Ossido Nitrico

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Atti del convegno "Energia dal cibo, dalla luce, dalla natura" Bologna, Sabato 11 Settembre 2004 A cura del Dott. Alberto Fiorito

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Rilassamento arterie e elasticità vascolare

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Atti del convegno "Energia dal cibo, dalla luce, dalla natura"

Bologna, Sabato 11 Settembre 2004

A cura del Dott. Alberto Fiorito

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SANA di Bologna

Sabato 11 Settembre 2004

"Energia dal cibo, dalla luce, dalla natura"

Moderatore Dott. Alberto Fiorito

PROGRAMMA CONVEGNO

Prof. Eugenio Iorio Docente Scuola Specializzazione in Biochimica Clinica, Università di Napoli" - Presidente Comitato Scientifico Osservatorio Internazionale Stress Ossidativo

L’importanza dell’Ossido nitrico. Una molecola strategica per i sistemi antiossidanti

dell’organismo

Dott. Emilio De Tata Medico chirurgo, esperto in medicine non convenzionali

Il linguaggio del corpo attraverso la lettura dei Chakra

Dott. Alberto Fiorito Medico Chirurgo, nutrizionista, esperto in medicine non convenzionali

Sistemi antiossidanti nell’integrazione alimentare: risultati preliminari di uno studio

scientifico Dott. Dario Ayala Medico chirurgo, specialista in Chirurgia Toracica. Perfezionato in fitoterapia. Docente di fitoterapia presso l’Università degli Studi di Ferrara.

Il Ganoderma Spore King: importante immunomodulatore nella terapia delle patologie

croniche

Prof. Sandro Mandolesi Prof. Aldo Galeandro Università "La Sapienza" Roma

La terapia chelante ed effetti nella disintossicazione dell’organismo

Dott. Alberto Fiorito Medico Chirurgo, nutrizionista, esperto in medicine non convenzionali

L’integrazione energetica: energia dal cibo e dalla luce.

Dott. Armin Kamp Fisico tedesco

Cosa è il Laser a bassa Intensità (Low Laser Level Therapy LLLT). Effetti Biologici a livello

tessutale - Applicazioni in campo medico ed estetico.

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L’importanza dell’Ossido nitrico. Una molecola strategica per i sistemi antiossidanti dell’organismo Dr. Prof. Eugenio Luigi Iorio, MD, PhD Docente Scuola Specializzazione Biochimica Clinica – Seconda Università di Napoli (Napoli). Presidente Comitato Scientifico Osservatorio Internazionale Stress Ossidativo (Parma)

L’ossido di azoto (NO), impropriamente chiamato ossido nitrico, è una specie chimica

reattiva di natura radicalica centrata sull’azoto. Considerato per decenni un gas altamente inquinante – responsabile, tra l’altro, del cosiddetto “buco dell’ozono” – solo in epoca molto recente esso è stato individuato come uno dei più potenti mediatori biochimici che gli organismi viventi producono al loro interno al fine di controllare molte delle loro funzioni (1).

È sicuramente degno di nota il fatto che a questa sostanza sia legato il premio Nobel 1998 per la Medicina/Fisiologia, attribuito, appunto, al ricercatore americano Louis Ignarro “per le sue scoperte riguardanti l’ossido nitrico come molecola segnale nel sistema cardiovascolare” (2). Sei anni prima, la prestigiosa rivista scientifica “Science” aveva eletto l’NO come “molecola dell’anno” (3).

L’NO è una sostanza abbastanza ubiquitaria prodotta a partire dall’amminoacido L-arginina in una reazione multi-step catalizzata dall’enzima ossido nitrico sintetasi (figura 1). Quest’ultimo esiste in numerose isoforme, alcune costitutive (cellule endoteliali, piastrine, sistema nervoso) ed altre inducibili (macrofagi, leucociti polimorfonucleati, cellule endoteliali, cellule muscolari lisce, epatociti), e ciò dà ragione dell’ampia distribuzione dei siti di produzione dell’importante mediatore nel nostro organismo (4).

Figura 1. Sintesi schematica dell’ossido nitrico a partire dalla L-arginina

Nei sistemi biologici, l’NO agisce come un importante messaggero intra- ed inter-cellulare regolando numerosissime funzioni, in primis quella dell’endotelio vascolare (1). Infatti, in seguito ad adeguata stimolazione (meccanica o chimica), le cellule endoteliali producono l’NO che, in parte, diffonde nel compartimento ematico, riducendo l’aggregabilità delle piastrine e l’adesività dei leucociti alle pareti dei vasi sanguigni, e, in parte, raggiunge la sottostante muscolatura liscia vascolare inducendone il rilasciamento. I conseguenti effetti anti-aggreganti, anti-infiammatori ed anti-ipertensivi sono ritenuti di grande importanza nella prevenzione dell’aterosclerosi (1). D’altronde, i famosi nitriti esteri e la stessa nitroglicerina sublinguale (Carvasin®), ampiamente usati come anti-anginosi decenni prima della “scoperta” dell’NO, sono, in realtà, dei “donatori” di questo mediatore ed è relativamente recente la messa a punto delle nitro-aspirine, derivati “nitrati” dell’acido acetilsalicilico in grado di rilasciare NO a livello periferico (1, 5). Rimanendo nell’ambito della farmacologia cardiovascolare, giova anche sottolineare che il sildenafil (Viagra®) agisce “prolungando” la durata d’azione dell’NO a livello dei corpi cavernosi del pene, contribuendo in questo modo a migliorare la funzione erettile, variamente compromessa nell’impotenza maschile (1).

NADPHO2

NO+

NH

NHH2N

H3N+ COO-

L-arginina

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N–OHH2N

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N-idrossiarginina L-citrullina

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Oltre all’effetto primario sull’endotelio, all’NO è riconosciuto un ruolo determinante di mediatore biochimico in numerose funzioni, a livello cerebrale (es. controllo dell’apprendimento e della memoria), gastrointestinale (modulazione delle secrezioni e della motilità), respiratorio (modulazione del tono della muscolatura liscia bronchiale), renale (autoregolazione del flusso ematico), e così via (6, 7). All’NO, in quanto radicale, è attribuita un’importante funzione di difesa nei confronti delle infezioni batteriche e, probabilmente, nel controllo della crescita dei tumori (7). A questo proposito occorre aggiungere, comunque, che condizioni di aumentato stress ossidativo – es. eccessiva produzione di anione superossido – comportano la conversione dell’NO in perossinitrito, una forma radicalica alla quale è legata la tossicità del mediatore primario (8).

Dopo che ha agito, l’NO viene trasformato in una serie di derivati, quali i nitriti ed i nitrati, che si accumulano, in funzione della quantità del mediatore primario prodotto, nel sangue ed in altri fluidi extracellulari per poi essere definitivamente allontanati dall’organismo attraverso le urine. Infatti, numerosi studi sperimentali e clinici hanno documentato che i livelli plasmatici ed urinari di nitriti/nitrati correlano abbastanza bene con la produzione “endogena” di NO, anche dopo particolari terapie (9).

Poiché la ridotta biodisponibilità dell’NO (figura 2) è ritenuta responsabile dell’insorgenza e/o dell’aggravamento di numerose quanto diffuse e temibili malattie, quali l’ipertensione arteriosa e l’aterosclerosi (2, 6-9), numerosi studi hanno valutato la possibilità di aumentare la sintesi endogena del mediatore centrato sull’azoto attraverso l’integrazione alimentare.

Figura 2. Biodisponibilità dell’ossido nitrico e malattie (NOS, ossido nitrico sintetasi, ONOO-, perossinitrito)

La strada più battuta, in tal senso, è stata la somministrazione di dosi generose di L-arginina

per via orale. Infatti, come si è detto in precedenza, questo amminoacido semi-essenziale (10) è il diretto precursore dell’NO (2).

In tale contesto, studi condotti su animali da laboratorio hanno dimostrato che l’integrazione alimentare con L-arginina, favorendo la sintesi di NO, accelera la guarigione di ulcere in ratti diabetici Sprague-Dawley (11), migliora la disfunzione endoteliale in hamster resi sperimentalmente iperlipemici-iperglicemici (12) ed esercita un effetto benefico sull’ipertensione ed il metabolismo lipidico in ratti diabetici (13). Questi favorevoli effetti, confermati recentissimamente anche in ratti resi diabetici mediante streptozotocina (14), dimostrano che è sperimentalmente possibile, attraverso l’aggiunta di L-arginina alla dieta, migliorare la sintesi endogena di NO e revertire gli effetti sfavorevoli dovuti ad una ridotta biodisponibilità del mediatore. D’altra parte, sembra che la carenza di arginina eserciti di per sé effetti deleteri sullo sviluppo del sistema linfoide in animali da esperimento (15).

Studi condotti sull’uomo hanno confermato ed esteso le potenziali indicazioni “terapeutiche” della L-arginina che, sia come tale – grazie all’attività immuno- ed endocrino-modulatrice – sia, soprattutto, come precursore dell’NO, si sta rivelando particolarmente utile nel trattamento di numerosissime patologie, dalle varie forme cliniche della cardiopatia ischemica, quale l’angina pectoris, alla claudicatio intermittens, dall’ipertensione arteriosa all’insufficienza

FUNZIONI NORMALI

⇔⇔⇔⇔O2•

NO•

NOSL-arg

FUNZIONI ALTERATE

⇑⇑⇑⇑O2•

NO•

NOSL-arg

ONOO-

MALATTIE

FUNZIONI NORMALI

⇔⇔⇔⇔O2•

NO•

NOSL-arg

FUNZIONI ALTERATE

⇑⇑⇑⇑O2•

NO•

NOSL-arg

ONOO-

MALATTIE

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cardiaca congestizia, dalla preeclampsia alla disfunzione erettile (16-19). Inoltre, gli effetti dell’integrazione alimentare con L-arginina sono stati valutati anche nella terapia dell’AIDS, del diabete, della sindrome X, di alcune malattie gastrointestinali, dell’infertilità maschile e femminile, della cistite interstiziale e della demenza senile, con risultati molto interessanti (16, 20). Infine, esperimenti condotti su topi indicano che la L-arginina migliora le prestazioni muscolari in regime di esercizio aerobico attraverso un aumento della produzione di NO, e ciò conferma il già noto ruolo di questo amminoacido sulle performance atletiche (21).

Nel complesso, quindi, i dati sperimentali e quelli clinici qui analizzati, dimostrano univocamente che l’aggiunta di moderate quantità di L-arginina alla dieta abituale può migliorare alcune condizioni fisio-patologiche attraverso un aumento della sintesi endogena dell’NO, importantissimo mediatore biologico, di cui l’amminoacido è il diretto precursore.

Oggi sono disponibili numerose formulazioni orali a base di L-arginina, tra le quali andrebbero preferite quelle arricchite con antiossidanti, quali il selenio. Infatti, in talune circostanze, quali quelle legate allo stress ossidativo (squilibrio fra produzione ed inattivazione di specie reattive dell’ossigeno, quali l’anione superossido) l’NO, pur prodotto in quantità adeguate, viene rapidamente convertito in sottoprodotti biologicamente inattivi o addirittura tossici (es. perossinitrito) (vedi figura 2). Pertanto, sebbene la L-arginina possa esercitare di per sé un’azione anti-radicalica (22), la presenza di un antiossidante nella sua formulazione, è potenzialmente in grado di aumentare in maniera più efficiente la “biodisponibilità” dell’NO, sia fornendo il precursore fisiologico (L-arginina) sia neutralizzando le specie chimiche reattive che tenderebbero ad inattivarlo (selenio).

Le “dosi” di L-arginina da assumere variano a seconda delle indicazioni (23). Ovviamente, come per qualsiasi sostanza introdotta nel nostro organismo, vale la precauzione di ordine generale di consultare il medico prima dell’uso e di non abusare di queste formulazioni in termini di dosi e/o durata del trattamento. In particolare, sebbene alla usuali dosi, la L-arginina è ben tollerata – in quanto amminoacido normalmente presente nelle proteine – essa non dovrebbe essere assunta da soggetti in trattamento con sildenafil (Viagra®) o nitroglicerina, perché questi farmaci potenziano l’azione dell’NO, aumentando il rischio di tossicità da superdosaggio (23).

Bibliografia 1. Brennan PA, Moncada S. From pollutant gas to biological messenger: the diverse actions of nitric oxide in cancer.

Ann R Coll Surg Engl. 2002. 84(2): 75-78. 2. Ignarro LJ. Nitric oxide: a unique endogenous signalling molecule in vascular biology. The Nobel Prize 1998

Medicine/Physiology Lecture. 1988. 3. Snyder SH. Nitric oxide: first in a new class of neurotransmitters? Science. 1992. 257: 494-496. 4. Förstermann U, Boissel J-P, Kleinert H. Expressional control of the ‘constitutive’ isoforms of nitric oxide synthase

(NOS I and NOS III). FASEB J. 1998. 12: 773–790. 5. Ignarro LJ, Napoli C, Loscalzo J. Nitric oxide donors and cardiovascular agents modulating the bioactivity of

nitric oxide. An Overview. 2002. Circ Res. 90: 21-28. 6. Ignarro LJ. Biological effects of nitric oxide. Proceedings of the “1st International meeting on nitric oxide. From

basic science to clinical evidence”. Barcelona, Spain. 2003, May, 24. 2003. 7. Ignarro LJ. Plenary lecture. Proceedings of the “1st International meeting on nitric oxide. From basic science to

clinical evidence”. Barcelona, Spain. 2003, May, 24. 2003. 8. Channon KM, Qian HS, George SE. Nitric oxide synthase in atherosclerosis and vascular injury. Insights from

experimental gene therapy. Arterioscler Thromb Vasc Biol. 2000. 20: 1873–1881. 9. Fujiwara N, Osanai T, Kamada T, Katoh T, Takahashi K, Okumura K. Study on the relationship between plasma

nitrite and nitrate level and salt sensitivity in human hypertension modulation of nitric oxide synthesis by salt intake. Circulation. 2000. 101: 856-861.

10. Lehninger AL, Nelson DL, Coc MM. Principi di Biochimica. 1994. 2: 563. Zanichelli, Bologna. II Ed. 11. Witte MB, Thornton FJ, Tantry U, Barbul A. L-Arginine supplementation enhances diabetic wound healing:

involvement of the nitric oxide synthase and arginase pathways. Metabolism. 2002. 51(10): 1269-1273. 12. Popov D, Costache G, Georgescu A, Enache M. Beneficial effects of L-arginine supplementation in experimental

hyperlipemia-hyperglycemia in the hamster. Cell Tissue Res. 2002. 308 (1): 109-120. 13. Kawano T, Nomura M, Nisikado A, Nakaya Y, Ito S. Supplementation of L-arginine improves hypertension and

lipid metabolism but not insulin resistance in diabetic rats. Life Sci. 2003. 73 (23): 3017-3026.

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14. Kohli R, Meininger CJ, Haynes TE, Yan W, Self JT, Wu G. Dietary L-arginine supplementation enhances endothelial nitric oxide synthesis in streptozotocin-induced diabetic rats. J Nutr. 2004. 134(3): 600-608.

15. de Jonge WJ, Kwikkers KL, te Velde AA, van Deventer SJ, Nolte MA, Mebius RE, Ruijter JM, Lamers MC, Lamers WH. Arginine deficiency affects early B cell maturation and lymphoid organ development in transgenic mice. J Clin Invest. 2002. 110 (10): 1539-1548.

16. Appleton J. Arginine: clinical potential of a semi-essential amino acid. Altern Med Rev. 2002. 7 (6): 512-522. 17. Wu G, Meininger CJ. Arginine nutrition and cardiovascular function. J Nutr. 2000. 130: 2626–2629. 18. Palloshi A, Fragasso G, Piatti P, Monti LD, Setola E, Valsecchi G, Galluccio E, Chierchia SL, Margonato A. Effect

of oral L-arginine on blood pressure and symptoms and endothelial function in patients with systemic hypertension, positive exercise tests, and normal coronary arteries. Am J Cardiol. 2004. 3 (7): 933-935.

19. Stanislavov R, Nikolova V. Treatment of erectile dysfunction with pycnogenol and L-arginine. J Sex Marital Ther. 2003. 29 (3): 207-213.

20. Battaglia C. Adjuvant L-arginine treatment for in-vitro fertilization in poor responder patients. Hum Reprod. 1999. 14 (7): 1690-1697.

21. Maxwell AJ, Ho H-KV, Le CQ, Lin PS, Bernstein S, Cooke JP. L-arginine enhances aerobic exercise capacity in association with augmented nitric oxide production. J Appl Physiol. 2001. 90: 933–938.

22. Jablecka A, Checinski P, Krauss H, Micker M, Ast J. The influence of two different doses of L-arginine oral supplementation on nitric oxide (NO) concentration and total antioxidant status (TAS) in atherosclerotic patients. Med Sci Monit. 2004. 10 (1): CR29-CR32.

23. Fried R, Merrell WC. The arginine solution. 1999. Warner Books.

Riassunto L’ossido nitrico (NO) è una specie chimica reattiva centrata sull’azoto prodotta negli organismi viventi a partire dall’amminoacido semi-essenziale L-arginina, grazie all’azione catalitica dell’enzima ossido nitrico sintetasi. Generato quasi ubiquitariamente nell’organismo umano, l’NO modula una serie importantissima di funzioni biologiche a livello di quasi tutti gli organi e sistemi. L’aggiunta di L-arginina alla dieta è in grado di ripristinare la biodisponibilità dell’NO, revertendo almeno in parte gli effetti sfavorevoli di alcune condizioni morbose – in primis ipertensione arteriosa e disfunzione rettile – legate a deficit di questo importante mediatore biochimico.

Parole chiave Ossido nitrico, ossido nitrico sintetasi, perossinitrito, stress ossidativo, L-arginina, disfunzione endoteliale, disfunzione erettile, integratori.

Abstract Nitric oxide (NO) is a nitrogen-centred reactive species that living organisms produce from the semi-essential amino acid L-arginine, thank to the catalytic action of a specific nitric oxide synthase. Nitric oxide is an ubiquitous molecule with a wide range of biological activities in many organs and systems. Dietary supplementation with L-arginine may at least partially restore NO bioavailability, thus reverting the unwanted effects of some diseases with impaired synthesis/degradation of such a nitrogen-centred mediator, like arterial hypertension and erectile dysfunction.

Key words Nitric oxide, nitric oxide synthase, peroxynitrite, oxidative stress, L-arginine, endothelial dysfunction, erectile dysfunction, dietary supplementation.

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Il linguaggio del corpo attraverso la lettura dei Chakra Dott. Emilio De Tata Medico chirurgo, esperto in medicine non convenzionali Mi piace iniziare questa mia breve esposizione leggendo una poesia scritta da un famoso medico della Scuola Salernitana, il prof. A. Mobilio.

In questo Studio, caro Paziente, niente paura: non tolgo un dente! Né il portafoglio tuo metto a dieta col grosso furto di tua moneta! Non son stregone, né luminare, ma artigiano, che vuol ben fare.

Come ignorante sempre in ascolto sono di Tizio, che sembra incolto. E d’ogni bravo collega ho stima, sempre io dopo, meglio lui prima. Qui si nobilita la nostra Arte, curando il Tutto, non una parte. E il Tutto è insieme e Corpo e Mente con lo Spirito da Amor Sorgente. Onde il Rimedio per ogni Male Vuole l’Umano e il Naturale: Vuole il Divino con il Dolore verso chi soffre: vuole l’Amore. Ci vuol l’abbraccio dell’Umiltà alle carezze di Carità! Ed è appunto studiando l’intierezza del soggetto che nasce da parte mia l’esigenza di leggere in chiave scientifica i “Chakra”, per meglio capire le cause della malattia, il perché del loro manifestarsi e la possibilità di guarigione, attraverso un percorso bioenergetico, che non prende in considerazione solo l’aspetto fisico e sintomatico della patologia, ma il contesto globale (Corpo-Mente-Spirito).

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L’uomo è formato da una:

PERISPIRITO ANIMA

CORPO L’Anima è uno Spirito incarnato.

Prima della sua unione con il corpo era uno Spirito, cioè uno degli Esseri intelligenti che popolano il mondo invisibile e che rivestono poi un corpo carnale per compiere la loro evoluzione.

L’Anima però non è rinchiusa nel corpo fisico, come un uccello nella sua gabbia e non risiede in una zona particolare del nostro corpo, ma agisce più particolarmente sugli organi del pensiero e del sentimento.

L’unione dell’Anima col corpo comincia nell’istante della concezione, diventando completa alla nascita.

Lo Spirito, incarnandosi, porta con se certe predisposizioni, frutto delle sue precedenti esistenze. Essi entrano nella vita materiale per perfezionarsi.

Il Perispirito invece è un involucro fluido che serve da legame tra il corpo e l’anima; non ha forma e si modella a seconda delle esigenze del momento.

Il Perispirito esiste durante la vita materiale; è il tramite di cui si serve l’Anima per poter manifestare esternamente la sua volontà ed operare sugli organi del corpo.

Quando poi l’involucro materiale è logoro e muore, lo Spirito si separa dal corpo, spogliandosene, come il frutto si spoglia del suo guscio ed il serpente della sua pelle.

Questa separazione non è dolorosa.

Lo Spirito abbandona così il suo pesante fardello (corpo) che lo vincola alla terra, per poter, attraverso il suo corpo etereo ritornare in contatto con gli altri spiriti.

Questo distacco però tra l’Anima ed il Corpo non è brusco ed immediato, ma avviene lentamente, dopo un momento di confusione e smarrimento da parte dell’Anima, per rendersi conto della nuova situazione.

È un po’ come quando uno si sveglia improvvisamente da un lungo sonno profondo!

La durata di questo turbamento può essere di qualche ora fino a mesi o anni.

Ed è questo quello che spiega anche il prof. C. KOROTKOV quando, parlando in TV, ha affermato di aver fotografato l’Anima anche a distanza di giorni, Anima che era diversa a seconda del genere di morte avvenuta per cause naturali, traumatiche o per omicidi e suicidi (vedi articolo in fotocopia).

Ed è appunto dallo studio bioenergetico dell’individuo che è nato da parte mia l’interesse innanzitutto di “demistificare” lo studio dei Chakra, considerandoli invece come qualcosa di ben definito e costituzionale di ogni persona, da dove hanno origine e fine tutte le malattie e tutte le guarigioni.

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Tutta la Creazione è costituita da diversi strati o livelli di realtà, che si estendono a partire da quelli spirituali, invisibili, per arrivare a quelli più grossolani e concreti, cioè a quelli materiali.

In principio era il “VERBO” . Il Verbo è Vibrazione (Aum). Questa vibrazione conosciuta con il nome di Big Bang è Energia, Luce, energia ad altissima vibrazione e coerenza con bassa entropia.

La Vibrazione universale, per potersi rispecchiare creò i quattro Elementi ed infine l’Uomo…“Muoverà la mano sopra il fiume con un forte vento e lo aprirà in sette torrenti” (Isaia).

Il Fiume è praticamente il Verbo, o la Luce Eterna che scende su di noi.

È la Consapevolezza superiore, l’Assoluto. Questa Luce pur essendo unica, non potendo essere utilizzata così com’è, si esprime e si differenzia in 7 raggi principali, più piccoli, uguali ai 7 colori dell’arcobaleno, che insieme formano la Luce Bianca del Sole.

Nella scala gerarchica della Creazione, ogni mondo, o strato, possiede un’esistenza a sé stante, indipendente, ma collegata sia ai piani superiori, che a quelli inferiori.

“Tutto ciò che è in Alto, è anche in Basso”. Sta a noi mantenere sempre accesa questa fiammella per poterla irradiare nel mondo circostante.

Uno degli ultimi gradini della Scala della Creazione è il Corpo Umano, tenuto in vita da un’Anima vitale (comune con gli animali, la quale riceve energia dallo Spirito Superiore).

L’Uomo come abbiamo visto, non è un Corpo con all’interno “un’Anima”.

L’uomo invece è un’Anima e possiede un Corpo fisico, visibile, con il quale compie le proprie azioni, ed altri corpi invisibili alla vista comune con i quali opera nel mondo “emozionale e mentale”.

Essendo l’Anima Vitale e il Corpo fisico due entità diverse, con due diversi livelli di energia, bisogna che vi sia qualcosa che permette lo scambio tra i due.

Questo qualcosa sono i Chakra. Il loro nome deriva dal fatto che potendoli osservare, essi assomigliano a dei mulinelli vorticosi composti da diversi flussi energetici, ognuno dei quali dotato di un suo proprio colore dominante.

Il vortice sarebbe formato dal passaggio di grosse quantità di energia, attraverso delle aperture relativamente piccole, causando così un qualcosa di simile a quanto succede all’acqua del lavandino mentre scende attraverso l’apertura inferiore.

Attraverso i Chakra è possibile mettere in comunicazione l’Anima con il Corpo, permettendo così di collaborare tra di loro!

È una via che mette in comunicazione l’Imminente (scienza) con il Trascendente (fede).

Questa collaborazione è importante per permettere la “rettificazione” e quindi l’ascesa del corpo materiale verso la “Luce Eterna”. Ogni nostra singola cellula reca la memoria del “big-bang” iniziale, quando la Luce volle materializzarsi e lo Spirito volle farsi corpo.

Questo Spirito, che ha preso dimora in ognuno di noi sotto specie diverse, per una sua ulteriore evoluzione, porta con sé tutta la “memoria delle cose” cioè tutta l’esperienza vissuta dal big-bang ai giorni nostri.

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È la presa di coscienza (da cum – particella rafforzativa e – scire – sapere, conoscenza) della memoria delle cose, che permea tutte le nostre cellule… “chi si avvicina a Me, si avvicina al fuoco”. Dio, l’Inconoscibile, il Verbo, non può essere appreso razionalmente.

Ed è, appunto, da questa breve premessa di carattere prettamente energetico – vibrazionale, che nasce l’esigenza di ben comprendere l’origine della malattia, studiando l’individuo nella sua intierezza (CORPO – MENTE – SPIRITO). Si è giunti così a capire, che la malattia si manifesta prima sul corpo energetico e poi su quello fisico, organico, attraverso una organizzazione di un processo infiammatorio, che prende inizialmente origine da una situazione “conflittuale” non risolta.

In un’unica parola si potrebbe definire la malattia come la “fine di un percorso sbagliato”. Tutto ciò che produce disarmonia nel nostro organismo perdurante nel tempo, crea una alterazione del suo stato energetico – vibrazionale, provocando la chiusura del centro (CHAKRA) associato alla problematica.

Questo significa che nell’approccio medico – paziente, il terapeuta dovrebbe prendere in considerazione non solo il sintomo, ma soprattutto l’elemento psicologico e il disturbo energetico del malato. Bisognerebbe diagnosticare le radici della malattia; e questo lo si può fare attraverso l’esperienza personale, tramite la radioestesia, la M.T.C. o qualsiasi diagnostica bioenergetica, diventando un tutt’uno con il malato.

Ogni Chakra e’ collegato con un “aspetto della vita”. Dalla tabella e’ facile capire come un conflitto non risolto possa portare ad un certo tipo di malattia fisica.

Una volta individuato il conflitto si dovrà capire in che modo è meglio operare, per poter migliorare l’espressione emozionale a seconda che l’individuo sia in uno stato di “Eccessiva Tensione” per mancanza di reazione adeguata, o in uno stato di

“Esaurimento Energetico” per un eccesso di reazione.

Una volta capito il problema, bisogna far sì che il paziente modifichi il percorso fin qui effettuato, evitando così il peggioramento della malattia, auspicando la completa guarigione.

L’individuo deve essere responsabilizzato, educandolo a capire che la malattia altro non è che uno squilibrio energetico, provocato da un conflitto psicologico mal elaborato, che va ad alterare la funzione di uno o più organi.

Di solito il paziente viene da noi esponendo in linea di massima il problema e la sintomatologia, scaricandosi da ogni responsabilità, affidando a noi soli il compito terapeutico.

Ma è solo prendendo “coscienza” dell’evento, che l’individuo, tramite un percorso bioenergetico corretto, può mirare alla guarigione non solo del corpo fisico ma soprattutto di quello energetico, curando cioè il TUTTO, che è Corpo – Mente – Spirito, migliorando così l’Individuo e con esso l’equilibrio dell’intera Umanità.

Riassunto

L’autore porta l’attenzione sul significato dei Chakra, della loro collocazione nella medicina tradizionale e nel loro significato transculturale,

riproducibile anche all’interno della medicina occidentale. La chiave di lettura è basata sull’importanza del percorso terapeutico che non può

limitarsi alla sola guarigione del corpo fisico, ma deve prendere in considerazione anche gli aspetti psicologici, energetici e simbolici della

malattia.

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Abstract

The author bring our attention about the significance of chakra, their position in the traditional medicine and their transcultural aspect that

can be even put into the occidental medicine. The main goal is to give the correct importance upon the concept that a complete healing

pathway must take into consideration not only the physical aspects but even the psychological and energetic ones.

Parole Chiave

Chakra, energia, psicosomatica

Key words

Chakra, Energy, psychosomatic medicine

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Sistemi antiossidanti nell’integrazione alimentare: risultati preliminari di uno studio

scientifico Dr. Alberto Fiorito, Medico chirurgo, La Spezia; Dr, Sauro Lorenzini, Università degli Studi di

Siena Dipartimento di Medicina Clinica e Scienze Immunologiche, Sez. Reumatologia Direttore: Prof.

Roberto Marcolongo

1. Introduzione

È dall’inizio degli anni ‘70 che si è compreso come il nostro organismo sia sottoposto

all’azione dei radicali liberi, sia endogeni che esogeni. In condizioni fisiologiche alcuni di

questi radicali liberi hanno funzioni utili per il nostro organismo. Quando, però, la

generazione di sostanze radicaliche supera la capacità delle difese antiossidanti ne risulta

uno stress ossidativo che si evidenzia in molte patologie umane e che talvolta dà un

contributo significativo alla loro patogenesi. Il potenziale danno da eccesso di radicali liberi

è controllato grazie ad una serie di meccanismi di difesa antiossidanti. Le reazioni

radicaliche sembrano partecipare a numerose malattie ad etiologia e patogenesi diverse

quali quelle infiammatorie-immunitarie, neoplastiche, dismetaboliche, degenerative di vari

organi e strutture (1,2,3,4,5).

Nelle patologie reumatiche, in particolare, è riconosciuto il ruolo dei radicali e della

lipoperossidazione nel determinismo della flogosi. Di qui l’interesse per lo studio di sostanze capaci

di avere un effetto scavenger e antilipoperossidante (6,7,8,9).

Ci è sembrato interessante valutare un integratore come l’Oxymune, di cui abbiamo voluto valutare

le capacità scavenger sui Reactive Oxygen Species (ROS).

L’Oxymune è un integratore composto da minerali biodisponibili per essere utilizzati direttamente

dalla cellula, enzimi, aminoacidi ed ha la possibilità di liberare H2 ed O2 a livello nascente, ovvero

non proveniente dalla respirazione.

Abbiamo analizzato le capacità scavenger di Oxymune sulla produzione globale dei RLO

(chemiluminescenza).

2. Materiali e metodi

Per i nostri lavori “in vitro” abbiamo utilizzato l’integratore OXYMUNE (International Biolife). Le

esperienze condotte hanno preso in esame la valutazione dell’effetto scavenger dell’Oxymune a

vari dosaggi con il metodo in chemiluminescenza.

La chemiluminescenza (10) è un metodo per valutare l’azione scavenger sul pool delle ROS prodotti

da PMN stimolati con zymosan, (10 mg . ml-1 di tampone fosfato senza Ca2+ e Mg2+; Sigma)

Page 13: Ossido Nitrico

opsonizzato secondo il metodo Bellavite (11). I polimorfonucleati (PMN) sono stati ottenuti da

prelievi di sangue venoso periferico di soggetti sani mediante polymorphoprep (Nycomed), che, una

volta centrifugato, forma un gradiente di densità sul quale si separano le cellule del sangue.

La purezza (> 90%) e la vitalità (> 95%) della popolazione cellulare sono state verificate mediante

l’esame di uno striscio e l’esecuzione del test di esclusione del tripan blue.

In seguito, ad un’aliquota (100 µl) di una sospensione di PMN, 106.ml-1 di PBS, sono stati aggiunti

100µl di luminolo (2mg in 10 ml di NaOH 0.01M diluito successivamente 1:10 con PBS; Sigma) e

10µl di stimolatore (zymosan). Il preparato è stato introdotto nel chemiluminometro (Berthold

Multi-biolumat LB 9505C) a 37 °C; la cinetica della reazione è stata letta per 40 minuti (vedi

schema 1).

I polimorfonucleati, fagocitano lo zymosan (fungo unicellulare), durante la fagocitosi, avviene

quello che viene chiamato burst respiratorio, con liberazione di ROS. Questa reazione provoca una

piccola emissione di energia che viene amplificata dal luminolo aggiunto e rivelata per 40’ dal

luminometro in oggetto. La chemiluminescenza emessa e seguita nel tempo da origine ad una curva

ed il software effettua l’integrale della curva stessa traducendo matematicamente la luminescenza

letta. (vd grafico 1)

Schema 1

CAMPIONE 1 100 µl di sospensione cellulare + 100 µl di luminolo + 10 µl di zymosan (basale)

CAMPIONE 2 100 µl di sospensione cellulare + 10µl di PBS + 100 µl di luminolo + 10 µl di zymosan (basale 1)

CAMPIONE 3 100 µl di sospensione cellulare + 10µl di Oxymune* (Soluzione 1) + 100 µl di luminolo + 10 µl di

zymosan

CAMPIONE 4 100 µl di sospensione cellulare +10µl di Oxymune* (Soluzione 2) + 100 µl di luminolo + 10 µl di

zymosan

CAMPIONE 5 100 µl di sospensione cellulare + 10µl di Oxymune* (Soluzione 3) + 100 µl di luminolo + 10 µl di

zymosan

CAMPIONE 6 100 µl di sospensione cellulare + 10µl Oxymune* (Soluzione 4) + 100 µl di luminolo + 10 µl di

zymosan

Schema 2

Oxymune* Le soluzioni sono state preparate aggiungendo le gocce di prodotto a 50 ml di tampone PBS; una goccia

corrisponde a circa 50 µl. Sono state preparate 4 soluzioni:

Soluzione 1 - 1goccia di Oxymune (~ 50µl) + 50 ml di tampone PBS

Soluzione 2 - 3 gocce di Oxymune (~ 150µl) + 50 ml di tampone PBS

Soluzione 3 - 5 gocce di Oxymune (~ 250µl) + 50 ml di tampone PBS

Soluzione 4 – 8 gocce di Oxymune (~ 400µl) + 50 ml di tampone PBS

Page 14: Ossido Nitrico

Da queste soluzioni sono stati presi i 10µl indicati in metodica ed aggiunti alle cellule

3. Analisi statistica

L’analisi statistica è stata effettuata utilizzando il test one way RM anova ed il test di Student

Newman Keuls per confronti multipli. Una p<0.05 è stata considerata significativa.

RISULTATI

Nelle tabella (1) e nel grafico (1) sono riportati rispettivamente, nella prima, i valori medi di inibizione

percentuale in riferimento ad un valore di inibizione 0 rilevato per la produzione basale dei ROS in

assenza di soluzioni contenenti Oxymune, nel secondo sono riportate le medie dei colpi per minuto

(c.p.m.) espressi nei 40’ di chemiluminescenza dai PMN stimolati con zymosan (anova, p=0.00394)

Da entrambe le rappresentazioni dei dati, si evince un’inibizione delle ROS dovuta alla presenza di

Oxymune, e questa risulta essere dose-dipendente (Grafico n°1, Student Newman Keuls p<0.05).

11,1 10,99,4 8,6

02468

1012

1 2 3 4

n° c

.p.m

. x 1

0E+8

CHEMILUMINESCENZA zymosan

GRAFICO 1 Il grafico mostra i colpi per minuto di lumines

valori espressi sopra le colonne, rappresentan

Colonna 1 BASALE

Colonna 2 BASALE 1 (Campione 2)

Colonna 3 Campione 3

Colonna 4 Campione 4

Colonna 5 Campione 5

Colonna 6 Campione 6

*

7,7

5

cenza p

o la me

*

7

ropo

dia di

*

*

,1

6

rzionali alle ROS prodotte dai PMN stimolati con zymosan. I

5 prove effettuate. (* p<0.05 Student Newman Keuls)

CHEMILUMINESCENZA, stimolazione

con zymosan

OXYMUNE % di inibizione

Page 15: Ossido Nitrico

CAMPIONE 2 ---

CAMPIONE 3 13.4 ± 7.14

CAMPIONE 4 16.7 ± 11.2

CAMPIONE 5 30.6 ± 2.3

CAMPIONE 6 37.5 ± 6.0 Tabella 1

La tabella esprime gli stessi dati del grafico ma sono espressi in percentuale di inibizione rispetto al

basale dei c.p.m. prodotti in 40’ di chemiluminescenza dei campioni preparati (vd schema 1). I

valori rappresentati sono il risultato di 5 prove effettuate in chemiluminescenza.

4. Discussione

Dai risultati ottenuti si evince che l’integratore Oxymune è in grado di limitare le ROS prodotte da

PMN umani stimolati, in maniera significativa e dose dipendente. Riportato sull’uomo è possibile

ipotizzare che questo integratore alimentare possa contribuire all’effetto scavenger, cioè a

potenziare i sistemi di difesa nei confronti dei radicali liberi. Di conseguenza si può supporre che

l’integratore Oxymune possa avere un potenziale ruolo coadiuvante alla terapia per numerose

patologie in cui la flogosi e la lipoperossidazione innescata dalle ROS hanno un importante ruolo

patogenetico. L’originalità dei dati ottenuti, consiste nell’evidenza dell’azione scavenger

dell’integratore Oxymune sulle ROS prodotte in vitro dai PMN umani del sangue periferico.

Bibliografia 1) Fligiel SE, Ward PA, Johnson KJ, Till GO. Evidence for a role of hydroxyl radical in immune complex-induced

vasculitis. Am J Pathol 1984; 155(3): 375-382.

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response to chemotattic peptides. J of Imm 1981; 126: 165-171.

Page 16: Ossido Nitrico

Riassunto

Gli autori riportano i risultati di un primo studio sull’utilizzo di un integratore alimentare di cui si suppongono proprietà antiossidanti. Leucociti

sono stati stimolati con Zymosan a produrre ROS (Reactive Oxygen Species). Il segnale è stato opportunamente amplificato e registrato con

la metodica della chemiluminescenza. I risultati depongono a favore di una attività statisticamente significativa del prodotto testato.

Abstract

The authors present the result of a study about the use of and integrator about which an antioxidant activity were supposed. A population of

leucocytes were stimulated to produce Reactive Oxygen Species and their presence were evaluated by a chemiluminescent method. The

results show that the antioxidant activity exists and that this property is dose-dependent.

Parole Chiave

Integratori alimentari, chemiluminescenza, antiossidanti

Key words

Food integrators, chemiluminescence, antioxidants

Page 17: Ossido Nitrico

Il Ganoderma Spore King: importante immunomodulatore nella terapia delle patologie croniche Dott. Dario Ayala Medico chirurgo, specialista in Chirurgia Toracica. Perfezionato in fitoterapia. Docente di fitoterapia presso l’Università degli Studi di Ferrara. Premesse Spesso non ci rendiamo mai conto delle infinità di tempo che ci circondano. Il tempo è relativo come tutte le altre dimensioni fisiche rispetto al punto di osservazione della coscienza. Ogni secondo il nostro midollo osseo genera 1milione di cellule nuove. Questo vuol dire che dall’inizio di queste righe sono nate in noi vari milioni di leucociti (cellule della serie bianca) e questo, se proviamo a immaginarlo e vederlo, è uno dei miracoli costanti della vita. In un decimo di secondo un singolo linfocita secerne decine di migliaia di anticorpi e se ci rimpiccioliamo ancora ci accorgiamo che in un millesimo di millesimo di secondo avvengono così tante reazioni molecolari ed atomiche intracellulari ed intercellulari che facciamo veramente fatica a seguirle: un mare di molecole, un oceano di atomi, un fiume in costante rinnovo e mantenimento. Per alcune cellule quello che per noi è uno spazio tempo di un ora è un tempo molto più grande. Rimane fondamentale riconoscere che l’interagire del nostro corpo con i mondi emotivo-mentali e con l’ambiente esterno crea infiniti cambiamenti anche su di esso e sulle eternità successive che le molecole vivono. Quelli che per noi sono momenti di tristezza diventano eternità di tristezza per i mondi cellulari e subcellulari, con esposizioni all’onda tristezza ed agli endofarmaci relativi come quelli da stress cortisolo-adrenalina ed alle varie variazioni di citochine dell’ambiente microendocrino dei relativi organi. La stessa cosa fanno il cibo e le sostanze ingerite, grazie all’interazione con il GALT, il sistema immunitario intestinale che rapprenda nell’adulto quasi il 70% del sistema immunitario totale. Alcune piante interagiscono fortemente con il nostro sistema immunitario, in genere modulandolo. La modulazione avviene tramite il fitocomplesso e questo spiega la spesso la doppia azione con beneficio sia sulle malattie autoimmuni, sia sulle malattie iatrogene e ovunque esita una immunosoppressione. Prima di parlare del fungo “Ganoderma L.”e delle sue proprietà vorrei dare degli accenni sull’aura. L'osservazione dell'aura umana può aiutare l'insieme Terapeutico (Paziente - Medico - Vita) ad individuare i momenti storici della vita in cui vi si è instaurato un particolare atteggiamento emotivo e di pensiero a cui il corpo reagisce modificando la sua fisiologia in uno o più organi. L'aura si compone di vari strati livelli. Il più denso, grossolano è percepibile, come un involucro luminoso e vaporoso attorno il corpo fisico; in cui è possibile riconoscere delle stradine illuminate (nadi) che collegano come una rete dei punti più luminosi chiamati chakra, (ruote di energie). In essi è osservabile l'armonia, la fluidità o viceversa perdite, macchie, ingorghi o interruzioni. Vi sono poi radianze più sottili meno percepibili, di una luce più viva e luminescente. Esse sono le proiezioni esterne di vari livelli espressivi della nostra Coscienza. In queste sono percepibili colori nelle varie sfumature e gradazioni. Essi possono essere percepiti armonici, equilibrati o come leggermente inquinati. Attorno possono essere visibili come dei fumetti con il colore dell'emozione o del pensiero che le abita delle forme o schemi di pensiero ricorrenti. A seconda del colore oro, bianche, grigie, grigio-nere, nere, rosso-nere, verde ecc. acquistano un particolare significato di armonia o disarmonia su cui l'insieme terapeutico può in maniera coordinata lavorare. Per leggere l’aura si parte da piccole cose, fiori, piante, animali. I bimbi di oggi sono molto portati sia a vederla sia a tastarla. Nell’immagine un esempio di come la si può vedere.

Page 18: Ossido Nitrico

Il Ganoderma Lucidum

• Nome comune : Ganoderma lucido

• Sinonimi: Reishi (Giappone), Ling-zhi (Cina), holy mushroom,

tradizionalmente chiamato anche “fungo dell’immortalità”

• Famiglia: Polyporaceae

• Descrizione botanica: ha un gambo ed un cappello laterale a

ventaglio reniforme-circolare, piano o gibboso, concentricamente solcato e zonato con

superficie dura, liscia, lucida che vira al rosso-bruno, talvolta ricoperta da polvere sporale,

come cacao, liberata dai pori. I pori sono biancastri e si trova alla base dei tronchi o ceppi di

querce o conifere in declino.

• Nativo della Cina, è largamente coltivato in Giappone ed America.

• Notizie storiche: In Medicina Tradizionale Cinese è utilizzato per

le proprietà ricostituenti, ritonificanti-rilassante, antitumorali,

ipoglicemiche, epatoprotettive, antiepatitiche, antinfiammatorie,

antiartritiche, antiasmatiche. Per La MTC Possiede una natura

tiepida ed un sapore dolce. I meridiani destinatari sono: Cuore,

Page 19: Ossido Nitrico

Polmoni, milza, fegato, rene. Le sue azioni sono per la MTC riconducibili a: calmare lo

shen, nutrire il sangue, tonificare il Qi, ricondurre in basso il Qi ribelle del polmone. Unica

controindicazione per la MTC: nei quadri clinici privi di segni di deficit.

• Droghe e formulazioni galeniche:

! - la fruttificazione del fungo (carpoforo) seccata o fresca in vari tipi di estrazioni:

acqua bollente, soluzioni alcooliche o altre estrazioni con vari tipi di

concentrazione

! - le spore intere raccolte nel periodo di maturazione. Un Kg da 1000 kg di fungo.

! - le spore dopo rottura della membrana protettiva (sporoderma)

! - formulazioni miste come il “Ganoderma Spore King” una formulazione

bilanciata, al 50% di spore biodisponibili e un estratto 1:16 del carpoforo essiccato,

solubile in acqua.

.

! C

m

a

• P

le foto a destra mostrano la differenza microscopica tra le spore con la membrana e senza. Questo crea un forte differenza nella biodisponibilità del complesso chimico attivo che le costituiscono

omposizione Chimica (il

icocomplesso): Più di 160 sono i componenti identificati. Tra i principali riscontrati utili

lla data odierna per l’attività terapeutica sono:

! Polisaccaridi: tra cui B-glicani (siglati GLP)

! Triterpeni

! Acidi nucleici

! Proteine (Zhi-8)

! Glicoproteine (lectine)

! Acidi ganoderici A,B,C,G,H etc

! Germanio organico

! Selenio organico

roprietà farmacodinamiche principali:

! Immunomodulazione di sistema: tramite stimolo diretto del GALT (tessuto

linfoide associato alla mucosa intestinale) e post assorbimento nei vari

distretti.

Page 20: Ossido Nitrico

o Attività immunostimolante con rinforzo sulle componenti

immunitarie antivirali e antitumorali

o Attività immunosoppressiva sulle catene di risposta allergica

ed autoimmune

! Antitumorali per via ospite dipendente

! Antiossidanti

! Antiipertensive

! Antiaggregante

! Epatoprotettive e detossificanti il fegato

! Ipoglicemiche

! Ricostituenti

! Antivirali

! Antidolorifico

• Indicazioni generali e specifiche:

! Astenie psicofisiche generalizzate

! Insonnia da stanchezza generalizzata

! Ipertensione arteriosa essenziale borderline

! Iperglicemie, iperlipemie, in stati di selinità o malattie cronico-degenerative

! Epatiti croniche attive-evolutive

! Malattie croniche-defedanti con difetti della regolazione immunitaria: artrite

reumatoide etc…..

! Preventivo antitumorale: come trattamento di terreno nei soggetti altamente

predisposti da genetica famigliare o per esposizione ad agenti carcinogenici

! Fortemente indicato nel trattamento combinato alla chemioterapia

! Fortemente indicato nelle fasi di recupero o intervallo libero da malattia

! Herpes Zoster cronico-recidivante

• Effetti collaterali:

! Generalmente per via orale è molto ben tollerato a parte rari e modesti

fenomeni allergici che possono esprimersi a livello intestinale o cutaneo

• Dosi e tempi di somministrazione:

Page 21: Ossido Nitrico

o Da 1 a 10 grammi al di delle formulazioni bilanciate spore/estratto, ciò dipende dal

tipo di patologia, di terreno ospite, dalla modalità di intervento che si vuol fare, dal

tipo di risposta che il soggetto ha.

o Trattamento da uno a tre mesi

• Alcune Attività dimostrate da studi scientifici (vivo-vitro: cavia-uomo) di alcuni estratti,

spore o singoli componenti.

acido alfa- ganoderico attività anti HIV ed anti HIV proteasi (Mekkawy 1998)

Acidi ganoderici A,B,C,G,H etc attività antidolorifiche (Koyama 1997)

Polisaccaridi da corpi fruttiferi freschi hanno dimostrato attività antitumorale ospite-mediata

tramite attivazione di macrofagi e linfociti T e conseguente rilascio di specifiche citochine quali:

IL1-Beta, TNF-alfa, IL-6, IFN-gamma. Questa ha determinato una marcata soppressione della

proliferazione delle cellule leucemiche. (Wang 1997)

Inibizione della crescita tumorale sulle seguenti linee cellulari:

sarcoma 180 TOPO e cellule di ca.polmone umano (vitro e vivo-cavia, Cao 2004)

aumento significativo del numero e dell’attività dei linfociti NK (Chien 2003)

aumento della chemiotassi e della fagocitosi dei PMN (Hsu 2003)

potente effetto antiossidante dei polisaccaridi (vivo-vitro You 2003)

attività antiangiogentica NO3-dipendente (Song 2004 vitro)

Significativo aumento nei livelli plasmatici di: IL2 IL6 INF-gamma, e concomitante

significativa diminuzione dei livelli di TNF-alfa ed IL1 (uomo-studio clinico stadio avanzato di

cancro Gao 2003)

Aumento dell’azione terapeutica del trattamento combinato con la chemio (CPHA) sul sarcoma

180 con diminuzione significativa degli effetti di tossicità. (Ning 2003 cavia)

linea leucemica umana U937 (vitro) (Wang 1997, Lieu 1992)

stabilizzazione del rilascio di istamine da parte di mastociti (tasaka 1988)

inibizione sull’epatoma di topo, sarcoma 180 e sarcoma L-II fino al 80-90% da parte delle spore

con capsula rotta e dei lipidi delle spore germinanti. (Liu 2002)

inibisce lo proliferazione cellulare tumorale tramite la via p21/wof e la controregolazione della

ciclica D1, che può indurre apoptosi nelle cellule testate (Hu 2002)

azione antiangiogenica tumore-dip della frazione triterpenica (vitro Kimura 2002)

azione preventiva sul ca colon-indotto (cavia) (Lu 2002)

Significativa attività delle spore private di sporoderma nell’inibizione dell’epatoma, sarcoma

180 e sarcoma L-II fino 80-90 % (vitro-cavia Liux 2002 – Cancer letter)

Page 22: Ossido Nitrico

Inibizione della migrazione cellulare nel ca mammella altamente invasivo linea MDA-MB-231

e ca prostata linea PC-3 NF-kappaB citochina mediato (Silva 2003 - vitro)

Inibizione della crescita con arresto alla fase G2/M ed induzione dell’apoptosi nella linea

cellulare umana tumorale PC3 dell’adenocarcinoma prostatico. (Jiang 2004 vitro ; Lin 2003)

Proprietà ipocolesterolemizzanti (Berger 2004 cavia-vivo-vitro)

Proprietà normoglicemizzanti dei polisaccaridi (Zang 2004 cavia-vivo-vitro)

Aumento significativo delle capacità di fagocitosi macrofagica da parte di un estratto

polisaccaridico delle spore. (Tang 2004 vitro)

Proprietà immunomodulante Stimolante:

• è stato riscontrato un polisaccaride estratto dalle spore con rottura dello sporoderma, in

acqua bollente, con potente attività stimolante sulla proliferazione dei T-linfociti (Bao

2002)

• Aumento della risposta immunitaria Th-1 associata (vivo-cavia Kohguchi 2004)

Proprietà immunomodulante Inibitoria:

! Un polisaccaride isolato da spore con sporoderma rotto (SBS) ha mostrato avere una

proprietà di modulazione soppressiva della produzione anticorpale indotta da con

cavallina A o dalla linfoproliferazione LPS-indotta. (Bao 2001)

! Effetto inibitorio del costituente ciclooctasolfato sul rilascio istaminico dei mastociti

(Tasaka 1988 a)

! Un estratto di GL ha fatto riscontrare un marcato effetto inibitorio del rilascio istaminico

(Tasaka 1988 b)

! È stata isolata una proteina immunomodulatoria chiamata Ling-Zhi-8 (LZ-8) che ha

mostrato avere attività immunosopressive in vivo e di appartenere alla famiglia delle

immunoglobuline (Kino 1991 – Chen 1991)

! Stabilizza la degranulazione macrofagica indotta dallo stress ossidativi dei ROS tramite

aumento AMP-c (You 2002)

Conclusioni

La droga di Ganoderma estratta nelle adeguate e standardizzate formulazioni galeniche che

stabilizzano la frazione attiva farmacologicamente rendendola al tempo stesso maggiormente

biodisponibile, come il “Ganoderma Spore King” è la premessa per un valido agente terapeutico

nelle numerosissime situazioni patologiche defedanti, cronico-degenerative autoimmuni e non. Di

fondamentale utilizzo nelle fasi di arresto o intervallo terapeutico ed anche combinato a

chemioterapia nei pazienti affetti da tumore. Offre altresì un valido supporto terapeutico

Page 23: Ossido Nitrico

omoreologico sulle funzioni di prevenzione del danno cardiovascolare stabilizzando con validità i

danni ROS-dipendenti sull’endotelio e diminuendo la formazione delle placche stabilizzando la

degranulazione NO3 dipendente macrofagica e favorendo la diminuzione del colesterolo LDL

ossidato.

Riassunto

L’autore inquadra la trattazione del Ganoderma Lucidum nell’ambito della capacità di una pianta energeticamente attiva di modificare sia la

struttura fisica che l’aura di un paziente. Segue una trattazione completa del fungo in esame.

Abstract

The author presents the Ganoderma Lucidum dealing with it’s ability to modify not only the physical aspect of a patient but even the esoteric

side of it. The following part is a complete exposition of the fungi therapeutic characteristics and activities.

Parole Chiave

Integratori alimentari, funghi, aura

Key words

Food integrators, Ganoderma Lucidum, fungi, aura

Page 24: Ossido Nitrico

La Terapia Chelante ed effetti nella disintossicazione dell’organismo Prof. Sandro Mandolesi, Prof. Aldo Galeandro Università "La Sapienza" Roma

Negli ultimi quarant’anni la terapia chelante con EDTA è stata impiegata con successo su oltre cinquecentomila pazienti negli Stati Uniti. L’FDA, l’ente americano di controllo sui farmaci, ha approvato l’utilizzo dell’EDTA (Acido etilen-diamino-tetracetico), il farmaco prescritto in questo tipo di cura, nei casi di intossicazione da piombo, calcio, digitale e da metalli pesanti, mentre migliaia di medici utilizzano in tutto il mondo la chelazione con EDTA per via endovenosa per la cura dei disturbi cardio-vascolari. A seguito del protocollo messo a punto dall’American College for Advancement in Medicine e dall’American Board of Chelation Therapy sono attualmente in corso alcuni studi approvati dal FDA per stabilire il miglior dosaggio terapeutico dell’EDTA. Gli agenti chelanti somministrati per via endovenosa si sono rivelati utili ad aumentare il flusso sanguigno nel microcircolo di tutti i tessuti, nell’abbassare il livello dei radicali liberi e nel rimuovere il calcio e i minerali tossici dai tessuti. La Chelazione con EDTA, inoltre, è utile nel rallentare l’evolutività dell’arteriosclerosi, può essere utilizzata per prevenire l’invecchiamento cellulare e pertanto è indicata nei soggetti che hanno subito il by-pass o l’angioplastica dei vasi coronarici, un infarto miocardico stabilizzato o in quei soggetti con angina stabile che non hanno una indicazione chirurgica. Il termine “Chelazione” deriva dalla parola greca chela, l’arto dei crostacei, ma in Biochimica viene utilizzato con il significato di legare, inglobare. La Chelazione viene impiegata per liberare il nostro organismo dai metalli tossici in eccesso e ad essa fa ricorso un numero sempre maggiore di medici allo scopo di prevenire gli effetti del processo arterosclerotico. Il meccanismo d’azione consiste in parte nella rimozione del calcio dalla parete dei vasi, (ed in minor misura dalla placca aterosclerotica), e dall’attivazione della microcircolazione. Si ripristina in tal modo una corretta circolazione in tutti i tessuti; la Chelazione con EDTA è utile nei soggetti con arteriopatia obliterante degli arti inferiori con lesioni necrotiche della cute. Grazie alla eliminazione degli ioni di metalli tossici, la Chelazione attenua il processo infiammatorio causato dai radicali liberi (molecole estremamente distruttive) e diminuisce di conseguenza i sintomi e l’invalidità provocate da malattie degenerative quali artrite, sclerodermia, (l’indurimento cronico dei tessuti connettivi), il Lupus ecc... Prima del trattamento Prima di sottoporsi alla Terapia Chelante, è bene effettuare una visita medica clinica e strumentale che comprenda almeno, un elettrocardiogramma e un Eco-Doppler cardio-vascolare, un’analisi dei minerali tossici tramite l’esame del capello e gli esami del sangue per lo studio della funzionalità renale. Il dosaggio di EDTA dovrebbe venire stabilito ad hoc per ogni paziente, tenendo conto dell’età, del peso e della funzionalità renale, e somministrato endovena lentamente per 3-4 ore. Il trattamento deve essere effettuato da medici esperti addestrati al management del paziente in terapia con EDTA. Disturbi curabili con la chelazione Già nel 1948 la Marina americana aveva iniziato ad utilizzare l’EDTA per curare efficacemente l’avvelenamento da piombo. Nel medesimo periodo, l’EDTA veniva impiegato per rimuovere il calcio dalle tubature e dalle caldaie delle industrie tessili. Il Dr. Norman Clarke, dell’Ospedale Providence di Detroit, nel Michigan, ipotizzò che, poiché la placca di calcio è una importante componente dell’arteriosclerosi, l’EDTA poteva costituire un trattamento efficace nella cura dei disturbi cardiaci. I suoi studi confermarono questa teoria, in quanto molti dei pazienti affetti da angina pectoris da lui trattati con EDTA registrarono una notevole attenuazione del dolore, mentre altri affetti da necrosi guarirono.

Page 25: Ossido Nitrico

Per molti pazienti, la memoria, la vista, l’udito e l’olfatto migliorarono e la maggior parte rilevò un aumento dell’energia fisica. Da allora la Chelazione ha dato prova di essere innocua ma efficace nella cura e nella prevenzione di disturbi associati all’arteriosclerosi, come l’affezione cardiaca di natura coronaria (infarto), il colpo apoplettico, l’occlusione delle arterie nei vari distretti del corpo e i disturbi del sistema micro-vascolare periferico anche nei diabetici, che causa dolore agli arti inferiori e, nei casi estremi, necrosi con conseguente amputazione. È stato documentato un miglioramento significativo in oltre il 90% dei pazienti colpiti da affezione vascolare periferica e da occlusione delle arterie degli arti inferiori. Anche i soggetti affetti da disturbi cerebrovascolari e da altre malattie cerebrali degenerative ha rivelato un notevole miglioramento. In totale, quasi il 90% di tutti i pazienti trattati ha manifestato dopo la Chelazione una notevole regressione della sintomatologia. Ecco gli altri benefici documentati:

- normalizzazione del 50% delle aritmie cardiache - miglioramento della memoria e della capacità di concentrazione quando la causa è una

ridotta circolazione cerebrale - miglioramento della vista (in presenza di problemi visivi di natura vascolare) - significativa riduzione dell’insorgenza di tumore (come terapia preventiva) - protezione contro gli effetti dell’accumulo di ferro e rame.

La Chelazione esercita un benefico effetto sullo stato generale di salute. Rallenta in una certa misura il processo di invecchiamento. Anche le allergie ed i fenomeni di sensibilizzazione a determinate sostanze chimiche trovano una indicazione per l’azione di riduzione del carico tossico tessutale e l’abbassamento dei radicali liberi. Tutti i tipi di artrite e di dolori muscolari e articolari sono più facilmente controllabili dopo la Chelazione. Nella maggior parte dei casi trattati in fase precoce, il progredire del morbo di Alzheimer è rallentato e in altri il miglioramento è veramente notevole. La degenerazione maculare, una delle principali cause della perdita della vista nei soggetti anziani, trova nel trattamento chelante una indicazione nella forma umida con proliferazione vascolare. La chelazione endovenosa Questa terapia viene effettuata ambulatorialmente e dura da un’ora e mezzo a oltre 3 ore. Per avere risultati ottimali sono consigliati da venti a trenta sedute al ritmo di una/tre a settimana. Al paziente viene somministrata una soluzione di EDTA unita a vitamine e minerali. Prima di iniziare il trattamento si può mangiare, è comunque consigliabile mangiare qualcosa anche nel corso della seduta. La Terapia Chelante risulta poco efficace sui disturbi vascolari nei soggetti che continuano a fumare durante il trattamento. È pertanto indispensabile smettere di fumare prima di sottoporsi ad un trattamento endovenoso con EDTA per un problema vascolare . Ad ogni seduta vengono poste delle domande sulle condizioni generali, sulla dieta, sugli integratori, sull’attività fisica, etc. La durata della terapia permette al medico di insegnare al proprio paziente a modificare le proprie abitudini alimentari, cosa spesso difficoltosa da attuare. Terminato un ciclo di terapia, possono seguire, secondo la necessità dei “richiami” mensili. In genere, durante il trattamento, viene raccomandata una dieta a base di cibi integrali e a basso contenuto di grassi, oltre ad una regolare attività fisica. Anche un accurato programma a base di integratori vitaminici e minerali, comprendente acido ascorbico (vitamina C), selenio, cromo, rame, zinco e manganese etc., dovrebbe costituire parte della terapia e viene prescritto in base alle carenze rilevate con il mineralogramma sul capello. La chelazione per via orale La chelazione per via orale con EDTA è una pratica medica ben documentata ed utilizzata specialmente negli Stati Uniti d’America.

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Molto più pratica della Chelazione endovenosa per ottenere i benefici dell'assunzione regolare di EDTA essa sostiene la funzione endoteliale nelle migliaia di chilometri di vasi e capillari dell'organismo favorendo la produzione di ossido nitrico, indispensabile al benessere del sistema cardio-circolatorio. L'ossido nitrico determina il rilassamento della parete dei vasi e dei capillari permettendo loro di rimanere aperti al massimo. Previene anche lo stress ossidativo legando i metalli pesanti nel flusso sanguigno, prima che questi ultimi catalizzino delle reazioni ossidative. Accresce l'energia e migliora la lucidità mentale e la cenestesi, riducendo il carico tossico dell'organismo e migliorando la circolazione in modo generale. L’EDTA orale viene assorbito a livello sistemico nella misura del 5/18%, è per questo che l’EDTA orale è associato ad altri chelanti che potenziano la Chelazione a livello sistemico dell’EDTA attraverso il loro assorbimento differenziato. Pertanto rispetto alla somministrazione per via endovenosa può essere considerata una Terapia Chelante “morbida”. A livello intestinale l’EDTA chela molto efficacemente i minerali tossici che eliminati dalle vie biliari nell’intestino sarebbero altrimenti riassorbiti nel torrente circolatorio, pertanto essa è il fondamentale complemento del trattamento endovenoso in quanto ne esalta l’efficacia proprio nelle ore seguenti l’infusione. Sulla parete intestinale l’EDTA per via orale chela i minerali tossici e l’eccesso di calcio. Non necessita di frequenti controlli ematochimici come in corso di Chelazione endovenosa. Presenta una maggiore compliance per il paziente (solo due assunzioni/die). Non necessita di una integrazione nutrizionale “specifica” come in corso di terapia endovenosa. Bibliografia Olszewer E. and Carter JP: EDTA chelation therapy: a retrospective study of 2,870 patients. j adv med 27:197, 1989. Blumer W and Cranton EM: Ninety percent reduction in cancer mortality after chelation therapy with EDTA. J Adv Med 2:183 1989.

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Galeandro A.I. ; La terapia chelante in Italia. Minerva Cardio Angiologia, anno 2002 - Vol. 50 N. 06 Suppl. 1 - Dicembre, 136

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Mandolesi S.: Cerebrovasculopatie e minerali tossici. Analisi statistica mediante hair analysis test– Minerva Cardio Angiologia Anno 2002 Vol. 50 N. 06 Suppl. 1 - Dicembre, 135

Riassunto

Dopo una presentazione generale sui rischi dell’intossicazione da metalli pesanti gli autori parlano di terapia chelante, mettendo in evidenza il

ruolo dell’EDTA per l’eliminazione delle tossine e della terapia chelante orale per ottenere un drenaggio continuo di queste sostanze dannose.

Abstract

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After a general introduction about the risks of heavy metal intoxication, the authors present the chelation therapy, highlighting the role of

EDTA and the importance of the oral chelation, which gives the chance to have a continuous drainage effect.

Parole Chiave

EDTA, terapia chelante, chelazione orale

Key words

EDTA, chelation therapy, oral chelation

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L’integrazione energetica: energia dal cibo e dalla luce

Dr Alberto Fiorito Medico chirurgo, La Spezia

Qualunque sostanza esistente in natura noi possiamo considerare ed analizzare, arriveremo alla conclusione biochimica o chimica in senso stretto che questa sostanza è costituita da atomi.

Un atomo ha caratteristiche proprie che consentono la distinzione dei vari tipi di materia, ma dal punto di vista organizzativo presenta sempre le stesse qualità.

• Un nucleo centrale costituito da protoni e neutroni;

• Uno spazio apparentemente vuoto all’interno del quale ruotano gli elettroni;

• Una serie di elettroni che ruotano intorno al nucleo in funzione delle caratteristiche proprie di quella sostanza.

La rotazione degli elettroni è ben conosciuta e codificata, tanto che nella tavola periodica degli elementi la distinzione viene fatta proprio in funzione della massa degli atomi e della loro capacità di ospitare un determinato numero di elettroni.

È dunque lecito pensare che un atomo, di qualunque natura esso sia, non sia una sostanza inerte, ma dotata di un proprio movimento interno e di una propria capacità vibratoria.

Se mettiamo insieme molti atomi della stessa qualità otteniamo molecole, (insieme di atomi), che costituiscono un materiale puro, in cui ogni atomo vibra, anzi, risuona alla stessa frequenza.

Esempio: il vetro è una sostanza inerte, inorganica. Tanto più puro è tanto più le sue vibrazioni saranno omogenee, risuonanti. Un vetro purissimo lo chiamiamo “cristallo”.

Sappiamo bene cosa succede al cristallo se lo esponiamo ad un evento esterno, (un suono), che entri in risonanza: va in frantumi.

Cosa succede se invece del puro cristallo utilizziamo del normale vetro? Nulla. Perché il vetro non è puro e quindi non può entrare in risonanza.

Riportiamo questi concetti al corpo umano, ma prima ricordiamo alcune delle conclusioni cui hanno portato gli studi di F.A. Popp sul DNA.

Questo ricercatore è arrivato a risultati interessanti sia dal punto di vista medico che fisico.

• Il DNA ha capacità vibratorie.

• Queste vibrazioni sono percepibili dalle cellule e sono specifiche per ogni cellula.

• Questa specificità è in sintonia con quella del DNA per cui molecole uguali vibrano in modo uguale.

• Ogni cellula emette un’onda fotonica che equivale alla luce di una candela a 10 Km di distanza.

Il nostro corpo è costituito da atomi e molecole. Ogni organo del nostro corpo è un insieme di strutture molecolari che ripetono la stessa sequenza, la stessa organizzazione. Poiché le cellule di un determinato organo devono essere considerate uguali, potremo dire che ogni organo del nostro corpo in salute emette un’onda fotonica che è la sommatoria risultante dall’unione e convivenza di tutte le cellule che compongono quell’organo.

Ecco che possiamo ricollegarci al discorso precedente sulle vibrazioni che dipendono dalla qualità.

Un organo in salute emette un’informazione elettromagnetica che comunica con le altre strutture del corpo, ma anche con l’esterno. Esiste dunque una risultante luminosa che informa circa lo stato di

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salute di un organo. Allo stesso modo si può immaginare che esista una risultante dell’intero corpo che identifichi l’individuo ed il suo stato di salute.

Il nostro corpo diventa puro come un cristallo, come un raggio di luce che ci appartiene e che ci identifica.

L’organismo è un sistema di flusso che ha, tra i suoi obiettivi, quello di conservare lo stato di salute.

Sistema di flusso vuol dire che trae energia e rifornimenti dall’esterno, li elabora e ne ricava materiale di costruzione ed energia, eliminando le scorie di questo lavoro.

Tutti i sistemi che lo compongono si sono adattati ad un certo livello di “normalità” dal quale escono costantemente a causa degli eventi stessi della vita ed ai quali tendono mediante i meccanismi omeostatici.

Si può ipotizzare che la malattia sia caratterizzata da un eccessivo sfruttamento di questi sistemi omeostatici che possono dar luogo a due fenomeni conseguenti:

• rendere sintomatico il loro lavoro, reclutando modalità reattive avvertite dal soggetto;

• giungere all’esaurimento funzionale, non essendo più in grado di far fronte allo stimolo patogeno.

A questo punto abbiamo tutti gli elementi per trarre delle conclusioni circa l’origine della malattia.

In un sistema come quello che abbiamo descritto sono state prese in considerazione le due modalità di informazione: quella energetica e quella fisica.

Un evento patogeno potrà intervenire indifferentemente secondo una di queste modalità esposte.

La prima è rappresentata dall’evento materiale, dove consideriamo il corpo dal punto di vista strutturale.

Ogni sistema, elemento, materia che entra in relazione con il nostro organismo e mette in azione i sistemi di difesa può arrivare al loro esaurimento. Le modalità sono diverse, ma vogliamo qui sottolineare che se un elemento estraneo al corpo, non self, si stabilisce al suo interno, provoca due eventi distinti:

• rende dissonante l’informazione;

• inquina il mare attraverso cui le altre informazioni vengono trasmesse. Ecco dunque come cibo, metalli, smog, tossine, virus, batteri intervengono in modo patogenetico nel determinismo della malattia.

Fermiamoci solo sul cibo. Tutte le volte che immettiamo nel nostro corpo delle sostanze tossiche lo mettiamo in condizione di doversene difendere o liberare. Per bene che vada avremo stressato i sistemi di difesa. Se, però, l’eliminazione non è possibile, il deposito di queste sostanze inquina il corpo e lo mette in condizioni di risuonare a frequenze diverse, non più facilmente riconoscibili dalle sue proprie strutture.

La seconda modalità è quella energetica. Ci resta da stabilire, però, cosa corrisponda globalmente alla parola energia. Fin qui abbiamo visto che energia è l’altra modalità di espressione della materia. Ma energia è luce. Ma non è forse emozione? Un’emozione non è in grado di aumentare o distruggere le nostre energie? Luce non è anche amore, divinità, sentimento?

Eccoci dunque in una nuova dimensione. Nulla è esterno al nostro corpo, né materia né energia. E se conveniamo con il fatto che un evento energetico è anche un’emozione, un fatto astratto e non materiale abbiamo davanti a noi una nuova dimensione che, si badi, non è solo diagnostica.

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È vero, come dice Hamer, che l’origine delle gravi patologie è sempre prima energetica, emozionale e poi fisica. Ma è vero anche che alle emozioni possiamo allo stesso modo conferire una potenzialità terapeutica di eguale potenza.

Luce, dunque, come origine di emozioni e di potenzialità patogenetiche. Ma anche luce come sistema terapeutico da utilizzare costantemente se si vuole raggiungere la guarigione completa.

Quali conclusioni possiamo trarre da queste considerazioni.

Il processo terapeutico, (o di conservazione della salute), deve passare attraverso il rifornimento di materiale, sia sotto forma di sostanza che di energia, che vada a compensare le continue perdite.

Dal punto di vista “massa” si vuole sottolineare come la moderna alimentazione se da un lato stressa i sistemi depurativi del corpo dall’altro non fornisce una quantità sufficiente di elementi utili per il corretto funzionamento degli stessi. Ecco perché una integrazione alimentare di qualità è da considerarsi irrinunciabile.

Dal punto di vista “energetico” accade la stessa cosa: la vita moderna mette a dura prova la nostra riserva emozionale, consumando velocemente la nostra capacità di reagire. Anche da questo punto di vista il terapeuta deve ricorrere ad una integrazione.

L’integrazione emozionale è difficile e complessa, ma essenziale. Deve passare attraverso l’accompagnamento del paziente verso dei cambiamenti importanti del “proprio sistema” in modo da indirizzarlo verso la ricerca di fonti di integrazione emozionale di qualità.

Bibliografia

Riassunto

L’autore presenta alcune considerazioni sull’importanza di un’alimentazione corretta e di una integrazione alimentare efficace. Il punto di

partenza è la considerazione che la trasmissione delle informazioni all’interno del corpo non è solo elettrica o chimica, ma anche

elettromagnetica, secondo i dettami della fisica quantica. Il terreno attraverso cui si trasmette questa informazione è il tessuto connettivo: lo

stato di pulizia e salute di questo determina la qualità del passaggio delle informazioni.

Abstract

The author presents some considerations about the importance of a correct alimentation and integration. The main point is the consideration

that the inner body information transmission is not only chemical or electrical, but even electromagnetically produced, following the quantum

physic concept. The terrain crossed by this information is the connective tissue: the most clean and safe is this tissue, the most easy and

correct is this information passage.

Parole Chiave

Integratori alimentari, fisica quantica, tessuto connettivo

Key words

Food integrators, quantum physic, connective tissue.

BIBLIOGRAFIA

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H.Schimmel La medicina Funzionale NAMED

Bodo Kohler Nuovi esiti di ricerche di fondamentale importanza sullemalattie croniche il cui trattamento avviene secondo l'impiego conseguente della legge della popolarità NAMED

Page 31: Ossido Nitrico

J.Zoll - H.Schimmel Il ponte tra l'agopuntura e la moderna medicina bioenergetica NAMED

B.Kohler Terapia di informazione biofisica NAMED

P.Vanoli - A.Taum Guida alla salute naturale VANOLI

Wolfang Ludwing SIT - Terapia di informazione del Sistema SIMF-SPITTA

G.Bressa Le sostanze pericolose, impieghi, tossicologia eprimo intervento MASSON

G.Bressa Il rischio biologico, identificazione, protezione e prevenzione MASSON

B. Kohler Schema diagnostico dei 5 elementi

L. Acerra "Denti tossici" - le otturazioni dentali che rilasciano mercurio MACROEDIZIONI

Fritz Albert Popp Nuovi orizzonti in medicina - La teoria dei biofotoni IPSA

Franco Bistolfi Campi Magnetici in medicina MINERVA MEDICA

Franco Bistolfi Radiazioni non ionizzanti, ordine, disordine e biostrutture MINERVA MEDICA

Franco Bottaccioli Psiconeuroimmunologia RED

Julian N.Kenyon Tecniche moderne di medicina elettronica RED

Remi Alexander Geobiologia RED

Nicola Emilio del Giudice Omeopatia bioenergetica CORTINA

Claudia Viacava Onde elettromagnetiche XENIA

Autori Vari L'essenziale di biologia molecolare della cellula ZANICHELLI

H.F. Herget Manuale di MEDICINA COSTITUZIONALE Pascoe

Riferimenti dell’autore

Dr. Alberto Fiorito

Viale Italia 121 - 19124 La Spezia

Tel 0187 21898

[email protected]

www.studiofiorito.it

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Cosa è il Laser a bassa Intensità (Low Laser Level Therapy LLLT). Effetti Biologici a livello tessutale - Applicazioni in campo medico ed estetico.

Dott. Armin Kamp Fisico tedesco

La luce laser a bassa intensità (Soft Laser) stimola diversi processi biochimici nella pelle, nei tessuti e nel corpo. Questo avviene principalmente grazie ad un aumento della sintesi dell'ATP (adenosinitrifosfato) che stimola la guarigione delle ferite e degli stati dolorosi:

1. PERCHÉ USARE IL SOFT LASER

La luce laser del PalmLaser viene assorbita dai tessuti e penetra fino ad una profondità di 55 mm. L'effetto principale sull'organismo è dato dall'aumento della sintesi di ATP. Tutte le cellule ed i tessuti del corpo, e quindi anche la pelle, hanno bisogno dell'energia molecolare racchiusa nell'ATP per il loro corretto funzionamento.

Fig. 1 Nei mitocondri avviene la sintesi di ATP

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Se vi è carenza di ATP nell'organismo, il corpo è più suscettibile alle malattie, a disturbi nella guarigione delle ferite e delle infiammazioni. Dal punto di vista fisico la luce ha una natura sia corpuscolare (a) che ondulatoria (b). Le onde che compongono la luce laser oscillano parallelamente le une alle altre, sovrapponendo creste e ventri, dando luogo ad una luce detta coerente. Secondo il Prof. Dott. Popp, istituto di Biofisica di Neuss, Germania, anche le cellule del corpo emettono luce coerente, i cosiddetti "biofotoni".

È per questo motivo che la luce laser viene assorbita meglio rispetto alla luce normale, che invece non è coerente (lampadina o lampada a infrarossi).Il PalmLaser fornisce ai mitocondri - le centrali energetiche delle cellule - l'energia necessaria per aumentare la sintesi dell'ATP. Questa energia diviene così disponibile per i vari processi autorigenerativi della pelle, dei tessuti e del corpo.

2. STUDI CLINICI

L'efficacia della terapia con laser a bassa intensità è dimostrata da più di 2000 studi clinici in tutto il mondo e da più di 100 studi in doppio cieco effettuati con unità dotate di Soft Laser.

Uno studio condotto su 560 pazienti sottoposti a 3 anni di trattamenti ha evidenziato un elevatissimo grado di soddisfazione. In Figura 2 sono riportati i risultati della terapia con il Soft Laser su diverse tipologie di dolori:

Fig 2

Tutti i pazienti trattati con il Soft Laser avevano provato in precedenza – senza successo - altre terapie. Dopo il trattamento con la luce laser si è riscontrato un notevole miglioramento nell'alleviamento dei dolori e nella mobilità fisica.

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3. I VANTAGGI DEL TRATTAMENTO LLLT

La terapia con laser a bassa intensità ("Low Laser Level Therapy" - LLLT) presenta i seguenti vantaggi:

• Veloce riduzione di sintomi acuti

• Diminuzione delle ricadute, per es. in caso di dolori cronici, herpes, ecc.

• Nessun effetto collaterale

• Terapia non invasiva, nessun taglio o lesione della pelle

• Nessun effetto termico causato dal PalmLaser

• Nessuna sensazione di dolore

• Buona tolleranza al trattamento

PalmLaser può essere di aiuto nei casi di:·

• Lesioni gravi e degenerative

• Sovraffaticamento e irritazione delle strutture tendinee neuromuscolari

• Dolori cronici. Riabilitazione postoperatoria

• Ferite

• Infiammazioni / Alterazione delle infiammazioni

4. UTILIZZO DEL LASER

Il trattamento LLLT ha un effetto cumulativo, ciò significa che ogni trattamento successivo si somma a quello precedente, se non è trascorso troppo tempo dall'ultima applicazione. L'impiego del laser presuppone un utilizzo accurato e, in caso di zone difficili da raggiungere, come spalle o ginocchia, si consiglia di effettuare il trattamento in più punti.

5. INTERVALLI DI TRATTAMENTO

Come regola generale, sulla base delle esperienze accumulate con il LLLT, l'applicazione in dosi moderate per 3-4 volte alla settimana consente risultati migliori rispetto a poche applicazioni con dosaggi più elevati. La tabella al paragrafo 10 riporta alcuni valori medi per trattamenti moderati, che possono essere modificati sulla base della risposta del singolo individuo e dei risultati del trattamento. Inoltre è necessario ricordare che i trattamenti laser hanno un effetto cumulativo. Ciò

Page 35: Ossido Nitrico

significa che la dose assorbita durante una applicazione permane per un certo periodo di tempo e le applicazioni successive andranno a sommarsi a quelle già effettuate, completando la durata del trattamento. Sulla base delle indicazioni, è necessario intervallare adeguatamente i trattamenti, per fare in modo che il corpo possa utilizzare questa energia per i processi curativi.

Problemi acuti della pelle come herpes semplice, herpes zoster, stati di dolore acuto o ferite possono essere trattati una volta al giorno dato che il trattamento sarà limitato ad un periodo di tempo di pochi giorni. In caso di dolori cronici, di terapie di recupero e di riabilitazione, il trattamento dovrebbe essere effettuato 3 volte a settimana. In seguito, gli intervalli tra un'applicazione e quella successiva possono aumentare fino a 1 o 2 volte per settimana. Anche alla scomparsa dei sintomi, si consiglia di continuare il trattamento, per mantenere bassa, o addirittura evitare, la probabilità di ricaduta.

6. TECNICHE DI TRATTAMENTO

Trattamento generale: una volta programmato il tempo di trattamento adeguato, si procede all'applicazione mettendo il diffusore del PalmLaser a contatto con la pelle ed effettuando dei movimenti lineari o circolari, come mostrato nella figura. Fare in modo che tutta l'area da trattare venga interessata dalla luce laser.

L'applicazione, inoltre, deve avvenire con lentezza: è molto importante infatti che la pelle

abbia tempo a sufficienza per assorbire l'energia del laser. Se i sintomi interessano zone molto limitate, applicare il laser soltanto sui singoli punti.

Ferite aperte: iniziare dai bordi della ferita, mantenendo il laser a contatto della pelle. In seguito continuare il trattamento muovendosi verso il centro della ferita, ma mantenendo una distanza di 1-2 cm dalla superficie.

Dolori mediamente profondi o profondi: premere il diffusore del PalmLaser contro la pelle. Maggiore è la profondità del dolore, maggiore dovrebbe essere la pressione da esercitare. A volte è possibile raggiungere meglio la zona interessata dal dolore cambiando leggermente la postura del corpo: ad esempio è possibile stirare la pelle o tendere un muscolo in modo da poter raggiungere più facilmente la zona.

Problemi della pelle - come acne, piaghe da decubito, eczema: applicare il raggio laser direttamente sulla malattia della pelle. Trattare tutta l'area interessata con il laser effettuando linee o cerchi, come mostrato in Fig. 7.

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7. INTERAZIONI CON I FARMACI

Test clinici hanno mostrato come la terapia laser interagisca con alcuni farmaci.

Pertanto il risultato di un trattamento laser dipende anche dal fatto che si stiano assumendo o meno dei farmaci. Si è constatato che la presenza di beta-bloccanti, calcio antagonisti e steroidi, così come farmaci cardiaci o neurologici possono inibire gli effetti positivi del laser, dato che influenzano i canali della membrana cellulare ed i recettori dei pigmenti antenna, sui quali si basa la terapia laser.

Ma esistono anche dei composti farmaceutici che incrementano l'effetto biostimolante della terapia laser, grazie alla loro capacità di preparare i recettori e la membrana cellulare ad esplicare il massimo effetto possibile. Questo effetto è stato dimostrato, ad esempio, nell'utilizzo di farmaci quali Plenosol e Procain. In generale si raccomanda di limitare il più possibile l'assunzione di farmaci durante i trattamenti con il laser, per garantirne la massima efficacia.

8. ASSOCIAZIONE CON ALTRE TERAPIE

Se state seguendo altre terapie parallelamente ai trattamenti con il laser, abbiate cura di seguire le seguenti raccomandazioni:

• terapie mirate all'incremento del flusso sanguigno, come la termoterapia, dovrebbero essere effettuate prima di un trattamento con il laser, migliorandone così l'assorbimento

• terapie che causano un calo di temperatura dei tessuti, come la crioterapia, dovrebbero essere effettuate dopo il trattamento con il laser, dato che comportano una riduzione del flusso sanguigno

• è sconsigliato associare terapie ad ultrasuoni con i trattamenti laser:

Studi clinici hanno dimostrato che l'impiego combinato delle due terapie dà risultati peggiori rispetto all'impiego del solo trattamento a ultrasuoni o di quello laser. Studi recenti e dati sperimentali hanno permesso di individuare le seguenti controindicazioni:

Pacemaker: sebbene i pacemaker siano racchiusi in capsule di metallo e non possano essere influenzati dalla luce, si raccomanda di non utilizzare il soft laser, specialmente nelle vicinanze del cuore.

Gravidanza: l'applicazione del laser in zona addominale dovrebbe essere evitata. Se non strettamente necessario, nessun trattamento laser dovrebbe essere effettuato durante la gravidanza.

Ghiandola tiroidea: la ghiandola tiroidea è estremamente sensibile alla luce e non dovrebbe essere trattata con il PalmLaser .

Casi di cancro o di cancro sospetto non devono essere trattati.

Gli occhi non devono essere mai esposti alla luce del laser!

Per riassumere - Evitare i trattamenti con il PalmLaser su:

Occhi

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Epifisi dei bambini

Donne in periodo di gravidanza

Persone con pacemaker

Alterazioni della pelle non diagnosticate

Disfunzioni della ghiandola tiroidea

Cancro

Soggetti con epilessia

9. POSOLOGIA

I seguenti dosaggi vengono raccomandati Sulla base dell'esperienza e della letteratura in materia. Il calcolo del corretto dosaggio per il vostro trattamento non deve essere perfetto, poiché in ogni caso si verificherà una risposta biologica. Si consiglia di provare con un'applicazione di 2 - 4 J/cm².

Indicazione Dosaggio consigliato in J/cm²

Ferite aperte 0.5 - 1.5

Bordo di una ferita 2 - 4

Dolore superficiale 1 - 4

Dolore profondo 4-10

Nel caso di un tessuto sano e in buone condizioni, quasi ogni dosaggio può essere utilizzato senza effetti negativi. Dosaggio e durata di un trattamento dipendono da: condizioni e pigmentazione della pelle, tipo di sintomo (acuto o cronico), profondità alla quale è localizzato il dolore, ecc. Tutti questi parametri possono rendere necessaria la modifica dei tempi di applicazione raccomandati.

10. QUANTA ENERGIA

Il PalmLaser associa due tipi di emissione:infrarossi con frequenza da 630 a 685 nm; laser con frequenza da 780 a 870 nm.

L'apparecchio eroga 5.7 Joule/minuto. Per ottenere risultati ottimali sono richiesti 2-4 J/cm². Per erogare un'energia di 2 J/cm² su un'area di 10 cm² (per es. 2 cm x 5 cm) la durata necessaria del trattamento è pari a 3.5 minuti.

Maggiore è l’area da trattare, maggiore è la durata del trattamento:

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11. LLLT E IL CANCRO

Alla domanda se la terapia basata sul soft laser possa causare il cancro, la letteratura in materia risponde con un chiaro NO. In ogni caso l'irradiamento di zone colpite da cancro o interessate da sintomi non diagnosticati non dovrebbero essere trattate. Soltanto gli specialisti dovrebbero scegliere la terapia adatta!

12. EFFETTI COLLATERALI E CONTROINDICAZIONI

La luce soft laser di PalmLaser non riscalda né danneggia i tessuti, nemmeno dopo tempi lunghi di applicazione. PalmLaser è costruito secondo gli attuali standard per i laser, nei quali vengono definiti i valori per il trattamento dei tessuti (valori MZB). Questi valori prescrivono la quantità di energia applicabile senza danneggiare i tessuti, né a livello macroscopico, né microscopico.

Alcuni pazienti potrebbero manifestare stati di stanchezza più o meno intensi, dovuti probabilmente all'aumento del metabolismo In caso di cura di stati dolorosi, si può verificare nel giorno successivo al trattamento un aumento del dolore, specialmente in caso di trattamento di dolori cronici. Il laser fa in modo che la lesione si acutizzi, stimolando così il corpo a iniziare il processo di guarigione.

Non è dunque il segnale di un sovradosaggio o di un errore nel trattamento, bensì è la normale reazione del corpo e va interpretato come un segnale positivo. Ma anche una volta scomparsa la sensazione di dolore, il tessuto necessita di tempo per la sua completa guarigione. In ogni caso il trattamento non dovrebbe essere interrotto.

13. CHE COSA NON PUÒ FARE IL SOFT LASER

Pigmentazione: gli apparecchi di soft laser non possono distruggere la pigmentazione - si richiedono energia e lunghezza d'onda differenti.Il soft laser, d'altro canto, non causa pigmentazione. La lunghezza d'onda che causa la pigmentazione si trova nell'ultravioletto (UV), mentre il PalmLaser lavora nello spettro di frequenza del rosso e infrarosso.

Capillari rotti: il soft laser non può curarli, ma può aiutare a rafforzare i tessuti e le vene.

Cicatrici di vecchia data: ottenere buoni risultati con il soft laser è abbastanza difficile, ma non impossibile. Un trattamento combinato con peeling speciali (esfolianti) ecc. può migliorarne il risultato.

Escrescenze: l'esperienza nella cura di escrescenze è molto disomogenea, poiché ne esistono diversi tipi. Se non si ottengono miglioramenti dopo 10-12 trattamenti di una durata pari a 1-2 minuti, tali tipi di escrescenze non sono curabili con il soft laser.

Riassunto

L’autore presenta le caratteristiche del laser a bassa intensità e le sue applicazioni cliniche.

Abstract

The author presents the characteristics of the Low Laser Level Therapeutic system and it’s clinical applications.

Parole Chiave

Laser a bassa intensità

Key words

Low Laser Level Therapy

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