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Progettazione per il lavoro sulle metodologie di studio 2016-17- INDIRE (tutor dott.ssa Garofano) 1 ATTIVITA’ DI ACCOGLIENZA L’attività di accoglienza nel nostro Istituto si svolge nel primo mese di scuola. I questionari, relativi a tale attività, sono somministrati da ogni coordinatore delle classi prime e comprendono: a) un’ intervista all’alunno con dati generali, preferenze, motivi di scelta della scuola da parte dello studente; b) un questionario sulla motivazione allo studio ; esso consta di due parti: - una sulla sfera della concentrazione - una sulla sfera della perseveranza; c) un questionario sugli stili di apprendimento; esso consta di tre aree: - area A : visivo-verbale; visivo-non verbale; uditivo; cinestesico - area B : analitico; globale - area C: individuale e di gruppo - Dati rilevati nella classe 1 B dell’ ISI Pertini Lucca,dove si attua l’attività di didattica laboratoriale dell’INDIRE, in parallelo alla classe 1 A della stessa Istituzione Scolastica.

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Progettazione per il lavoro sulle metodologie di studio 2016-17- INDIRE (tutor dott.ssa Garofano)

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ATTIVITA’ DI ACCOGLIENZA

L’attività di accoglienza nel nostro Istituto si svolge nel primo mese di scuola.

I questionari, relativi a tale attività, sono somministrati da ogni coordinatore delle classi prime e comprendono:

a) un’ intervista all’alunno con dati generali, preferenze, motivi di scelta della scuola da parte dello studente;

b) un questionario sulla motivazione allo studio ; esso consta di due parti:

- una sulla sfera della concentrazione

- una sulla sfera della perseveranza;

c) un questionario sugli stili di apprendimento; esso consta di tre aree:

- area A : visivo-verbale; visivo-non verbale; uditivo; cinestesico

- area B : analitico; globale

- area C: individuale e di gruppo

-

Dati rilevati nella classe 1 B dell’ ISI Pertini Lucca,dove si attua l’attività di didattica laboratoriale dell’INDIRE, in parallelo alla classe 1 A della stessa

Istituzione Scolastica.

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INTERVISTA CONCENTRAZIONE PERSEVERANZA AREA A AREA B AREA C

Calcio - 2 alunni

Nuoto – 2 alunni

Palestra - 2 alunni

Musica/palestra - 2 alunni

Musica - 1 alunno

Calcio/violino/scout – 1

alunno

Ballo - 1 alunna

Teatro/musica/karate/pianofor

te/scout - 1 alunno

Cross – 1 alunno

Baseball – 1 alunno

Sport – 1 alunno

Sport/cibo – 1 alunno

medio-alta 2

media 16

medio-alta 8

media 10

stile uditivo 29%

stile visivo-verbale

25%

visivo-non verbale

23%

cinestesico 23%

stile analitico 57%

stile globale 43%

lavoro di gruppo 63%

lavoro individuale 37%

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Titolo del lavoro: Il mondo contadino e le antiche botteghe lucchesi. Lavoro di storia locale

Format lezione

Lavoro sulla storia locale della città di Lucca.

L’UdA è formata da elementi della storia locale antica, da informazioni sul territorio rurale toscano, sul cibo contadino e sulle

botteghe storiche di Lucca.

L’UdA si svolge mediante un lavoro cooperativo e di tutoraggio, con la finalità di coinvolgere tutti gli alunni, presenti in classe. Non

si è ritenuto fondamentale somministrare un questionario sociale per formare i gruppi con ragazzi tra loro compatibili, perché la

classe ha un grado di socializzazione alto e normalmente, in Italiano e Storia si lavora con forme di tutoraggio diverso.

Il lavoro, dopo la spiegazione del docente, si articola in

• lavoro comune del gruppo classe sul mondo rurale, la cucina contadina con rimandi alla cucina borghese della Lucchesia,

attraverso letture e testimonianze anche letterarie

• stesura di appunti individuali

• lavoro a gruppi (quattro gruppi) su quattro negozi storici della città di Lucca; il lavoro consta di ricerche, interviste attraverso

uscite didattiche sul territorio e fotografie fatte dagli studenti.

• Realizzazione di articoli sul territorio lucchese; quello giudicato più interessante dagli studenti verrà inviato al giornalino della

scuola.

• Realizzazione di due cartelloni

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• Verifica finale orale attraverso una griglia di valutazione

• Questionario di soddisfazione sul lavoro svolto.

Discipline coinvolte: Italiano,Storia, Grafica

Obiettivi generali

• organizzare il proprio apprendimento individuando e scegliendo varie fonti e varie modalità di informazione

• elaborare e realizzare progetti riguardanti lo sviluppo delle proprie attività di studio

• comprendere messaggi di genere diverso

• interagire in gruppo, comprendendo i diversi punti di vista

Obiettivi specifici

Abilità:

• Comprendere il messaggio contenuto in un testo orale e /o scritto

• padroneggiare semplici tecniche di descrizione

• cogliere le informazioni essenziali di un testo

• coordinare le idee e organizzarle in appunti coerenti

• sostenere il confronto con opinioni diverse dalle proprie Conoscenze:

� Conoscere le principali caratteristiche dei generi esaminati � conoscere ed individuale le modalità e le varie tecniche di produzione scritta: descrittiva, narrativa ed espositiva � Fornire attinenze con avvenimenti storici.

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Competenze

• Imparare ad imparare

• progettare

• comunicare

• collaborare e partecipare

Descrizione della classe coinvolta

L’attività viene svolta in una classe prima formata da 17 alunni.

Il gruppo classe si presenta variegato per quanto riguarda le capacità cognitive degli studenti; la gran parte degli alunni è solitamente motivata ed interessata e una piccola parte presenta problematiche comportamentali. Nella classe ci sono quattro alunni Bes: due con problemi specifici di apprendimento, una con disagio emotivo e un alunno diversamente abile.

Luogo in cui è svolta la lezione

L’attività si è svolta in classe e fuori, attraverso le uscite didattiche.

Materiali e tecnologie didattiche di cui si dispone

Devices mobili,

internet

libri di storia locale

cartelloni

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La struttura della lezione

Fase 1

L’argomento è stato introdotto mediante l’utilizzo di fonti cartacee e multimediali. Il docente ha spiegato l’argomento che si intendeva affrontare. Inizialmente il gruppo classe ha lavorato sulle fonti storiche, aiutato dall’insegnate di sostegno contitolare della classe. In un secondo momento si sono divisi i lavori tra gli alunni, che risultavano suddivisi in gruppi Gli studenti, attraverso due uscite sul territorio hanno effettuato le interviste previste per il lavoro. Gli studenti hanno realizzato degli articoli sul lavoro svolto. A scuola a gruppi gli studenti hanno rielaborato tutto il materiale ed hanno realizzato i cartelloni.

Fase 2 Gli alunni hanno preso appunti ed intanto hanno collaborato con l’insegnante per operare collegamenti trasversali con la storia passata Si è passati alla lettura delle ricerche. Fase 3 Si sono formati i gruppi e si è assegnato il lavoro da effettuare. A dirigere ogni gruppo c’è un tutor, che collabora con tutti i componenti del gruppo, innescando la motivazione ad apprendere. Gli alunni hanno letto le interviste effettuate durante le uscite sul territorio. Gli alunni costruiranno due cartelloni con il materiale realizzato, attraverso il confronto di idee e di opinioni diverse. Gli alunni scriveranno alcuni articoli che hanno per oggetto il lavoro svolto sul territorio. Gli studenti leggeranno gli articoli e decideranno quale articolo pubblicare sul giornalino della scuola. Fase 4 Gli studenti saranno interrogati oralmente sul lavoro svolto; ogni tutor spiegherà lo svolgimento del lavoro nel suo gruppo e gli altri componenti riferiranno quanto svolto. Fase 5

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A conclusione, la classe, mediante discussione guidata, rifletterà sul lavoro svolto in maniera critica ed evidenzierà le sue idee attraverso un questionario di soddisfazione.

Pianificazione dettagliata dell’attività svolta

Prima parte:

Caratteristiche della storia locale di Lucca: il paesaggio rurale

Per la ripresa politica, demografica ed economica delle città, per la richiesta di prodotti agricoli, dopo il Mille le caratteristiche del paesaggio rurale storico toscano mutano.

Il sistema feudale curtense era rappresentato da molteplici comunità contadine assoggettate ai poteri dei Signori, che abitavano nei castelli .

Tali comunità di questo primo paesaggio rurale avevano un sistema di produzione basato su:

• campi aperti, privi di recinzioni

• tali campi erano coltivati a cereali

• erano disposti in forma circolare intorno alle abitazioni

• utilizzati anche per un piccolo allevamento di: bovini, ovini ed equini.

Al di là si estendevano i terreni incolti, i boschi e gli acquitrini nelle pianure.

Nelle comunità del successivo paesaggio rurale, con la disgregazione del sistema feudale si ha un cambiamento paesaggistico.. Nella Toscana tardo-medievale infatti, si assiste alla divisione del territorio in tre grandi zone :

1. l’area fiorentina con maglia fittamente alberata, case coloniche, ville isolate, molte delle quali organizzate in centri di fattorie;

2. l’area delle Apuane e dell’Amiata con borghi contadini, con castagneti, boschi e l’allevamento stanziale e in transumanza;

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3. l’area maremmana con l’incolto e la caccia, la pastorizia e la coltivazione di grano, la pastorizia..

La Piana di Lucca, detta delle “Sei Miglia”( a Capannori e a Porcari) era caratterizzata da colture arboree promiscue, oliveti sulle colline e coltivazioni come orticole e gelsi ( allevamento tradizionale del baco da seta). Tale sistema agrario era originale e anche se nella Lucchesia, c’erano le ville padronali fin dal Rinascimento, il ruolo della fattoria rimase modesto fino alle riforme francesi, quando moltissimi coltivatori divennero proprietari. Altro elemento specifico del paesaggio rurale della Lucchesia della era la corte Le corti si presentavano come case monofamiliari, che con i loro annessi erano disposti intorno ad uno spazio comune, aperto che conteneva l’aia ed il pozzo. Così la piana di Lucca venne definita un “giardino frammentato” , perché il territorio era diviso in tanti piccoli appezzamenti di terra, delimitati da scoli e filari con viti, gelsi e alberi da frutta.

Nell’ultimo dopoguerra il paesaggio si avvia ad una destrutturazione per l’urbanizzazione ed a livello agrario, al centro si hanno le monocolture, specialmente mais.

Da testimonianze letterarie:

La Piana di Lucca è definita come uno dei posti “ dei più belli…A vedere dall’alto questa pianura sembra proprio tutto un

giardino..i…campi hanno da ogni lato sul ciglio della fossa una fila d’alberi cui si raccomandano le viti” (A.Mazzarosa “Sulla condizione delle arti e degli artigiani in Lucca dai primi del secolo fino al 1847”- Lucca, Giusti 1847.

“ I coltivatori lucchesi della piana…adoperano come rinnovo l’orzo, ma l’associano alle fave”( Escursione agraria nella pianura livornese. Giornale Agrario Toscano,III 1856)

“I viali meravigliosi che chiudevano Lucca in un amato cerchio…erano misti con Il piano florido di grano, fieno e pioppi” (L. Viani “Letrtera autobiografica”, Giornale di bordo 1968).

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L’alimentazione lucchese

Nell’ottocento i cereali occupavano un ruolo importante nell’alimentazione, nel novecento si assistette ad un incremento della produzione agricola.

In Lucchesia, essendo quindi l’economia prevalentemente agricola, la cucina era povera e frugale. La cucina contadina o domestica infatti, era semplice e prevedeva l’uso del paiolo, per cucinare le pietanze, le ceneri, la carbonella e la brace come metodi di cottura.

Il pane, alimento essenziale, anche per le minestre, era spesso nero, perché derivava dagli scarti della farina bianca, oppure perché era dato dall’impasto di cereali inferiori, come mais, orzo e segale. Fino al 1950 l’alternativa al pane era la polenta.

Il piatto era unico ed era costituito da minestre o zuppe, che la sera erano riscaldate. Alcuni piatti erano:

• la zuppa di farro: il farro è la più antica qualità di grano, coltivato già dai pastori nomadi della Siria e dell'Egitto e conosciuto dai greci e dai romani. In Lucchesia veniva e viene utilizzato per una minestra a base di fagioli borlotti, odori , come sedano, cipolla, aglio, salvia e maggiorana, cotiche di prosciutto e olio extra vergine delle colline lucchesi;

• altre zuppe , che erano di vario tipo, a seconda della prevalenza delle verdure utilizzate; erano zuppe di cavolo nero, di zucca, con pomodoro e cipolla. In quasi tutte l'ingrediente base era costituito dai fagioli borlotti sia interi che passati, odori, lardo, pane casalingo raffermo, olio;

• la farinata, che rimane il piatto classico della tradizione lucchese a base di fagioli borlotti, cavolo nero, lardo, pomodoro e farina di granturco.

Di contro la cucina borghese di città o di campagna utilizzava il pane bianco ed era influenzata dalla cucina francese. Esisteva il secondo piatto e i cibi erano vari e legati ai prodotti stagionali.

Inoltre, tenendo conto delle migrazioni, nella cucina lucchese si notano dei cibi la cui provenienza è di ispirazione ligure, come la torta di verdura o appartiene alla cucina modenese, come la torta mantovana.

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Testimonianze sull’alimentazione

Si mette in dubbio l’esistenza di una cucina lucchese povera e si parla di “una cucina dei poveri..i quali..sempre e dovunque hanno

mangiato quello che potevano procurarsi di mangiabile”(F. Giovannini).

I piatti della cucina lucchese di oggi Tordelli di pasta fresca ripieni di carne di manzo e di maiale, pane ammorbidito in brodo, parmigiano, uova, odori. Si condiscono con sugo di carne e parmigiano. Matuffi : sono originari della Garfagnana e costituiti da polenta un po' più tenera, che viene disposta nelle scodelle, alternata a strati di sugo di carne o di funghi e parmigiano. Sformati di verdure: rappresentano un classico della cucina lucchese. Vengono utilizzati soprattutto fagiolini, spinaci, carciofi, cavolfiore, bietola, secondo le preferenze. La verdura lessata e tritata viene unita a besciamella e torli d'uovo, messa in teglia spolverata di pan grattato e passata in forno. Rovelline lucchesi : sono costituite da fettine di manzo impanate e fritte e poi ricotte in un sugo di pomodori, capperi ed odori. In origne era un piatto "di recupero": la novellina veniva servita fritta a pranzo e poi ricotta con fantasia per la cena. Oggi è uno dei piatti più gustosi della cucina lucchese. Ottima con il purè di patate. Baccalà arrostito con ceci : con baccalà tagliato a tranci, arrostito sulla brace e servito con ceci conditi con sale, olio xtravergine di oliva e pepe. Coniglio in umido: con :coniglio cucinato in padella con pomodoro, cipolla, olio extravergine di oliva, olive amare, aglio, peperoncino ed odori vari. Pasimata : è ' il pane dei giorni di Quaresima e, benedetto, a Pasqua. Di forma rettangolare, con grossi becchi sui lati lunghi, ha un impasto aromatizzato con semi di anice. Castagnaccio : è un dolce rustico di farina di castagne, con noci sgusciate, pinoli, scorze d'arancio, uvetta, rosmarino, olio.

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Necci :sono dolci tipici della cucina lucchese, con una pastella di farina di castagne cotta nei testi (formelle di ferro dal lungo manico per la cottura sul fuoco) , si fanno delle crepes che vengono riempite di ricotta fresca. Zuppa lucchese :che è fatta con il buccellato un po' raffermo, ammorbidito col vin santo; il buccellato viene disposto a strati alternati con fragole aromatizzate col vino e crema. Esistono anche varianti più semplici, come inzuppare il buccellato raffermo nel vino rosso. Torte coi becchi (o coi bischeri) : sono crostate di pasta frolla che prendono il nome dai becchi di pasta messi intorno alla torta. Possono essere di cioccolata o di verdura. Torta di cioccolata : con il ripieno costituito da riso bollito, cioccolato fondente, cacao, canditi, pinoli, uvetta, noce moscata, uova. Torta con gli erbi : con il ripieno a base di erbe selvatiche, bietola, uova, zucchero, pinoli, uvetta, parmigiano, cannella, riso bollito. È la più caratteristica della cucina lucchese.

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Le botteghe storiche di Lucca

La bottega di Prospero: è situata a Lucca in via S. Lucia e da cinque generazioni gestita dalla famiglia Marcucci, che si dedica alla

vendita di farine, legumi, cereali, funghi, spezie e aromi, di cui una vasta gamma anche a coltivazione biologica. Nel 700 vendeva

semi, farina, granturco, fagioli, lenticchie, farro, ceci. Nell’interno della bottega, mantenuta semplice ci sono i vari sacchi con i cereali,

ma anche confezioni di pregio e vini

Intervista: gruppo A

Ricetta LA ZUPPA DI PROSPERO

Ingredienti per 2 persone:

250 gr di Zuppa di prospero

1,250 litri di brodo vegetale (oppure acqua e sale)

1/2 cipolla bionda (circa 70 gr)

1/2 carota (circa 50 gr)

30 gr di battuto di lardo aromatizzato con aglio e rosmarino (oppure olio)

4 fette di pane per i crostini

formaggio Grana grattugiato

olio extra vergine d'oliva

pepe nero

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Preparazione

Lavare bene la "Zuppa di Prospero", scolare e mettere nel brodo freddo, portare a bollore e cuocere per circa un' ora e mezza a fuoco

medio-basso, mescolando ogni tanto. In un padellino far sciogliere il battuto di lardo per rosolare la mezza cipolla e la mezza carota

tagliate in piccoli cubetti, aggiungere un goccio di brodo per evitare che bruci. Tagliare 2 fette di pane a cubetti e le altre due fette a

metà. Quando mancano 5 minuti, versare il soffritto di cipolla e carota nella zuppa; mettere un goccio di olio nel padellino (usato per il

soffritto) e tostare i cubetti di pane. Versare la zuppa, cospargere con il formaggio Grana, una macinata di pepe nero e un giro d'olio.

La bottega del Taddeucci: La pasticceria Taddeucci , che si trova in Piazza S.Michele n°34, è stata fondata nel 1881 da Jacopo

Taddeucci . E’ la prima e più rinomata fabbrica del Buccellato di Lucca ,tradizionale dolce lucchese. Il luogo è arredato con mobili

d’epoca. Un cliente antico e affezionato della pasticceria è stato Giacomo Puccini. Il vanto è quello di servirsi di ingredienti genuini

come la crema di burro di latte e il lievito naturale. Esiste a Lucca il detto: “ Non andare a dire che a Lucca ci sei stato se il buccellato

al Taddeucci non hai mangiato”

Intervista: gruppo B

Ricetta BUCCELLATO DI LUCCA

Ingredienti

500 grammi di farina

150 grammi di zucchero

50 grammi di burro

20 grammi di lievito di birra

2 uova

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1 bicchiere di latte

50 grammi di uvetta zibibbo secca

2 cucchiaini di semi di anice

1 pizzico di sale

Preparazione

Versare in una ciotola la farina setacciata insieme allo zucchero, al burro, al lievito, al sale ed ad un uovo. Iniziare ad impastare

unendo poco alla volta il latte e dell'acqua tiepida. Lavorare bene con le mani fino ad ottenere un composto omogeneo, quindi unire

man mano anche l'uvetta incorporandola insieme ai semi di anice. Conservare al caldo per circa un'ora in modo che lieviti.

Trascorso questo tempo prelevare delle porzioni di impasto e creare dei rotoli o delle ciambelle praticando un taglio in superficie per

favorire la lievitazione. Fare lievitare ancora un'ora.

Prima di trasferire in forno spennellare la superficie con un composto di uovo e zucchero sbattuti insieme.

Cuocere in forno caldo a 180 °C circa per 50 minuti, 1 ora, a seconda del forno.

La farmacia Massagli: Il negozio nasce nel 1772 e si trova di fianco a piazza San Michele ; il suo nome era la spezieria Il negozio

progrediva e faceva buoni affari, con la soddisfazione dei clienti. Nel 1855 uno sconosciuto , di fuori città, il farmacista Pasquale

Massagli mise a punto una pozione liquoristica particolare: la “china Massagli”. Il marchio e la ricetta originaria furono tramandati per

generazioni. Da oltre 40 anni, la proprietà dell'azienda e con essa marchio e ricetta segreta, è passata all’“Antica Casa Massagli”.

La china si ottiene da diverse piante del genere Cinchona, indigene degli altipiani delle Ande. La spezia, rappresentata dalla

corteccia, è ricca di vari alcaloidi, che nel loro insieme, hanno proprietà sia digestive che toniche. Tra gli alcaloidi, ci sono due principi

attivi particolarmente importanti in ambito farmaceutico: la chinina che di per sé, a dosi elevate, ha attività antimalarica ed antipiretica

e la chinidina che ha proprietà antiaritmiche. Pare che il dottor Massagli curò con la china un’epidemia di malaria, che si era diffusa a

Lucca a metà dell’8OO. E’ un liquore ambrato, scuro e dal gusto di erbe delicatamente amaro.

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Intervista:gruppo C

Ricetta della china Massagli: La ricetta prevede una lunga macerazione di radici ed erbe aromatiche quali cannella, noce moscata e chiodi di garofano, con in particolare la presenza della corteccia della Cinchona officinalis . Si serve alla fine del pasto anche con anche nell’interno alcuni pinoli.

L’Osteria Baralla: Nel cuore dei quartieri medievali di Lucca, di fronte ad uno dei più noti accessi alla celebre piazza Anfiteatro, dal

1860 l’Osteria Baralla accoglie i suoi clienti nel negozio, che un tempo erano le scuderie dello storico palazzo Buonvisi.

Il ristorante, che accoglie 60 ospiti, ha ricette varie ed esclusive. Il locale è caratteristico e si gusta una buona cucina tradizionale,

con ingredienti accuratamente selezionati e dolci fatti in casa.

Tra le ricette stagionali ricordiamo l'antica "garmugia", che rappresenta la zuppa lucchese di legumi con fave, piselli, carciofi, asparagi e carne di vitello; la zuppa di farro, la ribollita,le terrine di carne; i salumi di cinta senese; l'agnello nostrale con i funghi porcini, nonché la classica fiorentina di carne chianina.

Intervista:gruppo D

Ricetta : LA GARMUGIA ALLA LUCCHESE è una minestra che si trova solo in Lucchesia e solo in Primavera. E’ un piatto speciale

e gli ingredienti occorrenti sono rigorosamente freschi, ecco perché viene cucinata solo verso la fine di Aprile e massimo fino alle

prime settimane di Maggio. E’ proprio questa sua rarità,che ne fa un piatto speciale, un piatto da attendere con curiosità. Nonostante

che sia a base di verdure non si tratta di un piatto popolare, ma di una pietanza nobile, perché gli ingredienti sono rappresentati tutti

da primizie e per di più accompagnate da una certa quantità di carne magra di manzo. Tutti questi ingredienti erano difficilmente a

disposizione nella consueta dispensa dei contadini. È questa invece una minestra da signori composta da cipolline novelle, con carne

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magra macinata, fave fresche, piselli, carciofi tagliati a spicchi e asparagi leggermente scottati. Il tutto è inondato da “ottimo” brodo e

si serve in scodella con dadini di pane fritto. Non ci sono spezie, non ci sono aromi ma solo i profumi della Primavera.

Ingredienti

500 g di piselli

un kg di fave fresche, piccole e tenere

4 carciofi di taglia piccola (sardi, violetti toscani, liguri)

400 g circa di asparagi sottili

150 g di polpa macinata di vitellone

2 fettine di pancetta tesa

4 cipollotti freschi

un litro circa di brodo di carne oppure un litro circa di brodo vegetale

4 cucchiai d’olio extravergine d’oliva

il succo di 1/2 limone

sale

pepe

4 fette di pane casereccio

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Preparazione

Sgusciare i piselli e le fave e tenerli in attesa a bagno in acqua fredda. Tagliare il gambo dei carciofi lasciandone solo un pezzetto;

poi scartare le foglie esterne più dure e la scorza dura alla base, quindi spuntarli. Dividerli a metà, eliminare il “fieno” al centro e

tagliarli a spicchietti, lasciandoli in acqua acidulata con il succo di limone. Lavare gli asparagi ed eliminare la parte dura

spezzandoli in due con le mani, poi tagliarli a tronchetti. Affettare finemente la parte chiara dei cipollotti e metterli in una

casseruola con l’olio e la pancetta tagliata a dadini piccolissimi. Mettere la casseruola sul fuoco e far appassire a fuoco basso i

cipollotti, senza che prendano colore. Quindi unire la carne macinata sbriciolata , facendola rosolare e mescolando quasi di continuo

per una decina di minuti fino a quando è quasi asciutta e comincia ad attaccare. A questo punto aggiungere i piselli, le fave e il sale,

far insaporire per qualche minuto nel fondo di carne, mescolando. Nel frattempo scaldare il brodo, che si versa nella casseruola

(non tutto) e quando riprende il bollore aggiungere i carciofi, ben sgocciolati e gli asparagi. Dopo 10 minuti di cottura la zuppa, non

troppo brodosa e neppure troppo spessa, è pronta, se necessario aggiungere un po’ di brodo. La minestra si serve calda

accompagnandola con le fette di pane leggermente abbrustolite e ben oliate con olio d’oliva.

Griglia di valutazione per l’esposizione orale

A CONOSCENZA DEGLI ARGOMENTI Punti 20 Voto in /10

Completa 17-20 9-10

Quasi completa 13-16 7-8

Parziale 9-12 5-6

Carente 5-8 4

Inadeguata 0-4 0-3

B ESPOSIZIONE E SVILUPPO DEGLI ARGOMENTI Punti 20

Sviluppa ed espone l’argomento in modo organico e compie

approfondimenti personali

17-20 9-10

Sviluppa ed espone l’argomento in modo preciso ma non esauriente 13-16 7-8

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Sviluppa ed espone l’argomento in modo parziale 9-12 5-6

Sviluppa l’argomento in modo frammentario 5-8 4

Non sviluppa l’argomento 0-4 0-3

C COLLEGAMENTI TRASVERSALI Punti 20

Adeguati e appropriati 17-20 9-10

Quasi sempre adeguati e appropriati 13-16 7-8

Complessivamente adeguati- con qualche imprecisione 9-12 5-6

Con diverse imprecisioni 5-8 4

Assenti 0-4 0-3

D REGISTRO LINGUISTICO E LESSICO - USO DEL LINGUAGGIO SPECIFICO

DELLA DISCIPLINA

Punti 20

Adeguati e appropriati 17-20 9-10

Quasi sempre adeguati e appropriati 13-16 7-8

Complessivamente adeguati- con qualche imprecisione e improprietà 9-12 5-6

Con diverse imprecisioni e improprietà 5-8 4

Inadeguati 0-4 0-3

E CONTROLLO DEL QUADERNO (ORGANIZZAZIONE E CONTENUTO) Punti 20

Contenuto completo e organizzazione appropriata 17-20 9-10

Contenuto quasi completo e organizzazione quasi adeguata 13-16 7-8

Contenuto parziale e organizzazione parzialmente adeguata 9-12 5-6

Contenuto e organizzazione carenti 5-8 4

Contenuto e organizzazione inadeguati o non presentati 0-4 0-3

PUNTI TOTALI 100/100 PUNTI TOTALI REALIZZATI DALL’ALUNNO/A

Progettazione per il lavoro sulle metodologie di studio 2016-17- INDIRE (tutor dott.ssa Garofano)

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rogettazione per il lavoro sulle metodologie di studio 2016-17- INDIRE (tutor dott.ssa Elena Garofano)

Rubrica per valutazione del compito complesso. Elaborazione in gruppo di un cartellone.

Cognome ____________ Nome _____________ Classe ___________ Data ____________ Disciplina ____________________

Livelli

Dimensioni

Punteggio

assegnato

Livello 1

Valutazione 10– 9

Punti 3

Livello 2

Valutazione 8-7

Punti 2

Livello 3

Valutazione 6

Punti 1

Livello 4

Valutazione non sufficiente

Punti 0

1. Attitudine al

lavoro di gruppo L'alunno lavora in gruppo in modo autonomo

e responsabile. Assume pienamente il proprio

ruolo, esegue la propria parte di lavoro e

contribuisce all'organizzazione del lavoro dei

compagni. Sa relazionarsi in modo produttivo

e sereno con i suoi compagni, apportando

contributi personale e rispettando i turni di

parola e i punti di vista alternativi al suo.

L'alunno lavora in gruppo in

modo corretto. Ha assunto il

proprio ruolo. Esegue la

propria parte di lavoro. Sa

relazionarsi in modo corretto

con i suoi compagni,

rispettando i turni di parola e

i punti di vista alternativi al

suo.

L'alunno lavora in gruppo in

modo non sempre corretto.

Assume solo parzialmente il

proprio ruolo. Non sempre

esegue la sua parte di lavoro, a

meno che non sia personalmente

sollecitato. Non sempre sa

relazionarsi in modo corretto con

i suoi compagni, rispettando i

turni di parola e i punti di vista

alternativi al suo.

L'alunno non lavora per

raggiungere le finalità del

gruppo. Non assume il

proprio ruolo. Non esegue

la sua parte di lavoro,

nemmeno se

personalmente sollecitato.

Non sempre sa

relazionarsi in modo

corretto con i suoi

compagni, rispettando i

turni di parola e i punti di

vista alternativi al suo.

Prof.ssa Principato Carmela docente di Lettere e Storia dell’Istituzione Scolastica ISI Pertini di Lucca Pag. 2

2. Creatività

nell'elaborazione del

cartellone

Il cartellone contiene tutte le

informazioni principali, attira

l'attenzione, è originale nella

sua realizzazione e c'è un buon

equilibrio tra immagini e parti

scritte.

Il cartellone contiene quasi tutte

le informazioni principali, attira

l'attenzione ed è originale nella

sua realizzazione. Non sempre

l'equilibrio tra testo e immagine

è rispettato.

Il cartellone non contiene tutte le

informazioni principali. Non

presenta soluzioni particolari

nella sua realizzazione. C'è un

buon equilibrio tra le immagini e

le parti

scritte.

Il cartellone contiene solo

alcune informazioni. Non

presenta soluzioni

particolari nella sua

realizzazione. C'è

prevalenza di immagini o

di parti scritte.

3. Esposizione

L’alunno espone i contenuti

con chiarezza e proprietà di

linguaggio, sottolinea con il

tono di voce e la gestualità i

passaggi più importanti.

Durante l'esposizione osserva i

compagni e coglie le loro

sollecitazioni (risponde a

domande, si interrompe e

ripete se vede espressioni di

dubbio o prendere appunti…)

L’alunno espone i contenuti con

chiarezza e proprietà di

linguaggio, sottolinea con il

tono di voce e la gestualità i

passaggi più importanti.

L’alunno espone i contenuti in

modo abbastanza chiaro, non

sempre utilizza un linguaggio

appropriato; il tono di voce è

monotono e non sempre la

gestualità sottolinea i passaggi

più importanti

L’esposizione non è

chiara e l’alunno usa un

linguaggio

approssimativo. Non

sottolinea i passaggi più

importanti con il tono di

voce e con la gestualità

4. Modo di

esprimersi Lo studente usa una voce

chiara e corretta, pronuncia

con precisione le parole così

che tutti

possono sentire

l’interrogazione

La voce dello studente è chiara.

Pronuncia molte parole

correttamente. La maggior parte

dei membri dell’uditorio

possono sentire

l’interrogazione.

La voce dello studente è bassa.

Pronuncia alcuni termini in

modo scorretto. Chi ascolta ha

difficoltà a sentire quanto viene

detto.

Lo studente borbotta,

pronuncia i termini in

modo scorretto e parla

troppo piano perché gli

studenti in fondo alla

classe possano sentire.

Progettazione per il lavoro sulle metodologie di studio 2016-17- INDIRE (tutor dott.ssa Garofano)

21

5. Organizzazione

nelle modalità di

esposizione

L’alunno espone i contenuti

secondo una logica predefinita,

utilizza il cartellone per

richiamare l’attenzione e

presentare i concetti; rispetta i

tempi di esposizione

L’alunno espone i contenuti

secondo una logica, solo in

alcuni casi utilizza il cartellone

per richiamare l’attenzione e

presentare i concetti; rispetta i

tempi di esposizione.

L’alunno espone i contenuti non

sempre seguendo una logica chiara.

Raramente fa riferimento al

cartellone per richiamare

l’attenzione e presentare i concetti;

. Rispetta abbastanza i tempi di

esposizione.

L’alunno espone i

contenuti senza seguire

uno schema logico. Non

fa riferimento al

cartellone Non rispetta i

tempi di esposizione.

Totale punteggio

assegnato(punteggio

max: 15/15)

/15

Voto in decimi

/10

Prof.ssa Principato Carmela docente di Lettere e Storia dell’Istituzione Scolastica ISI Pertini di Lucca Pag. 2

QUESTIONARIO DI SODDISFAZIONE

TI E’ PIACIUTA L’ATTIVITA’ SVOLTA?

SI NO NON MOLTO

GLI ARGOMENTI AFFRONTATI NELL’ATTIVITA’ ERANO INTERESSANTI?

SI NO NON MOLTO

L’ATTIVITA’ E’ STATA BEN ILLUSTRATA DAL TUO INSEGNANTE?

SI NO NON MOLTO

HAI LAVORATO BENE NEL GRUPPO ?

SI NO NON MOLTO

RITIENI CHE LA PARTE DI CUI TI SEI OCCUPATO E’ STATA SVOLTA DA TE CON IMPEGNO?

SI NO NON MOLTO

IN AULA DURANTE L’ATTIVITA’ IL TUO ATTEGGIAMENTO E’ STATO

Progettazione per il lavoro sulle metodologie di studio 2016-17- INDIRE (tutor dott.ssa Garofano)

23

MOLTO ATTIVO MEDIAMENTE ATTIVO NON MOLTO ATTIVO

RIGUARDO IL GRUPPO IL TUO ATTEGGIAMENTO E’ STATO

DI INTEGRAZIONE DI PARITA’ DI ISOLAMENTO

Articolo

A Lucca in questi giorni, abbiamo visitato delle bellissime botteghe, che esistono da molte generazioni. I proprietari sono stati cordiali ed accoglienti e ci hanno permesso di conoscere meglio la cucina lucchese. La nostra città è bella, accogliente e ha tanti piatti tipici, antichi e non, ma sempre buoni. Siamo andati dal Taddeucci, pasticceria famosa per il buccellato e siamo entrati nella farmacia Massagli che ancora vende la china, cura un tempo di una gravissima malaria avvenuta a Lucca. Quindi abbiamo visitato l'antico ristorante Baralla, situato nelle antiche scuderie del palazzo Buonvisi ed infine siamo stati alla bottega di Prospero, dove una signora molto gentile è stata felice di raccontarci la storia di questo bellissimo negozio, che ha prodotti biologici, semi, cereali, farine, insomma di tutto e di più. E’ interessante conoscere sempre di più la nostra città, sapere del tempo antico e parlare con la gente. Irene Castiglioni e Irene Paolini