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/ P16 www.moked.it n. 4 | aprile 2016 pagine ebraiche DOSSIER / Leggere per crescere Chi è veramente il Golem? Se- condo la più accreditata delle leggende il gigantesco pupaz- zone d’argilla è stato creato con il fango delle rive della Moldava dal Maharal di Praga (ovvero Ye- huda Löw ben Betsalel, uno dei maggiori e più influenti pensa- tori ebrei del suo tempo; morto a Praga nel 1620, si dice fosse nato a Poznań nel 1512). La sto- ria è certamente nota a tutti i lettori di Pagine Ebraiche: il rab- bino crea il Golem per difende- re gli ebrei da un’accusa di omi- cidio rituale. Il Golem sventa il complotto, ma poi si rivolge contro il suo creatore, versa sangue ebraico. Il rabbino riesce a disinnescarlo, a ucciderlo. Le sue spoglie giacciono tuttora in una soffitta irraggiungibile della sinagoga Vecchio-Nuova di Pra- ga. Va detto però che il vero Maharal con la creazione di Go- lem e Golemesse poco aveva a che fare, a differenza di molti altri pensatori e mistici. A dir la verità, come ben documenta Moshe Idel, il primo Golem “moderno” era opera del rab- bino Elijhau di Chelm, nonno del celebre fustigatore dell’ere- sia sabbataista Jakob Emdem, nonché contemporaneo del Maharal. La sperduta cittadina di Chelm, 70 chilometri a est di Lublino, in seguito nota come patria dei grulli della letteratura yiddish, era certamente troppo poco glamour, troppo margi- nale e periferica per diventare la location di una narrazione, ebraica ma anche e anzitutto transculturale, come quella del Golem. A questo ruolo si adat- tava invece alla perfezione l’an- tica città di Praga, con le sue statue e i suoi ponti, su cui tor- Il ritorno del gigante e la forza della creazione L’antica leggenda ebraica incanta ancora e continua a ispirare mille forme creative. Due libri da non perdere La storia, le origini Dai Salmi alle rive della Moldava, il Golem Una creatura oscura e terribile af- fonda le sue radici nella tradizione ebraica. Un essere terrificante. Ha festeggiato nel 2015 i cento anni dalla sua prima apparizione cine- matografica - nel raro film di Paul Wegener - ed è tutt'ora circondato da un’aura di mistero e soggezione. La vicenda del Golem parrebbe poco adatta ai giovani lettori, così come il tema dell’automa in grado di prendere vita, quella paura e in- sieme fantasia che accompagna gli esseri umani fin dai tempi più re- moti. È antico l'umano desiderio di antropomorfizzare le proprie creazioni, a imitazione del soffio divino che infonde la vita in una forma nata dal fango. Argilla, come quella del Golem. Presente in mol- te rappresentazioni successive della vicenda è anche un freudiano ef- fetto perturbante, quel timore che subentra quando una creazione tradisce la propria natura. A partire dal XIX secolo la società europea cominciò ad adottarne la figura in numerose opere di fan- tasia, facendolo diventare prota- gonista del romanzo di Gustav Meyrink e di una serie di classici del cinema espressionista tedesco. Una storia difficile, una vicenda in- quietante alla pa- ri di numerose opere letterarie, come L’uomo del- la sabbia di Ernst Theodor Ama- deus Hoffmann o il Frankenstein di Mary Shelley, ma così affascinante da avere una grande influenza sulla produzione culturale, e non solo sulla cultura "alta". Negli anni Settanta è stato prota- gonista di un fumetto della Marvel, durato lo spazio di due stagioni ma pronto a tornare sempre a fu- metti negli anni Novanta per un altro editore. Golem è anche il no- me di un Pokemon, che ha sem- bianze vagamente umane e corpo di roccia, ed è leggendario anche in questa veste. Parte di un trio di Pokemon chiamati proprio "Go- lem leggendari", Regirock, Regice e Registeel, ossia Golem di roccia, di ghiaccio e d'acciaio, ha poi avu- to nelle serie successive numerose evoluzioni. Ma anche i Gormiti hanno il loro riferimento al mito: Gorgolem è un mostruoso am- masso di lava, magma e fuoco, che racchiude in sé tutti i poteri oscuri. Non potevano mancare Dungeons & Dragons, né Bakugan, e neppure Minecraft e Clash of Clans, ovvia- mente, a riprova del potere imma- ginifico di una storia antica. Il suo potere inquietante parrebbe addo- mesticato dalle numerose riprese, ma continua ad affascinare e a comparire nella letteratura per ra- gazzi. Due libri in particolare, il graphic novel Lehmriese lebt! firmato dalla tedesca Anke Kuhl e Frantz e il Golem di Irè- ne Cohen-Janca, tradotto da Paolo Cesari e illustrato da Maurizio Quarello, riconsegnano due visioni molto differenti della vicenda nelle mani dei giovani lettori. Il primo è stato pubblicato nel 2015 da Reprodukt ed è opera di un'autrice che fa parte di quel col- lettivo di illustratori tedeschi, La- bor, che durante la fiera del libro per ragazzi invaderà Bologna con le sue incursioni artistiche sotto il nome di "Achtung Kartoffel!". Racconta le avventure di due bam- bini, Olli e Ulla, che giocando lun- go il fiume trovano dell'ottima ar- gilla e costruiscono una grande creatura, destinata come da copio- ne a prendere vita. Presente ad An- goulême a fine gennaio, alla qua- rantatreesima edizione del Festival internazionale del fumetto, era proposto direttamente nello spazio del Goethe Institut, a riconosci- mento del valore di un'autrice ri- conoscibile e molto apprezzata sia per le storie spassose e profonde allo stesso tempo che per il tratto immediatamente riconoscibile. Con Lehmriese Lebt! ha attualizzato una storia eterna e archetipica in un graphic novel che, come tutti i suoi lavori, è difficile chiamare "libro per bambini". Ha dichiarato esplicitamente di non aver voluto toccare lo sfondo religioso della leggenda, ma di essersi presa, per quello che è il suo primo graphic novel, uno spazio che ha definito un lusso. Diversi mesi dedicati al Golem cercando vecchi libri e stu- diando una vicenda che non vo- leva trattare con leggerezza. Nota per la sua capacità di portare sem- pre alla stampe libri intelligenti, a volte provocatori, lavora ancora a mano, prima a matita poi a china sui contorni per proseguire con i pastelli, che le permettono un trat- to le cui imperfezioni donano ca- lore e spessore ai disegni. Illustra- zioni estremamente riconoscibili, sempre carat- ú–– Laura Quercioli Mincer Università di Genova Cohen-Janca & Quarello FRANTZ E IL GOLEM orecchio acerbo Anke Kuhl LEHM RIESE LEBT! Reprodukt

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n. 4 | aprile 2016 pagine ebraiche

DOSSIER/Leggere per crescere

Chi è veramente il Golem? Se-condo la più accreditata delleleggende il gigantesco pupaz-zone d’argilla è stato creato conil fango delle rive della Moldavadal Maharal di Praga (ovvero Ye-huda Löw ben Betsalel, uno dei

maggiori e più inf luent i pensa-tori ebrei del suo tempo; mortoa Praga nel 1620, si dice fossenato a Poznań nel 1512). La sto-ria è certamente nota a tut t i ilet tori di Pagine Ebraiche: il rab-bino crea il Golem per difende-re gli ebrei da un’accusa di omi-cidio rituale. Il Golem sventa ilcomplot t o, ma poi si rivolgecont ro il suo creatore, versasangue ebraico. Il rabbino riescea disinnescarlo, a ucciderlo. Lesue spoglie giacciono tut tora in

una soff it ta irraggiungibile dellasinagoga Vecchio-Nuova di Pra-ga. Va det t o però che il veroMaharal con la creazione di Go-lem e Golemesse poco aveva ache fare, a differenza di molt ialt ri pensatori e mist ici. A dir laverit à, come ben documentaMoshe Idel, il primo Golem“moderno” era opera del rab-bino Elijhau di Chelm, nonnodel celebre fust igatore dell’ere-sia sabbataista Jakob Emdem,nonché contemporaneo del

Maharal. La sperduta cit tadinadi Chelm, 70 chilometri a est diLublino, in seguito nota comepatria dei grulli della let teraturayiddish, era certamente t roppopoco glamour, t roppo margi-nale e periferica per diventarela locat ion di una narrazione,ebraica ma anche e anzitut tot ransculturale, come quella delGolem. A questo ruolo si adat -tava invece alla perfezione l’an-t ica cit t à di Praga, con le suestatue e i suoi pont i, su cui tor-

Il ritorno del gigante e la forza della creazioneL’ant ica leggenda ebr aica incant a ancor a e cont inua a isp i r ar e m i l le f or m e cr eat ive. Due l ibr i da non per der e

La st or ia, le or ig in i

Dai Salmi alle rive della Moldava, i l Golem

Una creatura oscura e terribile af-fonda le sue radici nella tradizioneebraica. Un essere terrificante. Hafesteggiato nel 2015 i cento annidalla sua prima apparizione cine-matografica - nel raro film di PaulWegener - ed è tutt'ora circondatoda un’aura di mistero e soggezione.La vicenda del Golem parrebbepoco adatta ai giovani lettori, cosìcome il tema dell’automa in gradodi prendere vita, quella paura e in-sieme fantasia che accompagna gliesseri umani fin dai tempi più re-moti. È antico l'umano desideriodi antropomorfizzare le propriecreazioni, a imitazione del soffiodivino che infonde la vita in unaforma nata dal fango. Argilla, comequella del Golem. Presente in mol-te rappresentazioni successive dellavicenda è anche un freudiano ef-fetto perturbante, quel timore chesubentra quando una creazionetradisce la propria natura. A partire dal XIX secolo la societàeuropea cominciò ad adottarne lafigura in numerose opere di fan-tasia, facendolo diventare prota-gonista del romanzo di GustavMeyrink e di una serie di classicidel cinema espressionista tedesco.Una storia difficile,una vicenda in-quietante alla pa-ri di numeroseopere letterarie,come L’uomo del-la sabbia di ErnstTheodor Ama-deus Hoffmann oil Frankenstein diMary Shelley, ma così affascinanteda avere una grande influenza sullaproduzione culturale, e non solosulla cultura "alta". Negli anni Settanta è stato prota-gonista di un fumetto della Marvel,durato lo spazio di due stagionima pronto a tornare sempre a fu-metti negli anni Novanta per unaltro editore. Golem è anche il no-me di un Pokemon, che ha sem-bianze vagamente umane e corpodi roccia, ed è leggendario anchein questa veste. Parte di un trio diPokemon chiamati proprio "Go-lem leggendari", Regirock, Regicee Registeel, ossia Golem di roccia,di ghiaccio e d'acciaio, ha poi avu-to nelle serie successive numeroseevoluzioni. Ma anche i Gormiti

hanno il loro riferimento al mito:Gorgolem è un mostruoso am-masso di lava, magma e fuoco, cheracchiude in sé tutti i poteri oscuri.Non potevano mancare Dungeons& Dragons, né Bakugan, e neppureMinecraft e Clash of Clans, ovvia-mente, a riprova del potere imma-ginifico di una storia antica. Il suopotere inquietante parrebbe addo-mesticato dalle numerose riprese,ma continua ad affascinare e acomparire nella letteratura per ra-gazzi. Due libri in particolare, il

graphic novelL eh mr i eselebt! firmatodalla tedescaAnke Kuhl eFrantz e ilGolem di Irè-

ne Cohen-Janca, tradotto da PaoloCesari e illustrato da MaurizioQuarello, riconsegnano due visionimolto differenti della vicenda nellemani dei giovani lettori.Il primo è stato pubblicato nel2015 da Reprodukt ed è opera diun'autrice che fa parte di quel col-lettivo di illustratori tedeschi, La-bor, che durante la fiera del libroper ragazzi invaderà Bologna conle sue incursioni artistiche sotto ilnome di "Achtung Kartoffel!".Racconta le avventure di due bam-bini, Olli e Ulla, che giocando lun-go il fiume trovano dell'ottima ar-gilla e costruiscono una grandecreatura, destinata come da copio-ne a prendere vita. Presente ad An-goulême a fine gennaio, alla qua-rantatreesima edizione del Festival

internazionale del fumetto, eraproposto direttamente nello spaziodel Goethe Institut, a riconosci-mento del valore di un'autrice ri-conoscibile e molto apprezzata siaper le storie spassose e profondeallo stesso tempo che per il trattoimmediatamente riconoscibile.Con Lehmriese Lebt! ha attualizzatouna storia eterna e archetipica inun graphic novel che, come tutti

i suoi lavori, è difficile chiamare"libro per bambini". Ha dichiaratoesplicitamente di non aver volutotoccare lo sfondo religioso dellaleggenda, ma di essersi presa, perquello che è il suo primo graphicnovel, uno spazio che ha definitoun lusso. Diversi mesi dedicati alGolem cercando vecchi libri e stu-diando una vicenda che non vo-leva trattare con leggerezza. Notaper la sua capacità di portare sem-pre alla stampe libri intelligenti, avolte provocatori, lavora ancora amano, prima a matita poi a chinasui contorni per proseguire con ipastelli, che le permettono un trat-to le cui imperfezioni donano ca-lore e spessore ai disegni. Illustra-zioni estremamente riconoscibili,

sempre carat-

ú–– Laura Quercioli MincerUniversitàdi Genova

Cohen-Janca & Quar el loFRANTZ E IL GOLEM or ecchio acer bo

Anke KuhlLEHMRIESELEBT! Repr odukt

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Code, code ovunque, code di por-cel lo , code d i puzzola, d i gat t o edi caim ano. Ci sono i com ignol i ele cal l i di una cit t à chiacchier ona,una bef ana ubr iaca, e sopr at t ut -t o una Venezia da sogno in cu iun incant esim o - co lpa del t r op-po alcool - m et t e in per ico lo g l ieb r ei del Ghet t o . Già, per chéquando Ai veneziani cr ebbe la co-da - t i t o lo d i Andr ea Molesin i r i -p r opost o da Bur in un 'ed izionespeciale i l lust r at a da Alber t o Re-bor i - la co lpa venne at t r ibu i t aagl i ebr ei . Molesin i , che insegnaLet t er at u r e com par at e al l 'Un i -ver si t à d i Padova e ha r icevut oi l pr em io Ander sen al la car r ier a,descr ive un'epoca di f f ici le da de-f inir e, in cui le conseguenze del loscr i t er iat o incant esim o vengonoevit at e gr azie a due bam bini, chevogl iono r ist ab i l i r e laver i t à. La Veneziadei Dog i , f r a r i cch im er cant i , ar m at or ie int r ighi d ivent ascenar i o peruna st o r i a chepor t a a r i f let t e-r e su l l 'am ici zi ai ncond i zi onat a esulla solidar iet à f r a diver-si . E ser vono valor i f or t i per de-st r eggiar si nel la ci t t à in subbu-g l io , dove f at t i in izialm ent e d i -ver t ent i pr est o d ivent ano gr av i :nessuno vuole p iù com m er ciar e

con ch i ha l acoda, b l oc-

cando l 'econo -m ia del la ci t t à. Il consig l ier e delDoge, invid ioso del la br avur a deim er can t i eb r ei , pensa d i i nco l-par l i del l ’accadut o, dando i l v iaa una vicenda r ist am pat a in t em -po per i l qu in t o cen t enar io delluogo divent at o sim bolo di t ut t ele d iscr im inazion i .

reggia un castello cupo e dovegli ebrei abitavano in quart ieremisterioso e sghembo, con uncelebre orologio le cui lancet tesi muovono alla rovescia... Èforse anche grazie all’intuizionedi tut t i quegli autori dell’Ot to-cento tedesco che hanno t ra-sportato il Golem dalla periferiapolacca alla capitale dell’Imperoche l’infelice automa ha acqui-stato la sua popolarità at tuale,la sua molteplicità di simboli esignif icazioni. Il Golem ha una storia molto piùremota, che qui si fat icherebbea riassumere. Bast i dire che iltermine compare già nella Bib-

bia, nel Salmo 139: 16, dove vie-ne t radot to in italiano con «in-forme embrione». Secondo latradizione talmudica queste pa-role erano state pronunciate daAdamo a Dio, e stanno a indi-care un corpo umano (ancora)privo di anima. In seguito cost ruiscono Golemsvariat i maest ri t almudici, f racui Rava; di un Golem, f orsefemmina, si serve il poeta IbnGabirol f iaccato dalla malat t ia.A part ire dal XII secolo si molt i-plicano ricet te e combinazioniper la sua creazione, ed è pos-sibile che alcune di queste pre-cedano diret tamente gli espe-

rimenti di Paracelso per dar vitaa Homunculus – secondo alcu-ni, esperiment i che segnano lanascita della scienza modernae delle bioscienze. Oggi il Golemè simbolo della capacità creativadell’essere umano, ma anchedel suo quasi empio tentat ivodi assomigliarsi a Dio, della suahybris autodist rut t iva; è l’em-blema dei raggiungiment i tec-nologici dell’era moderna (nonè un caso che ai primi compu-ter israeliani era stato assegnatol’appellat ivo di Golem I e GolemII), ma simboleggia anche il dif -f icile quesito sulla liceità dell’usodella violenza in situazioni estre-

me. Il Golem è anche un dop-pio, un sosia, un t ragico Dop-pelgänger del suo ideatore, unacreatura in cerca della propriaident ità, che lot ta per un’auto-nomia che forse non vorrebbeneanche raggiungere. Dalla par-te del pupazzone infat t i il rap-porto f ra il Golem e il rabbinosuo artef ice rispecchia quellofra l’uomo e il suo creatore: unadivinità lontana, incomprensi-bile e assente, profondamente“Altra”, nei confront i della qualela creatura può provare soloun’incurabile nostalgia – veroemblema in questo dell’uomomoderno.

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terizzate da un lavoro molto par-ticolare sugli occhi, e sullo sguardodei personaggi. Golem compreso.Raccontato ai piccoli lettori usan-do uno stratagemma per avvici-narli alla storia: sono loro infatti,i bambini stessi, i creatori del Go-lem. Altrettanto riconoscibile, an-

che se com-pletamentedifferente, èFrantz e ilGolem l'ulti-mo lavoro diun'autrice e

di un illustratore che da diversi an-ni offrono ai giovani lettori libriimportanti. Il grande cavallo blu, nel2012, ha raccontato le cancellateinvalicabili del giardino di un ospe-dale molto speciale, dove vivevanoun bambino e il suo migliore ami-co, un vecchio cavallo che si chia-mava Marco. Fino a quando unnuovo dottore, "ostinato come la

bora e matto da legare", decise diliberare tutti i malati e abbatterele cancellate. Inaspettato successodi una storia difficile, raccontata aibambini con grande maestria, lavicenda di Franco Basagliaha preceduto di quasi unanno L'albero di Anne, l'in-tensa e necessaria storiadell'ippocastano di AnneFrank, che ha sancito la fe-lice intesa fra un'autrice, lafranco tunisina Irène Co-hen-Janca e il suo illustra-tore, Maurizio Quarello. Lacasa editrice Orecchioacerbo giustamente non siè fermata ai primi due suc-cessi, e nel gennaio delloscorso anno, poco primadella Giornata della Me-moria, ha pubblicato L'ul-timo viaggio. Il dottor Korczak e isuoi bambini, che racconta in ma-niera semplice ed efficace l'esito

dell'impresa pedagogica che a par-tire dal 1911 vide il Pan Doktorschierato con risolutezza dalla par-te dei più deboli, perché "non ci èconcesso lasciare il mondo così

com'è". E ora si aggiunge Frantz e il Golemstoria affascinante e misteriosa che

inizia così: "Praga dorme. L’azzurrodel cielo si è a poco a poco fattopiù scuro, la gente è rincasata, laluce è volata via. Il tempo si riposa,e un profondo silenzio regna sulla

città. L’occhio della lunasi apre e attraversa le fi-nestre. Le vecchie casedel vicolo del Gallo, murisenza colore e portoniben chiusi, si stringono leune alle altre come pernon cadere." Si mescola-no la tradizione e l'avven-tura di Frantz, il ragazzinodi Praga che si muove fur-tivamente nel buio versouna meta che sa essereproibita. La città, alla lucedella luna, il Maharal diPraga e quelle due paroleche segnano la vicenda

del Golem, verità e morte. Quantobasta per trasportare qualunquelettore in un mondo d'incanto.

La codadei veneziani

Andr ea Molesin iQUANDO AI VENEZIANICREBBE LA CODABur Ragazzi