Ovale Rossoblù n.4

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Finito il “Nevone” si torna a giocare l’Ovale Rosso blu Periodico di rugby • anno 2 numero 4 • 4 marzo 2012 • distribuzione gratuita

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Periodico del Rugby Bologna 1928

Transcript of Ovale Rossoblù n.4

Finito il “Nevone” si torna a giocare

l’Ovale RossobluPeriodico di rugby • anno 2 numero 4 • 4 marzo 2012 • distribuzione gratuita

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Avrei voluto vederle, dopo che aveva-no letto sui giornali di rugby e droga, le facce di quelli che si alzano alle sei per andare a piantare i pali e a trac-ciare il campo, che poi c’è la partita di un under qualcosa. O le facce delle donne che la sera pri-ma sono andate a dormire solo dopo aver preparato chili di ragù, che poi c’è il terzo tempo.Le facce di quelli che hanno sempre creduto che, se il mondo fosse come il rugby, sarebbe un mondo migliore.Uomini e donne con lo stesso stato d’animo di chi ha steso al sole ad asciugare lenzuola candide e le ha vi-

ste schizzare di fango da chi ha con-fuso il significato di “bucato”. Ma i fatti si misurano sul campo. Sul cam-po giravo qualche domenica fa du-rante un Torneo di ragazzini, quando ho sentito dietro di me 120 chili e 50 anni che urlavano arrochiti verso un corpicino col caschetto, immobiliz-zato dal vocione e dalle parole: “Non voglio più sentirlo, più! Fila a giocare, fila a giocare!” E, al mio sguardo interrogativo, con voce gentile e gli occhi di chi vuol condividere lo sdegno di una aberra-zione appena accaduta, dire: “Accu-sava il compagno che la meta presa

era per colpa sua”. Questa è la so-stanza “stupefacente” che circola sui nostri campi, nelle nostre Club Hou-se, nei nostri spogliatoi, nelle nostre vite. Certo, ci può scappare, in mez-zo a migliaia di rugbisti nell’animo e nei comportamenti, qualcuno che per caso ha giocato a rugby senza capirlo, senza anteporre il cervello ai muscoli, scambiando la determina-zione con la violenza, la meta con i traguardi facili. Polvere da scrollare, sempre convinti che se il mondo fos-se ovale, sarebbe un gran bel mondo.In effetti, a pensarci bene, un po’ schiacciato sui poli lo è già…(C.C.)

Editoriale

Daniele MontaninoI numeri UNODaniele Montanino, onnipresente n.8 del Rugby Bologna, a 35 anni suonati è ancora una delle colonne della squadra.È vero che hai iniziato a giocare a rugby perché a Pomigliano d’Arco, la tua città, non c’era altro da fare?Quasi, diciamo che la mia città na-tale non offriva molto ai giovani, e il rugby mi è sembrato un modo onesto per divertirmi e restare fuori da situazioni potenzialmente pe-ricolose. E poi ci giocava già mio fratello.Allora è stato tuo fratello Michele l’apostolo del rugby campano?Apostolo: a dire il vero non ho mai capito se girava nelle scuole per trovare nuovi rugbisti o per conqui-stare le maestre. Comunque, io e il mio amico Donato (Brancaccio) decidemmo allora, alle scuole me-die, di scegliere la palla ovale.Vi conoscete da quasi trent’anni tu e Donato, avere spesso giocato nella stessa squadra e ora siete di nuovo insieme. Quanto conta per te l’amicizia?Moltissimo, nel rugby e fuori avere buoni amici è fondamentale. Mi è capitato più di una volta di sceglie-re una squadra piuttosto di un’altra solo per ritrovare vecchi amici. Due anni fa, quando sono tornato a Bo-logna, l’ho fatto perché sapevo di trovarli: e con Donato abbiamo de-

ciso insieme di finire qui la carriera.Il Rugby Bologna è un tuo vecchio amore, avevi iniziato nel ‘97 con Romagnoli. E Bologna è la città che hai scelto per vivere.Sì, Bologna mi ha dato molto. Quando sono arrivato a Bologna da Pomigliano (dopo una breve paren-tesi a Jesi), ho iniziato a giocare a rugby ad alti livelli, ho trovato un lavoro alla Viro e ho trovato anche Pia, la mia compagna: è anche gra-zie a lei e alla condivisa passione per il rugby se dopo tanto tempo gioco ancora.

Giochi di solito n.8 ma anche in seconda linea, qual è il ruolo che preferisci?A giocare terza centro ci si diver-te, e in serie C va benissimo, ma se giocassi ancora in B o in A, forse mi sentirei più a mio agio in seconda linea.La tua giocata classica: uscire dal-le mischie ordinate con la palla in mano a sfondare la prima difesa, è ormai un copione visto mille volte. Però funziona sempre.L’esperienza insegna, so come en-trare, come tenere la spalla e come spingere sulle gambe proteggendo la palla. E poi sono quasi uno e no-vanta per 105 chili, se non mi plac-cano alle gambe tiro dritto.Hai la fama di essere indistruttibi-le: qual è il tuo segreto?Negli anni ho imparato a preparar-mi al contatto nel modo giusto. So dove sbattere senza farmi troppo male. E quando succede di prende-re un colpo più forte del previsto, stringo i denti e soffro, cerco di sta-re in campo anche se non sono al 100%.Un consiglio ai ragazzi più giovani?Tecnicamente nulla da dire, sono bravi: forse mancano in sicurezza, dovrebbero cercare di subire meno le pressioni esterne, essere più sere-ni: il rugby è sacrificio ma sopratut-to divertimento..

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Tra il 17 e il 18 febbraio 2012, 35 Manager della catena di Hotel 5 stelle Malià, hanno seguito un cor-so di formazione nella nostra Club House. Il corso è stato erogato da Label, un’importante società di formazio-ne di Roma, e gestito da Luca Lo Monaco e Renato Crespina, esperti di formazione outdoor. Docenti di eccezione, Carlo Castagnola, e gli allenatori Roberto Sgarzi e Nicola Aldrovandi.Le metafore del rugby, le regole, i valori, lo spirito e le attitudini sono stati strumenti esemplificativi che, trasportati nella realtà aziendale, hanno permesso di stimolare rifles-sioni e nuove visioni nei manager

preposti a guidare e organizzare le proprie strutture.Il pomeriggio di venerdì, con la gui-da di Carlo e Nik, è stato dedicato alla spiegazione delle regole, dello spirito e delle strategie del rugby, con qualche simulazione, al chiu-so, della mischia e dei suoi mecca-nismi. Sabato, nei pochi spazi privi di neve o in palestra, Roberto e Nik hanno riempito l’intera giornata con la spiegazione dei vari momenti di una partita, simulando placcaggi, touche, rack, moule, con tanto im-pegno, partecipazione e allegria dei discenti. La domenica, all’Hotel Sa-voia, Luca e Renato hanno potuto usare gli spunti accumulati nelle at-tività precedenti per contestualizzar-

li nelle specifiche attività aziendali e stimolare la crescita professionale dei partecipanti. Rugby Bologna 1928 inizia così una attività nel mondo della formazione che vedrà la nostra Società sempre più impe-gnata a diversificare l’offerta e ad aumentare attrattività nei confronti degli attuali e dei futuri Sponsor.Label ha avuto parole di particola-re apprezzamento verso la profes-sionalità, l’impegno, la passione di quanti hanno reso possibile l’evento e, lasciandoci il rumore dei loro ap-plausi, gli allievi se ne sono andati portando nei loro posti di lavoro pal-loni firmati e divise rosse del Rugby Bologna 1928.

Carlo Castagnola

Il Rugby insegnaNon solo rugby

Grazie a...Donatella - Ha gestito la soddisfazione degli stomaci con la leggerezza usuale, eterea e invisibile quanto concreti e ap-prezzabili i risultati del suo impegno. Pare a volte che i vassoi di pasta e di polpette si muovano da soli nell’aria, seguendo la musica di un pifferaio in ombra, perfetti nel tempo e nella misura. Saper far appa-rire semplici le cose complesse è solo di chi ha una marcia in più.Franco - Ancora più invisibile, se mai possibile, ha sommessamente vigilato su tutto e a tutto creato supporto. Con par-simonia mi ha sussurrato non più di dieci parole alla volta, nove delle quali mi sono risultate regolarmente incomprensibili. Affidabile e concreto, se ha dovuto cre-are fastidi, li ha concentrati su Donatella.Lucio - L’unico ingegnere che conosco che sia anche ingegnoso. Capace di passare dalle trasformate di Laplace al lavaggio di un bicchiere con la stessa disponibilità e concentrazione. Quin-

tessenza di affidabilità, ha accolto gli ospiti, curato le relazioni da par suo, e , non pago, pare abbia pure sbadilato la domenica con un cappellino altamen-te indicativo. Un “Jolly” insomma...Roberto - Un monumento. Il Capitano. Successo personale da far impallidire Celentano al Festival. Una sorpresa, almeno per me che non lo avevo mai visto all’opera, la sua capacità didatti-ca e la naturalezza nel creare empatia. E’ ai vertici, nel mio giudizio, tra tutti quelli che ho visto all’opera, nella stes-sa attività, nei miei corsi precedenti. Un talento da non sprecare. Estremamen-te attento ai particolari, specie quelli riferiti al lato B delle signore. Che, tutto sommato, sembrano apprezzare...Nik - Anche lui una sorpresa per quan-to riguarda capacità didattica ed em-patia, ha mostrato un inaspettato en-tusiasmo per l’esperienza che stava vivendo. La sua competenza rugbysti-ca condita con l’esotismo della nazio-nale hanno fatto il resto. Una bella lotta

tra occhi azzurri, insomma. Ho notato minore attenzione verso la componen-te femminile, ma forse solo perché lui sa ancora cosa fare con loro mentre Roberto ha qualche vuoto di memoria e cerca di ricordare...Fabio - Multitasking è forse la definizio-ne giusta. Riesce a fare un caffè men-tre vende una felpa e col naso chiude la levetta dell’erogatore della birra. Se scopriamo dove infilare la scopa, può anche contemporaneamente spazzare. Una certezza, comunque.Carlo - Aiutato dalla febbre, ha usato l’emozione come grimaldello, scardi-nando numerosi cuori e infettando con il virus del rugby tutti i partecipan-ti. E come ben noi sappiamo, il virus del rugby non ha anticorpi...Tom ed Elia - Hanno portato energie fresche nel pomeriggio di sabato, e, mentre col sadismo che gli è ricono-sciuto, Tom spegneva le ultime energie degli allievi, Elia si dimostrava un eccel-lente formatore in costruzione. (C.C)

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Prima partita dopo la pausa neve e dopo oltre un mese di sosta. A Bo-logna arriva il Forlì, che all’andata si impose 34 a 5 in una delle partite

più brutte e anonime dei rossoblù. La lunga sosta non ha certo giovato al Bologna, che per un mese è stata costretta ad allenamenti blandi, a ranghi ridotti e mai su di un campo vero. C’è da dire che anche il Forlì

ha avuto gli stes-si problemi con la neve, e che come il Bologna non gioca dal 29 gennaio.Per Aldrovandi e Sgarzi la rosa è ri-stretta e all’appun-tamento manche-ranno sicuramente Donati, Crescenzo e Valzano, ma la squadra che scen-derà in campo sarà comunque di tutto rispetto, con una mischia imponente ed esperta, ed una buona tre-quarti, confortata anche dai rientri di Chi-chinato e di Mala-guti.Fare risultato con il Forlì, davanti al pubblico di casa, sarà determinante per il morale dei ragazzi e per la So-

cietà. Una vittoria sui romagnoli e una bella prestazioni nel recupero con il Gubbio (il 18 marzo), potreb-bero risollevare una stagione che fino ad ora ha dato risultati inferiori alle attese. (AM)

Squadra Partite Vinte Paregg. Perse Punti fatti

Cus Siena 13 12 0 1 54

Terni Rugby 12 8 1 3 42

Firenze Rugby Club 11 9 0 2 42

Rugby Jesi 70 11 7 2 2 41

Rugby Parma FC 1931 12 7 1 4 37

Rugby Forlì 1979 11 4 0 7 23

Rugby Gubbio 12 4 0 8 19

Emil Banca Bologna 1928 11 3 1 7 18

Amatori Rugby Ascoli 12 1 0 11 5

Foligno Rugby* 13 1 1 11 3

Classifica Campionato Serie C Elite - 4a giornata ritornoOVALE ROSSOBLUPeriodico del Rugby Bologna 1928. Anno 2, n.4Rugby Bologna 1928 SrlVia G.L.Bernini 140138 Bolognawww.bolognarugby1928.it

Direttore responsabile: Andrea Malossini. Hanno collaborato in questo numero: Carlo Castagnola, Andrea Malossini, Daniele Montanino.Grafica e impaginazione: Michelangelo Abatantuono.Stampa: Tipolito Cattabriga - Via del Lavoro 13 - Pianoro.Tiratura: 300 copie, diffusione gra-tuita. Questo notiziario è distribuito tra i soci e i tesserati di Rugby Bolo-gna 1928 e ASD Bologna Rugby. Chiusura in tipografia: 02/03/2012.

Oggi in campo

*Penalizzato per irregolarità nell’incontro con l’Ascoli e vittoria a tavolino per 20 a 0 per l’Ascoli.

Si riparte con Forlì

Un’azione di Forlì-Bologna nella par-tita d’andata.

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“Posso farti una foto?”: è per l’al-bum delle figurine... Dopo mesi di intrusioni più o meno invadenti durante partite, allena-menti, tornei e feste varie, e una buona ricerca nell’archivio fotogra-fico, sono riuscito a raccogliere le 212 foto che sono servite per rea-lizzare l’Album delle figurine del Rugby Bologna 1928. Un mese di lavorazione da parte della Footprint, la ditta che si era offerta di farlo, e l’album è arrivato.Una partenza in sordina per via del-la sospensione delle attività sporti-ve e ricreative causata dalla neve, e poi si è scatenata la gara tra chi per primo riuscirà a finire l’album.Si dice che gli introvabili siano l’e-leganza dark di Lucio Bini e lo stan-co sorriso della madre di tutti i Terzi tempi, Do-natella Greco.L’album è sta-to diviso in più parti, corrispon-denti a temi spe-cifici. Si parte con le 26 figurine del-la dirigenza e de l l ’ o rgan iz -zazione della Società, con in testa un sorri-dente France-sco Paolini, il presidente, per poi passare alle 21 immagini della Storia del Bologna Rugby, con alcuni dei personaggi che la storia vera

l’hanno fatta, e una carrellata delle squadre dal 1929 ad oggi. Di seguito, tutte le squadre gio-vanili, 28 figurine dell’Under 16, capitanate dal ghigno stranito dell’allenatore Marco Minardi, le 33 immagini dell’Under 14, bona-riamente guidate dal team manager Nevio Pinardi, che a stento è riu-scito a stringersi dentro una sola fi-gurina, le 20 dell’Under 12 con in testa gli “Anteghini”, le 15 figurine del Minirugby e 18 della Don Bo-sco, dove spiccano i visi sorridenti del futuro del Bologna Rugby. Infine, le 50 figurine della squadra Seniores, con in testa gli allenatori Nicola Aldrovandi e Roberto Sgar-zi.L’Album e le figurine sono in ven-

dita in Club House e in occasione delle partite casalinghe della prima squadra. I prezzi: 3 Euro l’album e 60 centesimi la singola bustina (da 5 figurine). Prossimamente anche la possibili-tà di avere più copie della propria figurina (5 Euro per 30 copie) e di acquistare quelle introvabili (a 20 centesimi l’una).È già attivo un Gruppo su Facebook per lo scambio delle figurine dop-pie, così come si dice che sia sta-to organizzato un mercato segreto nella saletta di TV, alla fine delle partite del “6 Nazioni”.

Andrea Malossini

Rugby e... l’Album delle figurine

LE INTROVABILI:

Lucio Bini (2), Donatella Greco (16), Pier Paolo Bonori (42), Federico Grandi Venturi (62), Loren-zo Albasini (78), Riccardo Assirelli (83), Federico Maurizzi (98), Elia Navarra (110), Enrico Testoni (127), Tommaso Cristoni (150), Pietro Romellini (160).

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La neve iniziò a cadere a Bologna il 31 gennaio, verso sera, intensi-ficandosi durante la notte e prose-guendo per tutto l’1 febbraio. Dap-prima finissima, gelata, poi sempre più abbondante. Ancora neve inter-mittente tra giovedì 2 e sabato 4, con un massimo (una vera bufera), nella mattinata di sabato. Alla fine di questa prima nevicata Bologna restò ammantata da uno strato che nelle zone collinari superava i 50 centimetri. Saltò la prima partita, con il Gubbio (così come tutte quelle previste per domenica 5 febbraio), e le attività delle giovanili. Data l’impraticabi-lità di tutti i campi (oltre alla neve, le bassissime temperature – fino -13 °C di notte - impedivano qualsiasi attività all’aperto), la Società iniziò a cercare spazi alternativi per gli al-lenamenti, ripiegando su palestre, piscine e campi da tennis al coper-

to. Impossibile, e inutile, tentare di liberare i campi dell’Arcoveggio. Dopo soli quattro giorni di gelida pausa, una nuova nevicata, spinta da un freddissimo vento siberia-no, colpì Bologna. I primi fiocchi all’alba di venerdì 10 febbraio, poi un’illusoria pausa. Nel pomerig-gio la nevicata si fece più intensa, scatenandosi poi da sabato mattina fino alle prime ore di domenica 12 febbraio. Caddero altri 50 centimetri in po-chissime ore, paralizzando ogni cosa. Anche nella lontana Roma, dove sabato 11 febbraio si giocò all’Olimpico la partita tra la nazio-nale italiana e l’Inghilterra per il Sei Nazioni, gli atleti giocarono su un prato insolitamente bianco.Con le due nevicate, a Bologna, una delle città più colpite se si esclude la Romagna (dove la neve sfiorò i tre metri di altezza), cadde

poco più di un metro di neve (98 centimentri in piazza 8 Agosto e 124 centimetri fuori San Mamolo).Fermo il campionato e fermi gli al-lenamenti, atleti, dirigenti e amici del Rugby Bologna, armati di pale, carriole e buona volontà, nella mat-tina di domenica 19 febbraio – nel-la memorabile giornata della “Pala Ovale” - si misero di buona lena per tentare di liberare i campi. Vin-se la neve, che già durante la notte riprese nuovamente a cadere. Smi-se – una volta per tutte – nella notte tra lunedì 20 e martedì 21 febbraio. Sabato 25 febbraio, anche se muc-chi di neve imbrunita ai margini dei campi ricordavano la passata buria-na, si registrarono 20° C. Il tempo è come la palla ovale: fa quello che vuole.

Andrea Malossini

Il nevone del ‘12Amarcord

Il passaggio. Si fa con le mani, all’in-dietro. Altrimenti è...” in avanti”, fallo!E’ il gesto di base del rugby, un gesto altamente tecnico che richiede ap-profondita preparazione, precisione, potenza, scelta di tempo e un po’ di fortuna. Un buon passaggio, ben coor-dinato, imprevisto e veloce può creare

il panico nella difesa avversaria. Alta-mente spettacolari sono i veloci pas-saggi incrociati, frutto di intesa e lun-ga preparazione. Durante un attacco, “fissare” un avversario consiste nel ritardare il più possibile il passaggio all’indietro per attirare su di sé il mag-gior numero di difensori e aprire così

più aree libere dove il compagno può penetrare la difesa avversaria. Il pas-saggio all’indietro ha un forte valore simbolico e metaforico: come insegna lo spirito del rugby, tutto deve essere conquistato e sudato. Niente è affida-to al blitz o alla fortuna.

Carlo Castagnola

Pillole ovali

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La ruck (Mischia aperta). È un raggruppamento spontaneo di giocatori che nasce per conten-dersi il pallone al suolo. I giocatori entrano in contatto fisico con gli avversari restando sui propri piedi e, spingendo per guadagnare terreno, tenta-no la conquista del pallone. Il pallone, dopo che l’arbitro grida “ruck” qualificando l’a-zione di gioco, non può più essere toccato con le mani ma conquistato esclusivamente spingendo via gli avversari. Tutti i giocatori che arrivano per aiutare i compagni, devono en-trare a spingere solo da dietro. L’entrata laterale è punita con una penalità. La rack, insieme alla moul, una variante fatta in piedi, sono fasi spontanee molto frequen-ti durante una partita e servono alla

conquista del pallone e all’avanza-mento. Come dire che ogni conquista costa e

per avanzare occorre spingere. Medi-tate, giovani, meditate...

Carlo Castagnola

Compagni di strada: Logital

Logital è un polo tecnologico compo-sto da specialisti nelle nuove archi-tetture di informatica e di telecomu-nicazioni, nelle applicazioni internet/intranet, nei sistemi distribuiti, nella sicurezza e nelle tecnologie multime-diali.Logital si propone come azienda di integrazione in grado di risolvere pro-blemi complessi di automazione civile ed industriale, con competenze plu-riennali nei settori specifici.

La missione di Logital è fungere da ri-ferimento nelle soluzioni e nei servizi tecnologici, per affiancare i partner ed i clienti ed aiutarli a raggiungere e superare i propri specifici obiettivi di efficienza e di business.Da sempre orientata alle soluzioni tecnologiche innovative sia hardware che software, Logital ha consolidato diversi prodotti e soluzioni nell’ambito della sicurezza, della centralizzazio-ne allarmi, del controllo accessi, del

controllo di produzione, dei sistemi di visione.Assieme al suo spin-off Logital Digital Media, che si occupa in particolare della progettazione e produzione di dispositivi elettronici a microprocesso-re, il marchio Logital è da oltre quindi-ci anni legato al Rugby Bologna 1928, condividendo appieno i valori formati-vi di questo fantastico sport.

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