ÒOcchi ApertiÓ - Ricreatori.it Carlo Adesso intervista.pdf · Non bisogna trattare il bambino in...

21
Estate Ragazzi 2017 – “Occhi Aperti; rEstate a Narnia” -1- Diocesi di Bologna Estate Ragazzi 2017 “Occhi Aperti” rEstate a Narnia Riflessione su alcuni punti fondamentali del racconto di Lewis: “il Leone la Strega l’Armadio” testo ad uso interno della Diocesi di Bologna distribuito da Pastorale Giovanile e Opera dei Ricreatori

Transcript of ÒOcchi ApertiÓ - Ricreatori.it Carlo Adesso intervista.pdf · Non bisogna trattare il bambino in...

Estate Ragazzi 2017 – “Occhi Aperti; rEstate a Narnia”

-1-

Diocesi di Bologna Estate Ragazzi 2017

“Occhi Aperti” rEstate a Narnia

Riflessione su alcuni punti fondamentali del racconto di Lewis:

“il Leone la Strega l’Armadio”

testo ad uso interno della Diocesi di Bologna distribuito da Pastorale Giovanile e Opera dei Ricreatori

Estate Ragazzi 2017 – “Occhi Aperti; rEstate a Narnia”

-2-

Introduzione

Il testo che segue non è una lettura esaustiva delle “Cronache di Narnia” e tanto meno un testo adatto ad una pubblicazione. Ciò che segue è il prodotto di una lunga, interessante e stimolante riflessione sul tema di Estate Ragazzi scelto per quest’anno. È uno strumento ad uso interno che Pastorale Giovanile e Opera dei Ricreatori mettono a disposizione di tutti i coordinatori che vogliono conoscere meglio la ricchezza di questo testo e poter scoprire i significati più profondi da comunicare agli animatori e ai ragazzi. Vi invitiamo dunque ad utilizzare questo strumento per il vostro lavoro personale e nelle vostre comunità evitando la pubblicazione e divulgazione di altro genere. Il testo è stato redatto da don Carlo Adesso, giovane sacerdote della Diocesi di San Marino Montefeltro in risposta alle domande da noi poste nella giornata di visita alla città di Narni in sua compagnia. Don Carlo per alcuni anni ha sviluppato uno studio approfondito e capillare sui testi di Lewis conducendo una ventina di puntate radiofoniche per Radio Maria. In queste trasmissioni (ancora scaricabili dal sito della radio) ha affrontato con minuziosità di particolari molti passaggi del testo soprattutto facendo emergere quanto di cristiano sia presente in questi testi e quanto questi racconti siano intrisi di teologia. Ha pure avuto la possibilità di intervistare e parlare con protagonisti dei film prodotti. Prima di addentrarsi nella lettura di quanto segue è consigliabile aver letto il testo di Lewis ed eventualmente aver guardato il film prodotto dalla Walt Disney. Indichiamo di seguito le domande che sono state poste a don Carlo Adesso per agevolare la lettura. Premesse pag. 03 1. Perché Lewis scrive un racconto con tanti riferimenti biblici? pag. 04 2. Perché la città di Narni e cosa significa per questo racconto? pag. 05 3. Perché il racconto è ambientato durante la seconda guerra mondiale? pag. 06 4. Perché un passaggio nell’armadio, semplice scelta letteraria? pag. 07 5. Cena – passione – sacrificio di sé – risurrezione pag. 07 6. Fraternità e comunione pag. 11 7. Punizione del traditore pag. 12 8. perché il tempo a Narnia si ferma? pag. 14 9. due figli di Adamo e 2 figlie di Eva: perché quattro? Perché una profezia? pag. 14 10. Il bene dei “più piccoli” trionfa contro la strega pag. 15 11. Il bene: luce, sole e movimento; il male: freddo, ghiaccio e buio pag. 16 12. Perché un Leone? È l’immagine del re? Il leone di Giuda? E la sua umanità? pag. 17 13. Elementi fondamentali dei personaggi e descrizione pag. 18 14. descrizione dei luoghi più importanti pag. 20 15. Perché un lampione? Punto di riferimento per non perdersi? Immagine di luce? pag. 21

Estate Ragazzi 2017 – “Occhi Aperti; rEstate a Narnia”

-3-

"COLPIRE IL CUORE PER NUTRIRE LA MENTE"

Incontro con l'équipe di Pastorale Giovanile Bolognese, Narni 17.11.2016 "CS Lewis sapeva cos'era l'apostolato ... lui è riuscito a metterlo in pratica" Giovanni Paolo II, Udienza privata a Walter Hooper, 14.11.1984

"I believe in Christianity as I believe that the sun has risen, not only because I see it, but because by it I see

everithing else" Scritta che campeggia sulla lapide dedicata a CS Lewis nell'Abbazia di Westminster: "Io credo nel Cristianesimo come credo nel sorgere del sole; non perché lo vedo, ma perché grazie ad esso vedo tutto il resto" Premesse 1) Narnia = un edificio a tre piani!

a. piano terra: quello autobiografico; b. piano intermedio: quello narrativo che si serve del linguaggio SIMBOLICO "sacramentale";1 c. piano alto: quello spirituale-teologico totalmente legittimo e coerente con l'ispirazione dell'autore.

► "Cara Ruth … sono molto felice, pieno di gratitudine che ti sei resa conto del racconto nascosto [Ravasi parlerebbe di meta-testo] dentro i libri di Narnia. è molto strano ma i bambini quasi sempre lo trovano e gli adulti quasi mai!".2 Quando si tratta di Lewis, vi consiglio di non accontentarvi di spiegazioni banali. Lewis va sempre in profondità…3 2) Lewis e i ragazzi:4 "Dobbiamo incontrare i bambini come nostri pari in quell’area della nostra natura dove siamo loro uguali. […] Non bisogna trattare il bambino in quanto lettore né con accondiscendenza e neppure facendo di lui un idolo: parliamogli da uomo a uomo".5 "I ragazzi non sono vasi da riempire ma fiaccole da accendere", Marco Fabio Quintiliano (35ca – 95ca d.C.) "Cerca la verità mentre sei giovane, perché se non lo fai, poi ti scapperà dalle mani" (Platone, "Parmenide") 3) Circa la magia: «Quando dico "magia", non sto pensando alle spregevoli e patetiche tecniche attraverso cui degli stupidi tentano o dei ciarlatani fanno finta di controllare la Natura. Intendo piuttosto ciò che nei racconti di fate suggeriscono espressioni come: "Questo è un fiore magico, e se lo indossi i sette cancelli si apriranno da soli davanti a te"». LEWIS C.S., Letters to Malcolm, 134. Quindi è il senso dello stupore, della meraviglia, della bellezza del mistero che rendono "magica" l'atmosfera che pervade Le Cr. di Narnia.6

4) Mito o allegoria? Allegoria postula un solo significato, mito = molti significati: "Il mio punto di vista, sarebbe che un buon mito (cioè una storia dalla quale sgorghi sempre una differente varietà di significati per lettori differenti) è più profondo di un’allegoria (nella quale è stato inserito un solo significato). In un’allegoria un uomo ha modo di inserire solo quello che già conosce: in un mito quello che ancora non conosce e non potrebbe conoscere in nessun altro modo".7

1 GULISANO P., I Segreti del Mondo di Narnia, PIEMME, 2008, p. 182. 2 LEWIS C.S., Letters to Children, p. 68. 3 ADESSO C.G., 4a puntata del programma radiofonico: "Fare Teologia con un po' di … fantasia!", 24.04.2015. 4 Nel 1957, Lewis definì se stesso "Uno strumento nelle mani di Aslan", LEWIS C.S., Letters to Children, p. 67. 5 LEWIS C.S., Tre modi di scrivere per bambini, 160. 6 Nello sviluppo dei racconti Lewis corregge il tiro riguardo al concetto di magia. Ne Il leone la strega e l'armadio Lewis parla di magia deeper = più profonda e non più grande in rapporto ad Aslan! Ma nel racconto L'ultima battaglia, il termine magia non compare affatto, mentre l'aggettivo magico solo 6 volte su 16 capitoli. Dirimente in tal senso è la lettura de Il nipote del Mago! 7 RIALTI E. (ed.), C. S. Lewis. Prima che faccia notte. Racconti e scritti inediti, Milano, Rcs, 2005, p. 101.

Estate Ragazzi 2017 – “Occhi Aperti; rEstate a Narnia”

-4-

5) Il complesso background di Lewis: Per Lewis, il mondo di Narnia era perfettamente rappresentato nel poema epico cavalleresco The Fairy Queen di Edmund Spencer8: un luogo incantato, pieno di avventure, mistero, meraviglia ed anche creature mitiche come draghi, giganti, elfi e quant’altro.9 "Anche nella più importante delle leggende medievali quella di re Artù troviamo significativo episodio che ha per protagonista un cervo… Un giorno in sogno si trova a caccia nella foresta scorge tra gli alberi un magnifico cervo Bianco, sulle cui tracce si mette immediatamente, dando vita ad un lungo inseguimento".10 1. Perché Lewis scrive un racconto con tanti riferimenti biblici? a) Le stesse parole di Lewis: «Ci sono alcuni che pensano che io abbia cominciato col chiedermi cosa poter dire a dei bambini sul cristianesimo, e che quindi abbia scelto la fiaba come strumento... poi abbia tirato fuori una lista di verità cristiane e abbia cominciato a scolpire su di esse delle allegorie. Ma queste, in effetti, sono tutte chiacchiere. Non avrei mai potuto scrivere un libro in quel modo. Tutto, invece, cominciò con un’immagine: un fauno con un ombrello, una regina su una slitta, un leone magnifico. All’inizio non c’era proprio nulla di cristiano. Fu una cosa che entrò da sola nella storia: era anch’essa parte della "massa ribollente". A quel punto arrivò anche l’idea della forma più adeguata, pretesa da quelle stesse immagini... e così ho pensato alla fiaba: brevità, descrizioni puntuali, morbido tradizionalismo, rigida ostilità verso l’analisi, le digressioni, le riflessioni e tante ciance. Insomma, già ne ero innamorato. Così ho scritto delle fiabe perché esse sembravano la forma migliore per le cose che avevo da dire».11 b) La risposta di Gulisano: "Lewis, come disse egli stesso, non scrisse le Cronache di Narnia con l'intento esplicito di farne uno strumento di dottrina cristiana, ma semplicemente le compose traendo ispirazione da un'illuminazione temporanea, un po' com'era accaduto a Tolkien con gli hobbit. Tuttavia, oltre l'immagine di un fauno sotto un lampione nel mezzo della foresta innevata, ciò che dalla sua fantasia nacque fu l'affascinante riproposizione in chiave fiabesca della più bella storia che il mondo abbia mai sentito narrare: quella di un uomo che offre la propria vita per la salvezza di tutti".12 c) La risposta di don Carlo Adesso: Quando Lewis comincia a scrivere Le Cronache di Narnia, non ha l'intenzione di tradurre i valori del Vangelo in un "codice" capace di meglio trasmettere al cuore dei bambini il messaggio di Gesù. Egli segue semplicemente la sua immaginazione, una facoltà del cuore e dell'intelletto che per lui si realizza quando lascia che le immagini costruiscano da sole l'intera storia. Egli non sta dunque cercando di tradurre il Vangelo in una storia per bambini, ma semplicemente immagina una storia dove è presente la stessa "struttura", la stessa dinamica degli eventi della vicenda cristiana: vuole raccontare la più bella storia che egli conosca. E la più bella storia che egli conosce è quella di Gesù che muore e risorge per noi!

* I testi in cui sono decisamente più espliciti i riferimenti biblici – a mio parere – sono: a) Il Leone, la Strega e l'armadio; b) Il Nipote del Mago; c) ma, soprattutto, L'ultima battaglia!

8 Edmund Spencer (1552 circa - 1599) poeta inglese autore del poema allegorico cavalleresco The fairy queen. 9 Cf. SCHAKEL, The way into Narnia, p. 28. 10 GULISANO P., I Segreti del Mondo di Narnia, p. 108. 11 Cf. LEWIS C.S., Sometimes fairy stories may say best what’s to be said, pp. 526-527. 12 GULISANO P., I Segreti del Mondo di Narnia, p. 45.

Estate Ragazzi 2017 – “Occhi Aperti; rEstate a Narnia”

-5-

2. Perché la città di Narni e cosa significa per questo racconto? Formazione classica di Lewis e cartina dell'Atlante che rappresenta la prova schiacciante; Fortunati G., Narnia e Narni, Capitoli XII e XIII, pagg. 55-79; "Era chiaro che Narnia non era un nome di fantasia, tanto più se lo aveva scelto Lewis, esperto di grandi classici latini", 13. Narnia o Narni? Risponde Paolo Gulisano: «Se nulla sembra casuale, nell'immaginario di Lewis, e i nomi — come abbiamo visto — hanno una grande importanza, il lettore delle Cronache non può non essere incuriosito dal nome "Narnia" dato da Lewis alla sua terra immaginaria, un nome che non evoca la mitologia nordica, ma che ha una sonorità latina. In effetti è quello di un’antica città umbra, quella Narnia che i romani avevano fondato con questo nome e che corrisponde all'odierna cittadina umbra di Narni. Narni peraltro mantenne il nome antico "Narnia" almeno fino al Cinquecento. Questo nome arrivò nella mente dello scrittore direttamente dalle pagine dei libri di storia romana. Lewis era stato fin da bambino un vero divoratore di testi classici, ed evidentemente quel nome di città, situata sulla via Flaminia ed estremo baluardo posto alla difesa di Roma, che si ritrova in autori come Livio e Plinio il Vecchio, aveva lasciato un segno e più che un ricordo nella sua fervida fantasia. Lewis aveva nel suo studio una cartina d'Italia su cui erano stati sottolineati i percorsi delle strade consolari che da Roma portavano al nord. In tale vecchia carta geografica d'Italia la fantasia di C.S. Lewis si sarebbe ispirata per trovare il nome giusto da dare alla terra in cui collocare le avventure dei suoi eroi, che peraltro ha elementi geografici assolutamente fantastici, ben diversi dall'Umbria di Narni, e che semmai ricordano molto, dalle descrizioni dei paesaggi, le contee dell'Irlanda settentrionale dove Lewis era cresciuto. Lewis peraltro non ebbe mai modo di visitare l'Umbria, né il resto d'Italia. Un'ipotesi alternativa a quella della città umbra potrebbe essere quella di un nome elfico preso a prestito da Tolkien. Nel linguaggio inventato dal filologo di Oxford c'è un termine, Nairn, che significa "racconto". Narnia potrebbe allora significare "la terra dei racconti", un'ipotesi plausibile e affascinante. Tuttavia l'ipotesi "umbra" alle origini del mondo fantastico di Lewis è suffragata da un altro dettaglio interessante. Gli abitanti del mondo parallelo di Aslan, infatti, hanno un nome con cui chiamano il nostro pianeta, la nostra terra, la nostra dimensione: Shadowlands, ossia la "Terra delle Ombre". E se questa non fosse altro che una traduzione di "Umbria", visto che in lingua latina umbra significa proprio "ombra"? Certo, in Umbria non c'è il mare, non ci sono le scogliere e i deserti, ma essa è una grande terra verde, solcata da dolci colline, punteggiata di antichi borghi, a loro volta spesso dominati da rocche e castelli. Una terra ombreggiata, dove lo sguardo spazia libero, e dove la mente può immaginare le gesta e le opere degli antichi cavalieri e dei santi di questi luoghi. Si può allora "cercare" Narnia in Umbria? Certamente sì, e non soltanto (anche se non è poco) per quel nome antico. Ha senso proprio perché Narnia non è semplicemente un "mondo che non c'è", ma è in effetti un "mondo altro". Un'Umbria mistica e magica accoglie ancora oggi i suoi visitatori, i suoi ospiti dotati di fantasia e di un cuore fanciullo, che possono rivivere le glorie del passato e liberare l'immaginazione, quella fantasia che non è una fuga dalla realtà, ma un modo diverso di conoscerla. Se poi visitiamo Narni con nel cuore i romanzi fantastici di Lewis potremo vedere questo luogo con occhi diversi. E anche la presenza francescana, che aleggia in città così come in tutta l'Umbria, ci apparirà in una dimensione affascinante: in fondo gli eroi di Narnia sono dei piccoli, degli umili, e l'umiltà era la virtù prediletta di san Francesco. Sono bambini o animaletti, che crescono, diventano grandi sotto ogni aspetto, da brutti anatroccoli diventano cigni, e tutto avendo sullo sfondo sempre lui, il grande leone che ricorda Cristo e la sua potenza salvifica. Vedremo una città arroccata sopra un colle, uno sperone di roccia, dominata dalla sua antica rocca, che non ci può non ricordare Cair Paravel. Una città antica, che seppe lottare fieramente per conservare la propria libertà nei confronti della potenza di Roma, che venne più volte distrutta e ogni volta ricostruita, e sempre nella stessa località. Una città che conobbe il periodo di massimo splendore verso la fine dell'Alto Medioevo quando Narnia conquistò potere su un vastissimo territorio che arrivava sino alla periferia dell'odierna Rieti. Grande potere e grande ricchezza che diedero alla città il suo volto più bello, fatto di palazzi nobiliari, edifici civili, chiese. La città fu sempre orgogliosa della propria potenza, fino a sfidare l'impero stesso. Ancora oggi il passato medievale di Narni riemerge prepotentemente in occasione della tradizionale "Corsa all'Anello". È dal Trecento, quando è nata la festa, che Narni rivive queste giornate. Dieci giorni, nel mese di

13 Fortunati G., Narnia e Narni, p. 25

Estate Ragazzi 2017 – “Occhi Aperti; rEstate a Narnia”

-6-

maggio, pieni di manifestazioni e cortei che culminano in una corsa veloce alla conquista dell'anello d'argento. Un anello che ci richiama inevitabilmente l'anello di Sauron descritto dall'amico Tolkien, l'anello del potere che l'Oscuro Signore brama di possedere e che gli hobbit devono distruggere. E ci ricorda infine gli anelli dello zio Andrew, che avevano trasportato nel tempo e nello spazio Digory fino a Narnia. In conclusione, si può dire che la fantasy si sia fermata in Umbria».14

3. Perché il racconto è ambientato durante la seconda guerra mondiale? A) LIVELLO AUTOBIOGRAFICO: - Gli anni della prima guerra mondiale: Nell’agosto del 1914 scoppia la prima guerra mondiale. Quando Lewis comincia a prestare servizio militare, le sue lettere prendono ad includere riferimenti a nuovi amici come Paddy Moore.15 Ben presto Jack e Paddy sono mandati in guerra e Jack passa il suo diciannovesimo compleanno sui campi di battaglia della Francia. Dopo breve tempo al fronte, Lewis è colpito da quella che le truppe chiamano "febbre da trincea" e i dottori "piressia di origine ignota". Egli, d’altra parte, considera positiva la malattia perché gli ottiene tre intere e dolci settimane all’ospedale francese di Le Tréport. Si tratta di un evento molto significativo per il cammino spirituale di Lewis, poiché è proprio lì che legge per la prima volta le opere di Gilbert Keith Chesterton.16 Apprezza molto il suo modo di scrivere. Proprio come è attratto dal senso di "santità" delle opere di George MacDonald (che di Chesterton è ideale maestro), è altresì attratto da ciò che definisce un senso di "bontà" che pervade gli scritti di Chesterton: è l'inizio del lungo itinerario di conversione. Appena dimesso, Jack è mandato di nuovo al fronte, ma lì giunto, è colpito da un’esplosione che uccide due dei suoi amici. Essere ferito si rivela in fin dei conti, una vera e propria benedizione per lui, dal momento che ciò gli salverà probabilmente la vita stessa. Infatti, il suo caro amico Paddy Moore, purtroppo non ce la fa: egli rimane ucciso su quei campi di battaglia, così come molti altri suoi amici. Janie Moore, la madre di Paddy, affranta per la perdita del figlio, va a visitare Jack, ferito in ospedale, e ciò significa tantissimo per lui. Una volta guarito, Jack mantiene la promessa fatta all’amico Paddy e si prende cura della madre Janie fino alla morte della donna.

- La guerra e la prima pubblicazione di Lewis: Il 20 marzo 1919, all’età di soli vent’anni, Lewis, sotto lo pseudonimo di Clive Hamilton, pubblica Spirits in bondage [spiriti in schiavitù]: a cycle of lyrics17. Usa Clive perché è il suo primo nome ed Hamilton perché cognome di sua madre Flora. L’opera che si divide in tre parti e comincia con un prologo di apertura. Le poesie di questa raccolta sono venate di grande pessimismo e dense di tutta quella negatività che la guerra aveva lasciato in drammatico retaggio. La frase che apre il testo lapidariamente recita: "The land where I shall never be, the love that I shall never see" (La terra dove non sarò mai, l’amore che non vedrò mai). Anche i titoli e il tono delle poesie esprimono la tristezza e la disperazione di quei tempi bui. Nell’ultima poesia, Death in battle, quasi a volere esternare un’intima esigenza, sostiene che la morte in battaglia non è cosa inutile. Essa lascia finalmente soli, soli fino a trovarsi in un mondo di valli fiorite, soli nel giardino di Dio.18

- Gli anni della seconda guerra mondiale: Ma la vita del professore non è tutta libri e discorsi, egli continua a vivere a "The Kilns". Egli trascorre parecchio tempo insegnando ad alcuni bambini profughi di guerra (per lo più provenienti da città a rischio di bombardamento), ai quali ha offerto ospitalità in segno di collaborazione concreta col paese in guerra. In quest’atmosfera familiare, caratterizzata dagli schiamazzi dei bambini e dalle necessità della vita domestica, il buon Jack accudisce la sempre più insofferente Mrs. Moore (madre del suo amico Paddy), costretta a passare la maggior parte della giornata a letto. Ma, pur preso da questi impegni, Lewis comincia a scrivere "Le Cronache di Narnia".

14 GULISANO P., I Segreti del Mondo di Narnia, pp. 66-69. 15 Edward Francis Courtenay Moore (1898-1918). Figlio di Jane King Moore. Lewis divenne suo amico nel periodo dell’addestramento militare prima dei combattimenti del 1918. 16 Gilbert Keith Chesterton (1874-1936). Scrittore e giornalista inglese. Il suo contributo letterario fu di fondamentale importanza nel cammino di conversione di Lewis. 17 HAMILTON C., Spirits in bondage: a cycle of lyrics, London, William Heinemann, 1919. 18 Cfr. LEWIS C.S., Spirits in bondage: a cycle of lyrics, New York, Harcourt Brace Jovanovich, 1984, p. 74.

Estate Ragazzi 2017 – “Occhi Aperti; rEstate a Narnia”

-7-

B) LIVELLO TEOLOGICO "Il conflitto che oppone la terra di Narnia alla strega bianca riflette il pensiero di Lewis, che avvertiva la storia come il luogo dell'eterno combattimento tra il bene e il male… Ma la cattiveria è solo una bontà stravolta, viziata e deve esistere qualcosa di buono, perché lo si possa viziare. La concezione di Lewis del bene del male non è dunque manichea, ma saldamente cristiana… Per il cristianesimo… il nostro universo è in guerra. Ma per il cristianesimo non si tratta di un conflitto tra potenze indipendenti, bensì di una guerra civile, di una ribellione: e noi viviamo in una parte dell'universo occupata dal ribelle".19 Ciò apparirà anche nel racconto "Il Principe Caspian", nella "Sedia d'argento" ma, in modo sommamente evidente, nell'ultimo racconto delle Cronache di Narnia, intitolato, non a caso, "L'ultima battaglia".

4. Perché un passaggio nell’armadio, semplice scelta letteraria? Jack legge da bambino i racconti di Edith Nesbit20, tra cui The aunt and Amabel, dove si parla di un mondo magico cui si accede attraverso un armadio in una stanza vuota. Quest’immagine unita alla realtà quotidiana dei bambini sfollati della seconda guerra mondiale alloggiati a "The Kilns", gli dà l’ispirazione per quel che poi sarebbe stato il primo di sette libri di Narnia. La porta di Ap 4,1ss (che si spalanca nel cielo) introduce Giovanni nella visione delle cose di Dio, così come la porta dell’armadio introduce Lucy nella visione di Narnia!

5. Cena – passione – sacrificio di sé - resurrezione a) Ultima cena già turbata dalla tristezza di Aslan: “Nell'ultima parte del viaggio [dalla tavola di pietra al guado di Beruna], Susan e Lucy restarono sempre vicine ad Aslan, che sembrava di umore triste e depresso... L'umore di Aslan impressionò più o meno tutti, quella sera. La cena si svolse in un silenzio quasi completo e ognuno si chiedeva se i momenti di gioia all'arrivo di Aslan non fossero stati altro che un sogno. La felicità sembrava svanita, ed era durata così poco!” LEWIS C.S., Le Cronache di Narnia, Il Leone, la Strega e l'armadio, Capitolo 14, Mondadori, Cles 201134, p. 259

b) Il Getsemani di Aslan: “La luna splendeva alta nel cielo e la notte era straordinariamente silenziosa ... Susan afferrò il braccio di Lucy e mormorò: — Guarda! in lontananza, dove finiva il grande prato... videro il leone che se ne andava lentamente. Le due ragazze non ebbero bisogno di consultarsi: si misero subito a seguirlo. Salirono per il pendio che portava oltre la valle e girarono a destra. Aslan.... camminava nell'ombra del bosco... Susan e Lucy avevano i piedi tutti bagnati per la rugiada che inzuppava l'erba, ma non se ne curavano. Aslan... sembrava in qualche modo diverso dal grande leone che avevano conosciuto: camminava trascinando la coda per terra, a testa bassa е lentamente, come se fosse stanco, stanco, stanco. Quando arrivarono in un grande prato... le due sorelle... si avvicinarono a lui e quando furono vicine, il leone esclamò: — Oh, bambine. Perché mi avete seguito? — Non riuscivamo a dormire — rispose Lucy e non aggiunse altro, perché in qualche modo era sicura che Aslan conoscesse i loro pensieri. — Possiamo venire con te? — chiese Susan. — Non importa dove. — Mi farebbe piacere avere compagnia, stanotte — mormorò il leone... — Venite pure, ma promettetemi che mi lascerete solo quando ve lo dirò. —Oh, si — dissero insieme Susan e Lucy e si misero una a destra e l'altra a sinistra. Ma come camminavano lentamente! Aslan teneva la testa così bassa che sfiorava l'erba con il naso. A un certo punto inciampò persino. Si udì una specie di lamento. — Aslan, caro Aslan — mormorò Lucy. — Cosa c'è che non va? — Ti senti male, caro? — chiese Susan. — No — rispose i1 leone. — Mi sento triste e abbandonato. Mettetemi la mano sulla criniera e andiamo avanti così. Sentirò che mi siete vicine. Susan e Lucy fecero come lui aveva detto e come non avrebbero mai osato senza il suo permesso, anche se lo avevano

19 GULISANO P., I Segreti del Mondo di Narnia, pp. 98.100. 20 Edith Nesbit (1858-1924), poetessa inglese.

Estate Ragazzi 2017 – “Occhi Aperti; rEstate a Narnia”

-8-

desiderato fin dal primo momento... Alla fine arrivarono al grande spiazzo sulla collina, dove sorgeva la Tavola di Pietra... Aslan si fermò e disse: — Oh, bambine, bambine mie, qui dobbiamo proprio lasciarci. Qualsiasi cosa accada, badate che nessuno vi veda. Susan e Lucy scoppiarono a piangere senza sapere il perché... abbracciarono stretto stretto il leone baciandolo sul muso, sul naso, sui grandi occhi tristi. Poi Aslan si staccò da loro e prosegui da solo”. LEWIS C.S., Le Cronache di Narnia, Il Leone, la Strega e l'armadio, Capitolo 14, Mondadori, Cles 201134, pp. 261-262

c) Aslan catturato e legato: “Intorno alla Tavola di Pietra c'era una gran folla... che strane e orribili creature erano mai quelle! Orchi con denti mostruosi, uomini con teste di toro e altre lugubri figure che non vi descrivo... C'erano streghe, arpie e megere; spiriti, folletti e demoni; serpenti alati, pipistrelli, gufi, civette; draghi e lupi mannari. Insomma, tutti gli esseri demoniaci, orribili e crudeli e le creature d'incubo che parteggiavano per la Strega Bianca. Accanto alla Tavola di Pietra c'era lei. Quando Aslan apparve, dalla folla si levò un confuso mormorio, certamente di timore. Per un attimo anche la strega sembrò colta dal panico e restò a guardarlo, muta. Poi si riprese, scoppiò in una risata selvaggia e gridò: — Il pazzo è venuto davvero! Legatelo subito. Lucy e Susan trattennero il fiato, aspettando che Aslan lanciasse il suo tremendo ruggito e balzasse addosso ai nemici. Ma non accadde niente di simile. Quattro orribili megere si fecero avanti sogghignando biecamente, ma anche esitando un poco... — Legatelo, ho detto! — ripeté la Strega Bianca. Le quattro megere allungarono di scatto le mani adunche, e vedendo che Aslan non reagiva minimamente gettarono un grido di trionfo. Subito altri loschi personaggi... si lanciarono a dare man forte, e tutti insieme rovesciarono l'enorme leone sul dorso e gli legarono le zampe. E intanto sghignazzavano e gridavano evviva! come se avessero compiuto un'azione particolarmente coraggiosa. Eppure, se il leone avesse voluto, una sola zampata avrebbe significato la morte degli assalitori. Invece non reagì, neanche quando í nemici cominciarono a stringere i nodi, tirando le corde cosi forte che furono sul punto di segargli la pelle; poi lo trascinarono verso la Tavola di Pietra.” LEWIS C.S., Le Cronache di Narnia, Il Leone, la Strega e l'armadio, Capitolo 14, Mondadori, Cles 201134, pp. 262-263

d) Aslan denudato e schernito: “Basta, ora — comandò la strega. — Dobbiamo sistemargli la criniera... Dalla folla dei seguaci si levò un coro di risatacce volgari. Un orco si fece avanti: teneva in mano un paio di forbici e, zac-zac-zac, cominciò a tagliare ampie ciocche di peli dorati. Quand'ebbe finito, sul terreno si ammassava il resto della lunga criniera e l'orco si tirò da parte. — Dopo tutto non era che un gattone — gridò uno — E noi avevamo tanta paura di quello — esclamò un altro. Si misero a sbeffeggiarlo con frasi idiote, come «Micio, micio... quanti topolini hai acchiappato oggi?» oppure «Vuoi un po' di latte nel piattino, micetto?». — Oh... come possono fare una casa simile — mormorò Lucy, mentre le lacrime le rigavano il volto. — Sono bruti, delle belve! Ora che avevano superato il momento della sorpresa, Lucy e Susan si accorsero che, pur cosi tosato, Aslan faceva bella figura, sembrava più coraggioso e paziente che mai. — Mettetegli la museruola! — ordinò la strega... Aslan avrebbe potuto azzannarli alle mani con un rapido colpo di mascella, ma non si mosse neppure. Questo parve aumentare la rabbia della gentaglia. Ora tutti si avvicinavano, compresi quelli che non avevano avuto i1 coraggio di farlo prima... E lo canzonavano, lo coprivano di calci e pugni, sputavano su di lui indecentemente”. LEWIS C.S., Le Cronache di Narnia, Il Leone, la Strega e l'armadio, Capitolo 14, Mondadori, Cles 201134, pp. 263-264

e) La "crocifissione" di Aslan: “Quando la rabbia si fu completamente sfogata, gli aguzzini decisero di issare Aslan sulla Tavola di Pietra. Cominciarono a tirare verso l'alto e a spingere dal basso, ma il leone era così grande che ci vollero tutti i loro sforzi per riuscire nell'impresa... — Vigliacchi! Vigliacchi! — singhiozzava Susan. — Hanno paura di lui anche adesso. Quando anche questa operazione fu compiuta (e Aslan era un unico ammasso di corde) sulla folla cadde un profondo silenzio”. LEWIS C.S., Le Cronache di Narnia, Il Leone, la Strega e l'armadio, Capitolo 14, Mondadori, Cles 201134, p. 264

f) La morte/immolazione di Aslan sulla tavola di pietra: “Quando anche questa operazione fu compiuta (e Aslan era un unico ammasso di corde) sulla folla cadde un profondo silenzio. Le quattro streghe aiutanti si misero ai quattro angoli della Tavola di Pietra, reggendo ognuna una torcia. La Strega Bianca si tolse il mantello e rimase con le braccia nude, come la notte precedente [quando aveva tentato di immolare] Edmund. Cominciò ad affilare il coltello, e quando la luce delle torce lo colpì a Susan e Lucy sembrò che non fosse d'acciaio ma di pietra, e di forma strana o diabolica. Alla fine anche la Strega Bianca si avvicinò alla Tavola di Pietra e si fermò accanto alla testa di Aslan. La strega aveva la

Estate Ragazzi 2017 – “Occhi Aperti; rEstate a Narnia”

-9-

faccia stravolta dalla malvagità, ma lui guardava in alto, verso il cielo, sempre tranquillo, né impaurito né irato, solo un po' triste. Allora, prima di vibrare il colpo, la strega si chinò su di lui e con voce fremente chiese: — Dunque, chi ha vinto? E tu, pazzo, credi che con questa salverai il traditore? Io ti ucciderò al posto suo, come era nel patto: cosi la Grande Magia sarà rispettata. Ma quando sarai morto, chi mi impedirà di uccidere anche lui? Chi lo strapperà dalle mie mani, allora? Mi hai consegnato, e per sempre, il regno di Narnia. Hai perso la tua vita ma non hai salvato quella di lui. Capiscilo finalmente e muori nella disperazione.” LEWIS C.S., Le Cronache di Narnia, Il Leone, la Strega e l'armadio, Cap. 14, Mondadori, Cles 201134, p. 265

g) Le sorelline piangono su Aslan come le pie donne: “La luna ormai tramontava ed era velata da nuvole leggere, ma Susan e Lucy riuscivano ancora a vedere la forma del leone che giaceva morto, strettamente avvinto nei legami. Si inginocchiarono vicino a lui, sull'erba umida, baciarono e ribaciarono la testa fredda, accarezzarono quel poco che rimaneva della bella criniera e piansero finché ebbero lacrime. Poi si guardarono in faccia e stringendosi le mani al colmo della malinconia, piansero ancora.” LEWIS C.S., Le Cronache di Narnia, Il Leone, la Strega e l'armadio, Capitolo 15, Mondadori, Cles 201134, pp. 266-267

h) La risurrezione di Aslan: “Mentre spuntava il sole, [Lucy e Susan] sentirono dietro di sé un rumore fortissimo, il fragore assordante di un lastrone gigantesco che si spacca. — Cos'è stato? — chiese Lucy, afferrando intimorita il braccio di Susan. — Ho... ho... paura a voltarmi — rispose Susan, balbettando. — Dev'essere successo qualcosa di terribile. — A lui? Gli stanno facendo qualcosa di peggio? — chiese Lucy — Andiamo a vedere — e si voltò di scatto trascinando con sé anche Susan. Nella luce del sole nascente tutto sembrava diverso: i colori e le ombre erano mutati a tal punto che in un primo momento non videro la cosa più importante. Poi, sì: la grande Tavola di Pietra si era rotta in due pezzi, lungo una fessura trasversale che andava da pane a parte. E il corpo di Aslan non c'era più... — È terribile — esclamò Lucy, rimettendosi a singhiozzare. — Potevano almeno lasciarci il suo corpo. — Chi ha fatto una cosa simile? — si chiese Susan, piangendo anche lei. — Cosa significa? C'è un'altra magia? — Si — rispose una voce profonda alle loro spalle. — C'è un'altra magia. Le due bambine si guardarono intorno. Là, splendido nella luce del sole nascente, c'era Aslan. Più grande di come lo avevano visto prima, più nobile, più maestoso. Scuoteva la criniera. — Aslan! — esclamarono entrambe, fissandolo impaurite e contente al tempo stesso. — Allora non eri morto, caro Aslan? — chiese Lucy. — Non sono più morto — rispose il leone. — Non sei... non sei un... — domandò Susan con voce tremante. Non sapeva decidersi a dire la parola "fantasma". Aslan si avvicinò, piegò un poco la testa e le diede una leccatina sulla fronte. Susan sentì il calore del suo fiato e quella specie di profumo che sembrava diffusa intorno a lui. — Ti sembro un fantasma? — chiese Aslan. — Oh, no. Sei vivo, sei vivo! — gridò Lucy, e tutt'e due si lanciarono verso di lui, ripresero ad abbracciarlo, accarezzarlo e coprirlo di baci. — Ma cosa significa? — chiese Susan, quando si furono un po' calmate. Aslan rispose: — Significa che la Strega Bianca conosce la Grande Magia, ma ce n'è un'altra più grande che non conosce. Le sue nozioni risalgono all'alba dei tempi: ma se potesse penetrare nelle tenebre profonde e nell'assoluta іmmobilità che erano prima del tempo, vedrebbe che c'è una magia più grande, un incantesimo diverso. E saprebbe che, quando al posto di un traditore viene immolata una vittima innocente e volontaria, la Tavola di Pietra si spezza e al sorgere del sole la morte stessa torna indietro. — Oh, è meraviglioso — esclamò Lucy battendo le mani e saltando dalla gioia. — E ora come ti senti, Aslan? — Sento che mi tornano le forze... — E ora occupiamoci di cose serie — disse infine Aslan. — Tappatevi le orecchie, bambine, perché sento che devo fare un gran ruggito. Susan e Lucy obbedirono. Il leone spalancò le fauci e assunse un'espressione cosi terribile che le due ragazze non osarono più guardarlo. Videro invece che gli alberi davanti a lui si piegavano come fuscelli al soffio del vento. Dobbiamo fare un lungo viaggio. Meglio che mi montate in groppa — concluse Aslan”. LEWIS C.S., Le Cronache di Narnia, Il Leone, la Strega e l'armadio, Capitolo 15, Mondadori, Cles 201134, pp. 269-272

i) La discesa di Aslan nell'Ade della Strega: “Era già quasi mezzogiorno quando arrivarono sulla cima di una collina molto ripida: davanti a loro, in fondo alla valle, si ergeva un castello che sembrava piccolo come un giocattolo, fatto di sole torri puntute. [quando] Susan e Lucy si trovarono di fronte al castello... non sembrava più un giocattolo, ma un edificio sinistro, coronato di torri minacciose... Le due sorelline si ritrovarono ... nel bel mezzo di un grande cortile pieno di statue”. LEWIS C.S., Le Cronache di Narnia, Il Leone, la Strega e l'armadio, Capitolo 15, Mondadori, Cles 201134, p. 273

Estate Ragazzi 2017 – “Occhi Aperti; rEstate a Narnia”

-10-

i1) Aslan libera i prigionieri pietrificati: “Che posto — esclamò Lucy. — Sembra di essere in un museo, con tutte queste statue. — Ssst! — la zittì Susan. — Guarda... Aslan faceva qualcosa di strano. Si era avvicinato ad un leone di pietra e gli soffiava addosso. Poi continuò in queste stranezze: Si girò di scatto… e soffiò sul nano di pietra... quindi si spostò di fianco e soffiò su una driade, poi su un coniglietto e su due centauri... Fu in quel momento che Lucy gridò: — Susan, Susan, guarda!... Quando Aslan aveva soffiato sul leone di pietra non era successo niente... Poi era apparsa una striscia dorata lunga il dorso e ben presto si era allargata e allungata, guizzando sul corpo di pietra... La parte posteriore del leone di pietra era ancora rigida e lui già scuoteva la criniera... poi aprì la bocca, fece un potentissimo sbadiglio, alzò una zampa... Poi vide Aslan, lo raggiunse di corsa e si mise a saltargli intorno come un cucciolo... [ora] Il grande cortile non somigliava più ad un museo, ma a uno zoo: il gelido biancore delle statue si era trasformato in una festa di colori... Le creature ridenti circondavano Aslan e gli danzavano intorno... Il cortile, già invaso dal mortale silenzio delle statue, ora echeggiava di ruggiti e latrati festosi, di nitriti e abbaiamenti, squittii e cinguettii; e scalpitar di zoccoli, grida di gioia, risate e canzoni.” LEWIS C.S., Le Cronache di Narnia, Il Leone, la Strega e l'armadio, Capitolo 16, Mondadori, Cles 201134, pp. 274-275;

i2) La luce penetra nell'Ade: “Poi anche la scorribanda nel castello della strega fini. La tetra fortezza era assolutamente vuota, con porte e finestre spalancate perché la luce brillante del sole e la fresca aria primaverile entrassero anche negli angoli più bui, dove ce n'era maggior bisogno”. LEWIS C.S., Le Cronache di Narnia, Il Leone, la Strega e l'armadio, Capitolo 16, Mondadori, Cles 201134, p. 277;

i3) L’esodo dal castello della strega: “Bene Fracassone – disse Aslan al gigante – te la senti di aprire il cancello? – Agli ordini eccellenza – rispose il gigante… Si avvicinò al cancello e bang-bang-bang giù colpi con l'enorme clava… Quando il polverone si diradò … lo strano esercito uscì dal castello attraverso il varco aperto dalla clava del gigante…” LEWIS C.S., Le Cronache di Narnia, Il Leone, la Strega e l'armadio, Capitolo 16, Mondadori, Cles 201134, pp. 277.279.

l) La cena dopo la vittoria: “Verso le otto Aslan procurò cibo per tutti (non so dirvi come abbia fatto, ma certo è che si trovarono seduti nell'erba con una bella cenetta: non mancava neppure il tè caldo...)”. LEWIS C.S., Le Cronache di Narnia, Il Leone, la Strega e l'armadio, Cap. 17, Mondadori, Cles 201134, p. 284

* La tavola di Aslan posta all'inizio della fine del mondo: Giunti sull'isola della stella, o di Ramandù, Caspian e compagni…:"Videro uno spazio rettangolare, circondato da colonne grigie, senza il tetto. All'interno del rettangolo correva una lunga tavola coperta di un prezioso panno rosso. Sui lati c'erano sedie di pietra lavorate con grande maestria e fornite di cuscini di seta. Sulla tavola imbandita c'era ogni ben di Dio, un banchetto ricco e prelibato".21 A questo punto, una bellissima fanciulla – della quale Lewis non specifica il nome! – li accoglie e svela il segreto di quel luogo e, soprattutto, di quella tavola: "Benvenuti alla tavola di Aslan! Questa tavola serve a sfamare quelli che ci arrivano. C'è chi chiama quest'isola 'la Fine del Mondo', perché, sebbene si possa proseguire ancora, questo posto è l'inizio della Fine'".22 La tavola di Aslan, posta "all'inizio della fine del mondo", è colma di ogni squisitezza. Al riguardo mi è venuto in mente che nel libro di Isaia è scritto che: "Alla fine dei tempi il Signore preparerà per tutti i popoli, un banchetto di grasse vivande, di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati" (25,6). Ma la tavola di Aslan si differenzia dal banchetto descritto dal profeta Isaia, per un particolare fondamentale che Lucy, Caspian e gli altri intravedono, allorché la bellissima fanciulla senza nome, poggia un candelabro d'argento su quella tavola per illuminarla: "Lucy notò un oggetto che era sfuggito alla loro attenzione: un coltello di pietra, tagliente come l'acciaio e con l'aria di qualcosa di antico e terribile. Era lì sul tavolo. – 'Cos'è quel Coltello di Pietra?' – domandò Eustache. – 'Nessuno di voi lo sa?' chiese la giovane donna. – 'Io… – intervenne Lucy – …credo di averne già visto uno simile. Fu con un coltello come questo che la Strega Bianca uccise Aslan sulla Tavola di Pietra, tanto tempo fa'. – 'È proprio quello' – disse la fanciulla. – 'Fu portato qui per essere conservato come reliquia fino alla fine del mondo'". LEWIS C.S., Le Cronache di Narnia, Il viaggio del veliero, Capitolo 13, pp. 783.784.23

21 LEWIS C.S., Le Cronache di Narnia, Il viaggio del veliero, Capitolo 13, pp. 778. 22 LEWIS C.S., Le Cronache di Narnia, Il viaggio del veliero, Capitolo 13, pp. 785. 23 "Ora tutto risulta straordinariamente chiaro. La tavola di Aslan, è la Mensa Eucaristica, memoriale del sacrificio di Gesù sulla croce. Quella mensa inaugura la fine della storia, ed è imbandita per accogliere tutti coloro che intraprendono il viaggio verso il Paradiso. La

Estate Ragazzi 2017 – “Occhi Aperti; rEstate a Narnia”

-11-

** Agnello e Gv 21: I ragazzi scesero dalla scialuppa e proseguirono verso sud, lasciandosi il muro d'acqua a sinistra. Neanche loro avrebbero saputo spiegare perché; fecero così e basta, perché quello era il loro destino. A bordo del Veliero dell'Alba si erano convinti di essere diventati adulti, ma ora, si sentirono bambini, come un tempo e si presero per mano. Cammina cammina, si trovarono in un prato, una distesa verde e immensa. Poi i ragazzi videro una macchia bianca che si stagliava sul verde dell'erba, di un candore accecante. Si avvicinarono e videro che si trattava di un agnello. – 'Venite a mangiare' – disse l'agnello con voce dolce e suadente. Solo allora si accorsero che sull'erba c'era un fuoco con del pesce lasciato ad arrostire. Sedettero e mangiarono il pesce. Lewis C.S., Le Cronache di Narnia, Il viaggio del veliero, Capitolo 16, Mondadori, Cles 201134, p. 819.

*** L'esito dell'ultima battaglia? La mensa di Aslan: “Mi giocherei la barba, Maestà — disse Poggin — che prima di domani saremo costretti a varcare quella porta maledetta. E potrei citare altri cento modi di morire meno dolorosi di quello che ci aspetta. — Più che una porta — commentò Re Tirian — sembra una bocca assetata di sangue. — Non possiamo fare niente per fermare questa strage? — chiese Jill con la voce rotta dal pianto. — No, amica mia — rispose Diamante, sfiorandole gentilmente il viso con il muso. — Forse attraverseremo la soglia del regno di Aslan, stanotte mangeremo alla sua mensa”. LEWIS C.S., Le Cronache di Narnia, L'ultima battaglia, Capitolo 12, Mondadori, Cles 201134, p. 1110. 6. Fraternità e comunione Dal 1939 al 1954, insieme a un gruppo di professori universitari, Lewis e Tolkien hanno l’abitudine di ritrovarsi ogni martedì sera all’Eagle and Child, un pub di Oxford. Sono gli "Inklings" un circolo letterario molto informale, che ama parlare di filosofia e poesie. Il termine "inkling" significa anche indizio. Quindi gli "Inklings" sarebbero coloro che si dilettano a seguire degli indizi, delle idee attraverso i loro scritti appena abbozzati. Paolo Gulisano ne sottolinea gli aspetti più informali e caratteristici: "Il gruppo di amici che trascorrevano lunghe ore in conversazione a volte nelle stanze di Lewis al Magdalene College o più spesso nel pub del centro di Oxford chiamato Eagle and Child (l’aquila e il bambino) che gli Inklings denominarono più familiarmente Bird and baby (l’uccello e il bambino) diventò un vero e proprio laboratorio artistico, dove le produzioni di ciascuno venivano lette ad alta voce agli altri. Era un circolo di poeti, di letterati fuori moda e di cristiani convinti assolutamente informale, senza regole, cariche, ordini del giorno o elezioni, e si era ammessi senza alcuna formalità. L’unica legge che vigeva nel gruppo era quella dell’amicizia, il fondamento sul quale per anni si resse questo sodalizio umano".24 E in quella sede, capita a volte di poter ascoltare preziose anticipazioni come quelle di opere del calibro di Il signore degli anelli, Le lettere di Berlicche e Le Cronache di Narnia. Della cerchia di amici fa parte anche Warnie Lewis. Altri membri del gruppo sono successivamente Owen Barfield25, Hugo Dyson, il dottor Robert Havard26, Nevill Coghill e Charles Wrenn27 e Colin Hardie.28 Col tempo vi sono nuovi ingressi: il più significativo è certamente quello di Charles Williams29, con cui Lewis stringe un legame fortissimo, a volte anche a scapito di quello con Tolkien.30 Tra gli "Inklings", gli argomenti politici e religiosi non sono certamente banditi e, col tempo, la presenza cattolica cresce considerevolmente: Tolkien, suo figlio Christopher31, il domenicano Padre Gervase Mathews32, James Dundas-Grant33 ed altri ancora.

fanciulla bellissima e senza nome, che spiega a Caspian e compagni il significato della tavola di Aslan, potrebbe tranquillamente essere immagine della Chiesa, che invita e accoglie tutti i popoli a sedersi alla Mensa Eucaristica e inaugurare così il compimento della storia!" ADESSO C.G. Dalla 9a puntata del programma "Fare Teologia con un po' di … fantasia!" , 25.09.2015. 24 GULISANO, C.S. Lewis, p. 84. 25 Owen Barfield (1898-1997), filosofo ed avvocato. 26 Robert E. Havard (1901-1985), medico dei fratelli Lewis. 27 Charles L. Wrenn (1895-1969), professore di Anglosassone ad Oxford dal 1946 al 1963. 28 Il figlio del prof. Colin Hardie, di nome Nicholas, è stato il dedicatario del racconto "La sedia d'Argento" ed è stato ospite della 11a puntata della trasmissione "Fare teologia con un po' di … fantasia", il 27.11.15 29 Charles Williams (1886-1945), editore alla Oxford University Press dal 1908 al 1945. 30 Cf. GULISANO P., C.S. Lewis, 86. 31 Christopher Tolkien (nato nel 1924), professore di Lingua inglese ad Oxford fino al 1975; figlio di J. R. R. Tolkien ed editore delle opere postume di suo padre. 32 Padre Gervase Mathews OP (1905-1976), domenicano di Blackfriars, professore di studi Bizantini alla Oxford University. 33 Jim Dundas-Grant (1896-1985), Comandante della Divisione navale della Oxford University.

Estate Ragazzi 2017 – “Occhi Aperti; rEstate a Narnia”

-12-

7. Punizione del traditore Il cuore del traditore in casa dei castori: “Edmund... aveva mangiato come gli altri ma senza provarci gusto, perché continuava a pensare ai dolci della Strega Bianca... Aveva ascoltato i discorsi degli altri senza aprire bocca; era imbronciato perché gli sembrava che nessuno si curasse di lui e che Peter lo trattasse con freddezza. Non era vero, naturalmente, ma a lui pareva così. Quando aveva sentito il nome di Aslan, non aveva provato la sensazione di gioia profonda e misteriosa delle sorelle e del fratello, ma una specie di orribile angoscia”. LEWIS C.S., Le Cronache di Narnia, Il Leone, la Strega e l'armadio, Capitolo 9, Mondadori, Cles 201134, p. 217

Il Sig. Castoro smaschera Edmund il traditore: “Ma come? — insisté il signor Castoro. — Non avete ancora capito? Edmund è andato da lei. Ci ha traditi. — Oh, no, no — balbettò Susan. — Non può aver fatto una cosa simile. — No? — ripeté il signor Castoro... — È mai stato in questo paese, lui? — chiese il signor Castoro. — Si — rispose Lucy con un filo di voce. — E vi ha detto cosa ha fatto e chi ha incontrato? — No — rispose Lucy per tutti... — Se Edmund è già stato qui e non vi ha detto chi ha incontrato, vuol dire che ha incontrato la Strega Bianca e si è messo dalla sua parte. Lei gli avrà dato degli ordini e gli avrà fatto vedere dove abita. Io non ve l'ho detto prima perché dopo tutto é vostro fratello, ma appena ho visto i suoi occhi ho pensato: "Ecco un traditore." Ha proprio la sguardo di uno che è già stato con la Strega Bianca e ha mangiato il suo cibo magico. Ve ne sareste accorti anche voi, se aveste vissuto nel paese di Narnia tutti gli anni che ci ho vissuto io. C'è qualcosa, nei loro occhi — disse il signor Castoro...” LEWIS C.S., Le Cronache di Narnia, Il Leone, la Strega e l'armadio, Capitolo 8, Mondadori, Cles 201134, pp. 214-215

Il cuore del traditore: “Edmund non era così cattivo da desiderare che suo fratello e le sorelle fossero trasformati in statue di pietra: voleva una buona razione dei magici dolci, aspirava a diventare principe e forse re. Soprattutto, voleva prendersi la rivincita su Peter che lo giudicava un ragazzino stupido e bugiardo... "Quello che dicono di lei non dev'essere vero" pensava Edmund. "Tutte calunnie, perché la odiano. Forse è proprio la regina legittima... Comunque, meglio una donna che l'orribile Aslan". Lewis C.S., Le Cronache di Narnia, Il Leone, la Strega e l'armadio, Capitolo 9, Mondadori, Cles 201134, p. 218

Come si sente un traditore? “Edmund era pieno di lividi e graffi, bagnato fradicio e con un terribile senso di solitudine e sconforto,” Lewis C.S., Le Cronache di Narnia, Il Leone, la Strega e l'armadio, Capitolo 9, Mondadori, Cles 201134, p. 218

Il trattamento che la strega riserva ad Edmund: “Edmund... Quando si azzardò a chiedere: — Maestà, potrei avere i dolci che mi ha promesso? — Ella rispose seccamente: — Zitto tu, imbecille. — Poi sembrò ripensarci e mormorò tra sé: — Non vorrei che questo marmocchio mi svenisse dalla fame, strada facendo. — Quindi batté le mani col suo fare imperioso e subito comparve un altro nano. — Porta qualcosa da mangiare e da bere a quest'essere umano. E dopo un attimo il nano fu di ritorno. In una mano teneva un piatto di ferro con del pane secco, nell'altra una brocca d'acqua. — Ecco i dolci per il principino — disse con un sogghigno ripugnante... — Porta via subito questa roba — gridò Edmund, can stizza. — Non mango pane secco, io. La strega si voltò verso di lui e lo guardò con un'espressione così terribile che il ragazzo si affrettò a scusarsi, prese il pane e cominciò a sbocconcellarlo...” Lewis C.S., Le Cronache di Narnia, Il Leone, la Strega e l'armadio, Capitolo 11, Mondadori, Cles 201134, p. 233

Edmund comincia a rientrare in sé stesso: “Come si sentiva infelice, il povero Edmund (è stanco, impaurito, bagnato fino all'osso). Capiva bene che non c'era la minima probabilità che la Strega Bianca lo facesse diventare re o principe. Le bugie che si era raccontato per convincersi che fosse buona, gentile e avesse diritto al trono, gli sembravano enormi sciocchezze. Avrebbe dato qualunque cosa per trovarsi ancora con gli altri, perfino con Peter. L'unica consolazione era sperare che si trattasse di un brutto sogno dal quale presto o tardi si sarebbe svegliato: perché a mano a mano che proseguivano nel viaggio... gli pareva davvero di sognare.” Lewis C.S., Le Cronache di Narnia, Il Leone, la Strega e l'armadio, Capitolo 11, Mondadori, Cles 201134, pp. 234-235

L'inizio della conversione di Edmund: “A un certo punto la Strega Bianca gridò: — Cosa succede, qui? Ferma!... fissava accigliata un gruppetto composto da una coppia di scoiattoli con i loro piccoli, un nano, due satiri giovanissimi e una volpe molto vecchia seduti intorno a una tavola... Ma quando... videro la slitta e chi la occupava, ogni allegria sparì dai

Estate Ragazzi 2017 – “Occhi Aperti; rEstate a Narnia”

-13-

loro volto. — Cosa significa questo? — Nessuno rispose. — Rispondete, luridi parassiti... Cos'è questa baldoria, queste leccornie? Dove avete preso le vivande? Dove le avete rubate? — nessun furto. Ce le hanno regalate [disse la volpe] — Chi vi ha fatto questi regali? — gridò ancora la strega. — B-b-babbo N-n-natale — balbettò la volpe. — Cosa? — ruggì la Strega... Edmund vide che la Strega Bianca si mordeva le labbra al punto che all'angolo della bocca apparve una goccia di sangue. Poi lei alzò la bacchetta magica. — Oh, no, per favore, no! — gridò Edmund. Si può dire che i1 ragazzo non avesse ancora finito di gridare, e dove prima c'era un'allegra brigata non rimasero che statue... di pietra attorno a una tavola di pietra, davanti a piatti di pietra... — E questo è per te — disse la strega, rifilando un ceffone in pieno viso al ragazzo... Per la prima volta in vita sua, Edmund provò un gran dolore non per sé ma per altre creature...” Lewis C.S., Le Cronache di Narnia, Il Leone, la Strega e l'armadio, Capitolo 11, Mondadori, Cles 201134, pp. 235-237

Edmund nell'analisi di P. Santi Scibilia: "Edmund, con l’atto del suo tradimento è al centro della storia che tratta questo libro. Ed è proprio da lui che dobbiamo partire se vogliamo cogliere in pieno la bellezza di questo secondo episodio delle Cronache di Narnia. Edmund ammaliato dalla strega decide di portare i suoi fratelli al castello. Senza comprendere le conseguenze di una simile azione, egli pensa al suo esclusivo interesse personale. Edmund non era così cattivo da desiderare che suo fratello e le sue sorelline fossero uccisi. Lui voleva soltanto una buona razione di quei magici dolci, voleva diventare principe e forse anche re. Soprattutto voleva prendersi la rivincita su Peter che lo riteneva un bamboccio stupido e bugiardo. Il ragazzo riesce persino a mettere a tacere la sua stessa coscienza che recalcitra. Pur comprendendo la gravità delle sue azioni, egli non intende fermarsi. Il suo orgoglio glielo impedisce. Edmund rimuginava tra sé cose alle quali fingeva di credere, perché gli faceva comodo una giustificazione qualsiasi. Ma in fondo al cuore qualcosa diceva anche a lui che la Strega Bianca era un essere malvagio e crudele. Solo l’estremo atto di amore di Aslan lo libererà dal suo egoismo".34

Il tradimento di Edmund simile a quello di Caino: In seguito, le circostanze fanno sì che i quattro ragazzi finiscano per scoprire Narnia tutti insieme: inoltrandosi in quel mondo sconosciuto, però, Edmund si tradisce, suscitando la diffidenza dei fratelli: "Secondo me sarebbe meglio piegare un po’ a sinistra, se vogliamo arrivare al lampione." Per un attimo, Edmund aveva dimenticato di aver sempre sostenuto che nel bosco, lui, non c’era mai stato e che erano tutte le fantasie di Lucy. Ma non appena ebbe pronunciata quella frase si accorse che gli era scappata di bocca la verità. Tutti si fermarono a guardarlo stupiti. "Ah, così!" esclamò Peter. "Tu sei già stato qui, allora! Eppure, quando Lucy diceva di averti incontrato, tu l’hai fatta passare per bugiarda!" Ci fu un lungo silenzio. Poi Peter riprese: "Di tutti i serpentelli velenosi, tu…" qui Peter si interruppe, alzò le spalle e non aggiunse altro. Infatti, sembrava proprio che non ci fossero parole adatte a commentare il comportamento di Edmund. La piccola comitiva si rimise in marcia, come se niente fosse stato. Ma Edmund si sentiva scornato e mugugnava tra sé e sé: "Ve la farò pagare a tutti! Siete un branco di stupidi, arroganti, presuntuosi." ... Il risentimento per i suoi fratelli e il pressante desiderio dei dolci stregati, impediscono ad Edmund di rendersi conto veramente della gravità dei suoi oscuri intendimenti. Ciò, lo spinge al tradimento. Lo stato d’animo di Edmund si avvicina molto a quello di Caino prima dell’uccisione di Abele: Dopo un certo tempo, Caino offrì frutti del suolo in sacrificio al Signore; anche Abele offrì primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta, ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto. Il Signore disse allora a Caino: "Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è la sua bramosia, ma tu dominala".35

L'inizio del pentimento: coincide con un sonoro ceffone rimediato dopo la pietrificazione di animali che festeggiavano il Natale: "E questo è per te" disse poi la strega, rifilando al ragazzo un terribile ceffone in pieno viso. "Così un’altra volta impari a chiedere pietà per le spie e i traditori". E fu quella la prima volta che Edmund sentì un gran dolore, non per se stesso bensì per altre persone. Era davvero troppo triste vedere quelle figurine di pietra e pensava che sarebbero rimaste là, immobili e silenziose, nella luce del sole o nel buio della notte, per giorni e giorni, anni e anni, con il muschio che pian piano le avrebbe ricoperte tutte e corrose da capo a piedi sbriciolando perfino quelle loro povere facce stupefatte! Il pentimento che ora Edmund prova non basterà a cancellare la gravità del suo deplorevole atteggiamento, il tradimento dei suoi fratelli. Per lavare la sua colpa sarà necessario l’intervento di Aslan. 34 SCIBILIA S., Tesi di Dottorato, Capitolo II, paragrafo 9.2.2/b. 35 SCIBILIA S., Tesi di Dottorato, Capitolo III, paragrafo 5.2.3.

Estate Ragazzi 2017 – “Occhi Aperti; rEstate a Narnia”

-14-

8. perché il tempo a Narnia si ferma?

"La terra di Narnia è un organismo vivente… Il tempo a Narnia, come avranno modo di imparare i nostri piccoli eroi, scorre in modo assai diverso ed imprevedibile che nella nostra dimensione. Quando i bambini passano anni su Narnia, una volta tornati sulla terra si rendono conto che non sono trascorsi che pochi minuti. Tuttavia non è possibile calcolare in quale rapporto sia il nostro tempo è quello di Narnia, così che ogni salto nella dimensione del mondo di Aslan è sempre una sorpresa e non si può prevedere dove, o meglio quando, si va da capitare".36 Narnia rispecchia quella che in termini spirituali si definisce la tempistica di Dio/i tempi di Dio.

9. due figli di Adamo e 2 figlie di Eva: perché quattro? Perché una profezia? A) 2 figli di Adamo e 2 figlie di Eva: Perché 4? «Curiosamente Lewis ha preso e "moltiplicato" un aspetto delle antiche leggende di Britannia, che parla di un ragazzo che é predestinato a diventare re: Artù, colui che deve impugnare la spada Excalibur e regnare su Camelot. Narnia vuole invece quattro prescelti, quattro giovani eroi chiamati a collaborare alla sconfitta del male, due ragazze e due maschi. Non è una banale necessità di "pari opportunità" quella che ha portato Lewis a questa scelta, ma più probabilmente il desiderio di mostrare quanto complesso sia l'animo umano, di quante personalità e diversità si sente il bisogno e infine, forse, la consapevolezza che non è più il tempo dei grandi eroi solitari, un po' di titanici, ma il tempo che le forze dei buoni, dei fratelli, che si uniscano e collaborino alla vittoria del bene. Nelle loro imprese».37 Cfr. anche risposta successiva. B) Perché una profezia? La grande profezia che sta per compiersi: Ap 1,1-3 Rivelazione di Gesù Cristo che Dio gli diede per render noto ai suoi servi le cose che devono presto accadere, e che egli manifestò inviando il suo angelo al suo servo Giovanni. Questi attesta la parola di Dio e la testimonianza di Gesù Cristo, riferendo ciò che ha visto. Beato chi legge e beati coloro che ascoltano le parole di questa profezia e mettono in pratica le cose che vi sono scritte. Perché il tempo è vicino. Profezia Laica: «Da varie fonti» scrive Firpo «sappiamo dell'esistenza, nel I sec. d.C., di una credenza (sorta in Oriente, e poi diffusasi altrove) secondo la quale uomini provenienti dalla Giudea avrebbero dominato il mondo: ce ne parlano Giuseppe Flavio, Tacito e Svetonio, ed una eco di queste voci è forse riscontrabile anche nella predizione, fatta da alcuni astrologi a Nerone, di una futura signoria di quest'ultimo sull'Oriente oppure proprio sul regno di Gerusalemme.38 Socci e le profezie: Elenco delle circa 300 profezie che Socci rastrella nell'Antico Testamento e che trovano compimento in Gesù, Socci, A., indagine su Gesù, pp. 139-149 (straordinario!).

a) Si comprendono le profezie solo quando si vedono avverate, Pascal, Pensieri, N. 698, Socci, A., indagine su Gesù, p. 138.

b) La più grande prova di Gesù Cristo sono le profezie, Pascal, Pensieri, N. 706, in Socci, A., Indagine su Gesù, p. 151.

c) Il computo probabilistico compiuto da Stoner circa la casualità presunta tra le profezie veterotestamentarie e il loro compimento in Cristo (una su 100 milioni di miliardi), Socci, A., Indagine su Gesù, pp. 152-153.

d) Chi può tracciare un ritratto di un uomo non ancora nato? Sicuramente Dio e Dio solo. Nessuno conobbe con 500 anni di anticipo che sarebbe nato Shakespeare; o 250 anni prima che Napoleone stava per nascere. E qui, nella Bibbia, noi abbiamo il più impressionante ritratto di un uomo, perfettamente somigliante, realizzato non da uno, ma da 25 artisti, nessuno dei quali aveva mai visto la persona che loro stavano dipingendo,

36 GULISANO P., I Segreti del Mondo di Narnia, p. 55 37 GULISANO P., I Segreti del Mondo di Narnia, p. 43. 38 FIRPO G., Il problema cronologico della nascita di Gesù, in Socci A., Indagine su Gesù, p. 90.

Estate Ragazzi 2017 – “Occhi Aperti; rEstate a Narnia”

-15-

Canon Dyson Hague, in Fred John Meldau, The prophets still speaks, Denver 2003, p. 10, in Socci A., Indagine su Gesù, p. 155.

Il canto delle profezie: Profezie in chiave natalizia, il canto delle profezie durante la novena del S. Natale. Lewis cita le profezie unicamente in un contesto natalizio del suo racconto! Jadis = la Strega Bianca, esattamente come Erode è ossessionata dalle Profezie (Cfr. l'episodio dei Magi in Mt 2 in cui Erode manifesta un interesse spropositato in rapporto alla profezia di Michea!) 10. Il bene dei “più piccoli” trionfa contro la strega Una premessa sul concetto di eroismo: "gli eroi di Lewis sono in gran parte ragazzi, personaggi in formazione, ognuno dei quali incontra nel corso dell'impresa il proprio destino, impara a fronteggiare le proprie debolezze e, con l'aiuto di altri amici e in particolare del leone Aslan, a esaltare le proprie virtù. Ма chi è l'eroe per Lewis? Consapevole del significato ultimo del termine — dal greco antico EROS39 (molto probabilmente ricollegabile etimologicamente al verbo latino servo nell'accezione di preservare) — Jack ci descrive l'eroe come qualcuno che in primo luogo si assume il compito di difensore degli altri, e non tanto come qualcuno che si esalta elle proprie personali imprese. Lewis si ispirava a Ettore di Troia o a Beowulf: essere protettori degli uomini, del proprio popolo, della propria terra, e per queste azioni — e non altro — erano celebrati e venerati nell'antichità. In molti racconti antichi un eroe è un uomo o una donna, di solito il protagonista, che possiede caratteristiche e abilità maggiori di qualsiasi altra persona, che lo rende capace di compiere azioni straordinarie a fin di bene, per cui diventa famoso. Queste capacità non sono solo fisiche, ma anche mentali. L'eroe è spesso il protagonista di uno straordinario e generoso atto di coraggio, che comporti o possa comportare il consapevole sacrificio di sé stesso, allo scopo di proteggere il bene altrui o comune. L'eroismo non è una prerogativa negata ai più: tutt'altro. Già Tolkien nel Signore degli Anelli aveva mostrato che grandi virtù possono albergare nel cuore dei piccoli e degli umili, e che l'eroismo più grande non è quello della forza e della conquista, ma dell'amore e del sacrificio. ► Se dunque gli eroi di Tolkien sono dei piccoli hobbit, parimenti Lewis sceglie dei bambini e dei ragazzi per mostrare con quale animo si possa e si debba vivere".40

Circa i 4 fratelli Pevensie: "I quattro fratelli Pevensie sono i primi eroi di Narnia, ed eroi molto particolari. Ognuno dei ragazzi porta con sé una virtù necessaria dentro Narnia: Peter porta lo spirito avventuroso e il talento di leader che ispira gli altri a seguirlo per esplorare la casa il primo giorno di pioggia. Lucy porta la sua curiosità e il senso di meraviglia, di stupore di fronte alla realtà. Susan porta il suo senso comune, pratico, concreto".41 Cfr. la descrizione dei singoli fratelli nella risposta 14.

Eroismo realista: "Non deve meravigliare il fatto che Lewis abbia creato dei personaggi di bambini con difetti, vizi, debolezze. Questo è il vero eroismo: combattere in primo luogo i nemici interiori, prima che quelli esterni. Pur viaggiando con la fantasia, egli era profondamente realista, conosceva bene l'animo dei bambini, quantomeno perché lo era stato lui stesso e non se ne era dimenticato, così come non aveva dimenticato le bassezze di coloro che gli furono compagni al college. L'eroismo, per Lewis, è il risultato di un cammino, di una crescita, di un lavoro su di sé, di un'ascesi. È una dote nascosta in ognuno, che può essere coltivata e accresciuta. È un cammino che non si fa da soli e dove si trovano aiuti insperati… In fondo gli eroi di Narnia sono dei piccoli, degli umili, bambini o animaletti,

39 Traslitterato in modo assai diverso da eros inteso come sensualità. 40 Tutto il paragrafo è preso da: GULISANO P., I Segreti del Mondo di Narnia, pp. 70-71. 41 Per una descrizione minuziosa dei 4 Cfr. GULISANO P., I Segreti del Mondo di Narnia, pp. 71-74.

Estate Ragazzi 2017 – “Occhi Aperti; rEstate a Narnia”

-16-

che crescono, diventano grandi sotto ogni aspetto, da brutti anatroccoli diventano cigni, ma dietro c'è sempre lui, il grande leone che ricorda Cristo".42 (Cfr. anche la risposta 12). Una particolare sottolineatura la scelta di Eustache43: "Man mano che l'avventura procede attraverso i vari avvenimenti, ci si spiega perché a Aslan abbia chiamato proprio Eustache e non qualcuno dei suoi più celebrati i cugini; il ragazzo trae da sé stesso delle risorse inaspettate, un coraggio e delle capacità che nemmeno immaginava di avere. Non solo non è più un ragazzo sciocco è profondamente antipatico di un tempo, ma si avvia a diventare un errore. Aslan gli ha dato la possibilità, e lui saprà mostrarsi degno della sua fiducia. Da allora in poi la vita di Eustache, toccata da Aslan, non sarà più la stessa".44 11. Il bene: luce, sole e movimento; il male: freddo, ghiaccio e buio LA CREAZIONE DELLA LUCE E DEL SOLE: Lontano, sulla linea dell'orizzonte, l'aria cominciò ad assumere un colore grigiastro, mentre si levava un venticello fresco. Il cielo, proprio in quel punto, si fece sempre più chiaro e un profilo di colline vi si stagliava contro. La voce, intanto, continuò a cantare. Presto ci fu luce sufficiente da permettere ai nostri amici di vedersi. Il vetturino e i due bambini erano a bocca aperta, gli occhi che brillavano per lo stupore e la magnificenza del paesaggio... La strega sembrava l'unica ad aver compreso il significato del canto: se ne stava a bocca chiusa, le labbra quasi in- [inizia p. 85] collate, e teneva i pugni stretti. Fin dall'inizio aveva capito che in quel mondo dominava una magia diversa e più potente della sua, cosa che non poteva sopportare. Se fosse stato necessario avrebbe distrutto quello e tutti gli altri mondi, pur di far cessare la nenia... Il cielo bianco dell'est si colorò di rosa, poi divenne colorato. La voce era sempre più alta, fino a che l'aria non cominciò a vibrare. Quando la melodia arrivò al culmine della potenza e della gloria, il sole spuntò. Digory non ne aveva mai visto uno simile. Il sole che illuminava le rovine di Charn sembrava più antico del nostro: questo, al contrario, era più giovane. Nel sorgere rideva di gioia, e quando i raggi bagnarono la terra di luce i viaggiatori conobbero finalmente il luogo che li ospitava. Era una valle percorsa da un grande fiume che scorreva in direzione del sole. A sud c'erano montagne e a nord dolci colline. Ma nella valle non c'erano alberi né cespugli, e neppure un filo d'erba. La terra era ricca di colori brillanti, caldi, luminosi, e i nostri amici ne furono affascinati, almeno fino a quando videro colui che cantava, perché allora dimenticarono tutto il resto. LEWIS C.S., Le Cronache di Narnia, Il Nipote del Mago, Cap. 8, Mondadori, Cles 201134, pp. 84-85 - Cfr. anche il tema della luce e del lampione nella domanda 16 LUCY E COLLEGAMENTO CON LA LUCE: "Lucy, la sorellina più piccola, che all'inizio della storia ha poco più di otto anni: piena di curiosità, vivace, non è un caso che sia proprio lei a scoprire il mondo di Narnia. Lei crede sempre negli altri, cerca di fare nuove amicizie, e grazie al suo rapporto con Aslan, che ha per la bambina una particolare tenerezza, riesce a scegliere sempre la strada giusta da seguire. L'etimologia del nome Lucy è il latino lux, "luce", e sarà proprio questa bambina a portare uno spiraglio di luce e quindi di salvezza nel mondo di Narnia precipitato dalla Strega nel freddo e nell'oscurità".45 Circa il ghiaccio: a) "Perché Lewis immagina che Narnia, sottoposta al dominio della Strega – che rappresenta il Diavolo – somiglia al Polo Sud? Perché il ghiaccio comunica bene l'idea dell'odio, potreste rispondermi! Giusto! Ma quando si tratta di Lewis, vi consiglio di non accontentarvi di spiegazioni banali. Lewis va sempre in profondità… In effetti Dante Alighieri nel Canto XXXIV dell'Inferno (vv. 15-56), immagina Satana, come un'orrenda creatura conficcata nel ghiaccio, con delle grandi ali che producono un vento che gela tutto il girone infernale in cui è conficcato (il Cocito)! E Lewis conosce Dante. Lewis ha studiato la Divina Commedia in

42 Tutto il paragrafo è preso da: GULISANO P., I Segreti del Mondo di Narnia, pp. 74-75. 43 Il cristianesimo può vantare dei santi che hanno a che fare con i cervi, come un certo Eustachio, nome che evidentemente gli Lewis non ha attribuito a caso al suo personaggio, che era maestro dei cavalieri dell'imperatore Traiano. Durante una battuta di caccia ferì un cervo, il quale, anziché abbattersi al suolo si volse verso il suo feritore, tra le sue corna splendeva una croce. Eustachio illuminato dalla visione, si convertì assieme alla famiglia. In seguito Eustachio, rifiutando l'ordine dell'imperatore Traiano che gli imponeva di offrire sacrifici al dio Giove, scelse di morire martire. GULISANO P., I Segreti del Mondo di Narnia, p. 108 44 GULISANO P., I Segreti del Mondo di Narnia, pp. 93.96. 45 GULISANO P., I Segreti del Mondo di Narnia, p. 71.

Estate Ragazzi 2017 – “Occhi Aperti; rEstate a Narnia”

-17-

lingua originale! La fantasia di Lewis, quindi, poggia su una solida base fatta di cultura, studio e approfondimento!".46

b) "Joergensen, nella sua biografia di Santa Brigida, narra che una notte ella fu tentata con molta insistenza dal diavolo: ma la sua fede era tale che, pur apparendole sotto forma visibile, Satana non riuscì ad intimorirla. Anzi, la Santa, a un certo punto l'afferrò virilmente gli intimò: Ma si può sapere chi sei, che mi vuoi tanto male? - Io - rispose l'apparizione. - Io ... sono il freddo".47 12. Perché un Leone? È l’immagine del re? Il leone di Giuda? E la sua umanità? Le parole di Lewis: "Non avevo idea di come la storia dovesse svolgersi, ma poi, improvvisamente, fu Aslan a cominciare a svilupparla. Penso di aver avuto parecchi sogni di leoni in quel periodo. Ma nonostante questo, non so da dove né perché venne fuori il leone. Ma non appena egli arrivò prese in mano l’intera storia, portandosi appresso le altre sei storie di Narnia".48 Dalla trasmissione "fare teologia...": approfondimento sul leone: «Sappiamo tutti che il leone è il re della foresta. E, di conseguenza, questo concetto si imprime facilmente nella mente di un bambino. Ma, il motivo è solo questo? Permettetemi innanzitutto di dire che il leone è anche un "animale teologico", anzi, cristologico. L'immagine del leone, cioè, si addice al Cristo. Lo dimostrerò con 2 citazioni bibliche. Vi prego di seguirmi con attenzione. Nel libro della Genesi (cap. 49) il Patriarca Giacobbe, prima di morire, benedice i suoi 12 figli e rivolgendosi a Giuda il "prediletto", l’"erede", dice così: "Un

giovane leone è Giuda; si è accovacciato come un leone; chi oserà farlo alzare? ... Non sarà tolto lo scettro

da Giuda". Noi sappiamo che Gesù, grazie a S. Giuseppe, è stato inserito nella discendenza del Re Davide. Ma il Re Davide, discende proprio dalla tribù di Giuda, il cui scettro, dice Giacobbe, non sarà mai abbattuto! Dunque, potremmo dire che il leone è lo "stemma di famiglia" che da Giuda, attraverso Davide, giunge a Gesù! Ma non è finita qui! Sentite cosa è scritto al cap. 5 del libro dell'Apocalisse: «Ha vinto il leone della tribù di Giuda, il Germoglio di Davide!». Questo Leone di Giuda verso la fine del libro dell'Apocalisse sconfigge in battaglia la grande prostituta – la strega bianca, direbbe Lewis! Il Leone di Giuda di cui parla l'Apocalisse è chiaramente Gesù! Gesù, quindi, è il leone di Giuda che trionfa nella battaglia su Satana e i suoi alleati (proprio come Aslan trionfa in battaglia sulla Strega e il suo esercito). Lewis, naturalmente, tutto questo lo sapeva bene!!! Ed ecco perché, nelle Cronache di Narnia, rappresenta Gesù come il grande Leone Aslan. Vi assicuro che per me, tutto questo, ha rappresentato una stupenda scoperta!».49 Il re leone … di Paolo Gulisano: «È abbastanza curioso che il britannico Lewis, imbevuto di cultura celtico-germanica e raffinatosi con gli studi classici, abbia dato al suo eroe, simbolo del Salvatore cristiano, un nome turco. Aslan infatti non è altro che la parola che in lingua turca significa "leone". Un nome turco forse per ricordarci, attraverso una lingua orientale, l'origine del cristianesimo. Negli antichi culti pagani europei e afro-asiatici, l'immagine del leone racchiudeva gli attributi della divinità. Era associato al ruggente sole del solstizio d'estate fin dai tempi dei sumeri, e assurse a grande importanza con gli egizi, i quali, colpiti dal fatto che i leoni per sfuggire alla siccità si recavano in massa nella valle del Nilo proprio nei giorni solstiziali, quando il benefico fiume straripava, fecero del leone il simbolo del sole divino che nutriva il cosmo e faceva crescere le benefiche acque del Nilo. Simbolo della forza e del coraggio, il leone lo fu anche della giustizia… Le storie fantastiche sul leone sono numerose fin dall'antichità, fin dalle favole di Fedro ed Esopo.

46 ADESSO C.G., Dalla 4a puntata del programma radiofonico: "Fare Teologia con un po' di … fantasia", 24.04.2015 47 dal Messalino Gam, 3/2015, p. 98 48 LEWIS C.S., It all began with a picture, p. 529. Traduzione personale. 49 ADESSO C.G., Dalla 4a puntata del programma radiofonico: "Fare Teologia con un po' di … fantasia", 24.04.2015.

Estate Ragazzi 2017 – “Occhi Aperti; rEstate a Narnia”

-18-

* C'è anche un interessante testo protocristiano del II secolo, il Physiologus, che rappresenta il modello per tutti i bestiari simbolici cristiani, che racconta le circostanze meravigliose della nascita del leone: quando la leonessa partorisce il piccolo, esso è morto. La madre veglia il cadavere senza mai distogliere lo sguardo per tre giorni interi, fino a quando non arriva il padre che soffia sul muso del cucciolo, per indirizzare il soffio vitale nelle narici del piccolo, portandolo finalmente così in vita. In qualche modo Lewis sembra riprende questo antico testo quando nel Nipote del mago descrive Aslan che insuffla la vita nei primi animali creati. Anche il cristianesimo antico fece un uso abbondante del simbolismo, sia nelle espressioni letterarie che in quelle figurative. Basti leggere Dante Alighieri o contemplare una cattedrale romanica o gotica per rendersene conto. Nell'arte cristiana, il leone è il simbolo della misericordia, della regalítà e della resurrezione di Cristo, che era sì agnello mansueto, ma anche leone vittorioso, simbolo della giustizia divina. Questo aspetto era a tal punto significativo che in età medievale le cause di giurisdizione civile ed ecclesiastica venivano discusse e risolte sui sagrati delle chiese, dinanzi ai portali incorniciati da leoni di pietra; i giudizi venivano formulati ed emessi secondo la formula inter leones et coram populo, cioè "tra i leoni e al cospetto del popolo riunito in assemblea».50

Una testimonianza sorprendente = Aslan "il Leone di Troia": Jacqueline Carey, con il saggio Heathen eye for the christian guy,51 offre un contributo il cui profilo mostra di essere tra i più interessanti tra quelli provenienti dal mondo non cristiano «Sono cresciuta in un ambiente domestico agnostico. Quando lessi per la prima volta le Cronache di Narnia avevo sette anni; una creatura felicemente non battezzata, ignorante del simbolismo cristiano. Fu poi con una rilettura successiva, da ragazza più adulta e meglio preparata, che la presa di coscienza di quanto accaduto mi lasciò improvvisamente scioccata. Il leone, l’agnello… Aslan come metafora di Gesù! Mi sentii presa in giro. C.S. Lewis aveva fatto scivolare un uovo appiccicoso di cristianesimo tra le divinità pagane della mia Narnia, con tutti i suoi fauni, le driadi ed i fiumi divini. Aslan, il mio meraviglioso e glorioso Aslan, era un "Leone di Troia". Ero stata ingannata. Ma l’ho superata. Il cambiamento è inevitabile».52 E la sua umanità? "Fino a quel momento gli occhi di Digory avevano fissato le zampe enormi e i grandi artigli di Aslan. Ora, preso dalla disperazione, il ragazzo aveva finalmente trovato il coraggio di guardare in faccia il leone. Quello che vide fu una delle cose più sorprendenti della sua vita… Meraviglia delle meraviglie, gli occhi della grande creatura brillavano, gonfi di lacrime. Erano lacrime cosi grandi, a confronto di quelle di Digory, che per un attimo il ragazzo pensò che il leone fosse più addolorato di lui per la sorte della mamma. — Figlio mio, figlio mio — prese a dire Aslan — Lo so, il dolore è incommensurabile. Solo io e te, su questa terra, sappiamo quanto esso sia grande. Vogliamoci bene, figlio mio… Il leone trasse un lungo respiro, si chinò ancora di più verso Digory e lo baciò sulla fronte. Improvvisamente, Digory sentì una forza e un coraggio che non aveva mai avuto".53

13. Elementi fondamentali dei personaggi e descrizione Lucy: La piccola e dolce Lucy è il personaggio simbolo della grazia del mondo incantato di Narnia. In questo libro è proprio lei che scopre l’armadio guardaroba che porterà i quattro Pevensie a Narnia. Bambina sensibile e tenace, rappresenta l’innocenza e la fede che c’è in ognuno di noi, quella virtù che ci fa scoprire ed apprezzare la bellezza delle cose semplici. La sua curiosità è accompagnata anche da un ammirevole coraggio che la sostiene nelle difficoltà. Sa avventurarsi e rischiare, ma ricordando sempre i principi di un sano buon senso, ben radicato in lei: "Se qualcosa non va, tornerò indietro" si disse, e proseguì decisa puntando verso quell’altra luce che brillava laggiù. Dopo pochi minuti, Lucy arrivò a un lampione. Se ne stava là, chiedendosi perché mai

50 GULISANO P., I Segreti del Mondo di Narnia, pp. 80-82 (frasi scelte). 51 CAREY J., Heathen eye for the christian guy, in CAUGHEY (ed.), Revisiting Narnia, p. 160. Il titolo del saggio di Jacqueline Carey

non è subito comprensibile. Esso riprende il titolo di una fiction televisiva americana chiamata Queer eye for the straight guy. Letteralmente si potrebbe tradurre: un occhio pagano per il tipo cristiano.

52 CAREY J., Heathen eye for the christian guy, p. 160. Traduzione personale. 53 LEWIS C.S., Le Cronache di Narnia, Il Nipote del Mago, Capitolo 11, Mondadori, Cles 201134, p. 117-118.121.

Estate Ragazzi 2017 – “Occhi Aperti; rEstate a Narnia”

-19-

avevano messo un lampione in mezzo a un bosco, quando sentì uno scalpiccio leggero. Qualcuno veniva dalla sua parte". Lucy, in tutti i libri di Narnia, dimostra di possedere il coraggio di dire sempre la verità, anche quando non conviene, quando è scomodo e sarebbe più facile scendere a compromessi. Lucy è, in definitiva, il simbolo dell’innocenza e della purezza dei bambini.

Edmund (Cfr. la domanda 7 relativa al traditore) Peter: Fin dall’inizio del libro, Peter mostra di avere già dentro di sé la maturità e la stoffa del re che sta crescendo. Giunto a Narnia, non subito scopre la missione di guida che lo attende. Comprende quale sia veramente il suo ruolo solo dopo l’incontro personale con Aslan. Sebbene inizialmente troppo impaziente con Edmund, alla fine Peter sa riconoscere i propri sbagli e, appena scoperta Narnia, chiede scusa a Lucy per aver dubitato di lei. Il leone gli mostra Cair Paravel, luogo dove siederà sul trono insieme ai suoi fratelli. Prima però è chiamato a mostrare il suo coraggio affrontando una prova. Susan e Lucy sono in pericolo, inseguite da uno dei mostruosi lupi della Strega Bianca. Peter si lancia in un’impari impresa e vince. Dimostra così che il coraggio dell’uomo è riuscito a prevalere sul timore del ragazzo. Peter, sotto gli occhi di tutti, si scaglia contro la bestia vincendo le sue paure. Da giovane principe, egli diventa cavaliere e, sconfitta la Strega Bianca con l’aiuto di Aslan, siederà sul trono di Narnia insieme ai suoi fratelli. Susan: Il personaggio di Susan, ragazza diligente e assennata in questo primo libro, subirà una notevole trasformazione nei volumi che seguiranno. In questo contesto, Lewis la pone accanto ai suoi fratelli, discreta ed affettuosa. Lo è in particolare quando segue Aslan al luogo dell’estremo sacrificio e con Lucy vede di nascosto la scena dell’uccisione del leone, legato e martoriato sulla tavola di pietra: "Vigliacchi! Vigliacchi!" singhiozza." Hanno paura di lui anche adesso!". Tra le lacrime, Susan vive angosciata la profonda umiliazione di Aslan subita ad opera di un’orda di barbari mostri e della stessa Strega Bianca che sferrerà il colpo mortale. Aslan: Il grande leone Aslan è la novità originale del mondo di Lewis. L’autore, come afferma in una lettera a William Kinter del 1854, attribuisce ad Aslan questo nome mutuandolo dalla lingua turca nella quale il termine leone è così tradotto.54 Nella mitologia di Narnia, il leone Aslan è il figlio dell’imperatore d’Oltremare, e in questo regale animale l’autore identifica il creatore stesso del mondo di Narnia. Il suo carattere fiero e possente non toglie spazio alla profonda sensibilità e alla straordinaria generosità che lo porteranno ad offrirsi in sacrificio per riparare al tradimento di Edmund contro i suoi fratelli. Aslan dimostra di avere una natura forte, per certi aspetti invincibile. In lui però ci sono profili di fragilità. Lewis, infatti, descrive la drammaticità dello sconforto che vive il leone quando si consegna in mano ai suoi nemici. Aslan domina la scena di tutti e sette i libri. Dopo la sua morte e risurrezione, pare voglia nascondersi un po’ "dietro le quinte". Non è in realtà così. Nei momenti cruciali continuerà sempre ad essere determinate (Cfr anche risposta 12). il Professore: Nell’agosto del 1914 scoppia la prima guerra mondiale. Lewis Conosce allora William T. Kirkpatrick, tutore di suo padre e di suo fratello Warnie, da loro solitamente soprannominato "the Old Knock". Mr. Kirkpatrick, è professore di una logica estrema corroborata da solidi ragionamenti. Egli libera Jack da ogni pigrizia intellettuale, insegnandogli ad amare il dibattito ed il pensiero logico.55 I due anni e mezzo spesi studiando sotto la guida di William Kirkpatrick, sono i più felici della sua carriera accademica fino a quel momento. Lewis gli rimane grato per tutta la sua vita, tanto da ricordarlo in molte delle sue composizioni letterarie. È facile scorgere la somiglianza tra Kirkpatrick ed alcuni personaggi delle opere di Lewis. Il più ovvio è

54 Cf. HOOPER W. (ed.), The collected letters of C. S. Lewis, Vol. III, p. 519. 55 Cfr. GLASPEY, C. S. Lewis his life & thought, p. 14.

Estate Ragazzi 2017 – “Occhi Aperti; rEstate a Narnia”

-20-

il professor Digory Kirke che, nel libro The lion, the witch and the wardrobe, afferma: "La logica!" esclamò il Professore parlando quasi a se stesso. "Ma perché non insegnano un po’ di logica, nelle scuole, a questi poveri ragazzi? Qui ci sono soltanto tre possibilità: o la vostra sorellina sta mentendo, o è impazzita, o dice la verità. Voi stessi riconoscete che è una bambina sincera. Non dice mai bugie. E non è matta. Allora, e fino a prova contraria, dobbiamo pensare che dica la verità." Susan tornò a guardare la faccia del Professore. Dalla sua espressione si convinse che lui non stava affatto prendendoli in giro. Parlava seriamente". Sotto la tutela di Kirkpatrick, Lewis studia inoltre i classici e impara il greco col seguente metodo: il professore recita alcuni versi dell’Iliade in greco e poi ne traduce un centinaio, quindi chiede a lui di fare altrettanto con l’aiuto di un dizionario. In tal modo, egli comincia mano a mano a pensare in greco. Usando un metodo simile, la signora Kirkpatrick gli insegna il francese. Studia il tedesco, anche se non al punto di parlarlo fluentemente, ed impara anche un po’ d’italiano, partendo dall’Inferno di Dante.56 Mr. Kirkpatrick è ateo. Egli però cerca di non pressare con le sue convinzioni il suo affezionato studente. Per di più, il giovane Lewis è già diventato ateo prima del suo contatto con lui, ma certamente non possiamo negare che le sue posizioni sono rafforzate dalla vicinanza col rigido razionalismo del suo insegnante. Nella sua autobiografia, Lewis ci tiene a fare una precisazione su questo punto: "Il lettore ricorderà che il mio ateismo e pessimismo si erano pienamente formati prima che andassi a Bookham. Lì ricevetti soltanto nuove munizioni per la difesa di una posizione che avevo già conquistato. Ma anche ciò mi venne indirettamente dal carattere del suo pensiero e indipendentemente dalla lettura dei suoi libri. Non attaccò

mai la religione in mia presenza".57 L’approccio profondamente razionale di Kirkpatrick, tuttavia, è di fondamentale importanza per il cammino di crescita di Lewis, levigando il suo intelletto al punto da prepararlo ad un futuro da ferrato apologeta cristiano. E non solo affila il suo intelletto, ma anche la sua immaginazione ancora attiva e prospera.

14. descrizione dei luoghi più importanti "La geografia di Narnia è il riflesso della storia personale del suo autore, della sua infanzia felice poi resa triste e amara dalla morte della madre e dall'esilio forzato — per motivi di studio — in Inghilterra. Le descrizioni che Jack ci fornisce del suo mondo fanno intuire che lo scrittore aveva negli occhi e nel cuore la sua nativa Irlanda, con le verdi colline e le montagne scure, i castelli diroccati e le scogliere a strapiombo sul mare. Conoscere questa terra immaginarla è utile non solo per orientarsi meglio nelle varie storie, ma anche per coglierne il significato simbolico…Narnia è una terra collinosa coperta in buona parte da foreste. A sud ci sono montagne, mentre a nord troviamo terre basse e talvolta paludose. Il paese è bagnato a est dall'oceano orientale, mentre a ovest troviamo ancora montagne. Il cuore economico del paese è il grande fiume di Narnia, che entra nel paese da nord-ovest e sfocia nell'oceano orientale. Alla sua foce sorge Cair Paravel, la capitale del Regno alla bocca del fiume grande… Narnia è una terra di grande bellezza, ma intorno a essa vi sono pericoli, popoli ostili che la minacciano. Oltre la meridionale Calormen, le cui caratteristiche e i cui nomi ricordano il mondo arabo, a occidente una terra ostile a Narnia è quella di Telmar …

Tra la geografia dei nemici di Narnia c'è da citare infine Mondodisotto. A partire dalle Terre selvagge del Nord, si può accedere a un mondo sotterraneo, malvagio, dominato dalla terribile Strega Verde, discendente di Jadis, la terribile Strega Bianca".58

56 Cfr. LEWIS C.S., Sorpreso dalla gioia, pp. 105-107. 57 LEWIS C.S., Sorpreso dalla gioia, p. 104. 58 GULISANO P., I Segreti del Mondo di Narnia, pp. 58-62 (frasi scelte).

Estate Ragazzi 2017 – “Occhi Aperti; rEstate a Narnia”

-21-

15. Perché un lampione? Punto di riferimento per non perdersi? Immagine di luce? Anche il lampione presente nella foresta di Narnia, Lewis lo trova in un romanzo del grande Chesterton (L’uomo che fu giovedì). In questo modo, Lewis ci sta dicendo che le nostre esperienze di vita e tutto ciò che impariamo o studiamo, può esser messo a servizio del prossimo e, in particolare, può servire alla causa dell'evangelizzazione! "Il lampione che spunta tra la neve, isolato, incredibilmente acceso … evoca il tema della luce che rischiara le tenebre e ci indica la strada":59 bisogna tener conto che quel lampione - nel racconto il Nipote del mago - è un pezzo di ferro scagliato da Jadis sulla fronte del Leone. Quel metallo, venendo in contatto con Aslan, si è poi evoluto in lampione! ► I prodromi del lampione di Narnia: "Senza preavviso, la strega fece qualcosa di terribile. Come se fosse la cosa più naturale del mondo, allungò il braccio destro e staccò un'asta di ferro dal lampione: se anche aveva perduto i poteri magici, lo stesso non si poteva dire della sua forza. La gente era sbalordita, quella donna riusciva a spezzare un'asta di ferro come fosse un bastoncino di zucchero candito! Jadis brandì la nuova arma nell'aria e incitò il cavallo... Stava ancora correndo quando senti il rumore di qualcosa che si rompeva, seguito da un colpo sordo. La strega aveva appena colpito un poliziotto con l'asta. Per fortuna l'uomo aveva in testa l'elmetto, ma cadde lungo disteso come un birillo". Le Cronache di Narnia, Il Nipote del Mago, Capitolo 8, Mondadori, Cles 201134, p. 78 La lanterna perduta: "Nonostante i suoi errori — disse zio Andrew — quella ragazza ha del fegato e ha fatto una cosa coraggiosa ... [lanciando l'asta che brandiva e che si era portata da Londra, in piena fronte al leone che non sembrava neppure essersene accorto] — È stata un'azione malvagia, invece — intervenne Polly. — Che male le aveva fatto, il leone? — Ehi, e questo cos'è? — esclamò Digory, che era corso a vedere qualcosa a pochi metri da lui. — Polly, vieni a dare un'occhiata ... Quando vide di cosa si trattava, si fece attento anche lui. Era un lampione in miniatura, alto circa un metro, che cresceva a vista d'occhio, proprio come gli alberi qualche minuto prima. — È vivo, è vivo! Voglio dire, è acceso — esclamò Digory. E aveva ragione. Il lampione era acceso, anche se la luce sfolgorante del sole rendeva la piccola fiamma quasi invisibile, a meno di non farle ombra con il corpo". Lewis C.S., Le Cronache di Narnia, Il Nipote del Mago, Capitolo 9, Mondadori, Cles 201134, p. 92 - cfr. il tema della luce nella risposta 11

59 GULISANO P., I Segreti del Mondo di Narnia, p. 153.