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OSSERVAZIONI ALLA PROPOSTA DI PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI DELLA PROVINCIA DI CASERTA Firmatari : cittadini, comitati ed enti del territorio provinciale di Caserta Alla Spett.Le Provincia di Caserta Settore Ecologia ed Ambiente V.le Lamberti -Ex Saint Gobain-Caserta Alla cortese Attenzione dell’ Ing. Paolo Madonna P.C. al CO.RE.RI. Piazza Santa Maria degli Angeli, 1 - 80132 - Napoli Sito: www.rifiuticampania.org OSSERVAZIONI AL PIANO PROVINCIALE DEI RIFIUTI DI CASERTA Con la presente ai sensi della Deliberazione di Giunta Provinciale n. 173 del 21/10/2011 in cui la Provincia di Caserta ha approvato la documentazione relativa alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Piano Provinciale Gestione Rifiuti dando formalmente avvio alla fase di consultazione pubblica da parte dei soggetti competenti in materia ambientale e del pubblico, SI PRESENTANO Le seguenti note e osservazioni sul documento di Pianificazione Provinciale redatto dalla facoltà di Scienze Ambientali di Caserta a firma del Prof. Arena , Prof. M.Laura Mastellone, Prof. Di Gregorio e ing. Bidello.

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OSSERVAZIONI ALLA PROPOSTA DI PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI DELLA PROVINCIA DI CASERTA

Firmatari : cittadini, comitati ed enti del territorio provinciale di Caserta

Alla Spett.Le Provincia di Caserta

Settore Ecologia ed Ambiente

V.le Lamberti -Ex Saint Gobain-Caserta

Alla cortese Attenzione dell’ Ing. Paolo Madonna

P.C. al CO.RE.RI.

Piazza Santa Maria degli Angeli, 1 - 80132 - Napoli

Sito: www.rifiuticampania.org

OSSERVAZIONI AL PIANO PROVINCIALE DEI RIFIUTI DI CASERTA

Con la presente ai sensi della Deliberazione di Giunta Provinciale n. 173 del 21/10/2011 in cui la Provincia di Caserta ha approvato la documentazione relativa alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Piano Provinciale Gestione Rifiuti dando formalmente avvio alla fase di consultazione pubblica da parte dei soggetti competenti in materia ambientale e del pubblico,

SI PRESENTANO

Le seguenti note e osservazioni sul documento di Pianificazione Provinciale redatto dalla facoltà di Scienze Ambientali di Caserta a firma del Prof. Arena , Prof. M.Laura Mastellone, Prof. Di Gregorio e ing. Bidello.

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La proposta di Piano Provinciale è stata redatta su una stima di produzione rifiuti proiettata nel 2014 a 450.000 t/anno ipotizzando un modesto incremento della produzione di rifiuti pro capite piuttosto che una riduzione degli stessi cosa non veritiera oltre che per la lenta trasformazione delle filiere di distribuzione commerciale, anche per la crisi economica che ha colpito anche la Provincia di Caserta e che Legambiente evidenzia recentemente quantificando in meno di 1,25 kg/d la produzione di rifiuti solido urbano pro capite in Campania (Ufficio Statistica della Regione Campania).

L’effetto della crisi economica porterà certamente nei prossimi anni, ad un nuovo scenario di riduzione della produzione dei rifiuti.

Di tutto ciò non c’è alcuna traccia nel piano in cui, secondo i tecnici pianificatori, i rifiuti continuerebbero ad aumentare.

La prima constatazione che il pianificatore effettua è il dato di raccolte differenziate a cui si fa riferimento nella pianificazione dell’impiantistica di smaltimento e trattamento rifiuti.

Il pianificatore, di fatto, non nasconde che il trend di suo riferimento sia una deduzione statistica e che tale sforzo statistico rappresenti un dato “incontrovertibile” che vorrebbe Caserta come Provincia e teritorio, impossibilitata a raggiungere elevate percentuali di RD entro il 2020, a differenza di tante altre Provincie e Regioni di Italia del tutto analoghe per densità abitativa e per caratteristiche territoriali a quelle della Provincia di Caserta.

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1) In questa figura viene riportato l’andamento della frazione raccolta differenziata degli anni 2000-2007 che non corrisponde a quanto realmente si è verificato sul territorio e su cui vengono pontificate considerazioni di dimensionamento e progettazione dell’intero Piano che non corrispondono a quanto realmente verificatosi in Provincia. Allo stesso tempo nulla si afferma per ciò che concerne le % raggiunte ad oggi se non tramite progressione temporale senza alcun fondamento né empirico né matematico né teorico.

In questo contesto è impossibile a qualunque tecnico del mondo, poter pensare di pianificare l’alimentazione di dispositivi tecnologicamente avanzati destinati alla produzione di energia elettrica e termica né al predimensionamento di volumi tecnici destinati allo stoccaggio dei materiali di risulta dalla trasformazione termochimica delle frazioni in ingresso (termovalorizzazione,gassificazione,digestione anaerobica).

2) la figura mostra un trend di crescita ben evidente che è stato fermato da eventi di natura “particolare” che ne hanno bruscamente arrestato l’evoluzione in ascesa libera : questo trend di aumento che riporta il grafico attesta che in meno di 5 anni la % di RD è aumentata partendo da zero in modo esponenziale

3) molti comuni della Provincia hanno dichiarato e raggiunto percentuali successive al 2007 di ben oltre il 35 %

I tecnici pianificatori sviluppando lo strumento pianificatorio da ipotesi di dimensionamento non veritiere a quanto accaduto nelle singole realtà comunali e anche in quella complessiva provinciale, prendendo le mosse da dati di dubbia empiricità sulla fattibilità della realizzazione nel breve periodo, non rispettano le Direttive UE che prediligono il riuso dei materiali e il riciclo degli stessi alla fase di smaltimento finale e al recupero energetico , recupero, quello proposto dal Piano, che avverrebbe, praticamente, dalle stesse matrici di partenza quasi intatte e non interessate da pratiche di Raccolta Differenziata in quanto gli scenari B1,B2,B3,B4, addirittura, prevederebbero l’introduzione ai cicli di smaltimento dell’indifferenziato puro.

I tecnici pianificatori adducono la riduzione delle % di raccolta differenziata a diversi stati emergenziali che ne hanno di fatto, determinato il fallimento : l’emergenza rifiuti ha ,dunque, impedito il trend in ascesa libera delle percentuali di RD.

In emergenza rifiuti, la Campania è di fatto divenuta la pattumiera dei rifiuti urbani ,speciali e pericolosi provenienti da tutta Italia e quanto sancito dal D.Lgs 90/2008 in materia di deroghe alle disposizioni normative che fissavano limiti di inquinamento possibile delle matrici ambientali (aria,acque,suolo) ne è una dimostrazione chiara e limpida.

Inoltre le recenti dimostrazioni di sfiducia sull’intera pianificazione regionale campana dimostrate dalla Commissione Europea, nella persona del Commissario all’ambiente Janez Potocnik, non fanno altro che confermare la preoccupazione seria dell’UE che ha ribadito più volte la necessitò di ritornare alla gestione ordinaria dei rifiuti e pensare in quest’ottica.

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Proprio la UE, come scritto chiaramente anche nel rapporto ambientale allegato alla procedura di VAS redatto dalla cooperativa di Carrara Ambiente allegato al Piano Provinciale, con direttiva Comunitaria 98/2008 :

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Il dimensionamento dell’impiantistica proposta dal Piano Provinciale di Caserta è di fatto pensato ancora in ottica emergenziale.

In effetti dal 2009, l’emergenza rifiuti in campania è stata decretata finita e nella delibera 75/2010 venivano introdotte le seguenti disposizioni di cui il pianificatore provinciale non ha tenuto conto :

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Di tutt’altro avviso è il Pianificatore Provinciale che propone, invece, il seguente trend teorico di produzione dei rifiuti in Provincia :

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In questa tabella riportata a pag 108 del Piano oggetto di osservazione e analisi, i tecnici incaricati riportano la somma dei costi in base all’aumento della produzione in tonnellate dei rifiuti prodotti da tutti i Comuni della Provincia di Caserta senza distinzione tra quelli che hanno avviato le filiere di riduzione/riuso/riciclo e quelli che non hanno optato per queste pratiche abdicando in favore di nefaste logiche di produzione di indifferenziato puro.

In questa tabella è chiarito, dunque che il costo della gestione di rifiuti se prevalentemente indifferenziati tende ad aumentare all’aumentare della produzione di rifiuto prodotto in quanto destinata prevalentemente a costose pratiche di smaltimento anzicchè a virtuose ed economicamente vantaggiose pratiche di riciclaggio dei materiali differenziati.

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Il pianificatore qualifica il suo lavoro con questi due capoversi a commento della figura 25 : in effetti il pianificatore prende una posizione tendenziosa sulle pratiche di raccolte porta a porta che non tiene in alcun modo conto dei cospicui vantaggi derivanti dall’abbattimento , in TARSU, dei costi di smaltimento dell’indifferenziato non più prodotto e smaltito che ripagano ampiamente gli sforzi di conversione delle raccolte verso modelli più efficienti e basilari per rendere qualitativamente idonee le frazioni merceologiche raccolte e inviate alle filiere di riciclo/riuso.

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In questo stralcio di piano riportato a pag.45, si rivaluta in modo chiaro una pianificazione regionale datata 1997 obsoleta allora ed oggi, contraria allora e oggi ai principi ispiratori di base imposti dall’UE e dall’etica dell’Ingegneria Ambientale e in cui non è possibile ritrovare alcun accenno significativo ad attività da intraprendere nella pratica di raccolta differenziata , riuso e riciclo dei materiali praticamente destinati in modo indifferenziato, ad un unico grande smaltimento finale in termo combustione/incenerimento.

I tecnici pianificatori precisano, inoltre, che la causa di un non ben specificato “risentimento” della gestione dei rifiuti a Caserta, sia una presunta “parziale attuazione” del piano datato 1997 che, per i pianificatori, significa non aver ottemperato alla carenza di tecnologia destinata al recupero del materiale indifferenziato.

Le affermazioni su riportate, di fatto , tendono a negare l’evidenza dei fatti :

il piano del 1997 è stato l’unico strumento di pianificazione che ha visto, ad oggi, un‘ attuazione quasi piena: infatti analizzando in campania e soprattutto a caserta, la situazione generale di inceppamento delle raccolte differenziate, l’utilizzo inadeguato dell’impiantistica CDR e la presenza dell’inceneritore di Acerra che, da solo, di fatto considerando le tre linee e i complessivi 600.000 t/anno di rifiuti trattati, smaltisce la totalità dei rifiuti prodotti e destinati allo smaltimento annualmente in Campania e con rese energetiche complessive trascurabili rispetto all’apporto energetico del materiale in ingresso,

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considerando tutto ciò,

è possibile riconoscere un’attuazione sistematica del modello proposto nel 1997 dall’allora Presidente Regionale Rastrelli.

La presenza cospicua di imprenditori e consorzi privati diffusi sull’intero territorio provinciale che potrebbero avviare filiere di riciclaggio di materiali differenziati collegati alle piattaforme Conai o direttamente a filiere di riciclaggio sostenute dalla borsa rifiuti, denota una fervida e quanto mai possibile realizzazione di un modello totalmente incentrato sul principio del Riduzione/Riuso/Riciclo opposto specularmente a quello proposto dai pianificatori della Seconda Università degli Studi di Napoli.

Tali forze imprenditoriali vanno foraggiate con l’avviamento di meccanismi virtuosi da parte delle PA e non scoraggiati e mortificati.

Alla Provincia spetterebbe il compito di ridurre il quantitativo di rifiuti invertendo con ogni sforzo il tentativo di far passare la produzione di rifiuto come “necessaria”, “ineluttabile” e indispensabile per la crescita economica, in modo addirittura, funzionale ad essa.

Al pianificatore provinciale dovrebbe balzare all’occhio, anzicchè l’elevata densità di popolazione di una decina di pochi centri abitati , il notevole vantaggio di poter lavorare pianificando azioni sull’intero territorio provinciale il cui valore di densità di popolazione è di gran lunga in linea con quello di Comuni che si sono portati a % di raccolte differenziate elevate e che vengono tacciati di averlo potuto fare, solo e soltanto per il vantaggio di avere una ridotta densità abitativa.

Su questo sicuro vantaggio, ci si sarebbe aspettata una più marcata presa di posizione e,magari, una dislocazione di soluzioni impiantistiche aerobiche e anaerobiche di piccola taglia associate, magari, al riammodernamento di impianti di depurazione consortili o comunali e destinate alla produzione di fertilizzanti naturali come i compost di alta qualità (vedasi normative UE e Comitato Italiano Compostatori).

Con un modello totalmente pensato all’impossibilità di aumentare i livelli di RD sull’intero territorio provinciale, di fatto il pianificatore, sta “negando” ai cittadini della Provincia di Caserta la possibilità di

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attuare i principi di cittadinanza attiva alla base del vivere civile e principio ispiratore delle società vive e virtuose.

Ai cittadini, di fatto, si nega così l’opportunità di vedersi riconosciuti i meriti di tutti gli sforzi effettuati di cui , pur tentando di nasconderli, resta traccia anche in questo lavoro tecnico : sforzi fatti contro la sfiducia di presidenti di consorzi di gestione intercomuli , molti sindaci e assessori che da sempre pubblicamente, hanno negato la possibilità al popolo casertano di pensare di meritare un altro modello di gestione se non quello finalizzato a discarica e incenerimento.

Tentativi di scoraggiamento palesi sono risultati essere i frequenti roghi appiccati sull’indifferenziato abbancato nelle strade (il fenomeno è conosciuto col nome di “Terre dei Fuochi”) e la mortificazione ripetutamente perpetrata ai danni di cittadini di comuni che con % di raccolte differenziate oltre il 50 % al 2010, si son visti negare la possibilità di godere di sconti tariffari o di veder avviata e toccare con mano, la filiera del rifiuto differenziato e conferito come monomateriale, alla filiera comunale.

I dati di densità abitativa sul territorio provinciale, sono tuttavia totalmente sballati e si riporta, di seguito, un calcolo semplice che smentisce le affermazioni dei pianificatori in tal senso :

Per la campania 427 ab/kmq

Per Caserta provincia 343 ab/kmq

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PAG 48

Si tenta apertamente di nobilitare il lavoro dell’impianto di CDR e di elevarlo a rango di TMB dicendo che esso può trattare mono e multi materiale : di fatto questa è un’enormità considerando che nessun cambiamento sostanziale è stato operato negli anni all’iniziale impianto di produzione CDR che, addirittura, non ha mai avviato la fase di raffinazione del CDR prodotto e, nonostante ciò, anche un TMB dimensionato per trattare 1200 t/d di rifiuto indifferenziato, non farebbe altro che procrastinare per sempre lo stato di emergenza a cui vengono sottoposti di già i macchinari contenuti nell’impianto.

Un caso particolare vuole che il Legislatore italiano abbia pensato, a partire dal 2008, alla situazione attuale di modello gestionale prettamente “impiantistico” dei rifiuti.

In questo modello, infatti, in base alle tipologie di incentivazione previste dal DM 18/12/2008,

il rifiuto avviato a combustione e proveniente in qualche modo da raccolte differenziate o contenente elevata % di sostanza organica, può essere destinato alla termovalorizzazione meritando incentivi pluriennali ma da destinare, secondo le direttive UE, solo e soltanto agli impianti a fonte energetica rinnovabile. (certificati verdi e tariffe omnicomprensive).

Addirittura alla gassificazione di rifiuti con contenuto organico verrebbero associate costanti k maggiorative dell’entità del CV se la produzione del rifiuto avviato a gassificazione è fatta in filiera corta.

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Nel DM 18/12/2011 viene sancita come biomassa solida da poter destinare a combustione parti biodegradabili di CDR o di rifiuti generici CER o RSU e biomasse solide sono anche rifiuti indifferenziati generici da poter gassificare in filiera corta tra produzione e trattamento termico.

Tabella a Pag.99���� le ceneri derivanti dall’incenerimento vengono classificate come rifiuti non pericolosi

Le pratiche di smaltimento delle ceneri e dei residui solidi derivanti da incenerimento dei rifiuti, di fatto, rappresentano un costo esorbitante (fino a 10 volte superiore allo smaltimento di RSU indifferenziati) che di fatto da solo servirebbe a dimostrare la necessità di dover sostenere con soldi pubblici i sistemi di termodistruzione con incentivazioni statali destinate a veri impianti a fonte energetica rinnovabile.

Di fatto la sola vendita dell’energia elettrica e la produzione di vapore dagli inceneritori, ridotte, di già rispetto alle potenzialità tecnologiche degli stessi dalla diffusa pratica di bruciare rifiuti provenienti da RD o indifferenziati con almeno il 50 % di organico in esso presente, da sole, non riescono a ripagare i costi della realizzazione e gestione impiantistica rispetto ai semplici costi di smaltimento in discarica addirittura della totalità dei rifiuti speciali/pericolosi prodotti in uscita dalle caldaie.

In seguito riportiamo i risultati di un recentissimo studio epidemiologico che conferma la criticità anche sanitaria delle pratiche di incenerimento di rifiuti in Italia.

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A Pag 100 viene riportato quanto segue :

Si da credito ad una Legge creata in regime emergenziale in cui, addirittura, viene sancita l’opportunità tecnologica di poter trasformare gli impianti ex CDR in Digestori anaerobici.

SI riporta l’art. 10 del D.Lgs 90 del 23/5/2008, in cui viene ribadito un utilizzo “insano” dei depuratori comunali per i quali, a prescindere dalle dimensioni e dai quantitativi del refluo tossico in ingresso, viene sancita l’obbligo di trattamento dei percolati di discarica in deroga alla disciplina degli scarichi vigente a livello nazionale

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SCENARIO B3 DA ADOTTARE SECONDO IL PIANIFICATORE PER LA PROVINCIA DI CASERTA

Lo scenario B3 non prevede la realizzazione di impianti per il trattamento meccanico biologico e prevede la trasformazione degli attuali CDR/STIR in digestori anaerobici (3 da 33.000 t/anno per tutta la Provincia di Caserta).

Vengono esclusi gli scenari di tipo A perché essi prevederebbero una minor quantità di rifiuti da avviare a termovalorizzazione rispetto agli scenari B e maggiori quantitativi di rifiuti avviati a discarica a parità di % di RD ipotizzata : si va proprio nel senso del favorire lo smaltimento agli inceneritori piuttosto che prediligere, anche con l’ausilio della tecnologia del TMB, il concetto di riuso/riciclo dei materiali separati.

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OSSERVAZIONI

Tratto dalle Linee di Piano 2010-2013 per la gestione dei rifiuti urbani (deliberazione 75/2010) :

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Il Legislatore Regionale già nel 2010 aveva previsto l’opportunità di valorizzare l’utilizzo di digestori anaerobici presenti in Provincia di Caserta .

Il Piano Provinciale differisce da esso anche nel complessivo ciclo dei rifiuti proposto dallo scenario B3, in particolare.

Si riporta lo schema di riferimento di cui alla delibera Regionale 75/2010 :

Non sembra esservi traccia nel piano provinciale della possibilità di inviare a smaltimento/incenerimento (cementifici o gassificatore) della sola frazione secca del rifiuto selezionato a monte tramite da una idonea selezione Secco/umido.

Lo scenario B3 proposto dal pianificatore provinciale, di fatto, prevede lo smaltimento in termovalorizzazione (e non gassificazione) dell’intero rifiuto indifferenziato .

Si riporta di seguito lo schema dello scenario obiettivo proposto dal Pianificatore Provinciale di Caserta :

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Schema scenario obiettivo di piano a pag 101

L’obiettivo di pianificazione che vede l’intercettazione della sola frazione FORSU raccolta in Provincia di Caserta affermata nel seguente capoverso e non solo :

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Cozza di fatto con :

1) Il progetto preliminare del digestore anaerobico previsto per s.maria c.v. e avviato a procedura di gara dal commissariato di governo in cui si fa menzione anche di non ben specificati fanghi da avviare a trattamento

2) Con le possibili pratiche di riduzione di produzione della stessa FORSU in uno scenario plausibile con trattamento dell’organico in compostiere di quartiere e domestiche sia in aree a bassa densità di popolazione (la maggioranza del territorio provinciale) sia in aree a forte vocazione antropica

3) Con la virtuosa opportunità di utlizzare i depuratori presenti in tutta la Provincia già dotati di linea fanghi pronta a recepire l’organico e da ammodernare con minor dispendio di denaro pubblico e con maggiori rese energetiche e possibilità di riduzione dell’impatto ambientale del depuratore ammodernato (elenco depuratori da ammodernare + 4 depuratori con linea fanghi presente Marcianise).

L’area indicata dal Pianificatore Provinciale per la realizzazione di un digestore anaerobico, s.maria c.v., è di fatto classificata area ad elevata concentrazione di inquinanti aeriformi in particolare NOx e PM10.

L’introduzione in tale area del nuovo digestore anaerobico e dei flussi veicolari conseguenti alla sua alimentazione , di fatto, aumenteranno ulteriormente i PM10 mentre la combustione dei gas dai fanghi in esso abbancati e messi a “digerire” aumenterebbe la concentrazione di sostanze azotate NOx.

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Estratto dal rapporto ambientale di VAS del Piano Provinciale :

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Il citato Decreto del Presidente della Provincia di Caserta del 30/9/2010 che rispecchia appieno i dettami del Piano Provinciale, non tiene conto tra l’altro, del fatto che il rifiuto indifferenziato da inviare a discarica dovrebbe essere rivisto ed eventualmente aumentato in mancanza di politiche di riduzione e riciclo, in quanto l’inceneritore di Napoli Est non sarà mai realizzato e vista la possibilità pur essa non conteggiata, di utilizzare 1/3 della potenzialità dell’inceneritore di Acerra per l’adozione da parte del Comune di Napoli, di altre strategie di gestione dei propri rifiuti condizionando il Piano Regionale e anche quello Provinciale di Caserta ,di fatto, per il coinvolgimento di 1/5 degli abitanti delll’intera Regione verso pratiche virtuose di riduzione/riuso/riciclo dei rifiuti in cui da Maggio a Dicembre 2011, hanno di fatto visto aumentare anche a Napoli la percentuale di raccolte differenziate e contestuale invio a riciclaggio dei materiali da 16% a oltre il 26% in soli 5 mesi di attività.

Tra i diversi scenari ipotizzati dal Pianificatore in cui i rifiuti raccolti si vedono sballottati tra percentuali indifferenziate e differenziate più o meno spinte,

Il pianificatore indica come scenario peggiore il seguente verificarsi dei seguenti fatti :

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Il pianificatore non sembra aver previsto lo scenario attuale che , ad oggi, non individua la situazione di fatto esistente in Provincia .

A pag. 105 il pianificatore provinciale dichiara per i vari scenari da lui formulati, quantitativi di materiali raccolti in modo differenziato da avviare alle varie filiere di valorizzazione delle materie con obiettivi percentuali rispetto al totale fuori Legge che vorrebbe il raggiungimento del 65 % delle RD a partire dal 2012. Di fatto tale percentuale il pianificatore la dichiara una chimera impossibile da raggiungere e propone una sua percentuale pari al 50 % entro il 2014.

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OSSERVAZIONI ALLA PROPOSTA DI PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI DELLA PROVINCIA DI CASERTA

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Le percentuali del 50 % al 2020 dichiarate dalle autorevoli fonti a cui il pianificatore provinciale si riferisce (bianchi istituto di ricerche di ambiente italia) sono il risultato di un’analisi che ambiente italia effettua considerando quanto avvenuto fino al 2009 in tutto il Sud Italia senza effettuare distinzioni e attenzioni particolari sui vari territori e scenari politici differenti.

In effetti Caserta ha avuto diversi avvicendamenti nella politica Provinciale e nelle varie realtà Comunali, che hanno di fatto caratterizzato l’andamento delle raccolte differenziate affidate quasi mai a Ditte referenziate o di solida capacità economica a volte prive di certificazioni antimafia.

In questo stato di cose i Consorzi Provinciali che avevano il compito di pianificare e gestire i rifiuti raccolti dai Comuni, hanno abdicato in favore di una gestione totalmente affidata all’impiantistica di smaltimento a partire dal Piano Rastrelli 1997 in poi dopo un’incoraggiante iniziale pianificazione delle attività di Consorzio (fine anni ’90) rivolta a un ciclo integrato radicato nei dettami del Decreto Ronchi ed operando in modo efficiente verso la riduzione e la differenziazione progressiva dei rifiuti prodotti a monte dei trattamenti.

Di fatto dal 1997 in poi a Caserta i Consorzi hanno prodotto nefaste gestioni clientelari della cosa pubblica perseguendo chiaramente l’unico grande obiettivo di raccolta indifferenziata da avviare a incenerimento con quasi esclusiva produzione di CDR a cui all’iniziale dimensionamento (impianto di S.Maria C.V.) di 800 t/g è sopraggiunta una variante progettuale e realizzativa che ha voluto che la totalità dei rifiuti prodotti dall’intera provincia (1200 t/g) fossero trattate in modo indifferenziato.

Questo fatto da il senso chiaro ed evidente che fin dall’inizio la totalità dei rifiuti casertani è stata pensata da destinare a smaltimento come indifferenziato.

L’attuale conformazione impiantistica del CDR frequentemente messa fuoriuso da sovraccarico in input di rifiuti ,di fatto, non ha mai visto partire la fase di raffinazione del CDR prodotto.

Le 1200 t/g previste inizialmente sono state sempre rigorosamente rispettate e sforate anche con rifiuti provenienti da fuori Provincia per cui impercettibile è stata sull’impianto, l’evoluzione delle pratiche di RD pur esse continuamente scoraggiate e messe alla berlina da molti amministratori pubblici locali e di Ambito coinvolti a più riprese da scandali dovuti a collusioni con associazioni a delinquere di stampo camorristico (processi spartacus 1,2 e 3) .

A tal proposito a titolo del tutto esemplare e non esaustivo, si riportano qui di seguito le ancora recenti dichiarazioni pubbliche di un autorevole esponente tecnico espressione delle volontà politiche degli ultimi 15 anni che presiede uno dei consorzi intercomunali CE dott. Franco Passaro che ricalcano in modo limpido, le intenzioni del pianificatore provinciale e che di fatto dimostrano chi aveva il compito di operare in questi anni e avrebbe dovuto incentivare le pratiche di raccolta differenziata, “cosa invece aveva per la testa” :

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OSSERVAZIONI ALLA PROPOSTA DI PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI DELLA PROVINCIA DI CASERTA

Firmatari : cittadini, comitati ed enti del territorio provinciale di Caserta

Il 28 dicembre 2011 la Regione Campania ha emanato una nuova versione del Piano Regionale dei rifiuti in cui ,rispetto a quello precedente, nulla cambia in termini di impostazione generale ma al quale, si ritiene opportuno che i Piani Provinciali siano adeguati e dunque rivisti totalmente viste le nuove disposizioni particolareggiate previste per la realizzazione dell’impiantistica.

L’occasione di rivedere il Piano Provinciale anche alla luce delle presenti osservazioni sottoscritte da centinaia e centinaia di cittadini oltre che da tecnici qualificati, dovrebbe essere sfruttata anche per consentire il democratico coinvolgimento in base alle Leggi vigenti in materia di partecipazione pubblica alle scelte della PA, dell’opinione pubblica tutta e dei comitati ufficialmente sorti in più parti del territorio Provinciale.

Il disattendere tali modalità di ripianificazione e ripresentazione al pubblico saranno certamente oggetto di ulteriori e successive mobilitazioni anche legali da parte delle associazioni e dei comitati suddetti.

Paragrafo 5.1.4 : INTERVENTI PREVISTI PER LA PREVENZIONE E RIDUZIONE DELLA PRODUZIONE DEI RIFIUTI

In questo paragrafo il Pianificatore propone delle azioni rivolte alle pratiche di riduzione della produzione di rifiuti molto stringente e del tutto incompleta.

DI fatto questi pochissimi capoversi in cui genericamente vengono descritti dei concetti di assoluta ovvietà e privi di aspetti attuativi/applicativi e di riferimenti concreti al territorio provinciale, oltre che manchevoli di descrizioni mirate a procedure di sostegno e di incentivazione delle attività di riduzione a monte della produzione dei rifiuti, rappresentano un contributo di circa un centesimo (2 pagine su 230 totali) rispetto alla rimanente parte del Piano dedicata ad altre argomentazioni di carattere specularmente opposte a quelle che dovrebbero essere le argomentazioni e le procedure da attuare per progettare la riduzione e il riuso dei materiali di filiera provenienti da raccolte differenziate.

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OSSERVAZIONI ALLA PROPOSTA DI PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI DELLA PROVINCIA DI CASERTA

Firmatari : cittadini, comitati ed enti del territorio provinciale di Caserta

In questo paragrafo il pianificatore prende palese posizione personale sulla possibilità seria di attuazione delle pratiche di riduzione/riuso/riciclo conseguenti alle pratiche già dibattute di applicazione delle raccolte differenziate propedeutiche all’avviamento dei materiali raccolti alle varie filiere di riciclaggio.

Questa posizione è ovviamente non richiesta ad un progettista di un Piano di Pubblica utilità oltre che negare di fatto la realtà dei fatti e sconfessare le normative Nazionali e Comunitarie che impongono ben altri obiettivi di RD e di riciclaggio dei materiali.

OSSERVAZIONI SULLA PROPOSTA DI PIANO PER RIFIUTI SPECIALI E PERICOLOSI

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OSSERVAZIONI ALLA PROPOSTA DI PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI DELLA PROVINCIA DI CASERTA

Firmatari : cittadini, comitati ed enti del territorio provinciale di Caserta

Ai punti A1 e A3 vengono chiaramente e pericolosamente sanciti dei generici concetti che ,senza entrare nel merito di precise collocazioni , lasciano presagire la reale possibilità che rifiuti urbani (organici,differenziati e indifferenziati raccolti) avviati alle suddette e su contestate preponderanti pratiche di smaltimento , possano essere utilizzati nei loro quantitativi provinciali per poter giustificare la realizzazione di sezioni impiantistiche biologiche/chimiche e termiche in grado di poter trattare anche rifiuti di altra natura e provenienti non dalle raccolte di RSU.

In particolare il punto A3 ribadisce la necessità a valle di trattamenti di termodistruzione , di prevedere una discarica ad hoc per lo smaltimento delle scorie in uscita dal termo distruttore.

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Firmatari : cittadini, comitati ed enti del territorio provinciale di Caserta

COSTI DI CONFERIMENTO ATTUALI E COSTI DI CONFERIMENTO SCENARI A3 E B3

Non si ritrova nella documentazione di Piano un business plan relativo ai vari scenari ipotizzati.

Del tutto insufficienti risultano le informazioni riportate nei paragrafi dedicati alle stime dei costi di esercizio.

Non è possibile , dunque, quantificare i costi delle operazioni previste dal pianificatore per le dotazioni degli scenari obiettivo B3 o A3 né nel brevissimo termine né nel medio e lungo termine.

I cittadini firmatari delle seguenti osservazioni ,preoccupati da questa mancanza assoluta di proposta di copertura economica su cui poter prendere visione di cosa le PA si stanno caricando, preoccupati e non a torto per la già disastrosa situazione economica con cui Regione Campania, Provincia di Caserta e molti dei loro Comuni hanno gestito le raccolte e le filiere di riciclaggio e smaltimento dei rifiuti oltre che la gestione degli altri beni comuni,

- Certi che le pratiche di smaltimento termico dei rifiuti indifferenziati urbani o di scarto dalle filiere di riciclo/riuso siano di gran lunga superiori rispetto alle possibilità di avviare con decisione e definitivamente le soluzioni timidamente approcciate già da tutti i Comuni della Provincia volte a ridurre/riusitlizzare e riciclare i materiali differenziati,

- certi che tali pratiche siano sicure anche dal punto di vista sanitario e che scongiurino l’emissione di sostanze aeriformi tossiche e scorie solide di scarto da destinare comunque a discariche di rifiuti pericolosi, tossici e nocivi,

chiedono con forza l’annullamento in toto della proposta di Piano proposta dalla Seconda Università degli Studi di Napoli e il rifacimento totale del Piano.

IL PIANO PROVINCIALE E LA SEZIONE DEDICATA ALLA TERMODISTRUZIONE DEI RIFIUTI DEFINITI RESIDUALI ALLE ATTIVITA’ DI RACCOL TE DIFFERENZIATE (RUR)

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OSSERVAZIONI ALLA PROPOSTA DI PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI DELLA PROVINCIA DI CASERTA

Firmatari : cittadini, comitati ed enti del territorio provinciale di Caserta

La definizione degli scenari di incenerimento e/o trattamento termico delle frazioni residuali come definite dal pianificatore RUR (rifiuto urbano residuale) sono basati sul trattamento di rifiuti non affatto residuali da fasi di raccolte differenziate per stessa ammissione del pianificatore né residuali da alcuna fase di trattamento sull’indifferenziato.

Definire trattamento sull’indifferenziato l’attività degli impianti di CDR/STIR o TMB se ritrasformati, infatti, è un paradosso che non può che generare di fatto riprogettazioni pagate con finanziamenti comunitari come quella dell’impianto di compostaggio di s.tammaro già esistente e da ultimare con fornitura di soffianti da quasi 20 anni o realizzazioni impiantistiche abnormi e non calate nella realtà di quanto verificatosi e di quanto si verificherà.

La definizione stessa di RUR non trova applicazione in nomenclature né nazionali né comunitarie.

Alla fase di trattamento termico viene destinato, di fatto, rifiuto indifferenziato contro quanto stabilito dalle Direttive Comunitarie :

Art. 4 della Direttiva 98/2008 :

L’ordine di priorità della normativa e della politica in materia di prevenzione e gestione dei rifiuti :

a) Prevenzione

b) Preparazione per il riutilizzo

c) Riciclaggio

d) Recupero di altro tipo, per esempio, il recupero di energia

e) Smaltimento

Nell’applicare la gerarchia dei rifiuti di cui al paragrafo 1, gli Stati membri adottano misure volte a incoraggiare le opzioni che danno il miglior risultato ambientale complessivo. A tal fine può essere necessario che flussi di rifiuti specifici si discostino dalla gerarchia laddove ciò sia giustificato dall’impostazione in termini di ciclo di vita in relazione agli impatti complessivi della produzione e della gestione di tali rifiuti.

E’ EVIDENTE CHE NEI PIANI DI GESTIONE VOLUTI DALLA UE, IL RECUPERO DI ENERGIA E LO SMALTIMENTO DOVREBBERO ESSERE PRATICHE MARGINALI DI GESTIONE.

PIU’ VOLTE LA UE E’ INNTERVENUTA CHIARENDO AL LEGISLATORE ITALIANO CHE CDR-CDRq O FRAZIONI ORGANICHE AVVIATE A TERMODISTRZIONE NON SONO ASSIMILABILI A BIOMASSE IL CUI TRATTAMENTO TERMICO E’ DA SCONGIURARE IN QUANTO AMBIENTALMENTE PERICOLOSO OLTR ECHE DISTRATTIVO DEI FLUSSI DI MATERIA DA RICICLARE.

LA UE HA CHIARITO CHE TALI FRAZIONI NON SONO DA INCENTIVARE COME FONTE RINNOVABILE A DIFFERENZA DI BIOMASSE LEGNOSE O DI SOSTANZE DIGERIBILI ANAEROBICAMENTE DA CUI RICAVARE BIOGAS E SOSTANZE RESIDUALI COMPOSTABILI PRIVE DI RIFIUTI SOLIDI URBANI O SPECIALI.

Articolo 22

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Firmatari : cittadini, comitati ed enti del territorio provinciale di Caserta

Gli Stati membri adottando, se del caso e a norma degli articoli 4 e 13, misure volte a incoraggiare :

a) La raccolta separata dei rifiuti organici ai fini del compostaggio e dello smaltimento dei rifiuti organici ;

b) il trattamento dei rifiuti organici in modo da realizzare un livello elevato di protezione ambientale ;

c) L’utilizzo di materiali sicuri per l’ambiente ottenuti da rifiuti organici.

UN BUON PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI NON PUO’ PRESCINDERE DALLA REALIZZAZIONE PRIORITARIA DI IMPIANTI PER IL TRATTAMENTO DELLA SOLA FRAZIONE UMIDA SEPARATA ,IN FASE DI RACCOLTA, DALLA FRAZIONE SECCA EVITANDO LA POSSIBILITA’ DI INCLUDIMENTO NELLA FILI ERA DI TRATTAMENTO DEI RSU L’IMMISSIONE NEFASTA DI FRAZIONI INDUSTRIALI O SPECIALI CHE MERITANO TRATTAMENTI SEPARATI IN APPOSITE CENTRALI DI STOCCAGGIO E TRATTAMENTO.

Sintesi dello Studio Moniter Reggio Emilia

Precauzione" è la parola d'ordine del rapporto Moniter, riguardante gli effetti degli inceneritori sulla salute, realizzato dalla Regione Emilia Romagna, a partire dal 2007. Secondo il rapporto andrebbero adottate "politiche di gestione dei rifiuti che non creino ulteriore domanda di incenerimento".

"La mancata dimostrazione di effetti a lungo termine non significa dimostrazione di rischio zero - si apprende dal rapporto - il Comitato scientifico fa presente che la segnalazione di effetti avversi nella vicinanza di discariche e inceneritori dovrebbe ispirare un approccio di precauzione a proposito della creazione di nuovi impianti e la ricerca di misure di mitigazione dell'esposizione alle emissioni e alle dispersioni dagli impianti". In particolare gli effetti sugli esiti delle gravidanze"non possono essere sottovalutati". Anche perché, evidenzia il rapporto: "E' stato identificato un aumentato rischio di nascite pretermine e, con minore evidenza statistica, di neonati piccoli per età gestazionale" anche se, tuttavia, è "verosimilmente di natura causale, non attribuibile ad alcun specifico inceneritoreSempre l’ISDE sottolinea un altro aspetto da non sottovalutare evidenziando come “i decessi che si misurano o si stimano come effetto dell’inquinamento atmosferico” rappresentino “un effetto netto di una mortalità che sarebbe stata evitata se i livelli di inquinamento fossero stati inferiori”. Ignorare tutto questo significherebbe chiudere gli occhi di fronte ad una realtà che ci riguarda tutti, ogni giorno sempre più da vicino.

La soluzione dell’incenerimento o trattamento termico dei rifiuti (gassificazione,pirolisi, etc.) anche solo della parte non riciclabile induce una strabiliante produzione di gas ad effetto serra.

Peraltro l’Italia, dopo aver firmato il protocollo di Kyoto, continua ad avanzare un disavanzo per il mancato rispetto della riduzione di gas serra che comporterà gravi disagi per ammende comminate dall’Emission Trading.

E’ vero che bruciare i rifiuti in strada produce ancor più diossine degli inceneritori ma è anche vero che la gente di qualità tende “al meglio” e non “al meno peggio”, che poi diventa sempre peggiore. Semmai

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OSSERVAZIONI ALLA PROPOSTA DI PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI DELLA PROVINCIA DI CASERTA

Firmatari : cittadini, comitati ed enti del territorio provinciale di Caserta

si ricorre ad alcuni inceneritori come “scelta residuale”, dopo aver fatto tutto il resto. Ma non sono essi l’ancora di salvezza come taluni, forse non privi di interessi, sostengono in questi giorni.

SCIOGLIMENTO DELLE PROVINCE : Decreto 214/2011 (Decreto Monti)

Gli scenari paventati dall’intero articolato contenuto nel decreto Monti riguardo all’affidamento della gestione del ciclo delle raccolte e anche del ciclo integrato dei rifiuti ai Comuni (art. 14) collima e per nulla è in contrasto con quanto lo stesso Decreto prevede per il riassetto generale di organi costituzionali come le Province. Ai Comuni ,la Provincia di Caserta, non potrà mancare di dover consegnare ampie facoltà di dotarsi di un sistema di gestione autonomo ribadito ancora dal Legislatore Italiano.

VISTE LE SUDDETTE OSSERVAZIONI , I CITTADINI, GLI ENTI LE ASSOCIAZIONI FIRMATARIE,

PROPONGONO L’ANNULLAMENTO IN TOTO DELLA PIANIFICAZIONE PROPOSTA E CHE SI AVVII IMMEDIATAMENTE UNA RIPIANIFICAZIONE IN ACC ORDO CON LE REGOLE DEMOCRATICHE DI PARTECIPèAZIONE PUBBLICA AI DIBATTITI DI PIANIFICAZIONE CHE TENGA FINALMENTE CONTO DELLE SEGUENTI PROPOSTE ALTERNATIVE ALLE PRATICHE DI SMALTIMENTO E TERMODISTRUZIONE DEI RFIUTI SOLIDI URBANI E DELLE PRATICHE DI CORRETTA GESTIONE DEI RIFIUTI NON URBANI PROVENIENTI DA ATTIVITA’ COMMERCIALI E INDUSTRIALI DEL TERRITORIO PROVINCIALE :

premesso che

Il rispetto della volontà di molte amministrazioni comunali di dotarsi degli strumenti pianificatori e attuatori verso strategie di riduzione/riuso e riciclaggio dei materiali raccolti come la strategia rifiuti zero entro il 2020.

A tal proposito riportiamo un rapporto di sintesi della recentissima Norma 2011/753/Ue che detta regole e modalità di calcolo per verificare il rispetto degli obiettivi di recupero e riciclaggio dei rifiuti urbani e dei rifiuti da costruzione e demolizione (C&D) per il 2020.

La decisione 2011/753/Ue pubblicata sulla Guue del 25 novembre 2011 attua la decisione quadro sui rifiuti 2008/98/Ce (articolo 11, paragrafo 2), che impone agli Stati membri di aumentare entro il 2020 la preparazione per il riutilizzo, il riciclaggio e il recupero di materiale dei rifiuti domestici e “simili” di carta, metalli, plastica e vetro, nonché dei rifiuti da costruzione e demolizione non pericolosi, rispettivamente al 50% e al 70% in termini di peso.

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OSSERVAZIONI ALLA PROPOSTA DI PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI DELLA PROVINCIA DI CASERTA

Firmatari : cittadini, comitati ed enti del territorio provinciale di Caserta

Con la nuova decisione il Consiglio europeo mette a disposizione degli Stati membri le istruzioni per l’applicazione e il rispetto degli obiettivi sopra segnalati, e che entreranno a far parte delle relazioni sull’applicazione della direttiva 2008/98/Ce che (regolamento 2150/2022 in materia di statistiche sui rifiuti) che gli Stati membri devono presentare ogni tre anni all’Ue.

L’articolo 11, paragrafo 2, direttiva 2008/98/Ce sui rifiuti impone agli Stati membri di adottare le misure necessarie per conseguire due importanti obiettivi in materia di riciclaggio dei rifiuti, il primo relativo ai rifiuti urbani domestici “e simili” e il secondo relativo ai rifiuti da demolizione e costruzione non pericolosi ( “C&D”).

RIFIUTI DOMESTICI E “SIMILI”

L’articolo 11, paragrafo 1, lettera a) della direttiva 2008/98/Ce impone agli Stati membri di fare in modo che:Entro il 2020, la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio di rifiuti quali, come minimo, carta, metalli, plastica e vetro provenienti dai nuclei domestici, e possibilmente di altra origine, nella misura in cui tali flussi di rifiuti sono simili a quelli domestici, sarà aumentata complessivamente almeno al 50 % in termini di peso.

Le definizioni di “preparazione per il riutilizzo” e “riciclaggio” sono contenute nella stessa direttiva:

· “preparazione per il riutilizzo“: le operazioni di controllo, pulizia e riparazione attraverso cui prodotti o componenti di prodotti diventati rifiuti sono preparati in modo da poter essere reimpiegati senza altro pretrattamento

· “ riciclaggio“: qualsiasi operazione di recupero attraverso cui i materiali di rifiuto sono ritrattati per ottenere prodotti, materiali o sostanze da utilizzare per la loro funzione originaria o per altri fini. Include il ritrattamento di materiale organico ma non il recupero di energia né il ritrattamento per ottenere materiali da utilizzare quali combustibili o in operazioni di riempimento

A chiarimento del quadro, la decisione 2011/753/Ue introduce nell’ordinamento le definizioni di rifiuti “domestici”, “urbani” e “simili” (defini zioni valide però al solo fine dell’applicazione della decisione):

· “rifiuti domestici“: rifiuti prodotti dai nuclei domestici

· “rifiuti urbani “: rifiuti domestici e i rifiuti simili

· “ rifiuti simili “: rifiuti comparabili, per tipo e composizione, ai rifiuti domestici, esclusi i rifiuti da processi produttivi e i rifiuti provenienti dall’agricoltura e dalla silvicoltura

La decisione Ue affida poi agli Stati membri la scelta sul tipo di operazione al quale applicare l’obiettivo stabilito dalla direttiva 2008/98/Ce.

Gli Stati potranno scegliere tra:

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OSSERVAZIONI ALLA PROPOSTA DI PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI DELLA PROVINCIA DI CASERTA

Firmatari : cittadini, comitati ed enti del territorio provinciale di Caserta

(a) la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio di rifiuti domestici costituiti da carta, metalli, plastica e vetro;

(b) la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio di rifiuti domestici costituiti da carta, metalli, plastica e vetro e di altri tipi di rifiuti domestici o di rifiuti simili di altra origine;

(c) la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio di rifiuti domestici;

(d) la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio di rifiuti urbani.

Il tipo di operazione scelta dovrà essere comunicata alla Commissione Ue nella prima relazione triennale sull’applicazione della direttiva 2008/98/Ce (da presentarsi entro il settembre 2012).

RIFIUTI DA COSTRUZIONI E DEMOLIZIONI

L’obiettivo stabilito dalla direttiva 2008/98/Ce per quanto riguarda i rifiuti C&D è il seguente:

Entro il 2020 la preparazione per il riutilizzo, il riciclaggio e altri tipi di recupero di materiale, incluse operazioni di colmatazione che utilizzano i rifiuti in sostituzione di altri materiali, di rifiuti da costruzione e demolizione non pericolosi, escluso il materiale allo stato naturale definito alla voce 17 05 04 dell’elenco dei rifiuti, sarà aumentata almeno al 70 % in termini di peso.

Le definizioni di “preparazione per il riutilizzo” e “riciclaggio”, come visto sopra, sono dettate dalla direttiva 2008/98/Ce.

La decisione 2011/753/Ue introduce ora le definizioni di:

· “ rifiuti da costruzioni e demolizioni“: rifiuti corrispondenti ai codici di cui al capitolo 17 dell’allegato della decisione 2000/532/Ce della Commissione, esclusi i rifiuti pericolosi e il materiale allo stato naturale di cui alla voce 170504

· “ recupero di materiale“: qualsiasi operazione di recupero, esclusi il recupero di energia e il ritrattamento per ottenere materiali da utilizzare quali combustibili

· “ riempimento“: operazione di recupero in cui i rifiuti idonei sono utilizzati a fini di bonifica in aree escavate o per interventi paesaggistici e in cui i rifiuti sostituiscono materiali che non sono rifiuti

Le metodologie di calcolo dell’obiettivo e i requisiti specifici per le relazioni sono contenuti nell’allegato III del provvedimento.

La quantità di rifiuti utilizzata per operazioni di colmatazione, nella quale rientra anche il ritrattamento di rifiuti per ottenere materiali da colmatazione, dovrà essere comunicata separatamente.

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OSSERVAZIONI ALLA PROPOSTA DI PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI DELLA PROVINCIA DI CASERTA

Firmatari : cittadini, comitati ed enti del territorio provinciale di Caserta

REQUISITI GENERALI COMUNI AI DUE OBIETTIVI

Al fine del rispetto degli obiettivi gli Stati dovranno calcolare il peso dei flussi di rifiuti che sono prodotti e i flussi di rifiuti che sono preparati per essere riutilizzati, riciclati o che sono stati sottoposti ad altra forma di recupero di materiale in un anno civile.

La quantità di rifiuti preparati per essere riutilizzati dovrà essere inclusa – senza comunicazione separata – nella quantità di rifiuti riciclati.

Sia il riciclaggio che gli altri processi di recupero di materiale dovranno però “finali “. Sono quindi escluse le operazioni preparatorie che precedono il recupero o lo smaltimento di rifiuti.

Nel caso di raccolta differenziata dei rifiuti o quando la produzione di un impianto di selezione è sottoposta a processi di riciclaggio o altra forma di recupero di materiale “senza perdite significative”, il peso dei rifiuti in questione può essere considerato equivalente al peso dei rifiuti preparati per essere riutilizzati, riciclati o sottoposti ad altra forma di recupero di materiale.

I rifiuti esportati per essere preparati per il riutilizzo, riciclati o sottoposti ad altra forma di recupero di materiale:

a) dovranno essere contabilizzati esclusivamente dallo Stato membro dove i rifiuti sono stati raccolti nel caso di esportazione in un altro Stato membro;

b) potranno essere contabilizzati in presenza di prove attendibili della conformità al regolamento 1013/2006/Ce sulle spedizioni di rifiuti nel caso di esportazione fuori dall’Ue.

La quantità di rifiuti biodegradabili sottoposti a trattamento aerobico o anaerobico potrà essere contabilizzata come riciclata solo se il compost o digestato prodotto dal trattamento, anche previo ulteriore trattamento, è utilizzato come prodotto, sostanza o materiale riciclato a beneficio dell’agricoltura o dell’ecologia.

Relazioni degli Stati membri

Gli Stati membri dovranno informare la Commissione sui progressi compiuti in merito al conseguimento degli obiettivi in questione mediante la relazione triennale sull’applicazione della direttiva 2008/98/Ce, prevista dall’articolo 37 della stessa direttiva, nel rispetto del regolamento 2150/2002/Ce sulle statistiche dei rifiuti (la prima è prevista per il settembre del 2012).

Viste

Le determine del CIC (Consorzio Italiano Compostatori) che elevano a rango di fertilizzanti naturali il compost e i compost di qualità e non più semplicemente a rango di ammendante agricolo e le nuove modalità imposte dalla UE agli Stati Membri di contabilizzare il materiale proveniente da attività

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OSSERVAZIONI ALLA PROPOSTA DI PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI DELLA PROVINCIA DI CASERTA

Firmatari : cittadini, comitati ed enti del territorio provinciale di Caserta

aerobiche ed anaerobiche su rifiuti organici solo se effettivamente prodotto ed utilizzato a beneficio dell’agricoltura, impongono una SERIA riflessione al Pianificatore Provinciale che non sembra essere stata in alcun modo espletata vista la lontananza delle soluzioni impiantistiche previste nel piano dagli utilizzi agricoli dei residui “organici” prodotti sia per la taglia delle installazioni proposte sia per la compresenza in input agli impianti progettati dal Commissariato di Governo , di fanghi di altra natura rispetto alle sostanze digeribili o compostabili secondo le normative Comunitarie ma anche Nazionali.

Si PROPONE

- lo sfruttamento dei depuratori comunale e consortili preesistenti eventualmente da ammodernare per il trattamento della residuale frazione organica da raccolte differenziate sfuggita alle pratiche di trattamento in compostiere di quartiere, domestiche o consortili

- L’abbandono dello smaltimento finale dei rifiuti in discariche provinciali e l’avvio delle stesse frazioni indifferenziate residuali dei processi di RD, presso comunità dotate di impianti di termodistruzione già realizzati e che sull’obiettivo di riduzione spinta del rifiuto indifferenziato, si pianifichi un’appendice impiantistica minimale capace di attuare finalmente, i principi sanciti dalle direttive UE e recepite anche dal Legislatore italiano, in cui la fase di smaltimento finale e recupero energetico è prevista su frazioni del tutto residuali da fasi fondamentali atte al riciclaggio dei materiali separati a monte in modo opportuno.

- La pianificazione delle attività di sensibilizzazione e proposizione alle amministrazioni comunali della provincia di caserta ad avviare gli acquisti verdi obbligatori e mai onorati, in modo da sostenere il mercato dei materiali riciclati e da consentirne la virtuosa produzione a discapito del rifiuto indifferenziato da ridurre progressivamente in percentuale.

- La chiusura da parte della Provincia di Caserta e della Regione Campania, delle attività di smaltimento lecito e illecito di rifiuti industriali provenienti sia dal territorio provinciale che da altri territori nazionali in modo da poter ripianificare il Piano rifiuti con quantitativi provinciali di rifiuti quali essi sono e saranno realmente e a valle di pratiche di riuso/riduzione/riciclo.

Dunque, la vera soluzione è il classico uovo di colombo: “la non produzione di rifiuti o perlomeno la loro drastica riduzione”. Raggiunto questo standard il problema dello smaltimento della fase “residuale” delle attività di riduzione/riuso/riciclaggio dei rifiuti sarebbe praticamente un problema inesistente.

Ai Comuni aderenti alle strategie Rifiuti Zero entro il 2020 di cui alleghiamo alcune adesioni anche in Provincia di Caserta, si prospettano degli scenari di riduzione/riciclo/riuso dei rifiuti cittadini che andranno certamente ad abbattere le % di rifiuti da smaltire e a riportare a livelli di Legge le % di Raccolte Differenziate aumentando i livelli di premio ai cittadini che riducono la produzione di rifiuti adottando i principi ispiratori della Tariffa puntuale oltre che dell’abbandono della tassa basata sulla superficie dell’abitazione, incredibilmente ancora in voga in quasi tutta Italia.Questa tassa anziché colpire il rifiuto colpisce la casa.

Soltanto imponendo la strada indicata, anche al prezzo della iniziale impopolarità, gli amministratori potranno innescare un meccanismo virtuoso ed etico.

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OSSERVAZIONI ALLA PROPOSTA DI PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI DELLA PROVINCIA DI CASERTA

Firmatari : cittadini, comitati ed enti del territorio provinciale di Caserta

Chiediamo dunque l’annullamento dell’intero apparato e dell’applicazione di questo Piano Provinciale che disattende normative importanti di riferimento Comunitario e Nazionale oltre che negare alle popolazioni della Provincia di riappropriarsi dei propri rifiuti “bene comune” e della possibilità di continuare a praticare le best practices di riduzione/riuso/riciclo degli stesse meritando ,per questo, sgravi fiscali e rischi per la salute derivanti dallo spostamento del problema del dover smaltire anzicchè rifiuti soli di urbani indifferenziati in modo preponderante, rifiuti speciali e pericolosi derivanti da trattamenti termici,termochimici e chimici di rifiuti solid i urbani e non urbani introdotti nelle fasi di input previste dal Pianificatore e dai Progettisti deputati alla realizzazione delle opere nel Piano previste.

Caserta, lì 10/1/2012 i firmatari

SEGUE ELENCO DELLE ADESIONI RACCOLTE DI CITTADINI , DEGLI ENTI, ASSOCIAZIONI E COMITATI TUTTI