poesie e canti

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- 1 - Sono i miei ricordi di trent’anni di scuola: dal 1952 al 1982. Sono poesie, prose e canti: il fior fiore che costituì un messaggio di amore, da me offerto ai fanciulli, per le cose semplici e pure create da Dio per la nostra gioia. San Biagio Platani, 28 agosto 2001

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Sono i miei ricordi

di trent’anni di scuola:

dal 1952 al 1982.

Sono poesie, prose e canti:

il fior fiore

che costituì un messaggio

di amore, da me offerto

ai fanciulli, per le cose

semplici e pure

create da Dio

per la nostra gioia.

San Biagio Platani, 28 agosto 2001

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Autunno

Autunno. Già lo sentimmo venire

nel vento d’agosto,

nelle piogge di settembre:

torrenziali e piangenti,

e un brivido percorse la terra

che ora, nuda e triste,

accoglie un sole smarrito.

Ora passa e declina,

in quest’autunno che incede

il miglior tempo della nostra vita

e lungamente ci dice addio.

Vincenzo Cardarelli

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Il testamento di un albero

Lascio le foglie al vento,

lascio i miei fiori al mare,

i frutti al sole e poi

tutti i semetti a voi:

a voi, poveri uccelli,

perché mi cantavate

la canzone

nella bella stagione;

e voglio che gli stecchi

quando saranno secchi

facciano il fuoco per i poverelli.

Renzo Pezzani

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La preghiera della foresta

Uomo! Io sono il calore del tuo focolare

per le freddi notti dell’inverno.

Io sono l’ombra amica quando, d’estate,

dardeggia il sole,

e sono anche la trave della tua casa,

il legno liscio della tua tavola,

il letto nel quale tu riposi.

Io sono il legno con cui far le barche

e gli agili velieri,

sono il manico della laboriosa zappa,

la porta che chiude i segreti della casa.

Io sono il legno della tua culla e della tua bara.

Io sono il pane della bontà,

il fiore della bellezza.

Ascolta la mia preghiera, uomo,

non mi distruggere!

( da “L’amico dell’albero” di Gilbert Ancieau, Ed. La Scuola - Brescia )

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I gufi

C’era una volta una coppia di gufi, che viveva eternamente felice in una vecchia muraglia. Accanto a loro vi era una fattoria, con ogni sorta di volatili che non pensavano mai ad altro che a mangiare e bere. E, rimpiazzatisi d’acqua e di cibo, i polli e le oche, i tacchini e le anatre, cominciavano a beccarsi. Era così tutto l’anno.D’un tratto, il pavone scoprì i gufi nel loro nascondiglio e si chiese, stupito, perché non bisticciassero mai.Come facevano ad essere così felici?L’assemblea dei volatili suggerì che il pavone facesse visita ai gufi, e chiedesse loro perché mai vivessero così tranquilli e pacifici.Con un inchino, messer pavone accettò l’alto incarico.Si avviò gongolando in tutto il suo fasto e, giunto davanti alla casa dei gufi, fece la ruota tra un gran frusciar di penne e grattò con la zampa per farsi notare.Quando sentirono che cosa voleva sapere, i gufi spalancarono tanto d’occhi, e risposero:“ Be’, caro pavone, va a prendere i tuoi amici, e vi spiegheremo tutto.”Quando l’intera assemblea dei gallinacei si fu riunita, la coppia prese a narrare della propria felicità:“ Quando viene primavera, ci rallegriamo che tutto si risvegli dal sonno invernale.Gli alberi si vestono di centinaia di gemme e foglioline; nei campi, migliaia di fiorellini sbocciano; tutto intorno

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a noi é pieno d’allegria.Intorno ad ogni fiore volteggiano farfalle, calabroni e libellule; le api volano di calice in calice, e raccolgono miele dai girasoli dorati.Eccola la bell’estate!Quando tutta la natura si é svegliata e gli alberi dondolano le loro teste fronzute, e tutto ciò che pioggia e sole hanno nutrito cresce rigoglioso, noi ci sediamo all’ombra in un angolino del bosco e siamo felici e soddisfatti.Presto è autunno, e il ragno, che si é goduto l’estate al riparo di una foglia, tesse la sua rete per trattenere ancora un pò le fronde stanche.E quando tutte le foglie sono cadute e la terra é coperta di neve, ce ne torniamo qui, nella nostra vecchia casa e viviamo tranquilli per tutta la durata dell’inverno.“ che sciocchezza! ” chiocciarono le galline e le oche, i pavoni e le anatre, poiché non avevano capito nulla.“ Felici, così, non si può essere! ”E, preferendo continuare a dar spettacolo, mangiare, bere e bi-sticciarsi, voltarono loro la schiena e ripresero la solita vita.I gufi si strinsero ancor più l’uno all’altro e, ammiccando con i loro occhioni rotondi, tornarono ad immergersi in pensieri pacifici e sereni. Celestino Piatti

(da “I Gufi”, Emme Edizioni, Milano)

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Sera d ,ottobre

Lungo la strada vedi sulla sieperidere a mazzi le vermiglie bacche:nei campi arati tornano al presepetarde le vacche. Vien per la strada un povero che il lentopasso tra foglie stridule trascina:nei campi intuona una fanciulla al vento:“Fiore di spina!...”

Giovanni Pascoli

Lo sbaglio del gallo

Alla casetta dove dormiva un gallopicchiò la luna uscita fuor dal mare. Vedendo l’aria empirsi di corallo,si scosse il gallo, e si buttò a cantare:

“ Chicchirichi! Il sole è qui!”.

Tanto cantò che udirono le stelle,e risero tra lor del grosso abbaglio:ma un vecchio asino aperse le mascellee protestò con un sonante raglio!

Angiolo Silvio Novaro

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BambiLa nascita di Bambi

... Tutto intorno crescevano noccioli, cornioli, prugnoli e giovani

sambuchi. Alti aceri, con faggi e querce formavano un verde

tetto sopra il macchione; il terreno bruno e duro era coperto di

felci, piselli selvatici e salvie. Contro il suolo s’appiattivano

foglie di violette che avevano già fiorito, e di fragole che

cominciavano allora a fiorire. Attraverso il folto fogliame

irrompevano i raggi del sole mattutino formando come un

tessuto dorato. Tutta la foresta echeggiava di voci diverse che

la penetravano di una lieta eccitazione. Il rigògolo lanciava

incessanti grida di gioia, i piccioni tubavano senza tregua, i

merli fischiavano, i fringuelli gorgheggiavano, le cingallegre

pigolavano. In mezzo a quel coro si levava lacerante lo stridio

rissoso delle ghiandaie, la risata ciarliera delle gazze, irrom-

peva metallico lo strido dei faggiani. A tratti su tutte quelle voci

dominava il grido squillante e breve di un picchio. Richiami

di falchi passavano acuti e penetranti sopra le cime degli

alberi, e il rauco coro delle cornacchie durava continuo.

Il piccolo non capiva nulla di quei canti, di quei richiami,

di quei discorsi. Non li ascoltava ancora. Neppure percepiva

i profumi esalati dalla foresta.Udiva

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soltanto il lieve crepitio del suo mantello mentre era lavato, scaldato, baciato, sentiva soltanto l’odore vicino del corpo della madre. Si stringeva contro quel calore benefico, aveva fame: cercò intorno la fonte della vita e la trovò. Mentre succhiava, la madre continuava a carezzarlo, “Bambi” bisbigliando.Insieme, alzava ad ogni momento la testa, drizzava le orechie e in-terrogava il vento.Poi, tranquilla e felice, riprendeva a baciare il suo piccolo. “Bambi”, ripeteva, “mio piccolo Bambi”.

L ,estate di Bambi

Ora, nei primi giorni d’estate, gli alberi, silenziosi sotto l’azzurro cielo, stendevano le braccia a ricevere il calore vivifi-cante del sole. Sulle siepi, sui cespugli delle forre sbocciavano fiori, stelle bianche, rosse, gialle. Su più di un arbusto già cominciavano a riapparire le gemme dei frutti, che coprivano le cime sottili dei rami: tenere, salde e risolute come piccoli pugni chiusi. Dal suolo sorgevano fiori variopinti, d’ogni sorta, sì che nella penombra della foresta esso risplendeva in una si-lenziosa e fervida letizia di colori. Dappertutto si sentiva un odore di fronde fresche, di fiori, di zolle umide, di legno verde. Dall’alba al tramonto tutto il bosco risuonava di mille voci, da

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mattina a sera nell’odorosa solitudine cantavano e ronzavano api,

vespe, calabroni.

In quei giorni Bambi visse la sua prima fanciullezza...

... A differenza che nel bosco, là non vi era alcun pezzo di terra

che non fosse coperto di erba: gli steli crescevano folti, stretti l’un

contro l’altro, in uno splendido rigoglio, si scostavano dolcemente

ad ogni passo e subito si raddrizzavano riconciliati. L’ampia verde

pianura era costellata di margheritine bianche, di fiori di trifoglio dalle

teste violette sfumate in rosso, di gialli bottoni dorati e splendenti, di denti

di leone...

... Sotto il cielo senza nubi il mattino era pieno di rugiade e di fre-

schezza. Tutte le foglie degli alberi e dei cespugli ad un tratto presero

ad esalare un profumo più forte, la prateria effuse una fraganza che

saliva in ampi cerchi sino alle cime degli alberi.

Pip, dissero piano le cingallegre svegliandosi, ma, siccome durava

ancora il grigio crepuscolo, per qualche tempo non dissero nulla.

Regnò un silenzio profondo. Poi dall’alto echeggiò un rauco grido

di cornacchia. Le cornacchie s’erano svegliate e si scambiavano

visite di vetta in vetta. Subito la gazza rispose:

“Sciakerasciak... credono forse che io dorma ancora?”

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Allora, da ogni parte vicino e lontano, si levarono centinaia di pic-

coli richiami sommessi e isolati: pip! pip! tin!, nei quali si sentiva

ancora il sonno e il crepuscolo.

Ad un tratto un merlo volò sulla cima di un faggio, sul ramo più

alto che si drizzava sottile nell’aria e, spaziando con lo sguardo

lontano sopra gli alberi, vide il cielo livido e stanco della notte

rosseggiare e rianimarsi ad oriente. Allora cominciò a cantare.

Veduto dal basso, pareva una macchiolina scura: il nero corpicino

rassomigliava ad una foglia appassita. Ma il suo canto spargeva

nella foresta un gran giubilo, al cui suono tutto si destò. Fringuelli,

pettirossi e cardellini fecero udire trilli e cinguettii.

I colombi con un grande schioccare di ali volarono da un luogo

all’altro. I fagiani gridarono, e pareva che scoppiasse loro la gola:

morbido e possente era il fruscio delle loro ali,ora che calavano al

suolo dagli alberi dove avevano dormito.

Ancora più volte gettarono i loro gridi metallici, seguiti da un

gorgoglio sommesso. Intanto, lassù, nell’aria, i falchi lanciavano

il loro acuto e lieto: ia-ia-ia!

S’era levato il sole. Diu-diu, esultò il rigògolo, volando

di ramo in ramo, e il suo corpo rotondo e giallo splendeva ai primi

raggi come un’alata palla d’oro.

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L,autunno di Bambi

... Una sera, dopo lampi, tuoni e scrosci di pioggia, il cielo splen-

dette azzurro e terso ai raggi del tramonto. Sulle cime dei rami

all’intorno cantavano merli e fringuelli, sugli arbusti cinguettavano

le cingallegre, nell’erba e tra i cespugli bassi echeggiavano i brevi

gridi metallici dei fagiani, il picchio rideva giubilante, le colombe

tubavano con intenso desiderio di amore... Una notte, piena del

mormorio autunnale delle foglie che cadevano, la civetta lanciò il

suo grido acuto dalla cima di un albero...

... Per molti giorni la bufera aveva imperversato nella foresta,

strappando le ultime foglie ai rami. Ora gli alberi s’ergevano

completamente spogli...

L,inverno di Bambi

...La foresta giaceva di nuovo sotto la neve, ammutolita sotto il

bianco e folto mantello. Si udivano soltanto richiami di cornacchie,

a tratti lo strepitio preoccupato di una gazza, o i timidi cinguettii

delle cingallegre. Poi il freddo si fece più intenso, e tutto tacque. L’aria

cominciò a tintinnare per il freddo...

Felix Salten

(da “Bambi” di Felix Salten, Ed. Garzanti)

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L ,Angelo

Cammina un bimboper la lunga stradasolo, soletto, e non sa dove vada:piccolo è il bimbo,grande é la campagna,ma un Angelo lo vede

e l’accompagna.

Fides

Quando brillava il vespero vermiglio,

e il cipresso pareva oro, oro fino,

la madre disse al piccoletto figlio:

Così fatto é lassù tutto un giardino.

Il bimbo dorme, e sogna i rami d’oro;

gli alberi d’oro, le foreste d’oro;

mentre il cipresso nella notte nera

scagliasi al vento, piange alla bufera. Giovanni Pascoli

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L ,Angelo

Dice il Signore all’Angelo: - Corri da quel bambinoe restagli vicino.Non lo lasciar giammai. - Signor, cosa gli dico se mi chiede chi sono?- Digli: io sono un donodi Dio. Sono l’amico. - E se piange che faccio?- Fa’ come il pastorello.Quel bambino è un agnelloe tu lo prendi in braccio. - E se gioca?- Tu giochi.I bambini innocentivan felici di pochisassolini lucenti. - Se ha sonno, che ho da fare? Sono così maldestro.- Mettilo in un canestro e lo fai dondolare. L’Angelo via volò. Ed era già lontano nel ciel, che si voltò per chiedere più piano: - E se ammala? Se muore?- Riportalo al Signore.

Renzo Pezzani

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L ,Angelo del Signore

1. Un angelo apparve a Maria,portando un messaggio del cielo.Le disse: “O piena di grazia,la madre sarai di Gesù.

Non devi temere, Maria,perché ti ha scelta il Signore,ti ha scelta fra tutte le donnee adesso aspetta il tuo si”.

Ave Maria, il Signore é con te.

Ave Maria, il Signore é con te.

Ave Maria, il Signore é con te.

Ave Maria, il Signore é con te.

2. Io sono una piccola donna,ma credo nel mio Signore...si faccia di me ciò che vuole:io dico con fede il mio si”.

Allora lo Spirito Santocoprì del suo amore Mariaed ella divenne sua sposae madre di Cristo Gesù.

Rit. Ave Maria, il Signore é con te...

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L ,Ave

La campana ha chiamato,

e l’Angelo è venuto.

Lieve lieve ha sfiorato

con l’ala di velluto

il povero paese;

v’ha sparso un tenue lume

di perla e di turchese

e un palpito di piume;

ha posato i dolci occhi

su le più oscure soglie...

Poi, con gli ultimi tocchi,

cullati come foglie

dal vento della sera,

se n’è andato via,

a portar la preghiera

degli umili a Maria.

Diego Valeri

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Dio Dovunque il guardo giro,immenso Dio, ti vedo:nell’opre tue t’ammiro,

ti riconosco in me.

La terra, il mar , le sfere

parlan del tuo potere:

tu sei per tutto, e noi

tutti viviamo in Te.

Se Dio veder tu vuoi

guardalo in ogni oggetto,

cercalo nel tuo petto,

lo troverai con te.

E se, dov’ei dimora

non intendesti ancora,

confondimi, se puoi:

dimmi dov’ei non é.

Metastasio

Nota: La prima parte é tratta dalla “Passione di Gesù”, la seconda dalla “Betulia liberata”.

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Dio

Nell’ora che pel bruno firmamento

comincia un tremolìo

di punti d’oro, d’atomi d’argento,

guardo e dimando: - Dite, o luci belle,

ditemi: cosa é Dio?

- Ordine - mi rispondono le stelle.

Quando all’april la valle, il monte, il prato,

i margini del rio,

ogni campo dai fiori è festeggiato,

guardo e dimando: - Ditemi, o bei colori,

ditemi: cosa é Dio?

- Bellezza - mi rispondono quei fiori.

Quando il tuo sguardo innanzi a me scintilla

amabilmente pio,

io chiedo al lume della tua pupilla:

- Dimmi, se il sai, bel messagger del core,

dimmi: cosa é Dio?

E la pupilla mi risponde: - Amore.

Aleardo Aleardi.

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Canta il gallo

Quando al poggiuolo appaia

l’aurora mattiniera

il gallo, che su l’aia

dormì la notte nera,

si sveglia e canta: - E’ qui!

E l’ode il carrettiere

e mette al mulo i fiocchi,

mette le sonagliere,

e via con alti schiocchi

verso il fiammante dì;

e l’ode la massaia

l’inno del gallo roco,

e balza in piedi gaia,

e getta legna al fuoco,

occhiate al rosso ciel;

e l’ode la fanciulla,

e làvasi alla secchia,

e intanto si trastulla

con l’acqua che la specchia

nel tremolo suo vel;

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Ma il bimbo no, non l’ode:

e invano canta il gallo,

mentre l’aurora gode

tingere di corallo

il ciel che argenteo fu.

Il bimbo no! Ci vuole

la mamma che lo svegli,

che gli soffi parole

d’amore tra’ capelli;

che: - Su - gli dica - su,

nel nome di Gesù!

Angelo Silvio Novaro

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Impariamo a guardare

Bambino, ti voglio insegnare

le cose belle a guardare;

le cose da guardare con amore,

perché ce le donò il Signore:

la spiga che ondeggia al sole,

la siepe cosparsa di viole,

la brocca del biancospino,

le piume del canarino,

la cella d’un alveare,

la conchiglietta del mare,

l’agnello dentro la stalla,

le alucce d’una farfalla,

il prato ricolmo di biada,

la foglia con la rugiada,

del fuoco la vivida fiamma,

e il dolce viso della mamma.

E. Ottaviani

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Gli uccellini vanno a scuola

Tu non sai, ma gli uccellini

hanno il cuore come i bambini:

come i bimbi vanno a scuola

sopra i pini,

sopra i peri.

Se non sanno la lezione

(che sarebbe una canzone

sempre nuova)

prendon certi brutti zeri

tondi tondi come l’ova.

E nell’ora della sera

quando suonan le campane,

sopra i borghi, sulle piazze,

con un dolce pigolio

dicon tutti la preghiera

che va su nel cielo a Dio:

buona, dolce, leggera.

Renzo Pezzani

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Insipienza Ruzzolando entro la vile

spazzatura d’un cortile,

ritrovossi il gallo avante

lucidissimo diamante.

- Tu sei bello - disse affe!

- Ma saria meglio per me,

schiettamente te lo dico,

un granello di panico. -

Di bei libri antichi e rari

uno sciocco ereditò,

che vendé per far denari...

(Clasio, ossia Fiacchi Luigi)

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L ,istruzione

Se dài del pesce a un uomo,

egli si ciberà una volta.

Ma se tu gli insegni a pescare

egli si nutrirà per tutta la vita.

Se fai progetti per un anno,

semina del grano.

Se i tuoi progetti si estendono a dieci anni,

pianta un albero.

Se essi abbracciano cento anni,

istruisci il popolo.

Seminando grano una volta,

ti assicuro un raccolto.

Se pianti un albero,

tu farai dieci raccolti,

Istruendo il popolo,

tu raccogli cento volte. Kuang - Tsen (sec. III a C.)

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La settimana

Ci voglion sette giornia far la settimana:per sei canta il martello,per uno la campana. Sei li vuole la terrache aspetta il tuo sudore,ma il settimo, il più bello,è tutto del Signore.

Renzo Pezzani

Prudenza

Pria di lasciar la sponda

il buon nocchiero imita;

vede se calma é l’onda,

guarda se chiaro é il dì.

Voce dal sen fuggita

poi richiamar non vale;

non si trattien lo strale

quando dall’arco uscì.

Metastasio - dall’ “Ipermestra” -

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Borgo alpino

Dalla finestra della trattoriascorgol’unica viadel borgo Fatta di pietre e sassiin lieve discesa,è lunga cento passi;a destraconduce alla chiesae dall’altro cantoc’è il camposanto. Nel piccolo mondo racchiuso tra i monti,oh, come lentatrascorre la vitadell’umile gente! Ognun s’accontentadi nientee all’ombre della casa del Signoresi nasce, si vive, si muore...

E. Ottaviani

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Il sabato del villaggio

La donzelletta vien dalla campagna,in sul calar del sole,col suo fascio dell’erba, e reca in manoun mazzolin di rose e di viole,

onde, siccome suole,ornare ella si apprestadimani, al dì di festa, il petto e il crine.

Siede con le vicinesu la scala a filar la vecchierella,incontro là dove si perde il giorno;

e novellando vien del suo buon tempo,quando al dì della festa ella si ornava,ed ancor sana e snellasolea danzar la sera intra di queich’ebbe compagni dell’età più bella.

Già tutta l’aria imbruna,torna azzurro il sereno, e tornan l’ombregiù da’ colli e da’ tetti,al biancheggiar della recente luna.

Or la squilla dà segno della festa che viene;ed a quel suon diresti che il cuor si riconforta.

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I fanciulli gridano su la piazzuola in frotta,e qua e là saltando, fanno un lieto rumore:

e intanto riede alla sua parca mensa,fischiando, il zappatore,e seco pensa al dì del suo riposo. Poi quando intorno è spenta ogni altra face,e tutto l’altro tace,odi il martel picchiare, odi la segadel legnaiuol, che veglianella chiusa bottega alla lucerna,e s’affretta e s’adopradi fornir l’opra anzi il chiarir dell’alba.

Questo di sette é il più gradito giorno,pien di speme e di gioia:diman tristezza e noiarecheran l’ore, ed al travaglio usatociscuno in suo pensier farà ritorno.

Garzoncello scherzoso,cotesta età fioritaé come un giorno d’allegrezza pieno,giorno chiaro, sereno,che precorre alla festa di tua vita.

Godi, fanciullo mio; stato soave,stagion lieta é cotesta.Altro dirti non vo’; ma la tua festach’anco tardi a venir non ti sia grave.

Giacomo Leopardi

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La quiete dopo la tempesta

Passata é la tempesta:odo augelli far festa, e la gallina,tornata in su la via,che ripete il suo verso. Ecco il sereno

rompe là da ponente, alla montagna;sgombrasi la campagna,e chiaro nella valle il fiume appare.

Ogni cor si rallegra, in ogni latorisorge il mormorio,torna il lavoro usato. L’artigiano a mirar l’umido cielo,con l’opra in man, cantando,fassi in su l’uscio; a prova

vien fuor la femminetta a còr dell’acquadella novella piova;e l’erbaiuol rinnovadi sentiero in sentieroil grido giornaliero.

Ecco il sol che ritorna, ecco sorrideper li poggi e le ville. Apre i balconi,apre terrazze e logge la famiglia;

e, dalla via corrente, odi lontanotintinnio di sonagli, il carro stridedel passegger che il suo cammin ripiglia.

Giacomo Leopardi

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Piove

Piove da un’ora soltanto,

ma il bimbo pensa che già

piove da tanto, da tanto,

sopra la grande città.

Piove sui tetti e sui muri,

piove sul lungo viale,

piove sugli alberi oscuri

con ritmo triste ed uguale;

piove e lo scroscio si sente

giungere dalle vetrate

che versano lagrime lente

come fanciulle imbronciate.

Piove; e laggiù sulla via

e in ogni casa, già invade

l’intima malinconia

di quella pioggia che cade.

Ada Negri

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San Martino

La nebbia agli irti colli

piovigginando sale

e sotto il maestrale

urla e biancheggia il mar;

ma per le vie del borgo

dal ribollir de’ tini

va l’aspro odor dei vini

l’anime a rallegrar.

Gira su ceppi accesi

lo spiedo scoppiettando:

sta il cacciator fischiando

su l’uscio a rimirar

tra le rossastre nubi

stormi d’uccelli neri,

com’esuli pensieri,

nel vespero migrar.

Giosué Carducci

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La pioggia

La pioggia picchiettasommessa, argentina,e narra una favolapiccina, piccinad’insetti, di passeri, di grilli e di fiori,di piccoli cuori;per loro una gocciolache stride, saltella,che sfugge, che mormora,é come una stella.

Olga Visentini

Dicembre

Dicembre...

La neve sui monti,

la fiamma nel focolare,

volti cari attorno a una lampada,

una campana che chiama

per la novena di Natale.

Dicembre...

Un ramo di abete e il presepe

fatto di bambagia leggera

col Bambin che s’addormenta

fra le candeline di cera.

T. Bordoni

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Dicembre

A tavola, bambini

Le castagne sono cotte.

La neve sui camini

fa piú fitta la notte.

Un bel fuoco di legna

scalda le mani e il cuore:

dove la pace regna

è invitato il Signore.

Mai come in questo mese

le case senza siepe

con le lucerne accese

somigliano al presepe.

Renzo Pezzani

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Paesino

Tre case di mattoni,

una chiesa per le orazioni;

una torre con due campane;

un forno per il pane;

la gallina che canta l’uovo,

una scuola col tetto nuovo;

un vasetto con un fiore,

un giardino per chi muore...

E’ un paese, ve l’ho detto,

che starebbe in un fazzoletto.

Renzo Pezzani

Orfano

Lenta la neve, fiocca, fiocca, fiocca.

Senti: una zana dondola pian piano.

Un bimbo piange, il piccol dito in bocca;

canta una vecchia, il mento sulla mano.

La vecchia canta: - Intorno al tuo lettino

c’è rose e gigli, tutto un bel giardino.

Nel bel giardino il bimbo s’addormenta.

La neve fiocca lenta, lenta, lenta.

Giovanni Pascoli

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Rio Bo

Tre casettine

dai tetti aguzzi,

un verde praticello,

un esiguo ruscello: Rio Bo,

un vigile cipresso.

Microscopico paese, è vero,

paese da nulla, ma però...

c’è sempre di sopra una stella,

una grande, magnifica stella,

che a un dipresso

occhieggia con la punta del cipresso

di Rio Bo.

Una stella innamorata!

Chi sa

se nemmeno ce l’ha

una grande città.

Aldo Palazzeschi

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Casa dolce casa

Vedo bianca all’orizzonte la mia casetta ancor,là t’affacci, madre dolce, e piangi nel tuo cor.

Al figlio tuo lontano, tu pensi, pensi ognor;nè tregua mai concedial crudo tuo dolor.

Piango io pure. Perché?Esulta, o madre mia soave:il figlio torna a te.

Un prefazio per l, ,,Avvento

,,

Egli fu annunziato da tutti i profeti,

la Vergine Madre l’attese e lo portò in grembo

con ineffabile amore,

Giovanni proclamò la sua venuta

e lo indicò presente nel mondo.

Lo stesso Signore,

che ci invita a prepare il suo Natale

ci trovi vigilanti nella preghiera,

esultanti nella lode.

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Gesu,visto dal profeta Isaia

Egli sarà giudice fra le genti

e sarà arbitro fra molti popoli.

Forgeranno le loro spade in vomeri,

le loro lance in falci;

un popolo non alzerà più la spada

contro un altro popolo,

non si eserciteranno più nell’arte della guerra.

Casa di Giacobbe, vieni,

camminiamo nella luce del Signore.

Il Signore stesso darà a voi un segno.

Ecco la giovane donna

concepisce e partorisce un figlio

e gli porrà nome Emmanuele.

Il popolo che cammina nelle tenebre

vide una grande luce;

sugli abitanti in paese tenebroso

risplendette una luce.

Hai moltiplicato la gioia,

hai causato grande letizia.

Poiché un bambino ci é nato,

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nelle sue spalle riposa l’impero;

e lo si chiama per nome:

“Meraviglioso consigliere, Dio potente,

Padre perpetuo, Principe della pace”,

per accrescere il principato

e per una pace senza fine,

sul trono di Davide e sul suo regno,

per stabilirlo e rafforzarlo

mediante il diritto e la giustizia

da ora fino in eterno.

Isaia cap. 2, 7 e 9

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Cantico della Vergine ( Magnificat ) L’anima mia magnifica il Signore

e il mio spirito esulta in Dio,

mio salvatore

perché ha guardato l’umiltà della sua serva.

D’ora in poi tutte le generazioni

mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto in me

l’Onnipotente

e Santo é il suo nome:

di generazione in generazione

la sua misericordia

si stende su quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza del suo braccio,

ha disperso i superbi

nei pensieri del loro cuore;

ha rovesciato i potenti dai troni,

ha innalzato gli umili;

ha ricolmato di beni gli affamati,

ha rimandato i ricchi a mani vuote.

Ha soccorso Israele, suo servo,

ricordandosi della sua misericordia,

come aveva promesso ai nostri padri,

ad Abramo e alla sua discendenza,

per sempre.

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Ave Maria

Ave Maria! Quando su l’aure corre

l’umil saluto, i piccioli mortali

scovrono il capo, curvano la fronte

Dante e Aroldo.

Una di flauti lenta melodia

passa invisibil fra la terra e il cielo:

Spiriti forse che furon, che sono

e che saranno?

Un oblio lene de la faticosa

vita, un pensoso sospirar quiete,

una soave volonta di pianto

l’anima invade.

Taccion le fiere e gli uomini e le cose

roseo il tramonto ne l’azzurro sfuma,

mormoran gli alti vertici ondeggianti

Ave Maria.

Giosué Carducci

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Ave Maria

Ave Maria, la terra, il mare, il cielo

Ti salutan nell’ora più divina!...

Ave Maria, sia benedetta l’ora

a Te devota e il clima e il paese

ove spesso gustai quest’armonia

che vien dall’alto e placa le tempeste!

La squilla da lontan grave oscillava

e sino a me giungevan le ondeggianti

vibrazioni dell’inno vespertino:

nessun soffio agitava l’aer lieve;

dalle rosate tinte del tramonto,

dalla foresta le frementi foglie

parevano esultare al pio fervore...

Ave Maria, di preghiera è l’ora!

Ave Maria, d’amore questa é l’ora!

Ave Maria, facci guardare in alto

fino a Te, fino al Figlio tuo celeste!

Giorgio Byron

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Le ciaramelle

Udii tra il sonno le ciaramelle,

ho udito un suono di ninne nanne,

Ci sono in cielo tutte le stelle,

ci sono i lumi nelle capanne.

Sono venute dai monti oscuri

le ciaramelle senza dir niente;

hanno destata ne’ suoi tuguri

tutta la buona povera gente.

Ognuno è sorto dal suo giaciglio:

accende il lume sotto la trave;

sanno quei lumi d’ombra e sbadiglio,

di cauti passi, di voce grave.

Le pie lucerne brillano intorno,

là nella casa, qua su la siepe;

sembra la terra, prima di giorno

un piccoletto grande presepe.

Nel cielo azzurro tutte le stelle

paion restare come in attesa;

ed ecco alzare le ciaramelle

il loro dolce suono di chiesa.

Suono di chiesa, suono di chiostro,

suono di casa, suono di culla,

suono di mamma, suono del nostro

dolce passato pianger di nulla.

Giovanni Pascoli

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Tu scendi dalle stelle Tu scendi dalle stelle, o Re del Cieloe vieni in una grotta al freddo, al gelo. O bambino - mio divino -Io ti vedo qui tremar: o Dio beato!Ah quanto ti costò l’avermi amato!

A te che sei del mondo il creatore mancano panni e fuoco, o mio Signore: Caro eletto - pargoletto - quanto questa povertà, più m’innamora giacché ti fece amor povero ancora.

S. Alfonso M. de Liguori

Natale Nato Gesù, Maria se lo guardavache così bello non l’immaginava.Giuseppe accese un focherello e disseche lo scaldava perché non patisse.La stella d’oro si fermò sul tettoe si mise a cantare un angioletto;

e il pastore si mise a camminaree tutto il gregge dietro a scampanare.Dicevan tutti: - Un bimbo così bellochi non vorrebbe averlo per fratello?Maria se lo fasciava con amoreperché era il suo figliolo e il suo Signore.

Renzo Pezzani

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Stille nacht

Astro del Ciel, Pargol divin,

mite Agnello, Redentor!

Tu di stirpe regale decor,

Tu virgineo mistico fior,

luce dona alle menti,

pace infondi nei cuor!

Dolce Signor, mio Redentor,

fatto uomo per amor:

per amor sei disceso dal Ciel

in un mondo di freddo e di gel:

deh! Tu vieni a scaldarlo,

porta la gioia nei cuor!

Oggi per Te l’umanità,

o Gesù, crederà

nella luce di un mite ideal,

nella buona novella che Tu

rechi al cuore del mondo:

Notte del Santo Natal!

Page 45: poesie e canti

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Un salmo per la notte di Natale Salmo 97

Cantate al Signore un canto nuovo,

perché ha compiuto prodigi.

Gli ha dato vittoria la sua destra

e il suo braccio santo.

Il Signore ha manifestato la sua salvezza,

agli occhi dei popoli ha rivelato la sua giustizia.

Egli si é ricordato del suo amore,

della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto

la salvezza del nostro Dio.

Acclami al Signore tutta la terra,

gridate, esultate con canti di gioia.

Cantate inni al Signore con l’arpa,

con l’arpa e con suono melodioso;

con la tromba e al suono del corno

acclamate davanti al re, il Signore.

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La notte santa

(Personaggi: Giuseppe, Maria, osti, coro, narratore)

- Consolati, Maria, del tuo pellegrinare!Siamo giunti, Ecco Betlemme ornata di trofei.Presso quell’osteria potremo riposare,che’ troppo stanco sono e troppo stanca sei. Il campanile scocca lentamente le sei.- Avete un pò di posto, o voi del “Caval grigio”?Un pò di posto avete per me e per Giuseppe?- Signori, ce ne duole: è notte di prodigio,son troppi i forestieri: le stanze ho piene zeppe. Il campanile scocca lentamente le sette.- Oste de “Moro”, avete un rifugio per noi?Mia moglie più non regge ed io son così rotto!- Tutto l’albergo ho pieno, su palchi e ballatoi:tentate al “Cervo bianco”, quell’osteria più sotto. Il campanile scocca lentamente le otto.- O voi del “Cervo bianco”, un sottoscala almenoavete per dormire? Non ci mandate altrove!- S’attende la cometa. Tutto l’albergo ho pienod’astronomi e di dotti, qui giunti d’ogni dove.

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Il campanile scocca lentamente le nove- Ostessa dei “Tre merli”, pietà d’una sorella!Pensate in quale stato e quanta strada feci!- Ma fin sui tetti ho gente: attendono la stella...Son negromanti, maghi persiani, egizi, greci... Il campanile scocca lentamente le dieci.- Oste di “Cesarea”... - Un vecchio falegname?Albergarlo? Sua moglie? Albergarli per niente?- L’albergo è tutto pieno di cavalieri e dame;non amo la miscela dell’alta e bassa gente. Il campanile scocca l’undici lentamente. La neve! - Ecco una stalla! - Avrà un posto per due?- Che freddo! - Siamo a sosta - Ma quanta neve, quanta!Un pò ci scalderanno quell’asino e quel bue...Maria già trascolora, divinamente affranta... Il campanile scocca la mezzanotte santa. E’ nato!

Alleluia! Alleluia!

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E’ nato il sovrano Bambino. La notte, che già fu sì buia, risplende di un astro divino. Orsù, cornamuse, più gaie sonate; squillate campane! Venite, pastori e massaie, o genti vicine e lontane. Non sete, non molli tappeti, ma, come nei libri hanno detto da quattro mill’anni i Profeti, un poco di paglia ha per letto. Per quattro mill’anni s’attese qual’ora su tutte le ore. E’ nato il Signore! E’ nato! E’ nato nel nostro paese. Risplende d’un astro divino la notte che già fu sì buia. E’ nato il Sovrano Bambino... E’ nato! Alleluia! Alleluia!

Guido Gozzano

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C’era un silenzio

come d’attesa

lungo la strada

che andava alla chiesa;

e fredda l’aria

di notte, in quell’ombra

là solitaria.

C’eran le stelle

nel cielo invernale;

e un verginale

candore di neve,

ma rado e lieve.

C’era una siepe

nera e stecchita;

parea fiorita

di biancospino.

E mi teneva

- oh mio sogno lontano! -

mia madre per mano.

E nella tiepida

chiesa, che incanto!

Fra lumi e un denso

profumo d’incenso

e suono d’organo

e voci di canto,

ecco il Presepe

con te, Bambino...

Pietro Mastri

La messa di mezzanotte

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Alla mamma

O mamma, vo’ dirti una cosa

che forse ti piacerà tanto;

sta notte, passandomi accanto,

mi disse il Bambino Gesù:

“Felice quel bimbo che vive

protetto da un angelo pio!”

O mamma, quel bimbo son io;

quell’angelo, o mamma, sei tu!

G. Bertacchi

Natale

Non ho voglia di tuffarmiin un gomitolo di strade. Ho tanta stanchezza sulle spalle.Lasciatemi così:come una cosa posata in un angoloe dimenticata. Qui non si sente altroche il caldo buono. Sto con le quattro capriole di fumodel focolare.

Giuseppe Ungaretti

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Gloria

Era notte, e nell’ovile

vigilavano i pastor,

quando in cielo una sottile

luce apparve bianca e d’or.

Gloria in excelsis Deo!

Era notte, e nell’incanto

di una luce celestial

annunziava un dolce canto

il mistero del Natal:

Era notte, e per la via

si affrettavano i pastor:

dalla Vergine Maria

era nato il Salvator.

Page 52: poesie e canti

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Adeste fideles

Adeste, fideles,laeti, triumphantes:venite, venite in Bethlehem.

Natum videte Regem Angelorum.

Venite adoremus,venite adoremus,venite adoremus Dominum.

En grege relicto,humiles ad cunasvocati pastores adproperant.

Et nos ovanti gradu festinemus.

Venite adoremus,venite adoremus,

venite adoremus Dominum.

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I Re MagiUna luce vermiglia

risplende nella pia

notte e si spande via

per miglia e miglia e miglia.

“O nova meraviglia!

O fiore di Maria! “

Passa la melodia,

e la terra s’ingiglia.

Cantano, tra il fischiar

del vento per le forre,

i biondi angeli in coro:

ed ecco Baldassarre,

Gaspare e Melchiorre

con mirra, incenso ed oro.

Gabriele d’Annunzio

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Egoismo e Carita,

Odio l’allor, che quando alla forestale novissime fronde invola il vernoravviluppato nell’intatta vesta verdeggia eterno:

pompa dei colli, ma la sua verzuragioia non reca all’augellin digiuno,ché la splendida bacca invan maturanon coglie alcuno.

Te, poverella vite, amo, che quandofiedon le nevi i prossimi arboscellitenera, l’altrui duol commiserando,sciogli i capelli.

Tu piangi, derelitta, a capo chinosulla ventosa balza: in chiuso locogaio frattanto il vecchierel vicinos’asside al foco.

Tien colmo un nappo: e ‘l tuo licor gli cadene l’ondeggiar del cùbito sul mento;poscia floridi paschi ed aure biade sogna contento.

Gicomo Zanella

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Una goccia

“Una goccia, o nuvoletta!”

sitibondo un fior gridò.

“Or non posso, ho troppa fretta.”

Gli rispose e via passò.

Chino al sol che umor gli nega

il fioretto inaridì.

Al mendico che ti prega

non risponder mai così.

Metastasio

Primo amore

Rondinella a cui rapita

fu la dolce compagnia

vola incerta, va smarrita

dalla selva alla campagna,

e si lagna intorno al nido

dell’infido cacciator:

chiare fonti, apriche rive

più non cerca, al dì s’invola

sempre sola, e sinché vive

si rammenta il primo amor.

Metastasio, dalla “Semiramide”

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La quercia caduta

Dov’era l’ombra, or sé la quercia spandemorta, né più coi turbini tenzona.La gente dice: or vedo: era pur grande!

Pendono qua e là dalla corona i nidietti della primavera. Dice la gente: Or vedo: era pur buona!

Ognuno loda, ognuno taglia. A seraognuno col suo grave fascio va.Nell’aria, un pianto... d’una capinerache cerca il nido che non troverà.

Giovanni Pascoli

Fischia il vento

Fischia il vento, urla la bufera,

scarpe rotte, eppur bisogna andar

a conquistare la nostra primavera,

dove sorge il sol dell’avvenir.

Canto della Resistenza

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Da Astichello

Il suo stridor sospeso ha la cicalala rondinella con obliquo voloterra terra sen va: sul fumaiolobianca colomba si pulisce l’ala.

Grossa, sonante qualche goccia cala,che di pinte anitrelle allegro stuoloevita con clamor: lieve dal suolodi spenta polve una fragranza esala.

Scroscia la pioggia e contro il sol riluce,come fili d’argento; il ruscel suonache la villa circonda e par torrente,sulle cui ripe a salti si conducelo scalzo fanciulletto ed abbandonale sue flotte di carta alla corrente.

Giacomo Zanella

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Canto di vita

In cima a un’ antica pianta

nel roseo ciel del mattino,

un uccelletto piccino

(oh, come piccino!) canta.

Canta? Non canta, cinguetta.

Povera, piccola gola,

ha in tutto una nota sola,

e quella ancora imperfetta.

Perché cinguetta? Che cosa

lo fa parer sì giulivo?

S’allegra d’esser vivo

in quella luce di rosa.

Arturo Graf

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Non è una storia, è una tiritera:

inizia al mattino, finisce la sera.

Spunta il sole, comincia il dì,

canta il gallo “chicchirichì”,

ogni giorno comincia così.

Si sveglia la mucca, il pesce, il piccione.

Nella foresta si sveglia il leone,

si destano tutti e cantan così:

“Buona giornata, a tutti buon dì”.

Si sveglia pure il nostro Arlecchino,

ride e saluta di buon mattino,

monta a cavallo e se ne va

verso Venezia, la gran città.

Giunto a Venezia c’è una gran festa

con canti, balli e suoni d’orchestra:

guarda di qui, guarda di là

la Colombina eccola qua...

Va Arlecchino, va Colombina,

vanno alla festa della regina,

va la comare e sulla testa

ha una gallina entro la cesta.

La tiritera del buon di

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Va il brigante con il trombone,

va il bambino con l’aquilone.

Balla Arlecchino con Colombina,

balla il giullare con la regina.

Ballano e saltano tutti così:

è una gran festa, è un gran bel dì.

Ballano i pesci in alto mare

perché Baciccia rinuncia a pescare:

ritira le reti e se ne va

alla gran festa, presto, in città.

Tra suoni, canti e molta allegria

il gatto ride e scappa via.

Tre uccellini stanno a guardare

e si divertono a cantare.

Solo in giardino , con faccia severa,

un gufo aspetta che venga la sera.

Tramonta il sole, finisce il dì,

ogni sera comincia così.

Dorme il gallo, il leone, l’uccello,

dorme il cavallo sotto il mantello,

dormono i pesci in mezzo al mare,

dorme Arlecchino, dorme il giullare,

dorme il gatto vicino al camino.

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“Allora esco!” dice il topino,

“un pò di festa la faccio anch’io,

tutto il formaggio adesso é mio”.

Così finisce la nostra giornata,

la bella festa è terminata,

così finisce la tiritera:

volta il foglio...

... é notte nera.

Elve Fortis De Hieronymis

(S.E.I.)

Pioggia Cantava al buio in aia il gallo.

E gracidò nel bosco la cornacchia:il sole si mostrava a finestrelle.Il sol dorò la nebbia della macchia,poi si nascose; e piovve a catinelle.Poi tra il cantare delle raganelleguizzò sui campi un raggio lungo e giallo.

Stupiano i rondinotti dell’estatedi quel sottile scendere di spille:era un brusìo con languide sorsatee chiazze larghe e picchi a mille a mille;poi singhiozzi, e gocciar rado di stille:di stille d’oro in coppe di cristallo.

Giovanni Pascoli

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Formichino

Dormi, dormi, Formichino

che la mamma ti è vicino,

dormi e sogna cose belle

nella luce delle stelle.

Ogni stella ha una formica

che dei bimbi è tanto amica,

ed a quelli molto buoni

lei regala i più bei doni.

Son trenini, bamboline,

orsacchiotti, trottoline,

aquiloni e palloncini

per la gioia dei bambini.

Dormi, dormi Formichino

che la mamma ti è vicino,

dormi e sogna cose belle

nella luce delle stelle.

( dal film “ Putiferio va alla guerra “ )

canta: Rita Pavone

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Lettera a Pinocchio Carissimo Pinocchio,amico dei giorni più lieti,di tutti i miei segretiche confidavo a te.

Carissimo Pinocchio, ricordi quand’ero bambino, nel bianco mio lettino ti sfogliai, ti parlai, ti sognai...

* Dove sei? ti vorrei veder, del tuo mondo vorrei saper;forse babbo Geppetto é con te?Dov’é il gatto che t’ingannò?Il buon grillo che ti parlò?E la fata turchina, dov’é?

Carissimo Pinocchio, amico dei giorni più lieti, con tutti i miei segreti resti ancor, nel mio cuor,FINE come allor...

Carissimo pinocchio,ricordi quand’ero bambino, nel bianco mio lettinoti sfogliai, ti parlai, ti sognai...

(riprendi dal segno * sino a Fine)

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In questo mondo tanto grandenoi siamo tutti dei piccini,dagli Appenini alle Ande,da San Francisco a Pechin...

Ce lo dimostra un raccontinodi quel bambino che è un tesor:Marcellino, pane e vinoche racchiudo qui nel cuor...

Quel piccolo trovatelloé stato deposto un dìsulla porta del conventoper ripeterci così:

Ricordate Marcellino solo pane e solo vino e un minuscolo lettino Marcellino Marcellino.

2. Se noi giochiamo a far gli affaricon sottrazioni e addizioni,non non vediam che denari,sogniamo solo i milion.

Dimentichiam le cose bellee quindi nascono dei guaiMarcellino pane e vino

Ritornello:

Ricordate Marcellino

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I 12 fraticelliche l’hanno trovato un dìsulla porta del convento ci ripetono così:

Rit. Ricordate ...

Se noi giochiamo a far la guerradal Polo Nord all’Equator,noi rattristiam cielo e terracon gran fragori e bagliori...

Del chiar di luna e delle stelle, dei prati in fior ti scorderai,Marcellino pane e vinonon l’avrebbe fatto mai.

I 12 fraticelli che l’hanno ospitato un dìtra le mura del conventoci ripetono così:

Ricordate Marcellino solo pane e solo vino e un minuscolo lettino Marcellino Marcellino.

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Nel blu dipinto di blu

1. Penso che un sogno così non ritorni mai più:mi dipingevo le mani e la faccia di blu,poi d’improvviso venivo dal vento rapitoe incominciavo a volare nel cielo infinito...

Ritornello: Volare... oh, oh!... Cantare... oh, oh, oh! Nel blu, dipinto di blu. Felice di stare lassù.

E volavo, volavo felicepiù in alto del sole ed ancora più sumentre il mondo pian pianospariva lontano laggiù,una musica dolce suonavasoltanto per me...

Ritornello: Volare... oh, oh!...

2. Ma tutti i sogni nell’alba svaniscon perché,quando tramonta, la luna li porta con sé.Ma io continuo a sognare negli occhi tuoi belli,che sono blu come un cielo trapunto di stelle.

Volare... oh, oh!cantare... oh, oh, oh, o!nel blu degli occhi tuoi blu,felice di stare quaggiù.

Page 67: poesie e canti

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E continuo a volare felice più in alto del sole ed ancora più su,mentre il mondo pian piano scomparenegli occhi tuoi blu,la tua voce é una musica dolceche suona per me...

Volare... oh, oh!...cantare... oh, oh, oh, oh!nel blu degli occhi tuoi blu,felice di stare quaggiù Nel blu degli occhi tuoi blu, felice di stare quaggiù, con te!

Glory,glory,Alleluia!

Glory, glory, Alleluia!Glory, glory, Alleluia!Dove un uomo buono è morto per amor,la terra ha dato un fior.

Mentre saliva dal profondo di ogni cuorl’eco di un’umile preghiera,,lungo il sentiero della vita e del dolormoriva Johnny Brown.

Alza gli occhi e guarda il ciel.. Va’! Sopra di te c’é il sole ormai.

Tu sei libero, libero! Vai!

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Un canto del Far West

Il vento che batte i sentieri del West

racconta leggende di eroi.

C’è sempre un amico e tradir non lo puoi.

Cavalca, cavalca, cow-boy!

Fra tante pistole non c’è nel Far West

chi sappia sparar come noi.

C’è sempre un amico e tradir non lo puoi.

Cavalca, cavalca, cow-boy?

Dal film “Sette magnifiche pistole”

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I doni Primavera vien danzando, Vien danzando alla tua porta, Sai tu dirmi che ti porta? -Ghirlandette di farfalle, Campanelle di vilucchi, Quali azzurre, quali gialle: E poi rose, a fasci e a mucchi.

E l’estate vien cantando Vien cantando alla tua porta. Sai tu dirmi che ti porta? -Un cestel di bionde pesche Vellutate, appena tocche, E ciliege lustre e fresche Ben divise a mazzi e a ciocche.

Vien l’autunno sospirando, Sospirando alla tua porta. Sai tu dirmi che ti porta? -Qualche bacca porporina, Nidi vuoti, rame spoglie, E tre gòcciole di brina, E un pugnel di morte foglie.

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E l’inverno vien tremando, Vien tremando alla tua porta, Sai tu dirmi che ti porta? Un fastel d’aridi ciocchi, Un fringuello irrigidito; E poi neve, neve a fiocchi, E ghiacciòli grossi un dito.

La tua mamma vien ridendo, Vien ridendo alla tua porta, Sai tu dirmi che ti porta? Il suo vivo e rosso cuore, E lo colloca ai tuoi piedi, Con in mezzo, ritto, un fiore: Ma tu dormi, e non lo vedi.

Angiolo Silvio Novaro

Page 71: poesie e canti

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Valentino

Oh! Valentino vestito di nuovo,

come le brocche dei biancospini!

Solo, ai piedini provati dal rovo

porti la pelle de’ tuoi piedini;

porti le scarpe che mamma ti fece,

che non mutasti mai da quel dì,

che non costarono un picciolo: in vece

costa il vestito che ti cucì

Costa; ché mamma già tutto ci spese

quel tintinnante salvadenaio:

ora esso è vuoto; e cantò più d’un mese,

per riempirlo, tutto il pollaio.

non ti bastava, tremavi, ahimé!

e le galline cantavano. Un cocco!

ecco ecco un cocco un cocco per te!

Poi, le galline chiocciarono, e venne

marzo, e tu, magro contadinello,

restasti a mezzo, così con le penne,

ma nudi i piedi, come un uccello:

Page 72: poesie e canti

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come l’uccello venuto dal mare,

che tra il ciliegio salta, e non sa

ch’oltre il beccare, il cantare, l’amare,

ci sia qualch’altra felicità.

Giovanni Pascoli

Che dice la pioggerellina di marzo,

che picchia argentina

sui tegoli vecchi del tetto,

sui bruscoli secchi dell’orto,

sul fico e sul moro

ornati di gemmule d’oro?

- Passata è l’uggiosa invernata,

passata, passata!

Di fuor dalla nuvola nera,

di fuor dalla nuvola bigia

che in cielo si pigia

domani uscirà Primavera

guarnita di gemme e di gale,

Che dice la pioggerellina di marzo?

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di lucido sole,

di fresche viole,

di primule rosse,

di battiti d’ale,

di nidi,

di gridi,

di rondini, ed anche

di stelle di mandorlo, bianche...

Ciò dice la pioggerellina di marzo

che picchia argentina

sui tegoli vecchi del tetto,

sui bruscoli secchi dell’orto,

sul fico e sul moro

ornati di gemmule d’oro.

Ciò canta, ciò dice;

e il cuor che l’ascolta è felice.

Angelo Silvio Novaro

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Un salmo di Quaresima

Salmo 129

Dal profondo a te grido, o Signore;

Signore, ascolta la mia voce,

Siano i tuoi orecchi attenti

alla voce della mia preghiera.

Se consideri le colpe, Signore,

Signore, chi potrà sussistere?

Ma presso di te é il perdono;

perciò avremo il tuo timore.

Io spero nel Signore,

l’anima mia spera nella sua parola.

L’anima mia attende il Signore

più che le sentinelle l’aurora.

Israele attenda il Signore,

perché presso il Signore é la misericordia

e grande presso di lui la redenzione.

Egli redimerà Israele da tutte le sue colpe.

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Gesu ,

E Gesù rivedeva, oltre il Giordano,campagne sotto il mietitor rimorte,il suo giorno non molto era lontano. E stettero le donne in sulle portedelle case, dicendo: Ave, Profeta!Egli pensava al giorno di sua morte. Egli si assise, all’ombra d’una méta di grano, e disse: Se non é chi celisotterra il seme, non sarà chi mieta. Egli parlava di granai ne’ Cieli:e voi, fanciulli, intorno a lui correstecon nelle teste brune aridi di steli. Egli stringeva al seno quelle testebrune; e Cefa parlò: Se costì siedi,temo per l’inconsutile tua veste. Egli abbracciava i suoi piccoli eredi;- il figlio - Giuda bisbigliò veloce -d’un ladro, o Rabbi, t’è costì tra’ piedi: Barabba ha nome il padre suo, che in crocemorirà. - Ma il Profeta, alzando gli occhi- No, - mormorò con l’ombra nella voce,e prese il bimbo sopra i suoi ginocchi.

Giovanni Pascoli

Page 76: poesie e canti

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Porto , le nostre infermita,

Disprezzato, ripudiato dagli uomini,

uomo dei dolori, conoscitore della sofferenza,

simile a uno davanti al quale

ci si copre la faccia, disprezzato,

sì che non ne facemmo alcun caso.

Eppure, egli portò le nostre infermità,

e si addossò i nostri dolori.

Sì, é stato tolto dalla terra dei vivi,

per l’iniquità del mio popolo

fu percosso a morte.

Gli diedero sepoltura con gli empi

ed il suo sepolcro é con i malfattori,

benché non abbia commesso violenza

e non vi fosse inganno nella sua bocca.

Isaia cap. 52 e 53

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Il rametto d ,olivo

Di sopra al mio bianco lettinoc’è un verde rametto d’olivo benedettolegato a un rosso nastrino.La mamma lo mise lassùperché protegga i miei sogninel nome di Gesù.

M.Salucci Favero

Pasqua

- Uccellino venuto dal bosco,che piangendo fuggivi,cos’hai visto laggiù?- Ho veduto di sotto agli ulivisanguinare Gesù. - Uccellino venuto dal monte che scappavi veloce, cos’hai visto lassù? -Ho veduto tre uomini in croce ed in mezzo Gesù. - Uccellino venuto dal piano,che cinguetti nel volo,cos’hai visto laggiù?- Ho veduto nel bianco lenzuolorisvegliarsi Gesù.

Stefania Plona

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Victimae Paschali Victimae pascali laudes

immolent Christiani.

Agnus redemit oves:

Christus innocens Patri

reconciliavit peccatores.

Mors et vita duello

conflixere mirando:

dux vitae mortuus, regnat vivus.

“Dic nobis Maria,

quid vidisti in via?”.

“Sepulcrum Christi viventis,

et gloriam vidi resurgentis:

angelicos testes,

sudarium et vestes.

Surrexit Christus spes mea:

praecedet Suos in Galilaeam”

Scimus Christus surrexisse

a mortui vere:

Tu nobis victor Rex, miserere.

Amen.Alleluia.

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Traduzione di Victimae Paschali Alla vittima pasquale, si innalzi

oggi il sacrificio di lode. L’Agnello

ha redento il Suo gregge, l’innocente

ha riconciliato noi peccatori col Padre.

Morte e vita si sono affrontate

in un prodigioso duello.

Il Signore della vita era morto;

ma ora, vivo, trionfa.

“Raccontaci, Maria:

che hai visto sulla via?”.

“La tomba del Cristo vivente,

la gloria del Cristo risorto,

e gli angeli suoi testimoni,

il sudario e le sue vesti.

Cristo, mia speranza, é risorto;

e vi precede in Galilea”.

Si, ne siamo certi:

Cristo é davvero risorto.

Tu, Re vittorioso, portaci la tua

salvezza. Amen. Alleluia.

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La primavera

Quando il cielo ritorna sereno

come l’occhio d’una bambina,

la primavera si sveglia.

E cammina per le mormoranti foreste,

sfiorando appena

con la sua veste color del sole

i bei tappeti di borraccina.

Ogni filo d’erba reca un diadema,

ogni stilla trema.

Qualche gemma sboccia

un pò timorosa,

e porge la boccuccia color di rosa

per bere una goccia di rugiada...

Nei casolari solitari

i vecchi si fanno sulla soglia

e guardano la terra che germoglia.

La capinera prova una canzonetta

ricamata di trilli

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e poi cinguetta come una scolaretta.

I grilli bisbigliano maliziose parole

alle margherite vestite di bianco.

Spuntano le viole...

A notte, le raganelle

cantano la serenata per le piccole stelle.

I balconi si schiudono

perché la notte è mite,

e qualcuno si oblia

ad ascoltare quello che voi dite

alle piccole stelle,

o raganelle malate di melanconia.

Ugo Betti

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Girotondo intorno al mondo Se tutte le ragazze del mondo

si dessero le mani

allora ci sarebbe un girotondo

intorno al mondo.

E se tutti i ragazzi del mondo

volessero una volta diventare marinai,

allora si farebbe un grande ponte

con tante barche intorno al mare.

E se tutta la gente si desse la mano,

se il mondo veramente si desse la mano,

allora si farebbe un girotondo

intorno al mondo.

Paul Fort

Il grillo Gri... Sento cantare ogni sera

fra l’erba del prato quel grillo;

ma invano ricerco quel grillo,

che canta fra l’erba ogni sera.

Gri... forse sarà nella siepe.

Gri... no, più vicino, sul ciglio.

Gri... par più lontano del ciglio.

Gri... sembra più in là della siepe.

Gri... pare la voce dell’erba,

la voce di cose piccine, piccine...

D. Dini

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Il bosco

Andiamo nel bosco.

Tu raccoglierai le fragole, tu i ciclamini,

tu i funghi, tu le ghiande per il porcellino

che ne è ghiotto.

Tu farai un fascetto di legna caduta.

Ciascuno nel bosco può prendere qualcosa.

La farfalla vi cerca fiori; l’ape è intorno alla gaggìa;

lo scoiattolo squittisce di gioia

mentre rompe le nocciole;

la formica fa bottino di tutto un poco;

gli uccelli vi trovano bacche anche d’inverno;

il viandante gli chiede ombra;

il bambino vi cerca l’albero di Natale.

Ora dite voi: non è il bosco un luogo di meraviglie?

Non sentite di volere un pò di bene agli alberi?

Renzo Pezzani

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Il canto del cuculo Sentiam nella foresta il cuculo cantar; ai piedi di una quercia lo stiamo ad ascoltar: Cucù, cucù ....

La notte é tenebrosa non c’è chiaror lunar; sentiam nel fitto bosco i lupi ulular:

Ahù, ahù....

Ah! io vorrei tornare

Ah, io vorrei tornare anche solo per un dì

lassù nella valle alpina:

lassù tra gli alti abeti ed i rododentri in fior,

distendermi sull’erba e sognar.

Portami tu lassù o Signore,

dove meglio ti veda,

Oh, portami tra il verde dei tuoi pascoli

lassù, per non farmi scender mai più.

Là sotto il pino antico

noi lasciammo nel partir

la croce del nostro altare:

là sotto il pino antico

con la croce là restò

un poco del nostro cuor.

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da Il cane notturno Nell’alta notte sento tra i querulitrilli di grilli, sento tra il murmurepiovoso del Serchio che in piena

trascorre nell’ombra serena,

Là nell’oscura valle dov’erranosole, da niuno viste, le lucciole,sonare da fratte lontane

velato il latrato d’un cane.

Giovanni Pascoli

Maggiolata Maggio risveglia i nidi,

Maggio risveglia i cuori;

porta le ortiche e i fiori,

i campi e l’usignol.

Schiamazzano i fanciulli

in terra, e in ciel gli uccelli;

le donne han nei capelli

rose, negli occhi il sol,

Tra colli prati e monti

di fior’ tutto é una trama:

canta germoglia ed ama

l’acqua la terra e il ciel.

Giosuè Carducci

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Bella Signora vestita di blu

Bella Signora vestita di bluinsegnami a pregare!Dio era solo il Tuo piccolo bambino, dimmi che cosa Gli posso dire!

Lo prendevi qualche voltateneramente sulle Tue ginocchia?E cantavi davvero a Luicome canta mammina a me?

E gli tenevi di notte la manina?Gli raccontavi le storie del mondo?Oh, e allora piangeva?Tu pensi che Gli piaccia davvero

se io Gli racconto tante cose?piccole cose che toccano me?E dimmi: le ali degli Angeli fanno rumore?Mi può sentire se parlo sommesso?

Mi ascolta in questo momento?Oh, Dimmelo perché Tu lo sai!Bella Signora vestita di blu,insegnami a pregare!

Dio era solo il Tuo piccolo bambino,e Tu sai come posso fare.

Mary Dixon Thayer

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Il tesoro Quanto a tesori, un’altra se ne narra.C’era una volta un vecchio contadinoch’aveva un suo campetto e la sua marra

e tre figliuoli. Giunto al lumicino,volle i suoi tre figliuoli accanto al letto.

“ Ragazzi, “ disse, “ vado al mio destino:ma vi lascio un tesoro: é nel campetto...”E non poté più dire altro, o non volle.A mente i figli tennero il suo detto.

Quando fu morto, quelli il piano il collevangano, vangano, vangano: invano;voltano al sole e tritano le zolle:

niente. Ma pel raccolto, quando il granovinse i granai, lo videro il tesoroche aveva detto il vecchio; era in lor mano:

era la vanga dalla punta d’oro.

Giovanni Pascoli

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Il sole e la lucerna In mezzo ad un scampanare fiocosorse e batté su taciturne caseil sole, e trasse d’ogni vetro il fuoco.

C’era ad un vetro tuttavia, rossastroun lumicino. Ed ecco il sol lo invase,lo travolse in un gran folgorìo d’astro.

E disse, il sole - Atomo fumido! Io guardo, e tu fosti, - A lui l’umile fiamma:- Ma questa notte tu non c’eri, o dio;

e un malatino vide la sua mammaalla mia luce, fin che tu sei sorto.Oh! Grande sei, ma non ti vede: é morto! -

II

E poi, guizzando appena: - Chiedeva te! che tosse! voleva te! che pena! Tu ricordavi al cuore suo le farfalle rosse su le ginestre in fiore!

Io stavo lì da parte... gli rammentavo sere lunghe di veglia e carte piene di righe nere!

stavo velata e trista, per fargli il ben non vista. -

Giovanni Pascoli

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I due orfani - Fratello, ti do noia ora, se parlo? -- Parla: non posso prender sonno - Io sentorodere, appena... - Sarà forse un tarlo... -

- Fratello, l’hai sentito ora un lamentolungo, nel buio? - Sarà forse un cane... -- C’è gente all’uscio... - Sarà forse il vento... -

- Odo due voci piane piane piane... -- Forse é la pioggia che vien giù bel bello -- Senti quei tocchi? - Sono le campane -

- Suonano a morto? suonano a martello? -- Forse... - Ho paura... - Anch’io - Credo che tuoni:come faremo? - Non lo so, fratello!

stammi vicino! stiamo in pace: buoni -

Ricordi, quando per la serraturaveniva lume? - Ed ora il lume é spento -

- Anche a que’ tempi noi s’aveva paura:si, ma non tanta - Or nulla ci conforta,e siamo soli nella notte oscura -

- Essa era là, di là di quella porta;e se n’udiva un mormorio fugace,di quando in quando - Ed or la mamma è morta -

- Ricordi? Allora non si stava in pacetanto, tra noi... - Noi siamo ora più buoni... -- ora che non c’è più chi si compiacedi noi... - che non c’è più chi ci perdoni -

Giovanni Pascoli

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Mamma1. Mamma son tanto feliceperché ritorno da te;la mia canzone mi dicech’é il più bel giorno per me.Mamma son tanto felice!Viver lontano, perché?...Mamma, solo per tela mia canzone vola.Mamma, sarai con me,

tu non sarai più sola!

Ritornello: Quanto ti voglio bene! queste parole d’amore che ti sospira il mio cuore forse non s’usano più... Mamma, ma la canzone mia più bella sei tu, sei tu la vita, e per la vita

non ti lascerò mai più!

2. Sento la mano tua stanca,cerca i miei riccioli d’or;sento, e la voce ti manca,la ninna nanna d’allor...Oggi la testa tua biancaio voglio stringere al cuor!Mamma, solo per tela mia canzone volaMamma, sarai con me,

tu non sarai più sola!

Ritornello: Quanto ti voglio bene!

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1. Ho imparato

che il bene più grande

esiste nel mondo:

è sempre la mamma!

E alla mamma

che mi vuole bene

mi resta soltanto

una cosa da dire:

Ritornello: Anch’io ti voglio bene,

un bene grande così

Anch’io ti voglio bene,

un bene grande così.

2. Mi prendevi

nel letto dei grandi

se c’erano i tuoni

e avevo paura.

Mille modi

di volere bene

e adesso, più grande,

comincio a capire:

Ritornello: Anch’io ti voglio bene,

un bene grande così

Anch’io ti voglio bene

un bene grande così.

Un bene grande cosi

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Tutte le Mamme

1. Donne,donne, donne,

che l’amore trasformerà:

Mamme, mamme, mamme,

questo é il dono che Dio vi fa:

fra batuffoli e fasce,

mille sogni nel cuor,

per un bimbo che nasce

quante gioie e dolor!

Son tutte belle le mamme del mondo

quando un bambino si stringono al cuor!

Son le bellezze di un bene profondo

fatto di sogni, rinuncie ed amor...

E’ tanto bello quel volto di donna

che veglia un bimbo e riposo non ha,

sembra l’immagine di una Madonna,

sembra l’immagine della bontà.

E gli anni passano,

i bimbi crescono,

le mamme imbiancano,

ma non sfiorirà

la loro beltà.

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Son tutte belle le mamme del mondo,

grandi tesori di luce e bontà,

che custodiscono un bene profondo,

il più sincero dell’umanità!

2. Mamme, mamme, mamme,

quante pene l’amor vi dà:

ieri, oggi, sempre

per voi mamme non c’é pietà.

Ogni vostro bambino,

quando uomo sarà,

verso il proprio destino

senza voi se ne andrà.

Son tutte belle le mamme del mondo,

ma soprattutto più bella tu sei,

tu che mi hai dato il tuo bene profondo,

tu sei la mamma dei bimbi miei!

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Il calabrone

Questo ispido villoso calabrone

l’ho trovato ubriaco fradicio

di polline e di rugiada,

nella campana di un fiore arancione.

Zambettava qua e là, ronzando

per uscire, ma non trovava più la strada.

Lo tirai fuori, ed ora é lì, che vola

in un raggio di sole tutto d’oro,

come un ubriacone che s’alza dal marciapiede

e s’incammina malsicuro, borbottando.

C. Govoni

Estate

Se le cicale cantano sugli alberi;

se il frumento è diventato giallo e ha i grani duri;

se i fiumi hanno appena una vena d’acqua;

se le rondini vanno alte fino a smarrirsi nel cielo;

se nel giardino sono fioriti i girasoli;

se la fontana mette voglia di bere;

se si sente il ronzio delle trebbiatrici su l’aia;

se, per la pioggia, il cielo tuona e ha lampi;

se il pastore sale con il gregge ai pascoli più alti;

allora vuol dire che è giunta l’estate...

Renzo Pezzani

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Nel nero della notte non si distingue più il campo di grano;

ma, nel buio, come se caduto dal cielo rimasto deserto,

ecco un vortice di piccole stelle inquiete.

Le lucciole!

A milioni palpitano sulla distesa delle messi addormentate.

Vagano, alte e basse, s’accendono e si spingono fra i rami,

piombano come gocciole d’oro tra l’erba muta.

Lontano, dal bosco, i gorgheggi del rosignolo,

il canto dei ranocchi;

nell’aria calda e quieta il profumo possente

del fieno maggese;

e giù per la strada invisibile,

una voce di bimbo scoppia all’improvviso:

“Lucciole, lucciole dove andate?

Tutte le porte son serrate,

Son serrate a chiavistello

con la punta del coltello...”

Ci commuove questa voce chiara

della nostra infanzia, dei nostri cari giorni perduti;

“Lucciola, lucciola, vien da me,

ti darò il pan del re,

il pan del re, della regina,

Lucciola, lucciola fiorentina...”

Ardengo Soffici

Lucciole

Page 96: poesie e canti

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Pianto Antico

L’albero a cui tendevi

la pargoletta mano,

il verde melograno

da’ bei vermigli fior,

nel muto orto solingo

rinverdì tutto or ora,

e giugno lo ristora

di luce e di calor.

Tu fior della mia pianta

percossa e inaridita,

tu dell’inutil vita

estremo unico fior,

sei nella terra fredda,

sei nella terra negra;

nè il sol più ti rallegra

nè ti risveglia amor.

Giosue Carducci

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Rispettate il pane

sudore della fronte

orgoglio del lavoro

poema del sacrificio

Onorate il panegloria dei campi

fragranza della terra

festa della vita

Non sciupate il pane

ricchezza della patria

il più soave dono di Dio

il più santo premio alla

fatica umana

Amate il panecuore della casa

profumo della mensa

gioia del focolare

Benito Mussolini

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O signore, dal tetto natioci chiamasti con santa promessa;noi siam corsi all’invito d’un pio, giubilando per l’aspro sentier.

Ma la fronte avvilita e dimessahanno i servi già baldi e valenti!Deh, non far che ludibrio alle gentisieno, Cristo, i tuoi fidi guerrier!

Oh, fresc’aure volanti sui vaghiruscelletti de’ prati lombardi!Fonti eterne! Purissimi laghi!Oh, vigneti dorati dal sol!

Dono infausto, crudele é la menteche vi piange sì veri agli sguardi,ed al labro più dura e cocentefa la sabbia d’un arido suol,

d’un arido suol, d’un arido suol!

O Signore, dal tetto natio ( da “I Lombardi alla prima crociata” )

Musica di Giuseppe Verdi

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X Agosto

San Lorenzo, io lo so perché tanto di stelle per l’aria tranquilla arde e cade, perché sì gran pianto nel concavo cielo sfavilla.

Ritornava una rondine al tetto:l’uccisero: cadde tra spini: ella aveva nel becco un insetto:la cena de’ suoi rondinini.

Ora é là come in croce, che tendequel verme a quel cielo lontano; e il suo nido é nell’ombra, che attende,che pigola sempre più piano.

Anche un uomo tornava al suo nido:l’uccisero: disse: Perdono; e restò negli aperti occhi un gridoportava due bambole in dono...

Ora là, nella casa romita,lo aspettano, aspettano in vano: egli immobile, attonito, additale bambole al cielo lontano.

E tu, Cielo, dall’alto dei mondisereni, infinito, immortale, oh! d’un pianto di stelle lo inondiquest’atomo opaco del Male!

Giovanni Pascoli

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E’ fosco l’aere,il cielo é muto,ed io sul tacitoveron seduto,in solitariamalinconia,ti guardo e lagrimo,Venezia mia!

Fra i rotti nugoli dell’occidente il raggio perdesi del sol morente, e mesto sibila per l’aria bruna l’ultimo gemito della laguna.

Passa una gondoladella città:- Ehi, della gondola,qual novità?- Il morbo infuria,il pan ci manca,sul ponte sventolabandiera bianca!

Venezia! L’ultima ora è venuta; illustre martire, tu sei perduta... il morbo infuria, il pan ti manca, sul ponte sventola bandiera bianca!

Arnaldo Fusinato

L

, ultima ora di Venezia

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Salmo 136

Sui fiumi di Babilonia,

là sedevamo piangendo

al ricordo di Sion.

Ai salici di quella terra

appendemmo le nostre cetre.

Là ci chiedevano parole di canto

coloro che ci avevano deportati,

canzoni di gioia, i nostri oppressori:

“Cantateci i canti di Sion!”

Come cantare i canti del Signore

in terra straniera?

Se ti dimentico, Gerusalemme,

si paralizzi la mia destra;

mi si attacchi la lingua al palato,

se lascio cadere il tuo ricordo,

se non metto Gerusalemme

al di sopra di ogni gioia.

Il salmo dei prigionieri

Page 102: poesie e canti

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Coro del Nabucco (musica di Giuseppe Verdi)

Parafrasi del Salmo 136

Va’, pensiero, sull’ali dorate,

va’, ti posa sui clivi, sui colli

ove olezzano tepide e molli

l’aure dolci del suolo natal!

Del Giordano le rive saluta,

di Sionne le torri atterrate...

Oh, mia patria sì bella e perduta!

Oh, membranza sì cara e fatal!

perché muta dal salice pendi?

Le memorie nel petto riaccendi,

ci favella del tempo che fu!

O simile di Solima ai fati

traggi un suono di crudo lamento,

o t’ispiri il Signore un concento

che ne infonda al patire virtù.

Al patire virtù!

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Ta-pum

Venti giorni sull’Ortigarasenza il cambio per dismontà. Ta-pum, ta-pum, ta-pum Ta-pum, ta-pum, ta-pum

Quando sei dietro a quel murettosoldatino non puoi più parlà. Ta-pum, ta-pum, ta-pum

Quando poi tu discendi al pianobattaglione non hai più soldà. Ta-pum, ta-pum, ta-pum

Ho lasciato la mamma mial’ho lasciata per fare il soldà. Ta-pum, ta-pum, ta-pum

Dietro il monte c’é un cimiterocimitero di noi soldà. Ta-pum, ta-pum, ta-pum

Cimitero di noi soldati,forse un giorno ti vengo a trovà. Ta-pum, ta-pum, ta-pum.

Canto della Grande Guerra

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(musica di Giuseppe Verdi)

C O R O

Viva Italia. Un sacro patto

tutti stringe i figli suoi.

Esso alfin di tanti ha fatto

un sol popolo d’Eroi!

Le bandiere in campo spiega,

o Lombarda invitta Lega,

e discorra un gel per l’ossa

al feroce Barbarossa.

Viva Italia, forte ed una

con la spada e col pensier!

Questo suol che a noi fu cuna

tomba sia dello stranier!

Viva Italia, Viva Italia

Viva, viva Italia!

Da “La battaglia di Legnano”

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Bella ciao

Una mattina mi son svegliatoo bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,una mattina mi son svegliatoed ho trovato l’invasor.

Oh, partigiano, portami viao bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,oh, partigiano, portami viache mi sento di morir.

E se io muoio da partigianoo bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,e se io muoio da partigianotu mi devi seppellir.

E seppellir lassù in montagnao bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,e seppellir lassù in montagnasotto l’ombra di un bel fior.

E le genti che passerannoo bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,e le genti che passerannoti diranno: oh che bel fior!

E’ questo il fiore del partigianoo bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,é questo il fiore del partigianomorto per la libertà.

Canto della Resistenza

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Salmo dei redenti

Salmo 125

Quando il Signore

ricondusse i prigionieri di Sion,

ci sembrava di sognare.

Allora la nostra bocca si aprì al sorriso,

la nostra lingua si sciolse in canti di gioia.

Allora si diceva tra i popoli:

“Il Signore ha fatto grandi cose per loro”.

Grandi cose ha fatto il Signore per noi,

ci ha colmati di gioia.

Riconduci, Signore, i nostri prigionieri,

come i torrenti del Negheb.

Chi semina nelle lacrime

mieterà con giubilo.

Nell’andare, se ne va e piange,

portando le semente da gettare,

ma nel tornare, viene con giubilo,

portando i suoi covoni.

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Sogno

Sogna il guerrier le schiere,le selve il cacciatore sogna il pescatorle reti e l’amo.Supito in dolce oblio,sogno pur io cosìcolei, che tutto il dìsospiro e chiamo.

Metastasio - dall’ “Artaserse” -

Tormento

E’ pena troppo barbarasentirsi, o Dio, morire non poter mai dir:morir mi sento!V’é nel lagnarsi e piangere,v’é un ombra di piacer,ma struggersi e tacertutto é tormento.

Metastasio - dall’ “Antigone” -

Viatico

Eterno genitor,io t’offro il proprio Figlio,che in pegno del suo amorsi vuole a me donar.A lui rivolgi il ciglio,mira chi t’offro, e poiniega, Signor, se puoi,niega di perdonar.

Metastasio

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Auschwitz Son morto ch’ero bambino, son morto con altri cento,passato per un caminoed ora sono nel vento.

Ad Auschwitz c’era la neve,il fumo saliva lento,nei campi tante persone,che ora sono nel vento.

Nel vento tante persone,ma solo grande silenzio...E’ strano: non ho imparato a sorridere qui nel vento!

No, io non credoche l’uomo potrà impararea vivere senza ammazzaree che il vento mai si poserà,che il vento mai si poserà.

Ancora tuona il cannone,ancora non é contentadi sangue la belva umana,e ancora ci porta il vento,e ancora ci porta il vento.

Ancora tuona il cannone,ancora non è contento:saremo sempre a milioniin polvere qui nel vento.

Lunero - Vandelli

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Salmo 22

Il Signore é il mio pastore: non manco di nulla;su pascoli erbosi mi fa riposare,ad acque tranquille mi conduce.

Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino,per amore del suo nome.

Se dovessi camminare in una valle oscura,non temerei alcun male, perché tu sei con me.Il tuo bastone e il tuo vincastromi danno sicurezza.

Davanti a me tu prepari un mensasotto gli occhi dei miei nemici;cospargi di olio il mio capo.Il mio calice trabocca.

Felicità e grazia mi saranno compagnetutti i giorni della mia vita,e abiterò nella casa del Signoreper lunghissimi anni.

Il Signore e . il mio pastore

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La casa di Bastiano

Questa é la casa fatta da Bastiano...

E questa é la talpa che ha mangiato il granoche si trovava nella casa di Bastiano.

E questo é il gatto che ha mangiato la talpala quale aveva mangiato tutto il granoche si trovava nella casa di Bastiano...

E questo é il cane che seccava il gatto,quel bravo gatto che aveva mangiato la talpa,la quale aveva mangiato tutto il granoche si trovava nella casa di Bastiano

E questa é la vacca che col corno tortoridusse quasi mortoquel brutto cane che seccava il gatto,quel bravo gatto che aveva mangiato la talpala quale aveva mangiato tutto il granoche si trovava nella casa di Bastiano.

E questa é la ragazza desolatache mungeva la sua vacca scornatache col suo corno tortoridusse quasi morto quel brutto cane che seccava il gatto,quel bravo gatto che aveva mangiato la talpala quale aveva mangiato tutto il granoche si trovava nella casa di Bastiano.

Da un mio libro di letturadella 2a elementare degli anni ‘30

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E questo é il gallo che cantando all’albasvegliava la ragazza desolatache mungeva la sua vacca scornatache col suo corno tortoridusse quasi morto quel brutto cane che seccava il gatto,quel bravo gatto che aveva mangiato la talpala quale aveva mangiato tutto il granoche si trovava nella casa di Bastiano.

E questo é quel villan che uccise il galloche cantando all’albasvegliava la ragazza desolatache mungeva la sua vacca scornatache col suo corno tortoridusse quasi morto quel brutto cane che seccava il gatto,quel bravo gatto che aveva mangiato la talpala quale aveva mangiato tutto il granoche si trovava nella casa di Bastiano.

“E, guarda caso, quel villanoera proprio quello sciocco di Bastiano...”

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I N D I C E

Nota dell’autore .................................................................. Pag. Autunno .................................................................................... » Il testamento di un albero ............................................ » La preghiera della foresta ............................................ » I Gufi ........................................................................................... » Sera d’ottobre ....................................................................... » Lo sbaglio del gallo .......................................................... » Bambi .......................................................................................... » Fides ............................................................................................ » L’Angelo ................................................................................... » L’Angelo (Pezzani) ............................................................. » L’Angelo del Signore ...................................................... » L’Ave ........................................................................................... » Dio (Metastasio) .................................................................... » Dio (Aleardi) ........................................................................... » Canta il gallo ......................................................................... » Impariamo a guardare .................................................... » Gli uccellini vanno a scuola ...................................... » Insipienza ................................................................................. » L’istruzione ............................................................................. » Prudenza ................................................................................... » La settimana ........................................................................... » Borgo alpino .......................................................................... » Il sabato del villaggio ..................................................... » La quiete dopo la tempesta ......................................... » Piove ............................................................................................ » San Martino ............................................................................ » Dicembre (Bordoni) ......................................................... » La pioggia ................................................................................ » Dicembre (Pezzani) ........................................................... » Paesino ....................................................................................... » Orfano ........................................................................................ » Rio Bo ........................................................................................ »

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Casa dolce casa .................................................................... Pag. Un prefazio per l’Avvento ........................................... » Gesù visto dal profeta Isaia ........................................ » Cantico della Vergine ...................................................... » Ave Maria (Carducci) ..................................................... » Ave Maria (Byron) ............................................................ » Le ciaramelle ......................................................................... » Tu scendi dalle stelle ....................................................... »

Stille nacht ............................................................................... » Un salmo per la notte di Natale ............................. » La notte santa ........................................................................ » La messa di mezzanotte ................................................ » Natale (Ungaretti) ............................................................... » Alla mamma ........................................................................... » Gloria ........................................................................................... » Adeste fideles ........................................................................ » I Re Magi ............................................................................... » Egoismo e Carità ................................................................ » Una goccia ............................................................................... » Primo amore ........................................................................... » La quercia caduta ................................................................ » Fischia il vento ..................................................................... » Da Astichello ......................................................................... » Canto di vita ........................................................................... » La tiritera del buon dì ...................................................... » Pioggia ........................................................................................ » Formichino .............................................................................. » Lettera a Pinocchio ........................................................... » Ricordate Marcellino ....................................................... » Nel blu dipinto di blu ....................................................... » Glory, glory, Alleluia ....................................................... » Un canto del Far West .................................................... » I doni ............................................................................................ »

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Natale (Pezzani) ................................................................... » 43

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Valentino .................................................................................. Pag. Che dice la pioggerellina di marzo? .................... » Un salmo di Quaresima ................................................. » Gesù ............................................................................................. » Portò le nostre infermità .............................................. » Il rametto d’olivo ............................................................... » Pasqua ......................................................................................... » Victimae Paschali ............................................................... » Traduzione di Victimae Paschali ............................ » La primavera ........................................................................ » Giro tondo intorno al mondo ..................................... » Il grillo ........................................................................................ » Il bosco ...................................................................................... » Il canto del cuculo .............................................................. » Ah! io vorrei tornare ........................................................ » Da Il cane Notturno .......................................................... » Maggiolata .............................................................................. » Bella signora vestita di blu ......................................... » Il tesoro ...................................................................................... » Il sole e la lucerna .............................................................. » I due orfani .............................................................................. » Mamma ...................................................................................... » Un bene grande così ......................................................... » Tutte le mamme ................................................................... » Estate ........................................................................................... » Il calabrone ............................................................................. » Lucciole ..................................................................................... » Pianto antico .......................................................................... » Rispettate il pane ................................................................ » O Signore, dal tetto natio .............................................. » X Agosto ................................................................................... » L’ultima ora di Venezia ................................................. » Il salmo dei prigionieri .................................................. »

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Coro del Nabucco .............................................................. Pag. Ta-pum ....................................................................................... » Da La battaglia di Legnano ........................................ » Bella ciao .................................................................................. » Salmo dei redenti .............................................................. » Sogno .......................................................................................... » Tormento .................................................................................. » Viatico ........................................................................................ » Auschwitz ................................................................................ »

San Biagio PlataniA. D. 2001

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Il Signore é il mio pastore ........................................... » 109La casa di Bastiano ........................................................... » 110