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Progetto Martina

Associazione “Noi e il cancro - Volontà di Vivere”Centro di riabilitazione psicofisica del malato oncologico

L’informazioneaiuta a Vivere

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Associazione “Noi e il cancro - Volontà di Vivere” ONLUSVia Paruta, 32 - 35126 PADOVA — Tel. 049 - 802.50.69 Fax 049 - 803.74.65Pers. Giuridica Giunta Reg. Veneto n. 2037 del 03/04/1990 - Cod. Fisc. 80040220289e-mail: [email protected] — Sito web: http: //digilander.iol.it/volontadivivere

Iscritta al Registro Regionale al N. PD0050, al Registro Provinciale al N. 25/a,al Registro Comunale al N. 125/1

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SOMMARIO

7 Presentazione

Giorgio Ortolani, Presidente CSV della Provincia di Padova

9 PremessaVolontarie

11 IntroduzioneCaterina Tanzella, Presidente dell’Associazione “Noi e il cancro-Volontà di Vivere”

13 STORIA DI MARTINA E POESIAMartina Michelazzo

19 CONTENUTO DELL’OPUSCOLO

21 SCHEDE INFORMATIVE ELABORATE DAI PROFESSIONISTI ESTERNI CHECOLLABORANO AL PROGETTO MARTINA

23 Diagnosi tempestiva dei tumori della mammellaProf. Cosimo Di Maggio, Direttore U.O. Senologia – Ospedale Busonera – Padova

27 Prevenzione primaria dell’apparato genitale femminileProf. Michele Gangemi, Cattedra di Fisiopatologia della Riproduzione Umana – Universitàdegli Studi di Padova

31 Tumori del testicolo e diagnosi tempestivaDr. Antonio Cisternino – Primario Urologica – Ospedale di Dolo

35 Il melanomaDr. Mauro Alaibac, Clinica Dermatologica; Dr.ssa Vanna Chiarion Sileni, U.O. OncologiaMedica; Prof. Carlo Riccardo Rossi, Clinica Chirurgica II – Azienda Ospedaliera –Università degli Studi di Padova

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39 RELAZIONI ELABORATE DAI PROFESSIONISTI CHE OPERANONELL’ASSOCIAZIONE

41 La percezione del rischio nell’adolescente e nel giovane adultoDr.ssa Chiara Vitalone, Dottore in PsicologiaDr. Evelino Trevisan, Psicologo-psicoterapeuta

47 Lo stress e la sua gestioneDr.ssa Erika Larosi, Dottore in Psicologia

51 Una sana alimentazioneDr.ssa Anna Cavallini, nutrizionista, psicologa, psicosomatista

55 L’importanza del movimentoDr.ssa Paola Varricchio, Fisioterapista

57 La danzamovimentoterapiaDr.ssa Paola Varricchio - Fisioterapista

60 Lo YogaDr.ssa Lilli Vucic

63 COSA OFFRE L’ASSOCIAZIONE “NOI E IL CANCRO - VOLONTÀ DI VIVERE”

67 BIBLIOTECATesti scritti dall’Associazione “Noi e il cancro-Volontà di Vivere”

68 COLLABORAZIONE CON ALTRE ASSOCIAZIONI

72 SERVIZI OFFERTI DALLE ASSOCIAZIONI – Tabella riassuntiva

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PRESENTAZIONE

I giovani sono una fondamentale risorsa per le Associazioni, ma troppo spessonon vengono considerati come tali. Da alcuni anni nel territorio della Provinciadi Padova si avverte uno scollamento fra i giovani e le Associazioni di volontariato.

Mentre le Associazioni stentano a coinvolgerli nelle loro attività, i giovani espri-

mono spesso un pregiudizio nei confronti delle Associazioni stesse. È sicuramen-

te quindi necessario superare questa situazione, per costruire una reale società

partecipata e solidale.

Associazioni come “Volontà di Vivere”, che invece preparano strumenti rivolti

appositamente ai giovani, cercando di sensibilizzarli alle tematiche del sociale,

sono senz’altro da prendere come esempio e da aiutare nel loro percorso.

Il CSV di Padova, pertanto, ha voluto affiancare l’Associazione “Volontà di

Vivere” nella realizzazione di questo opuscolo in quanto considera di primaria

importanza valorizzare le realtà del territorio impegnate nel sociale, specialmen-

te quando trattano argomenti “difficili”, rivolgendosi ai giovani.

Il Presidente del Centro Servizioper il Volontariato

GIORGIO ORTOLANI

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PREMESSA

Vi chiederete: “Perché parlare di cancro a noi giovani?”

Non certo per fare del “terrorismo psicologico”, ma per dare il nostro piccolocontributo affinché voi nuove generazioni siate più consapevoli che la salute è unbene prezioso, che va difeso con la conoscenza, la consapevolezza e l’impegnopersonale, per vivere al meglio la propria vita.

Perché i giovani sono il “bersaglio” privilegiato quando si tratta di “piantarepiccoli semi” che portino poi, con la loro crescita, ad un cambiamento culturale.

Perché i giovani di oggi saranno gli adulti di domani e perché sono caratteriz-zati dalla “freschezza” e dall’entusiasmo.

Ci rivolgiamo anche alle madri perché, nonostante “internet”, esse sonoancora i “mezzi” più efficaci e diretti per recepire e passare le informazioni; perspingerle ed avere una maggiore confidenza con i propri figli, i quali, adolescenti,spesso – per pudore – nascondono eventuali problematiche che possono insorgerea livello corporeo genitale, incorrendo in gravi rischi.

Soprattutto alle giovani mamme, chiediamo attenzione, affinché “allenino” ipropri figli, fin da piccoli, a considerare la salute psicofisica come chiave diaccesso alla maturità interiore: traguardo ben più importante di qualsiasi ricchezzamateriale, laurea od obiettivo che si intenda raggiungere.

Vi invitiamo a non fare gli “struzzi” e a non persistere in atteggiamenti dinegazione del problema, atteggiamenti giustificati da pseudo-ottimismo e dafatalismo, ambedue assai poco efficaci per il mantenimento della salute psicofisica.

Sapere come affrontare una malattia, sapere che ci si può difendere e che si puòvivere, dà tranquillità. La tranquillità che deriva dalla conoscenza coinvolge tutti,anche coloro che non si ammaleranno mai di tumore, e permette di vivere conmaggiore serenità la propria vita.

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Molti si chiedono se esistono ancora validi Ideali.

Noi pensiamo di sì! E perseguiamo quello di Informare...

Perché “Sapere è potere”, perché una corretta informazione permette dicompiere delle scelte consapevoli.

L’informazione che noi portiamo nelle scuole, concerne la salute, le strategieatte a recuperarla e a mantenerla e, ... anche qualora dovessimo ammalarci..., a“gridare al mondo” che si può guarire!

Qualche volta ci si ammala.

Qualche volta ci si ammala molto seriamente.

Il tumore, il cancro, rientrano tra le malattie “serie”.

Per quanto “serie” siano, oggi possiamo però dire che “dal cancro si guarisce”e che “l’arma vincente” è la sua diagnosi tempestiva (e cioè la diagnosi fatta intempo utile alle cure).

Noi ne siamo testimoni.

Caterina, Lilia, Marcella, Lucia S., Paola, Annamaria S.,Silvia, Dolores, Valerie, MariaGrazia, Rosanna, Lucia A.,

Francesca, Margherita, Mila, Roberta, Mirella, Michela, Lidia,Giancarla, Erika, Cinzia, Annamaria C., Cloris, Giuliana

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INTRODUZIONE

La necessità di divulgare il più possibile informazioni corrette ed aggiornatenasce dalla constatazione diretta, rilevata operando in Associazione direttamentecon tante persone che nella loro vita hanno incontrato il cancro, e dall’aumentodella mortalità, specie fra i giovani, dovuta ad una diagnosi tardiva o sottovaluta-ta e/o causata dalla disinformazione. Un esempio si può rilevare dalla storia diMartina, che ha dato vita a questo Progetto.

Pertanto la tentazione di rimuovere il problema è forte, perché i numeri sono lìdavanti a tutti, sbandierati nei giornali e nelle televisioni.Tuttavia da qualche tempo ci sono anche altri numeri che fanno riflettere: per laprima volta la mortalità per questa malattia sta diminuendo. Questa è davvero unanotizia confortante. Le ragioni sono molteplici, dicono gli scienziati: ilmiglioramento delle terapie gioca un ruolo fondamentale, ma molto si deve allaprevenzione e diagnosi tempestiva.

La nostra Associazione è nata con l’obiettivo di sostenere i malati di tumore nelpercorso di recupero dalla malattia: persone che spesso da un giorno all’altro sitrovano proiettate in una condizione di pesante sofferenza fisica, morale epsicologica, e che pertanto chiedono accoglienza, servizi mirati e aiuto, attraversola condivisione, la solidarietà ed il conforto da parte di altre persone che hanno giàincontrato il cancro.

Le donne impegnate in questa Associazione sono persone guarite dal cancro, esi prestano in questo servizio affinché molte delle loro esperienze dolorosepossano essere risparmiate ad altre, e in modo che tutte, ovunque vivano, abbianoaccesso all’informazione, alla diagnosi tempestiva, alle terapie, alla riabilitazione,e sia loro garantita la qualità dei servizi ed il pieno rispetto della loro dimensioneumana e culturale.

Non deve apparire perciò singolare che un’Associazione di pazienti oncologi-ci sia così impegnata anche sul fronte della prevenzione e della diagnosi tempesti-va, con ogni mezzo informativo. E noi, con il Progetto Martina, portiamol’informazione direttamente alle nuove generazioni, entrando nelle scuole di gradosuperiore e coinvolgendo le classi quarte e quinte.

Perché l’informazione sia corretta ci facciamo sostenere da un’équipe diprofessionisti esperti nella prevenzione dei tumori, i quali, adattando la

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terminologia al giovane ascoltatore, rendono più facili e recepibili informazioni dinatura delicata.

Vi invito ad unirvi a noi in questo cammino di conoscenze e a farvi portavoceverso gli altri, non certo per andare in cerca della malattia, ma per assicurarsi diessere sani e poter continuare a celebrare la vita in ogni momento.

Con l’Associazione, promotrice e divulgatrice dell’iniziativa, continua ilpercorso di informazione nelle scuole, iniziato da alcuni anni, portandotestimonianze di vita, con la presenza, agli incontri informativi, di alcunevolontarie guarite dal cancro, e con il PROGETTO MARTINA, per tener fede allapromessa che personalmente ho fatto a questa giovane donna.

Martina ha chiesto espressamente e a gran voce che i giovani venganoaccuratamente informati ed educati ad aver maggior cura della salute e maggiorattenzione al proprio corpo.

Un gesto d’amore che abbiamo trasformato in Progetto e che rivolgiamo aigiovani, affinché cresca in loro, e con loro, il concetto che la VITA è un beneprezioso, che va difeso.

CATERINA TANZELLAPresidente dell’Associazione “Noi e il cancro-Volontà di Vivere”

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MARTINA

Martina era una giovane donna di Campodarsego (PD), felice ed entusiastadella vita e con una bella e sana famiglia alle spalle.

Dal carattere indipendente, innamoratissima del suo fidanzato, con tantissimiamici e con un lavoro soddisfacente... aveva “il mondo in mano” ed un roseofuturo davanti a sé.

Poi un giorno, Martina, per caso, sente un piccolo nodulo nella mammella.

Va dal medico, il quale però le dice subito di non preoccuparsi, perché ad unaragazza così giovane, bella e forte, determinate malattie non possono certo veni-re: nelle statistiche ufficiali, al di sotto dei venticinque anni di età, le probabilitàdi ammalarsi di cancro alla mammella sono bassissime, quasi nulle.

Martina, che non sa nulla di tumori, si fida; Martina non aveva ben capito onon le era stato spiegato che “evento raro” non significa “evento assente”.

Per un po’ di tempo tutto procede normalmente...

Poi però Martina si accorge che il nodulo è cresciuto e che le ghiandoleascellari si sono ingrossate, e chiede che le vengono effettuati dei precisi esamidiagnostici.

Il male c’è ed è già ad uno stadio avanzato.

Martina trascorre l’ultimo anno della sua vita tra ospedali, terapie, interventichirurgici, sofferenze, ...

A nulla servono le ricerche e i viaggi della speranza compiuti con papà Giannie mamma Luciana.

Martina non c’è più.

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IN CAMMINO

Senti, ora non pretendo di darti una mano, caro amico,ma voglio che tu ti ricordi sempre quel che ti dico:“Non lasciarti mai andare, non ti buttare,punta sempre tutto sul vivere,perché è questa l’unica cosa che devi fare.”Quando le cose vanno male,non ci pensare,non ne vale la pena...capita a chi è in cammino.

La vita, in fondo, è anche questo.

Quindi, ogni volta che vorresti mollare,ascolta il tuo cuore,impara ad ascoltare la sola persona che ti può aiutare:te stesso.Cerca di aprirti alla vitae sentirai sempre quella voce dirti:“Amico mio, la vita è semplice...vivila!”.Se quello che hai non ti va,cambialo.Se credi che non sia possibile,ti sbagli!Perché non sei mai solo.Non pensare mai solo a te,altrimenti è tutto inutile.Infinito è l’infinito...Non mollare...Te lo giuro,vale la pena continuare a camminare!

Martina Michelazzo

Una testimonianza della sua capacità di amare il prossimo e di infonderecoraggio e stimoli per affrontare al meglio la vita.

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Qui di seguito riportiamo alcuni stralci delle testimonianze di alcuni giovanistudentesse che hanno partecipato ai nostri incontri informativi:

L’anno scorso, grazie al Progetto di Educazione alla Salute, portato avanti nellamia scuola, le classi quinte hanno partecipato agli incontri informativi sulladiagnosi tempestiva di alcuni tipi di tumore, organizzati dall’Associazione “Noi eil cancro - Volontà di Vivere”.Il messaggio che ho percepito è che se il tumore (al seno, al collo dell’utero, altesticolo, ecc.) viene diagnosticato in tempo, si può guarire.A testimonianza di ciò, erano presenti due volontarie dell’Associazione, che sonoguarite dal tumore al seno. Per me è stata molto importante la loro presenza,perché hanno portato un messaggio di speranza.Solo la parola “cancro” fa paura e forse, proprio per questo molti si rifiutano difare i dovuti controlli, di informarsi, e di andare dal medico quando ci sono delleanomalie, perché temono di sentirsi dire che dentro di loro c’è quel “mostro” chedistrugge tutto.[...].Se c’è informazione, conoscenza, ci può essere consapevolezza, e questa ènecessaria per agire tempestivamente.[...].Noi siamo molto giovani, sono quindi minori le probabilità di insorgenza di certitumori, ma è fondamentale che ci sia per noi educazione alla salute, anche perchépossiamo diventare portavoce delle informazioni ricevute.Personalmente, sento di avere ora delle conoscenze in più, anche grazie allalettura del libretto “L’informazione aiuta a Vivere” e, quindi, ho una maggioresicurezza.[...].Dopo aver ascoltato l’incontro informativo organizzato dall’Associazione, hosentito il bisogno di parlare con i miei familiari sull’importanza dei controllipreventivi. Mia madre ha così deciso di fare la sua prima mammografia, e ciò èstato per me una grande conquista!Ne ho parlato anche con i miei amici, diffondendo le mie nuove conoscenze. Dauna parte, mi sono resa conto che c’è un vero e proprio tabù, un silenzio volutonei confronti del tumore (non se ne parla per “tenere il male lontano”: << se nonne parlo, non esisti >>); dall’altra, invece, mi sono resa conto che l’informazione,offerta nel modo giusto, senza terrorizzare, così come è stato fatto durante questiincontri, può davvero cambiare qualcosa e rendere le persone più consapevolidell’importanza del proprio benessere.

Maria

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L’anno scorso ho avuto l’opportunità di assistere, insieme alla mia classe,all’incontro informativo organizzato dall’Associazione “Noi e il cancro -Volontà di Vivere”.Ho trovato l’iniziativa utile e interessante, molto precisa e competente siadal punto di vista tecnico, che scientifico e umano.Interessanti sono state anche le testimonianze che ci hanno fornito levolontarie dell’Associazione.Personalmente, per me ha avuto un significato particolare la parte inerenteai tumori al seno, poiché la maggioranza delle donne della mia famiglia èstata colpita da questo tipo di malattia. Sapevo già di essere un soggetto arischio, però Volontà di Vivere mi ha informata meglio sulla prevenzione ediagnosi tempestiva e mi ha dato modo di attingere a materiale informativoutile, che ho poi provveduto a divulgare anche alla mia famiglia e allepersone a me vicine.[...].Penso che l’Associazione Volontà di Vivere col Progetto Martina abbia unforte impatto: noi giovani pensiamo di essere immuni da queste malattie,perché è raro che ne veniamo colpiti, ma in verità è possibile, è un rischioreale!A tutti i componenti di questa splendida Associazione mi sento di dire dicontinuare così!

Margherita

[...]. Il nostro Istituto, già dalla prima classe ci coinvolge nel Progetto diEducazione alla Salute, che prevede la partecipazione a varie lezioni oconferenze su temi ritenuti importanti per salvaguardare il nostrobenessere fisico e psichico.[...].L’anno scorso, tra le iniziative realizzate, molto apprezzato è statol’incontro informativo organizzato dall’Associazione “Noi e il cancro -Volontà di Vivere”, durante il quale il senologo, il ginecologo, l’urologo ed ildermatologo ci hanno informato sull’importanza della prevenzione e diagnositempestiva dei tumori dell’apparato ginecologico e urologico, e del melanoma,tumori che purtroppo a volte “colpiscono” anche noi giovani e non sono, quindi,una prerogativa del mondo adulto, come talora erroneamente si pensa.

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Abbiamo apprezzato che a parlare con noi, in merito a problemi cosìdelicati, ci fosse anche un giovane medico, che sentivamo quindi più vicino,ma, soprattutto, abbiamo capito che bisogna saper conoscere il propriocorpo fin da ragazzi, senza falsi pudori o pregiudizi, in modo da affrontareeventuali problematiche con tempestività, coraggio e determinazione, perpoterle superare “vittoriosi”.Io e i miei compagni di classe ringraziamo tutti i medici che, senza nessuncompenso, vengono da noi mettendo a disposizione il loro tempo e la loroprofessionalità e che, pur affrontando problemi così pesanti, conindiscussa competenza e chiarezza, hanno saputo anche farci ridere.Un grazie particolare al nostro Preside, che non solo ci rende possibile,ma anzi caldeggia in vari modi il nostro percorso formativo, non limitatoalle “canoniche” ore di lezioni scolastiche.

Alessia

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CONTENUTO DELL’OPUSCOLOIn questo opuscolo abbiamo voluto concentrare le informazioni, prendendo inconsiderazione i cinque aspetti fondamentali che regolano la vita di ogni personadall’adolescenza in poi, aspetti che noi stesse abbiamo trovato inscindibili anchenel percorso di recupero che abbiamo personalmente sperimentato perraggiungere il “ben-essere”, constatando che quando la persona è informata ha unpercorso di ripresa molto più facile, in qualsiasi ambito.

I cinque aspetti sono:

1) l’importanza della prevenzione e diagnosi tempestiva dei tumori.[→ SCHEDE INFORMATIVE ELABORATE DAI PROFESSIONISTI CHECOLLABORANO AL PROGETTO MARTINA];

2) la percezione del rischio nell’adolescente e nel giovane adulto;

3) le strategie e le tecniche per ridurre lo stress;

4) l’importanza di una corretta educazione alimentare;

5) l’importanza dell’attività fisica[→ RELAZIONI ELABORATE DAI PROFESSIONISTI CHE OPERANONELL’ASSOCIAZIONE].

Suggeriamo, inoltre, di fare particolarmente attenzione ai danni causati dalfumo.

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- Meno fumo = Seno + più sano

Fumare durante l’adolescenza aumenta le probabilità di ammalarsi ditumore al seno.

In una ricerca comparsa sulla rivista The Lancet, un gruppo di epidemiologicanadesi sostiene che il rischio aumenterebbe del 70 per cento rispetto a chinon ha il vizio precoce del tabacco.Rischiano di più le donne che hanno iniziato a fumare entro cinque annidalla comparsa delle mestruazioni, dal momento che in questo periodo iltessuto mammario è più suscettibile agli effetti degli agenti cancerogeniderivanti dal tabacco. L’indagine ha interessato 430 donne di età inferiore ai75 anni iscritte al registro tumori di British Columbia.

Articolo tratto da Europa Donna Informa, anno 6 • ottobre 2003, p. 9

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SCHEDE INFORMATIVE

ELABORATE

DAI PROFESSIONISTI

RELATORI DEGLI

INCONTRI

NELLE SCUOLE

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SCHEDE INFORMATIVE

ELABORATE

DAI PROFESSIONISTI

RELATORI DEGLI

INCONTRI

NELLE SCUOLE

L’Associazione ringrazia, per la collaborazione, tutti i medici coinvolti nel Progetto.

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DIAGNOSI TEMPESTIVADEI TUMORI DELLA MAMMELLA

La diagnosi tempestiva (cioè in tempo utile alla cura) dei tumori dellamammella è, ancora oggi, la via che offre i migliori risultati. È infatti ormaidimostrato che se si riesce a scoprire il tumore nelle fasi iniziali del propriosviluppo è possibile non solo evitare interventi mutilanti ma anche curaretalmente bene da raggiungere la vera guarigione.

COSA FARE PRIMA DEI 35 ANNI E IN ASSENZA DI SINTOMI?In rapporto alla rarità dell’evento, nelle giovani non vi sono

raccomandazioni al controllo periodico con esami strumentali; poichè peraltro la“scarsa probabilità” non corrisponde ad “assenza di rischio”, si suggerisce alle gio-vani donne di integrare la visita senologica, che sicuramente viene espletata inoccasione dei controlli ginecologici, con l’AUTOESAME (vedi scheda).

L’autoesame va ripetuto ogni 3-4 mesi, dopo le mestruazioni.Ricordarsi che l’obiettivo principale dell’autoesame non è “dare un significato aciò che si palpa” ma “conoscere le proprie mammelle”, in genere “noduliformi”,in modo da essere in grado di percepire eventuale variazioni.

Non c’è nessuna giustificazione a sottoporsi a ripetute periodicheecografie in assenza di sintomi.

Mammografia Ecografia Prelievo conAgo

EsameCitologico

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In caso di riscontro di un nodulo, persistente dopo qualche ciclo mestruale, lavisita senologica e l’ecografia sono i primi test da eseguire.

COSA FARE DOPO I 35-40 ANNI, IN ASSENZA DI SINTOMILa mammografia è la tecnica di base per la scoperta di eventuali tumori

presenti ma non palpabili.

In alcuni casi, a discrezione del radiologo, la mammografia deve essereintegrata dalla visita senologica e dalla ecografia: è necessario però che queste tretecniche siano espletate dallo stesso radiologo e nello stesso momento (ciò evitaansia da attesa e offre risultati ottimali).

In caso di riscontro di un nodulo o se persistono dubbi diagnostici dopo gliesami prima descritti, è giustificato eseguire un prelievo con ago in modo che ilpatologo possa dare un valido contributo: è meglio evitare che il prelievo con agovenga effettuato prima degli altri test.

È necessario comunque prendere coscienza che nessun test è sicuro al 100% eche nemmeno l’associazione di più test garantisce questo risultato: questaconoscenza evita sia le conseguenze negative della falsa tranquillità (la donna sipalpa un nodo ma non se ne preoccupa perché ha fatto la mammografia alcunimesi prima) sia la sorpresa e lo sconforto dopo la scoperta di un tumore (sonofrequenti frasi tipo: “ma come è possibile, l’anno scorso non c’era! Ma allora lamammografia non serve a niente”).

Il recupero diagnostico dei tumori che sfuggono al filtro della diagnosticaintegrata si ottiene con la ripetizione degli esami ad intervalli regolari eprogrammati. È bene che la donna sappia che il controllo dopo uno o due anni nonserve a trovare il tumore nato in quei 12-24 mesi ma serve a scoprire il tumore cheal precedente controllo non era ancora visibile. Ecco perché è necessario che icontrolli diagnostici siano ripetuti ad intervalli regolari: una tantum non basta!

N.B. Se in famiglia si sono verificati molti casi di tumori alla mammella, oall’ovaio o al colon, è necessario chiedere al proprio medico curante qualiprovvedimenti adottare.

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AUTOESAME: Come si fa?

OBIETTIVO: Conoscersi, non fare diagnosi

In posizione eretta, davanti allo specchio, con le braccia tese in basso, epoi in alto, osservare l’eventuale presenza di infossamenti o raggrinzamenti dellapelle o dei capezzoli, o sporgenze irregolari.

Mettersi distese e porre un piccolo cuscino, o un asciugamano piegato, aldi sotto della spalla del lato che si vuole esaminare: questo permetterà allamammella di appiattirsi sul torace, senza cadere lateralmente.

La mano va tenuta piatta e con le dita unite; premerla leggermente eruotarla, come fanno le lancette dell’orologio, dall’esterno all’interno.

La palpazione si fa in senso circolare, oppure a raggiera verso ilcapezzolo, considerando la mammella come un cerchio diviso in quattroquadranti (o quattro parti).

Alla fine controllare anche il cavo ascellare.

PROF. COSIMO DI MAGGIODirettore U.O. Senologia – Ospedale Busonera – Padova

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PREVENZIONE PRIMARIADEL TUMORE DEL COLLO DELL’UTERO

La prevenzione primaria del carcinoma del collo dell’utero è possibilemediante due modalità: igiene personale e PAP-TEST.

Igiene personale

Sappiamo ormai con assoluta certezza che in un’alta percentuale di casi ilcancro del collo dell’utero si associa ad alterazioni virali: in maniera specifica siritiene che il papilloma virus (HPV), pur non costituendo l’unica causadell’insorgenza del tumore, possa essere un corresponsabile importante neldeterminismo del processo tumorale (nel prossimo futuro sarà probabilmentepossibile sottoporsi a vaccinazione preventiva).

Poiché questo virus viene trasmesso principalmente con i rapporti sessuali, èovvio che i rapporti sessuali frequenti con partner differenti espongono a maggiorrischio di contagio.

Si può fare quindi prevenzione primaria limitando il numero dei partneroppure adottando delle precauzioni che rendono minime le possibilità di contagio(ad esempio: uso del preservativo).

Pap-test

Il Pap-test, o striscio vaginale, permette, in maniera semplice ed indolore, distudiare la situazione del collo dell’utero. Le cellule, asportate con una spatolinaed un cotton, vengono “strisciate” su un vetrino e studiate al microscopio (figura).

In questa maniera si possono scoprire alterazioni cellulari che sono note come“situazioni a rischio di degenerare in tumore” (le cosiddette displasieprecancerose). Queste displasie possono essere trattate (con diatermocoagulazione,crioterapia, laserterapia, ... ) in modo da non permettere più la possibiledegenerazione.

In questo modo si effettua una vera “prevenzione primaria”: si impedisce cioèche situazioni potenzialmente a rischio si trasformino in tumori veri e propri.

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Il pap-test permette di scoprire le cellule che stanno passando da normali atumorali.

Quando fare il primo pap-test?

Un’età adatta a tutte non c’è: chi comincia ad avere rapporti completi moltopresto, dovrà cominciare presto a fare il Pap-test. Chi comincia più tardi(l’attività sessuale, s’intende!), potrà iniziare questo “screening” più tardi.

A prescindere da queste considerazioni, un Pap-test intorno ai 25 anni èopportuno farlo... Infatti, le displasie “lievi” e “medie” (CIN1 e CIN2) hanno laloro massima incidenza proprio intorno a questa età (25 anni circa) e sonoabbastanza frequenti (1 donna su 100). Fortunatamente, la maggior parte di questealterazioni si risolvono da sole e non progrediscono verso la displasia “grave”(CIN3), che invece va sempre trattata, perché ha una discreta probabilità, se noncurata, di evolvere verso un tumore invasivo del collo dell’utero (che ha la suamassima incidenza intorno ai 50 anni). Poiché la displasia “grave” (CIN3) ha lasua massima incidenza intorno ai 32 anni, si capisce bene come una buona operadi prevenzione deve iniziare presto: molto prima di quanto si ritengacomunemente...

Per le ragazze di 16-19 anni, queste informazioni non sono solo una“conoscenza” da mettere nel cassetto per molti anni, ma sono suggerimenti damettere in pratica abbastanza presto!

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In linea teorica, se tutte le donne facessero regolarmente lo strisciovaginale, e, nel prossimo futuro, il vaccino contro il papilloma virus, iltumore del collo dell’utero potrebbe anche “scomparire”.

TUMORI DEL CORPO DELL’UTEROQuesto tumore è diverso da quello del “collo”, non solo per la sede di

insorgenza (parte alta dell’utero, al di sopra del collo), ma anche per le altrecaratteristiche: insorge più tardi (60-70 anni) ed ha altri fattori di rischio(nulliparità, obesità, iperestrogenismo, ecc...).

Negli ultimi decenni ha superato, per frequenza, il tumore del collo, ancheperché il Pap-Test ha reso possibile uno screening così utile da far diminuiresensibilmente l’insorgenza di questo tumore invasivo.

Per la prevenzione o diagnosi precoce del tumore del “corpo” dell’utero, imezzi attualmente usati sono: citologia endometriale, ecografia transvaginale,isteroscopia.

TUMORI DELLE OVAIEQuesto tumore, che costituisce il 4% di tutti i tumori femminili, è, purtroppo,

il più pericoloso dei tumori genitali, perché, al momento, è quello che sidiagnostica più “tardivamente”.

Infatti, non solo non esistono tests di screening validi, ma neppure esistonomezzi di diagnosi “precoce”: per cui, quando si scopre un tumore ovarico, questoè solitamente in stadio avanzato di diffusione.

Al momento attuale, l’unico esame utile è l’ecografia transvaginale, chepermette un esame approssimativo della morfologia ovarica.

Sicuramente, finché Voi arriverete all’età media di comparsa di questo tumore(40-60 anni), la scienza medica avrà fatto grandi progressi anche per questomale...pertanto: “tranquille, pur senza abbassare mai la guardia!!!”

PROF. MICHELE GANGEMICattedra di Fisiopatologia della Riproduzione Umana

Università degli Studi di Padova

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TUMORI DEL TESTICOLOE DIAGNOSI TEMPESTIVA

Il tumore del testicolo è una malattia rara che colpisce i soggetti maschi di etàcompresa tra i 15 e i 35 anni.Condizioni predisponenti possono essere il criptorchidismo (cioè un testicolo chealla nascita non è ancora disceso nella sua sede normale), l’atrofia di untesticolo (cioè un testicolo di volume estremamente ridotto), la familiarità,l’esposizione materna agli estrogeni.

Purtroppo la diagnosi è spesso tardiva a causa della non conoscenza che iltumore del testicolo è più frequente proprio nei giovani e della riluttanza a farsivedere in caso di anomalie a carico dei genitali.

Lo strumento più efficace per una diagnosi tempestiva del tumore del testicoloè l’autopalpazione da eseguire periodicamente a partire dai 15 anni di età.

COME ESEGUIRE CORRETTAMENTE L’AUTOPALPAZIONE DELTESTICOLO

L’autopalpazione del testicolo è più facile da eseguire dopo un bagno o una docciacalda (il calore rilassa lo scroto rendendo più facile la palpazione del contenuto).

✓ Porsi di fronte a uno specchio: verificare che non vi siano rigonfiamentisullo scroto.

✓ Esaminare ogni testicolo con entrambe le mani, mettendo indice e medionella zona inferiore, e il pollice in quella superiore.

✓ Eseguire un movimento rotatorio delicato.

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✓ Imparare a riconoscere l’epididimo: morbida struttura tubulare normaleche si trova dietro al testicolo.

Un rigonfiamento o un vero nodulo, nella parte posteriore o anteriore deltesticolo, possono essere causati da un’infezione, ma è meglio consultare ilmedico.

Altri segni da tenere a mente sono:

• Qualsiasi tipo di ingrandimento del testicolo.• Un senso di pesantezza a livello dello scroto; può essere causato da ristagno di

sangue in vene un po’ più larghe (varicocele) e, se non curato, può essere causadi sterilità.

• Una fastidiosa dolenzia inguinale o all’interno dello scroto.

Per finire, ricordare che l’igiene personale (pulizia del glande) riduce sia ilrischio di tumori del pene sia il rischio di trasmettere malattie alla propriacompagna.

Imbarazzo e pudore non sono scusanti valide per evitare la visita medica incaso di sospetto tumore testicolare.

È bene ricordare che la percentuale di guarigione complessiva è elevatissima(circa 90%); se anche dovesse essere necessario asportare un testicolo, il testicolorimanente è abitualmente sufficiente da solo a garantire tutte le funzioni …compresa l’attività sportiva al massimo livello…

DR. ANTONIO CISTERNINOClinica Urologica – Azienda Ospedaliera di Padova

Armstrong, una miticatestimonianza

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IL MELANOMA

Il melanoma è un tumore che origina dallatrasformazione dei melanociti, le cellule chedeterminano il colore della pelle perché produconola melanina, che è il pigmento cutaneo.

PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO INDIVIDUALI E FATTORI DIRISCHIO AMBIENTALI• Familiarità per melanoma (ovvero altri casi nella stessa famiglia) o pregressa

exeresi di melanoma.

• Uno o più nevi di diametro superiore a 5 mm e di forma irregolare.

• Elevato numero di nevi (più di 50) o insorgenza di un nuovo neo in età adulta.

• Esposizione intensa ai raggi UV.

• Capelli rosso-biondi, occhi chiari, carnagione chiara, difficoltà ad abbronzarsi.

SUGGERIMENTI PER LIMITARE IL RISCHIO

- Evitare l’esposizione solare specialmente nelle ore più calde della giornata(dalle 11 alle 16); proteggersi con indumenti leggeri, cappello ed occhiali.

- Evitare completamente l’esposizione solare prima dei sei mesi di età.

- Le creme di protezione solare, anche ad alto fattore di protezione (da 15 in su), proteggono la pelle dai danni solari ma non sembrano in grado di ridurre ilrischio di melanoma.

Il melanoma può insorgere su cute apparentemente indenne o può essere ilrisultato della modificazione di un neo (o nevo) pre-esistente.Circa il 70 % dei melanomi origina all’interno o vicino ad un neo per cui èimportante conoscere se stessi.

I soggetti che rientrano nelle categorie a rischio devono eseguire l’autoesamecutaneo.

Melanociti Melanoma

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COME VIENE FATTA LA DIAGNOSI?

La diagnosi di melanoma viene sospettata clinicamente, mediante visionediretta della cute o con l’aiuto di strumenti di ingrandimento quali ildermatoscopio o il videomicroscopio La diagnosi è poi confermata istologicamente,dopo l’asportazione radicale delle lesioni clinicamente sospette, mediantel’analisi di sezioni sottili al microscopio.

NELLE PERSONE A RISCHIO MAGGIORE SI RACCOMANDA:

1) una visita di prevenzione periodica (ogni 6-12 mesi);

2) la mappatura nei soggetti con un alto numero di nevi. La mappatura consistenel fotografare i differenti distretti cutanei al fine di realizzare un archiviofotografico (possibilmente digitale) da utilizzare nei controlli periodici.

COME CONTROLLARE UN NEO? LA REGOLA DELL’ABCDE

L’ABCDE è una sigla che sintetizza le caratteristiche e i cambiamenti di unalesione pigmentata (neo) che devono essere tenuti presenti nell’eseguire ilcontrollo dermatologico.

N.B. Variazioni inattese o inspiegabili di un neo devono condurre al controllomedico.

A: ASIMMETRIAforma irregolare

B: BORDIfrastagliati

C: COLOREdisomogeneo

D: DIAMETRO> 5 mm

EVOLUZIONE: cambiamen-ti di diametro, forma, colore

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COME ESEGUIRE L’AUTOESAME CUTANEO?

Per imparare a conoscere bene i propri nevi, bisogna controllare bene la cutedopo il bagno o la doccia, posizionandosi davanti ad uno specchio grande:

1) esaminare torace, addome, dorso e fianchi sollevando anche le braccia; per ildorso è preferibile farsi aiutare da un familiare;

2) controllare gli arti superiori nelle varie posizioni, compreso il palmodella mano;

3) controllare le gambe, soprattutto nella parte posteriore; non dimenticare i piedi,compresa la pianta e gli spazi fra le dita;

4) controllare il volto, il collo, la nuca, con un doppio specchio.

a cura di:

DR. MAURO ALAIBACClinica DermatologicaAzienda Ospedaliera – Università degli Studi di Padova

DR.SSA VANNA CHIARION SILENIU.O. Oncologia MedicaAzienda Ospedaliera – Università degli Studi di Padova

PROF. CARLO RICCARDO ROSSIClinica Chirurgica IIAzienda Ospedaliera – Università degli Studi di Padova

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Un sunto di esperienze accumulate in oltre venticinque anni di collaborazione diretta.

RELAZIONI ELABORATE

DAI PROFESSIONISTI

CHE OPERANO

ALL’INTERNO

DELL’ASSOCIAZIONE

RELAZIONI ELABORATE

DAI PROFESSIONISTI

CHE OPERANO

ALL’INTERNO

DELL’ASSOCIAZIONE

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LA PERCEZIONE DEL RISCHIONELL’ADOLESCENTE E NEL GIOVANE ADULTO

È pericoloso mostrare all’uomo quant’è limitatosenza mostrargli assieme la sua grandezza;

egualmente pericoloso è fargli vedere troppo la sua grandezzasenza mostrargli i limiti;

ma il pericolo maggiore sta nel lasciargli ignorare sia l’uno che l’altro.

(BLAISE PASCAL)

INTRODUZIONEImmaginate di essere alla guida della vostra auto o del vostro motorino e di

vedere una lucetta rossa che si accende sul cruscotto o sentire un rumore stranoche proviene dal motore.

Immaginate ora di pensare che non può succedere a voi di avere un qualsiasiguasto, capita agli altri ma non a voi, ed immaginate che questa idea vi facciasentire “potenti”, “forti”, “sicuri”, “a vostro agio”: le cose sono esattamente comele desiderate.

State sottostimando il rischio e ciò vi espone a sicuro disagio.

Vedete o sentite un segnale di pericolo ma non lo considerate importante.

Sarebbe facile valutare diversamente questo segnale e prevenire il danno, manon lo fate, sedotti ed ammaliati dall’idea di intoccabilità e di invincibilità.

Ed è difficile sostenere che questa sia una condizione “rara” poichécaratterizza comportamenti abbastanza frequenti nell’adolescente e nel giovaneadulto, come ad esempio la guida spericolata dopo la discoteca o l’assunzione didroghe, o l’abuso di alcolici o quelle innumerevoli “sfide ritualizzate” dovespesso è in gioco la vita.

L’idea che non può succedere a voi favorisce che vi succeda.

Come mai vi capita questo ?

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PERCEZIONE DEL RISCHIO E CONDOTTE A RISCHIO

L’adolescenza è un periodo di transizione, in cui il soggetto lascia l’etàinfantile e si proietta nel mondo adulto cercando una propria identità, unapersonalità coerente, una propria visione delle cose.

Agli adolescenti è richiesto di superare alcuni “compiti di sviluppo”, che sesvolti in modo costruttivo e positivo favoriscono una condizione di benessere, unaumento dell’autostima, uno sviluppo armonioso con il contesto e pongono,infine, le basi per il successo nei compiti di sviluppo delle fasi successive. Talicompiti si riferiscono alla sfera personale e socio-istituzionale.

L’attuazione di comportamenti a rischio nell’età adolescenziale è esperienzafrequente ed è ritenuta un mezzo per affermare la propria identità, per guadagnareil rispetto e la considerazione degli adulti, per costruire relazioni sociali eaffettive, quindi per sentirsi integrati nel gruppo di appartenenza.

Nel periodo adolescenziale le condotte rischiose sembrano fornire al giovaneuna via d’uscita alle insicurezze e alle incertezze sperimentate in questa fase esembrano permettere il raggiungimento di obiettivi imprescindibili, comel’affermazione della propria identità. La conoscenza di sé, in questo periodo,avviene anche attraverso l’esperienza dei limiti.

Numerosi studi mostrano che gli adolescenti hanno bassi livelli di percezionee/o considerazione delle possibili conseguenze derivanti dall’attuazione dicomportamenti a rischio: seppur perfettamente in grado di valutare il potenzialerischio associato ad una condotta “spericolata”, essi ne sottostimano e/opresentano un ridotto interesse per le possibili conseguenze.

Un’importante teoria sulla motivazione che spinge gli adolescenti a compiereazioni a rischio è la Teoria dei Comportamenti Problematici di Jessor e Jessor, laquale sostiene che la formazione dei comportamenti a rischio è determinata dafattori motivazionali dello sviluppo e da componenti sociopsicologiche. Lapersonalità, le convinzioni e i comportamenti che ricevono l’altrui approvazionesono ritenuti determinanti nell’influire sulla percezione del rischio.

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Un altro importante fattore che influenza la percezione del rischio degliadolescenti è la tendenza a pensare di essere invulnerabili, immuni dal subire leconseguenze di condotte rischiose e di supporre che solo gli altri siano esposti alleconseguenze indesiderate dell’esperienza negativa.Questo atteggiamento deriva anche dall’egocentrismo, tipico di questa età,definito come la tendenza a proporre se stesso al centro di ogni evento, che fasentire l’adolescente come unico, al centro dell’attenzione, immortale edonnipotente.

È molto significativo, a tal riguardo, il dilagante fenomeno delle “nuovedroghe” (amfetamine, cannabinoidi, cocaina, ecstasy) assunte dagli adolescentinella convinzione che non generino dipendenza e/o tolleranza ed attuando cosìcondotte a rischio che comportano spesso esiti molto deleteri. La mancataconsapevolezza della pericolosità appare correlata in questo caso ad una fortespinta di appartenenza al gruppo (dipendenza sociale) che trasforma l’assunzionein un rituale iniziatico.

Dal punto di vista sociale alcune ricerche mostrano l’importanza del gruppo deipari nel favorire condotte rischiose; l’adolescenza è, per eccellenza, il periodo incui l’individuo è maggiormente soggetto all’influenza del gruppo. Lo sviluppodell’identità si realizza attraverso la ricerca di nuovi valori e nuove identificazio-ni al di fuori della famiglia: il gruppo dei coetanei rappresenta un’istanzaautorevole, che impone un sistema di norme. L’accettazione nel gruppo passaattraverso regole rigide ed influenza fortemente il comportamento dei singoli neiconfronti delle norme di sicurezza.

PERCEZIONE DEL RISCHIO E SALUTE

La sottostima del rischio interessa anche le condotte salutistiche e diprevenzione delle malattie di cui attiene la Psicologia della Salute, che è l’insiemedei contributi specifici (scientifici, professionali, formativi) della disciplinapsicologica, per la promozione e il mantenimento della salute – per laprevenzione e il trattamento della malattia – per l’identificazione dei correlatieziologici e diagnostici della salute, della malattia e delle disfunzioni associate –per l’analisi e il miglioramento del sistema di cura della salute e perl’elaborazione di politiche della salute stessa.

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La rappresentazione della malattia nell’immaginario delle persone genera unaserie di atteggiamenti rilevanti sul piano delle conseguenze cliniche, come, adesempio, la tendenza a minimizzare i sintomi, procrastinando l’intervento, oppuread accentuarli, rendendo problematico lo stesso intervento.

Nel caso specifico del cancro si riconosce una quota rilevante di insuccesso neitrattamenti proprio a causa di un intervento tardivo.

Il contributo attuale della psicologia della salute consiste sia nel favorire laprevenzione e la cura della malattia, sia nel promuovere la salute, intesa comeelemento dinamico-evolutivo, inserito all’interno di un’interezza biopsicologica(la persona).

Attualmente i modelli di promozione della salute non sono più solamente“informativi”, spesso troppo poco efficaci (è noto come non sia sufficiente essereinformati su possibili comportamenti rischiosi per evitarli), ma soprattutto“formativi”, dove aspetti informativi e motivazionali si intreccianovicendevolmente.

Si è constatato che l’orientamento cognitivo più efficace per indurrecomportamenti di prevenzione e collaborazione è costituito da un atteggiamento di“timore fiducioso”, espressione della corretta integrazione tra consapevolezza deifattori di rischio e strategie di padronanza, in mancanza delle quali si otterrebbe unaumento dell’ansia, con il conseguente ricorso a strategie disfunzionali, comel’evitamento e la negazione.

Un’ulteriore evoluzione delle strategie di promozione della salute è stata resapossibile dall’introduzione del concetto di “autoefficacia”, costrutto cognitivo cheesprime “la convinzione di avere la capacità di gestire efficacemente il problemae di raggiungere il risultato auspicato”.

A. Bandura con il costrutto dell’“autoefficacia percepita” introduce unimportante concetto per capire i meccanismi attraverso i quali le personeprendono coscienza di sé, contribuendo attivamente a promuovere la propria salute.

Si è visto che le convinzioni di autoefficacia influenzano i processi cognitivi edemozionali, in particolare la scelta delle azioni da intraprendere e degli obiettivi daperseguire, la perseveranza di fronte ad ostacoli ed insuccessi, il propriobenessere psicologico e il concetto di sé.

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Un dato molto utile per chi si occupa di promozione della salute è chel’aspettativa di efficacia può essere misurata ed incentivata. Molte ricerche,inoltre, hanno mostrato una correlazione positiva tra senso di autoefficacia ecomportamenti di prevenzione, promozione della salute e collaborazioneconsapevole.

Ricerche italiane hanno osservato che alcune forme di autoefficacia percepitaportano a saper gestire le proprie emozioni, a resistere alle pressioni dei pari chespingono a compiere atti di trasgressione ed a migliorare la capacità direlazionarsi con gli altri.

Un problema che coinvolge oggi non solo la psicologia, ma anche la medicina,è lo scarso rilievo dato alle attività di prevenzione e di promozione della salute, inforte controtendenza rispetto a quanto sostenuto dall’Organizzazione Mondialedella Sanità; non si tiene nella dovuta considerazione che un largo numero dipatologie siano attribuibili a comportamenti a rischio evitabili e che quindisarebbe più efficace cercare di cambiare i fattori comportamentali checontribuiscono all’insorgenza della patologia stessa.

La vera prevenzione è psicologica.Tutti gli altri sono strumenti di prevenzione.

(ALBERT BANDURA)

CONCLUSIONII comportamenti legati alla salute e lo stile di vita in età adulta sono il

prodotto dello sviluppo adolescenziale; specifici comportamenti possonoaumentare il rischio di insorgenza di alcune malattie: risulta di fondamentaleimportanza perciò la realizzazione, in questa fase della vita, di specifici progetti dipromozione e di educazione alla salute.

La paura di ammalarsi (la minaccia percepita) perciò, dovrebbe esserecompensata dall’aspettativa di efficacia sulle terapie (la possibilità di gestione),evitando così sia le distorsioni pessimistiche (fobia ipocondriaca), sia quelleottimistiche (senso di invulnerabilità). Da tale equilibrio dinamico si generano icomportamenti di partecipazione attiva e intenzionale ai programmi di screeninged al processo terapeutico.

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RACCOMANDAZIONINon potevamo concludere queste brevi riflessioni sulle condotte a rischio neigiovani senza offrire alcune semplici ma efficaci indicazioni finalizzate adottimizzare la gestione dei rischi:1) coltiva la disponibilità a confrontarti anche con opinioni diverse dalla tua, ma...2) sforzati di pensare con la tua testa, non sempre ciò che fanno molti è per

questo giusto;3) la tua curiosità ed il tuo bisogno di novità sono preziosi ma vanno gestiti;4) non demonizzare la paura, spesso è giusta ed utile e non è affatto segno di

debolezza;5) non esitare nel chiedere aiuto se comunque senti di avere difficoltà nel gestire

la tua impulsività.a cura di:

DR.SSA CHIARA VITALONEDottore in Psicologia

DR. EVELINO TREVISANPsicologo-psicoterapeuta

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LO STRESS E LA SUA GESTIONE

La nostra mente procura malattie ed essa stessa può guarirle.

(PARACELSO, 1400)

Oggigiorno, che mente, corpo ed emozioni costituiscano un sistemaperfettamente integrato è un fatto scientificamente assodato.

Si è dimostrato, infatti, in numerosissimi studi, che a ogni modificazione dellostato emotivo si accompagna una modificazione dello stato fisiologico e cheesistono, pertanto, strettissime interazioni e connessioni tra pensieri, emozioni,sistema endocrino e sistema immunitario, tant’è che la psiconeuroimmunologia,già da decenni studia i rapporti che intercorrono tra ansia, stress, depressione emalattie.

Oggi siamo in grado di dimostrare che la mente è di grande utilità anchenella lotta contro il tumore (Fawzy).

Se accanto alle validissime risorse messe a disposizione dalla medicinaadottassimo uno stile di vita più sano, soprattutto dal punto di vista emotivo,gli importanti risultati raggiunti finora nella lotta ai tumori potrebbero moltiplicarsi.

Non è possibile sfuggire allo stress. Lo stress fa parte della vita, in quanto,come afferma Hans Seyle (uno dei maggiori studiosi di questo concetto), lo stressè la reazione aspecifica del corpo a qualunque esigenza gli venga imposta1, e fraqueste esigenze rientrano anche l’indispensabile “lavoro” del cuore, che devecontinuare a pompare il sangue, dei muscoli, che devono muovere il torace per larespirazione, ecc. “Aspecifica” significa che il corpo ad una data situazione(stimolo, problema, ecc.), deve comunque adattarsi, riadattarsi, a prescindere dallanatura di tale situazione, e lo fa con medesime reazioni biologiche in tutti gliesseri viventi, uomini e animali.

Non è la singola situazione stressante a causare dei danni: a produrre effetti dis-astrosi è la sommatoria di diversi eventi stressanti.Proprio come ogni meccanismo inanimato si logora, anche se fornito di

1 HANS SEYLE, Stress senza paura, Rizzoli, Milano, 1976, p. 28)

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combustibile sufficiente, così la macchina umana, sottoposta a un consumo e a unlogorio costanti, finisce per restarne vittima. [...]. Le nostre riserve di << energiadi adattamento >> non sono infinite2.

Non esiste, pertanto, uno stress “buono” o uno stress “cattivo”: esiste solo ilnostro modo di rapportarci ad esso.

Lo stress diviene dannoso quando non possediamo o non mettiamo in attovalide strategie per controllarlo e/o gestirlo al meglio.

Lo stress va affrontato nel modo più “sano” possibile: uno dei modi piùsbagliati consiste nel cadere in depressione, poiché la depressione è la “madre” ditutte le malattie, in quanto causa degli squilibri al sistema immunitario.

Esistono tecniche che possono aiutarci a “scrollarci di dosso tutto ciò che ognigiorno inquina la nostra vita” e a ritrovare, all’interno e all’esterno di noi, unequilibrio più autentico.

Il primo passo da compiere nel cammino che ci porta a “riappropriarci” del nostrobenessere psicofisico è quello di “fermarci” e chiederci come ci sentiamo, comestiamo conducendo la nostra vita, e se siamo soddisfatti.

La consapevolezza della nostra immediata realtà (e cioè l’essere consapevolidi tutto ciò che in un preciso momento – il qui ed ora – stiamo provando evivendo) aiuta a mettere in luce i “lati oscuri” che ci impediscono di godereappieno della vita.

Vivendo consapevolmente il/nel presente e “ascoltando” attentamente qualsia-si nostra “sensazione” corporea e/o mentale, possiamomettere intenzionalmente in atto le strategie che ci portano a “purificare” ilnostro corpo e la nostra mente da tutti i “fattori inquinanti” interni(pregiudizi, convinzioni, ecc.) ed esterni (condizionamenti, ecc.),liberandoci così da quelle “pastoie” che il più delle volte siamo noi stessi acrearci.

2 Ibidem, p. 38

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Alcuni esempi di queste strategie sono: la meditazione, lo yoga, il trainingautogeno e la visualizzazione. Altre tecniche (altrettanto efficaci) sono l’attivitàfisica3, la musicoterapia (danzare, cantare), la psicoterapia, scrivere, dipingere eanche pregare4.

Si è dimostrato, infatti, che il rilassamento indotto da queste tecniche ha riper-cussioni, sul piano fisiologico, sugli ormoni che governano le reazioni allo stresse, sul sistema immunitario.

L’espediente basilare per giungere al rilassamento e, quindi, ad un efficacegestione dello stress, è quello di concentrarsi sul respiro.

Chiudiamo gli occhi. Inspiriamo profondamente: sentiamo il diaframma che sidilata, poi espiriamo più lentamente ascoltando l’aria che esce dalla nostrabocca. Contemporaneamente cerchiamo di immaginare i polmoni, come se fosse-ro due spugne di mare, che si aprono e si chiudono in un movimento ritmico,calmo, regolare. Quando inspiriamo i polmoni si dilatano, quando espiriamo ipolmoni si restringono.

• Ripetiamo fino a quando sentiremo tutto quanto il corpo partecipare aquesto movimento respiratorio, come se tutto il corpo si dilatasse quando inspiriamo e si contraesse quando espiriamo.

• Lasciamoci sempre più andare a questo movimento, lasciamoci trasportaredal nostro respiro e sentiamo l’aria che penetra in ogni nostra cellula.

Proviamo a immaginare di essere su una barca ancorata in un mare tranquil-lo e di essere cullati al ritmo del nostro respiro. Possiamo immaginare i colori,sentire i rumori, immergerci in questa immagine come se fossimo là.

[...]. Imparare a respirare bene è di grande importanza per il buon funziona-mento del nostro organismo e non da meno, permette col tempo e l’esercizio, discoprire quanto una buona respirazione lenta, profonda, [...], possa indurre sen-sazioni di maggiore calma, equilibrio e consapevolezza di sé, specie prima di unesame o di una semplice interrogazione.

3 Anche una semplice camminata fatta a passo veloce, porta ad un rilassamento di tensioni (muscolari e non) cau-sate da uno stress eccessivo.4 La preghiera in occidente corrisponde ad una forma di meditazione profonda.

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Una buona respirazione è la base per ogni disciplina che includa la concen-trazione e il rilassamento.

Pertanto, abituiamoci a concentrarci sul respiro in momenti di particolaretensione o malessere sia fisico che emotivo5.

L’importante, quindi, è utilizzare delle tecniche che ci aiutino ad orientarci versopensieri nuovi, positivi, e che ci aiutino ad esprimere le parti più spontanee eprofonde del nostro essere (le parti creative di noi stessi, di cui non siamo, o nonsiamo stati fino ad un certo momento consapevoli).

In ogni momento della giornata possiamo provare ad allenare la nostra mentea “ristorarsi” nella calma e nel buon umore, raccogliendo così energie positiveper affrontare meglio ciò che ci sta accadendo o ci accadrà.

La realtà intorno a noi non cambierà, ma ci ritroveremo con più energia eserenità mentale per affrontarla.

DR.SSA ERIKA LAROSIDottore in Psicologia

5 PAOLA BERTOLOTTI, NICOLETTA BUCHAL, GIOVANNACARLA ROLANDO, Pensare la salute, Tecnichecreative per ridurre l’ansia e organizzare armoniosamente la propria giornata, pp. 7-9, in Tumore del seno:Prevenire, Curare, Vivere, FrancoAngeli, Milano, 1999.

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UNA SANA ALIMENTAZIONE

Siamo quel che mangiamo!

Oggi, in una società in cui il corpo è sempre in primo piano (esaltato dai mass-media che lo propongono magro, tonico e in forma) non è facile districarsi tra letante diete e i “miracolosi” regimi alimentari, proposti un po’ ovunque, allo scopodi stare in salute mantenendo il peso forma.

Come è stato più volte dimostrato, l’alimentazione è un fattore importante nella“prevenzione” delle malattie, specialmente quelle del “Benessere”, ed alloranutrirsi correttamente diventa fondamentale nel contrastare la loro insorgenza.

Spesso, a causa di stili di vita sempre meno in sintonia con i nostri ritmi biolo-gici si mangia in fretta, troppo o male, senza scegliere, accettando ciò che ci pro-pongono o ciò che è a portata di mano, preferendo cibi “facili” da reperire o pre-parare, cibi accettati e condivisi da tutti, cibi veloci, colorati e profumati, senzatenere conto delle nostre necessità fisiologiche, diverse per ognuno di noi.

In questo contesto di “incertezze di stili alimentari” è d’obbligo la riscossa diuna alimentazione che aiuti a ritrovare il giusto equilibrio tra uomo e cibo, che nerivaluti l’antico patrimonio culinario, sociale ed etico, avvicinandoci il più possi-bile alla sana “dieta mediterranea” che propone un controllo della qualità e quan-tità degli alimenti e il rispetto di alcune semplici regole, considerate “guida” ad unregime alimentare quotidiano corretto.

Tali regole-guida possono essere così riassunte:

1. Preferire cibi di origine vegetale a quelli di origine animale (fibre, vitami-ne, sali minerali devono essere sempre presenti nel menù giornaliero).

2. Ridurre sensibilmente l’uso dei grassi di origine animale (burro, lardo,grasso delle carni).

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3. Aumentare l’assunzione di pesce a 2-3 volte la settimana (ottimo il pesce azzurro).

4. Limitare i formaggi come pietanza, specie quelli a pasta dura, stagionati ofermentati (un’eccezione va fatta per il formaggio grana, ricco di calcio, senzaperò esagerare, soprattutto se si fa uso quotidiano di latte).

5. Ridurre il consumo di cibi con elevato contenuto di colesterolo [uova (tuorlo), cervello, fegato, crostacei].

6. Limitare a 5 o 6 la settimana i pasti nei quali si consuma carne, insaccati o loroderivati (preferire carni magre, bianche, e salumi senza conservanti).

7. Compensare la riduzione di carne con un aumento di legumi ricchi di proteinevegetali e fibra (fagioli, piselli, ceci, fave, lenticchie).

8. Ridurre al minimo lo zucchero e gli alimenti dolci (preferire, quando non se nepuò fare a meno, miele, zucchero di canna e dolci preparati in casa; sempre inmodica quantità).

9. Anche il sale va ridotto, preferire sale integrale o iodato quando lo si può usare.Il sale può essere sostituito o integrato con aromi freschi (aglio, prezzemolo,erba cipollina, rosmarino, salvia, ecc.), utili per dare gusto ai cibi poco salati e poco grassi).

10. Dare la preferenza all’olio di oliva extravergine e all’olio di mais: vanno usatisempre crudi sugli alimenti cotti o crudi.

11. Pane, pasta e farinacei in genere sono necessari per l’equilibrio della dieta(fonti di amidi, forniscono energie nel tempo): non vanno eliminati, soloridotti se necessario, e calcolati in base alle necessità caloriche individuali.

12. Riso, crackers e pane integrali sono da preferire, specie da chi soffre di stipsi(in questo caso vanno accompagnati sempre da abbondante acqua).

13. Frutta e Verdure, cibi ricchi di cellulosa, vitamine e sali minerali, devonoessere abbondantemente presenti nell’alimentazione quotidiana: minimo 2 o 3razioni al giorno (specialmente la verdura; preferirla di stagione, cruda, epoco condita).

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14. Bevande: l’acqua naturale, non fredda può essere bevuta a volontà, soprattuttolontano dai pasti.Caffè e vino vanno consumati con moderazione; il vino in particolare deveessere di buona qualità e bevuto solo ai pasti.Per le bevande dolci, gassate o no, piacevoli al palato, va ricordato cheforniscono calorie non necessarie al nostro organismo.

Importanti sono anche i metodi di cottura degli alimenti; preferire quelli chepermettono di mantenere il più possibile inalterate le caratteristiche nutrizionali eorganolettiche dei cibi evitando al tempo stesso la formazione di sostanze tossiche;ottima la cottura a vapore, la bollitura in poca acqua, la cottura senza grassi, quel-la alla piastra e quella al cartoccio. Evitare la friggitura e la cottura arrosto.

Educare ad una sana alimentazione non è facile perché “cibarsi” va al di là delsemplice nutrimento per la sopravvivenza; la vita dell’uomo non è solo fisica maanche psicologica e sociale, profondamente correlata con l’alimentazione.

Il cibo, spesso, viene usato come mezzo per migliorare il nostro aspetto: peringrassare o dimagrire, rinvigorirci o rimanere in buona salute, a volte per riempirei vuoti dello stomaco o dell’anima. Attraverso il cibo, infatti, tendiamo a superarele sensazioni di “mancanza”, ritrovando poi, “sazi”, completezza ed equilibrio tranoi e l’ambiente che ci circonda.

Le abitudini alimentari, buone o cattive che siano, a volte nascono e sitrasmettono in famiglia, di padre in figlio, da un ambiente sociale ad un altro,assumendole in toto.

Per questo motivo l’impegno al raggiungimento di uno stile alimentare idoneoalla conservazione della salute e di un peso forma ottimale deve essere mantenutocon costanza e serenità.

DR.SSA ANNA CAVALLINInutrizionista - psicologa - psicosomatista

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L’IMPORTANZA DEL MOVIMENTO

Se in qualche modo è possibile esprimerequello che noi abbiamo sepolto all’interno

e possiamo diventarne consapevoli,si può evitare la malattia.

(SIGMUND FREUD)

Dal momento che l’essere umano è costituito da due polarità integrate: il corpoe la mente, qualsiasi evento che vada a perturbare le funzioni di una delle due partiavrà effetti importanti anche sull’altra.Sfruttando questo meccanismo è possibile intervenire positivamente sul corpo perinfluenzare la mente, e viceversa.

Tra emozioni (psiche) e movimento (corpo) esiste una strettissima connessione:i sentimenti trovano piena espressione nei gesti e nell’atteggiarsi del corpo e dellavoce.

Lo stress, le tensioni e le posizioni sbagliate (assunte inconsapevolmente odovute a precisi disturbi funzionali), “bloccano” alcune parti del corpo in posizioniinefficienti, costringono alcuni muscoli a contrarsi, altri a compensare le disfun-zioni con un movimento eccessivo.

Assumere posizioni scorrette, nel corso del tempo può portare ad ulteriori squi-libri psicofisici che, a loro volta, possono causare dei danni alla nostra salute.

Risulta quindi molto importante imparare a riorganizzare i nostri movimenti, arivedere gli schemi delle nostre posizioni e ad avere una maggiore percezione delnostro corpo e di ciò che ci comunica.

L’approccio corporeo è determinante se si vuole far sì che il corpo possarelazionarsi con i propri disturbi, la propria disorganicità e i propri conflitti (ciòche in qualche modo “rode dentro” ed ha bisogno di prendere forma).

Migliorare il movimento significa pertanto trovare un nuovo equilibrio e nuovepossibilità di esprimersi al meglio, in quanto intervenendo su di esso si agisce sututto il nostro essere.

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L’attività fisica riveste un ruolo fondamentale nell’ambito dell’adozione di stilidi vita sani ed è importante per combattere lo stress6, la passività fisica (che poidiventa anche passività psichica, e viceversa) e l’isolamento sociale.

Il movimento, infatti, costituisce un mezzo per uno sviluppo psicofisico armo-nico e può essere “utilizzato” come occasione di aggregazione e socializzazione(divertendosi, “giocando” insieme) e anche come “strumento terapeutico”(Fisioterapia di gruppo, Dance Movement Therapy, Yoga, ...), in quanto la possi-bilità di potersi esprimere liberamente, di dare voce - o meglio di “dar corpo” - alproprio mondo interiore, ha un grande potere “catartico” (liberatorio) e all’internodei gruppi si sviluppano una serie di dinamiche che promuovono percorsi che por-tano all’aumento dell’autostima, alla consapevolezza delle proprie risorse e dellapropria creatività, nonché si instaurano significative relazioni sul piano affettivo.

L’esercizio fisico regolare (associato ad una sana ed equilibrata alimentazione7)è in grado di prevenire e/o ridurre l’incidenza di varie malattie, e di limitare ilrischio di eventuali complicanze in chi è già affetto da una patologia.

Tra i più semplici tipi di esercizio fisico rientrano: la camminata, l’andare inbicicletta, la ginnastica dolce ed il nuoto.

Vi è un considerevole accordo tra i medici nel sostenere che una camminata dialmeno trenta minuti ogni giorno ed il nuoto (possibilmente in acqua termale, svol-to almeno due ore alla settimana, a cicli nel corso dell’anno) costituiscono unavera e propria “panacea” contro i principali problemi delle ossa e dello scheletro.La gamma delle attività motorie è veramente ampissima: scegliete l’attività a voipiù confacente e ... “dite NO alla pigrizia!”

6 Il movimento aiuta a “sciogliere” le tensioni (muscolari e non) dovute ad uno stress eccessivo.7 Dieta ed attività fisica sono tra loro strettamente correlate e si influenzano reciprocamente. Un’alimentazionenon corretta può portare ad un aumento di peso che può essere aggravato da una vita sedentaria e può favorirel’insorgere di precise patologie (diabete, ipertensione, disturbi cardiovascolari, ecc.).

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LA DANZAMOVIMENTOTERAPIA

La Danzamovimentoterapia (DMT) è una disciplina specifica che predilige nelsuo approccio il linguaggio corporeo, il movimento, la pratica della danza e ladimensione creativa. Abbraccia così il mondo emotivo, cognitivo e relazionale e sipropone di migliorare la qualità della vita della persona.

La danzamovimentoterapia, nata come approccio clinico, esprime anche risor-se, competenze e tecniche rivolte al lavoro psicosociale, pedagogico e formativo.

A cosa serve

- Serve ad approfondire la conoscenza del proprio corpo e delle sue potenzialità;

- serve a ricercare e ricreare un’armonia psicofisica, abitando pienamente larealtà del corpo e rispondendo ad una ricerca all’interno di sé.

Nella routine quotidiana, la maggior parte di noi vive senza vedere, né capireil linguaggio con cui si esprime il corpo. Ma proprio in esso risiede la verità dellanostra esperienza, per questo diventa importante approfondirne la conoscenza,scoprire ed utilizzare le proprie capacità espressive.

Capire cosa il corpo vuole dirci, quali sono le reali esigenze, decodificare imessaggi che ci invia significa poter dare una risposta significativa ed adeguata,soprattutto personale ed assolutamente “vestita” su di sé. Ciascuno è invitato avivere il privilegio e la libertà di “prendersi in mano”, di prendersi cura di sé . Pocoalla volta si scopre in grado di “dire la sua” rispetto al proprio benessere ovvero alproprio “star bene”, a cosa lo fa stare bene o male. L’ultimo passo è permettersi discegliere e di trovare la propria strada, sostenuti da un’energia che scaturisce dallascoperta di nuove potenzialità.

In DMT il movimento e la danza, componenti insite in noi ma troppo spessonascoste e dimenticate, divengono il mezzo di lavoro privilegiato, divengono ilpunto d’incontro con noi stessi e con gli altri.Con questo approccio, cerchiamo di allenare i nostri sensi a percepire la bellezzadel mondo che ci circonda, a sentirla, a vederla, a provarla: il nostro respiro ci col-lega con tutto e con tutti, con la terra stessa, che ci dà la possibilità di sentire lasostanza dentro ed intorno a noi. E questo equivale a scoprire quanta bellezza c’èin noi, quanta forza, quanta dolcezza, quanta voglia di vivere!

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È dunque un’esperienza rivolta a tutte coloro che vogliono dedicare un po’ ditempo per sentirsi bene, per prendersi cura di sé, per ricercare un’armonia con sestessi e con gli altri, per riscoprire nuova grinta.

Nella DMT le persone possono anche imparare a controbilanciare le forze conle quali si trovano a misurarsi di giorno in giorno, in maniera ‘elegante’. Si allenae si impara una flessibilità di fondo che serve a superare gli ostacoli della vita quo-tidiana. Le alghe attraversano tutte le bufere grazie alla flessibilità; il funambolosi adatta ad ogni variazione della corda grazie alla flessibilità.

Nella DMT si trasmette e si scopre lo spazio in cui ciascuno può essere flessi-bile. Ciascuno viene stimolato e aiutato a trovare i propri punti di riferimento.Sentirsi bene nel proprio corpo è il passo che si propone, ed è un lavoro fatto inquello ‘spazio di confessionale’ che si crea tra paziente e terapeuta, tra una parte-cipante e l’altra, all’interno del gruppo.

A chi è rivolta

- A tutti coloro che vogliono approfondire la conoscenza del proprio corpo edelle sue potenzialità;

- a chi vuole tradurre la conoscenza in consapevolezza corporea;

- a chi vuole riscoprire un’armonia ed utilizzare le proprie capacità espressive;

- a chi vuole sbloccare energie represse, ‘dare corpo’ e manifestare emozioni negate;

- a chi vuole trasformarsi ed evolvere;

- a chi considera importante ESPRIMERSI, per COMUNICARE, per ESSERE,per CREARE;

- a chi ha voglia di rimettersi in gioco per riprendersi lo spazio del sorriso e lalibertà di abitare il mondo!

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Che cosa propone il percorso di danzamovimentoterapia?

Va specificato che, nonostante il nome, ha poco a che fare con la “danza” cosìcome comunemente la intendiamo. Si tratta piuttosto di sperimentare la possibili-tà di esprimere un movimento o un gesto, di far parlare parti del corpo spessolasciate a tacere, di riappropriarsi di spazi fisici e virtuali sovente dimenticati. Neldivertimento, nella serenità e giovialità degli incontri si raggiunge pian piano unapiù profonda consapevolezza di sé e delle proprie potenzialità.

Il primo a rispondere è il corpo: una miglior coordinazione e l’acquisizione dipossibilità di movimento sono lo sfondo su cui gioca tutto il resto del percorso.Poi, a poco a poco le diverse espressioni, che possono anche coincidere con unadanza, divengono significative di un mondo interiore che viene portato alla luce eche è del tutto personale e particolare.

Questo servizio offre spazio a tutti coloro che hanno voglia di mettersi in giococon la pazienza e la discrezione che richiede un percorso a volte faticoso, ma sicu-ramente rimunerativo e di soddisfazione.

DR.SSA PAOLA VARRICCHIOLaureata in Fisioterapia

Dance Movement Therapist Istituto RizaAssociazione Professionale Italiana Danzamovimentoterapia

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LO YOGA

Una leggenda narra che un giorno un pesce, nuotando nell’oceano Indiano neipressi di una caverna, rimase affascinato da una melodiosa voce che provenivadall’interno e che, scoprì, apparteneva al dio Shiva8, intento ad illustrare alla suaamata sposa Parvati le magiche posizioni (Asana) da lui stesso create e riservateesclusivamente agli dei. Appresi questi insegnamenti, il pesce subì una metamor-fosi, acquistando il corpo di uomo dal nome Matsyendra (in sanscrito “pesce fattouomo”). Questi, da quel giorno cominciò a tramandare ai suoi discepoli, in gransegreto, le tecniche apprese direttamente dal dio, divenendo così il primo yogin.

La parola Yoga deriva dalla radice sanscrita Yuj che significa “unificare”,“riportare all’unità”, “aggiogare insieme”. Si traduce meglio con la parola“disciplina” come, appunto, mettere il giogo sul collo ai buoi per tenerli meglio abada.

Per “unione”, nello Yoga, si intende unione (incontro) con se stessi, unione tragli esseri umani, unione dell’individuo con la natura e, fondamentalmente, unionecon l’Assoluto; l’anima individuale (jivatma), dunque, viene ricondotta al suo ori-ginario stato di unione con l’anima universale e divina (paramatma). La parola“unione” sintetizza perfettamente il significato dello Yoga, che si pone come obiet-tivo: l’unione della mente, del corpo e del respiro, per raggiungere un elevatolivello di consapevolezza e di conoscenza di sé.

Lo Yoga, sin dalla sua diffusione in Occidente, è stato definito una scienza, unafilosofia, una religione, un’arte, una moda, una disciplina olistica che racchiuda insé tutti questi aspetti... Parlare oggi di Yoga è più attuale che mai. Il termine“stress” è divenuto una costante di ogni conversazione e molte persone sono con-sapevoli della necessità di modificare in qualche maniera il ritmo, rallentare lacorsa. Gli impegni, i lavoro, le responsabilità in genere, si aggrovigliano nellamente di ciascuno, mettendola a dura prova. E non è sufficiente, in questocontesto, dedicarsi ad uno sport, ammesso che se ne trovi il tempo. Le ginnastichesono utili, ma non aiutano del tutto a smaltire lo stress o, meglio, a prevenirlo.

8 Shiva è un Dio indù che, insieme a Brama (“Il creatore”) e Visnù (“Il conservatore), fa parte della trimurti vedi-ca, la triade induista. Detto anche “Il Benefico”, a Shiva viene frequentemente attribuita la funzione di distrug-gere l’universo, alla fine di ogni ciclo cosmico

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Lo Yoga, che non ha solo una funzione spirituale, ma anche terapeutica, non inva-de l’organismo, perché è l’individuo che, giunto ad un certo livello di consapevo-lezza del proprio corpo, entra nel respiro, nella posizione, senza alterare i naturaliequilibri psico-fisici.

a cura della DR.SSA LILLI VUCIC

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COSA OFFRE L’ASSOCIAZIONE“NOI E IL CANCRO-VOLONTÀ DI VIVERE”

Presidente: Caterina TanzellaIndirizzo: Via Paruta, 32 - 35126 PadovaOrari di apertura: dal Lunedì al Venerdì 9.00-12.00 - 15.30-18.30tel. 049 / 802 50 69 - 347 / 278 70 10fax 049 / 803 74 65e-mail: [email protected] internet: http://digilander.iol.it/volontadivivereCodice Fiscale: 80040220289C/C Postale: 14469357Banche d’appoggio: Banca Antoniana Popolare Veneta - Banca di Credito

Cooperativo dell’Alta Padovana - Cassa di Risparmiodi Padova e Rovigo - Banca di Credito Cooperativodi Cartura

Pers. Giuridica 2037 del 03-04-1990Iscr. Reg. Comunale: 125-PDIscr. Reg. Provinciale: 26/AIscr. Reg. Regionale: PD 0050

L’Associazione “Noi e il cancro-Volontà di Vivere” ONLUS, nata nel 1979,persegue obiettivi socio-sanitari, in quanto è un centro di riabilitazione psico-fisi-ca per i malati oncologici in genere e, in modo specifico, per la donna operata ditumore alla mammella. Allo scopo, ha messo in essere, presso la propria sede, unaserie di servizi mirati e continuativi, che vengono offerti gratuitamente ai nume-rosi pazienti che ne fanno richiesta e la cui efficacia è da tempo scientificamentecomprovata.

Autonoma, apolitica, priva di scopi di lucro, “Noi e il cancro-Volontà diVivere” ha cercato di creare per questi malati un punto di riferimento preciso, alquale rivolgersi per qualsiasi problema di ordine psicologico, fisico o di altrogenere: un aiuto che serva a rendere meno traumatizzante possibile l’impatto dei

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pazienti con il ritorno alla vita normale, e a rimuovere e modificare, in positivo,errate abitudini di vita, sia dal punto di vista psicologico che dell’igiene naturale.

La gestione è affidata a volontarie (per l’80% pazienti guarite), le quali ven-gono formate all’assistenza specifica dei malati neoplastici.Ciascuna, nel tempo che mette a disposizione dell’Associazione, ricopre, secondole proprie inclinazioni, ruoli utili al buon andamento del Centro. Il campo di atti-vità va dall’assistenza alle neo-operate in ospedale e/o a domicilio, all’organizza-zione di convegni, al coordinamento dei servizi, all’amministrazione, al lavoro disegreteria e di editoria, alla formazione e all’informazione sulla prevenzione ediagnosi precoce dei tumori dell’adulto e dei giovani.

Con le volontarie collaborano in sede anche tecnici e specialisti formati ad hoce retribuiti dall’Associazione per garantire la continuità e la qualità dei serviziofferti: si tratta di psicologi, fisio-kinesiterapisti, insegnanti di yoga e dietologi.

L’Associazione comunica con i propri soci tramite un notiziario trimestrale, ecollabora con le Istituzioni, e con altri organismi aventi finalità analoghe, a livel-lo locale, nazionale ed europeo.

Poiché dall’esperienza accumulata nei vari decenni, si è rilevato che per unpaziente trovare un punto di riferimento nel proprio territorio favorisce unamigliore qualità di vita anche ai fini della guarigione, negli ultimi anni “Noi e ilcancro-Volontà di Vivere” ha promosso la nascita di altri gruppi simili, nelleProvince di Padova, Venezia, Treviso e Vicenza.

L’Associazione gode del riconoscimento di personalità giuridica; è iscritta neiRegistri del Volontariato regionale, provinciale e comunale; è membro dellaConsulta Femminile del Comune di Padova, della Federazione NazionaleAssociazioni Donne Operate al Seno (FADOS), del Movimento di OpinioneEuropa Donna e della Conferenza Europea Reach to Recovery.

L’impegno dell’Associazione si sviluppa su due piani:

• Assistere il maggior numero possibile di donne malate, offrendo gratuitamenteservizi atti alla loro riabilitazione.

• condurre con tenacia azioni di sensibilizzazione circa l’educazione alla salute,specie per l’importanza che ha la diagnosi precoce dei tumori.

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Per la riabilitazione psicofisica e sociale delle proprie socie, l’Associazione- sin dalla sua costituzione - ha istituito e continua a mantenere attivi i seguentiservizi:

Consulenza psico-oncologica integrata• Pronto soccorso psicologico (tel. 347 – 2787010);• Psicoterapia individuale, di coppia, familiare e di gruppo;• Analisi e verifica sull’operato delle volontarie;• Gruppo di auto-aiuto.

Fisiokinesiterapia• Ginnastica specifica per le neo-operate e ginnastica di mantenimento come

prevenzione al linfedema post-intervento;• Tecniche di rilassamento, training autogeno, yoga, tai chi chuan;• Danza-movimento Terapia;• Linfodrenaggio manuale.

Assistenza alla persona - campo di intervento delle volontarie• Accoglienza e ascolto diretto in sede;• Ascolto telefonico - come pronto soccorso per le persone in crisi acuta;• Prova protesi e corsetteria;• Assistenza ospedaliera a chi affronta l’intervento, con consegna di materiale

informativo e, ove necessita, di protesi provvisoria, gratuitamente;• Assistenza al servizio di fisioterapia;• Assistenza ai vari servizi di psicologia;• Accompagnamento di persone in difficoltà ai controlli e alle terapie;• Consulenza pratiche burocratiche;• Reperimento corsie preferenziali per ottenere con urgenza esami strumentali e/o

specialistici (mammografie, ecografie, visite ginecologiche, ecc.);• Fornitura (con agevolazioni economiche) di tutori elastici per le persone che

hanno problemi di linfedema.

Interventi socio-educativi• Seminari aperti a tutti di educazione comportamentale atti a migliorare la

qualità della vita;• Sfilate propedeutiche di abbigliamento (dal reggiseno all’abito), con le stesse

donne operate, per facilitare l’accettazione del cambiamento del proprio aspetto;

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• Realizzazione di opuscoli-libri riportanti informazioni, consigli utili, esperienzedirette di fallimento, vittoria, nuove consapevolezze, cambiamenti, nuovi stili divita, appresi e comunicati durante il periodo di malattia e convalescenza dellapersona ammalata. Detto materiale è molto richiesto dai laureandi, dalle

Università e da tutti quegli Organismi che a livello locale e nazionale operanoper la valorizzazione e la tutela della persona;

• Aiuto pratico di supporto per la creazione di nuovi gruppi sia in Provincia che nella Regione;

• Spot TV informativi;• Corso di inglese;• Laboratorio creativo.

Educazione alimentare• Specifica per persone in trattamento chemioterapico;• Di mantenimento, con approccio psicosomatico.

Formazione• Permanente per le volontarie operatrici;• Corsi per nuove volontarie;• Corsi di LDM per terapisti della riabilitazione.

Tutti i servizi qui riassunti sono variamente articolati seguendo protocolli conti-nuamente aggiornati.

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BIBLIOTECA

Testi scritti dall’Associazione Volontà di Vivere:

Dalle storie di “vite guarite”, una nuova coscienza promuove una culturacentrata sulla persona. (1997)

Cancro al seno: prima-durante-dopo.100 domande-100 risposte. (1999)

Dalla sofferenza alla rinascita. (2004)

L’informazione aiuta a vivere Progetto Martina (2007) (2a ed. 2005),anche in inglese e spagnolo.

Il linfedema. Prevenzione e cura.

Vademecum con consigli pratici per la famiglia del malato oncologico.

La tutela dei diritti del malato oncologico.

Atti dei Convegni.

Atti dei seminari di Psicologia.

L’Associazione possiede una ricca biblioteca con testi consultabili, dai contenuti principalmente di natura psicologica.

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COLLABORAZIONE

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ASSOCIAZIONI FADOS SEZIONE VENETA

Con l’aiuto dell’Associazione “Noi e il cancro-Volontà di Vivere”, sono natenel territorio altre Associazioni affini, affinché tutti i malati oncologici, ovunquevivano, abbiano accesso all’informazione, alla diagnosi tempestiva, alle terapie,alla riabilitazione, e sia loro garantita la qualità dei servizi ed il pieno rispetto dellaloro dimensione umana e culturale.

Ogni Associazione è autonoma ha la sua particolare fisionomia legata all’ori-gine, al territorio e al numero dei soci.

Presidente: Licia Ferrarato

c/o Ospedale di ESTE (PD) – Via S. Fermo, 6 – tel. 0429 / 618138Cell. 333 / 6559412

Orari di apertura: martedì e venerdì 10.00 - 12.00

ASSOCIAZIONE RIPROGETTARE LA VITA

ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO PER LA PREVENZIONE ERIABILITAZIONE PSICO-FISICA DONNE OPERATE AL SENO

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Presidente: Gabriella Conselvan

Riva dell’Ospedale, 25 – 35013 CITTADELLA (PD)Tel. e fax 049 / 9424459

Orari di apertura: dal Lunedì al Venerdì 9.30 - 11.30

Presidente: Avice Sacilotto

Via S. Fabris, 35 – 35012 CAMPOSAMPIERO (PD)Tel. e fax 049 / 9303559 - Cell. 347 / 9740234

Orari di apertura: dal Lunedì al Venerdì 15.00 - 18.00

ASSOCIAZIONE INSIEME PER MANO

ASSOCIAZIONE FIORI DI CACTUS

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Presidente:Roberto Taurini

Via s. Lorenzo, 40 – 36035 MARANO VICENTINO (VI)Tel. 0445 / 560840 - Fax 0445 / 383582

Orari di apertura: dal Lunedì al Venerdì 9.30 - 11.30

ASSOCIAZIONE RAGGIO DI SOLE

Associazione Oncologica ONLUS

Presidente: Silva CoràCell. 348 / 0066349 (dal lunedì al venerdì)

Via Mons. Negrin, 31 - BASSANO DEL GRAPPA – Tel. 0424 / 885106Martedì 9.00-11.00

Via Jacopo da Ponte, 37 - BASSANO DEL GRAPPAGiovedì 9.00-11.00

Piazzale Cadorna, 47 - ROMANO D’EZZELINO - Su appuntamento

ASSOCIAZIONE MAI SOLI

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Presidente: Nerina Marocco

Via Don Bosco, 21 – 30010 PEGOLOTTE DI CONA (VE)Tel. 0426 / 509247 - Fax 0426 / 509322

Su appuntamento (telefonare ore pasti alla Sig.ra Marocco - tel. 0426 / 59165)

ASSOCIAZIONE GRUPPO SPERANZA

Presidente: Annalisa Foffano

C/o Ospedale Civile di Dolo – Edificio 5 Riviera XXIX Aprile, 230031 Dolo (VE) - Fax: 041 / 5133434

e-mail: [email protected] - sito internet: www.soledonna.org

Su appuntamento telefonando al n. 339 / 2997117

ASSOCIAZIONE SOLE DONNA

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TABELLA RIASSUNTIVA DEI SERVIZIOFFERTI DALLE ASSOCIAZIONI

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Progetto Martina“L’informazione aiuta a Vivere”

Ideato da: Caterina Tanzella

A cura di: Erika Larosi

Pubblicazione sostenuta da:

e con il Patrocinio di:

Stampa Print House srl - AlbignasegoFinito di stampare: 12 Febbraio 2007

© 2007 Tutti i diritti riservati.

CSV Padova

Ufficio ScolasticoProvinciale Padova

Ufficio ScolasticoRegionale per il Veneto

ULSS 16 Istituto OncologicoVeneto

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Progetto Martina“L’informazione aiuta a Vivere”

Ideato da: Caterina Tanzella

A cura di: Erika Larosi

Questa iniziativa è stata realizzata grazie al contributo di:

E con il Patrocinio di:

Stampa Print House srl - AlbignasegoFinito di stampare: 12 Febbraio 2007

© 2007 Tutti i diritti riservati.

Banca di Credito Cooperativodi Cartura

Provincia di Padova

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Ufficio ScolasticoRegionale per il Veneto

ULSS 16 Istituto OncologicoVeneto

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