ORACOLI AMORRITI

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ORACOLI AMORRITI Author(s): GIOVANNI RINALDI Source: Aevum, Anno 28, Fasc. 1 (GENNAIO - FEBBRAIO 1954), pp. 1-9 Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Stable URL: http://www.jstor.org/stable/25820522 . Accessed: 15/06/2014 04:07 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. . Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Aevum. http://www.jstor.org This content downloaded from 185.2.32.60 on Sun, 15 Jun 2014 04:07:17 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions

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ORACOLI AMORRITIAuthor(s): GIOVANNI RINALDISource: Aevum, Anno 28, Fasc. 1 (GENNAIO - FEBBRAIO 1954), pp. 1-9Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro CuoreStable URL: http://www.jstor.org/stable/25820522 .

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GIOVANNI RINALDI

ORACOLI AMORRITI

Nella tavoletta di Mari A 1121, letta e tradotta da G. Dossin, il prof. A. Lods ha segnalato due oracoli, che vengono trasmessi a un re, per

ipotesi Zimri-lim di Mari, contemporaneo di Hammurabi (O. Dossin-Ad.

Lods, line tablette inedite de Mari, interessante pour V histoire anclenne

du prophetisme semitique in ?Studies in O. T. Prophecy, presented to Th. H. Robinson?, Edinburgh 1950, p. 103-110).

Prima di esporre ed esaminare tl pensiero del Lods diamo la tra

duzione della tavoletta, sulla translitterazione del Dossin (i puntini ...

indicano lacune; le parentesi quadre [ ] integrazioni; il corsiuo tradu zioni incerte).

[Riguar]do ai maschi (1). alia presenza (2) di Zu-Jiatnim (3) Abi. parlo cosi: Gli animali maschi e le mucche (4) consegna (5). II mio signore (6) alia presenza di re e ....

5 ordino di consegnare dei maschi, cosi: "Nel tempo avvenire (7) non ci si ribelli a me!?

Gli ho fissato dei testimoni. II mio signore lo sappia. In oracoli Adad, signore di Kallassu, cosi parlo: "Non sono io

(1) Sott. 'animali'. H zukru del testo (collettivo) e forma nuova di questo nome, ac

canto alle due gia note: accad. zikdru, zikru, sir. dekrd'; ed ebr. zakar, ar. dhakarun.

(2) Manor, espressione abituale per introdurre testimoni.

(3) ZQ, il dio-uccello della tempesta, e hatnu 'genero\ o 'cognato': nome teoforo

con un elemento di parentela: Cfr. W. F. ALBRIGHT, De I'dge de la pierre d la Chr6tient6t Parigi, 1951, p. 178-183.

(4) Liu (10), f. littu.

(5) Naddnu, come ebr. ntn, in senso rituale, quasi 'sacrificare'; cfr. 'con?acrare*

1 Sam. 1, 11; Num. 3, 9 ecc. e i nethtntm. (6) II destinatario. (7) "Nel giorno (e) mattino*.

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0. RINALD1

10 [Ad]ad, signore di Kallassu, che sulle mie ginocchia (1) lo (2) allevai e sul trono della casa di suo padre (3) lo condussi (4) ? Dopo che sul trono della casa di suo padre 10 condussi, in piii una residenza (5)

gli diedi. Ora, come al trono della casa di suo padre 15 Tho condotto, posso riprendere Nifelatu dalla sua mano.

Se egli non consegna (6), padrone del trono, del territorio (7) e della citta sono io, e cio che diedi posso togliere. Se invece (8)

adempie (9) il mio desiderio, troni su troni, 20 case su case, territori su territori,

citta su citta gli daro e il paese dall'Oriente

alFOccidente gli dard?.

Questo dissero i datori di responsi: e negli oracoli 25 si insiste (10). Adesso parimenti

11 datore di re[spon]si di Adad, signore di Kallassu. il posto (11) di Alafetum per Nililatum osserva (12). II mio signore lo sappia I

Prima, quando abitavo a Mari, 30 quanto ai datori e datrici di responsi, tutto cio

(1) Senso cffettivo della frase ina bint pachal/ija, che si riferisce all' atto di un uomo seduto, che palleggia un bimbo.

(2) Cioe: il re, per ipotesi Zimri-lim. (3) Ossia 'del suo casato', il trono ereditario nella sua 'famiglia'. La frase 'casa del

padre' nel senso di 'famiglia' si trova anche in ebr.: Gen. 46, 31; 47,12. II nesso del testo

si dovrebbe piuttosto tradurre 'la sua casa-del-pedre', costituendo btt-abi un concetto uni

co, sul tipo dell'ebr. har qodsht 'il mio monte-di-santita', ossia 'il-mio-santo-monte\ ecc.

(4) O 'ricondussf, in riferimento a qualcuno dei ritorni al trono, come se ne cono

scono appunto nella vita di Zimri-lim.

(5) Citta capitate, sede e roccaforte. Si riferira a qualche lavoro di difesa e consoli damento del potere. Per 1'espressione cfr. rrieqdm shebet 'locus habitations' (di Dio: il cielo) 1 Re 8, 30.

(6) Le vittime. (7) Epiri, da epirum, comunemente in accadico eprum, propr. 'polvere', nel nostro

caso probabilmente 'territorio*; cfr. ebr. Sfdr 'polvere' e 'suolo'. II Dossin vi segnala un

nuovo 'amorritismo' nel vocabolario di Mari.

(8) 'Non fcosi'. (9) Verbo naddnu, nel senso di 'fare'; come ebr. ntn con hS/es 'desiderio': 1 Re 10,

13; 2 Cron. 9, 12 ecc.

(10) 'sta'; Dossin: 'il se tiennent continuellement', ma la forma e singolare. II senso

sfugge.

(11) Posto di guardia? mashkdnum; Dossin 'regione'; una difficolta e anche nelle pa role seguenti: 'Alahtum per Nihlatum'.

(12) Vedi quanto e detto piu avanti.

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ORACOLI AMORRITI 3

che essi di[cevaJno, lo riferivo al mio signore. Adesso che abito in un altro paese, cio chc sento e dicono non lo scriverd al mio signore?

35 Se nel tempo avvenire sorge qualche inconveniente, il mio signore non dira forse cosi: u Cio che ti ha detto il datore di responsi, quando il tuo posto

osserva (1), perche a me

non lo scrivesti ? ? Questa volta al mio signore 40 [scri]vo. II mio signore lo sap[pia.]

[Un'aljtra cosa: il datore dei responsi di Adad, signore di Halab, e venuto [da Abu]-halim e disse cosi:

[Scri]vi al tuo signore:

(lato)[H paese daH'Oriente] all'Occidente

[io] (2) invero te lo dard. [Questo] Adad, signore di Halab, disse davanti ad Abu-lm^ -

5' Questo sappia il mio signore!

II Dossin ritiene come molto verosimile che il mittente sia un fun

zionario di Zimri-lim, che un tempo risiedeva a Mari (lin. 29), poi ebbe

incarichi ad Alafctum (1. 27), citta che risulta da altri testi situata nelle

regioni di Aleppo, ove quindi si devono cercare anche le altre citta, Kallassu e Nifelatum, nominate in questi testi. Di la egli manda queste notizie. Un certo Abi.(lin. 1 ss.) ha ordinato la consegna di be

stiame speciale e il re ha confermato l'ordine. 1/ autore della lettera

riferisce due oracoli: uno detto dai ?datori di responsi? del dio

Adad di Kallassu, in cui e pure ordinata la consegna del bestiame; un

altro detto dai ?datori di oracoli? dell'Adad di Halab (Aleppo), il cui

contenuto e quasi distrutto, ma da qualche parola rimasta si capisce che era redatto in uno stile simile a quello del precedente.

II Lods aggiunge alcune osservazioni comparative. Questi oracoli

erano stati emessi in risposta a consulti del re ? come mostrerebbe il

fatto che Adad di Kallassu e il dio che ha alleoato il re suite sue gi nocchia, ossia era il protettore o uno dei protettori della dinastia ?; di fare questo consulto T autore della lettera doveva aver avuto Tincari

co, benche qui riferisca Toracolo, come se lo avesse conosciuto per caso.

(1) Vedi quanto e detto piu avanti.

(2) Integrare andku.

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4 6. RINALDl

Oli oracoli furono divulgati come detti da personaggi, chiamati api lum, ossia ?rispondenti? (questa e la versione sia del Dossin, sia del

Lods, ove qui si e preferito ?datore di responsi?): e questa e una

particolarita assai notevole. II verbo apalu ? rispondere ? era usato, come

Pebraico cand, anche per designare la rivelazione data dalla divinita a un consulente. Allora avremmo qui la documentazione dell'esistenza nel

regno di Mari di una istituzione analoga a quella dei ?profeti cultuali?

ebraici; quei profeti che da studi di S. Mowinckel, A. Loisy, P. Humbert

risultano essere stati addetti ai templi come datori di oracoli in risposta a consulti o preghiere (resti in Gioele, Nahum, forse Habacuc, epiloghi profetici di vari Salmi).

I due testi della tavoletta si differenziano da quanto conosciamo in tutte le letterature oracolari dei testi cuneiformi, in quanto presentano le parole dette dal dio. Gli innumerevoli testi ?profetici? cuneiformi sono deduzioni da presagi su fenomeni naturali, ecc. Qui invece si tratta di comunicazioni divine, fatte mediante una persona, il ?rispondente?, presumibilmente dello stesso tipo del mahhu e della mahhutu del tempio di Arbela (cf. J. Hempel, Altheb. Lit., p. 57 s.), e in Israele di quel ti

po di divinatore che era stato il consulente delY urim e tummim e fu poi dei nebi'im (p. es. 1 Sam. 28, 6. 15).

Tra i due oracoli della tavoletta e quelli biblici (secondo i libri narrativi) vi sono importanti somiglianze di forma. Adad ricorda al re di averlo messo sul trono ecc, come Jahve ricorda a re e sacerdoti di averli eletti, aggiungendo che li destituira se non ubbidiranno, mentre colmera di benedizioni Teletto e la sua discendenza se gli sara fedele. Le notizie bibliche sono di redazione recente (il Lods indica i sec. VII e VI), ma alia loro base ?il y a certainement un fond historique soli de?: sono le notizie delle interferenze del profetismo nella vita politica d' Israele.

La tavoletta di Mari fa pensare che anche in Mesopotamia dei ?pro feti? esercitassero una funzione simile nella politica e nelle questioni dinastiche. Non si pud sapere con certezza, ma e improbabile che a Mari

l'opposizione profetica abbia avuto un' estensione analoga e richiesto

qualche cosa di simile al rinnovamento radicale di tutta la vita morale e religiosa reclamata da Amos, Osea, Isaia. Fin qui il pensiero del Lods.

***

La lettura di queste ultime riflessioni da veramente Timpressione che le indicazioni di somiglianza siano esagerate, e gli accostamenti

troppo fiduciosi. Vediamo qualche osservazione di particolare sulla ta voletta.

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ORACOLI AMORRITI 5

Lin. 1-7) Le circostanze del fatto sono poco chiare e si pud ap

pena tentarne una ricostruzione. Non e chiaro il rapporto tra Tordine

di Abi . . . . e quello del re: ma nelle parole di quesfo, anziche una

conferma (Dossin) e certamente da vedere Tiniziativa: Abi .... non e

che un esecutore delle volonta sovrane. Ma intanto a chi questo Abi....

passi Tordine non si sa. Che l'obbligo deH'offerta ? per quale motivo

e ignoto ?

gravi sul re risulta dall'oracolo, che si volge appunto a lui.

Come ordine del re di consegnare gli animali (1. 5) e data una

frase (1. 6) con cui sembrerebbe piuttosto espressa la sorpresa e il

disappunto del re stesso di non essere stato ubbidito (?), e cio in occa

sione di una ripetizione del comando stesso: Nei giorni avvenire non ci

si ribelli a me. II mittente dichiara poi di avere stabilito dei testimoni a

lui (7), ossia, pare, all'innominato, a cui si e pure rivolto Abi . . . ., e

che dovra eseguire la consegna. Tutto cio il mittente comunica al re

per informarlo (1. 7). ? E degno di nota tutto il sistema delle testimo

nianze addotte: il re, il suo agente Abi . . . ., lo zelante autore della let

tera tengono a documentarsi, di aver adempiuto cio che sembra un do

vere ben grave: anzi il re ha impartito i suoi ordini daoanti ad (altri) re.

* * *

Lin. 8-23) II passaggio alia relazione dell'oracolo e abbastanza

brusco: e da osservare pero che esso tratta dell'argomento di cui par lano gia le linee precedent!, la consegna degli animali. Non risulta da

nessuna allusione che lo scrivente fosse stato inviato espressamente a

consultare il dio per conto del re: sembra anzi che egli voglia far in

tendere di aver conosciuto per caso Poracolo (e lo stesso sara del se

guente) e di affrettarsi a darne comunicazione air interessato per suo

zelo personale. Che poi la conoscenza fosse veramente cosi casuale e

un* altra cosa, anzi le servili dichiarazioni che seguono (1.24-40) fanno

piuttosto pensare che in realta le cose siano andate in modo ben diver

so. Le lin. 14-15 mostrano che si tratta di un re di Nihlatu, citta da sup

porre soggetta a Mari, nell'ipotesi che il re sia Zimri-lim.

Dairaccostamento agli oracoli biblici questo passo esce certamente

illuminato. II dio parla in f persona ed il re in IHa: un particolare di

forma, che fa ovviamente pensare aU'esistenza di intermediari tra il dio

e T individuo di cui Y oracolo si occupa o a cui e diretto. Ma non ci

sembra altrettanto ovvio pensare questi intermediari come i ?profeti? ebrei. Gli oracoli p. es., dell'antico mondo mediterraneo, durati fino in

eta greco-romana, non pare che offrano un parallelo in complesso piu soddisfacente.

A proposito della somiglianza tra T oracolo di Mari e quelli biblici

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6 O. RINALDI

il Lods accenna giustamente al sicuro fondo storico dei testi israelitici, di redazione perd successiva ai fatti a cui si riferiscono: e continua

descrivendo questo fondo storico: ?A partire dalla fondazione della re

galita nazionale in Isracle, i profcti furono mischiati molto strettamcnte

nella storia dell'avvento e della caduta delle dinastie, che si succedet tero numerose in seno a questo popolo?. Questo e vero: ma il testo di

Mari non ha traccia delle situazioni politicamente tragiche e ideologica mente contrastatissime, che risultano nei passi in cui la Bibbia riferisce i fatti a cui il Lods allude, I libri di Samuele e molto piu quello dei Re ne sono pieni: particolarmente interessante la storia della dinastia di

Acab e degli Omridi. Nei fatti intesi dal Lods il profetismo si manifesta temibile forza

politica o senz'altro causa della rovina di case regnanti, spinti da quel la molla che determinava ogni suo intervento anche sul terreno politico: la religione, la difesa del monoteismo ? o jahvismo

? e della sua

moralita. Nella tavoletta di Mari nessun indizio di qualche cosa del ge nere. Quindi ci sembra infondata l'osservazione del Lods, che ?la tavo

letta di Mari fa pensare che nella politica interna dei regni mesopotami ci vi dovessero essere dei profeti, che esercitavano una funzione analoga, assecondando Televazione di certe dinastie, o provocandone il rovescia

mento, secondo che si mostravano piu o meno docili agli ordini divini

che trasmettevano loro?. Non vediamo appiglio qualsiasi nei testo di

Mari per pensare a tutto questo I L'opposizione di antichi profeti israe liti ai loro re nei sec. X e IX ? psserva il Lods stesso ?

per colpe particolari dei re, come il baalismo di Omri, nei seguito della storia dei

profeti diventd critica di tutte le manifestazioni della vita nazionale, fino a proclamare in nome di Jahve la punizione (il Lods dice ? condemna tion a mort?, ma e esagerato) di tutto il popolo. Ora questo esito sa

rebbe inconcepibile per dei ? profeti? che non avessero agito mossi dai motivi superiori, della verita religiosa monoteistica assoluta e moralita

austera, che avevano i profeti ebrei. II monoteismo etico portava con se

la convinzione che tutto il mondo deve essere sacrificato, piuttosto che rinunciare ad adorare solo Dio e a osservare la sua legge: sorti degli uomini che credevano fermamente a questo principio, si ebbero le atroci

applicazioni ora ricordate.

Ora si pud pensare all'esistenza a Mari o a Kallassu di una tale

ideologia religiosa ed etica? E senza quella si pud supporre un ?profe tismo?? Ci si pud porre la domanda del Lods: Se l'opposizione profe tica a Mari abbia mai preso un' estensione analoga ecc. ecc, senza aver

prima risolto la questione, se ci sia stata un* opposizione profetica. Se

qualche cosa del genere ci fosse stata e avesse in qualche misura ope rato, indubbiamente tracce nei testi ne sarebbero rimaste.

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ORACOLI AMORRITI 7

Se invcce poniamo mente ai testi in se 1'accostamento di quello di

Mari ad alcuni passi biblici e piii fruttuoso. L'oracolo recato da un ?uo

mo di Dio ? a Eli, comincia ricordando l'elezione della sua famiglia

(Aroniti) da parte di Dio al suo servizio, rinfaccia la trascuratezza dei

sacrifici e pronuncia la sentenza contro la casa stessa, Eli e i suoi figli

(1 Sam. 2, 27-36). Gli stessi elementi: elezione da parte di Jahve, rim

provero di disubbidienza agli ordini di Dio e ripudio che Dio fa del di subbidiente e della sua discendenza e nelle due sentenze contro Saul

(la prima con motivo ugualmente rituale, 1 Sam. 13, 7-14; la seconda

a causa della contravvenzione all'ordine deirinterdetto, c. 15; cf. 28-18). Con David gli bracoli hanno altro tono, essendo di compiacimento:

il re prende Pimpegno di fare la ?casa? di Dio: e Dio che lo ha elet

to (cf. 2 Sam. 25, 30) gli promette per bocca di Natan che non lo ripu diera (2 Sam. ss. cap. 7): Tubbidienza ha esito opposto a quello della

disubbidienza. Lo stesso e con Salomone (1 Re 9, 1-9), che per le sue

colpe fa diminuire la portata delle promesse davidiche (1 Re 11,13. 32 ss.). Un oracolo di promessa, condizionato all'ubbidtenza, riceve, per boc

ca del profeta Ahia, Geroboamo I (1 Re 11, 31-39), il quale dallo stesso profeta ha Poracolo di condanna sullo schema: ricordo dell*elezione

avuta, colpa, ripudio di lui e discendenti (1 Re 14, 7-11; cf. 15, 29-30). Su questo schema e la condanna di Baasa per bocca di Iehu (2 Re 16,

1-4; cf. v. 11) e sostanzialmente quella contro Acab (2 Re 21, 19-24; cf. 19, 15 ss.).

Se questi incontri non sono un portato dell'argomento di per se,

gli oracoli biblici entrano in una linea di tradizione, che appare lontana

ed estesa nell'antico mondo orientale. Un'ultima osservazione: i testi della Bibbia comparabili con quello

di Mari sono tutti del profetismo non scrittore. Cio contribuisce a riba

dire il concetto che i due tipi di profetismo biblico, oltre che distanziati

nel tempo, sono differenziati per qualche altra cosa, ossia non sono

propriamente come due fasi successive nello sviluppo di un unico feno

meno, ma anche qualche cosa di abbastanza diverso nella loro essenza.

II profetismo ? dell' azione ? in certi atteggiamenti si trova in un terreno comune all'antica civilta orientale: a differenza del profetismo ?scrittore?.

[In una nota, a cui ho fatto attenzione solo dopo che il presente scritto era stato steso, in ?Verb. Dom.? 31, 1953, p. 28 ss., R. Follet

accetta la spiegazione del caso offerto dalla nostra tavoletta come atte

stazione dell'esistenza di un profetismo ?cultuale? (quasi si potrebbe dire ?professionistico?), che divinava secondo una ?tecnica?, e in cer

to modo ?scientificamente?; da Mari stessa venuta ci e la testimonianza

dell'esistenza dell'altro tipo di profetismo, quello libero, ? divino ?, ossia

profetico in senso proprio: come nel caso della lettera di Itur-Ashdu.

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8 O. RINALDI

In generate il Follet conclude: presso aliri Semiti antichi, oltre che pres so gli Ebrei, aveva grande importanza il profetismo; esso aveva impor tanza nella vita dello stato (ma da che cosa risulta questo?), era pero

privo di quel carattere di movimento riformatore dei costumi, stimolo di

guida della coscienza, rivendicazione del destino spirituale del popolo, per cui il profetismo ebraico si distingue da ogni altroj.

* * *

Lin. 24-40) II mittente dichiara che, a scanso di dispiaceri, inten de conservare l'abitudine che aveva quand' era a Mari: allora se gli capitava di sentire qualche detto di ? datori di responsi? che poteva in teressare il re, subito lo riferiva; adesso, che abita fuori di Mari, fara lo stesso. Queste parole sembrano manifestare un ambiente in cui ora coli per i re erano cose che avvenivano con una certa abbondanza: ma, come s'e gia notato, nel complesso delle conoscenze che abbiamo, sembra che il nostro caso non rifletta che lo zelo del funzionario.

II termine ?datore di responsi?, ?rispondente?, in forma maschile e femminile (1. 31) per indicare Tintermediario di oracoli divini agli uomini, e nuovo; e anche la formazione di tal nome da una base ?ri

spondere? rifletie un processo non ancora osservato. Alle lin. 27 e 36 ho tradotto il verbo nasaru, avente come sogg. ?il

rispondente? e oggetto un luogo, con ?osservare? in relazione air os servazione ?profetica?, al rilievo cioe degli elementi, da cui risultera

poi l'oracolo; in sostanza nel senso di ?profetizzare per..., riguardo a . . . ?. Cf. Ger. 31, 6; Ab. 2, 1; Is. 52, 8; 56, 10; ecc.

[R. Follet nelF articolo citato, riferendosi a uno studio di W. von

Soden, al verbo nasaru da senso concreto: forse c' era qualche regione che era affidata per la ? sorveglianza? ai profeti: e questo, soggiunge, neiripotesi che mashkanum significhi ? regione?, senso dubbio per il von Soden. Anche nel presente scritto, nella traduzione del testo, 1. 27, non e stata accettata la versione del Dossin. E interessante l'osserva zione del collegamento tra la versione di nasdru e quella di mashkdnum].

***

Lin. 41 - lato 5) Del secondo oracolo c'e solo la frase di pro messa di un dio a un re, di estendere i territori del suo regno. Ma e interessante la forma: il datore dei responsi incarica un tale di scrivere

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ORACOLI AMORRITI 9

al re, suo signore: e Toracolo e in Ia persona del dio, che parla (IIa

persona) direttamente al re. Simile forma in oracoli biblici: 1 Sam. 2, 27 ss. (a Eli), ecc.

* * *

In conclusione: la tavoletta A. 1121 di Mari si aggiunge a quelle per cui in tempi abbastanza vicini a noi sono aumentate le nostre co

noscenze sugli ?ispirati? nell'antico Oriente (1) e in particolare arric

chisce la serie delle testimonianze gia note circa Tesistenza in quella citta di un corpo di datori di responsi, come profeti cultuali o ufficiali, differenti dai ?profeti?, ai quali si attribuiscono liberi oracoli in altri

testi; si chiamavano ? rispondenti?; comprendevano uomini e donne; i

saggi di loro responsi si lasciano accostare ai responsi dei profeti ebraici non scrittori; non hanno un contenuto di religiosita interiore ne

richiamano a carattere riformatorio morale; e confermata Pantichita di tali oracoli biblici; e sottolineata la differenza anche in sostanza tra il

profetismo biblico non scrittore e quello scrittore.

(1) L'indicazione sommaria di quanto era noto fino a un paio di decenni fa e in G.

FURLANI, La religione babilonese e assira, II (Bologna 1930) p. 128-130.

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