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FITNESS e PREVENZIONE 5 Scienza e Movimento - N°3 Luglio-Settembre 2015 Esercizio fisico come terapia non farmacologica per il trattamento dell’ipertensione arteriosa. di Raffaella Frisario L ’ipertensione, cioè una pressione del sangue che si mantiene al di sopra dei valori di 120/80 mmHg, interessa almeno 60 milioni di persone negli Stati Uniti, cioè 1 adulto su 6 (Stanfield C. L. 2012), ed è presente nel 17% degli adulti; la sua preponderanza cresce con l’età, è maggiore negli uomini rispetto che nelle donne, nei neri rispetto ai bianchi. Almeno il 90% - e probabil- mente più del 95% - di tutte le ipertensioni sono dovute a cause ignote e pertanto definite primarie o essenziali (Casali P. M. 2008). NOTE SULL’AUTORE Dott.ssa Raffaella Frisario Laurea in Scienze delle Attività Motorie e Sportive; laureanda nel corso di laurea specialistica in Scienze e Tec- niche delle Attività Motorie Preventive e Adattate. [email protected] >>

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5Scienza e Movimento - N°3 Luglio-Settembre 2015

Esercizio fi sico come terapia non farmacologica per il trattamento dell’ipertensione arteriosa.di Raffaella Frisario

L’ipertensione, cioè una pressione del sangue che si mantiene al di sopra dei valori di 120/80 mmHg, interessa almeno 60 milioni di persone negli Stati Uniti, cioè 1 adulto su 6 (Stanfi eld C. L. 2012), ed è presente nel 17% degli adulti; la sua preponderanza cresce con l’età, è maggiore negli uomini rispetto che nelle donne, nei neri rispetto ai bianchi. Almeno il 90% - e probabil-

mente più del 95% - di tutte le ipertensioni sono dovute a cause ignote e pertanto defi nite primarie o essenziali (Casali P. M. 2008).

NOTE SULL’AUTORE

Dott.ssa Raffaella FrisarioLaurea in Scienze delle Attività Motorie e Sportive; laureanda nel corso di laurea specialistica in Scienze e Tec-niche delle Attività Motorie Preventive e [email protected]

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ABSTRACTIntroduzione. La caff eina è una sostanza con-tenuta in numerose bevande nervine, diff use e consumate in tutto il mondo. Dal punto di vista sportivo viene utilizzata per incrementare la per-formance, sia fi sica che mentale.Obiettivo dell’articolo. L’articolo vuole defi nire, attraverso un’analisi della principale letteratura scientifi ca, l’importanza di questa sostanza dal punto metabolico e il suo utilizzo in atleti. Per avvalorare maggiormente l’articolo, vengono menzionati i dosaggi consigliati e le possibili

controindicazioni, fornendo al lettore anche un punto di vista maggiormente “pratico”.

Conclusioni. La maggior parte degli studi av-valora gli eff etti della caff eina come sostanza stimolante utile per incrementare la prestazione sportiva, per quanto la sua effi cacia dipenda da fattori quali il grado di allenamento, tipologia di disciplina praticata, modalità di somministra-zione, tempo di assunzione, livelli di tolleranza all’alcaloide e struttura corporea del soggetto.

LA CAFFEINAdi Giulio Merlini

NOTE SULL’AUTORE

Dott. Giulio MerliniLaureato magistrale con lode e menzione accademica nel 2012 in Scienze e Tecniche Avanzate dello Sport presso la SUISM Torino, Specializzando in Nutrizione e Integrazione dello Sport , Docente NonSoloFitness, Allenatore e docente FIPE Piemonte. giulio.merlini@nonsolofi tness.it

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ABSTRACTLa musica ha visto incrementare il proprio uti-lizzo in moltissime forme di attività fisica, dalla corsa in solitario, all’ormai comune uso nelle pa-lestre e durante i corsi tenuti nelle sale fitness. Nel mondo del nuoto, data la ovvia difficoltà e la poca praticità nell’utilizzare lettori mp3 su-bacquei, gli studi disponibili riguardo l’utilizzo della musica nell’ambiente acquatico sono po-chi, e comunque soprattutto indirizzati a nuo-tatori d’elite. Nel nostro studio invece, abbiamo analizzato cosa succede ad un solo nuotatore,

non professionista né agonista, ma amatoriale, come la maggior parte degli utenti degli im-pianti natatori. Per il nostro scopo, il soggetto ha nuotato due volte in giorni diversi, 7x100 m in progressione prima senza e poi con musica di suo gradimen-to. Sembra che l’ascolto di musica durante l’al-lenamento possa abbassare la percezione del-lo sforzo e interviene anche nell’accumulo del lattato, oltre al fatto che rende più piacevole il tempo tracorso in acqua.

Effetti della musica sulla performance natatoria: un case studyCome la musica influenza la prestazione di un atleta amatorialedi Addriso G., Antonelli N., Burato E., Giustiniano S., Gozzer R., Nigro F., Pasini F., Servadei S.

Università di Bologna, Scuola di Farmacia, Biotecnologie e Scienze Motorie, corso di LaureaMagistrale in Scienze e Tecniche dell’Attività Sportiva.

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Un interessante studio pubblicato nel 2000, quindi nemmeno troppo recente, met-te in relazione il rapporto tra l’intensità dell’attività fi sica svolta e gli eff etti endo-

crini e metabolici che ne conseguono, misuran-do il rilascio di adrenalina, noradrenalina e Gh, per arrivare a valutare il dispendio energetico e l’eff etto sul metabolismo di carboidrati e grassi. Ovviamente i risultati di questa ricerca, anche se non espressamente, pongono importanti ri-fl essioni su come impostare attività fi sica ai fi ni dimagranti nel modo più profi ttevole. Lo studio in questione è il seguente: “Catecholamine re-lease, growth hormone secretion, and energy expenditure during exercise vs. recovery in

men.” Cathy J. Pritzlaff , Laurie Wideman , Jeff rey Blumer , Michael Jensen , Robert D. Abbott , Glenn A. Gaesser , Johannes D. Veldhuis , Arthur Weltman. Journal of Applied Physiology Publi-shed 1 September 2000 Vol. 89 no. 3, 937-946.Lo studio esamina la relazione tra intensità dell’attività fi sica, in rapporto alla soglia del lat-tato, con il dispendio energetico ed il rilascio delle suddette sostanze. L’obiettivo di questo studio è valutare se l’incremento dell’utilizzo di carboidrati durante l’attività motoria, come conseguenza della maggiore intensità di lavoro e del passaggio da attività aerobica a quella ana-erobica, favorisca un maggior rilascio di cateco-lammine e ormone della crescita durante l’atti-

Evidenze scientifi che sul metabolismo lipidico e glucidico conseguente a diverse forme di attività fi sicadi Nicola Sacchi

NOTE SULL’AUTORE

Dott. Nicola SacchiLaureato in Farmacia e Biotecnologie, si occupa professionalmente del set-tore sportivo come personal trainer, preparatore atletico, istruttore e gestore di centri fi tness. È inoltre docente per i corsi di formazione di NonSoloFitness (nicola.sacchi@nonsolofi tness.it,

www.ultimatetraining.it).

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INTRODUZIONE

L’esercizio continuo di endurance ha rappre-sentato per decenni il metodo di allenamento classico per il miglioramento della fi tness car-diorespiratoria. Tuttavia, negli ultimi decenni, l’esercizio intervallato ad alta intensità (HIIT) ha suscitato particolare interesse in seguito all’os-servazione di adattamenti cardiorespiratori comparabili, se non superiori, rispetto all’eser-cizio continuo di endurance, abbinato alla non secondaria ridotta durata dell’HIIT rispetto al continuo. Già nel 1996, il Dr. Izumi Tabata e il suo team presso il National Institute of Fitness and

Sports di Tokyo, sperimentarono dei nuovi pro-tocolli di allenamento e il loro eff etto sui sistemi energetici degli atleti con l’obiettivo di trovare il modo di migliorare il condizionamento anae-robico e aerobico degli stessi. Secondo quanto riportato in letteratura, il team paragonò due diversi protocolli, la normale attività aerobica a frequenza costante (70% VO2max per 60 minuti) su cicloergometro, e un protocollo intermitten-te sempre al cicloergometro della durata di 4 minuti. Il protocollo prevedeva 20 secondi di prestazione ad intensità sovramassimali (circa 170% VO2max), alternata ad un periodo di riposo di 10 secondi, in un ciclo consecutivo ripetuto

risposte fi siologiche nel tabata training: confronto tra versione originale e variante fi tnessdi Giulia Pagliaccia

NOTE SULL’AUTORE

Giulia PagliacciaLaureata con lode in Scienze Motorie e Sportive, specia-lizzata in Attività Motoria Preventiva ed Adattata (università studi di Roma Foro Italico). Docente fi tness musicale NonSolo-Fitness.([email protected],

www.community.reebokone.

com/giulia.pagliaccia)

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