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AIAS ASSOCIAZIONE ITALIANA PER L’ANALISI DELLE SOLLECITAZIONI XXXVIII CONVEGNO NAZIONALE, 9-11 SETTEMBRE 2009, POLITECNICO DI TORINO AIAS 2009 - 081 MODELLO DI TENUTA DELLA FLANGIA BULLONATA SENZA GUARNIZIONE PER COMPRESSORI CENTRIFUGHI L. Bertini a , M. Beghini a , C. Santus a *, C. Cagnarini b , P. Romanello b a Dipartimento di Ingegneria Meccanica Nucleare e della Produzione, Università di Pisa. Via Diotisalvi, n.2 – 56126 Pisa, *e-mail: [email protected] a General Electrics, Oil & Gas, Nuovo Pignone – 50127 Firenze Sommario I compressori centrifughi di elevate dimensioni sono comunemente assemblati senza l’utilizzo di guarnizioni deformabili. Le due metà della flangia di connessione sono forzate mediante bullonatura. La previsione della pressione di perdita è un aspetto di progetto di notevole interesse per questa tecnologia. Il presente lavoro propone un modello per prevedere la condizione di perdita, basato sulla meccanica della frattura. Le superfici della flangia parzialmente separate costituiscono una vera e propria fessura, il cui fattore di intensificazione è nullo, essendo le due parti a contatto. Imponendo che le due superfici siano parzialmente separate ad una distanza fino al bordo del foro del bullone, e imponendo la condizione di fattore di intensificazione nullo, è possibile determinare la pressione di perdita, analiticamente, mediante la tecnica delle ‘weight functions’. Risultati sperimentali in piena scala e in scala ridotta confermano la validità del modello presentato. Abstract The use of a gasket made in soft material is not recommended for large size centrifugal compressor case flange. The two case halves are assembled with bolted flanges and the leakage is prevented by the metal–to–metal contact under pressure. The prediction of the leakage condition is an important engineering challenge for this technology. A new model to predict the leakage condition, based on Fracture Mechanics, is presented. The partially open flange surfaces interface can be regarded as a crack. As the flange surfaces can not transfer tensile traction, the extension of the open zone, i.e. the crack length, can be obtained imposing the zero Stress Intensity Factor condition. The leakage is expected as the flange surface open front reaches the bolt hole. By means of the weight functions, the leakage pressure can be analytically calculated. Full scale and small scale experimental test results were in agreement with the proposed leakage model. Parole chiave: Tenuta. Flangia bullonata. Meccanica della frattura. 1. INTRODUZIONE I compressori centrifughi di elevate dimensioni non prevedono l’utilizzo di guarnizioni di tenuta in materiale deformabile, più comuni per flangie di minore dimensioni. La tenuta fra le due metà della cassa è garantita dal contatto diretto, definito come “metal-to-metal”, fra la superfici della flangia, Fig.1. Le due superfici della flangia sono premute da bulloni opportunamente preserrati. Nonostante non esista una guarnizione viene comunque applicato un opportuno sigillante al momento del serraggio dei bulloni, al fine di migliorare la prestazione di tenuta della flangia. In letteratura sono reperibili studi recenti sulle condizioni di perdita di flange senza guarnizione, tuttavia non esiste un modello di tenuta che descriva il fenomeno in funzione dei parametri macroscopici geometrici. I principali risultati riportati in letteratura sono:

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AIAS – ASSOCIAZIONE ITALIANA PER L’ANALISI DELLE SOLLECITAZIONI XXXVIII CONVEGNO NAZIONALE, 9-11 SETTEMBRE 2009, POLITECNICO DI TORINO

AIAS 2009 - 081

MODELLO DI TENUTA DELLA FLANGIA BULLONATA SENZA GUARNIZIONE PER COMPRESSORI CENTRIFUGHI

L. Bertinia, M. Beghinia, C. Santusa*, C. Cagnarinib, P. Romanellob

a Dipartimento di Ingegneria Meccanica Nucleare e della Produzione, Università di Pisa. Via Diotisalvi, n.2 – 56126 Pisa, *e-mail: [email protected] a General Electrics, Oil & Gas, Nuovo Pignone – 50127 Firenze Sommario I compressori centrifughi di elevate dimensioni sono comunemente assemblati senza l’utilizzo di guarnizioni deformabili. Le due metà della flangia di connessione sono forzate mediante bullonatura. La previsione della pressione di perdita è un aspetto di progetto di notevole interesse per questa tecnologia. Il presente lavoro propone un modello per prevedere la condizione di perdita, basato sulla meccanica della frattura. Le superfici della flangia parzialmente separate costituiscono una vera e propria fessura, il cui fattore di intensificazione è nullo, essendo le due parti a contatto. Imponendo che le due superfici siano parzialmente separate ad una distanza fino al bordo del foro del bullone, e imponendo la condizione di fattore di intensificazione nullo, è possibile determinare la pressione di perdita, analiticamente, mediante la tecnica delle ‘weight functions’. Risultati sperimentali in piena scala e in scala ridotta confermano la validità del modello presentato. Abstract The use of a gasket made in soft material is not recommended for large size centrifugal compressor case flange. The two case halves are assembled with bolted flanges and the leakage is prevented by the metal–to–metal contact under pressure. The prediction of the leakage condition is an important engineering challenge for this technology. A new model to predict the leakage condition, based on Fracture Mechanics, is presented. The partially open flange surfaces interface can be regarded as a crack. As the flange surfaces can not transfer tensile traction, the extension of the open zone, i.e. the crack length, can be obtained imposing the zero Stress Intensity Factor condition. The leakage is expected as the flange surface open front reaches the bolt hole. By means of the weight functions, the leakage pressure can be analytically calculated. Full scale and small scale experimental test results were in agreement with the proposed leakage model. Parole chiave: Tenuta. Flangia bullonata. Meccanica della frattura. 1. INTRODUZIONE I compressori centrifughi di elevate dimensioni non prevedono l’utilizzo di guarnizioni di tenuta in materiale deformabile, più comuni per flangie di minore dimensioni. La tenuta fra le due metà della cassa è garantita dal contatto diretto, definito come “metal-to-metal”, fra la superfici della flangia, Fig.1. Le due superfici della flangia sono premute da bulloni opportunamente preserrati. Nonostante non esista una guarnizione viene comunque applicato un opportuno sigillante al momento del serraggio dei bulloni, al fine di migliorare la prestazione di tenuta della flangia. In letteratura sono reperibili studi recenti sulle condizioni di perdita di flange senza guarnizione, tuttavia non esiste un modello di tenuta che descriva il fenomeno in funzione dei parametri macroscopici geometrici. I principali risultati riportati in letteratura sono:

XXXVIII CONVEGNO NAZIONALE – TORINO, 9-11 SETTEMBRE 2009

• la planarità della superficie ha un ruolo significativo, la tolleranza di planarità deve essere

molto stretta al fine di evitare perdite locali di contatto, che producono un canale di perdita preferenziale [1];

• in modo analogo, anche se ad un livello di scala differente, la rugosità deve essere minima per sfavorire perdite dovute ad un contatto non completo fra le superfici della flangia [2];

• l’orientamento dei solchi di rugosità deve essere non allineato con il verso del flusso di perdita, quindi possibilmente ortogonale ad esso [3];

• l’irregolarità della superficie e la rugosità vengono in buona parte compensate con l’introduzione di opportuni sigillanti siliconici che svolgono il ruolo di riempire gli inevitabili solchi prodotti dalle lavorazioni meccaniche [4,5].

Come detto in precedenza l’utilizzo di sigillanti è di fatto la norma, nonostante la flangia venga definita come “metal-to-metal”. Molti studi presentano analisi agli elementi finiti (FE) utilizzando elementi di contatto non lineare per determinare la distribuzione delle pressioni di contatto fra le superfici della flangia [6-18], spesso offrendo analisi di carattere comparativo fra diverse configurazioni. Alcuni studi dimostrano l’effettiva importanza del sigillante [11]. La condizione di perdita è solitamente associata alla perdita di pressione di contatto fra le flange accoppiate [6-10] oppure al verificarsi di una tensione di trazione sufficiente in grado di provocare il distacco fra il sigillante ed una delle due superfici della flangia [6]. L’effettivo valore del preserraggio imposto al bullone è ampiamente accettato come una delle principali cause di non affidabilità della flangia bullonata in termini di tenuta. Inoltre, alcuni studi propongono analisi su come ottimizzare la procedura e la sequenza di serraggio [14-21].

Figura 1: Tipiche dimensioni di un compressore centrifugo e relativa flangia bullonata di tenuta.

Il presente lavoro ha come obbiettivo quello di proporre un modello semplice ed efficace, in grado di determinare la condizione di perdita della flangia senza guarnizione, descrivendo la (parziale) separazione delle superfici della flangia con concetti di meccanica della frattura, ossia modellando l’interfaccia di separazione come una vera e propria fessura. Questo approccio permette di ottenere un modello analitico più veloce rispetto ad un calcolo agli elementi finiti, che quindi si presta ad un’analisi preliminare e di prima ottimizzazione dei parametri macroscopici della geometria della connessione. La geometria della connessione è rappresentata in Fig.2(a). I parametri geometrici principali sono: vD diametro interno della cassa, vt spessore della parete della cassa, Z posizione dell’asse del bullone (o del prigioniero) rispetto alla superficie interna della cassa, Hd diametro del foro del bullone, BP passo della fila di bulloni in direzione assiale, H altezza di ciascuna delle superfici della flangia, W larghezza della flangia, ed infine H / 2L Z d= − è la “distanza di perdita” ossia l’estensione della separazione fra le due superfici della flangia che porta in comunicazione il volume interno, contenente fluido in pressione, con il foro del bullone che quindi è aperto verso l’esterno (in quanto il collegamento filettato non garantisce nessun tipo di tenuta). In altre parole, se la lunghezza di

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separazione 0L fra le due superfici della flangia è inferiore a L , non si ha perdita, mentre si ha immediatamente perdita quando la lunghezza di separazione 0L è pari a L , Fig.2(b).

VD

Vt

H

Bd

ZW

BPBolt pitch along the axial direction L

Hd

Transverse section plane

Vertical symmetry plane

oL

L

o

o

No leak.:,

Leakage:L L

L L

<

=

(a) (b) Figura 2. (a) Dimensioni principali della geometria della flangia. (b) Condizione di perdita.

Inizialmente si presenta un modello EF in grado di prevedere la condizione di perdita. Successivamente i risultati del modello EF potranno essere confrontati con i risultati del modello analitico basato sulla meccanica della frattura. Il confronto sarà in grado di confermare la lunghezza di separazione prevista dal modello analitico. Tuttavia, l’assunzione della condizione di perdita, rappresentata in Fig.2(b), può essere confermata solo sperimentalmente. Sono state eseguite delle prove di pressurizzazione su componenti in piena scala, e più recentemente è stata messa appunto un’attrezzatura in scala ridotta con la quale è stato possibile monitorare la condizione di perdita, avendo un buon controllo del preserraggio dei bulloni. 2. MODELLO ELEMENTI FINITI La porzione di flangia modella agli elementi finiti è rappresentata in Fig.3(a). L’analisi si limita alla porzione rettilinea delle flange, ed inoltre si sfruttano le due simmetrie dovute alla ripetizione geometrica dei bulloni, Fig.3(b).

FE model region

B

bolt pitchP

Flange interface

Symm.

Symm.

Increasing the internal pressure p

Open contact front

Leakage

oL

(a) (b) (c) Figura 3. (a) Porzione di flangia modellata. (b) Modello EF, utilizzo delle simmetrie. (c) Distacco degli elementi di contatto e condizione di perdita.

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In Fig.3(c) si mostra l’evoluzione del fronte di apertura all’aumentare della pressione interna alla cassa p , fino alla condizione di perdita, ossia quando il fronte di distacco raggiunge il foro del bullone.

Come accennato nell’Introduzione, il modello EF rappresenta un riferimento per il modello analitico in termini di previsione della posizione del fronte di apertura, mentre la condizione di perdita, ossia fronte di apertura in corrispondenza del bordo del foro del bullone può essere verificata solo sperimentalmente. È importante sottolineare che, nonostante la non linearità di contatto, la pressione di perdita prevista dal modello EF, L,FEp , è legata linearmente al preserraggio del bullone, dato che si impone una specifica posizione del fronte di apertura. 3. MODELLO ANALITICO La porzione di distacco fra le superfici della flangia può essere interpretata come una vera e propria fessura. Le due piastre della flangia sono semplicemente appoggiate, tuttavia la zona in cui il contatto rimane chiuso è equivalente, in termini di stato di tensione, ad un'unica porzione di materiale senza soluzione di continuità, in quanto non si hanno slittamenti significativi. Essendo le due piastre a contatto non è possibile avere uno stato di tensione positiva (trazione) fra le due superfici. Anche la presenza del sigillante non garantisce uno stato di trazione significativo, ma soltanto l’opportunità di riempire i solchi della rugosità e quindi garantire l’effettiva planarità delle superfici a contatto. Come ben noto dalla meccanica della frattura, lo stato di tensione in corrispondenza dell’apice della fessura è definito dal fattore di amplificazione delle tensioni K . Il fattore di amplificazione (primo modo di apertura) non può mai essere negativo dal momento che questa condizione implica il contatto fra i lembi della fessura. D’altro canto la condizione di semplice contatto fra le superfici della piastra non permette un fattore di amplificazione positivo, dato che in tal caso le tensioni all’apice della fessura dovrebbero essere positive, addirittura singolari, per cui molto elevate in un introno dell’apice stesso. Quindi, il fattore di amplificazione è necessariamente nullo in corrispondenza del fronte di separazione. La condizione di perdita pertanto può essere espressa in termini di meccanica della frattura: fronte di separazione esteso fino al del bullone 0L L= e fattore di intensificazione nullo 0K = , Fig.4(a).

0K =

Lo

Leakage:L L=

x Closed

crack length

a

oa

n ( )xσ Open crack length

0

0

o

o n 00

n 00

( ) 0

( ) ( ) ( , )d

( ) ( , )d 0

a

a

K a

K a x h x a x

x h x a x

σ

σ

=

=

=

∫∫

(a) (b)

Figura 4. (a) Condizione di perdita espressa in termini di meccanica della frattura. (b) Integrazione della weight function, caso di una fessura parzialmente aperta. La tecnica delle “Weight Functions” (WF) permette di esprime il fattore di intensificazione delle tensioni di una fessura come integrale esteso su tutta la lunghezza della fessura (in uno schema piano, altrimenti su tutta la superficie della fessura, in uno schema tridimensionale) della tensione nominale moltiplicata per una funzione “kernel” che è appunto la WF [22-26]. La condizione di perdita può quindi essere scritta nel seguente modo, Eq.(1):

n0( ) ( , )d 0

LK x h x L xσ= =∫ (1)

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In cui la n ( )xσ è la distribuzione di tensione “nominale”, mentre la ( , )h x L è la WF. La tensione nominale è quella distribuzione di tensione che si avrebbe in corrispondenza della linea della fessura (in uno schema piano) se la fessura non ci fosse, ossia se il materiale fosse continuo. È importante sottolineare che la WF ( , )h x L è soltanto funzione della geometria e non della tensione nominale. Tuttavia, la WF ( , )h x L e la tensione nominale n ( )xσ non sono noti in forma chiusa per questa particolare geometria. Sono necessarie assunzioni e semplificazioni per ottenere una buona approssimazione della tensione nominale e della WF. Nel presente problema della flangia bullonata la distribuzione di tensione nominale è la sovrapposizione della distribuzione di tensione dovuta al serraggio del bullone (che ovviamente produce tensioni di compressione, negative) e la distribuzione di tensione dovuta alla pressione interna alla cassa, che tende a distaccare le due piastre della flangia (tensioni di trazione, positive). La WF non è uniforme ma è comunque sempre positiva, per cui le tensioni nominali di trazione tendono a produrre K positivo, mentre le tensioni di compressione dovute al preserraggio del bullone producono un contributo negativo, e quindi benefico ai fini della tenuta.

BP

L

Hd

H'd

x

L

n, 1(0)pσ

B V / 2( 1MPa)p P Dp =

V / 2S

n, 1( )p xσ

n, 1( )p Lσ

x

1F 2F

1 2

Press.distr.equivalent to:

,F F

L

Bolt pressuredistribution,larger than theflange surface

+

n,B1(0)σ

BF

B B B

B( 1MPa)F Aσσ==

x

n,B1( )Lσ

B 1kNF =

=Bolt pressureactualdistribution

(a) (b) (c)

Figura 5. (a) Approssimazione geometrica della fila di bulloni come un’unica cava continua di area equivalente. (b) Assunzione di distribuzione lineare delle tensioni nominali di trazione dovute alla pressione interna. (c) Assunzione di distribuzione delle tensioni nominali di compressione dovute al preserraggio dei bulloni, re-distribuzione delle tensioni fuori dalla larghezza della flangia. Le approssimazioni assunte si possono riassumere come segue:

• schema di calcolo piano, per cui la ripetizione dei fori viene schematizzata come un’unica cava continua di area equivalente, in modo da garantire, approssimativamente, la stessa rigidezza del sistema, Fig.5(a), questa assunzione è incentivata anche dal fatto che il passo dei bulloni BP è più piccolo possibile, in modo da favorire l’azione di serraggio stessa;

• in virtù di questa assunzione, si fa riferimento ad uno schema piano trascurando la ripetizione ciclica dei fori, per cui la WF di integrazione è relativa ad uno schema di fessura nel piano;

• per semplicità si trascurano gli effetti di bordo e si utilizza la WF di una fessura (di lunghezza finita) in un semipiano, la cui espressione analitica è nota in forma chiusa;

• si assume la distribuzione di tipo lineare dovuta alla pressione interna, e si determina tale distribuzione imponendo l’equivalenza (risultante e momento risultante) con la forza (per unità di profondità) di trazione attraverso la parete della cassa, Fig.5(b);

• si assume la distribuzione delle tensioni di compressione dovute al preserraggio del bullone a tronco di piramide, rifacendosi al comune schema usuale nei testi di costruzione di macchine [27], avendo precedentemente assunto uno schema piano la distribuzione a tronco di cono non

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è possibile, la relativa vicinanza dei bulloni ( BP più piccolo possibile) ha suggerito la assunzione a tronco di piramide;

• essendo la flangia relativamente stretta rispetto alla larghezza della distribuzione delle tensioni di compressione dovute al preserraggio dei bulloni, una porzione di tale distribuzione cade fuori dalla larghezza della flangia, al fine di garantire l’equivalenza è necessario sovrapporre una distribuzione equilibrante, assunta anch’essa lineare, equivalente alla distribuzione che cade fuori dalla larghezza della flangia, Fig.5(c).

Le distribuzioni nominali (pressione interna, preserraggio bullone) possono essere ottenute imponendo rispettivamente pressione interna alla cassa unitaria, e tensione di preserraggio del bullone anch’essa unitaria. La distribuzione di tensione effettiva è quindi la combinazione lineare:

n n, 1 B n,B1( ) ( ) ( )px p x xσ σ σ σ= + (2) Avendo assunto distribuzioni lineari delle tensioni nominali l’integrazione della WF si riduce alla somma dell’integrazione di una distribuzione variabile linearmente con una distribuzione uniforme e quindi ad un semplice fattore moltiplicativo, Fig.6.

a

n 0σ σ=

0 01.1215K aσ π=

a

n 1xa

σ σ=

1 10.6820K aσ π=

x

(a) (b)

Figura 6. (a) Integrazione della WF con distribuzione di tensione nominale uniforme. (b) Integrazione della WF con distribuzione di tensione nominale variabile linearmente. Sostituendo l’Eq.2 nell’Eq.1, e avendo i risultati delle integrazioni dalla Fig.6, è possibile ottenere il valore di pressione interna alla cassa che produce perdita Lp :

n,B1 n,B1L B

n, 1 n, 1

(0) 1.552 ( )(0) 1.552 ( )p p

Lp

Lσ σ

σσ σ

+= −

+ (3)

Nell’Eq.3, i termini n,B1 n,B1(0), ( )Lσ σ sono negativi, mentre n, 1 n, 1(0), ( )p p Lσ σ sono positivi, e sono i valori di tensione nominale per 0x = e x L= , rispettivamente, ossia alla posizione interna della cassa e alla distanza di perdita. 4. VALIDAZIONE Il modello analitico presentato necessita di essere validato in termini di effettiva capacità di determinare la relazione fra preserraggio e pressione interna tale che il fronte di separazione si trovi alla distanza di perdita, dato le semplificazioni e le approssimazioni introdotte. La Fig.7(a) presenta (con assi adimensionalizzati) 12 diverse configurazioni di geometria, in cui si confronta la pressione di perdita prevista dal modello EF, L,FEp , con quella prevista dal modello analitico, Lp . Come è evidente la corrispondenza dei risultati è buona, ottenendo un indice di correlazione molto elevato.

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La Fig.7(b) mostra le stesse 12 configurazioni per ciascuna delle quali è stata eseguita una prova di pressurizzazione, raggiungendo un certo valore di pressione p all’interno della cassa e valutando la perdita. Solo per un caso stato possibile effettivamente raggiungere la pressione di perdita, Fig.7(b), in tale situazione è stato opportunamente estensimetrato un bullone della flangia al fine di conoscere con elevata confidenza l’effettivo preserraggio del bullone. Da notare che nel caso (unico) di perdita la previsione del modello è stata molto accurata, in quanto il rapporto L/p p è risultato molto prossimo all’unità. Nelle altre configurazioni non è stato possibile estensimetrare i bulloni e non è stata raggiunta la pressione di perdita, per necessità di servizio.

0 0.2 0.4 0.6 0.8 10

0.2

0.4

0.6

0.8

1

L,FE L,FE,max/p p

2 0.997R =

0 0.2 0.4 0.6 0.8 1

0

0.2

0.4

0.6

0.8

1

LEAKAGE testNO leakage tests

L L,FE,max/p p (a) (b)

Figura 7. (a) Correlazione fra la pressione di perdita prevista con modello EF e pressione di perdita prevista con modello analitico basato sulla meccanica della frattura. (b) Prove in piena scala di pressurizzazione, corretta previsione del singolo caso di pressione di perdita. Pertanto, è stato ritenuto opportuno eseguire una campagna di prove in scala ridotta, monitorando con accuratezza il preserraggio dei bulloni, Fig.8(a), e determinando la pressione di perdita immettendo nel volume della cassa del liquido (colorato) in pressione, Fig.8(b), fino ad visualizzare la perdita, Fig.9.

1R 2R1R

2R3R

4R

(dummy)

(dummy)refV outV

p

manometro

trasduttoredigitaledi pressione

350mm (a) (b)

Figura 8. (a) Bullone estensimetrato, l’utilizzo di due estensimetri permette di eliminare eventuale flessione, oltre ad ottenere doppia sensibilità del segnale. (b) Attrezzatura sperimentale per riprodurre in scala ridotta una cassa flangiata con bullonatura di tenuta.

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I bulloni estensimetrati sono stati applicati nella zona centrale della flangia bullonata, ed è stato applicato un serraggio controllato. Gli altri bulloni sono stati serrati con un precarico molto maggiore anche se non controllato. In questo modo la perdita è stata condizionata a manifestarsi in corrispondenza dei bulloni estensimetrati. Per ciascuna prova sono stati applicati incrementi di pressione fino al verificarsi della perdita, messa in evidenza da liquido colorato introdotto, Fig.9. I risultati delle prove in scala ridotta sono riportati in Tab.1. Gli errori di previsione sono generalmente bassi, errore massimo 7%.

Figura 9: Prove in scala con liquido colorato, evidenza di perdita.

Tabella 1: Prove in scala ridotta, risultati.

Prova Preserraggio bulloni [ kN ]

Pressione di perdita misurata

[ bar ]

Pressione di perdita modello [ bar ]

Errore percentuale

1 30.7 63 59 6 % 2 20.2 41 41 < 1 % 3 20.1 43 41 6 % 4 20.4 41 41 < 1 % 5 30.5 57 61 7 %

5. ANALISI DI SENSIBILITÀ AI PARAMETRI GEOMETRICI La disponibilità di un modello analitico semplice (e validato) in grado di valutare la pressione di perdita, rappresenta uno strumento di progetto molto utile, soprattutto in una prima fase di progetto della flangia, in cui è necessario determinare i parametri geometrici principali. È stata quindi eseguita un’analisi di sensibilità al variare di un parametro tenendo costante gli altri ed ottenendo i seguenti risultati (riportati di seguito in modo sintetico, per brevità):

• la pressione di perdita Lp è lineare con il preserraggio dei bulloni, risultato ovvio considerando l’Eq.3, per cui è buona norma scegliere bulloni di classe elevata in modo da poter sfruttare al meglio il preserraggio, aumentando Bσ ;

• la pressione di perdita diminuisce all’aumentare del passo dei bulloni BP in quanto l’azione media di preserraggio si riduce, oltretutto si tende a produrre una disuniformità della pressione di contatto in direzione assiale, rischiando di avere una locale riduzione di pressione di contatto fra le superfici della flangia, è buona norma ridurre il passo assiale dei bulloni al minimo, ovviamente tenendo conto degli ingombri;

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• la pressione di perdita aumenta all’aumentare della larghezza della flangia W , in modo non

molto sensibile, fino ad un livello di saturazione, oltre al quale la pressione di perdita rimane costante nonostante ulteriore aumento della larghezza della flangia;

• la pressione di perdita è pressoché insensibile all’altezza della flangia H qualora sia sufficientemente più grande della dimensione del bullone;

• la pressione di perdita diminuisce all’aumentare della posizione dell’asse del bullone Z , in quanto le azioni di preserraggio del bullone risultano più remote rispetto alla zona della flangia interessata dalla perdita.

La possibilità di avere maggiore pressione di perdita all’aumentare del preserraggio del bullone, apparentemente, potrebbe indurre a pensare che sia utile introdurre un diametro maggiore del bullone, in modo quindi da avere maggiore preserraggio. Tuttavia è bene tenere presente gli ingombri, mostrati in Fig.2(a). Aumentare il diametro del bullone provoca un aumento del passo e un aumento della distanza dalla superficie interna, e quindi un effetto negativo sulla pressione di perdita. D’altro canto un bullone di diametro piccolo produrrebbe una ridotta (in modulo) pressione di serraggio in corrispondenza della superficie interna n,B1(0)σ . Evidentemente, esiste un buon compromesso della dimensione diametro del bullone, che massimizza la pressione di perdita. La disponibilità di un modello analitico, permette di trovare tale compromesso con un’analisi parametrica comparativa. 6. CONCLUSIONI Il presente lavoro propone un modello di tenuta basato sulla meccanica della frattura. La condizione di perdita (che si assume) è la parziale separazione delle superfici delle flange fino al raggiungimento del foro del bullone. La separazione può essere vista come una fessura parzialmente aperta. Pertanto il fattore di intensificazione è necessariamente nullo. L’utilizzo delle Weight Functions ha permesso di descrivere tale condizione in funzione delle tensioni nominali, ossia delle tensioni che si avrebbero se la flangia fosse un unico componente. Al fine di ottenere un modello analitico facilmente risolvibile sono state introdotte delle semplificazioni, che tuttavia a posteriori si sono dimostrate lecite, in quanto le validazioni del modello e dell’ipotesi di tenuta hanno dato esito positivo. Il modello analitico di tenuta proposto, non è in grado di valutare l’effetto di aspetti di dettaglio quali: lo stato della superficie (tolleranza di planarità, rugosità, presenza del sigillante) oppure la sequenza di serraggio dei bulloni. Tuttavia permette di eseguire un’analisi di sensibilità ai principali parametri geometrici della flangia quali: passo e posizione dell’asse dei bulloni, altezza e larghezza della flangia, offrendo quindi uno strumento di progetto e di ottimizzazione. BIBLIOGRAFIA [1] D.K. Nash, and M. Abid, “Surface sensitivity study of non–gasketed flange joint”, Proceedings of

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