Opinione: meno garanzie più opportunità

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ilFRIULI BUSINESS 54 M A G G I O 2 0 1 2

In un articolo apparso lo scorso 5 aprile su Usa To-day, uno dei quotidiani

più diffusi negli Stati Uniti, si riportava la notizia che il 67% dei posti di lavoro gene-rati tra febbraio 2011 e feb-braio 2012 è andato a perso-ne con più di 55 anni di età, mentre il 13% dei nuovi posti è andato alle persone tra 25 e 54 anni e il 21% ai giova-ni tra i 16 e i 24 anni di età. Anche se, nel complesso, in Usa si sono persi 4,2 milioni di posti di lavoro, dall’inizio della crisi i lavoratori con più di 55 anni sono aumentati di 3,2 milioni di unità. In Ita-lia, invece, con un mercato del lavoro che pretende (o si illude) di avere più garanzie di quello americano, gli over 50 fanno fatica a ricollocarsi.

sistema con meno vincoli

In realtà non c’è da stupirsi che in un mercato con meno vincoli, ovvero senza l’arti-colo 18, i più anziani trovino lavoro anche se hanno sala-ri più alti, visto che hanno dalla loro più esperienza e più produttività. Se queste vengono dimostrate nei fatti, generano una crescita eco-nomica e una crescita della spesa, che portano a un ulte-riore aumento dei posti di la-voro. Al di là delle dinamiche che concorrono alla genera-zione del fenomeno, il dato interessante è che, se una

Meno garanzie, più opportunitàdi roberto siagri è sorta la fenice. Dobbiamo

coltivare la vocazione im-prenditoriale e per il lavoro autonomo, perché il Paese ha bisogno di giovani ‘eroi’ che entrino nell’arena dell’eco-nomia con nuovi sogni. Ab-biamo bisogno anche di gio-vani e meno giovani che non barattino il sogno con illuso-rie sicurezze e questo nono-stante tutta la negatività che ci sta intorno, o come diceva Luigi Einaudi, secondo pre-sidente della Repubblica: “Nonostante tutto quello che noi possiamo inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli”. Giovani con la vocazione naturale che li spinge, non soltanto la sete di guadagno.

parole di einaudi

Nella vocazione imprendi-toriale di cui parlo, sempre citando Einaudi, “il gusto, l’orgoglio di vedere la propria azienda prosperare, acqui-stare credito, ispirare fiducia a clientele sempre più vaste, ampliare gli impianti, costi-tuiscono una molla di pro-gresso altrettanto potente che il guadagno. Se così non fosse, non si spiegherebbe come ci siano imprendito-ri che nella propria azienda prodigano tutte le loro ener-gie e investono tutti i loro ca-pitali per ritirare spesso utili di gran lunga più modesti di quelli che potrebbero si-curamente e comodamente ottenere con altri impieghi”.

Dobbiamo riuscire a ri-mettere in moto queste ener-gie latenti, incominciare a dire quanto è ‘figo’ inventar-si un lavoro o un’impresa e smetterla di parlare di posto fisso, che forse sarebbe più giusto chiamare ‘tempora-neo fisso’ visto che niente è per sempre: le imprese, in-fatti, non sono per sempre, per sfortuna di alcuni e for-tuna di altri. Gli ordinativi non piovono come la manna dal cielo per imposizione delle mani dell’imprendito-re, che non è un ‘deus ex ma-china’.

droga di stato

Se il lavoro non c’è, non ci possono essere posti di lavo-ro, e l’accanimento terapeu-tico della cassa integrazione, che per qualcuno dura anche 17 anni, non serve a miglio-rare le cose. In Italia lo Stato ha provato a drogare il mer-cato del lavoro sperperando il denaro dei contribuenti per pagare le inefficienze industriali, mascherandole con una falsa sicurezza del posto di lavoro, e a loro volta le imprese inefficienti hanno affossato quelle efficienti a causa di una drogata com-petitività. Però, con la glo-balizzazione, la caduta delle barriere doganali e l’apertu-ra alla competitività tutti i nodi sono venuti al pettine, e adesso è ora di rimboccarsi le maniche, sognare e ripar-tire.

persona con più di 55 anni vuole reinserirsi nel mondo del lavoro, in Usa lo può fare. Dobbiamo tutti convincerci che il mondo avrà sempre meno garanzie, ma di contro sempre più opportunità: le persone più anziane, con più esperienza e conoscenza del passato, impiegate in attività consolidate; i giovani, inve-ce, intenti a costruire il fu-turo inventandolo con nuove imprese e nuovi lavori.

come la fenice

Questa ricerca del ‘nuovo’ non è indolore e porterà an-che a fallimenti e sconfitte, ma da questi errori sorgerà il nuovo come dalle ceneri

L’accanimento terapeutico della cassa integrazione, anche per 17 anni, non aiuta la situazione: con il denaro pubblico si mascherano le inefficienze industriali

RiceRca del nuovo è giunta l’ora di rimboccarsi le maniche, sognare e ripartire. dobbiamo incominciare a dire quanto è ‘figo’ inventarsi un lavoro

L ’ O P I N I O N E