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Giornale Italiano di Psicologia dello Sport, n°3 http://www.calzetti-mariucci.it/shop/prodotti/gips-il-giornale-italiano-di-psicologia-dello-sport-n-3

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4 Giornale Italiano di PSICOLOGIA DELLO SPORT Numero 3 – 2008

GIORNALE ITALIANO

DI PSICOLOGIA DELLO SPORT

SSTTIILLII CCOOGGNNIITTIIVVII NNEEGGLLII AATTLLEETTII:: UUNNAA RRIICCEERRCCAA SSUU UUNN NNUUOOVVOOCCOOSSTTRRUUTTTTOO CCLLAASSSSIIFFIICCAATTOORRIIOO DDEELLLLEE AATTTTIIVVIITTÀÀ SSPPOORRTTIIVVEE

RIASSUNTOPartendo dallo studio della personalità dell’atleta viene proposto un nuovo costrutto classificatorio delleattività sportive. Accanto alle tradizionali tassonomie degli sport, si è introdotta una nuova classificazioneche prende in considerazione l’importanza che assume l’utilizzo o meno di un qualche ‘strumento’, esternoalla persona, per svolgere la pratica sportiva. Attraverso l’impiego del GEFT, per la misurazione dellacampo dipendenza/indipendenza, vengono prese in considerazione le differenze relative allo stile cognitivo di atleti praticanti sport con strumento (ciclismo, tennis e scherma) e sport senza strumento(corsa podistica, nuoto e karate). I risultati vengono discussi alla luce dell’importanza che potrebbe rivestire il nuovo costrutto di categorizzazione degli sport sia sul piano epistemico, riferito al rapportocorpo-mente-artefatti, sia rispetto alle ricadute pratiche e di ricerca in psicologia dello sport.

PAROLE CHIAVEPersonalità; stile cognitivo; discipline sportive.

ABSTRACTStarting from the study of the personality of the athlete, a new classificatory construction of the sport activities is suggested. Beside of traditional classifications of sports, a new classification has been introduced which takes in consideration the importance which assumes the use (or not) of some ‘tool’,external to the person, to perform sport. Through the use of the GEFT, for the measurement of the fielddependence/independence, differences relative to the cognitive style of athletes performing sports withinstruments (cycling, tennis, and fencing) and sport without instruments (road race, swimming, and karate) are taken into consideration. Results are discussed in the light of the importance that a newconstruct of sport categorisation could have both on the epistemic side, referred to the relationship body-mind-artefact, and practical and research implications in sport psychology.

KEY WORDSPersonality; cognitive stile; sports.

RICERCHE

Loredano Matteo LorenzettiDocente di Psicologia dei processi decisionali e di Psicologia nell’arte,Facoltà di Scienze della formazione,Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”

Nicola TulloDottore di ricerca in Scienze Psicologiche,Istituto di Psicologia “Luigi Meschieri”,Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”

RICE

RCHE

PERSONALITÀ E SPORT

Nella psicologia dello sport lo studio della personalità ha avuto tra-dizionalmente il compito di esaminare il comportamento degli atle-ti, al fine di tentare di prevedere la ‘qualità’ delle loro performancefuture1. Le ricerche svolte in questo ambito si sono interessate pre-valentemente a chiarire due ordini di questioni. In primo luogo, l’esi-stenza o meno negli atleti di un unico e caratteristico profilo di per-sonalità, attraverso la rilevazione di possibili differenze personologi-che in relazione alla scelta di praticare uno sport piuttosto che unaltro; in secondo luogo, se le prestazioni di successo siano o menocorrelate al manifestarsi di specifiche caratteristiche di personalità,attraverso la rilevazione d’un ipotetico rapporto di causalità fra unadimensione psicologica e il risultato della prestazione in situazionidifferenti2.

Fino alla fine degli anni ’60, il modello prevalentemente utilizzatodagli psicologi per attuare tali predizioni è stato quello dei tratti dipersonalità, in seguito – almeno in parte – sostituito dal paradigmainterazionista. Recentemente, mutuando alcuni modelli teorici dallapsicologia e dalla neuropsicologia cognitiva, la psicologia dello sportsi è avvalsa di metodi e tecniche sempre più accurati, allo scopo dicostruire strumenti operativi specifici e strategie per un miglioramen-to continuo delle prestazioni sportive3.

STILI COGNITIVI

Gli stili cognitivi sono stati definiti dalla ricerca psicologica comeinvarianti modali della personalità, che conferiscono coerenza alcomportamento, sia nell’ambito della stessa area, che in aree diver-se (Messik, 1984). Questi, pur fondandosi su una predisposizione di

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VVAALLUUTTAARREE LLEE AABBIILLIITTÀÀ MMEENNTTAALLII:: RRIISSUULLTTAATTII DDII UUNN’’IINNDDAAGGIINNEE

Antonina CostaCorso di Laurea in Scienze Motorie,Università di Catania

La psicologia dello sport acquista uno statuto scientifico se sostenuta da una ricerca garanti-ta da metodi ed analisi che diano al sapere psicologico interesse e novità. Essa coglie un’infi-nita varietà di attività e di eventi che richiedono molteplici e diverse competenze quando ci siaccosta ai problemi e agli interrogativi dello sport. L’indagine sui meccanismi psicologici cheregolano la competizione conferisce allo sport una dimensione scientifica sulla base di unprincipio teorico ormai noto: l’unità mente-corpo e l’impossibilità di prescindere da essa peraffrontare con successo le competizioni agonistiche.Lo studio dello sport e delle attività motorie, da un punto di vista psicologico, si rivolge a misu-rare e valutare le abilità mentali con metodi nettamente distinti dalle misure dei risultati dellecompetizioni. Ogni atleta in gara mette alla prova più che le sue abilità fisiche. Ogni competi-zione sportiva è una prova della preparazione fisica e psichica dell’atleta. Gli atleti di alto livel-

9Giornale Italiano di PSICOLOGIA DELLO SPORT Numero 3 – 2008

GIORNALE ITALIANO

DI PSICOLOGIA DELLO SPORT RICERCHE

RIASSUNTOLa presente ricerca su atleti di alto livello, ha l’obiettivo di indicare, con la problematicità di significato dei termini “abilità mentali”, l’esigenza di porre in evidenza come le consuete pratiche di “mental training” possano trascurare, sia pure parzialmente, aspetti psicologici centrali per il successo. Il questionario utilizzato permette allo psicologo dello sport e agli allenatori di valutare e di intervenire adeguatamente in un attento lavoro di preparazione atletica rivolto all’autostima, allagestione dell’ansia, all’attenzione, all’immaginazione,alla motivazione, all’assertività, alla gestione dellostress, al goal setting. La ricerca su un campione relativamente significativo per la raccolta dei dati è in corso con l’elaborazione dei dati di confronto suatleti di un più basso livello di prestazione sportiva, allo scopo di presentare uno strumento di novità nell’ambito della psicologia dello sport.

PAROLE CHIAVEValutazione; abilità mentali.

ABSTRACTThe purpose of the present research on high levelathletes is to point out the need to emphasize thatmental training can, sometimes and partially, neglectpsychological important aspects necessary for highachievements. The questionnaire here utilized allowsthe sport psychologist and trainers to evaluate and implement an effective intervention programaddressed to enhance the self-esteem and manageanxiety, attention, imagery, motivation, stress, goalsetting. The research on a comparatively significantsample for data collection, is in progress through thecomparison data processing on athletes of a lowerlevel of sporting performance, with the purpose toshow a new instrument within the sport psychology.

KEY WORDSEvaluation; mental skills.

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12 Giornale Italiano di PSICOLOGIA DELLO SPORT Numero 3 – 2008

GIORNALE ITALIANO

DI PSICOLOGIA DELLO SPORTRICERCHERI

CERC

HE

CCAAMMBBIIAAMMEENNTTII EEMMOOZZIIOONNAALLII EE SSTTRRAATTEEGGIIEE DDII CCOOPPIINNGG DDUURRAANNTTEE LLAA PPRREESSTTAAZZIIOONNEE IINN GGIINNNNAASSTTIICCAA AARRTTIISSTTIICCAA

Melinda PellizzariDipartimento di Scienze Cliniche e Bioimmagini, Università di Chieti

Claudio RobazzaBehavioral Imaging and Neural Dynamics Center (BIND); Dipartimento di Scienze del Movimento Umano,Facoltà di Scienze dell'Educazione Motoria, Università di Chieti

Maurizio BertolloBehavioral Imaging and Neural Dynamics Center (BIND); Dipartimento di Scienze Mediche di Base ed Applicate,Facoltà di Scienze dell'Educazione Motoria, Università di Chieti

INTRODUZIONE

Lo studio della relazione tra emozioni e pre-stazione suscita notevole interesse nell’ambi-to della psicologia dello sport poiché permet-te di esplorare e comprendere quali sono gliatteggiamenti ed i processi interni che l’atletavive durante la competizione e di predisporresuccessivamente strategie per migliorare laprestazione. Diversi autori pongono attenzio-ne all’esperienza soggettiva per identificare lestrategie psicologiche utilizzate dal singolonell’affrontare il compito. Eklund (1994), adesempio, riporta come, prima di una presta-zione scadente, l’atleta abbia pensieri edemozioni negativi e problemi di attenzione.Prima di una prestazione di alto livello, invece,l’atleta solitamente si sente pronto, fiduciosoed attivato emotivamente. Un problemaimportante per l’atleta è quello di affrontare lacompetizione in uno stato ottimale di attiva-zione in relazione alla prestazione. Il modellodelle zone individuali di funzionamento otti-male (IZOF: Individual Zones of OptimalFunctioning, Hanin, 1997, 2000, 2007) è

RIASSUNTOLo scopo di questo studio era di esplorare lo stato emozionale e le strategie di coping di una ginnastadurante tre diverse competizioni, utilizzando come basi teoriche il modello IZOF e l’approccio direzionale.Ha preso parte alla ricerca una ginnasta esperta del Nord Italia, di 18 anni di età. L’atleta ha identificatouna serie di emozioni individualizzate seguendo le indicazioni del metodo rievocativo del modello IZOF. La serie di emozioni è stata successivamente utilizzata durante un’intervista per individuare il contenutoemozionale, l’intensità, l’effetto funzionale e la tonalità edonica esperiti durante l’esecuzione ottimale,intermedia e scadente di un esercizio in tre diverse competizioni. La prestazione ottimale è stata caratterizzata da emozioni ottimali percepite come molto facilitanti e molto piacevoli, mentre la prestazione scadente è stata contraddistinta da emozioni disfunzionali percepite come debilitanti e spiacevoli. Nella prestazione intermedia, infine, è emerso un pattern misto di emozioni. Strategie efficaci di coping sono state associate alla prestazione ottimale, mentre strategie inefficaci di copingsono apparse in relazione alla prestazione scadente. Le indicazioni fornite dai due approcci teorici si sono rivelate importanti per comprendere i vissuti e le modalità di risposta individuali al fine di aiutarel’atleta a migliorare la sua prestazione.

PAROLE CHIAVEModello IZOF; approccio direzionale; ginnastica artistica; prestazione.

ABSTRACTThe aim of this case study was to identify a gymnast’s emotional state and coping strategies across three different performances (good, average, and poor) of the same exercise during competition withinthe theoretical framework of the IZOF model and the directional approach. The participant was an 18-year-old female gymnast who competed at national level. An individualised list of emotional adjectiveswas generated through the recall method, and then used to identify the content, intensity, direction, and hedonic tone of emotional states experienced during good, intermediate, and poor performances of an exercise in competition. Good performance was characterized by high intensity of optimal-pleasantemotions, functional effect, and pleasant hedonic tone, whereas poor performance was typified by highintensity of dysfunctional-unpleasant emotions, dysfunctional effect, and unpleasant hedonic tone. A mixed pattern of emotions emerged as related to intermediate performance. The gymnast adoptedeffective coping strategies during optimal performance and ineffective coping strategies during poor performance. The IZOF model and the directional approach proved to be useful in gaining insight intoindividual emotions experienced during athletic performance.

KEY WORDSIZOF model; directional approach; artistic gymnastics; performance.

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19Giornale Italiano di PSICOLOGIA DELLO SPORT Numero 3 – 2008

GIORNALE ITALIANO

DI PSICOLOGIA DELLO SPORT ESPERIENZE

Amina Bisogno,Tonia BonacciSIPI SPORT

PREMESSA

Il presente lavoro descrive come è nata l’idea del Progetto “Un’estatedi giochi e sport” di SipiSport. L’orizzonte psico-pedagogico di riferi-mento (di tipo costruttivista) colora l’intero progetto non solo nella teo-ria ma anche nell’attuazione pratica. L’intero progetto ha come finalitàprincipale quello della prevenzione primaria. Postulato guida è: laddo-ve esiste una minima difficoltà è sempre bene intervenire il prima pos-sibile. Gli obiettivi principali del Centro Estivo di SipiSport sono:

» offrire un servizio di qualità educativa e sicurezza alle famiglie, inun periodo di difficile gestione familiare;

» offrire ai bambini un luogo confortevole, dove possano socializza-re, esprimere le loro emozioni e i loro pensieri, attraverso attivitàmotoria-sportiva e ludico-espressiva, con l’ausilio di operatori spe-cializzati;

» dare la possibilità ad un gruppo di bambini, segnalati dai ServiziSociali, di partecipare gratuitamente al Centro Estivo.

La metodologia descritta nel lavoro prevede la suddivisione dei bam-bini-ragazzi in gruppi e sottogruppi per età e caratteristiche individua-

li. Da segnalare che la I edizione è stata complicata e faticosa: diver-se le difficoltà burocratiche e basso il numero degli iscritti. Il proget-to si è ripetuto nei successivi 4 anni a Cava dè Tirreni e in altre citta-dine del napoletano e del salernitano: la soddisfazione della cittadi-nanza e dell’Amministrazione Comunale è risultata alta. La finalitàdella prevenzione primaria ha fatto sempre da orizzonte nei vari cen-tri estivi organizzati. È stato possibile, infatti, motivare genitori e bam-bini a frequentare uno sport anche nei mesi invernali: il 90% dei geni-tori ha chiesto allo staff di organizzare altre attività per i loro figlidurante il periodo scolastico. Da segnalare che lo staff (grazie alle riu-nioni settimanali) ha individuato bambini con “varie problematichepsicologiche” che ha inviato, per una presa in carico, alle varie strut-ture sanitarie e specialistiche di riferimento sul territorio.

I CENTRI ESTIVI IN ITALIA

La colonia estiva ha avuto l’obiettivo di garantire, ai bambini meno for-tunati, la possibilità di trascorrere qualche settimana in luoghi salutari,in montagna, al mare, in campagna; di nutrirsi in modo corretto e digiocare e divertirsi insieme. Nel corso del tempo, migliorando la con-dizione economica e diminuendo, grazie a cure mediche sempre più

RIASSUNTOIn questo articolo viene presentata, in primis, la differenza tra la colonia di una volta e un centro estivo attuale; vienefatta una breve carrellata sulle varie tipologie di centri estivi presenti sul territorio italiano. La parte centrale è dedicata alla presentazione del modello psicopedagogico utilizzato (il Modello Strutturale Integrato di G. Ariano). Nella terza parte viene descritta l’organizzazione di un Centro Estivo di SipiSport: la programmazione, la metodologia, le attività, lo staff, le riunioni di staff. La filosofia del Centro Estivo di SipiSport è costruttivista: confrontarsi costringe, a tutte le età, a diventare persone più capaci.

PAROLE CHIAVECentri estivi; giochi; sport.

ABSTRACTIn this paper the difference between a “Summer Camp” and a “Summer Centre” is clarified, then a brief description of the different types of Summer Centre in Italy is reported. The central part of the paper is devoted to presenting the psycho-pedagogical model used (the Structural IntegratedModel of G. Ariano) with examples derived from experiencesof the Centres. The third and final part is a description of the organization of a SipiSport’s summer centre: the planning,methodology, activities, staff and staff meetings. The philosophy of SipiSport’s Summer Centres is constructivist: learning to become a more capable person.

KEY WORDSSummer camps; plays; sports.

UUNN’’EESSTTAATTEE DDII GGIIOOCCHHII EE SSPPOORRTT:: IILL CCEENNTTRROO EESSTTIIVVOO DDII SSIIPPIISSPPOORRTT

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25Giornale Italiano di PSICOLOGIA DELLO SPORT Numero 3 – 2008

GIORNALE ITALIANO

DI PSICOLOGIA DELLO SPORT ESPERIENZE

PPOOTTEENNZZIIAAMMEENNTTOO DDEELLLLEE SSTTRRAATTEEGGIIEE CCOOMMUUNNIICCAATTIIVVEE IINN UUNNAA SSQQUUAADDRRAA DDII CCAALLCCIIOO PPRROOFFEESSSSIIOONNIISSTTAA

RIASSUNTOIl progetto formativo è stato centrato sull’individuoe sul gruppo, con lo scopo di potenziare le strategiecomunicative e la capacità di interazione tra gli atletidi una squadra di calcio professionista con il team, la dirigenza, il pubblico e i media. Il progetto è statorealizzato per la Pisa Calcio S.P.A. durante il ritiropre-campionato della stagione 2004-2005. Il programma si è articolato in tre aree: comunicazione all’interno della squadra, comunicazione con la dirigenza della società, comunicazione con il pubblico. Per la prima areasono stati previsti i seguenti moduli: fondamenti di pragmatica della comunicazione, analisi praticadella comunicazione, sviluppo delle abilità di ascoltoattivo, dinamica di gruppo. Rispetto alla comunicazione con la dirigenza erano previste tecniche di gestione del conflitto con conseguenteanalisi pratica. Infine, per la parte sulla comunicazione con pubblico sono stati applicati alcuni semplici principi di tecniche comunicative,basate sui più recenti studi effettuati in questocampo. Il programma ha favorito il contatto dei giocatori con le proprie e altrui emozioni, l’acquisizione di una maggiore consapevolezzacomunicativa, lo sviluppo di una migliore capacità di ascolto reciproco nella comunicazione squadra/dirigenza. Infine, si sono riscontrati risultati significativinei rapporti dei giocatori con il pubblico ed i media.

PAROLE CHIAVEPsicologia dello sport; comunicazione; squadra.

ABSTRACTThe training project was intended to empower thecommunication strategies and relationship skillsamong players, managers, medias and funs of a professional soccer club. The project was carriedout for the Pisa Calcio S.P.A during the pre-agonistictraining before the championship season 2004-2005.The training plan was developed in three differentareas: communication skill training for players, communication skill training for managers, and communication skill training for public relations. For the first area the training developed these issues:pragmatics of communication, communication skills analysis, active listening skill training, group dynamics. For the second area the training wasdirected to improve the abilities of managers to handle conflicts emerging at any level of the teamthrough conflict dynamics management and role playing exercises. The training plan improved athletes’ skills to recognize their and other’s emotions, the ability to be aware of personal communication, and promoted the mutual communication between managers and players.Finally the relationship between the soccer club and media and funs improved.

KEY WORDSSport psychology; team communication.

Elena Lensi, Francesca Granchi, Gitana Giorgi,Lisa Cecchi, Ciro ConversanoIstituto di Scienze del Comportamento Umano, Università di Siena

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28 Giornale Italiano di PSICOLOGIA DELLO SPORT Numero 3 – 2008

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DI PSICOLOGIA DELLO SPORTPRATICA PROFESSIONALEPR

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Le aree della psicologia clinica e della psicologia applicata allo sport si sono avvicinate daquando gli operatori del settore sportivo e delle attività motorie hanno riconosciuto ed eviden-ziato elementi comuni tra performance e benessere psichico. Allo stato attuale la psicologiadello sport è convenzionalmente distinta in due aree specialistiche: l’area clinica (Stainback,Moncier e Taylor, 2007) e quella educativa (Côté, Baker e Abernethy, 2007). Per consuetudineormai ampiamente accettata lo psicologo “clinico” è il professionista che ha conseguito unalaurea in psicologia o medicina ed una successiva formazione clinica e/o psicoterapica e, manon sempre, un’ulteriore formazione in ambito sportivo: questo professionista si occupa diatleti o soggetti praticanti attività fisica che presentino disturbi della sfera emotiva.Lo psicologo “educativo” è invece un professionista che ha conseguito una formazione nellescienze dello sport e dell’esercizio fisico oltre ad una successiva specializzazione in psicolo-gia dello sport; opera nel contesto sportivo come “mental coach” attraverso sessioni indivi-duali o di gruppo, lavora allo sviluppo delle abilità mentali (mental training), si occupa di aspet-ti psicoeducativi, ad esempio finalizzati al miglioramento delle capacità comunicative, ma nonpuò trattare atleti con disturbi psichici.Questa distinzione, apparentemente corretta, ha comunque contribuito ad una eccessivasemplificazione dividendo la psicologia dello sport in due settori: quello del miglioramentodella prestazione e quello del trattamento dei problemi psichici dell’atleta; lo psicologo dellosport “educativo”, quindi, potrebbe essere più in sintonia e meno temuto dall’ambiente spor-tivo, perché opera già al suo interno. Talora è lo stesso allenatore, adeguatamente formato,talora è uno psicologo che ha conseguito un’adeguata formazione in ambito sportivo ma acui manca una formazione di tipo clinico. Sempre secondo quest’ottica, lo psicologo clinicoconsulente in ambito sportivo è considerato un professionista che interviene su persone condisturbi della sfera emotivo/comportamentale, un professionista della salute esterno al con-testo atletico, con tutti i limiti derivanti dalla diffidenza o resistenza al suo intervento da partedi dirigenti, allenatori ed atleti.Sulla base di queste premesse si è da tempo avvertita la necessità di un diverso modello dipsicologia dello sport che integri gli approcci clinico ed educativo. Secondo alcuni autori nonappare corretto definire l’approccio clinico e il counseling solo come servizi atti a contrasta-re il disturbo o il disagio psichico (ad es., Silva, 1989). Nella pratica corrente i professionistidella psicologia clinica e del counseling applicano le conoscenze scientifiche derivanti dalle

PPSSIICCOOLLOOGGIIAA CCLLIINNIICCAA DDEELLLLOO SSPPOORRTT:: UUNN MMOODDEELLLLOO MMUULLTTIIDDIIMMEENNSSIIOONNAALLEE

Gianfranco Gramaccioni,Claudio RobazzaFacoltà di Psicologia e Facoltà di Scienze dell’EducazioneMotoria, Università di Chieti

RIASSUNTOViene presentato un modello multidimensionaledi psicologia clinica applicata allo sport definitacome l’applicazione di conoscenze e metodi,derivati dai vari campi della psicologia, finalizzati a promuovere e mantenere la saluteed il benessere psicofisico, ottimizzare la prestazione atletica, prevenire e trattare difficoltà personali o prestative determinate dacause psicologiche. Nel modello sono definitequattro categorie funzionali di classificazionedelle problematiche dell’atleta denominate sviluppo della prestazione, difficoltà prestative,decadimento della prestazione, interruzionedella prestazione o conclusione della carriera. Da questa concettualizzazione derivano importanti indicazioni applicative per individualizzare l’intervento e renderlo maggiormente efficace.

PAROLE CHIAVEPsicologia clinica; psicologia dello sport; preparazione mentale.

ABSTRACTA multidimensional model of clinical psychologyapplied to sport is here presented. Clinical sportpsychology is defined as the application of knowledge and methods, derived from variousfields of psychology, aimed at promoting andmaintaining health and well-being, optimizingathletic performance, preventing and treatingpersonal or performance difficulties based onpsychological problems. The model defines four functional categories of athletic problemsnamed performance development, performancedifficulties, performance impairment, performance interruption or termination. This conceptualization provides the sport psychologist with important applied indications.

KEY WORDSClinical psychology; sport psychology; mentalpreparation.

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