Ossian - Canti

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  • Letteratura italiana Einaudi

    Poesie di Ossianantico poeta celtico

    di Melchiorre Cesarotti

  • Edizione di riferimento:a cura di Gustavo Balsamo-Crivelli,Paravia, Torino 1925

    Letteratura italiana Einaudi

  • Fingal. Poema epico 1Introduzione 1Canto I 2Canto II 21Canto III 35Canto IV 51Canto V 66Canto VI 79

    Introduzione storica ai tre seguenti poemi(La morte di Cucullino - Dartula -- Temora) 92

    La morte di Cucullino 96

    Dartula 110

    Temora. Poema epico 129Canto I 129Canto II 149Canto III 165Canto IV 181Canto V 193Canto VI 206Canto VII 219Canto VIII 232

    Calloda. Poema epico 247Canto I 247Canto II 255Canto III 261

    La notte 267

    Sommario

    Letteratura italiana Einaudi

  • 1Letteratura italiana Einaudi

    FINGALPoema epico

    INTRODUZIONE

    Arto, supremo re dIrlanda, essendo venuto a morte, ebbe persuccessore Cormac suo figliuolo rimasto in minorit. Cuculli-no, figliuolo di Semo, signore dellisola della nebbia, una delleEbridi, ritrovandosi a quel tempo in Ulster, ed essendo rino-matissimo per le sue grandi imprese, fu in unassemblea di re-goli, e capi delle trib radunate per questoggetto a Temora,palagio del re dIrlanda, eletto unanimemente custode del gio-vine re. Non avea governato a lungo gli affari di Colmac, quan-do fu recata la novella che Svarano, figlio di Starno, re di Lo-clin, o sia della Scandinavia, avea disegnato dinvader lIrlanda.Cucullino, a tal nuova sped tosto Munan figliuolo di Stirmal,guerriero irlandese, a Fingal, re o capo di quej Caledonj, cheabitavano la costa occidentale della Scozia, per implorarne soc-corso. Fingal mosso non meno da un principio di generosit,che dallaffinit che passava tra lui e la famiglia regale dIrlan-da, risolse di far una spedizione in quel paese: ma prima chegliarrivasse, il nemico era gi approdato ad Ulster. Cucullino, inquesto frattempo aveva raccolto il fiore delle trib a Tura, ca-stello di Ulster,e mandati scorridori lungo la costa, perch glidessero pronte notizie dellarrivo del nemico. Tal lo stato de-gli affari, quando il poema comincia.Lazione del poema non comprende che cinque giorni, e cin-que notti. La scena nella pianura di Lena, presso una monta-gna chiamata Cromla, sulla costa di Ulster.

  • Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    CANTO I

    ARGOMENTOCucullino postosi a seder solo sotto dun albero, alla porta diTura, mentri gli altri capitani erano iti a caccia sul vicino mon-te di Cromla, avvisato dello sbarco di Svarano da Moran, fi-gliuolo di Fiti, uno dei suoi scorridori. Egli raduna i capi dellanazione: si tiene un consiglio, nel quale si disputa se debbasidar battaglia al nemico. Conal, regolo di Togorma ed intimoamico di Cucullino , di parere che debbasi differire sinoallarrivo di Fingal, ma Calmar, figlio di Mata, signore di Lara,contrada del Connaught, dopinione che sattacchi tosto ilnemico: Cucullino, gi desideroso di combattere, sattiene alparere di Calmar. Nella rassegna dei suoi soldati non vede trede suoi pi valorosi campioni, Fergusto, Ducomano e Cat-bar.Giunge Fergusto e d notizia a Cucullino della morte deglialtri due capitani: Larmata di Cucullino scoperta da lungi daSvarano, il quale manda il figliuolo di Arno ad osservare i mo-vimenti del nemico, mentre egli schiera le sue truppe in ordinedi battaglia. Descrizione del carro di Cucullino. Le armate siazzuffano; ma, sopraggiunta la notte, la vittoria resta indecisa.Cucullino, secondo lospitalit di que tempi invita Svarano adun convito per mezzo del suo bardo Carilo. Svarano ricusa fe-rocemente linvito. Carilo narra a Cucullino la storia di Grudare Brassolis. Si mandano per consiglio di Conal, alcune scortead osservare il nemico e con questo termina lazione del primogiorno.

    Di Tura accanto alla muraglia assiso,Sotto una pianta di fischianti foglieStavasi Cucullin: l presso, al balzoPosava lasta; appi giacea lo scudo.Membrava ei col pensiero il pro Cairba 5Da lui spento in battaglia; allor che ad essoLesplorator dellocan sen venne,Moran figlio di Fiti. Alzati, ei disse,Alzati, Cucullin: gi di SvaranoVeggo le navi; numerosa loste, 10Molti i figli del mar. Tu sempre tremi,

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  • Figlio di Fiti, a lui rispose il duceOcchiazzurro dErina, e la tua temaAgli occhi tuoi moltiplica i nemici.Fia forse il re de solitarj colli, 15Che a soccorrer mi vien. No, no, dissegli,Vidi il lor duce; al luccicar dellarme,Alla quadrata torreggiante moleParea masso di ghiaccio: asta ei sollevaPari a quel pin che folgore passando 20Disfrondato lasci: nascente lunaSembra il suo scudo. Egli sedea sul lidoSopra uno scoglio, annubilato in volto,Come nebbia sul colle. O primo, io dissi,Tra mortali, che fai? son molte in guerra 25Le nostre destre, e forti: a ragion dettoIl possente sei tu; ma non pertanto,Pi dun possente dalleccelsa TuraFa di s mostra. Oh, risposei, col tuonoDuninfranta allo scoglio, e mugghiante onda, 30Chi mi somiglia? al mio cospetto innanziNon resistono eroi; cadon prostratiSotto il mio braccio. Il sol Fingallo, il forteRe di Morven nembosa, affrontar puoteLa possa di Svaran. Lottammo un tempo 35Sui prati di Malmorre, e i nostri passiCrollaro il bosco; e traballr le rupiSmosse dalle ferrigne ime radici;E impauriti alla terribil zuffaFuggir travolti dal suo corso i rivi. 40Tre d pugnammo, e ripugnammo; i duciStetter da lungi, e ne tremr. Nel quartoVanta Fingl, che l re dellocenoCadde atterrato; ma Svaran sostentaChei non pieg ginocchio, e non di crollo 45Or ceda dunque Cucullino oscuroA lui, che nellindomita possanza,

    Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

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  • Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    Lorride di Malmor tempeste agguaglia.No, grid il duce dal ceruleo sguardo,

    Non ceder a vivente: o Cucullino 50Sar grande, o morr. Figlio di Fiti,Prendi la lancia mia; vanne, e con essaBatti lo scudo di Cabar che pendeAlla porta di Tura: il suo rimbomboNon suono di pace; i miei guerrieri 55Ludiran da lor colli. Ei va; pi volteBatte il concavo scudo: e colli, e rupiNe rimbombaro, e si diffuse il suono,Per tutto il bosco. Slanciasi dun saltoDalla roccia Curan; Conallo afferra 60La sanguinosa lancia; a Crugal fortePalpita il bianco petto; e damme, e cerviLascia il figlio di Fai. Ronnr, Lugante,Questo lo scudo della guerra, questaLasta di Cucullin: qua, qua, brandi, elmi; 65Compagni allarme. Vstiti lusbergoFiglio dellonda: alza il sanguigno acciaroFero Calmr. Che fai? su sorgi, o Puno,Orrido eroe: scotetevi, accorreteEto, Calto, Carban: tu l rosseggiante 70Alber di Cromla, e tu lascia le spondeDel patrio Lena; e tu tavanza, o Calto,Lunghesso il Mora, e lagil piede impenna.

    Or s gli scorgo: ecco i campion possentiFervidi, accesi di leggiadro orgoglio. 75La rimembranza dellimprese anticheSprona il valor natio. Son i lor occhiFiamme di foco, e de nemici in tracciaVan dardeggiando per la piaggia i sguardi.Stan su i brandi le destre: escon frequenti 80Dai lor fianchi dacciar lampi focosi.Ciascun dal colle suo scagliossi urlando,Qual torrente montan. Brillan i duci

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  • Della battaglia nei paterni arnesi,Precedendo ai guerrier: seguono questi 85Folti, foschi terribili a vedersi,Siccome gruppo di piovose nubiDietro a rosse del ciel meteore ardenti.Sodon larme stridir; salzan le noteDel bellicoso canto: i grigi cani 90Le interrompono cogli urli; e raddoppiandoLindistinto fragor Cromla rintrona.Stettersi tutti alfin sopra il desertoPrato di Lena, e ladombrar; siccomeNebbia l per lautunno i colli adombra, 95Quando oscura, ondeggiante in alto poggia.

    Io vi saluto, Cucullin comincia,Figli danguste valli, oh vi saluto,Cacciatori di belve; a noi ben altraCaccia sappresta, romorosa, forte 100Come quellonda che la spiaggia or fere.Dite, figli di guerra: or via, dobbiamoPugnar noi dunque, od a Loclin la verdeErina abbandonar? Parla, Conallo,Tu fior deroi, tu spezzator di scudi, 105Che pensi tu? pi duna volta in campoContro Loclin pugnasti; ed or vorraiMeco la lancia sollevar del padre?

    Cucullino, ei parl, placido in volto,Acuta lasta di Conallo, ed ama 110Di brillar nella pugna, e diguazzarsiNel sangue degli eroi: pur se la guerraPende la man, sta per la pace il core.Tu che alle guerre di Corman sei duceGuarda la flotta di Svaran: stan folte 115Sul nostro lido le velate antenneQuanto canne del Lego; e le sue naviSembran boschi di nebbia ricoperti,Quando gli alberi piegano alle alterne

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    Scosse del vento; i suoi guerrier son molti: 120Per la pace son io. Fingl, non chaltri,Lincontro scanseria, Fingallo il primo,Lunico tra gli eroi, Fingal che i fortiSperde, qual turbo la minuta arena.

    A lui rispose disdegnosamente 125Calmar figlio di Mata. E ben va, fuggiTu pacifico eroe, fuggi, e tinselvaTra colli tuoi, dove giammai non giunseLuce dasta guerriera: ivi di CromlaI cervi insegui, ivi coi dardi arresta 130I saltellanti cavriol del Lena.Ma tu di Semo occhiceruleo figlio,Tu delle pugne correttor, disperdiLa stirpe di Loclin; scagliati in mezzoDellorgogliose schiere, e latra, e ruggi. 135Fa che naviglio del nevoso regnoPi non ardisca galleggiar sullondeOscure dInistor. Sorgete o voiVoi dInisfela, tenebrosi venti,Imperversate tempeste, fremete 140Turbini e nembi. Ah s, muoja CalmarreFra le tempeste infranto, o dentro a un nemboSquarciato dallirate ombre notturne;Muoja Calmar fra turbini e procelle,Se mai grato gli fu suono da caccia, 145Quanto di scudo messaggier di guerra.

    Furibondo Calmar, Conl ripresePosatamente, a me la fuga ignota;Misi lale al pugnar: benchanco bassaLa fama di Conallo, in mia presenza 150Vinsersi pugne, e satterrr gagliardi.Figlio di Semo la mia voce ascolta:Cura ti prenda del regal retaggioDel giovine Corman; ricchezze e doni,E la met della selvosa terra 155

    6Letteratura italiana Einaudi

  • Offri a Svaran, finch da Morven giungaIl possente Fingallo in tuo soccorso.Questo l consiglio mio: che se piuttostoLa pugna eleggi, eccomi pronto; e lanciaBrandisco e spada; mi vedrai tra mille 160Ratto avventarmi, e lalma mia di giojaSfaviller nei bellicosi orrori.

    S s, soggiunse Cucullin; m gratoIl suon dellarmi, quanto a primaveraTuono forier di desiata pioggia. 165Su dunque tosto si raccolgan tutteLe splendide trib; sicchio di guerraRavvisi i figli ad un ad un schierarsiSulla pianura, rilucenti comeAnzi tempesta il sol, qualora il vento 170Occidental le nubi ammassa, e scorreIl sordo suon per le morvenie querce.

    Ma dove son gli amici? i valorosiCompagni del mio braccio entro i perigli?Ove se tu Catbarre? ove quel nembo 175In guerra Ducomano? e tu FergustoMabbandonasti nel terribil giornoDella tempesta? tu de miei convitiNella gioja il primier, figlio di Rossa,Braccio di morte. Eccolo; ei vien, qual leve 180Cavriol de Malmorre. Addio possenteFiglio di Rossa, e qual cagion rattristaQuellanima guerriera? In su la tombaDi Catbarre, ei rispose, in questo puntoSalzano quattro pietre, e queste mani 185Sotterr Ducoman, quel nembo in guerra.Catbarre, o figlio di Torman, tu eriRaggio sulle colle: o Ducoman rubestoNebbia eri tu del paludoso Lano,Che pel fosco dautunno aer veleggia, 190E morte porta al popolo smarrito.

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    O Morna, o tra le vergini di TuraLa pi leggiadra, placido il tuo sonnoNellantro della rupe. Ah tu cadestiCome stella fra tenebre che striscia 195Per lo deserto, e l peregrin solettoDi cos passaggier raggio si dole.

    Ma di, riprese Cucullin, ma dimmiCome cadder gli eroi? cadder pugnandoPer man dei figli di Loclin? qual altra 200Cagion racchiude dInisfela i duciNellangusta magion? Catbar cadeoPer man di Ducomano appo la querciaDel mormorante rio; Ducoman posciaVenne allantro di Tura, e a parlar prese 205Allamabile Morna: O Morna, o fioreDelle donzelle, a che ti stai solettaNel cerchio delle pietre, entro lo speco?Sei pur bella, amor mio: sembra il tuo voltoNeve l nel deserto, e i tuoi capelli 210Fiocchi di nebbia che serpeggia, e saleIn tortuosi vortici, e sindoraAl raggio occidental. Sembran le mammeDue liscie, tonde, luccicanti pietreChe spuntano dal Brano: e le tue braccia 215Due tornite marmoree colonne,Che sorgon di Fingallo entro le sale.

    E donde vieni? linterruppe alloraLa donzelletta dalle bianche braccia:Donde ne vieni o Ducoman, fra tutti 220I viventi il pi tetro? oscure e torveSon le tue ciglia, ed hai gli occhi di bragia.Comparisce Svaran? di, del nemicoQual nuova arrechi, Ducomano? O Morna,Vengo dal colle, dal colle de cervi 225Vengone a te; collinfallibil arcoTre pur or ne trafissi, e tre ne presi

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  • Coi veltri della caccia. Amabil figliaDel nobile Cormante, odimi: io tamoQuanto lanima mia: per te col dardo 230Uccisi un cervo maestoso; aveaAlta fronte ramosa, e pi di vento.

    Ducoman, ripigli placida e fermaLa figlia di Cormante: or via, non tamo,Non tamo, orrido ceffo; hai color di selce, 235Ciglio di notte. Tu, Catbar, tu soloSei di Morna lamor, tu che somigliRaggio di sole in tempestoso giorno.Di, lo vedesti amabile, leggiadroSul colle de suoi cervi? in questa grotta 240La sua Morna lattende. E lungo tempoMorna lattender, ferocementeRiprese Ducoman: siede il suo sangueSopra il mio brando. Egli cadeo sul Brano:La tomba io gli alzer. Ma tu donzella 245Volgiti a Ducomano, in lui tu fisaTutto il tuo core, in Ducoman che ha l braccioForte come tempesta. Oim! cadeoIl figlio di Torman? disse la bellaDallocchio lagrimoso; il giovinetto 250Dal bel petto di neve? ei chera il primoNella caccia del colle? il vincitoreDegli stranier delloceno? Ah truceTruce sei Ducoman; crudele a Morna l braccio tuo. Dammi quel brando almeno, 255Crudo nemico, ondio lo stringa; io amoIl sangue di Catbar. Diede la spadaAlle lagrime sue: quella repentePassogli il petto: ei rovin qual ripaDi torrente montan. Stese il suo braccio, 260E cos disse: Ducomano hai morto;Freddo lacciaro nel mio petto: o MornaFreddo lo sento. Almen fa che l mio corpo

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  • Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    Labbia Moina: Ducomano il sognoEra delle sue notti; essa la tomba 265Innalzerammi; il cacciator vedralla,Mi loder: trammi del petto il brando,Morna; freddo lacciar. Venne piangendo;Trassegli il brando: ei col pugnal di furtoTrafisse il bianco lato, e sparse a terra 270La bella chioma: gorgogliando il sangueSpiccia dal fianco; il suo candido braccioStriscian note vermiglie: ella prostesaRotol nella morte, e a suoi sospiriLantro di Tura con piet rispose. 275

    Sia lunga pace, Cucullin soggiunse,Allalme degli eroi: le loro impreseGrandi fur ne perigli. Errinmi intornoCavalcion sulle nubi, e faccian mostraDe lor guerrieri aspetti; allor questalma 280Forte fia ne perigli, e l braccio mioImiter le folgori del cielo.Ma tu, Morna gentil, vientene assisaSopra un raggio di luna, e dolcementeTaffaccia allo sportel del mio riposo, 285Quando cess lo strepito dellarme,E tutti i miei pensier spirano pace.Or delle mie trib sorga la possa,Alla zuffa moviam. Seguite il carroDelle mie pugne: a quel fragor di gioja 290Brillivi lalma: mi sien poste accantoTre lancie, e dietro allanelante fogaDe miei destrier correte. Io vigor quindiNovo concepir, quando soffuscaLa mischia ai raggi del mio brando intorno. 295

    Con quel rumor, con quel furor che sboccaTorrente rapidissimo dal cupoPrecipizio di Cromla, e l tuon frattantoMugge su i fianchi, e sulla cima annotta;

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  • Cos vasti, terribili, feroci 300Balzano tutti impetuosamenteDInisfela i guerrier. Precede il duce,Siccome immensa docen balena,Che gran parte di mar dietro si tragge.Lungo la spiaggia ei va rotando, e a rivi 305Sgorga valor. Lalto torrente udiroI figli di Loclin: Svaran percosseLo scudo, e a s chiam dArno la prole.Dimmi, che quel mormorio dal monte,Che par dun sciame di notturni insetti? 310Scendono i figli dInisfela, o l ventoFreme lungi nel bosco? in cotal suonoRomoreggia Gormal, prima che salziDe flutti miei la biancheggiante cima.Poggia sul colle, o figlio dArno, e guata 315Loscura faccia della piaggia. Andonne,Ma tosto ritorn: tremante, ansanteSbarra gli occhi atterriti, e il cor nel pettoSentesi palpitar; son le vociRotte, lente, confuse. Alzati, o figlio 320Dellocen; veggo il torrente oscuroDella battaglia, laffollata possaDella stirpe dErina: il carro, il carroDella guerra ne vien, fiamma di morte,Il carro rapidissimo sonante 325Di Cucullin figlio di Semo. AddietroCurvasi in arco, come onda allo scoglio,Come al co_le aurea nebbia: i fianchi suoiSon di commesse colorate pietreVariati, e distinti; e brillan come 330Mar che di notte ad una barca intornoDe remi allagitar lustra, e singemma.Forbito tasso l suo timone, e l seggioDi liscio e lucidosso: e quinci, e quindiAspro di lancie, e la pi bassa parte 335

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    predella deroi: dal destro latoScorgesi il generoso, il bencrinito,Di largo petto, di cervice altera,Altosbuffante, nitritor destriero;Lunghia sfavilla, ed i suoi sparsi crini 340Sembran quella col striscia fumosa.Sifadda ha nome, e Duronallo laltro,Che al manco lato del terribil carroStassi, di sottil crin, di robusta unghia,Nelle tempeste dellacciar bollente 345Veloce corridor, figlio del colle.Mille striscie di cuojo il carro in altoLegano; aspri dacciar bruniti freniNuotano luminosi in biancheggianteCorona ampia di spume, e gemmisparse 350Liscie sottili redini scorrendoLibere van su maestosi colliDe superbi destrieri: essi la piaggiaLibano velocissimi, qual nebbiaLe acquose valli, e van ferocemente 355Con la foga de cervi, e con la possaDaquila infaticabile, che piombaSulla sua preda, e col fragor del vernoL per le terga di Gormal nevose.Sul carro assiso alto grandeggia il duce, 360Il tempestoso figlio della spada,Il forte Cucullin, prole di Semo,Re delle conche: le sue fresche guancieLustrano a paro del mio tasso, e l guardoDecerulei suoi lumi ampio si volve 365Sottesso allarco delle ciglia oscuro.Volagli fuor come vibrante fiammaDel capo il crin, mentrei spingesi innanziCrollando lasta minacciosa: fuggiO re dellocen, fuggi, ei savanzaCome tempesta. E quando mai, rispose, 370

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  • Mi vedesti a fuggir? quando ho fuggito,Figlio di codardia? Che? di GormalloLe tempeste affrontai, quando dei fluttiTorreggiava la spuma; affrontai fermoLe tempeste del cielo, ed or vilmente 375Fuggir da un guerrier? Fossei Fingallo,Non mi si abbuiera lalma di tema.Alzatevi, versatemivi intorno,Forti miei mille, in vorticosi giriQual rotante profondo: il brando vostro 380Segua il sentier del luminoso acciaroDel vostro duce; e dei nemici allurtoSiate quai rupi del terren natio,Che baldanzosamente alle tempesteGodon di farsi incontro, e stendon tutti 385Al vento irato i tenebrosi boschi.

    Come dautunno da due balze opposteIscatenati turbini focosiSaccavallan tra lor, cos lun laltroSavviluppan gli eroi; come dallalto 390Di rotte rupi rotolon cadendoDue torrenti spumosi urtansi in giostraCon forti cozzi, e gi con le miste ondeVan rovinosi a tempestar sul piano;S romorose, procellose, e negre 395Inisfela, e Loclin nella battagliaCorronsi ad incontrar: duce con duceCambiava i colpi, uomo con uom; gi scudoScudo preme, elmetto elmo, acciar percossoRimbalza dallacciaro: a brani, a squarci 400Spiccansi usberghi; e sgorga atro, e fumeggiaIl sangue; e per lo ciel volano, cadonoNembi di dardi, e tronchi daste, e schegge;Quai circoli di luce, onde sindoraDi tempestosa notte il fosco aspetto. 405Non mugghiar doceno, e non fracasso

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    Dultimo tuono assordator del cielo,Pu uguagliar quel rimbombo. Ancor se pressoFosservi i cento di Corman cantori,Per dar al canto le guerresche imprese, 410Pur di cento cantor foran le vociFiacche per tramandar ai d futuriLe morti degli eroi; s folti e spessiCadeano a terra, e de gagliardi il sangueS largo trascorrea. Figli del canto, 415Piangete Sitalin; piangi, Fiona,Sulle tue piagge il grazioso Ardano.Come due snelli giovinetti cerviL nel deserto, essi cadr per manoDel feroce Svaran; che in mezzo a mille 420Mugghiava s, che il tenebroso spirtoParea della tempesta, assiso in mezzoDei nembi di Gormal, che della morteDel naufrago nocchier sallegra e pasce.

    N gi sul fianco ti dorm la destra, 425Sir della nebulosa isola: molteDel braccio tuo furon le morti, e il brandoEra un foco del ciel quando colpisceI figli della valle; inceneriteCadon le genti, e tutto il monte fiamma. 430Sbuffan sangue i destrier; nel sangue guazzaLunghia di Duronal, Sifadda infrangePesta corpi deroi: sta raso il campo Addietro lor, quai rovesciati boschiNel deserto di Cromla, allor che l turbo 435Sulla piaggia pass carco de tetriSpirti notturni le rugghianti penne.Vergine dInistorre allenta il frenoAlle lagrime tue, delle tue stridaEmpi le balze, il biondo capo inchina 440Sopra londe cerulee, o tu pi bellaDello spirto dei colli in su l meriggio,

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  • Che nel silenzio dei movernj boschiSopra dun raggio tremulo di luceMove soavemente. Egli cadeo: 445E` basso il tuo garzon; pallido ei giaceDi Cucullin sotto la spada; e l coreFervido di valor, pi nelle pugneNon fia che spinga il giovinetto alteroDe regi il sangue ad emular. Trenarre, 450Lamabile Trenar, donzella, morto.Empion la casa dululati i fidiGrigi suoi cani, e del signor dilettoVeggon lombra passar. Nelle sue salePende larco non teso, e non sascolta 455Sul colle de suoi cervi il corno usato.

    Come a scoglio mille onde, incontro ErinaTal di Svaran va loste; e come scoglioMille onde incontra, di Svaran la possaCos Erina incontr. Schiude la morte 460Tutte le fauci sue, tutte lorrendeSue voci innalza, e le frammischia al suonoDei rotti scudi: ogni guerriero torreDoscuritade, ed ogni spada lampo.Monti echeggiano e piagge, al par di cento 465Ben pesanti martelli alternamenteAlzantisi, abbassantisi sul rossoFiglio della fornace. E chi son questi,Questi chi son, che tenebrosi, orrendiVanno con tal furor? veggo due nembi, 470Duo folgori veggio: turbati intornoSono i colli minori, e trema il muscoSullerte cime delle rupi annose.E chi son questi mai, fuorch il possenteFiglio delloceno, e il nato al carro 475DErina correttor. Tengon lor dietroSpessi sul piano ed anelanti sguardiDei fidi amici, alla terribil vista

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    Turbati, incerti: ma gi gi la notteScende, e tra nubi i due campioni involve; 480E allorribil conflitto omai d posa.

    Di Cromla intanto sullirsuto fiancoPose Dorglante i cavrioli e i cervi,Felici doni della caccia innanziChe lasciassero il colle i forti eroi. 485Cento guerrieri a raccor scope in frettaDansi, trecento a scer le lisce pietre;Dieci accendon la fiamma, e fuma intornoLapprestato convito. Allor dErinaIl generoso duce il suo leggiadro 490Spirito ripigli: sulla raggianteLancia chinossi, e a Carilo si volse,Canuta prole di Chinfena, e dolceFiglio de canti: E per me solo adunqueSimbandir questo convito, e intanto 495Star il re di Loclin sulla ventosaSpiaggia dUllina abbrividato, e lungiDai cervi de suoi colli, e dalle saleDe suoi conviti? Or via, Carilo sorgi,Porta a Svaran le mie parole: digli 500Che la mia festa io spargo: ei venga in questeOre notturne ad ascoltare il suonoDe miei boschetti, or che gelati, acutiPungono i venti le marine spume.Venga, e la dolce arpa tremante, e i canti 505Ascolti degli eroi. Carilo andonneCon la voce pi dolce, e cos disseAl re dei bruni scudi: Esci dallirtePelli della tua caccia, esci, Svarano,Signor dei boschi: Cucullin diffonde 510La gioja delle conche, e a s tinvita.Vieni, o Svaran. Quei non parl, muggo,Simile al cupo brontolio di CromlaDi tempeste forier: Quandanche, Erina,

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  • Le giovinette tue mi stendan tutte 515Le loro braccia di neve, e faccian mostraDei palpitanti petti, e dolcementeGirino a me glinnamorati sguardi;Fermo quai mille di Loclin montagneQui Svaran rimarr, finch l mattino 520Venga co raggi suoi dal mio orenteA rischiarar di Cucullin la morte.Grato mi freme nellorecchio il ventoChe percuote i miei mari: ei nelle sarteParlami, e nelle vele, e mi rimembra 525I verdi boschi di Gormal, che spessoA miei venti echeggiar, quando rosseggiaLa lancia mia dietro le belve in caccia.A Cucullin tu riedi: a ceder pensiLantico trono di Cormano imbelle; 530O i torrenti dErina al nuovo giornoAlle sue rupi mostreran la spumaRossa del sangue del domato orgoglio.Carilo ritorn: ben, disse, tristaLa voce di Svaran. Ma sol per lui, 535Ripigli Cucullin: tu la tua sciogli,Carilo intanto, e degli antichi tempiRammenta i fatti; fra le storie e i cantiScorra la notte: entro il mio core infondiLa dolcezza del duol; che molti eroi, 540E molte vaghe vergini damoreGi fioriro in Erina, e dolci allalmaScendon le note del dolor, che sodeOssian cantar l dAlbion su i montiQuando cess la romorosa caccia, 545E sarresta ad udir londa del Cona.

    Venne in Erina nei passati giorni,Ei cominci, dellocen la stirpe.Ben mille navi barcollar sullondeVer lamabile Ullina. Allor salzaro 550

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    17Letteratura italiana Einaudi

  • Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    I figli dInisfela, e fersi incontroAlla schiatta dei scudi. Ivi CairbaCima dei duci, ed ivi era pur Gruda,Maestoso garzon: gi lunga rissaEbber tra lor pel variato toro, 555Che nella valle di Golbun mugga.Ciascun volealo, e fu spesso la morteGi per calar sulle taglienti spade.Pur nel gran giorno lun dellaltro a latoPugnar que prodi; gli stranier fuggiro. 560Qual nome sopra il colle era s belloQuanto Gruda, e Cairba? Ah perch maiTorn l toro a muggir? quelli mirarloTrescar bizzarro, e saltellar sul prato,Candido come neve, e si raccese 565Lira dei duci: in sullerbose spondeDel Luba essi pugnaro, e l maestosoGruda cadeo. Venne Cairba oscuroAlla valle di Tura. Ivi Bresilla,Delle sorelle sua la pi leggiadra, 570Sedea soletta, e gi pascendo il coreCoi canti della doglia. Eran suo cantoLe prodezza di Gruda, il giovinettoDe suoi pensier segreti; ella il piangeaCome gi spento nel campo del sangue. 575Pur sosteneala ancor picciola spemeDel suo ritorno. Un cotal poco uscaFuor delle vesti il bianco sen, qual lunaChe da nubi trapela: avea la voceDolce pi charpa flebile gemente: 580Fissa in Gruda avea lalma, era di GrudaIl suo segreto sospiretto, e il lentoFurtivo sogguardar delle pupille.Gruda quando verrai? guerriero amatoQuando ritorni a me? Venne Cairba, 585E s le disse: Or qua, Bresilla, prendi

    18Letteratura italiana Einaudi

  • Questo sanguigno scudo, entro la salaLappendi per trofeo: la spoglia questaDel mio nemico. Alto tremor le scosseIl suo tenero cor, vola repente 590Pallida, furibonda; il suo bel GrudaTrov nel sangue, e gli spir sul petto.Or qui riposa la lor polve, e questiDue mesti tassi solitarii usciroDi questa tomba, e saffrettar lun laltro 595Ad abbracciarsi con le verdi cime.Tu sul prato, o Bresilla, e tu sul colleBello eri, o Gruda; il buon cantor con dogliaRimembrer i tuoi casi, e co suoi versiConsegner questi amorosi nomi 600Alla memoria di remote etadi.

    Dolce la voce tua, Carilo, e dolceStoria narrasti: ella somiglia a frescaDi primavera placidetta pioggia,Quando sorride il sole, e volan levi 605Nuvole sottilissime lucenti.Deh tocca larpa, e fammi udir le lodiDellamor mio, del solitario raggioDelloscura Dunscaglia; ah tocca larpa,Canta Bragela: io la lasciai soletta 610Nellisola nebbiosa. Il tuo bel capoStendi tu, cara, dal nativo scoglio,Per discuoprir di Cucullin la nave?Ah che lungi da te rattienmi, o cara,Linvido mar: quante fiate, e quante 615Per le mie vele prenderai la spumaDel mar canuto, e ti dorrai delusa!Ritirati, amor mio; notte savanza,E l freddo vento nel tuo crin sospira.Va nella sale de conviti miei 620A ricovrarti, e alle passate giojeVolgi il pensier; che a me tornar non lice,

    Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    19Letteratura italiana Einaudi

  • Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    Se pria non cessa il turbine di guerra.Ma tu fido Conal, parlami darme,Parla di pugne, e fa mesca di mente, 625Che troppo dolce, la vezzosa figliaDel buon Sorglan, lamabile BragelaDal bianco sen, dalle corvine chiome.

    Figlio di Semo, ripigli ConalloA parlar lento, attentamente osserva 630Del mar la stirpe; i tuoi guerrier notturniManda allintorno, e di Svaran la possaStatti vegliando. Il pur dir di nuovo,Per la pace son io, finch sia giuntaLa schiatta del deserto, e che qual sole 635Lalto Fingallo i nostri campi irraggi.Cucullin sacchet, colp lo scudoDi scolte ammonitor; mossersi tostoI guerrier della notte, e su la piaggiaGiacquero gli altri al zufolar del vento. 640Lombre de morti intanto ivan nuotandoSopra ammontate tenebrose nubi;E per lo cupo silenzio del LenaSudiano ad or ad or gemer da lungiLe fioche voci e querule di morte. 645

    20Letteratura italiana Einaudi

  • CANTO II

    ARGOMENTO: Lombra di Crugal, uno degli eroi irlandesichera stato ucciso in battaglia, apparisce a Conal e predice lasconfitta di Cucullino nel prossimo combattimento. Conal co-munica a questo la sua visione, e lo sollecita vivamente a far lapace con Svarano; ma Cucullino inflessibile per principiodonore ed deciso a continuare la guerra. Giunge il mattino.Svarano propone a Cucullino disonorevoli condizioni, le qualivengono rigettate. La battaglia incomincia e dura ostinatamen-te per qualche tempo, finch alla fuga di Grumal tutta larmatairlandese va in rotta. Cucullino e Conal coprono la ritirata. Ca-rilo conduce i soldati irlandesi ad un monte vicino dove sonotosto seguiti da Cucullino medesimo, il quale scopre da lungi laflotta di Fingal, che savanza verso la costa: ma sopraggiunta lanotte, la perde di vista. Cucullino, afflitto ed abbattuto per lasua sconfitta, attribuisce questo sinistro avvenimento alla mor-te di Ferda, suo amico, qualche tempo innanzi da lui ucciso.Carilo, per far vedere che il cattivo successo non seguita sem-pre coloro che innocentemente uccidono le persone a lor care,introduce lepisodio di Comal e Galvina.

    Posan gli eroi, tace la piaggia. Al suonoDalpestre rio, sotto lantica piantaGiace Conallo: una muscosa pietraSostiengli il capo. Della notte udiaStridula acuta cigolar la voce 5Per la piaggia del Lena; ei dai guerrieriGiace lontan, che non temea nemiciIl figlio della spada. Entro la calmaDel suo riposo, egli spiccar dal monteVide di foco un rosseggiante rivo. 10Per quellardente luminosa rigaA lui scese Crugallo, uno dei duciPocanzi estinti, che cadeo per manoDel fier Svaran: par di cadente lunaRaggio il suo volto; nugoli del colle 15Forman le vesti: sembrano i suoi sguardi

    Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    21Letteratura italiana Einaudi

  • Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    Scintille estreme di languenti faci:Aperta, oscura, nel mezzo del pettoSospira una ferita. O Crugal, disseIl possente Conal, figlio di Dedga 20Chiaro sul colle, o frangitor di scudi,Perch pallido e mesto? io non ti vidiMai nelle pugne impallidir di tema.E che tattrista? Lagrimoso, e foscoQuegli si stette: sulleroe distese 25La sua pallida man, languidamenteAlz la voce in suon debole e roco,Come lauretta del cannoso Lego.Conl, tu vedi lombra mia che giraSul natio colle, ma il cadaver freddo 30Giace dUllina sullignude arene.Pi non mi parlerai, n le mie ormeVedrai sul prato: qual nembo di CromlaSon vuoto e lieve, e per laere galleggioCome nebbia sottile. Odimi, o duce: 35Veggio loscuro nugolo di morteChe sul Lena si sta: cadranno i figliDInisfela, cadran: da questo campoRitirati, o Conallo; campo dombre.

    Disse, e spar come offuscata luna 40Nel fischiante suo nembo. Ah no, tarresta,Tarresta, o fosco rosseggiante amico,Disse Conal; vientene a me, ti spogliaDi quel raggio celeste, o del ventosoCromla guerriero. In qual petrosa grotta 45Ricovri tu? qual verdeggiante colleDatti albergo e riposo? e non udremtiDunque nella tempesta, o nel rimbomboDellalpestre torrente, allor che i fiacchiFigli del vento a cavalcar sen vanno 50Per laeree campagne? Ei, cos detto,Rizzasi armato; a Cucullin saccosta,

    22Letteratura italiana Einaudi

  • Picchia lo scudo: risvegliossi il figlioDella battaglia. E qual cagion ti guida?Disse del carro il reggitor sublime; 55Perch nel buio della notte armatoVieni o Conl? potea la lancia miaVolgersi incontro a quel rumore, ondioPiangessi poi del mio fedel la morte.Conl che vuoi? figlio di Colgar parla; 60Lucido l tuo consiglio a par del sole.Duce, ei rispose, a me pur ora apparveLombra di Crugal: trasparian le stelleFosche per la sua forma; avea la voceDi lontano ruscello: egli sen venne 65Messaggero di morte; ei favellommiDelloscura magion. Duce dErinaSollecita la pace, o a sgombrar pensaDalla piaggia del Lena. Ancor che foschePer la sua forma trasparian le stelle, 70Soggiunse Cucullin, teco o ConalloLombra parl? questo fu l vento amico,Che nelle grotte mormor del Lena.O se pur fu Crugl, che nol forzastiDi comparirmi innanzi? e non gli hai chiesto 75Dove sia lantro suo, dove lalbergoDellospite dei venti? allor potrebbeForse il mio brando rintracciar cotestaPresaga voce, e trar da quella a forzaIl suo saper: ma l suo saper, Conallo, 80credimi, poco. Or come? egli pocanziFu pur tra noi; pi su che i nostri colliEi non varc: chi della nostra mortePotriagli adunque rivelar larcano?

    Lombre su i venti e sulle nubi in frotta 85Vengono e vanno a lor piacer, soggiunseIl senno di Conal; nelle speloncheFanno alterni colloquj, e degli eventi

    Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    23Letteratura italiana Einaudi

  • Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    Parlano de mortali. E de mortaliParlino a senno lor, parlin di tutti; 90Di me non gi, che l ragionarne vano.Scordinsi Cucullin, perchio son fermoDi non fuggir: se fisso pur chio caggia,Trofeo di gloria alle future etadiSorger la mia tomba; il cacciatore 95Verser qualche lagrima pietosaSopra il mio sasso, e alla fedel BragelaSar memoria ognor dolce, ed acerba.Non temo di morir, di fuggir temo,E di smentirmi: che pi volte in guerra 100Scorsemi vincitor lalto Fingallo.O tenebroso fantasma del colle,Su via mostrati a me, vien sul tuo nembo,Vien sul tuo raggio; in la tua man rinchiusaMostrami la mia morte, aerea forma, 105Non fuggir. Va, va, Conl, colpisciLo scudo di Cabr che giace appesoL tra quellaste; i miei guerrier dal sonnoSveglinsi tutti, e alla vicina pugnaSaccingan tosto. Ancor che a giunger tardi 110Leroe di Selma, e la robusta schiattaDe tempestosi colli, andiamne, amico,Pugnisi, e sia con noi vittoria, o morte.

    Si diffonde il rumor; sorgono i duci.Stan su la piaggia armati al par dantiche 115Quercie crollanti i noderosi rami,Se gelata onda le percuote, e al ventoSodon forte stormir laride fronde.

    Gi la nebbiosa dirupata fronteDi Cromla appar, gi l mattutino raggio 120Tremola su la liquida marinaN fosca pi, n ben lucente ancora.Va roteando lentamente intornoLa grigia nebbia, e dInisfela i figli

    24Letteratura italiana Einaudi

  • Nasconde agli occhi di Svaran. Sorgete, 125Disse il signor dei tenebrosi scudi,Sorgete, o voi che di Loclin dallondeMeco veniste: gi dallarmi nostreFuggir dErina i duci. Or che si tarda?Sinseguano, sincalzino. Tu Morla 130Tosto alla reggia di Corman tavvia:Comanda a lui, che di Svaran la possaProstrato inchini, anzi che l popol tuttoNella morte precipiti, ed UllinaAltro non resti che deserto e tomba. 135

    Sadunano color, simili a stormoDaugei marini, quando il flutto iratoLi rispinge dal lido, e fremon comeNella valle di Cona accolti rivi,Qualor dopo notturna atra bufera 140Alla sbiadata mattutina luceVolvon riflussi vorticosi oscuri.Sfilan, quai succedentisi sul monteNugoloni dautunno, orride in vistaLe avverse schiere. Maestoso e grande 145A par del cervo de morvenii boschiSvaran savanza, e fuor dellampio scudoEsce il fulgor della notturna fiamma,Che per la muta oscurit del mondoFassi guida e sentiero allerranti ombre: 150Guatale il peregrin pallido, e teme.

    Ma un nembo alfin sorto dal mar la densaNebbia squarci: tutti apparir repenteDInisfela i guerrier schierati, e stretti,Qual catena infrangibile di scogli 155Lungo la spiaggia. Oh, disse allor lalteroDei boschi regnator, vattene o Morla,Offri pace a costoro, offri quei pattiChe diamo ai re, quando alla nostra possaPiegan le vinte nazioni, e spenti 160

    Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    25Letteratura italiana Einaudi

  • Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    Sono i guerrieri, e le donzelle in lutto.Disse. Con lunghi risonanti passiMorla avviossi, e baldanzoso in attoVenne dinanzi al condottier dErina,Che stava armato: gli fean cerchio intorno 165Gli eroi minori. O Cucullin, accetta,Dissei, la pace di Svaran, la paceChegli offre ai re, quando alla sua possanzaPiegan le nazioni; a lui tu cediLa verdeggiante Ullina, e in un con essa 170La tua sposa, e il tuo can; la dal ricolmoE palpitante sen bella tua sposa,Ed il tuo can raggiungitor del vento.Questi a lui cedi in testimonio eternoDella fiacchezza del tuo braccio, e in esso 175Scorgi il tuo re. Porta a quel cor dorgoglio,Porta a Svaran, che Cucullin non cede.Egli moffre la pace: io offro a luiLe strade delloceno, oppur la tomba.Non fia giammai chuno stranier possegga 180Quel raggio di Dunscaglia; e mai cervettaNon fuggir per le loclinie selveDal pi ratto di Lua. Vano e superboDel carro guidator, Morla riprese,Vuoi tu dunque pugnar? pugnar vuoi dunque 185Contro quel re, di cui le navi figlieDi molti boschi trar potrian diveltaTutta lisola tua seco per londe? S questUllina meschinetta, e pocaContro il signor del mar. Morla, ei soggiunse, 190Cedo a molti in parole, a nullo in fatti.Rispetter la verdeggiante ErinaLo scettro di Corman, finch respiriConallo, e Cucullin. Conallo, o primoTra duci, or che dirai? pur or di Morla 195Le voci udisti; o generoso e prode,

    26Letteratura italiana Einaudi

  • Saran pur anco i tuoi pensier di pace?O spirto di Crugallo, e tu di morteMosasti minacciar? schiudimi il varcoDellangusta tua casa: ella fra raggi 200Maccoglier della mia gloria involto.Su su, figli dErina, alzate lasta,Piegate larco, disperatamenteSul nemico avventatevi, ondei credaChe a lui dallalto si rovescin sopra 205Tutti i notturni tempestosi spirti .

    Or s mugghiante, orribile, profondoVolvesi il bujo della zuffa: nebbiaCos piomba sul campo allor che i nembiInvadono il solar tacito raggio. 210Precede il duce; irata ombra il diresti,Che dietro ha negra nube, ed infocateMeteore intorno, e nella destra i venti.Carilo era in disparte: ei fa che salziIl suon del corno bellicoso; e intanto 215Scoglie la grata voce, ed il suo spirtoSgorga nel cor de bellicosi eroi.

    Dove dove Crugal? disse la dolceBocca del canto: ei basso giace, mutaLa sala delle conche; oblio lo copre. 220Mesta la sposa sua, che peregrinaEntro le stanze del suo lutto alberga.Ma quel raggio veggio, che tra le schiereDei nemici si scaglia? ella Degrena,La sposa di Crugallo: addietro ai venti 225Lascia la chioma; ha rosseggiante sguardo,Strillante voce. Ahi lassa! azzurro e vuoto ora il tuo Crugal: sta la sua formaNella cava del colle: egli al tuo orecchioFessi pian pian nel tuo riposo, alzando 230Voce pari al ronzio dape montana.Ve ve cade Degrena, e sembra nube

    Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    27Letteratura italiana Einaudi

  • Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    Che striscia in sul mattino: nel suo fiancoLa spada di Loclin. Cairba, spenta,Cadde Degrena tua; Degrena, il dolce 235Risorgente pensier de tuoi verdanni.

    Ud Cairba il mesto suono, e videLa morte della figlia; in mezzo a mille,Qual balena che l mar frange col pondo,Slanciasi, e mugghia: la sua lancia incontra 240Il cor dun figlio di Loclin: singrossaLa sanguinosa mischia. In bosco annosoBen cento venti, o tra ramosi abetiDi cento colli violenta fiamma,Poriano appena pareggiar la strage, 245La rovina, il fragor dellaffollateSchiere cadenti. Cucullin recideCome cardi gli eroi; Svaran devasta,Diserta Erina: di sua man CuranoCadde, e Cairba dal curvato scudo. 250Giace Morglano in ferreo sonno, e CaltoGuizza morendo: del suo sangue ha tintoIl bianco petto; strascinata e sparsaLa gialla chioma per la molle arenaDel suo terren natio. Spesso ovei cadde 255Gi conviti imband, spesso dellarpaLa voce sollev; festosi intornoSaltellavangli i veltri, e i giovinettiStavansi ad assettar faretre ed archi.

    Gi Svaran cresce, e gi soverchia, come 260Torrente che trabocca, e i minor poggiSchianta e travolve, e i maggior pesta e sfianca.Ma sattraversa Cucullin, qual monteDi nembi arrestator: cozzano i ventiSulla fronte di pini, e i massi informi 265La ripercossa grandine flagella:Quello in sua possa radicato e fermoStassi, ed adombra la soggetta valle.

    28Letteratura italiana Einaudi

  • Tal Cucullino ombra faceasi, e schermoAi figli dInisfela: a lui dintorno 270Di palpitanti eroi zampilla il sangue,Come fonte da rupe: invan, chErinaCade pur dogni parte, e si dileguaSiccome neve a caldo sol. Compagni,Gruma grid, Loclin conquista, e vince: 275Che pi dunque pugnar, palustri canneContro il vento del cielo? al colle, al colleFuggiam compagni: ed ei fuggissi il primoCome cervo inseguito, e la sua lancia,Simile a raggio tremulo di luce, 280Dietro traea. Pochi fuggir con Gruma,Duce di picciol cor: gli altri pugnandoCaddero, e l Lena ricoprir coi corpi.

    Vede dallalto del gemmato carroLa sconfitta de suoi, vedela, e freme 285DErina il condottier: trafisse il pettoA un fier nemico, indi a Conl si volse.O Conallo, esclam, tu maddestrastiQuesto braccio di morte: or che farassi?Ancor chErina sia fugata o spenta, 290Non pugnerem perci? S s: tu vanne,Carilo, e i sparsi fuggitivi avanziDi nostre schiere l raccogli, e guidaDietro quellerto cespuglioso colle.Noi stiam fermi quai scogli, e sostenendo 295Limpeto di Loclin, de fidi amiciLa fuga assicuriam. Balza ConalloSopra il carro di luce: i due campioniStendono i larghi tenebrosi scudi,Come la figlia dei stellati cieli 300Lenta talor move per laere, e intornoDi fosco cerchio sincorona e tinge.Palpitante, anelante e spuma e sangueSpruzza Sifadda, e Duronallo a cerchio

    Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    29Letteratura italiana Einaudi

  • Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    Volvesi alteramente, e calca e strazia 305Nemici corpi: quei serrati e foltiTempestano gli eroi, quai sconvolte ondeSconcia balena despugnar fan prova.

    Di Cromla intanto sul ciglion petrosoSi ritrassero alfine i pochi e mesti 310Figli dErina, somiglianti a un bosco,Cui strisciando lamb rapida fiamma,Spinta dai venti in tempestosa notte.Dietro una quercia Cucullin si poseTaciturno, pensoso: il torbidocchio 315Gira agli astanti amici. Ecco venirneMoran del mare esplorator. Le navi,Le navi, egli grid; Fingal, Fingallo,Il Sol dei duci, il domator deroi,Ei viene, ei vien: spumano i flutti innanzi 320Le nere prue; le sue velate antenneSembran boschi tra nubi. O venti, o voiVenti, soggiunse Cucullin, che usciteDallisoletta dellamabil nebbia,Spirate tutte favorevoli aure, 325Secondate il guerrier: vientene amicoAlla morte di mille, amico ah vieni.Nubi dalloriente a questo spirtoSon le tue vele, e laspettate naviLuce del cielo, e tu mi sei tu stesso 330Come colonna dimprovviso focoRischiaratrice della notte oscura.O mio Conal, quanto graditi e cariCi son gli amici! Ma sabbuja intantoLa notte: ov Fingal? noi le foschore 335Stiam qui passando, e sospiriam la luna.

    Gi sbuffa il vento; dalle fesse rupiGi sboccano i torrenti: al capo irsutoDi Cromla intorno sadun la pioggia,E rosse tremolavano le stelle 340

    30Letteratura italiana Einaudi

  • Per le spezzate nubi. Appresso un rivo,Di cui la pianta al gorgoglo risponde,Mesto sassise il condottier dErina.Carilo il buon cantor stavagli accanto,E l pro Conallo. Ah, sospirando disse 345Di Semo il figlio, ah che infelice e fiaccaE` la mia man, dacch lamico uccise!O Ferda, o caro Ferda, io pur tamavaQuanto me stesso. Cucullin, deh dinne,Linterruppe Conal, come cado 350Quellillustre guerrier? ben mi sovvengoDel figlio di Damman. Grande era e belloCome larco del ciel. Ferda signoreDi cento colli, dAlbion sen venne.Nella sala di Muri ei da primanni 355Larte del brando apprese, e damistadeStrinsesi a Cucullin: fidi alla cacciaNandammo insieme; era comune il letto,Era a Cairba gi signor dUllinaDeugala sposa: avea costei nel volto 360La luce di belt, ma in mezzo al coreLa magion dellorgoglio. Ella invaghissiDi quel raggio solar di gioventude,Del figlio di Damman. Cairba, un giornoDisse la bella, ors dividi il gregge; 365Dammi la mia met: restar non voglioNelle tue stanze: il gregge tuo dividi,Fosco Cairba. Cucullin, rispose,Lo divida per me: trono l suo pettoDi giustizia: tu parti. Andai: la greggia 370Divisi. Un toro rimaneva, un toroBianco di neve; al buon Cairba il diedi.Deugala navvamp; venne allamante:Ferda, dissella, Cucullin moffende;Fammi udir di sua morte, o sul mio corpo 375Scorrer il Luba; la mia pallidombra

    Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    31Letteratura italiana Einaudi

  • Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    Staratti intorno, e del mio orgoglio offesoPianger la ferita: o spargi il sangueDi Cucullino, o mi trapassa il petto.Oim, disse il garzon, Deugala, e come? 380Io svenar Cucullino? egli lamicoDe miei pensier segreti, e contro ad essoSollever la spada? Ella tre giorniPianse; nel quarto d cesse al suo piantoLinfelice garzon. Deugala, ei disse, 385Tu l vuoi, combatter: ma potessioCader sotto il suo brando! Io dovrei dunqueErrar sul colle, e rimirar la tombaDi Cucullin? Noi presso a Muri insiemePugnammo: simpacciavano lun laltro 390Ad arte i brandi nostri, il fatal colpoSfuggendo, sdrucciolavano sugli elmi,Strisciavano su i scudi. Eragli accantoDeugala sua: con un sorriso amaroDiedesi a rampognarlo: O giovinetto, 395Debole l braccio tuo, non pel brandoQuesta tenera et; garzone imbelleCedi al figlio di Semo; egli pareggiaLo scoglio di Malmor. Corsegli allocchioLagrima di vergogna; a me si volse, 400E parl balbettando: alza il tuo scudo,Alzalo, Cucullino, e ti difendiDal braccio dellamico: ho grave e negraLanima di dolor, che uccider deggioIl maggior degli amici e degli eroi. 405

    Trassi a quei detti alto sospir, qual ventoDa fessa rupe: sollevai del brandoLacuto filo: ahi lasso! egli cadeo.Cadde il Sol della pugna, il caro, il primoTra fidi amici: sciagurata, imbelle 410 la mia man, dacch lamico uccisi.

    Figlio del carro, dolorosa istoria,

    32Letteratura italiana Einaudi

  • Carilo ripigli, narrasti: or questaMi rimanda alla mente un fatto antico,Che pu darti conforto. Io spesso intesi 415Membrar Comallo che lamata uccise;Pur sempre accompagn vittoria e famaLa sua spada, e i suoi passi. Era ComalloUn figlio dAlbion, di cento colliAlto signor: da mille rivi e mille 420I suoi cervi beveano, e mille scogliRispondeano al latrar de veltri suoi.Era soavit di giovinezzaLamabile suo volto; era il suo braccioMorte deroi. De suoi pensier lobietto 425Uno era e bello, la gentil Galvina,La figlia di Colonco: ella sembravaSol tra le donne, e liscia ala di corvoLa sua chioma vincea; sagaci in cacciaErano i cani suoi, fischiava al vento 430La corda del suo arco. I lor soaviSguardi damor si riscontrar sovente:Uno alla caccia era il lor corso, e dolciLe lor segrete parolette e care.

    Ma per la bella si struggea damore 435Il fier Gormante; il tenebroso duceDArven nembosa, di Comal nemico.Egli tuttor della donzella i passiSollecito esplorava. Un d che stanchiTornavano da caccia, e avea la nebbia 440Tolti alla vista lor gli altri compagni,Si riscontraro i due teneri amantiAlla grotta di Ronna. Ivi ComalloFacea spesso soggiorno; ivi del ducePendean disposti i bellicosi arnesi: 445Cento scudi di cuoio, e cento elmettiDi risuonante acciar. Qui dentro, ei disse,Riposati, amor mio, riposa o luce

    Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    33Letteratura italiana Einaudi

  • Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    Dello speco di Ronna: un cervo appareSu la vetta di Mora; io l men volo, 450Ma tosto torner. Comal, rispose,Temo Gormante il mio nemico; egli usaIn questa grotta; io poser fra larmi:Ma fa tosto, amor mio. Vol leroeVerso il cervo di Mora. Allor la bella 455Volle far prova sconsigliatamenteDellamor del suo caro: il bianco latoElla coperse di guerriere spoglie,E della grotta usc. Coml ladocchia,Credela il suo nemico; il cor gli balza: 460Iscolorossi, intenebrossi; incoccaLarco; vola lo stral; cade GalvinaNel sangue suo. Quei furibondo, ansanteVola allantro, e la chiama: alcun non sode;Muta la rupe. O dolce amor rispondi, 465Dove se tu? Torna allestinto, e vedeIl cor di quella palpitar nel sangueDentro il suo dardo. O mia Galvina! oh vista!Or se tu quella? e le cadeo sul petto.

    Vennero i cacciatori, e ritrovaro 470La sventurata coppia. Il duce ancoraErr sul colle; ma solinghi e mutiErano i passi suoi presso loscuraMagion dellamor suo. Sceser le naviDelloceno; egli pugn; fuggiro 475Dal suo brando i stranier: cerc la morte,Ma chi dar la poteagli? a terra iratoScagli lo scudo; una volante frecciaRiscontr alfine il maschio petto. Ei dormeCon lamata Galvina in riva al mare; 480E fendendo il nocchier le nordiche onde,Scorge le verdi tombe, e ne sospira.

    34Letteratura italiana Einaudi

  • CANTO III

    Cucullino essendosi molto compiaciuto della storia di Carilo,insiste perch canti pi a lungo. Il Bardo riferisce le azioni diFingal in Loclin e la morte di Aganadeca, la bella sorella diSvarano. Sopraggiunge Calmar, ed espone loro il disegno diSvarano di sorprender il rimanente dellesercito irlandese. Pro-pone di resistere egli solo a tutte le forze del nemico in un an-gusto passaggio finch larmata irlandese possa ritirarsi inbuon ordine. Cucullino, ammirando la coraggiosa proposizio-ne di Calmar, risolve di accompagnarlo, e comanda a Carilo discortar altrove que pochi Irlandesi che rimanevano. Venuta lamattina, Calmar muore dalle sue ferite: e comparendo i naviglide Caledoni, Svarano tralascia di inseguire glIrlandesi e tornaaddietro per opporsi allo sbarco di Fingal. Cucullino, vergo-gnandosi di comparire davanti a Fingal, dopo la sua sconfitta,si ritira nella grotta di Tura. Fingal attacca la zuffa col nemico elo mette in fuga. Ma la notte che sopravviene fa che la vittorianon sia compiuta. Il re che aveva osservato il valore e l corag-gio dOscar, suo nipote, gli d alcuni ammaestramenti per bencondursi in pace e in guerra. Storia di Fainasollis, figlia del redi Craca, cui Fingal aveva presa a proteggere nella sua gio-vent. Fillano e Oscar sono inviati ad osservar, durante la not-te, i movimenti dei nemici. Gaulo, figlio di Morni, domanda ilcomando dellarmata nella seguente battaglia, e Fingal glieloaccorda.

    Soavi note, dilettose istorie,Raddolcitrici de leggiadri cori!Soggiunse Cucullin. Tal molce il colleRugiada del mattin placida e fresca,Quando il sogguarda temperato il sole, 5E la faccia del lago pura e piana.Segui, Carilo, segui; ancor satolloNon l mio cor. La bella voce sciogli,Dinne il canto di Tura, il canto elettoChe soleasi cantar nelle mie sale; 10Quando Fingallo il gran signor dei brandiVera presente, e sallegrava udendo

    Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    35Letteratura italiana Einaudi

  • Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    O le sue proprie, o le paterne imprese.Fingallo, uom di battaglia (in cotal guisa

    Carilo incominci) prevenne gli anni 15La gloria tua. Nel tuo furor consuntaRest Loclin, che la tua fresca guanciaGara avea di belt con le donzelle.Esse amorosamente alla fioritaVezzosa faccia sorridean, ma morte 20Stava nella sua destra. Avea la possaDella corsa del Lora; i suoi seguaciFremeangli addietro come mille rivi.Essi il re di Loclin, laltero StarnoPresero in guerra, e l ricondusser poi 25Alle sue navi: ma dorgoglio e diraRigonfiossegli il core, e nel suo spirtoPiantossi oscura del garzon la morte:Perch non altri che Fingallo aveaVinta di Starno lindomabil possa. 30Stava in Loclin costui dentro la salaDelle sue conche, e a s chiam dinanziIl canuto Snivan; Snivan che spessoCantava intorno al circolo di Loda,Quando la pugna nel campo dei forti 35Volgeasi, e a canti suoi porgeva ascoltoLa Pietra del poter. Snivan canuto,Va, disse Starno, alle dal mar cerchiateArvenie rocce; ed al possente e belloRe del deserto tu dirai, chio gli offro 40La figlia mia, la pi gentil donzellaChalzi petto di neve; essa ha le bracciaCandide al par della marina spuma;Dolce e nobile il cor. Venga Fingallo,Venga co suoi pi forti alla vezzosa 45Vergine figlia di segreta stanza.

    Alle colline dAlbion ventoseVenne Snivano; e l ben chiomato eroe

    36Letteratura italiana Einaudi

  • Seco nand: dinanzi a lui volavaLinfiammato suo cor, mentrei lazzurre 50Nordichonde fendea. Ben venga a noi,Starno grid, ben venga il valorosoRe di Morven scoscesa; e voi ben giuntiSiate pur suoi guerrieri, illustri figliDellisola solinga: in feste e canti 55Vi starete tre giorni, e tre le belveSeguirete alla caccia, affin che possaGiunger la vostra fama alla donzellaDella segreta stanza abitatrice.

    S fintamente favell laltero 60Re della neve, e meditava intantoDi trarli a morte. Nella sala ei sparseLa festa delle conche. Avea sospettoFingl di frode, ed avvedutamenteLarme ritenne; si sguardar lun laltro 65Pallidi in volto i figli della morte,E taciti svanir. Salzan le vociDella vivace gioja: arpe tremantiMandan dolce armonia; cantano i vatiScontri di pugna, o tenerelli petti 70Palpitanti damor. Stava tra questiIl cantor di Fingallo, Ullin, la dolceVoce di Cona. Ei celebr la bellaVergine della neve, e l nato al carroSignor di Selma: la donzella intese 75Lamabil canto, e abbandon la stanzaSegreto testimon de suoi sospiri.Usc di tutta sua bellezza adorna,Quasi luna da nube in oriente.Le leggiadrie cingevanla e le grazie 80Come fascia di luce: i passi suoiMovean soavi, misurati, e lentiCome armoniche note. Il garzon vide,Videlo, e narse. O benedetto raggio!

    Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    37Letteratura italiana Einaudi

  • Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    Disse tra s. Gi del suo core egli era 85Il nascente sospiro, e a lui di furtoSpesso volgeasi il desioso sguardo.

    Tutto raggiante il terzo d rifulseSul bosco delle belve. Usc FingalloSignor dei scudi, e l tenebroso Starno. 90Del giovin prode rosseggi la lanciaNel sangue di Gormallo. Era gi l soleA mezzo il corso suo quando la bellaFiglia di Starno al bel Fingal sen venneCon amorosa voce, e coi begli occhi 95In lagrime girantisi e tremanti;E s parl: Fingallo, ah non fidartiDel cor di Starno; egli nel bosco agguatiPose contro di te, guardati o caroDal bosco della morte: ad avvisarti 100Spronami amor: tu generoso eroeRammenta Aganadeca, e mi difendiDallo sdegno del padre. Il giovinettoLud tranquillo, ed avviossi al boscoSpregiantemente: i suoi guerrier possenti 105Stavangli a fianco. Di sua man caderoI figli della morte, e a loro gridiGormallo rimbomb. Rimpetto allaltaReggia di Starno si raccolser tuttiGli stanchi cacciatori. Il re si stava 110Torbido, in s romito; avea sul ciglioFunesta nube, atro vapor negli occhi.Ol, grid laltero, al mio cospettoGuidisi Aganadeca; ella ne vengaAl re di Selma, al suo leggiadro sposo: 115Gi del sangue de miei tinta la destraDel suo diletto; inefficaci e vaneNon fur sue voci: del fedel messaggio giusto il guiderdon. Venne la bella,Sciolta il crin, molle il ciglio: il bianco petto 120

    38Letteratura italiana Einaudi

  • Le si gonfiava allaura de sospiri,Come spuma del Luba. Il fero padreLafferr, la trafisse. Ella cadeoCome di neve candidetta falda,Che dalle rupi sdrucciolar del Rona 125Talor si scorge, quando il bosco tace,E basso per la valle il suon si sperde.

    Giunse Fingal, vide la bella; il guardoVibr sopra i suoi duci, e i duci suoiLarme impugnaro: sanguinosa e negra 130Pugna mugghi; Loclin fu spersa, o spenta.Pallida allor nella spalmata naveLa vergine ei racchiuse: in Arven poiLe alz la tomba; or freme il mar dintornoAlloscura magion dAganadeca. 135

    Benedetto il suo spirto, e benedettaSii tu, bocca del canto, allor ripreseDi Semo il figlio. Di Fingal fu forteIl braccio giovenil, forte lantico.Cadr Loclin sotto linvitta spada, 140Cadr di nuovo: esci da nembi, o luna,Mostra la bella faccia, e per loscuraOnda notturna le sue vele aspergiDella serena tua candida luce.E se forse lass sopra quel basso 145Nebuloso vapor sospeso alberghi,O qual che tu ti sia spirto del cielo,Cavalcator di turbini e tempeste,Tu proteggi leroe, tu le sue naviDagli scogli allontana, e tu lo guida 150Securo e salvo ai desiosi amici.

    S parlo Cucullin; quando sul colleSal di Mata il valoroso figlioCalmar ferito: egli venia dal campoNel sangue suo; ne sostenea la lancia 155I vacillanti passi: ha fiacco il braccio,

    Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    39Letteratura italiana Einaudi

  • Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    Ma indomabile il cor. Gradito a noiGiungi, disse Conl, gradito, o forteFiglio di Mata. Ond chesce il sospiroDal petto di colui, che in mezzo allarme 160Mai non tem? N temer giammai,Sir dellacuto acciar. Brillami lalmaEntro i perigli, e mi festeggia il core.Son della schiatta dellacciaro, a cuiNome ignoto l timor. Cormar fu l primo 165Della mia stirpe. Eran suo scherzo e giocoFlutti e tempeste: il suo leggiero schifoSaltellava sullonde, e ga guizzandoSu le penne dei venti. Un negro spirtoTurb la notte. Il mar gonfiasi, i scogli 170Rugghiano: i venti vorticosi a cerchioStrascinano le nubi; ale di lampiVolan focose. Egli smarrissi, a terraEi ricovr; ma sarross ben tostoDel suo timore: in mezzo al mar di nuovo 175Scagliasi, il figlio a rintracciar del vento.Tre giovinetti del suo legno han cura,E ne reggon il corso. Egli si stavaCol brando ignudo: ecco passar loscuroVapor sospeso: ei lafferr pel crine 180Rapido, e con lacciaro il tenebrosoPetto gli ricerc: laereo figlioFugg stridendo, e comparir le stelle.Tal fu lardir de miei: Calmar somigliaAi padri suoi. Dallinalzata spada 185Fugge il periglio: uom cha fermezza, ha sorte.Ma voi progenie delle verdi valli,Dalla del Lena sanguinosa piaggiaScostatevi; adunate i tristi avanziDei nostri amici, e di Fingallo al brando 190Ad unirvi correte. Il suono intesiDelloste di Loclin che a noi savanza.

    40Letteratura italiana Einaudi

  • Partite, amici, rester Calmarre,Calmar combatter: benchio sia solo,Tal dar suon come se mille e mille 195Fossermi a tergo. Or tu, figlio di Semo,Rammentati Calmr, rammenta il freddoCorpo giacente. Poi chavr FingalloGuasto il campo nemico, appo una pietraDi memoria ripommi, onde il mio nome 200Passi ai tempi futuri, e si rallegriLa madre di Calmr curva sul sassoDella mia fama. Ah no, figlio di Mata,Rispose Cucullin, non vo lasciarti;Io sar teco: ove pi grande e certo 205Rischio saffaccia, ivi pi l cor di giojaMesulta, e ferve, e mi saddoppia in petto.Forte Conallo, e tu Carilo antico,Voi dInisfela i dolorosi figliScorgete altrove; e quando al fin sia giunto 210Laspro conflitto, rintracciate i nostriPallidi corpi: in questo angusto passoPresso di questa pianta ambedue fermiStaremci ad affrontar latro torrenteDella pugna di mille. O tu, va, corri 215Figlio di Fiti, ale di vento impenna.Vanne a Fingl, digli chErina bassa,Fa che saffretti. Oh venga tosto a noiQual vivo sole, e le tempeste nostreSgombri coi raggi, e rassereni il colle. 220

    Grigio in Cromla l mattin; sorgono i figliDelloceno. Usc Calmar fumanteDi bellicoso ardor; ma pallida eraLa faccia sua: chinavasi sullastaDe padri suoi, sopra quellasta istessa, 225Che dalle sale egli port di Lara,E stava mesta a risguardar la madre.Ma or languido, esangue a poco a poco

    Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    41Letteratura italiana Einaudi

  • Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    Manca, e cade leroe; qual lentamenteCade sul Cona sbarbicata pianta. 230Solo rimane Cucullin qual rupeNellarenosa valle: il mar coi fluttiViensene, e mugge su i petrosi fianchi;Stridono i massi, e la scoscesa fronteSpruzza e ricopre la canuta spuma. 235

    Ma gi fuor fuor per la marina nebbiaVeggonsi a comparir le di FingalloBiancovelate navi; e maestosoSavanza il bosco delleccelse antenne.Svaran ladocchia, e di combatter cessa 240DInisfela leroe. Qual per le centoIsole dInistor sarretra, e ferveGonfia marea; s smisurata e vastaLa possa di Loclin scese a rincontroAllalto re dei solitari colli. 245

    Ma lento, a capo chin, mesto, piangente,La lunga lancia traendosi dietro,Cucullin ritirossi, e si nascoseDentro il bosco di Cromla, e amaramentePianse gli estinti amici. Egli temea 250Laspetto di Fingl, che tante volteSeco gi sallegr, quandei tornavaDal campo della fama. Oh quanti, oh quantiGiaccion col de miei possenti eroi,Sostegni dInisfela! essi che un tempo 255Festosi saccogliean nelle mie sale,Delle mie conche al suon. Non pi sul pratoLe lor orme vedr; non pi sul monteUdr lusata voce. Or l prostesiPallidi, muti, in sanguinosi letti 260Giacciono i fidi amici. O cari spirtiDei dianzi estinti a Cucullin venite;Con lui vi state a favellar sul ventoQuando lalbero piegasi, e bisbiglia

    42Letteratura italiana Einaudi

  • Su la grotta di Tura: ivi solingo 265Giacer sconosciuto; alcun cantoreNon membrer l mio nome, alcuna pietraA me non serger. Bragela addio:Gi pi non son, gi la mia fama spenta;Piangimi cogli estinti, addio Bragela. 270

    S parl sospirando; e si nascose,Ove la selva pi selvaggia e cupa.

    Ma daltra parte maestosamentePassa Fingl nella sua nave, e stendeLa luminosa lancia: orrido intorno 275Folgoreggia lacciar, qual verdeggianteVapor di morte che talor si posaSu i capi di Malmor: scura nel cieloLa larga luna, il peregrin soletto.

    Terminato l conflitto; io veggo il sangue 280De nostri amici, il Re grid; le quercieGemon di Cromla, e siede orror sul Lena.Col cadro i cacciatori; il figlioDi Semo non pi. Rino, Fillano,Diletti figli, or via, sonate il corno 285Della battaglia di Fingal; saliteQuel colle in su la spiaggia, e dalla tombaDel buon Landergo il fier nemico in campoSfidate alla tenzon. La vostra voceQuella del padre nel tonar pareggi, 290Allor che nella pugna entra spiranteBaldanza di valor: qui fermo attendoQuesto possente uom tenebroso; attendoCon pi fermo Svarano. E venga ei pureCon tutti i suoi; che non conoscon tema 295Gli amici degli estinti. Il gentil RinoVol qual lampo; il brun Fillano il seguePari ad ombra autunnal. Scorre sul LenaLa voce loro: odon del mare i figliIl roco suon del bellicoso corno, 300

    Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    43Letteratura italiana Einaudi

  • Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    Del corno di Fingallo; e piomban forti,Grossi, mugghianti, qual riflesso oscuroDel sonante ocen, quando ritornaDal regno della neve: alla lor testaScorgesi il re superbo: ha tetro aspetto 305Dira avvampante, occhi rotanti in fiamma.

    Lo rimir Fingallo, e rammentossiDAganadeca sua: perch SvaranoCon giovenili lagrime avea piantoLa gentil suora dal bel sen di neve. 305Mand Ullino dai canti, e alla sua festaCortesemente linvit; che dolceDel nobil Fingal ricorse allalmaDel suo primiero amor la rimembranza.

    Venne lantico Ullin di Starno al figlio, 310E s parl: tu che da lungi alberghiCinto dallonde tue, come uno scoglio,Vieni alla regia festa, e l d tranquilloPassa; doman combatterem, domaniSpezzeremo gli scudi. Oggi, rispose, 315Spezzinsi pur, star domani in festa;Domani s, che fia Fingl sotterra.E ben spezzinsi tosto, e poi festeggiDoman se pu, con un sorriso amaroLalto Fingl riprese. Ossian tu statti 320Da presso al braccio mio, tu Gaulo inalzaIl terribile acciar, piega FergustoLincurvato tuo tasso, e tu FillanoLa tua lancia palleggia; alzate i scudiQual tenebrosa luna, e ciascunasta 325Sia meteora mortal: me me seguitePer lo sentier della mia fama, e sinoLe vostre destre ad emularmi intese.

    Cento nembi aggruppati, o cento irateOnde sul lido, o cento venti in bosco, 330O cento in cento colli opposti rivi;

    44Letteratura italiana Einaudi

  • Forse con tale, o con minor fracasso,Strage, furia, terror surtan lun laltro,Di quel, con cui le poderose armateVannosi ad incontrar nellecheggiante 335Piaggia del Lena: spargesi su i montiAlto infinito gemito confuso,Pari a notturno tuon, quando una nubeSpezzasi in Cona; e mille ombre ad un tempoMandan nel vuoto vento orrido strido. 340

    Spinsesi innanzi in la sua possa invittaLalto Fingl, terribile a mirarsiCome lo spirto di Tremmor, qualoraVien sopra un nembo a contemplar i figliDella possanza sua; crollan le querce 345Al suon delle sue penne, e innanzi ad essoSatterrano le rupi. Atra, sanguignaEra la man del padre mio rotandoIl balenante acciar; struggeasi il campoNel suo corso guerrier. Rino avanzossi 350Qual colonna di fuoco: scuro e torvoDi Gaulo il ciglio; rapido FergustoCorre con pi di vento; erra FillanoCome nebbia del colle. Io stesso io stessoPiombai qual masso: alle paterne imprese 355Mi sfavillava il cor: molte le mortiFur del mio braccio; n di grata luceSplendea la spada di Loclin sul ciglio.Ah non avea cos canuti i criniOssian allor, n in tenebre sepolti 360Eran questocchi, n tremante e fiaccaLantica man, n l pi debole al corso.Chi del popol le morti, e chi le gestaPu ridir degli eroi, quando FingalloNella sua ardente struggitrice fiamma 365Divorava Loclin? di colle in colleGemiti sopra gemiti saffollano

    Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    45Letteratura italiana Einaudi

  • Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    Di morti e di spiranti, infin che sceseLa notte, e tutto in tenebre ravvolse.Smarriti, spauriti, sbalorditi 370Come greggia di cervi, allor sul LenaStrinsersi i figli di Loclin: ma noiLietamente sedemmo in riva al vagoRuscel di Luba, ad ascoltar le gajeNote dellarpa. Il gran Fingl sedea 375Non lungi dai nemici, e dava orecchioAi versi dei cantor. Sudian nel cantoAltamente sonar gli eccelsi nomiDi sua stirpe immortale. Ei sullo scudoPiegava il braccio, e ne bevea tranquillo 380La soave armona. Stavagli appressoCurvo sulla sua lancia, il giovinetto,Il mio amabile Oscarre. Ei meravigliaAvea del re di Selma, e i suoi gran fattiScorrean per lalma, e gli scoteano il core. 385

    Figlio del figliuol mio, disse Fingallo,Onor di giovent: vidi la luceDel tuo brando, la vidi, e mi compiacquiDella progenie mia: segui la famaDe padri tuoi, segui lavite imprese. 390Sii quel chessi gi fur, quando viveaLalto Tremmor primo tra duci, e quandoTratal padre deroi. Quei da primanniPugnar da forti: or sono de vati il canto.Valoroso garzon, curva i superbi, 395Ma risparmia glimbelli: una correnteDi moltacque sii tu contro i nemiciDel popol tuo; ma a chi soccorso imploraSii dolce placidissimo, qual auraChe lusinga lerbetta, e la solleva. 400Cos visse Tremmor, Tratal fu tale,Tal Fingallo. Il braccio mio fu sempreSchermo deglinfelici, e dietro al lampo

    46Letteratura italiana Einaudi

  • Della mia spada essi posar securi.Oscarre, io era giovinetto appunto 405

    Qual se tu ora, quando a me sen venneFainasilla, la vezzosa figliaDel re di Craca, vivida soaveLuce damore: io ritornava alloraDalla piaggia di Cona; avea con meco 410Pochi de miei. Di bianche vele un legnoDa lungi apparve, che movea sullondeCome nebbia sul nembo. Avvicinossi,La bella compar. Sala, scendeaIl bianco petto a scosse di sospiri, 415E le strisciavan lagrimose stilleLa vermiglietta guancia. E qual tristezzaAlberga in s bel sen, placido io dissi,O figlia di belt? possio, qual sonoGiovine ancor, farmi tuo schermo e scudo 420Donna del mar? non ho invincibil brando,Ma cor che non vacilla. A te men volo,Sospirando rispose, o prence eccelsoDi valorosi, a te men volo, o sireDelle conche ospitali, alto sostegno 425Della debile destra. Il re di CracaMe vagheggiava qual vivace raggioDella sua stirpe, ed echeggiar soventeLe colline di Cromala sudoAi sospiri damor per linfelice 430Fainasilla. Il regnator di SoraBella mi vide, e narse: ha spada al fiancoQual folgore del ciel; ma torvo ha l ciglio,E tempesta nel cor: da lui men fuggoSopra il rotante mar: costui minsegue. 435Statti dietro al mio scudo, e posa in paceRaggio amoroso; fuggir di SoraIl fosco re, se di Fingallo il braccioRassomiglia al suo cor. Potrei celarti

    Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    47Letteratura italiana Einaudi

  • Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    In qualche cupa solitaria grotta: 440Ma non fugge Fingallo ove tempestaDaste minaccia; egli laffronta, e ride.

    Vidi la lagrimetta in su le guancieDella belt: mintenerii. Ma tosto,Come da lungi formidabil onda, 445Del tempestoso Borbaro la naveMinacciosa appar: dietro alle biancheVele vedi piegar leccelse antenne;Fiedono i fianchi con le bianche spumeLonde rotanti; mormora la possa 450Dellocen. Lascia il muggir del mare,Io dissi a lui, calpestator dei flutti,E vienne alla mia sala; essa lalbergoDegli stranieri. Al fianco mio si stavaLa donzelletta palpitante: ei larco 455Scocc; quella cado. Ben hai del paroInfallibile destra, e cor villano,Dissi, e pugnammo. Senza sangue, e leveNon fu la mortal zuffa: egli pur cadde;E noi ponemmo in due tombe di pietra 460Linfelice donzella, e l crudo amante.

    Tal fui negli anni giovanili: Oscarre,Tu la vecchiezza di Fingallo imita.Mai non andarne di battaglia in traccia,N la sfuggir giammai quando a te viene. 465

    Fillano, e Oscarre dalla bruna chioma,Figli del corso, or via pronti volateSopra la piaggia, ed osservate i passiDei figli di Loclin; sento da lungiIl trepido rumor della lor tema, 470Simile a mar che bolle. Itene, ondessiNon possano sottrarsi alla mia spadaLungo londe del Nord: son basso i duciDella stirpe dErina, e molti eroiGiaccion sul letto squallido di morte. 475

    48Letteratura italiana Einaudi

  • Volaro i due campion, come due nubi,Negri carri dellombre, allor che vannoGli aerei figli a spaventar la terra.

    Fecesi innanzi allor Gaulo, il vivaceFiglio di Morni, e si piant qual rupe. 480Splendea lasta alle stelle: alz la vocePari al suon di pi rivi. O generosoDelle conche signor, figlio di guerra,Fa che l cantor con larpa al sonno allettiDErina i stanchi figli. E tu Fingallo 485Lascia per poco omai posar sul fiancoLa tua spada di morte, e alle tue schierePermetti di pugnar: noi qui senzopraStiamci struggendo inonorati e lenti;Poich tu sol, tu spezzator di scudi 490Sei solo, e sol fai tutto, e tutto sei.Quando il mattin su i nostri colli albeggia,Statti in disparte, le prodezze osservaDe tuoi guerrieri. Di Loclin la proleProvi di Gaulo la tagliente spada; 495Onde me pur cantino i vati, e chiaroVoli il mio nome ancor; tal fu l costumeDella nobil tua stirpe, e tale il tuo.Figlio di Morni, a lui Fingl rispose,Gioisco alla tua gloria: e ben, combatti, 500Prode garzon; ma fia sempre a tergoLa lancia mia, per arrecarti aita,Quando sia duopo. O voi la voce alzate,Figli del canto, e l placido riposoChiamatemi sul ciglio. Io giacerommi 505Tra i sibili del vento: e se qui pressoAganadeca amabile taggiriTra i figli di tua terra, o se tassidiSopra un nembo ventoso in fra le folteAntenne di Loclin; vientene o bella, 510Rallegra i sonni miei; vieni, e fa mostra

    Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    49Letteratura italiana Einaudi

  • Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    Del tuo soave rilucente aspetto.Pi duna voce e pi dunarpa sciolse

    Armoniose note. Essi cantaroLe gesta di Fingallo, e delleccelsa 515Stirpe di Selma; e nellamabil cantoTratto tratto sudia sonar con lodeDellor cos diverso Ossian il nome.

    Ossian dolente! io gi pugnai, gi vinsiSpesso in battaglia: or lagrimoso e cieco, 520Squallido, inconsolabile passeggioCoi piccioli mortali. Ove, Fingallo,O padre ove se tu? pi non ti veggoCon leccelsa tua stirpe; erran pascendoCervetti e damme in su la verde tomba 525Del regnator di Selma. O benedettaLanima tua, re delle spade, alteroEsempio degli eroi, luce di Cona!

    50Letteratura italiana Einaudi

  • CANTO IV

    ARGOMENTOOssian riferisce la storia dei suoi amori giovanili con Eviralli-na, madre di Oscar gi morta e le sue imprese per ottenerla inisposa. Dopo questo episodio introdotto assai felicemente , ri-torna allazione del poema. Lombra di Evirallina gli appariscee gli dice che Oscar, spedito sul far della notte ad osservare ilnemico, era nelle mani di un corpo di truppe avanzate e quasivicino a restar vinto. Ossian accorre in soccorso di suo figlio; esi d lavviso a Fingal che Svarano si avvinava. Il Re salza,chiama a raccolta la sua armata , e siccome aveva promesso lanotte antecedente, ne d il comando a Gaulo, figlio di Morni, esi ritira sopra un colle, donde scorgeva tutto il combattimento.La mischia sattacca: il poeta celebra le prodezze di Oscar. Mamentre questi unito al padre vince in unala, Gaulo assalito daSvarano in persona era sul punto di ritirarsi in unaltra. Fingalinvita Ullino suo bardo ad incoraggiarlo con una canzone mili-tare: ci nullostante Svarano rimane superiore; e Gaulo e lesercito dei Caledonj sono costretti a cedere. Fingal scendendodalla collina riordina le sue genti. Svarano desiste dallinseguir-le; simpadronisce duna eminenza, ed attende che Fingal sac-costi.Il re, dopo aver animati i soldati d gli ordini necessari erinnova il combattimento. Cucullino, il quale insieme conlamico Conal, e con Carilosera ritirato nella grotta di Tura,udendo il rumore, sale sulla cima del monte, che dominava ilcampo di battaglia, ove vede Fingal chera alle prese col nemi-co. Cucullino, essendogli impedito dandare a raggiungere Fin-gal che era per ottenere una compiuta vittoria, manda Carilo acongratularsi con questeroe del suo buon successo.

    Chi dal monte ne vien, bella a vedersiSiccome il variato arco che spuntaDi sopra il Lena? La donzella questaDalla voce damor; la bella figliaDel buon Toscr, dalle tornite braccia. 5Spesso udisti il mio canto, e spesso hai sparseLagrime di belt: viene alle pugneDel popol tuo? vieni ad udir limprese

    Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    51Letteratura italiana Einaudi

  • Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    Del tuo diletto Oscarre? E quando maiCesseranno i miei pianti in riva al Cona? 10

    Tutta la mia fiorita e verde etadePass tra le battaglie, ed or tristezzaI cadenti anni miei turba ed oscura.

    Vezzosa figlia della man di neve,Non ero io gi cos dolente e cieco; 15S fosco, abbandonato allor non ero,Quando mam la vaga Evirallina,Evirallina, di Corman possenteDolce amor, bruna il crin, candida il petto.Mille eroi ne fur vaghi, e a mille eroi 20Ella nieg l suo core: eran neglettiI figli dellacciar, perchOssian soloGrazia trov dinanzi agli occhi suoi.

    Alle nere del Lego onde nandaiPer ottener la vaga sposa. Avea 25Dodici meco valorosi figliDellacquosa Albion: giungemmo a Brano,Amico dei stranieri. E donde, ei disse,Son questarme dacciar? facil conquistaNon la bella vergine che tutti 30Spregi dErina gli occhiazzurri duci.Benedetto sii tu sangue veraceDel gran Fingallo! avventurata sposaBen colei che del tuo cor fai degna.Fossero in mia bala dodici figlie 35Dalta belt, che tua fora la scelta,O figlio della fama. Allora aperseLa stanza della vergine romita,DEvirallina. A quellamabil vistaDentro i petti dacciar corse a noi tutti 40Subita gioja, e ci sorrise al core.Ma sopra noi sul colle il maestosoCormano apparve, ed un drappel de suoiTenea pronto alla pugna. Otto i campioni

    52Letteratura italiana Einaudi

  • Eran del duce, e fiammeggiava il prato 45Del fulgor di lor arme. Eravi Cola,Durra dalle ferite eravi, e Tago,E l possente Toscarre, e l trionfanteFrestallo, e Dairo il venturoso, e DalaRocca di guerra. Scintillava il brando 50Di Corman nella destra, e del guerrieroLento volgeasi e grazioso il guardo.

    DOssian pur otto erano i duci; UllinoFiglio di guerra tempestoso, e MulloDai generosi fatti, ed il leggiadro 55Selaca, e Oglano, e liracondo Cerda,E di Dumarican lirtovelluteCiglia di morte. Ove te lascio, Ogarre,S rinomato sugli arvenii colli?Ogr si riscontr testa con testa 60Col forte Dala: era il conflitto un turboSollevator della marina spuma.Ben del pugnale rammentossi Ogarre,Arme ad esso gradita; egli di DalaNove fiate lo piant nel fianco. 65Cangi faccia la pugna: io sullo scudoDel possente Corman ruppi tre volteLa mia lancia, ei la sua. Lasso infeliceGarzon damore! io gli recisi il capo,E per lo ciuffo il sanguinoso teschio 70Crollai ben cinque volte: i suoi fuggiro.Oh chi mavesse allor detto, chi dettoMavesse allor, vaga donzella, chioEgro, spossato, abbandonato, e ciecoTrarrei la vita! avria costui dovuto 75Usbergo aver ben dinfrangibil tempra,Petto di scoglio, e impareggiabil braccio.

    Ma gi del Lena su la piaggia oscuraA poco a poco sacchet la voceDellarpe, e dei cantor. Buffava il vento 80

    Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    53Letteratura italiana Einaudi

  • Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    Variostridente, e mondeggiava intornoLantica quercia con tremanti foglie.Erano i miei pensier dEvirallina,DEvirallina mia, quandella in tuttaLa luce di beltade, e cogli azzurri 85Occhi pregni di lagrime, mapparveSopra il suo nembo; e in fioca voce, ah sorgi,Ossian, mi disse, il figlio mio difendi,Salvami Oscr: presso la rossa querciaDel ruscello di Luba egli combatte 90Coi figli di Loclin. Disse: e sascoseNella sua nube. Io mi vestii lusbergo,Mappoggiai sulla lancia; uscii sonanteDarme il petto e le terga: a cantar presi,Qual solea ne perigli, i canti antichi 95Da valorosi eroi. Loclin minteseCome tuono lontano; essa fuggio;Inseguilla mio figlio. Io pur da lungiLo richiamai: figlio, dissio, deh riediRiedi sul Lena, ancor chio stiati appresso, 100E cessa dinseguirli. Egli sen venne,Ed agli orecchi miei giunse giocondoIl suon dellarmi sue. Perch, dissegli,Marrestasti la destra? avria ben tostoMorte dintorno ricoperto il tutto. 105Che oscuri, formidabili, Fillano,E il figlio tuo fersi ai nemici incontro,Che per la notte, alle sorprese amica,Del loro campo erano a guardia. AlquantiLe nostre spade nabbatter. Ma come 110Spingono i negri venti onda dopo ondaCol di Mora su le bianche arene;Tal lun laltro incalzandosi i nemiciInondano sul Lena: ombre notturneStridon da lungi, ed aggirarsi io vidi 115Le meteore di morte. Il re di Selma

    54Letteratura italiana Einaudi

  • Corrasi a risvegliar, leccelso eroeSfidator di perigli, il sol raggianteDissipator di bellicosi nembi.Erasi appunto allor da un sogno desto 120Fingallo, e sullo scudo erto si stava,Lo scudo di Tremmor, famoso arneseDe padri suoi. Nel suo riposo aveaVeduta il padre mio la mesta formaDAganadeca; ella vena dal mare, 125E sola e lenta si movea sul Lena.Faccia avea ella pallida qual nebbia,Guancia fosca di lagrime: pi volteTrasse lazzurra man fuor delle vesti,Vesti ordite di nubi, e la distese 130Accennando a Fingallo, e volse altroveI taciturni sguardi. E perch piangiFiglia di Starno? domand FingalloCon un sospiro: a che pallida e muta,Bellospite dei nembi? Ella ad un tratto 135Sparve col vento, e lo lasci pensoso.Piangeva il popol suo, che sotto il brandoDel re di Selma, era a cader vicino.Leroe svegliossi, e pieni ancor di quellaAvea gli occhi e la mente. Ode appressarsi 140Oscarre i passi, e nadocchi lo scudo;Che incominciava un deboletto raggioVia via dUllina a tremolar sullonda.

    Che fa l nemico fra i terrori involto?Richiese il Re: fugge sul mare, o attende 145La novella battaglia? A che tel chiedo?Non odo io gi la voce lor che suonaSul vento del mattin? Vattene Oscarre,Desta gli amici. Il Re salz; piantossiPresso il sasso di Luba, e in tuon tremendo 150Ben tre volte rugghi: balzaro i cerviDalle fonti di Cromla, e tremar tutte

    Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    55Letteratura italiana Einaudi

  • Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    Le rupi e i monti. Come cento alpestriRivi sboccando con mugghianti spumeSi confondon tra lor: come pi nubi 155Sammassano in tempesta, e alla serenaFaccia del ciel fan velo; in cotal guisaSi ragunaro del deserto i figliDel lor signore alla terribil voce,Terribile ai nemici, a suoi guerrieri 160Grata e gioconda: perch spesso ei secoLi condusse alla pugna, e dalla pugnaCarchi tornar di gloriose spoglie.

    Su su, dissegli, alla zuffa, alla morte.Figli della tempesta: a risguardarvi 165Starassi il vostro re. Sopra quel colleBalener l mio brando, e sar scudoDel popol mio: ma non avvenga, amici,Che nabbiate mai duopo, or che di MorniPer me combatte il valoroso figlio. 170Egli fia vostro duce, onde il suo nomeSorger possa nel canto. O voi scendeteOmbre de morti duci, ombre dei nembiCorreggitrici, i miei guerrier cadentiAccogliete cortesi, e i vostri colli 175Sien lor dalbergo: oh possan quei su laleDel nembo rapidissimo del LenaPer laereo sentier varcar sublimiI flutti de miei mari, e al mio riposoCheti venirne, ed allegrar sovente 180Con la piacevol vista i sogni miei.

    Fillano, Oscarre dalla bruna chioma,E tu Rino gentil, fate o miei figli,Desser forti in battaglia: i vostri sguardiStien fisi in Gaulo, ondemularne i fatti. 185Brando a brando non ceda, o braccio a braccio;Si gareggi in valor: del padre vostroProteggete gli amici, e stienvi in mente

    56Letteratura italiana Einaudi

  • Gli antichi duci. Se cader sul LenaDoveste ancor, non paventate, o figli, 190Vi riveder: di cava nube in senoLe nostre fredde e pallidombre in breveSincontreranno, o figli; e andrem volandoSpirti indivisi a ragionar sul Cona.

    Simile a nube tempestosa, orlata 195Di rosseggiante folgore del cielo,Che in occidente dal mattin savanza,Il Re sallontan. Funesto vampoEsce dallarmi sue; nella man forteCrolla due lancie; la canuta chioma 200Gi cade al vento; tre cantor van dietroAl figlio della fama, a portar prontiI suoi cenni agli eroi. Sullerto fiancoDi Cromla ei si pos, volgendo a cerchioIl balen dellacciar. Lieti alla pugna 205Movemmo intanto. Sfavill sul voltoDOscar la gioja: vivida vermigliaEra la guancia sua; spargono gli occhiLagrime di piacer; raggio di focoSembra la spada nella destra. Ei venne; 210E con gentil sorriso in cotai dettiAd Ossian favell: Sir delle pugne,Ascolta il figlio tuo: scostati, o padre,Segui leroe di Selma, e la tua famaLasciala intera a me. Ma sio qui cado, 215Rammentati, o signor, quel sen di neve,Quel grazioso solitario raggioDellamor mio, la tenera MalvinaDalla candida man. Parmi vederlaCurva sul rivo risguardar dal monte 220Con la guancia infocata, e i lisci criniSferzanle il sen, che per Oscr sospira.Tu la conforta, e di chio son gi fattoDei venti albergator, che ad incontrarmi

    Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    57Letteratura italiana Einaudi

  • Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    Venga, mentre io pe colli miei sul nembo 225Maffretto a rivederla. Oscar, che dici?A me piuttosto, a me la tomba inalza.No, non cedo la pugna: il braccio mioPi sanguinoso e pi di guerra espertoTutte di gloria taprir le strade. 230Ma ben tu, figliuol mio, savvien chio caggia,Questa spada, questarco, e questo cornoRammenta di riporre entro langustaScura magion; fa che una bigia pietraLadditi al passaggiero: alla tua cura 235Alcun amor non accomando, o figlio,Che pi non la vaga Evirallina,La madre tua. Cos parlammo; e intantoCrebbe sul vento, e pi e pi gonfiossiLalta voce di Gaulo; ei la paterna 240Spada rotando con furor si spinseAlla strage, alla morte. Appunto comeCandidogorgogliante onda colmeggia,E scoglio assale: e come scoglio immotoLorridurto sostien; cos i guerrieri 245Assalir, resistro: acciar si frangeContro acciaro, uom contruom; suonano scudi,Cadono eroi. Quai cento braccia e centoDella fornace sul rovente figlio;Cos salzano piombano, martellano 250Le loro spade. Orrido in Arven turboGaulo rassembra; in sul suo brando siedeDistruzion deroi: parea SvaranoFoco devastator. Come possioDar tanti nomi, e tante morti al canto? 255DOssian pur anco fiammeggi la spadaNel sanguigno conflitto: e tu pur ancoTerribil fosti, Oscarre, o de miei figliIl maggiore, il miglior. Nel suo segretoGiojami il cor, quandio scorgea l tuo brando 260

    58Letteratura italiana Einaudi

  • Arder sul petto dei nemici ancisi.Essi fuggiro sbaragliati, e noiInseguimmo, uccidemmo: e come pietreVan saltellon di balza in balza; o comeScuri di quercia in quercia in bosco annoso 265Erran colpi alternando; o come tuonoDi rupe in rupe si rimbalza in rottiSpaventosi rimbombi: in cotal guisaColpo a colpo succede, e morte a morteDalla spada dOscarre, e dalla mia. 270Ma gi Svaran Gaulo circonda, e fremeQual corsia dInistor. Fingallo il vede,Vedelo, e gi gi salza, e gi gi lastaSolleva. Ullin, va mio cantore, ei disse,Vattene a Gaulo, e gli rammenta i fatti 275De padri suoi; la disugual contesaCol tuo canto sostien: ravviva il canto,E rinfranca gli eroi. Mossesi Ullino,Venne a Gaulo dinanzi, e l canto sciolseInfiammator dei generosi cori. 280

    Combatti combatti,Distruggi, abbatti,Figlio del sir dei rapidi destrieri,Fior de guerrieri.

    Pugna, pugna o braccio forte 285In fatica aspra ed estrema:Sir dacute arme di morte,Duro cor che mai non trema.

    Figlio di guerra,Atterra, atterra, 290Fa che pi candidaVela non tremoliSullonde dInistor.

    Alza scudo orrendo qual nembo,Che di morte ha gravido il grembo; 295Il tuo brando baleni rotando

    Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    59Letteratura italiana Einaudi

  • Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    Qual sanguigno notturno vapor.Il braccio sia tuono sul campo,

    Sia locchio di lampo,Di scoglio sia l cor. 300

    Combatti, combatti,Distruggi, abbatti:Figlio del sir dei rapidi destrieri,Doma gli alteri.

    Gaulo avvampa a tai note; il cor gli balza: 305Fassi di s maggior. Ma Svaran cresce,E soverchia il garzon: fende in due partiLo scudo a Gaulo; del deserto i figliSbigottiti fuggiro. Allor FingalloNella possanza sua sorse, e tre volte 310La voce sollev. Cromla risposeAl forte tuono; sarrestaro a un puntoDel deserto i guerrier; piegaro a terraLinfocate lor facce, e a quella voceDi s stessi arrossiro. Egli sen venne, 315Come in giorno di sol piovosa nubeMove sul colle tenebrosa e lenta:Stan muti i campi ad aspettar la pioggia.Vide Svaran da lungi il formidatoSignor di Selma, ed arrestossi a mezzo 320Del corso suo. Fosche aggrott le ciglia;Alla lancia sattenne, e i rosseggiantiOcchi intorno rivolse. Ei muto e grande,Quercia parea sopra il ruscel di Luba,Cui gi rapida folgore del cielo 325Lasci brulla di foglie, e incotta i rami:Quella pende sul rio, sibila il musco.Tal si stava Svarano: ei lento lentoSi ritir sopra il ciglion del Lena:Laccerchiano i suoi mille; e sopra il colle 330Saddensa il buio dellorribil zuffa.

    60Letteratura italiana Einaudi

  • Ma in mezzo al popol suo splendea qual raggioFingallo; e tutti intorno a lui festosiSaccolgono i suoi duci. Alza la voceDel suo poter. Su su miei fidi, ergete 335Tutti i stendardi miei: spieghinsi al ventoSulla piaggia del Lena, e vibrin comeFiamme su cento colli: essi ondeggiandoSodano allaure sibilar dErina,E guerriera armonia spirinci in petto. 340Qua, qua, figli, compagni: al vostro duceFatevi appresso, e della sua possanzaLe parole ascoltate. O Gaulo, invittoBraccio di morte, o generoso OscarreDai futuri conflitti, o delle spade 345Figlio Conallo, o bruno il crin Dermino,O tu re della fama, Ossian, dei cantiAlto signor; voi la vestigia e l corsoSeguite o figli del paterno braccio,Imitatelo, o prodi. Alzammo il raggio 350Solar della battaglia, il luminosoRegio stendardo, e lo seguian volandoGli spirti nostri. Sventolava alteroQuello per laere, orilucente, e tuttoGemmidistinto, qual la vasta azzurra 355Stellata conca del notturno cielo.Avea pur ciascun duce il suo vessillo;Ciascun vessillo i suoi guerrier. Mirate,Disse il prence ospital, mirate comeLoclin sul Lena si divide e parte. 360Stanno i nemici somiglianti a rotteNubi sul colle, o a mezzo arso e sfrondatoBosco di quercie, quando il ciel traspareFra ramo e ramo, ed il vapor trasvola.Amici di Fingal, ciascun di voi 365Scelga una banda di color che stannoMinacciosi lassuso, e non si lasci

    Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    61Letteratura italiana Einaudi

  • Melchiorre Cesarotti - Poesie di Ossian

    Che alcun nemico dei sonanti boschiSullonde dInistor ricovri e fugga.

    E ben, Gaulo grid, miei fieno i sette 370Duci del Lano: dInistorre il foscoSovrano, Oscar grid, vengane al brandoDel figlio dOssian: venga al mio, soggiunseConallo, alma dacciaro, il bellicosoSir dIniscona. O l re di Muda, od io 375Oggi per certo dormirem sotterra,Disse Dermino. Ossian, benchor s fiaccoE s dolente, di Terman selesseLatroce re: non torner, gridai,Senza il suo scudo. O generosi, o forti, 380Disse Fingal col suo sereno sguardo,Sia vittoria con voi. Tu re dellonde,Svaran, la scelta di Fingal tu sei.

    Disse; e quai cento varii venti in centoDiverse valli a imperversar sen vanno; 385C