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Paleocarta del Valdarno: esperienze di valorizzazione del territorio Borrani, A.; Faraoni, M.; Franci, D.; Savorelli, A., Facchino, E. A. Borrani: Università degli Studi di Palermo, Dipartimento di Scienze della Terra e del Mare (DISTEM), via Archirafi 22, 90123 Palermo, Italy; [email protected] M. Faraoni: Università degli Studi di Siena, Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali (DSSDC), Laboratorio di informatica applicata alla ricerca preistorica (LIARP), via Roma 56, 53100 Siena, Italy; Museo Paleontologico dell'Accademia Valdarnese del Poggio, Via Poggio Bracciolini 36/40, Montevarchi 52025, Italy; [email protected] D. Franci, E. Facchino: Museo Paleontologico dell'Accademia Valdarnese del Poggio, Via Poggio Bracciolini 36/40, Montevarchi 52025, Italy; david [email protected], [email protected] A. Savorelli: Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Scienze della Terra, via la Pira 4, 50012 Firenze, Italy; [email protected] Realizzazione I reperti sono stati geolocalizzati grazie ai dati toponomastici provenienti dai cataloghi di inventario del Museo e quindi collocati nei rispettivi giacimenti con la consultazione del portale RETORE, il database Repetti On-line e le carte (sia tecniche che storiche) presenti nel Geoscopio. Sono stati utilizzati i dati provenienti dal sito di informazione geografica della Regione Toscana, relativi alle curve di livello e alle suddivisioni comunali del territorio. Le carte sono state realizzate con il software di tipo GIS «Qgis». La cartografia di base è stata ottenuta da Openstreetmap mediante il plug-in Qgis2web; quest’ultimo è stato utilizzato anche per l’esportazione in formato web e per la creazione dei pop-up e delle legende. Perché la Paleocarta Il bacino del Valdarno superiore è rinomato fin dal Rinascimento per la grande quantità di resti fossili rinvenuti, principalmente costituiti da mammiferi (fig. 1). Tali reperti sono distribuiti in un ampio lasso di tempo che rappresenta le tre diverse fasi di popolamento dell’area: una prima, presenta faune fossili risalenti al Pliocene medio/superiore (~ 3 Mya), una seconda risalente al Pleistocene inferiore (~ 2-1.5 Mya) ed una terza del Pleistocene medio/superiore (~ 300 - 100 Kya). Queste faune testimoniano i radicali cambiamenti del territorio nel corso degli ultimi 3 milioni di anni, passando da un ambiente subtropicale di foresta calda-umida nel Pliocene ad un ambiente prevalentemente steppico intervallato da foresta fredda alla fine del Pleistocene, in concomitanza con i periodi glaciali, con conseguente avvicendamento delle faune a seconda della tipologia di ambiente e di clima. Questa lunga storia e l’abbondanza del record fossile ha portato alla definizione di unità faunistiche (come Tasso) e di olotipi di alcune specie della seconda fase ivi presenti. Per poter valorizzare tale patrimonio, rendendolo interamente fruibile on-line e pertanto migliorando l’accessibilità alle collezioni non solo da parte degli specialisti ma anche del pubblico in generale, nasce la “Paleocarta del Valdarno” (fig. 2), un progetto sviluppato dal Museo Paleontologico di Montevarchi (AR) con il contributo della Fondazione CR di Firenze, il patrocinio di ANMS e il partenariato di Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto ed Arezzo e del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Firenze. Ringraziamenti Ringraziamo Lorenzo Tanzini, presidente dell’Accademia Valdarnese del Poggio che ha promosso tale progetto, e la Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze che ne ha finanziato la realizzazione. Si ringrazia l’ANMS (Associazione Nazionale Musei Scientifici) per il patrocinio, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto ed Arezzo e il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze per il partenariato. Ringraziamo Marco Rustioni, Conservatore scientifico del Museo Paleontologico di Montevarchi, e Paul P.A. Mazza (professore associato, Dipartimento di Scienze della Terra, Università degli Studi di Firenze) per aver contribuito alla revisione delle schede e delle descrizioni delle varie fasi. Filosofia della Paleocarta In uno spirito di massima accessibilità al patrimonio fossile del Museo, la registrazione al sito e l’accesso alle carte è totalmente libera e gratuita ed è preceduta da un’informativa sull’attuale legislazione normante i ritrovamenti fossili in Italia, ai fini di garantire una maggiore conoscenza della tutela e delle normative che regolano questo patrimonio. L’idea alla base della Paleocarta è che la conoscenza e le informazioni devono essere liberamente condivisibili, aggiornabili dagli specialisti e dalla comunità e gratuite; per questo motivo tutte le tipologie di carte prodotte, incluso il catalogo dei reperti custoditi presso il Museo, sono di libero accesso e consultazione, condivisibili sui principali social network e stampabili; è inoltre possibile per gli specialisti registrarsi al portale in modo da creare una community di interesse tematica. Scopi della Paleocarta La Paleocarta del Valdarno è rivolta ai ricercatori ed alle loro istituzioni, agli amministratori responsabili della gestione e della promozione del territorio, alle scuole e a tutta la comunità come strumento utile alla comprensione del proprio patrimonio culturale (fig. 3). Sono state sviluppate due diverse tipologie di carte proprio per permettere l’accesso a differenti informazioni, a seconda delle necessità: le carte ad uso didattico consentono di approfondire e reperire informazioni (aggiornate a gennaio 2018) sulle varie specie custodite presso il Museo Paleontologico di Montevarchi in un linguaggio accessibile anche ai non specialisti (fig. 4), mentre le carte ad uso professionale sono utili prevalentemente agli studiosi. Con il parternariato di Con il contributo di Con il patrocinio di Fig.1 Fig.2 Fig.3 Fig.4

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Paleocarta del Valdarno:esperienze di valorizzazione del territorio

Borrani, A.; Faraoni, M.; Franci, D.; Savorelli, A., Facchino, E.

A. Borrani: Università degli Studi di Palermo, Dipartimento di Scienze della Terra e del Mare (DISTEM), via Archirafi 22, 90123 Palermo, Italy; [email protected]. Faraoni: Università degli Studi di Siena, Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali (DSSDC), Laboratorio di informatica applicata alla ricerca preistorica (LIARP), via Roma 56, 53100 Siena, Italy;Museo Paleontologico dell'Accademia Valdarnese del Poggio, Via Poggio Bracciolini 36/40, Montevarchi 52025, Italy; [email protected]. Franci, E. Facchino: Museo Paleontologico dell'Accademia Valdarnese del Poggio, Via Poggio Bracciolini 36/40, Montevarchi 52025, Italy; [email protected], [email protected]. Savorelli: Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Scienze della Terra, via la Pira 4, 50012 Firenze, Italy; [email protected]

Realizzazione

I reperti sono stati geolocalizzati grazie ai dati toponomastici provenienti daicataloghi di inventario del Museo e quindi collocati nei rispettivi giacimenti conla consultazione del portale RETORE, il database Repetti On-line e le carte (siatecniche che storiche) presenti nel Geoscopio. Sono stati utilizzati i datiprovenienti dal sito di informazione geografica della Regione Toscana, relativialle curve di livello e alle suddivisioni comunali del territorio. Le carte sonostate realizzate con il software di tipo GIS «Qgis». La cartografia di base è stataottenuta da Openstreetmap mediante il plug-in Qgis2web; quest’ultimo èstato utilizzato anche per l’esportazione in formato web e per la creazione deipop-up e delle legende.

Perché la Paleocarta

Il bacino del Valdarno superiore è rinomato fin dal Rinascimento per la grandequantità di resti fossili rinvenuti, principalmente costituiti da mammiferi (fig.1). Tali reperti sono distribuiti in un ampio lasso di tempo che rappresenta letre diverse fasi di popolamento dell’area: una prima, presenta faune fossilirisalenti al Pliocene medio/superiore (~ 3 Mya), una seconda risalente alPleistocene inferiore (~ 2-1.5 Mya) ed una terza del Pleistocenemedio/superiore (~ 300 - 100 Kya). Queste faune testimoniano i radicalicambiamenti del territorio nel corso degli ultimi 3 milioni di anni, passando daun ambiente subtropicale di foresta calda-umida nel Pliocene ad un ambienteprevalentemente steppico intervallato da foresta fredda alla fine delPleistocene, in concomitanza con i periodi glaciali, con conseguenteavvicendamento delle faune a seconda della tipologia di ambiente e di clima.Questa lunga storia e l’abbondanza del record fossile ha portato alladefinizione di unità faunistiche (come Tasso) e di olotipi di alcune specie dellaseconda fase ivi presenti. Per poter valorizzare tale patrimonio, rendendolointeramente fruibile on-line e pertanto migliorando l’accessibilità alle collezioninon solo da parte degli specialisti ma anche del pubblico in generale, nasce la“Paleocarta del Valdarno” (fig. 2), un progetto sviluppato dal MuseoPaleontologico di Montevarchi (AR) con il contributo della Fondazione CR diFirenze, il patrocinio di ANMS e il partenariato di Soprintendenza Archeologia,Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto ed Arezzo e delDipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Firenze.

Ringraziamenti

Ringraziamo Lorenzo Tanzini, presidente dell’Accademia Valdarnese del Poggio che hapromosso tale progetto, e la Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze che ne ha finanziatola realizzazione. Si ringrazia l’ANMS (Associazione Nazionale Musei Scientifici) per ilpatrocinio, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena,Grosseto ed Arezzo e il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze per ilpartenariato. Ringraziamo Marco Rustioni, Conservatore scientifico del MuseoPaleontologico di Montevarchi, e Paul P.A. Mazza (professore associato, Dipartimento diScienze della Terra, Università degli Studi di Firenze) per aver contribuito alla revisione delleschede e delle descrizioni delle varie fasi.

Filosofia della Paleocarta

In uno spirito di massima accessibilità al patrimonio fossile del Museo, laregistrazione al sito e l’accesso alle carte è totalmente libera e gratuita ed èpreceduta da un’informativa sull’attuale legislazione normante i ritrovamentifossili in Italia, ai fini di garantire una maggiore conoscenza della tutela e dellenormative che regolano questo patrimonio. L’idea alla base della Paleocarta èche la conoscenza e le informazioni devono essere liberamente condivisibili,aggiornabili dagli specialisti e dalla comunità e gratuite; per questo motivotutte le tipologie di carte prodotte, incluso il catalogo dei reperti custoditipresso il Museo, sono di libero accesso e consultazione, condivisibili suiprincipali social network e stampabili; è inoltre possibile per gli specialistiregistrarsi al portale in modo da creare una community di interesse tematica.

Scopi della Paleocarta

La Paleocarta del Valdarno è rivolta ai ricercatori ed alle loro istituzioni, agliamministratori responsabili della gestione e della promozione del territorio,alle scuole e a tutta la comunità come strumento utile alla comprensione delproprio patrimonio culturale (fig. 3). Sono state sviluppate due diversetipologie di carte proprio per permettere l’accesso a differenti informazioni, aseconda delle necessità: le carte ad uso didattico consentono di approfondire ereperire informazioni (aggiornate a gennaio 2018) sulle varie specie custoditepresso il Museo Paleontologico di Montevarchi in un linguaggio accessibileanche ai non specialisti (fig. 4), mentre le carte ad uso professionale sono utiliprevalentemente agli studiosi.

Con il parternariato di

Con il contributo di

Con il patrocinio di

Fig.1

Fig.2

Fig.3

Fig.4