erigène, JIT Métha, Naskéo, Sud Ouest Biogaz, 2. HOST France, BIO4GAZ, VALOGREEN, EVALOR 3. NENUFAR SAS

50-200 kw

IRL Fornitori stranieri. Vedere le informazioni degli impiatni belgi e tedeschi

PL Biopolinex, Bioelectric, Mega Belzyce

SK GaspowerVibressospol. s r.o. Nitra

B Bioelectric 11 kW, 22 kW, 33 kW

P Vedere le informazioni degli impianti belgi

I 1. ROTA GUIDO Srl 2. EISENMANN AG

150 kW 250 kW

ESP Biovec, Ecobiogas, Santibáñez Energy, DabarIngenieros, Inper, Ludan (among others)

DK 1. Lundsby Bioenergy, 2. 2. Gosmer Biogas

<200 cows, 6000 pigs

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2.7 Consumo di energia

L’energia elettrica utilizzata in un impianto di biogas, principalmente per il funzionamento delle pompe e degli agitatori, è un parametro importante nella valutazione della fattibilità economica. In alcuni Paesi sono disponibili degli incentivi significativi che permettono di utilizzare la parte di energia autoprodotta e non prelevata dalla rete per il funzionamento dell’azienda; invece, in altri Stati vi sono delle tariffe incentivanti che incoraggiano la vendita dell’elettricita immessa in rete. La tabella 9 elenca i consumi di energia elettrica.

Tabella 9 Consumo di energia negli impianti di biogas a micro scala

Paese KWh/anno

NL 7 kWh per ton di refluo

UK 7 kWh/ton

D 48,000 kWh/anno, a 19Ct/kWh, circa 9670 €/anno

A 7-‐‐12 % della produzione elettrica

F 1. 0.04 kwh/kwhe prodotti, 2. 1.1% -6.2 % kWhe prodotti o 5,000-21,000 kWh/anno, 3. 500 kwh/anno (dati dei fornitori)

IRL Guardare le informazioni degli impianti belgi e tedeschi

PL 15,000-25,000 kWh/anno

SK 11,400 kWh/anno, 6.2 kWh/ton, 0.344 kWh/kWh prodotto

B 10-15 % della produzione di elettricità

P Guardare le informazioni degli impianti belgi

I 1. 8-11 % of production. 2. 4-5 % of production

ESP Circa 5% dell’energia prodotta (nel caso della valorizzazione del biogas in un cogeneratore)

DK 1. 25,000-50,000 kWh/anno 2. 5000-25,000 kWh/anno

2.7.1 Ulteriori considerazioni sul consumo di energia

2.7.1.1 GERMANIA

Per tutti i tipi di impianti tedeschi valgono le seguenti considerazioni : il consumo di energia dipende da diversi parametri quali la tipologia di impianto installato, le caratteristiche del sito, le modalità di funzionamento ed il tipo di substrato utilizato; tuttavia il consumo viene stimato in circa l’80% dell’energia elettrica totale prodotta all’anno. La quota prodotta da un impianto con potenza di 75 kWel ammonta a circa 599.840 kW/a, mentre i costi di alimentazione sono stimati in 19 Ct/kwh. I costi complessivi per il consumo di energia sono quindi circa 9.670 € all'anno (per un impianto da 75 kWel).

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28 | Panoramica di mercato della digestione a micro scala

2.8 Consumo di calore

Dal momento che il biogas prodotto viene utilizzato principalmente nei sistemi di cogenerazione, il surplus di calore derivante dagli impianti CHP è reimpiegato per il riscaldamento. Se non esiste un’alternativa all’uso o alla vendita del calore, spesso il consumo non viene monitorato. Invece, nel caso in cui il biogas sia sottoposto ad un processo di purificazione o venga utilizzato per i trasporti, potrebbe essere necessaria una fonte alternativa di calore per il processo di riscaldamento. La tabella 10 riporta il consumo di calore negli impianti di biogas a micro scala.

Tabella 10 Consumo di calore negli impianti di biogas su micro scala.

Paese

NL 0,15 GJ/ton refluo

UK 0,15 GJ/ton

D Il surplus di calore dal cogeneratore dipende dal tipo di impianto, in base al sito e alla stagione

A Calore in eccesso dal cogeneratore

F 1. circa 0,33 kwh termici per kwh elettrici prodotti, circa 25-‐‐35 % del calore totale prodotto; 2. Surplus termico dal cogeneratore circa 20-‐‐25 % del calore totale prodotto 3. 0 kWh/anno (nessun sistema per il calore)

IRL Guardare le informazioni degli impianti belgi e tedeschi

PL 50,000-‐‐70,000 kWh/anno

SK 44,400 kWh/anno, 24,2 kWh/ton, 1,34 kWh/kWh elettrico prodotto

B Il surplus di calore dal cogeneratore dipende dalla stagione (solo una piccola quantità di calore netto è prodotta durante l’inverno)

P Guardare le informazioni degli impianti belgi

I Il surplus di calore dal cogeneratore dipende dalla stagione (solo una piccola quantità di calore netto è prodotta durante l’inverno)

ESP Circa il 30% del calore prodotto (nel caso della cogenerazione)

DK Surplus di calore derivante dal cogeneratore o dal boiler

2.8.1 Ulteriori considerazioni sul consumo di calore

2.8.1.1 GERMANIA

Le considerazioni sono valide per tutti i tipi di impianti descritti in precedenza: normalmente non è

disponibile un surplus apprezzabile di calore ad uso esterno in quanto l'energia termica prodotta da un

sistema CHP è spesso interamente utilizzata per il riscaldamento dei digestori (un alto contenuto di letame

nel digestore richiede infatti una maggior quantità di energia).

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Panoramica di mercato della digestione a micro scala | 29

2.9 Risorsa lavoro

La manodopera utilizzata è spesso una variabile difficile da conteggiare in termini di tempo impiegato (ore di lavoro) nel calcolo del costo complessivo per installare e gestire un impianto di biogas; tuttavia è importante concentrarsi su questo parametro in quanto gli agricoltori hanno a disposizione poco tempo e spesso lo utilizzano per lo svolgimento di altre attività aziendali. La tabella 11 riporta le ore di lavoro necessarie per gestire un impianto di biogas a micro scala con i relativi costi di manodopera.

Tabella 11 Risorsa lavoro

Paese Ore/anno

NL 1 ora al giorno a 30 € ora

UK 1 ora al giorno. €30 ora. €11,000 / anno

D 8.5 ore/kWe installato annuo a 15 €/ora

AUT Molto variabile, iniziando con meno di 30 minuti al giorno

F 1. 30-56 min/giorno at 20 €/ora 2. 15-30 min/giorno at 20 € /ora 3. 5 min/giorno at 20€/ora (i dati dei fornitori probabilmente sono sovrastimati)

IE Guardare le informazioni degli impianti belgi e tedeschi

PL Stimata 1 ora al giorno a 10 €/ora

SK 2 ore/giorno, at 7 €/ora

B 1-‐‐2 ore per settimana, il sistema opera in automatico

PT Guardare le informazioni degli impianti belgi

I 1. 1 ora/giorno 2. 2 ore/giorno

ESP Nessuna informazione disponibile

DK 1. 40,000 €/anno 2. 1 ora/giorno at 25 €/ora

2.9.1 Ulteriori considerazioni sulla risorsa lavoro

2.9.1.1 GERMANIA

I commenti sono validi per tutti i tipi di impianto: sono stimate 8,5 ore nette per kWel all’anno. I salari sono stimati in 15 euro per ogni ora lavorativa per cui il costo totale è di circa 9570 €/ per anno (per un impianto da 75kWe).

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30 | Panoramica di mercato della digestione a micro scala

2.10 Aspetti economici degli impianti di biogas di “piccola taglia”

Le variabili produttive, descritte nelle tre tabelle precedenti, ovvero consumo di energia elettrica,consumo di calore e costi di manodopera, rappresentano talvolta delle risorse interne all’azienda, mentre in altri casi sono un costo da tenere in considerazione. La tabella 12 elenca i parametri produttivi che costituiscono sempre un costo nella realizzazione di un impianto di biogas a micro scala ovvero la gamma dei costi di investimento, di manutenzione e di produzione totali, nella misura in cui sono stati segnalati dagli esperti.

Dal momento che in Danimarca non esistono specifiche definizioni per i micro impianti, gli agricoltori tendono ad realizzare impianti relativamente grandi, con conseguenti costi di investimento particolarmente elevati.

Tabella 12 Costi di investimento, manutenzione e produzione per gli impianti di biogas a micro scala

Paese Range di costo

d’investmento, 1000 EURO

Range di costi di manutenzione

1000 EURO/y

Range dei costi di produzione

1000 €/anno

NL 55-‐‐155 5-‐‐15 20-‐‐50

UK 55-‐‐155 5-‐‐15 20-‐‐50

D 1.

2.

3.

3.

350-‐‐600 (75 kWel)

150-‐‐470 (75 kWel)

300-‐‐550 (75 kWel)

240-‐‐400 (75 kWel)

I costi previsti per la manutenzione e la

riparazione dell’impianto di biogas,

escluse le spese per un trattore con

caricamento frontale (se necessario)

ammontanoa circa 20.1 (75 kWel)

I costi di produzione dell’energia

elettrica sono tra 23 e 31 Ct/kWhel

A 10– 12€/kWel. per< 30 kWel. Nessun dato specifico 23-‐‐31 Ct/kWel

185,000-‐‐250,000 € annui1)

F 1.

2.

3.

10-‐‐13/kWhe

8-‐‐10 /kWhe

40-‐‐90

1. Nessun dato specifico

2. 10 -‐‐20 /anno (dati dei fornitori)

3. Nessun dato specifico

1. Nessun dato specifico

2. 27 -‐‐29 /anno (dati dei

fornitori)

3. Nessun dato specifico

IRL Guardare le informazioni degli impianti belgi e tedeschi

PL 80-‐‐100 A causa della mancanza di impianti

operativi a micro scala i costi in Polonia

possono essere solo stimati

teoricamente

A causa della mancanza di

impianti operativi a micro

scala i costi in Polonia

possono essere solo stimati

teoricamente

SK 165 5500 €/y, 3 €/ton, 0,167/kWh Non disponibili

B 95-­‐150

3,5. incluso servizio completo

3,5 Servizio completo incluso

P Guardare le informazioni degli impianti belgi

I 1.

2.

800

1.800 3. 20 (servizio completo)

4. 11 (servizio completo)

ESP 150-‐‐500 Dati non disponibili 10-‐‐35

DK 1.

2.

1000-‐‐2200

300-‐‐1000

1.

2.

25

8-‐‐15

1. 30-‐‐60 2)

2. Dati non disponibili

1)Kirchmayr 2010

2)Costi di capitale non inclusi

I dati della Danimarca derivano da [14]. La spiegazione degli alti costi in Danimarca è indicata nel commento 1.10.1.2.

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

Panoramica di mercato della digestione a micro scala | 31

2.10.1 Ulteriori considerazioni sugli aspetti economici

2.10.1.1 GERMANIA

Tipo 1. Il costo complessivo dell’investimento ammonta tra 350,000–600,000 € per un impianto di biogas da 75 kWel secondo le indicazioni del costruttore.

Tipo 2. Il costo complessivo dell’investimento ammonta tra 150,000 – 470,000 € per un impianto di biogas da 75 kWel secondo le indicazioni del costruttore.

Tipo 3. Il costo complessivo dell’investimento ammonta tra 400,000–550,000 € per un impianto di biogas da 75 kWel secondo le indicazioni del costruttore.

Tipo 4. Circa 400,000 € di investimento per un impianto di biogas da 75 kWel secondo le indicazioni del costruttore.

Sono stati considerati diversi servizi o prestazioni a seconda dell’offerta economica per la costruzione di un impianto: il serbatoio di ricezione, il serbatoio per il digestato, le fondazioni per le unità del container, la costruzione della facciata della struttura, i permessi, i collegamenti alla rete, le opere a terra, le fondazioni, le opere accessorie, i drenaggi, lo sviluppo del territorio, i silos, la stazione di trasformazione, la posizione della gru, gli esperti, gli addetti al montaggio, ecc. Questi servizi possono costare da 50.000 fino a 250.000 €.

Tipo 1: I costi di investimento previsti, compresi tutti i servizi da realizzare in loco, sono compresi tra 400.000 - 850.000 € (per un impianto da 75 kWel).

Tipo 2: I costi di investimento previsti, compresi tutti i servizi da realizzare in loco, sono compresi tra 200.000 - 720.000 € (per un impianto da 75 kWel).

Tipo 3: I costi di investimento previsti, compresi tutti i servizi da realizzare in loco, sono compresi tra 450.000 - 800.000 € (per un impianto da 75 kWel).

Tipo 4: I costi di investimento previsti, compresi tutti i servizi da realizzare in loco, sono compresi tra 450.000 - 650.000 € (per un impianto da 75 kWel).

I costi operativi sono elencati senza conteggiare le spese per l’energia elettrica, il calore, la risorsa lavoro, le attivitià di manutenzione o l’acquisto di un trattore con caricatore frontale (se necessario). Le forniture che consentono il funzionamento delle attrezzature (ad esempio olio per il motore, olio per l’accensione, ecc.) ammontano a 12.400 euro più altri 800 euro per i laboratori e gli uffici; pertanto il costo totale di esercizio è di circa 13.200 euro all'anno (per un impianto da 75 kWel). I costi di capitale comprendono gli ammortamenti, gli interessi, le assicurazioni e altre voci, ma non considerano i costi per la manodopera o per la tipologia di trattore acquistato. I costi totali fissi sono di circa 74.700 euro l'anno (per un impianto da 75 kWel). I costi totali di produzione di energia per un impianto MSD sono stimati tra 23 e 31 Ct / kWhel.

2.10.1.2 DANIMARCA

In Danimarca l’esperienza sugli impianti di biogas a micro scala è scarsa; infatti è disponibile un ridotto numero di pubblicazioni sulle performance economiche; pertanto i dati utilizzati sono stati stimati [14]. I fornitori danesi tendono a costruire impianti relativamente grandi e complessi; ne consegue che aumentano i costi di investimento. Questi, insieme ai costi operativi e per la manodopera, fanno lievitare i costi generali, che risultano quindi molto elevati. I dati derivano da [14].

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32 | Panoramica di mercato della digestione a micro scala

3. Panoramica di mercato sulle tecnologie di utilizzo del biogas negli impianti di “piccola taglia” in Europa 3.1 Tecniche di utilizzo del biogas adatte per la digestione in impianti di piccola

taglia

Le diverse tecnologie impiantistiche utilizzabili negli impianti di piccola taglia alimentati con biogas per la produzione di energia elettrica/calore sono elencate nella tabella 13.

Tabella 13 Tipologie impiantistiche per l’utilizzo del biogas

Paese Numero di tipologie

Principali caratteristiche della tecnologia Numero di impianti installati

NL 2 1. CHP 2. Upgrading

Circa 10 Sotto sviluppo

UK 2 1. CHP

23

D 1 CHP Circa 660 75 kWel impianti in totale

A 1 CHP Sconosciuti

F 2 1. CHP 2. Boiler

1. Approx. 0 2. Approx. 17

IRL CHP 3

PL 1 CHP 1

SK 1 CHP 1

B 1 CHP 71

P CHP Ancora nessun impianto

I 1 CHP

ESP1)

2 1. CHP

6

DK 2 1. Motore a gas e generatore 2. Boiler

Circa 55.

Circa 5

1) Anche turbine a gas e ORC per gli impianti più grandi.

3.1.1 Ulteriori commenti sulle tecnologie di utilizzo del biogas

Le tecnologie utilizzate per la conversione del biogas dipendono in parte dal tipo di azienda agricola che realizza l’impianto e dalla volontà/necessità di sostituire l’energia acquistata con quella auto-prodotta. Nella maggior parte dei casi il biogas viene convertito in energia elettrica e calore; tuttavia la maggior parte delle politiche di sostegno adottate dai diversi Paesi favoriscono la produzione di energia elettrica. L'elettricità prodotta viene successivamente venduta/ceduta alla rete o utilizzata, in tutto o in parte, per sostituire il consumo di energia nell’ambito dell’azienda stessa.

La maggior parte delle aziende agricole incontra invece difficoltà per lo sfruttamento del calore prodotto con la cogenerazione fatto salvo, come riferiscono gli operatori degli impianti di biogas di piccola taglia, per il riscaldamento del processo produttivo dell’impianto stesso.

Fa eccezione la Francia ove viene incoraggiato principalmente l’uso termico dell’energia prodotta con il biogas.

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

Panoramica di mercato della digestione a micro scala | 33

Un’altra opzione è rappresentata della conversione del biogas in carburante utilizzabile per l’autotrazione, come si registra nel caso della Svezia.

Il biogas prodotto può inoltre essere distribuito, previa depurazione (upgrading), attraverso le reti del gas naturale, come accade in Germania ed in Danimarca.

Con riferimento a quest’ultima opzione, qui di seguito si descrive la soluzione adottata in Germania poiché ritenuta rappresentativa per la maggior parte dei paesi europei.

In Germania il numero di impianti che purificano il biogas per la produzione del biometano e che immettono tale prodotto nella rete nazionale del gas naturale, è cresciuta costantemente negli ultimi anni (entro la metà del 2014 circa 150 impianti hanno immesso biometano nella rete nazionale del gas).

Grazie alle misure di incentivazione la produzione di biometano in Germania ha potuto svilupparsi; i limiti derivanti dall’alto costo di produzione sono risultati compensati ed è stato così possibile incoraggiare i progetti di conversione.

In ogni caso occorre rilevare che l’elevato costo dei processi di upgrading del biogas, necessari per renderlo idoneo all’immissione in rete, limitano in generale la conversione degli impianti di piccola taglia verso questa tecnologias/applicazione.

Dal momento che nell’ultima revisione dell’EEG (modificata nel 2014) la promozione del gas non è più esplicitamente supportata, l’utilizzo del biogas per la produzione di biometano negli impianti di cogenerazione è attualmente un’opzione economicamente difficile da perseguire, soprattutto per gli impianti di piccola taglia.

Soltanto con condizioni di maggiore incentivazione, come la promozione di un “EEG del biometano”, e con incentivi in grado di coprire i costi di esercizio e di gestione di tali impanti, unitamente con una precisa regolamentazione dei requisiti di qualità che il biometano deve possedere per la fornitura di piccole quantità da immetetttere nella rete, potrebbe essere stimolato lo sviluppo di tale tecnologia.

A quanto sopra occorrre aggiungere che gli attuali bassi costi del petrolio e del gas naturale rendono tale processo ancora più difficile.

Qui di seguito si riportano alcuni punti di maggiore dettaglio relativi alla situazione in Germania:

L’arricchimento del metano deve essere conforme alla DVGW Work-Sheets G260 e G262 (regolazione della qualità del gas)

La connessione alla rete del gas naturale non è sempre fattibile poiché c’è la necessità di incontrare il livello di pressione della rete del gas (riducendo i costi)

La purificazione è costosa (per 400 mn³ 1.8 – 2.2 ct/kWhHs) Le spese necessarie sono sostenibili per impianti dimensionati da circa 0 a 9 MWel (produzione

grezza del biogas) La tecnologia a membrana potrebbe in futuro abbassare i costi per la riqualificazione di unità di

piccole dimensioni (bassi costi di investimento specifico) Sono vantaggiose la costruzione tecnica semplificata e la gestione virtualmente esente da

manutenzione

3.1.1.1 PAESI BASSI

CIRMAC, Host, DMT e CCS hanno sviluppato tecniche di upgrading di piccola scala per la produzione di biometano (gas verde), in modo che esso possa essere immesso nella rete del gas naturale. In Olanda è necessario solo raggiungere l’89% di metano (nel biogas) , valore inferiore, per esempio, a quello posseduto dal gas russo. I costi variano a seconda della tecnologia utilizzata, che può essere rappresentata da lavaggio con acqua o dallo ammino - scrubbing , VPSA o tramite membrane.

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34 | Panoramica di mercato della digestione a micro scala

3.1.1.2 GERMANIA

L'efficienza del CHP varia in base all’intervallo di potenza ed al tipo di motore. Ad esempio, un CHP ad accensione comandata con 50 kWel ha in media un rendimento del 33% (elett.) e 55,5% (term.), con 75 kWel l'efficienza media è del 35% (elett.) e 48,6% (term .). Un CHP con motore a iniezione pilota di 40 kWel ha un grado di efficienza di circa il 37% (elett.) e 37% (term.), uno di 75 kWel, un'efficienza media di circa il 40% (elett.) e il 37% ( therm.).

La durata di un CHP è di circa 60.000 ore.

Per il funzionamento di un CHP ad accensione comandata è necessario l’olio di accensione (in Germania anche questo deve essere di origine rinnovabile, come per esempio il biodiesel). La quota di olio di accensione è pari a circa il 2-5% della potenza fornita dal carburante.

I CHP sono normalmente realizzati come unità fisse collocate in un edificio posto nelle vicinanze o in un contenitore insieme con tutte le attrezzature tecniche necessarie.

I componenti principali di un modulo CHP consistono, accanto al motore ed al generatore ad esso abbinato, di in un sistema di scambiatori di calore per recuperare l'energia termica dal gas di scarico, dell'acqua di raffreddamento e dell’olio per la lubrificazione del circuito, nonchè di dispositivi idraulici per la distribuzione del calore e la commutazione elettrica, di dispositivi di controllo per la distribuzione di potenza e di controllo di cogenerazione. [6] [siti web aziendali 2014]

3.1.1.3 AUSTRIA

La digestione a micro-scala in Austria è spesso combinata con l'obiettivo di essere autosufficiente in materia di energia. Le piccole unità CHP o sono applicate da sole o talvolta sono anche combinate con un bruciatore, che serve come ulteriore consumo di gas per massimizzare l'utilizzo energetico sui propri locali. Una sfida è quella di trovare un buon fornitore per le piccole unità CHP fino a 30 kWel e di avere i requisiti per il collegamento alla rete.

3.1.1.4 SPAGNA

I motori di cogenerazione di piccola taglia (circa 100 kW) hanno circa il 38% di efficienza elettrica e il 45% di efficienza termica. Le microturbine da 30-60 kW hanno rendimenti elettrici inferiori (25-30%).

Le caldaie offrono un elevato rendimento termico (di solito 90% o superiore). I sistemi commerciali di solito vengono venduti come pre-fabbircati in container, per "plug and play".

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

Panoramica di mercato della digestione a micro scala | 35

3.2 I fornitori di prodotti tecnologici per l’utilizzo del biogas

Il mercato delle tecnologie per la produzione di energia elettrica combinata a quella termica (cogenerazione) è piuttosto sviluppato. Questo tipo di tecnologia è facilmente standardizzabile ed esportabile ed i principali produttori spesso dispongono di agenti che operano su più Paesi.

Ad ogni modo nella tabella 14 viene presentata una lista dei principali fornitori di ogni Paese.

Tabella 14 Fornitori di tecnologie per l’utilizzo del biogas

Paese Fornitori di tecnologie di utilizzo del biogas Numero di impianti installati

Range di potenza

NL 1. MAN, Jenbacher,Tedom, Gascon 2. Cirmac, Host, CCS (tecnologia sottosviluppata)

Circa 10 sottosviluppati

15-250 kW

12-50 Nm3/h

D E.g. 2G Energietechnik GmbH, A-tronBlockheizkraftwerke GmbH, AvsAggregatebau GmbH, Bayern BHKW GmbH, Bosch KWK Systeme GmbH, Comuna-metall GmbH, Dreyer &BosseKraftwerke GmbH, Energie Management Consulting, Energieanlagenbau GmbH Westenfeld, EnertecKraftwerke GmbH, EtwEnergietechnik GmbH, f.u.n.k.e. Senergie GmbH, H.G.S. Henkelhausen G.A.S. Service GmbH & Co. KG, Elektro Hagl, IetEnergy GmbH, Johann Hochreiter GmbH, KW Energie GmbH & Co. KG, Liebherr-Components AG, Oet Kälte & Wärme GmbH, Pro 2 Anlagentechnik GmbH, Schnell Zündstrahlmotoren AG & Co. KG, Senergie GmbH, Ses Energiesysteme GmbH, Seva Energie AG, Sokratherm GmbH, Spornraft Elektroanlagen Aggregatebau, Viessmann Deutschland GmbH

Circa 660 75 kWel impianti in totale

5-75 kW

A E.g. Tedom, T&S Ruhland Sconosciuti 7-30 kW

F RPM/CES, Cogenco, energolux

NENUFAR SAS

Chauffage industriel SAS (Gas boiler. Thermigas)

22 5

80-200 50kW+

termico

IRL Guardare le informazioni dagli impianti belgi e tedeschi

PL Vari, inclusi fornitori cinesi 1 40 kW

SK None

B Bioelettrico (marca di attrezzature non disponibile)

P Guardare le informazioni degli impianti belgi Ancora nessun impianto

I 2G ENERGY, AVS, ROTA ….. 69 102-150 kW

ESP 2G, Rank, Viessmann, Capstone, MTU 6

DK Jenbacher, Caterpillar, Deutz Circa 55 Circa 5

>250 >100

kwth

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36 | Panoramica di mercato della digestione a micro scala

3.3 Aspetti economici delle tecnologie per l’utilizzo del biogas

I dati economici sulle tecnologie di utilizzo del biogas sono elencate nella tabella 15.

Tabella 15 Dati economici delle tecnologie di utilizzo del biogas

Paese Range di costi d’investimento, 1.000 EURO

Range di costi operativi 1.000 EURO/anno

Range di potenza

NL 1. 35-250 2. 250-500

1. 2-2,5 €/ora 2. 3,75 % dei costi di investimento

15-250 kW 12-50 Nm3/h

D 75,5-85,9 0,9 - 12 5- 75 kW

A Informazioni insufficienti 2-3ct/kWh 7-30 kW

F 1. Nessun dato specifico 2. Nessun dato specifico 3. 30-70

4. Nessun dato specifico 1. 0,18 €/kwh (total biogas & CHP)

(solo una fonte) 2. 1

5. Nessun dato specifico 1. 11kW- 100 kWe (solo

una fonte) 2. 20-200kw termico

IRL Guardare le informazioni degli impianti belgi e tedeschi

PL 25-40 0,024 €/kWh 20-40 kW

SK Irrilevante

B Inclusi negli investimenti totali

P Guarda le informazioni degli impianti belgi

ESP Percentuale fino al 22-‐‐25% dell’investimento totale

Informazioni insufficienti

DK 500-1.000 0,025-0,05 €/kWh >250 kwe

>100kwth

3.3.1 Ulteriori considerazioni relative agli aspetti economici delle tecnologie di utilizzo del biogas

Le tecnologie utilizzate per la conversione del biogas in energia dipendono dal tipo di energia richiesta dagli agricoltori. Il biogas è generalmente convertito soprattutto in elettricità e calore. La maggior parte dei regimi di sostegno nei diversi Paesi incoraggia la produzione di energia elettrica, che è poi ceduta alla rete o utilizzata per sostituire il consumo aziendale di energia.

Molte aziende tradizionali dotate di impianti di biogas incontrano di contro difficolt{ nell’utilizzare il calore ottenuto dalla cogenerazione.

Negli impianti di piccola taglia, tuttavia, gli interessati riferiscono che la maggior parte del calore è utilizzata per i processi di riscaldamento dell’impianto stesso.

Differente la situazione in Francia, ove viene incoraggiata la produzione di biogas principalmente per usi termici.

Una terza opzione è l'upgrading del biogas ed il suo utilizzo quale carburante per veicoli, come avviene in Svezia.

Il biometano può anche essere distribuito nelle reti del gas naturale, come avviene in Germania e di recente in Danimarca; questo è possibile tuttavia soprattutto per i grandi impianti.

Qui di seguito viene descritta la situazione per l’upgrading del biogas in Germania, tuttavia, tale situazione sembra essere rappresentativa della maggior parte dei paesi europei.

Il numero di impianti che hanno convertito la produzione di biogas in biometano e l'immissione di quest’ultimo nella rete del gas naturale è cresciuta costantemente negli ultimi anni ed entro la metà del

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

Panoramica di mercato della digestione a micro scala | 37

2014 ammontava a circa 150 impianti presso i quali avveniva la produzione di biometano destinato ad essere immesso nella rete del gas.

Grazie ad una politica di incentivazione (ad esempio l'EEG per "bonus upgrading") la produzione di biometano in Germania è stata sostenuta con lo scopo di compensare gli alti costi di produzione e di migliorare così la sostenibilità economica dei progetti di riconversione degli impianti di produzione di biogas in impianti di produzione di biometano.

Gli elelvati costi che è necessario sostenere per implementare i processi di upgrading del gas, al fine di ottenere i requisiti richiesti per l’immissione del biometano nella rete del gas, limitano la fattibilità di questo processo agli impianti di biogas con una capacità di produzione elettrica di circa 900 kW.

Dal momento che nell’ultima revisione dell’EEG (modificata nel 2014) l’upgrading del biogas di non è più esplicitamente sostenuta, la produzione del biometano negli impianti di cogenerazione è attualmente economicamente difficilmente attuabile, soprattutto per gli impianti di piccola taglia.

Soltanto a fronte di una politica di incentivazione mirata, come la promozione di un “EEG del biometano”, che preveda l’erogazione di incentivi in grado di coprire i costi di esercizio e di gestione, nonché la produzione di una chiara regolamentazione dei requisiti di qualità che il gas deve possedere, nel caso di fornitura di piccole quantità, per essere immesso nella rete, potrebbero determinarsi un aumento nell’utilizzo delle energie rinnovabili per la fornitura di calore.

I bassi costi del petrolio e del gas rendono inoltre tutto ancora più difficile.

Qui di seguito si riportano alcuni punti di maggiore dettaglio relativi alla situazione in Germania:

L’arricchimento del metano deve essere conforme alla DVGW Work-Sheets G260 e G262 (regolazione della qualità del gas)

La connessione alla rete del gas naturale non è sempre fattibile poiché c’è la necessità di incontrare il livello di pressione della rete del gas (riducendo i costi)

La purificazione è costosa (per 400 mn³ 1.8 – 2.2 ct/kWhHs) Le spese necessarie sono sostenibili per impianti dimensionati da circa 0 a 9 MWel (produzione

grezza del biogas) La tecnologia a membrana potrebbe in futuro abbassare i costi per la riqualificazione di unità di

piccole dimensioni (bassi costi di investimento specifico) Sono vantaggiose la costruzione tecnica semplificata e la gestione virtualmente esente da

manutenzione

I costi di investimento per le anticipazioni previsti per la Germania sono: 75.500 euro (per un gruppo motore a iniezione pilota da 75 kWel) o 85.900 euro (per un gruppo motore ad accensione comandata 75 kWel).

I costi di cui sopra comprendono: blocco motore, generatore, scambiatore di calore, distribuzione del calore, refrigeratori di emergenza, sistema di regolazione, linee del gas, strumenti di misurazione, sistemi di controllo e di sicurezza, contatori di calore e di energia elettrica, sensori, separatore della condensa, sistema ad aria compressa, impianti a gas supplementari (se necessario), impianto di depurazione dei gas di scarico, serbatoio dell'olio e contenitore (non comprendono i costi di trasformazione e movimento terra e cablaggio).

Questi costi sono già inclusi in quelli relativi agli impianti di biogas visti sopra.

I costi di riparazione e di manutenzione (escluso il salario, che è incluso nelle ore di lavoro degli impianti di biogas di cui sopra) ammontano a circa 13.400 euro all'anno e sono già inclusi nei costi operativi degli impianti di biogas di cui sopra.

I costi operativi, escluse le spese per il lavoro, ammontano a circa 900 euro per i motori ad accensione comandata (olio motore ad esempio). I motori a iniezione pilotata necessitano di olio di accensione per il

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38 | Panoramica di mercato della digestione a micro scala

funzionamento e per questo di costi aggiuntivi il cui funzionamento determina costi pari acirca 12.000 euro. Questi sono già inclusi nei costi operativi degli impianti di biogas di cui sopra. [6] [5].

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

Panoramica di mercato della digestione a micro scala | 39

4. Panoramica di mercato delle tecnologie di trattamento del digestato per gli impianti di “piccola taglia” in Europa

4.1 Principali caratteristiche delle tecnologie di trattamento del digestato

In alcuni paesi europei, in particolare nei Paesi Bassi, in Belgio, nella regione francese della Bretagna e nel nord-ovest della Germania, il carico zootecnico è così elevato da far sì che le deiezioni prodotte in grande quantità possano causare diversi problemi di natura ambientale. Di conseguenza, in alcune regioni, è nata la richiesta di soluzioni tecniche efficaci al fine di rendere possibile il trasferimento della frazione di reflui eccedente la reale necessità verso aree esterne o l’estrazione, dal refluo stesso, delle sostanze nutritive in modo tale da renderle facilmente esportabili. La digestione anaerobica è nota per eliminare i composti organici adesivi, il che rende spesso, ad esempio, molto più facile la separazione del refluo in una parte palabile ed in una liquida. Per questo motivo vi è un interesse particolare, in alcuni stati e regioni, verso la possibilità di abbinare gli impianti di biogas di piccola taglia con adeguati strumenti di trattamento del digestato. Nella tabella 16 sono indicate, per gli Stati che hanno fornito i dati necessari, le principali caratteristiche delle tecnologie di trattamento più diffuse.

Tabella 16 Principali caratteristiche delle tecnologie di trattamento del digestato

Paese Numero di tipologie Principali caratteristiche della tecnologia

NL 2 1. Compostaggio del digestato 2. Nastro essiccante

D Numerosi metodi disponibili

Il separatore con pressa a vite è considerato la tecnologia più proponibile negli impianti a micro scala

F Nessun dato specifico Spandimento in campo dopo compostaggio

Spandimento diretto in campo

Strippaggio di azoto

I 1 Post combustione

ESP 1 Separazione meccanica

DK 1 Pressa a vite Centrifuga di decantazione

Poiché tuttavia il surplus delle deiezioni si verifica principalmente nelle aziende di maggiori dimensioni, il

trattamento del refluo risulta più diffuso nelle grandi aziende, dotate di impianti di biogas di grande taglia.

Un altro motivo di ostacolo alla diffusione delle tecnologie più avanzate di trattamento è rappresentato

dagli elevati costi di gestione. I partner e i principali operatori del settore contattati, hanno riferito

dell’esistenza/diffusione di tecniche di trattamento dei reflui associate a piccoli impianti di biogas in soli sei

paesi.

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40 | Panoramica di mercato della digestione a micro scala

4.1.1 Ulteriori commenti sulle tecnologie di trattamento del digestato

4.1.1.1 PAESI BASSI

Nei Paesi Bassi ci sono moltissimi allevatori. A causa delle rigide norme che regolano le emissioni e la distribuzione del letame, le aziende zootecniche non possono aumentare le loro dimensioni se non acquistando più terra. Dal momento che il letame è costituito prevalentemente da acqua, il suo trasporto verso aree caratterizzate da una carenza di sali minerali risulta molto costoso. Per liberarsi del surplus di deiezioni prodotte vengono pertanto utilizzate diverse tecnologie di trattamento dei reflui al fine di ottenere una maggiore concentrazione dei nutrienti. L'obiettivo è dunque quello di liberarsi del surplus di nutrienti, piuttosto che di tutto il letame, in modo da poter utilizzare il letame risultante sui propri terreni.

Il regolamento UE (CE 1069/2009) vieta il trasporto del letame non pastorizzato. Quando si rende necessario il “trasferimento” del letame, nell’ambito del processo dovrebbe essere quindi inclusa una fase di pastorizzazione, in modo che il prodotto finale sia riconosciuto come ”pastorizzato” e conseguentemente considerato più ricercato.

Le tecnologie usate sono:

1. Separazione – Il letame è separato in una frazione palabile ed in una liquida ed il valore non è stimato.

2. Compostaggio – Una parte della frazione palabile viene compostata (può essere valorizzato, dipende dal processo). I principali componenti sono un separatore ed un “bag” da compostaggio .

3. Essiccamento – Il digestato è essiccato e concentrato in modo che possa essere esportato. I componenti principali sono un separatore, un nastro asciugatore ed un ventilatore.

4. Strippaggio dell’azoto (il prodotto finale viene valorizzato come fertilizzante di sintesi) 5. Produzione di struvite (il valore non può ancora essere valutato)

4.1.1.1.1 SEPARAZIONE

Piuttosto diffusa è la tecnica di trattamento del letame/digestato attraverso l’uso di un dispositivo meccanico di separazione; il risultato è rappresentato dalla separazione di una frazione palabile (30% di sostanza secca) ed una liquida.

La frazione palabile può essere compostata o essiccata, mentre quella liquida può essere ulteriormente purificata rimuovendo: in primis gli ultimi residui di sostanza secca (per esempio mediante ultrafiltrazione o dissoluzione in unità di flottazione ad aria) e successivamente attraverso l’eliminazione di una gran parte dei minerali (per esempio tramite strippaggio dell’azoto, produzione di struvite ed osmosi inversa). Con i prodotti finali ottenuti è possibile ottenere altri specifici prodotti in grado di sostituire i fertilizzanti. Tuttavia, trattamenti complessi come quelli di cui sopra, sono piuttosto costosi e non sono implementabili negli impianti di piccola taglia, a meno che sia inprescindibile la necessità di esportare la frazione concentrata dei reflui .

4.1.1.1.2 COMPOSTAGGIO

Il compostaggio è un processo biologico, che si svolge in condizioni aerobiche (ovvero in presenza di

ossigeno), attraverso il quale, ad opera di microorganismi, la sostanza organica viene trasformata nei

composti dell’humus. Durante questo processo esotermico, vengono rilasciate anidride carbonica e

sostanze odorigene. A causa dell’evaporazione dell’acqua e della decomposizione della sostanza organica il

tenore di sostanza secca aumenta, mentre il volume diminuisce.

Installazioni per il compostaggio del letame sono offerte da differenti soggetti. Il letame viene dapprima

separato in una frazione palabile ed in una liquida. La frazione solida viene compostata in un tamburo,

quella liquida è stoccata. Si tratta di un processo aerobico che richiede che il materiale venga areato

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Panoramica di mercato della digestione a micro scala | 41

attraverso movimentazione meccanica. Se la struttura è insufficiente o se c’è insufficienza di carbone,

occorre aggiungere materiali ricchi di fibra come la paglia per favorire il processo di compostaggio. Durante

tale processo viene rilasciato calore e quando è correttamente controllato, le temperature possono superare

i 70°C.

4.1.1.1.3 STRIPPAGGIO DELL’AZOTO

Lo strippaggio dell’azoto è ampiamente utilizzato nel settore industriale, nell’ambito del quale sono disponibili diverse tecniche, ma il principio di funzionamento è costantemente lo stesso. Nella torre di strippaggio, la componente volatile presente nel liquido (ammoniaca) è trasferita, agendo sul pH e sulla temperatura, ad una fase gassosa (aria); quest’ultima viene poi lavata in uno scrubber con acido solforico. Il lavaggio dell’ammoniaca con l’acido solforico in uno scrubber è ampiamente diffuso nell’agricoltura olandese, per esempio negli allevamenti di suini, dove i “lavaggi” con acido impediscono la diffusione dell’ammoniaca dalle stalle. Il prodotto finale è un fertilizzante ricco di azoto.

4.1.1.1.4 PRODUZIONE DI STRUVITE

La produzione di struvite si basa sulla precipitazione del fosfato, una tecnica ampiamente utilizzata negli impianti di trattamento dei reflui per estrarre azoto e fosfati dalle acque di scarico. Il fosfato si lega al magnesio ed all’azoto per formare la struvite (Mg (NH4) PO4 • 6 (H2O). che è un minerale/cristallo. Poiché il cristallo si forma nel digestato può ancora contenere alcune particelle organiche e necessita di un ulteriore intervento di pastorizzazzione.

Il processo di precipitazione del fosfato è il seguente:

Il liquame viene pompato in un contenitore insieme con soda caustica e cloruro di magnesio. In questo contenitore l'ortofosfato reagisce insieme con l'azoto e il magnesio, formando così un cristallo. Questo cristallo cresce quando viene a contatto con ulteriore fosfato, azoto e magnesio e, quando è abbastanza grande, viene separato dal refluo. I cristalli vengono quindi lavati in modo che dopo la separazione rimanga solo struvite "pulita". Succcessivamente la struvite subisce un trattamento termico (pastorizzazione) e può essere esportata.

Con la produzione di struvite, i minerali vengono concentrati e quindi si riduce il numero di movimenti di trasporto necessari per liberarsi del surplus di letame.

4.1.1.2 GERMANIA

Si utilizza una tecnica meccanica per separare il digestato in una fase liquida ed una solida .

I separatori utilizzati sono a pressa o a vite e sono spesso utilizzati all’interno degli allevamenti intensivi caratterizzati dalla produzione di grandi volumi di letame, ma anche nei grandi impianti di biogas, per ridurre il volume di digestato sia come prima fase di trattamento che come trattamento successivo ad altri.

Quando in piccoli impianti si rende necessaria una separazione (ad esempio a causa di un elevato surplus di nutrienti), si potrebbe ricorrere ad un separatore mobile (tramite noleggio), soluzione certamente più economica.

Il processo di disidratazione avviene attraverso una spremitura meccanica del digestato attuata mediante una coclea. Il liquido rilasciato attraversa un filtro (con una larghezza di colonna di 0,1 - 1 millimetro) viene scaricato all'esterno. Il separatore tratta il substrato con un contenuto di sostanza secca pari a circa il 4-15% e produce un refluo con un contenuto medio di sostanza secca del 18-35%. Tuttavia, a causa della semplicità del metodo, il contenuto di materia secca ancora contenuto nella fase liquida è relativamente elevato e pari a circa il 3-4%.

I componenti principali sono rappresentati dalla pressa a vite e dal filtro e sono spesso realizzati in acciaio inossidabile. L'alloggiamento è fatto di ghisa, acciaio inossidabile o acciaio inox.

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42 | Panoramica di mercato della digestione a micro scala

I componenti principali sono rappresentati dalle unità di separazione ed in particolare dalla strumentazione di controllo del processo.

Le portate variano da 5 a 40 mc/h, a seconda dell'applicazione.

La potenza elettrica installata varia da 3 a 11 kW. [6] e Siti web 2014

4.1.1.3 SPAGNA

Nella maggior parte degli impianti il digestato viene utilizzato senza alcun trattamento e l'unico trattamento è costituito da una separazione solido-liquida, attuata con lo scopo di facilitare la distribuzione sui campi. La maggior parte degli impianti utilizza la pressa a vite e solo in pochi casi si dispone di un decanter, di solito solo nei grandi impianti (quest’ultimi però non vengono utilizzati negli impianti di biogas di piccole dimensioni a causa degli elevati costi di gestione). I meccanismi di separazione sono differenti: i decanter si basano sulla centrifugazione del digestato, mentre nella pressa a vite il digestato è compresso utilizzando un filtro con una particolare maglia ed una vite.

4.1.1.4 DANIMARCA

Prima della crisi finanziaria del 2008 le tecnologie di trattamento del letame, prima e dopo la digestione anaerobica, avevano suscitato un po’ di interesse, principalmente presso le aziende con allevamenti di grandi dimensioni alla ricerca di strumenti per smaltire le quantità eccedenti di letame in un periodo in cui i prezzi dei terreni erano elevati e continuavano ad aumentare. Molti aspetti sono però cambiati dal 2008, non da ultimo un calo dei prezzi dei terreni; per le aziende agricole di piccola taglia e quindi per i micro impianti di biogas gli incentivi per l’implementazione di tecnologie per il trattamento del digestato sono molto bassi.

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Panoramica di mercato della digestione a micro scala | 43

4.2 Fornitori di tecnologie del trattamento del digestato

I fornitori per il trattamento del digestato relativi agli impianti di biogas di piccola taglia sono elencati nella tabella 17.

Tabella 17 Fornitori di tecnologie per il trattamento del digestato

Paese Fornitori di tecnologia per il trattamento del digestato

NL 1. Veenhuis, Haus 2. Bss-systems 3. Veenhuis 4. Profinutrients 5. Profinutrients

D E.g. AgriKomp GmbH, BAUER GmbH, Big Dutchman Pig Equipment GmbH, Börger GmbH, Erich Stallkamp ESTA GmbH, E.Stöckli AG, Fan Separator GmbH, FEW-Separator, Fritz Paulmichl GmbH, Nest Anlagenbau GmbH, NOCK Maschinenbau GmbH, UTS Biogastechnik GmbH, WAM Group

A Alcuni fornitori tedeschi spesso offrono le proprie attrezzature sul mercato austriaco

F Stripping process : EVALOR

I EISENMANN; WAMGROUP

ESP Segalés, Speco, Pieralisi, etc.

DK SWEA, FAN, Börger, Pieralisi, GEA, AlfaLaval

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44 | Panoramica di mercato della digestione a micro scala

4.3 Dati economici sulle tecnologie di trattamento del digestato

I dati economici del trattamento del digestato sono elencati nella tabella 18.

Tabella 18 Dati economici sulle tecnologie di trattamento del digestato

Paese Range dei costi di investimento, 1,000 EURO

NL 1. 10-70 2. 150 3. 100-140 4. Sconosciuto 5. Sconosciuto

D 11-49 (circa. 25 for 75 kWel AD)

AUT Non rilevante

F Spandimento: 30 Compostaggio : nessuna informazione

Processo di strippaggio: prototipo, costi ancora non conosciuti

I 50

ESP Circa 3-10% dell’investimento totale

DK Pressa a vite 15 Centrifuga di decantazione 100

4.3.1 Ulteriori commenti sulle tecnologie di trattamento del digestato

4.3.1.1 GERMANIA

I costi operativi equivalgono a circa 0,51 € / m³ (inclusi i costi di riparazione e di manutenzione)

Il prezzo del consumo di energia è stimato pari a circa 0,11 € / m³. Il separatore necessita di circa un’ora di lavoro a settimana [8].

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Panoramica di mercato della digestione a micro scala | 45

5. Potenziale di mercato per gli impianti di biogas di “piccola taglia” in Europa In alcune aree del sud della Germania c’è una forte tradizione per gli impianti di biogas di piccola taglia. Se, tralasciando tale realtà, il mercato europeo è stato finora relativamente poco sviluppato, tuttavia, la descrizione dei progetti innovativi dimostra che qualche azienda europea è riuscita a sviluppare tecniche impiantistiche meno costose e più semplici, orientate verso l’indipendenza dagli impianti dalle colture energetiche e dai rifiuti organici. Questa strategia si rivolge in particolare al nuovo segmento di mercato delle aziende a conduzione familiare le quali possono, ora, beneficiando dell'esperienza maturata negli ultimi 15 anni di sviluppo del biogas tradizionale, sviluppare versioni più piccole e semplificate rispetto ai tipici impianti di biogas standard del periodo precedente. Quanto sopra rappresenta un elemento di sicurezza per evitare problemi tecnici ed una bassa performance economica.

Al fine di valutare il potenziale di mercato per gli impianti di biogas di piccola taglia occorre prendere in considerazione diversi parametri. Il punto di partenza è il numero di aziende zootecniche presenti nei paesi oggetto di analisi. Secondo EUROSTAT, nel 2015, erano presenti più di 5 milioni di aziende agricole nei paesi esaminati. I dati differenziati tra i diversi paesi sono illustrati nella tabella sottostante.

Tabella 19 Numero di aziende (x1000) suddivise in base al numero di unità di bestiame, LSU [1]

LSU Totale Zero <5 5 - 9,9

10 - 14,9

15-19,9

20 - 49,9

50 - 99,9

100-499,9

>500

Belgio 37,8 10,0 2,8 2,0 1,4 1,1 4,8 5,3 8,9 1,4

Danimarca 38,8 16,2 5,8 2,7 1,9 1,2 2,9 1,4 4,5 2,4

Germania 285,0 85,8 31,9 20,1 14,7 10,9 42,1 31,8 42,5 5,2

Spagna 965,0 750,5 80,5 20,8 12,7 9,9 37,9 24,0 23,6 5,3

Francia 472,2 205,0 52,0 22,0 12,7 10,4 45,8 54,4 65,8 4,3

Italia 1.010,

3 839,6 57,9 24,4 14,8 10,3 32,4 14,8 13,2 3,0

Paesi Bassi 67,5 21,1 6,4 4,8 2,7 1,8 5,8 7,6 14,8 2,6

Austria 140,4 39,3 31,0 15,2 11,3 8,7 23,4 7,4 3,9 0,1

Polonia 1.429,

0 636,6

510,3

100,2 51,0 32,4 72,2 17,2 8,1 1,0

Portogallo 264,4 95,5 136,

8 10,2 4,6 2,8 7,3 3,7 3,1 0,4

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46 | Panoramica di mercato della digestione a micro scala

Slovacchia 23,6 6,5 13,2 1,2 0,5 0,3 0,6 0,3 0,7 0,3

Regno Unito

185,2 45,5 21,4 15,3 10,7 8,4 27,4 19,7 33,1 3,7

Irlanda 127,1 0,0 16,0 16,4 13,1 10,8 36,3 20,9 13,4 0,4

Totale 5.046,

4 2.751,

7 965,

7 255,3 152,0 108,8 338,8 208,6 235,5 29,9

Più del 50% del totale è rappresentato da aziende prive di bestiame ed un ulteriore 20% è rappresentato da aziende con una produzione molto piccola e tale da rendere gli impianti di biogas, alimentati con il letame, non alla portata per queste aziende. Dai report ricevuti da parte dei “key players”, gli impianti di biogas di piccola taglia possono essere realizzati a partire da una presenza di almeno 70 capi bovini adulti . Questo indica che il target, per gli impianti di biogas di piccola taglia, va ricercato nell’ambito della categoria che comprende 50-99,9 LSU e 100-499,9 LSU.

In totale queste due categorie riguardano 444.000 aziende zootecniche, che possono essere ulteriormente suddivise in base al potenziale nei diversi paesi esaminati. Qualora aziende zootecniche più piccole intendano comunque realizzare impianti a biogas, dovranno adattare le tecnologie impiantistiche studiate per operare a partire da altre tipologie di substrato piuttosto che sul letame.

Un parametro molto importante tuttavia è il sistema di incentivazione vigente nei diversi Paesi, a partire dalle politiche di sostegno fino ad un quadro giuridico generale. Questi aspetti sono accuratamente descritti per ogni paese nelle Linee Guida di implementazione (D.3.2 del progetto). Inoltre, l’effettiva domanda relativa all’utilizzo del calore costituisce un altro importante parametro di valutazione dell’efficienza economica di quasti impianti .

Come sopra evidenziato, non esiste un’unica definizione di ciò che deve essere considerato come un impianto di biogas di piccola taglia che possa risultare valido per tutta Europa. Di conseguenza, si rende necessario valutare il potenziale di mercato in ogni Paese con l'aiuto dei partner e dei “key players”contattati.

In ogni singolo Paese sono stati contattati, per una stima del potenziale di mercato, i principali “key players”; parallelamente è stata fatta una valutazione della situazione attuale e delle condizioni che possono influenzare lo sviluppo futuro di questo settore. Questo significa che il potenziale di mercato

LSU Total Zero LSU <5 LSU 5-9,9 LSU 10-14,9 LSU 15-19,9 LSU 20-49,9 LSU 50-99,9 LSU 100-499,9 LSU >500

Belgium 37.760 9.990 2.830 2.000 1.440 1.130 4.780 5.310 8.900 1.370

Denmark 38.830 16.210 5.750 2.680 1.880 1.170 2.930 1.400 4.460 2.350

Germany 285.030 85.840 31.890 20.110 14.720 10.920 42.060 31.820 42.500 5.170

Spain 965.000 750.450 80.460 20.810 12.650 9.940 37.850 23.980 23.600 5.270

France 472.210 204.980 51.970 21.980 12.690 10.380 45.760 54.420 65.750 4.280

Italy 1.010.330 839.580 57.910 24.380 14.780 10.340 32.360 14.790 13.210 2.970

Netherlands 67.480 21.070 6.350 4.780 2.660 1.760 5.820 7.590 14.810 2.640

Austria 140.430 39.330 31.040 15.200 11.300 8.680 23.420 7.430 3.930 100

Poland 1.429.010 636.620 510.270 100.170 51.010 32.380 72.200 17.240 8.060 1.040

Portugal 264.420 95.520 136.760 10.220 4.600 2.750 7.340 3.730 3.100 400

Slovakia 23.570 6.540 13.180 1.240 490 260 600 320 670 280

United Kingdom 185.190 45.540 21.350 15.330 10.740 8.360 27.380 19.700 33.100 3.680

Ireland 127140 30 15950 16430 13060 10770 36250 20910 13390 350

ToTal 5.046.400 2.751.700 965.710 255.330 152.020 108.840 338.750 208.640 235.480 29.900

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

Panoramica di mercato della digestione a micro scala | 47

“individuato” non si basa su un metodo di calcolo standard, ma di una valutazione qualitativa basata sull’esperienza degli operatori del settore e sulla loro valutazione relativa alla politica di sostegno esistente. Inoltre ai “key players” è stato chiesto di suggerire quali iniziative possano essere intraprese per sostenere lo sviluppo del mercato dei micro impianti di biogas in ogni paese. Infine, sulla base della loro esperienza, agli esperti è stato chiesto di valutare il potenziale di mercato in caso di un significativo miglioramento delle condizioni di lavoro, sulla base delle iniziative che potrebbero essere adottate per migliorare la situazione. Gli attori chiave che hanno contribuito a questa indagine sono riportati nella tabella 20. Nell'Allegato 3.2 si possono trovare informazioni più dettagliate sulle persone contattate, il tipo di contatto e l'esito del contatto.

Tabella 20 Lista degli attori chiave contattati per le informazioni sul potenziale di mercato.

Paese Lista degli attori chiave contattati per le informazioni:

NL Auke-Jan Veenstra, [email protected]; Dennis Kroes, CCS, [email protected]

UK Andy Bull,SevernWye, [email protected]

D GermanBiomassResearchCenter Dr. Walter Stinner, E-Mail: [email protected]

German Biogas Association Manuel Maciejczyk& Dr. Stefan Rauh, E-Mail: [email protected]

A arge Kompost & Biogas, Alexander Luidolt (Landesverband Steiermark), E-Mail: [email protected]

Dr. Bernhard Stürmer,E-Mail: [email protected]

Agrinz Technologies GmbH, Herr Schöllauf, Tel.:0043/3452-73997-0

Müller Abfabfallprojekte GmbH Herr Stefan Hinterberger, [email protected]

Industrieconsult Wenger-Oehn OEG Herr Hermann Wenger-Oehn, [email protected]

Herr Franz Bernecker, Landwirt & Anlagenent,[email protected]

Christoph Wolfesberger, Landwirtschaftskammer Niederösterreich, [email protected]

F Touchais Philippe, APCA, [email protected] Ingremeau Claire, ATEE Biogas Club, [email protected] Abrahamse philippe, AAMF, [email protected] Burnel Maxime, AAMF, [email protected] Drouilhet Christine, AAMF, [email protected] Forzy Gregoire, AAMF, [email protected] Thorey Joseph, AAMF, [email protected] Devillairs Michel, AAMF, [email protected] Brosset Denis, AAMF, [email protected]

IRL Noel Gavigan, IBA, [email protected] Tommy Costello, Bioelectric, [email protected]

PL RafalOdrobinski, Ekoefekt, r,[email protected] MaciejRobakiewicz, Energy Conversation Foundation, [email protected] Malgorzata Kachniarz, Fundeko, [email protected]

SK Jan Gadus, Slovak University of Agriculture ina Nitra, [email protected]

B De Mey Jonathan, Biogas-e, [email protected] Bart Verstrynge, KBC, [email protected] Palmaers Jan, Bioelectric, [email protected]

P Artur Nogueira, Sust4ambiente, [email protected] Luis Ferreira, Instituto Superior Agronomia, UTL, [email protected]

I Solavaggione Dario, Consorzio Monviso Energia, [email protected] Andrea Chiabrando, Sta engineering Srl, [email protected] GSE, Italian power grid manager, www.gse.it

ESP Begona Ruiz, Departemento de Medio Ambiente, Bioenergia e Higiene Industrial

DK Kasper Stefanek, Hededanmark, [email protected] Karen Jørgensen, SEGES, [email protected]

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48 | Panoramica di mercato della digestione a micro scala

5.1 Numero di aziende comprese nella definizione nazionale di impianto di biogas di piccola taglia

Ai “key players” è stato chiesto di indicare quante aziende, in ciascun Paese, si trovano nel range dimensionale (n° di capi allevati) corrispondente a quella che è considerata essere la dimensione adatta per l’implementazione di un impianto di biogas di piccola taglia secondo la “definizione nazionale” di tali impianti. Le stime sono elencate nella tabella 21 per quei paesi partecipanti che hanno una definizione nazionale.

Table 21 Numero di azinede comprese nella definizione nazionale di impianto di biogas a micro scala

Paese Numero di aziende all’interno del range di taglia coperti dalla definizione nazionale di impianto di biogas a micro scala.

NL 15,000

D 75,000 (stima grezza)

F Circa 8000

PL 7600

B Circa. 1000 in totale

I 15,000-20,000 <100 range kW; 1,000-1,500 range 200-300 kW (circa)

5.1.1 Ulteriori commenti sul numero di aziende

5.1.1.1 GERMANIA

German Biogas Association:

In generale esistono circa 200.000 aziende agricole con allevamenti in Germania, di cui 40.000 con più di 100 unità di bestiame adulto (UBA) che, potenzialmente, potrebbero risultare interessate alla realizzazione di un impianti di digestione anaerobica di piccola taglia.

Considerando anche gli allevamenti >50 LU, il numero cresce di ulteriori 35.000 aziende agricole.

German BiomassResearchCenter:

a) Se il letame è sufficiente per ciascuna fase operativa, nella Germania occidentale sono poco più di 20 le aziende interessate; l'abolizione delle “quote latte” tuttavia probabilmente imporrà dei cambiamenti strutturali quali l’ ampliamento delle dimensioni delle aziende nonché del loro numero con 500 LU (stimati 350 LU di allevamenti da latte ad elevate prestazioni, privi di giovani bovini, in cui tutti gli avanzi di foraggio finiscono negli impianti di biogas).

b) In base al German Renewable Energy Source Act (RESA) almeno l’80% del refluo prodotto dall’azienda (liquame o letame) deve essere utilizzato per l’alimentazione dell’impianto affinchè esso possa ricevere gli incentivi speciali destinati ai piccoli impianti di biogas. Il restante 20% di co-substrato, che in casi estremi può però rappresentare oltre il 70% degli imput energetici (cereali, grano come co-substrato in aggiunta ad un liquame con un alto contenuto di acqua), condiziona le dimesione delle aziende (intesa come numero necessario di bestiame che deve essere presente ). Di pari passo cresce il numero di aziende agricole potenziali, almeno diverse centinaia (con trend crescente a causa dei cambiamenti strutturali nella Germania Ovest).

c) Tuttavia, alcuni impianti, che funzionano con solo liquame ed al di sotto del limite di 75 kWel della RESA, possono risultare comunque economicamente efficienti per le aziende agricole quando si riesce a realizzare l’impianto a basso costo se l’imprenditore per esempio: rinuncia all’ equiti return (ROE) (utilizza quindi il proprio capitale al fine di garantire il lavoro per il

successivo 'operatore o utilizza forza lavoro esterna),

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

Panoramica di mercato della digestione a micro scala | 49

ha elevate garanzie (immobiliari) o bassi debiti (legati a bassi tassi di interesse, cosa che migliora il grado di efficienza degli investimenti),

riduce l'investimento attraverso un elevato apporto di lavoro

5.1.1.2 BELGIO

Il potenziale in Belgio è stato stimato sulla basa delle quote latte attribuite a partire dal 2014. Una vacca corrisponde ad una “dimensione aziendale” pari a 70 vacche da latte mentre il più piccolo digestore utilizzabile, da 10 kW, ha una necessità di alimentazione minima di letame pari alla quantità di effluente prodotto da 70vacche. In Belgio ci sono pertanto 1.350 aziende agricole che,potenzialmente, potrebbero realizzare un digestore da 10 kW, e 300 aziende agricole che potrebbero installarne uno più grande di 20 kW.

Tabella 22 Potenziale teorico per gli impianti di biogas in Belgio.

Potenziale teorico per gli impianti in Belgio

10 kW: 70-140 vacche 20 kW: >140 vacche

Fiandre 720 aziende 200 aziende

Vallonia 630 aziende 100 aziende

Totale 1.350 aziende 300 aziende

Totale MW 13,5 MW 6 MW

5.1.1.3 FRANCIA

5.1.1.3.1 AZIENDE ZOOTECNICHE:

Nel complesso sono presenti in Francia circa 175.000 allevamenti bovini di cui 75 000 con bovini da latte. Oggi la dimensione media delll’azienda lattifera francese è pari a 50 vacche. Solo 3500 aziende da latte hanno più di 100 vacche, tra queste ci sono 1000 allevamenti nei quali gli animali sono a stabulazione fissa; tuttavia,l'abolizione delle quote latte ha comportato un ampliamento delle aziende zootecniche ed il numero di quelle che hanno più di 100 vacche è in continuo aumento.

La produzione lattiero-casearia è concentrata principalmente nella parte occidentale della Francia. La Bretagna, la Loira e la Normandia producono il 49% del latte francese con il 47% delle vacche e il 43% delle aziende da latte. In queste regioni la crescita e l'ammodernamento delle aziende da latte sono suscettibili di essere ancora più significativi.

5.1.1.3.2 AZIENDE SUINICOLE:

Ci sono circa 22.000 allevamenti di suini in Francia di cui il 20% ha più di 200 scrofe e il 5% più di 500. Questa produzione è sviluppata principalmente in Bretagna (57%), nella Loira (12%) e nella parte occidentale della Francia.

5.1.1.4 DANIMARCA

L'interesse per gli impianti di biogas di piccola taglia si riscontra soprattutto tra gli agricoltori biologici. I produttori di latte biologico tendono infatti ad allevare meno bestiame rispetto alla media. Inoltre i piccoli agricoltori biologici che coltivano seminativi possono usufruire degli impianti di biogas di piccola scala per concimare le colture intercalari.

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50 | Panoramica di mercato della digestione a micro scala

5.1.1.5 PORTOGALLO

La ricerca ha dimostrato che in Portogallo 1300 allevamenti sono adatti per l’installazione di impianti di

biogas di piccola taglia; infatti la normativa locale permette di utilizzare l’energia elettrica prodotta da

impianti di biogas a supporto del consumo energetico degli allevamenti.

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

Panoramica di mercato della digestione a micro scala | 51

5.2 Aziende esistenti con un impianto di biogas a micro scala

Nella tabella 23 è riportato il numero di aziende che hanno installato un impianto di biogas su micro scala

Tabella 23 Aziende agricole che hanno già installato un impianto di biogas su micro scala

Paese Numero di aziende con un impianto di biogas a microscala

NL Circa 10

UK 23

D Circa 660

AT 60-70

F Circa 17

IRL 3

PL 1

SK 1

B 71

P Ancora nessun impianto

I 69

ESP 6

DK 60

5.2.1 Ulteriori commenti sulle aziende che hanno un impianto di biogas a di piccola taglia

5.2.1.1 GERMANIA

German Biogas Association

A causa del gran numero di impianti di biogas tedeschi che utilizzano il letame si può ipotizzare che già circa 5.000 aziende zootecniche operino con un impianto di biogas e si stima che circa 660 di esse possano rientrare nelle definizione tedesca di piccolo impianto di biogas.

German BiomassResearchCenter

Quasi tutti i singoli esempi descritti a pagina 38 hanno probabilmente già installato un piccolo impianto di biogas.

Si stima quindi che il 10-20% di questi abbiano un piccolo impianto di biogas.

Nella tabella 24 sono illustrate le diverse motivazioni che inducono gli agricoltori ad installare un impianto. Dal suo esame emerge che le motivazioni sono diverse nei diversi Paesi coinvolti. Ciò è dovuto alle differenti condizioni generali presenti, sia per la produzione animale sia per la produzione di biogas.

5.2.1.2 FRANCIA

In Francia ci sono ancora molti pochi impianti di piccola taglia, in quanto difficilmente si dimostrano redditizi sotto il profilo economico.

Attualmente sono in funzione, negli allevamenti suinicoli francesi, due o tre piccoli impianti di biogas mentre in Bretagna circa cinque nuovi progetti sono previsti per il 2015, nella stessa tipologia di allevamento.

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52 | Panoramica di mercato della digestione a micro scala

La maggior parte dei piccoli impianti AD riguarda tuttavia gli allevamenti di bovini. Il numero esatto non è noto, ma è stimato pari a circa dieci. Dieci altri progetti dovrebbero essere stati pianificati per il 2015.

5.2.1.3 PORTOGALLO

Non ci sono attualmente ancora impianti, ma “le condizioni al contorno” consentono l’uso di energia

elettrica auto prodotta da impianti di biogas in sostituzione del consumo di energia che avviene all’interno

della stessa azienda agricola. E’ tuttavia necessario fornire ulteriori informazioni agli agricoltori circa questa

opzione. Un’altra sfida è il finanziamento degli impianti.

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

Panoramica di mercato della digestione a micro scala | 53

5.3 Le motivazioni degli agricoltori per installare un impianto di biogas di piccola taglia

Le diverse motivazioni che inducono gli agricoltori ad installare un impianto sono elencate nella tabell 24.

Tabella 24 Le motivazioni degli agricoltori

Paese Motivazioni principali per l’installazione di un impianto di biogas su micro scala

NL Trattamento del refluo zootecnico

UK Ottenere più reddito

D Aumento del profitto, riduzione degli odori, miglioramento della qualità del letame (mitigazioni per la società per la CO2), produzione di energia

A Nonostante il fatto che l’energia elettrica autoprodotta sia più costosa di quella prelevata dalla rete, l’autosufficienza energetica è spesso citata come motivazione principale per l’installazione di un impianto di biogas di piccola taglia. Ulteriori motivazioni sono la riduzione di odori molesti e una migliore qualità dei fertilizzanti. In realtà sussistono molti altri vantaggi apportati dalla costruzione di un impianto di biogas a micro scala quali la protezione del clima, l’approvigionamento energetico con il picco di domanda, lo stoccaggio a bassa emissione e lo spandimento, il miglioramento degli odori, un breve tragitto per il trasporto del substrato e del digestato, la decentralizzazione della produzione energetica.

F Migliori condizioni di lavoro e di reddito

IRL Nuove fonti di reddito

PL Benefici economici

SK L’utilizzo efficiente del letame, del liquame e degli scarti biologici riduce parzialmente i costi energetici

B Risparmio sui costi energetici

P Riduzione dei costi energetici in azienda

I Miglioramento del valore del refluo, incentivi economici

ESP Autoconsumo energetico (risparmio di carburante) e miglioramento della gestione dei rifiuti

DK La principale motivazione, sia per i produttori di bestiame che di colture, potrebbe essere legata all’utilizzo di un migliore fertilizzante, ma anche come nuovo ramo dell’attivit{ per utilizzare le proprie risorse.

5.3.1 Ulteriori commenti sulle motivazioni

5.3.1.1 GERMANIA

German Biogas Association & German BiomassResearchCenter

Per gli agricoltori: reddito supplementare alternativo, riduzione delle emissioni di odori, miglioramento della qualità del letame, ridotta attivit{ dei semi delle piante infestanti come l’acetosa, riduzione della piaga delle mosche per la privazione di cibo, uccisione dei germi, possibilità di utilizzare il liquame come fertilizzante in zone vicine ad aree residenziali che potrebbero in precedenza essere trattate solo con concimi minerali a causa dell'odore prodotto, produzione di fertilizzante efficace, produzione di calore per l'azienda agricola.

Per il legislatore: evitare l’emissione di gas serra provenienti dai reflui e dall’uso energetico dei residui agricoli (produzione di bioenergia senza creare conflitti tra produzioni alimentri ed energetiche)

Per l’industria del biogas: possibilità in Germania di continuare a costruire/vendere impianti.

5.3.1.2 FRANCIA

La motivazione principale per gli agricoltori è quella di approfittare dei vantaggi offerti dagli impianti di piccole dimensioni senza gli svantaggi propri delle grandi unità. Essi vogliono prima di tutto rimanere

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54 | Panoramica di mercato della digestione a micro scala

agricoltori, non diventare produttori di energia, si tratta quindi di integrare l’impianto di biogas all’interno dell’allevamento al fine di migliorare la produttività e le condizioni di lavoro dell’azienda attraverso un reddito aggiuntivo e un ulteriore risparmio di energia.

Cercano così di modernizzare l’allevamento esistente.

Inoltre sono anche interessati a migliorare la qualità letame.

5.4 Valutazione del sistema incentivante esistente

La tabella 25 indica la valutazione fatte dai “key players” circa le “condizioni di lavoro” esistenti ed in particolare se esse siano sufficientemente favorevoli da incoraggiare o avviare lo sviluppo di un mercato per gli impianti di piccola scala.

Tabella 25 Sono gli incentivi sufficientemente sostenuti ?

Paese Sono gli incentivi abbastanza forti per incoraggiare l’aumento del numero di impianti?

NL No per il momento. I costi sono troppo alti o la necessità di effettuare trattamenti al letame non è abbastanza alta

UK Sì

D Sì e no. Alti requisiti tecnici e legali portano ad un aumento dei costi d’investimento. Gli investimenti sono considerati più favorevoli quando integrati nello sviluppo aziendale.

A No

F No

IRL No

PL No, gli incentivi bassi restringono lo sviluppo, sono preferiti impianti grandi.

SK No, gli incentivi economici non sono considerati abbastanza forti da incoraggiare l’aumento del numero di impianti

B Sì

P Sì, piccoli impianti sono autorizzati a sostituire il consumo di energia in azienda, ma c'è una mancanza di conoscenza e di finanziamento per gli impianti di biogas micro scala.

I Inizialmente sì per gli impianti piccoli, ma attualmente non ci sono fondi disponibili. Insufficienti per impianti grandi

ESP Un recente cambiamento al regolamento per le energie rinnovabili ha soppresso gli incentivi per i nuovi impianti

DK Probabilmente no se nuovi concetti di sviluppo di impianti a minor costo non sono introdotti.

5.4.1 Ulteriori commenti sugli incentivi

5.4.1.1 GERMANIA

German Biogas Association

Gli incentivi economici sono migliorabili. Attualmente il raggiungimento dei requisiti giuridici e tecnici previsti comporta costi di investimento sproporzionati per i piccoli impianti di biogas. Questo ostacola la decisione di investire in tal senso e determina conseguentemente la necessità di incentivi più elevati.

German BiomassResearchCenter

In concomitanza con la costruzione di una nuova stalla gli incentivi sarebbero sufficienti, viceversa non sempre nel caso di ampliamento della stalla e/o delle strutture di stoccaggio del liquame. Il supplemento per le strutture di allevamento esistenti sarà in alcuni casi economico con la contabilità del costo pieno.

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

Panoramica di mercato della digestione a micro scala | 55

La sostenibilità degli investimenti nelle aziende agricole si verifica, eventualmente, dal punto di vista economico, se gli agricoltori:

rinunciano al ritorno del capitale netto:

Utilizzano parte del proprio capitale per assicurare il posto di lavoro al successore dell’azienda o

utilizzano un lavoratore esterno con elevate competenze.

Sono in grado di fornire elevate garanzie (es. immobiliari) o hanno pochi debiti:

Un basso livello di debiti in azienda comporta talvolta bassi interessi attivi. Questo migliora la

redditivit{ dell’investimento. L’aumento del rischio che ne deriva per l’intera azienda viene effettuato

per lo sviluppo del business aziendale.

Riduce i costi di investimento attraverso l’apporto di manodopera aziendale.

I costi associati (usando macchinari propri e lavoro interno ed eventualmente anche altri beni comuni

della società) non vengono considerati nella valutazione dell’ammontare degli investimenti, ma essi

vengono comunque messi a disposizione dello sviluppo del business.

Una grande percentuale di aziende agricole sono sopravvissute al cambiamento degli ultimi decenni in

Germania e si sono sviluppate fino allo stato attuale, ulteriori passi avanti potranno solo essere fatti con

strategie di sviluppo quali quelle sopra evidenziate.

5.4.1.2 AUSTRIA

AGRI-FOR-ENERGY 2

Le attuali tariffe non aumenteranno in modo sostanziale la volontà di investire nel settore del biogas. Con l’attuale struttura tariffaria è quasi impossibile realizzare di impianti di biogas. L’attuale impostazione tariffaria prevede infatti obbligatoriamente un utilizzo pressoché completo del calore (bonus KWK) durante l'intero anno. Nei mesi estivi, tuttavia, vi è una minore necessità di calore ed anche l’immissione di biogas nella rete è, in tale periodo, un problema a causa della bassa domanda.

BiogasIN

Al momento in Austria non ci sono i presupposti per la realizzazione di nuovi impianti di biogas a causa delle basse tariffe incentivanti. Dal 2005, gli investitori hanno reagito in modo prudenziale rispetto ad investimenti in nuovi impianti di produzione di biogas a causa delle condizioni insicure.

NÖ Landes-Landwirtschaftskammer

Le entrate derivanti dagli incentivi non sono in grado di coprire il costo di un impianto MSD. Gli investimenti e i costi di gestione sono troppo elevati e diventeranno più costosi con il trascorrere del tempo poiché i costi di manutenzione aumenteranno con l’et{ dell’impianto.

BiogasHeat

Secondo il BMLFUW (2011) il potenziale di sviluppo del biogas fino al 2020 è di circa 21 PJ o 6000 GWh di energia finale, da cui 650.000 famiglie austriache potrebbero essere fornite con l'elettricità (assumendo un rendimento del 38% e 3500 kWhel di consumo per famiglia).

Il Ökostromgesetz 2012 (Green Electricity Act 2012) prevede fino al 2020 lo sviluppo di ulteriori 1.300 GWh (200 MW di potenza elettrica installata) derivante dalle biomasse e dal biogas se ci sarà una sufficiente quantità di substrati.

Attualmente, le tariffe incentivanti per la produzione di energia elettrica sono comprese tra 12,93 cent / kWh (potenza> 750 kW) e 19,5 cent / kWh (potenza <250 kW). Secondo ÖSETVO (2012), alla scadenza del contratto le tariffe saranno tagliate a 9,95 cent / kWh. L’Austria garantisce un bonus di cogenerazione di 2 cent / kWh per l'energia elettrica prodotta in un'unità di cogenerazione efficiente se il fattore di efficienza è

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56 | Panoramica di mercato della digestione a micro scala

di almeno 0,6 (secondo KWK-Gesetz, § 8 Abs. 2). Sono stati anche garantiti dei fondi per i costi di esercizio (massimo 4 cent/kWh) al fine di ridurre la pressione dei costi (costi di supporto e di gestione).

Tuttavia, il momento successivo al termine del contratto con OeMAG è fondamentale. L’incognita sul seguito delle politiche di sostegno rappresenta il principale collo di bottiglia nel mercato del biogas. Un quadro giuridico adeguato in termini di tariffe per il calore e l’elettricità prodotta a lungo termine garantirebbe maggiore sicurezza e rafforzerebbe ulteriormente gli investimenti.

Il ruolo delle banche è fondamentale per lo sviluppo del settore del biogas in quanto forniscono immediatamente la liquidità necessaria; tuttavia le banche al giorno d'oggi sono riluttanti a concedere prestiti. Un loro forte impegno insieme a quello dei politici è quindi fondamentale per rivitalizzare il mercato austriaco del biogas.

5.4.1.3 FRANCIA

Attualmente gli incentivi economici sono migliorabili. Essi si basano principalmente su una politica di incentivazione della produzione di energia rinnovabile e hanno lo scopo di ridurre il consumo di energia fossile. In questo modo la redditività dei progetti AD dipende essenzialmente dalla quantità di energia elettrica prodotta e dalla capacità di utilizzare il calore del biogas in sostituzione dell’energia fossile. Il risparmio di energia elettrica non è preso in considerazione perché in Francia l'energia elettrica è essenzialmente prodotta dalle centrali nucleari. Gli impianti di biogas aziendali, inferiori a 150 kW, offrono alcuni vantaggi, ma spesso gli incentivi non sono sufficienti per la sostenibilità economica degli impianti di piccola taglia. Dovrebbero quindi esistere condizioni speciali per gli impianti di dimensione inferiore a 100 kW:

a. la tariffa incentivante per la produzione di elettricità dovrebbe rispettare il principio di proporzionalità per gli impianti di potenza inferiori a 100 kWhe

b. il calore utiizzato per il processo (per es. riscaldamento del digestore) dovrebbe essere conteggiato come calore immesso nella rete: il tasso del 70% viceversa non può essere raggiunto dagli impianti inferiori a 100 kWhe (che utilizzano per il proprio processo la maggior parte del calore prodotto).

In linea generale, il risparmio di energia elettrica, nonché i benefici ambientali, come la riduzione dei gas a effetto serra, dovrebbero essere incoraggiati da incentivi economici adeguati.

5.4.1.4 PORTOGALLO

In generale le condizioni di lavoro sono sufficientemente buone tuttavia la crisi economica fra gli agricoltori

impedisce loro di reperire i fondi necessari per gli investimenti; probabilmente una possibilità è offerta dai

progetti finanziati dall’UE.

In alcuni casi tuttavia i parametri economici non costituiscono gli unici ostacoli, pertanto ai principali “key players” è stato chiesto anche di identificare le altre “barriere”. Le loro risposte sono elencate nella tabella 26.

Tabella 26 Possono essere individuate alter barriere ?

Paese Possono essere individuate alter barriere?

NL Legislazione

UK Legislazione

D Requisiti tecnici e legislativi e problemi di finanziamento

A Standard tecnici, standard di sicurezza

F Regolamenti sulla sicurezza e sul digestato e finanziamenti dalle banche

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

Panoramica di mercato della digestione a micro scala | 57

IRL Regole speciali per l'utilizzo sottoprodotti animali escludono l'uso di questi substrati su piccola scala.

PL Not identified for the moment

SK Low incentives to farmers to solve the efficient disposal of biodegradable waste.

B Non identificate al momento

P Necessità di informazioni sugli impianti di biogas a micro scala per il finanziamento

I Processo autorizzativo complesso e incerto

ESP Bassa conoscenza della tecnologia, pochi esempi di successo per fare comparazioni. In alcuni casi mancanza di spazio.

DK L'utilizzo del calore è difficile. Gli allevatori sono in crisi profonda e non sembrano in grado di raccogliere fondi.

5.4.2 Ulteriori commenti su altre barriere

5.4.2.1 GERMANIA

German Biogas Association:

La costruzione di nuovi impianti è limitata prevalentemente dall’incertezza degli aspetti giuridici e dalla loro costante crescita, come ad esempio il nuovo regolamento sugli impianti di trattamento delle sostanze pericolose per l'acqua (AwSV), il previsto decreto sul biogas, il regolamento per la sicurezza degli impianti tecnici programmata della Commissione sulla sicurezza degli impianti (TRAS Biogasanlagen), le norme tecniche per le sostanze pericolose durante la produzione di biogas (TRGS), l'ordinanza sui fertilizzanti (DUV) o la nuova linea guida VDI 3475 per la riduzione delle emissioni degli impianti a biogas in agricoltura (fermentazione di colture energetiche e reflui).

Anche ottenere i necessari finanziamenti rappresenta una difficoltà poiché molte banche non sono più interessate a finanziare progetti di produzione di biogas (anche perché, tra le altre cose, la redditività dei piccoli sistemi si rivela incerta).

Oltre a ciò molti nuovi progetti di produzione di biogas incontrano l’opposizione dell’opinione pubblica con petizioni contrarie alla realizzazione di tali opere.

German BiomassResearchCenter

a) Legge di approvazione: manca un “requisito obbligatorio per le modifiche strutturali in azienda” e per superare una certa dimensione aziendale (ad esempio 150 LU)

b) La promozione degli investimenti agricoli: (i) la promozione degli investimenti agricoli (specifica per ciascun stato federale) è in parte

controproducente. Essa supporta, ad esempio, la costruzione di nuove stalle, ma non lo stoccaggio del letame prodotto. Di conseguenza, un gran numero di nuove stalle vengono costruite con la fossa del liquame sotto la stalla (come parte della costruzione della stalla). La realizzazione di un impianto di biogas con la fossa del liquame nel piano interrato della stalla, risulta tecnicamente più difficile e richiede uno sforzo maggiore in fase di esercizio (gestione del flusso); inoltre riduce la resa in gas e le emissioni (a causa della minore freschezza del refluo prima che esso giunga all'impianto di biogas) ed è quindi complessivamnente più costoso.

(ii) Le opportunità di promozione degli investimenti agricoli non sono attualmente utilizzate; per richiedere l'implementazione di un MSD alimentato con reflui zootecnici bisogna superare certe variabili operative e determinate condizioni.

c) Compensazione: Il limite di 75 kWel previsto dalla Renewable Energy Sources Act (RESA) si riferisce alla sola potenza elettrica installata, non alla potenza nominale. Questo priva questi impianti non solo della possibilità di una gestione efficiente (ad esempio in combinazione con impianti fotovoltaici come nel sud della Germania), ma impedisce anche la produzione di calore in inverno

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58 | Panoramica di mercato della digestione a micro scala

d) Carenza di terreno: a causa delle crescenti dimensioni delle aziende (soprattutto dopo l'abolizione delle quote latte) la terra disponibile incomincia a scarseggiare. Ciò è particolarmente vero per le zone di coltivazione a mais insilato che può essere utilizzato come co-substrato per la produzione di biogas (quota ammissibile fino al 20% nei piccoli sistemi), ma è anche l’alimento principale che porta ad un alto rendimento delle mandrie di bovine da latte.

e) Immagine degli impianti di produzione di biogas: Negli ultimi anni l’immagine del biogas nella pubblica opinione è peggiorata ed è piuttosto bassa. Ciò soprattutto a causa dei mass media e delle “petizioni pubbliche” frequentemente organizzate contro gli impianti a biogas (questo scoraggia gli agricoltori ad integrare nell’azienda un impianto di produzione di biogas o, in generale, ad investire in un progetto di produzione di biogas).

5.4.2.2 FRANCIA

Il regolamento sugli impianti AD è stato semplificato negli ultimi anni, ma non abbastanza per i piccoli impianti.

Le questioni relative alla sicurezza o ai servizi igienico-sanitari, per esempio, vengono trattate in modo simile sia che si tratti di impianti di micro scala AD sia che si tratti di impianti di medie dimensioni richiedendo stessi studi e strutture pur se i rischi, nei vari casi, risultano essere molto diversi.

Il digestato viene considerato come una matrice organica a causa della presenza di reflui nel digestore e quindi non può essere utilizzato come fertilizzante minerale (ciò anche se la parte liquida viene separata dal solido). Gli agricoltori devono pertanto rispettare le stesse regole come se si trattasse di letame o liquame (piano per lo spandimento, distanze di spandimento…..). Nelle regioni in cui molti degli agricoltori incontrano difficoltà a gestire il loro letame secondo le regole ambientali vigenti, un impianto AD non rappresenta per tanto una soluzione per loro, a meno che non permetta di esportare una parte di azoto o fosforo all’esterno dell’azienda. In questo caso i costi di investimento però aumentano e i progetti relativi ad impianti di piccola scala sono più redditizi. Questo è vero, per esempio, in particolare per gli allevamenti suinicoli in Bretagna.

Il reperimento dei finanziamenti necesari è anch’esso difficile, perché le banche sono sempre più esigenti riguardo le garanzie finanziarie richieste.

Le due tabelle che seguono mostrano come i principali “key player” di ciascun ogni paese vedono lo sviluppo del mercato per gli impianti di biogas a micro scala, nell’ipotesi che i presupposti di base rimangano invariati e cambino in condizioni più favorevoli.

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

Panoramica di mercato della digestione a micro scala | 59

5.5 Potenziale di mercato senza cambiamenti nelle precondizioni

Dal momento che non esiste una definizione univoca di impianto di biogas di piccola taglia valida per tutti i

paesi europei, la stima del potenziale di mercato è stata basata sulle valutazioni fatte dai key players in

quanto soggetti a conoscenza, nei rispettivi paesi, della “politica incentivante lo sviluppo di questo

settore”, della legislazione vigente e delle aspettative degli agricoltori. L’approccio per la stima del

potenziale di mercato è stato dunque di tipo “qualitativo”, basato sulle conoscenze e sulle esperienze dei

key actors, con l’assunto che le condizioni generali restino quelle esistenti nel momento di stesura di

questa nota.

Tabella 27 Stima del mercato potenziale per impianti di biogas a micro scala nelle nazioni se le condizioni base non sono cambiate

Paese Stima del mercato potenziale per impianti di biogas di piccola taglia nelle nazioni se le condizioni di base non cambieranno

NL Circa un centinaio

UK 1,6 GW

D 10-100 impianti per anno

A Eventualmente molto basso

F Molto basso

IRL Basso, al massimo 10 impianti

PL Basso

SK Il mercato potenziale in Slovenia potrebbe permettere la costruzione di circa 20 impianti a biogas utilizzando come biomassa letame e liquame.

B 2 MW

P C’ è un potenziale, abbiamo bisogno di iniziare e diffondere informazioni

I Basso

ESP Max. 5% dei siti che coprono i requisiti tecnici (substrati, spazio, terra disponibile per distribuzione del digestato, etc.) – stima approssimativa.

DK Basso 2-5 impianti per anno

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60 | Panoramica di mercato della digestione a micro scala

5.5.1 Ulteriori considerazioni sul potenziale di mercato in uno scenario di condizioni invariate

5.5.1.1 GERMANIA

German Biogas Association

Lo sviluppo del settore degli impianti a biogas di piccola taglia dipende molto dagli obblighi futuri riguardanti i requisiti per la costruzione, l’esercizio e la manutenzione.

In base ad una stima approssimativa, circa da 50 - 100 impianti di biogas di piccola taglia potranno essere costruiti ogni anno.

German BiomassResearchCenter

In teoria il potenziale di mercato in Germania per i piccoli impianti di biogas è grande: se gli ostacoli di cui sopra verranno rimossi, relativamente alla remunerazione corrente e alla promozione degli investimenti agricoli, l'immagine generale della produzione di biogas migliorerà. Entro il prossimo decennio si prevede un incremento nel numero degli investimenti nell’ambito di nuove costruzioni. Se il sostegno agli investimenti agricoli sarà modificato in modo tale che l’impianto di biogas possa essere facilmente realizzato nell’ambito di nuove stalle anche in un momento successivo, si farà un importante passo avanti verso lo sviluppo di un ambiente favorevole. Se le opportunità offerte ai piccoli impianti di digestione anaerobica dalla legge in via di approvazione saranno migliorate, il teorico potenziale di mercato potrà concretizzarsi. In caso contrario, andrà perduto per i prossimi decenni.

5.5.1.2 FRANCIA

In questo momento è difficile stimare l'effettivo potenziale di mercato degli impianti AD di piccola taglia. Molte persone sono ancora scettiche circa la redditività delle tecnologie esistenti. Quindi, prima di tutto, è molto importante essere in grado di analizzare e confrontare i risultati tecnici ed economici relativi alle prime realizzazioni. Un sondaggio, finanziato da ADEME, è attualmente in corso ed i primi risultati sono attesi per l'inizio del 2015.

In ogni cao in questo momento i fornitori hanno già dei progetti indirizzati principalmente verso le aziende di produzione del latte e la realizzazione di 15-20 nuovi impianti di piccola taglia all'anno, sembra essere un obiettivo raggiungibile. Un ulteriore sviluppo potrà avvenire in relazione ai cambiamenti strutturali indotti dalla soppressione delle quote latte.

I progetti connessi con gli allevamenti suinicoli sono meno numerosi. Nei luoghi ove gli impianti sono più numerosi e dove quelli di minori dimensioni potrebbero avere maggior sviluppo, le attuali difficoltà legate alla gestione dei reflui, derivanti dal bilancio dei fertilizzazione di azoto e fosforo, rappresentano spesso un freno allo sviluppo di questo tipo di impianti. Nelle condizioni attuali pertanto le prospettive non sembrano molto promettenti.

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

Panoramica di mercato della digestione a micro scala | 61

5.6 Potenziale di mercato nell’ipotesi di un cambiamento delle condizioni attuali

Dal momento che non esiste una definizione univoca sugli impianti di biogas di piccola taglia in tutti i paesi

europei, la presente stima si basa sulle valutazioni dei “Key players” poiché essi sono a conoscenza,

ciascuno nei rispettivi paesi, dell’impianto legislativo in cui la tecnologia si sviluppa, delle politiche di

sostegno e delle aspettative degli agricoltori. Quindi si è sviluppato un approccio “qualitativo” per la stima

del potenziale di mercato, basata sulle conoscenze ed esperienze dei “Key players” e su una previsione di

quello che succederà nei rispettivi paesi.

Nella tabella 28 è riportata una stima del potenziale dei micro impianti di biogas in ogni paese nell’ipotesi

di un cambiamento dei presupposti di base.

Tabella 28 Stima del potenziale di mercato per gli impianti a micro scala di biogas nel paese se i presupposti di base cambiano in condizioni più favorevoli.

Paese Stima del potenziale di mercato per gli impianti a micro scala di biogas nel paese se i presupposti di base cambiano in condizioni più favorevoli

NL Più di mille

UK Forse il doppio, quindi circa 3,2 MW

D Considerevoli, ma non indicabili

A Limitati a causa di strutture agricole di piccole dimensioni

F Alta

IRL Dipende da come le precondizioni migliorino

PL 1000 impianti come stima grezza

SK Circa 280 impianti di biogas

B 5 MW

P Il problema principale è la situazione economica per gli agricoltori, il livello di informazione e i finanziamenti dei progetti, ma queste barriere possono essere superate e c'è un bel potenziale in Portogallo, forse il 10% delle aziende a conduzione familiare

I High

ESP Più del 20% dei siti che coprono i requisiti tecnici (substrati, spazio, terra disponibile per distribuzione del digestato, etc.) – stima approssimativa.

DK 100-200 Molti agricoltori sono già collegati ad impianti centralizzati

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62 | Panoramica di mercato della digestione a micro scala

5.6.1 Ulteriori commenti sul potenziale di mercato se migliorano le precondizioni

5.6.1.1 GERMANIA

German Biogas Association

Il teorico potenziale di mercato dei piccoli impianti di biogas dovrebbe essere applicato principalmente a tutte le aziende agricole disponibili in Germania che fertilizzano i suoli. Non tutte le aziende zootecniche tuttavia hanno la dimensione necessaria per la realizzazione di impianti di piccola taglia. A fronte di ciò, si possono pensare impianti di biogas gestiti collettivamente tenendo conto dei requisiti di sanità e salute da garantire agli animali. Le distanze massime di trasporto del liquame devono essere considerate sulla base della realtà economica. Realisticamente, quindi, si può pensare all'uso di un equivalente pari a due terzi del concime agricolo utilizzato in Germania. I requisiti relativi alla riduzione delle emissioni (copertura obbligatoria delle vasche di stoccaggio del liquame) possono causare un maggiore utilizzo, ma comportano anche un cambiamento strutturale più rapido.

German BiomassResearchCenter

In teoria la Germania ha un vasto potenziale di mercato per i piccoli impianti di biogas. Il boom previsto nella costruzione di nuove strutture/allevamenti potrebbe diventare un veicolo per i futuri investimenti in MSD a condizione che le procedure di approvazione degli impanti vengano modificate per i piccoli impianti di biogas e che il sostegno degli investimenti in agricoltura venga modificato.

5.6.1.2 FRANCIA

Potenzialmente tutte le aziende indicate sopra potrebbero essere interessate alla realizzazione di un piccolo impianto. Nella migliore delle ipotesi potrà realizzarsi per i due terzi di esse, considerando i potenziali impianti collettivi, le difficoltà di ritrarre reddito dal calore e di connettersi alla rete elettrica.

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

Panoramica di mercato della digestione a micro scala | 63

5.7 Cambiamenti raccomandati dai “Key players”

Infine ai “key players” è stato chiesto di fornire delle raccomandazioni su quali cambiamenti pensano siano necessari per promuovere gli impianti di biogas di piccole dimensioni in ogni paese.

Tabella 29 I cambiamenti che gli attori chiave raccomandano

Paese Quali cambiamenti gli attori chiave raccomandano?

NL Aumento profitti per elettricità/gas. Miglioramento dei costi di digestione. Legislazione semplificata (sarà disponibile a metà 2015)

UK Più possibilità per LNG e legislazione semplificata

D Miglioramento delle condizioni (es. obbligo di implementare la digestione anaerobica se si superano determinate dimensioni aziendali), rimozione di barriere tecniche e legali, standardizzazione del sistema

A Rimozione delle barriere

F Diminuire i costi di installazione grazie ad aiuto finanziario maggiore

Rivalutare la tariffa omnicomprensiva rispettando il principio di proporzionalità per gli

impianti sotto i 100 kWhe

Semplificazione delle procedure di approvazione

Semplificazione per la connessione alla rete elettrica

Aumentare la durata della tariffa omnicomprensiva da 15 a 20 anni

IRL Sovvenzionare calore ed elettricità da scala ridotta AD

PL Migliorare l’economia degli impianti di biogas operanti

SK Introdurre un aumento del prezzo di acquisto per l’energia prodotta dagli impianti a micro scala, per introdurre un bonus dall’utilizzo di letame e liquame negli impianti di biogas

B Stabilit{ nel regolamento sulle energie rinnovabili. Standard di qualit{ per facilitare l’uso del digestato. Permettere l’autoconsumo con bilancio netto

P Incentivi per l’elettricit{ e finanziamenti dell’UE

I Regime incentivante ed imposizione fiscali certe e garantite per l’intero priodo

ESP Stabilit{ nel regolamento sulle energie rinnovabili. Standard di qualit{ per facilitare l’uso del digestato. Permettere l’autoconsumo con bilancio netto

DK Migliorare l'economia globale della produzione di biogas a micro scala, mantenere i contributi agli investimenti esistenti.

5.7.1 Ulteriori commenti sulle raccomandazioni dei “Key players2

5.7.1.1 GERMANIA

German Biogas Association

La riduzione degli ostacoli burocratici per la costruzione ed il funzionamento di piccoli impianti di biogas.

La creazione di un quadro di sostegno economico sufficiente per la costruzione e la gestione dei piccoli impianti di biogas attraverso, per esempio, l’attuazione della legge sulle energie rinnovabili (RESA) e i programmi di finanziamento federali (per esempio i programmi di incentivazione del mercato).

La standardizzazione dei sistemi di ingegneria, e quindi, la comparabilità.

L'ulteriore sviluppo del commercio di certificati CO2.

German BiomassResearchCenter

L'inserimento di un obbligo, nella legge in approvazione, dell'integrazione degli impianti di biogas ove si realizzino cambiamenti strutturali nelle aziende agricole e per il superamento delle dimensioni di alcune di esse.

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64 | Panoramica di mercato della digestione a micro scala

Utilizzare le opportunità offerte dal sostegno agli investimenti in agricoltura per sostenere l'utilizzo di fertilizzante agricolo ottenuto dagli impianti di biogas o stimolare una migliore connessione tra la stalla ed un futuro impianto di biogas.

Migliorare la consapevolezza dei diversi “gruppi target” per la produzione di biogas.

5.7.1.2 AUSTRIA

In Austria sia le procedure di autorizzazione sia il livello dei sostegni sembrano essere inasdeguati. I key players austriaci hanno sottolineato la necessità di:

- semplificare le norme tecniche per gli impianti di piccola taglia.

- applicare procedure di approvazione semplificate per gli impianti di piccola taglia.

- offrire supporti o tariffe incentivanti più elevate.

- sviluppare impianti di biogas regionali o locali di una dimensione minima di 200 kWel (per una migliore redditività economica).

- valutare i progetti sulla base delle emissioni di CO2.

5.7.1.3 FRANCIA

Per continuare la semplificazione delle normative applicate alla costruzione e gestione degli impianti di biogas è necessario:

1. Optare per una semplificazione degli impianti con meno di 100 kWhe a. I procedimenti debbono essere proporzionali alla dimensione degli impianti b. l’utilizzo semplificato ICPE Status, come la dichiarazione di controllo (Controlled

Declaration), per l’utilizzo di alcuni sottoprodotti di origine animale non pericolosi (meno del 10 % del quantitativo in entrata).

2. Semplificare il collegamento alla rete elettrica con procedure e costi standardizzati (membri AAMF).

3. Allungare le agevolazioni per l’energia elettrica prodotta da 15 a 20 anni, in quanto una durata ventennale corrisponde maggiormente al periodo di ammortamento degli investimenti immobiliari (membri AAMF e ATEE- Biogaz Club).

Per aumentare gli incentivi economici destinati agli impianti di piccola taglia AD, bisogna tenere in maggiore considerazione i seguenti aspetti:

1. abbassare il costo degli impianti: sostenere i distributori con aiuti specifici (come il credito d’imposta per i fornitori innovativi) in modo che siano veramente qualificati ed entrino in concorrenza tra loro (membri AAMF).

2. Una tariffa elettrica incentivante che rispetti il principio di proporzionalità per gli impianti di dimensioni inferiori a 100 kWhe (membri AAMF): a. Conteggio dell’uso del calore nell’ambito del processo per il prezzo di valorizzazione b. Conteggio del risparmio energetico (compresi calore ed elettricità)

3. i vantaggi ambientali (riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, migliore gestione dell’azoto).

L'obiettivo complessivo è quello di raggiungere un costo massimo di investimento di circa 5.000 € / kWhe.

Le politiche agricole in materia di energia, ambiente e ammodernamento dovrebbero essere più coordinate.

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

Panoramica di mercato della digestione a micro scala | 65

5.7.1.4 PORTOGALLO

In Portogallo si dovrebbe sviluppare un mercato degli impianti di biogas a piccola scala che producano energia elettrica per l’auto-consumo, ma sembra, per una mancanza di informazioni, che questo non sia possibile.

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Discussione e conclusioni Una serie di impianti di biogas di piccola scala sono in funzione soprattutto in Germania, ma anche in Belgio, Austria, Francia, Danimarca, Paesi Bassi e Spagna; tuttavia nei 13 paesi considerati dall'analisi svolta la quantità totale degli impianti di questo tipo sembra essere inferiore ai 1.000.

Diversi interessanti progetti sono stati segnalati dai key players contattati nell’ambito del progetto, di questi la maggior parte sono stati progettati esclusivamente per processare gli scarti delle singole aziende agricole. Questa evoluzione è in contrasto con i primi impianti di biogas realizzati in molti paesi, nei quali la dipendenza dalle colture energetiche o dai rifiuti industriali organici era diventata il maggior ostacolo nel corso degli ultimi 10-15 anni. Tuttavia, la tecnologia e il know-how generato dall’installazione ed il funzionamento di questi impianti, sembrano in qualche misura essere stati utili per lo sviluppo di quelli di piccola scala, poiché essi sono, in alcuni casi, una versione semplificata della tipologia standard. Ne consegue che molti impianti di biogas di “micro dimensioni” risultano esser di facile installazione, grazie in parte alla possbilità di fornirli come moduli prefabbricati per una loro rapida installazione. Un approccio alternativo, per ridurre i costi di investimento, è il “fai da te avanzato” in cui l'agricoltore, con l’aiuto di un ingegnere esperto, costruisce il proprio impianto. Questo approccio si è sviluppato nel sud della Germania e in Austria all’inizio del 1990. Intanto anche gli impianti standard sono aumentati, sia in numero sia in dimensione; essi rappresentano ancora una valida opportunità per la realizzazione di impianti in piccola scala realizzati secondo gli standard tecnici e di sicurezza necessari, ma con prezzi ragionevoli. Quanto sopra potrebbe servire da modello per lo sviluppo di questo settore negli altri paesi partner. Alcuni paesi hanno dei regimi di sostegno particolari per gli impianti di biogas di piccola taglia, altri non sostengono per niente o in minima parte la produzione di biogas. In questi ultimi stati gli impianti a micro scala hanno avuto poco successo. Un loro svilupppo dipende dall’introduzione di regimi di sostegno per la produzione di biogas. In generale, secondo “gli addetti ai lavori” di ciascun paese, vi è la necessità di migliorare le condizioni di sostegno al fine di garantire un incremento degli impianti a micro scala nei 13 paesi. I key players hanno anche formulato suggerimenti su come superare le barriere di natura economica o di altro tipo. A parte le condizioni relative agli aiuti economici, sembra che in molti paesi le procedure di autorizzazione, da parte delle autorità preposte, costituiscano un ostacolo, unitamente al fatto che gli impianti di biogas di piccola taglia, devono rispettare le stesse norme di sicurezza standard previste per gli impianti di biogas di grandi dimensioni.

Al fine di migliorare la sostenibilità degli impianti di biogas di piccola taglia, questi ultimi devono essere considerati come parte integrante delle aziende agricole, in modo che vengano presi in considerazione non soltanto i vantaggi economici, ma anche gli altri benefici che ne derivano. Questo potrebbe migliorare l'utilizzo dei nutrienti presenti nei reflui zootecnici e favorire la possibilità di esportare le frazioni di reflui eccdenti i fabbisogni aziendali, nonché ridurre gli effetti derivanti dall’emissione di odori; il calore prodotto in eccesso potrebbe essere sfruttato per essiccare i cereali mitigando così le emissioni di CH4 e NH3 che provengono dalle stalle e dallo stoccaggio del letame.

La panoramica di mercato dimostra quindi come sia stato possibile individuare interessanti impianti di biogas di piccola taglia nei diversi paesi partecipanti. Il progetto BioEnergyFarm2 aiuterà quindi ad aumentare la consapevolezza su questi temi a livello europeo, contribuendo ad un trasferimento tecnologico e favorendo il potenziale sviluppo di nuovi impianti di biogas di piccola taglia nei paesi europei partecipanti.

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

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Annex 1. Bibliografia GENERALE

[1] EUROSTAT, Number of farms distributed according to the number of livestock units, LSU, 2015

[2] IEA Bioenergy Task 37 Country Overview, T.Persson, et. al., 2014

[3] Biogas Barometer -Eurobserver - November 2014

GERMANIA

[4] Leitfaden Biogas (FNR, 2013) Teamof authors: Leitfaden Biogas - Von der Gewinnung zur Nutzung. 6th completelyrevisededition, 2013, ISBN: 3-00-014333-5, publisher Fachagentur Nachwachsende Rohstoffe e.V. (FNR), Gülzow.

[5] Faustzahlen Biogas (KTBL, 2013) Authorcollective, Faustzahlen Biogas. 3rd edition, 2013, ISBN: 978-3-941583-85-6, publisher Kuratorium für Technik und Bauwesen in der Landwirtschaft e.V. (KTBL), Darmstadt.

[6] BHKW-Kenndaten 2011 (ASUE, 2011), Author collective: BHKW-Kenndaten 2011. 1st edition, 2011, publisher Arbeitsgemeinschaft für sparsamen und umweltfreundlichen Energieverbrauch e.V. (ASUE) and Stadt Frankfurt am Main, Energiereferat, Berlin, Frankfurt/Main

[7] FNR 2013 Team of authors: Leitfaden Biogas - Von der Gewinnung zur Nutzung. Publisher

FachagenturNachwachsendeRohstoffe, 6. Auflage, Gülzow, 2013, 244 pages, ISBN: 3-00-014333-5

[8] KTBL (2013) Team of authors: Faustzahlen Biogas. Publisher Kuratorium für Technik und Bauwesen in der Landwirtschaft, 3. überarbeitete Auflage, Darmstadt, 2013, 360 pages, ISBN 978-3-941583-85-6

AUSTRIA

[9] AUFBEREITUNG & ANALYSE VON DATEN AUS DEM ARBEITSKREIS BIOGAS ZU KOSTEN BESTEHENDER BIOGASANLAGEN, 2011. ASS. PROF. DI DR. MICHAEL EDER, DI STEFAN KIRCHWEGER, UNIVERSITÄT FÜR BODENKULTUR DEPARTMENT FÜR WIRTSCHAFTS‐ UND SOZIALWISSENSCHAFTEN INSTITUT FÜR AGRAR‐ UND FORSTÖKONOMIE

[10] Hat Kleinbiogas Zukunft? The future of MSD. Die Zeitung der NÖ Landes-Landwirtschaftskammer Nr.7 Juli 2012

[11] AGRI-FOR-ENERGY 2 WORK PACKAGE 4: BIOGAS & BIOMETHANE Report 2010 [12] IEE Project BiogasIN Examples for financing of biogas projects in Austria D.3.2., WP3, 2010 [13] BiogasHeatEUROpean Strategy Paper August 2013

DANIMARCA

[14] Niras A/S: Faktaark Biogas, gård og fællesanlæg, Energinet.dk, Estimation of economic preconditions are mainly based on; (2012)

[15] Fakta om erhvervet, Landbrug og Fødevarer, (2013)

PAESI BASSI

Page 68: Panoramica di mercato relativa agli impianti di biogas di piccoola ... · lambiente politico a fornire incentivi sufficienti per assicurare lo sviluppo di nuovi impianti, implementando

68 | Panoramica di mercato della digestione a micro scala

BELGIO

[16] European Biogas Association, Biogas Profile, Belgium, 2012

ITALIA

[17] N.Colonna et. al, The state of biogas in Italy, potential, targets and strategies in the nREAP

framwork, 2011

POLONIA

[18] B.Iglinski et. al., Agricultural biogas plants in Poland, Investment Process, economical and

environmental aspects, biogas potential, 2012

Page 69: Panoramica di mercato relativa agli impianti di biogas di piccoola ... · lambiente politico a fornire incentivi sufficienti per assicurare lo sviluppo di nuovi impianti, implementando

L’energia sostenibile per le aziende agricole

Panoramica di mercato della digestione a micro scala | 69

Annex 2. Partner del progetto Cornelissen Consulting Services B.V. Welle 36 | 7411 CC Deventer | The Netherlands T: +31-(0)507-667-000 E: [email protected] | W: www.cocos.nl DCA Multimedia B.V. Middendreef 281 | 8233 GT Lelystad | The Netherlands T: +31-(0)320-269-520 E: [email protected] | W: www.boerenbusiness.nl University of Turin – DEIAFA Via L. Da Vinci, 44 | 10095 – Grugliasco (TO) | Italy T: +39 011 6708596 E: [email protected] | W: www.deiafa.unito.it Coldretti Piemonte Coldirette Piazza San Carlo | 197 10123 Torino | Italy T: +39 011 56 22 800 E: [email protected] | W: http://www.piemonte.coldiretti.it/ Foundation Science and Education for Agri-Food Sector FNEA

Fabianska 12 | 01472 warszawa | Poland T: +48-(0)608 630 637 E: [email protected] National Energy Conservation Agency NAPE ul. Swietokrzyska 20 | 00-002 Warszawa | Poland T: +48-(0)22-505-5661 E: [email protected] | W: www.nape.pl IBBK Am Feuersee 6 | 74592 Kirchberg/Jagst | Germany T: +49-(0)7954 926 203 E: [email protected] | W: http://the.international.biogas.center/index.php

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70 | Panoramica di mercato della digestione a micro scala

Kuratorium für Technik und Bauwesen in der Landwirtschaft e. V. (KTBL) Bartningstraße 49 | 64289 Darmstadt | Germany T: +49-(0)6151 7001-0 E: [email protected] | W:www.ktbl.de Farmer society for projects | Innovatiesteunpunt Diestsevest 40 | 3000 Leuven | Belgium T: +32-(0)16 28 61 02 E: [email protected] | W:www.innovatiesteunpunt.be Agrotech A/S AGROT Agro Food Park 15 | DK-8200 Aarhus N | Denmark T: +45-(0) 8743 8400 E: [email protected] | W: www.agrotech.dk Organic Denmark ORGANLAN Silkeborgvej 260 | 8230 Åbyhøj | Denmark T: : +45-(0)87 32 27 00 E: [email protected] | W: http://organicdenmark.dk/ Farmers Association of Region Bretagne CRAB Rond Point Maurice Le Lannou, ZAC Atalante Champeaux CS 74223 | 35042 Rennes Ced | France T: +33-(0)2 23 48 23 23 E: [email protected] | W: http://www.bretagne.synagri.com/ TRAME National Association of Agricultural and Rural Development 6, rue de La Rochefoucauld | 75009 PARIS | France T : +33-(0)1 44 95 08 00 E : [email protected] | W : http://www.trame.org

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Annex 3. Informazioni sugli attori chiave contattati in ogni paese

3.1. Panoramica di mercato

Informazioni dettagliate sugli attori chiave contattati in ogni paese per le informazioni, sul tipo e sull’esito del contatto.

3.1.1. Paesi Bassi

Nome Dennis Kroes Mattieu Dumont Auke-Jan Veenstra

Tipo di contatto Di persona Telefonico e di persona Telefonico e di persona

E-mail [email protected] [email protected] [email protected]

Organizzazione, nome Cornelissen Consulting Services RVO Groen gas Nederland | LTO Noord

Tipologia di organizzazione Consulente per lo sviluppo del progetto

Agenzia esecutiva del Ministero degli Affari Economici

Organizzazione del settore biogas | Organizzazione di agricoltori

Risultato del contatto Informazioni sulla scala degli

impianti, sulla potenza, sui fornitori e sul potenziale di mercato

Panoramica di mercato Definizione degli impianti a piccolo scala, potenziale di mercato

Data di compilazione del questionario

1-09-2014 1-11-2014 1-11-2014

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

3.1.2. Regno Unito

Nome Ollie More David Turley

Tipo di contatto Mail Mail

E-mail [email protected] [email protected]

Organizzazione, nome ADBA UNFCC

Tipologia di organizzazione Organizzazione del settore biogas Centro nazionale del Regno Unito per l’energia rinnovabile

Risultato del contatto Non molto positivo Definizione della micro e piccolo scala

Data di compilazione del questionario 6-11-2014 27-5-2014

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

3.1.3. Germania

Nome Dr. Walter Stinner Achim Kaiser Dr. Waldemar Gruber

Tipo di contatto Email Telefonico, Email Telefonico, Email

E-mail [email protected] [email protected] [email protected]

Organizzazione, nome German Biomass Research Center

(Deutsches Biomasseforschungszentrum gGmbH)

International Biogas &

Bioenergy Center of Competence (Internationale Biogas- und Bioenergie Kompetenzzentrum)

Chamber of Agriculture of North

Rhine Westphalia (Landwirtschaftskammer Nordrhein-Westfalen)

Tipologia di organizzazione Non-profit LLC. Il Governo Federale Tedesco, rappresentato dal Ministero

Federale per l’Alimentazione e l’Agricoltura, è l’unico azionista.

ONG Ente di diritto pubblico

Risultato del contatto Commenti e integrazioni sul contenuto

della panoramica del mercato per la parte tedesca

Commenti e integrazioni sul

contenuto della panoramica del mercato per la parte tedesca

Commenti e integrazioni sul

contenuto della panoramica del mercato per la parte tedesca

Data di compilazione del questionario

19-8-2014 29-8-2014 2-9-2014

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

3.1.4. Austria

Nome Dr. Bernhard Stürmer Alexander Luidolt Armin Schöllauf

Tipo di contatto Telefonico, email Telefonico Telefonico

E-mail [email protected] [email protected] [email protected]

Organizzazione, nome Arge Kompost & Biogas Arge Kompost & Biogas Agrinz Technologies GmbH

Tipologia di organizzazione Organizzazione austriaca che raggruppa

le associazioni regionali per il compostaggio ed il biogas

Organizzazione austriaca che

raggruppa le associazioni regionali per il compostaggio ed il biogas

Fornitore di impianti di biogas

Risultato del contatto Informazioni sul mercato austriaco del biogas

Informazioni sul mercato austriaco del biogas

Informazioni generali sul mercato

del biogas e sulle attività di mercato

Data di compilazione del questionario

21-10-2014 21-10-2014 16-10-2014

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

Nome Frank Schweitzer Stephan Hinterberger Hermann Wenger-Oehn

Tipo di contatto Telefonico Telefonico, email Telefonico

E-mail [email protected] [email protected]

[email protected]

Organizzazione, nome Hörmann Install GmbH Müller Abfallprojekte GmbH Industrieconsult Wenger-Oehn OEG

Tipologia di organizzazione

Fornitore di impianti di biogas Ingegnere di pianificazione Consulente tecnico

Risultato del contatto Informazioni sugli impianti molto

piccolo di biogas

Informazioni sulle attività nel settore

del biogas

Informazioni sulla situazione

austriaca del biogas

Data di compilazione del questionario

22-10-2014 23-10-2014 22-10-2014

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

Nome Franz Bernecker

Tipo di contatto Telefonico

E-mail [email protected]

Organizzazione, nome -

Tipologia di organizzazione Agricoltore

Risultato del contatto Informazioni sui fornitori per il sostegno ai piccoli impianti di biogas DIY

Data di compilazione del questionario

24-10-2014

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

3.1.5. Francia

Nome TRON Jean Sébastien DAMOISEAU Louis, REBAUD Olivier

GAVREAU Xavier M EVIN

Tipo di contatto Intervista telefonica Intervista telefonica e

prediagnosi « GAEC DES VIGNES » by Olivier REBAUD Bio4gaz Express June 2014 »

Intervista telefonica Di persona

E-mail [email protected] [email protected]; [email protected]

[email protected] [email protected]

Organizzazione, nome HOST FRANCE BIO4GAZ VALOGREEN EARL de la Fontaine Neuve.

Tipologia di organizzazione

Fornitore Fornitore Fornitore Fattoria in cui si trova l'impianto

Risultato del contatto Descrizione del concetto di Host

Descrizione del concetto Bio4gaz

Descrizione del concetto Valogreen

Descrizione del concetto Evalor

Data di compilazione del questionario

24-10-2014 23-10-2014 24-10-2014

06-11-2014

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

Nome De BOUTRAY Emmanuel Rémy ENGEL et Jeoffrey MONCORGER

Pierre LABEYRIE M. PIERRE

Tipo di contatto Intervista telefonica e

email

Intervista telefonica e email Intervista telefonica e email Intervista telefonica e email

E-mail [email protected]

[email protected] [email protected] [email protected]

Organizzazione, nome S2Watt Nénufar (www.nenufar-biogaz.fr)

ARIA ERIGENE

Tipologia di organizzazione

Fornitore Fornitore Fornitore Fornitore

Risultato del contatto Descrizione del concetto S2Watt

Descrizione del concetto Nénufar

Descrizione del concetto Descrizione del concetto

Data di compilazione del questionario

29-10-2014 24-10-2014 24-10-2014 30-10-2014

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

3.1.6. Irlanda

Nome Noel Gavigan Tommy Costello

Tipo di contatto E-mail/questionario E-mail/questionario

E-mail [email protected] [email protected]

Organizzazione, nome Irish Bioenergy association Bioelectric Ireland

Tipologia di organizzazione Consulenza Società

Risultato del contatto Compilazione del questionario Questionario trasmesso al Biolelctric Belgium, nessun risultato

Data di compilazione del questionario 3-6-2016 -

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

3.1.7. Polonia

Nome Adam Pietrzak Rafał Odrobiński Adam Orzech

Tipo di contatto Di persona, email, telefonico

Telefonico Di persona, email, telefonico

E-mail [email protected] r.odrobiń[email protected] Adam Orzech <[email protected]>

Organizzazione, nome Biopolinex Ekoefekt SOLAR Naturalna Energia

Tipologia di organizzazione Società di biogas Società di consulenza Società di biogas

Risultato del contatto Dati sui digestori Dati sui digestori Dati sui digestori monosubstrato

Data di compilazione del questionario

09/2014 10/2014 05/2015

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

3.1.8. Slovacchia

Nome Jan Gadus

Tipo di contatto Di persona, e-mail

E-mail [email protected]

Organizzazione, nome Slovak University of Agriculture

Tipologia di organizzazione Università

Risultato del contatto Risposte al questionario nel sondaggio "Il contesto di mercato degli impianti di biogas a micro scala" (in Slovacchia)

Data di compilazione del questionario 28-09-2014

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

3.1.9. Belgio

Nome De Mey Jonathan Bart Verstrynge

Tipo di contatto Di persona mail

E-mail [email protected] [email protected]

Organizzazione, nome Biogas-e KBC

Tipologia di organizzazione Piattaforma per la digestione anaerobica nelle Fiandre

Banca

Risultato del contatto Aggiornamento sui sussidi Aggiornamento sui finanziamenti

Data di compilazione del questionario 23-09-2015 09-10-2015

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

3.1.10. Portogallo

Nome Artur Nogueira Luis Ferreira

Tipo di contatto E-mail/questionario Phone

E-mail [email protected] [email protected]

Organizzazione, nome Sust4ambiente Instituto Superior Agronomia

Tipologia di organizzazione Consulenza Università

Risultato del contatto Compilazione del questionario Informazioni sulla situazione del biogas in Portogallo

Data di compilazione del questionario 31-05-2016 Diverse chiamate, maggio-giugno 2016

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

3.1.11. Italia

Nome FASSI ALBERTO ALBERTENGO GIUSEPPE FRANCESCO ROTA

Tipo di contatto +39.349.5883244 +39.335.215261 +39.0372.93119

E-mail [email protected] [email protected] [email protected]

Organizzazione, nome MTM Energia S.r.l. MAIEZ s.r.l. ROTA GUIDO S.R.L.

Tipologia di organizzazione

Uno dei principali produttori di impianti di biogas

Uno dei principali produttori di impianti di biogas

Uno dei principali produttori di impianti di biogas

Risultato del contatto Contatto di persona, telefonico e email

Contatto di persona, telefonico e email

Contatto di persona, telefonico e email

Data di compilazione del questionario

Contatto aggiornato 15/03/2016 Contatto aggiornato 21/03/2016 Contatto aggiornato 01/04/2016

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

3.1.12. Spagna

Nome Begoña Ruiz

Tipo di contatto

E-mail [email protected]

Organizzazione, nome Departemento de Medio Ambiente, Bioenergia e Higiene Industrial

Tipologia di organizzazione

Risultato del contatto

Data di compilazione del questionario

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

3.1.13. Danimarca

Nome Karen Jørgensen Kasper Stefanek

Tipo di contatto Interview/questionaire Interview/questionaire

E-mail [email protected] [email protected]

Organizzazione, nome SEGES Hededanmark

Tipologia di organizzazione Consulenza Società

Risultato del contatto Compilazione del questionario Compilazione del questionario

Data di compilazione del questionario 25-05-2016 26-06-2016

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

3.2. Potenziale di mercato

Informazioni dettagliate sugli attori chiave contattati in ogni paese per le informazioni sul potenziale di mercato, sul tipo e sull’esito del contatto.

3.2.1. Paesi Bassi

Nome Dennis Kroes Auke-Jan Veenstra

Tipo di contatto Di persona Telefonico e di persona

E-mail [email protected] [email protected]

Organizzazione, nome Cornelissen Consulting Services Groen gas Nederland | LTO Noord

Tipologia di organizzazione Consulente per lo sviluppo del progetto Organizzazione del settore biogas | Organizzazione di agricoltori

Risultato del contatto Informazioni sulla scala degli impianti, sulla potenza, sui fornitori e sul potenziale di mercato

Definizione degli impianti a piccolo scala e del potenziale di mercato

Data di compilazione del questionario 1-09-2014 1-11-2014

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

3.2.2. Regno Unito

Nome Andy Bull

Tipo di contatto Email

E-mail [email protected]

Organizzazione, nome SevernWye

Tipologia di organizzazione Agenzia del’energia

Risultato del contatto Informazioni sul potenziale di mercato

Data di compilazione del questionario 28-10-2014

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

3.2.3. Germania

Nome Dr. Walter Stinner Manuel Maciejczyk and Dr. Stefan Rauh

Tipo di contatto Telefonico & Email Telefonico & Email

E-mail [email protected] [email protected]

Organizzazione, nome Deutsches Biomasseforschungszentrum gGmbH (DBFZ)

German Biogas Association (Fachverband Biogas e.V.)

Tipologia di organizzazione Non-profit LLC. Il governo federale tedesco,

rappresentato dal Ministero Federale per l'Alimentazione e l'Agricoltura, è l'unico azionista.

OGN

Risultato del contatto Vedere il questionario sul "potenziale di mercato per i

micro impianti di biogas (fino a 75 kWel) in Germania" (in allegato)

Compilazione del questionario

Data di compilazione del questionario 14-08-2014 13-08-2014

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

3.2.4. Austria

Nome Franz Bernecker Alexander Luidolt Dr. Bernhard Stürmer

Tipo di contatto Telefonico Telefonico Telefonico, email

E-mail [email protected] [email protected] [email protected]

Organizzazione, nome - Arge Kompost & Biogas Arge Kompost & Biogas

Tipologia di organizzazione Agricoltore Organizzazione austriaca che

raggruppa le associazioni regionali per il compostaggio ed il biogas

Organizzazione austriaca che

raggruppa le associazioni regionali per il compostaggio ed il biogas

Risultato del contatto Informazioni sui fornitori per il

sostegno per i piccoli impianti di biogas DIY

Informazioni sui potenziali di

mercato, sui costi, sui fattori chiave e sule barriere

Informazioni di mercato sui MSD

Data di compilazione del questionario

24-10-2014 21-10-2014 21-10-2014

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

Nome Armin Schöllauf Stephan Hinterberger Hermann Wenger-Oehn

Tipo di contatto Telefonico Telefonico, email Telefonico

E-mail [email protected] [email protected]

[email protected]

Organizzazione, nome Agrinz Technologies GmbH Müller Abfallprojekte GmbH Industrieconsult Wenger-Oehn OEG

Tipologia di organizzazione Fornitore di impianti di biogas Ingegnere di pianificazione Consulente tecnico

Risultato del contatto Info about market potential for Agrinz in Austria

Informazioni sui piccolo impianti di biogas (caso studio)

Informazioni sul potenziale di mercato

per gli impianti DIY sulle piccole

aziende agricole, sui fattori chiave e sulle barriere per i MSD in Austria

Data di compilazione del questionario

16-10-2014 23-10-2014 22-10-2014

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

Nome Christoph Wolfesberger Franz Bernecker

Tipo di contatto e-mail Telefonico

E-mail [email protected] [email protected]

Organizzazione, nome Landwirtschaftskammer Niederösterreich

-

Tipologia di organizzazione Camera dell’agricoltura Agricoltore

Risultato del contatto

-

Informazioni sul potenziale di

mercato per gli impianti DIY sulle piccole aziende agricole

Data di compilazione del questionario

- 24-10-2014

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

3.2.5. Francia

Nome TOUCHAIS Philippe INGREMEAU Claire ABRAHAMSE Philippe BURNEL Maxime

Tipo di contatto Telefonico e di persona email Intervista telefonica Intervista telefonica

E-mail Philippe.touchais

@apca.cham

bagri.fr

[email protected] [email protected] [email protected]

Organizzazione, nome

APCA ATEE Biogaz Club AAMF (Association of French AD Farmers)

AAMF (Association of French AD Farmers)

Tipologia di organizzazione

Organizzazione di agricoltori Technical Energy

Environment Association of the biogas sector

Associazione di agricoltori Associazione di agricoltori

Risultato del contatto

Potenziale di mercato Incentivi economici, barriere

individuate e modifiche raccomandate

Motivazioni degli

agricoltori, incentivi economici, barriere individuate e modifiche raccomandate

Motivazioni degli

agricoltori, incentivi economici, barriere individuate e modifiche raccomandate

Data di

compilazione del questionario

23-09-2014 19-05-2014 & 19-12-2014 17-11-2014 19-11-2014

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

Nome DROUILHETChristine FORZY Grégoire THOREY Joseph DEVILLAIRS Michel

Tipo di contatto Intervista telefonica Intervista telefonica Intervista telefonica Intervista telefonica

E-mail [email protected] [email protected] [email protected] [email protected]

Organizzazione, nome

AAMF (Association of French AD Farmers) AAMF (Association of French AD Farmers)

AAMF (Association of French AD Farmers)

AAMF (Association of French AD Farmers)

Tipologia di organizzazione

Associazione di agricoltori Associazione di agricoltori Associazione di agricoltori Associazione di agricoltori

Risultato del contatto

Motivazioni degli agricoltori, incentivi

economici, barriere individuate e modifiche raccomandate

Motivazioni degli agricoltori,

incentivi economici, barriere individuate e modifiche raccomandate

Motivazioni degli

agricoltori, incentivi economici, barriere individuate e modifiche raccomandate

Motivazioni degli

agricoltori, incentivi economici, barriere individuate e modifiche raccomandate

Data di

compilazione del questionario

17-11-2014 19-11-2014 19-11-2014 17-11-2014

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

Nome BROSSET Denis

Tipo di contatto Intervista telefonica

E-mail [email protected]

Organizzazione, nome

AAMF (Association of French AD Farmers)

Tipologia di organizzazione

Associazione di agricoltori

Risultato del contatto

Motivazioni degli agricoltori, incentivi economici, barriere individuate e modifiche

raccomandate

Data di

compilazione del questionario

13-10-14

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

3.2.6. Irlanda

Nome Noel Gavigan Tommy Costello

Tipo di contatto E-mail/questionario E-mail/questionario

E-mail [email protected] [email protected]

Organizzazione, nome Irish Bioenergy association Bioelectric Ireland

Tipologia di organizzazione Studio di consulenza Studio di consulenza

Risultato del contatto Compilazione del questionario Nessuno

Data di compilazione del questionario 03-06-2016 -

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

3.2.7. Polonia

Nome Rafał Odrobiński Maciej Robakiewicz Małgorzata Kachniarz

Tipo di contatto Telefonico Di persona Di persona, telefonico

E-mail r.odrobiń[email protected] [email protected] [email protected]

Organizzazione, nome Ekoefekt Energy Conservation Foundation Fundeko

Tipologia di organizzazione Società di consulenza Fondazione Società di consulenza

Risultato del contatto Consulenza sul potenziale di mercato

Consulenza sul potenziale di mercato

Consulenza sul potenziale di mercato

Data di compilazione del questionario

10/2014 09/2014 03/2015

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

3.2.8. Slovacchia

Nome Jan Gadus

Tipo di contatto Di persona, e-mail

E-mail [email protected]

Organizzazione, nome Slovak University of Agriculture

Tipologia di organizzazione Università

Risultato del contatto Le risposte al questionario nel sondaggio sul "potenziale di mercato per gli impianti di biogas a micro scala" (in Slovacchia)

Data di compilazione del questionario 28-09-2014

Page 99: Panoramica di mercato relativa agli impianti di biogas di piccoola ... · lambiente politico a fornire incentivi sufficienti per assicurare lo sviluppo di nuovi impianti, implementando

L’energia sostenibile per le aziende agricole

3.2.9. Belgio

Nome De Mey Jonathan De Mey Jonathan

Tipo di contatto Di persona Di persona

E-mail [email protected] [email protected]

Organizzazione, nome Biogas-e Biogas-e

Tipologia di organizzazione Piattaforma per la digestione anaerobica nelle Fiandre

Piattaforma per la digestione anaerobica nelle Fiandre

Risultato del contatto Ogni anno viene prodotta una relazione Ogni anno viene prodotta una relazione

Data di compilazione del questionario 23-09-2015 23-09-2015

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

3.2.10. Portogallo

Nome Artur Nogueira Luis Ferreira

Tipo di contatto E-mail/questionario Telefonico

E-mail [email protected] [email protected]

Organizzazione, nome Sust4ambiente Instituto Superior Agronomia

Tipologia di organizzazione Studio di consulenza Università

Risultato del contatto Compilazione del questionario Barriere per la realizzazione del potenziale del biogas in Portogallo

Data di compilazione del questionario 31-05-2016 Diverse chiamate, maggio-giugno 2016

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

3.2.11. Italia

Nome SOLAVAGGIONE DARIO ANDREA CHIABRANDO GSE

Tipo di contatto +39.0121.3259140 +39.0121.325901 http://www.gse.it/en/Pages/default.aspx

+39.06.9292.8540

E-mail [email protected] [email protected]

Organizzazione, nome CONSORZIO MONVISO ENERGIA Sta engineering Srl GSE

Tipologia di organizzazione

Associazione dei produttori di

aziende agricole di biogas

Studio di consulenza Gestore dei servizi energetici

Risultato del contatto Di persona, telefonico e mail Di persona, telefonico e mail Visita del sito web

Data di compilazione del questionario

09-05-2015 09-05-2015

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

3.2.12. Spagna

Nome Begoña Ruiz

Tipo di contatto

E-mail [email protected]

Organizzazione, nome Departemento de Medio Ambiente, Bioenergia e Higiene Industrial

Tipologia di organizzazione

Risultato del contatto

Data di compilazione del questionario

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L’energia sostenibile per le aziende agricole

3.2.13. Danimarca

Nome Karen Jørgensen Kasper Stefanek

Tipo di contatto Intervista/questionario Intervista/questionario

E-mail [email protected] [email protected]

Organizzazione, nome SEGES Hededanmark

Tipologia di organizzazione Studio di consulenza Società

Risultato del contatto Compilazione del questionario Compilazione del questionario

Data di compilazione del questionario 25-05-2016 26-05-2016

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