Opinioni Pubbliche - Perché la politica deve inseguire la Rete
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Strategia di comunicazione
Gianni Florido e la Provincia di Taranto
Opinioni pubbliche Perché la politica deve inseguire la Rete
Michele Emiliano, Nichi Vendola, le amministrative 2011,Piazza Tahrir: quattro anni lunghi un secolo
Urbino, 25 giugno 2011Corso di studi OPERAOpinione Pubblica e Rappresentanza
Dino Amenduni, Proforma
Chi parla?
Mi chiamo Dino Amenduni (biglietto da visita elettronico)
Sono il responsabile dei nuovi media e consulente per la comunicazione politica a Proforma, agenzia di comunicazione di Bari, mia città natale, dove ho sempre studiato e lavorato e dove vivo tuttora
Sono blogger sul Fatto Quotidiano (link al blog) e tra i fondatori di Quink, collettivo di satira e mediattivismo (www.quink.it)
Di che si parla?Quattro anni che cambiano un secolo: cosa cambia con i social media in (comunicazione) politica
Da Obama ai referendum passando per Piazza Tahrir: gli elementi di continuità
La demografia, i nativi digitali, la coda lunga e le nuove maggioranze
Due casi di comunicazione politica: Michele Emiliano e Nichi Vendola
Esercitazione finale: due campagne elettorali del futuro
TemiQuali sono le conseguenze, online e offline, della diffusione dei social media nella costruzione dell’opinione pubblica?
Qual è la situazione italiana?
Qual è il rapporto tra nuovi media e (comunicazione) politica nel nostro Paese?
Quali sono le prospettive di sviluppo e le applicazioni possibili?
Perché alcuni processi sono oramai irreversibili?
Il grande assente #1
Non ci sono abbastanza camion? Allora lavoriamo 28 ore al giorno.
Non ci sono scarpe? Lavoriamo trenta ore al giorno.
Non ci sono vestiti? Lavoriamo cinquanta ore al giorno.
(Aleksandr Lukashenko)
Ted – Video #1
Clay Shirky: come il surplus cognitivo
cambierà il mondo
TED, un’eccellenza del web-marketing
Guardiamo insieme questo video tratto dall’archivio di Ted (http://www.ted.com)
Ted è una conferenza multidisciplinare la cui missione è riassunta nella formula "ideas worth spreading" (idee degne di essere diffuse) e, in effetti, le migliori conferenze sono state pubblicate gratuitamente sul sito web del TED. Le lezioni abbracciano una vasta gamma di argomenti che include scienza, arte, politica, temi globali, architettura, musica e altri saperi
TED, video #1
http://www.ted.com/talks/lang/ita/clay_shirky_how_cognitive_surplus_will_change_the_world.html
Clay Shirky indaga sul "surplus cognitivo", il lavoro condiviso online che eseguiamo con i nostri cicli mentali liberi. Mentre siamo occupati nel redarre Wikepedia, postare su Ushahidi (e sì, anche creando i lolcats), stiamo costruendo un mondo migliore e più cooperativo.
I nuovi nuovi media
Web 2.0 e social mediaCosa sono e perché
nascono
Il web 2.0
Trattazione teorica originale di Tim O’Reilly. Traduzione integrale qui
Una breve definizione:
Il Web 2.0 è un termine utilizzato per indicare genericamente uno stato di evoluzione di Internet (e in particolare del World Wide Web), rispetto alla condizione precedente. Si tende a indicare come Web 2.0 l'insieme di tutte quelle applicazioni online che permettono uno spiccato livello di interazione tra il sito e l'utente
Il web 2.0 – modelli teorici di riferimento
Legge di ParetoModello Wikipedia
Coda lungaSaggezza della
folla
A. Legge di Pareto 80/20
Secondo la "legge 80/20" (i valori 80% e 20% sono ottenuti mediante osservazioni empiriche di numerosi fenomeni e sono solo indicativi), in genere l'80% dei risultati dipende dal 20% delle cause
A. Legge di Pareto 80/20
Questo principio può avere diverse applicazioni pratiche in diversi settori, ad esempio:
Economia: l'80% delle ricchezze è in mano al 20% della popolazione (ma ovviamente i valori reali variano a seconda dei paesi e dei periodi). Oppure: il 20% dei venditori fa l'80% delle vendite, ed il restante 80% dei commerciali fa solo il 20% delle venditeQualità: il 20% dei tipi possibili di guasto in un processo produttivo genera l'80% delle non conformità totali. Oppure: l'80% dei reclami proviene dal 20% dei clientiInformatica: l’80% del tempo di esecuzione è impiegato solo dal 20% delle istruzioni di un programma. Oppure: l'80% delle operazioni degli utenti sono dovute al 20% delle funzioni a disposizione di un applicativo. L'80% degli errori di codifica è riconducibile al 20% dei moduli (fonte: Wikipedia)
B. Modello Wikipedia – divisione disorganizzata
del lavoro1. Creazione di una voce (ad es. la parola “carta”)2. Prima bozza3. La voce viene individuata da altri utenti che aggiungono
o modificano la stessa voce perché competenti nella materia
4. Se sono riscontrate inesattezze (volontarie o meno, poco importa) vengono subito corrette
5. La voce sarà perfezionata con il contributo, anche minimo, di tanti utenti
Anche in Wikipedia è valido il principio di Pareto: il 20% degli utenti modificano l’80% delle voci totali presenti sul sito. Questa distribuzione vale, in media, anche per la singola voce
C. La coda lunga
La coda lunga è una teoria economica formulata da Chris Anderson (fondatore di Wired) nel 2004
È un modello che sembra poter spiegare i funzionamenti del mercato. È una teoria attuale per il mercato dei beni immateriali e “futuribile” perché pare essere in grado di teorizzare il cambiamento delle leggi che regolano il tradizionale meccanismo distributivo (produzione/stoccaggio/vendita al dettaglio)
C. La coda lunga
La diffusione di internet, il non-luogo dove chiunque in qualunque momento può consultare infiniti elenchi di prodotti, ha permesso di abbattere i costi di distribuzione e magazzino, spezzando il legame che vincolava il successo alla visibilità
La possibilità di gestire un catalogo virtuale pressoché illimitato ha rivoluzionato il modello economico dominante: semplicemente, vendere anche solo poche copie al mese di migliaia di titoli è più redditizio che vendere migliaia di copie di pochi titoli
Oggi: le corporazioni dei beni immateriali sono in profonda difficoltà (esempi: mercato discografico e pornografia)
C. La coda lunga - cause
Nuove tecnologie hardware e software a basso costo che permettono ai produttori di beni immateriali (grafica, musica, video, servizi) di farlo a costi contenuti o addirittura nulli
Servizi (Internet, archiviazione dati) a costi contenuti che forniscono banda e hosting illimitato ai produttori di beni immateriali
Possibilità di distribuire i propri prodotti a costo zero (es. attraverso Youtube), combinata alla possibilità che questi prodotti siano fruiti da chiunque attraverso Internet, anche senza pubblicità o senza conoscenza diretta del prodotto o dell’autore (es. attraverso Google o aggregatori di notizie)
C. La coda lunga - cause
Approcci di marketing e comunicazione più efficienti e misurati per la distribuzione di questi prodotti (niente più costi di stampa, di magazzino e di spedizione)
Possibilità per tutti di entrare in questo mercato (finisce la divisione tra produttore e consumatore: si parla di prosumer, ovvero di un utente che fa entrambe le cose in contemporanea)
C. La coda lunga - conseguenze
Dal broadcasting al narrowcasting: da una platea con milioni di persone come pubblico a milioni di platee con poche persone come pubblico
Questo modello economico, chiamato “coda lunga”, è economicamente sostenibile proprio perché non ha costi se non quelli (minimi) per produrre il contenuto e, in caso di contenuti professionali, ha costi nulli per la distribuzione
Gli utenti, avendo molte più alternative di scelta, abbandonano il mainstream e si rivolgono alle nicchie di mercato che più soddisfano le loro necessità
D. Saggezza della folla
È una teoria dimostrata da James Surowiecki attraverso un’infinità di prove empiriche (2005). Secondo questa teoria, una variabile è misurata in modo più preciso da una massa di persone inesperte che da un gruppo di specialisti
D. Saggezza della folla
Esempio (1): durante una fiera, Surowiecki fece scommettere 100 persone sul peso di un vitello. Le 100 persone dichiararono il loro peso stimato. A seguire, fece ripetere l’esperimento a 10 allevatoriIl peso del vitello fu indovinato con precisione assoluta dalla “massa” (il valore medio delle 100 valutazioni era precisamente il peso del vitello)Esempio (2): prediction markets – un istituto di ricerca universitario permise ai cittadini di scommettere sul vincitore alle elezioni. Nelle scommesse, le quote variano sulla base dell’orientamento della giocata (sia sulla base di chi viene scelto, sia su quanto si punta)Il risultato del prediction market fu più affidabile di quello dei sondaggi nel misurare la distanza tra i vincitori
Ted – Video #2
Johanna Blakley: I media sociali e la fine dei generi
TED, video #2
http://www.ted.com/talks/lang/ita/johanna_blakley_social_media_and_the_end_of_gender.html
I media e le compagnie pubblicitarie usano ancora gli stessi vecchi dati demografici per capire il pubblico, ma la ricercatrice dei media Johanna Blakley dice che stanno diventando sempre di più difficili da cercare e seguire on line. Mentre i media sociali superano i media tradizionali, e le utenti sono più numerose degli utenti, la Blakley spiega quali cambiamenti attendono i media del futuro.
Dal web 1.0 al web 2.0 – una mappa
Il grande assente #2
La sinistra ha vinto ai referendum perché loro, i dipendenti pubblici,
dalle 14 alle 22, stanno su Internet. Quelli di sinistra non fanno un cazzo!
(Giorgio Stracquadanio)
Un secolo lungo quattro anni
Obama, Wikileaks, Piazza Tahrir, referendum:
la storia del mondo unita dalla Rete
Obama e la Rete
La campagna elettorale di Barack Obama, assai più
tradizionale nella pianificazione mezzi di ciò che è stato
raccontato in Italia, marca la sua discontinuità
nell’organizzazione del lavoro rispetto a qualsiasi
campagna elettorale del passato
i social media, gli strumenti inseriti all’interno del cappello
concettuale del cosiddetto web 2.0 (Facebook, Twitter e
Youtube su tutti, oltre al sito www.barackobama.com che
era un social network a sua volta) sono stati utilizzati in
modo esplicito, coraggioso, disinvolto, strategicamente
rilevante
Obama e la Rete
La campagna elettorale di Barack Obama, assai più tradizionale nella
pianificazione mezzi di ciò che è stato raccontato in Italia, marca la
sua discontinuità nell’organizzazione del lavoro rispetto a
qualsiasi campagna elettorale del passato
i social media, gli strumenti inseriti all’interno del cappello
concettuale del cosiddetto web 2.0 (Facebook, Twitter e Youtube su
tutti, oltre al sito www.barackobama.com che era un social network
a sua volta) sono stati utilizzati in modo esplicito, coraggioso,
disinvolto, strategicamente rilevante
Un eccesso di attenzione sull’idea di Obama “Presidente 2.0” ha
portato a sottovalutare le conseguenze organizzative di questo
cambio di paradigma
Obama e la Rete
Un comitato elettorale orientato alla comunicazione, all’ascolto e al
feedback sui nuovi media richiede una quantità di risorse umane
ingenti, profili professionali difficilmente reperibili (giovane,
nativo digitale, appassionato di politica, non a digiuno di economia e
marketing, esperto di cultura pop, capace di lavorare sotto
pressione, poco propenso alla polemica)
Perché cio fosse possibile, quindi, si è stabilito un budget cospicuo
da dedicare a questa area di lavoro che, per certi versi, assomiglia a
un settore Ricerca e Sviluppo di un’azienda. Nella campagna di
Obama la sezione web e nuovi media era animata da 100 persone,
tra collaboratori retribuiti e risorse volontarie. Chi, in Italia, oggi,
dedicherebbe tutto questo sforzo per un risultato analogo?
Wikileaks e la Rete
La storia di Wikileaks ci insegna che esistono infrastrutture e
prassi che permettono a chiunque di offrire contenuti
anonimi a un centro di calcolo che può analizzarlo, verificarlo
e pubblicarlo
Forse non sapremo mai se dietro Julian Assange ci siano finanziatori
occulti, poteri o contropoteri: siamo però certi che i cittadini di tutto
il mondo, attraverso un’adeguata formazione e in presenza di un
insieme di condizioni contemporanee (autonomia finanziaria,
competenze giornalistiche e informatiche, capacità di protezione dei
dati personali e delle identità delle fonti) potranno organizzare dei
Wikileaks ‘civili’, su scala territoriale anche molto più piccola
La Primavera Araba e la Rete
Le rivoluzioni arabe, i cui risultati politici sono ancora in via di
maturazione, hanno avuto un comune innesco che, a prescindere
degli esiti conclusivi della Primavera del Nord Africa, rappresentano
un nuovo standard per la costruzione di alternative civiche e
politiche a sistemi politici al governo, democratici o autoritari
che siano. Assistiamo infatti alla comparsa di nuove variabili sulla
scena civica mondiale:
1. il ritorno preponderante dei giovani all’interno dei
processi di cambiamento politico, specie laddove l’obiettivo sia
colpire il cuore dello status quo al fine di modificare alcune norme
basilari della vita politica;
La Primavera Araba e la Rete
2. L’alfabetizzazione matura all’uso dei nuovi media da parte
dei principali protagonisti di questo movimento, spesso
guidato da nativi digitali (ossia da under35): i leader politici hanno
dimostrato di saper utilizzare perfettamente Facebook e Twitter per
innescare campagne virali, impossibili da monitorare e soffocare (e
molto difficili da censurare) e come supporto ai processi
organizzativi;
3. una nuova idea di rivoluzione, che non è di parte bensì a-
ideologica: non è laica né cattolica, non è musulmana né cristiana,
non è moderata né radicale, non è giovane né vecchia, non è povera
né ricca, non è di destra né di sinistra. Questo movimento ha liberato
nuovo capitale sociale, forse sopito per la difficoltà di libera
espressione, forse nato addirittura grazie alla Primavera araba,
sicuramente motore di un processo di cambiamento irreversibile nei
rapporti tra potere, consenso e rappresentanza
I referendum e la Rete
Oggi l’Italia si narra in modo molto diverso rispetto a soli sei mesi fa:
il vento delle amministrative, il disastro di Fukushima, una nuova
consapevolezza collettiva per la difesa dei beni comuni, le divisioni
della compagine di Governo e il sentimento generalizzato di paralisi
istituzionale hanno portato alla creazione di un nuovo sentimento
che oggi fa guardare al futuro con maggiore fiducia, consapevole
che la sensazione di soffocamento mediatico può essere
attenuata dalla comunicazione tra pari, allo scambio di
prassi, informazioni e metodi che solo i nuovi media possono
garantire
Pare essersi creato un nuovo blocco sociale, meno sensibile alle
appartenenze politiche e unito, non si sa quanto stabilmente, da
una comune insofferenza verso le istituzioni
Social media e politica #1
Michele Emiliano, sindaco di Bari, 2009-
2011
Bari – il caso EmiLabMichele Emiliano- Amministrative 2009
Michele Emiliano (PD), sindaco di Bari dal 2004, secondo un
sondaggio di giugno del 2008, ha 8 punti di svantaggio sul suo
avversario, Simeone Di Cagno Abbrescia, già sindaco dal 1994 al
2004
L’attività amministrativa è, però, soddisfacente (abbattimento
Punta Perotti, riapertura Teatro Petruzzelli, innovazioni nei
trasporti pubblici, bonifica ex sede Fibronit)
La questione decisiva per vincere le elezioni diventa:
Come si comunicano le cose fatte in modo
capillare ed in poco tempo?
Bari – il caso EmiLabMichele Emiliano- Amministrative 2009
Nasce EmiLab. Inizialmente è un gruppo di lavoro specialistico che
nasce in seno a Proforma. Si tratta di un’unità di sei ragazzi di età
inferiore ai 30 anni. Si dovevano occupare di analisi, gestione e
monitoraggio della comunicazione sui social network, di ascolto e
feedback alla cittadinanza, di analisi del comportamento dell’avversario
Le precedenti esperienze di networking dei due coordinatori e la volontà
di misurare l’effettivo potenziale della loro generazione ispirano un
decisivo cambio di passo. Attraverso un reclutamento basato sul
passaparola qualificato (riconoscimento di fiducia e competenza tra
amici + dichiarato interesse/amore/attaccamento alla città) il gruppo di
lavoro si trasforma in un laboratorio politico composto da 150 volontari
under 30
Bari – il caso EmiLabMichele Emiliano- Amministrative 2009
Il gruppo allargato acquista progressivamente autonomia, autorevolezza
e diventa un attore della campagna elettorale, più che un’unità di
servizio.
EmiLab si occupa infatti di:- Gestire il comitato elettorale;
- Organizzare eventi;
- Contribuire alla redazione dei materiali di campagna elettorale;
- Realizzare spot, video-denunce, video sull’avversario, contest di
creatività
- Raccogliere 1000 video-domande al Sindaco e restituire la risposta ai
cittadini
Ma la chiave del successo di EmiLab è organizzativa. All’entusiasmo dei
volontari si unisce una capillare distribuzione degli stessi nella città,
attraverso la divisione in gruppi di quartiere
EmiLab – i gruppi di quartiere
Michele Emiliano- Amministrative 2009
I 150 ragazzi auto-certificano la loro appartenenza ad un gruppo di
quartiere, sulla base della loro residenza, del loro luogo di lavoro o di vita
I gruppi sono composti da un numero di componenti proporzionale agli
abitanti del quartiere. Secondo la stessa proporzione sono raccolte le
1000 video-domande
Ogni gruppo nomina un proprio coordinatore, crea un gruppo
Facebook autonomo, organizza eventi nei punti di snodo del
quartiere, scrive progetti sociali (realizzati durante la campagna
elettorale) e parti di programma relativi ai problemi emersi
durante la raccolta delle video-domande
Ogni gruppo si identifica secondo il nome del quartiere + claim della
campagna elettorale (Japigia vai Avanti, Carrassi vai Avanti, San Paolo vai
Avanti…)
EmiLab - strumentiMichele Emiliano- Amministrative 2009
Copertina “Ce ha ffàtte Emiliane”, libro di 84 pagine sull’attività
amministrativa
EmiLab - strumentiMichele Emiliano- Amministrative 2009
Interno “Ce ha ffàtte Emiliane”: non solo fatti, ma quiz, curiosità ed
immagini
EmiLab - strumentiMichele Emiliano- Amministrative 2009
Street art @ San Paolo: l’arte urbana colora un quartiere periferico della
città
EmiLab - strumentiMichele Emiliano- Amministrative 2009
La Gemma – video-inchieste sull’attività amministrativa di Di Cagno
Abbrescia (link a Youtube)
EmiLab - strumentiMichele Emiliano- Amministrative 2009
Problemi di elezione – web-spot no-budget
divenuto poi ufficiale e trasmesso in TV (link a Youtube)
EmiLab - strumentiMichele Emiliano- Amministrative 2009
Gianni Paulicelli – televendita nucleare
Il video più popolare della campagna (link a Youtube)
Emiliano vinceMichele Emiliano- Amministrative 2009
Michele Emiliano si conferma Sindaco di Bari, prevalendo su
Simeone Di Cagno Abbrescia al ballottaggio, con il 59,7% delle
preferenze (al primo turno Emiliano si è fermato al 49,3). Nella stessa
tornata elettorale il centro-sinistra perde la provincia di Bari al primo
turno.
Emiliano è il primo sindaco in Italia per fan su Facebook (circa 12000)
Tommy Attanasio, coordinatore cittadino del PDL, commenta così la
sconfitta:
“abbiamo totalmente perso il voto giovanile”
EmiLab firma un intero capitolo del programma di governo,
“trenta idee under 30”, che consiste nella raccolta di tutti i progetti a
medio termine “ispirati” dalle richieste dei cittadini e dall’ascolto
attraverso mezzi tradizionali ed innovativi
EmiLab - Cosa non ha funzionato?
Michele Emiliano- Amministrative 2009
Durante la campagna elettorale ci è stato chiesto un improvviso e
intempestivo intervento attivo nella competizione attraverso la
formazione di una lista civica, Bari Vai Avanti
L’ipotesi strategica generale che ha portato a questa scelta è: la forza
propulsiva di EmiLab, il nome e il logo possono generare consenso diretto
e immediato
Abbiamo candidato un solo consigliere comunale e alcuni rappresentanti
nei consigli di circoscrizione (gli altri posti sono stati riempiti da persone
che non avevano condiviso il percorso di EmiLab)
La lista non è andata oltre lo 0,7%, compromettendo, ad ora, il
potenziale di rappresentanza politica del gruppo e causando problemi
di tenuta complessiva
Michele Emiliano
Prendersi cura della città via Facebook: una case-
history
Emiliano, il sindaco di Facebook
Michele Emiliano è sindaco di Bari, capoluogo della Puglia (350mila abitanti) dal 2004. È stato segretario regionale del PD (2007-2009) e ora ne è Presidente
La sua rielezione, nel 2009, ha visto in EmiLab, gruppo di 150 volontari under-30 a supporto della sua candidatura, uno dei suoi principali punti di forza
EmiLab nasce come gruppo specialistico che doveva occuparsi della gestione dei social media e del monitoraggio dell’avversario, poi diventa molto più centrale e gestisce processi complessi di campagna elettorale, che però risulterà essere comunque caratterizzata da una fortissima rilevanza del web
Emiliano, il sindaco di FacebookMichele Emiliano – fanpage Facebook
(http://www.facebook.com/micheleemiliano)
Emiliano, il sindaco di Facebook
Al momento della sua elezione, nel giugno 2009, Emiliano è il sindaco in Italia con più supporter su Facebook (ora è terzo, dietro De Luca e Renzi)
Da settembre 2010 gestisce la pagina Facebook in prima persona: lo staff lo supporta solo nell’ordinaria amministrazione, nel reperimento di fonti o contenuti multimediali, o quando è impegnato in altre attività
L’amore sboccia durante la Fiera del Levante 2010: durante la preparazione del discorso di inaugurazione, il sindaco chiede consigli e suggerimenti ai suoi sostenitori, che rispondono nel cuore della notte. L’inizio e la fine del suo discorso sono stati scritti integralmente da sostenitori
Emiliano, il sindaco di FacebookEmiliano scrive su FB (prima di celebrarlo
pubblicamente)il discorso inaugurale alla Fiera del Levante 2010
Cosa fa Emiliano con FacebookIl suo stile di gestione della pagina lo ha reso immediatamente molto popolare tra i cittadini e tra gli addetti ai lavori. Queste sono alcune attività da lui svolte:- Liveblogging dei consigli comunali (con commenti sui discorsi dei consiglieri e risposte ai cittadini);- Commenti politici, in particolare sul Partito Democratico;- Commenti su temi nazionali, condivisione di sentimenti personali o su eventi significativi in città;- Risposte ai cittadini che gli scrivono sulla bacheca- Pubblicazione della sua agenda;- Realizzazione e caricamento di video e foto fatte da lui;- Condivisione di contenuti suggeriti dai cittadini
Emiliano, la giornata su Facebook
Emiliano pubblica online un video da lui realizzato in cui porta due anziani signori al Teatro Petruzzelli, che
non avevano mai visto dopo la ricostruzione
Emiliano, la giornata su Facebook
Emiliano festeggia per il pareggio della squadra di calcio del Bari
Emiliano, la giornata su Facebook
Emiliano commenta la vittoria di Roberto Vecchioni a Sanremo
Emiliano, la giornata su Facebook
Emiliano chiede un parere sulla sua apparizione televisiva
a “Le invasioni barbariche”, su La7
Emiliano e Facebook: le polemiche
Lo stile di gestione di Facebook ha polarizzato le valutazioni sulla comunicazione di Emiliano, e
dunque su di lui. I punti più controversi:
- Il tono e il linguaggio, estremamente informali;- L’assenza di diplomazia (scrive tutto quello che pensa);- La scelta di utilizzare FB per prese di posizione forti, talvolta provocatorie, che scatenano reazioni di tutti i tipi (anche violente e poco costruttive) da parte dei cittadini;- L’uso di FB per comunicare le sue idee e intenzioni amministrative anticipando la stampa (che sempre più spesso cita la fanpage come fonte informativa);- L’uso di Facebook per condurre campagne di educazione civica e per dare voce ed evidenza a lamentele dei cittadini
Emiliano e i “fannulloni”Il momento di massima esposizione mediatica della fanpage di Emiliano giunge quando il sindaco di Bari
pubblica questa foto, pubblicata da un cittadino, in cui tre dipendenti dell’AMIU (azienda municipalizzata per
l’igiene urbana) chiacchierano durante l’orario di lavoro
Emiliano e i “fannulloni”Emiliano ripubblica la foto e la commenta, dando il via a giorni di dibattiti, polemiche,
commenti e repliche
Emiliano e i “fannulloni” – reazioni dei media e
dell’opinione pubblicaLa notizia è riportata da tutti i principali telegiornali nazionali
Emiliano è intervistato da testate, radio e tv locali e nazionali
Giornalisti, editorialisti e blogger parlano per giorni dell’operazione fannulloni dividendosi tra entusiasti e contrari
Sindacati, dipendenti pubblici e un pezzo consistente del suo elettorato (di sinistra, in particolare) lo critica per questi metodi, definiti sommari e delatori
La federazione locale della CGIL chiede a Emiliano la chiusura della pagina Facebook
Emiliano e i fannulloni – effetti immediati su Facebook
I cittadini pubblicano sistematicamente foto e video che dimostrano comportamenti non professionali o situazioni di degrado in varie parti della città
Allo stesso tempo, altri cittadini elogiano i comportamenti virtuosi di dipendenti pubblici, e Emiliano rilancia queste testimonianze
L’AMIU (in particolare il suo direttore generale) ha iniziato a comunicare con i propri cittadini via Facebook
Emiliano non ha chiuso la sua pagina Facebook né ha cambiato atteggiamento: continua a confrontarsi quotidianamente con i cittadini e con i giornalisti sulle sue decisioni amministrative e i suoi convincimenti politici
Emiliano e i “fannulloni” - le reazioni
La replica alla CGIL
Emiliano e i “fannulloni” – le reazioni
Elogio ai lavoratori pubblici virtuosi (su suggerimento di un utente)
Emiliano e i “fannulloni” – le reazioni
Emiliano scrive una nota su Facebook (e non un comunicato) rivolgendosi a due poliziotti che gli avevano manifestato perplessità sulla strategia
comunicativa
Emiliano e i “fannulloni” – le reazioni
Emiliano pubblica un video di Youtube realizzato da un cittadino che illustra come la polizia abbia
esercitato un abuso di potere, riservando trenta posti auto durante la celebrazione di un matrimonio di un
vigile urbano
Emiliano e i “fannulloni” – le reazioni
Emiliano pubblica la foto di un cittadino che testimonia come un auto della polizia sia
parcheggiata in modo irregolare, bloccando il traffico
Emiliano e i fannulloni – punti di forza
Crescita improvvisa e sostenuta del numero dei sostenitori su Facebook
Popolarità nazionale
Interazione sincera e sistematica tra sindaco e cittadini
Crescita della percezione di autorevolezza, autorità e rappresentatività da parte del potere pubblico nei confronti della cittadinanza
Emiliano e i fannulloni – punti di debolezza
Questo metodo, così com’è, non è scientifico. Dipende infatti dalla volontà (variabile) dei cittadini di condividere informazioni e dalla disponibilità di tempo ed energia del sindaco
Un utilizzo distorto dell’intuizione di Emiliano potrebbe incitare i cittadini a utilizzare la fanpage di un sindaco di una grande città, e frequentata dall’intera comunità, per atti di delazione
Emiliano è il sindaco, dunque è il principale responsabile dei comportamenti inadeguati che lui denuncia, soprattutto perché le municipalizzate sono guidate da dirigenti scelti politicamente
Emiliano e i fannulloni – opportunità
Il metodo potrebbe diventare scientifico, e dunque difficilmente contestabile, se:
- il sistema sarà gestito da una struttura interna del Comune (con un’interfaccia sui social media) e non direttamente dal sindaco;- il sindaco incinterà alla denuncia degli effetti di comportamenti irregolari o dello scarso impegno sul lavoro: ad esempio, fotografando la sporcizia eccessiva e non foto che potrebbero generare malintesi se estratte da un contesto non chiaro;- verificando internamente chi sono i responsabili, notificando loro un comportamento inadeguato e denunciando pubblicamente la reiterazione dello stesso
Questa struttura ovviamente ha un costo, ma l’investimento sarebbe certamente ammortizzato dal risparmio economico e sociale dovuto al miglioramento del sistema di controllo
Emiliano e i fannulloni – minacce
Il sistema attuale potrebbe generare un sentimento di preoccupazione costante da parte dei dipendenti pubblici all’idea di essere fotografati in qualsiasi momento, anche in assenza di comportamenti certamente irregolari
Non c’è nessun sistema di verifica che l’uso delle segnalazioni non abbia un interesse personale di chi lo fa: come si può avere la certezza che un cittadino denuncia qualcuno e che non abbia mai graziato qualcun altro?
L’opposizione al Comune di Bari potrebbe utilizzare i contenuti pubblicati dagli utenti sulla fanpage di Emiliano per aggredire politicamente il sindaco, soprattutto quando denunciano mancanze dell’Amministrazione Comunale o i problemi restano irrisolti.
Emiliano e i fannulloni – effetti su Facebook
Tasso di incremento delle pagine Facebook nel mese di gennaio 2011, nel periodo dell’operazione
mediatica (fonte: Baroncelli.eu – link al sito)
Emiliano, sebbene sia “solo” il sindaco di una città, è terzo in Italia per numero di nuovi sostenitori acquisiti. Solo Vendola e Berlusconi hanno saputo fare meglio
Emiliano e i “fannulloni” – effetti di medio periodo
Un sondaggio pubblicato a fine 2011 posiziona Emiliano al settimo posto tra i sindaci più amati in Italia nel 2010. Un anno fa Emiliano era 23imo. Al primo posto c’è Matteo Renzi, sindaco di Firenze: anche lui usa Facebook in prima persona. Sono indizi del crescente peso dei social media nel consolidamento del consenso
Social media e politica #2
Nichi Vendola, Presidente della Regione Puglia e
portavoce di SEL (2010-2011)
Nichi Vendola, 1995Nichi intervistato da Patrizio Roversi e Susy Blady a Turisti per Caso
Sono passati 15 anni, ma…
“Se rinasco non faccio più l’Onorevole”
“Il Sud non si narra più, non si racconta più come una comunità;”
“Serve una grande opera di ricostruzione di un tessuto di coralità”
“Sono collocato dentro la mia biografia”
Nichi Vendola – i punti di forza
(a prescindere dai comunicatori)
Credibilità: Nichi è la sua biografia
Coerenza: Nichi ha sposato le sue idee e non le ha lasciate, neanche quando impopolari (esempio: posizioni sui ROM)
Coraggio: Nichi ha fatto la lotta alla mafia in prima persona, non può avere paura adesso
Forte senso di appartenenza: alla terra, alla comunità, al popolo (“connessione sentimentale”)
Nichi Vendola – punti di debolezza attribuiti
(a prescindere dai comunicatori)
“È comunista”;
“È omosessuale (e si dice cattolico nonostante tutto)”;
“È sovversivo”
“Sui suoi Assessori coinvolti in scandali, non poteva non sapere”
“La Sanità pugliese ha debiti per centinaia di milioni”
E i comunicatori?
Proforma è stata responsabile della strategia generale e dei concept delle campagne elettorali di Nichi Vendola (Primarie + Regionali) sia nel 2005 che nel 2010
Gli scenari politici, la popolarità di Nichi, la condizione di partenza, l’avversario e gli alleati sono variabili che sono cambiate profondamente nel corso dei cinque anni
La stella polare della strategia comunicativa delle campagne è stata una sola: ribaltare i punti di debolezza in punti di forza
Nichi Vendola – campagna Regionali 2005
Nichi Vendola – manifesto “diverso”
Nichi Vendola – campagna Regionali 2005
Nichi Vendola – manifesto “estremista”
Nichi Vendola – campagna Regionali 2005
Nichi Vendola – manifesto “pericoloso”
Nichi Vendola – campagna Regionali 2005
Nichi Vendola – manifesto “sovversivo”
Nichi Vendola – campagna Regionali 2005
Nichi Vendola e sua mamma
Puglia 2009 – lo scandalo sanità
Nichi Vendola- Primarie 2010
6 febbraio: Alberto Tedesco (PD), Assessore alla
Sanità, si dimette dopo essere entrato nel registro
degli indagati per abusi relativi alla fornitura di
prodotti e servizi
13 luglio: Vendola annuncia un rimpasto di Giunta,
dalla quale uscirà anche Sandro Frisullo (PD), suo
vicepresidente, poi coinvolto in un’inchiesta in piena
campagna elettorale (marzo 2010)
Queste mosse risulteranno decisive per il successo di
Vendola. La comunicazione politica non basta
Puglia 2009 – Nichi si ricandida?
Nichi Vendola- Primarie 2010
Amministrare bene non basta. Nonostante aver
allontanato Assessori prima che fossero rinviati a
giudizio e nonostante straordinari risultati su
politiche giovanili, innovazione, politiche energetiche
ed ambientali Nichi rischia di non potersi candidare
e, dopo un’estenuante trattativa politica interna al
centro-sinistra, raggiunge l’obiettivo “minimo” delle
Primarie. Ma la politica non è con lui.
Nichi è solo contro tutti…o no?
Nichi – solo con(tro) tuttiNichi Vendola- Primarie 2010
Solo contro tutti – manifesto Vendola
primarie 2010
Puglia – le Fabbriche di Nichi
Nichi Vendola- Primarie 2010
Ancora una volta la campagna di comunicazione ribalta un
punto debole di Nichi. Lasciato solo dalla politica, è solo
contro tutti i dirigenti. Ma è con la gente
Nasce un movimento trasversale (interno al PD, a SEL, ai
comuni cittadini) che lotta per difendere il diritto di
Vendola a ricandidarsi.
Nascono così le Fabbriche di Nichi, comitati elettorali
diffusi e assai eterogenei per composizione
Puglia – le Fabbriche di Nichi
Nichi Vendola- Primarie 2010
Perché è un modello vincente?
Il successo di questo modello organizzativo,
contemporaneamente leggero nella struttura
(totalmente autogestita) ma densa nella
produzione (bottom-up) e nella diffusione
(top-down) dei contenuti, porta alla nascita di
Fabbriche in tutta Italia e nelle principali città
d’Europa
Nichi – solo con(tro) tuttiNichi Vendola- Primarie 2010
Il simbolo del successo
Nichi x2 – azione di reclutamento al voto alle
Primarie
costruita integralmente su Facebook e sostenuto
da una videolettera (Videolettera Nichix2)
Costo dell’operazione: 0 Euro
Nichi vince le PrimarieNichi Vendola- Primarie 2010
Il 24 gennaio 2010 si celebrano le elezioni
Primarie
Vendola batte Boccia con il 73% dei
consensi
A votare si recano 200mila persone (80mila nel
2005)
L’UDC aveva annnunciato che non avrebbe
appoggiato Vendola in caso di successo. I
pugliesi, dunque, ignorano questa indicazione
politica
Nichi vince le PrimarieNichi Vendola- Primarie 2010
La storia delle Primarie è sintetizzata da un video realizzato da Diego Bianchi (Zoro), per “Parla con Me”
Tolleranza Zoro Puglia - prima parteTolleranza Zoro Puglia - seconda parte
Perché Nichi vince le Primarie
Nichi Vendola- Primarie 2010
1. Perché ha una macchina organizzativa
2. Perché delega pezzi di campagna elettorale alle Fabbriche, generando entusiasmo
3. Perché la politica non offre motivazioni valide per la sua non-candidatura
4. Perché comunica in modo capillare, con strumenti corretti e a costi limitati
Nichi stravince le PrimarieNichi Vendola- Primarie 2010
Nel frattempo, su Facebook (30 gennaio 2010: 39503 fan),
+68,7% in quattro settimane)
Cambia lo scenario, non i punti di forza
Nichi Vendola- Regionali 2010
Siamo alle Regionali
Le Fabbriche di Nichi hanno poco più di due mesi per fare
campagna elettorale, ma sono una macchina già
ampiamente rodata. Il loro ruolo:
a.Attivare le comunità, declinando messaggi di
campagna elettorale su scala iper-locale;
b.Proporre soluzioni creative o interpretare le azioni
suggerite dal comitato elettorale sul territorio;
Cambia lo scenario, non i punti di forza
Nichi Vendola- Regionali 2010
Consolidare il consenso e la ritrovata unità della
coalizione;
Comunicare il loro lavoro e l’attività amministrativa di
Vendola con spazi autogestiti sui social network
Costruire interi pezzi di campagna, sia politici che
organizzativi che creativi
Perché ciò sia possibile, sono necessarie linee guida
condivise che regolino il “disordine organizzato”
Come si apre una Fabbrica?
Nichi Vendola- Regionali 2010
Fabbrica di Nichi – video-tutorial
Puglia – le Fabbriche di Nichi
Nichi Vendola- Regionali 2010
Il centro-sinistra si ricompatta su Vendola, il centro-
destra implode e si presenta con due candidati
(Palese, Poli Bortone)
La campagna di Vendola, come nel 2005, parte da un
presunto punto di debolezza del candidato per
trasformarlo in un punto di forza. Nascono così le
“poesie”, declinate in infinite varianti su
Internet, anche dagli avversari, che
promuovono involontariamente il “brand
Vendola”
Vendola – la poesia è nei fatti
Nichi Vendola- Regionali 2010
Vendola – la poesia è nei fatti
Nichi Vendola- Regionali 2010
Vendola – la poesia è nei fatti
Nichi Vendola- Regionali 2010
Vendola – la poesia è nei fatti
Nichi Vendola- Regionali 2010
Vendola - la poesia è nei fatti
Nichi Vendola- Regionali 2010
Non solo manifesti
La campagna non si sviluppa solo sui mezzi tradizionali. I manifesti sono la sintesi “generalista” di un processo di analisi dell’attività amministrativa declinata sui vari mezzi (soprattutto online) e non una forma di propaganda
Questo è possibile anche grazie ad uno staff che offre competenze multiformi.
Proforma è affiancata da FF3300, insieme a Ed Testa e Carla Palladino, designer della comunicazione, che realizzano i “tweet della Puglia Migliore”
La Puglia migliore è fatta così
Nichi Vendola- Regionali 2010
Puglia Migliore – spot web Apulia Film Commission
La Puglia migliore è fatta così
Nichi Vendola- Regionali 2010
Puglia Migliore – spot web Principi Attivi
Case history Taroccailmanifesto.com
Nichi Vendola- Regionali 2010
La democrazia conviene
Il meccanismo di propagazione virale della comunicazione dei tre candidati avvantaggia Vendola
La sua campagna è più efficace, è la più “taroccabile”, ci sono più sostenitori sul web/detrattori degli altri candidati
E così è prodotto un cavallo di troia anonimo, un sito che permette a tutti di personalizzare a piacimento le campagne elettorali dei tre candidati e di condividere i propri lavori sui social network
Contenuti prodotti: migliaia Costo dell’operazione: 0 Euro
Taroccailmanifesto.comNichi Vendola- Regionali 2010
Vendola: perché vince? Nichi Vendola- Regionali 2010
Nichi Vendola, che a fine 2009 non disponeva
di una coalizione a sostegno della sua
candidatura, vince le elezioni. Come è
possibile?
1.Contenuti diversificati, ogni giorno
2.Non è l’unico attore della comunicazione
3.Aggira il sistema dei media tradizionali
4.Sfida i suoi punti deboli
La Puglia dal medicoNichi Vendola- Regionali 2010
Lo spot ufficiale della campagna elettorale di Vendola
2010 è paragonabile a un gol in trasferta in
contropiede
Mentre Palese attacca l’Amministrazione sulla Sanità
(e subisce un contrattacco sull’indebitamento della
Giunta Fitto, di cui Palese era Assessore alla Sanità),
Vendola sfida apertamente il tema con uno spot
in cui la “Signora Puglia” va a farsi curare da un
medico romano
La Puglia dal medicoNichi Vendola- Regionali 2010
Puglia dal Medico – spot TV
…e Nichi dalla mammaNichi Vendola- Regionali 2010
In parallelo, sul web, compaiono pillole web raccolte
durante una vera discussione tra Nichi e sua
madre. Le pillole rispondono a tutte le domande
sulla gestione della sanità che erano state mosse dal
centro-destra durante i due mesi di campagna
elettorale.
La destra attacca Vendola solo sulla sanità,
Nichi depotenzia questa strategia e va a vincere
…e Nichi dalla mammaNichi Vendola- Regionali 2010
Nichi Vendola - a proposito di salute
Nichi vince le RegionaliNichi Vendola- Regionali 2010
Il 28 e il 29 Marzo 2010 si celebrano le elezioni Regionali:
Vendola vince con il 48,7%, Palese non va oltre il
42,2%, Adriana Poli Bortone ottiene l’8,71%
Palese aveva un budget otto volte superiore a Vendola
Vendola, attraverso il rimpasto di giunta, è riuscito a
preservare l’immagine di politico onesto
Con la comunicazione ha anticipato le mosse
dell’avversario
Nichi vince le RegionaliNichi Vendola- Regionali 2010
Nel frattempo, su Facebook (30 marzo 2010, 79103
fan,
+126% in due mesi)
Social media dopo le elezioni
Comunicare l’attività amministrativa
Facebook è solo uno strumento elettorale?
NO!
Il tandem sito internet personale – Facebook rappresenta
un meccanismo parallelo di comunicazione istituzionale e
permette la costruzione di una narrazione
I social network permettono la creazione di uno spazio
autogestito di comunicazione pubblico/politica e
soprattutto assolvono al principale compito della
comunicazione istituzionale: collegare la politica alle
politiche
Collegare politica e politiche
Comunicare l’attività amministrativa
Nichi Vendola – sceenshot pagina Facebook
Tre temi: attività della regione, rapporti coi media, politica
nazionale
Compiti staticiLa produzione di contenuti è
quantitativamente e qualitativamente elevata
1.Le fonti di informazione sono numerose: comunicati, dichiarazioni, interventi televisivi, video, articoli di giornale, post di blog, link a contenuti presenti sulla Rete;2.Il profilo pubblico di Nichi Vendola è complesso (attività politica, attività come Presidente di Regione, attività di SEL, attività delle Fabbriche)
La parte statica del mio lavoro consiste dunque nel ricevere e pubblicare questo tipo di informazioni. Ma questo non è solo un ruolo redazionale
Compiti statici – le cinque foto
L’identità di Nichi Vendola nelle cinque foto profilo su Facebook
Compiti dinamiciIl ruolo di coordinatore social media di un politico diventa dinamico ed è richiesto coraggio, attenzione massima e presa di decisione secondo due direttrici di intervento:
1.Quando i contenuti sono “troppi”: bisogna scegliere cosa dire (argomento), come dirlo (strumento o editing del contenuto), se rinunciare a qualcosa e perché, se rinviare la pubblicazione di un contenuto per specifici motivi;2.Quando i contenuti sono troppo pochi: ad esempio: cosa si fa se Vendola va in vacanza? E se non fa dichiarazioni pubbliche? E se non si è ancora espresso pubblicamente su questioni sollevate dagli utenti? La pagina dovrà essere comunque aggiornata, perché il silenzio sui social media non è tollerato
Compiti dinamici – le diretteLivestreaming del comizio di Nichi Vendola a
“Cambia l’Italia, Roma, 27 Febbraio”
La strategia osmoticaSia i compiti statici che quelli dinamici non sono presi in perfetta solitudine: ogni passaggio è discusso e concordato con la redazione e il responsabile comunicazione della Fabbrica. I compiti dinamici sono condivisi anche dalla cabina di regia politica
La comunicazione di Vendola a regime comporta un lavoro più simile a quello redazionale. Il mio compito diventa tecnico e non politico: mi devo occupare di come presentare i contenuti e di valutare eventuali reazioni impreviste
Quando c’è un eccesso o una mancanza di flusso di comunicazione, invece, può accadere che siano i social media a dettare l’agenda, indicando quali sono i temi cui Vendola vuole porre l’acceleratore, o addirittura a creare top stories
La strategia osmotica – un esempio
18 agosto 2010: Vendola supera Berlusconi su FB
e diventa il politico più seguito in Italia
Nichi è in vacanza fuori dall’Italia, così come buona parte dello staff (e degli italiani). Anche l’intero sistema politico italiano è in vacanza: le Camere sono chiuse, gli enti pubblici procedono a ritmo ridotto, le attività partitiche sono rallentate
Così decido di anticipare il ritorno dalle vacanze e di gestire la comunicazione del sorpasso (comunicato stampa, dichiarazioni + copertura assoluta sui social media).
I giornali non hanno notizie politiche rilevanti di cui parlare: è più facile conquistare titoli o posizioni privilegiate. La notizia, anche per questo motivo, fa il giro d’Italia
Bossi: “è un complotto”Dichiarazione di Umberto Bossi
sul sorpasso di Vendola su Facebook
Risultati: Vendola in Italia (Facebook)
Numero di fan e trend di crescita in Italia – ultimi 12 mesi (fonte: Baroncelli.eu)
Ma tanto, è tutto sul web…o no?
Nichi Vendola- Regionali 2010
Nichi Vendola, videolettera di risposta a Berlusconi (link a
Youtube – 823000 visualizzazioni)
Ma tanto, è tutto sul web…o no?
Nichi Vendola- Regionali 2010
Nichi Vendola, pagine visualizzate per giorno
(link alla pagina Facebook)
Risultati: Vendola in Europa Popolarità dei politici europei sui social
media (fonte: Famecount.com)
Risultati: Vendola in Europa Vendola supera Sarkozy:
è il politico più popolare in Europa su Facebook
Risultati: Vendola nel mondoPopolarità dei politici nel mondo su Facebook
(fonte: Famecount.com)
Si può migliorare ancora? (1) Certo che sì. Le prospettive di miglioramento
sono:
Allargamento dello staff social media, investendo in risorse umane ed economiche destinate esclusivamente a questa attività, con i seguenti compiti:
- favorire l’interazione con tutti gli utenti che vogliono dialogare con Nichi e il suo staff sui social media;- organizzare nuovi spazi sulla rete per comunicare con tutte le minoranze culturali, linguistiche, religiose, i gruppi di interesse;- sostenere il gruppo partecipazione nell’organizzazione delle Fabbriche e dei sostenitori
(in questo caso Barack Obama è ancora oggi un ottimo esempio organizzativo)
Si può migliorare ancora? (2) Migliorare il coordinamento
comunicativo sui social media tra le singole organizzazioni a cui Nichi fa riferimento, in particolare con Sinistra Ecologia Libertà, con la Regione Puglia e la Giunta Regionale (quanto migliorerebbe la comunicazione di un ente pubblico se tutti i dirigenti e gli assessori avessero una pagina pubblica su Facebook?)
Questo permetterebbe di alleggerire Nichi dal compito di “parafulmine”, di aggregatore di richieste dei cittadini sulla sua pagina. Inoltre permetterebbe di moltiplicare le fonti di comunicazione e di personalizzare i contenuti sulla base degli utenti (la pagina di Vendola, invece, dovrà essere necessariamente generalista)
Si può migliorare ancora? (3)
Vendola dovrebbe aggiornare più spesso i social media in prima persona. La vita di Nichi è certamente impegnata e non può caricarsi ulteriormente, però gli smartphone gli permetterebbero di caricare contenuti in qualsiasi momento:
- Aggiornare Facebook e Twitter: facile come mandare un SMS;- Realizzare una foto e un video: con un qualsiasi cellulare è possibile caricare un contenuto in tempo reale;- Rispondere agli utenti: con un telefono connesso a Internet è possibile ammortizzare i “tempi morti” (viaggi, attese) per offrire feedback di qualità.
Noi non possiamo correre alcun rischio e Vendola comunica certamente meglio di noi. I post con i feedback migliori sono quelli scritti di suo pugno
Il grande assente #3
La scorsa puntata di Annozero è stata micidiale.
Me l’hanno fatta vedere in cassetta.
(Silvio Berlusconi)
Amministrative 2011
I perché di una campagna elettorale
storica
Amministrative 2011
Cosa ricorderemo di queste elezioni Amministrative?
Se la risposta è:
#morattiquotes#sucateRed RonnieSatira politica
Vuol dire che la comunicazione politica italiana è cambiata in modo irreversibile
Verso la comunicazione politica generativa
I processi comunicativi di maggior successo di questa campagna elettorale sono nati:
In rete, in particolare, su Twitter. Poi sono diventate notizie e sono finiti sui mezzi tradizionali;
Grazie agli utenti e non nei comitati elettorali o nei partiti (che nel caso di Pisapia e De Magistris sono stati bravi a riprendere e valorizzare i processi spontanei)
Non necessariamente nelle città dove si andava a votare: alla campagna elettorale ha partecipato tutta l’Italia. Come voleva Berlusconi, ma per la prima volta con effetti per lui nefasti
A costo zero
Quasi mai grazie al lavoro di attivisti politici “puri”
Verso la comunicazione politica generativa
Per queste ragioni le campagne elettorali cambieranno irreversibilmente, in presenza di queste variabili:
- Entusiasmo attorno alla candidatura;- Utilizzo esplicito della Rete come strumento di attivazione e organizzazione dei sostenitori;- Ascolto e feedback sistematico delle istanze degli utenti (sia per la costruzione del programma che per creatività e scelte di comunicazione) il web visto non come raccatta-voti, ma come elemento di costruzione di senso di comunità
In presenza di queste condizioni, cambia anche il ruolo di chi fa lavora alle campagne elettorali
La nuova comunicazione politica: da spin doctor a
ricercatoriI manager di campagna elettorale, i consulenti, i ghost writer, i creativi non dovranno più basare le loro scelte sulla base di precedenti esperienze, di intuito o attraverso presunte doti sciamaniche
Le campagne saranno guidate dai dati, prodotti ogni giorno e in grande quantità dagli utenti della Rete che non faranno altro che continuare la loro attività di aggiornamento e condivisione dei contenuti
Più che scrivere e pensare sarà importante leggere e interpretare
La variabile decisiva (e non esistente fino a 10 anni fa) è la possibilità degli utenti di utilizzare il surplus cognitivo
I nuovi comunicatori politici: tutti
Saltano alcuni schemi classici dell’impegno politico
- Per fare (comunicazione) politica bisogna essere esperti di politica
- Per fare politica bisogna stare nei partiti o nelle associazioni
- Per fare politica bisogna partecipare alle riunioni (magari fissate in orario d’ufficio, dunque inaccessibili)
- Per fare politica bisogna assecondare i ritmi della politica
- Il consenso è regolato solo dai mezzi tradizionali
I nuovi comunicatori politici: tutti
Si fanno strada nuovi paradigmi
- Si può fare (comunicazione) politica anche con un tweet;
- Si fa politica scegliendo lo strumento più adatto alle proprie attitudini
- Si fa politica a qualsiasi ora del giorno;
- Si fa politica quando si ha un minuto libero;
- Si fa politica anche parlando di altro, o usando altri linguaggi (la satira, ad esempio)
Ma il web sostituirà la TV?
Non è necessario
Ogni programma sarà oggetto di una narrazione parallela sul web. Questo è già molto visibile nei programmi di approfondimento politico (Annozero, Ballarò, Exit) e nelle trasmissioni di maggior successo (Vieni via con me, Festival di Sanremo), seguiti con dirette su siti, blog, Facebook e Twitter
Ogni diretta porta alla produzione di tantissimi contenuti, specie qualitativi, sui programmi: cosa piace, cosa no, cosa può essere migliorato (i social media come Auditel qualitativo?)
La diretta web è un’evoluzione (o involuzione, a seconda dei gusti) della visione della TV a casa con la famiglia e con gli amici: l’esperienza di visione è più ricca ed emozionante
Non più web versus tv, ma tv più web
Il web, dunque, permette agli spettatori di analizzare ciò che accade in televisione, di valutarne l’attendibilità e di aumentare il valore dell’esperienza in termini di informazioni acquisite e divertimento
Il web, inoltre, permette di vedere la TV senza vederla. Non è più necessario essere davanti al televisore per seguire un programma, se quest’ultimo è oggetto di una diretta web
Queste opportunità, però, sono parimenti a portata di mano
per chi costruisce programmi televisivi
I dati possono entrare nel programma: sovraimpressione di tweets, infografiche in tempo reale su ciò che è detto in diretta, feedback della Rete con possibili colpi di scena
Da politica pop a pop politico
I programmi cosidetti di ‘infotainment’, ritenuti da molti alla base dei modelli di costruzione del consenso di Silvio Berlusconi, sembrano i format ideali per ospitare questa nuova integrazione crossmediale tra vecchi e nuovi mezzi
Un politico sbugiardato in diretta o una grandissima approvazione della Rete in seguito a un botta e risposta può regolare l’andamento del programma, rendendolo potenzialmente più spettacolare e certamente imprevedibile
Questo potrebbe portare a una nuova stagione dell’informazione politica, ancora più soft e legata all’intrattenimento ma non per questo meno ricca di contenuti e approfondimento
Se tutto è politica, quest’ultima entra nelle vite quotidiani di ognuno: è dunque ‘pop’ (nell’accezione classica del termine, popular)
Berlusconi e l’obbligo del web
Per tutte queste ragioni il controllo diretto o politico delle televisioni, per Silvio Berlusconi, non è più sufficiente
I metodi e i linguaggi della televisione non potranno essere replicati in modo acritico sui nuovi media, che hanno logiche assai differenti e hanno una capacità di memoria sicuramente più alta dell’opinione pubblica tradizionale. Serviranno nuovi codici, nuovi linguaggi, nuova pianificazione: non basta copiare modelli di marketing già di successo altrove
Letizia Moratti, fino al ballottaggio, non aveva comunicato in modo professionale sui nuovi media. Dopo il ballottaggio ha impostato una campagna elettorale “di prodotto”, come se il suo profilo identitario non esistesse, come se non fosse conosciuta
Dalle auto coi vetri oscurati a Foursquare: un grave errore di comunicazione
Le opinioni pubbliche
italianePerché l’ottimismo è
inevitabile anche nel Nostro Paese
La Millennial Generation oggi
Se esiste un prima e un dopo nell’interazione tra giovani e modalità di accesso all’informazione, quella data è il 1976
Si assume, infatti, che i nati dopo il 1976 (24 anni nel 2000, 34 nel 2010, 39 nel 2015, 44 nel 2020) ritengano Internet come fonte potenzialmente determinante nella fruizione di informazioni di qualunque natura
Dunque Internet risulta determinante nella socializzazione politica, nella formazione dell’opinione pubblica e nell’orientamento al voto(http://en.wikipedia.org/wiki/Generation_Y)
La Millennial Generation oggi
Cittadini italiani di età compresa tra i 18 e i 34 anni (dati Istat)
La Millennial Generation nel 2015
Stima dei cittadini italiani di età compresa tra i 18 e i 39 anni nel 2015 (13-34 anni
oggi)
La Millennial Generation nel 2020
Stima dei cittadini italiani di età compresa tra i 18 e i 44 anni nel 2020 (8-34 anni oggi)
I giovani sono il futuro: solo retorica?
“I giovani sono il futuro di questo Paese”: quante volte i politici hanno usato questa frase, (specie in campagna elettorale)?
E quante volte avete tratto giovamento da politiche orientate al favorire l’accesso dei giovani alla politica, all’impresa, alla ricerca, al lavoro?
Comunque sia andata fino a oggi, le tabelle ISTAT dimostrano che qualcosa sta cambiando: lo stabilisce la demografia
I giovani sono il futuro: solo retorica?
Millennial generation che vota oggi: 12 milioni di persone
Millennial generation che vota nel 2015: 15 milioni di persone
Millennial generation che vota nel 2020: 17,7 milioni di persone
E se ognuno di loro convincesse un non-Millennial?
2020: gli under 35 di oggi hanno la maggioranza a un solo grado di separazione
Siamo pronti?
2010: “Pensare di fare politica senza internet, oggi, è un suicidio” (Sam Graham-Felsen, direttore del blog di Obama nel 2008)
2015: Tutti i politici avranno usato Facebook per comunicare (e molti di loro, per fare campagna elettorale)
2020: La Millenial Generation ha un potenziale elettorale di 34 milioni di italiani. Questo è il gruppo sociale più trasversale, eterogeneo e contemporaneamente oggettivo che ci possa essere
Il Premier del 2020, quasi certamente, apparterrà alla Millenial Generation perché dovrà rappresentarla
Cosa fare in questi 10 anni?Aiutare organizzazioni, aziende, persone di cui abbiamo fiducia a vincere le loro sfide competitive
Assumersi responsabilità (ovunque sia possibile, non importa il livello decisionale)
Considerare lo studio dei nuovi media come modalità supplementare di formazione, qualsiasi sia l’ambito professionale
Valutare una concezione post-ideologica (e non post-etica o post-morale) della gestione della cosa pubblica
Diventare unici e decisivi
Cosa si può fare da subito?Fare rete con tutte le persone di cui abbiamo fiducia e a cui riconosciamo una competenza, anche non politica
Essere inclusivi e non pregiudizialmente di parte
Lavorare coi nostri coetanei, quando possibile
Non cercare subito i soldi, quando possibile
Non scendere a compromessi di carriera, quando possibile
Avere coraggio, idee, faccia tosta. Non avere paura
Gli hashtag, le parole chiave
#politica#comunicazione (sempre dopo la politica)#interpretazione#motivazione#costanza#editing#ascolto#analisi#scientificità#entusiasmo#nicchie
Ted – Video finale
Wael Ghonim: Dentro la rivoluzione egiziana
TED, video #3
http://www.ted.com/talks/lang/ita/wael_ghonim_inside_the_egyptian_revolution.html
Wael Ghonim è il dirigente di Google che ha contribuito a innescare la rivoluzione democratica in Egitto... con una pagina di Facebook dedicata alla memoria di una vittima della violenza del regime. Al TEDx del Cairo ci narra le vicende degli ultimi due mesi viste dall'interno, in cui l'uomo della strada ha dimostrato come "il potere della gente è più forte della gente al potere”
Grazie!Un grande abbraccio
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