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Fonte: Osservatorio Information Security & Privacy, School of Management Politecnico di Milano; IDC 2017 VERSO IL GDPR: LA MATURITÀ DEL MERCATO ITALIANO Media complessiva Grande distribuzione Finance (banche + assicurazioni) Manufacturing La percentuale di aziende italiane, divise per settore di mercato, che ha stanziato un budget dedicato a misure di risposta al GDPR Esiste un budget con orizzonte pluriennale Esiste un budget con orizzonte annuale Il budget sarà stanziato nel corso dei prossimi 6 mesi Non esiste un budget dedicato 23 35 23 19 18 35 24 23 37 32 21 10 12 47 26 15 ? ? Media complessiva Grande distribuzione Finance (banche + assicurazioni) Manufacturing La consapevolezza delle aziende italiane, divise per settore di mercato, circa l’arrivo del nuovo regolamento europeo sulla Privacy È in corso un progetto strutturato di adeguamento alla normativa È in corso un’analisi dei requisiti richiesti e dei piani di attuazione possibili Le implicazioni sono note nelle funzioni specialistiche ma il tema non è all’attenzione del vertice Le implicazioni del GDPR non sono note in dettaglio 51 34 7 8 71 29 - - 67 14 10 9 42 51 5 2 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% Aziende che hanno appena avviato un’analisi Aziende che sono già conformi al GDPR Aziende che hanno un piano per la conformità al GDPR Totale Servizi Tlc Manifattura Finanza Commercio Pa/Sanità/Scuola Le imprese e la privacy

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Venerdì 27 Aprile 2018 IL GIORNALE DELL’ECONOMIA REALE www.ilsole24ore.com

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Riservatezza dati. Le imprese e il nuovo regolamento in vigore dal 25 maggio 2018

Banche, sanità e commercioLa rivoluzione della privacyNell’industria solo il 12% dispone di un budget pluriennaleBiagio SimonettaMILANO

pAncora  ventotto  giorni, poi il dado sarà tratto. Il nuovoregolamento  europeo  sulla protezione dei dati personali (Gdpr)  entrerà  in  vigore  ilprossimo 25 maggio: nessuna deroga, nessun rinvio. Da quelgiorno  scatta  una  sorta  di “dentro o fuori”, e per le azien­de non a norma il rischio san­zionatorio  sarà  importante, dato che le multe previste arri­vano fino al 4% del fatturato.

L’arrivo del Gdpr segna unospartiacque  importante  col passato.  Col  nuovo  regola­mento subentra  l’obbligo di dimostrare la legittimità dei trattamenti dei dati personali e obbliga le imprese ad adotta­re procedure molto più strin­genti (ed esplicite) per assol­vere  all’onere  probatorio. Quello  che  maggiormente preoccupa, oggi, è il grado di consapevolezza da parte delleimprese italiane circa il nuovoquadro normativo. Consape­volezza che, secondo i dati in possesso  dell’OsservatorioInformation Security & Pri­vacy, School of Management del Politecnico di Milano, è cresciuta nel corso dell’ultimoanno. Sono infatti diminuite leaziende che dichiarano una scarsa conoscenza delle im­plicazioni del Gdpr, passando dal 23% del campione del 2016 all’8% nel 2017. Coerentemen­te è emerso come nell’85% dei casi l’intera tematica sia ormaiposta all’attenzione del verti­ce e non solo delle funzioni specialistiche  (Security,  Le­gal, Compliance, ecc.). A so­stegno di tali dati va rilevatocome nel 2016 solamente il 9%del campione dichiarava che fosse già in corso un vero e proprio progetto strutturato di adeguamento alla normati­va; nel 2017 tale percentuale si è  attestata  invece  sul  51%, mentre  il  34% ha affermato che è in corso un’analisi di det­taglio dei requisiti richiesti e dei piani di attuazione possibi­li.

Budget: manifatturiero indietroParallelamente  alla  crescita della consapevolezza, il Poli­

tecnico di Milano ha registra­to un notevole incremento delbudget dedicato a misure di adeguamento  e  risposta  alGDPR. Mentre nel 2016 sola­mente nel 15% dei casi esistevaun budget dedicato, nel 2017 lapercentuale  ha  raggiunto  il 58%. Più nel dettaglio: la per­centuale  di  organizzazioni operanti nel mondo della Gdo (Grande distribuzione) che hastanziato un budget si attesta sul 53% (35% con orizzonte an­nuale, 18% pluriennale). Nel settore bancario la percentua­le sale al 65% (29% annuale, 36% pluriennale), mentre incampo assicurativo un budgetdedicato è stanziato addirittu­ra nell'80% dei casi. Tra  le aziende manifatturiere il 47% ha stanziato un budget dedica­to al Gdpr con orizzonte an­nuale, mentre solo il 12% (pocopiù di un’azienda manifattu­riera su 10) ha previsto uno 

stanziamento pluriennale.

I settori più impattatiMa quali sono i settori più im­pattati dal nuovo regolamen­to? «Indiscutibilmente tutto il mondo consumeristico: dalla sanità alle banche, dalla Gdo alle assicurazioni» dice al Sole24 Ore Gabriele Faggioli, re­sponsabile  dell’Osservatorio milanese, che però mette in prima  fila  i cosiddetti Over The Top come Google e Face­book. Per quanto riguarda il settore della Gdo, il percorso verso l’adeguamento al Gdpr risulta essere, secondo i dati del Politecnico, ben tracciato: il 71% delle aziende dichiarainfatti che è in corso un proget­to strutturato in materia. Vol­gendo lo sguardo al settorebancario, il 67% delle aziende ha già messo in atto un proget­to di adeguamento e la stessapercentuale si registra tra le organizzazioni rientranti nel settore  assicurativo.  Tra  le aziende manifatturiere, poco più della metà (il 51%) afferma l’esistenza di un processo dianalisi dettagliata dei requisitirichiesti dalla normativa e dei piani di attuazione possibili.

Secondo Faggioli c’è da ag­giungere che «un fattore mol­to importante è quello relativoalla sensibilità del dato: non è importante solo la quantità deidati trattati, ma la tipologia de­gli stessi. Se ho un piccolo la­boratorio di analisi del sangue,i dati degli utenti in mio pos­sesso sono molto più impor­tanti rispetto ad altri. Il punto è: cosa puoi farci con quel dato.Più il dato è “profondo”, più è problematico».

A rendere più complesso iltutto, inoltre, c’è tutto il mon­do legato all’IoT. Con miliardidi oggetti connessi in tutto il mondo, la probabilità che il business di una Pmi possa es­sere coinvolto è sempre più elevata: «Pensiamo a un pro­duttore  di  valigie  che  oggi monta un dispositivo Gps per evitare lo smarrimento del ba­vaglio ­ racconta Faggioli –. In questo caso l’impatto del Gd­pr, essendoci di mezzo il trat­tamento dei dati di localizza­zione di un utente, è notevole. Eppure  stiamo  parlando  di 

un’azienda che produce vali­gie».

Secondo il docente milane­se, inoltre, i parametri su cui settarsi non sono solo relativi al dato, ma anche allo stru­mento: «Il rischio sicurezza è dietro l’angolo: un produttore di automobili deve tener con­to del fatto che con il computerdi bordo subentra un discorso relativo ai dati dell’utente, ma anche un rischio intrusione e manomissione».

Pmi in ritardoIl quadro italiano, a ventotto giorni dall'entrata  in vigoredel Gdpr, racconta di una dif­ferenza sostanziale fra grandi aziende e Pmi. «Le aziende private di altissimo livello – di­ce Faggioli ­ si stanno muo­vendo bene. I progetti di ade­guamento  normativo  sono partiti, il problema è all'ordinedel giorno ed è affrontato. Ri­spetto alle Pmi, invece, la no­stra percezione è quella di un ritardo cronico sugli adempi­menti normativi. Un ritardo dovuto al fatto che un adempi­mento  sul  modello  delle aziende di grandi dimensioni ha costi troppo elevati». Ma qual è la strada maestra? «Devicapire qual è il tuo business e coglierne le criticità. – aggiun­ge il docente milanese ­. Devi sapere cosa fai: se stampi pezzidi plastica non hai problemi, sefai analisi del sangue devi ade­guarti, e in fretta. Il punto è cheil Gdpr chiede tante cose ma non ti dice come farle, ti lascia scegliere, e devi essere in gra­do di declinarlo in modo cor­retto. Credo che le associazio­ni di categoria dovrebbero da­re una mano. Poi in futuro arri­veranno i codici di condotta». Ciononostante,  il  Gdpr  è un’opportunità o un limite? Laverità sta un po’ nel mezzo: «Inun’ottica  di  imbrigliamento normativo ­ conclude Faggioli­  penso  che  l’occasione  siaquella di avere una modalità digestione più interessante deidati, nel rispetto del cittadino. Certo, dal punto di vista del marketing è un freno. Ma an­che il tutor stradale è una limi­tazione. Però serve affinché la gente non si ammazzi».

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Fonte: Osservatorio Information Security & Privacy, School of Management Politecnico di Milano; IDC 2017

VERSO IL GDPR: LA MATURITÀ DEL MERCATO ITALIANO

Mediacomplessiva

Grandedistribuzione

Finance (banche + assicurazioni)

Manufacturing

La percentuale di aziende italiane, divise per settore di mercato, che ha stanziato un budget dedicato a misure di risposta al GDPR

Esiste un budgetcon orizzontepluriennale

Esiste un budgetcon orizzonte annuale

Il budgetsarà stanziato nel corsodei prossimi 6 mesi

Non esiste unbudget dedicato

23 35 23 19 18 35 24 23 37 32 21 10 12 47 26 15

?

?

Mediacomplessiva

Grandedistribuzione

Finance (banche + assicurazioni)

Manufacturing

La consapevolezza delle aziende italiane, divise per settore di mercato, circa l’arrivodel nuovo regolamento europeo sulla Privacy

È in corso un progettostrutturato di adeguamento alla normativa

È in corso un’analisi dei requisiti richiesti e dei piani di attuazionepossibili

Le implicazioni sononote nelle funzionispecialistiche ma il temanon è all’attenzionedel vertice

Le implicazioni del GDPR non sononote in dettaglio

51 34 7 8 71 29 - - 67 14 10 9 42 51 5 2

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

Aziende che hanno appena avviato un’analisi

Aziende che sono già conformi al GDPR

Aziende che hanno un piano per la conformità al GDPR

TotaleServiziTlcManifatturaFinanzaCommercioPa/Sanità/Scuola

Le imprese e la privacy

LA PAROLACHIAVE

Gdpr

7Il regolamento generale sulla protezione dei dati (RGPD, in inglese GDPR, General Data Protection Regulation­ Regolamento UE 2016/679) è un regolamento con il quale la Commissione europea intende rafforzare e rendere più omogenea la protezione dei dati personali di cittadini della Ue e dei residenti nell’Unione, sia all’interno che all’esterno dei confini dell’Unione stessa. Il testo, pubblicato su Gazzetta Ufficiale Europea il 4 maggio 2016 ed entrato in vigore il 25 maggio dellostesso anno, inizierà ad avere efficacia il 25 maggio 2018

GLI OBBLIGHIScatta la corsa agli adeguamenti; per le aziende fuori norma il rischio sanzionisarà rilevante: previste multe fino al 4% del fatturato

Media e social

Fake news,la Ue varala stretta«volontaria»

Laura CavestriMILANO

pArriva  l’attesa stretta Ue anti fake­news. Nessuna cen­sura ma misure per  i social network – da Facebook a Twit­ter e aiuti ai media tradizionali – per fare chiarezza tra infor­mazione e disinformazione. E, su questa scia, nasce anche la prima piattaforma targata Ue per fact­checkers “certificati”. La Commissione Ue ha pubbli­cato, ieri, una comunicazione –cioè un documento non vinco­lante, ovvero privo di forza di legge – per chiedere a media e social di darsi regole di traspa­renza. 

«A ottobre – ha spiegato ilcommissario per  l’Economia digitale, Mariya Gabriel – si fa­rà una valutazione dei risultati ottenuti. Se ci saranno passi avanti tangibili bene, altrimen­ti ci riserviamo il diritto di deci­dere, entro dicembre, misure ulteriori». Insomma, o si cam­bia spontaneamente o arrive­ranno interventi legislativi ob­bligatori e multe.

Nella comunicazione sulladisinformazione di Bruxelles, si prevede di lanciare un forumdi alto livello per riunire piatta­forme, industria della pubblici­tà, media e società civile per co­ordinare gli sforzi nella lotta al­la fake news. Sarà questo foruma dover delineare, entro luglio, il “Codice sulle pratiche” che Facebook e simili dovranno se­guire, con l’obiettivo di avere una prima valutazione misura­bile del loro impatto a ottobre. 

Tra le misure suggerite dallaCommissione Ue, i social do­vranno monitorare meglio il fenomeno del click­baiting, ri­durre le opzioni di targeting mirato per il marketing politi­co, assicurare la trasparenza dei contenuti politici sponso­rizzati, aumentare gli sforzi perchiudere i profili falsi e dei trolle identificare i bots che diffon­dono disinformazione. 

In parallelo, la Commissionesosterrà  la  creazione,  prima dell’estate, di una rete europea indipendente di fact­checkers e a settembre di una piattafor­ma europea sulla disinforma­zione per aiutarli nel loro lavo­ro. Inoltre Bruxelles lancerà unnuovo bando quest’anno per laproduzione di informazione di qualità sulla Ue attraverso no­tizie fondate sui dati. 

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