Orizzonrte Impresa Maggio 2013

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O R I Z Z O N T E Anno XIV n. 3 - 2013 Autorizzazione del Tribunale di Roma n.231 del 2/6/2000 - Poste Italiane spa - sped. in abb. postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) - Art. 1, Comma 1, DCB Roma COLDIRETTI LAZIO: Ora un impegno a tempo pieno EMERGENZA CINGHIALI NEL LAZIO: Serve una soluzione subito NATA UECOOP LAZIO: Sono già 424 le cooperative associate nel Lazio Emergenza cinghiali: adesso basta! Coltivatori del Lazio in piazza… danni nelle aree rurali ormai insostenibili Bimestrale di cultura & informazione agricola di Coldiretti Lazio

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Coltivatori del Lazio in piazza…danni nelle aree rurali ormai insostenibili

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In copertina Emergenza cinghiali: adesso basta! Coltivatori del Lazio in piazza…danni nelle aree rurali ormai insostenibili

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Questa rivista è inviata agli oltre 40.000 associati Coldiretti del Lazio, ai principali rappresentanti delle Istituzioni e Amministrazioni locali ed ai più qualificati opinion leaders delle filiere agroalimentari laziali.

Bimestrale di cultura & informazione agricola

di Coldiretti LazioIscrizione al Roc n° 12420

editore

Centro Assistenza Imprese Coldiretti LazioVia R. Piria, 6

[email protected]

Direttore responsabileAldo Mattia

[email protected]

redazioneAndrea Fugaro

Giuseppe NapoletanoMaurizio Ortolani

Roberto Santopietro

CollaboratoriSimone Di Colantonio

Pierluigi LagiAndrea Renna

Gianluigi Terenzi

AbbonamentiOrdinario: Eu 10,00Onorario: Eu 20,00

Sostenitore: Eu 50,00Tramite c/c postale n. 82689027

intestato a:

Federazione Regionale Coldiretti del Lazio o rivolgersi

alle sedi della Coldiretti

Progetto grafico e impaginazioneDigitaliaLab srl - Roma

StampaGrafica Giorgetti srl - Roma

editoriale di Aldo Mattia

Coldiretti Lazio: ora un impegno a tempo pieno 03il Presidente di David Granieri

Cinghiali: un’emergenza da risolvere, adesso 05Attualità / in breve

Notizie dal Territorio 06Primo Piano di Andrea Fugaro

L’Assemblea di Coldiretti Giovani Impresa 07SPeCiALe a cura di Coldiretti Lazio

Crisi in agricoltura: come usare i Voucher 08Articolo di Alessandra Cori

Contro la crisi nasce UeCoop lazio 12Agricoltura in europa a cura di Andrea Fugaro

Più Europa, più Politica Agricola 14Agricoltura in Politica a cura di Andrea Fugaro

Emanato il “Decreto del fare” 16Articolo di Andrea Fugaro

Autocontrollo negli allevamenti e nei macelli 17Articolo di Alessandra Cori

Elezioni comunali 2013... 18ePACA di Gianluigi Terenzi

Sociale: incontro alla Regione con Rita Visini 20riflessioni di don Paolo Carlotti

La finanza mondiale e la dottrina sociale della Chiesa 23notizie dalle province

Roma, Latina, Frosinone, Viterbo, Rieti 25il Punto di Campagna Amica a cura di Toni De Amicis

Grande successo del mercato di Via Tiburtina 35

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www.cameraarbitralediroma.itSede operativa: Via dell'Umiltà, 48 - 00187 RomaT. 06.6787758 - 06.52082628

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di Aldo Mattia

E D I T O R I A L E

Coldiretti Lazio: ora un impegno a tempo pieno

Aldo Mattia, Direttore di Coldiretti Lazio

Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare,

diceva John Belushi nel film di John Landis “Animal House”. Mi viene in mente questa frase, pensando alle tante battaglie che mi lascio alle spalle come direttore di Rieti e di Roma, ora che in questi incarichi mi succede l’amico e collega Gabriel Battistelli che, sono sicuro, farà un buon lavoro come ha dato prova di saper fare da direttore di Viterbo.

Adesso che posso dedicarmi esclusivamente alla direzione di Coldiretti Lazio si profilano nuove sfide.

Nelle pagine di questo numero vi diamo conto anche delle altre nomine avvenute in questi due mesi: Mauro Pacifici subentrato a Leonardo Michelini (eletto Sindaco di Viterbo) nella carica di presidente di Coldiretti Viterbo; Andrea Renna, vice direttore vicario di Coldiretti Roma, subentrando a Gabriel Battistelli (chiamato a dirigere le sedi di Roma e di Rieti) è diventato direttore di Viterbo e, come già detto, Gabriel Battistelli passa alla direzione di Coldiretti Roma e Rieti.

Per tutti loro sento di dover esprimere parole di elogio per aver saputo entrare nel cuore dei numerosi e difficili problemi che affliggono il comparto agricolo, fornendo risposte puntuali e utili alle imprese. Auguro loro buon lavoro, visto il ruolo e le azioni che Coldiretti sta portando avanti sul territorio nazionale e laziale in particolare. Il Lazio

vanta produzioni di qualità ed aziende d’eccellenza e dunque dobbiamo, tutti insieme, in un leale e operoso lavoro, dare risposte concrete ad imprese e cittadini per il rilancio dell’economia del territorio mettendo in campo un nuovo modello di sviluppo. Coldiretti si sta sempre più caratterizzando come una forza sociale ed il nostro compito è tutelare gli interessi dei soci. Sono certo che tutti loro posseggono la giusta esperienza e le capacità umane e professionali adatte a ricoprire ciascuno l’incarico che gli è stato assegnato.

Sono convinto che solo con l’impegno di ciascuno di noi, sarà possibile portare a casa risultati concreti per la nostra agricoltura, nonostante ci aspettino anni impegnativi che ci vedranno protagonisti su più fronti sia a livello locale che nazionale.

Del resto, penso alle numerosissime sfide che attendono Coldiretti Lazio e alle strategie sindacali che vedranno me impegnato in prima persona: il “Tavolo Verde” aperto con l’Assessorato all’Agricoltura Caccia e Pesca alla Regione Lazio, per un confronto e una concertazione sul futuro dell’agricoltura e dell’agroalimentare regionale; la nascita di UeCoop come risposta forte alla crisi in atto; la sollecitazione, al Comune di Roma, di procedure urgenti per chiarire la situazione della Centrale del Latte alla luce della recente sentenza del Tribunale di Roma, per la tutela e la valorizzazione del latte

laziale e degli allevatori locali che lo producono; il fattore sicurezza alimentare; la lotta per incrementare il reddito degli agricoltori passando per una semplificazione dei rapporti tra Pubblica Amministrazione ed Imprese; la battaglia per accelerare l’accesso al credito da parte delle aziende agricole. Penso poi ai Farmer’s Markets, e alla necessità di incrementare lo sviluppo di questi “mercati degli agricoltori” di Campagna Amica che stanno dimostrando di avere grande successo come quelli già esistenti di Via San Teodoro al Circo Massimo e di Via Tiburtina. Credo infatti nel rapporto diretto tra agricoltori e cittadini e nella possibilità che in questo modo si ha di garantire la qualità e la sicurezza dell’origine certa dei prodotti venduti. Non dimentichiamo che molto ancora resta da fare per ottenere dal Comune di Roma il necessario sostegno al progetto della Domus Agricola del Circo Massimo, per la promozione della civiltà rurale, della multifunzionalità dell’agricoltura e dei prodotti agroalimentari del territorio di Roma.

La lista si ferma qui ma molto altro potrei aggiungere nel lungo elenco delle azioni che i nostri associati, i nostri imprenditori, le nostre aziende agricole e soprattutto i cittadini/consumatori si aspettano da Coldiretti Lazio. Questo è e sarà il mio compito nel periodo che ho davanti come direttore di questa Organizzazione con l’attenzione e la lungimiranza che le imprese agricole associate richiedono e meritano. n

Terminato il mio mandato alla direzione di Rieti e Roma

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di David Granieri

I L P R E S I D E N T E

Cinghiali: un’emergenza da risolvere, adesso

non staremo ancora a guardare. Non siamo più

disposti ad aspettare soluzioni che non arrivano, promesse che non vengono mantenute. Un’inerzia, rispetto agli ingenti danni causati all’agricoltura dalle devastazioni prodotte da fauna selvatica e cinghiali, che non sono più disposto a tollerare. Le zone più colpite sono il reatino, le zone a nord della provincia di Roma oltre che alcune zone del viterbese, della Ciociaria e della provincia di Latina. Per i nostri agricoltori di quelle zone io personalmente scenderò in piazza a fianco di tutta Coldiretti Lazio, visto che gli incontri, la ricerca di soluzioni condivise, le promesse, i buoni propositi, non hanno prodotto alcun risultato. Anzi uno ce n’è: i cinghiali stanno cacciando gli agricoltori. Sì, perché i danni alle coltivazioni hanno raggiunto proporzioni tali da impedire l’attività economica delle imprese della zona. Le aziende chiuderanno in breve tempo, le campagne si andranno a spopolare ed il territorio, fino ad oggi presidiato e curato dai nostri agricoltori, resterà senza i propri naturali custodi, con le prevedibili nefaste conseguenze che tutti sono in grado di immaginare. Pensiamo solo alla grande manutenzione delle aree rurali che queste donne e questi uomini fanno con la loro attività. La terra per loro significa fonte di reddito. Pensiamo al fatto che la terra coltivata e curata non frana. I nostri agricoltori sono parte attiva nella prevenzione del rischio di dissesto idrogeologico.

Un terreno coltivato, oltre a far bene all’economia, significa un paesaggio bello e da ammirare, significa cultura.Allora, non posso aspettare ancora, di fronte al delinearsi di un tale quadro critico, venutosi a creare nonostante la lunga serie di incontri, fatti negli ultimi mesi dalla dirigenza di Coldiretti Lazio con il direttore del Parco del Gran Sasso e Monti della Laga, il Prefetto di Rieti, la Provincia, la Asl, la Forestale e con Fabio Refrigeri, Assessore alle Infrastrutture, alle Politiche Abitative e all’Ambiente della Regione Lazio.E’ tempo di passare dalle parole ai fatti. Di procedere, in tempi brevi, alle catture dei cinghiali, con la supervisione della Forestale, e di sbloccare i fondi per i rimborsi fuori parco, fermi a cinque anni fa.Inoltre, lo scorso 18 giugno, insieme al direttore Aldo Mattia, ho inviato una lettera congiunta all’Assessore all’Agricoltura, Caccia e Pesca della Regione Lazio, Sonia Ricci, nella quale ho chiesto di affrontare al più presto il problema di una gestione razionale della fauna selvatica e nel contempo ho dato la piena disponibilità di Coldiretti Lazio a partecipare ai lavori necessari a definire le soluzioni più appropriate alla gravità del problema.Gli agricoltori sono stanchi di subire le conseguenze di una inefficiente gestione della fauna selvatica, gestione che tentando un compromesso tra le posizioni delle associazioni ambientaliste e quelle della caccia, non riesce a

dare risposte razionali e di fatto fa ricadere totalmente sulle imprese agricole le conseguenze di una politica poco lungimirante. L’obiettivo è di arrivare a contenere il numero dei cinghiali per tornare a fare agricoltura coltivando in quei campi devastati gli alimenti necessari all’allevamento dei capi bovini, ottenendo di evitare di acquistare i foraggi da altri con notevole aggravio dei costi che inevitabilmente si rifletterebbero sul prezzo finale dei prodotti, più

cari per il consumatore.Non abbiamo nulla contro questi animali tanto che nelle citate riunioni si è cercato proprio di individuare le misure più adeguate per riportare la popolazione di questi ungulati su livelli compatibili con il buon equilibrio dell’ecosistema, con la proposta anche di ricavarne una produzione selezionata di prodotti disponibili presso i punti vendita di Campagna Amica del Lazio. Ho però, come presidente di Coldiretti Lazio, il dovere di impedire rovinose perdite di reddito in queste aree rurali colpite e di difendere il sacrosanto diritto ad esercitare attività d’impresa. n

David Granieri, Presidente Coldiretti Roma e Lazio.

Non c’è più tempo. Scenderò in piazza con tutta Coldiretti Lazio, i danni per gli agricoltori sono diventati insostenibili

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a cura di Coldiretti Lazio

AT T U A L I Tà / I N B R E V E

oGM: Coldiretti protesta davanti a Montecitorio

C’era tutta Coldiretti roma e Lazio nella task force “Liberi

da ogm”, il 20 giugno, davanti a Montecitorio per chiedere al Governo di esercitare la clausola di salvaguardia che vieterebbe la messa a coltura di piante biotech. Un provvedimento, adottato già in 8 Paesi d’Europa e che in Italia e’ stato sollecitato da tutti i gruppi parlamentari al Senato con una mozione votata all’unanimità. “Siamo in piazza per chiedere di fare chirezza sull’uso degli Ogm– hanno detto Presidente e Direttore di Coldiretti Roma e Lazio, David Granieri e Aldo Mattia – visto che cittadini, agricoltori, rappresentanze economiche e sociali, Regioni e Parlamento si sono espressi già da tempo”.Secondo stime Coldiretti, 76 italiani su 100 si sono detti contrari a semine biotech. Un trend che, per giunta, nell’ultimo anno ha fatto registrare un aumento del 14% rispetto all’anno precedente.

regione Lazio: bene sblocco 41 milioni € fondi Ue

Coldiretti Lazio plaude all’approvazione della delibera

di sblocco di 41 milioni di euro di fondi europei del Programma di Sviluppo rurale 2007/2013 da parte della Giunta regionale, come annunciato il 5 giugno scorso dal presidente Nicola Zingaretti

e dall’assessore provinciale all’Agricoltura, Sonia Ricci.Il PSR è dotato di strumenti di “progettazione collettiva” per gestire gli interventi di sviluppo agricolo, agroalimentare e rurale, tra cui i Progetti Integrati Territoriali (PIT), una modalità di accesso alle risorse molto innovativa che poggia sulla capacità e sulla volontà di aggregare più idee e/o più soggetti per il perseguimento di un fine comune, attraverso la definizione di una strategia condivisa di sviluppo locale in grado di sostenere i comparti produttivi e lo sviluppo dei territori.Con la delibera appena approvata saranno semplificate le procedure di accesso ai fondi, consentendo la rivalutazione delle domande precedentemente ritenute inammissibili, evitando di perdere fondi, altrimenti restituiti a Bruxelles.

Aperto primo “tavolo Verde” alla regione Lazio

Riavviata la concertazione con l’Assessorato all’Agricoltura

Caccia e Pesca della regione Lazio sul futuro del settore agroalimentare regionale. Il 13 giugno, presso la Regione Lazio, c’è stato un incontro al quale ha partecipato Coldiretti Lazio, con il Presidente David Granieri ed il Direttore Aldo Mattia. Un confronto con le principali realtà del settore agricolo e agroalimentare del Lazio, per avviare la concertazione progettuale su iniziative da intraprendere, con speciale attenzione al nuovo PSr 2014-2020, alla semplificazione amministrativa, al rilancio dell’Arsial, dei Confidi agricoli, delle start up imprenditoriali e dei settori vitivinicolo, olivicolo e zootecnico. Coldiretti Lazio ha posto in primo piano la necessità di lavorare

indicando obiettivi e tempi precisi di realizzazione; delimitazione dei campi di responsabilità di politica, forze sociali e di rappresentanza, burocrazia regionale. Inoltre è stato chiesto di favorire la costituzione e lo sviluppo dei farmer’s markets rifinanziando la legge regionale n.28/08, e adeguate risorse a favore della stessa legge e del settore bufalino. Coldiretti Lazio ha chiesto di creare un Fondo specifico per l’agricoltura in grado di alimentare i fondi rischi e di partecipazione al capitale dei Confidi.

ProAgri: progettazione europea e fondi strutturali

Sbloccati 40 milioni di fondi sui PIT. Con Montepiano reatino,

Comune di Poggio Bustone e la Valle dell’Aniene, Comune di Saracinesco, ProAgri, entrando nei partenariati in associazioni temporanee di scopo, ottiene l’affidamento della progettazione e della rendicontazione dei progetti finanziati.Le due ATS territoriali “Integra Valle Santa” e “Terre benedettine”vedono oggi la società di Coldiretti direttamente nella compagine creando la base per il prossimo bando di Asse III e per altri progetti integrati.Anche sull’asse IV ProAgri ha presentato il suo programma di sviluppo per il territorio del Frusinate dove si prevede un corso di didattica su agricoltura, alimentazione e loro potenzialità attrattiva. “Know Agro” formerà studenti e docenti del territorio su agricoltura diversificata.Aperta la rete di imprese “La Valle delle Fattorie” a cui è seguita l’apertura del bando gestito da Sviluppo Lazio a cui ProAgri sta accompagnando la costituita rete.

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di Andrea Fugaro

P R I M O P I A N O

L’Assemblea di Coldiretti Giovani Impresa

C’erano oltre 2000 giovani provenienti da tutta

italia, insieme ad una folta rappresentanza di giovani imprenditori del Lazio, all’Auditorium della Musica a Roma il 21 maggio scorso,

all’Assemblea di Coldiretti Giovani impresa dal titolo: “L’italia è il futuro”. Per un’intera giornata i ragazzi hanno discusso del proprio futuro e di quello del paese in cui vivono e lavorano e lo hanno fatto insieme al Presidente di Coldiretti Sergio Marini, al Delegato Coldiretti Giovani impresa Vittorio Sangiorgio e al Ministro delle

politiche agricole alimentari e forestali nunzia De Girolamo. Un esempio di grande vitalità in un momento di profonda crisi economica e sociale che vede proprio i giovani tra le principali vittime.Questo appuntamento ha mostrato come i giovani imprenditori agricoli abbiano la forza e la voglia di trasformarsi da vittime in protagonisti del proprio futuro, nonostante il quadro desolante tracciato dalla prima indagine Coldiretti/SWG su “Crisi: i giovani italiani e il lavoro”, presentata proprio in questa occasione. In controtendenza con l’aumento dei disoccupati e degli sfiduciati nel nostro Paese crescono le assunzioni nelle aziende agricole del 3,6 per cento rispetto allo scorso anno, anche per la grande spinta all’innovazione generata dalle imprese condotte proprio da giovani. La crescita di opportunità nel settore agricolo è resa evidente dal boom del 29 per cento delle iscrizioni negli istituti professionali agricoli e del 13 per cento negli istituti tecnici di agraria, agroalimentare ed agroindustria. Sono quasi 59 mila le imprese agricole condotte da giovani “under 30” iscritte alla Camera di commercio, dove rappresentano oltre il 7 per cento del totale. Circa il 70 per cento delle imprese giovani opera in attività multifunzionali: dall’agriturismo alle fattorie didattiche, dalla vendita diretta dei prodotti tipici e del vino alla trasformazione

aziendale del latte in formaggio, dell’uva in vino, delle olive in olio, ma anche pane, birra, salumi, gelati e addirittura cosmetici. La domanda di lavoratori si registra per figure professionali tradizionali che vanno dal trattorista al taglialegna fino al potatore, ma anche per quelle innovative all’interno dell’impresa agricola come l’addetto alla vendita diretta di prodotti tipici, alla macellazione, alla vinificazione o alla produzione di yogurt e formaggi. Settori nei quali si evidenzia un alto tasso di creatività ed innovazione. Ma soprattutto i giovani scelgono di fare impresa per passione.Non a caso secondo l’indagine Coldiretti /Swg, il 38 per cento dei giovani preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (28 per cento) o fare l’impiegato in banca (26 per cento). Una netta inversione di tendenza rispetto al passato quando la vita in campagna era considerata spesso sinonimo di arretratezza e ritardo culturale nei confronti di quella in città. Il contatto con la natura e i suoi prodotti è diventato premiante rispetto all’impegno negli strumenti finanziari di un istituto di credito o nei prodotti fortemente pubblicizzati di una grande multinazionale. Venute meno le garanzie del posto fisso che caratterizzavano queste occupazioni, sono emerse tutte le criticità di lavori che in molti considerano ripetitivi e poco gratificanti rispetto al lavoro in campagna. L’ulteriore conferma viene dal fatto che al 42 per cento dei giovani piacerebbe fare l’agricoltore se avesse il terreno contro il 39 per cento che non sarebbe invece interessato. n

Il Presidente Sergio Marini all’Assemblea di Coldiretti Giovani Impresa

Il lavoro per le nuove generazioni, una priorità per il Governo. All’Auditorium Parco della Musica di Roma a raccolta il mondo imprenditoriale giovanile e non solo

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Crisi in agricoltura: come usare i Voucher

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a cura di Coldiretti Lazio

I dati sulla disoccupazione giovanile partico-larmente allarmanti nel nostro Paese rich-iamano l’attenzione su un’opportunità che

il settore agricolo offre a questa categoria di persone attraverso lo strumento dei Voucher che già lo scorso anno ha dimostrato di funzionare con grandi vantag-gi sia per lo svolgimento dei lavori agricoli stagionali che per l’occupazione dei giovani.

La finalità della normativa in materia di Voucher è quella di regolamentare quelle prestazioni occasio-nali, definite “accessorie” che non sono riconducibili a nessun tipo di contratti di lavoro in quanto svolte in maniera saltuaria come può essere la raccolta di frutta e verdura o la vendemmia.

Garanzie. In tal senso il Voucher permette di suppli-re a tale vuoto normativo offrendo all’utilizzatore non soltanto la copertura INPS e INAIL ma anche il rico-noscimento ai fini pensionistici ed escludendo soltanto le prestazioni a sostegno del reddito quali indennità di disoccupazione, assegni familiari, maternità, ecc.

Pensati per gli operatori del settore agricolo,

sono una risposta alla disoccupazione giovanile e offrono grandi vantaggi per i lavori stagionali e le

categorie più deboli.

SPECIALE

Crisi in agricoltura: come usare i Voucher

Aziende Agricole TipologiA lAvori cATegorie presTATori

Fatturato > Esclusivamente • Giovani con eta’< 25 anni studentieuro 7000 lavori stagionali • Pensionati • Casalinghe • Percettori di misure di sostegno al

reddito (disoccupazione, mobilità, CIG)

•Lavoratori part-time

Fatturato > Tutti i lavoratori Tutte le categorie di lavoratorieuro 7000

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Come mostra la tabella l’ambito di attività dei Voucher in agricoltura trova una differenziazione sia per quanto riguarda le aziende agricole interes-sate che si distinguono tra quelle con più di 7000€ di fatturato e quelle che invece stanno sotto questo limite, sia per quanto concerne la tipologia dei lavori ammessi nonché per le categorie di prestatori di lavoro. A tale riguar-do va certamente sottolineato come lo strumento del Voucher sia previsto per lo più per aziende agricole che dovendo svolgere lavori stagionali fondamentali per il successo dell’attività imprendito-riale possono far ricorso a giovani sotto i 25 anni che studiano, a pensionati, casalinghe, percettori di misure di sostegno al reddito e lavoratori part time. In sostanza il tutto si muove a favore di categorie di lavoratori “svantaggiati o in difficoltà”.

A confermare tale ratio la normativa prevede che per il prestatore di lavoro l’attività di natura occa-sionale non deve dar luogo a compensi superiori a 5000€ nel corso dell’anno solare che scendono a 3000€ quando il prestatore di lavoro è percettore di misure di sostegno al reddito come l’indennità di disoccupazione, la cassa integrazione o la mobilità.

Dal punto di vista operativo il Voucher ha un valore lordo di 10€ che, comprensivo di un 13%

rappresentato di contributi INPS, di un 7% di as-sicurazione INAIL e di un 5% di compenso al con-cessionario, arriva ad un valore netto di 7,50€. E’

anche possibile per le aziende agricole acquistare un “buono multiplo” del va-lore lordo di 50€ pari a 37,50€ al netto delle trattenute di garanzia.

Va sottolineato che il valore del Vou-cher (10€) non corrisponde alla tariffa oraria per la quale occorre fare rife-rimento alla contrattazione di livello provinciale vigente per gli operatori agricoli.

Pertanto i Voucher in agricoltura, ca-ratterizzati dalla presenza di un numero progressivo e di una data certa, possono essere utilizzati senza limiti temporali contrariamente a quanto avviene in altri settori.

L’acquisto dei Voucher può essere fatto presso i tabaccai aderenti all’iniziativa presentando tessera sanitaria o codice fiscale con un limite di 2000€ per operazione negoziando Voucher del valore di 10€ o nel formato multiplo fino a 500€. Anche la riscos-sione può avvenire presso i medesimi tabaccai con-venzionati entro un anno dal giorno dell’emissione e a partire dal secondo giorno successivo alla fine della prestazione per un valore massimo di 500€ ad operazione e sempre esibendo codice fiscale o tesse-ra sanitaria. Alla stessa stregua i Voucher non uti-lizzati devono essere riconsegnati per il rimborso ai tabaccai convenzionati entro 365 giorni dalla data di emissione.

Le condizioni alle quali è sottoposto l’utilizzo dei Voucher in agricoltura possono essere sintetizzate come segue:

Un giudizio finaleSecondo una stima Coldiretti saranno almeno

duecentomila, circa 20.000 nel solo Lazio, i giova-ni, impegnati nelle campagne di raccolta di frutta, verdura in questa estate e nella vendemmia autun-nale che dal primo giugno possono essere remune-rati con i Voucher.

Infatti l’estate coincide con il periodo di maggior impiego di lavoro nelle campagne dove sono in cor-so le attività di raccolta di verdura e frutta come ci-liegie, albicocche o pesche, fino alla vendemmia che si concentra nel mese di settembre. Quest’anno il maltempo ha colpito duramente con danni e ritardi di maturazione per le coltivazioni come frutta e ver-dura e pertanto è opportuno rivolgersi direttamente alle aziende agricole per verificare le opportunità di lavoro.

Il valore anche culturale dei Voucher è testimo-niato dal fatto che per gli studenti lavorare nei campi significa, oltre che prendere contatto con il mondo del lavoro con una giusta remunerazione, anche fare un’esperienza diretta con la natura, i suoi prodotti e una cultura che ha fatto dell’Italia un

SPECIALE

Uno strumento a favore di categorie

di lavoratori “svantaggiati o in difficoltà”.

Utile ad aziende agricole per lavori

stagionali.

ConDIzIone neCessARIA e suFFICIente peR L’utILIzzo DeI VouCheR

L’imprenditore agricolo dovrà comunicare all’Inps prima del lavoro del prestatore:1. La tipologia dell’attività (agricola)2. I dati del prestatore (nome, cognome, codice fiscale)3. Il luogo del lavoro4. La data di inizio e fine della prestazione

La comunicazione vale anche per la copertura assicurativa InAIL

La mancata comunicazione è soggetta alla “maxisanzione” che prevede la sanzione amministrativa da un minimo di Euro 1.50a0 ad un massimo di Euro 12.000, più Euro 150 per ogni giorno lavorato.

Per ulteriori informazioni i canali di comunicazione sono i seguenti www.inps.it ( lavoro occasionale)www.inail.itContact center INPS e INAIL Sedi INPS

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Paese da primato a livello internazionale nell’offer-ta di alimenti e vini di qualità. Un’occasione per conoscere la genuinità e le caratteristiche dei veri prodotti del Made in Italy per impararli a distin-guere da quelli importatati spacciati come nazionali anche sugli scaffali dei mercati al momento di fare la spesa.

I “voucher” rappresentano uno strumento che of-fre anche interessanti opportunità di integrazione al reddito a categorie particolarmente deboli o in diffi-coltà come cassaintegrati e risponde coerentemente alle richieste di semplificazione del lavoro nei campi che può così meglio esprimere le proprie potenzia-lità in un momento di crisi, senza con ciò destrutturare il mercato del lavoro agricolo.

Una bella fetta di Voucher viene uti-lizzata in prevalenza nel settore agri-colo, ovverosia in quel comparto dove la sperimentazione di tale strumento è partita nel 2008 proprio nei campi, ed in particolare per la vendemmia, per poi estenderne l’utilizzo anche ad altri settori dell’economia. Quasi 6 buo-ni su dieci è stato in passato utilizzato nel settore agricolo.

D’altronde i Voucher si prestano bene all’utiliz-zo in agricoltura per il semplice fatto che ci sono mesi dell’anno in cui le imprese agricole hanno bisogno di tanta manodopera stagionale e quindi lo strumento dei buoni lavoro rappresenta un’op-portunità sia per il datore di lavoro, che può acqui-sire prestazioni saltuarie perfettamente in regola, sia per il lavoratore specie se questo appartiene alle fa-sce più deboli della popolazione.

La rimessa in moto dei Voucher in agricoltura è l’occasione per esprimere un giudizio positivo sul processo di semplificazione del lavoro avviato con la presentazione da parte del Governo di alcuni inter-venti intesi a dare valore e in alcuni casi correggere in senso migliorativo la riforma Fornero.

È importante la volontà di dare un signifi-cato politico all’appuntamento dell’Expo con provvedimenti sull’occupazione che aiutano a traguardare una scadenza rilevante per dare evidenza al Made in Italy nel mondo. L’agricoltu-ra è l’unico settore che dimostra segni di vitalità economica con una variazione tendenziale positiva del Pil (+0,1 per cento) ed un aumento degli oc-cupati dipendenti complessivi (+0,7 per cento), in netta controtendenza rispetto agli altri settori nel primo trimestre dell’anno.

Un risultato ottenuto grazie alle esportazioni che sono cresciute dell’ 8,2 per cento per i prodotti

agroalimentari nel primo quadrimestre dell’anno mentre crollano settori stori-ci come l’auto.

La campagna sta vivendo una straor-dinaria fase di attenzione da parte dei giovani ed è importante il manteni-mento in forma semplificata del siste-ma dei Voucher, così come sarebbe op-portuno il superamento del regime de minimis per consentire le agevolazioni previste per l’apprendistato in agricol-

tura ma soprattutto per poter beneficiare delle risor-se previste per la sicurezza negli ambienti di lavoro.

Alle imprese agricole è inoltre in parte preclu-sa la possibilità di ospitare giovani tirocinanti e offrire quindi l’opportunità anche a studenti di effettuare brevi esperienze full immersion in una realtà di impresa. La restrizione che per ospitare un tirocinante l’impresa debba avere alle proprie dipendenze almeno un dipendente a tempo inde-terminato comporta, in un settore nel quale molte imprese utilizzano solo manodopera familiare o a tempo determinato, l’impossibilità di dare corso a questa esperienza. E’ necessario quindi superare l’interpretazione della normativa vigente per asse-condare e favorire il ritorno alla campagna di tan-tissimi giovani.

SPECIALE

Favorisce i giovani, sotto i 25 anni che

studiano, pensionati, casalinghe,

percettori di misure di sostegno al reddito e lavoratori part time

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di Alessandra Cori

È nata con l’obiettivo di combattere una cri-si che non molla la presa l’Unione Europea delle Cooperative (UeCoop) quale Associa-

zione nazionale di rappresentanza, assistenza e tutela del movimento cooperativo.

Un’iniziativa lanciata in grande stile e presentata a Roma per la prima volta a Palazzo Rospigliosi, sede nazionale di Coldiretti, in un affollatissimo Salone delle Statue, il 12 maggio scorso, alla presenza del Presidente Nazionale di Coldiretti e di UeCoop Ser-gio Marini.

All’Assemblea erano presenti, tra gli altri, il Presi-dente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, l’As-sessore all’Agricoltura, Caccia e Pesca, Sonia Ricci, il Segretario Nazionale Organizzativo di Coldiretti,

Dr. Vincenzo Gesmundo, Paolo Scarpa Bonazza, Responsabile delle Cooperative Agricole di UeCoop, Roberto Grassa, Responsabile Nazionale CreditAgri, Angelo Chiorazza, Responsabile delle Cooperative di Servizi, Vincenzo Sette, Coordinatore organizzativo di UeCoop, il Presidente ed il Direttore Coldiretti Lazio e Roma David Granieri e Aldo Mattia.

Durante l’incontro, al quale ne seguiranno altri che si svolgeranno con le cooperative aderenti in tutte le Regioni italiane fino al primo congresso nazionale che si terrà in autunno, è stata presentata ueCoop Lazio che in breve tempo ha già raggiunto il nu-mero di 424 cooperative associate che operano in diversi settori dal lavoro al sociale, dall’edilizia fino all’agricoltura.

Per UeCoop Coldiretti Lazio ha messo in campo, ancora una volta, il proprio capitale più prezioso: i valori più autentici che rappresentano i punti forti del nostro Paese, ovvero la cooperazione, la solidarie-tà, la sussidiarietà e la sostenibilità.

“Il maggior numero delle cooperative che aderi-scono a UeCoop provengono dal Lazio e- ha detto nel suo intervento il Presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri- rappresentano un grande motivo di orgoglio per il nostro territorio ma anche una sfida. Infatti adesso è necessario dare risposte concrete in termini di servizi e opportunità a coloro che hanno creduto in questo progetto”.

UeCoop nasce proprio per dare una risposta posi-tiva alla crisi attraverso un nuovo modello di cresci-ta e sviluppo, che crei al tempo stesso occupazione, lavoro, produzione, cura del territorio nel rispetto dell’ambiente e della ricchezza di biodiversità unita-mente alla valorizzazione delle nostre eccellenze che tutto il mondo ci chiede in termini di domanda e si aspetta dal nostro Paese.

Le premesse perché questo progetto abbia successo sembrano esserci tutte: in poco più di due mesi è stata messa in piedi una struttura che, partita da

Un modello di approccio propositivo e positivo alla crisi, di crescita e sviluppo, lavoro, produzione e cura del territorio.

Presentata a roma,presso Palazzo rospigliosi, sede nazionale di Coldiretti, l’Associazione denominata Unione europea delle Cooperative (UeCoop), riconosciuta e autorizzata quale Associazione nazionale di rappresentanza, assistenza e tutela del movimento cooperativo ai sensi dell’articolo 3 del decreto legislativo 2 agosto 2002, n.220 con decreto del Ministero dello Sviluppo economico.

Contro la crisi nasce UeCoop Lazio

Il Presidente di Coldiretti Roma e Lazio, David Granieri alla presentazione di UeCoop a Palazzo Rospigliosi

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5 cooperative, ne conta già 4000 che operano in tutte le Regioni ed in tutti e 14 i settori dell`albo competente, dal lavoro al sociale, dall’edilizia fino all’agricoltura.

“Oggi nasce -ha detto nella sua presen-tazione il Presidente Marini- una centrale nuova che può dare una rappresentanza diversa a questo Paese. Da oggi vogliamo scrivere una nuova pagina di storia e un nuovo racconto di sviluppo, di crescita sostenibile e di socialità”.

“UeCoop nasce per volontà di tanta gente e - ha sottolineato Marini - met-te al centro delle proprie azioni perso-ne e territori, capitale umano e sociale, ricchezze naturali e culturali. È questa “Italia che fa l’Italia” dove crescita e qualità della vita, lavoro e giustizia sociale, dimensione globale e identità terri-toriale potranno convivere in una rinnovata stagio-ne di democrazia e pluralismo. Con UeCoop - ha proseguito Marini – nasce un nuovo paradigma di sviluppo sostenibile che alimenta una moderna for-ma della rappresentanza dove alla “verticalità” dei settori si sostituisce l’“orizzontalità” dei territori. Una rappresentanza dunque - ha concluso Marini - meno corporativa ed egoista e capace di rivolgersi alla gen-te, alle comunità, di capire e aprirsi al mondo”.

Il progetto UeCoop ha incassato il pieno consenso sia del Presidente della Regione Lazio Nicola Zinga-retti che dell’Assessore all’Agricoltura, Caccia e Pesca Sonia Ricci che hanno detto di condividerne l’alto spessore morale ed etico e per il quale hanno garanti-to il pieno sostegno.

Il loro sostegno arriverà per attuare un piano che ha lo scopo di valorizzare l’approccio propositivo e positivo di risposta alla crisi con un nuovo modello di crescita e sviluppo, che superi quello di tipo indu-striale, ormai sorpassato, nato nel dopoguerra.

Tra gli interventi, quello autorevole della senatrice Simona Vicari, sottosegretario allo Sviluppo Econo-mico che ha detto: “Istituiremo un tavolo permanente sull’impresa cooperativa per lavorare insieme su obiet-

tivi e soluzioni, che consentano di affron-tare in maniera concertata le problema-tiche del settore. L’impresa cooperativa rappresenta oggi per il nostro Paese una risorsa fondamentale. Ed in questo sen-so la nascita di UeCoop rappresenta un disegno ambizioso e moderno, in chiaro spirito comunitario, che vuole proporre lo spirito della rete e della solidarietà per uscire dalla crisi”.

L’incontro è poi proseguito con mol-teplici interventi di tanti cooperatori che hanno po-tuto confrontarsi dibattendo le problematiche legate alla contingenza attuale.

Il Presidenti di Coldiretti Marini con la Senatrice Simona Vicari, sottosegretario allo Sviluppo Economico

UeCoop è un modello di crescita e

sviluppo verso una nuova stagione di democrazia e

pluralismo

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a cura di Andrea Fugaro

L’AGRICOLTURA IN... EUROPA

Si è svolto a Bruxelles alla fine del mese di maggio,

organizzato dalla Coldiretti, un Forum internazionale dal titolo “più Europa, più Politica Agricola” con l’obiettivo di discutere con i diretti interessati (Commissione, Consiglio e Parlamento Europeo) il futuro

della Politica Agricola Comune (PAC) i cui negoziati si avviano presumibilmente alla conclusione entro la fine dell’anno. Il valore aggiunto del Forum è stato quello di riunire intorno allo stesso tavolo non solo i rappresentanti delle Istituzioni Comunitarie direttamente coinvolte nelle decisioni finali ma anche e soprattutto gli esponenti di vertice delle principali Organizzazioni Agricole Europee di Francia, Germania e Regno Unito a dimostrare la convergenza di interessi di chi rappresenta direttamente le imprese agricole beneficiarie degli aiuti della PAC. I principali nodi sui quali si gioca la riuscita del negoziato sono:

Bilancio e risorseIl combinato disposto delle proposte legislative presentate dalla Commissione Europea,

l’accordo raggiunto in Consiglio per quanto concerne da una parte le prospettive di bilancio per il periodo 2014-2020 e dall’altra la riforma della Politica agricola Comune (PAC) fanno registrare un congelamento della spesa in valori correnti per entrambi i pilastri. Infatti a prezzi 2011, la dotazione per l’Italia per l’intero periodo è pari a 36 mld di €, pari al 6,6% rispetto alla situazione attuale anche se il nostro paese è stato parzialmente compensato con una maggiore dotazione finanziaria sullo sviluppo rurale (+0,7%) più ulteriori 500 milioni aggiuntivi da parte del FESR per le aree rurali delle regioni italiane in Convergenza (Mezzogiorno).

La convergenzaDesta forti perplessità la “convergenza” nata con l’intenzione di ridurre le disparità tra i livelli medi di pagamenti diretti nei diversi Paesi. Questo meccanismo genera una redistribuzione modesta a livello comunitario (lo spostamento complessivo di risorse tra Stati membri, a regime, non arriva a 800 milioni di euro all’anno), ma i suoi effetti sono squilibrati e danneggiano l’Italia. Il motivo è semplice: la redistribuzione si basa sulla superficie (e non su altri parametri come lavoro, valore aggiunto, investimenti), che al 2009 era ammissibile a pagamento Pac; ciò danneggia quegli Stati dove c’è ancora il regime storico e dove, quindi, la superficie destinata a colture non coperte dalla Pac (come vite e frutta, patate) non era ammissibile. L’Italia appare doppiamente danneggiata, tanto che paga

da sola circa un terzo di tutto l’ammontare redistribuito dalla convergenza. A ciò si aggiunge il fatto che, dal 2014, l’Italia dovrà avviare la convergenza (regionalizzazione) al proprio interno, abbandonando il regime storico entro il 2019 e uniformando a livello nazionale o regionale gli importi dei pagamenti ai propri agricoltori.Dunque, l’Italia vede ridursi la sua dotazione di pilastro di quasi 2 miliardi di € per l’intero periodo 2014-20 (-6,6%%) e di un ammontare annuo a regime pari a circa 250 milioni di € rispetto al 2013. Lo spacchettamentoTra le novità positive va certamente annoverato, il cosiddetto “spacchettamento” del pagamento unico aziendale in diverse componenti (pagamento di base, greening, zone svantaggiate, giovani, piccoli agricoltori, pagamenti accoppiati), che dovrebbe rendere più selettivo e mirato il nuovo sistema.- Pagamento di base

(obbligatorio): il cui peso può variare a seconda delle scelte sulle altre componenti fatte dagli Stati membri

- Pagamento Greening (obbligatorio): 30% massimale

- Aree svantaggiate (facoltativo): fino al 5%

- Giovani agricoltori (obbligatorio): fino al 2%

- Pagamento semplificato (500-1000 €) per i piccoli agricoltori (obbligatorio): fino al 10%

- Pagamenti accoppiati in comparti o aree sensibili (facoltativi): fino al 10%

Si discute della possibilità di introdurre un cosiddetto “pagamento per i primi ettari” facoltativo a cui destinare fino al

Più Europa, più Politica Agricola A Bruxelles Forum internazionale organizzato da Coldiretti sul futuro della Politica Agricola Comune (PAC)

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a cura di Andrea Fugaro

L’AGRICOLTURA IN... EUROPA

30% del massimale nazionale per un aiuto supplementare ai primi 30 ettari o comunque non superiore alla dimensione aziendale media (8 ettari in Italia) da calcolare ad un valore non superiore al 65% del premio medio nazionale.

il Greening Un tema certamente critico è quello del cosiddetto “greening”. Il Greening prevede che il 30% della dotazione totale dei pagamenti diretti vada a premiare comportamenti virtuosi degli agricoltori sotto il profilo ambientale, declinati in tre tipologie:

1. Mantenimento dei prati-pascoli;

2. Diversificazione delle colture a seminativo, con presenza di almeno 3 colture diverse, ognuna per non più del 70% e non meno del 5% della superficie aziendale;

3. Destinazione di almeno il 7% della superficie aziendale a spazi ecologici (riposo, terrazze, valenza paesaggistica, fasce tampone, imboschimenti, ecc.).

In un periodo di crisi economica, quando la priorità è la crescita del Pil, il “greening” appare un’idea giusta nel lungo termine e in linea con l’obiettivo comunitario

di remunerare i beni pubblici e la multifunzionalità dell’agricoltura. Non va sottaciuto che il greening presentato dalla Commissione appare disegnato piuttosto male, come una sorta di super-condizionalità obbligatoria per tutti ma che non tutti possono e/o sono in grado di rispettare rischiando di perdere risorse per sé e per l’Italia (infatti il calcolo è effettuato sull’intera superficie ammissibile). Inoltre sembra basata su misure di dubbia efficacia ambientale (la diversificazione colturale e non la rotazione colturale sui seminativi con il rischio di avere tre monocolture) e su vincoli troppo rigidi (7 % a destinazione ecologica), specie nelle realtà più competitive e orientate al mercato: imporre una percentuale di destinazione ecologica uguale per tutti significa infliggere costi molto diversi da zona a zona; assicurare a priori la patente di greening ai pascoli permanenti – ma non a oliveti, vigneti o agrumeti – è una scelta quanto meno discutibile sotto il profilo ambientale e penalizzante per i Paesi mediterranei.In sostanza per il Greening andrebbe adottato un approccio di sussidiarietà, dando flessibilità di applicazione agli Stati membri, perché il costo (e il beneficio) dei beni pubblici ambientali è diverso da territorio a territorio.

Agricoltore attivoAltro punto critico e controverso è la definizione di “agricoltore attivo”: assolutamente positiva come idea (riservare fondi a chi fa agricoltura sul serio e non come estrazione di rendita) ma decisamente negativa nella sua formulazione.Infatti, la Commissione propone una definizione “in negativo”,

dichiarando che non saranno erogati pagamenti diretti - a persone (o associazioni di

persone) fisiche o giuridiche, se l’importo annuo dei pagamenti è inferiore al 5% dei redditi totali ottenuti da attività non agricole;

- se sulle loro superfici agricole non viene condotta un’attività minima (aeroporti, scuole, campi da golf…)

- tali vincoli non si applicano ai pagamenti inferiori a 5.000 €

È evidente che sarebbe meglio definire in positivo chi è “l’agricoltore attivo” in base a ciò che fa realmente dentro l’azienda in termini di impegno, comportamenti e produzione di reddito.Per Coldiretti l’agricoltore attivo è l’imprenditore agricolo professionale singolo o associato che vive prevalentemente di agricoltura da individuare sulla base del tempo dedicato al lavoro agricolo e del reddito che ne deriva in rapporto al reddito totale. inoltre sarebbe opportuno consentire agli Stati membri di scegliere la propria definizione di agricoltore attivo. Attualmente è in corso il cosiddetto “Trilogo” tra Commissione Europea, Consiglio Europeo e Parlamento Europeo per trovare la quadra su questa riforma della PAC che comunque non entrerà in vigore nel 2014 atteso che manca ancora un accordo definitivo sul bilancio per il periodo 2014-2020 ritenuto propedeutico a qualsiasi riforma nel merito. Quello che è certo è che Coldiretti ha reso noto anche nel corso del Convegno le sue posizioni contribuendo a stanare e risolvere le situazioni più spinose che sopra abbiamo sinteticamente descritto. n

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a cura di Andrea Fugaro

L’AGRICOLTURA IN... POLITICA

La notizia principale che arriva dal cosiddetto “palazzo”

inteso come il luogo della politica (Parlamento) e del Governo è l’emanazione del decreto legge denominato “decreto fare” contenente una serie di norme ritenute urgenti per dare slancio all’economia e quindi rilanciare la crescita e lo sviluppo. Si tratta di 80 articoli che trattano diversi argomenti non tutti con riflessi diretti sull’agricoltura e sul settore agroalimentare ma certamente tutti rilevanti per creare quell’ambiente economico e sociale semplice e vitale necessario alle imprese di qualsiasi settore per poter contribuire alla crescita del Paese e soprattutto ad un recupero della sua competitività.Si segnalano alcuni temi del decreto che in via più o meno diretta riguardano anche il settore agricolo.

Per riattivare il circuito dell’accesso al credito il decreto prevede il potenziamento del Fondo Centrale di Garanzia ampliando la platea dei possibili beneficiari e rivedendo i criteri di accesso per il rilascio delle garanzie.

Viene rifinanziato con 5 miliardi di Euro il meccanismo della vecchia legge “Sabatini” che consente alla Piccole e Medie imprese di accedere a finanziamento a tasso agevolato per l’acquisto di macchinari, impianti e attrezzature nuove di fabbrica ad uso produttivo. La norma mostra un’ alta efficacia attuativa tenuto conto che i finanziamenti saranno erogati entro il 31 dicembre 2016 da banche convenzionate e avranno una durata massima di 5 anni e per un valore che può arrivare fino a 2 milioni di Euro. Per i contratti pubblici di lavori, servizi e forniture il DUrC (Documento di regolarità contributiva) potrà essere acquisito in via telematica e avrà una durata di 180 giorni.Ma la norma centrale che riguarda il settore agricolo contenuta nel decreto del “fare” è l’esenzione dell’accisa sul gasolio

utilizzato per il riscaldamento delle produzioni in serra. La nuova norma prevede che “l’accisa sul gasolio per il riscaldamento delle coltivazioni sotto serra, cui attualmente si applica la stessa accisa prevista

per tutti i prodotti petroliferi destinati agli usi agricoli, pari al 22 per cento dell'accisa ordinaria, viene ridotta a 25 euro per mille litri, a condizione che i richiedenti siano serricoltori per i quali l’attività imprenditoriale agricola costituisce l’esclusivo o comunque il prevalente fattore produttivo, cioè coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali, iscritti nella relativa gestione previdenziale ed assistenziale. La disposizione, che decorrerà dal 1° agosto 2013 e fino al 31 dicembre 2015, intende dare una risposta concreta alla perdita di competitività del settore florovivaistico ed orticolo da un lato, al venir meno delle disposizioni che prevedevano l’esenzione dall’accisa per il gasolio destinato alle serre e, dall’altro, dai continui aumenti dei prezzi dei carburanti con un aggravio dei costi di produzione insostenibili. Il livello di imposizione agevolato sarà applicato sul gasolio per la serricoltura a condizione che le imprese beneficiarie si obblighino a ridurne il consumo, dando così un fattivo contributo al raggiungimento di una maggiore tutela ambientale.L’esenzione dell’accisa sul gasolio è fondamentale per la competitività delle imprese italiane che, con oltre 30mila serre posizionate in tutta Italia, producono fiori e piante ornamentali e ortaggi. Aziende che si devono confrontare sul mercato con partner comunitari per i quali il costo dell’energia è inferiore e dove vengono erogate agevolazioni per abbattere il costo delle fonti energetiche, per non parlare dei paesi extracomunitari favoriti da un clima più caldo, che praticano dumping sociale e che spesso utilizzano pratiche di coltivazione bandite dall’Unione Europea. n

Emanato il “Decreto del fare” Segnali positivi anche per l’agricoltura dal decreto legge che dà nuovo slancio a lavoro e sviluppo

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di Andrea Fugaro

Le linee guida, sviluppate in collaborazione con le Regioni e le Province Autonome sono ora state trasmesse dal Ministero della Salute

in forma ufficiale alle Regioni al fine di fornire alle autorità competenti, deputate alla sorveglianza delle sostanze ad attività farmacologica e dei loro residui negli animali vivi e nei prodotti di origine animale, protocolli operativi standard e quindi uniformare le procedure attuative del Piano Nazionale per la ricer-ca dei residui sul territorio nazionale.

L’autocontrollo e il relativo piano per il controllo dei punti critici del proces-so produttivo riportano in primo piano la responsabilità degli operatori del settore alimentare e dei mangimi nel garantire che, nelle imprese da essi con-trollate, gli alimenti o i mangimi sod-disfino le disposizioni della legislazione alimentare inerenti alle loro attività in tutte le fasi della produzione, della trasformazione e della distribuzione.

Gli operatori del settore primario e quindi gli alle-vatori sono considerati il primo anello del sistema e pertanto sono tenuti, oltre che ad applicare le norme di igiene di pertinenza delle produzioni zootecniche, a conservare la registrazione di tutte le informa-

zioni relative alla sicurezza delle loro produzioni e soprattutto quelle riguardanti i medicinali veterina-ri somministrati e gli altri trattamenti cui sono stati sottoposti gli animali nell’arco di un determinato pe-riodo e con un tempo di sospensione superiore a zero giorni, come pure le date delle somministrazioni e dei trattamenti e i tempi di sospensione nonché i risultati, se pertinenti ai fini della tutela della salute pubblica, di tutte le analisi effettuate su campioni prelevati dagli animali o su altri campioni preleva-ti al fine di diagnosticare malattie che potrebbero in-cidere sulla sicurezza delle carni, compresi i campioni

prelevati nel quadro del monitoraggio e controllo delle zoonosi e dei residui. Tali registrazioni devono essere conservate per almeno 3 anni e tenute a disposizio-ne degli organi di controllo.

Le informazioni sulla catena alimen-tare (ICA) devono pervenire, in modo completo, al macello, unitamente alla dichiarazione di provenienza e di desti-nazione degli animali attraverso la com-pilazione di un apposito modello allega-to alle linee guida.

Le linee guida stabiliscono anche l’ob-bligo di adottare il piano di autocontrollo ai sensi dell’art. 14 del D.Lgs. 158/2006 a tutte quelle attivi-tà che effettuano la trasformazione di prodotti di ori-gine animale in alimenti destinati all’alimentazione umana. In particolare rientrano in questa categoria: i macelli per le carni, i centri di lavorazione della sel-vaggina, gli stabilimenti di trattamento e di trasfor-mazione che ricevono il latte crudo dalle aziende di produzione, i centri di imballaggio e gli stabilimenti di lavorazione di ovo prodotti, i macelli, gli stabi-limenti di preparazione e trasformazione di prima destinazione per i prodotti dell’acquacoltura e i labo-ratori di smielatura per il miele.

Le linee guida infine riportano in allegato un qua-dro riepilogativo delle sanzioni previste per ciascuna violazione che vanno dal pagamento di una pesante sanzione pecuniaria all’esclusione del soggetto san-zionato da qualsiasi aiuto pubblico, fino all’arresto.

Dal Ministero della Salute arriva la versione definitiva della Linea Guida applicativa per i controlli sui residui chimici potenzialmente dannosi alla salute umana

Autocontrollo negli allevamenti e nei macelli

Le nuove linee guida confermano le

norme comunitarie e nazionali in fatto di

sicurezza alimentare e mettono l’accento sull’autocontrollo,

punto fondamentale della filiera alimentare.

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di Alessandra Cori

L’incontro con Gianni Alemanno

"Le nostre priorità sono le risposte ai cittadini/consu-matori su qualità e sicurezza alimentare; incrementare il reddito degli agricoltori passando per una semplifi-cazione dei rapporti tra Pubblica Amministrazione ed Imprese e l’impulso al Confidi che opera per accelerare l’accesso al credito da parte delle aziende agricole".Lo ha detto il presidente di Coldiretti Lazio e Roma, David Granieri, in apertura dell'incontro con il sinda-co di Roma Gianni Alemanno."Con questo incontro -ha aggiunto il Direttore di Col-diretti Lazio e Roma, Aldo Mattia- chiediamo al Sinda-co il massimo impegno per fare di agricoltura e cibo una scelta strategica per Roma Capitale dal momento che

si sta parlando del Comune più agricolo d'europa con una superficie coltivabile di oltre 43.000 ettari, all’in-terno del quale operano quasi 2.700 imprese agricole rappresentate per oltre il 60% proprio da Coldiretti".Al Sindaco è stato consegnato un documento in sei punti con al centro la difesa del suolo agricolo dalla cementificazione; il favorire lo sviluppo dei Merca-ti degli agricoltori in vendita diretta già presenti ed il procedere speditamente con la realizzazione della Domus Agricola già deliberata dal Comune ad ottobre 2012. Non da ultimo l'attivazione, con urgenza, delle procedure necessarie a chiarire la situazione della Cen-trale del Latte di Roma dopo la recente sentenza del Tribunale di Roma, un asset di Roma Capitale fonda-mentale per la tutela e la valorizzazione del latte laziale e degli allevatori locali che lo producono.Durante l’incontro il Sindaco Alemanno ha illustrato il proprio programma rispetto al comparto agricolo. "Pensiamo alla bellezza della campagna romana" ha detto Alemanno. "I turisti, quando vengono a visitare la Capitale sono attratti, oltre che dai suoi preziosissimi monumenti che tutto il mondo ci invidia, anche dalla bellezza della campagna romana che fa del nostro pae-saggio uno dei più belli in assoluto. Penso ai prodotti di altissima qualità che qui vengono prodotti e rappre-sentano un'importante voce di bilancio nelle esporta-zioni. Il famoso "made in Italy". E sono proprio questi prodotti di alta qualità ed eccellenza –aveva continuato il Sindaco Alemanno- che voglio portare nelle mense scolastiche dove mangiano ogni giorno i nostri figli”.Il Sindaco in carica ha poi condiviso l’iniziativa dei Far-mer's Markets, e la necessità di incrementare lo sviluppo di questi “mercati degli agricoltori” di Campagna Amica che stanno dimostrando di avere grande successo come quelli già esistenti di Via San Teodoro al Circo Massimo e di Via Tiburtina. Un rapporto diretto tra agricoltori e cittadini che garantisce la qualità e la sicurezza dell'ori-gine certa dei prodotti venduti.

La Coldiretti roma ha organizzato una serie di incontri con i candidati alla carica di Sindaco di roma in vista delle elezioni amministrative del 26 e 27 maggio 2013, per ribadire al futuro primo cittadino la necessità di fare di agricoltura e cibo una scelta strategica per roma Capitale non dimenticando che in gioco c’è la guida del Comune più agricolo d’europa con una superficie utilizzabile di oltre 43.000 ettari all’interno del quale operano quasi 2.700 imprese agricole rappresentate per oltre il 60% proprio da Coldiretti. Qui di seguito riportiamo gli incontri con i principali candidati Gianni Alemanno e ignazio Marino.

Elezioni comunali 2013: Coldiretti ha incontrato i candidati a Sindaco di Roma

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E proseguendo su questa linea, la dirigenza di Col-diretti Roma ha chiesto ad Alemanno un sostegno deciso al progetto della Domus Agricola del Cir-co Massimo, per la promozione della civiltà ru-rale, della multifunzionalità dell’agricoltura e dei prodotti agroalimentari del territorio di Roma. L’avvio del progetto consentirebbe a Roma Capitale di creare un polo di eccellenza nel quale far convergere tut-te le competenze del settore agricolo e agroalimentare romano: dagli Orti urbani, alle fattorie didattiche, alla promozione dell’agricoltura e dei migliori prodotti agro-alimentari del territorio. Chiudendo la filiera e costituen-do il riferimento essenziale di cittadini e consumatori. Infine, per quanto riguarda la questione della Centrale del Latte di Roma a seguito della nota sentenza del Tri-bunale di Roma, sia il Sindaco Alemanno che Coldiretti avevano auspicato un'entrata degli allevatori nell'azio-nariato della stessa.

L’incontro con ignazio Marino

"Siamo in una città agricola e a dirlo sono i numeri: nel solo comune di Roma si contano quasi 1600 impre-se tesserate, una cifra che ci fa capire immediatamen-te l’importanza di questo comparto produttivo. Perciò oggi, Professor Marino, le presentiamo i temi sui quali, se sarà lei il primo cittadino, ci dovremo confrontare da subito e rispetto ai quali chiederemo risposte concrete e certe per migliorare l’attività delle nostre imprese”. Con queste parole il Direttore di Coldiretti Lazio e Roma, Aldo Mattia, ha aperto l’incontro con Ignazio Marino.“La Coldiretti, negli anni ha subito una trasformazione importante: da organizzazione storicamente verticale, che rappresentava solo le produzioni, ad organizzazione orizzontale che guarda alle attività collaterali, ovvero ad un mondo chiamato cibo, al settore dell’agroalimentare che, da solo, a Roma vale circa 6 miliardi di euro”.Così, nel suo intervento, il presidente di Coldiretti La-

zio e Roma, David Granieri che poi ha aggiunto: “negli ultimi dieci anni, nel Lazio, hanno chiuso circa il 60% delle imprese agricole, il dato di Roma è il 10%. Ciò si-gnifica che Roma è un mercato che dà una possibilità a chi produce e a chi commercia. In campagna elettorale abbiamo tanto sentito parlare di lavoro, ma non abbia-mo ancora visto politiche in grado di generare davvero posti di lavoro. Inoltre, Roma è un fattore di marketing territoriale. Noi potremmo vivere anche solo di cultura, agroalimentare e turismo. Non a caso nel documento in sei punti che oggi le presentiamo e nel quale abbiamo in-serito i temi che ci stanno più a cuore, abbiamo messo al primo posto agricoltura e cibo come scelta strategica. Naturalmente, seguono la difesa del suolo dalla cemen-tificazione; il favorire lo sviluppo dei Mercati degli agricoltori in vendita diretta, pensiamo a quello di San Teodoro e quello di Via Tiburtina che da solo conta una frequentazione di oltre 400.000 persone, svolgendo una funzione sociale per via di un risparmio di circa il 30% rispetto ai prezzi di mercato. Roma ha voglia di agroali-mentare di qualità. Non da ultimo chiediamo l'attiva-zione, con urgenza, delle procedure necessarie a chia-rire la situazione della Centrale del Latte di Roma".E’ stata quindi la vota del candidato Ignazio Marino che nel suo intervento ha annunciato che in caso di vit-toria avrebbe inserito nella propria agenda di Sindaco la difesa della biodiversità e dell’agro romano “ma senza fermare l’industria edilizia, con un piano di riqualifica-zione dell’edificato già esistente che possa servire per la distribuzione dei prodotti agricoli. Una riqualificazio-ne dei mercati rionali, ad esempio, potrebbe consenti-re la loro utilizzazione per la distribuzione dai comuni direttamente ai banchi del mercato”. Marino poi, si è detto pronto a puntare sull’agroalimentare di quali-tà perché “non ci sarà nessuna crescita del PIL che nei prossimi venti anni potrà garantire l’assistenza sanitaria a tutti i cittadini di una città come Roma se non ci sarà un cambiamento radicale degli stili di vita che partono proprio dall’alimentazione. Penso anche allo sviluppo di un’agricoltura di prossimità, per fare in modo che quello che viene prodotto nell’agro romano possa essere facilmente distribuito in tutta la città. Esperimenti già esistono in questo senso, ma occorre moltiplicarli di un fattore 100 se vogliamo che vengano utilizzate tutte le risorse che voi potete offrire”.Marino ha poi parlato del futuro dei giovani per i quali ha detto di voler istituire borse di studio per la forma-zione ed il tirocinio e programmare investimenti sulle infrastrutture come, ad esempio, la banda larga per aiu-tarli a mettere in rete i prodotti locali verso la grande distribuzione.Per gli agricoltori Marino ha detto di immaginare un ruolo attivo anche nella cultura, nella didattica e nel tu-rismo come, ad esempio, nelle colline dell’agro romano dove sorgono splendidi vigneti nei quali si può immagi-nare un turismo specializzato, culturale, con assaggio di vini e dei prodotti della terra. Il nostro futuro è nel mettere insieme terra, cultura e arte.In merito alla Centrale del Latte, infine, Marino, ha detto che si dovrà valutare una transazione con Parma-lat, tesa a mantenere l’occupazione e le quote degli agri-coltori, o anche aumentarle.

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di Gianluigi terenzi

EPACA

Il Presidente della Coldiretti Lazio David Granieri con il Presidente dell’Associazione regionale dei Pensionati Coldiretti Armando Fiorini hanno illustrato al neo Assessore alle Politiche Sociali della Regione Lazio Rita Visini un articolato documento di analisi e proposte sulle politiche sociali per dare voce alle istanze non solo dei 50.000 associati, ma per rappresentare le esigenze delle popolazioni che vivono più distanti dai centri di erogazione dei servizi.Purtroppo la politica regionale sugli interventi sociali da troppo tempo appare non funzionale ai reali bisogni della cittadinanza; la perdurante assenza di un quadro normativo certo ha prodotto azioni quantomeno disomogenee e negli ultimi 2

anni, tra scandali, restrizioni economiche e crisi finanziarie la situazione si è di gran lunga aggravata.Nonostante la legge quadro nazionale in materia di Assistenza n.328/2000, la Regione ha vivacchiato con delibere contingenti senza avere mai varato un’organica legge regionale di riferimento.L’articolazione della rete dei servizi deve essere adeguata al fabbisogno specifico delle aree rurali tenendo conto dello spopolamento, della bassa densità demografica e dell’elevata quota di popolazione anziana. Oggi, la necessità di mantenere in vita “realtà geograficamente marginali” significa attenzione ad un insieme di valori fortemente legati alle tradizioni culturali ed alla possibilità di dare forza a forme di organizzazione sociale maggiormente attente alla qualità della vita.La tutela dei cittadini, delle famiglie e degli anziani in particolare, con un appropriato sviluppo dei servizi in loro favore, deve costituire un obbiettivo della politica sociale della Regione.Occorre innanzitutto conservare tutti quei servizi che attualmente sono in essere nelle zone rurali (uffici postali, asili scuole, trasporti, farmacie, presidi sanitari, ecc.) ricorrendo anche all’impiego dei pensionati per le attività di supporto, favorendo anche il permanere di attività agricole, artigianali e commerciali la cui vitalità costituisce di per sé valenza di servizio sociale.Le linee di intervento che devono essere adeguatamente attivate e finanziate agendo anche

sulla leva fiscale di specifica competenza locale.Devono essere volte a:1. considerare la famiglia come

risorsa per la comunità locale anche nel ruolo di soggetto sociale attivo;

2. dare piena attuazione al principio di sussidiarietà in tutte quelle situazioni in cui “il pubblico” non è in grado di garantire efficienti servizi nel sociale;

3. riconoscere specifici incentivi economici alle famiglie numerose, a quelle con anziani, con persone non autosufficienti e portatori di handicap, evitando in tal modo il ricovero presso strutture ospedaliere con il relativo aggravio dei costi per la collettività; in questo senso le risorse economiche da destinare alla progettualità di zona prevista nel Piano Socio Assistenziale deve essere certa, costante e congrua privilegiando il parametro territoriale;

4. promuovere un’immagine positiva della persona anziana, incentivandola al proseguimento dell’attività agricola o comunque quella svolta nell’ambito dell’area rurale prevedendone anche l’impiego in attività con valenza sociale (scuole, viabilità, salvaguardia dell’ambiente ecc.);

5. favorire lo sviluppo di strutture agricole per un adeguato impiego “multifunzionale”, rivolte all’ospitalità temporanea come centri diurni e strutture residenziali per anziani, di riqualificazione professionale e reinserimento per i fuoriusciti dal mercato del lavoro, di inserimento

Sociale: incontro alla Regione con Rita Visini

l’Assessore alle Politiche Sociali della Regione Lazio, Rita Visini

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di Gianluigi terenzi

EPACA

dei disabili, di supporto alle famiglie con bambini (fattorie didattiche, agri asili ecc.);

6. incentivare azioni volte all’accoglienza ed all’inserimento sociale dei lavoratori stranieri impiegati nelle aziende agricole o in altre realtà economiche locali.

L’Assessore Visini ha ascoltato con molta attenzione le istanze

rappresentate e ha rassicurato che nella prossima presentazione del Disegno di legge sulla riorganizzazione dei servizi socio-assistenziali, nei limiti delle scarse risorse riservate alla materia terrà conto delle indicazioni suggerite.L’Assessore si è impegnato a tener conto del documento presentato e di ascoltare nelle opportune sedi istituzionali la rappresentanza dei

pensionati Coldiretti.Il Presidente Granieri ha esaltato il ruolo dei Pensionati della Coldiretti ed ha affermato che nell’interlocuzione con la Regione, assieme alle donne ed ai giovani della Coldiretti, si faranno parte diligente affinché la concretezza e serietà degli impegni assunti dall’Assessore Visini si traducano in fatti tangibili. n

In arrivo il “bustone” dell’INPS

Èin corso la spedizione, da parte dell’INPS, di un unico

“Bustone” con le richieste di dichiarazione reddituale per i titolari di trattamenti pensionistici derivanti da prestazioni assistenziali e come tali legate al reddito. Si tratta di dichiarazioni da restituire all’INPS entro scadenze precise, pena la sospensione se non addirittura l’annullamento delle prestazioni in corso.Il cosiddetto “Bustone” per l’anno 2013, conterrà, a seconda delle prestazioni fruite da ciascuno, i seguenti documenti:Modello reD 2013 – redditi 2012, italiano ed esteroNon è necessario compilare tali modelli soltanto se la dichiarazione reddituale viene integralmente resa sia dal pensionato sia dai suoi familiari con modelli 730/2013 o UNICO 2013; in tutti gli altri casi devono essere restituiti debitamente compilati entro il prossimo 31 luglio.Modello di integrazione reD 2010 – campagna reD 2011La richiesta è inviata ai soggetti per i quali le informazioni

rilasciate per l’anno 2010 non sono risultate sufficienti per la verifica di tutte le prestazioni godute. Occorre trasmettere questi modelli entro 30 giorni dalla data di ricevimento della richiesta.Modello 503 AUt Sono obbligati a rendere la dichiarazione 503 AUT i titolari di assegno ordinario di invalidità. La dichiarazione riguarda i redditi presunti dell’anno in corso e dovrà essere resa entro il 30 settembre prossimo.Modelli di accertamento dei requisiti per le prestazioni assistenziali Ai titolari delle provvidenze economiche d’invalidità civile è indirizzata la richiesta per l’attestazione annuale della permanenza o meno dei requisiti amministrativi legati allo stato di ricovero gratuito e della mancanza di attività lavorativa; si tratta di distinti modelli, contenenti le dichiarazioni di responsabilità dei titolari di INV CIV, relative a:iCriC – eventuale ricovero a titolo gratuito.

iCriC – indennità di frequenza – frequenza scolastica obbligatoria, frequenza di centri formazione-addestramento professionale, frequenza di centri ambulatoriali; dal corrente anno è necessario dichiarare anche le informazioni relative alla denominazione della scuola frequentata e del relativo periodo.iCLAV - svolgimento o meno di attività lavorativa.ACCAS/PS - I titolari di pensione sociale e assegno sociale devono effettuare la dichiarazione di responsabilità relativamente alla permanenza del requisito della residenza stabile e continuativa in Italia. Agli stessi viene altresì richiesta, per la determinazione dell’importo dell’assegno, l’attestazione della circostanza di un eventuale ricovero a titolo gratuito. Tutti i modelli devono essere restituiti al più presto.Per evitare sospensioni o revoche delle prestazioni dovute ad errori e/o incomprensioni del contenuto del “bustone “ recatevi immediatamente presso gli uffici Coldiretti-epaca più vicini per una consulenza. n

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di Gianluigi terenzi

EPACA

Nella tabella sono riportati i nuovi importi dovuti per l’in-

tero anno 2013 ai fini pensioni-stici, per la tutela della maternità e per quella infortunistica, tenuto conto che quest’ultima è riferita ai soli CD/CM non pensionati in quanto sono gli unici che per leg-ge hanno diritto al risarcimento degli eventuali danni derivanti da

infortunio sul lavoro. Quest’anno sulla quota riferibile all’INAIL è compresa l’addizionale per la co-pertura del danno biologico.La riscossione avverrà, tramite l’invio agli interessati di comuni-cazione dell’importo da versare in quattro rate tramite modello F24 per la cui compilazione e stampa si raccomanda di recarsi presso

gli uffici provinciali e zonali della Coldiretti . i termini di scadenza per i versamenti sono il 16 Luglio, il 16 Settembre, il 16 novembre 2013 e il 17 Gennaio 2014.Gli importi comunicati saranno maggiorati del recupero dell’addi-zionale inAiL per danno biologico relativa all’anno 2011 che per CD/CM e iAP non già pensionati ammonterà: nelle zone normali a euro 5,46 e nei territori montani e svantaggiati a euro 3,78. n

Contributi previdenziali e assistenzialiI nuovi importi che coltivatori diretti e imprenditori agricoli dovranno pagare per l’anno 2013

IMPORTO CONTRIBUTI ANNO 2013 PER CD/CM/IAP COMPRESA ADDIZ. INAIL DANNO BIOLOGICO ZONE NORMALI ZONE MONTANE /SVANTAGGIATE FASCIA MAGGIORI ANNI 21 MINORI ANNI 21 PENS. OLTRE 65 ANNI MAGGIORI ANNI 21 MINORI ANNI 21 PENS.OLTRE 65 ANNI CD/CM IAP CD/CM IAP CD/CM IAP CD/CM IAP CD/CM IAP CD/CM IAP 1° 2700,81 1932,31 2.551,62 1783,12 1738,4 969,9 2265,57 1733,39 2008,64 1476,46 1402,62 870,44

2° 3308,62 2540,12 3109,7 2341,2 2042,3 1273,8 2807,07 2274,89 2464,49 1932,31 1673,37 1141,19

3° 3916,43 3147,93 3667,78 2899,28 2346,21 1577,71 3348,57 2816,39 2920,35 2388,17 1944,12 1411,94

4° 4524,23 3755,73 4225,86 3457,36 2650,11 1881,61 3890,08 3357,9 3376,2 2844,02 2214,87 1682,69

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La finanza mondiale e la dottrina sociale della Chiesa

Può essere diffusa, anche tra di noi, l’impressione che la

Dottrina sociale della Chiesa, a cui si ispira la Coldiretti per la sua azione socio-economica, sia distante dalle reali decisioni che urgono nell’economia e soprattutto nella finanza e che queste siano dei “mondi a sé” soprattutto quando di fronte al fatto che i soldi sono soldi e gli affari sono affari facilmente si abdica ad ogni discorso di giustizia sociale. Anche se questo compito è difficile e talora impervio non è tuttavia abbandonato dal magistero sociale, come dimostra la recente nota del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Per una riforma del sistema finanziario e monetario internazionale nella prospettiva di un’autorità pubblica a competenza universale.La crisi economica in cui versiamo è dovuta, tutta o in parte, anche all’assenza di un’autorità che a livello mondiale possa orientare e non solo dare buoni consigli, sia cioè un government e non solo una governance, l’economia e soprattutto la finanza, che vivono oggi in forte deregulation, lasciando così al più forte e al più scaltro le migliori possibilità, inducendo sovente ulteriore debolezza e instabilità negli stati che vivono situazioni critiche e precarie. Lascio la parola allo stesso documento.Venuta meno dopo Bretton Woods la stabilità del sistema monetario mondiale, un bene

pubblico universale, emerge «… la necessità di un corpus minimo condiviso di regole necessarie alla gestione del mercato finanziario globale, cresciuto molto più rapidamente dell’economia reale, essendosi velocemente sviluppato per effetto, da un lato, dell’abrogazione generalizzata dei controlli sui movimenti di capitali e dalla tendenza alla deregolamentazione delle attività bancarie e finanziarie; dall’altro, dei progressi della tecnica finanziaria favoriti dagli strumenti informatici».«Sullo sfondo si delinea, in prospettiva, l’esigenza di un organismo che svolga le funzioni di una sorta di ‘Banca centrale mondiale’ che regoli il flusso e il sistema degli scambi monetari, alla stregua delle Banche centrali nazionali... Queste misure dovrebbero essere concepite come alcuni dei primi passi nella

prospettiva di una Autorità pubblica a competenza universale; come una prima tappa di un più lungo sforzo della comunità mondiale di orientare le sue istituzioni alla realizzazione del bene comune».Le proposte non vertono solo

sui massimi sistemi, ma raggiungono il concreto. Proposta specifica per

una certa regolamentazione del mercato finanziario è la proposta della cosiddetta Tobin tax. Si legge ancora nella Nota: «Sulla base di un tale principio etico appare, quindi, opportuno riflettere,

ad esempio: su misure di tassazione delle transazioni finanziarie, mediante aliquote eque, ma modulate con oneri proporzionati alla complessità delle operazioni, soprattutto di quelle che si effettuano nel mercato ‘secondario’”. L’accrescimento o anche il semplice mantenimento della deregulation induce problematiche di rilevante ricaduta ed impatto sociale, non solo nei paesi poveri, ma ormai anche nei paesi ricchi, dove la ricchezza prodotta non è più equamente ridistribuita, ma permane nelle mani di pochi. È una semplice questione di giustizia sociale, è una questione di dignità umana, nei confronti della quale non possiamo rimanere indifferenti, senza perdere qualcosa di importante di noi.Il pensiero sociale cristiano come si vede ha le sue pertinenti proposte, anche molto coraggiose, manca forse di cristiani schietti e coraggiosi, che sappiano far proprie queste istanze, a partire dal cambiamento del proprio modo di ragionare, della propria persona e della propria impresa e attività, per poter essere un segno credibile, tra molti altri segni, per una speranza di un mondo nuovo e migliore. n

R I F L E S S I O N Id. Paolo Carlotti

Tobin tax…Una tale tassazione

sarebbe molto utile per promuovere lo sviluppo globale e

sostenibile secondo principi di giustizia

sociale e della solidarietà

La Tobin tax potrebbe contribuire alla

formazione di una riserva mondiale, per sostenere le

economie dei Paesi colpiti dalle crisi e al risanamento del loro sistema monetario e

finanziario

d. Paolo Carlotti, Consigliere ecclesiastico regionale

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Pubblicità

P

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Gabriel Battistelli

GAbrIel bAttIstellI è Il NUOvO dIrettOre dI COldIrettI rOMA

Gabriel Battistelli è il nuovo direttore della

Coldiretti di Roma e di quella di Rieti. Battistelli è stato nominato dal consiglio di Roma su indicazione della Confederazione Nazionale, dopo il mandato di oltre quattro anni e mezzo che lo ha visto dirigere, con importanti e lusinghieri risultati amministrativi e sindacali, la Federazione Provinciale Coldiretti di Viterbo. La vita professionale di Gabriel Battistelli ha percorso tutte le tappe all’interno dell’Organizzazione.

Prima di Viterbo Battistelli ha diretto le sedi di Macerata e Novara raggiungendo traguardi significativi. Con grande entusiasmo, ha assunto la Direzione di Coldiretti Roma e Rieti. «L’incarico romano e reatino mi inorgogliscono davvero – ha commentato Battistelli – in quanto si tratta di due province importanti dal punto di vista del patrimonio agricolo esistente. Roma rappresenta

una delle Federazioni più importanti d’Italia con delle dimensioni di grande rispetto, in cui sarà possibile portare avanti gli ambiziosi progetti Coldiretti per la crescita di tutte le aziende associate che in questo ultimo anno ha portato avanti il direttore Aldo Mattia che resterà direttore della sede del Lazio per seguire ancor con più vigore e determinazione le vicende regionali in un momento particolarmente complicato per l’economia del Lazio. Rieti ha nel proprio patrimonio eccellenze agricole da tutelare e rilanciare con maggior forza e determinazione”. L’augurio di un buon lavoro è arrivato da tutto il consiglio provinciale delle due strutture. Il presidente di Coldiretti Roma, David Granieri, insieme a Enzo Nesta, presidente di Coldiretti Rieti, hanno sottolineato «il cambio di Direzione è un evento normale per Coldiretti e l’alternanza va vista come occasione di crescita e di confronto costanti. Auguriamo al direttore Battistelli un lavoro proficuo e ricco di soddisfazioni e ringraziamo Aldo Mattia per il lavoro fin qui svolto che ha permesso di dare risposte alle esigenze delle imprese.”

“Ringrazio tutta la struttura di Coldiretti Roma e Rieti- – è stato il commento di Mattia- che in questo anno di interim ha sempre garantito impegno e passione. Ringrazio altresì il mio delegato a Rieti, Ivano Capannini ed il vice direttore vicario della Coldiretti di Roma, Andrea Renna, per l’importante e basilare supporto che hanno voluto garantirmi nel portare avanti ogni azione tesa alla crescita dell’organizzazione in tutti gli ambiti”.

settOre bUfAlINO: OP rIsPOstA NeCessArIA CONtrO lA CrItICItà del MerCAtO. beNe seqUestrI Cfs dI bUfAle INfette dA brUCellOsI

“Anche alla luce degli ultimi fatti che ancora

una volta ripropongono il grave stato in cui si trova il settore bufalino in Campania, appare ancor più importante per gli allevatori bufalini del Lazio, intraprendere con più vigore e concludere in tempi rapidi il percorso verso la costituzione di

N O t I Z I e d A l l A P r O v I N C I A R OMA

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un’organizzazione di produttori (O.P.)”. A parlare è Aldo Mattia, direttore della Coldiretti del Lazio, che aggiunge: “Il Corpo forestale dello Stato ha sequestrato 180 capi di bestiame in alcuni allevamenti del casertano dove sembra venissero somministrate dosi massicce di vaccino per mascherare la presenza della brucellosi nelle bufale durante i controlli sanitari. Alla luce di tutto ciò, che si somma a vari altri episodi, che poco hanno a che fare con la correttezza, è urgente caratterizzare il lavoro dei produttori delle province laziali, in primis nelle province di Latina e Frosinone, con un marchio del Lazio per difendere una filiera e i sacrifici degli allevatori che non possono continuare ad essere mortificati da alchimie e furbizie che poco hanno a che fare con il loro modo di interpretare l’attività che oggi garantisce reddito e lavoro e muove un indotto davvero significativo. Come Coldiretti – ha concluso Mattia – stiamo seguendo le fasi legate alla nascita dell’O.P. di produttori bufalini delle

province di Latina, Frosinone e anche di Viterbo, Rieti e Roma, dove sono attivi pochi allevamenti ma di grande qualità riscontrando consensi e successi in termini di partecipazione”.

tArsU Per GlI AGrItUrIsMI: sPOrtellO dellA COldIrettI A velletrI

La Coldiretti scende in campo per tutelare le imprese

agrituristiche in relazione all’applicazione della Tarsu (Tassa

Smaltimento Rifiuti Solidi Urbani). A Velletri è attivo, presso la sede di via dei Volsci, 55, (tel. 06.9621469), uno sportello per l’assistenza nella redazione dei ricorsi avverso gli avvisi di accertamento TARSU emessi.Proprio a Velletri la Coldiretti intende aprire un tavolo di concertazione con l’amministrazione della città, per far comprendere la differenza tra l’agriturismo, inteso come impresa agricola multifunzionale, e l’impresa commerciale o alberghiera. Il comune, infatti, ha applicato, ai proprietari di agriturismi, le tariffe previste per il settore alberghiero. Coldiretti Roma precisa che la giurisprudenza ha stabilito che le attività agrituristiche caratterizzate da un rapporto di complementarietà rispetto alle attività di coltivazione del fondo, di silvicoltura e di allevamento di animale, sono considerate attività agricole a tutti gli effetti e ad esse devono essere applicate le tariffe previste per l’attività agricola e non quelle per l’utenza alberghiera; di fatto, gli agriturismi sono destinatari delle stesse agevolazioni che competono alle imprese agricole (sentenza n° 165/04/2009 Commissione Tributaria Regionale di Genova; sentenza n° 8851/2007 della Corte di Cassazione).

N O t I Z I e d A l l A P r O v I N C I A R OMA

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Nella foto a destra il Direttore Coldiretti Latina Saverio Viola e Antonio Fagiolo Direttore dell’Istituto Zooprofilattico di Latina

Nella foto sotto il Direttore Coldiretti Latina Saverio Viola e Carlo Crocetti Presidente Coldiretti Latina

I bAMbINI sCOPrONO Il MerCAtO dI CAMPAGNA AMICA

Davvero interessante la visita che i piccoli studenti della

scuola Rodari di Latina hanno effettuato in giugno presso il Mercato di Campagna Amica della Coldiretti pontina. Un percorso didattico senz’altro originale legato alla stagionalità dei prodotti per far capire, attraverso la visita, che l’offerta alimentare naturale non può essere indistinta nei 365 giorni ma deve seguire il corso delle stagioni e dei cicli produttivi. “Per questo è meglio che sin da piccoli i ragazzi assumano scelte in direzione della tracciabilità delle produzioni e, soprattutto – spiega il direttore della Coldiretti di Latina, Saverio Viola – in base alla stagionalità”. L’importanza di variare l’alimentazione secondo l’offerta della stagione si moltiplica in una scelta varia e completa con i cibi più adatti ad ogni periodo dell’anno. La frutta e la verdura sono ad esempio le più indicate per affrontare meglio i primi giorni caldi dell’anno e in generale l’estate.

“In genere – aggiunge Carlo Crocetti, presidente di Coldiretti Latina - l’alimentazione stagionale aumenta le difese immunitarie e contribuisce a creare un maggior benessere psico-fisico”. L’educazione ad un’alimentazione sana e genuina, secondo Viola, agevola una crescita più armoniosa dei giovani e favorendo l’attività delle imprese agricole, dà una mano all’economia generale contenendo anche le spese sanitarie dell’intera società. Risulta così essere di estrema importanza che i giovani, che sono i consumatori di domani, capiscano da subito il valore dei cibi sani e genuini che le aziende del territorio possono loro offrire. La Coldiretti pontina è stata, inoltre, presente alla presentazione della prima analisi su “Le vacanze degli italiani a tavola nell’estate 2013”, nell’ambito dell’incontro promosso a Roma insieme alla Fondazione Univerde sulla base del rapporto Isnart-Unioncamere. Un terzo (33 per cento) della spesa di Italiani e stranieri in vacanza in Italia è destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per acquistare prodotti enogastronomici che, in controtendenza, fanno segnare un aumento del 43 per cento negli ultimi 5 anni segnati dalla crisi, durante i quali, al contrario, calano di tutte le altre voci di spesa a partire dall’acquisto dei capi di

abbigliamento che fa segnare un crollo di oltre il 31,5 per cento fino alle attività ricreative, culturali e di intrattenimento (-6 per cento).

PrO.lA.b. dIveNtA reAltà, NAtA lA PrIMA O.P.

L’organizzazione dei produttori valorizza e tutela il settore

bufalino laziale.

La distintività è la valorizzazione del prodotto laziale. La caratteristica è il ruolo preponderante dei produttori delle province laziali che, con il supporto della Coldiretti, intendono avviare una nuova fase per rendere possibile un nuovo scenario che possa portare il latte di bufala laziale a non dover subire penalizzazioni o, peggio, strumentalizzazioni, a causa di comportamenti che poco hanno a che fare con la trasparenza e la correttezza che da sempre sono qualità degli allevatori laziali che con passione e abnegazione ogni giorno dedicano corpo ed anima alle proprie realtà aziendali che danno reddito alle famiglie e ad un indotto davvero considerevole. Queste ed altre

N O t I Z I e d A l l A P r O v I N C I A L AT I N A

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considerazioni ancora sono state portate in risalto al termine della sottoscrizione dell’atto costitutivo di Pro.la.b. Il direttore della sede Coldiretti di Latina, Saverio Viola ed il direttore della sede ciociara, Paolo De Cesare, hanno inoltre ricordato anche i numeri della nuova realtà produttiva: 55 imprese singole associate, 2 cooperative, 4 caseifici aziendali, oltre 300 quintali di latte prodotti ogni

giorno dai soci, 110 quintali di latte trasformato dai caseifici aderenti alla nuova O.P. con oltre 35 quintali giornalieri di mozzarella prodotta. Presidente dell’O.P. è Pierluigi Benedetti Panici. Numeri significativi ed importanti, secondo i direttori De Cesare e Viola, che rendono l’idea della grande azione di sinergia che Coldiretti ha saputo realizzare con gli allevatori delle province di Latina e Frosinone. A questi si stanno per aggiungere anche altri allevatori singoli e responsabili di strutture aziendali di primo piano. “Qualche allevatore più esperto – ha detto Viola – si è commosso quando abbiamo siglato l’atto, aspettava da tempo un’azione di questo tipo per valorizzare e promuovere il latte di bufala prodotto nel Lazio”. Presenti, tra gli altri, anche il presidente della Coldiretti di Latina, Carlo Crocetti, Antonio Fagiolo, direttore dell’istituto zooprofilattico di Latina oltre ad una più che discreta rappresentanza dei

produttori. “Aggregare l’offerta dei prodotti agricoli, prima motivata dalla necessità di tutelare il reddito delle imprese agricole nel confronto con il mercato, e in particolare con l’industria di trasformazione e con la distribuzione, poi dall’obiettivo di creare filiera per garantire prodotti sempre più qualificati e sicuri per il consumatore. Questo lo spirito dell’organizzazione dei produttori – ha commentato Aldo Mattia, direttore di Coldiretti Lazio, auspicando per il Lazio un modello nuovo di concertazione. Un punto di partenza e non certo di arrivo per raggiungere traguardi fin qui solo sognati a vantaggio dei consumatori e degli allevatori che sappiano premiare e rendere più limpida l’azione nella filiera della produzione e della commercializzazione nel Lazio”. Su questa linea anche l’assessore regionale alle politiche agricole, Sonia Ricci, che già in precedenza aveva più volte espresso la propria condivisione.

N O t I Z I e d A l l A P r O v I N C I A L AT I N A

Carlo Crocetti Presidente Coldiretti Latinae il Direttore Coldiretti Latina Saverio Viola

Il Presidente Panici dell’O.P. Pierluigi Benedetti e Carlo Crocetti Presidente di Coldiretti Latina

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COldIrettI frOsINONe: ANChe l’OlIO CIOCIArO A “CIbI d’ItAlIA”

Anche la cooperativa agricola Palianense ha partecipato

a “Cibi d’Italia”, la prestigiosa manifestazione dedicata al cibo, all’ambiente e al territorio, alla qualità e alla vita delle famiglie, organizzata a Milano da Coldiretti il 3, 4 e 5 maggio, con l’olio extravergine “Le Mole”. Nei tre giorni di presenza alla manifestazione il Presidente Pietro Celletti, accompagnato dal consigliere Lugi Neccia e dal segretario di Campagna Amica Frosinone, Enzo Sperduti, ha proposto ai consumatori lombardi l’olio prodotto dai soci nelle due specialità “Classico”, un mix delle varietà Rosciola, Moraiolo e Leccino dal gusto dolce ma robusto e la monocultivar Rosciola dal gusto unico fruttato leggero. “Un’esperienza importante per la

cooperativa – ha detto il direttore della Coldiretti di Frosinone Paolo De Cesare – che permette, in una rassegna di livello, di dare la giusta visibilità ad una delle realtà più importanti del settore olivicolo dell’intera Ciociaria”. Nel conteso della rassegna sono stati presentati i primi “tutor della spesa” per aiutare le famiglie a “vivere bene risparmiando nel tempo della crisi”. “L’iniziativa della Coldiretti, è destinata a diffondersi – ha spiegato il presidente di Coldiretti Frosinone Vinicio Savone - nelle scuole e nei mercati ed è stata

presentata qui a Milano negli spazi del Castello Sforzesco nell’ambito di “Cibi d’Italia” dove è stato allestito il più grande laboratorio verde all’aria aperta con aree dedicate a dimostrazioni pratiche per raccogliere idee, trucchi, segreti ed esperienze per risparmiare senza rinunciare alla qualità della vita”.

Il MAtrIMONIO Al teMPO dellA CIrsI: AGrItUrIsMO CON bOMbONIere A KM 0

Dietro un agriturismo non ci sono solo tradizione e prodotti tipici

ma anche tanta creatività. Così Cristina Scappaticci insieme alle altre imprenditrici del movimento “Donne Impresa” di Coldiretti, di cui è anche responsabile regionale e provinciale, ha realizzato l’iniziativa “Prodotti Tipici … in passerella” con la presentazione di una particolare linea di bomboniere e una collezione di abiti nuziali appositamente disegnati proprio sul tema della natura e del matrimonio in agriturismo.L’idea è quella di introdurre il concetto di agriturismo come garanzia di qualità per menù, location, decorazioni, fiori e tutto quanto è necessario, con un risparmio fino al 50%. Per esempio le bomboniere, spesso oggetti inutili ed ingombranti, possono essere realizzate scegliendo tra le eccellenze enogastronomiche della terra,

ottenute con prodotti a Km0 che gli invitati apprezzeranno e degusteranno in ricordo di una giornata speciale ed originale. “Sposarsi in agriturismo significa mostrare una sensibilità forte verso l’ambiente – spiega il direttore di Coldiretti Frosinone, Paolo De Cesare - Anche un matrimonio può essere a impatto zero”. Infatti si possono scegliere partecipazioni in carta riciclata e inchiostro “verde”, piantine in vaso dell’agriturismo anziché costosissimi fiori recisi. Per il ricevimento poi, in alternativa ai pranzi classici, si può optare per un pic-nic nel verde con l’abbinamento di numerose attività da proporre agli ospiti: un tuffo in piscina, qualche gioco all’aperto, una visita alla cantina dove si produce il vino, una degustazione /aperitivo nei laboratori dove ci sono i cicli produttivi e, per i più piccoli, si può organizzare qualche ora di “fattoria didattica” e coinvolgerli a fare il pane o la ricotta, ma anche a piantare un seme destinato a diventare, poi, cibo, cultura e tradizione.

N O t I Z I e d A l l A P r O v I N C I A F R O S I N O N E

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N O t I Z I e d A l l A P r O v I N C I A V I T E R B O

Mauro Pacifici e Leonardo Michelini

A destraLeonardo Michelini

è MAUrO PACIfICI Il NUOvO PresIdeNte dI COldIrettI vIterbO

Mauro Pacifici, 42 anni, giovane allevatore di Viterbo

con l’azienda nella frazione di Grotte Santo Stefano, è il nuovo Presidente di Coldiretti Viterbo. Lo ha votato l’assemblea della Federazione.

“Un incarico che assumo con grande senso di responsabilità- è stato il commento di Pacifici- e con la certezza che solo con la collaborazione di tutti, sarà possibile portare a casa risultati concreti per il mondo agricolo Viterbese”. Il neo Presidente ha poi detto di mettersi al servizio di tutti nel segno della continuità con il progetto di Coldiretti, ha ringraziato il Presidente Michelini per quanto ha fatto negli anni per Coldiretti e l’intera assemblea per il sostegno ricevuto sin dall’inizio. Auguri di buon lavoro sono giunti anche da Gabriel Battistelli e Leonardo Michelini che ha invitato tutti a stare vicino al nuovo presidente. “Siate sempre consapevoli

del vostro ruolo, pretendete di essere informati per esercitare al meglio il compito che vi è stato assegnato- ha detto Michelini- Dobbiamo difendere la nostra capacità di incidere sulle scelte politiche e di dialogare con la società civile. Siamo gli unici ad avere un progetto concreto sul quale lavorare per una filiera agricola tutta italiana, un progetto che passa attraverso tre fondamentali pilastri: la cooperazione e gli accordi di filiera che mirano alla concentrazione del prodotto e a fare sistema tra settori produttivi; i consorzi agrari che sono tornati ad essere centrali nella politica economica agroalimentare e Campagna Amica che con le botteghe, i mercati e gli agriturismi di Terranostra promuove e valorizza i prodotti agricoli locali”.

lA letterA dI leONArdO MIChelINI: “CON lA PAssIONe dI seMPre”

È stato per me motivo di orgoglio rappresentare la

Coldiretti Provinciale di Viterbo per tanti anni; quattordici anni

che si sono susseguiti con la consapevolezza che questa nostra organizzazione ha rappresentato e rappresenta un punto di riferimento indispensabile per le imprese agricole italiane. Impegno dopo impegno abbiamo tracciato la strada per un’agricoltura che ha conquistato un ruolo di primo piano nello scenario sociale ed economico del Paese.Oggi siamo arrivati a mettere in piedi una Filiera Agricola Italiana dove le nostre produzioni agroalimentari possono essere riconosciute ed apprezzate dai consumatori in un mercato che troppo spesso appare falso e poco trasparente. Il territorio ha finalmente riacquistato, con la nostra azione, un ruolo di attore nello sviluppo locale dove l’agricoltura diventa soggetto principale ed indispensabile per progetti di crescita sostenibili anche in termini ambientali.Ebbene tutto questo mi ha spinto ad affrontare la sfida elettorale come Sindaco di Viterbo perché sono convinto che la Tuscia possa essere un esempio di territorio italiano dove i valori del nostro progetto possano essere meglio declinati. Ambiente, agricoltura, paesaggio, beni culturali ed architettonici, relazioni umane

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e capacità di inventare e fare, sono le nostre leve di crescita che nessuno ci può copiare perché fanno parte della nostra storia e della nostra cultura.Viterbo è anche la mia città, a cui sono profondamente attaccato; è la città dove ho vissuto e dove la mia famiglia ha costruito negli anni un’azienda che ha dato risultati positivi e lavoro a tanti collaboratori. Con queste riflessioni ho quindi ritenuto di lasciare il mandato di Presidente della Coldiretti sapendo però che nuove leve di dirigenti, ben preparati e motivati, sapranno svolgere quel ruolo di guida che fino ad oggi ho avuto l’onore di rappresentare.Rassicuro infine tutti quegli amici e soci che negli anni ho conosciuto ricordando loro che la condivisione di un progetto, quello di Coldiretti, non finisce con il termine di un mandato, ma anzi si rafforza con una passione più convinta e determinata.Grazie a tutti

ANdreA reNNA è Il NUOvO dIrettOre dI COldIrettI vIterbO

Andrea Renna è stato nominato dal Consiglio

Provinciale della Coldiretti viterbese nuovo direttore della sede provinciale della Coldiretti. Il Consiglio ha quindi dato seguito all’indicazione della sede Confederale. Durante l’incontro con i consiglieri alla presenza del delegato confederale Dott. Antonio Biso e del direttore regionale di Coldiretti Lazio, Aldo Mattia, è stata formalizzata la nomina. Renna prende il posto di Gabriel Battistelli, che è stato chiamato a dirigere le sedi di Roma e Rieti. All’incontro hanno preso parte oltre tutti i consiglieri

il presidente provinciale Mauro Pacifici ed il Sindaco di Viterbo Leonardo Michelini. “Sono senza dubbio orgoglioso per l’incarico ricevuto che considero un punto di partenza e non certo di arrivo – ha detto Andrea Renna. Questa provincia vanta produzioni di qualità ed aziende d’eccellenza e può dunque dare risposte concrete per il rilancio dell’economia del territorio mettendo in campo un nuovo modello di sviluppo adatto a dare risposte a imprese e cittadini. Cercherò di svolgere al meglio il nuovo incarico con il massimo impegno e la determinazione necessaria”. Renna, è laureato in scienze della comunicazione, pubblicista dal 1993, e ha seguito dal 1987 l’ufficio stampa della Coldiretti. È stato, inoltre, segretario

dell’associazione agrituristica Terranostra di Coldiretti attivandosi in particolare negli anni per lo sviluppo delle imprese della vendita diretta, di Campagna Amica, dei giovani Coldiretti e di Donne Impresa. È stato anche responsabile della zona nord, Alatri-Anagni della organizzazione agricola dopo aver seguito i recapiti di Ripi e Torrice. Anche nel settore della comunicazione Renna si è fatto apprezzare. È stato responsabile dell’ufficio stampa della Camera di Commercio di Frosinone, portavoce del presidente della Provincia Francesco Scalia e, con lo stesso Scalia, è stato capo segreteria dell’assessorato regionale al personale. Da giugno dello scorso anno era stato nominato Vice Direttore Vicario della Coldiretti di Roma.

Andrea Renna

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Il Direttore di Coldiretti Lazio, Aldo Mattia

IMU: INCONtrO dIbAttItO AllA CCIAA dI rIetI

Grande affluenza di pubblico per l’iniziativa di Coldiretti Rieti

sulla nuova Imu. Il seminario di studio che si è tenuto nel mese di maggio presso la sala conferenze della Camera di Commercio di Rieti ha visto partecipare circa 250 tra agricoltori, tecnici e addetti al lavoro in generale. Presenti il direttore di Coldiretti Lazio Aldo Mattia, il suo delegato Ivano Capannini, il presidente provinciale di Coldiretti Enzo Nesta, il presidente della Camera di Commercio di Rieti Vincenzo Regnini, e Domenico Buono, responsabile fiscale di Coldiretti nazionale. Presenti anche l’assessore provinciale all’agricoltura Oreste Pastorelli, il responsabile del settore agricoltura della Camera di Commercio di Viterbo Gabriel Battistini, e numerosi sindaci del Reatino. Regnini, ricordando il momento difficile, ha detto che Coldiretti “non si batte per i propri interessi corporativi, ma per quelli dei suoi tesserati e degli agricoltori in generale”. Un impegno che, come ha ribadito il presidente Nesta, “ha permesso al 75% degli agricoltori della provincia di Rieti di ricevere agevolazioni sull’applicazione della nuova Imu”. “Un lavoro continuo – è entrato nel dettaglio Mattia – fatto scendendo anche in piazza, con l’obiettivo, raggiunto, di far capire che il mondo dell’agricoltura doveva essere trattato in maniera diversa. Ciò ha permesso di portare a casa l’esenzione dell’Imu per le zone montane e svantaggiate, che a Rieti corrisponde al 75%”. L’Imu- è stato spiegato- costa circa 21 miliardi di euro agli italiani, di cui 224 milioni riguardano il settore agricolo, e le riduzioni della nuova imposta applicate al mondo dell’agricoltura sono figlie del lavoro di Coldiretti. Grazie a Coldiretti si è inserita una differenziazione in agricoltura: il terreno è prima un

bene produttivo e poi un bene patrimoniale. Si è introdotto anche il concetto di Comune parzialmente montano, prima l’esenzione era solo per i Comuni situati ad oltre mille metri di altezza. Il coefficiente Ici era di 75 per tutti, ora, con l’incorporamento dell’Irpef, è salita a 135. Ma grazie all’azione di Coldiretti per gli agricoltori professionisti è stato portato a 110. Capitolo aliquote. L’agricoltura usufruirà di un’aliquota più bassa: solo 0,2%. Per esempio per un terreno seminativo di due ettari l’Imu da pagare per un agricoltore iscritto alla previdenza agricola è di 187 euro, 410 se il terreno è tenuto a fini speculativi: in questo caso è ben visibile l’azione sindacale. Qualora quello stesso terreno divenisse edificabile, l’Imu salirebbe a 7600 euro, ma se si continua a coltivarlo si pagano sempre 187 euro. La Coldiretti è impegnata, ribadisce Mattia, per far rispettare l’impegno sancito per legge a restituire i 45 milioni di extragettito pagati in più dagli agricoltori lo scorso anno. “Si tratterebbe- sottolinea Mattia- di un gesto importante”. Intanto il presidente di Coldiretti Rieti, Enzo Nesta, commenta positivamente l’impegno a sospendere la prima rata Imu delle imprese agricole assunto dal ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo.

CINGhIAlI: COldIrettI PrONtA Per lA PIAZZA

“Ormai siamo arrivati al punto che i cinghiali stanno

cacciando gli agricoltori. I danni causati alle coltivazioni dalla fauna selvatica ed in particolare da questi ungulati, nelle zone di Amatrice, Vallepietra e Bracciano, stanno assumendo una gravità tale da impedire l’attività economica delle imprese della zona. Le aziende rischiano di chiudere in breve tempo. Siamo pronti a scendere in

piazza pur di arrivare a risolvere la questione una volta per tutte”.Così il direttore di Coldiretti Lazio, Aldo Mattia, visto il quadro critico che si sta venendo a delineare, nonostante una serie di incontri, negli ultimi mesi, con il direttore del Parco del Gran Sasso e Monti della Laga, il Prefetto di Rieti, la Provincia, la Asl, la Forestale e con Fabio Refrigeri, Assessore alle Infrastrutture, alle Politiche Abitative e all’Ambiente della Regione Lazio.“È tempo di passare dalle parole ai fatti-ha proseguito Mattia- di procedere, in tempi brevi, alle catture dei cinghiali, con la supervisione della Forestale, e di sbloccare i fondi per i rimborsi fuori parco, fermi a cinque anni fa”.Lo scorso 18 giugno il presidente ed il direttore di Coldiretti Lazio, David Granieri e Aldo Mattia, hanno inviato all’Assessore all’Agricoltura, Caccia e Pesca della Regione Lazio, Sonia Ricci, una lettera nella quale si chiede “di affrontare al più presto il problema di una gestione razionale della fauna selvatica e nel contempo si da la disponibilità di Coldiretti Lazio a partecipare ai lavori per la definizione di soluzioni appropriate alla gravità del problema”.“Gli agricoltori-hanno spiegato i dirigenti di Coldiretti nella lettera- sono stanchi di subire le conseguenze di una inefficiente gestione della fauna selvatica, gestione che tentando un compromesso tra le posizioni delle associazioni ambientaliste e quelle della caccia, non riesce a dare risposte razionali e di fatto fa ricadere totalmente sulle imprese agricole le conseguenze di una politica poco lungimirante”.L’obiettivo di Coldiretti è di arrivare a contenere il numero dei cinghiali per tornare a fare agricoltura nelle zone direttamente colpite, coltivando nei propri campi gli alimenti necessari all’allevamento dei capi bovini e non acquistando i foraggi da altri con notevole aggravio dei costi.

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Peperone! è bello da dire, è allegro, gira in bocca e già a pronunciarlo lascia un buon sapore. Se è un buon peperone però. Altrimenti resta quel qualcosa che non sai, ma toglie il gusto. Già, c’è peperone e peperone. Negli agriturismo Campagna Amica ci sono quelli nostri o quelli del nostro vicino, sono buoni, coltivati rispettando la terra e l’ambiente. Perchè biodiversità non è solo un valore con cui riempirsi la bocca, per quello ci sono i peperoni!

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I dati parlano chiaro: nel 2012 e nei primi mesi del

2013 l’affluenza e l’indice di gradimento relativi ai mercatini degli agricoltori, compresi quelli del nuovo Mercato di Campagna Amica di via Tiburtina, a Roma, sono in linea con quanto emerge da una analisi Coldiretti/Censis, in riferimento all’indagine

Unioncamere. Secondo questa indagine le imprese del commercio al dettaglio ambulante iscritte ai registri delle Camere di commercio sono aumentate più del 10 per cento anche nella Capitale e nel Lazio. Un vero e proprio boom trainato dalla crescita del 40 per

cento delle imprese agricole accreditate a Campagna Amica, che commercializzano ai consumatori nei mercati ambulanti e nei punti vendita organizzati nelle città e nelle campagne.“Nei mercati degli agricoltori – ha commentato il Direttore di Coldiretti Lazio Aldo Mattia- fanno regolarmente la spesa moltissimi consumatori. I prodotti più acquistati nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica sono nell’ordine, secondo un’indagine Coldiretti/Swg, la verdura, la frutta, i formaggi, i salumi, il vino, il latte, il pane, le conserve di frutta, la frutta secca, i biscotti ed i legumi, ma non manca l’interesse per i prodotti non alimentari come gli agricosmetici”.“Da noi, presso il mercato di via Tiburtina - aggiunge il Presidente Granieri - molto successo sta ricevendo anche il pesce fresco che nei giorni di apertura viene garantito da una struttura cooperativa”. Tra i visitatori si annovera anche l’ex ministro delle Politiche Agricole Mario Catania che ha dichiarato di apprezzare il Mercato di Campagna Amica. Dai dati in possesso di Coldiretti chi acquista direttamente dal produttore nei mercati degli agricoltori per il 68 per cento sono donne con una presenza maschile molto più elevata rispetto alla media, il livello di istruzione è medio alto per il 68 per cento degli acquirenti. L’età è inferiore ai 54 anni nel 64 per cento dei casi mentre lo status sociale ed economico è medio alto nell’82 per cento dei casi, secondo l’indagine Coldiretti/Swg.

Tra i visitatori anche l’ex ministro dell’Agricoltura Mario Catania

Biologico Biologico

Gruppi d’offertaCAMPAGNA AMICA

Gruppi d’acquistoCAMPAGNA AMICA

Gruppi d’offertaCAMPAGNA AMICA

Gruppi d’offertaCAMPAGNA AMICA

GRANDE SUCCESSO DEL MERCATO DI VIA TIBURTINA

“Giornate pilota” di vendita diretta del pesce

Grande successo sabato 22 e domenica 23 giugno per le due “giornate pilota” di vendita diretta del pesce presso il Mercato di

Campagna Amica al Circo Massimo.Un’occasione attraverso la quale gli imprenditori ittici hanno potuto sperimentare l’ingresso nella rete di vendita diretta di Campagna Amica.Questo programma per la Pesca e l’Acquacoltura italiana, è finanziato dal Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf) ed ha come obiettivo la valorizzazione del pesce pescato e allevato nel nostro paese mediante la creazione di una filiera ittica tutta italiana che tuteli la qualità e l’identità nazionale del prodotto. Ma anche la tutela della sua identità e l’educazione del cittadino-consumatore verso stili di vita alimentare più compatibili.Le imprese socie di Coldiretti impresa-Pesca stanno lavorando affinché il loro prodotto della pesca e dell’acquacoltura, possa entrare in modo permanente e strutturato nei vari circuiti di vendita diretta che operano in maniera capillare su tutto il territori nazionale, con il marchio Campagna Amica, insieme a tutti gli altri prodotti agricoli di origine italiana, con la declinazione di “PESCA AMICA”. Una produzione, quella di Coldiretti impresa-Pesca, in linea con le norme nazionali e comunitarie e nell’ottica dei principi guida della FAO sulla pesca sostenibile, finalizzata a ridurre l’impatto delle attività umane sull’ecosistema marino.Alla base della filosofia di Coldiretti impresa-Pesca, c’è l’obiettivo di accorciare la filiera per tutte le tipicità ad alta valenza di identità territoriale e costiera; promuovere il consumo delle specie ittiche di minor interesse del mercato; sottoscrivere un patto con il consumatore per una pesca ed un allevamento sostenibili; arrivare a migliorare l’identificazione di “prodotto italiano” e condividere con tutta la filiera dell’ittico la tutela del “Made in Italy”.

Il programma per la Pesca e l’Acquacoltura italiana, presentato al mercato del Circo Massimo, è finanziato dal Mipaaf

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È in via Oderisi da Gubbio 226 la prima Bottega romana di

Campagna Amica di Fabio e Fabiola Di Silvio, imprenditori agricoli che aderiscono al progetto di Campagna Amica già da 3 anni. La scelta di aprire un punto vendita nel cuore di Roma nasce dalla richiesta dei clienti affezionati al mercato di San Teodoro che cercano i prodotti biologici di Fabio e Fabiola anche durante la settimana e che richiedono

una maggiore varietà di prodotti da potere acquistare. “Ad un anno dall’inizio della nostra esperienza con Campagna Amica, che ci ha dato fra l’altro la possibilità di vendere presso il mercato del Circo Massimo,

abbiamo deciso – hanno dichiarato i due imprenditori – di affittare altri 30 ettari di terreno, per soddisfare le tante richieste di prodotti, abbiamo aumentato la nostra attività e abbiamo assunto molte persone, basti pensare che prima eravamo solo in 3 e ora, anche grazie all’apertura della bottega di Campagna Amica, siamo diventati 12. Una grande soddisfazione in un periodo storico così critico per l’occupazione!”.Fabio e Fabiola, uniti dalla passione per la terra e per i prodotti sani a km zero, genuini e rigorosamente italiani e certificati, rappresentano quell’Italia del buon senso, creativa, coraggiosa, capace di fare sacrifici per valorizzare il buono e il bello del made in Italy. Una storia che siamo fieri di raccontare.

A ROMA LA pRIMA BOTTEGA BIOLOGICA È gestita da due produttori che già sono presenti al mercato di San Teodoro

Il Direttore di Coldiretti Lazio, Aldo Mattia all’inaugurazione

L’ISOLA DELLA BOTTEGA ITALIANA pUNTA SULL’ECCELLENzA DEI pRODOTTI TIpICI NOSTRANI

È stata inaugurata il 20 giugno in Via Tuscolana, 237 la prima “isola della Bottega italiana” di Giovanni Baldino.Giovanni Baldino è un imprenditore agricolo che ha aderito al progetto di Campagna Amica e che ha creduto nell’idea della filiera agricola di Coldiretti nel segno di una scelta di qualità.Infatti i prodotti venduti all’interno dell’”Isola della Bottega Ita-liana” sono prodotti tipici provenienti da tutte le regioni del Bel Paese che hanno come comune denominatore la qualità certifi-cata dalla serietà dei nostri agricoltori e produttori che, discipli-nati da severi protocolli, sono in grado di garantire genuinità e sicurezza dei propri prodotti, lungo l’intera filiera.Un’iniziativa che nasce dalla volontà di soddisfare la crescente richiesta da parte dei consumatori sempre più attenti alla quali-tà ed esigenti rispetto ad una maggiore varietà d’offerta.

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