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Percorso educativo rischio idrogeologico

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Percorso educativorischio idrogeologico

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PremessaGentile insegnante, il manualetto che lepresentiamo è uno strumento di lavorostrutturato per affrontare nelle scuole unpercorso educativo sul tema del dissestoidrogeologico e più in generale sulla cultu-ra della prevenzione e tutela del territorio.

Legambiente ed il Dipartimento dellaProtezione Civile, infatti, credono ferma-mente che la formazione ambientale sia unbuon mezzo per rendere le nuove genera-zioni consapevoli del legame che esiste frasalvaguardia ambientale, prevenzione delrischio e sicurezza dei cittadini.

Proprio su questi tre temi è costruita l’inte-ra struttura di questo materiale didatticoche le proponiamo: una prima parte, infat-ti, dedicata interamente ai bisogni metodo-logici e di contenuto che possono avere gliinsegnanti per essere sostenuti durante ilpercorso, una seconda parte, invece piùoperativa, ricca di schede didattiche, boxinformativi e testi di lavoro, da utilizzaredirettamente con i ragazzi.

Inoltre, per approfondimenti e stimoli diricerca, abbiamo inserito anche un piccologlossario, una bibliografia e i principali sitiinternet attivi sull’argomento e la scheda diadesione delle classi alla campagnaOperazione Fiumi, che Legambiente e ilDipartimento della Protezione Civile pro-muove in tutta Italia sulla prevenzione delrischio idrogeologico.

Con l’augurio che questo manualetto possaessere un valido contributo al suo lavorocon i ragazzi, vi aspettiamo al nostro fianconelle iniziative locali di Operazione Fiumi.

Buon lavoro.

SSiimmoonnee AAnnddrreeoottttiiResponsabile Nazionale Protezione CivileLegambiente

VViittttoorriioo CCoogglliiaattii DDeezzzzaaResponsabile NazionaleLegambiente Scuola e Formazione

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SOMMARIO

I PARTE Parlare di rischio idrogeolgogico a scuola

Capitolo 1 CCoommee aattttiivvaarree uunn ppeerrccoorrssoo ddiiddaattttiiccoo ssuull rriisscchhiioo iiddrrooggeeoollooggiiccoo

Spiegare i fatti con rigore scientifico e senza allarmismi

Stimolare i ragazzi al problema: una buona partenza per il percorso formativo

Un approfondito lavoro sul campoper conoscere il territorio e la sua gestione reale e auspicabile

Cittadini attivi nel controllo e nella prevenzione

Capitolo 2 IIll rriisscchhiioo iiddrrooggeeoollooggiiccoo iinn IIttaalliiaa

Il rischio idrogeologico in Italia

Il Sistema Nazionale di Protezione Civile

I Piani d’emergenza

I comportamenti individuali e collettivi da adottare in caso di alluvione per restare sicuri

Operazione Fiumi

Glossario

Bibliografia

II PARTE: Gli strumenti didattici

Capitolo 1IIll rriisscchhiioo

Significato di rischio

Eventi spiacevoli e conseguenze dannosescheda attività

I danni che si verificano scheda attività

Sperimentiamo le nostre capacità di prevenzione scheda attività

Approfondiamo il significato di rischio scheda attività

Piccoli e grandi incidenti scheda attività

Riconoscere i rischi scheda attività

I rischi e l’ambiente scheda attività

Le azioni dell’uomo che provocano danni e potenziano i rischi scheda attività

Il rischio idrogeologico box alunni

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Capitolo 2 IIll tteerrrriittoorriioo

Le carte geografiche box alunni

Usiamo le carte topografiche scheda attività

Impariamo dai giornalisti scheda attività

L’importanza dei parchi e delle aree protette box alunni

Dichiarazione internazionale dei diritti della memoria della Terrabox insegnanti

La localizzazione della scuolascheda attività

L’indagine all’interno della scuola scheda attività

Scopriamo se esiste un piano d’emergenza per la nostra scuola scheda attività

Capitolo 3IIll ppiiaannoo dd’’eemmeerrggeennzzaa

Scopriamo se esiste un piano d’emergenza per la nostra città scheda attività

La previsione in Italia scheda insegnante

Che cosa fare che cosa evitare scheda attività

Comunicare a tutta la scuola scheda attività

Il gioco “caccia al piano d’emergenza”scheda attività

Pioggia sulla Balena, racconto di Pio Acito

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I PARTEParlare di rischio idrogeolgogico a scuola

Capitolo 1 Come attivare un percorso didattico sul rischio idrogeologico

Spiegare i fatti con rigore scientifico e senza allarmismiÈ da tempo che televisioni, quotidiani erotocalchi ci hanno abituato alle cronachedi fatti che accadono in varie parti del pia-neta coinvolgendo un gran numero di per-sone in disastri naturali e non. La conta deidanni materiali, come la perdita di viteumane, rimbalza poi fra i titoli dei giornalie risuona dalle voci dei giornalisti televisivientrando in tutte le case, dove vivono gran-di e piccoli, alimentando spesso in tutti noiil senso di paura e di impotenza di fronteagli “eventi” e infondendoci per contro, unsentimento di scampato pericolo.Quante volte gli insegnanti si sono poi tro-vati in classe a rispondere alle domande deiragazzi sul perchè delle cose accadute esulle probabili cause? Parlare di prevenzione e sicurezza a scuolaserve proprio a dare ai ragazzi quegli stru-menti di analisi che li aiutano a leggeresituazioni reali complesse e a superare unacultura di passività verso ciò che accade,ridando all’uomo e alla sua capacità digestire il territorio un ruolo centrale nellaprevenzione. Un corretto approccio scientifi-co alla conoscenza dei fenomeni naturaliche possono essere causa delle cosiddette“catastrofi”, deve essere sempre, infatti,correlato alla responsabilità dell’uomo dicreare quelle condizioni di contenimento ereazione verso di essi, che nascono dallaconoscenza delle caratteristiche del territo-rio in cui vive.Il territorio, infatti, in un percorso sulrischio idrogeologico a scuola, rappresentala migliore “palestra” di osservazione, ana-lisi ed azione concreta di cui i ragazzi pos-

sono disporre, per far loro acquisire la con-sapevolezza di come la tutela ambientale ela prevenzione di piccole e grandi calamitàsiano connesse e di come la loro sicurezzadipenda…anche da loro.I ragazzi vanno rassicurati, sia facendoliesercitare rispetto a quelle abilità procedu-rali e comportamentali da adottare in casodi emergenza, sia informandoli che al difuori delle proprie abilità acquisite, esisteun sistema organizzato di uomini e donneche lavorano per la sicurezza di tutti noi,per tutelare l'integrità della vita, i beni, gliinsediamenti, e l'ambiente dai danni deri-vanti da calamità naturali, da catastrofi o daaltri eventi calamitosi.La sicurezza infatti, ha una dimensione sog-gettiva, ma anche collettiva e sociale: èimportante allacciare quindi, un rapportocon le realtà esterne, il sistema locale diProtezione Civile, le associazioni di volonta-riato, gli enti pubblici, per potenziare ilruolo di ciascun individuo e accrescere larelazione tra tutte quelle istituzioni che perregola e lavoro sono destinate a occuparsidi sicurezza. Allacciare contatti con questisoggetti esterni alla scuola sarà un elemen-to di grande incisività formativa di un per-corso didattico su questo tema.

SSttiimmoollaarree ii rraaggaazzzzii aall pprroobblleemmaa:: uunnaa bbuuoonnaappaarrtteennzzaa ppeerr iill ppeerrccoorrssoo ffoorrmmaattiivvooPer arrivare all’individuazione da parte deiragazzi dei termini del problema, è benededicare un primo momento del percorsodidattico al censimento, alla definizione ealla discussione delle rappresentazionimentali e delle preconoscenze degli studen-ti a proposito del tema prescelto. Questaattività consentirà al docente di "calibrare"il suo programma di lavoro e ipotizzare per-corsi e interventi didattici il più possibile“vicini" alla sensibilità e al vissuto dei pro-pri alunni. Si può partire con una ricognizio-ne generale sulle idee spontanee che iragazzi collegano alla parola “rischio”,oppure avvicinarsi già al problema concre-to, attraverso la lettura di un articolo di ungiornale, alla proiezione di un film o a delle

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esperienze dirette vissute dai ragazzi.La scuola, in questo senso, per “rompere ilghiaccio” e stimolare l’interesse, ha primadi tutto uno strumento molto concreto etangibile, come il piano di emergenza sco-lastico, che spesso giace appeso alle paretisenza che se ne comprenda a fondo l’im-portanza ed il ruolo dentro un edificio diuso collettivo: analizzarlo, verificarlo emigliorarlo, può essere una base di lavorostimolante e che può accompagnare tutta lafase del percorso didattico, valorizzando lecompetenze acquisite a livello personale daciascun alunno.È molto importante all’inizio di un’attivitàdidattica, che gli allievi si accorgano del-l’importanza del lavoro che stanno inizian-do e ne comprendano il significato. Leprime attività quindi, portano a rilevarel’immaginario e il senso comune degli stu-denti intorno alle problematiche legate alrischio. Il passaggio dalla consapevolezzadel rischio individuale a quello collettivo edi adeguati e conseguenti comportamentiindividuali e collettivi in caso di emergenza,sono i primi obiettivi che l’insegnante sipuò dare in questa prima fase del percorso.

UUnn aapppprrooffoonnddiittoo llaavvoorroo ssuull ccaammppoo ppeerrccoonnoosscceerree iill tteerrrriittoorriioo ee llaa ssuuaa ggeessttiioonneerreeaallee ee aauussppiiccaabbiilleeParlare di sicurezza a scuola è anche occu-parsi del territorio guardandolo da unpunto di vista diverso. Ammiriamo e ci dedi-chiamo, infatti, allo studio di palazzi, chie-se e monumenti o privilegiamo gli aspettinaturalistici di un territorio, ma approfon-diamo poco le conoscenze sulla natura deiterreni dove sorgono, soprattutto quandonuove strutture e nuovi insediamenti occu-pano spazi un tempo liberi.Le cronache ci hanno abituato a notizie dicampeggi e quartieri nati troppo vicini a“tranquilli” corsi d'acqua o sotto colline emontagne poco “stabili”.Non è facile darsi delle risposte certe e ras-

sicuranti su quali criteri costruttivi si appli-cano quando il prolificare di quartieri, case,strade e zone industriali avviene rapida-mente, non tutti siamo competenti in mate-ria o tecnici del settore. È facile però diventare attenti osservatori,porsi delle domande sulla gestione dellenostre città, chiedere la partecipazioneall'informazione. Lavorare attorno ad un problema vero,costringe alla concretezza tenendo costan-temente collegate la teoria e la pratica. Illavoro sul campo significa rilevamenti, cam-pionature e dati, raccolti anche con l'aiutodi esperti. La conoscenza di un luogo o diun fatto può costruirsi pezzo per pezzocome un coinvolgente, interessante puzzlele cui tessere sono costituite da interviste,inchieste tra i genitori e i ragazzi, ricerchein biblioteca, casi fortuiti e lezioni di esper-ti. Significa anche mostrare all'esterno quel-lo che la scuola sa fare: porsi problemi, atti-vare competenze, organizzare informazioni.In questo senso molto utili e pratichesaranno per gli insegnanti le schede d’inda-gine contenute nella seconda parte di que-sto manualetto didattico.A cosa porterà i ragazzi un’attenta e mirataricerca sul campo? Certamente a scoprire lacomplessità di un territorio e come lagestione che l’uomo fa di esso deve fare iconti con una serie di limiti che non vannoignorati per non mettere a rischio innanzi-tutto la salvaguardia ambientale e la sicu-rezza dei cittadini. In questo caso, oltre al buon senso, devo-no essere applicati i vincoli e i divieti postidalla legge, per proteggere al meglio ilnostro territorio e a porre un freno ad ulte-riori abusi. Gli squilibri ambientali quandosuperano i limiti, infatti, diventano difficilida sanare sia, per gli alti costi economici,sia, per la capacità non infinita della naturadi “autorigenerarsi”.La diffusione della cultura del limite deveanche aprire i ragazzi a leggere i tanti pro-

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blemi d’illegalità collegati ad una gestionenon sostenibile: è proprio nel non rispettodelle norme, nel degrado e nell'uso scorret-to del territorio che i rischi naturali posso-no trasformarsi in calamità.

CCiittttaaddiinnii aattttiivvii nneell ccoonnttrroolllloo ee nneellllaa pprreevveennzziioonneeDalla consapevolezza, all’analisi del proble-ma, per approdare alla parte più attiva,l’azione concreta, che è quella che contrad-distingue una buona educazione ambienta-le e civica: farsi promotori di una buonapratica cercando alleanze territoriali ecostruendo proposte innovative. Siamo arri-vati alla parte conclusiva del percorso for-mativo, la più visibile (dall’esterno). Lascuola si è confrontata con la realtà e i suoiproblemi, ha prefigurato possibili alternati-ve e soluzioni. Ora, per cambiare realmenteil contesto, ha bisogno di creare il consen-so attorno alle sue proposte, deve aprire undialogo con le istituzioni (se già non lo hafatto), con i cittadini, deve realizzare il cam-biamento. Gli insegnanti che si occupanoda anni di educazione ambientale, sannoquanto sia efficace e formativo stimolare iragazzi ad un impegno civile, attivo e orga-nizzato, che li renda protagonisti nel pro-porre delle azioni concrete per il migliora-mento del proprio luogo di vita. Questopuò portare anche che essi si trovino adaffrontare dei conflitti e a promuovere ver-tenze, imparando come gestire e mediare ildialogo sociale e i diversi punti di vista cheentrano in gioco nella gestione di un terri-torio. Quali azioni di protezione civile puòpromuovere la scuola? Una certamente puòriguardare, come abbiamo ricordato neiparagrafi precedenti, proprio la sua sicurez-za e di chi ci sta dentro. Infatti, almeno duevolte l'anno la scuola è chiamata ad attua-re il piano di emergenza che è utile, ma nonancora sufficiente a garantire la sicurezza.Tutto ciò che noi impariamo per la salva-guardia della nostra persona e della comu-

nità, è in relazione con le caratteristiche ele condizioni dell'ambiente in cui viviamo.Ad esempio, anche gli edifici devono esse-re adeguati ad una precisa normativa tecni-ca sull'edilizia scolastica e devono rispon-dere ai criteri di sicurezza secondo le rego-le del D.Lgs.626/94, ma gran parte dellescuole fanno fatica a rientrare in questoquadro e non riescono a mettere in attonemmeno gli interventi di manutenzioneordinaria. Allora, una buona azione di pre-venzione da fare “in casa propria”, è l'inda-gine sull'adeguatezza delle strutture, coin-volgendo i ragazzi nella verifica del rispettodelle norme, operando rilevamenti all'inter-no della scuola, (porte antipanico, impiantiantincendio, scale di sicurezza, presenza disegnaletica di sicurezza.. ), facendo rientra-re questi ambiti nel concetto di prevenzio-ne dai rischi. Come aiuto alle attività didat-tiche, esperti e volontari della ProtezioneCivile in ogni momento del percorso posso-no darci una mano per comprendere meglioil significato delle norme da rispettare e deicomportamenti da seguire.

Capitolo 2Il rischio idrogeologico in Italia

IIll rriisscchhiioo iiddrrooggeeoollooggiiccooL’Italia è una nazione fragile. Abusivismo,disboscamento e urbanizzazione irrazionalehanno reso gran parte del territorio italianoa rischio di eventi calamitosi (frane, inonda-zioni, incendi, incidenti industriali, sismi ederuzioni vulcaniche). Le manifestazioni vio-lente della natura, come una scossa sismi-ca o lo straripamento di un fiume, sonofenomeni casuali e non prevedibili. La tra-sformazione di questi fenomeni in catastro-fi è opera dell’uomo che, con le sue attivi-tà, ha alterato il delicato equilibrio natura-le. Legambiente da anni è impegnata inprima linea per la mitigazione del rischio,per una gestione del territorio più raziona-

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le e compatibile con l’ambiente naturale.Per riuscire a ridisegnare e costruire un ter-ritorio più sicuro è necessario attuare unapianificazione degli interventi di prevenzio-ne su tutto il bacino idrografico. Gran parte della superficie della Penisola èattraversata da corsi d’acqua. Se da unaparte questo è un bene, perché costituiscela ragione principale della fertilità dellenostre terre, dall’altra è anche vero, che incerte condizioni, i corsi d’acqua si possonotrasformare in agenti distruttivi. La cementi-ficazione e l’urbanizzazione di zone golena-li, la modifica del percorso dei fiumi, lacarenza di manutenzione, possono trasfor-mare, in caso di piogge eccezionali, unfenomeno naturale in una catastrofe. Grazieall’analisi delle previsioni atmosferiche edal monitoraggio dei corsi d’acqua, è possi-bile prevedere l’arrivo di un’alluvione, per-mettendo di organizzare in tempo la messa

in sicurezza della zona. Per poter contrastare efficacemente ilrischio idrogeologico è necessario un impe-gno concreto per ridisegnare un territoriopiù sicuro e, al tempo stesso più compati-bile con l’ambiente. Fermare l’abusivismo,delocalizzare le costruzioni nelle aree arischio, svolgere una manutenzione ordina-ria dei corsi d’acqua e delle opere di difesaidraulica, realizzare reti di monitoraggio e diallerta alla popolazione in casi di piena, fer-mare la piaga del disboscamento e degliincendi boschivi. Regole tanto sempliciquanto ancora troppo spesso inapplicate.Per questo è fondamentale sviluppare neicittadini come negli amministratori unapolitica della prevenzione, per non arrivaremai più a vivere le tragedie come furonoquelle di Sarno nel 1998 e di Soverato nel2000. Interventi e investimenti preventiviche permetterebbero di risparmiare poi

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Regione

AbruzzoBasilicataCalabriaCampaniaEmiliaRomagnaFriuli LazioLiguriaLombardiaMarcheMolisePiemontePugliaSardegnaSiciliaToscanaTrentino UmbriaValle d'AostaVeneto

TOTALE

CComunirischio frana1035657193106823430231125411384442001559401141

11770000

Comuni arischio alluvione20226712858355435113031382331810108

11228855

Comuni a rischiofrana e alluvione55653502141641112910324811779605304923444516312

22559966

Totale comunia rischio1781234094743021373661889142431211.04648422722801119274161

55558811

% Comuni a rischio58%94%100%86%89%63%97%80%59%99%89%87%19%11%70%98%33%100%100%28%

7700%%

Fonte: Report 2003 - Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e Unione Province d’ItaliaElaborazione: Legambiente

COMUNI A RISCHIO IDROGEOLOGICO IN ITALIA

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soldi spesi inutilmente a catastrofe arrivata.In Italia sono stati spesi per le principalialluvioni negli ultimi dieci anni oltre 6miliardi di Euro. In altre parole finanziamen-ti che non comportano un miglioramentodella situazione per il medio e lungo perio-do, ma semplicemente il tamponare i danniper ricostruire ciò che, al temporale succes-sivo, sarà un’altra volta distrutto. Se solouna parte dei fondi utilizzati per l’emergen-za fossero impiegati per la manutenzioneordinaria del territorio e per opere di difesaidraulica compatibili con l’ambiente (risago-matura degli argini, creazione di goleneallagabili, casse di espansione), potremmofinalmente ridurre il livello di rischio idro-geologico del nostro paese, con un enormerisparmio di fondi per lo Stato.Ma anche ogni cittadino può e deve fare la

sua parte per prevenire le tragedie: sapere che cosa fare e quali vie percorrereper mettersi in sicurezza in caso di alluvio-ne è un’elemento fondamentale per evitareche un semplice allagamento si trasformi inuna tragedia.

IIll ssiisstteemmaa nnaazziioonnaallee ddii PPrrootteezziioonnee CCiivviillee L’Italia può oggi contare su un sistemanazionale di protezione civile di altissimolivello, uno dei migliori del mondo. La capa-cità di organizzare tempestivamente soccor-si in occasione di eventi calamitosi ha per-messo di salvare tante vite umane e i benidelle comunità, consentendo in brevetempo la ripresa delle normali condizioni divita. La protezione civile italiana, oltre adorganizzare una sempre più efficiente mac-china dei soccorsi, è impegnata quotidiana-

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AAnnnnoo

1993

1994

1995

1996

1998

1999

2000

2001

2002

2003

TToottaallee

Fonte: APAT - Annuario dei dati ambientali 2004. Elaborazione Legambiente

RReeggiioonnii ccoollppiittee

Liguria

Piemonte

Puglia, Calabria, Sicilia

Toscana, Calabria

Campania, Sicilia

Liguria, Sardegna, Centro Sud

Calabria, Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia,

Liguria, Trentino, Toscana

Campania

Toscana, Piemonte, Lombardia, Veneto,

Friuli, Liguria, Emilia Romagna

Abruzzo,Molise,Campania, Puglia, Friuli,

Sicilia, Toscana Calabria

VViittttiimmee

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334433

DDaannnnii ccoommpplleessssiivvii

iinn mmiilliioonnii ddii EEuurroo

516,46

2840,51

82,63

313,62

550

173,95

2.649,42

165,27

940

2.184,16

66111122,,8800

PRINCIPALI EVENTI ALLUVIONALI TRA IL 1993 E IL 2003

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mente nella previsione con lo studio dellecause degli eventi calamitosi, dei fenomeniprecursori e dell’individuazione delle aree arischio; nella prevenzione, attraverso inter-venti concreti per limitare i danni che unevento calamitoso può provocare; nella pia-nificazione, con lo studio dei piani d’emer-genza e delle procedure operative per cono-scere come la popolazione e i soccorsidevono agire in caso di calamità: fonda-mentali attività che hanno spesso evitatoche lievi eventi naturali si trasformassero invere e proprie catastrofi.La protezione civile italiana è coordinatadalla Presidenza del Consiglio dei Ministriche, con il Dipartimento della ProtezioneCivile, indirizza, promuove e coordina leattività di protezione civile delle tantissimediverse componenti del sistema nazionaledi protezione civile, quali le Regioni, leProvince, i Comuni, i Vigili del Fuoco, leForze Armate, le Forze di Polizia, leOrganizzazioni di Volontariato. In ogni Comune il primo responsabile diprotezione civile è il Sindaco, per questo èimportante tenersi informati sui rischi dellapropria città e prendere visione del pianocomunale d’emergenza. Oggi possiamo contare su un sistema diProtezione Civile di grande qualità ed effi-cienza, ma il successo delle attività di pro-tezione civile dipende anche dalla parteci-pazione dei cittadini: sapere cosa fare edove andare in caso di emergenza è fonda-mentale per restare in sicurezza.

II PPiiaannii ddii EEmmeerrggeennzzaa Conoscere il rischio e sapere bene cosa farein caso di emergenza è fondamentale per lasalvaguardia propria e degli altri. Per que-sto motivo è indispensabile preparare in"tempo di pace" un Piano di Emergenzache organizzi tutte le attività di protezionecivile necessarie per fronteggiare un qual-siasi evento calamitoso in un determinatoterritorio. Se il territorio soggetto a rischio

è molto esteso, fino a comprendere anchepiù regioni, o l'evento è di particolare gra-vità, è necessario un Piano di EmergenzaNazionale, elaborato dal Dipartimento dellaProtezione Civile e dagli enti locali interes-sati con il supporto della ComunitàScientifica. Ne sono un esempio il Pianodell'Area Vesuviana per il rischio vulcanicoe il Piano della Sicilia Orientale per il rischiosismico. Ciascun Sindaco ha il compito di preparareun proprio Piano di Emergenza per affronta-re i rischi presenti sul territorio comunale.

Il piano di emergenza, in base al tipo dirischio, individua gli enti e i responsabiliche parteciperanno all'emergenza e defini-sce le azioni di tutte le "StruttureOperative" (Vigili del Fuoco, Forze di poli-zia, Servizio Sanitario Nazionale,Volontariato, ecc.) coinvolte negli interventidi soccorso.

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Quando si verifica un'emergenza tuttidevono sapere quello che si deve fare!

Nei Piani d’Emergenza legati al rischio idro-geologico vengono individuate aree e strut-ture del Comune con funzioni specifiche:Centro Operativo Comunale: struttura dovesi insedia il fulcro ed il coordinamento ditutte le attività di protezione civile delComune. Se il sindaco non riesce a fronteg-giare l’emergenza con i mezzi a disposizio-ne del Comune, chiede l’intervento diPrefettura, Provincia, Regione che attuano iloro Piani, insediando i Centri OperativiMisti ed il Centro Coordinamento Soccorsiper coordinare le operazioni chiedendo, senecessario, l’intervento delle strutturenazionali. Aree di attesa per la popolazione: luoghi diprima accoglienza; Si possono utilizzare atal fine strutture coperte (scuole, palestre,sale riunioni, ecc.) ritenute idonee e nonsoggette a rischio, raggiungibili attraversoun percorso sicuro. È in queste aree chevengono fornite ai cittadini le prime infor-mazioni sull’evento e consegnati primigeneri di conforto, in attesa di una sistema-zione presso i centri di accoglienza.Centri di accoglienza della popolazione:strutture coperte (ostelli, alberghi, scuole,palestre ecc.) dotate dei servizi essenziali,ubicate in aree non soggette a rischio e rap-presentano il luogo di ricongiungimentodelle famiglie.Aree di ammassamento soccorritori e risor-se: localizzate in punti strategici, servonoper far affluire ed ospitare i mezzi, i mate-riali e gli uomini necessari alle operazioni disoccorso.

Perché il Piano d'Emergenza funzioni ènecessario aggiornarlo costantemente, dif-fonderne i contenuti alla popolazione e pro-varne l’efficacia con periodiche esercitazioni!

II CCoommppoorrttaammeennttii iinnddiivviidduuaallii ddaa aaddoottttaarree iinnccaassoo ddii aalllluuvviioonnee ppeerr rreessttaarree ssiiccuurrii

In casa

Se si risiede ai piani bassi in zone inon-dabili occorre rinunciare a mettere insalvo qualunque bene materiale e trasfe-rirsi immediatamente in ambiente sicuro;

- Eventualmente chiedere ospitalità ai vicinidei piani superiori;

- Evitare la confusione, fare il possibile permantenere la calma, rassicurare coloro chesono più agitati;

· Aiutare le persone inabili e gli anziani;- Se possibile staccare l’interruttore centra-le dell’energia elettrica e chiudere la val-vola del gas.

Fuori Casa

- Evitare l’uso dell’automobile se non incasi indispensabili. Se tuttavia vi trovatein auto, non tentate di raggiungere l’abi-tazione privata. È opportuno trovare ripa-ro presso lo stabile più vicino e sicuro;

- Ricordarsi che è molto pericoloso transita-re o sostare lungo gli argini dei corsi d’ac-qua, peggio ancora sopra i ponti pervedere la piena;

- Evitare di intasare le strade;- Usare il telefono solo in caso di effettivanecessità per evitare il sovraccarico dellelinee telefoniche;

- Prestare la massima attenzione alle indi-cazioni fornite dalla Protezione Civileattraverso radio, TV o automezzi identifi-cabili della Protezione Civile stessa;

- Prima di abbandonare la zona di sicurez-za, accertarsi che sia stato dichiarato uffi-cialmente il cessato allarme;

- Occuparsi degli animali e liberarli se non pos-sono essere condotti in un luogo più sicuro.

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OOppeerraazziioonnee FFiiuummiiOperazione Fiumi è la grande campagnanazionale di Legambiente e delDipartimento della Protezione Civile dedica-ta interamente alla prevenzione e all’infor-mazione sul rischio idrogeologico.Operazione Fiumi si realizza con un lungoviaggio attraverso dieci tra i comuni a piùalto rischio idrogeologico d’Italia e centina-ia di iniziative realizzate in oltre 300 locali-tà del nostro Paese per rendere più bello esicuro il nostro territorio. Sapere cosa fare e dove andare in caso dialluvione, concorrere alla corretta manuten-zione dei corsi d’acqua e delle opere didifesa idraulica: con Operazione Fiumi i cit-tadini possono scoprire come la sicurezzadel territorio dipende anche da loro e comeognuno può diventare protagonista delsistema nazionale di protezione civile!

L’edizione di quest’anno di OperazioneFiumi si arricchisce di attività sulla mitiga-zione del rischio idrogeologico interamentededicate al mondo della scuola. Le classidelle scuole elementari e medie degli oltre5.000 comuni italiani classificati a rischioidrogeologico potranno svolgere infattidurante tutto l’anno scolastico questo per-corso didattico e partecipare alla giornatanazionale di adozione dei fiumi.

Con Operazione Fiumi potrete adottare untratto di fiume della vostra città, per moni-torarlo e tenerlo pulito, scoprendo come unfiume più sicuro sia anche un fiume piùbello e compatibile con l’ambiente.Scegliete il tratto di fiume da adottare epreparate tutto il materiale necessario (ban-dierine con il nome della vostra scuola ecartelli da apporre lungo il fiume, sacchettidi plastica, guanti e rastrelli). Infatti Venerdì12 maggio 2006 con Operazione Fiumi saràrealizzata la giornata nazionale di adozionedei fiumi dove oltre 400 scuole italianescenderanno in campo per prendersi cura

dei corsi d’acqua. Pulizia degli argini, libe-razione dei pilastri dei ponti da rifiutiingombranti e tronchi d’albero portati dalleprecedenti piene del fiume, rimozione dipiccole e grandi discariche abusive, eccoalcune delle attività che potrete realizzarein quelle giornate nel tratto di fiume cheavete adottato! È fondamentale per questeattività organizzarsi per tempo per le auto-rizzazioni delle autorità di bacino e per losmaltimento dei rifiuti con le aziende muni-cipalizzate dei comuni. Ricorda che le ope-razioni di manutenzione dei corsi d’acquarappresentano anche una buona occasioneper sensibilizzare i cittadini tramite la diffu-sione del materiale informativo. Ricorda poi che una volta sistemato il trat-to di fiume che abbiamo adottato dobbia-mo tenerlo sotto controllo, verificare chenon venga ridotto un’altra volta come unadiscarica, chiedendo al Sindaco di interveni-re per tenerlo bello, pulito e sicuro!

IInn aalllleeggaattoo ttrroovveerreettee llaa sscchheeddaa ddii aaddeessiioonneeaallllaa ggiioorrnnaattaa nnaazziioonnaallee ddii aaddoozziioonnee ddeeiiffiiuummii.. VVii pprreegghhiiaammoo ddii ccoommppiillaarrllaa ccoommeerriicchhiieessttoo ee ddii rriissppeeddiirrcceellaa eennttrroo iill 22 mmaaggggiioo,,aall ffaaxx 0066 8866221188447744.. PPeerr qquuaallssiiaassii uulltteerriioorree iinnffoorrmmaazziioonnee,, cchhiiaarrii--mmeennttoo oo ccoommuunniiccaazziioonnee ffaattee rriiffeerriimmeennttoo aa::PPaaoollaa TTaarrttaabbiinnii tteell.. 0066..8866226688332299ee--mmaaiill:: pp..ttaarrttaabbiinnii@@mmaaiill..lleeggaammbbiieennttee..ccoomm

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OPERAZIONE FIUMIGiornata Nazionale delle adozioni dei fiumi

SSCCHHEEDDAA DDII AADDEESSIIOONNEE

SSccuuoollaa

CCllaassssii

NNoommee ee CCooggnnoommee rreesspp.. iinniizziiaattiivvaa::

RReeccaappiittii tteelleeffoonniiccii rreessppoonnssaabbiillee::

ee--mmaaiill::

IIll ccoommuunnee aaddoottttaa iill FFiiuummee

llaa ssccuuoollaa oorrggaanniizzzzaa::

N.B.

Al fine di velocizzare e migliorare il lavoro di tutti vi preghiamo di scrivere in stampatello

e di inviare la scheda tramite fax alla Direzione Nazionale allo 06.86218474

entro e non oltre il 2 Maggio 2006.

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GlossarioAACCQQUUAA DDII FFAALLDDAAAcqua sotterranea, presente in strati di roc-cia porosa o fessurata, generalmente sovra-stante a strati di roccia impermeabile. Essacostituisce una importantissima risorsa natu-rale messa in pericolo sia dall’inquinamentoproveniente da infiltrazione di sostanze tos-siche nel sottosuolo, sia dal suo depaupera-mento, causato ad esempio dalla riduzionedel tasso di infiltrazione per aumento del-l’estensione di superfici impermeabili. In altricasi, invece, variazioni dell’entità degliemungimenti e maggiore apporto di precipi-tazioni idriche determinano innalzamenti dellivello delle acque nel sottosuolo e conse-guenti danni alla parte sotterranea dellecostruzioni. (Fonte : GLOSS. ENI)

AACCQQUUEE SSOOTTTTEERRRRAANNEEEELe acque che si trovano al di sotto dellasuperficie del terreno, nella zona di saturazio-ne e in diretto contatto con il suolo e sotto-suolo (D.Lgs. 11/05/99 n. 152) (Fonte : ANPA)

AACCQQUUEE SSUUPPEERRFFIICCIIAALLIIEspressione con cui si indica quella compo-nente dell'idrosfera che è costituita daicorsi d'acqua dai laghi e dalle zone umide.(Fonte : GLOSS. META S.p.A. Modena)

AALLLLEERRTTAA RRAAPPIIDDAAAzione che dovrebbe consentire la messa insicurezza o lo sgombero delle situazioni dimaggior rischio.

AALLVVEEOO Incisione lungo la quale fluisce un corsod’acqua, è costituito dal fondo e dallesponde. Si distingue l’ALVEO DI MAGRAdall’ALVEO DI PIENA. Il primo è inteso comela parte dell’alveo occupata dalla correntein periodi di scarso deflusso, il secondo èdato da situazioni in cui l’acqua raggiungeil colmo delle sponde.

AARREEEE DDII EESSOONNDDAAZZIIOONNEESpazi prossimi ai corsi d’acqua che posso-no essere allagati durante una piena

AARRGGIINNEE Manufatto a sezione trapezoidale costruitoper la protezione dalle inondazioni.

ARGINE MAESTROOpera idraulica in rilevato, a diversa tipolo-gia costruttiva, con funzioni di contenimen-to del livello idrico corrispondente alla por-tata di piena del progetto, a protezione delterritorio circostante.

AAUUTTOORRIITTAA’’ ddii BBAACCIINNOO Da art.12 L.183/89: nei bacini idrografici dirilievo nazionale è istituita l’Autorità di bacino,che opera in conformità agli obiettivi dellapresente legge considerando i bacini medesi-mi come ecosistemi unitari. Sono organidell’Autorità di bacino: il comitato istituziona-le, il comitato tecnico, il segretario generale ela segreteria tecnico - operativa. Sono bacinidi rilevanza nazionale: Isonzo, Tagliamento,Livenza, Piave, Brenta, Bachiglione (Autoritàdi bacino del Nord Adriatico), Adige, Po, ArnoTevere Liri, Garigliano, Volturno (Autorità dibacino Medio Tirreno)

AALLLLUUVVIIOONNAALLEE ((ssuuoolloo))Suolo formato da fini particelle di roccia dila-vate dalla pioggia o dai fiumi e depositate inuna valle o in un estuario. Alcuni dei suoli piùfertili sono alluvionali. (Fonte: A COMEAMBIENTE - TOURING CLUB ITALIANO)

AALLLLUUVVIIOONNEEEsondazione di un corso d’acqua dal suo alveo,normalmente in seguito a precipitazioni intense.Per estensione si dicono alluvionali i depositisedimentari lasciati dai corsi d’acqua, sia neipropri bacini, sia alle foci, sia nei fondi marinidove si gettano. (Fonte: A COME AMBIENTE -TOURING CLUB ITALIANO)

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AAMMBBIIEENNTTEE FFLLUUVVIIAALLEEAmbiente caratterizzato da corsi d’acqua dirilevante portata che influiscono sulla regio-ne che attraversano, tanto in termini di evo-luzione e modellamento del territorio (ciclofluviale, geomorfologia di ambiente fluviale,erosione lineare), quanto in termini di bio-cenosi floristiche e faunistiche (foresta flu-viale). Dello studio dei fiumi come ambien-te e organismi viventi si occupa la potamo-logia. (Fonte: GLOSS. ENI)

AANNTTRROOPPIIZZZZAAZZIIOONNEEColonizzazione da parte dell’uomo degliambienti naturali, con conseguente modifi-ca e alterazione degli stessi.(Fonte: GLOSS. ENI)

BBAACCIINNOO IIDDRROOGGEEOOLLOOGGIICCOOZona della crosta terrestre nella quale siraccolgono e sono convogliate le acquemeteoriche e selvagge che penetrano inprofondità; differisce sia dal b. idrograficosia dal b. orografico in quanto lo spartiac-que è sotterraneo e il suo andamentodipende dalla morfologia del terreno, dal-l'orientamento stratigrafico delle rocceimpermeabili e dalla dinamica dei corsi sot-terranei. Il b. idrogeologico alimenta lefalde acquifere.(Fonte: ENCICLOPEDIA SCIENTIFICA TECNICAGARZANTI)

BBAACCIINNOO IIDDRROOGGRRAAFFIICCOO Il territorio dal quale le acque pluviali o difusione delle nevi e dei ghiacciai, defluendoin superficie, si raccolgono in un determina-to corso d'acqua direttamente o a mezzo diaffluenti, nonché il territorio, delimitata dauna cintura montuosa o collinare che fungeda spartiacque, che può essere allagatodalle acque del medesimo corso d'acqua,ivi compresi i suoi rami terminali con le fociin mare ed il litorale marittimo prospicien-te; qualora un territorio possa essere alla-gato dalle acque di più corsi d'acqua, essosi intende ricadente nel bacino idrografico il

cui bacino imbrifero montano ha la superfi-cie maggiore. Il bacino termina in un puntodel fiume detto "sezione di chiusura", incui transitano tutte le acque che defluisco-no dal monte. (L.183/89)(Fonte: ARPAC; GLOSS. ENI)

CCAAPPAACCIITTÀÀ DDII DDEEFFLLUUSSSSOO OO DDII SSFFOOLLLLAAMMEENNTTOONumero massimo di persone che, in unsistema di vie d'uscita, si assume possanodefluire attraverso una uscita di "modulouno". Tale dato, stabilito dalla norma, tieneconto del tempo occorrente per lo sfolla-mento ordinato di un compartimento.(Fonte: GLOSS. ENI)

CCAARRIICCOO AAMMBBIIEENNTTAALLEEL'insieme delle pressioni esercitate dai fat-tori antropici presenti in un'area, sul com-plesso delle risorse ambientali.(Fonte: ARPAT; ARPAV)

CCAATTAASSTTRROOFFEE NNAATTUURRAALLEEQualsiasi rivolgimento o evento disastrosodi natura geologica che ha provocato e pro-voca il progressivo cambiamento d’aspettodella terra. Possiamo annoverare tra le cata-strofi naturali eruzioni vulcaniche, terremo-ti, alluvioni e frane.(Fonte: A COME AMBIENTE - TOURING CLUBITALIANO)

CCAARRTTEE DDII VVAALLUUTTAAZZIIOONNEE DDEELLLLAA FFRRAAGGIILLIITTÀÀ,,DDIISSSSEESSTTOO EE DDEEGGRRAADDOO AAMMBBIIEENNTTAALLEECarta di base a scala 1:10.000 0 1:5.000.Contenuti: fragilità ambientale, ad esempiozone di transizione, zone carsiche, zoneumide, golene, ripe fluviali, superfici detriti-che, dune mobili, ecc. Dissesto naturale, adesempio, frane, calanchi, erosioni fluviali,eoliche, marine, ecc. Degrado ambientaleindotto dalle attività umane, quale il degra-do di aria, suoli, acque e della vegetazione,suddiviso in degrado fisico o chimico, bio-logico, ecologico. Degrado funzionale,quale il degrado economico, produttivo e di

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fruibilità. Degrado paesaggistico, quale ildegrado percettivo sulle grandi estensioni,il degrado estetico delle qualità architetto-niche ed ornamentali, il degrado culturale,legato alla perdita di legami con l’habitat divita, ecc.(Fonte: STREAMS - TREVISIOL)

CCAASSSSEE DDII EESSPPAANNSSIIOONNEESerbatoi artificiali laterali ottenuti per scavoo arginatura di spazi fuori corrente che siriempiono in piena, o per azione di una tra-versa sul corso d’acqua (generalmenteaperta sul fondo), che devia le acque.

CCAATTAASSTTRROOFFII EECCOOLLOOGGIICCHHEESi intende per catastrofe ecologica un avve-nimento caratterizzato da conseguenzedisastrose che esercitano effetti distruttivisu vaste estensioni dell’ambiente naturalenonché sull’uomo e sulle sue attivitàsocioeconomiche per periodi di tempo pro-lungati. Le catastrofi ecologiche possonoessere determinate da cause di originenaturale oppure da attività umane. Gli effet-ti possono manifestarsi in maniera improv-visa (ad esempio una fuga di gas tossico,un terremoto), in altri casi le catastrofi eco-logiche si manifestano progressivamente,come risultato di processi i cui effetti resta-no poco percepibili per lungo tempo anchese i danni che provocano hanno dimensio-ni notevoli. Le catastrofi ecologiche posso-no essere classificate in base alle cause ealla natura dei fenomeni che le contraddi-stinguono: cause di tipo geofisico (terremo-ti, eruzioni vulcaniche, maremoti), climatico(cicloni, gelate, inondazioni, siccità), demo-grafico (sovrappopolazione), tecnologico(grandi inquinamenti, inverno nucleare).Negli ultimi anni si è osservato un incre-mento progressivo della frequenza dellecatastrofi ecologiche, sia causate dall'uo-mo, che di origine naturale, in particolare inregioni ad alta densità di popolazione edelevata probabilità di catastrofi, come nelcosiddetto Terzo Mondo. Sono più vulnera-

bili le aree in cui non esiste un’accuratavalutazione preventiva del rischio di cata-strofi ecologiche e non sono state messe inatto adeguate contromisure (ad es. costru-zioni antisismiche, controllo delle acque,controllo delle emissioni e della sicurezzadegli impianti industriali, ecc.). Tra le cata-strofi ecologiche causate dall'uomo citiamoqui l'incidente di Bhopal, causato da unafuga di metil isocianato, l'inquinamentodella baia di Minamata da mercurio, diManfredonia dall'arsenico, di varie aree delGiappone e del Belgio da cadmio, di Sevesoda diossina, di Chernobyl da radiazioniionizzanti. (Fonte: ARPAV)

CCOOEEFFFFIICCIIEENNTTEE DDII DDEEFFLLUUSSSSOORapporto fra il valore quantitativo delle pre-cipitazioni cadute in un certo periodo nelbacino idrografico e la quantità di acquaincanalata (valore della portata misuratacon regolarità nello stesso periodo).

CCOONNOOIIDDEE DDII DDEEIIEEZZIIOONNEEAbbondante deposito a forma di semiconocon la base a valle che si accumula nelpunto in cui il torrente sfocia in piano o inuna valle più larga, si produce per la bruscadiminuzione di velocità.

CCOONNSSUUMMOO DDII SSUUOOLLOOQuantità di terreno, sotto forma di materia-le escavato, inteso sia come suolo superfi-ciale che come materiale di cava, che risul-ta necessario alla costruzione e all’eserciziodell’impianto in progetto. Il consumo si rife-risce al terreno necessario, ad esempio peril livellamento dell’area, la costruzione dirilevati, la preparazione del calcestruzzo,ecc. e, inoltre, alla sottrazione di tale risor-sa ad utilizzi di altri tipo (agricoli, ricreativi,ecc.). (Fonte: GLOSS. ENI)

CCOORRRRIIVVAAZZIIOONNEETermine che indica il discendere delle acquemeteoriche dai pendii ai corsi d’acqua. Iltempo di corrivazione è definito come l’in-

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tervallo di tempo che intercorre tra l’iniziodella pioggia e l’istante in cui le particelled’acqua giungono nel reticolo idrografico.Più il tempo di corrivazione è ridotto e piùimmediate saranno le ondate di piena. Unabuona copertura vegetale aumenta il tempodi corrivazione.

DDEEFFOORREESSTTAAZZIIOONNEERapida distruzione delle foreste in moltezone del mondo, soprattutto ai Tropici e inparticolare nella foresta Amazzonica perconvertire il terreno a un uso non forestale;ne consegue l’impoverimento delle risorsenaturali capaci di abbassare il tasso di ani-dride carbonica nell’aria: la combustione,spesso dolosa, delle foreste pluviali, produ-ce infatti più anidride carbonica di quantaesse ne assorbano. La progressiva scompar-sa di foreste e boschi aumenta il ritmo dierosione del suolo, e le specie animali cheesse ospitavano rischiano l’estinzione.(Fonte : ARPAV)

DDEEFFLLUUSSSSOO MMIINNIIMMOO VVIITTAALLEEÈ la portata minima istantanea in grado diassicurare la sopravvivenza dell’ecosistema.

DDEEPPOOSSIITTOOQuando il fiume a causa di una diminuzio-ne della pendenza del suo letto perde capa-cità di trasporto, all’erosione subentra lasedimentazione e si formano dei manti allu-vionali (diagramma di Hjulstrom).

DDEESSTTIINNAAZZIIOONNEE DD’’UUSSOOAttribuzione che deriva dall’urbanistica,consiste nell’individuare e prescrivere qualè la “funzione prevalente cui quella partedel territorio deve essere adibita (residenze,industrie, servizi, ecc.)” e nell’esprimerenormativamente le utilizzazioni.

DDIISSSSEESSTTII IIDDRROOGGEEOOLLOOGGIICCIIFrane, smottamenti, valanghe, alluvioni,erosioni, abbassamento del suolo sonosquilibri dell'ambiente dovuti quasi semprea due fattori principali: quello geologico

predisponente e quello idrico determinante.Si parla di rischio idrogeologico in riferi-mento ai danni che tali fenomeni possonocausare a beni artificiali e naturali. A deter-minare il rischio idrogeologico concorronofattori interni endogeni relativi alla geomor-fologia del suolo e del sottosuolo e fattoriesogeni come il clima, la vegetazione, lafauna e l'uomo. (Fonte: BIBLIOTECA DIDOCUMENTAZIONE PEDAGOGICA - FIRENZE)

EERROOSSIIOONNEELento sgretolamento dei terreno o di rocceprodotto dagli agenti atmosferici, qualitemperatura, vento (erosione eolica), fiumi(erosione fluviale), mare (erosione marina oabrasione), ghiaccio (erosione glaciale oesarazione), pioggia. L’erosione è un pro-cesso naturale in tutti gli ecosistemi terre-stri, ma è accelerato e intensificato danumerose attività antropiche. Una delleconseguenze attese del cambiamento cli-matico è l'intensificarsi di fenomeni di ero-sione delle zone rocciose e delle zonecostiere a causa dell'aumento della piovosi-tà e degli estremi climatici. Le piccole isolee le aree a bassa costa sono particolarmen-te vulnerabili perché come conseguenza diun aumento della temperatura si ha uninnalzamento del livello dei mare e si puòverificare l'aumento delle inondazioni e deifenomeni di erosione delle coste. Ciò puòavere gravi ripercussioni anche sui cicli bio-logici. (Fonte: MINISTERO DELL'AMBIENTE)

EERROOSSIIOONNEE DDII UUNN CCOORRSSOO DD’’AACCQQUUAA Si esercita sia in senso verticale sia insenso orizzontale. Il risultato dell’azionecombinata di questi due tipi di erosione (interreni omogenei di bassa o media consi-stenza) è il caratteristico profilo trasversalea V (più o meno aperta).

FFAAGGLLIIAAFrattura degli strati rocciosi che indica quin-di un comportamento fragile del volumeroccioso da essa interessato. Alla faglia è

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sempre associato uno scorrimento relativodi entità apprezzabile delle due parti a con-tatto. Successivamente la coesione puòessere parzialmente ripristinata grazie allamineralizzazione depositata da fluidi circo-lanti, ma la superficie di faglia continuerà acostituire una zona di debolezza e potran-no in seguito avvenire altri movimenti sottol’azione di un nuovo campo di sforzo.(Fonte : GLOSS. ENI)

FFRRAANNAADistacco e caduta di masse rocciose com-patte e incoerenti da versanti più o menoripidi. Le cause possono essere diverse: ter-remoti, dilavamento ed erosione delleacque superficiali, gelo e disgelo di acquepenetrate nelle fessure della roccia, distac-co per gravità di strati inclinati.(Fonte: A COME AMBIENTE - TOURING CLUBITALIANO)

GGOOLLEENNEEAree che vengono invase dalle acque dipiena quando sono superate le sponde del-l’alveo. Ovvero porzione di territorio com-presa tra l’alveo inciso del corso d’acqua egli argini maestri,costituente parte dell’al-veo di piena, soggetta a inondazione perportate di piena con ricorrenza superiore aquella della piena ordinaria

IIDDRROOGGEEOOLLOOGGIIAAScienza che ha per oggetto di studio leacque sotterranee, le rocce che le conten-gono e gli aspetti geologici delle acquesuperficiali. In anni recenti è stata ampliataper includervi aspetti ambientali, quali iproblemi dell’inquinamento delle faldeacquifere. (Fonte : GLOSS. ENI)

LLAAMMIINNAAZZIIOONNEE Termine preso in prestito dalla tecnica mec-canica della lavorazione dei metalli che sug-gerisce una specie di azione di taglio dellaparte superiore dell’onda di piena con unamodificazione della massa d’acqua in spe-

cie di lamine, sottili strati di acqua che scor-rono lentamente.

OOPPEERREE FFLLUUVVIIAALLII OO IIDDRRAAUULLIICCHHEEComprendono un vasto insieme di opereingegneristiche che incidono più o menopesantemente sulla funzionalità dell’ecosi-stema fluviale; fanno parzialmente eccezio-ne gli interventi di ingegneria naturalistica,che fanno ampio ricorso alle capacità con-solidanti delle piante. Tra le più diffuseopere longitudinali (parallele all’asse fluvia-le) vi sono gli argini e le difese spondali; trale opere trasversali (perpendicolare all’assefluviale), briglie, soglie, traverse, dighe,pennelli, deflettori; tra le opere di fondo leplateazioni, i rivestimenti e i cunettoni.(Fonte : ANPA)

PPIIAANNIIFFIICCAAZZIIOONNEE TTEERRRRIITTOORRIIAALLEEAttività che porta a progettare l’utilizzo otti-male del territorio, tenendo conto di unaserie di fattori economici, demografici eambientali, in modo da mantenere, neltempo, un equilibrio positivo fra l’uomo el’ecosistema, senza superare la capacità diquest’ultimo, di assorbire l’impatto ambien-tale antropico. (Fonte : GLOSS. ENI)

PPIIAANNUURRAA AALLLLUUVVIIOONNAALLEE Pianura che si è formata per deposizionedei sedimenti fluviali sabbia e ghiaia.

PPIIAANNOO DD’’EEMMEERRGGEENNZZAAStrumento della politica ambientale e di sicu-rezza, consistente in un programma preorganiz-zato, avente lo scopo di ridurre le conseguen-ze dannose per i lavoratori, la popolazione el’ambiente, di un evento accidentale originatoda installazioni o da attività in corso. Essocoordina ed ottimizza le capacità e le risorsedisponibili, nelle sedi principali e in quelle peri-feriche. Un piano di emergenza deve includerele responsabilità e le autorità, le azioni da intra-prendere nelle diverse situazioni e i piani dicomunicazione interna ed esterna.(Fonte: GLOSS. ENI)

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PPIIEENNAAInnalzamento del livello medio di un corsod’acqua. Si definisce PIENA ORDINARIA ilvalore di portata che viene superato nel 75%dei casi osservati nell’arco di più decenni.

PPOORRTTAATTAA Quantità di acqua che passa nell’unità di tempo attraverso una sezione trasversaledel fiume. Il suo valore è espresso in m3 al secondo.

PPRREECCIIPPIITTAAZZIIOONNEESi definisce precipitazione atmosferica lacaduta d’acqua al suolo anche sotto forma dineve o ghiaccio. La precipitazione ha luogoquando le goccioline d’acqua, o le particelledi ghiaccio presenti in una nube raggiungo-no dimensioni tali da non potere più esseresostenute dall’aria, risentendo dell’attrazionegravitazionale della terra. Le precipitazionisono di molti tipi diversi. La pioviggine haluogo quando si ha caduta lenta di goccefinissime e molto ravvicinate tra di loro; lapioggia presenta gocce più grosse (diametrosuperiore a 20 millimetri) e più distanziateche cadono rapidamente; la neve, una preci-pitazione che nelle nostre regioni si presen-ta quasi esclusivamente d’inverno, cadesotto forma di cristalli di ghiaccio. Nelleregioni temperate infine si può avere, comefenomeno sporadico, la grandine. La misuradelle precipitazioni atmosferiche è data dal-l’altezza in millimetri dello strato di acquacaduta su una superficie di grandezza defini-ta, considerando nulle evapotraspirazione,scorrimento superficiale e percolazione nelterreno. La distribuzione delle precipitazionisulla superficie terrestre è estremamentediseguale: si passa da zone definite aride,dove le precipitazioni non si verificano affat-to per interi anni, a zone dette umide, dovele precipitazioni raggiungono diverse centi-naia di millimetri o addirittura alcuni metriall’anno. (Fonte: A COME AMBIENTE TOURING CLUB ITALIANO)

PPRRIISSMMAATTEE Opere di difesa spondale poste lungo lerive fluviali con lo scopo di evitare i feno-meni erosivi, ma non la tracimazionePorzione del territorio comprendente uncorso d’acqua e le aree confinanti sede deifenomeni morfologici, idraulici e naturalisti-co - ambientali connessi al regime idrogeo-logico del corso d’acqua stesso.

RREETTIICCOOLLOO IIDDRROOGGRRAAFFIICCOOInsieme degli alvei naturali che compongo-no il complesso sistema di ruscelli e torren-ti che confluiscono nel corso principale.

SSMMOOTTTTAAMMEENNTTOOScivolamento verso il basso di massesuperficiali di terreno, per lo più incoerente,dovuto in genere a infiltrazioni di acqua o aerosioni di torrenti o a scavi.(Fonte: ENCICLOPEDIA SCIENTIFICA TECNICA GARZANTI)

VVEEGGEETTAAZZIIOONNEE RRIIPPAARRIIAAA partire dall’alveo di magra, esternamentealle erbacce pioniere di greto, le formazioniarbustive ed arboree riparie s’interpongonotra le fitocenosi acquatiche e le fitocenosizonali del territorio circostante, non piùinfluenzate dalla presenza del corso d’ac-qua. L’aggettivo riparie non ha significatotopografico, ma ecologico: indica cioè quel-le specie igrofile, strettamente legate allavicinanza del loro apparato radicale allafalda freatica (salici, ontani, pioppi). Si trat-ta di formazioni azonali, indipendenti dalclima locale e ad ampia distribuzione geo-grafica. Possono essere considerate forma-zioni riparie anche i canneti, essendo costi-tuiti da piante radicate in acqua, ma emer-genti con buona parte del fusto e dellefoglie, e che sopportano periodi anche lun-ghi d’emersione (purché il livello della faldaresti elevato). (Fonte: ANPA)

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Siti utili per approfondimenti e per tenersi aggiornati

Legambientewwwwww..lleeggaammbbiieennttee..ccoomm

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Agenzia europea per l’ambientewwwwww..eeeeaa..eeuu..iinntt

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II PARTE:Gli strumenti didattici

Il percorso didattico, che per comodità èsuddiviso in capitoli, è comprensivo dischede per le attività, box informativi pergli alunni e per gli insegnanti, il gioco“Caccia al piano di Emergenza” e il racconto “Pioggia sulla Balena”.

CAPITOLO 1 IIll rriisscchhiioo

SSiiggnniiffiiccaattoo ddii rriisscchhiiooLeggendo il dizionario etimologico della lin-gua italiana la parola rischio ci è così spie-gata, “possibilità di conseguenze dannoseo negative a seguito di circostanze nonsempre prevedibili”; ma di seguito si puòanche leggere la frase, “a tuo rischio epericolo”, e il dizionario la spiega così:“assumendoti tutte le conseguenze, anche negative”.

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SScchheeddaa

EVENTI “SPIACEVOLI” E CONSEGUENZE DANNOSE

Immaginiamo un evento spiacevole, ((cciirrccoossttaannzzaa nnoonn sseemmpprree pprreevveeddiibbiillee)), esempio: una caduta dalla bicicletta, ed ora elenchiamo una serie di conseguenze che potrebberoverificarsi;

11)) tornare a casa con una sbucciatura sul ginocchio22)) tornare a casa con un polso slogato33)) tornare a casa senza nessuna conseguenza per la propria persona44)) tornare a casa con la bicicletta rotta55)) tornare a casa con la bicicletta sana

qualche volta può accadere che le conseguenze di un evento siano più di una come nelloschema in basso;

continua da solo trovando le combinazioni possibili

bicicletta sana + sbucciatura sul ginocchio

...................................................................... + .........................................................................

...................................................................... + .........................................................................

...................................................................... + .........................................................................

...................................................................... + .........................................................................

discuti con i compagni le differenze tra le possibili conseguenze, se osservi bene, qualcunadi queste risulta più grave rispetto alle altre.

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SScchheeddaa

I DANNI CHE SI VERIFICANO

La caduta di un albero sopra un'automobile, magari a causa di un vento fortissimo, provo-ca dei danni, e ad un'attenta verifica possiamo quantificarli e valutarli dichiarando chel'evento ha prodotto:

11)) danni lievi, 22)) danni gravi, 33) danni gravissimi,

osserva le vignette e giudica la gravità dei danni

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UUnnaa ccoonnsseegguueennzzaa mmoollttoo ggrraavveeUna frana che si stacca dalla montagna potrebbe travolgere delle case, delle persone, degli alberi, degli animali;

ciascuna di queste circostanze produce al momento che si verifica danni che subiamo noistessi, altre persone o l’ambiente in cui viviamo.

Osserva le vignette e fai un elenco dei possibili danni

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SScchheeddaa

SPERIMENTIAMO LE NOSTRE CAPACITA' DI PREVISIONE

PPoossssiiaammoo pprreevveeddeerree uunn eevveennttoo ssppiiaacceevvoollee ee llee ssuuee ccoonnsseegguueennzzee?? Alcune circostanze a volte non sono prevedibili e, possiamo essere d’accordo, non sempreriusciamo a cogliere il rapporto fra causa ed effetto esempio:

UUnn ccaassoo iimmpprreevveeddiibbiilleeSe mi attraversa improvvisamente la strada un gatto, mentre vado in bicicletta, o sonobravo e ho il tempo di schivarlo o finisco a terra.Difficilmente potevo sapere prima che, ad un certo momento un gatto mi avrebbe attraversato la strada, a meno che non sia un “mago-indovino”.Immagina e descrivi un caso imprevedibile:

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UUnn ccaassoo pprreevveeddiibbiilleeSe mi metto a correre in discesa sulle mie “due ruote”, posso immaginare, prima di iniziare la corsa, che la velocità raggiunta in brevissimo tempo non mi permetterà ad uncerto momento di controllare del tutto la bicicletta. La conseguenza o le conseguenze, inquesta circostanza, potevo prevederle e, in caso di caduta, il danno che procuro, comeabbiamo visto, può essere uno solo o sommarsi ad altri;

immagina e descrivi un caso prevedibile:

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II ddaannnnii cchhee ppootteevvoo eevviittaarree::un danno alla bicicletta: manubrio piegato, ruote ondulate, fanalini rotti ecc.,un danno alla mia persona: escoriazioni, slogature ecc.,un danno alle cose: nel caso vada a sbattere contro una macchina o una moto parcheggiata ecc., un danno persone: nel caso si vengano a trovare nelle mia traiettoria;

elenca i danni conseguenti del caso prevedibile che hai descritto sopra:

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APPROFONDIAMO IL SIGNIFICATO DI RISCHIO

La frase: aa ttuuoo rriisscchhiioo ee ppeerriiccoolloo ci vuole dire che, qualora fossimo a conoscenza di situa-zioni che possono recare dei danni, una volta che questi accadono, ne dobbiamo assu-merci le conseguenze;

UUnn rriisscchhiioo ffrreeqquueennttee iinn ccaassaaUna pentola con l'acqua sul fuoco raggiunge delle temperature altissime e per non bru-ciarmi la sposto proteggendomi le mani; se, anche sapendo che la pentola scotta la sposto lo stesso, senza protezione, la conse-guenza è quella di ricevere una bella ustione. Domanda: perchè ho spostato la pentolasenza proteggermi?

Prova ad immaginare quali possono essere i motivi e descrivili qui sotto.Confronta le motivazioni trovate da te o dal tuo gruppo con le altre dei compagni.

NNoonn hhoo ttrroovvaattoo llee pprreessiinnee

PPeennssaavvoo cchhee llaa tteemmppeerraattuurraa nnoonn ffoossssee ccoossìì aallttaa

VVoolleevvoo iimmiittaarree MMuuzziioo SScceevvoollaa

SSoonnoo sscceemmoo

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Spesso agiamo in maniera frettolosa o con disattenzione, senza badare alle conseguenze onon siamo in grado di valutarle, ma se riconosciamo una situazione rischiosa, di quel checi capita in parte ne siamo responsabili.

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SScchheeddaa

PICCOLI E GRANDI INCIDENTI

Anche la casa come abbiamo visto, può nascondere rischi e pericoli; quante volte siamocorsi dalla mamma per farci consolare e proteggere dopo aver subito un piccolo incidente?

Possiamo fare un'indagine in classe rispondendo a questo questionario e riportare i risultati su un cartellone:

SScchheeddaa ii ppeerriiccoollii aa ccaassaa

Ti è mai capitato di farti male in casa?

O Si O No

CChhee ccoossaa ttii sseeii ffaattttoo??

Ti sei tagliatoti sei scottatosei cadutohai messo in bocca

................................................................................................................................................

CCoommee èè ssuucccceessssoo??

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Questa scheda ti può invece essere utile per intervistare la famiglia:

SScchheeddaa ii ppeerriiccoollii iinn ccaassaa –– iinntteerrvviissttaa iinn ffaammiigglliiaa

È mai capitato che qualcuno della nostra famiglia si sia fatto male in casa?

O Si O No

Se sì, chi?.....................................................................................................................................

Cosa è successo?.........................................................................................................................

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Come è successo?........................................................................................................................

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sscchheeddaa

RICONOSCERE I RISCHI

Prova a fare insieme ai tuoi compagni questo gioco di relazione:nella colonna di sinistra sono elencate situazioni di rischio per le persone, collegale conuna freccia alla colonna di destra dove ci sono descritte le conseguenze.

Ora provate a trovare altre situazioni di rischio e pericolo per le persone e individuate le conseguenze.

SSiittuuaazziioonnee ddii rriisscchhiioo//ppeerriiccoolloo

.....................................................................................................................................................

.....................................................................................................................................................

.....................................................................................................................................................

.....................................................................................................................................................

CCoonnsseegguueennzzee

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.....................................................................................................................................................

.....................................................................................................................................................

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ccoonnsseegguueennzzee

avvelenamento/intossicazione

ustione

scossa (folgorazione)

ferita (da taglio)

caduta (trauma)

incidente stradale

ssiittuuaazziioonnee ddii rriisscchhiioo//ppeerriiccoolloo

prese elettriche usurate

maneggiare coltelli

andare in moto o in bici senza casco

ferro da stiro incustodito

correre in automobile sulla strada bagnata

detersivi lasciati in giro

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I RISCHI E L'AMBIENTE

RRiisscchhii ee ppeerriiccoollii pprreesseennttii nneellll''aammbbiieennttee Ora immaginiamo che un possibile danno ci possa capitare a seguito di un evento naturale,ma che in un dato momento si può presentare con caratteristiche eccezionali come una for-tissima pioggia, un aumento della temperatura, o anche magari che, in seguito ad uno diquesti eventi accade, che un corso d'acqua straripa o una frana si stacca dalla montagna.

Compila la scheda insieme ai tuoi compagni di classe:

Raccontate una vostra esperienza:

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Realizzate in classe un cartellone illustrato dei casi a cui avete assistito.

conseguenze conseguenze conseguenze conseguenze

EEvveennttoo mmeetteeoorroollooggiiccoo

eecccceezziioonnaallee

((ggrraannddiinnee,, tteemmppoorraallee)) eecccc..

AAuummeennttoo ddeellllaa

tteemmppeerraattuurraa

SSttrraarriippaammeennttoo ddii

uunn ccoorrssoo dd''aaccqquuaaFFrraannaa

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LE AZIONI DELL'UOMO CHE PROVOCANO DANNI E POTENZIANO I RISCHI

AAnncchhee ll''uuoommoo ccoonn llee ssuuee aazziioonnii ppuuòò rreeccaarree ddaannnnii aallll''aammbbiieenntteeI comportamenti e le azioni sbagliate dell'uomo contribuiscono al degrado dell'ambienteprovocando danni a volte anche molto gravi.Proviamo con questa scheda ad elencare tutte le conseguenze che le azioni dell'uomopoco rispettose dell'ambiente provocano.

In classe insieme ai compagni e all'insegnante compila la scheda

Se noti bene, alcune azioni, provocano al momento che si verificano dei danni all'ambien-te, ma subito dopo o con il tempo diventano causa di altri danni. Per esempio: se accen-diamo un fuoco nel bosco i danni che provochiamo subito sono: la perdita degli alberi,degli animali ecc., con il tempo però, il terreno indebolito dalla mancanza degli alberidiventa fragile con la conseguenza di provocare delle frane, soprattutto se il bosco si tro-vava in pendio, a sua volta la frana può cadere sopra a(continua)...................................................................................................................................; Questa serie di danni che si verificano a catena li possiamo racchiudere sotto il concettodi Effetto Domino. (approfondite il concetto insieme all'insegnante).

IILL DDIISSBBOOSSCCAAMMEENNTTOOIl disboscamento ad esempio è una delle cause principali dell'erosione del terreno. La mancanza degli alberi sui pendii delle montagne e colline aumenta il rischio di frane.Quando piove l'acqua in gran parte viene assorbita dalle radici degli alberi e dalle foglie,ciò impedisce all'acqua stessa di impregnare eccessivamente i terreni che, altrimenti scivo-lerebbero a valle, formando le frane, le radici inoltre hanno la funzione di trattenere alproprio posto il terreno stesso. Gli alberi inoltre, trattenendo l'acqua, non permettono chequesta in presenza di terreni troppo impermeabili o in pendio scorra troppo velocemente(in termine tecnico questa azione dell'acqua si chiama rruusscceellllaammeennttoo), a valle andando adingrossare torrenti e fiumi.

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conseguenze conseguenze conseguenze conseguenze

AAcccceennddeerree ffuuoocchhii

aallll''aappeerrttoo

AAbbbbaannddoonnaarree

rriiffiiuuttii

nneellll''aammbbiieennttee

SSccaarriiccaarree rriiffiiuuttii

nneeii ffiiuummii

DDiissbboossccaammeennttoo

eecccceessssiivvoo

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Il rischio idrogeologico

Nella nostra penisola questo tipo di rischio è considerato per gravità al secondoposto dopo quello sismico. Quando in una zona avvengono frane, smottamenti,alluvioni, allagamenti a causa dell'acqua i geologi classificano quel territorio aRISCHIO IDROGEOLOGICO.La parola idrogeologia infatti è composta da idro che significa acqua e da geolo-gia che è la scienza che studia la costituzione, la struttura e l'evoluzione dellacrosta terrestre. Quindi con questa particolare scienza si indaga come l'azione dell'acqua influisce sui terreni e in quale modo diventa causa di erosione, frane, allu-vioni e allagamenti.Di solito questi fenomeni avvengono a causa di forti o di prolungate precipitazio-ni (piogge), che vanno ad ingrossare un fiume o un torrente fino al punto che que-sti non riescono più a contenere l'acqua nell'alveo e allora esce provocando unalluvione. Le frane invece si possono staccare da colline e montagne soprattuttoquando il terreno è diventato fragile per mancanza di alberi e si è fortemente eroso.Le piogge violente o prolungate contribuiscono quindi a far scivolare a valle i massio grosse porzioni di terreno, le frane appunto. l'Italia soffre di questa problemati-ca sia per la sua struttura geologica che per la sua caratteristica di essere ricca difiumi, torrenti e acquitrini. Frane e alluvioni ci sono sempre state nella storia della terra, sono fenomeni natu-rali che aiutano la formazione delle pianure, che portano terreno fertile dalle mon-tagne. Le manifestazioni violente della natura, come una scossa sismica o lo stra-ripamento di un fiume, sono fenomeni casuali e non prevedibili. La trasformazionedi questi fenomeni in catastrofi è opera dell’uomo che, con le sue attività, ha alte-rato il delicato equilibrio naturale. Il costruire case dove non si dovrebbe, l’abusi-vismo, il disboscamento e l’urbanizzazione irrazionale hanno reso gran parte delterritorio italiano a rischio di eventi calamitosi (frane, inondazioni, incendi, inciden-ti industriali, sismi ed eruzioni vulcaniche).Gran parte della superficie della Penisola è attraversata da corsi d’acqua. Se da unaparte questo è un bene, perché costituisce la ragione principale della fertilità dellenostre terre, dall’altra è anche vero, che in certe condizioni, i corsi d’acqua si pos-sono trasformare in agenti distruttivi. La cementificazione e l’urbanizzazione dizone golenali, la modifica del percorso dei fiumi, la carenza di manutenzione, pos-sono trasformare, in caso di piogge eccezionali, un fenomeno naturale in una cata-strofe. Grazie all’analisi delle previsioni atmosferiche ed al monitoraggio dei corsid’acqua, è possibile prevedere l’arrivo di un’alluvione, permettendo di organizzarein tempo la messa in sicurezza della zona.

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CAPITOLO 2IIll tteerrrriittoorriioo

CCoonnoosscceennzzaa ddeell tteerrrriittoorriioo,, oovvvveerroo,, ddoovvee ssiittrroovvaa llaa mmiiaa cciittttàà ee ccoommee ppoossssiiaammoo ddiiffeenn--ddeerrllaa ddaaii ppeerriiccoolliiPer non trovarsi impreparati di fronte aglieventi dannosi che possono arrivare dall'am-

biente è fondamentale studiare e capire comeè fatto il nostro territorio, dove sono costrui-te le nostre città, e a quale tipo di rischiosono soggette. Nella nostra penisola i perico-li che si presentano con maggiore frequenzasono quello sismico e quello idrogeologico(alluvioni, frane, smottamenti), un'altropotenziale pericolo è quello vulcanico.

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Le carte geografiche

Le carte geografiche ci aiutano a capire come è fatta la terra sia dal punto di vistafisico cioè se ci sono montagne, colline, pianure, laghi, fiumi, mari, vulcani, sia dalpunto di vista amministrativo vale a dire come l’uomo ha pensato e poi trasfor-mato il territorio naturale in città, paesi, strade, campi coltivati; da queste cartevi si leggono anche i confini tra porzioni di terra chiamate nazioni, regioni, cittàognuna con un nome proprio Italia, Francia, Lombardia, Lazio, Sardegna, Milano,Roma, Napoli... Ma questo lo ha deciso l’uomo, non la natura. Se apriamo l'atlante geografico alla sezione cartografia, leggiamo che le carte geo-grafiche vengono disegnate partendo da fotografie scattate da un aereo che viag-gia mantenendo quota e velocità costante e rotta rettilinea. La sequenza dei foto-grammi da origine ad una “strisciata”; più strisciate parallele formano il “blocco”fotografico dell'area sorvolata. Questa particolare tecnica si chiama aereofotogram-metria e la foto del territorio ottenuta si chiama ortofotocarta. Le foto vengono poiinserite in un computer che in seguito il cartografo traduce in disegno, aggiungepoi alcuni elementi che la fotografia non registra come: le curve di livello, lequote (le altezze di colline e montagne), colori e informazioni ricavate dall'osser-vazione diretta sul terreno.Anche i satelliti fanno rilevazioni della terra e dall'alto “fotografano” porzioni disuperficie terrestre grandi come un quadrato di 185X185 chilometri.Sia le immagini dei satelliti che le immagini scattate dagli aerei (ortofotografie),sono uno strumento molto utile per capire come si trasforma la nostra terra neltempo. Se confrontiamo ad esempio le fotografie del 1999 con quelle del 2005ci accorgiamo delle trasformazione che ha subito la nostra terra . Per esempioquanta foresta è stata tagliata; se i ghiacciai sono rimasti inalterati, quanti fiumi ecorsi d'acqua hanno modificato le proprie caratteristiche, come: il percorso, laquantità di acqua portata, se l'uomo vi ha costruito lungo le rive o se sono sortiponti, dighe, possiamo ancora osservare se le città si sono ingrandite e dove sonostate costruite nuove case, nuovi quartieri , se i deserti si sono ingranditi, se iboschi si sono bruciati ecc.

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sscchheeddaa

USIAMO LE CARTE TOPOGRAFICHE

LLeeggggiiaammoo ii sseeggnnii ssuullllee ccaarrtteePer capire dove si colloca geograficamente la nostra città, basta farsi un bel giro in aero-plano o in elicottero e dall’alto scorgere case, fiumi colline, campi coltivati, boschi, laghi,ponti e così via – a parte gli scherzi – la cosa più semplice è quella di armarsi di unabella carta topografica e imparare a leggerla. Si può iniziare dapprima con la cartadell’Italia per individuare la nostra regione e poi sempre di seguito passare a quelle dovec'è rappresentata la nostra città e il territorio circostante.

CCaarrttaa ccaannttaa,, aagguuzzzziiaammoo llaa vviissttaaProcuratevi una carta topografica del vostro territorio in scala 1:10000, 1:25000 e via in“volo” per scoprire come è fatto.

possiamo provare a trovare prima gli elementi naturali:

iill ffiiuummeeiill ttoorrrreenntteeii rriilliieevvii ((mmoonnttaaggnnee,, ccoolllliinnee))llee ppiiaannuurreeiill llaaggooiill mmaarree

poi quelli artificiali:

llaa zzoonnaa aabbiittaattaaiill cceennttrroo ssttoorriiccoo llee ssttrraaddee ppiiùù iimmppoorrttaannttiillaa zzoonnaa iinndduussttrriiaallee llaa zzoonnaa aaggrriiccoollaa ii ppoonnttii

DDiisseeggnniiaammoo uunnaa ccaarrttaa ddeeii rriisscchhiiSe il nostro territorio è stato classificato a rischio idrogeologico osserviamo dalla carta ladisposizione degli insediamenti umani rispetto al fiume, a quale distanza sono collocati, sevi attraversano delle strade o se alcune zone sono sovrastate da rilievi ecc. e iniziamo acolorare le costruzioni che risultano troppo vicine al corso del fiume.

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sscchheeddaa

IMPARIAMO DAI GIORNALISTI

LLaa ssttoorriiaa ddeeggllii eevveennttii aattttrraavveerrssoo llee tteessttiimmoonniiaannzzeeOltre ad usare le carte geografiche, un altro sistema per imparare a conoscere la storiadel nostro territorio e le trasformazioni avvenute nel corso degli anni è quello di ricorrerealla memoria delle persone più grandi, loro hanno un'esperienza di vita più lunga e quin-di possono raccontarci i fatti accaduti prima della nostra nascita, ed è importante perchè lihanno vissuti in prima persona;

Intervistiamo allora le persone più grandi: genitori, nonni, vicini di casa, insegnanti e ricostruiamo la storia del nostro paese e delterritorio circostante.

IInntteerrvviissttaa ssuullllaa ssttoorriiaa ddeell tteerrrriittoorriioo

Città/paese................................................................................

Nome della persona intervistata....................................................................

Età.....................................................................................

Luogo di nascita.................................................................................

Il numero di abitanti è rimasto lo stesso?

SI NO

La città/paese è rimasta uguale in dimensioni rispetto a quando andava a scuola?

SI NO

Dove sono avvenute le espansioni più significative?

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..............................................................................................................................

Nel passato quali erano le attività lavorative più frequenti?

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.............................................................................................................................

Si è sviluppata una zona industriale? Dove?

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SCHEDA INTERVISTA

Chiediamo anche se in passato si sono verificati eventi calamitosi o eccezionali che hannocausato danni a cose e persone. Infatti frane e alluvioni sono fenomeni ciclici. Laddove c’èstata in passato una frana o un’alluvione questa dopo un certo periodo di tempo potrebbetornare. Per questo studiare la storia del nostro territorio è importante per non farci trovareimpreparati!

IInntteerrvviissttaa ssuullllaa ssttoorriiaa ddeeggllii eevveennttii ccaallaammiittoossii

In passato si sono verificati eventi naturali gravi che hanno coinvolto la popolazione? Di quale tipo?

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.....................................................................................................................................................

quali e quanti sono stati i danni subiti?

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.....................................................................................................................................................

Eventi dannosi causati dalle attività dell'uomo? Di quale tipo?

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.....................................................................................................................................................

quali e quanti sono stati i danni subiti?

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.....................................................................................................................................................

Si poteva fare qualcosa prima? (distingui le cause naturali da quelle provocate dall'uomo)

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Ci sono ancora nel nostro territorio rischi/pericoli che possono coinvolgere la popolazione.Quali?

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Cosa si dovrebbe fare per evitare i danni in caso di calamità ?

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SCHEDA INTERVISTA

IInntteerrvviissttaa ssuull ffiiuummee//ttoorrrreennttee

Come veniva usato il fiume/torrente in passato?

.....................................................................................................................................................

.....................................................................................................................................................Nel corso degli anni sono stati eseguiti dei lavori che ne hanno cambiato l'aspetto? Quali?

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.....................................................................................................................................................

Il fiume/torrente ha mai esondato (straripato) ? SI NO

Quante volte?...............................................................................................................................

Quale è stata la causa?...............................................................................................................

Ci sono stati danni? SI NO

Di quale tipo?..............................................................................................................................

Oggi può rappresentare un rischio/pericolo per la popolazione? SI NO

Per quale motivo?

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.....................................................................................................................................................

Si potrebbe fare qualcosa per eliminare il rischio? Cosa?.....................................................................................................................................................

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UUssiiaammoo aanncchhee vveecccchhii ddooccuummeennttiiSi può continuare l'indagine sulle trasformazioni avvenute nel proprio territorio creandouna scheda-intervista che tratta un altro rischio.Per completare il lavoro fate una ricerca di vecchie mappe del territorio e soprattutto pro-curatevi fotografie e cartoline antiche, individuate da dove sono state scattate e rifatedelle nuove foto dallo stesso punto.Confrontate ora i materiali vecchi con quelli nuovi e descrivete i cambiamenti.

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LL''iimmppoorrttaannzzaa ddeeii ppaarrcchhii,, rriisseerrvvee ee aarreeee pprrootteettttee

I Parchi nazionali e le riserve naturali sono aree sottoposte a tutela speciale dagoverni o istituzioni private per il loro interesse paesaggistico o scientifico, in quan-to parte del patrimonio culturale del paese.Il degrado e lo stato di malessere in cui grava l'ambiente del nostro pianeta hacostretto gli uomini di ogni continente a prendere coscienza della necessità di pro-teggere la natura. Fin dalla metà dell'ottocento iniziò a farsi strada il concetto diarea protetta e i governi di molte nazioni presero ad istituire parchi regolati danorme e controllati da personale specializzato per impedire la perdita degli ecosi-stemi naturali. Fu la crescente industrializzazione a minacciare e a causare gravidanni all'ambiente naturale dell'Europa e del Nord America. Il primo parco nazio-nale fu quello di Yellowstone, istituito dal Congresso degli Stati Uniti nel 1872,mentre il primo parco europeo nasce nel 1909 in Svezia, seguì nel 1914 la Svizzeracon il parco nazionale dell'Engandina e nel 1920 la Germania con il parco delLuneburg. In Italia nel 1922 fu inaugurato il primo parco nazionale, quello del GranParadiso e, l'anno seguente, il parco nazionale d'Abruzzo.La nascita e il successo di un parco dipendono però principalmente dall'accoglien-za della popolazione locale, abituata ad usufruire delle risorse ambientali senzaalcuna restrizione come la caccia, la pesca, il taglio degli alberi per usi industria-li o il disboscamento in favore di nuovi campi da coltivare.

AAllllaarrgghhiiaammoo iill ccoonncceettttoo ddii aarreeaa pprrootteettttaa

Purtroppo oggi, nonostante questa “antica” presa di coscienza da parte dell'uomoe la creazione di aree protette la terra sopporta ancora la mancanza di rispetto eil degrado che le attività umane procurano all'ambiente.La creazione dei parchi e delle aree protette ha contribuito nel corso degli anni asalvaguardare grandi spazi naturali ma ancora non è stato fatto abbastanza perfermare il degrado, per questo, i governi di tutti gli stati devono impegnarsi nellacreazione di leggi che regolano l'uso del territorio da parte di tutti i cittadini. Ad esempio una regola che dovrebbe essere rispettata è quella di non costruirecase, fabbriche, troppo vicine alle aree adiacenti i fiumi e i torrenti perchè nelcaso di alluvione queste verrebbero sommerse con grave pericolo per le persone econ la perdita delle costruzioni stesse. Anche in zone a rischio di frane nondovrebbe essere permesso, innanzitutto il disboscamento e l'urbanizzazione srego-lata perchè, come abbiamo visto gli alberi e il sottobosco trattengono l'acqua pio-vana. Regolamentare con leggi severe l'uso del territorio è quindi anche una buonapratica di prevenzione per salvaguardare la popolazione dai rischi e soprattuttoqueste leggi non dovrebbero permettere alle persone incivili di abusare del terri-torio a loro piacimento.

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DDiicchhiiaarraazziioonnee iinntteerrnnaazziioonnaallee ddeeii ddiirriittttii ddeellllaa ““mmeemmoorriiaa ddeellllaa TTeerrrraa””

(Dignes, 1991)

Così come la vita umana è riconosciuta unica, è giunto il tempo di riconoscere l'uni-cità della Terra.

Madre Terra ci sostiene. Noi siamo, ciascuno di noi, legati alla Terra, e la Terra rap-presenta, veramente, il legame fra noi per tutta la vita.

La Terra ha 4,5 miliardi di anni ed è la culla della vita; la vita che ha subito innu-merevoli cambiamenti e rinnovi lungo le ere geologiche. La sua evoluzione e la sualenta maturazione hanno formato l'ambiente in cui viviamo.

La nostra storia e la storia della Terra non possono essere separate. Le sue origi-ni sono le nostre origini, la sua storia è la nostra storia ed il suo futuro sarà ilnostro futuro.

La superficie della Terra è il nostro ambiente, questo ambiente è differente non soloda quello del passato, ma anche da quello futuro. Noi siamo compagni della Terra,al presente solamente suoi momentanei guardiani.

Come un vecchio albero mantiene la registrazione della sua vita, la Terra mantienele “memorie” del passato inscritte nelle sue profondità e sulla sua superficie, nellerocce e nel paesaggio, una registrazione che può essere letta e tradotta.

Noi dobbiamo essere attenti alla necessità di proteggere il nostro patrimonio cul-turale, le “memorie” del Genere Umano. E' giunto il momento di proteggere il patri-monio naturale, l'ambiente fisico. Il passato della Terra non è meno importante diquello dell'uomo. E' ora per noi di imparare a conoscere questo patrimonio dellaTerra e così facendo imparare a leggere questo “libro” del passato, la registrazio-ne del nostro patrimonio geologico nelle rocce e nel paesaggio, scritto soprattuttoprima del nostro avvento.

L'uomo e la Terra creano un patrimonio comune. Noi ed i giovani siamo soltantocustodi di questa eredità. Tutti gli esseri umani dovrebbero capire che il più picco-lo danno arrecato può mutilare, distruggere o produrre danni irreversibili. Ogniforma di sviluppo dovrebbe rispettare le singolarità di questa eredità.

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SScchheeddaa

LA LOCALIZZAZIONE DELLA SCUOLA

PPaarrttiiaammoo ddaallllaa ssccuuoollaa ee ddaa ccoossaa cc’’èè iinnttoorrnnooCon la planimetria della città in scala 1:5000 possiamo già da subito individuare la posizio-ne della scuola ed evidenziarla con un colore e soprattutto iniziare ad investigare se intor-no ad essa potrebbero esserci dei possibili pericoli che, potrebbero danneggiare sia l’edifi-cio che le persone che vi abitano – insomma, i ragazzi, gli insegnanti, i bidelli, il preside, leaule con gli arredi che ci sono dentro o la palestra;sulla planimetria dovranno essere individuati e segnati, ad esempio con differenti colori esimboli gli eventuali rischi e pericoli,non dimenticate di fare una legenda con scritte esplicative;

VVaalluuttaazziioonnee ddeeii rriisscchhiiProviamo anche a fare in base a quello che ci racconta la carta un elenco dei rischi più “vici-ni” alla scuola e poi tentiamo di classificarli in modo da capirne la pericolosità dandogli unpunteggio da 1 a 10.

RRiisscchhiioo PPuunntteeggggiioo

Torrente/fiume (nome).................................................................................................................

Industria Chimica (tipologia) ......................................................................................................

Strada percorsa da mezzi pesanti .............................................................................................

.....................................................................................................................................................

.....................................................................................................................................................

.....................................................................................................................................................

UUsscciiaammoo ssuull tteerrrriittoorriiooNaturalmente oltre a studiare la carta vi servirà molto anche la conoscenza diretta del terri-torio e la miglior cosa da fare è quella di uscire fuori dalla scuola e di andare a verificaresul posto ciò che avete dedotto dalle carte. Schede, planimetrie e macchina fotografica saranno utili per eseguire i rilievi della zona.

Preparate anche una scheda sul vostro fiume o sull'oggetto di indagine che avete individua-to e buon lavoro.

Montate tutto il materiale prodotto sui cartoncini per poterlo esporre all'interno della scuo-la. È un primo passo per comunicare ai compagni la ricerca che ha fatto la vostra classe.

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sscchheeddaa

L'INDAGINE ALL'INTERNO DELLA SCUOLA

La prima cosa da fare è andare ad investigare su alcuni “segreti” della scuola e compilareuna scheda come questa:

Scuola ........................................................................................................................................

Via .........................................CAP............................Città........................................Prov.............

e-mail..........................................................................................................................................

IIll rriisscchhiioo

Nel comune della mia scuola si sono mai verificati

eventi calamitosi?

Il mio comune è classificato a rischio?

Vicino alla mia scuola ci sono industrie?

IIll ppiiaannoo

Per la mia scuola esiste un piano d’emergenza?

Nella mia scuola è affissa un’adeguata segnaletica

per il piano d’emergenza?

Le uscite d'emergenza sono libere e sempre

facilmente accessibili?

LLee eesseerrcciittaazziioonnii

Vengono organizzate almeno due volte all'anno

esercitazioni di evacuazione della scuola?

In classe vengono spiegati i contenuti del piano

d'emergenza della scuola?

PPuunntteeggggiioo ttoottaallee

RRIISSUULLTTAATTOO DDEELLLL''IINNDDAAGGIINNEEDa 0 a 5 punti: aiuto,la scuola è a rischio.Da 5 a 10 punti: si deve fare di più per la scuola.Da 10 a 15 punti: la scuola è sicura.

Inviate questa scheda a Legambiente al fax 06-86218474 oppure per posta a Legambiente Nazionale – via Salaria, 403 – 00199 Roma.La vostra indagine ci permetterà di scoprire il livello di sicurezza delle scuole di tutta Italia.

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si=punti 0 no=punti 1

si=punti 0 no=punti 1

si=punti 0 no=punti 1

si=punti 2 no=punti 0

si=punti 2 no=punti 0

si=punti 3 no=punti 0

si=punti 3 no=punti 0

si=punti 2 no=punti 0

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sscchheeddaa

SCOPRIAMO SE ESISTE UN PIANO DI EMERGENZA PER LA NOSTRA SCUOLA

LLaa ccoommppiillaazziioonnee ddeellllaa pprriimmaa sscchheeddaa ccii hhaa ggiiàà ssvveellaattoo uunn ““sseeggrreettoo””Avete risposto alle domande sull'esistenza di un piano d'emergenza per la vostra scuola, nelcaso si trovi in pericolo?Il segreto è proprio questo: avere un ppiiaannoo dd''eemmeerrggeennzzaa. Ogni scuola ne deve avere uno,che deve collegarsi con un piano di emergenza “più grande”, cioè studiato apposta per tuttoil territorio comunale.Naturalmente per trovarsi pronti ad affrontare le situazioni difficili e le emergenze bisognasapere come comportarsi e cosa fare e di tanto in tanto fare delle eesseerrcciittaazziioonnii pprraattiicchhee,,come ad esempio uscire dalla scuola velocemente e in modo ordinato, e una volta fatta lascoperta dell'esistenza a scuola di un piano di emergenza è importante sapere di cosa sitratta e quali consigli ci dà per potersi proteggere.Ricorda che un evento calamitoso potrebbe coinvolgere gli spazi in cui viviamo: le case, lescuole, gli uffici, le fabbriche, gli ospedali e allora il ““ppiiaannoo dd''eemmeerrggeennzzaa”” serve proprio ad““aalllloonnttaannaarree ttuuttttee llee ppeerrssoonnee ddaall ppeerriiccoolloo”” e a metterle in condizioni di sicurezza.

CCOONNSSIIGGLLII PPEERR UUNN''AAZZIIOONNEESe il punteggio ottenuto con la scheda, “L'indagine all'interno della scuola” è basso che faccio?Probabilmente nella scuola non viene fatto molto per la sicurezza! SSccrriivveettee uunnaa lleetttteerraa aall PPrreessiiddee ee aall SSiinnddaaccoo ppeerr cchhiieeddeerree cchhee ssii ffaacccciiaa ddii ppiiùù!!

RRiiddiisseeggnnaarree llee vviiee ddeell ppiiaannoo ddii eemmeerrggeennzzaaAll'interno della scuola deve essere appesa ai muri un’apposita cartellonistica che ci indicaquali percorsi seguire per uscire dall'edificio in caso di emergenza;appese ai muri devono anche essere affisse le planimetrie della scuola, cioè i disegni che ciillustrano come è fatto l'edificio. Se ci sono le troverete in ogni aula, nei corridoi, nella palestra e nella mensa e questo stru-mento ci aiuta a capire l'esatta posizione in cui ci troviamo.

Inventate un gioco di ORIENTEERING e svolgetelo all'interno della scuola

QQuueessttii ccaarrtteelllloonnii ssoonnoo ssccrriittttii ccoonn uunn lliinngguuaaggggiioo ee ddeeii ddiisseeggnnii ““ddaa aadduullttii””??Aggiungete allora a quelli esistenti che, comunque sono indispensabili e devono essere pre-senti nella scuola, una serie di cartelloni disegnati da voi, con il percorso da fare in casodi fuga. Mettetevi all’opera, armati di matita, carta e colori e rifate la cartellonistica comecredete che possa essere meglio capita da tutti i compagni di classe. Finito il lavoro chiede-te al preside se potete attaccare sotto i cartelli “ufficiali”, quelli fatti da voi.Potreste anche fare con la carta adesiva colorata delle impronte di vari animali e chiedere alpreside di poterle attaccare in terra, lungo la via che dovrete percorrere per abbandonarel’edificio in caso di emergenza. Potreste pensare ad un’impronta di animale per ogni classe.

Il piano di emergenza della scuola però non è fatto solo di cartelloni e piante dell'edificioma esso contiene anche tutta una serie di consigli sui comportamenti e sulle cose da farein caso di emergenza.

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CAPITOLO 3IIll PPiiaannoo dd’’eemmeerrggeennzzaa

SScchheeddaa

SCOPRIAMO SE ESISTE UN PIANO DI EMERGENZA

PER LA NOSTRA CITTA'

DDaallllaa ssccuuoollaa aallllaa cciittttàà

Abbiamo parlato più avanti dell'esistenza di un piano di emergenza “più grande”, cioè studiato apposta per l'intero territorio cittadino, questo si chiama ppiiaannoo dd''eemmeerrggeennzzaaccoommuunnaallee e contiene tutte le misure di sicurezza per proteggere gli abitanti che vivono in una zona a rischio.

Oltre alla vostra scuola, quindi, anche il Comune deve fare un piano d’emergenza. Questopiano tra le altre cose individua delle aree sicure dove la popolazione si deve recare in casodi emergenza per radunarsi, ricevere informazioni e soccorsi. Queste aree vengono chiama-te ““AArreeee ddii AAtttteessaa”” e sono ubicate in spiazzi aperti e sicuri (giardini pubblici, piazze, ecc.).

UUssiiaammoo aannccoorraa llee ppiiaannttee ddeellllaa cciittttàà

Con le planimetrie in scala 1:5000, controllate dove potrebbero essere ubicate queste Areedi Attesa e se il vostro Comune ha redatto un piano d'emergenza verificate quali sono esegnatele sulla carta.

Fate anche un calcolo di quanto sono lontane dalla vostra scuola, segnate la strada più agevole per raggiungerle.

CCOONNSSIIGGLLII PPEERR UUNN''AAZZIIOONNEEChiedete al vostro Comune se ha redatto un Piano di Emergenza per la città e portatene aconoscenza i vostri genitori, i compagni di classe e gli insegnanti! Ricordate che in caso diemergenza dovrete seguire le indicazioni dei vostri insegnanti.

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LLaa pprreevviissiioonnee iinn IIttaalliiaa

La storia delle grandi catastrofi nel nostro paese ci ha insegnato che, per proteg-gere con efficacia la vita dei cittadini e il patrimonio delle comunità, non bisognapuntare su soccorsi tempestivi, ma occorre dedicare energie e risorse soprattuttoalla previsione e alla prevenzione delle calamità. L'attività di previsione si svilup-pa con un sistema di collegamento sempre più stretto fra protezione civile e mondoscientifico, con nuovi sistemi tecnologici di raccolta ed elaborazione di informazio-ni sui diversi tipi di rischio, con centri di elaborazione delle informazioni in gradodi segnalare con il massimo anticipo possibile le probabilità che si verifichino even-ti catastrofici. Questo insieme di attività tecnico-scientifiche, che vanno dalla rac-colta di informazioni sul territorio alla loro elaborazione, fino alla interpretazionedei dati in base a modelli e simulazioni di eventi, mette in condizione la protezio-ne civile, ai vari livelli, di valutare le situazioni di possibile rischio, allertare il siste-ma di intervento con il massimo anticipo utile, ma soprattutto di fornire alle auto-rità preposte gli elementi necessari a prendere decisioni ragionate e tempestive. E'questo il lavoro continuo, ma di fondamentale importanza, dei nuclei di previsio-ne della protezione civile che si sta trasformando in una rete di “Centri funziona-li”, organizzati a livello nazionale e regionale. L'utilizzo di reti tecnologicamenteavanzate, come le reti radar per le previsioni meteorologiche, la rete nazionale deisismografi, i sofisticati sistemi di monitoraggio dell'attività dei vulcani, pone laprotezione civile italiana in condizione di intervenire con allerta tempestivi.

(Fonte: protezione civile)

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SScchheeddaa

CHE COSA FARE CHE COSA EVITARE

EEsseerrcciittiiaammooccii aadd aassssuummeerree ccoommppoorrttaammeennttii ccoorrrreettttii..Ecco un gioco con il quale potrete verificare se sapete assumere un comportamento corret-to in caso di situazioni rischiose o incidenti.

Dividetevi in due gruppi, fotocopiate questa serie di domande e scegliete la risposta secon-do voi più giusta. Ogni gruppo avrà una serie di domande diverse che dovrà poi scambiar-si. Vince chi risponderà correttamente a più domande.

11°° ggrruuppppoo

SSee ssii aallllaaggaa llaa zzoonnaa cciirrccoossttaannttee llaa ssccuuoollaa aa ccaauussaa ddeelllloo ssttrraarriippaammeennttoo ddeell ffiiuummee oo ddeell ttoorrrreennttee::a) esco e vado a veder cosa accadeb) salgo ai piani superioric) apro tutte le porte e finestre del piano terra

SSee aarrrriivvaa uunn aallllaarrmmee mmeetteeoorroollooggiiccoo ddii mmaalltteemmppoo ppeerr llee pprroossssiimmee oorree::a) mi metto in viaggio b) vado a fare un passeggiata nel boscoc) sto in casa ad ascoltare il bollettino meteorologico

DDeessccrriivveerree llaa ddiinnaammiiccaa ddii uunn iinncciiddeennttee ssttrraaddaallee sseerrvvee::a) alla polizia per fare la multa b) a organizzare i soccorsi c) a consolare il ferito

IInn pprreesseennzzaa ddii uunnaa ppeerrssoonnaa iinnffoorrttuunnaattaa::a) chiamo il 113b) chiamo il 118c) chiamo il 115

SSee nneell ccoorrttiillee ddeellllaa ssccuuoollaa vveeddoo uunn rraammoo ddii uunn aallbbeerroo mmeezzzzoo ssppeezzzzaattoo cchhee ppoottrreebbbbee ccaaddeerree::a) tento di farlo cadere b) mi allontano e torno in classec) mi allontano e avverto un insegnante

SSee vvaaddoo iinn bbiicciicclleettttaa lluunnggoo uunnaa ssttrraaddaa ddii cciittttàà::a) mi diverto ad impennareb) passo con il semaforo rossoc) segnalo con il braccio a chi sta dietro che sto curvando

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22°° ggrruuppppoo

SSee vveeddoo uunn pprriinncciippiioo ddii iinncceennddiioo,, cchhiiaammoo ii VViiggiillii ddeell FFuuooccoo aall nnuummeerroo::a) 116b) 113c) 115

SSee ssii vveeddee uunn iinncciiddeennttee ssttrraaddaallee iinn ccuuii vvii ppoottrreebbbbee eesssseerree uunn ffeerriittoo::a) si prosegue facendo finta di nienteb) si sposta il feritoc) ci si avvicina per prestare aiuto

IInn ccaassoo ddii ppeerriiccoolloo,, ppeerr ssaallvvaagguuaarrddaarree llaa pprroopprriiaa ppeerrssoonnaa ssii aassccoollttaa::a) un gruppo di persone che urlano di fuggire in una direzioneb) una persona addetta ai soccorsi riconoscibile dalla divisac) un passante che ti dice di andare a casa

SSee iinn ccuucciinnaa bboollllee ll''aaccqquuaa iinn uunnaa ppeennttoollaa::a) mi metto a giocare sotto l'elettrodomesticob) butto giù la pasta da soloc) chiamo i genitori e avviso che l'acqua bolle

IInn ccaassoo ddii iinncciiddeennttee ssttrraaddaallee,, ccoonn ii ssooccccoorrssii ggiiàà ssuull ppoossttoo::a) mi fermo a curiosareb) seguo le indicazioni della polizia stradale c) aiuto la polizia stradale ad avvisare altri automobilisti dell'incidente avvenuto

SSee vvaaddoo aa ffaarree uunn ppiicc--nniicc nneell bboossccoo::a) accendo un fuoco e intanto che si forma la brace faccio una passeggiatab) accendo il fuoco e lo controllo c) non accendo nessun fuoco

CCOOMMUUNNIICCAARREE AA TTUUTTTTAA LLAA SSCCUUOOLLAA

Un compito che può fare la classe è quello di informare il resto della scuola sul progetto incorso e comunicarlo attraverso la realizzazione di volantini e soprattutto coinvolgere le altreclassi affinchè vengano svolte le esercitazioni.Realizzate un decalogo con i comportamenti e appendetelo in tutte le aule della scuola.

Fate girare per la scuola dei quiz sulla sicurezza e sui comportamenti da adottare in caso diemergenza, saranno utili per eseguire il gioco “Caccia al Piano d’Emergenza”

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SScchheeddaa

Se il vostro territorio è a rischio idrogeologico fate questo quiz.Prima però rispondete voi e discutetene in classe.

Quiz alluvione

11)) cchhee ccooss''èè uunn''aalllluuvviioonnee??a) una pioggia torrenziale b) l'allagamento della cantina di casac) lo straripamento di un corso d'acqua che allaga le zone circostantid) una forte mareggiata

22)) cchhee ccooss''èè uunn bbaacciinnoo iiddrrooggrraaffiiccoo??a) il letto di un fiumeb) un'alluvione improvvisac) una valle che raccoglie l'acqua delle precipitazioni e la convoglia in un fiumed) un piccolo fiume di montagna

33)) qquuaallii ddii qquueessttii èè uunn uuttiillee ssttrruummeennttoo ddii pprreevveennzziioonnee ddii aalllluuvviioonnii??a) la riduzione delle aree non coltivate b) il disboscamentoc) la costruzione di altissimi argini di cemento armatod) l'allargamento del letto di un fiume

44)) qquuaallii ddii qquueessttee èè llaa ccaauussaa ddii aalllluuvviioonnee??a) un violento terremotob) una pioggia prolungata c) un fulmine a ciel serenod) una valanga

55)) qquuaallii ddii qquueessttii èè uunn uuttiillee ssttrruummeennttoo ddii pprreevviissiioonnee ddeellllee aalllluuvviioonnii??a) lo studio astronomico del sistema solare b) lo studio sismico del territorioc) lo studio matematicod) le previsioni meteo

66)) ppeerrcchhèè ggllii iinncceennddii ppoossssoonnoo iinnddiirreettttaammeennttee ccaauussaarree aalllluuvviioonnii??a) perchè distruggono la vegetazione che assorbe l'acqua in eccesso b) perchè distruggono la vegetazione che ci dona l'ossigenoc) perchè uccidono gli animali d) perchè distruggono la vegetazione he tiene compatto un pendio

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sscchheeddaa

Quiz frane

11)) qquuaallii ssoonnoo llee ccaauussee pprriinncciippaallii ddii uunnaa ffrraannaa??a) il passaggio continuo di animali sul pendiob) forti piogge e scavi al piede del pendioc) i terremotid) gli incendi

22)) qquuaallii ssoonnoo ggllii ssttrruummeennttii ddii pprreevviissiioonnee ddii uunnaa ffrraannaa??a) gli studi geologici del territorio b) gli studi sismici del territorioc) gli studi astrologici sul cielod) gli studi fisici sulla teoria della tettonica a placche

33)) qquuaallii ddii qquueessttii èè uunnoo ssttrruummeennttoo ddii pprreevveennzziioonnee ddeellllee ffrraannee??a) scavi continui sui pendii per eliminare materiale franoso b) bagnare sempre il pendio per mantenerlo compattoc) concimare e piantare nuovi alberi sul pendiod) tagliare spesso l'erba del pendio

44)) ppeerrcchhèè llaa vveeggeettaazziioonnee ssuu uunn ppeennddiioo nnoonn ffaavvoorriissccee llee ffrraannee??a) perchè le radici degli alberi fanno da collante e assorbono l'acqua in eccessob) perchè così possono favorire gli incendic) perchè danno cibo agli animali del boscod) perchè fanno deviare l'acqua verso valle

55)) ppeerrcchhèè ii nnuubbiiffrraaggii ppoossssoonnoo eesssseerree ccaauussaa ddii ffrraannee??a) perchè i fulmini colpendo i pendii possono far distaccare i terrenib) perchè trombe d'aria sradicano gli alberi che possono far distaccare il terrenoc) perchè troppa acqua in un pendio favorisce il suo scivolamento

66)) qquuaannddoo aavvvveennnnee llaa ffrraannaa ddeell VVaajjoonntt??a) nel 1963b) nel 2001c) nel 1875d) nel 1999

77)) qquuaannddoo iill ddiissaassttrroo ddii SSaarrnnoo??a) nel VII sec.a.Cb) nel 1998c) nel 2000d) nel 1975

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Domande allarme alluvione

Ascoltare le previsioni meteorologiche è utile nel caso venga dato un allarme di rischio alluvione

In caso di alluvione se mi trovo in casa scendo in cantina per andare a prendere le cose che si potrebbero bagnare

La miglior cosa da fare è scappare dalla scuola e andare a casa

Se mi trovo in un edificio salgo ai pianisuperiori

Si deve andare a vedere cosa accade al fiume lungo gli argini

Domande allarme frana

Ci si deve chiudere in casa facendo finta di nulla

Si devono ascoltare le indicazioni della protezione civile o delle autorità comunali

Se ci si trova a scuola seguire le indicazioni del piano di emergenza

Se a scuola viene dato l'ordine di evacuarel'edificio, precipitarsi più velocemente possibile all'esterno

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VVEERROO FFAALLSSOO

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SScchheeddaa

Metti al posto giusto le parole scritte in fondo in modo da completare la frase

1) le .............................................. si originano dalla mancanza di equilibrio sulle montagne

2) oltre al rimboschimento si protegge il suolo dall'erosione sistemando i.............................

3) oltre al disboscamento una delle cause di erosione del suolo è data dagli........................

4) le alluvioni si verificano anche per l'....................dei terreni conseguenti all'edilizia indiscriminata

5) spesso i rifiuti formano delle vere e proprie.........................................................................

6) l'organo che sovrintende e gestisce i bacini idrografici è l’..................................................

CCoolllliinnee,, BBaacciinnii IIddrrooggrraaffiiccii,, IInncceennddii,, IImmppeerrmmeeaabbiilliizzzzaazziioonnii,, FFrraannee,, AAuuttoorriittàà ddii BBaacciinnoo..

IILL GGIIOOCCOO ““CCAACCCCIIAA AALL PPIIAANNOO DDII EEMMEERRGGEENNZZAA””

Ora siete degli esperti di pianificazione d’emergenza, la scuola non ha più segreti per voi.Dovete però fare l’ultimo passo, forse il più divertente: spiegare ciò che avete imparato aivostri compagni di scuola! Organizzate una vera e propria caccia al tesoro che porti i vostricompagni ad imparare e a percorrere fisicamente quelle vie che in caso di emergenza dovran-no seguire per uscire in sicurezza dall’edificio.

IIll rreeggoollaammeennttoo ddeellllaa ““CCAACCCCIIAA AALL PPIIAANNOO DD''EEMMEERRGGEENNZZAA””

Preparazione:Scegliete quattro tappe essenziali lungo le vie del piano di emergenza della scuola:

PPrriimmaa ttaappppaa -- iill ccoorrrriiddooiiooSSeeccoonnddaa ttaappppaa -- llaa rraammppaa ddeellllee ssccaallee TTeerrzzaa ttaappppaa -- ll’’uusscciittaa dd’’eemmeerrggeennzzaaQQuuaarrttaa ttaappppaa -- iill ppiiaazzzzaallee aannttiissttaannttee aallllaa ssccuuoollaa

Fate quattro fogli (le prove da superare), con in ognuno quattro domande sulla conoscenza delrischio, sui comportamenti individuali da adottare in caso di emergenza, su chi sono nella scuo-la i soggetti a cui fare riferimento, sul piano d’emergenza comunale. Ai partecipanti alla caccia consegnate il primo foglio, dovranno rispondere alle domande e ripor-tarlo ai giudici di gara per la verifica delle risposte, poi consegnate il secondo foglio, e così via.Alla consegna di ogni foglio con le prove compilate fate il totale delle risposte giuste, non tuttipotrebbero avere risposto a tutte le domande in modo corretto.Ricordate di spiegare la funzione di ogni tappa nel piano di emergenza cosicché l’alunno che visosterà non lo dimentica e squalificate chi per vincere si mette a correre come un pazzo o adurlare: il piano di emergenza funziona se le operazioni si svolgono con calma, senza panico.

TTrroovveerraaii llee pprroovvee ppeerr ffaarree llaa ccaacccciiaa aallllee ppaaggiinnee sseegguueennttii,, ddaa ffoottooccooppiiaarree ee ccoonnsseeggnnaarree aaii ppaarrtteecciippaannttii

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OPERAZIONE FIUMI “CACCIA AL PIANO D’EMERGENZA”

PPRRIIMMAA PPRROOVVAA

Per superare questa prova della Caccia al Piano d’Emergenza dovrai raggiungere:

In caso di emergenza quest’area serve per:

PPUUOOII BBAARRRRAARREE PPIIUU’’ DDII UUNNAA RRIISSPPOOSSTTAA

11)) ÈÈ ppoossssiibbiillee pprreevveeddeerree ll''aarrrriivvoo ddii uunn''aalllluuvviioonnee?? OO Sì, si può prevedere in anticipo grazie alle reti di monitoraggio

e alle previsioni meteorologicheOO No, è un evento imprevedibileOO Sì, quando piove forte sta per arrivareOO Sì, quando sta per arrivare, i cani iniziano ad ululare

22)) QQuuaallii ssoonnoo ii ffeennoommeennii ppiiùù ppeerriiccoolloossii iinn ccaassoo aalllluuvviioonnee??OO Crollo di edificiOO Inondazione di una cassa di espansioneOO Rottura arginaleOO Ostruzione della luce dei ponti

33)) PPeerrcchhéé ll’’IIttaalliiaa èè ccoonnssiiddeerraattaa aadd aallttoo rriisscchhiioo iiddrrooggeeoollooggiiccoo?? OO Perché i terreni sono molto permeabili OO Perché molte persone vivono nelle aree golenali o su versanti accliviOO Perché il clima è temperato umido

44)) QQuuaallii eennttii ppeerriimmeettrraannoo llee aarreeee aa rriisscchhiioo iiddrrooggeeoollooggiiccoo??OO Le Autorità di BacinoOO La Polizia di StatoOO Le Soprintendenze ai Beni CulturaliOO Le associazioni di volontariato

regolamento:riconsegnate il foglio compilato ai giudici di gara, se avete risposto correttamente a tutte ledomande, continuate la caccia con la prova successiva!Se le risposte non sono tutte giuste, continuate lo stesso la gara ma vi verrano tolti dei puntiper ogni domanda sbagliata.

FFoogglliioo ddaa ffoottooccooppiiaarree ppeerr llaa pprriimmaa pprroovvaa ee ddaa ccoonnsseeggnnaarree aaii ppaarrtteecciippaannttii aallllaa ggaarraa

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OPERAZIONE FIUMI “CACCIA AL PIANO D’EMERGENZA”

SSEECCOONNDDAA PPRROOVVAA

Per superare questa prova della Caccia al Piano d’Emergenza dovrai raggiungere:

In caso di emergenza quest’area serve per:

PPUUOOII BBAARRRRAARREE PPIIUU’’ DDII UUNNAA RRIISSPPOOSSTTAA

QQuuaallii aazziioonnii ssoonnoo uuttiillii aaii ffiinnii ddeellllaa pprreevveennzziioonnee ddeell rriisscchhiioo iiddrrooggeeoollooggiiccoo?? OO Far scorrere in tubazioni i corsi d'acquaOO Svolgere una manutenzione ordinaria degli alvei e delle aree golenaliOO Rinforzare gli argini

QQuuaannttoo tteemmppoo pprriimmaa èè ppoossssiibbiillee pprreevveeddeerree ll’’aarrrriivvoo ddeellll’’oonnddaa ddii ppiieennaa??OO OreOO GiorniOO Settimane o mesi

CCoossaa ssii ppuuòò ffaarree ppeerr eevviittaarree cchhee ssii vveerriiffiicchhiinnoo ggrraavvii ddaannnnii iinn ccaassoo ddii aalllluuvviioonnee??OO Innalzare gli alvei OO Fermare l’abusivismo e limitare l’urbanizzazione delle aree golenaliOO Cementificare i versantiOO Aggiornare e far conoscere alla popolazione il Piano d’EmergenzaOO Arare i terreni nella direzione della massima pendenza

regolamento:riconsegnate il foglio compilato ai giudici di gara, se avete risposto correttamente a tuttele domande, continuate la caccia con la prova successiva!Se le risposte non sono tutte giuste, continuate lo stesso la gara, ma vi verrano tolti deipunti per ogni domanda sbagliata.

FFoogglliioo ddaa ffoottooccooppiiaarree ppeerr llaa sseeccoonnddaa pprroovvaa ee ddaa ccoonnsseeggnnaarree aaii ppaarrtteecciippaannttii aallllaa ggaarraa

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OPERAZIONE FIUMI “CACCIA AL PIANO D’EMERGENZA”

TTEERRZZAA PPRROOVVAA

Per superare questa prova della Caccia al Piano d’Emergenza dovrai raggiungere:

In caso di emergenza quest’area serve per:

PPUUOOII BBAARRRRAARREE PPIIUU’’ DDII UUNNAA RRIISSPPOOSSTTAA

SSee mmii ttrroovvoo iinn ccaassaa ccoommee mmii ddeevvoo ccoommppoorrttaarree iinn ccaassoo ddii aalllluuvviioonnee?? OO Corro in cantina a prendere tutte le cose che si potrebbero bagnare OO Accendo tutte le luci per far vedere che la casa è abitataOO Stacco la corrente e il gasOO Salgo ai piani superiori chiedendo ospitalità ai vicini

AAllll’’aarrrriivvoo ddii uunn’’aalllluuvviioonnee ccoossaa ffaacccciioo??OO Mantengo la calma, mi metto in sicurezza e aiuto persone che non sanno cavarsela da soleOO Vado a vedere lo spettacolo del fiume che si ingrossa da un ponteOO Prendo la macchina e cerco di abbandonare la città

SSee mmii ttrroovvoo iinn aauuttoo ccoommee mmii ddeevvoo ccoommppoorrttaarree iinn ccaassoo ddii aalllluuvviioonnee?? OO Quando l’acqua inizia ad invadere la strada accelero e corro più velocemente possibile

verso casaOO Mi fermo e lascio la macchina in mezzo alla strada scappando a piedi OO Raggiungo un luogo sicuro avanzando lentamente ed evitando di attraversare ponti su

fiumi in piena

regolamento:riconsegnate il foglio compilato ai giudici di gara, se avete risposto correttamente a tuttele domande, continuate la caccia con la prova successiva!Se le risposte non sono tutte giuste, continuate lo stesso la gara ma vi verrano tolti deipunti per ogni domanda sbagliata.

FFoogglliioo ddaa ffoottooccooppiiaarree ppeerr llaa tteerrzzaa pprroovvaa ee ddaa ccoonnsseeggnnaarree aaii ppaarrtteecciippaannttii aallllaa ggaarraa

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OPERAZIONE FIUMI “CACCIA AL PIANO D’EMERGENZA”

QQUUAARRTTAA PPRROOVVAA

Per superare questa prova della Caccia al Piano d’Emergenza dovrai raggiungere:

In caso di emergenza quest’area serve per:

PPUUOOII BBAARRRRAARREE PPIIUU’’ DDII UUNNAA RRIISSPPOOSSTTAA

NNeell ccaassoo pprriimmaa ddeellll’’aarrrriivvoo ddii uunn’’aalllluuvviioonnee vveennggaa ccoommuunniiccaattaa llaa nneecceessssiittàà ddii eevvaaccuuaarree llaa pprroopprriiaa aabbiittaazziioonnee,, ddeevvii::OO Cercare aiuto per la città seguendo il flusso della massaOO Aspettare in casa e continuare come nulla fosseOO Seguire le istruzioni delle autorità comunali raggiungendo

le aree di attesa/smistamento

IInn ccaassoo ddii eemmeerrggeennzzaa aa qquuaallii iinnffoorrmmaazziioonnii ddaaii ccrreeddiittoo??OO Ai tuoi viciniOO Alle informazioni diramate dalle autorità di Protezione CivileOO A chi urla più forte

CChhii èè llaa pprriimmaa aauuttoorriittàà ddii pprrootteezziioonnee cciivviillee aa ccuuii rriivvoollggeerrttii ppeerr aavveerree iinnffoorrmmaazziioonnii?? OO Il Presidente della Repubblica OO Il Comandante dei CarabinieriOO Il Sindaco del tuo Comune

SSee aavveettee rriissppoossttoo ccoorrrreettttaammeennttee aa ttuuttttee oo aa ppiiùù ddoommaannddee rriissppeettttoo aaggllii aallttrrii ggiiooccaattoorrii aavveettee vviinnttoo!!

GGiiooccaannddoo aavveettee iimmppaarraattoo ccoossaa ffaarree iinn ccaassoo ddii eemmeerrggeennzzaa ppeerr llaa ssiiccuurreezzzzaa ddii ttuuttttii!!

FFoogglliioo ddaa ffoottooccooppiiaarree ppeerr llaa qquuaarrttaa pprroovvaa ee ddaa ccoonnsseeggnnaarree aaii ppaarrtteecciippaannttii aallllaa ggaarraa

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Fare un Piano d’emergenza

A questo punto siete veramente pronti permettere in sicurezza la vostra città, potresteessere veri e propri sindaci! Provate a fareil vostro piano d’emergenza per il quartieredella vostra scuola. Prendete una bellamappa della zona, segnate dov’è la scuolae trovate le piazze giuste per pianificare learee di attesa per la popolazione, le viesicure da seguire per raggiungerle, le strut-ture adatte per realizzare i centri di acco-glienza per la popolazione. Dopo aver fattoun bel sopralluogo per verificare che le viedi fuga che avete studiato sulla carta sonoeffettivamente percorribili, colorate la carti-na per indicare le strutture, le piazze e lestrade da percorrere in emergenza, riportan-do in una legenda cosa significa ogni colo-re. Ora il vostro bel piano è pronto! Poteteappenderlo in classe e spedirlo al vostroSindaco, potrebbe essergli utile per miglio-rare il piano comunale d’emergenza dellavostra città!

Consigli

Ricordate che in caso di alluvione è neces-sario tenersi alla larga dai ponti e dai fiumi!Verificate che le piazze scelte abbiano effet-tivamente lo spazio necessario per essereutili in emergenza! Verificate che non cisiano mercati o strutture fisse che occupinotutto lo spazio!Ricordate che le aree di attesa, le strutturedi accoglienza vengono indicate sulla carto-grafia in tutta Italia con gli stessi tematismie colori, usateli per far si che il vostro pianosia conforme a quelli che fanno i Comuni!

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Piove ormai da cinque giorni. I genitori nonsanno più cosa inventarsi per tenerci buonied occupati. Noi bambini non sappiamo piùcosa inventarci per calmare i genitori sem-pre nervosi ed ora anche preoccupati. Il gri-gio del cielo è grigio per tutta la giornata epoi di notte è nero. Piove serio. Piove edanche i tuoni sono cupi e grigi, niente ful-mini a dare almeno una strisciata di luce edi rosso da qualche parte. La casa non nepuò più, dai muri sono venute fuori dellebelle macchie sempre più larghe e da unpo’ si vedono bene i rivoletti dalle fessure.Acqua tanta e niente luce. Bisogna mettereinsieme tutte le batterie che ci sono, mette-re via quelle scariche, tenere da parte alme-no quelle per la radio, tirare fuori anchequelle della play station e non ascoltare igrandi mentre litigano. Siamo in cinque da cinque giorni in questacasa nuova che sono meno di cinque anniche ci abitiamo a poco più di cinque chilo-metri dalla città. Dicono che così è più salu-tare e c’è meno smog da respirare e persi-no meno traffico. Ci sono cinque begli albe-ri nel giardino e meno di cinque metri dialtezza dal canale e cinquecento dal monteSottile dietro casa. Quando vengono amicie cugini a trovarci siamo molto invidiati,beati voi qua beati voi là, ed ora? Ora sono tre giorni che non funziona nien-te. Niente telefono, la strada allagata eniente scuola, abbiamo capito che deveesserci un problema anche alla antenna deicellulari qui vicino perché non funziona nes-suno dei cinque telefonini che abbiamo incasa. Lo dicevo da tempo, ci vuole il fuoristrada, con un SUV oggi saremmo statifuori, ora siamo ai comodi dei vigili e fuoripiove. Abbiamo fatto appena in tempo lespese grosse, ma le merendine stannofinendo e pure la nutella. Il pane a casset-

ta non lo vuole nessuno e di scroccarelle èrimasto un ultimo pacco. Abbiamo portatodi sopra tutte le cose necessarie, ora intutte le stanze c’è confusione ed al pianoterra è una tristezza, cinque centimetri d’ac-qua dappertutto, si scende solo con gli sti-vali schhkiiiiaafff schhkiiiiaafff e pure lacagnetta Laika soffre per mancanza di terrae per l’artrosi. La radio lo dice ogni mezz’ora: maltemposu tutta l’Italia, precipitazioni copiose sullafascia appenninica al nord del sud ed al suddel nord. Traffico bloccato. La protezionecivile sta intervenendo in tutti i centri alla-gati. Ecco! noi non siamo un centro allaga-to, noi siamo una villetta isolata ed ancoranon allagata. Calmi tutti. Spegni quella radio che si scaricano le bat-terie. Piove e fuori è grigissimo. Una tombo-lata! Facciamo una tombolata che così sem-bra natale! Ma se non ci abbiamo giocato neanche gliultimi tre natali e poi chi sa dove sarà fini-ta. Dai giochiamo a qualcosa che i bambinisono nervosi. I bambini nervosi? Ma vede-tevi voi grandi come state, che i fulmini liscaricate qua dentro! Va bene, a letto, che è quasi ora! Quasiora, ma quale ora? Una occhiata fuori percapire, per vedere un segno dal cielo, ungrigio nero meno grigio nero, niente. Passami la torcia; vieni, vieni a vedere, l’ac-qua è arrivata qua, è salita dal canale.Bambini? a letto che è tardi! Non farti sen-tire, mettiamo un po’ di stoffe sotto leporte, anche quella dietro, domattinavedremo, mi sembra però che la pioggiastia diminuendo. Silenzio tra i grandi esilenzio ora anche tra i piccoli. Non sidorme, ci vogliono ore per riposare, le orec-chie tese a distinguere nel rumore compat-to della pioggia, no! Non si riduce. Piove.

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Pioggia sulla balenaRacconto di Pio Acito - settembre 2005

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Sono sei giorni che piove. Tu hai dormi-to? Sono tutto rotto, è questa umidità, chedici smette? Abbiamo fatto bene a metterequelle stoffe, guarda: l’acqua è arrivata qua. Fuori l’acqua grigia è giusto a metà sotto lafinestra. Papà scusa, ma quando la pioggiacade si fa male? Per favore rispondimi chesu questa cosa non ci ho dormito tutta lanotte! Oppure si fanno male solo le primegocce sul duro e poi le altre che seguonocadono come tuffi in piscina e non si fannoniente? Calmi, stiamo calmi che l’acqua saleancora. Silenzio, c’è silenzio. Possibile?Silenzio………guarda è più chiaro, guarda!non piove più! Non piove! Ha smesso.Si fa chiaro. Ascolta! Chraaaa! Chraaaaa! Le taccole! Letaccole cantano! Ha smesso di piovere. Mi sembra di respirare, l’acqua ormai stavaentrando. Fermo! non aprire! L’acqua è altalà fuori! Ha smesso. Accendi quella radio.“La protezione civile è presente in tutti icentri allagati ed ha attivato i COC, i COM,i CCS, i DICOMAC, è allagata mezza Italia,l’altra mezza è bloccata da nord verso sude da sud verso nord come ieri, sono segna-late frane ed allagamenti su metà deiComuni italiani, sull’altra metà no perché lìnon ha piovuto. In questa situazione didisagio e di pericolo ci sono quasi ventimi-lioni di cittadini, anche nelle grandi città.Non mettersi in viaggio, si raccomanda difare i bravi e di stare calmi.” Spegni laradio, ha smesso di piovere ma ora dobbia-mo stare calmi. Ancora? ed aspettare, tuttosi risolverà presto. Guarda fuori! Grigio chia-ro, l’acqua grigia è tutt’intorno, caspita!sembra come in televisione, e c’è puresilenzio. Chraaaaa! Ah! le taccole, beate loro chevolano! Vvvvvrrrrhhhhuuoommmmmm!!! Cos’è? Si muove tutto! Il terremoto! No, non puòessere qui non ci sono mai stati.Si è fermato! non è stato un terremoto,accendi la radio.

Il notiziario non è cambiato: “La protezionecivile è presente in tutti i centri allagati edha attivato i COC, i COM, i CCS, i DICOMAC,è allagata mezza Italia, l’altra mezza è bloc-cata da nord verso sud e da sud verso nordcome ieri, sono segnalate frane ed allaga-menti su metà dei Comuni italiani, sull’altrametà no perché lì non ha piovuto………”Spegni! spegni! Ma cosa è stato? Sembravache venisse da dietro. Vieni, guarda lassù!Nel chiaro e tra brandelli sottili di nuvole enebbia che sale si vede bene la costa dellacollina. Tagliata di netto. Una larga striscia biancaquasi dalla cima e fino all’acqua sotto. Unafrana! è stata una frana e noi qui così vicini.Meglio non pensarci, stavo per comprarla lìla terra, sotto al monte Sottile, ci pensi? Lacasa lì e noi dentro? Ed il canale? mi aveva-no assicurato che era stato ripulito, che nonsi ricordavano piene ed allagamenti! Nonc’erano mai state!L’acqua cala. Scende un po’ ogni giorno epoi si esce. Si incontrano persone, si conta-no i danni.Ora di nuovo la televisione. Danni su mezzaItalia, ci vorranno mesi per ripartire, ci vor-ranno anni per rimettere tutto a posto.Anche l’IPER sott’acqua e, dicono, pure ilcimitero nuovo. Non si ricorda un eventosimile negli ultimi decenni. Come negli ulti-mi decenni? Perché? più indietro nel tempoci sono stati eventi così pesanti? Si! ci sonostati. E le piene anche qui. Ogni po’ di annisuccede e si allaga tutto.Ma qualcuno lo sapeva? Due mesi. Sono passati due mesi. Un bellis-simo inverno sta entrando, secco e pulitocome piace a noi. Ci meritiamo una passeg-giata dopo il grande lavoro di questi mesi. Andiamo su, andiamo a vedere la frana.Mette paura. Vista da sotto fa davveropaura. Grossi blocchi al piede che sembra-no in bilico e tutta una massa di pietre efango e rami che si allunga per centinaia di

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metri fino alla statale. Si vede un SUV ridot-to a scatoletta sotto i massi, allora meglioper noi che non ce l’avevamo! Seguiamo lastradella che prima si arrampicava sulSottile, ed ora è spezzata a mezza costa. Laika è davanti felice, piena di nuova ener-gia e respira nuovi odori. Pa’! vieni, vieni avedere, guarda! cosa ti sembra? È unaimpronta? No! Sono alberi fossili? può essere, strano ma a me sembra……sembra…… la forma di un animale, comeuno scheletro… Vuoi vedere che abbiamotrovato i dinosauri? Nooo! I dinosauri? No!Ma questo sembra proprio lo scheletro di

una balena, guarda queste sono le costole,e lì la grande testa si vede bene! Pensa?una balena fossile! Che meraviglia! provaad immaginare qui c’era il mare solo pochimilioni di anni fa ed ora noi ci mettiamo sule nostre case e neanche ci ricordiamo dellealluvioni di ieri.

Mah! E……la balena? Lei sarà venuta fuori perché voleva tornarea bagnarsi?

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LEGAMBIENTE PER LA SCUOLA

Legambiente offre tantissime proposte cul-turali ed educative per le scuole di ogniordine e grado, fornendo alle classi cheaderiscono percorsi didattici, materialeinformativo e di approfondimento, conl’obiettivo di ampliare l’area dell’educazio-ne ambientale verso un miglior rapportoscuola-territorio.La Rete delle Scuole Capaci di Futuro d° lapossibilità di confrontarsi, scambiare espe-rienze, sui temi relativi alla scuola e allaprofessione. L’adesione come Classe perl’ambiente consente di partecipare al con-corso nazionale indetto per premiare ilmiglior progetto educativo realizzato dalleclassi. Sono organizzati corsi di formazionefrontali o a distanza sulle principali temati-che relative alla professione e all’educazio-ne ambientale. Iniziative di volontariato perclassi e istituti, come Nontiscordardimè-Operazione scuole pulite, 100 Strade perGiocare e Festa dell’Albero coinvolgonoogni anno migliaia di classi e cittadini.Numerose le pubblicazioni, le indagini, idossier e gli strumenti informativi:Formazione Ambiente, il trimestrale di ela-borazione culturale e professionale diLegambiente Scuola e Formazione;Legambiente Scuola News, il mensile tele-matico sui temi “caldi” della scuola;Ecosistema Scuola, l’indagine sulla qualitàdell’edilizia scolastica; i percorsi didatticisui principali temi di interesse ambientale;Jey, il bimestrale dedicato agli under 14; iQuaderni di Legambiente: Progettazione ePartecipazione sulla progettazione parteci-pata dei POF, Riflettiamo dedicato all’iden-tità professionale dell’insegnante, Educareè difficile sul dibattito relativo ai cambia-menti in corso nella scuola; Evaluation ofcompetencies in environmental educationsul progetto europeo Socrates/Comenius3

Tepee, Uscire dal Petrolio sulle emergenzeenergetiche e sulle risorse alternative, Dallaparte di Darwin sull’attualità del pensieroevoluzionionista. Il sito web www.legam-biente.com dedica il canale 6 alla scuola ealla formazione; il canale 7 ai ragazzi e aigiovani e contiene Jeynews, il giornale tele-matico sulle novità e le curiosità in temaambientale per i ragazzi. Una rete di oltre30 Centri di Educazione Ambientale eLaboratori territoriali svolgono un ruolo dimediatori tra scuola e territorio, organizzan-do attività e soggiorni educativi per classi egruppi di ragazzi.

PPeerr iinnffoorrmmaazziioonnii::ssccuuoollaa..ffoorrmmaazziioonnee@@mmaaiill..lleeggaammbbiieennttee..ccoommTTeell 00668866226688335500 –– ffaaxx 00668866226688335511

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I PROGETTI EDUCATIVI

CClliimmaa ee ppoovveerrttàà

Clima e povertà vuole cogliere le relazionifra i cambiamenti ambientali e quelli socia-li e ha l’obiettivo di diffondere la consape-volezza del rapporto tra mutamenti climati-ci, sottosviluppo e utilizzo delle risorse. Laclasse che aderisce riceve strumenti e mate-riali didattici per intraprendere un percorsodi studio e di ricerca che aiuti ad agire real-mente sul proprio territorio. Inoltre il pro-getto testimonia l’impegno di Legambientead allargare gli orizzonti dell’agire attraver-so la cooperazione e le azioni di solidarie-tà internazionale con e verso altri Paesi nelrispetto delle risorse locali e delle identitàculturali.Le scuole che aderiscono possonocompiere un atto di solidarietà concreto eutile sostenendo, attraverso la raccoltafondi, le attività previste da progetti di coo-perazione internazionale a Cuba, Ecuador eSwaziland. Oltre alla raccolta fondi alcunescuole realizzano veri e propri gemellaggicon scambi di materiali e informazioni conle scuole degli stessi Paesi.

TTeessoorrii dd’’IIttaalliiaa

Uno degli obiettivi di Tesori d’Italia è farscoprire, conoscere e valorizzare i numerosie diffusi tesori di cui l’Italia è ricca, coinvol-gendo i diversi attori territoriali e dandoalla scuola un ruolo di soggetto culturalenel favorire i processi di sviluppo localesostenibile e di qualità. La classe che ade-risce potrà individuare i tesori del proprioterritorio, utilizzando i materiali didatticispecifici sulla biodiversità, la tradizioneorale, il paesaggio, l’arte e le tipicità terri-toriali. I progetti per la valorizzazione delterritorio più interessanti verranno pubbli-cati nell’Atlante dei tesori sul sito diLegambiente. Inoltre attraverso il progettoLa scuola adotta un comune, le scuole di

città potranno gemellarsi con le scuole deiPiccoli comuni e visitare i tanti piccoli gio-ielli che custodisce il nostro Paese.

PPrreemmiioo lliibbrroo ppeerr ll’’aammbbiieennttee

È un’iniziativa dedicata alla promozione del-l’editoria per bambini e ragazzi, promossaogni anno da Legambiente, La NuovaEcologia, il Comune e la Provincia di Ancona,Il Parco del Conero e la Comunità Montana diEsino-Frasassi. Al premio partecipano autoried editori, enti pubblici e privati, centri dieducazione ambientale, aziende, imprese,associazioni e scuole che hanno editatoopere classificabili in almeno una delleseguenti aree tematiche: Ambiente e Spazi divita, Salute e Alimentazione, Educazione allaPace, all’Intercultura e alla Legalità, Arte eTerritorialità. Legambiente propone alle classidi diventare giurie del concorso, l’insegnantepuò in questo modo proporre ai ragazzi lamigliore editoria sui temi ambientali che ognianno viene prodotta per loro in Italia.

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Testi a cura di

Simonetta Bandini Laura Calzolaio

Francesco Pio Acito

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