IMMUNITA’ INNATA E IMMUNITA’ ADATTATIVA Le difese dell...

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Cellule coinvolte nelle funzioni di difesa del tessuto connettivo Molte cellule presenti nel tessuto connettivo sono cellule che appartengono al sistema immunitario. la loro funzione è quella di difendere l’organismo da agenti patogeni. Le difese dell’organismo si attuano con 2 distinti meccanismi: 1)IMMUNITA INNATA, o NATURALE, o ASPECIFICA: si realizza a livello di tessuti periferici (epiteli, connettivi, ecc..) 2)IMMUNITA ADATTATIVA o SPECIFICA: si realizza a livello di Organi Linfoidi Secondari (Linfonodi, Milza, MALT). IMMUNITA’ INNATA E IMMUNITA’ ADATTATIVA

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Cellule coinvolte nelle funzioni di difesa del tessuto connettivo• Molte cellule presenti nel tessuto connettivo sono cellule

che appartengono al sistema immunitario.• la loro funzione è quella di difendere l’organismo da agenti

patogeni.

Le difese dell’organismo si attuano con 2 distinti meccanismi:

1)IMMUNITA� INNATA, o NATURALE, o ASPECIFICA: si realizza a livello di tessuti periferici (epiteli, connettivi, ecc..)

2)IMMUNITA� ADATTATIVA o SPECIFICA: si realizza a livello di Organi Linfoidi Secondari (Linfonodi, Milza, MALT).

IMMUNITA’ INNATA E IMMUNITA’ ADATTATIVA

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IMMUNITÀ INNATA O NATURALE O ASPECIFICA

• è un sistema di sorveglianza immunitaria sempre attivo nell’organismo;

• l’efficacia della risposta è sempre la massima possibile• si basa su risposte non specifiche• non è influenzata da precedenti contatti con l’antigene, • non conserva memoria di contatti precedenti. • non si modifica nei contatti successivi con gli stessi

antigeni.• I meccanismi che la caratterizzano questo tipo di

immunità si innescano in tempi rapidi • non richiedono processi di attivazione relativamente

lunghi come nell’immunità adattativa.

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Cellule coinvolte nell’immunità naturale

ØGRANULOCITI del Sangue (NEUTROFILI,

EOSINOFILI, BASOFILI)

ØCELLULE DENDRITICHE

ØLINFOCITI NK

ØMACROFAGI

ØMASTOCITI

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Chemotassi ed extravasazione• un corpo estraneo, un agente infettivo, un insulto meccanico, uno stimolo

fisico (calore, radiazione..) inducono infiammazione nei tessuti periferici• le cellule residenti nei tessuti, (cellule endoteliali, fibroblasti, mastociti,

macrofagi e cellule dendritiche (DC) rilasciano varie citochine e chemochine• Questi mediatori:

– esercitano chemotassi dei leucociti circolanti nel sangue periferico come• Granulociti neutrofili,• Linfociti NK• Monociti: diventano MACROFAGI o anche CELLULE DENDRITICHE

immature)– favoriscono extravasazione e reclutamento delle cellule nel sito di

infezione.

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Funzioni delle cellule dell’immunità innata

• Giunte nel focolaio infiammatorio, le cellule dell’immunità innata esplicano le loro

funzioni:

1) riconoscono il materiale estraneo

2) Svolgono attività contro il patogeno:

²Attività FAGOCITICA da parte di:

²Granulociti NEUTROFILI,

²MACROFAGI

²CELLULE DENDRITICHE

²Attività CITOTOSSICA da parte di:

²cellule NK

²Rilascio di MEDIATORI PRO-INFIAMMATORI

²MASTOCITI ( e altre cellule …)

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Cellule ad ATTIVITA� FAGOCITICAEsistono 3 classi di cellule specializzate nella fagocitosi (fagociti):

CELLULE DENDRITICHE

MACROFAGIGRANULOCITI NEUTROFILI

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avviene grazie alla presenza sulla superficie del fagociti di unaserie di recettori che comprendono:

• membri della famiglia Toll-like (TLR)• recettori per la porzione Fc delle IgG (FcR)• recettori per il complemento (CR1 e CR2).

RICONOSCIMENTO DEL PATOGENO

opsonine

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ØI Toll-like receptors sono molecole scoperte originariamente nella Drosophila.

ØNei mammiferi si conoscono almeno 10 differenti TLR.

ØSono recettori espressi dalle cellule dell’immunità innata

ØSono capaci di riconoscere prodotti tipici del metabolismo microbico. : il

lipopolisaccaride (LPS), le lipoproteine e proteoglicani prodotti dai batteri, ma

non dalle cellule eucariotiche (self vs non-self).

ØLe molecole riconosciute dall’immunità innata sono estremamente conservate

tra i differenti tipi di microrganismi,

Øla loro assenza risulta incompatibile con la vita del microrganismo stesso.

TOLL-LIKE RECEPTORS

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Riconoscimento del patogeno mediato da opsonine

• L’efficienza della fagocitosi aumenta se il patogeno è rivestito da macromolecole, dette opsonine:

• Anticorpi della classe IgG e fattori del complemento

• fattori non specifici:– proteina C reattiva (che lega la fosforilcolina sui

batteri),

Le opsonine possono essere riconosciute dairecettori sulla superficie dei fagociti

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Ruolo del COMPLEMENTO nella fagocitosi

•Nella fagocitosi, e anche nei processiimmunologici determinati da Anticorpi vienechiamata in causa una componente del plasmadenominata COMPLEMENTO.•E� un sistema di proteine o fattori (circa 20)di diverso P.M. e alcune sono numerate da C1 aC9.•Sono sintetizzate da epatociti, macrofagi,cellule epiteliali intestinali,•hanno affinità per l�Fc degli anticorpi IgG.

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Le proteine del complemento hanno diverse funzioni:

1.Inducono la lisi batterica: le proteine del C. portano alla formazione di pori sulla membrana batterica e alla conseguente lisi del batterio

2.Attivano la fagocitosi (costituiscono insieme agli anticorpi le cosiddette opsonine)

3.Azione chemiotattica: I fattori C3a e C5a, denominati anafilotossine, hanno azione chemiotattica positiva sui granulociti neutrofili, mastociti, ecc.

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Il fagosoma è quindi trasportato all’interno della cellula efuso con i lisosomi (fagolisosoma).

A questo punto vengono attivati i meccanismi ad attivitàmicrobicida.

ØI fagociti, una volta legato l’antigene (Ag) utilizzando i varirecettori, protrudono intorno ad essi estroflessioni (pliche opseudopodi) le cui estremità si saldano,Øformano una vescicola detta fagosoma. [I fagosomi sonomolto più grandi delle vescicole di endocitosi (100 nm) e laloro dimensione è correlata alla dimensione della particellaingerita.]

FAGOCITOSI: 2) INTERNALIZZAZIONE DEL PATOGENO

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I fagociti utilizzano differentimeccanismi microbicidi:• ossigeno-dip. (producono reattivi intermedi dell’ossigeno, ROI, e ossido nitrico,

NO,)• ossigeno-indip. (comprendono un gruppo di peptidi con azione citotossica

denominati defensine).L’intero processo digestivo avviene all’interno del fagolisosoma, che protegge lacellula dall’auto-aggressione.Nel caso della fagocitosi esercitata dai granulociti neutrofili lacellula viene distrutta con la formazione del pus

FAGOCITOSI: 3) DEGRADAZIONE DEL PATOGENO

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Il materiale digerito• può essere immagazzinato in corpi residui all�interno dei fagociti e, al

termine del processo, il materiale degradato (corpo residuo)• può essere espulso dalle cellule attraverso l’esocitosi

I peptidi antigenici possono essere espressi sulla superficie dei fagociti inassociazione alle molecole del Sistema Maggiore di Istocompatibilità(MHC o HLA nell’uomo) ed essere presentati successivamente ai linfociti Tnegli organi linfoidi secondari (presentazione dell’antigene).Questa funzione è svolta dai MACROFAGI e dalle CELLULEDENDRITICHE (DC).

Presentazione dell’antigene

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ORIGINE DAI MONOCITI• I macrofagi del tessuto connettivo e le cellule

dendritiche derivano dai MONOCITI del sangue

Caratteristiche dei MONOCITI• Sono il 6% dei leucociti o globuli bianchi del sangue• Sono cellule rotonde grandi: diametro 10-18 microns• Citoplasma: Golgi ben sviluppato,• lisosomi presenti, mitocondri abbondanti, nucleo

reniforme• Circolano per 8-72 ore• fuoriescono dal circolo (ESTRAVASAZIONE) e

colonizzano i tessuti connettivi• non ritornano nel torrente circolatorio• si trasformano in poche ore in MACROFAGI o in

CELLULE DENDRITICHE• Modificazioni morfologiche principali:- aumento volumetrico- nucleo ovale ed ampio con indentature- citoplasma più abbondante- Più abbondante corredo lisosomiale- emissione di espansioni della membrana.

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aspetti morfologici dei macrofagi• i macrofagi hanno un citoplasma eosinofilo• il nucleo è di forma irregolare• I macrofagi possono essere messi in evidenza

sfruttando le loro capacità fagocitarie • si somministrano dei coloranti detti vitali (tripan blu,

litiocarminio, blu pirrolo che non interferiscono con le attività fisiologiche della cellula)

• i macrofagi fagocitano questi coloranti che così permettono il loro riconoscimento

• al ME presentano contorni molto irregolari, un nucleo con profonde insenature e un citoplasma ricco di lisosomi

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• Numerosi organi sono caratterizzati dalla

presenza di MACROFAGI RESIDENTI,

• svolgono funzioni diverse a seconda

dell’organo in cui si trovano.

Esempi:üMilza: emocateresi;

üOssa: sono detti osteoclasti àcoinvolti inprocessi di rimodellamento e riassorbimento;

üFegato: sono detti cellule di Kupffer hannofunzioni simili ai macrofagi della milza(emocateresi);

üsistema nervoso: sono detti cellule dellamicroglia à fagocitano neuroni che sonoandati incontro a morte programmata.

cellule di Kupffer

MACROFAGI RESIDENTI

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Altre funzioni dei macrofagi

• posseggono altri recettori :• Recettori per il mannoso (espostosu globuli rossi desializzati, cioèche hanno perso l�acido sialico inseguito ad invecchiamento)

• Recettori per fosfatidilserina(esposta su cellule in apoptosi)

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altre funzioni dei macrofagi• Produzione di varie

sostanze ad azione difensiva:– Lisozima, Interferone,

interleuchine, TNF (fattore di necrosi tumorale)

– in condizioni particolari, per fagocitare corpi estranei di rilevanti dimensioni, si possono fondere tra loro costituendo dei complessi polinucleati che vengono denominati cellule giganti da corpo estraneo

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• Le DC giocano un ruolo nelle risposte precoci del sistema immunitario innatoperché hanno un’alta capacità di internalizzare i patogeni,

• sono le CELLULE CON PIÙ ALTA CAPACITA’ di presentare l’antigene (APC)• derivano da progenitori mieloidi CD34+ all’interno del midollo osseo• migrano nel sangue come precursori (MONOCITI) e poi nei tessuti periferici dove

assumono un fenotipo immaturo (iDC).• Dopo l’incontro con l’antigene le iDC diventano DC mature (mDC)• migrano negli organi linfoidi secondari (es. linfonodi) dove presentano l’antigene,

precedentemente fagocitato, ai linfociti T (funzione di APC).

CELLULE DENDRITICHE (DC)• devono il loro nome alla fittarete di lunghi processi che sidipartono dal soma (simili aidendriti di una cellulanervosa).

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²DC INTERSTIZIALI: presenti in vari organi, rappresentano le DC mieloidiclassiche

²CELLULE DI LANGERHANS (LC): presenti nell’epidermide.

²DC PLASMACITOIDI (PDC): presenti nel sangue, nei tessutiperiferici infiammati e negli organi linfoidi secondari

²DC INTERDIGITATE: presenti in organi linfoidisecondari (paracorticale dei linfonodi) e primari (timo).

–Queste cellule interagiscono con i linfociti T nei linfonodi(inducendo stimoli proliferativi ed espansione clonale)

ESISTONO VARI TIPI DI DC CARATTERIZZATE DA ETEROGENEITÀ FENOTIPICA E FUNZIONALE:

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• I mediatori, citochine e chemochine, rilasciate nei tessutiinfiammati da cellule residenti favoriscono l’extravasazione deiprecursori (MONOCITI)

• Essi diventano iDC caratterizzate da un � elevata capacità diriconoscere il patogeno e da una notevole attività fagocitica.

• sono caratterizzate da bassi livelli di MHC di classe I o II,• espressione di recettori per chemochine infiammatorie

DENDRITICHE IMMATURE (iDC)

•Nei tessuti infiammati

•Elevata capacità di riconoscere il patogeno (TLR)

•Notevole attività fagocitica (DEC-205)

•Bassa espressione di molecole MHC di classe I e II(PER CUI SONO SUSCETTIBILI ALLA LISI NK-MEDIATA)

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•Bassa capacità di riconoscimento einternalizzazione del patogeno (<TLR,<DEC-205)

Espressione di:•molecole MHC di classe I e II,•molecole co-stimolatorie come CD40,CD58, CD80 e CD86•molecole di adesione come la lectina DC-SIGN•alta capacità di presentare l � antigeneAPC•CCR7 (HOMING RECEPTOR) per lamigrazione nei linfonodi

DENDRITICHE MATURE (mDC)• l processo di maturazione delle DC prevede l�up-regolazione delle molecoledi HLA di classe I e II,

• gli antigeni fagocitati vengono processati nei lisosomi, tagliati in frammenti di13-17 aminoacidi, e associati alle stesse proteine MHC.

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• una volta riconosciuto e degradato il patogeno, sono in

grado di esporre sulla membrana parti di esso (PEPTIDI

ANTIGENICI) in associazione a molecole del complesso

maggiore di istocompatibilità (MHC di classe I o di classe

II),

• Le cellule dell’immunità specifica, in particolare i linfociti

T, possano riconoscere l’antigene e attivarsi

I MACROFAGI e le CELLULE DENDRITICHE associano

• Funzione fagocitica • Funzione immunoregolatoria (rilascio di citochine) • Funzione di CELLULE PRESENTANTI L�ANTIGENE (APC)

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molecole MHC di classe I• Le molecole MHC di classe I sono espresse da

tutte le cellule nucleate • sono costituite da due catene polipeptidiche,

unite tra loro in modo non covalente: – catena alfa transmembrana, • nella porzione amino-terminale extracellulare è

ripiegata in tre domini (a1, a2, a3), – catena b• extracellulare (chiamata b2-microglobulina).

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Sistema maggiore di istocompatibilità: proteina di classe II

• Le proteine MHC di classe II sono costituite da un eterodimero transmembrana (catena a e catena b), caratterizzato da:

• due domini di tipo Ig (immunoglobulina) conservati vicini alla membrana

• due domini amino-terminali polimorfici che accolgono l’antigene.

• Le molecole MHC di classe II sono espresse da un numero limitato di tipi cellulari

• principalmente dalle cellule del sistema immunitario che presentano l’antigene (APC)

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Linfociti Natural Killer• linfociti NK, natural killer, sono una categoria particolare di cellule

effettrici della immunità naturalecitologia• sono elementi di grandi dimensioni, che costituiscono la maggior

parte dei grandi linfociti (LGL, large granular lymphocytes). • Posseggono un nucleo leggermente indentato, un abbondante

citoplasma con numerosi granuli azzurrofili ricchi di enzimi litici. • Non esprimono i markers che caratterizzano i linfociti T (CD3 e TCR), • Non esprimono le immunoglobuline di superficie come i linfociti B

(BCR).• Esprimono invece markers di superficie come CD16 e CD56. • Furono chiamate cellule Natural Killer in quanto non richiedono

attivazione per dare luogo all’uccisione di cellule in qualche modo alterate

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•Esprimono recettori tipici dell�immunità innata come i TLR ed i recettori per l�Fc delle Ig•caratterizzati da alta attività citotossica (anti-virale e anti-tumorale) senza bisogno di espansione clonalee differenziamento (come i linfociti T e B, appartenenti all�Immunità Adattativa).

•Esistono 2 meccanismi differenti attraverso cui svolgono la loro attività citotossica:

1.Attraverso il recettore di superficie CD16 che corrisponde allo Fc-gamma-receptor (Fcg)ADCC = antibody dependent cellular cytotoxicity

2.Attraverso recettori di superficie con funzione attivatoria, quali i � NaturalCytotoxicity Receptors� o NCR,

FUNZIONI dei LINFOCITI NATURAL KILLER (NK)

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Regolazione dell’attività dei linfociti NK• I linfociti NK sono in grado di uccidere cellule tumorali oinfettate da virus,

• risparmiano le cellule normali autologhe.Qual è il meccanismo alla base del funzionamento NK?• I recettori inibitori delle cellule NK (iKIR e NKG2),inibiscono il funzionamento dei recettori attivatori NK(NCR).– I ligandi dei recettori inibitori NK sono le molecole di HLA di

classe I, (glicoproteine di membrana espresse da tutte lecellule umane nucleate).

• I ligandi dei recettori attivatori NK sono up-regolati sucellule che hanno subito modificazioni in seguito a stress,trasformazione tumorale o infezione virale

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Le cellule NK non uccidono le cellule autologheche esprimano adeguate quantità di

molecole HLA di classe I self

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Le cellule NK uccidono le cellule che modificano, riducono o perdono l�espressione delle molecole di HLA di classe I come le cellule tumorali o le

cellule infettate da virus

Le molecole di HLA di classe I possono essere meno espresse o non espresse totalmente su cellule tumorali o infettateda virus.Quindi, quando siamo in presenza di cellule tumorali o di virus, i recettori inibitori NK, non trovano il proprio ligando (inquanto down-regolato), non possono più funzionare.Il mancato funzionamento dei recettori inibitori, permette il funzionamento dei recettori attivatori NK, chericonoscendo il proprio ligando sulle cellule trasformate, saranno in grado di ucciderle.

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Targt Cell Death

Il riconoscimento delle cellule NK di Target tumorali o infettati da virus induce il rilascio da partedelle cellule NK stesse del contenuto dei LISOSOMI SECRETORI (L.S.), ossia di Perforine e Granzimi.

Le Perforine formano dei buchi nella cellula bersaglio che permettono l’entrata di Granzimi, che a lorovolta attivano il sistema delle caspasi e inducono APOPTOSI della cellula bersaglio.

COME UCCIDONO LE CELLULE NK?

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Dopo l � incontro conl � antigene, le DC rilascianochemochine e citochine,hanno il compito di reclutarealtrecellule del sistema immunecompresi i linfociti NK.

Tra le citochine, IL12costituisce un co-fattore fondamentale per permettere l�instaurarsi delmeccanismo di �editing� NK-mediato delle cellule dendritiche.

INTERAZIONE NK/DC

�EDITING� PROCESS

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ØTramite il meccanismo di “editing”, le cellule NK selezionano le cellule dendritiche piùappropriate ad interagire con i linfociti T a livello linfonodaleØle DC più adatte ad interagire con i linfociti T sono quelle caratterizzate da un alto livellodi espressione di molecole HLA.Øle NK uccidono selettivamente le DC che non esprimono abbastanza HLA.ØInoltre, tramite produzione di fattori solubili (come il TNF-alpha e l’IFN-gamma), rilasciatiin seguito ad attivazione, promuovono la maturazione delle DC che non sono state uccise.

INTERAZIONE NK/DC

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MASTOCITI

•Descritti nel 1877 da Ehrlich(scienziato tedesco)•inizialmente pensava che i mastocitifossero cellule fagocitiche e sinutrissero di altre cellule e che i granulicitoplasmatici fossero i residui di taleattività.•Da qui, il nome ”mastzellen � (daltedesco cellula "infarcita�)

•I granuli si colorano con i colorantibasici.

•Anche se mostrano somiglianzemorfologiche e funzionali con igranulociti basofili del sangue, si ritieneche tali popolazioni rappresentino duetipi cellulari distinti.

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üSono cellule grandi (diametro 20-30um)üforma tondeggiante o ovoidale oleggermente fusata.üIl nucleo è ovoidale ed eccentrico.üPresentano numerosi granuli nelcitoplasma, che si colorano con icoloranti basici e metacromaticiüSono anche PAS positiviüI granuli sono vescicole contenentimateriale destinato alla secrezione.üContengono principalmente eparina,istamina e proteasi neutre (triptasi,chimasi etc.).üSono presenti anche corpi lipidici(zone di accumulo di acidoarachidonico)

MORFOLOGIA E FENOTIPO

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• Tutti i mastociti derivano da progenitorimidollari.

• I precursori migrano dal midollo osseo alsangue periferico come celluleimmature (agranulari) e completano laloro differenziazione una voltaraggiunti i tessuti periferici

• migrano nei tessuti come celluleagranulari; una volta arrivate, sidifferenziano e formano i loro granulibasofili.

ORIGINE

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²Presenti in numero variabile in tuttii tessuti vascolarizzati (tranne chenel SNC e nella milza),²tendono a concentrarsi intorno ai vasisanguigni, alle terminazioni nervose edimmediatamente al di sotto degli epiteli.²Mastociti sono presenti ancheall�interno degli organi linfoidi²Si ritrovano in compartimenti che sono direttamente esposti all’ambiente esterno come epidermide, mucose respiratoria e intestinale.²Grazie allo loro localizzazione inprossimità dei capillari sanguigni, imastociti svolgono un importante ruolodi � cellule sentinella � durante lerisposte di difesa.

LOCALIZZAZIONE

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Granulazioni dei Mastociti • l'esame dei granuli al ME dimostra aspetti diversi che spesso ricordano i

riccioli di una carta pergamena; probabilmente si tratta di materiali di tipo lipidico simile a quello delle membrane cellulari

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Recettori di membrana dei mastociti

• posseggono recettori per il frammento Fc delle Immunoglobuline di classe E (reagine)

• A seguito della produzione di IgE queste vanno a localizzarsi sulla membrana dei mastociti legandosi al recettore

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ATTIVAZIONE DEI MASTOCITI: Fce RI

²Il meccanismo di attivazione deiMASTOCITI più studiato è quelloindotto dal cross-linking con ilrecettore ad alta affinità per leIgE: FcεRI.

²I mastociti si attivano peraggregazione delle molecole Fce Ipresenti sulla loro superficie, chesi verifica allorchè un antigenemultivalente si lega alle molecoledi IgE ad essi fissate.

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ATTIVAZIONE DEI MASTOCITI: TLRs

i mastociti possono essere attivatidirettamente dai patogeni che invadono itessuti, quali batteri, virus e parassiti, o daprodotti solubili derivati da questi patogeni oanche da mediatori infiammatori rilasciati daaltre cellule del sistema immunitario innato.

²I recettori principalmente coinvolti in questiprocessi sono i �Toll-like-receptors (TLRs)�

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ATTIVAZIONE DEI MASTOCITI: recettori del complemento

• I mastociti umani esprimonoanche recettori per ilcomplemento, quali CD11b(CR3), CD11c (CR4) e per ifattori C3a e C5a, che hannofunzione chemiotattica.

• i componenti del complemento si legano ai patogeni

• Essi possono mediare segnaliall’interno dei mastociti, eportano alla loro attivazione e alconseguente rilascio di mediatori.

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Le funzioni effettrici dei mastociti sono mediate da molecole solubili liberate aseguito della loro attivazione.Esistono:MEDIATORI PREFORMATI e MEDIATORI NEOSINTETIZZATI.

I MEDIATORI PREFORMATI comprendono:

1)AMINE VASOATTIVE:ISTAMINA:• stimola la produzione da parte delle cellule endoteliali di sostanze ad azione rilassante

SULLA MUSCOLATURA LISCIA VASALE, quali la prostaciclina che provocaVASODILATAZIONE e AUMENTA LA PERMEABILITÀ DEI CAPILLARI causandoEDEMA.

• provoca la CONTRAZIONE DELLA MUSCOLATURA LISCIA INTESTINALE(iperperistalsi = diarrea e vomito) e BRONCHIALE (BRONCOSPASMO).

2)PROTEINE, GAG e PROTEOGLICANI dei GRANULI:EPARINA:• è un GAG solforato unito ad una proteina. Ha azione ANTICOAGULANTE. E �

responsabile delle proprietà tintoriali dei granuli dei mastociti.Proteasi seriniche neutre,• TRIPTASI e CHIMASI, abbondanti costituenti proteici dei granuli secreti dai mastociti.

• Triptasi: scinde il fibrinogeno ed attiva la collagenasi, contribuendo al dannotissutale;

• chimasi può convertire l�angiotensina I in angiotensina II, degradare la membrana

�MEDIATORI� PRODOTTI DAI MASTOCITI

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I MEDIATORI NEOSINTETIZZATI comprendono:

MEDIATORI LIPIDICI:• L’attivazione si traduce nella sintesi ex novo e nella secrezione di mediatori di derivazione lipidica,

• svolgono molteplici effetti su vasi sanguigni, muscolatura liscia bronchiale e leucociti.

• I mediatori più importanti sono i metaboliti dell’acido arachidonico, come la PROSTAGLANDINA e i

LEUCOTRIENI.

• La PROSTAGLANDINA D2 esplica un’azione vasodilatatrice e broncocostrittrice;• stimola anche la chemiotassi dei neutrofili e il loro accumulo nei focolai infiammatori.

• I LEUCOTRIENI provocano una prolungata broncocostrizione (da cui BRONCOSPASMO).

FATTORE ATTIVANTE LE PIASTRINE (PAF). PAF ha un’azione broncocostrittrice diretta e causa retrazionedelle cellule endoteliali provocando rilasciamento della muscolatura liscia dei vasi.

CITOCHINE, CHEMOCHINE, FATTORI DI CRESCITA:citochine, TNFalpha, GM-CSF, IL1, IL3, IL4, IL5 , IL6 e IL13.

• possono influenzare l’attività di altre cellule del sistema immunitario.

chemochine, quali MIP-1alpha (CCL3), MIP-1beta (CCL4), CCL5, CXCL8 e CCL20,

• hanno il compito di reclutare altre cellule del sistema immunitario nel sito d’infezione.

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Principali mediatori prodotti

dai mastociti

CXCL8

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• I mastociti riconoscono i patogeni che

invadono i tessuti tramite una serie di

recettori, e rilasciano una serie di

mediatori pro-infiammatori.

rilasciano una serie di fattori solubili che

favoriscono:

²l�aumento di permeabilità dei capillari

²l�espressione di molecole di adesione

²il richiamo di altre cellule del sistema

immunitario innato, quali granulociti,

monociti e cellule NK.

RUOLO DEI MASTOCITI NELL�IMMUNITA� INNATA

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Mastociti e Reazioni allergiche

• una volta che l'organismo ha incontrato un determinato allergene (polline, polvere, farmaco ecc) produce IgE e questi anticorpi, circolando nei liquidi biologici, vanno a localizzarsi sulla superficie dei mastociti perché si legano ai recettori (per FC delle IgE) presenti sulla loro superficie

• un successivo contatto con lo stesso allergene fa sì che questo, penetrato nell'organismo, raggiunga le IgE specifiche per l'allergene, legate al recettore per FC sulla membrana del mastocita

• il legame tra allergene e IgE localizzate sulla superficie del mastocita (specialmente se in siti vicini tra loro) provoca attivazione e degranulazione massiva del mastocita con liberazione delle sostanze contenute nei granuli

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• l'istamina, mediatore dell'infiammazione, provoca vasodilatazione nei distretti vascolari e contrazioni della muscolatura liscia (aumento della peristalsi intestinale: diarrea, vomito)

• anche NO è un potente vasodilatatore• l'eparina, anticoagulante, favorisce la fluidità del sangue e insieme

all'istamina determina fuoriuscita di liquidi dal letto vascolare (ponfi, edemi)

• i leucotrieni agiscono sulla muscolatura liscia delle vie respiratorie determinando laringospasmo e broncospasmo

• I fattori chemiotattici richiamano i granulociti dal sangue• a seconda dell'entità del rilascio di queste sostanze da parte dei

mastociti si verificano fenomeni di ipersensibilità immediata o allergici circoscritti come , rinite da fieno, orticaria, asma o generalizzati come lo shock anafilattico