Osservazioni su oscan tablet rev3
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Osservazioni sulla Tavola D'Onofrio-Amicarelli
Osservazioni sulla Tavola Onofrio-Amicarelli ing.Pietro Mastronardi 1
Tavola D'Onofrio-Amicarelli
Osservazioni sulla patina
1) La patina della tavola in base al colore della stessa è costituita
essenzialmente da uno strato di Tenorite nera CuO ossido
rameico su cui si è formata della Malachite di color verde.
Fig.1 Malachite con zone scoperte di tenorite.
Tenendo conto che nel passaggio da Rame metallico a rame ossido
si ha un modesto aumento di volume è giustificata la compattezza
della Tenorite.
La reazione con carbonati o anidride carbonica sciolta in acqua
conduce alla formazione di carbonati rameici
CuCO3 Cu(OH)2 (malachite verde)
AZZURRITE CuCO3Cu(OH)2
CALCONATRONITE Na2(CuCO3)23H2O
La malachite è di un bel verde intenso, la classica patina verde
oliva.
Si osservano tracce di Azzurrite e di Calconatronite
L’Azzurrite è blu, la Calconatronite un verde/blu.
A differenza della Tenorite l'Azzurrite e la Calconatronite la loro
formazione comporta un aumento di volume che comportano sforzi
di compressione sullo strato superficiale e possibilità di distacco
La patina di malachite richiede acqua e un suolo ricco di anidride
carbonica, questa condizione è presente nelle zone argillose e con
rocce calcaree tipica della zona di ritrovamento.
Osservazioni sulla Tavola D'Onofrio-Amicarelli
Osservazioni sulla Tavola Onofrio-Amicarelli ing.Pietro Mastronardi 2
Solo su uno dei lati corti opposto a quello con l'ancoraggio
rimasto vi è presenza di Cuprite rossa per presenza di
Ossidulo di rame Cu2O.
Fig.2 Cuprite e tracce di Azzurrite e Calconatronite
Vi sono dei segni sottili neri come di matita sulle superfici, ritengo
che siano dovuti a danneggiamenti meccanici che hanno asportato
lo strato esterno verde di malachite e facendo affiorare le strato
sottostante in Tenorite nera.
Fig.3 Graffi e Tenorite visibile per asportazione meccanica della
malachite superficiale.
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Osservazioni sulla Tavola Onofrio-Amicarelli ing.Pietro Mastronardi 3
2) Si osservano con illuminazione a luce radente delle tracce di
discontinuità sullo strato di Malachite su entrambe le facce della
tavola, potrebbero essere dei difetti superficiali affioranti, tipo
cricche, che risultano coperte dalla patina ma che ne hanno
comportato la non uniformità locale.
Qualche radiografia RX potrebbe dare qualche informazione a
riguardo. Ovviamente si scarta a priori indagini con rimozione della
Patina.
Fig.4 Cricche sottostanti la patina o danneggiamenti meccanici
3) In prossimità del bordo corto con incavo,residuo di un foro per
l'ancoraggio del cavallotto assente, vi sono profonde zone in cui o
fenomeni di corrosione localizzati o difetti iniziali della lastra in
bronzo ne hanno ridotto localmente lo spessore. Per inciso qui è
fondamentale l'osservazione con luce radente per apprezzarne
l'entità e la localizzazione.
Fig. 5 Lato A. Corrosione localizzata nella zona del cavallotto
asportato traumaticamente (Crevice Corrosion).
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Osservazioni sulla Tavola Onofrio-Amicarelli ing.Pietro Mastronardi 4
Fig. 5 Lato B. Corrosione localizzata nella zona del cavallotto
asportato traumaticamente (Crevice Corrosion).
4) Risulta interessante il Cavallotto rimasto con un semianello,
residuo di catena o maniglia per il trasporto. I due elementi sono
un tutt'uno e resi tali per effetto dei prodotti di corrosione
(malachite) che hanno avuto modo di dare continuità ai due
elementi. Presumibilmente vi potrebbe essere inglobato del
terreno locale (genericamente argilla se la zona di rinvenimento è
quella di Agnone). Tale blocco unico di due elementi
(cavallotto e semianello) è indice di patina formatasi nel
corso di secoli nel contesto in cui la Tavola è rimasta nei
secoli, ovvero immersa in terreno argilloso, soggetto ad
essere ciclicamente impregnato di acqua meteorica e
essiccazione nella stagione estiva.
Si escluse la presenza di cloruri tipica degli ambienti marini
e di anidride solforosa, tipica degli ambienti urbani moderni
nella zona di permanenza.
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Osservazioni sulla Tavola Onofrio-Amicarelli ing.Pietro Mastronardi 5
Fig.6 Cavallotto con inserto del residuo di maniglia. Corpo unico
tenuto assieme dai prodotti di corrosione.
La presenza di solchi lungo la tavola (fig.4) , la mancanza di un
cavallotto e la presenza di un moncone di maniglia suggerisce
qualche ipotesi sulle tante possibili che giustifichino tale situazione.
Un'ipotesi plausibile è quella che immagina la Tavola sommersa
dal terreno argilloso ad una profondità modesta. Durante l'aratura
del terreno è ipotizzabile che la punta di un vomere strisciando
sulla tavola ne abbia danneggiato la superficie ed agganciando la
maniglia abbia prima sganciato il cavallotto più debole con relativo
ribattino e rotta la maniglia agganciata all'altro manicotto
lasciando il moncone della stessa. Il permanere della tavola nel
terreno ha dato la possibilità di riformarsi dei prodotti di
corrosione tipici del materiale della tavola. La maniglia ed il
cavallotto mancante sono da ricercare nella zona di ritrovamento
Tavola.
Il distacco del manicotto ha evidenziato la corrosione localizzata
tra le superfici a contatto tra il manicotto e la Tavola su entrambi i
lati della stessa come si evince dalle figg. 4-5. Tale tipo di
corrosione, condizionata dalla geometria delle parti, è detta
Corrosione interstiziale o in linguaggio gergale Crevice Corrosion.
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5) Vi sono tre elementi estranei presenti sulla Tavola e sulla coppia
Cavallotto/ semianello.
5.1 Su quest'ultimo e in prossimità del bordo della tavola vi sono
tre residui di materiale estraneo che ha un colore giallo miele
(Fig.7).
Tra due di questi si osserva, meglio con luce radente, un filamento
dello stesso materiale.
Il materiale di partenza doveva essere viscoso e non acquoso
perché in quest'ultimo caso per bassa viscosità e tensione
superficiale avrebbe "bagnato" la superficie e si sarebbe appiattito
sulla tavola.
Presumo che sia il carrier gelatinoso del reattivo chimico utilizzato
per una analisi superficiale effettuato nel periodo in cui la tavola è
stata nell'osservazione di A. Maiuri. Non ho trovato bibliografia a
riguardo delle tecniche di analisi qualitativa dell'epoca.
Fig.7 Probabili residui del carrier del reattivo per analisi qualitativa
effettuata all'epoca in cui era sotto osservazione al MANN.
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Osservazioni sulla Tavola Onofrio-Amicarelli ing.Pietro Mastronardi 7
5.2 Vi sono tre residui bianchi molto piccoli all'interno delle
incisioni della tavola. Non possono essere prodotti di corrosioni
della tavola. Presumo che siano residui di un tentativo di farne una
replica negativa con Gesso. Si suggerisce di farle analizzare e
verificare la presenza di solfato di calcio idrato, essendo materiali
estranei alla tavola non se ne danneggerà l'aspetto.
Si suggerisce di rimuovere anche i residui dei depositi giallo miele,
sono estranei alla Tavola. Se era il residuo del reattivo di saggio
sarà interessante vedere l'aspetto della superficie sottostante.
5.3 Nell'angolo in prossimità dell'incavo con segni di
limatura (fig.8)vi è un depressione localizzata con materiale
residuo che potrebbe essere o Gesso o residui del terreno dove la
tavola è stata ritrovata. Una analisi mirata potrebbe chiarire sia la
presenza di gesso che avere indicazione del terreno.
Fig. 8 Residuo di gesso o argilla in un angolo della tavola. Altri tre
punti bianchi sono presenti nelle lettere.
Osservazioni sulla Tavola D'Onofrio-Amicarelli
Osservazioni sulla Tavola Onofrio-Amicarelli ing.Pietro Mastronardi 8
Si propongono altre foto d'assieme o di dettaglio che evidenziano
la bellezza della Tavola, la sua scrittura, i danneggiamenti e
particolari.
Fig.9
Fig.10
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Fig.11
Osservazioni sulla Tavola D'Onofrio-Amicarelli
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