Organizzazione dei servizi sociali...

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Dipartimento di Scienze Politiche Università di Pisa Organizzazione dei servizi sociali (6cfu) Classe L-39 15-03-2018 Riccardo Guidi E-mail: [email protected] Blog: people.unipi.it/riccardo_guidi/didattica Ricevimento: Lunedì 12.45-13.45, aula B2

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Dipartimento di Scienze PoliticheUniversità di Pisa

Organizzazione dei servizi sociali (6cfu)

Classe L-39

15-03-2018

Riccardo Guidi

E-mail: [email protected]: people.unipi.it/riccardo_guidi/didatticaRicevimento: Lunedì 12.45-13.45, aula B2

Dipartimento di Scienze PoliticheUniversità di Pisa

Role-playing

15-03-2018

Tra agency e vincoli strutturali:un’organizzazione dei servizisociali alla prova di una riforma

Che succede quando una legge deve essere“implementata” in un’organizzazione del serviziosociale?

Dipartimento di Scienze Politiche / Università di PisaOrganizzazione dei servizi sociali / Riccardo Guidi (6cfu)

Cosa facciamo oggi?

1) Domande e osservazioni

2) Proseguimento PARTE 3 - Le organizzazioni del serviziosociale come strutture e come processi

15-03-2018

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Livelli di analisi delle organizzazioni

A livello MICROConsideriamo le relazioni tra individui e organizzazioni,

ovvero intendiamo le organizzazioni come contestid’interazione e processi dell’organizzare

A livello MESOConsideriamo le relazioni che organizzazioni diverse

all’interno di uno stesso campo hanno tra loro

A livello MACROConsideriamo i caratteri e le tendenze tipici di un

campo organizzativo, ovvero di «un’area riconosciutadi vita istituzionale» (Powell, DiMaggio, 1983: 148)

15-03-2018

Cfr. Rossi, 2014: 32-33

Il ciclo (semplificato) di una politicapubblica (di welfare)

...i processi da cui ci si aspettache una politica pubblica (diwelfare) venga “realizzata,compiuta, eseguita, prodotta,completata” (Hill, Hupe, 2009: 3),“tradotta in pratica” (Gherardi,Lippi, 2000, 2002)

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15-02-2018

La collocazione dei servizi sociali nelle politiche di welfare

Le organizzazioni del serviziosociale e le/gli assistenti socialicontribuiscono al policy-making

complessivo (cfr. Codice deontologico;Gal, Weiss-Gal, 2014)

L’assetto istituzionale dei servizi sociali in Italia

Cfr. Guidi, 2016

AS insicuro, zelante

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Tra agency e vincoli strutturali. Un’organizzazione del servizio socialealla prova di una riforma [Role-Playing]

Ripartiamo da...

Abbiamo simulato il funzionamento di un’organizzazione del servizio socialeterritoriale in un momento “caldo”, quello dell’implementazione di una riforma...

Ogni organizzazione (gruppo) ha dovutoaffrontare la stessa situazione...

...ma, come sempre, dentro le organizzazioni iruoli e le identità erano differenziati.

Dirigente del servizio

Coordinatore di un’area

AS esperto,critico,

sindacalista

AS stancodemotivato

ASprecario

OSSERVATORE

Assessore comunale

Regione

Uguale politica pubblica(riforma servizi sociali)

Uguali organizzazioni(profili attori)

Uguale “missione”(implementare riforma)

Le organizzazionihanno implementato

la riforma?

Allo stessomodo?

L’organizzazione è

vincolo o opportunità?

Governo e Parlamento

Perché?

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Perché organizzazioni dello stesso campo,composte da persone diverse si somiglianoe producono gli stessi risultati?

Tipologie di ISOMORFISMO (DiMaggio, Powell, 1983)

ISOMORFISMO COERCITIVO. Organizzazioni diversetendono a somigliarsi perché un’organizzazione sovra-ordinata esercita su di queste una pressione analoga(comandi, minacce, sanzioni...).

ISOMORFISMO MIMETICO. Un’organizzazione disuccesso viene presa a “modello” da imitare e tutte lealtre finiscono per assomigliarle.

ISOMORFISMO NORMATIVO. Organizzazioni diversecomposte dalle stesse categorie professionali (es.:AASS) tendono a somigliarsi perché i professionisti chevi lavorano riescono a dare forma all’organizzazionecon il proprio specifico protocollo professionale.

Rossi (2014: 45-48)

...perché subiscono pressioni divario genere verso l’ISOMORFISMO

NB: nonnecessariamentele pressioni a cuile organizzazionisi conformanogenerano esitirazionali! Meyer,Rowan (1977), Le

organizzazioni formalicome mito e

cerimonia

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Implementazione delle politiche di welfare e visioni dell’organizzazione

Approccio

TOP-DOWN

ApproccioBOTTOM

-UP

ORGANIZZAZIONE come STRUTTURA

Catino, 2001; Guidi, 2016

ORGANIZZAZIONE come PROCESSO

Visione GIURIDICO-FORMALE

dell’organizzazione

Visione SOCIO-COGNITIVA

dell’organizzazione

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La concezione giuridico-formale dell’organizzazione di servizio sociale

ORGANIZZAZIONE MACCHINA. L’organizzazione è considerata come unamacchina che funziona secondo regole (progettabili, prevedibili, uniformie facilmente modificabili) e ruoli/compiti (prestabiliti e ordinati). È pocoplausibile perché la razionalità è debole e le identità (valori, convinzioni,aspirazioni...) di chi lavora nelle organizzazioni sono differenti

ORGANIZZAZIONE DETERMINATA DAL DIRITTO. Si considera che visiano forti legami causali tra le leggi e i conseguenti comportamentidell’organizzazione e delle persone che in essa vi lavorano. È pocoplausibile perché oltre alle leggi vi sono molte altre fonti che danno forma alleazioni delle organizzazioni (routine, valori professionali, utenti...)

ORGANIZZAZIONE ATOMO. L’organizzazione è considerata comeun’entità a sé stante. È poco plausibile perché ogni organizzazione è inseritain un campo organizzativo e in un ambiente complessi e non possono noncollaborare con altre organizzazioni

Catino (2001: 7-17)

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Le organizzazioni pubbliche delservizio sociale sono BUROCRAZIE?

Catino (2001: 25-30); Rossi (2014: 52-58)

ORGANIZZAZIONE-MACCHINADETERMINATA DAL DIRITTO

Concezione giuridico - formaledelle organizzazioni

Organizzazione

Burocrazia = «modello di gestione delle attivitàamministrative che individua la legge come criterioesclusivo delle decisioni organizzative (...) La legge

stabilizza l’azione organizzativa in quanto ne anticipaforme e contenuti garantendole così uniformità»

(Rossi, 2014: 52)

Burocrazie professionali (Mintzberg, 1983)

Com’è possibile cheun’organizzazione chiamata a

fornire servizi “a misura dicittadino-utente” possa funzionare

come una burocrazia?

LEGGE

AASS

Utenti

Street-level bureaucracy (Lipsky, 1980)

Per funzionare efficacemente le organizzazionidel servizio sociale devono riconoscere uno

spazio di discrezionalità alle/agli AASSAnarchia

professionale

DISCREZIONALITA’ PROFESSIONALE

... ... ...

- +Etero-direzione

normativa

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Le organizzazioni del servizio socialeoperano in un complesso CAMPO

(INTER)ORGANIZZATIVO

Catino (2001: 23-24); Rossi (2014: 43-44)

ORGANIZZAZIONEcome ATOMO !?

L’organizzazione dove lavorerete potràprodurre servizi sociali solo attraverso lerelazioni con le differenti organizzazioni

attive nell’ambiente di riferimento

Queste relazioni sono complesse(poliarchia)

Le/gli AASS sono chiamate/i a gestirevirtuosamente questa complessità

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Lavori in un piccolo Comune come AS.

STEP 1. Allo sportello del Segretariato sociale ricevi un uomo di 50 anni, padre di trefigli e da poco disoccupato, che ti manifesta il pesante disagio socio-economico dellasua famiglia e ti dice che è stato il Centro di Ascolto della Caritas (quartiere Paperino)a consigliargli di venire al Segretariato sociale. L’uomo chiede un aiuto economico perpagare cinque fatture arretrate dell’azienda locale del gas (che tra una settimana hacomunicato all’utente l’interruzione del servizio causa insolvenza) e un lavoro. Cosafai? Come ti muovi?

STEP 2.Dopo avere contattato il Centro di Ascolto della Caritas, scopri che l’uomo ha giàricevuto dallo stesso Centro di Ascolto i soldi per pagare le fatture del gas arretrate.Ritieni risolta la questione ma reputi fondamentale intervenire affinché l’uomo abbia unreddito da lavoro. Cosa fai? Come ti muovi?

STEP 3.Dopo avere inviato l’uomo al Centro per l’Impiego circa un mese fa, l’uomo torna da tedicendo che non ha ricevuto nessuna offerta di lavoro, che è ancora disoccupato, cheha accumulato cinque rate di affitto da pagare e che ha ricevuto dal padrone di casal’avviso di sfratto che si compierà tra due settimane. E’ aggressivo. Cosa fai? Come timuovi?

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Lavori in una ASL (Unità non-autosufficienza) come AS.

STEP 1. Una collega del Comune capoluogo del tuo Distretto ti contatta. Ha valutato lasituazione di un nuovo utente (anziano) che si è rivolto al Segretariato sociale delComune e ritiene che il bisogno dell’utente sia di natura sociosanitaria. La collegaintende quindi “passarti” il caso, in quanto di competenza della ASL. Cosa fai? Come timuovi?

STEP 2. Alla fine della valutazione sulle competenze istituzionali tra i due enti, ti orientiper “prendere in carico” il nuovo utente. Quali sono le prime 3 mosse che fai? Come timuovi?

STEP 3.Hai condiviso le tue valutazioni con colleghi e con la tua responsabile e hai effettuatouna serie di colloqui con l’utente e la sua cerchia. Ritieni che l’utente otterrebbebeneficio con un’assistenza domiciliare integrata (ADI) che, sulla base di un pianopersonalizzato, comprende assistenza medica ed infermieristica, riabilitazione,assistenza di base (pulizie, lavarsi, vestirsi...). Cosa fai? Come ti muovi?

STEP 4.Hai compiuto tutti i passaggi necessari per consentire all’utente di fruire dell’ADI. Latua ASL eroga l’ADI mediante la Cooperativa sociale Vattelappesca. Cosa fai? Come timuovi?