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Consiglio Economico Sociale; e nel biennio 2007-2008 occuperà di nuovo un seggio non permanente in Consiglio di Sicurezza. Molti cittadini italiani hanno ricoperto posizioni professionali ed elettive di primo piano. Il nostro Paese può vantare, ad esempio, tre giudici della Corte Internazionale di Giustizia (i Professori Gaetano Morelli,1961-70, Roberto Ago, 1979-95 e Luigi Ferrari Bravo, 1995-97), due Presidenti del Tribunale Penale Internazionale per la Ex Jugoslavia (il Professor Antonio Cassese, dal 1993 al 1997 e ora il Professor Fausto Pocar), un giudice nel Tribunale Penale Internazionale (il professor Mauro Politi, eletto nel 2003 con un mandato che scadrà nel 2009), e la presidenza del Consiglio Economico Sociale (con l’Ambasciatore Francesco Paolo Fulci, eletto nel 1999). Articolato è anche il sistema delle Rappresentanze permanen- ti italiane presso gli organi e gli organismi delle Nazioni Unite: il nostro Paese ha uffici che assicurano stabilmente il collegamen- to con queste istituzioni a Ginevra, Parigi, Roma, Nairobi, Vienna e Washington, oltre che, naturalmente, a New York. È però vero anche il contrario: in cinquant’anni l’Italia è dive- nuta molto presente nelle Nazioni Unite, ma le Nazioni Unite hanno costruito una loro grande presenza in Italia. Il nostro Paese ospita numerose Agenzie e Uffici dell’ONU, generalmen- te a titolo gratuito, cui fornisce significativi contributi finanzia- ri, come ad esempio, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), nel nostro Paese dal 1951, o il Programma Alimentare Mondiale (PAM) istituito nel 1963, o ancora, il Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD), nato nel 1977. Hanno tutti sede a Roma che, dopo Ginevra e al pari di Vienna e Parigi, è divenuta una delle più importanti sedi europee di agenzie e programmi ONU. 21 ITALIA - ONU: 50 ANNI Roma. La bandiera italiana sventola sull'Altare della Patria, in Piazza Venezia

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Consiglio Economico Sociale; e nel biennio 2007-2008 occuperàdi nuovo un seggio non permanente in Consiglio di Sicurezza.Molti cittadini italiani hanno ricoperto posizioni professionali edelettive di primo piano. Il nostro Paese può vantare, ad esempio,tre giudici della Corte Internazionale di Giustizia (i ProfessoriGaetano Morelli,1961-70, Roberto Ago, 1979-95 e Luigi FerrariBravo, 1995-97), due Presidenti del Tribunale PenaleInternazionale per la Ex Jugoslavia (il Professor AntonioCassese, dal 1993 al 1997 e ora il Professor Fausto Pocar), ungiudice nel Tribunale Penale Internazionale (il professor MauroPoliti, eletto nel 2003 con un mandato che scadrà nel 2009), e lapresidenza del Consiglio Economico Sociale (conl’Ambasciatore Francesco Paolo Fulci, eletto nel 1999).

Articolato è anche il sistema delle Rappresentanze permanen-ti italiane presso gli organi e gli organismi delle Nazioni Unite: ilnostro Paese ha uffici che assicurano stabilmente il collegamen-to con queste istituzioni a Ginevra, Parigi, Roma, Nairobi, Viennae Washington, oltre che, naturalmente, a New York.

È però vero anche il contrario: in cinquant’anni l’Italia è dive-nuta molto presente nelle Nazioni Unite, ma le Nazioni Unitehanno costruito una loro grande presenza in Italia. Il nostroPaese ospita numerose Agenzie e Uffici dell’ONU, generalmen-te a titolo gratuito, cui fornisce significativi contributi finanzia-ri, come ad esempio, l’Organizzazione delle Nazioni Unite perl’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), nel nostro Paese dal1951, o il Programma Alimentare Mondiale (PAM) istituito nel1963, o ancora, il Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo(IFAD), nato nel 1977. Hanno tutti sede a Roma che, dopoGinevra e al pari di Vienna e Parigi, è divenuta una delle piùimportanti sedi europee di agenzie e programmi ONU.

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Roma. La bandiera italiana sventola sull'Altare

della Patria, in Piazza Venezia

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ORGANIZZAZIONE DELLE NAZIONI UNITE PER L’ALIMENTA-ZIONE E L’AGRICOLTURA (FAO), PROGRAMMA ALIMENTAREMONDIALE (PAM) e FONDO INTERNAZIONALE PER LO SVILUP-PO AGRICOLO (IFAD)

Nell’aprile del 1951, L’ORGANIZZAZIONE DELLE NAZIONIUNITE PER L’ALIMENTAZIONE E L’AGRICOLTURA (FAO), la piùgrande agenzia specializzata delle Nazioni Unite, trasferiva la suasede a Roma iniziando un percorso che avrebbe portato l’Italia, eRoma in particolare, nel corso di alcuni decenni a rivestire ilruolo di capitale “agroalimentare” delle Nazioni Unite.

Una capitale in continua espansione, che ha visto rafforzare ilsuo ruolo guida a livello internazionale attraverso l’insediamentodel PROGRAMMA ALIMENTARE MONDIALE (PAM) nel 1963, edel FONDO INTERNAZIONALE PER LO SVILUPPO AGRICOLO(IFAD) nel 1977. Due entità istituzionali che oggi, insieme allaFAO, costituiscono i principali punti di riferimento per la comu-nità internazionale nel raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppodel Millennio. Primo fra tutti, l’ambizioso traguardo del dimezza-mento della fame e della povertà nel mondo entro il 2015.

La valorizzazione della presenza in Italia delle treOrganizzazioni Internazionali del “Polo agricolo” e il sostegnoalla loro attività costituiscono una costante della politica esteraitaliana. In questa prospettiva è nato il Protocollo d’Intesa per lacooperazione internazionale nel settore agro-alimentare, firmatonel gennaio 2002 dal Presidente del Consiglio e dai massimiresponsabili della FAO, dell’IFAD e del PAM, allo scopo di costi-tuire un rapporto organico tra le tre Organizzazioni, da un lato, egli enti italiani di ricerca e sviluppo agricolo, il mondo accademi-co italiano, le Associazioni di categoria, le Imprese di settore, ele ONG che operano nel campo agro-alimentare, dall’altro.

Da sottolineare inoltre che la Giornata Mondiale dell’alimenta-zione - celebrata in tutto il mondo il 16 ottobre, anniversario dellafondazione della FAO - viene ricordata in Italia con particolareenfasi dal 2001. Da quella data infatti, a testimonianza dellavolontà delle nostre istituzioni di raccogliere la sfida dell’aiuto aiPaesi poveri e di perseguire una sempre maggiore sensibilizza-zione dell’opinione pubblica sul problema della sottoalimenta-zione, si svolgono con l’Alto Patronato della Presidenza dellaRepubblica le “celebrazioni ufficiali italiane”. Esse impegnano ilpaese dagli inizi di ottobre al 15 dicembre, sotto il motto “l’Italiacon l’ONU contro la fame nel mondo”: coinvolgendo istituzionied enti pubblici e privati mirano a una vasta e capillare azione disensibilizzazione presso la popolazione, soprattutto nei confron-ti dei più giovani.

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Il Sistema delleNazioni Unite

in Italia è vasto e articolato

FAOPAMIFAD

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ALTO COMMISSARIATO DELLE NAZIONI UNITE PER I RIFU-GIATI (ACNUR o UNHCR)

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati fu fon-dato nel 1951, il suo quartier generale è a Ginevra. Oggi, l’ACNURassiste circa 22 milioni di rifugiati nel mondo e i suoi programmisono finanziati esclusivamente attraverso contributi volontariversati da governi o da privati. La sua funzione è quella di assi-curare la protezione internazionale dei rifugiati, vigilando affin-chè siano loro garantiti l’asilo e uno status giuridico favorevolenei paesi di accoglienza. L’ACNUR è presente in Italia dal 1952con un ufficio di rappresentanza a Roma. La sede romana parte-cipa con funzioni consultive ai lavori della CommissioneCentrale per la determinazione dello status di rifugiato, compo-sta da rappresentanti del Ministero dell’Interno, degli Esteri edella Presidenza del Consiglio dei Ministri.

ORGANIZZAZIONE DELLE NAZIONI UNITE PER L’EDUCAZIO-NE, LA SCIENZA E LA CULTURA (UNESCO)

L’UNESCO è l’Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dellasalvaguardia del patrimonio scientifico, culturale e per lo sviluppodell’istruzione nel mondo: essa riveste quindi un’importanza parti-colare per un paese dall’inestimabile patrimonio culturale, artisti-co e paesaggistico come il nostro. La sede principaledell’UNESCO è a Parigi, ma a Roma ha sede la COMMISSIONENAZIONALE ITALIANA PER L’UNESCO, che oltre ad assolvereun’essenziale funzione di collegamento con l’Agenzia stessa, ha ilcompito di promuovere, informare ed eseguire i suoi programmi.L’Italia fornisce anche un notevole contributo alle istituzioni UNE-SCO nel campo della cooperazione scientifica, ospitando a Triesteil CENTRO PER LA FISICA TEORETICA (ICTP), che opera attraver-so un accordo tripartito tra la stessa UNESCO, il Governo italianoe l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA), altro orga-nismo della famiglia ONU. Inoltre, nella città di Venezia ha sede, dal1969, l’UFFICIO PER LA SALVAGUARDIA DI VENEZIA. Tale orga-no si avvale di una collaborazione congiunta tra comitati privati,Sovraintendenza ai Beni Culturali di Venezia e UNESCO, che insie-me identificano e indirizzano gli interventi prioritari. Sempre nellacittà lagunare opera anche l’UFFICIO REGIONALE PER LA SCIEN-ZA E LA TECNOLOGIA IN EUROPA (ROSTE), con il mandato diraggiungere gli obbiettivi prefissati dall’Agenzia nei settori dellaScienza, della Tecnica e della Cultura. L’Ufficio si occupa princi-palmente di: incoraggiare la cooperazione scientifica e fornirecompetenze tecniche in Europa e nel bacino del mediterraneo; rea-lizzare e sponsorizzare attività multidisciplinari e transdisciplinarinei settori della scienza e della cultura; diffondere e comunicareinformazioni riguardanti l’attività dell’UNESCO.

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ACNUR

UNESCOICTP

ROSTE

Roma. Una veduta aerea del

quartier generale della Food and Agricolture

Organization (FAO).

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FONDO DELLE NAZIONI UNITE PER L’INFANZIA (UNICEF)Il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia è rappresentato in

Italia dal COMITATO ITALIANO PER L’UNICEF, che ha sede nellacapitale. Il Comitato Italiano - come tutti i Comitati nazionali presentiin vari Paesi - ha il compito di sensibilizzare le istituzioni, l’opinionepubblica e la società civile in generale, affinché l’UNICEF possaoperare con efficacia in favore dell’infanzia nel mondo.

Tale struttura, contribuisce al bilancio dell’UNICEF attuandocampagne nazionali e iniziative locali di raccolta fondi, promuoveprogrammi di educazione allo sviluppo e alla interculturalità indiriz-zati ai giovani, diffonde informazione e documentazione sulle attivi-tà di cooperazione allo sviluppo realizzate dall’UNICEF in tutto ilmondo. Il Comitato italiano è il quarto al mondo nella raccolta dicontributi.

Il nostro paese ospita anche un’altra importante strutturadell’UNICEF: il CENTRO DI RICERCA DEGLI INNOCENTI (IRC),che ha sede a Firenze. Il centro promuove ricerche proprie e origi-nali su temi riguardanti l’infanzia, quali le politiche decisionali infavore dei diritti dei bambini e la raccolta di informazione e di dati.

ORGANIZZAZIONE INTERNAZIONALE DEL LAVORO (ILO)L’ILO è l’agenzia della Nazioni Unite deputata a promuovere la

giustizia sociale, i diritti umani e quelli del lavoratore internazional-mente riconosciuti. L’Agenzia ha un ufficio a Roma, presso cuiopera anche un team incaricato di realizzare un importante proget-to in coordinamento con la sede ILO di Ginevra: il GLOBAL COM-PACT ITALIA.

Il GLOBAL COMPACT è un’iniziativa lanciata dal SegretarioGenerale delle Nazioni Unite, Kofi Annan nel 1999 con lo scopo dipromuovere la responsabilità sociale delle imprese affinché ilmondo imprenditoriale possa esso stesso contribuire alla realizza-zione di un’economia globale più giusta e più sostenibile.

Il Ministero degli Affari Esteri ha deciso nel 2003 di impegnarsi insupporto del GLOBAL COMPACT finanziando uno specifico pro-getto denominato “Sviluppo sostenibile attraverso il GlobalCompact”.

Fa capo all’ILO anche il CENTRO DI FORMAZIONE “ITCILO”,un vero e proprio campus internazionale, ubicato nella città diTorino. La formazione che il centro propone abbraccia tutti i temiattinenti all’obiettivo perseguito dall’OIL di un lavoro dignitoso pertutti. Le strutture ITCILO ospitano al loro interno anche lo STAFFCOLLEGE DEL SISTEMA DELLE NAZIONI UNITE (UNSSC), cherealizza programmi di formazione sul peacekeeping, i diritti umani,la prevenzione dei conflitti e sul management interno al sistema.

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UNICEFIRC

ILOITCILOUNSSC

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CENTRO INTERNAZIONALE DELLE NAZIONI UNITE PER LARICERCA IN MATERIA DI CRIMINALITÀ E GIUSTIZIA (UNICRI)

L’UNICRI, organismo di ricerca in materia di prevenzione del cri-mine e di amministrazione della giustizia dell’ONU, ha la funzione diassistere le organizzazioni intergovernative, governative e nongovernative nella formulazione e nella attuazione delle politiche inmateria di prevenzione del crimine e di giustizia criminale. L’UNICRIè presente a Torino, ospite all’interno della struttura del Campusinternazionale dell’ITCILO. A Roma si trova, invece, l’ISTITUTOINTERREGIONALE DI RICERCA DELLE NAZIONI UNITE SUL CRI-MINE E LA GIUSTIZIA. L’Istituto funziona anche da antenna di sup-porto al RUNIC di Bruxelles (Centro Informazioni delle Nazioni Uniteper l’Europa occidentale), sulla base di un accordo tra il Dipartimentodella Pubblica Informazione di New York, l’Ufficio delle Nazioni Unitecontro la Droga e il Crimine di Vienna, e il Governo italiano. Taleantenna, in costante coordinamento con Bruxelles, promuove a livel-lo locale gli obiettivi e le attività delle Nazioni Unite. A tal fine colla-bora con il RUNIC nel mantenimento delle relazioni con le istituzio-ni pubbliche e private, la società civile e gli organi di informazione.

BASE LOGISTICA (UNLB) E DEPOSITO DI AIUTI UMANITARIODELLE NAZIONI UNITE (UNHRD)

Brindisi ospita la BASE OPERATIVA DI PRONTO INTERVENTOUMANITARIO DELLE NAZIONI UNITE (UNHRD) e la BASE LOGI-STICA DELLE NAZIONI UNITE a sostegno delle operazioni di pace(UNBL).

L’UNHRD è gestita dal Programma Alimentare Mondiale delleNazioni Unite (PAM) ed è il punto di partenza per inviare aiuti diprima necessità in qualsiasi parte del mondo entro 24-48 ore.

L’UNBL è una struttura logistica a sostegno delle operazioni dipace ed è la prima base mondiale permanente aperta dalle NazioniUnite. È stata scelta per le sua straordinaria posizione geografica, larete di infrastrutture di comunicazione, (porto, aeroporto, ferrovia eautostrade) e gli altri servizi disponibili.

Compiti principali della Base sono quelli di ricevere, immagazzi-nare, ispezionare e redistribuire il materiale secondo le direttiveONU; mantenere una sorta di “kit di primo intervento”, che può esse-re predisposto in brevissimo tempo e che è sufficiente per iniziareuna nuova missione in qualunque parte del mondo; gestire il centrosatellitare di telecomunicazioni che connette 23 operazioni di pea-cekeeping, molte agenzie e quartieri generali dell’ONU; infine, fun-gere da centro di formazione per mantenere e sviluppare le capaci-tà tecniche e manageriali entro la Base stessa.

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UNICRI

UNHRD

Roma. (10 aprile 2002)Ciampi riceve

Kofi Annan.Il Presidente dellaRepubblica Carlo

Azeglio Ciampi con ilSegretario Generale

delle Nazioni Unite Kofi Annan durante le

dichiarazioni alla stampa.

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ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ (OMS)L’Organizzazione Mondiale della Sanità è presente a Roma con

il CENTRO EUROPEO AMBIENTE E SALUTE (ECEH). Il centroromano è una struttura tecnica il cui compito è di rafforzare la colla-borazione tra gli stati europei sugli aspetti sanitari della protezioneambientale.Francia, Italia e Paesi Bassi hanno offerto la loro dispo-nibilità per il supporto di questa struttura che dispone di un’unità dicoordinamento presso l’ufficio dell’OMS di Copenaghen.

L’organismo di Roma ha svolto, dal 1991 ad oggi, numerose atti-vità nei settori della protezione dalle radiazioni, dell’epidemologia,della tutela delle acque e dell’igiene degli alimenti sia autonoma-mente, sia in collaborazione con altri uffici dell’Organizzazione e conistituzioni scientifiche e governative nazionali ed internazionali.

La Banca Mondiale ha un ufficio a Roma dal 2001. La sede roma-na, creata grazie al supporto del governo italiano, ha lo scopo di raf-forzare la cooperazione con l’Italia al fine di integrare meglio i pro-grammi e i progetti italiani con quelli della Banca stessa.

ORGANIZZAZIONE DELLE NAZIONI UNITE PER LO SVILUPPOINDUSTRIALE (UNIDO). L’UNIDO, l’Agenzia Specializzata delleNazioni Unite incaricata di promuovere l’industrializzazione sostenibilenei Paesi in via di Sviluppo (PVS) e nei Paesi con economia in trans-izione, è presente in Italia (a Roma e a Bologna) con l’UFFICIO PER LAPROMOZIONE INDUSTRIALE (ITPO). L’ufficio, istituito nel 1987, invirtù di un accordo siglato tra l’UNIDO e il Governo italiano, ha il man-dato di incentivare la cooperazione industriale tra le imprese italiane equelle dei PVS, contribuendo al trasferimento di risorse finanziarie, tec-nologiche e manageriali al fine di conseguire l’occupazione produttiva,la competitività economica e la necessaria tutela ambientale. Sottoegida UNIDO opera anche un’altra importante struttura, il CENTROINTERNAZIONALE PER LA SCIENZA E L’ALTA TECNOLOGIA (ICS),che ha sede a Firenze. Il Centro ha la funzione di contribuire al trasferi-mento di tecnologie avanzate ai paesi in via di sviluppo e alle economieemergenti allo scopo di promuoverne uno sviluppo industriale sosteni-bile. Beneficia di un contributo annuale del Ministero degli Affari Esteri.

PROGRAMMA DELLE NAZIONI UNITE PER LO SVILUPPO (UNDP)L’UNDP è definito “programma di sviluppo globale che sostiene il

cambiamento, attraverso la realizzazione di una rete mondiale di con-divisione delle conoscenze, esperienze e risorse tra le nazioni, al finedi costruire un mondo migliore”. Il suo ufficio di Roma serve da foro dicoordinamento per i programmi e i progetti di cui l’Italia è parte, insie-me ad altre organizzazioni, nell’ambito di un piano generale mondiale.

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OMSECEH

BANCA MONDIALE

UNIDOITPO

ICS

UNDP

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ORGANIZZAZIONE DELLE NAZIONI UNITE PER I SERVIZIPROGETTUALI (UNOPS)

L’UNOPS (United Nations Organization for Project Service) è l’ enteincaricato dal Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP)della realizzazione dei Programmi di Sviluppo Umano, finanziati dalGoverno Italiano nell’ ambito del “Fondo fiduciario per lo sviluppo socia-le e sostenibile, la pace ed il sostegno ai peasi in situazioni speciali edin transizione”. L’ Ufficio di Roma si occupa primariamente di sostenerel’IFAD e altre organizzazioni a Nairobi e New York attraverso • Supervisioni di progetti volti alla promzione della riduzione della

povertà, in particolare in aree rurali; • Amministrazione di prestiti; • Esecuzione dei progetti attraverso il supporto tecnico e manageriale;• Ideazione di nuovi progetti e realizzazione degli stessi attraverso

la collaborazione con i governi e le istituzioni.

DIPARTIMENTO DELLE NAZIONI UNITE PER GLI AFFARISOCIALI ED ECONOMICI (UNDESA)

L’UNDESA è rappresentato in Italia dall’UFFICIO RISORSEUMANE PER LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE, che hasede nella capitale. L’Ufficio è responsabile della realizzazione deiprogrammi formativi per giovani laureati, quali: Junior ProfessionalOfficer (JPO); Associate Export (AE) e Fellowship, sponsorizzati dalMinistero degli Affari Esteri.

Siamo quindi di fronte a un fenomeno quasi di compenetrazioneche testimonia come l’Italia fornisca un contributo di primissimo pianoa tutti i principali settori di attività dell’ONU, in linea con il suo tradi-zionale impegno a favore di un sistema multilaterale efficace imper-niato sulle Nazioni Unite. L’Italia si riconosce in una nuova visioneintegrata della sicurezza collettiva che muove dal presupposto del-l’interdipendenza fra le minacce e della impossibilità per qualsiasiStato di affrontarle in isolamento: i problemi del sottosviluppo, dellemalattie infettive ed endemiche e del degrado ambientale rappresen-tano minacce alla pace ed alla sicurezza internazionale al pari deiconflitti armati, della proliferazione delle armi di distruzione di massa,del terrorismo e del crimine organizzato. L’Italia fa la sua parte, poi-ché queste sfide possono essere affrontate in modo efficace soloattraverso una ampia collaborazione globale tra Paesi sviluppati ePaesi emergenti, nella consapevolezza dell’interdipendenza tra levarie regioni del mondo e fra Paesi a differenti livelli di sviluppo.

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UNOPS

UNDESA

Roma. (11 aprile 2002)Un’immagine dell’incontro

al Quirinale tra ilPresidente della

Repubblica CarloAzeglio Ciampi e il

Segretario generale dell'ONU Kofi Annan in

visita nella capitale.

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Forniamo un rilevante sostegno finanziarioai Tribunali penali internazionali per il Ruandae l’ex Yugoslavia:

Il nostro Paese è inoltre il sesto maggiorecontribuente al bilancio delle operazioni dipace dell’ONU:

Ma all’ONU, come abbiamo visto, fa capo unagrande “famiglia” di organismi: il nostro Paesefornisce significativi contributi finanziari allenumerose Agenzie, Organizzazioni e Programmi,parte dei quali sono illustrati nel paragrafo relati-vo alla cooperazione allo sviluppo.

CCOONNTTRRIIBBUUTTOO AALL BBIILLAANNCCIIOO OORRDDIINNAARRIIOO DDEELLLLEENNAAZZIIOONNII UUNNIITTEE

22000033 22000044 22000055$$ 6688..338800..447788 $$ 6699..993311..220055 $$ 8866..992299..001122

CCOONNTTRRIIBBUUTTII AAII TTRRIIBBUUNNAALLII OONNUU

22000033 22000044 22000055RRuuaannddaa $$ 44..448877..773388 $$ 55..442233..881133 $$ 66..009999..883388eexx YYuuggoossllaavviiaa $$ 55..881188..558844 $$ 77..555544..009900 $$ 77..994433..009922

CCOONNTTRRIIBBUUTTII AALL BBIILLAANNCCIIOO DDEELLLLEE FFOORRZZEE DDII PPAACCEEDDEELLLL’’OONNUU

22000033 22000044 22000055$$ 110033..555533..000000 $$ 110044..004466..772299 $$ 117744..661111..665577

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L’ITALIA, UN FINANZIATORE

DI PRIMO PIANO

In tempi di equilibri instabili e di sfide sempre più ardue, l’e-sistenza di un’Organizzazione sovranazionale come l’ONU, chepersegue la diffusione di valori universali quali la pace o ilrispetto dei diritti umani “è un bene prezioso - ha osservato ilPresidente Carlo Azeglio Ciampi in una lettera inviata, nel lugliodel 2004, al Segretario Generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan,- ed è responsabilità di noi tutti preservarla e accrescerne l’effi-cienza”. E l’Italia è conscia di questa responsabilità: sostieneconcretamente l’azione dell’Organizzazione delle Nazioni Unitefornendo contributi di primissimo piano a tutti i principali setto-ri della sua attività.

Il nostro Paese è al sesto posto nella classifica dei maggioriPaesi finanziatori delle Nazioni Unite, preceduta solo da StatiUniti, Giappone, Germania, Regno Unito e Francia. La sua quotapercentuale di contributo complessivo, per il triennio 2004-2006,è stata fissata, al 4,885%. Per quanto riguarda le cifre assoluteche l’Italia versa alle Nazioni Unite, le tabelle a lato testimonianol’ampiezza del nostro impegno

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ITALIA, ONU EMANTENIMENTO

DELLA PACE

In diverse circostanze, l’azione dell’ONU per mantenere la paceha mostrato dei limiti e questa constatazione è fra quelle che hannogiustificato lo sforzo di riforma attualmente in corso. Tuttavia, non sipuò trascurare il fatto che, specie dalla fine della guerra fredda,l’ONU ha raggiunto anche importanti successi, sia nella prevenzionedei conflitti, sia negli interventi all’indomani del conflitto.

L’opera di mantenimento della pace svolta dalle Nazioni Unite si èintensificata nel tempo. Dal 1956 ad oggi sono stati circa sessanta gliinterventi dei caschi blu e di questi sedici sono ancora in corso. Intotale sono stati mobilitati per queste operazioni centinaia di migliaiafra militari e civili provenienti da più di cento Paesi. I caschi blu hannoanche dato la vita per il raggiungimento della pace registrando in ses-sant’anni la perdita di quasi duemila effettivi.

Inoltre a partire dagli anni ’90 è emersa, grazie alla spinta delleopinioni pubbliche occidentali, l’idea da parte di molti Stati membridell’ONU di un “diritto di ingerenza” umanitario nei conflitti locali perevitare le violenze contro i civili.

Questo ha portato a un allargamento del fronte di impegnodell’ONU, cui ha corrisposto una diminuzione del 40% delle guerrecivili nel mondo a partire dalla metà degli anni ‘90 ad oggi. E, negliultimi quindici anni, sono stati risolti mediante negoziato più conflittiinterni che nei due secoli passati.

Le operazioni dell’ONU sono divenute nel tempo sempre più mul-tiformi e comportano una dimensione sia civile, sia militare. Le inizia-tive recenti non consistono più unicamente nel separare i belligeran-ti, ma comprendono anche diverse altre funzioni, quali ilristabilimento dei servizi di base, la creazione delle istituzioni previste

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dagli accordi di pace, le misure previste per garantire la legge e l’or-dine, lo sviluppo di istituzioni rinnovate - comprese le forze di polizia eun sistema giudiziario imparziale - la smobilitazione, il disarmo e ilreinserimento dei combattenti, la promozione del dialogo politico perporre le basi dell’ordine costituzionale futuro o il sostegno alla prepa-razione e allo svolgimento delle elezioni.

In questi anni l’Organizzazione deve far fronte a una domandasenza precedenti di nuovi interventi, soprattutto in Africa. Negli ultimidue anni sono state inviate nuove missioni in Costa d’Avorio, Liberia,Haiti e Burundi. è stata, inoltre, rafforzata la missione nellaRepubblica Democratica del Congo ed è stata preparata una nuovamissione in Sudan, decisa dal Consiglio di sicurezza nel febbraio del2005. Il personale impegnato nelle operazioni di mantenimento dellapace - compreso il personale militare, la polizia civile e gli esperti civi-li - ha raggiunto l’effettivo di 74 mila persone nel gennaio del 2005,mentre nel 2004 le Nazioni Unite hanno impiegato circa 120 mila per-sone in operazioni sul territorio.

Oltre diecimila italiani, tra uomini e donne, ogni giorno lavorano aldi fuori dei confini nazionali per fornire un contributo importante allasicurezza e al mantenimento della pace nel mondo. Dall’Africa, aiBalcani, dal Medio Oriente, all’Asia nel segno di un impegno militare,politico e finanziario di assoluto rilievo, le unità italiane di peacekee-ping sono attualmente in prima linea in diverse operazioni di pacecondotte o autorizzate dalle Nazioni Unite in tutte le principali aree dicrisi nel mondo.

Il ruolo di rilievo occupato dal nostro Paese in questo settore ètestimoniato dal rilevante impiego sia di uomini, sia di mezzi econo-mici: l’Italia, infatti, oltre ad essere il sesto contribuente finanziario alpeacekeeping ONU, si colloca ai primissimi posti tra i Paesi che par-tecipano con l’invio di truppe alle missioni di pace con un esborso sti-mato intorno ai 150 milioni di dollari per il 2005 e una quota di circa il5% sulla spesa totale.

L’Italia offre anche notevoli contributi all’azione dell’ONU sia sulpiano operativo e logistico (favorendo il rapido dispiegamento dellemissioni), sia formativo attraverso un Centro di Eccellenza - con sedea Vicenza presso la Scuola Sottufficiali dei Carabinieri - per la for-mazione di forze militari di pace con funzioni di polizia civile. Si miracosì soprattutto a sviluppare una dottrina e standard operativi comu-ni per questo tipo di Forze, che potrà beneficiare delle positive siner-gie realizzabili con lo Staff College dell’ONU di Torino e con la Basedi Brindisi. Il Centro potrebbe inoltre agire da catalizzatore di analo-

ITALIA, ONU E MANTENIMENTO DELLA PACE

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ghe iniziative attualmente in fase di avvio in seno all’Unione Europea(Gendarmeria Europea).

Un forte impulso è stato dato dal nostro Paese - nel corso delrecente semestre di Presidenza italiana dell’Unione Europea - allacollaborazione esistente tra le Nazioni Unite e l’Unione Europea nelsettore della gestione delle crisi. L’Unione Europea assicura tradi-zionalmente un rilevante apporto, sia in termini di uomini, sia dimezzi finanziari (i 25 Paesi dell’UE contribuiscono al bilancio delpeacekeeping ONU nella misura del 40% circa) alle missioni di pacecondotte o autorizzate dalle Nazioni Unite: una DichiarazioneCongiunta tra l’Unione Europea e l’ONU sulla gestione delle crisi -sottoscritta dal Presidente Berlusconi e dal Segretario GeneraleAnnan il 24 settembre 2003 a New York - ha rappresentato, unimportante passo avanti in tale direzione.

Tutto questo, oltre a riflettere la credibilità internazionale delnostro Paese, fornisce anche la possibilità all’Italia di poter parteci-pare alle decisioni strategiche riguardanti le principali aree di crisi.

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SSiiaammoo iimmppeeggnnaattii aassssiieemmee aallll’’OONNUU ppeerr llaa ppaaccee ssuu mmoollttii ssccaacccchhiieerrii::

-- OOllttrree 330000 ccaasscchhii bblluu ssoonnoo iinntteeggrraattii nneellllee ooppeerraazziioonnii ddiirreettttaammeennttee ccoonnddootttteeddaallllee NNaazziioonnii UUnniittee,, nneeii BBaallccaannii ((UUNNMMIIKK)),, iinn MMeeddiioo OOrriieennttee ee NNoorrddaaffrriiccaa((UUNNIIFFIILL,, UUNNTTSSOO,, MMIINNUURRSSOO,, UUNNFFIICCYYPP)),, iinn AAffrriiccaa ((UUNNMMIISS)) ee iinn AAssiiaaCCeennttrraallee ((oosssseerrvvaattoorrii mmiilliittaarrii lluunnggoo llaa ffrroonnttiieerraa IInnddiiaa//PPaakkiissttaann))

-- oollttrree 1100..000000 mmiilliittaarrii nneellllee FFoorrzzee ddii ppaaccee mmuullttiillaatteerraallii pprreevvaalleenntteemmeennttee aagguuiiddaa NNAATTOO,, qquuaallii llaa KKFFOORR iinn KKoossssoovvoo ee ll’’IISSAAFF iinn AAffgghhaanniissttaann,, mmaa aanncchheeccoonnddoottttee ddiirreettttaammeennttee ddaallll’’UUnniioonnee EEuurrooppeeaa ((EEUUPPMM ee EEUUFFOORR AAlltthheeaa iinnBBoossnniiaa,, EEUUPPOOLL PPrrooxxiimmaa iinn MMaacceeddoonniiaa)),, ccuuii ssii aaggggiiuunnggee iill ccoonnttiinnggeennttee mmiillii--ttaarree iittaalliiaannoo iimmppeeggnnaattoo iinn IIrraaqq.. TTuuttttee llee ssuuddddeettttee mmiissssiioonnii ssoonnoo aauuttoorriizzzzaatteeee ppoossttee ssoottttoo ll’’eeggiiddaa ddeell CCoonnssiigglliioo ddii ssiiccuurreezzzzaa OONNUU.. IIll ccoossttoo ddii ttaallii ooppeerraa--zziioonnii ssii aaggggiirraa iinnttoorrnnoo aa 11,,22 mmiilliiaarrddii ddii EEuurroo ppeerr iill 22000055,, aaggggiiuunnttiivvii rriissppeettttoo aaiiccoonnttrriibbuuttii aall ppeeaacceekkeeeeppiinngg OONNUU;;

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IInnddiiaa -- PPaakkiissttaannUUNNMMOOGGIIPP ((UUNN MMiilliittaarryy OObbsseerrvveerr GGrroouupp iinn IInnddiiaa aanndd PPaakkiissttaann)) 77

EEggiittttooMMFFOO ((MMuullttiinnaattiioonnaall FFoorrccee aanndd OObbsseerrvveess)) 8811

HHeebbrroonnTTIIPPHH22 ((TTeemmppoorraarryy IInntteerrnnaattiioonnaall PPrreesseennccee iinn HHeebbrroonn)) 1155

MISSIONI IN

2005

AAffgghhaanniissttaann -- IISSAAFF((IISSAAFF -- IInntteerrnnaattiioonnaall SSeeccuurriittyy AAssssiissttaannccee FFoorrccee))KKaabbuull 11..773300HHeerraatt 334400AAbbuu DDhhaabbii 9900TToottaallee 22..116600

AAllbbaanniiaaNNAATTOO HHQQ TTIIRRAANNAA 223344

BBaallccaanniiEEUUMMMM ((EEuurrooppeeaann UUnniioonn MMoonniittoorriinngg MMiissssiioonn)) 1155

BBoossnniiaaNNAATTOO HHQQ SSAARRAAJJEEVVOO 1111EEUUFFOORR AALLTTHHEEAA 997700EEUUPPMM ((EEuurrooppeeaann UUnniioonn PPoolliiccee MMiissssiioonn)) 2200TToottaallee 11..000011

CCiipprrooUUNNFFIICCYYPP ((UUNN PPeeaacceekkeeeeppiinngg FFoorrccee iinn CCyypprruuss)) 44

EEttiiooppiiaa//EErriittrreeaaUUNNMMEEEE ((UUNN MMiissssiioonn iinn EEtthhiiooppiiaa aanndd EErriittrreeaa)) 33

FFyyrroommNNAATTOO HHQQ SSKKOOPPJJEE 1122SSuuppppoorrttoo llooggiissttiiccoo nnaazziioonnaallee aa KKFFOORR 8800EEUUPPOOLL PPRROOXXIIMMAA 33TToottaallee 9955

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KKoossoovvooKKFFOORR ((KKoossoovvoo FFoorrccee)) OOppeerraazziioonnee ““JJooiinntt EEnntteerrpprriissee”” 22..555500UUNNMMIIKK ((UUNN IInntteerriimm AAddmmiinniissttrraattiioonn MMiissssiioonn iinn KKoossoovvoo)) 11TToottaallee 22..555511

IIrraaqq ((AAnnttiiccaa BBaabbiilloonniiaa))UUSSAA 88CCoommppoonneennttee tteerrrreessttrree iinntteerrffoorrzzee 22..887744((pprreesseennttee aa NNaassiirriiyyaahh,, BBaassssoorraa ee BBaagghhddaadd))KKuuwwaaiitt 2244CC..RR..II.. 6655TToottaallee 22..997711

TToottaallee::1100..005577 mmiilliittaarrii iimmppeeggnnaattii iinn 2255 mmiissssiioonnii iinn 1199 PPaaeessii ppiiùù 33 aarreeee ggeeooggrraaffiicchhee

IInniizziiaattiivvee ccoonnttrroo iill tteerrrroorriissmmoo iinntteerrnnaazziioonnaalleeEENNDDUURRIINNGG FFRREEEEDDOOMM UUSSAA 88NNaavvee ““mmaaeessttrraallee”” 222255AAttttiivviittàà NNAATTOO iinn MMeeddiitteerrrraanneeoo:: NNaavvii ““EEssppeerroo””,,““AAvviieerree””,, ((““AAccttiivvee EEnnddeeaavvoouurr)) 441100TToottaallee 664433

FFoonnttee ssiittoo:: wwwwww..ddiiffeessaa..iitt

CORSO AL 15 NOVEMBRE

IIssrraaeelleeUUNNTTSSOO ((UUNN TTrruuccee SSuuppeerrvviissiioonn OOrrggaanniizzaattiioonn)) 77

LLiibbaannooUUNNIIFFIILL ((UUNN IInntteerriimm FFoorrccee iinn LLeebbaannoonn)) 4488

MMaarrooccccooMMIINNUURRSSOO ((UUNN MMiissssiioonn ffoorr tthhee RReeffeenndduumm iinn WWeesstteerrnn SSaahhaarraa)) 55

RReeppuubbbblliiccaa DDeemmooccrraattiiccaa ddeell CCoonnggooEEUUPPOOLL KKIINNSSHHAASSAA 22

SSeenneeggaallUUNNOOWWAA ((UUNN OOffffiiccee ffoorr WWeesstt AAffrriiccaa)) 11

SSuuddaannUUNNMMIISS ee ssuuppppoorrttoo UUEE AADD AAMMIISS 221144

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LLaa ddeeffiinniizziioonnee ddii ppeeaacceekkeeeeppiinngg èè uussaattaa ssppeessssoo eerrrroonneeaammeennttee ppeerr ddeeffiinniirree ttuuttttiiii vvaarrii ttiippii ddii ooppeerraazziioonnii ddii ssuuppppoorrttoo aallllaa ppaaccee,, mmeennttrree iill ppeeaacceekkeeeeppiinngg èè ssoolloo uunnaaddeellllee ttiippoollooggiiee ddii aazziioonnii aappppaarrtteenneennttii aallllaa ppiiùù vvaassttaa ccaatteeggoorriiaa ddeellllee PPeeaaccee ssuuppppoorrttooppeerraattiioonnss ((PPssoo)),, tteerrmmiinnee ccoonn ccuuii ssii iinntteennddoonnoo ttuuttttee qquueellllee ffoorrmmee ddii iinntteerrvveennttoo ffiinnaa--lliizzzzaattee aallllaa pprreevveennzziioonnee,, ggeessttiioonnee ee ssoolluuzziioonnee ddii ssiittuuaazziioonnii ddii ccrriissii eesstteerrnnee aall tteerrrrii--ttoorriioo nnaazziioonnaallee ee nnoonn iinncciiddeennttii ssuuggllii iinntteerreessssii vviittaallii ddii uunn PPaaeessee..

NNeellllaa ccaatteeggoorriiaa ddeellllee PPssoo rriieennttrraannoo,, dduunnqquuee,, vvaarrii ttiippii ddii aazziioonnii cchhee ssppeessssoo nnoonnssii ddiissttiinngguuoonnoo nneettttaammeennttee llee uunnee ddaallllee aallttrree,, mmaa ffiinniissccoonnoo ppeerr ccoossttiittuuiirree uunn ccoomm--pplleessssoo ccoonnttiinnuuuumm::

CCoonnfflliicctt pprreevveennttiioonn.. LLaa pprreevveennzziioonnee ddeeii ccoonnfflliittttii.. QQuueessttoo ttiippoo ddii ooppeerraazziioonnee èèffiinnaalliizzzzaattaa aa ssccoonnggiiuurraarree ll’’aavvvviioo ddii uunnaa ccrriissii,, aanncchhee aattttrraavveerrssoo lloo sscchhiieerraammeennttoo pprree--vveennttiivvoo ddeellllee ffoorrzzee aarrmmaattee

PPeeaacceemmaakkiinngg.. OOppeerraazziioonnii ddii ppaacciiffiiccaazziioonnee.. VVeennggoonnoo iinnttrraapprreessee ddooppoo ll’’iinniizziiooddeellllee oossttiilliittàà ppeerr ffaarr ssìì cchhee ttrraammiittee aazziioonnii ddiipplloommaattiicchhee,, ddii mmeeddiiaazziioonnee oo aanncchheeiimmppoossiizziioonnee ddii ssaannzziioonnii ssii aarrrriivvii aallllaa ppaacciiffiiccaazziioonnee

PPeeaacceekkeeeeppiinngg.. OOppeerraazziioonnii ddii mmaanntteenniimmeennttoo ddeellllaa ppaaccee.. SSoonnoo ffiinnaalliizzzzaattee aa ffaarrrriissppeettttaarree ggllii aaccccoorrddii ee llee ttrreegguuee,, aa mmooddeerraarree oo aa ppoorrrree ffiinnee aallllee oossttiilliittàà ddeellllee ppaarrttii

PPeeaacceebbuuiillddiinngg.. OOppeerraazziioonnii ddii ccoossttrruuzziioonnee ddeellllaa ppaaccee.. VVeennggoonnoo aattttuuaattee aallllaa ffiinneeddii uunn ccoonnfflliittttoo ppeerr ssoosstteenneerree llaa ssttaabbiilliittàà,, rriiccoossttrruuiirree llee iissttiittuuzziioonnii ddii uunnoo SSttaattoo eedd eevvii--ttaarree llaa rriipprreessaa ddeellllee oossttiilliittàà

HHuummaanniittaarriiaann aaiidd.. MMiissssiioonnii ddii aaiiuuttoo uummaanniittaarriioo.. SSoonnoo ffiinnaalliizzzzaattee aa ffoorrnniirree uunnssuuppppoorrttoo aallllee ppooppoollaazziioonnii llooccaallii ee aadd aalllleevviiaarrnnee llee ssooffffeerreennzzee;; nnoonn ssoonnoo ccoonnddootttteessoolloo nneell ccoonntteessttoo ddii ccrriissii bbeelllliicchhee mmaa ssppeessssoo vvii rraapppprreesseennttaannoo uunn ccoorroollllaarriioo iinneelluu--ddiibbiillee ddeeggllii ssffoorrzzii ddii ppaacciiffiiccaazziioonnee

PPeeaaccee eennffoorrcceemmeenntt.. OOppeerraazziioonnii ddii iimmppoossiizziioonnee ddeellllaa ppaaccee.. MMeennttrree llee ooppeerraazziioo--nnii pprreecceeddeenntteemmeennttee cciittaattee pprreevveeddoonnoo llaa pprreesseennzzaa ddeellllee ““ffoorrzzee ddii ppaaccee”” ssuull ccaammppooiinn sseegguuiittoo aallllaa rriicchhiieessttaa ddeellllee ppaarrttii iinn ccoonnfflliittttoo,, llee ooppeerraazziioonnii ddii ppeeaaccee eennffoorrcceemmeennttvveennggoonnoo pprroommoossssee aanncchhee sseennzzaa iill ccoonnsseennssoo ddeellllee ppaarrttii -- iinn ssoossttiittuuzziioonnee ddeellllee iissttii--ttuuzziioonnii nnaazziioonnaallii qquuaannddoo qquueessttee ssii rriivveellaannoo iinnccaappaaccii ddii ccoonnttrroollllaarree iill tteerrrriittoorriioo -- aalllloossccooppoo ddii iimmppoorrrree llaa ppaaccee..M

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GLOSSARIO

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ITALIA, ONU E COOPERAZIONE

ALLO SVILUPPO

Gli obiettivi che la comunità internazionale si è impegnata a rag-giungere entro il 2015 riguardano il dimezzamento del numero dellepersone che soffrono la fame ed hanno un reddito inferiore ad un dol-laro al giorno, l’educazione di base universale, l’eliminazione delledisparità tra i sessi, la riduzione di due terzi della mortalità infantile, ilmiglioramento della salute materna, la lotta contro l’AIDS e le altremalattie infettive, la protezione dell’ambiente e lo sviluppo dei rap-porti di partenariato globale.

Il Documento Finale scaturito dal Vertice dei Capi di Stato e diGoverno, che si è tenuto a New York dal 14 al 16 settembre 2005,offre alla comunità internazionale un quadro programmatico comple-to della cooperazione allo sviluppo per il raggiungimento degliObiettivi di Sviluppo del Millennio, che è basato su tre pilastri fonda-mentali:• La cosiddetta ownership, che reinstaura la competenza primaria

dei Paesi in via di sviluppo sulle politiche nazionali di crescita eco-nomica secondo le specifiche condizioni di sviluppo:

• un partenariato Nord-Sud responsabile, fondato sulla esigenza ditrasparenza, di valutazione dei programmi e dell’ottenimento dirisultati concreti anche sul fronte della lotta alla corruzione e di uncorretto governo democratico;

• lo sviluppo sostenibile che fissa, nel contemperamento traownership e partenariato, i criteri di uno sviluppo durevole unavolta superata la soglia critica della povertà.

Tali prospettive implicano un cambiamento di fondo delle strategiedi cooperazione allo sviluppo, sia bilaterali che multilaterali, versopolitiche di aiuto e di assistenza maggiormente focalizzate sulle esi-genze specifiche dei singoli paesi beneficiari e sulla capacità di que-sti di gestire e sostenere autonomamente il proprio sviluppo.

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È la stessa politica assistenzialistica del passato a essere messain discussione, dato che per combattere la povertà e raggiungere gliObbiettivi del Millennio viene assegnata eguale, se non maggiore,importanza alla qualità dell’aiuto, alla questione del debito e, soprat-tutto, alla apertura dei mercati cui, nella comune aspettativa, gli immi-nenti negoziati di Hong Kong nell’ambito del Doha Round dovrebbe-ro dare un deciso impulso.

Riguardo all’obiettivo fondamentale del dimezzamento entro 2015della povertà e della fame vale la pena ricordare che la Cooperazioneitaliana ha destinato i due terzi dell’aiuto pubblico, bilaterale e multi-laterale, ai paesi meno sviluppati ove sopravvivono 800 milioni di per-sone con meno di un dollaro al giorno.

Il canale multilaterale costituisce, insieme al canale bilaterale, unostrumento indispensabile della politica italiana di cooperazione allo svi-luppo nel contesto delle strategie definite dalla comunità internaziona-le e, più particolarmente, degli “Obbiettivi di sviluppo del Millennio” fis-sati nella Dichiarazione del Millennio delle Nazioni Unite del settembre2000 e riaffermati nel Documento Finale del Vertice dei Capi di Stato edi Governo che si è tenuto a New York dal 14 al 16 settembre 2005,all’inizio della 60.ma Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Le Agenzie delle Nazioni Unite, per la loro natura di organismineutrali e universali, godono, rispetto alla cooperazione bilaterale, dispecifici vantaggi comparati nelle attività di cooperazione con i Paesiin via di sviluppo: ciò riguarda in particolare la loro capacità di opera-re in situazioni pre e post-conflittuali, nelle emergenze umanitarie e insettori sensibili come il buon governo, la tutela dei diritti umani e dellalegalità, i processi di democratizzazione e la protezione dei gruppi piùvulnerabili e più esposti ai rischi d’emarginazione. Inoltre, il canalemultilaterale costituisce il tramite più efficace per realizzare le grandiiniziative in risposta alle sfide poste dalla globalizzazione, dalla diffu-sione delle malattie e dalle calamità naturali.

Peraltro, il solco tra cooperazione multilaterale e cooperazionebilaterale si è andato progressivamente restringendo in relazione almutamento di indirizzo strategico della cooperazione internazionaleverso politiche di aiuto e di assistenza più focalizzate sulle esigenzespecifiche dei singoli paesi beneficiari e sulla loro capacità di gestiree sostenere autonomamente il proprio sviluppo.

L’Italia opera molto attraverso l’integrazione del canale multilate-rale con quello bilaterale: si parla allora di un canale “multi-bilaterale”attuato inserendo nei programmi degli organismi internazionali finan-

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ziati con il contributo volontario italiano i progetti italiani con i paesipoveri, i progetti promossi dalle organizzazioni non governative ita-liane e le iniziative realizzate da Regioni, Province e Comuni italiani.Questa tipologia di cooperazione assorbe oltre i due terzi dell’aiutoper lo sviluppo italiano, che nel 2005 è di circa 2,4 miliardi di euro.

La cooperazione multi-bilaterale più diversificata si svolge con ilProgramma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP) cui sonostati destinati, nel 2005, 15 milioni di euro come contributo al bilancioe 45 milioni di euro per iniziative specifiche.

Le attività dell’UNDP si ispirano all’obiettivo generale dello svilup-po umano sostenibile, uno sviluppo che non persegue solo la cresci-ta economica ma anche lo sviluppo sociale, tenendo conto delle dif-ferenze di genere, del rispetto dei diritti umani, della necessità dilottare contro l’emarginazione sociale e della sostenibilità ambientaledei processi di sviluppo.

Esse si concentrano nell’assistenza ai Paesi in via di sviluppo perla elaborazione delle strategie nazionali di riduzione della povertà,nella governance, nella promozione del ruolo della donna e nella pro-tezione dell’ambiente.

La cooperazione italiana ha riservato un’attenzione costante altema dello sviluppo rurale, reso estremamente complesso dallapovertà e dal sottosviluppo delle campagne dalle situazioni di isola-mento e di marginalizzazione del mondo contadino e dal fatto che,spesso, l’attività agricola costituisce l’unica fonte di sostentamentoper la fascia più povera della popolazione; in tale ottica ha fornitosostegno alle comunità agricole locali in quanto strumenti primari diun autentico sviluppo sostenibile in campo agricolo.

All’azione sul piano bilaterale si è accompagnato un crescenteimpegno finanziario a sostegno delle attività del polo romano delleNazioni Unite per lo sviluppo agricolo: 100 milioni di euro al TrustFund della FAO per la sicurezza alimentare, 48 milioni di dollari, solonel 2004, al Programma Alimentare Mondiale e 36 milioni di dolla-ri per il sesto rifinanziamento dell’IFAD (Fondo Internazionale perlo Sviluppo Agricolo), organismo che promuove e finanzia con pre-stiti lo sviluppo agricolo locale.

All’UNICEF è stato concesso, nel 2005, un contributo di 12 milionidi euro, cui si aggiungono 950.000 euro al “Fondo di Emergenza”, uti-lizzato per l’emergenza “Tsunami”, e 3,5 milioni di euro per interventia favore dell’infanzia in situazioni di difficoltà che hanno interessatoSudan, Uganda, Liberia e Tanzania. L’organismo mobilita le volontàpolitiche e le risorse materiali per assistere i Paesi, in particolare i più

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poveri, affinché sia data priorità alla tutela dell’infanzia, mediante il raf-forzamento delle capacità dei Governi di formulare politiche appro-priate e migliorare i servizi per i minori e le loro famiglie.

Il contributo all’UNDESA (Dipartimento Affari Economici eSociali delle Nazioni Unite) - 12 milioni di euro nel 2005 - è desti-nato ad iniziative formative:• l’attuazione del Programma “Junior Professional Officers”, che

prevede l’invio a spese dell’Italia di giovani laureati italiani pressoorganizzazioni internazionali per periodi di due o tre anni

• il finanziamento della formazione nel settore economico-sociale edelle amministrazioni pubbliche dirette a rafforzare le istituzioni edi meccanismi democratici dei paesi in via di sviluppo.

Attraverso un contributo volontario (10 milioni di euro nel 2005)l’Italia sostiene in parte le attività formative che si realizzano pressoil Centro Internazionale di Formazione dell’OIL (OrganizzazioneInternazionale del Lavoro) e, in parte, i programmi operativi neiquattro settori strategici dell’organizzazione: normativo (lavoro mino-rile e libertà di associazione), impiego (promozione della piccolaimpresa, formazione), protezione sociale (AIDS e problematichepsico-sociali nei luoghi di lavoro), dialogo sociale.

Il contributo italiano per il 2005 di 9 milioni di euro all’UNHCR (AltoCommissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati) è stato ripartito peril 50% al bilancio ordinario dell’organismo e per il 50% per interventi di pro-tezione e assistenza ai profughi dei Paesi africani dilaniati dai confitti.

In aggiunta al contributo obbligatorio al bilancio che l’OMS(Organizzazione Mondiale della Sanità) riceve dal Ministero dellaSalute (42 milioni di dollari per il biennio 2004-2005) la Cooperazioneitaliana elargisce un contributo volontario annuale (9 milioni di euronel 2005) per particolari progetti nei Paesi in via di sviluppo o perinterventi di emergenza.

La maggior parte delle iniziative finanziate con il contributo volon-tarie all’UNODC (Ufficio delle Nazioni Unite per le Droghe e ilCrimine) - 9,8 milioni di euro nel 2005 - sono finalizzate alla riduzio-ne della domanda di droga, alla programmazione e al coordinamen-to degli interventi per il controllo della droga, al programma di con-trasto del riciclaggio del denaro ed al monitoraggio dei sistemi dicoltivazione della coca.

Con l’UNESCO sono stati avviati programmi significativi per laricostruzione dell’Afghanistan nei settori dell’istruzione, del rilancio

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del servizio pubblico d’informazione radio-televisiva e della conser-vazione del patrimonio culturale. Nel corrente anno è avvenuta larestituzione all’Etiopia dell’obelisco di Axum, che si inserisce in piùampio progetto di riabilitazione del sito archeologico e di formazione.

Con l’UNIDO (Ufficio delle Nazioni Unite per lo Sviluppo indu-striale) la nostra collaborazione è concentrata in massima parte nellosviluppo degli investimenti e nel trasferimento delle tecnologie indu-striali, nonché nello sviluppo delle Piccole e Medie Imprese (PMI)sulla base dell’esperienza italiana dei distretti industriali e dei con-sorzi di esportazione. Si sono aggiunte negli ultimi tempi interessan-ti iniziative nel settore ambientale e dell’energia rurale, in particolarenella regione asiatica, che prevedono l’applicazione di nuove tecno-logie per la produzione di energia elettrica sviluppate dal nostroPaese. All’UNIDO è stato assegnato nel 2005 un contributo volonta-rio di 4 milioni di euro.

Vi sono poi le iniziative puramente multilaterali. Il Fondo Globaleper la lotta all’Aids, alla Malaria ed alla Tubercolosi, istituito nel 2002,è un esempio che sta cominciando a produrre risultati concreti a livel-lo mondiale nella prevenzione e la cura delle tre pandemie. Nel bien-nio 2002-2003 l’Italia ha versato oltre 200 milioni di dollari al Fondo e180 milioni di euro nel biennio 2004-2005. Più recentemente, nelquadro della “Alleanza Globale per i Vaccini e l’Immunizzazione”(GAVI) l’Italia si è impegnata a partecipare con 600 milioni di dollariin 20 anni al progetto pilota di finanziamento della produzione e dis-tribuzione di vaccini nei paesi più poveri, specie africani.

Nel settore dell’istruzione di base l’Italia ha aderito sin dall’inizioalle iniziative promosse dalle organizzazioni internazionali: dapprimail programma “Educazione per Tutti” lanciato dall’UNESCO per il con-tinente africano, con 4 milioni di dollari e, in seguito, con 2 milioni didollari nel 2004 e nel 2005, la “Fast Track Iniziative” della BancaMondiale rivolta ad assistere 13 paesi nella realizzazione dei pianinazionali di educazione di base.

Nel Vertice del G8 di Genova del 2001, per impulso italiano, èstata avviata l’Iniziativa di “E-government per lo Sviluppo” che riguar-da l’applicazione delle nuove tecnologie informatiche e digitali alleattività amministrative e di governo dei paesi in via di sviluppo. Afavore di tale iniziativa, realizzata in coordinamento con il Ministeroper l’Innovazione e le Tecnologie, la Cooperazione italiana ha costi-tuito quattro fondi fiduciari con UNDESA, la Banca di Sviluppo Inter-Americana, la Gateway Foundation e l’UNDP, investendo nel settoreun totale di 14 milioni di euro.

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La Cooperazione italiana sostiene con 3 milioni di euro l’Iniziativapromossa dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro per diffon-dere i principi del “Global Compact” nelle piccole e medie imprese ita-liane in vista della loro collaborazione con imprese dei PVS per l’ap-plicazione nel settore privato del rispetto dei diritti umani e dei dirittifondamentali nel lavoro, della tutela del lavoro minorile e dell’am-biente.

Con la proclamazione del 2005 come “Anno Internazionale delMicrocredito”, l’Italia ha avviato progetti importanti per favorire lacanalizzazione delle rimesse degli emigrati verso attività produttivenei paesi di provenienza con finalità di sviluppo e la costituzione dicanali di microcredito e di microfinanza collegati al sistema bancarioitaliano. Per questo scopo, sono stati aperti due fondi fiduciari, di 3milioni di euro presso la Banca Inter-Americana di Sviluppo e di 5milioni presso l’IFAD.

ITALIA, ONU E COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO

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VERSO LE NUOVE

NAZIONI UNITE: L’ITALIA E LA RIFORMA

DELL’ORGANIZZAZIONE

Dalla sua fondazione ad oggi, l’ONU ha introdotto importanti rifor-me, istituito nuovi fondi e programmi e creato nuovi strutture.Parallelamente sono state intraprese anche riforme interne - in parti-colare dopo l’ingresso dell’attuale Segretario generale, Kofi Annan -che hanno consentito di risanare finanziariamente l’Organizzazione edi concentrare meglio la sua azione su quattro priorità strategiche: lapace e la sicurezza internazionale; lo sviluppo economico e sociale;gli affari umanitari e i diritti umani.

Al tempo stesso, l’Organizzazione ha avuto difficoltà nel portare atermine alcune innovazioni fondamentali, legate alle inevitabili diver-genze di vedute che esistono all’interno di una comunità che ormaiconta 191 Stati membri: qualsiasi emendamento allo Statutodell’ONU deve essere approvato dai due terzi dei membridell’Assemblea generale, quindi ratificato dai due terzi degli Statimembri e da tutti i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza. Difatto questa procedura è stata portata a termine con successo sola-mente in rare occasioni: nel 1963, per portare il numero dei membripermanenti del Consiglio di Sicurezza da 11 a 15 e - due volte - peraumentare il numero dei membri del Consiglio economico e sociale(ECOSOC).

A maggiore tutela della membership, grazie all’iniziativa dell’Italia,nel 1998 fu approvata la risoluzione 53/30 che richiede l’esplicito votofavorevole dei due terzi degli Stati membri per ogni decisione cheriguardi la riforma del Consiglio di Sicurezza, anche se non prevededirettamente la modifica dello Statuto dell’ONU.

Il dibattito sulla necessità di avviare una riforma dell’ONU è statorilanciato dall’aggravamento delle minacce legate al terrorismo e allaproliferazione delle armi di distruzione di massa, nonché dalle vicen-de legate alla crisi irachena.

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Nell’autunno del 2003, nell’intento di ristabilire il consenso all’inter-no della comunità internazionale sulle questioni della sicurezza inter-nazionale e per riaffermare il ruolo centrale dell’ONU, il Segretariogenerale ha incaricato un gruppo di personalità internazionali di ana-lizzare le nuove sfide in materia di pace e di sicurezza internazionale,le possibili modalità con cui le Nazioni Unite possono essere riforma-te per rafforzare l’azione multilaterale ed, infine, di individuare il con-tributo che l’azione collettiva può dare alla loro soluzione.

Al termine di un lungo processo redazionale il gruppo ha presen-tato nel dicembre del 2004 il proprio rapporto in cui si prospettava unapproccio alla sicurezza in un mondo globalizzato basato su respon-sabilità condivise, in considerazione anche del carattere multiformedelle minacce. Il rapporto dal titolo “Sicurezza collettiva nel XXI seco-lo”, si sforzava di trovare un punto di sintesi fra le diverse percezionie ordini di priorità degli Stati in materia di sicurezza. In un apprezza-bile dosaggio di visione strategica e di realismo, il Panel di esperti for-mulava numerose raccomandazioni che non miravano a “rifondare”l’ONU, ma a rafforzarne l’azione con proposte concrete, previa inte-sa della comunità internazionale su alcuni principi di fondo.

Sulla base del rapporto del Panel e anche di un rapporto sui temidello sviluppo parallelamente realizzato da un gruppo di esperti coor-dinati dall’economista premio Nobel Jeoffry Sachs (il MilleniumDevelopment Project), Kofi Annan ha presentato nel marzo 2005 unproprio documento dal titolo “In Larger Freedom”. Il nesso fra la sicu-rezza, lo sviluppo ed i diritti umani rappresenta la tela di fondo delrapporto di Kofi Annan e da esso muovono le proposte di riforma siaper quanto riguarda i principi di riferimento, sia per quanto riguardagli organi delle Nazioni Unite. Il Segretario Generale afferma “Nonpotremo avere sviluppo senza sicurezza, sicurezza senza sviluppo,non potremo avere né l’uno né l’altra senza il rispetto per i dirittiumani”.

Tra le varie riforme istituzionali, quella che richiama maggiormen-te l’attenzione è l’allargamento del Consiglio di Sicurezza. Il Panel diesperti ha raccomandato di aumentare il numero dei membri delConsiglio di Sicurezza da 15 a 24, proponendo a tal fine due model-li sorretti da una medesima analisi, ma contrapposti quanto alle impli-cazioni operative: il primo (modello A) prevedeva l’istituzione di seinuovi seggi permanenti senza diritto di veto e di tre nuovi seggi arotazione per due anni; il secondo (modello B) prevedeva invece lacreazione di otto seggi elettivi a più lunga durata, senza diritto di veto,con la possibilità per gli Stati chiamati ad occuparli di essere imme-diatamente rieletti al termine del loro mandato, più un nuovo seggioa rotazione - per due anni e non rieleggibile immediatamente.

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Tra il 14 ed il 16 settembre 2005, i Capi di Stato e di Governo deiPaesi Membri delle Nazioni Unite si sono riuniti a New York per ilVertice ONU, con l’obiettivo di dare nuovo impeto agli Obiettivi diSviluppo concordati nel 2000, e di discutere il più ampio pacchetto diriforme nella storia dell’Organizzazione.

I commenti dei mezzi di informazione italiani ed internazionalihanno contribuito alla percezione che il Vertice abbia rappresentatouna mancata opportunità per un processo di riforma la cui urgenza èuniversalmente percepita. Ad una più meditata lettura del documen-to finale approvato si impone, tuttavia, un giudizio più articolato. Ladefinizione sin dall’inizio del processo di obiettivi decisamente ambi-ziosi ha avuto come effetto di amplificare il senso di insoddisfazionederivante dalla difficoltà di raggiungere appieno i traguardi prefissati.Tuttavia, come illustrato qui di seguito, il Vertice ha prodotto una“massa critica” di linee di azione e di proposte potenzialmente inno-vative; una piattaforma di partenza dalla quale, purchè vi sia unareale volontà politica e una continuità di impegno da parte degli Statimembri - non mancherà quello dell’Italia - poter riprendere il cammi-no negoziale in vista di soluzioni meno ambigue e più concrete. Lariforma dell’ONU non è un evento, ma un processo la cui riuscitaandrà valutata sulla base dell’attuazione data alle indicazioni, diretta-mente operative o programmatiche, scaturite dal Vertice.

Il Documento Finale del Vertice è stato il frutto di intensi negozia-ti dall’esito incerto fino all’ultimo momento a causa delle divergenzeriscontrate fra i membri dell’ONU. La necessità di giungere ad untesto accettabile da tutti - non essendovi reale alternativa al consen-so - l’ampiezza dei temi trattati, il ritardo con cui è iniziato il negozia-to, l’accelerazione artificiosa e l’eccessiva focalizzazione del dibattitosulla riforma del Consiglio di Sicurezza, la scarsa disponibilità al com-promesso da parte di alcune delegazioni hanno indubbiamente ritar-dato il raggiungimento di un accordo e determinato un’attenuazionedegli spunti più innovativi delle proposte del Panel di eminenti perso-nalità e di quelle avanzate da Kofi Annan.

Fra i contenuti del Documento Finale ve ne sono tuttavia alcuniche giustificano una valutazione nel complesso positiva:

sul piano dei principi, la condivisione di una nuova visione dellasicurezza fondata sul riconoscimento che sviluppo - soprattutto nellaprospettiva dei PVS - e diritti umani ne sono componenti essenziali;

l’impegno a istituire una Commissione per il Consolidamento dellaPace, nuovo organo consultivo che sarà formato da tutti i soggetticoinvolti nell’assistenza ai Paesi che escono da situazioni di conflitto(Stati, organizzazioni regionali, istituzioni finanziarie) ed il cui manda- IT

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Nuova visione della sicurezza

Commissione peril Consolidamento

della Pace

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to sarà di assicurare che vi sia continuità tra operazioni di paceed iniziative mirate ad avviare processi di sviluppo di medio-lungo periodo. L’attività della Commissione sarà sostenuta daun fondo ad hoc e dalla costituzione di una struttura di suppor-to nell’ambito del Segretariato;

la decisione di istituire, entro un anno, un Consiglio dei DirittiUmani, di cui dovranno essere definiti composizione, mandatoe metodi di lavoro e che sarà chiamato a promuovere la tuteladei diritti umani e delle libertà fondamentali e ad affrontare icasi di violazioni. Tale organismo prenderà il posto dell’attuale Commissione peri Diritti Umani, criticata anche per una eccessiva politicizzazionedei suoi lavori;

la conferma dell’impegno, contenuto nella Dichiarazione delMillennio, a dimezzare, entro il 2015, la povertà e la fame nelmondo ed invito ai Paesi sviluppati a destinare lo 0,7% del loroPIL in favore dei PVS e a questi ultimi ad attuare politiche ido-nee a favorire la crescita economica;

la decisione di affidare al Consiglio Economico e Sociale unruolo di coordinamento relativamente all’attuazione degliObiettivi di Sviluppo del Millennio ed alle iniziative per far frontealle emergenze umanitarie ed ai disastri naturali, e di supervi-sione delle attività di Fondi, Programmi ed Agenzie;

una più razionale organizzazione e migliore funzionamento delSegretariato, anche attraverso l’istituzione di un organismo indi-pendente di controllo;

l’attribuzione di maggiori risorse all’Ufficio dell’AltoCommissario per i Diritti Umani il cui bilancio verrà raddoppiatonel corso dei prossimi cinque anni;

l’enunciazione del principio della responsabilità da parte degliStati di proteggere i loro cittadini in caso di genocidi, crimini diguerra, purificazioni etniche e crimini contro l’umanità ed il dirit-to/dovere per la comunità internazionale di intervenire, attraver-so il Consiglio di Sicurezza, qualora ciò non avvenga. Sia pure con alcune attenuazioni rispetto alla formulazione ori-ginaria, si tratta di un’affermazione di grande valore, anche inconsiderazione dell’ostilità che tale principio - potenzialmentelesivo della sovranità degli Stati - aveva incontrato in preceden-za alle stesse Nazioni Unite;

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Consiglio dei Diritti Umani

Dimezzare la povertà e la

fame nel mondo

ConsiglioEconomico

e Sociale

Migliore funzionamento

del Segretariato

Alto Commissarioper i Diritti Umani

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l’istituzione di un Fondo per la Democrazia, per promuovere losviluppo della società civile e delle istituzioni dei paesi di recen-te o di emergente democratizzazione;

la costituzione del nucleo iniziale di una forza di polizia perma-nente (Standing Police Capacity) per rafforzare - con un incisivoruolo di consulenza ed addestramento - l’azione dell’ONU nellemissioni di pace per quanto concerne lo specifico settore, diimportanza cruciale, del mantenimento dell’ordine pubblico;

la decisione di eliminare il riferimento agli Stati “nemici” (tra cuiItalia, Germania e Giappone), contenuto negli articoli 53, 77 e107 dello Statuto;

l’impegno a rafforzare l’Ufficio di Vienna dell’ONU per la lottaalla criminalità e al traffico di droga.

Deludenti i risultati del Vertice nel settore del disarmo e non pro-liferazione (non vi è alcun riferimento nel documento), dei criteri perl’uso legittimo della forza (il testo attuale si limita a richiamare con-solidati principi generali, laddove il Panel aveva formulato interes-santi proposte per disciplinare e legittimare, anche a fronte diminacce in formazione e sulla base di ben identificati criteri, l’usodella forza - in casi estremi - da parte del Consiglio di Sicurezza), delterrorismo (la precisa definizione del fenomeno e delle relativeresponsabilità inerenti agli Stati membri sono stati abbandonati avantaggio di impegni più generici, seppur significativi).

Per quanto concerne la riforma del Consiglio di Sicurezza, ilVertice delle Nazioni Unite si è concluso con un risultato sostan-zialmente positivo per l’Italia. Alla vigilia del Vertice delleNazioni Unite si è in primo luogo temporaneamente arrestata,grazie anche all’azione svolta dall’Italia con i suoi alleati, la pres-sione dei Paesi che proponevano di aumentare i membri perma-nenti del Consiglio di Sicurezza, sulla base di progetti chehanno dimostrato di provocare profonde lacerazioni fra i mem-bri delle Nazioni Unite. Il Documento finale del Vertice si limitaad esprimere un generico sostegno ad una rapida (“early”) rifor-ma del Consiglio e a richiedere all’Assemblea Generale di valu-tare i progressi registrati (“to review progress”) entro la fine del-l’anno. La discussione al Summit e al successivo dibattitogenerale ha avuto anch’essa un andamento nel complesso inco-raggiante in quanto ha evidenziato una certa diminuzione deiPaesi che si sono espressi a favore dell’istituzione di nuovimembri permanenti, nell’ambito di una minore priorità comples-sivamente attribuita al dossier. IT

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Fondo perla Democrazia

Forza di poliziapermanente

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Sin da quando il dibattito sulla riforma del CdS è stato rilanciatoall’inizio dello scorso decennio la posizione italiana si è sempre carat-terizzata per la ferma contrarietà ad ogni ipotesi di modifica dellacomposizione che comporti l’aumento del numero dei membri per-manenti.

Questa impostazione risponde alla convinzione che l’aumento deipermanenti non contribuirebbe ad accrescere né l’efficacia dell’azio-ne del Consiglio, né la sua rappresentatività, ma - al contrario - nerafforzerebbe il carattere gerarchico, attribuendo, ancor più di quan-to avviene oggi, ogni effettivo potere decisionale, primo fra tutti lacapacità di legittimare l’uso della forza, ad un numero assai limitatodi Stati (i membri non permanenti verrebbero ulteriormente margina-lizzati). Riteniamo che assetti gerarchici della comunità internaziona-le, caratteristici di altre epoche del passato, non rispondano alla com-plessità e all’articolazione dell’attuale panorama delle relazioniinternazionali.

È per questo che ci siamo fatti sempre promotori di proposte diriforma centrate sulla periodica elezione dei nuovi membri delConsiglio, unico strumento per assicurare una loro effettiva respon-sabilizzazione nei confronti della membership. Fatto salvo tale princi-pio fondamentale, il nostro approccio è stato sempre flessibile e cisiamo fatti promotori di formule che non escludano presenze prolun-gate - ma non permanenti - in Consiglio ai Paesi con maggiori possi-bilità di contribuire alla pace e alla sicurezza.

In linea con tale impostazione nel mese di luglio scorso il movi-mento “Uniting for Consensus” - di cui l’Italia è “focal point” - ha postoall’attenzione degli stati membri a New York un propri approccio allariforma del CdS che prevede la creazione di nuovi seggi elettivi conun mandato limitato, che verrebbero assegnati agli attuali gruppi geo-grafici all’ONU, cui sarebbe lasciata la facoltà di definire al propriointerno le modalità di elezione/rielezione (eventualmente abolendol’attuale divieto di rielezione immediata) e gli eventuali meccanismi dirotazione sui nuovi seggi.

Tale facoltà è intesa a garantire la responsabilizzazione dei mem-bri del Consiglio nei confronti dei gruppi regionali di appartenenza.Inoltre, assicurando a tutti gli Stati membri la possibilità di concorre-re per l’elezione e - ove gli accordi in seno ai singoli gruppi regionalilo prevedano - per la rielezione ai nuovi seggi, l’impostazione di UfCrispetta il principio della eguaglianza sovrana tra gli Stati membrilasciando tuttavia aperta la possibilità di presenze più prolungate peri membri in grado di dare un maggiore contributo alla pace e alla sicu-rezza.

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L’approccio del movimento UfC va peraltro inteso come un contri-buto per ulteriori discussioni nel quadro del processo di consultazio-ni in ambito UNGA che intendiamo affrontare con flessibilità e spiritodi apertura nella prospettiva di individuare una formula di compro-messo che apra la strada ad una decisione consensualedell’Assemblea Generale.

L’Italia continuerà, inoltre, ad impegnarsi per una riforma delConsiglio di Sicurezza che, oltre ad ispirarsi a criteri di equità e rap-presentatività, favorisca un ruolo sempre più attivo dell’UnioneEuropea e, in una prospettiva non immediata, la stessa attribuzionedi un seggio. Per quanto la proposta di Uniting for Consensus non sispinga fino a prevedere una rappresentanza unitaria in Consigliodell’Unione Europea, essa attribuisce ai gruppi regionali la facoltà didefinire attraverso accorsi interni le modalità della propria rappresen-tanza in CdS. Tale impostazione garantisce quindi una più ampiarappresentanza di interessi regionali in Consiglio e non pregiudical’obiettivo di far sì che l’UE si esprima in modo quanto più possibileunitario anche in CdS.

L’attribuzione di un seggio permanente in CdS all’Unione Europea(che evidentemente avrebbe caratteristiche ben diverse dai seggipermanenti nazionali) si configura infatti da tempo come un obiettivo- seppure non immediato - della nostra politica estera, suffragato dadue risoluzioni - presentate dall’Europarlamentare tedesco ArminLaschet - approvate a larga maggioranza dal Parlamento Europeo il27 gennaio 2004 ed il 9 giugno 2005. Il 14 aprile 2005, inoltre, ilParlamento Europeo ha adottato - sempre a larga maggioranza - un’altra risoluzione su “Le relazioni tra l’UE e l’ONU” nella quale si riba-disce che “all’Unione Europea dovrebbe essere garantito, in futuro,un posto presso il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, quale espressio-ne più naturale di una politica estera comune autentica ed efficace”.

Ciò è in linea con quanto auspicato dall’opinione pubblica euro-pea: in un recente sondaggio, condotto dal German Marshall Fund, il60% degli Europei è a favore di un seggio unico dell’UE nel Consigliodi Sicurezza dell’ONU.

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Lavorare a contatto con realtà e mentalità diverse, usando altrelingue. Sviluppare la propria capacità di adattamento. Arricchirsi sulpiano culturale oltre che professionale. E scoprire il funzionamento,la struttura e i valori dominanti di quello che è l’organismo internazio-nale per eccellenza: le Nazioni Unite. Si può cominciare con unostage, o con un’esperienza di un anno o due nei programmi previstiper il reclutamento di giovani, come il JPO o il LEAD. Mentre i piùavventurosi possono trovare interessante lavorare nelle missioni dipeace-keeping e di monitoraggio elettorale.

L’Organizzazione delle Nazioni Unite prevede varie possibilità diinserimento professionale per i giovani interessati ad intraprenderequesto tipo di carriera, anche in base al tipo di esperienza già matu-rata. Attenzione, però, per aspirare ad una qualsiasi delle posizioni diseguito descritte è fondamentale conoscere molto bene la linguainglese (parlata e scritta) e abbastanza bene almeno un’altra lingua.

Sono molti i vantaggi di un periodo di tirocinio gratuito presso leorganizzazioni internazionali. Dall’acquisizione di una certa familiari-tà con l’ambiente delle organizzazioni, all’esercizio pratico delle atti-tudini di flessibilità e apertura mentale, alla continua pratica nelle lin-gue straniere. Il tirocinio, quindi, costituisce una prima realeopportunità per confrontarsi con una realtà internazionale e comin-ciare ad accumulare quell’esperienza lavorativa necessaria per poterpensare ad una successiva occupazione più stabile sia all’ONU stes-sa, sia in altre organizzazioni internazionali. La durata dei tirocinivaria dai due ai sei mesi e le domande vanno in genere presentatecon molto anticipo.

UN’OPPORTUNITÀ

PER I GIOVANI ITALIANI:LAVORARE ALL’ONU

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Per i laureandio neolaureati:

i Tirocini

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Il programma “Esperti Associati”, noto come JPO (JuniorProfessional Officer), è una iniziativa di cooperazione finanziatadal Ministero degli Affari Esteri per favorire il reclutamento digiovani cittadini italiani da parte delle organizzazioni internazio-nali, consentendo loro di compiere quella minima esperienzaprofessionale che, come detto, costituisce condizione necessa-ria (ma non sufficiente) per l’assunzione presso le organizzazio-ni internazionali tramite le vacanze di posto tradizionali.

Requisiti minimi per poter presentare la candidatura sono:età non superiore ai 30 anni (che sale a 33 per i laureati in medi-cina e chirurgia), laurea conseguita a conclusione di corsi delladurata minima di quattro anni, ottima conoscenza parlata e scrit-ta dell’inglese. Titoli preferenziali sono: una formazione post-laurea, esperienza professionale pertinente, la conoscenza dialtre lingue di lavoro dell’ONU.

Le domande vengono selezionate da un’apposita commissio-ne nominata dall’ONU. I candidati selezionati vengono invitati asostenere un colloquio con i competenti organi delle organizza-zioni internazionali di destinazione addetti al reclutamento. I vin-citori prestano servizio presso le organizzazioni internazionali,nella sede centrale o in progetti sul campo, dopo aver seguitoun corso introduttivo. Il contratto previsto è di un anno che ingenere viene rinnovato per un ulteriore anno. Le candidatureper questo programma sono oltre tremila l’anno, dalle qualivengono selezionati i 40 vincitori che sono inviati nelle diverseorganizzazioni. Le più importanti Organizzazioni InternazionaliONU legate ai programmi JPO sono: Segretariato ONU, BANCAMONDIALE, UNHCR, AIEA, FAO, WFP, ILO, OMS, ITU, UNDP,UNEP, UNESCO, UNICEF.

La cooperazione italiana finanzia anche altri due programmidestinati ai giovani che vogliono fare esperienza in organizza-zioni internazionali: il Fellowship programme l’UNV InternshipProgramme. Entrambi i programmi hanno la durata di un anno,ma nel primo caso l’età massima prevista è di 26 anni, mentrenel secondo è di 28.

Ogni anno il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo(UNDP) seleziona una ventina di giovani che vengono tempora-neamente assunti per un periodo che varia dai due ai tre anni.Nel corso di questo periodo ai giovani funzionari può essereofferto un contratto a lungo termine. Si tratta di un sistema perverificare sul campo l’effettiva predisposizione delle persone

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Per i laureati con breve

esperienza professionale:

Il programma JPO

Il Programma LEAD dell’UNDP

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scelte a svolgere i compiti e ad affrontare le responsabilità che carat-terizzano le attività dell’Organizzazione. I candidati selezionati hannoin genere già maturato esperienza nel campo in cui sono stati scelti.

I contratti di lavoro temporanei, come nel caso delle consulenze,hanno per lo più una durata limitata che va da tre mesi a due anni. Inalcuni casi sono rinnovabili, ma alcune Istituzioni pongono un limiteal numero dei rinnovi. Questo si riferisce alla singola posizione e nonagli anni complessivi di servizio prestati da un funzionario.

… altre occasioni per fare esperienza nelle Nazioni Unite: Le mis-sioni ONU

Una missione di monitoraggio elettorale è un’occasione per cono-scere realtà politiche interessanti e vivere momenti importanti nellavita di certi Paesi. Ma soprattutto è la chiave per entrare nell’impor-tante settore della “democratizzazione e diritti umani” e aspirare acandidarsi in organizzazioni del Sistema ONU come UNHCR eUNHCHR. Le possibilità sono due: osservatore elettorale o supervi-sore elettorale.

Il primo è un testimone delle operazioni di voto, incaricato di redi-gere un rapporto finale all’Organizzazione. Il secondo svolge un’atti-vità più “intrusiva”, occupandosi, se necessario, della preparazionedei seggi, del trasporto delle urne, del conteggio dei voti, ecc.Generalmente queste missioni non durano più di un mese.

Per partecipare alle missioni di breve durata occorre avere: una lau-rea in materie giuridiche o umanitarie, ottima conoscenza dell’inglese,preferibilmente un’esperienza di scrutatore, segretario o presidente diseggio a livello nazionale, e/o un’esperienza in campo internazionale,in un’organizzazione non governativa o in attività di cooperazione oaiuto umanitario. Mentre, per aspirare a missioni di lungo periodo, nonbasta avere una preparazione accademica, servono anche una com-provata esperienza internazionale nel settore - diplomazia preventiva,gestione delle crisi, assistenza nei processi elettorali - e la capacità diredigere testi e norme giuridiche. Tali competenze si acquisisconolavorando in organizzazioni intergovernative e in ong.

Le missioni di peace-keeping prevedono la presenza sul campo -con il consenso delle parti in guerra - di forze generalmente militari,ma anche civili, per implementare o monitorare accordi relativi al con-trollo o alla risoluzione di un conflitto o assicurare la fornitura degliaiuti umanitari.

UN OPPORTUNITÀ PER I GIOVANI ITALIANI: LAVORARE ALL’ONU

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Per i giovani professionisti:

Contratti temporanei

Operazioni di monitoraggio

elettorale

I guardiani della pace

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Sono molte le missioni ONU sparse per il mondo e tante in servi-zio da anni. Accanto ai caschi blu si ricorre a personale civile per unampio ventaglio di funzioni e settori: trasporti, logistica, affari legali epolitici, amministrazione, assistenza umanitaria, informazione ecomunicazione, elaborazione elettronica dei dati, diritti umani. I can-didati a operazioni di peace-keeping devono essere laureati, avermaturato 4-5 anni di esperienza professionale, parte di questi sulcampo e in condizioni difficili. È importante la capacità di sopportaredure condizioni di lavoro ed essere disponibili ad operare in condi-zioni difficili e in zone a rischio.

Il programma UNV offre la possibilità di realizzare esperienze pro-fessionali sul campo in vari settori, quali ad esempio: cooperazioneallo sviluppo, assistenza umanitaria; diritti umani; reinserimentosociale; peace-building; monitoraggio di consultazioni elettorali, ecc.Sono circa 2000 gli attuali volontari, più di 130 le nazionalità rappre-sentate. Lavorano in 140 Paesi in stretto contatto con l’Undp per rea-lizzare progetti tecnici, economici, sociali, alimentari, sanitari.

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Volontari delle Nazioni

Unite (UNV)

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UN MONDO

DI SIGLE

GLOSSARIO

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PPRROOGGRRAAMMMMEESS AANNDD FFUUNNDDSS

UUNNCCTTAADD UUnniitteedd NNaattiioonnss CCoonnffeerreennccee oonn TTrraaddee aannddDDeevveellooppmmeennttIITTCC IInntteerrnnaattiioonnaall TTrraaddee CCeennttrree ((UUNNCCTTAADD//WWTTOO))UUNNDDCCPP UUnniitteedd NNaattiioonnss DDrruugg CCoonnttrrooll PPrrooggrraammmmeeUUNNEEPP UUnniitteedd NNaattiioonnss EEnnvviirroonnmmeenntt PPrrooggrraammmmeeUUNNIICCEEFF UUnniitteedd NNaattiioonnss CChhiillddrreenn''ss FFuunnddUUNNDDPP UUnniitteedd NNaattiioonnss DDeevveellooppmmeenntt PPrrooggrraammmmeeUUNNIIFFEEMM UUnniitteedd NNaattiioonnss DDeevveellooppmmeenntt FFuunndd ffoorrWWoommeennUUNNVV UUnniitteedd NNaattiioonnss VVoolluunntteeeerrssUUNNCCDDFF UUnniitteedd NNaattiioonnss CCaappiittaall DDeevveellooppmmeenntt FFuunnddUUNNFFPPAA UUnniitteedd NNaattiioonnss PPooppuullaattiioonn FFuunnddUUNNHHCCRR OOffffiiccee ooff tthhee UUnniitteedd NNaattiioonnss HHiigghhCCoommmmiissssiioonneerr ffoorr RReeffuuggeeeessWWFFPP WWoorrlldd FFoooodd PPrrooggrraammmmee UUNNRRWWAA UUnniitteedd NNaattiioonnss RReelliieeff aanndd WWoorrkkss AAggeennccyy ffoorrPPaalleessttiinnee RReeffuuggeeeess iinn tthhee NNeeaarr EEaassttUUNN--HHAABBIITTAATT UUnniitteedd NNaattiioonnss HHuummaann SSeettttlleemmeennttssPPrrooggrraammmmee ((UUNNHHSSPP))

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UUNNIICCRRII UUnniitteedd NNaattiioonnss IInntteerrrreeggiioonnaall CCrriimmee aannddJJuussttiiccee RReesseeaarrcchh IInnssttiittuutteeUUNNIITTAARR UUnniitteedd NNaattiioonnss IInnssttiittuuttee ffoorr TTrraaiinniinngg aannddRReesseeaarrcchhUUNNRRIISSDD UUnniitteedd NNaattiioonnss RReesseeaarrcchh IInnssttiittuuttee ffoorr SSoocciiaallDDeevveellooppmmeennttUUNNIIDDIIRR UUnniitteedd NNaattiioonnss IInnssttiittuuttee ffoorr DDiissaarrmmaammeennttRReesseeaarrcchhIINNSSTTRRAAWW IInntteerrnnaattiioonnaall RReesseeaarrcchh aanndd TTrraaiinniinnggIInnssttiittuuttee ffoorr tthhee AAddvvaanncceemmeenntt ooff WWoommeenn

OOTTHHEERR UUNN EENNTTIITTIIEESS

OOHHCCHHRR OOffffiiccee ooff tthhee UUnniitteedd NNaattiioonnss HHiigghhCCoommmmiissssiioonneerr ffoorr HHuummaann RRiigghhttssUUNNOOPPSS UUnniitteedd NNaattiioonnss OOffffiiccee ffoorr PPrroojjeecctt SSeerrvviicceessUUNNUU UUnniitteedd NNaattiioonnssUUnniivveerrssiittyyUUNNSSSSCC UUnniitteedd NNaattiioonnss SSyysstteemm SSttaaffff CCoolllleeggeeUUNNAAIIDDSS JJooiinntt UUnniitteedd NNaattiioonnss PPrrooggrraammmmee oonnHHIIVV//AAIIDDSS

PPRROOGGRRAAMMMMII EE FFOONNDDII

UUNNCCTTAADD CCoonnffeerreennzzaa ddeellllee NNaazziioonnii UUnniittee ssuullCCoommmmeerrcciioo ee lloo SSvviilluuppppooIITTCC CCeennttrroo IInntteerrnnaazziioonnaallee ppeerr iill CCoommmmeerrcciiooUUNNDDCCPP PPrrooggrraammmmaa ddeellllee NNaazziioonnii UUnniittee ppeerr iill CCoonnttrroollllooddeellllaa DDrrooggaaUUNNEEPP PPrrooggrraammmmaa ddeellllee NNaazziioonnii UUnniittee ppeerr ll''AAmmbbiieenntteeUUNNIICCEEFF FFoonnddoo ddeellllee NNaazziioonnii UUnniittee ppeerr ll''iinnffaannzziiaaPPNNUUSS PPrrooggrraammmmaa ddeellllee NNaazziioonnii UUnniittee ppeerr lloo SSvviilluuppppoo UUNNIIFFEEMM FFoonnddoo ddii SSvviilluuppppoo ddeellllee NNaazziioonnii UUnniittee ppeerr llaaDDoonnnnaaUUNNVV VVoolloonnttaarrii ddeellllee NNaazziioonnii UUnniitteeUUNNCCDDFF FFoonnddoo ddeellllee NNaazziioonnii UUnniittee ppeerr lloo SSvviilluuppppoo ddeellCCaappiittaalleeUUNNFFPPAA FFoonnddoo ddeellllee NNaazziioonnii UUnniittee ppeerr llaa PPooppoollaazziioonneeAACCNNUURR AAllttoo CCoommmmiissssaarriiaattoo ddeellllee NNaazziioonnii UUnniittee ppeerr iiRRiiffuuggiiaattiiPPAAMM PPrrooggrraammmmaa AAlliimmeennttaarree MMoonnddiiaalleeUUNNRRWWAA AAggeennzziiaa ddeellllee NNaazziioonnii UUnniittee ppeerr ll''AAssssiisstteennzzaaee llaa RRiiccoossttrruuzziioonnee aa ffaavvoorree ddeeii RRiiffuuggiiaattii ddii PPaalleessttiinnaanneell VViicciinnoo OOrriieenntteeOONNUU--HHAABBIITTAATT CCeennttrroo ddeellllee NNaazziioonnii UUnniittee ppeerr gglliiIInnsseeddiiaammeennttii UUmmaannii

IISSTTIITTUUTTII DDII RRIICCEERRCCAA EE DDII FFOORRMMAAZZIIOONNEE

UUNNIICCRRII CCeennttrroo IInntteerrnnaazziioonnaallee ddeellllee NNaazziioonnii UUnniittee ppeerrllaa RRiicceerrccaa iinn mmaatteerriiaa ddii CCrriimmiinnaalliittàà ee GGiiuussttiizziiaaUUNNIITTAARR IIssttiittuuttoo ddeellllee NNaazziioonnii UUnniittee ppeerrll''AAddddeessttrraammeennttoo ee llaa RRiicceerrccaa UUNNRRIISSDD IIssttiittuuttoo ddiiRRiicceerrccaa ddeellllee NNaazziioonnii UUnniittee ppeerr lloo SSvviilluuppppoo SSoocciiaalleeUUNNIIDDIIRR IIssttiittuuttoo ddeellllee NNaazziioonnii UUnniittee ppeerr llaa RRiicceerrccaa ssuullDDiissaarrmmoo IINNSSTTRRAAWW IIssttiittuuttoo iinntteerrnnaazziioonnaallee ddii RRiicceerrccaa eeFFoorrmmaazziioonnee ppeerr iill pprrooggrreessssoo ddeellllee DDoonnnnee

AALLTTRRII OORRGGAANNIISSMMII

OOHHCCHHRR AAllttoo CCoommmmiissssaarriiaattoo ddeellllee NNaazziioonnii UUnniittee ppeerr iiDDiirriittttii UUmmaannii UUNNOOPPSS UUffffiicciioo ddii sseerrvviizzii aaii pprrooggeettttii ddeellllee NNaazziioonnii UUnniitteeUUNNUU UUnniivveerrssiittàà ddeellllee NNaazziioonnii UUnniittee UUNNSSSSCC SSttaaffff CCoolllleeggee ddeell ssiisstteemmaa ddeellllee NNaazziioonnii UUnniittee UUNNAAIIDDSS PPrrooggrraammmmaa ccoonnggiiuunnttoo ddeellllee NNaazziioonnii UUnniittee ppeerrll''AAiiddss

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RREELLAATTEEDD OORRGGAANNIIZZAATTIIOONNSS

WWTTOO WWoorrlldd TTrraaddee OOrrggaanniizzaattiioonn IIAAEEAA IInntteerrnnaattiioonnaall AAttoommiicc EEnneerrggyy AAggeennccyyCCTTBBTTOO PPrreepp..ccoomm PPrreeppCCoomm ffoorr tthhee NNuucclleeaarr--TTeesstt--BBaann--TTrreeaattyy OOrrggaanniizzaattiioonnOOPPCCWW OOrrggaanniizzaattiioonn ffoorr tthhee PPrroohhiibbiittiioonn ooff CChheemmiiccaallWWeeaappoonnss

SSPPEECCIIAALLIIZZEEDD AAGGEENNCCIIEESS

IILLOO IInntteerrnnaattiioonnaall LLaabboouurr OOrrggaanniizzaattiioonnFFAAOO FFoooodd aanndd AAggrriiccuullttuurree OOrrggaanniizzaattiioonn ooff tthhee UUnniitteeddNNaattiioonnssUUNNEESSCCOO UUnniitteedd NNaattiioonnss EEdduuccaattiioonnaall,, SScciieennttii..cc aannddCCuullttuurraall OOrrggaanniizzaattiioonnWWHHOO WWoorrlldd HHeeaalltthh OOrrggaanniizzaattiioonn

WWOORRLLDD BBAANNKK GGRROOUUPP::-- IIBBRRDD IInntteerrnnaattiioonnaall BBaannkk ffoorr RReeccoonnssttrruuccttiioonn aannddDDeevveellooppmmeenntt-- IIDDAA IInntteerrnnaattiioonnaall DDeevveellooppmmeenntt AAssssoocciiaattiioonn;;-- IIFFCC IInntteerrnnaattiioonnaall FFiinnaannccee CCoorrppoorraattiioonn;;-- MMIIGGAA MMuullttiillaatteerraall IInnvveessttmmeenntt GGuuaarraanntteeee AAggeennccyy;;-- IICCSSIIDD IInntteerrnnaattiioonnaall CCeennttrree ffoorr SSeettttlleemmeenntt ooffIInnvveessttmmeenntt DDiissppuutteess

IIMMFF IInntteerrnnaattiioonnaall MMoonneettaarryy FFuunnddIICCAAOO IInntteerrnnaattiioonnaall CCiivviill AAvviiaattiioonn OOrrggaanniizzaattiioonnIIMMOO IInntteerrnnaattiioonnaall MMaarriittiimmee OOrrggaanniizzaattiioonnIITTUU IInntteerrnnaattiioonnaall TTeelleeccoommmmuunniiccaattiioonn UUnniioonnUUPPUU UUnniivveerrssaall PPoossttaall UUnniioonn WWMMOO WWoorrlldd MMeetteerroollooggiiccaall OOrrggaanniizzaattiioonnWWIIPPOO WWoorrlldd IInntteelllleeccttuuaall PPrrooppeerrttyy OOrrggaanniizzaattiioonnIIFFAADD IInntteerrnnaattiioonnaall FFuunndd ffoorr AAggrriiccuullttuurraall DDeevveellooppmmeennttUUNNIIDDOO UUnniitteedd NNaattiioonnss IInndduussttrriiaall DDeevveellooppmmeennttOOrrggaanniizzaattiioonnWWTTOO WWoorrlldd TToouurriissmm OOrrggaanniizzaattiioonn

OORRGGAANNIIZZZZAAZZIIOONNII CCOORRRREELLAATTEE

OOMMCC OOrrggaanniizzzzaazziioonnee MMoonnddiiaallee ppeerr iill CCoommmmeerrcciiooAAIIEEAA AAggeennzziiaa IInntteerrnnaazziioonnaallee ppeerr ll''EEnneerrggiiaa AAttoommiiccaaCCTTBBTTOO OOrrggaanniizzzzaazziioonnee ppeerr ll''aapppplliiccaazziioonnee ddeell ttrraattttaattooppeerr iill bbaannddoo ccoommpplleettoo ddeellllaa ssppeerriimmeennttaazziioonnee nnuucclleeaarreeOOPPAACC OOrrggaanniizzzzaazziioonnee ppeerr llaa pprrooiibbiizziioonnee ddeellllee aarrmmii cchhii--mmiicchhee

AAGGEENNZZIIEE SSPPEECCIIAALLIIZZZZAATTEE

OOIILL OOrrggaanniizzzzaazziioonnee IInntteerrnnaazziioonnaallee ddeell LLaavvoorrooFFAAOO OOrrggaanniizzzzaazziioonnee ddeellllee NNaazziioonnii UUnniittee ppeerrll''AAlliimmeennttaazziioonnee ee ll''AAggrriiccoollttuurraaUUNNEESSCCOO OOrrggaanniizzzzaazziioonnee ddeellllee NNaazziioonnii UUnniittee ppeerrll''EEdduuccaazziioonnee llaa SScciieennzzaa ee llaa CCuullttuurraaOOMMSS OOrrggaanniizzzzaazziioonnee MMoonnddiiaallee ddeellllaa SSaanniittàà

GGRRUUPPPPOO BBAANNCCAA MMOONNDDIIAALLEE::-- BBIIRRSS BBaannccaa MMoonnddiiaallee ppeerr llaa RRiiccoossttrruuzziioonnee ee llooSSvviilluuppppoo;;-- IIDDAA AAssssoocciiaazziioonnee IInntteerrnnaazziioonnaallee ppeerr lloo SSvviilluuppppoo;;-- IIFFCC SSoocciieettàà FFiinnaannzziiaarriiaa IInntteerrnnaazziioonnaallee;;-- MMIIGGAA AAggeennzziiaa MMuullttiillaatteerraallee ddii GGaarraannzziiaa ddeegglliiIInnvveessttiimmeennttii;;-- IICCSSIIDD CCeennttrroo IInntteerrnnaazziioonnaallee ppeerr llaa CCoommppoossiizziioonneeddeellllee CCoonnttrroovveerrssiiee rreellaattiivvee aaggllii IInnvveessttiimmeennttii

FFMMII FFoonnddoo MMoonneettaarriioo IInntteerrnnaazziioonnaalleeIICCAAOO OOrrggaanniizzzzaazziioonnee ppeerr ll''AAvviiaazziioonnee CCiivviilleeIInntteerrnnaazziioonnaalleeIIMMOO OOrrggaanniizzzzaazziioonnee MMaarriittttiimmaa IInntteerrnnaazziioonnaalleeUUIITT UUnniioonnee IInntteerrnnaazziioonnaallee ddeellllee TTeelleeccoommuunniiccaazziioonniiUUPPUU UUnniioonnee PPoossttaallee UUnniivveerrssaalleeOOMMMM OOrrggaanniizzzzaazziioonnee MMeetteeoorroollooggiiccaa MMoonnddiiaalleeOOMMPPII OOrrggaanniizzzzaazziioonnee MMoonnddiiaallee ddeellllaa PPrroopprriieettààIInntteelllleettttuuaallee FFIISSAA FFoonnddoo IInntteerrnnaazziioonnaallee ppeerr lloo SSvviilluuppppoo AAggrriiccoollooUUNNIIDDOO OOrrggaanniizzzzaazziioonnee ddeellllee NNaazziioonnii UUnniittee ppeerr llooSSvviilluuppppoo IInndduussttrriiaallee WWTTOO OOrrggaanniizzzzaazziioonnee mmoonnddiiaallee ddeell ttuurriissmmoo

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