L’Araldo Fedele Azari, in arte Dinamo L’Araldo · 2016. 4. 11. · vico di Crema e del...

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Con Federico I di Hohen- staufen, duca di Svevia, inizia un nuovo ordine di cose. Il Barbarossa, dopo la sconfitta di Legnano (1176) ad opera della lega dei comuni concede, con la pace di Costanza (1183) una serie di benefici e pri- vilegi che segnano la na- scita di un nuovo corso. All’imperatore re d’Italia si attribuiscono due tipi di denaro scodellato bat- tuti nella zecca di Milano. Questo denaro, con l’altro esemplare di denaro Ter- zolo (in mistura) Scodel- lato di peso e diametro leggermente inferiore, è certamente circolato du- rante i sette mesi del lungo Assedio della no- stra Castrum, e sicura- mente anche nel periodo che segue la distruzione, fino alla ricostruzione del 1185. Intressante variante dello stemma della Città di Crema modello 1933, modificato con regio Decreto 12 otto- bre 1933, n. 1440. Il Fascio Littorio fu messo in “capo”, una figura dell’araldica che indica il simbolo del regime che l’ha istituito e occupa la terza parte superiore dello scudo; la figura era formata da un fondo rosso-porpora (in questo caso indicato dalle righe verticali) ove era disposto il Fascio in oro, circondato da due rami di quercia e d’alloro, anno- dati da un nastro con i colori nazionali (tricolore). Lemblema del Fascio Littorio, nella forma Araldica del Capo, era disposto negli stemmi di legittimo possesso, iscritti nei Libri Araldici del Regno d’Italia. Nella parte inferiore,vediamo lo Stemma completo inserito nel campo dell’argento e la leggenda CO- MUNE CREMA ai lati. La plachetta fu usata come tassa di circolazione dei velocipedi o di pro- prietà comunale fino alla primavera del 1945. L’Araldo L’Araldo Gruppo Culturale Cremasco Gruppo Culturale Cremasco Ricerche Storico Ambientali Ricerche Storico Ambientali Ferrante Benvenuti Presidente onorario Mario Cassi Presidente Gian Attilio Puerari Vice presidente Massimo Marinoni Fotografo Federico Corradini Grafico designer Angela Arpini, Mauro Benzoni, Cinzia Cre- monesi, Giulio Foglia, Agostino Giovinetti, Luigi Martini, Marco Gandelli, Chiara Gnesi, Ismaele Gritti, Stefano Rizzetti, Alberto Val- carenghi Collaboratori Gianbattista Longari Addetto stampa Elisa Foglia, Emilio Rigoni, Franco Fusar Poli Le immAGini e LA GrAFiCA DeL PerioDiCo Sono CurAte DALLo StuDio FotoGrAFiCo mASSimo mArinoni, CremA Sito: www.araldo-crema.org Email: [email protected] Sito: www.araldo-crema.org Email: [email protected] Ciclostilato in proprio - Copyright © - Tutti i diritti riservati - Ciclostilato in proprio - Copyright © - Tutti i diritti riservati - L’Araldo PREsIDEnTE MARIO CAssI, VICE PREsIDEnTE GIAn ATTILIO PUERARI REsPOnsAbILE MAssIMO MARInOnI A CurA De L’ArALDo GruPPo CuLturALe CremASCo riCerChe StoriCo AmbientALi Fondato nel 1999 Anno iii - numero 7 (DiStribuZione GrAtuitA) CremA, mArZo 2010 Periodico d’Informazione Culturale Cremasco L’Araldo di Mario Cassi (Seconda Parte) Laureato in Giurisprudenza all’Università di To- rino nel 1919, Fedele Azari non pensò mai di eser- citare la professione di avvocato: a New York ottenne riconoscimenti come asso dell’aviazione sportiva, mentre in Patria nel 1921 fondò con Mario Gastaldi la S.I.A.C. (So- cietà Italiana Aviazione Civile) e, nel 1925, la So- cietà Prote- zione delle Macchine, con la pionie- ristica idea di un museo in- dustriale. Fu anche editore; tra i precursori delle le- gature in cuoio, inventò quella in metallo per il volume “Depero futurista / libromacchina imbullonato (Milano, 1927), uno dei capolavori dell’editoria d’avanguardia. Stampato in formato rettangolare, con inchiostri e carte di differenti colori, tavole ri- piegate che si aprono, giochi tipografici, presenta una “rilegatura dinamo”: due grossi bulloni, con dadi e coppiglie, tengono insieme i fogli. Ma Di- namo è scrittore a sua volta; pubblica i suoi scritti in “Vita simultanea futurista”, all’interno del Manifesto della Direzione del Movimento Futurista, Roma, 1927. In essi esprime i concetti di velocità come vita moltiplicata ed inneggia alla simultaneità, ossia la capacità di svolgere più attività contemporanea- mente – concetto che, oggi, da essere futurista si è tramutato in fretta quotidiana… Nel 1928 sogna “La conquista del Sole”, uno spettacolo aereo di volo acrobatico che prevede la collaborazione del pittore e pilota futurista Guido Keller, nonché di molti loro colleghi. Ma il sogno resterà tale. Nel 1929 Fedele Azari creò un “Dizionario aereo”, alla cui stesura col- laborò Marinetti. La sua frenetica attività artistica si accompagnava ad un’intensa e dispendiosa vita notturna, oltre che all’abuso di cocaina. Nella notte fra il 13 ed il 14 gennaio 1930, armato di pistola ed in preda ad una vio- lenta crisi nervosa, inscenò una sparato- ria nel cortile della sua casa milanese (in via Sant’Orsola n. 6). Ricoverato nella Cli- nica Villa Fiorita di Milano, meglio nota con il nome di Ospedale Psichiatrico Paolo Pini, as- sunto solo dopo il 1946, Fedele Azari vi morì mi- steriosamente, forse suicida, il 25 gennaio 1930. Subito dopo la sua morte nacque la leggenda di una sua eroica morte in volo, che risalirebbe al 27 feb- braio 1930. Chiara Gnesi Cari lettori, Questo è un numero spe- ciale a 12 pagine, ricco di ar- ticoli molto interessanti. Termina all’interno del no- stro periodico la ricerca delle Cartoline intestate - com- merciali delle attività stori- che di Crema, ma inizia un lavoro di ricerca sulle vec- chie farmacie o speziali della nostra Città. Segue la se- conda ed ultima parte del- l’articolo riguardante l’enigma del codice “argo- tico” della nostra cattedrale; riproduciamo l’interessante medaglia per i soccorritori dei feriti francesi della Cam- pagna del 1859, donata ad un medico di Crema dall’im- peratore Napoleone III. Concludiamo l’articolo dedi- cato alla visita dell’Impera- tore Napoleone I a Crema. Sul nostro sito internet, è riprodotta l’interessante mappa storica di Crema e del cremasco presentata con gli Amici dell’Ordine Alato dei Cialtroni dell’Oca, gui- dato dal Duca- nonché no- stro presidente Onorario Co. Ferrante Benvenuti e dal co- duca nob. Gianmaria Ca- rioni. Come tutti gli anni abbiamo fornito le immagini per il Calendario in dialetto cremasco “La ecia Crema”. Il 2010 sarà un anno ricco d’iniziative storico culturali e di ricorrenze, come quella del 150° dell’Unità d’Italia. E’ un ‘ATTESTAZIONE DI AU- TENTICITA’ DI UNA RELI- QUIA DI SAN LUIGI RE DI FRANCIA (1214-1270 ). Al secolo Luigi IX. Qui definito “S.Ludovici Galliarum Regis”. Il documento è conservato a Strasburgo, dove il Cardinale Zurla (1769 -1834 ), in quegli anni, si recò per le sue funzioni di Vicario Generale del Papa, e fa parte del fondo dei Baroni De Mullenheim, depositato presso gli archivi municipali di quella città. Placido Zurla è stato un personaggio insigne ed è purtroppo poco ricordato in patria malgrado mio bisnonno Francesco Sforza Benvenuti, nel Dizionario Bio- grafico Cremasco ne parli diffusamente. Ferrante Benvenuti Denaro imperiale scodellato - Zecca di milano Gr. 0.80; Diametro mm. 16,3 Diritto +FreD(….)VS (S cori- cata) in contorno perlinato i.P.r.t. attorno ad un globetto centrale. rovescio AVC. // + me (in nesso) D // ioLA // niV // Federico i di Svevia imperatore e re d’italia 1152 - 1190 il denaro dell’imperatore Federico i Placido Zurla una perizia del XiX secolo Fedele Azari, in arte Dinamo La vita al volo di un aeropittore Placchetta di proprietà

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Page 1: L’Araldo Fedele Azari, in arte Dinamo L’Araldo · 2016. 4. 11. · vico di Crema e del cremasco. Il dipinto ovale, olio su tela, non ha attribu-zioni e non riporta firma o sigla.

Con Federico I di Hohen-staufen, duca di Svevia,inizia un nuovo ordine dicose. Il Barbarossa, dopola sconfitta di Legnano(1176) ad opera della legadei comuni concede, conla pace di Costanza (1183)una serie di benefici e pri-vilegi che segnano la na-scita di un nuovo corso.All’imperatore re d’Italiasi attribuiscono due tipidi denaro scodellato bat-tuti nella zecca di Milano.Questo denaro, con l’altroesemplare di denaro Ter-zolo (in mistura) Scodel-lato di peso e diametroleggermente inferiore, ècertamente circolato du-rante i sette mesi del

lungo Assedio della no-stra Castrum, e sicura-mente anche nel periodoche segue la distruzione,fino alla ricostruzione del1185.

Intressante variante dello stemmadella Città di Crema modello 1933,modificato con regio Decreto 12 otto-bre 1933, n. 1440. Il Fascio Littorio fu messo in “capo”,una figura dell’araldica che indica ilsimbolo del regime che l’ha istituito eoccupa la terza parte superiore delloscudo; la figura era formata da unfondo rosso-porpora (in questo casoindicato dalle righe verticali) ove eradisposto il Fascio in oro, circondato dadue rami di quercia e d’alloro, anno-dati da un nastro con i colori nazionali(tricolore). Lemblema del Fascio Littorio, nellaforma Araldica del Capo, era dispostonegli stemmi di legittimo possesso,iscritti nei Libri Araldici del Regnod’Italia. Nella parte inferiore,vediamolo Stemma completo inserito nel

campo dell’argento e la leggenda CO-MUNE CREMA ai lati.

La plachetta fu usata come tassa dicircolazione dei velocipedi o di pro-prietà comunale fino alla primaveradel 1945.

L’AraldoL’AraldoGruppo Culturale CremascoGruppo Culturale Cremasco

Ricerche Storico AmbientaliRicerche Storico Ambientali

Ferrante Benvenuti Presidente onorarioMario Cassi PresidenteGian Attilio Puerari Vice presidenteMassimo Marinoni FotografoFederico Corradini Grafico designer

Angela Arpini, Mauro Benzoni, Cinzia Cre-monesi, Giulio Foglia, Agostino Giovinetti,Luigi Martini, Marco Gandelli, Chiara Gnesi,Ismaele Gritti, Stefano Rizzetti, Alberto Val-carenghi

Collaboratori

Gianbattista Longari Addetto stampaElisa Foglia, Emilio Rigoni, Franco Fusar Poli

Le immAGini e LA GrAFiCA DeL PerioDiCo

Sono CurAte DALLo StuDio FotoGrAFiCo

mASSimo mArinoni, CremA

Sito: www.araldo-crema.org Email: [email protected] Sito: www.araldo-crema.org Email: [email protected]

Ciclostilato in proprio - Copyright © - Tutti i diritti riservati - Ciclostilato in proprio - Copyright © - Tutti i diritti riservati -

L’Araldo

PREsIDEnTE MARIO CAssI, VICE PREsIDEnTE GIAn ATTILIO PUERARI

REsPOnsAbILE MAssIMO MARInOnI

A CurA De

L’ArALDo GruPPo CuLturALe CremASCo

riCerChe StoriCo AmbientALiFondato nel 1999

Anno iii - numero 7(DiStribuZione GrAtuitA)

CremA, mArZo 2010

Periodico d’Informazione Culturale Cremasco

L’Araldo

di Mario Cassi

(Seconda Parte)

Laureato in Giurisprudenza all’Università di To-rino nel 1919, Fedele Azari non pensò mai di eser-citare la professione di avvocato: a New Yorkottenne riconoscimenti come asso dell’aviazionesportiva, mentre in Patria nel 1921 fondò con MarioGastaldi laS.I.A.C. (So-cietà ItalianaA v i a z i o n eCivile) e, nel1925, la So-cietà Prote-zione delleM a c c h i n e ,con la pionie-ristica idea diun museo in-dustriale. Fu anche editore; tra i precursori delle le-gature in cuoio, inventò quella in metallo per ilvolume “Depero futurista / libromacchina imbullonato(Milano, 1927), uno dei capolavori dell’editoriad’avanguardia. Stampato in formato rettangolare,con inchiostri e carte di differenti colori, tavole ri-piegate che si aprono, giochi tipografici, presentauna “rilegatura dinamo”: due grossi bulloni, condadi e coppiglie, tengono insieme i fogli. Ma Di-namo è scrittore a sua volta; pubblica i suoi scritti in“Vita simultanea futurista”, all’interno del Manifestodella Direzione del Movimento Futurista, Roma,

1927. In essi esprime i concetti di velocità come vitamoltiplicata ed inneggia alla simultaneità, ossia lacapacità di svolgere più attività contemporanea-mente – concetto che, oggi, da essere futurista si ètramutato in fretta quotidiana… Nel 1928 sogna “Laconquista del Sole”, uno spettacolo aereo di voloacrobatico che prevede la collaborazione del pittoree pilota futurista Guido Keller, nonché di molti lorocolleghi. Ma il sogno resterà tale. Nel 1929 FedeleAzari creò un “Dizionario aereo”, alla cui stesura col-laborò Marinetti. La sua frenetica attività artisticasi accompagnava ad un’intensa e dispendiosa vitanotturna, oltre che all’abuso di cocaina. Nella nottefra il 13 ed il 14 gennaio 1930, armato di pistola ed

in preda ad una vio-lenta crisi nervosa,inscenò una sparato-ria nel cortile dellasua casa milanese (invia Sant’Orsola n. 6).Ricoverato nella Cli-nica Villa Fiorita diMilano, meglio nota

con il nome di Ospedale Psichiatrico Paolo Pini, as-sunto solo dopo il 1946, Fedele Azari vi morì mi-steriosamente, forse suicida, il 25 gennaio 1930.Subito dopo la sua morte nacque la leggenda di unasua eroica morte in volo, che risalirebbe al 27 feb-braio 1930.

Chiara Gnesi

Cari lettori,Questo è un numero spe-ciale a 12 pagine, ricco di ar-ticoli molto interessanti. Termina all’interno del no-stro periodico la ricerca delleCartoline intestate - com-merciali delle attività stori-che di Crema, ma inizia unlavoro di ricerca sulle vec-chie farmacie o speziali dellanostra Città. Segue la se-conda ed ultima parte del-l’articolo riguardantel’enigma del codice “argo-tico” della nostra cattedrale;riproduciamo l’interessantemedaglia per i soccorritoridei feriti francesi della Cam-pagna del 1859, donata adun medico di Crema dall’im-peratore Napoleone III. Concludiamo l’articolo dedi-cato alla visita dell’Impera-tore Napoleone I a Crema. Sul nostro sito internet,è riprodotta l’interessantemappa storica di Crema edel cremasco presentata congli Amici dell’Ordine Alatodei Cialtroni dell’Oca, gui-dato dal Duca- nonché no-stro presidente Onorario Co.Ferrante Benvenuti e dal co-duca nob. Gianmaria Ca-rioni. Come tutti gli anniabbiamo fornito le immaginiper il Calendario in dialettocremasco “La ecia Crema”.Il 2010 sarà un anno ricco

d’iniziative storico culturalie di ricorrenze, come quelladel 150° dell’Unità d’Italia.

E’ un ‘ATTESTAZIONE DI AU-TENTICITA’ DI UNA RELI-QUIA DI SAN LUIGI RE DIFRANCIA (1214-1270 ). Al secolo Luigi IX. Qui definito“S.Ludovici Galliarum Regis”.Il documento è conservato aStrasburgo, dove il CardinaleZurla (1769 -1834 ), in queglianni, si recò per le sue funzionidi Vicario Generale del Papa, e fa parte del fondodei Baroni De Mullenheim, depositato presso gliarchivi municipali di quella città. Placido Zurlaè stato un personaggio insigne ed è purtroppo

poco ricordato in patria malgrado mio bisnonnoFrancesco Sforza Benvenuti, nel Dizionario Bio-grafico Cremasco ne parli diffusamente.

Ferrante Benvenuti

Denaro imperiale scodellato -Zecca di milano

Gr. 0.80; Diametro mm. 16,3Diritto +FreD(….)VS (S cori-

cata) in contorno perlinatoi.P.r.t. attorno ad un globetto

centrale. rovescio AVC. // + me(in nesso) D // ioLA // niV //

Federico i di Sveviaimperatore e re d’italia

1152 - 1190

il denaro dell’imperatore Federico i

Placido Zurla una perizia del XiX secolo

Fedele Azari, in arte DinamoLa vita al volo di un aeropittore

Placchetta di proprietà

Page 2: L’Araldo Fedele Azari, in arte Dinamo L’Araldo · 2016. 4. 11. · vico di Crema e del cremasco. Il dipinto ovale, olio su tela, non ha attribu-zioni e non riporta firma o sigla.

L’AraldoL’Araldo

La medaglia per i soccorritori dei feriti francesi

La medaglia d’argento fu conse-gnata a coloro che si distinsero perl’assistenza ai feriti francesi du-rante la campagna del 1859, fu isti-tuita da Napoleone III Imperatoredei Francesi il 14 marzo 1860 insoli 368 esemplari.Sul rovescio di tutti gli esem-plari,compare in rilievo il nome, laqualifica e la residenza. Esistono anche esemplari di di-mensioni piu piccole. Coniate dalla zecca di Parigi;A.Barre.Contenuta in un’elegante scatolarotonda verde, con stemma impe-riale di Napoleone III in oro sul co-perchio.(Coll. Museo Civico di Crema)

mario Cassi

Lo stemma de “il Gonfalone Vecchio”

Lo Stemma seicentesco della Città di Crema èformato da uno scudo ovale arrotondato alleestremità, cimato da una corona marchionale.Risulta poco sporgente il destrocherion, unpoco verticale il massacron; il tutto accartoc-ciato nei fregi ornamentali. E’riportato sull’antico Gonfalone della Città,custodito nella sezione storica del Museo Ci-vico di Crema e del cremasco.Il dipinto ovale, olio su tela, non ha attribu-zioni e non riporta firma o sigla. E’ espostonell’ufficio del primo cittadino.Esiste, in una collezione privata di Crema, unesemplare più piccolo attribuito al maestropittore cremasco Eugenio Conti, del qualel’anno scorso ricorreva il centenario dellascomparsa.

emmeci

dei cremonesi, che portavano inimicizie più dureperché più vicini. L’esercito degli assedianti eracomposto per lo più da cremonesi, pavesi, lodi-giani; all’interno delle mura c’erano forze mila-nesi, bresciane - saranno quelle che avranno iguai maggiori alla fine dell’assedio del gennaio1160. Federico fece uscire dalle mura i Cremaschicon quello che riuscivano a portare. E’ famoso ilgesto dell’Imperatore che aiuta un anziano a pas-sare con le sue cose. L’assedio di Crema fu con-dotto dalle città vicine, in particolare da

Cremona, per questo l’apparato imperiale sem-bra fare da alibi. Concludendo questa breve vi-cenda dell’assedio, è appurato che questa è unagrande pagina di storia di Crema. Come affer-mato anche durante la conferenza del prof. Car-dini, la storia e i documenti non invecchiano mai.L’850° anniversario dell’assedio di Crema ha un

significato, le risposte del passato si conoscono,quelle del presente sono l’uso corretto che do-vrebbero fare tutti di una buona ricostruzionestorica. A Crema manca un libro specifico sull’argo-mento, una monografia riassuntiva e innovativacome “Grande esempio di storia lombarda”, da scri-versi modernamente e aggiornata. Come giàdetto, cambiamo noi e cambia il modo di avvici-narci alla storia.

emmeci

Due imma-gini dipintedi FedericoI Barbarossa.

sotto:targa do-nata allaCittàdall ’As-sociazioneReducidella Pri-gionia 9 maggio1960

(Collezione

Museo Civico

di Crema)

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L’AraldoL’Araldo

napoleone bonaparte, Primo console della repubblica Francese

La sconfitta nella battaglia di Lodi co-stituisce l’antecedente degli eventi checi accingiamo a presentare.Il giorno di domenica 8 maggio 1796gli Austriaci, ancora impegnati neicombattimenti, chiedevano il passag-gio sul territorio Veneto. Si trattava dipiccola cosa, e tutto veniva svolto se-condo le buone regole diplomatiche;nel pomeriggio dello stesso giorno,quindi, si presentava alle porte diCrema e al Podestà Contarini una pic-cola legazione formata da un ufficialedi cavalleria e dall’intendente militareDe Bisogni.Essendo gli Austriaci impossibilitatiad utilizzare la direttrice principaleper Mantova, chiedevano per il giornosuccessivo il permesso di transito perun numero limitato di carrozze e carrioltre che per una piccola scorta ar-mata; con questa carovana si speravadi portare al sicuro il denaro asburgicoche altrimenti rischiava di finire predadelle armate francesi.Crema, come tutte le città Venete diterraferma, era disarmata, e, ancorapeggio, la Repubblica di Venezia, a se-guito dell’avvicinarsi della recenteguerra, si era perfino malcurata di ar-mare un minimo i propri territori.La situazione già precaria era peggio-rata dalla mancanza di direttive daparte del governo Veneto; in questa si-tuazione il Contarini dimostrava lasua arte politica incontrando l’inten-dente asburgico e palesando che, seb-bene non fosse nella condizione diconcedere il permesso richiesto, non sisarebbe opposto se una tale carovanaavesse attraversato il territorio crema-sco; questa presa di posizione (o me-glio non presa di posizione) diventavala giustificazione delle armate Fran-cesi per l’invasione delle nostre terre.Gli Austriaci approfittavano della si-tuazione e anticipavano il loro pas-saggio alla sera stessa e il giornosuccessivo facevano passare ancheuna seconda carovana che non rien-trava negli accordi. L’ufficiale di Guar-dia Veneto, presentatosi di buonmattino al Contarini, si trova ora adover dare l’annuncio dell’imminenteritirata Austriaca che sicuramente nonsi farà scrupolo di passare per le terre

cremasche. Ovviamente a precedere lareale invasione giunge prima una ri-chiesta da parte del generale asbur-gico Kerpen che con sollecitudinechiede il passaggio al quale il poveroPodestà per la seconda volta accon-sente seppure nei precedenti vaghitermini.Dal giorno 9 al giorno 11 per tutto ilterritorio cremasco si snoda una lungabiscia di uomini, una armata in rotta

verso Mantova. Tra quei venticinque-mila soldati marciava anche il gene-rale Beaulieu, comandante in capodell’esercito asburgico.La sera tra il 10 e 11 è drammaticis-sima; la retroguardia austriaca, atte-statasi sul ponte di Lodi, è statasconfitta; gli sbandati imperiali sidanno a violenze e ruberie, l’unico sol-lievo per i Cremaschi è sapere che iFrancesi si sono fermati e non proce-dono all’inseguimento; gli Austriacihanno il tempo di bivaccare e quindiriprendere la marcia verso Mantova.Mercoledì 11 maggio al comando delgenerale Berthier le armate Francesi sipresentano a Porta Ombriano e chie-dono di poter parlare con il coman-dante di piazza di Crema, il PodestàContarini.Come con i precedenti “ospiti” il Con-tarini replica di non aver lumi ma chese veniva promesso di mantenere uncomportamento civile da parte delleloro truppe non si sarebbe opposto alloro passaggio; il generale Francese èprodigo nel dare assicurazioni e cosìin men che non si dica al di fuori dellemura Cremasche vengono preparati ibivacchi.

Non volendo soffermarci sul compor-tamento dei singoli soldati è impor-tante citare come i frutti delle ruberiesiano stati immediatamente messi invendita e ricomprati dai Cremaschisenza rimorsi per un terzo del loro va-lore.Siamo quindi giunti al culmine dellevicende. Il 12 maggio a mezzodì, ri-partite alcune truppe all’inseguimentodegli Austriaci, giungeva a Crema loStato Maggiore francese e con esso ilgenerale dell’Armata d’Italia nella fi-gura di Napoleone Bonaparte.Quello che andiamo ora a descriveresono le prime dichiarazioni rilasciatein territorio veneto da parte di Napo-leone.Il colloquio con Contarini assume unacerta rilevanza non solo per la diatribache andrà a scatenare in proposito delpassaggio delle truppe austriache, masoprattutto per le intenzioni cauta-mente espresse da Napoleone e fine-mente rilevate dal Contarini riguardoun possibile avvicinamento tra Fran-cia e Venezia, poi concretizzatosi in in-sistenti offerte di alleanza.Il Contarini descriverà nella sua rela-zione lo stato d’animo del generale, ta-citurno o, come suppone, in apertadimostrazione di malumore, moltopiù probabile stanco e provato dallarecente battaglia (in cui partecipò atti-vamente anche al puntamento dei can-noni, operazione normalmentelasciata ai subalterni, ndr).Questo incontro verrà in realtà domi-nato più dai luogotenenti di Napo-leone nella figura principalmente delcommissario Saliceti, che si prenderàil compito di controllare il manteni-mento dell’ordine nei territori Crema-schi, ordine che in realtà non fumantenuto sempre, ma come lo stessoContarini cita va dato merito agli uffi-ciali Francesi di un impegno indefessoper correggere tali comportamenti, eoltre a questo, forse in una nota iro-nica, cita come, a seguito delle conti-nue requisizioni di vettovagliamenti,viene presentata una cambiale inbianco nei confronti del grande gene-rale Francese, puntualmente non sal-data...

Federico Corradini

biglietti da visita e cortesiadella nobiltà cremasca

I biglietti che consideriamo sono dei cartoncini stampati,con i propri dati sintetici ed immediati, e con una carat-teristica particolare: ri-portano la corona indiversa foggia a stabilireil Titolo Comitale(conte), e Marchionale(marchese). Furono i francesi ad in-ventare il Biglietto da vi-sita nella prima metàdel’700. In origine si trat-tava di cartoncini mano-scritti; verso la secondametà dello stesso secoloiniziarono a diffondersimodelli stampati col solonome della persona, poicon d e c o r a z i o n i estemmi nobiliari o mili-tari. Arrivarono veloce-mente anche in Italia.Due esemplari sono statiusati per le condo-glianze. Questo messaggio su unbiglietto da visita resta laforma classica da usare;in questo caso si puòsbarrare l’angolo in alto a sinistra oppure l’intera intesta-zione, nello stesso verso diagonale e scrivendo sul retro

un semplice messaggio di partecipazione al lutto.L’usanza vuole che sia custodito da un apposito portabi-glietti, e non deve essere sciupato o macchiato. Il biglietto da visita moderno è anche usato per lavoro eriporta la ragione sociale e il logo della ditta, accompa-

gnati da indirizzo diposta elettronica. Il vec-chio e classico Bigliettoda visita resta una gra-dita forma di cortesia. Ilgalateo corrente sinoalla prima metà del No-vecento ne ha regola-mentato l’uso in formepiuttosto determinate.Il biglietto personale èrigorosamente piccolo,in cartoncino tipo “Bri-stol” bianco e riporta alcentro in corsivo nomee cognome - nel casopreceduti dal titolo. Perla donna sposata:nome, cognome delmarito, cognome danubile, nessun titolo.Anche i biglietti da vi-sita, come le cartoline,sono oggetto di ricercadei collezionisti.

emmeci

i 120 anni del canale VacchelliNel giugno del 1890 terminano i lavori di costruzione del Canale d’Irrigazione Pietro Vacchelli. Lacostruzione iniziò nella primavera di quattro anni prima, nel 1886, per conto del Consorzio delleIrrigazioni Cremonesi. I progettisti furono tre, l’ing. Nogarina, Fieschi e Pezzini. Lo scavo del ca-nale, detto anche “Marzano”, dal luogo di partenza, Marzano sull’Adda, terminava a Genivoltacon una lunghezza di Km.35,500. Questo immenso lavoro, per lo più eseguito manualmente, per-mise il risanamento del Moso.

Dall’alto:biglietto da visita di Laura Fadini Sommi Pice-

nardi, marchesa. 1950 ca.biglietto da visita di Antonio bonzi, Conte, Li-

stato a lutto. 1930 ca.biglietto da visita di Vittorio Carioni, nobil

uomo. 1920 ca.Dall’alto:biglietto da visita di Clelia Carioni Douglas Scotti daFombio, nobil Donna. 1920 ca. incorniciato a lutto.biglietto da visita di massimo Fadini, marchese. 1940ca.biglietto da visita di Antonio rossi martini, Conte,datato 18 dicembre 1925

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L’AraldoL’Araldo

Le inteStAZioni DeLLe AttiVitA’ CommerCiALiDi CremA e DeL CremASCo

LE FARMACIE

Con questo numero iniziamo apubblicare le Carte Intestate delleFarmacie più imortanti del nostroterritorio.

La maggior parte di esse non eser-citano più l’antica professionedegli “Speziari”. La Farmacia più antica di cui si hanotizia è la farmacia del Dott.Chiappa. Nell’antichità la preparazione deifarmaci era considerata un’arte eveniva esercitata da componenti diordini religiosi che svolgevanoanche il ruolo di medici, oppure dapersone poco competenti che mi-schiavano la medicina con usidella tradizione popolare. Lo sviluppo della farmacia comedisciplina autonoma risale al IX se-colo, con la diffu-sione, dapprimanel mondo araboe poi in Europa,degli alchimisti.La differenza trail farmacista,come prepara-tore di medicine,ed il medico,come terapista,avvenne soltantonella secondametà del XIX se-colo. La carta intestata

fattura che de-scriviamo, è la“farmacia e dro-

gheria con fabbrica di ceradi federico chiappa, successoalla ditta anna e sorellechiappa in crema contradaombriano n. 59” (l’attualevia XX settembre). Interessante notare leparticolarità che offre laDitta nel 1855: depositodi conserve, spiriti, ro-soli, rhum, wermuth,malaga ed altri vini dilusso, nonché assorti-mento di generi di pit-tura, tintoria, d’oli,saponi e cioccolata. Vi era, inoltre, nel 1890,in Crema, via VittorioEmanuele (l’attuale viaGiacomo Matteotti) lafarmacia Tarra Carlo,con specialità Nazionalied estere e acque mine-rali. La posizione era ove at-tualmente esiste un’altraimportante Farmacia. Atro esercizio che consi-deriamo (fattura del1907) della FarmaciaChimica Centrale CappiCarlo, situata ove tuttoraesiste la ditta, in piazzaDuomo, sotto i portici.Tale farmacia costituivadeposito esclusivo diprodotti e specialità dellacooperativa farmaceuticadi Milano. La stessa era specializ-zata, come si legge dallafattura, in preparazionidi medicine proprie, pre-parazioni igieniche pertoilette, quali acque, eli-xir, ciprie, pomate, pol-veri e ossigenocompresso.

emmeci

i bASSoriLieVi DeLLA SALA Dei riCeVimentiDeL Comune Di CremA

In riguardo a questi due bassorilievi, quasi certamente superstiti di quattro, (infatti vi sono duenicchie simili vuote) esiste poco o niente nei documenti o scritti dagli storici locali. Probabilmente i medesimi furono adibiti a ornamento della sala come lo Stemma della Città,sito sul pavimento risalente al secolo scorso.Sono situati nel palazzo pretorio costruito tra il 1553 ed il 1555 a seguito della demolizione dellevecchie case ivi esistenti; nel XVII secolo il palazzo pretorio fu di nuovo restaurato per ordine delGoverno Veneto.La lavorazione dei due bassorilievi appare buona, raffigura scene mitologiche di caccia e cul-tura romana entro cornice, probabilmente create nella stessa epoca del palazzo.

Bassorilievi della Saladei Ricevimenti del

municipio di Crema

Page 5: L’Araldo Fedele Azari, in arte Dinamo L’Araldo · 2016. 4. 11. · vico di Crema e del cremasco. Il dipinto ovale, olio su tela, non ha attribu-zioni e non riporta firma o sigla.

L’AraldoL’Araldo

… MA VA AL RICOVERO!!!(unA GiornAtA Di orDinArio LAVoro ALL’oSPiZio Dei PoVeri Ai Primi DeL ‘900)

Durante il solito giro esplorativo al mercatino del-l’antiquariato che si tiene ogni seconda domenica delmese a Castelleone, nell’inverno scorso ci siamo im-battuti in un banco dove, alla rinfusa e senza ordinecronologico, in uno scatolone, si trovavano numerosidocumenti riguardanti la provincia di Cremona. Lacuriosità ci ha spinto a frugare tra i fogli riportando“alla luce” numerosi contratti di compravendita, di-

sposizioni comunali, scritture private, vecchi lascititestamentari inerenti ai numerosi comuni della nostraprovincia. L’interesse per questi documenti in veritàera scarso, il freddo era invece tanto e le mani inco-minciavano a diventare cianotiche per il gelo; e lo spi-rito di ricerca si esauriva insieme alla circolazionenelle dita. Ma proprio quando stavamo buttando laspugna sono emersi alcuni fogli che hanno attirato lanostra attenzione, trattandosi di vecchi documentiche riguardavano il Ricovero di Mendicità e Pia Casadei Poveri di Crema. Li abbiamo acquistati perchépresentavano uno spaccato dell’attività quotidianache gli Infermieri e gli Inservienti svolgevano nel-l’Istituto. Vogliamo proporveli perché ci sembrano in-teressanti ed anche un po’ curiosi. Non hannobisogno di alcun commento perché parlano benissimoda soli.

Gian Attilio Puerari e Stefano rizzetti

L’850° DeLL’ASSeDio...

Certificato che accompagnava il Ricoveratoquando si doveva procedere al ricovero in ospe-

dale per grave malattia. Con questo documento si attestava lo stato le-

gale di “miserabile” quello che oggi definiremmo“basso reddito con diritto all’esenzione totale”

L’Assedio di Crema, come ri-portato dalle cronache e dagliscritti dei nostri storici, iniziò il7 luglio 1159 e terminò il 27 gen-naio 1160. Furono sei mesi che misero inserio pericolol’invincibilitàdell’ImperatoreFederico I diH o e s t a u f e ndetto il Barba-rossa. Come af-fermato dalprof. FrancoCardini aCrema, durantela conferenzaper l’850° anni-versario dell’as-sedio, i primi adattaccare Cremafurono i pavesi,seguiti dai cre-monesi; solodopo parecchigiorni arriva-rono le truppeimperiali al seguito di FedericoI. Fu un assedio che l’Imperatorenon voleva fare e fece con mala-voglia: generalmente andavanotutti a finir male, fino alla sco-perta della polvere da sparo edall’uso delle artiglierie. Quando si concludevano al me-glio per gli assedianti, era in ra-gione di sete o fame, o pertradimento. Si poneva l’assedioe si montavano le tende, si pas-seggiava, si giocava, si tenevanotornei che egli inventò tra il1150 e il 1160, ove si addestravala nobiltà in tempo di pace e du-rante gli assedi. Fu proprio Fe-derico I ad introdurre le regoledell’arte Araldica, poi fatte ri-spettare dagli Araldi. Comun-

que si aspettava, e se la naturaaiutava con il clima - quellolombardo era sfavorevole per-ché piovoso - gli assediati si ar-rendevano per sete, o perepidemie causate dall’atto di

gettare animali appestati entrole mura. Quello di Crema fu unassedio durissimo, promossoprincipalmente dagli agguerriti cremonesi. L’esercito imperialeera scarso e l’Imperatore di-stratto da altre vicende. Du-rante gli assedi in genereprevalevano le ragioni tecniche. L’assedio durò a lungo perchéla fortificazione era ben co-

struita e ben protetta dalleacque. Arrivò mastro Marchesefuggito da Crema, vi eranoanche tecnici reduci dalla cro-ciata con Federico, fra cui unoche era stato a Gerusalemme.

Federico fu uncapo militare,si intendeva diarmi e ordignid ’ a s s e d i o .Come noto, fuun maestro dipropaganda,un grande con-dottiero. Dallefonti storichesappiamo cheera una per-sona irritabile,di indole irasci-bile. D i c e v a n oanche che incerti momenti“l’Imperatore eralento all’ira”, ele sue rappresa-glie giustifica-b i l i .In iz ia lmenteassisteva all’as-sedio di Cremacon un certo in-teresse, poi ac-caddero dellecose che non glip i a c q u e r o ,

come il fatto poco cavallerescodegli ostaggi Cremaschi legati oinchiodati sugli ordigni d’asse-dio, che costrinse i Cremaschiad uccidere i propri parenti eamici. Il fatto è riportato comeun’onta sull’Imperatore. La re-altà militare è un poco diversa:sicuramente è un accorgimentoche sa di odio locale fra gentevicina, è evidente che l’idea fu

Lapidecommemorativa

L’Assedio 1959

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L’Araldo L’Araldo

L’enigma del codice argotico( Seconda parte )

“All’amico Gianpaolo Ferrari, prematuramente scomparso.”

La massoneria

nei cantieri degli edifici gotici del me-dioevo nasce una classe di massoni chenon sono muratori e non lavorano fisi-camente alle costruzioni di edifici, maconoscono alla lettera i segreti, i misteri,i riti e i simboli della loro corporazioneoriginaria. La Massoneria tende a co-struire un edificio ideale ed a creareun’umanità perfetta; la sua scintilla ori-ginaria si propaga nell’arco di tre secolidall’Europa ai cinque continenti.

Gli illuminati

Gli Illuminati o portatori di luce appar-tengono alle tredici famiglie più ricchedella terra e comandano il mondo die-tro le quinte; sono chiamati anche no-biltà nera ed il loro motto è il seguente : “il denaro crea potere”.Gli Illuminatisono uniti e controllano la Massoneriafin dalle sue origini; il loro simboloprincipale è l’occhio onniveggente, col-locato al centro di una piramide, raffi-gurazione presente anche sullabanconota da un dollaro americano.

A Crema esiste una similitudine riguar-dante il simbolismo della Massoneria edegli Illuminati e si ritrova nelle chiesecittadine di Santa Trinità e di San Ber-nardino dentro le mura. Il Cristianesimo, nel corso dei secoli, haincorporato molti simboli appartenuti adaltre civiltà pagane, nel tentativo di sog-giogarle alla morale cristiana. Scopriamocosì che molti simboli massonici sonoidentici a quelli cristiani, con significati avolte simili ed altre volte contrastanti. Posto in alto sulla facciata della chiesa diSanta Trinità, dal lato di via XX Settem-bre, è raffigurato l’occhio onniveggente,protetto ai lati da due mascheroni (“i Cu-stodi silenti”), mentre all’interno dellachiesa, posizionato sopra l’organo, tro-viamo il triangolo o piramide con all’in-terno il ”Tau“.Non a caso nella stessa via esisteva unadelle tante sedi massoniche conosciute aCrema, come si può intuire anche dal vo-lume di Mario Perolini intitolato “ Vi-cende degli edifici storici di Crema ”. Nella chiesa di San Bernardino dentro lemura, dietro l’altare maggiore troviamoun altro triangolo o piramide con al suointerno un cerchio. Di fronte ad esso è

presente una formella riproducente unascena biblica: la processione di Davide edell’Arca dell’Alleanza. Possiamo rinvenire questa stessa rappre-sentazione anche nella chiesa di SantaTrinità, visibile sulla balaustra dell’or-gano sotto il triangolo con il Tau degli Il-luminati. Appare chiaro che la processione è daconsiderarsi solo metaforicamente, percui, come testimoniano tutti questi sim-boli, si suppone che sia la Massoneria egli Illuminati a Crema custodissero qual-cosa di molto importante… il Codice Ar-

gotico. Non è propriamente corretto definirlo inquesti termini perché stiamo parlando diuna criptografia gotica creata dai co-struttori delle cattedrali, scritta su pan-nelli in pietra o in cotto, per tramandare,attraverso le pietre che cantano, un mes-saggio segreto noto solo agli iniziati dellamateria, le cui tracce sono giunte fino anoi dal medioevo; purtroppo però ogginon siamo in grado di leggerlo. Sembra poi che dal medioevo ad oggi,probabilmente dopo la soppressione del-l’Ordine del Tempio, tutto quello che esi-steva nella letteratura ed anche nellecattedrali gotiche, riguardante la cripto-grafia gotica, sia stata cancellato, voluta-mente e sistematicamente, dai censoridell’inquisizione. Il mistero si infittisce quando casual-mente scopriamo, anche grazie a contatticon ricercatori della materia, che in Fran-cia esiste un “Centro Studi sui Codici Ar-gotici“, probabilmente protetto dallamassoneria. Con le informazioni ricevutesi è aperto uno scenario inedito sulla sto-ria e sul simbolismo dell’arte gotica. In alcune cattedrali gotiche Europee sonopresenti, sotto forma di formelle in pie-

tra o anche in cotto, celati in finestre e de-corazioni, i codici argotici e naturalmentequello presente nel Duomo di Crema eraconosciuto. Secondo il Centro Studi Francese, la crip-tografia gotica è un linguaggio iera-tico/cuneiforme ed è praticamentesconosciuta a tutti ricercatori e paleografidi lingua latina; non è un codice brachi-grafo e assomiglia in qualche caso, anchese non è simile, alla criptografia dei Tem-plari. Il codice argotico presente nelDuomo di Crema si trova inscritto nellafinestra chiamata “a biscotto” posizionata

quasi alla base del campanile e che risaleal 1300 circa. Facendo un esame compa-rativo con le altre finestre presenti al-l’esterno del Duomo possiamo stabilirecome la sua decorazione sia unica. Alla base del codice argotico troviamo tremerli a coda di rondine, un altro indiziosimbolico. I muratori che hanno costruitoil Duomo nel medioevo erano di certoriuniti in una corporazione e dovevanoappartenere al territorio cremasco, anchese non hanno lasciato la loro firma, ossiail loro marchio sui mattoni del Duomo. Ma qual è il paese dei tre merli? Secondo una tradizione riportata dalloZavaglio nel volume “Terre Nostre”, ab-biamo forse trovato la soluzione a questomistero. Trescore Cremasco è un paeseche è diviso in tre nu-clei, tre curiae o anchetre merli: merlo, chiu-sure e tedoldo. Merlo indica i merlidi un luogo fortifi-cato; chiusure indica le chiuse del fossatodel castello o quelle di un argine; tedoldoderiva probabilmente dal cognome Te-doldi. Questa è una delle tante ipotesi cheabbiamo passato al vaglio e che secondoil nostro parere sembra essere la più ido-nea. Nella tradizione dialettale del territorioCremasco troviamo ancora oggi la parola“argót“ la quale, mentre oggi indica qual-cosa di indefinito, ci riporta nel me-dioevo, quando i muratori, fra di loro,usavano il linguaggio argotico, ossia l’ar-goth, il gergo dei costruttori di cattedrali.Quale sia il messaggio contenuto nei co-dici argotici ed anche in quello cremascoresta un vero enigma, ma sfidando i se-coli è giunto sino a noi grazie a qualcunoche lo ha tramandato. La finestra “a biscotto” del Duomo diCrema compare come immagine di co-pertina su un volume inglese dell’Otto-cento riguardante l’arte gotica, segno checi permette di stabilire come fosse im-portante e conosciuta come decorazionedi quello stile. Negli anni fra il 1939 e il 1945, come tra-mandatoci da testimonianze orali e comesi evince leggendo alcuni diari, i viaggia-tori tedeschi che venivano a Crema eranoincuriositi dal Duomo, ne fotografavanola facciata e anche qualcosa che rapiva laloro attenzione alla base del campaniledella cattedrale, ossia il codice argotico. Solo oggi sappiamo che questi viaggia-tori erano in effetti militari appartenentialle SS Allgemeine, agli ordini diretti delReichfuhrer delle SS Heinrich Himmler. Costoro avevano il compito di cercare neipaesi occupati o alleati, come pure inogni parte del mondo, degli oggetti di va-lore intrinseco che potessero dare allaGermania la forza spirituale di cui avevabisogno. Nell’elite culturale Tedesca, in-

sieme alla Società di Thule ed a quelladelle SS Ahnenerbe, si creò, all’internodelle SS, l’ordine del Sole Nero, che di-venne il vertice della nuova cultura ger-manica. Nel 1938, con l’annessione dell’Austriaalla Germania, Hitler volle che la Sacra

Lancia di Longino, che secondo la tradi-zione aveva trafitto il costato di Cristo,fosse riportata alla sua antica dimora: lacattedrale di Norimberga, che divennemeta di pellegrinaggi pur di poter vederequesto oggetto di culto. Altri ufficiali delle SS, come Otto Rahn eOtto Skorzeny, ebbero il compito di cer-care il Sacro Graal e l’Arca dell’Alleanza.Otto Rahn scomparve nel 1939 sulle alpiSvizzere ed il suo corpo non venne mairitrovato, ma ci ha lasciato due volumi digrande valore esoterico: “Crociata controil Graal” e “La Corte di Lucifero”. OttoSkorzeny, che sarebbe passato alla storiaper aver liberato Benito Mussolini dallasua prigione sul Gran Sasso, ritrovò unareliquia molto importante e la inviò inGermania a Merkers. Quando, nel 1941, Hitler inviò l’AfricaKorps, comandata dal generale ErwinRommel, in aiuto alle forze Italiane checombattevano in Africa settentrionalecontro le truppe Inglesi, affiancata allaDAK, c’era anche una spedizione segretacomposta da 2 alti ufficiali tedeschi, Neu-mann-Sylkov e Von Rawenstein, i qualiavevano il compito di penetrare all’in-

terno della Grande Piramide di Keopeper verificare la presenza di una camerasegreta dove erano custoditi i “Libri diToth“, che secondo gli esoteristi tedeschirisalivano alla civiltà di Atlantide. L’acquisizione di documenti recenti, ap-partenuti ad un archivio della Germania

dell’Est di proprietàdella Stasi, confermaquesta missione se-greta. Tra i custodi delmondo della societàtradizionale, che sisviluppò all’internodi un determinatoambiente Cremasco,l’indimenticabile UgoBacchetta è stato l’ul-timo “custode silente “della tradizione delCodice Argotico. Nei suoi dipinti pos-siamo ritrovare sem-pre degli elementiesoterici, noti soloagli iniziati della ma-teria. Tra gli altri ricor-diamo il compiantoMario Pighi, che halasciato per i posteri ilvolume: “Grecia con-testazione degli Dei”,“dove la voce degli Dei,si fa di nuovo udiredagli uomini, ma chiancora la comprende?...Ma l’umanità preferirà,probabilmente, ascol-

tare i consigli del merciaiuolo Ermete e l’uni-verso perirà nel socialistico torpore dei bruti“.Il Codice Argotico, creato nel medioevodai Templari e custodito poi dalla mas-soneria, è giunto fino a noi; ci ha costrettoad indagare e passare ad un vaglio criticole informazioni che abbiamo scoperto nelcorso di questa ricerca. Per il messaggio racchiuso al suo internoabbiamo avvalorato due ipotesi: la primariguarda “ le leggi dei pesi e delle misure “che i templari avevano portato dallaTerra Santa , ma tale ipotesi è stata scar-tata per ovvii motivi. La seconda e più probabile ipotesi è che ilcodice celi un indizio per cercare il SantoGraal: infatti sul campanile del Duomo diCrema, sopra l’orologio, esiste una for-mella di pietra, erosa dalle intemperie edagli agenti atmosferici ma ancora leggi-bile, sulla quale è raffigurato un uni-corno, che per i cristiani è il simbolodell’immortalità mentre per gli iniziati èconsiderato uno dei simboli del SantoGraal.Ma questa è un’altra storia…

bernardo Zanini

A fianco:Finestra a “Biscotto”

o Codice Argotico,1300 ca.

Duomo di Crema

Sopra: l’occhio onniveggente. Crema, SS. Trinità

Al centro: tau degli Illuminati, chiesa di SS. Trinità

Sotto: processione dell’Arca dell’alleanza. Crema, SS. Trinità