Origine della scrittura tibetana e Shang Shung

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The Mirror - Italian Edition The Mirror - Italian Edition https://it.melong.com Origine della scrittura tibetana e Shang Shung Date : November 9, 2021 Chögyal Namkhai Norbu In un’intervista esclusiva trasmessa in tibetano il 6 agosto 2014 dalla stazione radiofonica Kunleng VOA negli Stati Uniti, Chögyal Namkai Norbu, Presidente dell’International Shang Shung Institute, discute il suo lavoro di ricerca sull’origine della scrittura tibetana, l’impatto dello Shang Shung sulla cultura tibetana e illustra i suoi libri sulla tradizione Bön e la pratica Dzogchen. Kunleng: Il grande studioso, Chögyal Namkhai Norbu, nei molti anni trascorsi in Occidente ha lavorato sulla cultura e la religione tibetana e ha scritto diversi libri su [l’antico regno di] Shang Shung quale origine della lingua, la scrittura e la cultura tibetana, e sulla pratica dello Dzogchen. In questi giorni Rinpoche è a New York per partecipare a una conferenza sulla Medicina Tibetana e l’Ufficio di Kunleng ha colto l’occasione per invitarlo per questa intervista. Chögyal Namkhai Norbu Rinpoche, prima di tutto vorremmo darle il ??benvenuto e ringraziarla molto di essere venuto oggi in questo ufficio Kunleng Voice of America Tibetan News a New 1 / 14

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Origine della scrittura tibetana e Shang Shung

Date : November 9, 2021

Chögyal Namkhai Norbu

In un’intervista esclusiva trasmessa in tibetano il 6 agosto 2014 dalla stazioneradiofonica Kunleng VOA negli Stati Uniti, Chögyal Namkai Norbu, Presidentedell’International Shang Shung Institute, discute il suo lavoro di ricerca sull’originedella scrittura tibetana, l’impatto dello Shang Shung sulla cultura tibetana e illustra isuoi libri sulla tradizione Bön e la pratica Dzogchen.

Kunleng: Il grande studioso, Chögyal Namkhai Norbu, nei molti anni trascorsi in Occidente halavorato sulla cultura e la religione tibetana e ha scritto diversi libri su [l’antico regno di] ShangShung quale origine della lingua, la scrittura e la cultura tibetana, e sulla pratica delloDzogchen. In questi giorni Rinpoche è a New York per partecipare a una conferenza sullaMedicina Tibetana e l’Ufficio di Kunleng ha colto l’occasione per invitarlo per questa intervista.

Chögyal Namkhai Norbu Rinpoche, prima di tutto vorremmo darle il ??benvenuto e ringraziarlamolto di essere venuto oggi in questo ufficio Kunleng Voice of America Tibetan News a New

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York.

Rinpoche: Grazie.

Kunleng: Rinpoche, qual è la ragione principale della sua visita a New York?

Rinpoche: Sono venuto con una doppia finalità: partecipare a una conferenza sulla medicinatibetana organizzata dall’American Tibetan Medical Association, dall’International ShangShung Institute e dalla Shang Shung School of Tibetan Medicine, e anche per assistereall’inaugurazione di un nuovo edificio costruito recentemente dalla Comunità Dzogchen.

Kunleng: Quindi uno degli scopi principali della sua visita è partecipare a una conferenza sullamedicina tibetana. La medicina tibetana ha una storia molto lunga. Qual è la sua situazioneoggi, e perché è importante preservarla e assicurarne la continuità?

Rinpoche: Nella cultura tibetana non c’è solo la medicina ma ci sono cinque scienzetradizionali [lingua, dialettica, medicina, arti e mestieri, conoscenza spirituale]. Queste cinquescienze sono il fondamento di tutta la cultura tibetana con radici molto antiche. Quandolavoravo all’Università in Italia per molti anni ho fatto ricerca [sulle loro origini]. In particolare hoscritto un libro in tre volumi [i.e. La luce del Kailash], i cui primi due volumi sono stati già tradottie pubblicati in inglese. Il terzo verrà pubblicato entro quest’anno. In questi libri non spiego solol’antica origine della lingua ma anche quella delle altre quattro scienze: la logica, la conoscenzaspirituale, la medicina, le arti e i mestieri. Tra queste la conoscenza spirituale è la piùimportante.

Più tardi tuttavia, la lingua e la medicina tibetana sono state considerate gli aspetti più rilevantidella cultura, mentre la conoscenza spirituale non ha beneficiato della stessa considerazione.Facendo ricerche su queste scienze tradizionali ho scoperto che avevano una storia antica eche non erano state importate dall’India e dalla Cina per diffondersi. Ho lavorato su questericerche per circa sei o sette anni. Si tratta di una questione importante di cui i tibetani in Tibet equelli che vivono all'estero dovrebbero interessarsi Questo perché la nostra cultura antica è dibeneficio per tutte le persone, per tutte le genti del mondo, non solo per i tibetani. Questo valeanche per la medicina che ha la sua origine nella tradizione medica dello Shang Shung, diorigine antichissima. Nei documenti rinvenuti a Dun Huang si trovano due opere di medicinatibetana: una si occupa della cura delle malattie, l’altra della moxibustione o Metsa. Nel[colophon del testo] sulla moxibustione, è scritto che trae la sua origine nello Shang Shung,quindi è importante che medici e persone di cultura capiscano che questo è alla base [dellanostra cultura].

Kunleng: Rinpoche, lei si è interessato molto e ha fatto diverse ricerche sulla storia dellacultura e della civiltà tibetana. Qual è il motivo specifico di tanto interesse?

Rinpoche: la prima volta che ho insegnato all’Università in Italia, insegnavo lingua e laletteratura tibetana. Il corso di lingua tibetana consisteva in soli due anni [di studio], mentre glialtri corsi di lingua come hindi, cinese e giapponese erano di quattro anni, al termine dei quali glistudenti potevano ricevere un diploma. Ma non era così per la lingua tibetana. Allora ne chiesi

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la ragione. La risposta che ricevetti fu che lingue come l’hindi e il cinese avendo una storiaantica andavano considerate come materie di studio fondamentali e dovevano essere premiatecon diplomi, ma poiché la lingua tibetana non aveva una storia antica doveva essereconsiderata materia di studio solo integrativa, non fondamentale. Non ebbi occasione di direche non era così e che noi tibetani avevamo una storia millenaria. Sapevo che la culturatibetana aveva origini antiche e capii che dovevo rinvenirne le tracce; così ho iniziato i miei studisulla storia dello Shang Shung.

Kunleng: Rinpoche, un anno fa, in un’intervista ha detto: “La fonte della cultura e della storiatibetana dovrebbe essere ricercata nel Tibet stesso. È una grave perdita se riguardo alla fontedi una cultura e la sua storia si segue solo quello che dicono gli altri. Con coraggio, prendendoquale base la storia reale, ho composto la Collana di Zi e la Collana di Gioielli in cui dimostro,attraverso la logica e il ragionamento, che la prima storia antica autentica del Tibet provenivadal Tibet stesso o Shang Shung.” Quindi più di tren’anni fa ha scritto la Collana di gioielli intibetano, e poi la Collana di Zi. Perché ha scritto questi due libri? Per il motivo che ho appenamenzionato [dalle sue stesse parole] o per le nuove generazioni in modo che capiscanol’origine della cultura tibetana?

Rinpoche: la maggior parte degli studiosi tibetani considera l’India come la fonte della culturatibetana ed è vero che l’India è una delle fonti. Il buddhismo proveniva dall’India, e comerisultato della sua introduzione nel Paese molti aspetti della cultura tibetana hanno subito ungrande sviluppo. [D’altra parte] non è del tutto corretto dire che il fondamento, l’origine dellacultura tibetana vada individuata nel Tibet stesso in quanto il Tibet come paese non era ancoranato]. Ho scritto tre libri sulla storia del Tibet [La luce del Kailash]. Nel primo mi occupo di unperiodo in cui c’era solo lo Shang Shung [e il Tibet non esisteva come paese]. È solo nelsecondo volume che comincio a spiegare la formazione del Tibet come paese. Perché [l’originedella cultura nel paese] deve essere fatta risalire allo Shang Shung? Il fondamento della storiatibetana risiede nei sei clan originari [mi’u gdung drug] che si dice siano la fonte della relativaetnia. Nella storia tibetana si tramanda che questi sei clan provenissero da una scimmia,emanazione del bodhisattva Avalokiteshvara, e da una roccia Sinmo [brag srin mo]. Ma seguardiamo all’;antica storia dei Bönpo, si dice che i sei clan originari provenissero dall’uovocosmico che è l’essenza degli elementi, e da quello discendessero i tre: Lha, Lu [Klu], Nyen. Traquesti, la popolazione umana ha avuto origine dal lignaggio Nyen, e in particolare i sei clantibetani originari. Così, nacque il lignaggio dei sei clan.

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Il sigillo del re Ligmincha nella calligrafia Shang Shung sMar

Questa è una storia molto antica e, prima di Tönpa Shenrab [fondatore del Bön] esistevano solostorie raccontate oralmente e nessuna scritta. Al tempo di Tönpa Shenrab fu creata la scritturadello Shang Shung chiamata Martsug (smar tshugs), e da allora conoscenze come il Bön,l’astrologia, i rituali, ecc., furono gradualmente trascritte. Così la storia antica fu scritta al tempodello Shang Shung, non nell’era del Tibet.Il tempo del Tibet comincia quando Thonmi Sambhota creò la scrittura, cosa che si dice abbiafatto prendendo a esempio la lingua indiana. Thonmi Sambhota fu molto bravo a ideare lascrittura tibetana, tuttavia, prima di questo, dai tempi di Nyatri Tsenpo fino a Songtsen Gampo,cioè durante le trentuno, o secondo altri, trentadue dinastie di re, per quanto numerosi re cifossero, si dice che il paese fosse governato da Drung, Deu e Bön, e che non esistesse unalingua scritta. Allora ho indagato e trovato molte evidenze dell'esistenza di una scrittura. [Adesempio] in una storia redatta da Nyang Tingdzing Zangpo, questi dice che gli antichi re tibetaniusavano una lingua scritta. Pertanto, comunque la si pensi, [una scrittura prima di ThonmiSambhota deve essere esistita].

Abbiamo due tipi di scrittura tibetana: Uchen [lettere con testa] e Ume [lettere senza testa, cioècorsive]. La scrittura Uchen e la sua grammatica sono state sicuramente create da ThonmiSambhota sulla base di quella indiana, ma la scrittura Ume ha origine dalla scrittura dello ShangShung, di cui esistono due tipi principali: Marchen e Marchung. Tra questi, in particolare, ilMarchung corrisponde alla cosiddetta “Scrittura discendente dagli dei [lha babs yi ge]”. Hostudiato questa quando ero nel mio paese natale e l’ho usata come esempio nella Collana di Zi.[Le lettere in] Uchen sono scritte da destra a sinistra e Ume da sinistra a destra: trovo chequesta sia una grande differenza tra le due scritture.

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Antico pecha scritto a mano con due diversi stili di scrittura Umed. (Cortesia biblioteca diMerigar)

Antico pecha in scrittura Lha-babs-kyi-yi-ge, “discendente dagli dei”(Cortesia biblioteca diMerigar)

Antico manoscritto con scrittura Uchen in oro. (Collezione privata)

Ho grande considerazione per qualunque cosa abbia insegnato Gendun Chöpel, ma non sonod’accordo con lui quando dice che l’Ume si è sviluppato dallo scrivere Uchen in modo veloce.Questo non è assolutamente il caso. Per esempio, esiste la “scrittura bhutanese veloce” chederiva sicuramente dallo scrivere l’Uchen in modo rapido. Ma questo non è il caso di Uchen eUme – anche scrivendo Uchen in modo rapido per secoli, non diventerebbe mai Ume. Il motivoper cui Ume è più veloce è che [ogni lettera] si scrivere da sinistra a destra. Quindi è beneconsiderare la scrittura dello Shang Shung come l’origine di Ume.

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Scrittura Khyu-yig corsivo dal Gompa di Merigar West

Kunleng: Rinpoche, secondo la maggior parte delle spiegazioni [che troviamo nella] storiatibetana e dagli studiosi, la lingua tibetana fu creata per la prima volta da Thonmi Sambhota. Manella Collana di Zi, lei dice che la scrittura ebbe origine al tempo dello Shang Shung e chequindi fu usata fin dall’antichità. Quali sono le fonti dei documenti di Dung Huang e le prove ditale affermazione?

Rinpoche: Una delle prove è la seguente. Se consideriamo il Dag Yig o Sum rtags, lagrammatica o il dizionario di ortografia composti da Thonmi Sambhota, non ci sono che cinquegenitivi, mentre nella lingua dello Shang Shung ci sono undici genitivi. Se guardiamo aidocumenti di Dun Huang, all’epoca in cui Thonmi Sambhota aveva già composto le sue opere,in alcuni documenti occasionalmente compaiono ancora dei genitivi che venivano usati nellalingua dello Shang Shung. Questo indica quindi che esistevano già da tempi precedenti.

Kunleng: lei dice che Thonmi Sambhota rese la lingua tibetana più facile da scrivere, ecompose nuovi testi di grammatica, ma a parte questo, la scrittura esisteva prima di queltempo?

Rinpoche: I tibetani conoscevano e sapevano usare la lingua dello Shang Shung. Se leggiamoattentamente quello che ha detto Songtsen Gampo: “Noi tibetani, abbiamo bisogno in Tibet,della nostra scrittura”. Non ha detto che non c’era una lingua scritta e che avevano bisogno dicrearne una. Perché ha detto: “Il Tibet ha bisogno di una propria lingua”? Perché molti reprecedenti non amavano e minacciavano i Bönpo, e tentarono molte volte di rendere il Tibet unpaese più forte, per esempio, al tempo di Drigum Tsenpo [gri gum btsan po, VIII dinastia], manon ci riuscirono. Anche durante il regno di Tagri Nyenzig [stag ri gnyen gzigs), XXI dinastia] fufatto un tentativo simile. Perché non ci riuscivano? Perché, a quel tempo, la cultura tibetana e ilgoverno del regno si basavano tutte su fonti Shang Shung, e per questo motivo il Tibet nonriusciva a diventare un paese forte. Il potere influente della cultura dello Shang Shungincombeva sui re tibetani.

Lo possiamo capire guardando le storie di quei sovrani. I re avevano due kushen [ku gzhen,sacerdoti Bönpo]. Dal tempo di Nyatri Tsenpo fino all’ultima dinastia dei re tibetani, ogni re

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aveva un sacerdote Bönpo. I sacerdoti nominavano i re e anche quando il buddhismo si eradiffuso e Guru Rinpoche e gli altri [maestri] erano venuti in Tibet, i sacerdoti Bönpocontinuarono a nominare i re. I sacerdoti Bönpo avevano due funzioni: una era la nomina del ree l’altra il rituale delle abluzioni [sku khrus] per il re appena nato.Per quale motivo i re avevano i Kushen? Quando il Buddhismo iniziò a diffondersi in Tibet, [i repensarono che] se le antiche tradizioni [del Bön] fossero state interrotte, i Bönpo avrebberoinviato maledizioni, o ci sarebbero state calamità, per questo mantennero i sacerdoti Bönpo [acorte].

La cultura Bönpo aveva un fondamento molto forte e i re tibetani, pensando che questa gliimpedisse di diventare potenti, cercarono in molti modi di distruggere i Bönpo. Ed è per questomotivo che Songtsen Gampo tramite i rapporti con India e Cina, sviluppò una nuova cultura,favorì l’introduzione del buddhismo, e in questo modo vinse sullo Shang Shung.

Kunleng: Rinpoche, nei suoi libri dice che la fonte della cultura tibetana è il regno dello ShangShung. Tuttavia, oggigiorno tutti i tibetani considerano e affermano che la nostra cultura e inostri usi sono molto legati alla religione buddhista. Quando dice che la cultura tibetana ha lasua origine nello Shang Shung, sta parlando di quella che oggi consideriamo la nostra culturaattuale o qualcosa di diverso?

Rinpoche: Tutti gli aspetti della nostra cultura, anche se hanno avuto origine nello ShangShung, hanno, ovviamente, subito qualche cambiamento e si sono sviluppati. Prendiamo adesempio la medicina che ha avuto origine nello Shang Shung. Nel corso di molti secoli [conl’integrazione della medicina] dall’India, dalla Cina e anche da altri paesi, la medicina tibetanasi è sviluppata molto. Questo non è avvenuto solo per la medicina; anche altri aspetti dellanostra cultura si sono sviluppati in modo simile. La religione e la cultura tibetane hanno avutouna evoluzione, ma a parte questo non c’è motivo di denigrare quello che esiste della nostracultura antica.

Kunleng: Qualunque sia la cultura tibetana che abbiamo ora, è la continuazione della culturadello Shang Shung?

Rinpoche: L’origine o la fonte primordiale della cultura tibetana è lo Shang Shung. La linguadello Shang Shung aveva una sua grammatica, [per esempio] come ho detto prima, nella linguadello Shang Shung erano usati undici genitivi. Thonmi Sambhota semplificò quella grammatica,tenendo solo cinque genitivi.

Kunleng: Rinpoche, lei è un praticante buddhista e, soprattutto, è un praticante Dzogchen.Qual è il motivo particolare del suo interesse per lo Dzogchen?

Rinpoche: La ragione è che ho incontrato il mio insegnante, che era un maestro Dzogchen.Ricevuto il suo insegnamento, sono arrivato a capire che lo Dzogchen è l’essenza di tutti i sutrae i tantra, di tutti gli insegnamenti del Buddha. Lo Dzogchen non è affatto qualcosa cheappartiene alla tradizione Bön. Ma facendo ricerche sulla storia [dell’antico Tibet] mi sonoconvinto del fatto che l’insegnamento Dzogchen esisteva nel Bön in quanto esiste il cosiddettoShang Shung Nyengyüd che ha una chiara validità storica. In quella [trasmissione] c’è una

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spiegazione dello Dzogchen in dodici [versi] che presentano il modo si vedere, la meditazione, ilcomportamento e il frutto, ciascuno distinto in tre aspetti. Quell’insegnamento [nella sua formaattuale] ebbe origine dal Maestro Bön Nangzher Lödpo, che era l’insegnante del re Ligmincha,ultimo re dello Shang Shung.

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Antica statua in bronzo di Songtsen Gampo. (Collezione privata)

Ligmincha fu assassinato durante la vita di Songtsen Gampo, che poi sottomise il regno di

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Shang Shung. Ma, qualche tempo dopo, Songtsen Gampo si ammalò. Questi eventi sonoregistrati nei documenti di Dun Huang. Songtsen Gampo aveva una malattia ai nervi chenessuno dei medici sapeva curare. I Bönpo di Shang Shung dissero a Songtsen Gampo:“Nessuno può curare la tua malattia che è stata causata da una maledizione di NangsherLödpo, il maestro del [re] Ligmincha che hai ucciso. Quindi nessuno può curarti tranne lui”. CosìSongtsen Gampo mandò i suoi ministri a cercare Nangsher Lödpo. Quando lo trovarono, loinvitarono [alla sua corte] dove lui eseguì un rituale che fece guarire Songtsen Gampo.Ripresosi dalla malattia, Songtsen Gampo come ringraziamento, fece dono del territorio inTsang dove potettero rimanere in modo permanente, e dove ora si trova [il monastero di] Menri.Da allora, i Bönpo vi dimorarono ed è per questo che abbiamo le thanka degli antichi re delloShang Shung e antichità Shang Shung. I Bönpo residenti in altri luoghi vennero dispersi altrove.Nangsher Lödpo aveva quell’insegnamento Dzogchen, ma prima di lui non esisteva alcun testoDzogchen. Esistevano solo i Nyengyu. Al giorno d’oggi, quando i maestri scrivono degliinsegnamenti, danno a tutti il titolo Nyengyu [trasmissione orale]. Ma nello Dzogchen, Nyengyuconsiste solo di poche parole, non scritte ma pronunciate all’orecchio della persona. Nei periodidi disordini sociali quando i testi non erano consentiti, i Nyengyu continuarono a circolare. Neitesti Dzogchen più antichi si dice che si manifestarono dodici maestri di Dzogchen, dei qualil’ultimo era stato Buddha Shakyamuni.. Al tempo di Garab Dorje nulla era rimasto di quanto gliundici maestri precedenti avevano insegnato, non c’era nemmeno uno scritto Dzogchen, eranorimasti solo i Nyengyu e Garab li insegnò di nuovo. Quando introduciamo il punto di vista delloDzogchen, anche al giorno, d'oggi insegniamo questi Nyengyu.

Kunleng: In uno dei suoi libri, quando discute se lo Dzogchen appartenga al Bön o ai Nyingma,ha scritto che la pratica dello Dzogchen non è limitata al Bön o ai Nyingma, ma si trova in tuttele scuole [del buddhismo tibetano]. Qual è il motivo di questa affermazione?

Rinpoche: Se studiamo veramente il principio dello Dzogchen, comprendiamo che lo Dzogchennon è una tradizione spirituale. Dzogchen è lo stato ultimo [dell’individuo], e come tale è ilpunto di arrivo di tutte le tradizioni spirituali come Nyingma, Kagyü e Sakya. A parte questo nonc’è Dzogchen. Ma nel nostro mondo etichettiamo sempre tutto: “Questo è questo, quello èquello”. Non mettiamo insieme le cose ma le distinguiamo. Ma lo Dzogchen è l’essenza ultima,l’obiettivo finale, di tutte le tradizioni buddhiste.

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Tonpa Nangwa Tampa dipinto da Dugu Choegyal Rinpoche dal Gompa di Merigar West

Nello Dzogchen [si dice che si manifestarono] dodici maestri [primordiali] di Dzogchen, il primodei quali era chiamato Tonpa Nangwa Tampa, che apparve all’epoca delle perfezioni. Il tantraprincipale che questi insegnò fu il tantra radice Dra Thalgyur che esiste ancora oggi, e che nonè facile da comprendere. Tuttavia, ne esiste un commentario scritto da Vimalamitra. Quandovivevo in Tibet non avevo mai visto quel commentario, ma viaggiando avevo sentito che aDrepung nella biblioteca del Quinto Dalai Lama, ce n’era una copia originale. Durante laRivoluzione Culturale tutti i testi di quella biblioteca erano stati raggruppati in una stanza chiusaa chiave, in modo che non andassero perduti. Due volte [quando ho visitato il Tibet] avevotenuto conferenze a giovani studenti tibetani del College of Science [Tsanrig Khang] ed erodiventato loro amico. Gli studenti avevano chiesto insistentemente alle autorità locali ilpermesso di riordinare quei testi, e, ottenuto il permesso me ne mandarono un elenco . Quandoho visto tra i testi che c’era un commentario al Dra Thalgyur composto da Vimalamitra, hopensato: “Oh, è fantastico. Devo ottenerne una copia ”Avevo degli amici al Science College ai quali chiesi di fare una copia del testo e di inviarmela.Mi dissero che non era possibile e che non avrebbero avuto il permesso. Dissi loro che avevoassolutamente bisogno di quella copia del tantra e di fare tutto il possibile per ottenerla. Alla fineriuscirono e me la inviarono. Il testo scritto in corsivo, era difficile da leggere e conteneva molti

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errori. Ho lavorato tre anni per controllarlo e correggerlo tutto, e ora è nel mio computer.Nel sistema Nyingma si parla dei nove veicoli spirituali che in genere sono elencati come i treShravaka, Pratyeka e Bodhisattva, i tre tantra esterni Kriya, Ubhaya e Yoga e i tre tantra interniMahayoga, Anuyoga e Atiyoga. Tuttavia, in quel tantra [il Dra Thalgyur] i nove veicoli non sonoelencati in quel modo. Invece di essere elencati come Shravaka, Pratyeka e Bodhisattva, i primitre sono i seguenti: i veicoli mondani degli umani e degli dei; i veicoli degli Shravaka, deiPratyeka e il veicolo dei Bodhisattva. Il veicolo mondano degli umani e degli dei include tutti ipossibili percorsi spirituali e [quel tantra dice che] la vera essenza, la destinazione finale di tuttiquesti è lo Dzogchen. Dunque lo Dzogchen è l’essenza di tutti i percorsi spirituali.

Kunleng: Qual è oggi la situazione riguardo al sostegno, la conservazione e la diffusionedell’insegnamento Dzogchen, dentro e fuori il Tibet?

Rinpoche: Al giorno d’oggi, nella zona dell’ Amdo ci sono molti Lama che praticano loDzogchen e che hanno un’ottima istruzione. Anche fuori dal Tibet ci sono molti khenpo e lamacon esperienza e realizzazione. Quindi la condizione dell’insegnamento Dzogchen èeccellente. Dal mio punto di vista, poiché lo Dzogchen è l’essenza degli insegnamenti spirituali,nei paesi stranieri, a chiunque sia interessato a questioni spirituali [insegno] che lo Dzogchen èl’essenza di tutti gli insegnamenti e che i benefici della sua pratica non si limitano al campospirituale, ma si estendono anche alla vita secolare.Riguardo al principio fondamentale del punto di vista e della meditazione, lo Dzogchen èconosciuto come lo stato libero da limiti e parzialità. Nel nostro mondo, lasciamo da parte per unmomento il campo spirituale, e consideriamo la vita secolare, in ogni paese ci sono sempreconflitti sociali, ostilità tra le parti. Cerco sempre di spiegare che se comprendessimo eavessimo un po’ di esperienza dello Dzogchen, potremmo liberare le menti, e se lo facessimo ibenefici si rifletterebbero sul paese, e sulla società stessa. Così lo Dzogchen aiuterebbe tutti.Cerco sempre di spiegarlo alla gente quanto più posso.

Kunleng: Nell’introduzione alla Collana di Zi dice: “Se il Tibet e i tibetani rimarranno a lungo omeno dipenderà da se la cultura tibetana durerà a lungo o meno. Dipenderà da quanto lacultura tibetana reggerà da sola”. La società e le generazioni dentro e fuori il Tibet stannocambiando moltissimo. Secondo lei qual è oggi la condizione della cultura e in particolare dellalingua, e a cosa noi tibetani dovremmo prestare particolare attenzione?

Rinpoche: La mia speranza più grande e, cosa molto importante, è che le persone dentro efuori del Tibet – gli studiosi ma non solo – siano in grado di mostrare le date dell’origineantichissima della cultura e della storia tibetana. Nei libri sulla storia che ho scritto, hocombinato i calcoli [delle date] basati sui cicli di Mewa di 60 anni [sme phreng] e 180 anni [sme‘khor], con le dinastie dei re [rgyal rabs], e i secoli [dus rabs]. Secondo questi calcoli,quest’anno sono trascorsi 3931 anni dall’origine della cultura tibetana. Tutti i tibetanidovrebbero fare ricerca su questi (calcoli), altrimenti, alle persone che dicono che la storia delTibet è di [soli] 2000 anni, non si potrà far altro che [dire] che ci si basa sull’India o sulla Cina.Non è così. Sono passati quasi 4000 anni dall’inizio della cultura tibetana. La cultura cinese èconsiderata incredibilmente antica, ma la sua storia non è più antica di 4000 anni. E questoequivale approssimativamente al tempo della nostra [storia]. Così coloro che lo comprendendopenseranno: “Ah, la cultura tibetana è preziosa. Dovremmo interessarcene molto». Spero

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davvero che questo accada.

Kunleng: Sia che si studi l’insegnamento buddhista o si faccia ricerca sulla storia [del Tibet], dibase è necessaria la [conoscenza] della lingua tibetana. Guardando la condizione della societàdi oggi, riguardo alla responsabilità di preservare la lingua tibetana, secondo lei, quello che sista facendo è sufficiente o si dovrebbe fare qualcosa di più, e se questo è il caso, cosa sidovrebbe fare.

Rinpoche: Sono passati quasi due anni da quando, mentre ero sull’isola di Tenerife hoascoltato per la prima volta alcune canzoni tibetane [moderne]. Una di queste diceva: “Concanzoni e melodie rendiamo popolari i nostri sentimenti e la nostra situazione” e ho pensato:“Oh, devo ascoltare un po’ queste canzoni”. Non ascoltavo mai canzoni tibetane, ma da quelmomento ascolto le canzoni e i loro contenuto.Molte parlano del declino della lingua e della scrittura tibetana in Tibet, del loro impoverimentonell’uso e di molte altre situazioni tristi. Quindi, ho pensato che la gente – tibetani o stranieri –dovrebbero conoscere queste cose, altrimenti se si prende una posizione politica e si va in girodicendo che i cinesi non ci danno alcun potere, diventa problematico.Non sono interessato, e non mi occupo affatto di politica, ma solo di questioni culturali, quindiho pensato che queste canzoni fossero preziose. Ora le ascolto, le ho trascritte, tradotte echiedo ai miei studenti occidentali di studiarle e cantarle. Questo perché penso che le canzoniaiuteranno molto la sopravvivenza della cultura tibetana, e in particolare della lingua.

Kunleng: Rinpoche, nella sua comunità e per i suoi studenti ha raccolto molte canzoni, e hosentito che ne ha compilate 108 con le relative danze [come ha detto prima a beneficio dellacultura tibetana]. Ma cosa prova e pensa di queste canzoni e danze, e che tipo di beneficiovede.

Rinpoche: La mia speranza è la seguente: se vogliamo assicurare la conservazione dellacultura tibetana, dobbiamo preservare la lingua e la scrittura; dobbiamo preservare l’identità, lacultura. Se queste non rimangono, la [cultura tibetana] scomparirà.In passato, quando ho visitato la regione del Kham in Tibet, sono andato a Tau. Arrivato lì, glistudenti stavano uscendo da scuola. Dicendo che volevo parlare con i bambini, ho chiestoall’autista di fermarsi al lato della strada, Portavo con me molte penne e quando sono arrivati??i bambini, gliene ho date alcune. Erano felici. Poi a ciascuno di loro ho chiesto in quale classeerano e cosa stavano studiando. Qualunque cosa chiedessi, rispondevano in cinese.Inizialmente, ho parlato con loro senza notare questo. Ma dopo un po’ gli ho chiesto: “Vi parloin tibetano, anche in dialetto Khampa, pensando che lo sappiate. Capite [il dialetto], ma mirispondete in cinese. Dovete sapere che la lingua tibetano e la lingua cinese non sono la stessacosa. Non vi sto dicendo di non usare la lingua cinese perché dovete usarla. Ma dovrestesapere che la lingua tibetana è diversa, e se non lo capite non va bene. ”In risposta a questohanno detto sì, sì, in cinese.

Sono rimasto molto sorpreso e ho pensato che se in una sola generazione i giovani diventanocosì, in due o tre generazioni probabilmente perderanno la loro identità tibetana e mi sonorattristato. Non c’è molto da fare, la situazione è così. Poi ho visto che i cantanti tibetani, moltidei quali sono cresciuti in Cina e hanno una buona conoscenza di quella lingua, a volte migliore

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del tibetano, amano il loro paese e pensano: “Siamo tibetani, ed è normale che abbiamo lanostra cultura”. Ci sono molte delle loro canzoni in cinese in cui cantano della situazione inTibet e delle loro difficoltà. Essendo conosciuti e diventati famosi, molti cinesi in merito al Tibet,oggi non pensano come prima. [Ora] capiscono la situazione del Tibet. Questo è il grandebeneficio che le canzoni hanno avuto ed il motivo per cui mi interessano molto.

Kunleng: Rinpoche, pur avendo un programma fitto qui a New York, ha avuto il tempo di venirea Radio Voice of America, desideriamo ringraziarla per averci dato la possibilità di organizzarequesta intervista.

Kunlen: Grazie.

Rinpoche: Grazie. Sono molto felice. È stata una buona occasione per parlare insieme.

Tradotto dal tibetano da Elio GuariscoA cura di L. GrangerTraduzione italiana di Enrica Rispoli

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