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MITI • CIVILTÀ SCOMPARSE • ENIGMI • MISTERI ARCHEOLOGICI Periodico online bimestrale - Anno II - n° 5 - marzo 2015 LA QUESTIONE CATARA IL PROFETA RENÉ GUÉNON INTRODUZIONE ALLA SCIENZA DEI MUDRA IL LIBRO "MASSONI" DI GIOELE MAGALDI C ODICI P ROFETICI Illustrazione di copertina di Gloria Miri Illustrazione di copertina di Gloria Miri

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MITI • CIVILTÀ SCOMPARSE • ENIGMI • MISTERI ARCHEOLOGICI

Periodico online bimestrale - Anno II - n° 5 - marzo 2015

● LA QUESTIONE CATARA

● IL PROFETA RENÉ GUÉNON

● INTRODUZIONE ALLA SCIENZA DEI MUDRA

● IL LIBRO "MASSONI" DI GIOELE MAGALDI

CODICI PROFETICI Ill

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E siamo al quinto numero di Orione Magazine. Un numero molto impor-tante e diverse sono le novità. Innanzitutto è uscito il mio libro “Codici Profetici” di cui trovate un estratto anche nel focus dedicato appunto a Nostradamus. Il libro affronta a tutto tondo le pro-fezie del passato e fa parte di una Trilogia. Questo numero è dedicato a Nostradamus che con estrema lu-cidità ripercorre tutte le tappe che

ci porteranno dopo una tremenda pandemia, alla terza ed alla quarta guerra mondiale sotto il governo planetario nel regno dell’ Anticristo. Il secondo libro sarà dedicato al codice biblico detto appunto “Codice Bibbia” e il terzo sarà dedicato all’ Apo-calisse di Giovanni. E poi questo numero è importante perché segna una demarcazione importante. Orione Magazine diventa anche rivista cartacea ed ordinabile. Stiamo organizzando la rete di vendita in questi giorni. Come vedete grandi manovre!Virtute Siderum Tenus (Con valore verso le stelle)Alfredo Benni

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La tragica ed inattesa scomparsa di Ade Capone non può non colpire e rattristare. Giornalista, scrittore, sceneggiato-re, uomo di spettacolo, fumettaro, Ade era tante cose, e a dispetto di certe apparenze, con lui ci siamo sempre con-frontati lealmente, fin dall’inizio. Quando MISTERO della Quadrio nacque e si presentò su ItaliaUno, molti, e anche noi, gridarono allo scandalo, perché furono televisivamente affrontati, strillandoli oltre misura, contenuti sensazionali-stici e anche fasulli imbeccati da ambienti ufologicamente squalificanti che il neonato programma televisivo decise nondimeno di cavalcare. ”Che vuoi, avevamo la necessità di stupire con affermazioni di rottura per fare audience e poter competere con l’affermato VOYAGER di Roberto Giacobbo…” ci disse poi di persona, giustificandosi. “Ma noi” sottolineò “dobbiamo collaborare…” “Migliorate certi standards qualitativi…!” suggerii io. E da allora fu un continuo sentirsi. Così alla fine, cercando di mettere in pratica i miei consigli e migliorando gradatamente la trasmissione Ade mi convinse infine a scrivere anche per l’edizio-ne cartacea di MISTERO, che era in buona misura sulle sue spalle. E ci tornò sopra anche dopo, quando ai convegni ufologici di Torriglia prima, e al MISTERO IN FESTIVAL di Salsomaggiore al quale volle invitarmi a parlare dopo, continuò a farmi una corte spietata. “Dobbiamo lasciarci dietro le cialtro-nerie e fare un salto di qualità”, diceva. E con lui e con gli organizzatori del pro-gramma avremmo dovuto vederci per parlarne proprio nel febbraio 2015. Ma le cose sono andate diversamente, purtroppo. Francamente, quello che ci dispiace di più è la mancanza dell’uomo, che non solo aveva inserito una mia lunga intervista nel nuovo libro che stava scrivendo (e che non sappiamo se ap-parirà postumo), ma ci aveva anche aperto l’animo. E l’ultimo Ade Capone era un po’ diverso da quello che poteva sembrare. Sì, perché poco importa che nella sua vita di curioso indagatore dell’insolito ne avesse viste di tutti i colori, dallo spiritismo all’occultismo, dalla magia rituale al satanismo, dalle abductions al cospirazionismo più becero. “Sai, mi diceva, qualcuno guarda a me in negativo solo perché il mio nome, Ade, evoca il nome classico dell’Inferno…” e ci ride-va sopra. Infatti Ade era anche un misurato e competente osservatore in campo ufologico, parapsicologico, religioso ed esoterico. Perché tutti possiamo avere accesso alla “Forza”, il quid che sottende l’intera saga di GUERRE STELLA-RI, capolavoro di fantascienza iniziatica. E, come alcuni fanno, si può dunque essere asserviti al “Lato Oscuro della Forza” da cui è facile essere sedotti. E Ade vi si era confrontato, pur non soggiacendovi. “Bisogna saper guardare verso l’alto, Roberto” diceva. E aveva perfettamente ragione. Non a caso il Vangelo dice che “molti sono i chiamati, pochi gli eletti”. Ora che non c’è più, che il suo percorso lungo il proprio sentiero esistenzia-le si è bruscamente concluso, non possiamo dunque che augurarci e augu-rargli di continuare a “guardare verso l’alto”, come diceva, ringraziandolo per quello che di buono ha fatto. E un’ultima cosa. Che nessun seguace del “Lato Oscuro della Forza” si arroghi comunque il diritto di strumentaliz-zarne la memoria o l’eredità giornalistica. Ade non apparteneva che a se stesso e a pochi veri amici. Il resto, con il futuro di MISTERO, compete solo alle oculate scelte di chi, ci auguriamo, non vorrà affossare il suo positivo lavoro solo perché Ade ha cambiato piano di esistenza. La trasmissione e la rivista non vanno certo archiviate per questo. A lui, che è andato ormai oltre il mistero, non farebbe certo piacere. Per cui continua a guardare in alto, Ade! Da lassù ti sarà più facile che a noi…Roberto Pinotti

EditorialeDirettore ResponsabileRoberto Pinotti

Direttore EditorialeGianfranco Pecoraro

Direttore GeneraleAlfredo Benni

Impaginazione e progetto graficoValentina Longhi

Hanno collaborato:Alfredo Benni,G. F. Carpeoro, Michele Manher,Maria Benedetta Errigo,Ferruccio Santulli, Michele Perrotta,Giovanna Garbuio,Fabio Frabetti, Michele Proclamato,Paolo Franceschetti, Stefania Nicoletti, Danika Kemi,Maura Musi.

Illustrazione di copertina: Gloria Miri

EditoreAssociazione Culturale FCOIAA

Sede LegaleViale del Lavoro, 2124050 Spirano (BG)

Sede RedazioneVia Bernardo Rucellai, 1220126 MilanoTel 3482409194

Per iscrizioni:Associazione Culturale Fcoiaa tramite sito www.fcoiaa.com

Rivista on-line gratuita

Registrazione al Tribunale di Milano n° 201 del 22/05/2014

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Un tributo e un saluto ad un amico

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EDITORIALE di Roberto Pinotti3CHIOSE di G.F. Carpeoro5

N. 5 - marzo 2015

FOCUSdi Alfredo Benni

CODICI PROFETICI

NOSTRADAMUS VITA E OPERE

CHIAVI E INTERPRETI

LETTERA AD ENRICO II

LE CENTURIE

UN MONITO IMPORTANTE

BACK COVER di G.F. Carpeoro

SOM

MAR

IO

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282418141286

3242

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ENIGMI: LA QUESTIONE CATARA di Michele Manher MAGHI E STREGHE: GIOVANNA BONANNO Uno degli ultimi processi per stregoneria.. di Maria Benedetta Errigo L’ OSSIMORO: IL PROFETA RENÉ GUÉNON? di Ferruccio Santulli ESOTERISMO: IL SAOŠYANT E LA NASCITA DEL MESSIA DI BETLEMME di Michele Perrotta NUOVE FRONTIERE: IL POTERE VIBRAZIONALE DELLA PAROLA di Giovanna Garbuio RADIO IN PAGINA: BORDER NIGHT di Fabio Frabetti METASTORIA: LA GEOMETRIA EMOZIONALE VENERE O AMORE di Michele Proclamato LA ROSA GIALLA di Paolo Franceschetti L'OMBRA di Stefania Nicoletti CARTA CANTA di Giovanna Garbuio GUARIGIONI di Danika Kemi

MULTIMEDIA di Maura Musi

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60

6670

74829094

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G.F. Carpeoro

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Questo è un numero fortunato: bagna l’esordio del nostro editore Alfredo Benni, come ricercatore del focus su No-stradamus, nonché l’apparire quasi magico, come lei del resto, di Gloria Miri come disegnatrice dell’immagine di copertina e della back cover. Li salutiamo con tutto l’affetto che possiamo e ci accingiamo a varare il numero della quin-ta essenza, il numero 5. Abbiamo in serbo delle belle novità per voi, oltre alla, già annunciata sul web, futura disponi-bilità delle copie cartacee della rivista on demand presso di noi o presso un discreto numero di librerie localizzate in tutta Italia delle quali pubblicheremo l’elenco dettagliato. Per il resto è Carnevale, antica festa di Saturno, e siccome ogni tanto bisogna capovolgere tutto perché tutto si rinnovi proviamo a capovolgerci pure noi nel nostro specchio ini-ziatico…Buona rinascita e buona lettura, amici del dubbio e della verità.

in questo numeroAlfredo Benni ci introduce nel mondo profetico di Nostradamus, in Enigmi, Michele Manher ricostruisce la tragica vicenda dei Catari, in Maghi e Streghe, Maria Benedetta Errigo ci racconta la storia di Giovanna Bonanno, Ferruccio Santulli, nella rubrica l’Ossimoro ievoca il personaggio e l’opera del padre della simbologia, René Guénon. In Esoterismo Michele Perrotta tratta dello del Saošyant avestico e della nascita del Messia di Betlemme, mentre in Nuove

Frontiere, Giovanna Garbuio tratta del Potere Vibrazionale della Parola. Per Radio in Pagina, dalla trasmissione Border Night, Fabio Frabetti ci racconta della puntata che vide ospite Corrado Malanga, poi, in Metastoria Michele Proclamato si occupa della Geometria Emozionale. In Rosa Gialla, Paolo Franceschetti ci introduce nel mondo dei Mudra, mentre Stefania Nicoletti ne L’Ombra ci racconta i clamorosi riscontri del libro “MASSONI” di Gioele Magaldi. In Carta Canta per le recensioni librarie di Giovanna Garbuio, si parlerà del Il Quinto accordo di Don Miguel Rui. In Guarigioni Danika Kemi parla dei campi bioenergetici della dott.ssa Valerie Hunt, e, infine, in Multimedia, Maura Musi, ci introduce nel mondo del più famoso gruppo musicale tra i giovanissimi, i DEAR JACK.

C hiose

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FOCUS CODICI PROFETICI

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COMPLICI TUTTA UNA SERIE DI EVENTI, HO FINALMENTE DECISO DI SCRIVERE UNA TRILOGIA DOVE ANDRÒ AD ANALIZZARE NEL DETTAGLIO I CODICI PROFETICI DEL PASSATO. ESISTE INFATTI UN FILO CONDUTTORE NELLE PROFEZIE CHE SONO ANDATO AD ANALIZZARE. UN FILO CONDUTTORE CHE DICE SEMPRE LA MEDESIMA COSA: L’UMANITÀ NON È CONDANNATA; MA SE CONTINUERÀ SULLA STRADA INTRAPRESA ORA, UNA TERRIBILE SCIAGURA SI ABBATTERÀ SU TUTTI NOI. QUESTO FILO CONDUTTORE È IN TUTTE LE PROFEZIE CHE HO ANALIZZATO E STUDIATO. È IN NOSTRADAMUS CHE OGGI UNA CERTA CULTURA SCIENTISTA VUOL FAR PASSARE PER UN VECCHIO MEDICO PAZZO E FALLITO E CHE INVECE ERA AL SUO TEMPO ONORATO DA RE E REGINE, MEDICO AFFERMATO E PERSONAGGIO MOLTO COLTO. È IN "CODICE BIBBIA" CHE SEMBRA UN CODICE CABLATO E CRIPTATO NELLA BIBBIA EBRAICA ED È POSSIBILE DA ANALIZZARE SOLO CON UN COMPUTER. ED È NELL’APOCALISSE, LA PARTE PIÙ OSCURA ED IGNOTA DELLA BIBBIA. UN FILO CONDUTTORE CHE RACCONTA DI AVVENIMENTI TECNOLOGICI CHIARI ED INEQUIVOCABILI CHE SOLO ORA INIZIAMO A COMPRENDERE. UN FILO TECNOLOGICO E NARRATIVO CHE È MOLTO AL DI LÀ DELLA CULTURA MEDIA DELLE PERSONE E PERTANTO AI PIÙ DI SOLITO RISULTA INCOMPRENSIBILE E SENZA SENSO.

Alfredo Benni

CODICI PROFETICI

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Nostradamus

Vita e opere

In una trilogia che analizza le profezie compa-randole, il primo volume non poteva non essere dedicato al veggente per eccellenza: Michel de Nostredame detto anche Nostradamus. Michel nasce a Saint-Rémy il 14 dicembre 1503 da Jacques De Nostredame, notaio e da Renée di Saint-Rémy. Di origine ebraica, viene inizia-to dal bisnonno Jean alla tradizione ebraica, alla scienza degli astri, alle concezioni matematiche ed esoteriche. È interessante notare che in quel tempo l’astrologia diviene scienza complemen-tare alla medicina grazie a Carlo V re di Francia che crea a Parigi una università dove con la me-dicina si insegna l’astrologia: “un medico senza astrologa è come un occhio che non vede”. A Bordeaux nel 1528 si troverà in piena epide-mia di peste, portata dall’ Italia dai soldati di Luigi XII. Lì resisterà in un inferno grazie ai consigli medici del suo longevo bisnonno e ma-turerà la convinzione di voler diventare medico. Dopo essersi diplomato ad Avignone nel 1520, conoscendo latino, greco e l’ebraico, nomina-to “Maitre dei arts”, può insegnare belle lettere e filosofia. Frequenta nel 1526 l’università di Monpellier, ma deve abbandonare gli studi poi-ché per disordini i corsi vengono sospesi. Si reiscrive a Monpellier nel 1529 e studierà fianco a fianco a Antoine Saporeta, Balthasr No-yer, François Rabelais e altri che in futuro di-venteranno famosi. Si laurea nel 1532. A trent’ anni modifica il nome latinizzandolo in Nostradamus e si converte al cattolicesimo. Di carattere schivo e taciturno si interessa di me-dicina e alle opere letterarie di François Rabe-lais. Ad Agen si sposa nel 1533 ed ha due figli. Ottiene una discreta fama preparando sue pozio-ni ed elisir grazie alle sue conoscenze di botani-ca. Accusato di praticare arti oscure, pensa bene di abbandonare la città in cui ritornerà solo per assistere alla morte della moglie e dei suoi figli falciati dall’epidemia di peste del 1535. Questo è un periodo abbastanza nebuloso nella vita di Nostradamus. Viaggia per tutta la Francia e sicuramente è stato in Lorena, in Alsazia, in Italia (Savona), a Vienna. Nell’ opera Sufi d’Iran, l’Emiro Nostrateddine Ghaffary, sostiene che Nostradamus visse in Persia a Ispahan. Nel suo peregrinare probabil-mente conosce Agrippa di Nettesheim medico,

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FOCUSNostradamus

Vita e opere

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scrittore, filosofo, astrologo tedesco condan-nato dalla chiesa per le sue opere “De Occulta Philosophia” e del “De Incertitudine et Vanitate Scientiarum”. Quasi sicuramente incontrò anche Paracelso, medico, filosofo, astrologo, padre del-la moderna farmacologia in antitesi alle cure di origine vegetale. Altro personaggio che può aver conosciuto è il dottor Iohannes Faust, personag-gio storicamente esistito, mago e negromante del Wurttemberg, detentore di tecniche alchimisti-che, esperto di demonologia e tecniche di ringio-vanimento. Erede di grossa fortuna, studia giu-risprudenza, astronomia e teologia a Ingolstadt in Baviera (G. Wiedmann). Nel 1542 si da per scontato il suo soggiorno al monastero di Orval, dove verrà alla luce la profezia di Orval nel 1793 redatta da un certo monaco Olivarius (che altro non sarebbe che Nostradamus) con il suo testo “Livres des Propheties composé par Philippe-Diendonné Noel Olivarius, docteur en médecine, chirurgien et astrologue - 1542”. Dopo aver scrit-to “Interpretation des Hiéroglyphes de Horapollo in 86 fogli manoscritti di provata autenticità, vie-ne supplicato di recarsi a Aix nel 1546 per fron-teggiare una epidemia di peste nera. Nostradamus accetta e con coraggio porta conforto nelle case e ordina di sgomberare le strade, di pulire le fogne, di disinfettare le case ed i servizi igienici. Tutti devono masticare aglio. Con l’aiuto di un farmaci-sta locale, Joseph Turrell prepara composti cura-tivi a base di aglio, aloe,

cipresso, ambra, muschio, garofano, essenza di iris e di rose. Dopo nove mesi la peste è vinta. Nostradamus si reca poi a Lione per una epide-mia di ipertosse maligna. Infine a Salon dove si accasa e si sposa nel 1547 con Anne Ponsard, ricca e piacente vedova da cui avrà 8 figli. Nella sua casa di quattro piani disporrà di sala di medi-tazione, di osservatorio astronomico e biblioteca personale. Viene descritto dal suo apprendista Jean-Ayme de Chavigny come uomo con fol-ta barba, sguardo dolce, abbastanza volubile di temperamento, dall’ironia sottile. Dal 1547 si dedica alle previsioni astrologiche che esegue con molta cura secondo le tecniche del tempo. Dal 1555 al 1566 completa la sua opera profetica che gli darà celebrità in vita ed ancor più dopo la sua morte. Muore il 2 luglio 1566. Osannato dalla popolazione e interrogato per i suoi vaticini da Re e regine conoscerà ed in-contrerà più volte Caterina de Medici. In parti-colare Caterina de Medici il 17 ottobre 1564, si recherà, con suo figlio Carlo IX e con un lungo corteo di servitori e dame, a Salon per omaggia-re il profeta. Nostradamus nei suoi scritti spiega dettagliatamente la tecnica per ottenere queste visioni. Dopo tre giorni di digiuno, si sedeva in meditazione su un tripode bronzeo toccando o una verga metallica o l’acqua. Per aumentare la concentrazione usava o specchi (Catoptroman-zia) o il fuoco di una fiamma (Piromanzia).

FOCUS

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Chiavi e interpretiFOCUS

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Nostradamus con tutta probabilità ha scritto le sue previsioni in chiaro e poi le ha mescolate se-condo un codice o chiave che gli hanno permes-so di occultare il significato delle sue previsioni. I tentativi di decifrazione sono stati i più svariati e ingegnosi. Molti studiosi hanno tentato di de-cifrare gli scritti di Nostrdamus, una inarrivabile alchimia di linguaggio simbolico, codici ma-tematici, linguaggio Verde: il linguaggio degli alchimisti iniziati. E non poteva essere diversa-mente poiché Nostradamus era stato iniziato alla confraternita dei Rosa-Croce. I testi di Nostradamus sono infatti intrisi di anagrammi, doppi sensi, sottrazioni letterarie, scomposizione dei periodi e spostamento delle singole proposizioni nel testo. Innumerevoli sono gli studiosi che hanno passato fin dal 1600 notti insonni cercando la chiave che avrebbe permesso il riordinamento e la lettura in “chiaro” delle quartine. Uno dei più promettenti è stato Frontenac ex ufficiale di marina addet-to ai cifrari militari. Inutile dire che purtroppo la chiave di Nostradamus resiste tuttora oggi. Curiosamente gli scritti di Nostradamus furono studiati segretamente anche da diversi nazisti fra cui Goebbels nel tentativo di accreditarsi la vit-toria. Un bizzarro quanto ambizioso astrologo svizzero, Karl Ernst Krafft scrisse alla cancelle-ria preannunciando un attentato a Hitler. Quando l’attentato si verificò Goebbels e gli in-glesi pensarono di usare le centurie di Nostra-damus opportunamente adattate come arma psi-cologica per fiaccare reciprocamente il morale avversario. La Gestapo per tacitare le previsioni nefaste sull’impero tedesco, giunse perfino nel giugno del 1941 a requisire tutti i libri di Nostra-damus. Dopo la fuga in Scozia di Rudolf Hess, ministro del Reich e secondo solo a Goering, con un decreto di Martin Borman, venivano ar-restati e mandati in campo di sterminio tutti gli astrologhi ed interpreti di Nostradamus, Krafft compreso. L’accusa è quella di turbare gli animi con le loro avvelenate “profezie”; Krafft era in-fatti un amico di Hess.

Chiavi e interpreti

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La lettera adEnrico II

FOCUSLa lettera ad Enrico II è uno dei documenti profeti-ci più interessanti che ci siano stati mai tramandati. Narra di una guerra fra Occidente e Oriente. L’occidente verrà invaso prima dai popoli arabi e poi da quelli cinesi. Non possiamo qui analizza-re tutta la lettera come ho fatto nel mio libro, ma vediamo nel dettaglio alcuni brani che ho scelto e che sono il periodo di transizione tra il passato ed il futuro. (L) Una eclissi solare precederà e sarà la più oscura e tenebrosa che vi sia stata dopo la cre-azione del mondo, fino alla morte ed alla passione di Gesù Cristo, (LI) e da quel tempo fino ad ora, ed avverrà nel mese di ottobre, che qualche gran-de cambiamento sarà fatto, tale che si crederà che la terra abbia perduto il suo naturale movimento e si stia inabissando nelle tenebre eterne; il tempo invernale avanzerà e seguiranno estremi cambia-menti, mutazioni di regni, grandi terremoti, pullu-lazione della nuova Babilonia, miserabile figlia, in-grandita dalla abominazione del primo olocausto. Avverrà una grande eclisse che sem-brerà molto lunga. L’eclisse avverrà in ottobre. E da quel momento ci sarà una accele-razione di mutamenti climati-ci, cambieranno regni, quindi ci saranno guerre e disastri. E vi saranno grandi terremoti. Io credo di aver identifica-to l’ eclisse descritta come quella del 24 ottobre 1995. Infatti è una eclisse totale che avvenne su metà del pianeta e attraversò Europa, Asia ed Oceania; durata 2 minuti e 10 secondi, (LII) e durerà sol-tanto 73 anni e 7 mesi, (LIII) poi uscirà dallo stelo quella che era stata così a lungo sterile, proceden-do dal cinquantesimo grado, che rinnovellerà tutta la Chiesa Cristiana. E questo periodo del pullula-re della nuova Babilonia durerà soltanto 73 anni. Quindi dal 1995 al 2068. Con Nuova Babilonia si intende un periodo molto problematico. Poi - con questo poi Nostradamus riprende il discorso prece-dente in cui troviamo riassunti gli eventi principali fin dalla Prima Guerra mondiale - uscirà dallo stelo (la forma arcaica di “tige” è capostipite più che ste-lo) una personalità, un capo appunto, che rinnoverà tutta la Chiesa Cattolica. Questo personaggio ver-rà dal 50° meridiano e secondo me è identificabile con Karol Józef Wojtyła. Infatti Papa Wojtyla nasce a sud di Varsavia che è posta al 52° grado. (LIV) Sarà fatta una grande

Pace, unione e concordia tra uno dei fanciulli dei fronti sconvolti e separati dei diversi regni; (LV) e sarà fatta una tale pace che rimarrà appeso al più profondo baratro il suscitatore e promotore della fazione di guerra per la diversità delle religioni e sarà riunito il regno del Rabbioso che imiterà il saggio. E verrà fatta una gran pace unione e con-cordia. Ma il rabbioso imiterà il saggio e si riuni-rà sotto differenze religiose. In pratica vi saranno guerre di religione. E’ da notare che dal 1990 in avanti c’è stato un susseguirsi ed intensificarsi di guerre anche di religione ad iniziare dalla prima guerra del Golfo. (LVI) E le contrade, città, paesi, regni, e province che avranno per prime le vie per salvarsi, rendendosi ancor più prigioniere, saran-no segretamente private della loro libertà e, per-

duta la perfetta religione, cominceranno a colpire a sinistra, per ritornare a de-stra, (LVII) ristabilendo la santità sconfitta da lungo tempo con la loro antica scrittura, così che dopo il grande cane, sorgerà il più grosso mastino che tutto distruggerà, anche ciò che prima era stato perpetrato, verranno ricostruiti i tem-pli come nei tempi remo-ti, e sarà restituito il clero al suo primitivo stato, (LVIII) e ricomincerà la prostituzione, la lussuria, il fare e commettere mil-

le misfatti. Gli stati ridurranno gradatamente ma segretamente la libertà dei propri cittadini e poco a poco sorgerà il grosso mastino che tutto distrug-gerà. E la chiesa ritornerà al primitivo stato e sarà investita da scandali di lussuria, prostituzione e mille misfatti. (LIX) Ed essendo prossima un'altra desolazione, allorché essa sarà al vertice della sua dignità, si innalzeranno dei potenti e delle forze militari, (LX) e gli saranno tolte le due spade, e non gli resteranno che le insegne, (LXI) delle qua-li, per mezzo della curvatura che le attira, il popolo le farà proseguire diritto, e non vorrà concedersi ad essi per lo scopo opposto alla tagliante autori-tà, toccando terra, volendo stimolare fino ciò che nascerà da un ramo della da lungo tempo Sterile, che libererà tutti i popoli dell'universo da quella schiavitù benigna e volontaria rimettendosi alla

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La lettera adEnrico II

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protezione di Marte, spogliando Giove di tutti i suoi onori e dignità, per la città libera, fondata e situata in un'altra esigua Mesopotamia. (LXII) E saranno il capo ed il governatore gettati dal centro e messi in aria, ignorando la cospirazio-ne dei congiurati con il secondo Trasibulo, che da molto tempo aveva manipolato tutto ciò. (LXIII) Allora le sozzure, le abominazioni, saran-no con grande disonore obbiettate, e manifestate alle tenebre della offuscata luce, e cesserà verso la fine del cambiamento del suo regno, (LXIV) e i capi della Chiesa saranno in difetto dell'amore di Dio, (LXV) e parecchi di essi rinnegheranno la vera Fede, (LXVI) e delle tre sette, quella di mez-zo, per i suoi cultori, sarà un poco messa in mino-ranza. (LXVII) La prima interamente dall’Europa, la maggior parte dell'Africa sterminata dalla ter-za, grazie ai poveri di spirito, che adultereranno

per errata educazione, e per libidinosa lussuria. (LXVIII) Il popolo si solleverà, caccerà i seguaci dei legislatori e sembrerà che i regni siano stati indeboliti dagli Orientali, che Dio Creatore abbia slegato Satana dalle prigioni infernali, per far na-scere il grande Gog e Magog, che provocheranno una così abominevole frattura alle Chiese, che né i rossi né i bianchi senza occhi e senza mani non potranno più giudicare, e sarà loro negata ogni po-tenza. Non si potrebbe descrivere più fedelmente la situazione attuale nel 2014. Le forze militari si innalzeranno potenti. Nostradamus mette in guar-dia da una cospirazione che nessuno né capi né governatori (quindi potere politico) riesce a com-prendere. Ci si affiderà alla protezione di Marte (Dio della guerra) e i capi della chiesa saranno in difetto dell’ amore di Dio e arriveranno perfino a rinnegare la vera fede. La mente corre sicuramente

FOCUS

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FOCUS

ai tanti scandali per pedofilia che hanno coinvolto alti prelati. Il popolo si ribellerà a questo stato di cose e sembrerà che Satana sia stato slegato dalle prigioni infernali. Frase sicuramente evocativa di guerre e distruzioni. Come non pensare alla barba-rie di Isis? Secondo questa interpretazione a breve ci dovrebbe essere una frattura fra i diversi tipi di fedi cristiane: copta, romana e anglicana. (LXIX) Allora vi sarà la più grande persecuzione alle Chiese di quanta ne sia mai stata fatta. (LXX) E durante questi avvenimenti sorgerà una epide-mia così vasta che due terzi del mondo periranno, (LXXI) tanto che non si riconosceranno gli appar-tenenti ai campi o alle case, e l'erba crescerà più alta delle ginocchia per le vie delle città. Siamo giunti nel futuro. La chiesa verrà perseguitata (come ve-dremo abbondantemente anche nelle quartine), e durante questo periodo vi sarà una epidemia de-

vastante. La mente corre alla epidemia africana di ebola ma probabilmente si tratta di una nuova epidemia, una pandemia forse causata da un vi-rus o batterio temutissimo. O forse si tratta di una nuova entità geneticamente creata o modificata in un laboratorio oppure di un’arma biologica o di una entità risvegliatasi dopo secoli di ibernazione fra i ghiacci. Quel che è certo è che questa cosa mieterà la popolazione mondiale e che, inarresta-bile, in barba a tutti i controlli sanitari arriverà in Europa e negli Stati Uniti d’ America. L’ epidemia sarà talmente vasta che due terzi del-la popolazione mondiale perirà. Ebola ha curio-samente una percentuale di mortalità che oscilla tra il 40 e il 60%. Ma il candidato più probabile è una nuova forma di influenza derivata dall’ in-fluenza aviaria che potrebbe generare una nuova devastante pandemia.

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Nostradamus ha scritto 10 centurie ognuna con 100 quartine, eccetto la centuria 7° che ne con-tiene 40. Nostradamus adotta un linguaggio che fa riferimento a avvenimenti mitologici, astro-nomici, temporali, zodiacali, storici. Tutto è amalgamato insieme e presentato in maniera sottile e precisa. Una volta capito il ri-ferimento le sue quartine sono molto chiare ed esplicite. L’unico criterio che ho seguito nell’ interpretazione delle quar-tine è la logica. Una quartina a volte può avere diverse inter-pretazioni ma solo una è logica; l’importante è analizzare tutte le possibilità. In questo ambito il mio lavoro di programmatore professionista mi ha abituato alla logica e quindi in un certo senso mi ha favorito in questa analisi. Ciò non toglie che questo primo libro sia stata una di una fatica estenuante.

Così quando, per fare un esempio del lavoro svolto, nella quartina XI (11) della centuria 5 leggiamo:

Ceux de Venus tiendront toute l'Affrique: Leur regne plus Saturne n'occupera,

Tutta l’Africa sarà dominata dai popoli di Ve-nere E il loro regno più Saturno non occuperà

la frase quelli di Venere può essere interpretata in molti modi; può essere:Mitologica: Venere madre di Enea, che dopo la distruzio-ne di Troia e lungo peregrinare approderà nel Lazio e col suo matrimonio con la principessa Lavinia darà il via al popolo dei Romani. Comportamentale: Venere è la dea dell’ amore

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Le Centurie

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Astronomica: il pianeta Venere, visibile al mattino ad est e al tramonto ad ovestMentre Saturno ha tre interpretazioni:Mitologica: è il dio dell’ abbondanza; Saturno o Crono nella mitologia Greca, fu spodestato da GiovePosizionale: il Dio Saturno in esilio si stabilì ad Ausonia nel Lazio.Astronomica: il pianeta SaturnoIn questo caso, l’interpretazione corretta è ov-viamente quella astronomica, ma rimaneva una ambivalenza: quelli di Venere sono quelli dell’ est o quelli dell’ovest? La spiegazione ci viene data dall’ ultima frase della quartina:

Et changera la part Asiatique.

Mentre l’Asiatica parte cambierà

E quindi ci viene spiegato che saranno i popoli dell’ est ad occupare l’Africa. E la occuperanno poiché il loro territorio muterà. Saturno è ancora elemento astronomico ma questa volta indica un periodo temporale. Saturno infatti compie un orbita attorno al Sole in circa 29 anni. E questo è il lasso di tempo in cui la Cina occuperà l’Africa. E questa cosa non solo ha senso in quanto la Cina se si alzassero i mari verrebbe sommersa ma sta anche avvenendo in quanto in Africa da parte di imprese cinesi sono state costruite vere e proprie città ora “fantasma”, costruite e mai abitate. E Nostradamus ci dice il perché.

Le Centurie

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Ma vediamo qualche altra quartina.

Centuria 1 - Q XXII (22)Ce que vivra & n'ayant aucun sens, Viendront leser à mort son artifice: Autun, Chalon, Langres, & les deux Sens, La gresle & glace fera grand malefice.

Ciò che vivrà senso alcuno non avràAlla morte il suo sotterfugio lasceràAutun, Chalon, Langres, & le due SensGrande danno grandine e ghiaccio faranno

Quartina che identifica la possibilità che il trans umanesimo possa far sfuggire l’uomo alla mor-te. Ciò che vivrà non avrà senso ma lascerà alla morte un inganno. Il trans umanesimo preve-de l’evoluzione del genere umano dentro una macchina. È possibile che il cervello sia imitato da una macchina. Molte sono gli sforzi a capire il funzionamento del cervello e a costruire sue repliche sintetiche. Ma è possibile trasferire una

coscienza umana dentro un simulacro compute-rizzato e ingannare la morte? Quanto di umano resterà in un essere così? Ed infatti se lo chiede perfino Nostradamus. Ha senso vivere così? Sarà una cosa per pochi eletti o una evoluzione per tutti? Nessuno oggi sa dare una risposta concreta a queste domande. In quel tempo grande danno di grandine e ghiaccio si abbatterà su città della Francia.

Centuria 3 - Q. XXXIV (34)Quand le deffaut du Soleil lors sera Sur le plein iour le mon-stre sera veu: Tout autrement on l'interpretera, Cherté n'a garde nul n'y aura pourveu.

Quando l’eclissi del sole avve-rà In pieno giorno sarà visto il prodigio: Ben altrimenti lo si interpreterà, Preziosità non

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FOCUS

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badata nessuno vi avrà provveduto.

Vi sarà una eclissi di Sole e in pieno giorno vi sarà un prodigio nell’indifferenza generale. Anzi lo si interpreterà diversamente. Una grande preziosità passerà nel disinteresse generale. Potrebbe essere riferita all’avvista-mento di UFO durante l’eclisse dell’11 luglio 1991 su Città del Messico.

Centuria 3 - Q. XCV (95)La loy Moricque on verra deffaillir. Apres une autre beaucoup plus seductive: Boristhenes premier viendra faillir. Par dons & langue une plus attractive.

La legge Morica si vedrà sostituita.Da un’ altra assai più seducente:Ai Boristhenes per prima mancherà.(Perché la seconda) con la sua dialettica e vir-tù sarà più attraente.

La legge di Tommaso Moro (fautore di una dottrina molto simile al marxismo) verrà so-stituita dai Boristhenes (termine con cui si in-dica i territori dello Dnieper, fiume designante i popoli russi). Quindi i popoli russi abbando-

neranno il marxismo e abbrac-ceranno una dottrina più sedu-cente e virtuosa.

Centuria 2 - Q. V (5)Qu'en dans poisson, fer & let-tre enfermee, Hors sortira, qui puis fera la guerre, Aura par mer sa classe bien ramee, Ap-paroissant pres de Latine terre.

Quando il ferreo pesce con sigillata lettera Fuori uscirà chi poi farà la guerra Avrà nel mare ben armata la sua flotta,Ed apparirà presso le terre italiane.

Emerge un sommergibile che porta ordini sigil-lati da diffondere a soldati già presenti sul terri-torio e porta chi condurrà (i capi militari) guerra in Europa. Avrà al seguito una flotta ben armata e apparirà presso le terre Italiane (forse nel La-

zio). Niente male per un “medico fallito mezzo pazzo” come viene oggi da noi etichettato.

Centuria 6 - Q. LIV (54)Au poinct du iour au second chant du coq, Ceux de Tunes, de Fez, & de Begie, Par les Arabes, captif le Roy Maroq, L'an mil six cens & sept, de Liturgie.

All’alba (spuntar del giorno) al secondo canto del galloQuelli di Tunisi, di Fez e di Bugie:Dagli Arabi catturato re del MaroccoL’anno 1607 della Liturgia

All’alba al secondo canto del gallo, quelli di Tunisi, di Fez (città del Marocco) e di Beja (cit-tà della Tunisia) (avranno/vedranno) dagli ara-bi catturato il re del Marocco. Nell’ anno 1607 della Liturgia.Da notare che Fez e Tunisi distano 1400 chilo-metri di distanza, quindi si presuppone che ci

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dio di una sinagoga da parte di alcuni cristiani nella città di Callinico, l’imperatore decise di punire severamente i responsabili ed in parti-colare il vescovo che aveva istigato la popola-zione. Saputo questo, Ambrogio intervenne e minacciò Teodosio di escluderlo dai sacri riti e invitando l’imperatore a fare atto di penitenza pubblica. Teodosio accetto di sottoporsi alla volontà del Vescovo e fece atto di penitenza nella notte di Natale del 390. Dopo quell’episodio la politica religiosa di Te-odosio si irrigidì notevolmente tanto che tra il 391 e il 392 furono emanati una serie di decre-ti (noti come decreti teodosiani) che attuavano in pieno l’ editto di Tessalonica: l’accesso ai templi era interdetto ai pagani, era ribadita il divieto di paganesimo e di adorazione di sta-tue, furono inasprite le pene amministrative per i cristiani convertiti di nuovo al pagane-simo e con editto del 392 da Costantinopoli venne imposto che l’ immolazione di vittime e la consultazione delle viscere erano delitti

sarà una azione che interesserà tutta l’Africa del nord per migliaia di chilometri. In effetti le armate arabe dovrebbero puntare a passare lo stretto di Gibilterra in una manovra a tenaglia. Una parte dovrebbe risalire l’Euro-pa passando dalla Grecia, un altro tronco inva-derà prima la Spagna e poi la Francia.Con la frase 1607 della Liturgia si intende 1607 anni dopo la Liturgia. Su questo parame-tro si sono spesi fiumi di inchiostro. Per Luciano Sampietro si tratta della data del 392. Io credo che questa data sia invece il 422. Per nascita della Liturgia si intende infatti la data in cui la liturgia come oggi conosciamo venne codificata. Per capire un pò di cose dob-biamo risalire a Aurelio Ambrogio detto anche Ambrogio da Milano o Sant’ Ambrogio uno dei più importanti vescovi della Chiesa del IV se-colo. Ormai vescovo Ambrogio aveva rapporti stretti con la corte imperiale; fedele all’impero ebbe stretti rapporti epistolari con l’imperato-re Teodosio I. Nel 388 a seguito dell’incen-

La cartina programmatica dell' invasione dell' Europa pianificata dall'ISIS su tre direttrici. Estratto da ebook dell'ISIS "The Islam State 2015"

equiparati a lesa maestà e quindi punibili con la morte. Ma è solo nel 422 con l’ ascesa al papato da parte di Celestino I che si completa questa opera. Celestino I infatti si dice abbia convissuto per un certo periodo a Milano con Sant’Ambrogio. Fermo sostenitore delle tradizioni e deciso ad estirpare l’ eresia da tutta Europa, era grande amico di Ambrogio e ne ri-conobbe la sua santità. Sotto il suo pontificato nel 431 si tenne il Concilio di Efeso dove Ma-ria veniva definita “madre di Dio” (Theotokos) e non “madre di uomo” Cristo come sosteneva il patriarca di Costantinopoli, Nestorio. Veniva quindi unificata e resa inseparabile la natura umana e divina di Gesù. Pertanto le due date possibili per la nascita della Liturgia sono il 422, anno della salita al papato di Celestino I, anno in cui la dottrina ambrosiana trovava totale compimento o il 431 anno della accettazione divina di Cristo. Pertanto il 1607 può divenire il 2029 o il 2038 a seconda che si sommi al 1607 il 422 o il 431.

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FOCUSPersonalmente ritengo che la data più interes-sante nello scenario complessivo sia quella del 2029 che è prima della data di invasione dell’ europa (2036) e dopo la distruzione di Israele (2019-2020).

Q. LXXX (80)De Fez le regne parviendra à ceux d'Europe,Feu leur cité & lame tranchera.Le grand d'Asie terre & mer à grand troupe,Que bleux, pers, croix, à mort chassera. Da Fez a quelli dell’ Europa si estenderà il regnoIncendi sulle loro città e lama trancerà (le teste degli abitanti)La grande Asia (manderà) grandi eserciti di terra e grandi flotteChe condannerà a morte militari, occhi chiari e croci

Dal Marocco all’Europa si estenderà il regno. Incendi dovunque e teste mozzate. La grande Asia invierà grandi e potenti armate per terra e mare che distruggerà i blu (bleux), quelli dagli occhi chiari tra il verde e il blu (“pers” è aggettivo usato da Verne, Le Château des Carpathes, page 5, 1892) e le croci. È interessante notare che il simbolo della nato è proprio in colore blu. Con la frase quelli dagli occhi chiari, si intende ovviamente i popoli oc-cidentali. Il rifermento alle croci è infine un ri-ferimento diretto alla cristianità. Probabilmente

questa quartina è relativa al IV conflitto mondiale in cui l’

Asia dopo il nel 2070 dovrebbe invadere

l’Europa e sotto il comando del terzo Anticristo (i primi due sono stati Na-poleone e Hit-ler) sbaraglierà

la Nato e pren-derà possesso di

tutto il pianeta.

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Un monito importante

Nostradamus e le altre profezie ci parlano di profezie che possono accadere, non che devono accadere. Cercare di cambiare il corso delle pro-fezie è corretto, ma cercare di forzare la mano al destino è sbagliato. Lo sa bene Erode il Grande che nel Vangelo secondo Matteo, avvisato che sarebbe nato il Messia a Betlemme fece uccidere tutti i bambini sotto ai due anni, ma non riuscì nel suo intento di cambiare il corso del destino. E se invece di uccidere tutti i bambini si fosse comportato diversamente? Avrebbe avuto possi-bilità di successo?La domanda non è assurda, esiste il principio di azione e retroazione. Non è che tentando in tutti i modi di evitare il compimento di una profezia, in verità la avveriamo? Se Erode non avesse sterminato tutti i maschi inferiori ai due anni, la famiglia di Gesù non si sarebbe mai spostata in Egitto e non si sarebbe trovata in esilio. Quanto nel compimento della profezia è compito degli eventi narrati nella pro-fezia e quanto è accaduto nel vano tentativo di evitare che avvenisse?E’ forse per questo che le profezie sono occultate in maniera così criptica e oscura? Si vuole evitare che vi sia una “caccia agli eventi citati nella profezia” o interpretati dagli studiosi rendendo la profezia auto avverante?

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Un monito importante FOCUS

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Grande è quindi la responsabilità di chi si cimen-ta nella traduzione ed interpretazione delle pro-fezie, ma altrettanto grande è la responsabilità di chi legge a desidera fare in modo che la profezia non si avveri.Sempre che la profezia sia stata interpretata cor-rettamente, una volta identificato un problema o un nemico, citato nelle profezie, è giusto avere un atteggiamento di chiusura? O forse sarebbe meglio aprirsi e dialogare ma ben sapendo chi o cosa si ha di fronte? Credo che la seconda ipotesi sia preferibile alla prima. Mentre infatti con la chiusura si rende la profezia auto-avverante, scavando un vero solco fra i due contendenti, il dialogo guardingo po-trebbe smontare l’avverarsi della profezia e far giocare i contendenti a carte scoperte. Una specie di “Io so che tu sai che io so che se non collabori accadrà questo; ti va di evitarlo?”.Insomma… estote parati!

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Back Cover

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G.F. Carpeoro

NOSTRADAMUSChe Nostradamus ci abbia lasciato un enigma grande e spinoso è inconfutabile. Certo ci sono gli scettici che sottolineano la genericità delle previsioni contenute nelle quarti-ne, caratteristica che permette di adattarle a qualunque cosa accada, a tutto e al contrario di tutto. Altri sottolineano che, il linguaggio oscuro e misterioso, altro non sia stato che un espe-diente, sicuramente ingegnoso, per circondare di un alone di mistero e impenetrabilità quanto scritto dal nostro veggente francese. Ma a costoro ci viene spontaneo chiedere: perché? Perché mai un colto signore francese avrebbe mai dovuto spendere ore per scrivere fiumi di versi in modo tale che nessuno li potesse mai successivamente comprendere? Perché i casi sono due: o le composizioni di Nostradamus non hanno senso, visto come sono scritte, o ne hanno uno nascosto e anche molto bene. Ma questa seconda ipotesi gli scettici non vogliono considerarla, preferiscono ritenere probabile o possibile o vero che un tizio sano di mente scriva per anni un diluvio di quartine tutte rigorosamente senza alcun significato im-mediatamente desumibile. Complimenti a costoro per il rigore scientifico e la razionalità! La verità è che il percorso scelto da Alfredo Benni, di risalire, con deduzioni attendibili, dalle quartine ad avvenimenti storici precisi è l’unico che restituisca un senso all’intera esistenza di Nostradamus. Forse non tutte le deduzioni sono giuste, questo non possiamo saperlo, ma il procedimento è sicuramente giusto, perché è l’unico suggerito dalla logica e dal buon senso. Ma proviamo ad allargare il tiro del nostro ragionamento. Sicuramente l’attività profetica, cioè il futuro che entra nella visione prospettica di un individuo, cioè nel suo presente, è qualcosa fuori dalle ordinarie strade della nostra comprensione e dei nostri strumenti logici. Certamente sono affascinanti tutte quelle teorie ispirate alle conclusioni di Einstein, seppur, per certi aspetti distanti, che concepiscono presente, passato e futuro non in consecutio ma in parallelo. Si rischia di andare in confusione nel considerare che tuttavia esistono nessi di causalità tra gli eventi che collegano le tre dimensioni che mal si conciliano con un presunto parallelismo. In altri tempi tutto diverrebbe un enorme ossimoro, come quello inventato da Aldo Moro negli anni ‘60, che definiva il rapporto teoricamente impossibile e invece sostan-zialmente continuativo tra la componente politica moderata e quella di sinistra, come conver-genze parallele, con grande brivido dei professori di matematica. Forse dovremmo cominciare a distinguere tra realtà e manifestazione, ridurre tutte le nostre percezioni alla seconda definizione e quindi aprirci all’immaginazione-comprensione di una dimensione unificata che partorisce tante forme, in potenza o in atto. Bisognerebbe quindi porsi la domanda fin troppo famosa del grande Pedro Calderón de la Barca (Madrid, 17 gen-naio 1600 – Madrid, 25 maggio 1681), drammaturgo e religioso spagnolo, che nel suo capo-lavoro, “La vita è un sogno”, lascia il protagonista nel travaglio del dubbio se, effettivamente, la vita sia un sogno, e, conseguentemente, la morte il risveglio. Una sorta di grande matrioska senza fine, e senza inizio, ma solo per noi, perché per Chi la tiene in mano e l’ha fabbricata invece, a nostro avviso, un inizio e una fine ce l’ha. Mi chiederete: e l’immagine della back cover cosa c’entra in tutto questo? L’ha disegnata una cara amica, Gloria Miri, cantante, ricercatrice Artista nel senso alto del termine. È una civetta, uccello sacro alla dea Atena, e simbolo della mente dell’uomo uscita dal cranio di Zeus. E proprio se ognuno di noi assume la forma simbolica di una civetta, allora diventa possibile immaginare come si sia dispiegato il genio di Michele Nostradamus…

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LA QUESTIONE CATARA Enigmidi Michele Manher

Quando il cardinale Lotario, della famiglia dei Conti di Segni,fu incoronato papacol nome d’Innocenzo III, la Chiesa doveva fronteggiare i Saraceni in Terrasanta, gli Hohenstaufen in Italia

e l’eresia catara in tutta Europa. Quest’ultima, presente anche nei territori della Santa Sede, era particolarmente attiva nella città d’Orvieto, dove il papa fu costretto a ritirare il vescovo e proclamare l’interdizione da ogni funzione religiosa.La popolazione d’Orvieto, tuttavia, soffrendo per l’esclusione dalle feste religiose, chiese che fosse tolto l’interdetto e fu così che Innocenzo III, ripristinata l’autorità papale, inviò in quella città un nobile romano, un tal Pietro Parenzo, per eseguire le disposizioni previste dalla bolla papale nei confronti degli eretici, vale a dire la confisca dei loro beni. Ad un certo punto però i Catari catturarono il giovane, che si era insediato con la carica di podestà, e lo sottoposero ad umiliazioni e torture per costringerlo a ritirare i provvedimenti di confisca. Non essendoci riusciti lo uccisero.Innocenzo III subì il dolore per la perdita di un suo protetto, ma vide anche la sfida all’autorità della Chiesa.

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Michele ManherMichele Manher, dopo aver lavorato come re-dattore in una rivista di informazione medica, inizia, alla fine degli anni novanta, a scrivere saggi ed articoli per riviste di settore (“Hera” ed “Archeomisteri” in italia, “Migration & Diffu-sion” all’estero) sui misteri della storia, dell’ar-cheologia e della filologia. Per i tipi della Phasar (Firenze) ha pubblicato i libri “Storia misteriosa della Terra” (2008), “Esodo la storia segreta” (2012) e “Il codice atlantico di Giza” (2013).

La confisca dei beni degli eretici, infatti, era una procedura che doveva essere adottata non solo nelle terre sottoposte al potere temporale del papato, ma ovunque in Europa si fosse presentato il problema dell’eresia, dall’Ungheria alla Francia Meridionale. In Italia, però, c’era una difficoltà: una simile politica era offuscata dalle rivendicazioni territoriali che da secoli la Chiesa esigeva un po’ ovunque sull’intera penisola. Già nel 1207, quando a Viterbo si presentarono gli stessi problemi d’Orvieto, per non offrire il fianco a questa critica il papa attenuò le misure antiereticali, eliminando la clausola della diseredazione; una politica troppo rigida rischiava di creare contraccolpi (rivendicazioni laiche) sulle proprietà delle diocesi nelle città italiane. Innocenzo III, peraltro, era consapevole del fatto che i sacerdoti s’abbandonavano non di rado a comportamenti riprovevoli. Il medievalista inglese Malcom Lambert cita a questo proposito una lettera scritta dal papa alla città di Treviso, in cui si lamenta degli «eccessi del clero, il cui esempio malvagio vi offende». Il papa si rendeva conto della fondatezza dei malumori contro la Chiesa e del fatto che erano proprio questi il terreno di coltura del catarismo. Certo la predicazione catara richiamava alla povertà evangelica, all’ascolto della parola di Cristo e al rifiuto del dio di Mosè che i Catari

LA QUESTIONE CATARA

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dicevano d’identificare, in accordo con le parole di Gesù riportate nel Vangelo di Giovanni, col diavolo, ma questo modo di presentarsi era del tutto ipocrita e strumentale, perché i Catari si comportavano nella realtà da criminali [celebre quello che era avvenuto sotto il pontificato di Lucio III (1181-1185), quando i Catari indipendentisti avevano strappato gli occhi a sacerdoti rastrellati a caso nelle campagne e, avendone salvato solo uno, gli comandarono di portare dal papa tutti gli altri. Questi, ricevuto il macabro messaggio, fuggì ingloriosamente da Roma e rimase a Verona fino alla sua morte], praticando l’omicidio, la devastazione di chiese ed altari e rinnegando, spesso con modi barbari e violenti, i sacramenti, cioè la vita e la Parola di Cristo. Se l’albero si riconosce dai suoi frutti ...È evidente che predicare la parola di Cristo e allo stesso tempo odiare i riti fatti in sua memoria e, con essi, il mondo, non rappresentava qualcosa di particolarmente angelico; i Catari in pratica avevano avuto la geniale idea di usare in un certo modo la parola di Cristo per distruggere il cristianesimo. Aveva certo ragione santa Ildegarda di Bingen quando scrisse che i Catari

erano stati «vomitati dalla bocca della bestia nera» per provocare «terribili distruzioni», riferendosi probabilmente all’arrivo dei Catari in Renania intorno al 1140, che lei vide come lo scatenarsi del diavolo in persona. La capacità dei Catari, tuttavia, di fingersi, con i loro predicatori itineranti, persone umili, amanti della verità e dello spirito di povertà evangelica, faceva breccia nei cuori della gente, stanca del comportamento materiale dei preti. Non c’era, all’interno della Chiesa, chi sapesse davvero cosa fare, ma Innocenzo III ricevette un vero dono dal cielo quando nel 1210 un piccolo gruppo di mendicanti, guidati da un certo Francesco d’Assisi, chiese di poter conferire con

lui. Francesco volle andare dal papa per chiedere l’approvazione della Regola, su cui aveva fondato la sua comunità, ispirata al racconto di Mt 10, 7 sgg., dove Gesù invita i suoi seguaci a predicare senza portare nulla con sé, in assoluta povertà. Esattamente come facevano i Catari. Francesco apparteneva alla variegata categoria delle persone contro-corrente presenti nel mondo laico della cristianità; non c’era nessuno, tra preti e uomini di Chiesa, che potesse anche solo farsi passare per la testa l’idea di perseguire un proposito di vita così esigente come

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quello che si prefiggevano Francesco e i suoi seguaci. I Catari erano gli unici a manifestare un simile spirito di sacrificio, ed era proprio questo a renderli vincenti nella predicazione.La Chiesa alla fine capì che era quella la vera mossa risolutiva contro gli eretici, perché permetteva di usare le loro stesse armi per combatterli, cioè la predicazione secondo i dettami della povertà evangelica. Non per nulla sotto Onorio III, fedele continuatore della politica d’Innocenzo III, gli ordini mendicanti vissero una stagione di grande sviluppo e diffusione. Ad Innocenzo III era toccato invece l’ingrato compito di dover fronteggiare la virulenta aggressività religiosa, politica e sociale dei Catari. Nella Francia meridionale i Conti di Tolosa avevano dato ampio spazio alla predicazione catara, che s’era saldamente impiantata in quel territorio. Sotto Raimondo VI, conte di Tolosa e marchese di Provenza, la situazione aveva preso una brutta china. Raimondo VI non solo rifiutò d’aderire ai tentativi dei legati papali di convenire ad

un chiarimento ed una pacificazione, ma continuò ad assoldare mercenari che saccheggiavano e usurpavano i patrimoni della Chiesa di Roma. Innocenzo mandò varie lettere al re francese Filippo II Augusto, figlio di terzo letto di Luigi VII, per chiedergli d’intervenire contro Raimondo. Filippo

tuttavia non gli rispose mai. Una delle ragioni del suo rifiuto fu certamente l’appoggio che in quel periodo il papa dava agli Inglesi nella lotta che vedeva contrapposti Capetingi e Plantageneti, e forse anche il fatto che una sorella di suo padre, Costanza, era moglie proprio di Raimondo VI.

Fu così che gli eventi precipitarono.L’arcidiacono cistercense di Maguelonne, Pietro di Castelnau, scomunicò nel 1207 il conte di Tolosa e Innocenzo formalizzò quella decisione nella bolla del maggio di quello stesso anno.Raimondo decise allora d’entrare in trattative con i legati del papa, ma Pietro di Castelnau era un tipo molto litigioso e l’arte della diplomazia non era per lui. A gennaio dell’anno dopo Pietro fu ucciso da un uomo alle dipendenze di Raimondo. Stava per scatenarsi la crociata. Raimondo vide la sua rovina e non esitò un istante a sottoporsi ad ogni genere d’umiliazione pur di scongiurare il pericolo incombente: attraversò nudo, davanti al suo popolo, il sagrato della cattedrale di Tolosa, entrò in chiesa, giurò ubbidienza e ricevette l’assoluzione dal legato del papa. Il visconte di Beziers, invece, rifiutò di sottoporsi a quell’umiliazione. Iniziò la crociata. Il 21 luglio del 1209 arrivarono a Beziers gli sterminatori dell’apocalisse agli ordini

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del delegato papale Arnaud Amaury, rimasto celebre per la terribile frase che avrebbe (il condizionale è d’obbligo) pronunciato a chi gli chiedeva cosa si doveva fare con gli abitanti della città: «Caedite eos. Novit enim Dominus qui sunt eius», avrebbe risposto il legato. Fu uno dei massacri più allucinanti della pur sanguinosa storia d’Europa.

Gli eretici nella città non arrivavano al 10% di tutti gli abitanti, ma l'intera popolazione fu completamente sterminata, compresi i neonati. Il visconte di Beziers, Raimondo Ruggero di Trencavel, tentò d’organizzare una difesa a Carcassonne, ma preferì consegnarsi ai crociati in cambio dell’impegno solenne a risparmiare gli abitanti. Il barone dell’Ile de France Simone di Monfort, un mese dopo, accettò di guidare l’esercito crociato, ma in quanto a crudeltà non aveva nulla da invidiare ad Arnaud Amaury. Nel 1211, dopo aver espugnato la fortezza di Lavaur, fece bruciare vivi tutti i suoi occupanti, 400 persone, e fece impiccare il comandante della guarnigione Amalrico di Montreal, ma la sorte

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più orribile la destinò alla di lui sorella, Giraude de Lavaur: la ragazza fu consegnata alla truppa che abusò di lei in tutti i modi possibili e immaginabili, poi fu gettata in un pozzo e gli stessi soldati che l’avevano stuprata l’uccisero a sassate. Il papa restò allibito e disgustato per le atrocità commesse dai soldati e dal comandante della spedizione. Sia Innocenzo sia il re francese, peraltro, erano convinti che l’azione militare, il cui carattere avrebbe dovuto essere dimostrativo, non doveva durare più di qualche settimana al massimo: durò invece 20 anni. Innocenzo III ruppe sia con Arnaud Amaury (che disubbidì persino al suo ordine di cessare la crociata) sia con Simone di Monfort, non solo a causa delle gratuite crudeltà ma anche perché quei due volevano per sé le terre conquistate.Innocenzo III si dovette rendere conto che la situazione gli era ormai sfuggita di mano e che aveva scatenato dei mostri. A questo punto il papa cambiò completamente rotta e s’alleò con Raimondo VI, non opponendosi a che giungesse in suo aiuto il re d’Aragona Pietro II, un eroe della cristianità perché aveva fermato gli Arabi a Las Navas de Tolosa. Amaury tuttavia non voleva sentirne di dirottare la crociata contro gli Arabi e minacciò addirittura di scomunica Pietro II perché era intervenuto a favore di Raimondo VI. Nell’estate del 1213 purtroppo, mentre era in corso l’assedio della città di Muret, dove si trovavano asserragliati i crociati, il re d’Aragona rimase ucciso durante un assalto. La sconfitta d’Innocenzo fu completa quando si conclusero, il 30 novembre 1215, i lavori del

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concilio Lateranense IV. Il papa non riuscì a far accettare la sua proposta, vale a dire che le terre di Roger de Trencavel passassero al barone di Monfort ed il resto della Linguadoca rimanesse invece a Raimondo VI. Proprio i vescovi insediati da Innocenzo in Linguadoca sostennero con animosità il barone di Monfort e così il concilio decretò che anche le terre di Raimondo diventassero proprietà del barone dell’Ile de France. Il 16 luglio 1216 Innocenzo III moriva a Perugia. Ad agosto di quello stesso anno, tuttavia, il figlio di Raimondo, inaspettatamente, espugnava la città di Beaucaire e riapriva così le sorti del conflitto. Simone di Monfort cinse allora d’assedio, nel 1217, la città di Tolosa, ma dopo un anno, mentre era ancora sotto le mura della città, una donna gli scagliò una pietra che l’uccise all’istante. Fu un evento stupefacente, quasi una maledizione perché quella stessa morte era toccata sette anni

prima alla giovane contessa Giraude de Lavaur, che i soldati di Simone avevano ucciso a sassate. Divenuto Amalrico di Montfort, figlio di Simone, il capo della crociata, i successi militari per i cosiddetti crociati finirono per dissolversi. Nel 1225 il nuovo re di Francia Luigi VIII, con la benedizione del papa Onorio III, scese in campo per dare la spallata finale a quella guerra ormai senza senso; il papa impose allora ad Amaury la consegna al regno di Francia delle terre conquistate, mentre i Conti di Tolosa riuscivano a conservare parte dei loro possedimenti. Sul finire del 1229 la regina francese Bianca di Castiglia, vedova di Luigi VIII, riuscì a far firmare la pace alle parti in causa. Molti e gravi errori

erano stati commessi, ma alla fine il movimento cataro era stato stroncato. I catari odiavano l’Europa che li aveva partoriti, ma applaudivano al fatto che i loro capi, o protettori, amassero il potere, la proprietà feudale e le ricchezze che essi, invece, detestavano nei loro nemici. Pur se dopo venti anni di atroci sofferenze patite da entrambe le parti alla fine il mondo, avendoli riconosciuti, riuscì a liberarsi delle loro

provocazioni e della loro ipocrisia.

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Giovanna Bonanno

Uno degli ultimi processi per stregoneria in Italia

Maghie Streghedi Maria Benedetta Errigo

Maria Benedetta ErrigoGiornalista, laureata in scienze delle comunica-zioni, da diversi anni studia le più diverse tema-tiche mistico-esoteriche come le vicende stori-che legate all'Ordine dei Cavalieri Templari e le tradizioni legate al culto della Maddalena nel Sud della Francia. In particolare si è concentra-ta sul mondo della stregoneria e della cultura popolare, esaminati sotto l'aspetto antropolo-gico e storico, focalizzando le sue ricerche sul mondo della Wicca e delle religioni neo pagane. Su tali temi ha pubblicato articoli su web e rivi-ste di settore, tra cui la rivista Hera. Attualmente è Direttore Responsabile del sito www.ilpor taledelmistero.net

E' automatico. Se si pensa ai processi per stregoneria la mente associa queste immagini a un periodo di tempo ben preciso: il Medioevo, quando in quei secoli bui moltissime donne vennero uccise per ignoranza e superstizione.Ma è davvero così?Non proprio, visto che in Italia uno degli ultimi processi per stregoneria si tenne in un tempo relativamente vicino al nostro: nel 1789 e la protagonista fu la palermitana Giovanna Bonanno, conosciuta anche come “la vecchia dell'aceto”. Il fatto che la data del suo processo e della sua conseguente condanna a morte siano così vicine a noi deve far riflettere come la superstizione sia sempre molto presente nella nostra società e che comunque, anche questa volta, ci si accanì contro una donna povera e sola. Esattamente come i processi alle streghe nel Medioevo. Giovanna Bonanno, indicata anche in alcuni documenti come Anna Pantò, era nata a Palermo nel 1713. Non ebbe vita facile: povera popolana, viveva mendicando e accontentandosi di quel che riusciva a raccattare di qua e di là.

E così trascorse la maggior parte della sua vita fino al 1786. Un giorno non ben definito di quell'anno, Giovanna si trovava da uno speziale quando vide entrare di corsa nella bottega una mamma disperata che teneva tra le braccia la piccola figlia, esanime. Cosa era successo?

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Giovanna Bonanno

Uno degli ultimi processi per stregoneria in Italia

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La bambina aveva bevuto dell'aceto per pidocchi, aceto tagliato con arsenico, e ora era in fin di vita. Fortunatamente lo speziale fece ingoiare alla piccola un boccale di olio che le provocò il vomito e le salvò la vita. Giovanna è lì, osserva tutta la scena e riflette. Capisce che questo aceto per pidocchi può essere un'ottima arma per chi vuole avvelenare qualcuno senza lasciare traccia. Infatti la bambina era sofferente, ma non c'era nessuna traccia di quel che aveva bevuto. Se non fosse stata la sua mamma a dire che si trattava di aceto per

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pidocchi forse non si sarebbe stati in grado di salvarla.Le vengono un paio di idee in testa, ma decide prima di sperimentarle. Riesce a racimolare qualche soldo per acquistare un paio di pozioni di aceto e le prova sugli animali. Quando si accorge che gli animali muoiono senza lasciare tracce e far capire che sono stati avvelenati decide di passare all'azione.Giovanna inizia così la sua “carriera” da strega, dicendo in giro che lei era detentrice di un “liquido magico”, qualcosa che poteva aiutare le mogli infelici.Attenzione, questo non voleva dire che poteva risanare matrimoni, tutt'altro! Tra le righe era un invito alle mogli infelici a rivolgersi a lei che poteva sistemare le situazioni, diciamo così, permettendo a quelle donne di poter vivere felici con il loro vero amore. Pochi soldi per raggiungere la felicità, insomma.E la storia iniziò a girare nel quartiere palermitano della Zisa, dove Giovanna

viveva. E iniziarono ad arrivare le prime clienti. La prima era una popolana che non aveva molti soldi, dunque comprò “la pozione arcana” a più riprese. E il marito iniziò ad accusare forti dolori di stomaco che lo costrinsero a letto. Dopo altre due somministrazioni di questo veleno, l'uomo esalò l'ultimo respiro con il medico al suo capezzale che non poté fare altro che decretare una morte per cause naturali. Inizia così la carriera di Giovanna che da quel momento venne chiamata “la vecchia dell'aceto”.Dapprima furono principalmente donne

a rivolgersi a lei, poi anche qualche uomo convinto del tradimento della moglie.E la popolana non faceva distinzioni: consegnava la pozione e si presentava poi a casa a riscuotere la parcella ad avvenuta dipartita.

Le cose andarono avanti tranquillamente per un paio di anni, fino al 1788 quando i sospetti delle famiglie dei defunti presero corpo.Giovanna Lombardo, madre della vittima, nutriva dei sospetti sul comportamento della nuora, fresca vedova, soprattutto per il fatto che stava organizzando in fretta e furia le nuove nozze.Sapendo che la nuora si era rivolta alla Bonanno per l'acquisto dell'aceto, finse di voler comprare anche lei la pozione, ma arrivò con quattro testimoni all'appuntamento con la vecchia dell'aceto, che fu così arrestata e processata per stregoneria e veneficio. E da questo momento inizia la lunga corsa verso la morte. Il processo è corposo, va avanti per quasi un anno, vengono sentiti testimoni e si può risalire almeno a sei omicidi.Non si conoscono le reazioni di Giovanna che, ricordiamo, a quel tempo aveva già ottant'anni. La sentenza è già sottintesa: il 30 luglio 1789 Giovanna viene condannata a morte. Si racconta che fin dalle prime luci dell'alba le carrozze dei ricchi affollassero la piazza per non perdersi l'avvenimento.La donna viene condotta alla forza e impiccata senza troppe cerimonie: era una storia che si voleva dimenticare, questa.Si racconta anche che, al momento della morte della strega, la folla che assisteva alla scena venne presa da una sorta di follia collettiva e si gettò sul patibolo togliendole lembi di vestito della morta, strappandole denti e unghie.Ma la forza della superstizione è dura da debellare: il 5 settembre dello stesso anno si poteva assistere già a una rappresentazione della vicenda. Rappresentazione seguitissima dal popolino tutto. Ancora oggi si racconta che l'anima di Giovanna vaghi per le stradine del quartiere della Zisa, impossibilitata ad avere pace vista la morte violenta di cui è stata protagonista. E questo viene raccontato da tutte quelle donne che comunque contribuiscono a tenere viva la leggenda di questa “strega” quasi dei tempi moderni.

Maghie Streghe

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Il profetaRené Guénon?

Ferruccio SantulliFerruccio Santulli (pseudonimo di Sante Fer-rulli, oltre che con l’alias Sante Asse collabo-ratore del sito http://www storiamedievale.net) nasce nel 1961 in Puglia, in settembre, ovvero la SEZIONE AUREA del secolo: in-fatti se dividessimo i 100 anni di un secolo per il NUMERO D’ORO (cioè il rapporto au-reo 1,618) otterremmo il numero decimale 61,8046971569839307787391841779 più altri numeretti che però lasciamo nel se-greto. Dal 1994, ottocentenario della nascita dell’Imperatore del Sacro Romano Impero Fe-derico II, si occupa di materie tradizionali, ha collaborato con Hera all’epoca del direttore editoriale Carpeoro.

Negli ambienti massonici europei la figura di René Guénon ha pesato molto, nel dibattito interno come nella pubblicistica, a cavallo tra gli anni ’70 e gli anni ’80 del secolo scorso, prevalentemente poiché in quegli anni la massoneria europea si era ormai avvitata in un gioco pericoloso: quello di fare da filtro tra il potere politico-economico e la classe intellettuale borghese. Un ostacolo deciso alla diffusione del-le idee guenoniane anche fuori dal dibattito strettamente riservato delle logge fu credo non tanto il suo tradi-zionalismo intransigente quanto il fat-to che negli ultimi anni della sua vita, dal 1929 al 1951, si fosse trasferito da Parigi a Il Cairo e prendesse ad osser-vare i precetti del Corano. Nei venti e più anni di studio sulla fi-gura del pensatore esoterico Guénon siamo arrivati alla conclusione che la sua discretamente voluminosa opera debba configurarsi come fondamental-mente profetica, ma fino ad oggi ancora po-

L’Ossimoro

di Ferruccio Santulli

René Guénon?

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chi erano i fatti accaduti a supporto di questa forse ardita tesi e tali da poterne fare materia di dibattito culturale; oggi gli eventi del quindi-cennio iniziale del terzo millennio lo impongo-no. L’incipit a questa linea interpretativa sortì a seguito dei noti eventi dell’11 settembre 2001 alle Twin Towers di New York: tornava allora prepotente e nel modo più deflagrante il tema dello “scontro di civiltà” tra l’Islam e il Cri-stianesimo e suoi derivati, protestantesimo in-cluso. Anni addietro, nella gloriosa testata Hera diretta da Gianfranco Carpeoro sviluppai una “analisi guenoniana” di quegli avvenimenti in un articolo che poneva in evidenza clamorosi parallelismi tra i fatti della distruzione delle torri gemelle e quel che da quasi due millenni possiamo leggere nel diciottesimo capitolo del libro dell’Apocalisse. Invito ognuno a leggere detto capitolo e men-talmete far riferimento a quei giorni: a tutti ri-sulterà fin troppo evidenziato il fatto accadu-to nella realtà coi riferimenti dell’evangelista di Patmos. Orbene, da allora in poi divennero sempre più evidenti gli aspetti profetici degli scritti guenoniani e la sua visione del futuro dell’umanità, in chiave proprio di scontro tra un Oriente islamico testardemente legato alla tradizione religiosa (che per loro inevitabil-

mente diviene anche sociale e politica) e un Occidente alla deriva spirituale; dove la reli-gione in primis (ma anche le massoneria a ruo-ta nella critica dell’autore) stessero divenendo sempre più preda del caos intellettuale materia-lista e scientista. Sin dalle prime opere Guénon poneva l’accento sugli sviluppi che tale deriva occidentale avrebbe provocato ma all’epoca l’euforia liberista e industrialista impedì di co-glierle in pieno. Oggi la situazione è notevolmente cambiata: le nazioni islamiche, sentendo la fine forse dei privilegi derivanti dallo sfruttamento del petro-lio e del benessere che per loro ne conseguiva, stanno irrigidendosi sino all’esplosione delle attuali forme militari e terroristiche di chi vede nella costruzione del nuovo califfato l’unica salvezza della loro civiltà che conta ormai qua-si 1500 anni, e che raggiunse specie durante il medioevo vette culturali e intellettuali che nulla hanno da invidiare rispetto a quelle della civiltà greco-romana cui l’impero americano di oggi deriva e sostanzialmente si ispirò. In particolare, in testi quali la crisi del mondo moderno, il re del mondo e l’ultimo redatto, Il regno della quantità e i segni dei tempi, Gué-non esprime più volte l’idea che l’Islam non sa-rebbe stato fermo immobile a subire il vorace espansionismo della logica tecnologica e indu-striale del mondo occidentale. Perfino il “salto di qualità” dall’industria dei beni di consumo alla finanziarizzazione delle attività speculative venne puntualmente analiz-zata nel capitolo 16 dal titolo “la degenerazione della moneta” de Il regno della quantità e i segni dei tempi (stampato nel 1945) in cui si eviden-ziava come il denaro stesse divenendo essen-zialmente un dio pagano; leggiamone l’ultimo capoverso, in cui pare proprio analizzare ciò che sarebbe avvenuto nelle Borse mondiali dal 2008 in poi, dopo il default dei cosidetti sub-prime del mercato immobiliare statunitense:«Per ritornare alla specifica questione della moneta, dobbiamo ancora aggiungere come a questo riguardo si sia prodotto un fenomeno veramente degno di nota: la moneta, dopo aver perduto ogni garanzia di ordine superiore, ha vi-sto il suo stesso valore quantitativo, cioè quello che nel gergo degli «economisti» viene chia-mato «potere d’acquisto», ridursi senza posa, sicché si può immaginare un punto limite, al quale ci si avvicina sempre più, in cui essa avrà perduto ogni ragion d’essere, anche semplice-mente «pratica» o «materiale», e dovrà sparire quasi da sola dall’esistenza umana.

Si dovrà convenire che si è in presenza di uno strano ricorso delle cose, di non difficile com-prensione del resto date le nostre precedenti spiegazioni: poiché la quantità pura si tro-va propriamente al di sotto di ogni esistenza, quando si spinge la riduzione alle sue estreme conseguenze, come nel caso della moneta (caso più eclatante di molti altri perché con esso si è quasi arrivati al limite), non ci si può che trovar di fronte ad una vera dissoluzione. Ciò può già servire a mostrare che, come dice-vamo prima, la sicurezza della «vita ordinaria» è in realtà qualcosa di molto precario, e non solo a questo riguardo come vedremo in segui-to; ma la conclusione che se ne potrà trarre sarà in definitiva sempre la stessa: il termine reale della tendenza che conduce gli uomini e le cose verso la quantità pura non può essere che la dis-soluzione finale del mondo attuale.» E’ la logica di una apocalissi rivelazione ma an-che trasformazione-distruzione di un mondo la lente attraverso la quale rileggere e approfon-dire l’opera del grande pensatore tradizionale francese? Vi saranno occasioni, a Dio piacen-do, di continuare per questa via su Orione Ma-gazine o ovunque se ne presenti l’opportunità.

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Per inciso concludiamo solo col notare come attraverso la Rete sempre più l’interesse pro-fano sui massoni, chi sarebbero e cosa fanno, e sull’esoterismo in genere, si sia reso pratica-mente parossistico, oggetto non di elevato in-

teresse culturale ma di mere ansie di classe, quella degli internauti complottisti e defrau-dati di una sana responsabile partecipazione alle sorti delle loro comunità.

50 Per info e prenotazioni: Alfredo Benni tel. 3482409194

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IL SAOŠYANT AVESTICOe la nascita del Messia

di Betlemme

Esoterismodi Michele Perrotta

Michele PerrottaNasce a Firenze il 30/7/1978, ricercatore autodidatta, sin da bambino è stato affasci-nato dal mistero e dalla spiritualità cristia-na e indù. L’autore del saggio RIVELAZIONI SULL'INCARNAZIONE - VERITA', SIMBOLI E ARCHETIPI DAI REGNI SUPERIORI si dichia-ra innamorato eternamente del Vangelo e della Bhagavad Gita, testi sacri per eccel-lenza che congiungono l’Io con Dio. La sua passione lo ha por tato dopo anni di studi e ricerche personali a scrivere questo trattato che racchiude molto del suo pensiero filoso-fico e teologico sul concetto del Divino.

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IL SAOŠYANT AVESTICO

Questo articolo è tratto dal saggio “La Bibbia Rivelata - le quattro chiavi di lettura, i Rosa+Croce, e il Corpo di Gloria” di Michele Perrotta che sarà pubblicato nel 2015 dalla XPublishing srl. Per maggiori info. potete contattare l’autore al seguenti indirizzo: lamisticadellanima.blogspot.com/

Tratto dal capitolo “Mosè e la scienza dei Magi”:

I Magi, coloro che, attraverso il loro simbolismo, portano l’Epifanìa (epiphanīa, dal greco ἐπιϕάνεια “festa dell’apparizione” o “manifestazione della divinità visibile”, giunsero in Giudea dalla Persia per onorare la venuta del Messia, ritenuta analoga all’ apparizione del Saošyant avestico – Il liberatore:

“Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: "Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo". All'udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s'informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia.

Gli risposero: "A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo, Israele. Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme esortandoli: "Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo". Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese. Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: "Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo". Giuseppe, destatosi, prese con sé il

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bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Dall'Egitto ho chiamato il mio figlio.Erode, accortosi che i Magi si erano presi gioco di lui, s'infuriò e mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme e del suo territorio dai due anni in giù, corrispondenti al tempo su cui era stato informato dai Magi. Allora si adempì quel che era stato detto per mezzo del profeta Geremia: Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande; Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più. Morto Erode, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: "Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e và nel paese d'Israele; perché sono morti coloro che insidiavano la vita del bambino”.(MATTEO 2:1-20)

In uno degli importantissimi libri dello Zend-Avestā troviamo le seguenti informazioni:

«Zarathustra rispose ad Angra Mainyu: “O malefico Agra Mainyu, io abbatterò la creazio del Daēva (male); abbatterò il Pairika Knathaiti, fino a quando non verrà vittorioso il Saošyant (soccorritore, salvatore) a prendere vita dal lago Kasava, dalla regione dell’aurora, dalle regione dell’aurora». (AVESTĀ – VID. FARGARD 19:5)

Del Saošyant, il liberatore destinato ad annunciare la vittoria del bene sul male, si parla in altri testi sacri del Madzeismo o Zoroastrismo che fanno sempre parte dello Zend-Avestā (Yn. 12:7, Yt. 13:17); per alcuni teologi uno dei primi salvatori fu lo stesso Zarathustra, il quale, dal suo seme

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Esoterismo

conservato, avranno origine i due messia successivi. Il Cristianesimo, e i magi ne sono un fattore primario nella “Fabula” della natività di Cristo, ha senz’ombra di dubbi un’origine mazdea, altrimenti non avrebbe avuto senso inserire nel Vangelo di Matteo questo simbolismo inerente all’arcana scienza dei Magi: i sapienti che, attraverso gli astri, consacrano i Re.

Il termine originale (Magòi), da dove deriva il nome di Magi, in realtà è inerente ad una forma di magia naturale che nel Vangelo viene presentata anche sotto forma di astrologia: i Magi sono sacerdoti-astronomi che, guidati dalla stella di Betlemme, hanno il compito di riconoscere la regalità del bimbo santo: il salvatore consacrato all’ Eterno. La Magia è sostanzialmente “conoscenza”- una conoscenza derivante da altri piani di realtà - I Magi erano dotti conoscitori della salvezza germogliata dal Cristo nella città di Betlemme, terra del

Re Davide dove ebbe origine la “Stirpe di Giuda” - la Radix Davidis: “il Germoglio di Davide”. I Magi persiani sono descritti da Erodoto come una tribù meda e come sapienti dell’arte sacra, maestri del rito religioso al servizio dell’impero e della dinastia achemenide. Tra le loro mansioni vi era il rituale delle libagioni (bevande sacre) e dei sacrifici e si dice presso altre fonti che sono loro a celebrare la cerimonia di iniziazione al trono del sovrano. I Magòi avevano inoltre l’incarico di salmodiare

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delle teogonie, recitando i testi sacri e gli inniavestici (spesso inni rivolti al Sole nascente), anche praticando l’esposizione dei cadaveri di animali impuri (usanze usate sia nel mazdeismo che nell’ebraismo). I Magi offrivano “libagioni” anche agli “eroi” (choas de hoi magoi toisi herōsi echeanto), gli artāvandei persiani (gli artaioi), i guerrieri dei quali erano venerate le fravaši: le anime immortali. Questa “magia” ritualistica mirava a rendere di nuovo in comunione il simbolismo essenziale della dimensione interiore, condizione di altissima elevazione spirituale: quella del simbolismo inerente al sacerdote-guerriero o Re-Sacerdote. Tale dimensione mistica, che possiamo anche indicare come una gnosi “magia sapienziale celeste” viene conservata e preservata anche dalla Radix Davidis e, di conseguenza dai Rosa+Croce; non a caso il maestro rosacroce viene indicato con il nome di Ormus, un termine che indica la divinità principale del Mazdeismo: Ahura Mazdā. Nella “Buona Novella” (Vangelo) i Magi riconoscono la regalità di Gesù bambino durante la natività del Cristo (l’Eletto/il Re unto); questo

racconto ha una valenza spirituale non di poco conto: lo zoroastrismo riconosce e glorifica, attraverso la figura dei Magi che venerano il Messia Gesù di Nazaret, il nascente cristianesimo (più correttamente quella corrente del cristianesimo esoterica che ha una valenza simbolica più che storica che nel sedicesimo secolo prenderà il nome di rosicrucianesimo). I magi da quel “segno celeste”, conosciuto come “la stella di Betlemme”, consacrano la loro sapienza all’Altissimo in terra di Giuda. Anche i sacerdoti Caldei di Babilonia, che spesso vengono confusi con i Magi persiani, praticavano l’astrologia ed erano interessati alle questioni riguardanti il Messia d’Israele.

“Per tanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: “la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele (Dio con noi)” . (ISAIA 7:14)

“Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo”. (MATTEO 2:2)

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ANNUNCIO ETICO RIVOLTO AD AZIENDE ED IMPRENDITORI

LE IRREGOLARITÀ NELLA DOCUMENTAZIONE BANCARIASAI CHE OLTRE IL 90% DELLE BANCHE PRATICANO NON SOLO ANATOCISMO,OVVERO IL CALCOLO DEGLI INTERESSI SUGLI INTERESSI, MA ANCHE L’USURA(OGGETTIVA E SOGGETTIVA) IN CONTI CORRENTI, MUTUI E LEASING?

SAI CHE SE LA TUA BANCA HA PRATICATO USURA, PUOI OTTENERE IL RIMBORSO DI TUTTI GLI INTERESSI PASSIVI DI CONTO CORRENTE PAGATI NEGLI ANNI FINO AD ORA?

SAI CHE SE LA BANCA TI HA CHIESTO UN RIENTRO DEL FIDO, IL CONTROLLO DELLA DOCUMENTAZIONE POTREBBE PORTARTI A CHIEDERE “TU” I SOLDI ALLA BANCA?

SAI CHE SE LA BANCA TI HA INVITATO AD ACQUISTARE DEI “TITOLI DERIVATI” POTRESTI RECUPERARE TUTTO QUELLO CHE HAI PAGATO?

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LE IRREGOLARITÀ NELLA DOCUMENTAZIONE BANCARIA

FAREMO L’ ANALISI DELLA TUA DOCUMENTAZIONE BANCARIA GRATUITAMENTE E POI TI DIREMO DOVE E COME SI PUÒ INTERVENIRE AFFIANCANDOTI CON TUTELA LEGALE E GIUDIZIARIA FINO AL RECUPERO.

DOVE STA IL NOSTRO GUADAGNO? NOI GUADAGNIAMO IN PERCENTUALE SUL RECUPERATO E QUINDI È NOSTRO INTERESSE SEGUIRTI E TUTELARTI PER “RECUPERARE”.

HAI LETTO I GIORNALI? HAI VISTO STRISCIA LA NOTIZIA? MOLTE AZIENDE SONO STATE RIMBORSATE DALLE BANCHE NELLA FASE DI MEDIAZIONE E MIGLIAIA DI CAUSE SONO IN ATTESA DI GIUDIZIO.CONTROLLA I DOCUMENTI, NON TI COSTA NULLA, POTRESTI AVERE IN TASCA “UN GRATTA E VINCI” E NON LO SAI…RIFERIMENTO ANNUNCIO: XABP

SE TI ABBIAMO INCURIOSITO E VUOI VERIFICARE,CONTATTACI:

GE.SE.FIN di LORENA MAZZOLAmail: [email protected]: 041.5442754

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Il PotereVibrazionale

dellaParolaNuoveFrontieredi Giovanna Garbuio

Giovanna GarbuioNata a Trieste, vive in Veneto da quando aveva tre mesi e oggi risiede nella provincia di Trevi-so. Architetto dal 1993, ricercatrice spirituale da sempre. Dal 2009 scrive e lavora con i suoi due compagni di viaggio Sandro Flora e Silvia Paola Mussini con i quali scrive come Josaya (pseudonimo ricavato dai loro nomi). Ad oggi ha pubblicato [http://giovannagarbuio.com/giolibri/] 6 titoli di carta e molti testi digitali [http://wwwjosaya.com/prodotti/] soprattutto a firma Josaya. Scrive su www.giovannagarbuio.com, wwwjosaya.com, www.hp-oponopono.info.Con Josaya maggiori esperti in Italia della fi-losofia Ho-oponopono con diffusa Seminari in Italia [http://wwwhooponoponooccidentale.com/eventi/]. Afferma: “Ho-oponopoono fa parte della Verità! E’ uno strumento grandioso che ci è stato consegnato per realizzare il no-stro progetto di vita!”

… Ah dimenticavo: a 46 anni suonati il mio eroe preferito è sem-pre Paperinik; credo ancora fermamente nell’esistenza di Babbo Natale e quel che è più bello sono ancora sicura della buona fede dell’umanità e che in fondo tutto sia possibile. Soprattutto resto convintissima che… ridere... fa buon sangue (come il vino rosso!) e fa venire meno rughe del broncio!

“In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio. E il Verbo era Dio. E il Verbo si fece carne.”

Vangelo di Giovanni

Ogni parola ha un campo, chiamiamolo aureo, una frequenza vibratoria, che sono delineati dall’uso che ne è stato fatto della stessa parola dalla notte dei tempi.Questo è un ragionamento che vale per una stessa parola pronunciata in qualsiasi lingua del mondo perché il suo campo dipende dal suo significato e quindi dalle sensazioni, dalle emozioni che il suo utilizzo ha circoscritto da quando si è cominciato a pronunciarla. “Tuttavia, la parte più complessa di tutto è il fatto che tutta la tua struttura fisica ed ener-getica è disegnata per contenere l’infinito ed è per questo che ogni parola amorosa rivolta a te si espande attraverso il tuo Essere o la tua coscienza per penetrare gli altri esseri o co-scienze che si trovano dentro di te, nei tuoi pen-

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Il PotereVibrazionale

Parola

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sieri, nella tua immaginazione, nel tuo mondo sensoriale.”

Vivi Cervera

Del resto questo è comprensibile anche osser-vando la nostra vita quotidiana: Se io uso paro-le negative per descrivere un’altra persona, la mia antipatia e il mio astio nei suoi confronti si consoliderà ancor di più, solo per il fatto che lo sto dichiarando. Certo la stessa cosa vale se ne parlo con benevolenza e con simpatia. Allo stesso modo se dichiaro e sottolineo le mie ca-ratteristiche negative, mi convincerò sempre più profondamente della loro veridicità anche

riguardo a me stesso.Se noi utilizziamo parole legate a sentimenti di Amore, di gratitudine, di benevolenza, di be-nessere, evochiamo lo stesso tipo di sentimenti. La stessa cosa vale utilizzando parole di rabbia, rancore, astio, intolleranza.Le parole che noi utilizziamo sono le stesse, nelle loro varie forme e sinonimi, che sono uti-lizzate e sono state usate in qualsiasi lingua co-nosciuta o sconosciuta nonchè in qualsiasi epo-ca o tempo dell’umanità; da quando l’uomo, appunto, usa il linguaggio per comunicare.Il fatto che l’uso di queste parole abbia contri-buito in un certo tempo, in un certo luogo, in

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una certa situazione e in milioni di altre allo stesso modo, a fare stare bene e a rendere felice qualcuno o a fare stare male e a rendere infelice qualcun altro, ha creato un’energia, un campo aurico, una vibrazione globale e un significa-to universale che sono rimasti registrati nella cosiddetta Matrix o nell’inconscio collettivo o nell’etere… come preferiamo chiamarlo.Ogni volta, che quest’Energia viene evocata si associa a tutta l’energia di quella parola.Quando pronunciamo una specifica parola, non solo evochiamo le emozioni legate a tutte le memorie di avvenimenti in cui ci siamo senti-ti personalmente in quel modo, ma quello che

è grandioso è che pronunciando questa stes-sa parole richiamiamo a noi tutte le memorie dell’universo di cui siamo notoriamente parte olografia. C’è un’altra peculiarità da sottolinea-re: la parola è il tramite attraverso cui il pensiero (il cui potere creativo immenso è fuori discus-sione) viene espresso, avvicinandone il livello vibratorio a quello della realtà manifestata. Il Logos (parola) si concretizza tramite il Noùs (ragione), senza la cui mediazione perderebbe ogni senso. Ogni parola è la connessione diret-ta tra l’Energia del pensiero e l’Energia della materia. Parlando trasportiamo i pensieri a li-vello fisico e permettiamo all’Energia eterea di vibrare a livello materiale.La mente crea e dà forma alle idee, la parola le rende vive e in grado di interagire con la realtà.Eraclito usava lo stesso termine (Logos) per in-dicare la parola, la ragione (pensiero) e la realtà o armonia dell’Universo. Direi che questo da parecchio da pensare.

Nuove Frontiere

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“Quello che entrerà nella vostra bocca non vi può contaminare, ciò che esce dalla vostra bocca vi contamina.” GesùVi sembra poco? Ed ecco spiegato l’immenso

potere del Verbo. Attraverso la ripetizione, poi, ci si pone sulla stessa frequenza della parola pronunciata senza che sia necessario uno sfor-zo consapevole da parte della nostra mente.Tutte le parole pronunciate con la ferma inten-

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Nuove Frontiere

L’arma di ogni essere umano è la parola. Gli animali hanno zampe agili, artigli affilati, zanne, corna, denti velenosi, becchi, ecc. mentre gli esseri umani sono dotati della parola come loro armamento. Per un aspirante spirituale, la prima lezione in assoluto dell’abecedario è il “Controllo della parola”. Tramite la dolcezza del vostro modo di parla-re, voi potete disarmare ogni antagonismo e sconfiggere ogni progetto di odio. La dolcezza vi fa divini mentre l’asprezza vi rende bestiali. La mera gentilezza o amabilità formale è ipocrisia; il parlare sincero deve sgorgare dalla dolcezza vera del cuore, di un cuore colmo d’amore. Eliminate tutta la malvagità dal lago limpido della mente e fatene una re-sidenza adatta al Divino.Sai Baba

zione di provocare un cambiamento interiore, aumentano il loro potere anche grazie alla ripe-tizione che aiuta a dissolvere i modelli mentali ormai obsoleti che tuttavia continuano a gene-rare disagi. Questo perché le parole possiedono la qualità dell’intenzione creativa.La parola, solo per il fatto di pronunciarla, è caricata di tutto il potere che deriva dall’inten-zione e che c’è ovviamente in tutto ciò che di-ciamo. Il nostro intento si manifesta attraverso la parola. Ecco perché tutti gli esperti di LOA consigliano di parlare dei propri obiettivi, di farli oggetto delle nostre conversazioni.

“Sii impeccabile nella parola” recita uno dei quattro accordi di Miguel Ruiz, Sciamano Tol-teca.

“Benedite tutti, e tutto ciò, che rappresenta quello che desiderate.” raccomanda raccoman-dano i Kahuna Hawaiani.Il potere della parola nel mondo indiano (Veda) era tenuto in altissima considerazione e attra-verso la recitazione di mantra se ne manifesta-va e controllava il potere. Attraverso la ripeti-zione delle parole l’uomo mette in risonanza il

[email protected] www.ho-oponopono.info

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proprio livello vibratorio con quello intrinseco delle parole stesse, come abbiamo visto.Anche nella tradizione cristiana è stato raccolto questo modo di utilizzare il potere delle parole. Possiamo, infatti, assimilare al mantra la giacu-latoria delle nostre chiese. Cos’è il “rosario” se non un’incessante ripe-tizione delle stesse parole? Quando ripetiamo delle parole potenzialmente positive, senza riferirle a qualcosa di specifico che vogliamo manifestare o che desideriamo provare, rendia-mo il processo ancora più potente.Perché, essendo quelle che pronunciamo parole associate ad accadimenti positivi e potenzial-mente piacevoli, il processo messo in atto di-viene un processo di valore assoluto, non riferi-to a nulla di specifico, ma in grado di preparare il terreno della nostra realtà pronto e ricettivo per ottenere IL MEGLIO.Questo processo ci permette di superare in un colpo solo tutti i blocchi derivanti dai nostri preconcetti, dalle nostre aspettative, dalle no-stre credenze ostacolanti.

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Stanley Kubrick Radio in Paginadi Fabio Frabetti

il martedì alle ore 22 Fabio FrabettiDa bambino preferivo i registratori alle mac-chinine. Da adolescente favevo le radiocro-nache delle partite davanti alla tv, con tanto di rumori di fondo. Sono diventato giornalista professionista e fin dopo il diploma ho iniziato a collaborare per tv e radio regionali. Ho scritto per quotidiani on line e per mensili. Ed ho realizzato, con “Border Nights”, il so-gno di condurre un programma radiofonico notturno.

http://bordernights.blogspot.it

Tra le figure di cui ci viene più chiesto di parlare in radio c’è sicuramente quella del grande regista Stanley Kubrick. In particolare gran parte delle sce-ne mostrate in Eyes Wide Shut, sua ultima opera, sembrano trasmettere molto a livello simbolico e probabilmente hanno delineato alcune delle prati-che più oscure e inquietanti degli uomini di potere. Qualche mese fa ne abbiamo parlato con Giuseppe Rausa che ha avuto il grandissimo merito di ana-lizzare a fondo tutti i capolavori del regista, racco-gliendoli in un ricchissimo sito. «Kubrick era morto a marzo del 1999, quattro mesi prima dell’uscita del film. Sia la moglie che la Warner hanno garantito sulla sua integrità. Erano già usciti i primi trailer, tutti però concen-trati sulle scene delle avventure extraconiugali piuttosto che sull’elemento centrale del film: il cerchio di potere massonico che governa la socie-tà. Si tratta comunque di un film postumo e non possiamo escludere eventuali manipolazioni.

Stanley Kubrick

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Il personaggio chiave interpretato da Tom Cruise è proprio l’uomo comune, ordinario e mediocre che mentre cerca un’avventura extraconiugale per un caso fortuito finisce nel centro del potere che non avrebbe mai immaginato, fino alla famosa scena dell’orgia nel castello. Il personaggio in questione si chiama Bill, nome piuttosto stupido che richia-ma anche il conto al ristorante, non capisce che si è trovato di fronte a questi potenti e ad una cerchia massonica estremamente particolare. Solo nel finale se ne rende conto dopo essere stato minacciato di morte. Kubrick ha dato al volto sco-perto di Pollack il ruolo del potente. Forse ci ha preso, forse lo sapeva. Sta di fatto che proprio in questo periodo è venuto fuori che Pollack era stato un agente del Mossad, un personaggio comunque ambiguo. E forse non era un caso che Kubrick abbia scelto proprio lui per quel ruolo. In questo film mi è sembrato anche di scorgere un omaggio a Crowley, teorico di una serie di attività magiche e di sacrifici umani. C’è quasi una perfetta correlazione che termina con il presunto sacrificio umano del film (quello di Mandy) e il testo Magic di Crowley. Poi noto che la suddivisione delle scene in tre parti

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di sei minuti ciascuna fa emergere il numero 666, numero di Satana e soprannome di Crowley, considerato un esoterista molto vicino a potenti politici. Kubrick voleva forse evidenziare che a guidare le sorti del mondo, c’è una cerchia mas-sonica e segreta composta da uomini comuni che non si rivelano tali e che si muove secondo leggi che vanno al di là del bene, del male e della mo-rale comune. Aver mostrato questa realtà ed aver rivelato quello che poteva essere un segreto non è piaciuto a molti. Anche sulla colonna sonora c’è molto da dire. Kubrick era solito per i suoi film musiche preesi-stenti. In questo caso tra gli altri brani che sceglie c’è il requiem di Mozart, suonato nelle scene più minacciose per il protagonista. Il fatto che Mozart, affiliato massonico, venne probabilmente ucciso mentre componeva quel re-quiem attiva parallelismi interessanti con il film. Roba per iniziati e per chi studia attentamente la pellicola».

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LA GEOMETRIA EMOZIONALE

Venere o Amore

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Michele ProclamatoÈ uno scrittore, simbologo, che vive all’Aquila. Ha pubblicato nu-merosi ar ticoli sulla rivista Hera, Misteri di Hera, Totem, Scienza e Conoscenza. E’ collaboratore di diversi siti telematici quali: Il Portale del Mistero, Stazione Celeste, Paleoseti, Cropcircle Connector, Altrogiornale, Riflessioni, Ufo network, Nonsiamoso-li, Esonet. Ha pubblicato, con la casa editrice Melchisedek di Milano, i seguenti libri: “Il Segreto delle TRE OTTAVE”, “L’OTTA-VA la Scienza degli Dei”, “Il Genio Sonico” (dedicato al grande Leonardo da Vinci), “La Storia Millenaria dei Cerchi nel Grano”, “Quando le stelle fanno l’amore”, “L’uomo di Dio” (Giordano Bruno), “Oriente”, (Codifica della matrice delle Anatomie Sot-tili Orientali), “Cartesio: ovvero quando Dio smise di essere un triangolo e divenne scienza”, “Isacco Newton: Lo Scienziato del Tempio”. Partecipa a numerosi convegni e conferenze e tiene corsi e seminari in tutta Italia. Il suo sito è: www.micheleproclamato.it

Quando mi occupai di Giordano Bruno, fu il Sigillo che più mi fece pensare.Si Venere o Amore in mano al Nolano, che se-coli fa sapientemente lo incise, fu qualcosa di unico, destinato a segnare profondamente il mio modo di pensare, di immaginare l’insie-me di mondi da cui veniamo.Col tempo molto si è aggiunto a condizionare il mio modo di considerare il suo Sigillo. Probabilmente so perché fu scelta Venere e l’Amore per poter definire una simile “infor-mazione” archetipica. Sicuramente so che

MetaStoriadi Michele Proclamato

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finché vivrò dovrò usare il condizionale per circoscrivere il livello conoscitivo inserito nel Settenario del lungimirante Timoteo.Ma non è certo il non sapere che frena la vo-glia di sapere, per cui costantemente ho vissuto tenendo bene a mente questo simbolo affinché potesse suggerirmi, sarebbe più giusto dire: “affinché potessi ricordarmi” cosa realmente nasconde. E quindi, quindi mai ho smesso di ponderarlo, anche solo per pochi attimi, co-munque sufficienti a dare un senso a quel quo-tidiano che troppo spesso si disdegna. E stamattina, cercando qualche moneta all’in-terno della mia tasca per poter ricevere da un distributore automatico quel bigliettino libera-tore che mi avrebbe concesso di lasciare la mia macchina per poche ore nelle apposite strisce, stamattina dicevo qualcosa si è aggiunto.Un euro, due euro, tlin tlin, tre euro, tlin, zzzzz-zzz, bigliettino e per un attimo fugace e veloce come veloce può essere solo quella parte di noi che è e rimarrà immortale, mi è parso logico immaginare, forse comprendere, che quella ge-ometria così sapientemente impressa da Bruno su quei Sette Cerchi vuol dire e può dire di più.

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So per certo che quella fitta ragnatela di linee altro non è che la duplice compartecipazione dei 5 solidi platonici, questo si, così come da pochi anni so che quella matrice geometrica per Bruno altro non era che la stimmata emo-zionale del divino, destinato a diventare luce, colore, suono, materia e che tutto ciò altro non è che il frutto del “SUO” amore per tutto il cre-ato, ma come dicevo, da stamattina forse posso aggiungere qualcosa. Si perché se tutte quelle “linee”, come ben sapeva Pitagora, dentro di noi diventeranno emozioni, allora sempre le stesse saranno le uniche ad avere la capacità di collegare non solo ciò che sentiamo in questa meravigliosa tridimensionalità, ma anche ciò che ha dato a questa dimensione l’opportunità di apparire. Per cui prima di mettere il bigliet-tino con la scadenza oraria, sul cruscotto della mia macchina ho pensato che, le stesse, come si evince dal mondo curante sottile orientale, allo stesso tempo, possono fare a meno di cer-ti vincoli tridimensionali, per cui pur essendo, noi qui, abbiamo tutte le carte in regola, ter-minata questa parentesi, di essere altrove con ciò che, proprio qui ci sembra così effimero e invisibile. E se dovessi trovare un contenitore adatto ad ospitare la nostra emozionalità pluri-dimensionale, credo che l’anima sarebbe l’uni-ca in grado di assolvere questo compito.Poi ho fatto i miei giretti per le strade di Tori-no, ho pensato a quando ero ragazzo, e prima di riprendere la mia auto, ormai diventata anche lei maggiorenne, ho realizzato che la mente, probabilmente, è il periferico frutto platonico,

del nostro mondo emozionale, per cui in ultima analisi ciò che noi chiamiamo, odio, rabbia, fe-licità, noia, melanconia, cattiveria, bontà, ver-gogna ecc. ecc, altro non sono che parti di quei 5 solidi, che riassunti da un paio di cubi, un tempo più conosciuti come Metatron, tanto si sforzano di farci sembrare umani .Dopo di che ho messo in moto e ho ripreso a vivere.

Metastoria

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Introduzione alla scienza

MUDRAdei

Paolo FranceschettiPaolo Franceschetti, avvocato, docente di ma-terie giuridiche, ha pubblicato libri e articoli in tali materie (diritto civile, penale e ammi-nistrativo), per poi specializzarsi come legale nel settore dei delitti esoterici e approfondire l’influenza della massoneria e della Chiesa Cattolica nella storia contemporanea e passa-ta. Occupatosi per ragioni personali dei delitti del Mostro di Firenze, per poi divenire legale di Paolo Leoni e Nicola Sapone, indicati dai media come i capi delle cosiddette Bestie di Satana, ha intrapreso uno studio approfon-dito delle dinamiche pratiche, sociali, ed eso-teriche di alcuni delitti di matrice massonica o cattolica. Nel 2013 e 2014 ha pubblicato con Uno editori la trilogia "Sistema massoni-co e ordine della Rosa Rossa". Cura un blog che si occupa di poteri occulti "Il blog di Paolo Franceschetti" e ha fondato insieme a Stefa-nia Nicoletti l'Associazione Guerriero Dragone per l'organizzazione di eventi a carattere spi-rituale e culturale. Collabora anche con rivista Delitti e Misteri.http://paolofranceschetti.blogspot.it/

Nel numero scorso abbiamo parlato dei mantra. E’ ora quindi naturale parlare di uno strumento spirituale potente ma poco conosciuto in occidente: il mudra (secondo la versione corretta il termine sarebbe in realtà femminile e occorrerebbe dire “la” mudra), che spesso viene associato, nella pratica, all’uso dei mantra, ottenendo un effetto molto potente quando i due strumenti vengono combinati insieme.Letteralmente il termine viene dal sanscrito e significa “sigillo”; altri significati che gli sono attribuiti sono “marchio”, “simbolo”, o, meglio “gesto simbolico”; in italiano per comprenderne il significato, potremmo tradurlo con “posizione del corpo”. Se il mantra è la scienza dei suoni, quella dei mudra può definirsi come la “scienza delle posizioni del corpo”. Un mudra molto conosciuto è, ad esempio, la posizione delle

mani giunte che i cristiani assumono quando pregano; o le posizioni del corpo assunte dagli islamici durante le loro preghiere quotidiane. Pochi sanno che il gesto di congiungere le mani non è tipico solo del cristianesimo, ma anche di molte altre religioni, e la sua funzione è quella di congiungere la parte destra con la parte sinistra del corpo, per armonizzare mente e cuore e favorire la congiunzione col divino. Un altro mudra molto noto è quello chiamato Chin Mudra, che si vede spesso fare ai praticanti di yoga nella posizione del loto, che si ottiene unendo il pollice e l’indice formando un cerchio.In India quella dei mudra è una vera e propria scienza. Tutti i tipi di yoga, ad esempio, senza eccezioni, prevedono che si debba stare in determinate posizioni sia con la gambe, che con le mani, oltre che col busto. L’Hatha Yoga prevede

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La Rosa Gialladi Paolo Franceschetti

MUDRA

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25 mudra; il Kundalini Yoga ne prevede molti di più con le sole mani, partendo dal presupposto che ad ogni zona della mano sia associata una corrispondente zona del fisico, dai piedi alla testa.Nel buddismo esiste una corrente, quella Shingon, che fa dei mantra e dei mudra una scienza molto complicata; ci vogliono anni e anni per imparare i canti e le posizioni, ma l’effetto che viene raggiunto è sorprendente a livello fisico e i praticanti riescono

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ad influenzare in tal modo non solo la propria realtà interiore, ma anche quella esteriore. I mudra aiutano il praticante a raggiungere diversi effetti: guarigione fisica, guarigione spirituale, aiutano la concentrazione, favoriscono la circolazione dell’energia, hanno un effetto ansiolitico o energizzante a seconda dei tipi. Uno dei vantaggi dei mudra è che si possono praticare ovunque, anche perché alcuni coinvolgono le sole

La Rosa Gialla

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mani e la posizione risulta poco appariscente: in fila alle poste per dare un senso all’attesa, in autobus o metropolitana, o anche mentre si svolgono altre attività come guardare la TV, mentre si sta a letto prima di prendere sonno o al mattino, al risveglio, mentre si stenta ad alzarsi, potendo in questo caso fornire un aiuto e uno stimolo per diminuire il senso di pigrizia. Ad esempio un mudra molto efficace ma anche molto semplice consiste nello stringere

le mani a pugno; ha un effetto energizzante e può essere utilizzato in caso di emergenza quando si è stanchi sul lavoro o in una serata con amici.Questo mudra può essere utilizzato in auto contro i colpi di sonno (anche se la cosa più sicura da fare, quando si è stanchi, è fermarsi e smettere di guidare; il mudra infatti energizza e aiuta a non farsi sorprendere dal sonno, ma risulta pur sempre un metodo artificiale, che non garantisce una sicurezza al cento per cento).Ma in generale sono quelli finalizzati a raggiungere progressi spirituali i più conosciuti e praticati, ovverosia mudra per l’anima, il corpo e la mente. In linea generale possiamo dire che i mudra “servono a sottolineare e a dare peso alle nostre preghiere per raggiungere la leggerezza interiore e la guarigione”. Non a caso molti mudra hanno nomi di divinità (Ganesh Mudra, Pushan mudra,

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Varuna mudra, ecc.).Esistono poi mudra per riconciliarsi col passato, per migliorare le relazioni, per rafforzare il carattere e addirittura per programmare il futuro (Mudra, Lo Yoga della mani, Gertrud Hirschi).Un libretto molto carino, della stessa autrice, dotato di 40 carte esplicative, si intitola “I mudra

dei desideri” e aiuta le persone a realizzare i propri obiettivi. Una volta scelto il mudra che serve al caso vostro, questo dovrà essere ripetuto ogni giorno, almeno due volte al giorno, per un tempo variabile dai cinque minuti fino a mezz’ora per volta, anche se alcuni consigliano 45 minuti una

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sola volta al giorno.In questo modo, ad esempio, compiendo spesso il gesto di liberazione della paura, che ricorre in molte raffigurazioni del Budda, col tempo ci si libererà dalla paura (si tratta del Bhumisparsha mudra, che consiste nel sedersi in posizione del loto, e porre la mano destra sopra al ginocchio che guarda verso l’altro, e la sinistra verso il basso fino a toccare il terreno).Gli insegnanti più esperti ovviamente consigliano di praticare il mudra solo se si è in uno stato aromonioso e meditativo (Hirschi). Quello dedicato al mudra, secondo l’autrice, dovrebbe sempre essere un momento di comunione con se stessi; praticarlo in un ambiente poco tranquillo, o in mezzo alla gente, è possibile solo quando manteniamo la capacità di ritrovarci in noi stessi anche in queste circostanze.L’autrice, del resto, assegna ai mudra una funzione quasi sacra – come è nella tradizione indiana – perché crea uno speciale collegamento con

la consapevolezza cosmica (o col divino, se si preferisce usare questo termine). Il consiglio è sicuramente corretto. Tuttavia molto dipende dalla funzione che noi assegniamo al mudra. Se il mudra per noi è uno strumento per favorire la comunione col divino, la meditazione, l’introspezione, allora certamente sarà consigliabile eseguirlo solo in un contesto tranquillo e protetto.Ma se lo utilizziamo anche per favorire la calma in momenti di stress, oppure per evitare l’insorgere di un attacco di panico, allora sarà giocoforza utilizzarlo fuori dai contesti “ortodossi”. Esiste

un mudra, ad esempio, che è utile per evitare l’insorgere di attacchi di panico, e consiste nel premere con l’anulare al centro della mano, con una forza tale da arrivare fino a farsi quasi del male, con entrambe le mani contemporaneamente. Dopo qualche secondo bi-sogna poi congiungere anche i pollici di entrambe le mani. Il mudra deve essere eseguito quando la persona sente che l’attacco sta insorgendo; va da sé che tale mudra non è, fin

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dall’inizio, prati-cabile in un contesto di tranquillità ma, anzi, è nato proprio per essere utilizzato in ogni momen-to, indipendentemente dal contesto. Una variante di questo mudra, efficace sempre nei casi di attacchi di panico, consiste nel premere col pollice della mano destra l’interno della mano sinistra, al centro, e dopo qualche secondo invertire l’operazione. Ovviamente il lettore occidentale sarà scettico rispetto a certi fenomeni e all’utilità di questo strumento. Tuttavia è sufficiente riflettere sul fatto che ormai da tempo è notorio che alcune posizioni fisiche portino a lungo andare corrispondenti problemi fisici. Ed è altrettanto notorio che a seconda dei sentimenti che proviamo (rabbia, ostilità, paura, ecc.) il nostro corpo cambia atteggiamento, influenzando la nostra postura, lo sguardo, e la posizione degli arti. Ora, se si tiene presente questo fenomeno, è sufficiente ribaltare la prospettiva; in altre parole se è vero che i nostri pensieri e stati d’animo influenzano il nostro corpo, allora è possibile invertire il rapporto e aiutare i nostri pensieri e stati d’animo a migliorare, cambiando le posture. L’agopuntura e lo shiatsu, poi, hanno permesso di dimostrare scientificamente come ogni punto del corpo sia collegato ad un’altra parte, o ad altri organi. Conficcando un ago, o trattando un determinato punto con le dita, si va a creare un effetto in una zona del corpo completamente diversa; ad esempio la punta del mignolo è collegata col cuore, alcuni punti sul lato interno della gamba con lo stomaco, ecc. Non deve creare stupore, quindi, l’idea che assumendo una certa postura, o mettendo le mani in una determinata posizione, si possano stimolare determinati centri nervosi, o parti del corpo specifiche, tenendo presente che in oriente questa scienza è conosciuta da millenni, mentre da noi era sconosciuta fino a poco

tempo e sarebbe tutta da studiare e

approfondire. Inoltre, in questo campo, la

prova scientifica migliore che si possa effettuare è il

test personale. Chi soffre di attacchi di panico,

ad esempio, provi a eseguire il mudra da noi descritto in precedenza.

Oppure esegua uno dei tanti mudra consigliatinei libri di Gertrud Hirschi (ad esempio il mudra contro le oscillazione degli stati d’animo). Solo la pratica e l’esperienza garantiscono, al di là delle “teorie” e delle “prove scientifiche”, se uno strumento è compatibile con il nostro carattere, con i nostri ritmi di vita, e se risulta utile. Tantopiù che alcuni mudra hanno un’ efficacia immediata e la verifica è possibile effettuarla fin da subito; il mudra contro gli attacchi di panico, ad esempio, è efficace fin dal primo attacco e, almeno nella mia esperienza, ha avuto sempre grande potere in questi casi (sono ormai circa 20 anni che lo conosco, lo consiglio, e lo vedo applicare e non mi risulta che qualcuno mi abbia mai detto “non funziona”). In italiano sono disponibili pochi testi ma sufficienti per chi vuole approfondire l’argomento e iniziare una pratica personale.

Gertrud Hirschi, Mudra, lo Yoga della mani, Il punto di incontro.Gertrud Hirschi, I nuovi mudra, gesti sacri di energia, Mediterranee.Gertrud Hirschi, I mudra dei desideri (con 40 carte), Il punto di incontro.Da Silva Kim, La salute nelle nostre mani, Il punto di incontro.Vincenti Philippe, Mudra i gesti dell’energia, Amrita.Mario Verri, Mudra, fuochi di coscienza, Edizioni Sovera.Serge Villecroix, Le mudra, gesti sacri che guariscono, Xenia.

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Il libro “MASSONI” di GIOELE MAGALDILa scoperta delle super-logge come chiave per capire gli eventi attuali internazionali

l' Ombradi Stefania Nicoletti

Circa tre mesi fa è uscito un libro che in poco tempo è diventato un caso editoriale, vendendo migliaia di copie in tutta Italia e arrivando in poco tempo a diverse ristampe. Ciò nonostante – o forse proprio per questo – è stato quasi del tutto ignorato dai media mainstream. Giornali e tv, a parte rare eccezioni, non hanno parlato dell’uscita e del successo del libro, né ovviamente dei suoi contenuti esplosivi e del dibattito che sta provocando in certi ambienti.Il libro in questione si intitola “Massoni: società a responsabilità illimitata. La scoperta delle Ur-Lodges” e l’autore è Gioele Magaldi. Si tratta del primo volume di una trilogia, che sarà seguita da altri due volumi (in totale, quindi, sono in programma cinque libri), in cui verranno esplorati aspetti inediti del potere, o rimasti finora appannaggio di siti web o ricercatori definiti “complottisti” e mai approdati alla conoscenza delle grandi masse.Gioele Magaldi è un politologo e uno studioso di esoterismo, ma è soprattutto un massone e proprio per questo le sue rivelazioni sono

importanti: per il punto di vista da cui vengono presentate. Magaldi è stato Maestro Venerabile di una delle logge più prestigiose dell’Oriente di Roma, la “Monte Sion”. Nel 2010 fonda il movimento “Grande Oriente Democratico”, che si pone in atteggiamento critico nei confronti della politica di Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia. Sempre a partire dal 2010, sul sito del GOD, Magaldi comincia a fare rivelazioni sui potenti, attraverso il sistema delle “lettere aperte” e lanciando messaggi piuttosto espliciti ai personaggi in questione. Dopo anni di attesa, il suo libro “Massoni” esce finalmente nel novembre 2014 per le edizioni Chiarelettere. In questo articolo la nostra intenzione non è di fare una vera e propria recensione del libro, ma piuttosto di analizzare alcuni degli aspetti più interessanti che Magaldi riporta, collegando tali aspetti ad eventi di attualità internazionali. Partiamo dal sottotitolo: “La scoperta delle Ur-Lodges”. Che cosa sono le Ur-Lodges? Sono le super-logge massoniche sovranazionali a cui – secondo l’autore – sono affiliati tutti i

Stefania NicolettiStefania Nicoletti. Ha lavorato come giorna-lista al quotidiano “Il Gazzettino”, redazione di Udine. Collabora con il Blog di Paolo Fran-ceschetti che si occupa di massoneria, poteri occulti, delitti rituali. Cura e conduce la tra-smissione di informazione “Forme d’Onda” tutti i giovedì sera su New Life Radio. Colla-bora con la rivista “Diritto, Politica e Socie-tà” di Coscienze In Rete. Ha collaborato con la rivista “Delitti e Misteri”. Ha scritto alcuni capitoli inseriti nella trilogia di libri “Sistema Massonico e Ordine della Rosa Rossa” di Pa-olo Franceschetti, pubblicata da Uno editori (occupandosi del delitto Pasolini, di Unabom-ber, e di altri misteri italiani). Cura il forum “Poteri Occulti” e il blog spirituale “Petali di Loto”. Insieme a Paolo Franceschetti ha fon-dato l’Associazione Guerriero Dragone che organizza eventi e conferenze di carattere culturale e spirituale.

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personaggi più potenti del mondo: politici di spicco, presidenti, banchieri, industriali, e tutti coloro che siedono nei posti chiave del potere; sia di quello visibile, sia di quello occulto, che Magaldi chiama “il backoffice del potere”. Le Ur-Lodges internazionali hanno creato le varie organizzazioni para-massoniche come il Club Bilderberg e la Commissione Trilaterale, che sono quindi solo operazioni di facciata per coprire le vere logge occulte e operare nel mondo “profano”.Le Ur-Logdes si suddividono in due grandi gruppi o fazioni, a seconda del loro orientamento: ci sono quelle conservatrici e neoaristocratiche (Three Eyes, Compass Star-Rose, Der Ring, e altre) e quelle progressiste (tra cui la Thomas Paine, di cui lo stesso Magaldi fa parte). La pubblicazione del libro – o della serie di libri – “Massoni” e le rivelazioni in esso contenute, si inseriscono proprio nel contesto delle lotte interne alla massoneria internazionale e della contrapposizione tra logge progressiste (che lavorano per un vero progresso dell’umanità) e logge conservatrici (che mirano invece a controllare e soggiogare l’umanità attraverso la destabilizzazione). Possiamo quindi dire

che, nella ricostruzione di Magaldi, le logge progressiste si rifanno ai veri e autentici valori della massoneria e delle tradizioni iniziatiche occidentali, mentre le logge conservatrici

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rappresentano la parte deviata della massoneria, che però attualmente sembra prevalere.Dicevamo che la novità rispetto al passato sta proprio nella provenienza delle rivelazioni. Magaldi ricostruisce un quadro mondiale complessivo che coincide con le analisi di altri autori che vengono – spesso impropriamente – definiti “complottisti” e per questo motivo bollati come visionari e non presi seriamente in considerazione o ridicolizzati. Magaldi invece ha una sorta di patente di credibilità in più rispetto a quegli autori, ed è difficilmente contestabile; non può essere definito un complottista e proviene da ambienti massonici: ha perciò una visuale privilegiata e potrà fornire maggiore credibilità anche a coloro che si occupano di controinformazione, come chi scrive. D’ora in poi dire che (quasi) tutti i potenti sono

massoni e che la massoneria è uno dei poteri più influenti nella gestione politico-economica mondiale, non sarà più solo “roba da paranoici che vedono complotti ovunque”.Un’altra novità importante è il fatto che Magaldi fa i nomi dei potenti, con delle vere e proprie “liste di superfratelli”, e dice a quali logge specifiche sono affiliati. Vero è che non fornisce le prove documentali delle sue affermazioni: e questa infatti è una delle critiche più ricorrenti che gli abbiamo sentito rivolgere da più parti in questi mesi. Ma Magaldi dice di possedere i documenti – acquisiti proprio dagli archivi segreti delle Ur-Lodges – e di poterli mostrare pubblicamente nel momento in cui qualcuno dei personaggi chiamati in causa dovesse smentirlo.Ma veniamo all’attualità. Come possiamo vedere quotidianamente, la propaganda mediatica

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sta martellando sempre di più sull’ISIS e su quella che ormai sembra una guerra imminente. Mentre scriviamo, la notizia del giorno è che il Presidente USA Barack Obama ha chiesto al Congresso poteri di guerra, dunque l’uso della forza militare contro lo Stato Islamico. Ogni giorno ci vengono mostrate immagini e video di barbare uccisioni di ostaggi (ultimo in ordine di tempo il pilota giordano bruciato vivo). In questo contesto non è importante stabilire se i video siano veri o meno – tra l’altro sull’autenticità hanno espresso dubbi anche organi della stampa ufficiale – quanto comprendere per quale motivo ci vengono mostrate ossessivamente tali immagini. Sappiamo davvero cos’è e da chi è stato creato questo fantomatico ISIS? Qual è lo scopo di questa operazione su scala mondiale? I nostri lettori potranno facilmente giungere alle

risposte, avendo noi già trattato in altri articoli le motivazioni occulte della manipolazione mediatica. Ma un’ulteriore conferma – e allo stesso tempo una rivelazione inedita – ci arriva dal libro di Gioele Magaldi.Il capitolo finale di “Massoni” è un dialogo tra Magaldi stesso e quattro importanti esponenti delle Ur-Lodges di diverso orientamento. Il più conservatore di loro, che si identifica con il nome iniziatico Frater Kronos, rivela la genesi dell’ISIS: non sarebbe, come ci viene raccontato, un gruppo di combattenti islamici che improvvisamente ha preso piede in Iraq e in Siria, ma un progetto studiato a tavolino e nato in seno alla loggia Hathor Pentalpha, una delle superlogge più reazionarie e sanguinarie, tanto che gli stessi fratelli massoni conservatori delle altre logge ne prendono le distanze. La Hathor Pentalpha nasce tra la fine degli anni ’90 e il 2000 in ambienti neo-con americani: viene infatti fondata da George Bush senior, Dick Cheney, Donald Rumsfeld (ma vi sono affiliati anche numerosi personaggi europei e del mondo arabo-mediorientale) e si rivela subito come una scheggia impazzita, “eretica” ed incontrollabile all’interno della galassia delle logge oligarchiche. La superloggia, secondo le rivelazioni di Magaldi, è coinvolta negli attentati dell’11 settembre e nell’espansione di Al Qaeda e dell’integralismo islamico. Ed è anche l’ideatrice dell’ISIS.Sappiamo quanto è importante la simbologia esoterica negli eventi mondiali e nel modo in cui vengono veicolati dai media e dalla propaganda. L’acronimo con cui i media internazionali, nel 2014, hanno cominciato a denominare il Califfato Islamico, Isis appunto, sia in latino e greco sia in inglese denomina la dea Iside: la patrona della magia e del potere spirituale e materiale. La dea Isis/Iside, nei miti e nei riti, viene spesso fatta coincidere con la dea Hathor: e qui abbiamo un primo ma clamoroso – quasi spudorato – collegamento con la loggia Hathor Pentalpha. Troviamo poi un’altra singolare “coincidenza”: l’altro acronimo con cui è conosciuto lo Stato Islamico è ISIL; in quenya, la lingua artificiale creata da J.R.R. Tolkien (autore della saga de “Il Signore degli Anelli”, romanzo considerato molto importante simbolicamente in ambienti massonici), Isil significa “Luna”, il simbolo esoterico-astrologico principale con cui vengono designate sia la dea Isis/Iside sia la dea Hathor.

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Le simbologie sarebbero anche altre e più profonde. Magaldi però fornisce anche un’informazione più concreta, se qualcuno dovesse considerare il lato simbolico un semplice e irrilevante gioco mentale. Abu Bakr al-Baghdadi, membro di Al Qaeda in Iraq e capo dell’Isis, ovvero colui che si è autoproclamato Califfo dello Stato Islamico globale (una sorta di nuovo Osama Bin Laden, anch’egli secondo Magaldi affiliato alla Hathor), era detenuto come terrorista pericoloso sin dal 2004 nel campo iracheno di prigionia di Camp Bucca. Nel 2009 fu affiliato in segreto alla Hathor Pentalpha e subito dopo l’iniziazione venne improvvisamente e “miracolosamente” liberato. Al-Baghdadi, quindi, farebbe parte della stessa loggia internazionale a cui sono affiliati numerosi capi di stato e politici di rilievo europei e statunitensi: pubblicamente giocano il ruolo di antagonisti, ma in realtà concorrono allo stesso progetto.Nello scorso numero di Orione abbiamo parlato delle Primavere Arabe e di chi c’è veramente dietro le rivolte mediorientali: un ulteriore spunto per capire la strategia adottata ci viene fornito proprio dal libro di Magaldi. La loggia Hathor Pentalpha ha avuto un ruolo chiave sia nella gestione delle rivolte, sia nella diffusione, in tutti questi anni, del terrorismo islamico, prima sotto forma di Al Qaeda e ora con la sigla ISIS. Lo scopo è creare destabilizzazione e arrivare a quello “scontro di civiltà” Occidente vs. Islam teorizzato dal fratello massone Samuel Huntington. Uno scontro di civiltà che ha subìto una notevole accelerazione con i recentissimi

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attentati di Parigi (strage al giornale Charlie Hebdo, 7 gennaio 2015), che verosimilmente portano la stessa firma degli attentati dell’11 settembre 2001 e si inseriscono nella strategia di escalation del fondamentalismo islamico e di guerra globale che vediamo quotidianamente sugli schermi dei nostri televisori.Nel nostro articolo abbiamo preso in considerazione solo alcuni punti, ritenuti tra i più interessanti e attuali, contenuti nel libro di Gioele Magaldi. Un libro che consigliamo di leggere attentamente per la miniera di informazioni fornite, la maggior parte di esse inedite. Non sappiamo chi c’è dietro l’“operazione Magaldi”: l’autore stesso dice più volte di non essere un “profeta disarmato”, lasciando intendere di avere alle spalle un network di potenti massoni internazionali che rimangono nell’ombra ma gli forniscono informazioni e protezione, mandandolo avanti in prima linea come parte visibile di una “rete occulta”. Non sappiamo nemmeno se coloro che sono dietro Magaldi siano animati da sincere intenzioni progressiste: questo solo il tempo ce lo dirà. Quel che per ora è certo è che le rivelazioni contenute in questo libro e in quelli che seguiranno si inseriscono nel contesto della lotta interna tra poteri massonici: un effetto di questa lotta è la diffusione, anche nel mondo “profano”, di informazioni importanti sul funzionamento del Sistema. Riteniamo che ciò sia di per sé un bene per l’umanità, e per questo troviamo il libro di Gioele Magaldi assolutamente meritevole di lettura e studio per comprendere la parte “in ombra” del mondo in cui viviamo.

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CARTA CANTA

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Qualche tempo fa avevo letto “i quattro accordi” di Miguel Ruiz.

Mi era piaciuto molto! Gran libro che esprime concetti preziosi! Avevo trovato davvero spunti molto interessanti e strumenti efficaci, che per altro utilizzo da tempo… sono parte comple-mentare dei concetti di Ho-oponopono, tanto per confermare ancora un volta che Tutto è

Uno e la Verità è sempre la stessa anche se osser-vata da angolature diverse. Tuttavia mi era rimasto un po’ di …come dire? …mancanza di qualcosa! Mi pareva che Miguel Ruiz avesse perso l’occasione per … “arrivare al nocciolo della questione”!Ed ecco quindi “Il Quinto accordo” che è auten-tica saggezza allo stato puro, dalla prima parola all’ultima… Ha riscattato decisamente quello che pareva un treno perso ne “I quattro accordi”! Anche questo è certamente è un libro emozio-nante e di facile comprensione come gli altri scritti di Don Miguel Ruiz. Tuttavia più di altri

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Il Quinto accordodi Don Miguel Ruiz

Libri da Orione letti per voi da Giovanna GarbuioCARTA CANTA

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infine la ciliegina sulla torta, il quinto accordo, quello che permette di andare oltre e superare tutti i limiti! Il quinto accordo secondo la sag-gezza Tolteca non è altro che la consapevolez-za che Tutto è Amore! E l’accordo proposto che consente di mettere in pratica questo sentire. E’ un libro che ci tocca dentro perché fa vibrare corde che hanno direttamente a che fare con la nostra Reale Identità. Buddha in tempi non so-spetti suggeriva: Non credere a nessuno e a niente che non sia affine al tuo buon senso (più o meno) Ruiz padre e figlio ci propongono il quinto ac-cordo: “Sii scettico, ma impara ad ascoltare”.Che altro dire? Anzi no! Un’altra cosa da dire c’è… Al di là della grandiosità dei 5 accordi, presentati come gli strumenti per riportare a galla il nostro potere “onnipotente” scusate la cacofonia), il va-

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“Il Quinto accordo” è un libro che lascia il segno, stimola e fa riflettere. Un aiuto per sviluppare la coscienze e a liberarci da inutili sovrastrutture.“Sii impeccabile con la parola”! Il primo accor-do è lo strumento principale e quello veramente potente (ricorda molto da vicino lo “spirito di Aloha”) per plasmare il proprio paradiso in terra. Gli Hawaiani sono molto consapevoli di questo! Uno dei loro più famosi proverbi recite “La pa-rola guarisce, la parola uccide!” Gli altri accordi sono facilitazioni per non perdere mai di vista il primo e il più potente strumento.- Non prendere nulla in modo personale- Non supporre nulla (potremmo anche tradurlo con “non avere aspettative”)- Fai sempre del tuo meglioTutti ottimi strumenti per facilitare l’uso e la mes-sa in pratica del primo quello davvero magico! E

lore inestimabile di questo libro sta proprio nel come descrive e presenta la realtà umana della vita incarnata; come ci propone la consapevolez-za che il cammino più fluido che conduce diret-tamente in paradiso, senza passare dal via, sia il consiglio spassionato di “ESSERE AMORE”!“Agisci come farebbe l’Amore” è il passo pre-cedente! Quindi la conclusione è che ogni ricer-catore spirituale dovrebbe leggere questo libro. Diciamo ogni ricercatore spirituale, perchè come ogni trasmissione di concetti profonda, anche questo libro dà per scontati dei pilastri fonda-

mentali, quali la convinzione di essere ognuno responsabile al 100% della manifestazione della propria realtà; la convinzione del concetto di es-sere ognuno di noi Dio in quanto sua individua-lizzazione (Tutto è Uno); la convinzione che la consapevolezza sia la conditio sine qua non per un’efficace crescita spirituale… e altre quisquil-lie di questa portata.“Il quinto Accordo” è un libro assolutamente da leggere e da rileggere e da somatizzare… Buon Viaggio!

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La promessa dei campi bioenergetici

e la fine di tutti i mali:

Dr. Valerie V. Hunt

Danika KemiÈ una ricercatrice e una donna del nuovo ri-nascimento. In questa vita si sta occupando di un’infinità di cose tra cui: scienze marine, eco-logia e sostenibilità, olismo, musica, nutrizio-ne, yoga, medicina alternativa. Il suo lavoro nelle diverse discipline ha un’ambizione e un minimo comune denominatore che puo’ es-sere riassunto nel motto: Alleviare, Svegliare, Elevare, riferito al proprio Essere e a quello di tutte le creature dell’Universo.

Guarigionidi Danika Kemi

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Valerie V. Hunt nacque a Larwill in Indiana nel 1916, fu una scienziata, e professoressa emerita di fisiologia all’Università della Cali-fornia di Los Angeles (UCLA).Conosciuta per il suo lavoro pioneristico nel campo della bioenergia, il suo approccio vi-sionario insieme al rigore scientifico le attri-buirono fama internazionale nel campo della medicina fisiologica e bioingegneria.Fu la prima a sviluppare i protocolli e la stru-mentazione necessaria per rilevare e registrare i campi di energia ad alta frequenza del corpo con l’analisi spettrale degli schemi di bioe-nergia. Scoperse gli schemi neuromuscolari di comunicazione non-verbale e la sua ricer-ca rivoluzionaria portò la prima conoscenza scientifica della relazione tra i disturbi del campo di energia, le patologie emozionali, il comportamento e lo spettro di energia della coscienza. Continuò la sua ricerca all’estero con l’analisi della guarigione ritualistica e le

credenze mistiche dell’Orien-te, Sud America, Africa e Iso-le del Pacifico. Lavorò con la NASA, il dipartimento della salute USA, e insegnò corsi in numerose Università. Fu la direttrice della ‘BioE-nergy Fields Foundation’, partecipò come speaker a nu-

merose conferenze e seminari e fu l’autrice di libri: “Naibhu, Infinite Mind”, “Mind Mastery” e “Uncork Your Consciousness”.“Quando ero a UCLA nei primi anni ’70 (rac-conta Dr. Hunt) una mia studentessa [Emi-lie Conrad n.d.r] voleva le spiegassi cosa le succedeva fisiologicamente quando danzava in trance. Lei aveva trascorso diversi anni ad Haiti e conosceva le danze indigene. Prima della sua danza le misi dei sensori sul corpo che misuravano i tessuti muscolari e le vibrazioni degli organi principali. Con grande sorpresa i dati degli elettrodi di-mostrarono frequenze che sembravano origi-nare altrove che dal suo sistema fisico. Ripetei questi test molte volte e realizzai che avevo scoperto un campo di energia dinamico che circonda il corpo umano che non era mai stato registrato con strumenti scientifici.” Le misurazioni erano realizzate con contatti bipolari come i noduli usati nell’elettrocardio-

La promessa dei campi bioenergetici

e la fine di tutti i mali:

Dr. Valerie V. Hunt

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gramma, ma gli strumenti della Dr. Hunt non potevano ricevere l’intero spettro e l’intensi-tà dei campi di energia che voleva misurare. Questa limitazione la portò a chiedere aiuto agli scienziati NASA che avevano progettato macchinari per la telemetria. Crearono un macchinario che misurava frequenze da zero a 250.000 Hz e lei lo chiamò AuraMeter™.Mappando i campi di bioenergia, Dr. Hunt scopri’ che ogni individuo ha un unico forma a riposo. Lei chiama questo il ‘signature field’ (campo firma).Il signature field di una persona in salute è composto di forme di energia bilanciata e coe-rente. Le linee nel grafico mostrano le onde distribuite in modo armonico.

I signature field di persone che hanno malattie o stanno per sviluppare malattie sono di 2 tipi: deficiency patterns (forme di mancanza), hy-peractive patterns (forme di iperattività).Questi compaiono nel grafico come spesse, onde a zigzag concentrate nelle bande ad alta o bassa frequenza. Malattie di ‘mancanza’ tipo il cancro e la sindrome di affaticamento hanno forme non coerenti nelle alte frequenze con praticamente no energia nelle basse frequen-ze. Condizioni come la colite, l’ipertensione e problemi della pelle mostrano forme incoeren-ti nelle basse frequenze con vibrazioni assenti

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Guarigioni

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nelle alte frequenze.Dr. Hunt sosteneva che il tipo di malattia – ‘mancanza’ e ‘iperattiva’ può essere deter-minato dall’AuraMeter ma non si può sapere quali tessuti attaccherà. Quello è determinato dalla predisposizione genetica e da altri fattori che l’AuraMeter non sa leggere. Ma si può capire almeno se la malattia è dovuta a troppo ‘chi’ e energia, o se il ‘chi’ manca. Correggendo il disturbo del campo di energia è possibile guarire completamente con un ap-proccio opposto a quello della medicina tradi-

zionale, dove vengono trattati solo i sintomi e le malattie spesso ritornano. Medici, scienziati e psicologi si sono chiesti per secoli il perchè alcune persone guariscono e altri no. Vi sono malati terminali che vanno in remissione spontanea e altri pazienti che hanno una condizione curabile ma purtroppo non ce la fanno. Se l’analisi della Dr. Hunt è corretta, ora ci troviamo in una posizione dove si può prevedere il male e anche stabilire se la persona può essere guarita, tramite un pro-cesso che lei chiama ‘transazione’. Con questo tipo di conoscenza si è in grado di predire chi può guarire, come e quale tera-pista sia il più indicato. Dr. Hunt afferma che ci sono 5 variabili per un’ottima guarigione: (1) il campo della malattia, (2) il campo della persona, (3) Il campo del terapista, (4) Il cam-po della terapia, e (5) il campo combinato del terapista e la terapia.Quando l’energia del terapista esegue una par-ticolare terapia, muove e cambia i campi ener-getici anticoerenti, la malattia è debellata. È l’energia del terapista combinata con l’ener-gia della terapia a creare questo campo e deve avere transazione con la persona che deve es-sere curata per ottenere risultati positivi. Per esempio: la persona con il cancro non ama il rosso ma i campi bioenergetici attorno al suo

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corpo hanno bisogno di energie nel rosso per guarire. Se il terapista ha troppo rosso nel suo campo energetico la persona con il cancro non avrà transazione con lui/lei. Quindi il terapista che può guarire questa per-sona deve avere un pò di rosso ma non troppo o la persona con il cancro non potrà avere tran-sazione, le frequenze curative non potranno essere trasferite e non guarirà. Con le pratiche mediche allopatiche (prendi questa pillola e guarirai), vi sono sempre mol-teplici controindicazioni. L’individuo prendendo la pillola è in una transazione forzata e questo è dannoso al suo campo energetico con risultati spesso dannosi e a volte fatali. L’approccio dell’AuraMeter invece non ha controindicazioni in quanto la transazione non è forzata e la persona sempli-cemente non avrà transazione con le energie negative. Dr. Hunt è mancata l’anno scorso all’età di 97 anni e il suo sogno era quello di realizzare l’AuraMeter in scala industriale e renderlo dis-ponibile per la maggior parte degli studi me-dici. Se questa cosa si realizzasse forse la fine di tutti i mali sarebbe davvero molto vicina.

http://www.valerievhunt.com

Guarigioni

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di Maura Musi

Maura MusiAttrice, doppiatrice, presentatrice, autrice di format televisivi e giornalista. Da sempre in-teressata al vasto mondo delle energie sottili, ha affiancato il loro studio a quello di filosofia e psicologia, concentrandosi in particolaresull’approfondimento dell’astrologia Karmica.Sull’analisi di film, opere teatrali e serial TV in chiave simbolica e spirituale ha pubblicato molti articoli durante la sua collaborazione con la rivista “Totem”.

“Ce l’hai la bandana? La vuoi?” Con queste pa-role vengo accolta al palazzetto dove, in una ge-lida giornata d’inverno mi accingo ad assistere al concerto dei Dear Jack, fenomeno musicale del momento e idoli di mia nipote tredicenne. Mi assalgono emozioni di vario tipo miste a pa-nico: sono una signora, cosa c’entro io con la bandana con l’effige di questi cinque ragazzi? Fa freddo, e la coda è già lunghissima, malgra-do manchino due ore all’inizio del concerto. Inoltre sono confusa: il palazzetto è lo stesso dove, tanti anni fa, anch’io andavo a seguire i miei idoli dell’epoca e un vago turbamento mi segnala che quelle emozioni adolescenziali si accantonano ma non si cancellano. “No, gra-zie. Tu la vuoi, Angie?” Mia nipote mi rivolge uno sguardo di sufficienza e scandisce. “Ce l’ho già…” Che stupida: come dubitarne? Lei dei Dear Jack potrebbe essere la biografa. Dopo ore di coda, infreddolita e spazientita

mi ritrovo finalmente parcheg-giata su una sedia, da Ange-lica che vuole raggiungere delle amiche sottopalco, ma non prima di raccomandarmi: “Non ti muovere, non sparire

e aspettami qui”. Non so perché, ma questa in-versione dei ruoli non mi dispiace. Forse sono curiosa di osservare questo fenome-no musicale in santa pace, e poi sono in buona compagnia: il target medio della band è adole-scenziale e molte ragazze sono accompagnate dalle mamme. Inoltre, mia nipote è più animata e complice del solito: evidentemente, condivi-dere questo particolare evento rappresenta il vi-sto d’ingresso al suo mondo più intimo. Dopo alcuni annunci di inizio imminente del concerto, puntualmente accompagnati da boati di entusiasmo, ecco apparire davvero i ragazzi. L’emozione della platea è indescrivibile, incon-tenibile, direi commuovente. Mi immergo nel concerto. La prima impres-sione è di ORDINE: non vedo gli arrembag-gi scomposti dei miei tempi, vedo un pubblico molto coinvolto ma educato e più commosso ed emozionato che eccitato.

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Anche sul palco noto cinque ragazzi molto ca-rini, molto appassionati della loro musica ma composti, direi eleganti. Nulla a che vedere con l’atmosfera eccitata, alterata e vagamente orgiastica dei miei tempi. Inevitabilmente mi ritrovo a pensare che, probabilmente, dipende dai periodi storici diversi: il pubblico dei Dear Jack sembra bisognoso di buoni sentimenti e di sicurezze, mentre la mia generazione, alla stessa età, proveniva già da un mondo di cer-tezze monolitiche e rigide regole da infrangere, quindi ricercava trasgressione e libertà sessua-le o contestazione politica e sociale. Osservo meglio i cinque giovani sul palco. Sono bravi, preparati, belli e armonici. Trasmettono sentimento e convinzione in quel-lo che suonano e dicono, e riescono a trasferi-

re tutto questo al loro pubblico, e tutto questo senza tirarsela. Ognuno di loro ha una sua spic-cata personalità e un ruolo preciso: Riccardo è concentrato sulla sua batteria, che suona con appassionato vigore. Francesco e Alessandro, chitarra e basso, sono la parte più “fisica” del gruppo e trasmettono passione anche con i movimenti, Lorenzo, chitarra e seconda voce, suona in modo più intimista e composto, direi più interiore. Alessio, la voce e frontman del gruppo, canta con passione e sentimento, riser-vando al pubblico la giusta dose di attenzione e interlocuzione, sempre appropriata e sicura. Ecco cosa sono, sicuri: controllano benissimo il palco e la platea, con consumato mestiere, malgrado la giovane età e il successo recentis-simo. Cosa trasmettono? Pulizia, innanzitutto,

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sensibilità, educazione, impegno, amore per il proprio lavoro. Senza dubbio costituiscono un modello positivo per le loro giovani seguaci,e non posso trattenermi dal pensare che siano i fi-danzati ideali per le nostre figlie, e che se fossi la loro mamma sarei fierissima di loro e … che è esattamente il contrario di quello che cercavo io nei miei idoli all’età di mia nipote! Mi spiego: probabilmente anche ai miei tem-pi sarebbero piaciuti anche a me, ma li avrei “spettinati” un po’…. Questi “fidanzati ideali”, per la cronaca,credono nell’amore ma risultano single: situazione perfetta per far volare la sfre-nata fantasia delle loro giovani fans ben oltre la stratosfera. In teoria, qualunque ragazza po-trebbe considerarli alla sua portata. Anche i loro gusti dichiarati sono semplici e

uguali a quelli di noi comuni mortali: pasta al tonno, risotto, pizza,sushi; e anche in tema di ragazze non si smentiscono: nessuna pretesa precisa o particolare: dolce, estroversa, sogna-trice …. massimo della trasgressione: ad Ales-sio piacciono i piedi! Certo, si dice che un paio di loro fumino, ma MAI in pubblico! La mia parte di addetta ai lavori si risveglia con un sospettoso interrogativo: che tutto questo sia il prodotto di un abile marketing aziendale? Ma se anche fosse,cosa cambierebbe? Nessun esperto di marketing potrebbe arrivare ad un si-mile risultato senza la completa collaborazione della sua materia prima. In ogni caso, i ragazzi devono avere stoffa, volontà e disciplina. Osservo a distanza Angelica, confusa tra la fol-la: sta sventolando uno striscione estratto dalla borsa e le leggo in volto una dolcezza e un en-tusiasmo speciali, le stesse emozioni che, a uno sguardo più attento, vedo trasparire anche dai volti delle altre ragazze presenti, alcune anche parecchio più grandi ma tutte affratellate dalla stessa inconfondibile espressione sognante di beata adorazione. Ma ecco che la band attacca con le cover: Baglioni, Bindi, i Pooh. Quando ero adolescente io, questi autori li snobbavo: troppo borghesi e sdolcinati, roba degna dei miei genitori. Io amavo i Pink Floid, Jimy Hendrix, Jim Mor-rison, i Jethro Tull, David Bowie, con qualche piccola concessione solo a Lucio Battisti e Francesco De Gregori. Qualche decina di anni dopo, osservo con sbi-gottimento che, se cantate dai Dear Jack, queste canzoni vengono invece accolte con entusiasmo dai figli del terzo millennio. Potenza di questi cinque ragazzi, che hanno trovato la strada del cuore dell’ultima generazione. Il concerto fini-sce, ma non la mia avventura, anzi! Ne incomincia un’altra: la firma dei cd. La ben oliata organizzazione trattiene in fila e in ordine le centinaia di ragazze con annesse mamme che, al micidiale gelo dell’inverno pa-dano, aspettano i loro idoli per un fugace in-contro pseudo-ravvicinato. In fila tra le stoiche groupie, cercando di non perdere di vista mia nipote malgrado la distanza di sicurezza geni-toriale imposta dalle ferree regole non scritte degli adolescenti, confusa tra centinaia di ra-gazze indistinguibili tra loro grazie alla divisa leggins – giubbotto imbottito – bandana-su-ca-

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pello lungo scuro liscio, vengo folgorata da una scomoda verità: che ci faccio lì, io che, neppure a quell’età ho mai fatto una coda in tutta la vita, neppure per un mio mito? Ero troppo centrata su me stessa o forse troppo distaccata per avere davvero dei miti? Nel frattempo, il gentile ma inflessibile servizio d’ordine guida le ragazze in fila indiana a passare davanti ad un tavolo dove siedono schierati i cinque boys: si può soffermarsi davanti a ciascuno di loro per qual-che secondo, il tempo di una firma, e poi via, veloci: guai bloccare la fila! Eppure, da questo contatto quasi-personale po-che escono indenni: dalla porta che dà all’ester-no escono ragazze trasfigurate, urlanti, pian-genti, ridenti e saltanti, in preda all’isteria più classica che la letteratura ricordi. Quando è il mio turno, anch’io sfilo davanti ai volti incuriositi dei cinque. “Sì, avete un’ammi-ratrice senior ragazzi. Prendetelo per un buon segno!” Impeccabili, mi sorridono. Aggiungo che ho avuto occasione di scambia-re qualche parola con Francesco e Alessan-dro, senza far valere alcun titolo, né artistico né giornalistico. Ho visto due persone gentili, attente, molto ben educate e umili, molto si-mili a ciò che trasmettono dal palco e davvero piacevoli. Se al successo si può arrivare anche per caso o per fortuna, mantenerlo non è che prerogativa di pochi. Secondo me, i Dear Jack lo manterranno.

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