Medievale e Moderno Prog - Cortese

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appunti corso di diritto medievale e moderno progredito

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CAP

RIASSUNTO del MANUALE di

DIRITTO COMUNE

Le Grandi Linee della Storia Giuridica Medioevale

(Ennio Cortese)

LE GRANDI LINEE DELLA STORIA GIURIDICA MEDIEVALE ENNIO CORTESE

CAP. I LIMPERO E LA CHIESA DOPO COSTANTINO1 Limpero: la nuova maiestas e la tendenza verso labsolutio legibus

Quando Diocleziano e Costantino gettarono le basi della nuova monarchia, su tutta la romanit spirava il vento dellOriente: A sentire Eutropio sarebbe stato Diocleziano ad introdurre luso imperiale del matello di porpora con pietre preziose, sottrarsi agli occhi della folla e rinchiudersi nel suo palazzo tempio, il bacio dellanello, la genuflessione: intendeva impersonare limperator deus. In una costituzione di Arcadio e Onorio del 397, loffesa alla statua dellimperatore consacrata individua non solo lalto tradimento e loltraggio della persona del monarca, ma anche loltraggio ai suoi consiglieri e ai membri del concistoro e del senato. La storiografia tende a togliere carica antilegalitaria alla formula dellabsolutio legibus cio il privilegio dei principi di sottrarsi ad alcuni requisiti formali di diritto civile, soprattutto in tema di successioni testamentarie. Dalla fine del II secolo Settimio Severo e Caracalla intendevano vivere secondo le leggi e si rifiutarono di utilizzare testamenti illegittimi a loro favore. Mentre Teodosio II dichiar che fosse bene che limperatore si professasse vincolato dalle leggi. Giustiniano non esiter a dichiarare che Dio avesse assoggettato la legge allimperatore tanto da definirsi la legge animata in terra. Da qui la massima ulpinianea, che fin ad allora non aveva dato preoccupazioni, che tutto ci che piace allimperatore legge. 2 La tradizione occidentale degli iura

La trasformazione della figura del principe si rispecchia nel sistema delle fonti del diritto.

Giustiniano, promulgando il Digesto trasforma gli iura in leges. Gli iura erano principi idonei allapplicazione nella prassi estratti dagli editti pretori e dalle opere dei giureconsulti: pareri che limperatore aveva autorizzato a dare (conferendo il ius respondendi) e quando concordi su una tesi, avrebbero avuto per i giudici la stessa efficacia della legge. Lo stesso ius respondendi che dava loro un potere che faceva paura ad alcuni imperatori tra cui Nerone che voleva fare un monopolio normativo. Gli iura piacevano allOccidente tanto che nel 426 Valentiniano III indirizza da Ravenna al Senato di Roma la famosa legge delle citazioni inserita da Teodosio nel Codice Teodosiano: stabiliva che le opinioni di Paolo, Gaio, Modestino, Papiniano e Ulpiano godessero di efficacia vincolante in caso di accordo; in caso di disaccordo prevale la maggioranza e in caso di parit quella di Ulpiano. 3 La loro volgarizzazioneGli iura continuarono nel basso impero ad avanzare faticosamente nella loro strada. Circolavano sotto il nome del grande Paolo con le Pauli Receptae Sententiae considerate la gemma degli iura pi antichi. La prima stesura risale al 300 ed ebbe tanto successo che Alarico II nel 506 la inser nella Lex Romana Wisigotorum e giustiniano se ne serv nel Digesto. Tra gli iura, vanno annoverate anche le Istituzioni di Gaio, opera del IV e V secolo nella rozza interpretazione dei Fragmenta Augustodunensia e conflu nellEpitome Gai cui venne dato il nome di Liber Gai: si trattava di unopera popolare che Alarico II pone accanto alle sentenze di Paolo che completarono la sezione dedicata agli iura nella lex romana Wisigothorum. Si concluse con le Istituzioni di Giustiniano chee le trasform in leges. Ebbero vita lunga anche i Tituli ex corpore Ulpiani che fu la volgarizzazione intesa ad adattare un testo celebre a un pubblico meno raffinato. Sempre allet costantiniana va ricondotta la composizione dei Fragmenta Vaticana e cio un manualetto istituzionale, presumibilmente scolastico.

4 Prime codificazioni: i codico Gregoriano, Ermogeniano e Teodosiano

Gli iura rappresentano la vecchia tradizione occidentale, infatti, nel 330 quando il centro dellimpero era stato spostato a Costantinopoli, le idee doriente avevano fatto spostare lasse portante del diritto sulle leges, ossia sui comandi del monarca onnipotente. I codici erano collezioni di norme vecchie e nuove, erano antologie di pezzi ripescati dalla storia. I primi codici entrarono in scena ai tempi di Diocleziano, sembra che furono voluti dalla cancelleria dioclezianea. Erano raccolte di rescritti da cui emerge la figura dellimperatore di sommo magistrato nellesercizio dei tradizionali poteri giurisdizionali e amministrativi. Il codice Gregoriano contiene rescritti dallet di Adriano in poi e il codice Ermogeniano raccoglieva quelli dioclezianei degli anni 293 294. Nel 429, per iniziativa dellimperatore Teodosio II dOriente fu lanciato il progetto di una raccolta normativa come seguito di quelle Gregoriane ed Ermogeniane: prevedeva costituzioni imperiali vigenti e non vigenti, ad uso delle scuole, e un altro destinato alla prassi forense con le leggi vigenti e un po di iura. Fu ridotto ad un codice con le sole costituzioni vigenti da valere per scuola e tribunali composto da 36 libri fitti di costituzioni imperiali. 5 Diocleziano e il cristianesimo

Limmagine di Diocleziano fu avversata dalla Chiesa in quanto difensore della Roma pagana, se lera presa con i cristiani e aveva scatenato contro di loro la persecuzione e per questo odiato dai cristiani.

Fu una svolta per la Chiesa visto che agli occhi dei Persiani lImpero romano appariva come un mondo gi sostanzialmente cristiano e il fatto che fosse governato da un pagano sembrava una contraddizione. Ai tempi di Settimio Severo e Caracalla, era nato a Edessa uno stato ufficialmente cristiano che attuava persecuzioni contro i pagani. Tra il 303 e il 304 Diocleziano pubblic, dopo un quarantennio di pace, i quattro editti dellultima persecuzione. Galerio, uno dei due Cesari, nominato a seguito di una riforma costituzionale basata sulla tetrarchia, era nemico dei seguaci di Cristo. Fin con lirritare Dio che lo pun con una malattia mortale. Piombato nel terrore ed in un pentimento tardivo, sul punto di morte gioc nel 311 lultima carta per placare la divinit nemica. Eman a Sardica (lattuale Sofia in Bulgaria) un editto sulla tolleranza che anticipa di ben due anni quello di Costantinopoli. 6 La politica religiosa di Costantino

Con Costantino inizia la storia millenaria dellimpero cristiano bizantino. La moderna critica ha tolto a Costantino le aureole che gli aveva attribuito Eusebio da Cesarea, vescovo. Gibbon e Burckhardt hanno disegnato limmagine di un Costatino tuttaltro che di un acceso di fanatica fede cristiana, ma un politico capace di sfruttare i culti religiosi secondo il proprio tornaconto del momento. Quanto al celebre editto di Milano, emanato con Licinio nel febbraio 313, ne rendono conto Eusebio da Cesarea e Lattanzio che delineano un provvedimento preso a favore non solo dei cristiani ma anche degli altri culti, elemento importante per ricostruire la politica religiosa di Costantino. Il 313 fu importante per i cristiani in quanto Costantino gli restitu i beni confiscati in Africa e Calabria, escluse i chierici dai numera personali, dicendo di voler venire in contro alla Chiesa vessata dalleresia. (318 321) Una serie di provvedimenti introdussero nuovi istituti come lepiscopalis audentia secondo cui i giudici ordinari dovevano lasciare le cause al giudizio vescovile qualora le parti lo avessero chiesto concordemente. Ne erano escluse le cause penali perch poteva apparire come una forma di arbitrato che il diritto romano riconosce ai vari culti. Altro istituto fu la manumissio in ecclesia cui Costantino dedic tre costituzioni di cui una fin nel codice teodosiano e due in quelle di Giustiniano. Alla manumissio in ecclesia, Costantino dava la stessa efficacia dellaffrancazione solenne, capace di estendersi alla cittadinanza romana. Allaffrancazione tra amici conferiva la latinit giuniana che concedeva la piena capacit nei confronti degli altri latini ma escludeva una serie di rapporti tra i romani, dal connubium al diritto di ricevere eredit e di disporre liberamente del proprio patrimonio mortis causa. Tra i meriti di Costantino nei confronti dei cristiani va annoverata la concessione alle loro chiese di ricevere eredit e legati: la donationes pro anima, ossia legati in favore di istituzioni religiose grazie alle quali i donanti pensavano di procacciarsi la salvezza eterna. Fu elargito solo ai cattolici perch ertici e scismatici non avevano la capacit patrimoniale. 7 Costantino e il paganesimo

Non fu destinata ai cristiani la festivit del dies soli che poi divenne dies dominica. La nascita della festivit fu un tributo reso da Costantino al culto solare. Infatti, il culto solare piaceva sia in Occidente che a Costantino il quale faceva scolpire il suo simbolo nelle monete e pi tardi si fece rappresentare con le sue fattezze e le insigne della divinit solare in una gigantesca statua posta a Costantinopoli su una colonna venerata con candele e incenso. Costantino conserv la dignit e il titolo di pontefice massimo. 8 Il Concilio di Nicea

Con il Concilio di Nicea, la chiesa cattolica si autoafferm ufficialmente di fronte alleresia e inizia ad innalzare il grande edificio del suo dogma. Gett le basi della chiesa universale, proclamando la preminenza delle sedi di Roma, Antiochia e Alessandria. Il punto pi importante del concilio fu di configurare la dottrina di Ario, gi condannata quattro anni prima dal vescovo Alessandro di Alessandria: si discusse della divinit e dellumanit del Cristo. Ario insegnava che solo il Padre aveva una natura divina mentre il figlio pure essendo stato voluto dal padre ante omnia saecula in previsione della creazione, era stato creato. Era il primogenito della creazione destinato ad incarnarsi temporaneamente in Cristo. I padri di Nicea condannarono di nuovo Ario ed enunciarono il dogma dellidentit della sostanza divina di padre e figlio, cio della loro omousia, latinizzato consubstantia. Nel concilio di Costantinopoli, nel 381, anche lo spirito santo fu assunto nella consubstantia divina e la verit di fede venne completata dalla raffigurazione della Trinit. A Nicea Costantino aveva assistito ai lavori e bast a sollevare i primi quesiti sui rapporti dellimperatore non con lorganizzazione ecclesiastica ma con il dogma: inizia il cesaropapismo. 9 Larianesimo e il cesaropapismo

Ad alimentare e sostenere il cesaropapismo contribu larianesimo che dal 330 fu adottato dalla sede di Antiochia che era entrata tra le guide spirituali del mondo cattolico. Furono ariani i Goti di Tracia e Dacia, i Visigoti di Gallia e Iberia, gli Ostrogoti dItalia e gli altri barbari che furono contagiati dalleresia.

Fu ariano anche Costantino che alla fine della sua vita si fece battezzare da Eusebio di Nicomedia e mor nel 337. Fu ariano anche suo figlio Costanzo II che si adoper affinch la chiesa ariana avesse la patente di cattolica. La qualifica costantiniana di episcopus externus appariva ambigua perch era vista come una funzione imperiale di sorveglianza dei laici in quanto fuori dalla gerarchia ecclesiastica. Gli ariani gratificarono Costanzo II che li proteggeva con il titolo vescovo dei vescovi che apriva spiragli di cesaropapismo dimostrato anche dallaccanimento con cui il cattolicissimo vescovo Lucifero di Cagliari ne fece oggetto delle sue frecciate quando si oppose alla pretesa avanzata dal monarca secondo cui il papa doveva rinnegare la dottrina della consustanzialit per abbracciare la dottrina di Ario. Non ebbe conseguenze il titolo di vicario di Dio assegnata dalle fonti agli imperatori antichi. 10 Leditto di Tessalonica del 380

La vittoria del cattolicesimo romano ci fu nel 380 quando Teodosio I il Grande eman leditto di Tessalonica che impose a tutti i sudditi dellimpero di seguire la religione insegnata da Pietro, professata dal pontefice Damaso di Roma e dal vescovo Pietro di Alessandria. Il cattolicesimo viene elevata a rango di religione di stato, giuridicamente obbligatoria per tutti. Il riconoscimento ufficiale del primato papale si ebbe in Oriente nel concilio di Costantinopoli nel 381 quando fu data la divinit allo spirito santo e quindi alla Trinit. Il Concilio, nello stabilire una gerarchia delle sedi maggiori, colloc Roma al primo posto, al secondo Costantinopoli, capitale dellimperatore dOriente considerato collega maior di quello occidentale, collega minor che risiede a Milano. Dopo 70 anni questa situazione non piaceva a Costantinopoli ma il concilio di Calcedonia del 451 mise allo stesso livello le due sedi in quanto a dignit togliendo il primato al papa. 11 Soprassalti pagani: la questione dellaltare della VittoriaNel senato di Roma vi erano rappresentanti di un estremo conservatorismo pagano, colto e aperto a tutte le culture, pronto ad accogliere un sincretismo religioso del tipo di quello annunciato da Porfirio. Nellaula in cui si tenevano le sedute del Senato troneggiava laltare collocato da Augusto con la statua della vittoria che simboleggiava gli immortali destini della romanit antica. Quando Graziano, su pressioni di Ambrogio vescovo di Milano, rimosse laltare non mancarono delle polemiche senatorie. Dopo lassassinio di Graziano nel 383 il successore Valentiniano II ebbe forti pressioni perch ripristinasse laltare e poco ci manc. Ambrogio riusc ad impedirlo dopo una pluriennale polemica con Quinto Aurelio Simmaco, senatore pagano, prefetto di Roma e raffinato panegirista. Dietro lepisodio, che pu apparire banale, ci fu il tentativo di restaurazione pagana che culmin in un fatto darmi. Fu la vittoria riportata da Teodosio sullusurpatore Eugenio nel 394 sulle rive del Frigido a spegnere definitivamente i ritorni di fiamma del paganesimo. Quando nel 410 il visigoto Alarico saccheggi Roma, ci fu visto come una vendetta degli dei per il sacrilegio compiuto 30 anni prima dagli imperatori con la violazione dellaltare. 12 Impero entro la Chiesa o Chiesa entro lImpero?

La dura personalit di S.Ambrogio sta dietro tutte le vicende in cui si sono trovati di fronte Chiesa e Impero. Infatti

S.Ambrogio costringe Graziano e Valentiniano II a interrompere le amichevoli relazioni con laristocrazia senatoria paganeggiante; ottiene che Graziano rinunci al titolo di pontefice massimo; a Teodosio riesce ad imporre una clamorosa penitenza pubblica tanto che S.Agostino scrive che i fedeli piansero a vedere quella maest umiliata. Durante un tumulto popolare, nel 390, a Tessalonica era rimasto ucciso il capo del presidio militare e Teodosio, per punizione, ordin di massacrare migliaia di cittadini. Ambrogio per assolvere limperatore da tale peccato e per riammetterlo alleucarestia in occasione del Natale, volle e ottenne che, privo delle insegne imperiali, si pentisse pubblicamente in chiesa del proprio peccato e chiedesse perdono. Cos per la prima volta il pi grande dei sovrani si sottomise in spiritualibus alla chiesa. Lesaltato vescovo Ambrogio ribadisce una superiorit della Chiesa sullo Stato. Di contro Ottato vescovo di Millevi affermava il contrario, che non era lo stato ad essere compreso entro la chiesa ma la chiesa nello stato. Ambrogio dice che limperatore, e non limpero, nella chiesa; egli nella sua qualit di cristiano e di fedele tenuto a dover obbedire a Papa e Vescovi. 13 Il principio gelasiano

Sia S.Ambrogio che Ottato si collocano nella tradizione del concilio di Nicea che non era mai cambiata. Sar Papa Gelasio I a darle un corpo definitivo. Il suo pontificato stato breve ma riuscito a lasciare unimpronta nella storia della Chiesa. Fu difensore dei diritti della Chiesa su due punti importanti: il primato del Papa e linvadenza imperiale nelle verit di fede, ossia il cesaropapismo. Quanto al primo punto, la dignit suprema del pontefice era insidiata dal concilio di Calcedonia del 451 che diede pari dignit e gli stesse privilegi a Costantinopoli. Nel 470 limperatore Leone I si era spinto a celebrare la chiesa costantinopolitana come la madre perpetua della religione e della fede. A Roma si sposta il problema dal piano politico a quello religioso e il primato del papa deriva dal primato che Cristo diede a Pietro. Quanto al secondo punto, il proclama gelasiano, formulato in una lettera allimperatore, del dualismo delle dignit e della divisione delle competenze, il fondamento della dottrina della Chiesa. Al tempo di Anastasio i problemi teologici erano di casa, come leresia eutichiana, condannata dal concilio di Calcedonia per le sue idee che davano a Cristo la sola natura divina e gli negano lumanit. Nella lettera il Papa ammonisce limperatore dicendo che non deve considerare arrogante lespletamento di un ufficio al servizio di Dio, n offensiva lesposizione della verit. Secondo il Papa ci sono due dignit che governano il mondo: luna di Cristo che guida le anime e laltra i negozi temporali. Nel secolo il sacerdote a seguire le leggi dellimperatore, ma nelle cose della religione limperatore a dover obbedire al sacerdote.

La storiografia qualifica autoritas (fonte carismatica di legittimit che si attaglia al magistero sacerdotale) il potere del pontefice, e potestas (un potere esecutivo fonte di obbligatoriet che si adatta al governo secolare) quello dellimperatore. 14 Il primato papale e le collezioni canoniche occidentali. La Dionysiana.La rivendicazione del primato papale e lenunciazione del principio regolatore dei rapporti con limpero, mostrano una Chiesa che vuole definire una propria autonomia e un proprio status. La chiesa godeva di unautonomia che si esprimeva in concili convocati pi per combattere le eresie che per disciplinare strutture e attivit, infatti, vi sono pi dogmi che norme. Esse venivano osservate solo in Occidente creando una frattura nellordinamento della Chiesa universale che port ai due tronconi di Roma e Costantinopoli. Il papa si esprimeva con le lettere che contenevano decisioni di fattispecie concrete nellesercizio di un potere amministrativo e giurisdizionale. Furono i decreta, poi epistolae decretales e decretales. A Roma vi furono molte compilazioni, da quelle di Frisinga con decretali di Damaso e Gelasio, e altre tre del papa Ormisda ma la pi importante la Collezione Dionisiana. Ne fu autore il monaco Dionigi che si defin piccolo in segno di umilt ed a lui che si deve il computo degli anni che fissa erroneamente la nascita di Ges al 25 dicembre 753 di Roma. Vi inser 38 decretali che andavano dallepoca di papa Siricio sino a Anastasio II, successore di Gelasio.Al tempo di Carlo Magno il testo aveva avuto cos tante aggiunte ed aggiornamenti che gli fu cambiato il nome in collezione Dionysio Hadriana. 15 LHispana o Isidoriana

Per papa Adriano la collezione Dionysiana doveva costituire uno strumento di unificazione dellordinamento canonico in Europa. In realt per da tempo circolava anche la collezione Hispana o Isidoriana. Il materiale delle due collezioni in parte identico, tuttavia la seconda in pi conteneva canoni dei recenti concili gallici e iberici che affrontano i problemi dellorganizzazione ecclesiastica e questioni giuridiche. CAP. II REGNI E LEGGI ROMANO BARBARICHE: LA VOLGARIZZAZIONE DEL DIRITTO ROMANO

1 I Barbari

Le invasioni barbariche furono solo eccezionalmente campagne militari ordinate per conquistare territori da togliere alla sovranit di Roma. A volte miravano a stanziarsi in territori pi o meno fertili, ma generalmente erano scorrerie di trib per scopi di saccheggio e bottino. I barbari vennero arruolati a scopi militari cos da sopperire alla scarsit delle legioni e scacciare lincubo delle razzie. Ma alcune unit si ribellarono: non agivano come nemici veri e propri ma mercenari o milites foederati, popoli stretti da alleanze e foedus con il trono, che avevano combattuto sotto le bandiere di Roma e che poi non erano pagati o limperatore non aveva mantenuto qualche promessa. 2 La militia foederata. Alarico I e i Visigoti.

Lepisodio pi importante fu la vicenda visigota con la nascita del pi grande tra i regni barbarici: quello di Tolosa, in Gallia, e trasferito poi in Iberia, a Toledo, a seguito della sconfitta del 507 ad opera dei Franchi di Clodoveo. Ma tutto ebbe inizio nel 410 con il saccheggio di Roma da parte di Alarico. Egli era generale federato e re dei Visigoti, venuto in Italia prima sotto le bandiere romane della guarnigione della Pannonia e della Mesia, nei Balcani, poi nominato magister militum dellIllirirco dallimperatore doriente Arcadio. Verso la met del 410 Alarico e Onorio si incontrarono nei pressi di Ravenna dove Onorio, in modo subdolo, propone ad Alarico un conveniente stanziamento in Spagna se i Goti fossero riusciti ad allontanare i Vandali; Alarico accetta e ai piedi delle Alpi venne attaccato alle spalle dalle truppe di Stilicone. La notizia falsa perch Stilicone sarebbe stato messo a morte due anni prima, ma lepisodio vero ma ad attaccare fu il goto Saro. Alarico furibondo, rientra a Roma e la saccheggia per tre giorni. Dopo aver deposto Onorio fa nominare dal Senato di Roma Attalo imperatore, lex praefectus urbi che si era adoperato per far riappacificare goti e romani. Alarico si nomina magister militum e il cognato Ataulfo a magister equitum in modo che durante il saccheggio avevano una qualifica di generali dellimpero. Alarico mor in Calabria nel 410 e gli successe Ataulfo che condusse i Visigoti in Gallia nel 412. Ataulfo nel 414 a Narbona sposa Galla Placidia, figlia di Teodosio il Grande e sorella di Onorio, che teneva in ostaggio. Aveva una grande influenza su di lui, forse una delle cause del suo assassinio nel 415. Ataulfo voleva un regno goto ma lasci il progetto perch i Goti non sapevano fare e osservare le leggi. 3 Il nome Flavius e il titolo di patritiusOgni imperatore visigoto fino a Reccesvindo assumeva il nome di Flavius e lo facevano in onore di Costantino.Il prenome Flavius venne portato anche dai generalissimi romani dotati di vasti poteri ed insigniti del titolo di patritii. Si trattava di un titolo onorifico che risaliva anchesso a Costantino, il quale lo aveva istituito per decorare le altissime cariche ed era una qualifica che configurava una parentela fittizia con limperatore.

4 La Lex Romana Wisigothorum di Alarico II e il Codice di Eurico

Nel 506 Alarico II fece comporre la Lex Romana Wisigothorum che assume anche il nome di Breviarum Alaricianum, ricca di fonti normative romane vigenti. Si divideva in una prima sezione di leges, in cui era racchiuso buona parte del codice Teodosiano, con le novelle di Teodosio e Valentiniano III e qualche successore, e in una seconda sezione di iura con le Pauli sententie e Liber Gai con unappendice di Papiniano, Gregoriano ed Ermogeniano. La battaglia di Vouill del 507 vide Alarico II cadere sul campo e costrinse i Visigoti, a varcare i Pirenei rifugiandosi in iberia. La sede pass da Tolosa a Toledo. Accanto alla legislazione alariciana vi era la Lex Visigothorum. Finch il re Chindasvindo proib lapplicazione forense del breviario i Visigoti ebbero due leggi personali applicate dal principio della personalit del diritto ossia dichiarazioni fatte dai contraenti dove affermavano quale legge rispettare e a quale etnia appartenevano. Quindi la Lex Romana Wisigothorum venne adoperata solo dai Romani e la Lex Visigothorum dai Goti. Solo sotto Eurico i Goti cominciarono ad avere leggi scritte. Per garantire linstaurazione di normali rapporti tra Goti e Romani non vi era altro mezzo che imporre ai primi, che non avevano leggi, di seguire quella dellimpero. Ma il codice ufficiale era troppo vasto e difficile per i barbari ed ecco allora che venne fatta una sintesi delle prassi volgari da utilizzare da parte dei barbari. Da parte loro i romani, quando facevano negozi con i barbari, avrebbero seguito norme pi semplici ed essenziali. Non escluso che vi ricorressero anche quando avevano da fare con i connazionali, riservando al breviario alariciano le fattispecie pi complicate. Ne consegue quindi che non vi era nessuna applicazione stretta del principio della personalit del diritto. 5 La prima come legge romana comune, il secondo come legge romana volgare per lincontro di barbari e romani.

I barbari pur con la loro indipendenza non rinnegavano limpero e la romanit e la Chiesa diffondeva ovunque il diritto romano come proprio diritto temporale. La lex mondialis ossia la legge secolare per antonomasia che i padri del concilio di Siviglia, presieduto da Isidoro, avevano invocato nel 619, ricompare nel 775 in una lettera indirizzata dal monaco Catulfo a Carlo Magno con la qualifica di lex totius mundi.6 Gundobado, la Lex Romana Burgundionum e la Lex Burgundionum

I Burgundi avevano attraversato il Reno ed erano entrati in Gallia come nemici dei romani. Ma nel 437 il generale Ezio, insieme ad Attila re degli Unni, vinsero una battaglia e furono stanziati nella Sapaudia e ne fece milites foederati. Il processo di romanizzazione inizia con Gundobado, nipote di Ricimero che mise sul trono due imperatori Maiorano e Libio Severo che sempre da lui furono destituiti e uccisi. Quando Ricimero mor nel 472 Gundobado fu magister utriusque militiae. Nel 473 cre imperatore Glicerio, sua persona di fiducia, ma alla fine dellanno torn a fare il re dei suoi Burgundi. Mor nel 516 continuando fino alla morte a professare devozione nei confronti dellimperatore e dellImpero. Ci attestato da Sigismondo con una lettera mandata ad Anastasio monarca costantinopolitano. La lex Borgundionum venne emanata alla fine del V secolo intitolata Liber constitutionum e rest in vigore anche dopo lannessione della Borgogna al regno franco nel 534. I burgundi avevano un regime diverso da quello dei Romani, alcune norme valevano x entrambi e i giudici dovevano utilizzare il codicetto per risolvere le controversie. incerta lapparizione della Lex Romana Burgundiom con 180 capitoletti con materiale del codice teodosiano, Gregoriano, Ermogeniano e gli iuria, Sententiae di Paolo e il Liber Gai. 7 Il Pactus legis Salicae

I franchi non avevano una doppia legislazione anche se romanizzati come appare dalla loro prassi notarile e cancelleresca. Entr in vigore il nucleo originario del loro Pactus legis Salicae, raccolta normativa di marca germanica a seguito di un accordo tra il popolo franco e i suoi maggiorenti che stabiliva pene pecuniarie per i reati.

Il metodo di congegnare il diritto penale in chiave economica intendeva far leva su congrui risarcimenti per evitare la vendetta privata o la faida che era un flagello sociale molto temuto in quanto scatenava interminabili guerre tra le famiglie e comprometteva lassetto politico. La compositio pecuniaria se lasciata o alla trattativa tra le parti o a consuetudini, tuttavia era fonte di ulteriori iniquit e quindi occorreva fissare una tabella di valori. Ecco perch il Pactus legis Salicae pu considerarsi come il pi antico esempio di tariffario penale stabilito per legge.8 La c.d. caduta dellimpero dOccidente

La scomparsa del trono occidentale dellimpero si fa risalire al 476. Zenone, salito al trono di Costantinopoli, era stato spodestato dal cognato Basilisco. Giulio Nepote creato imperatore dOccidente nel 474, nel 475 era stato destituito dal patrizio Oreste, potente generale segretario di Attila in Pannonia, che aveva messo al suo posto il figlio Romolo. In Occidente cera Odoacre, membro della famiglia reale scira, popolazione a sud dei Carpazi, entrato al servizio della romanit salendo al grado di comandante delle guardie imperiali. Nel 476 fu eletto re dai Turcilingi, Sciri, Rugi ed Eruli, chiamato da Oreste a scendere contro i Visigoti e chiese uno stanziamento in Italia con una relativa concessione al suo popolo del terzo delle terre secondo i canoni della nuova hospitalitas militare. Si oppose e fu ucciso, Romolo fu relegato nella villa luculliana di Baia, presso Napoli. Si dir che la destituzione di Giulio Nepote non era stata accettata da lui e si era rifugiato in Dalmazia. Spar nel 480. Non si accorse della caduta dellimpero ed Ennodio afferma che il termine patriziato indicava il regno dei Germani. 9 - Odoacre

Ad Odoacre mancava il riconoscimento del potere da parte bizantina che avveniva con lattribuzione del patriziato. Riusc ad ottenere che il Senato di Roma spedisse unambasceria a Zenone insediato da Teodorico sul trono di Costantinopoli nel 477, per rassicurarlo che allimpero bastava un solo Augusto. Zenone rifiuta dicendo che a dargli quellonore doveva essere Giulio Nepote titolare del trono dOccidente. Forse il motivo che lui aveva la fama di usurpatore, dal silenzio conservato dai fasti orientali sui consoli creati nel 482. Odoacre esercit a pieno i suoi poteri ma nel rispetto di Roma e delle istituzioni preesistenti. 10 Il regno goto dellItalia. Teodorico e il suo Editto

Teodorico, re degli Ostrogoti, era stato magister militum praesentialis, nel 484 come console volle venire in Italia a capo del suo popolo e prendere il posto di Odoacre e nel 493 lo chiuse tra le mura di Ravenna. Stringe il patto, con la mediazione dellarcivescovo, di spartire con lui il regno. Poi lo invit ad un banchetto e lo assassin. Per regnare avrebbe avuto la delega da Zenone finch non avrebbe preso possesso dei territori conquistati; avrebbe rispettato lordinamento e lamministrazione dei romani cui avrebbe affidato le pi alte cariche dello Stato e seppur ariano avrebbe rispettato le chiese cattoliche e salvaguardato il diritto dasilo. N Teodorico n i suoi successori avevano fatto leggi e non avevano mai violato il monopolio normativo dellimperatore. Anche gli Ostrogoti avrebbero avuto la loro sintesi di diritto volgare intesa a regolare i rapporti tra barbari e romani. 11 Dibattiti sulla paternit dellEditto.

In realt autore delledictum fu Teodorico II, visigoto, fratello di Eurico. 12 LEditto di Teodorico come legge romana volgare per i barbari.

Una formazione di militaes foederati dovevano essere una societ civile, abituata a sottoporsi alle leggi romane. Nelle liti tra goti e goti e romani si nomin uno speciale magistrato, il comes gothorum, dovendo provenire dallesercito era poco competente e fu affiancato da un prudens romano. Leditto di Teodorico era per i Goti e per i romani e volgarizzava istituti romani essenziali tratti dai codici Gregoriano ed ermogeniano, da teodosiano e sentenze di Paolo. Obbedire alleditto vuol dire obbedire al diritto dellimpero o meglio alle norme teodoriciane e il diritto romano era diritto comune sussidiario. Nelleditto, il diritto penale occupava una parte consistente, anche se la parte privatistica non affatto trascurabile. Leditto inoltre conserva il diritto degli ebrei di ricorrere allarbitrato dei propri sacerdoti; il richiamo del dies solis tra le feste cristiane e la regolamentazione del diritto dasilo. Nasceva inoltre un istituto consuetudinario contra legem: il patrocinium ossia la rappresentanza dei patrocinati. 13 Il patrociniumTra un gruppo di ben otto costituzioni contro il patrocinuim la prima di Costanzo II del 360. Parla di coloni egiziani alla ricerca di protezione da parte di militari come confermato anche da Libanio. Limperatore Giuliano aveva vaste propriet e i suoi contadini si erano rifiutati di prestare le opere dovute perch protetti dai soldati, la causa da lui intentata non aveva esito perch il comandante militare li rappresent e i contadini si erano trasformati in briganti. Oggi il patrocinuim il colonato che prevedeva di limitare a una parte del terreno la coltivazione diretta per mano dei servi, e la parte rimanente ai coltivatori liberi che versavano un censo. Importante fu lobbligo a prestare opere in una soggezione personale ed era vietato al padrone tenere carceri private ma lo faceva ugualmente visto che il potere imperiale lo permetteva. Cosi Costantino concesse al padrone di mettere in catene chi avesse tentato la fuga, Teodosio II consent di flagellarlo se cadeva in eresia e Giustiniano gli permise di dare una castigatio a colui che contraeva matrimonio con una donna libera.

I collegia, corporazione di mestieri di cui Augusto aveva dichiarato la funzione pubblica, appaiono alla fine del IV secolo ed erano vere carceri dove i collegiati erano vincolati dal collegium senza potersi allontanare. Diocleziano impone limposta fondiaria della capitatio iugatio fissata allinizio di ogni anno, ossia l1 settembre con una indizione. Ogni propriet essendo gravata al catasto di un certo numero di unit di conto detti iuga o capita, si determinava limposta dovuta stabilendo il valore dellunit di conto per quellanno e moltiplicandolo per il numero di unit addebitata a ciascuno. Il valore viene commisurato ai bisogni dello Stato. I latifondisti utilizzavano lautopragia. Privilegio che faceva evitare il controllo degli esattori e versare limposta riducendone lammontare per accordo direttamente nelle casse dello Stato. In Gallia, tra il 439 e il 451 il patrocinium veniva concesso per spogliare i miseri e renderli ancora pi poveri, cosi per cedere tutti i beni defraudando i figli delle eredit dei padri. 14 Annunci feudali tardo antichi: i buccellarii

Alti gradi dellesercito e signori facoltosi usavano tenere milizie private. A Costantinopoli e Ravenna non piaceva ma il codice di Eurico la legittima. I buccellari (militi privati in Europa) venivano riforniti di armi dal signore e gratificati da terre che tenevano per il tempo dellobsequium. I figli potranno ereditarli e le figlie, il signore dovr maritarle con persone di uguale livello sociale; se sceglieranno altro sposo i beni dovranno restituirli. Il processo di volgarizzazione del diritto crea contrasto tra vecchio e nuovo.CAP. III GIUSTINIANO

1 - GiustinianoNacque nel 482 in una localit dellIlliria. Chiamato ancora giovane a Costantinopoli dallimperatore Giustino, gli fu impartito un insegnamento che lo apr alla cultura ellenica e lo orient verso la teologia. Il primo aprile del 527 fu adottato e associato al trono dallo zio Giustino e quattro mesi pi tardi, alla morte di questi, si trov solo al governo. Il suo regno fu lungo e tra le linee guida della sua politica vi un impegno per una codificazione attenta al nuovo e fedele allantico che assicurasse certezza del diritto; un ampio programma di restaurazione con le armi delleffettivo potere di Costantinopoli entro i confini antichi dellImpero; iniziative dirette allunificazione della Chiesa cristiana, lacerata dallarianesimo dei Goti e dal premere di tendenze eretiche. Il programma religioso falli, fece il cesaropapista; sostenne che la teoria dei tre capitoli accettata dal concilio di Calcedonia erano troppo aperte al monofisismo e quindi eretiche, sequestr manu militari papa Vigilio che non voleva condannarla e quando nel 553 lo costrinse a farlo nacque uno scisma: vescovi dAfrica, Illiria e Dalmazia si rifiutarono di obbedire a papa e imperatore per restare fedeli a Calcedonia. 2 Il primo codice

Per quanto riguarda il diritto form una commissione composta dal magister officiorum Triboniano e nove giuristi con il compito di rielaborare i codici gregoriano, Ermogeniano e Teodosiano per preparare un nuovo codice snello e aggiornato. Lo chiamGiustiniano - Novus Iustinianos codex che dur 5 anni dopo esser stato soppiantato dalla nuova edizione. Ancora non c traccia del Digesto. Frattanto Triboniano divenne quaestor sacri palatii (ministro della giustizia), Giustiniano ordin che degli iura si facesse un templum iustitiae, per cui gli iura non costituivano pi una sezione autonoma dellordinamento. Infatti solo una loro parte fu tramutata in legge ed entra a questo titolo nellordinamento, mentre il resto rimane fuori e sparisce per sempre. Il Digesto fu promulgato il 16 dicembre 533 con diecimila pezzi di una quarantina di giuristi e non solo quelli dotati di ius respondendi e sistemato in 50 libri. 3 La rivolta di Nika e la compilazione del Digesto

L11 gennaio 532 ci fu una rivolta che port limperatore a perdere il trono ed chiamata linsurrezione di Nika. Due furono i partiti politici i Verdi o prasinoi e gli azzurri o venetoi: i primi rappresentavano gli interessi della borghesia cittadina e commerciale; gli azzurri portavoci di latifondisti e professavano il cattolicesimo ortodosso ed erano appoggiati dallimperatore. Fu una protesta contro le esose nuove leggi fiscali e dilag lodio contro i responsabili, il praefectus urbi Giovanni di Cappadocia e Triboniano. Cadde Giustiniano e sincoron Ipazio nipote di Anastasio. A salvare il trono fu Teodora che affid al capitano dellIlliri e al generale Belisario di espugnare lippodromo e sedare la rivoluzione. Ne segui un massacro e Giustiniano rafforzo il suo potere verso lassolutismo. Triboniano fu reintegrato e il digesto si avvi alla conclusione. 4 Le istituzioni, il secondo Codice e le Novelle

Con la costituzione Omnem, Giustiniano attu una riforma scolastica: prevedeva uno studio quinquennale del diritto; il primo dedicato a una sintesi manualistica; dal secondo al quarto lo studio del digesto e al quinto il codice. Le nozioni elementari di primo anno furono racchiuse in un manuale ufficiale elaborato da Triboniano, Teofilo e Doroteo che scrissero ciascuno 2 dei quattro libri delle Institutiones. Alla fine del 533 aveva forza di legge in disarmonia con il codice, che era incompleto e non teneva conto delle Quinquaginta decisiones. Il Codex repetitae praelectionis venne promulgato nel 534. Delle novelle ci sono state lasciate tre collezioni: quella greca in oriente e due in occidente, lEpitome Iuliani e lAuthenticum. Quella greca conta 168 novelle di cui 158 di Giustiniano. Lepitome iuliani traduce 124 novelle composte dietro richiesta della chiesa e spar ai tempi dIrnerio. Lauthenticum composto di 134 novelle tutte in latino e viene ad preferita allepitome Iuliani. La compilazione Giustinianea composta da frammentini veronesi del codice. Il famoso testo completo del Digesto e noto come littera pisana e poi littera fiorentina dopo che Firenze se ne impadron. 5 La guerra gotica per la riconquista dItalia

Nel giugno 533 il generale Belisario salp per lAfrica, sconfisse i Vandali e cattur il loro re Gelimero. Tornato a Costantinopoli da trionfatore, si prepara alla nuova impresa contro i Goti dItalia. Il pretesto per iniziare limpresa fu lassassinio di Amalasunta, madre di Atalarico, fortemente filoromana e protetta da Giustiniano. Belisario sbarc in Sicilia ad ottobre e a dicembre laveva in mano; pass in Calabria e si diede a risalire la penisola. Occupa Ravenna nel 540, stava per conseguire la vittoria quando gli Unni piombarono a minacciare Tracia e Macedonia e Cosroe ruppe la tregua. Belisario lasci lItalia, i Goti si ripresero e un nuovo armistizio con i Persiani nel 545 consent di preparare la riscossa; Narsete ebbe la nomina a comandante in capo nel 551 e condusse un secondo esercito contro la Dalmazia e la Venezia Giulia, vinse i re Totila e Teia che rimasero uccisi e nel 553 ebbe in mano la penisola. Giustiniano non fece cessare queste rivolte ed estese la sua compilazione a tutta lItalia. 6 La Pragmatica Sanctio

Era lanno 554 quando Giustiniano impose la vigenza della sua compilazione in Italia. La norma fu compresa in un testo unico di 27 disposizioni che restituiscono lassetto della propriet fondiaria su richiesta del papa Vigilio. Era una sorta di pragmatica sanctio i cui libri gli furono inviati da Giustiniano per farli divulgare edictali programmate: ossia perch il magistrato locale, che era Narsete, li pubblicasse secondo luso con proprio editto.LItalia divent quindi terra di diritto giustinianeo mentree il resto dEuropa rimase sotto le leggi romano barbariche e quindi del diritto teodosiano. Conservatrice era la Chiesa che per centanni aveva fatto del diritto teodosiano la propria legge. Nella prassi era utilizzato il diritto volgare. 7 Le c.d. sopravvivenze teodosiane

Il termine fiducia indicava un vecchio tipo di garanzia reale delle obbligazioni, conseguito mediante vendite dei beni con patto di retrovendita a termine, che Giustiniano sostituisce con pegno e ipoteca. Intorno al 385 Teodosio I stabilisce il divieto delle nozze tra cugini, abolito da Giustiniano e ripristinato dal re longobardo Liutprando che vieta le nozze con le vedove dei cugini. La Chiesa li proibiva in generale tra parenti fino al 7 grado. Nella stipulatio, la riforma di Leone I nel 472 rilanciata da Giustiniano aveva abbolito il requisito della congruenza di domanda e risposta che caratterizzavano il rito orale antico. Era ricordato nellacceptilatio e nella stipulatio aquiliana, ossia estinzione delle obbligazioni. Abol la mancipatio e la distinzione tra res mancipi e nec mancipi. A Ravenna qualche compravendita ricorda la mancipatio e nel 553 un notaio trasferisce beni con la mancipatio per alcuni e la traditio per altri. 8 La mancipatio e la sua germanizzazione

La mancipatio denuncia la propria vitalit nel caso dellemancipazione del filius familias. Il liber Gai descrive le tre mancipationes successive che il pater deve compiere nelle mani di un fiduciario, dinanzi alla curia e in presenza di 5 testimoni cittadini romani, oltre che del libripens e dellantestatus, ricevendo ogni volta il prezzo fittizzio di uno o due nummi. Per lo stato di semilibert era richiesto solo un documento scritto; per quello di libert piena, ma instaurando legami familiari con lex padrone, occorrer portare il servo in un quadrivio e fargli scegliere la strada che vorr. Occorre aggiungere un triplice gairethinx nelle mani di successivi fiduciari, testimoni qualificati e un gisel per sciogliere il servo anche dai vincoli parentali. Il gairethinx ritorna nelle leggi longobarde a designare latto che il Rotari chiama donazione, ma in realt latto dispositivo del patrimonio mortis causa a favore di estranei. Si effettua dinanzi a uomini liberi con lintervento di un gisel: una germanizzazione del testamento per aes et libram. Ora si effettua con la mancipatio. 9 Volgarizzazione longobarda del diritto romanoci sono ombre di romanit che aleggiano sugli istituti principali del diritto privato longobardo.

Corre infatti somiglianza tra il launegild, la controprestazione simbolica che rendeva irrevocabili le dominazioni longobarde, e il numus unus romano. Anche la datio wadiae analogo al vadimonium dei romani. CAP. IV I LONGOBARDI

1 Linvasione longobarda

Giustiniano mor nel 565, appena in tempo per non assistere alla caduta in mano dei Longobardi dellItalia che tanto faticosamente aveva riconquistato ai Goti. Infatti nella primavera del 569 lesercito longobardo del re Alboino, dopo aver abbandonato le sedi di Pannonia sotto la pressione degli Avari si affacci sulla pianura padana. I Longobardi erano un popolo ferocissimo, erano stati mililtes foederati sotto Roma e come tali avevano ottenuto la citt di Norico e le fortezze della Pannonia. Secondo Paolo Diacono avevano partecipato sotto Bisanzio alla riconquista dellItalia. Secondo alcuni sarebbero stati chiamati in Italia da Narsete, furioso contro Costantinopoli; per altri larrivo dei Longobardi serviva a calmare le mire dei Franchi sulle pianure padane. Certo che nei primi 3 anni la spedizione di Alboino non incontr resistenze da parte bizantina. Il successore Clefi massacr molti cittadini romani e altri li esili ma era una vendetta per lassassinio di Alboino dopo una congiura. Anche suo figlio Autari diede luogo ad unecatombe di nobili. Secondo Paolo Diacono lo fece per cupidigia e si legge di unimposizione di un tributo ai Romani che diede inizio alla curtis regia che, costituir la base del consolidamento del potere centrale. 2 I Longobardi e la civilt romanaSin dallinizio dellinvasione, Alboino aveva creato corpi di spedizione, affidati a un generale o dux, per occupare i singoli distretti da cui scaturirono ducati autonomi, 36, che dopo la morte del re Clefi nel 575, rifiutarono di eleggere un successore e si protrassero per dieci anni nellanarchia. Quando Autari fu eletto re, nel 584, ruppe con il ceto dei romani, ritorn allarianesimo e cre una struttura politica unitaria e indipendente e riusc a farsi dare lamministrazione della met dei beni ducali, contrapponendo la curtis ducali a quella regia affidata a un suo gastaldo. Le necessit finanziarie dei conquistatori furono accollate ai romani e ripartite tra gli ospiti longobardi e diventarono loro debitori per un terzo dei raccolti. Gli fu assegnato a titolo onorifico il nome di Flavius. 3 La guerra di Liguria e lemanazione dellEditto nel 643Da sei anni dal 643 era re Rotari. Con la morte del grande Eraclio erano finite le vittorie per Bisanzio, gloria e prestigio; lIslam dilagava in Siria, Palestina e Egitto nella sua capitale Alessandria; i rapporti con lOccidente si erano deteriorati perch andava di moda il monotelismo che il papa condannava. I franchi erano dei vicini temibili ma questo fino alla scomparsa nel 638 del re Dagoberto. Rotari voleva impadronirsi dellItalia centro settentrionale e inizi ad attaccare la Liguria e la Lunigiana e ritornando a Pavia vittorioso promulg il suo editto.

4 Il falso mito dellapprovazione popolare della leggeRotari scrive di aver fatto il codice con lappoggio e il consiglio dei primati iudices e di tutto lesercito vittorioso, ordinandone la redazione scritta; inoltre proclama di aver eseguito un solenne gairethinx per confermare la legge rendendola inattaccabile e inviolabile e per darla in custodia perenne e fedele ai sudditi. Luso del termine gairethinx per indicare lapprovazione popolare delle leggi appare tuttavia abnorme in quanto Rotari faceva discendere lefficacia vincolante dellEditto dalla propria autorit e non dallapprovazione popolare, anche se lidea dellapprovazione popolare piaciuta agli storici.

Con il Pactus legis Salicae (convenzione tra i potenti e la massa degli umili che era intesa a salvaguardare la pace ed evitare le faide) cos come nellEditto, il popolo darme, anche se vessato dalle esazioni da parte dei potenti e dal rigido tariffario delle composizioni dei reati (ossia le composizioni pecuniarie delle offese), chiese che queste fossero uguali per tutti ricchi e poveri, prima dintraprendere la campagna di Liguria. Rotari promise e redasse un tariffario e lo consegn allesercito, ossia al popolo longobardo, riunito dopo la vittoria. Si tratt di un tariffario molto minuzioso da apparire addirittura ridicolo.5 Le composizioni pecuniarie dei reati

Per un pugno sono tre soldi, per uno schiaffo sei, per una ferita in testa, purch interessi solo la cute e la cicatrice resti nascosta, sono sei soldi, per due piaghe dodici, per tre diciotto, di pi non sono computate; se vi rottura del cranio, per ogni osso con un massimo di tre, dodici soldi; per un occhio strappato la pena pari alla met del guidrigildo che il prezzo delluomo libero. Naturalmente lammontare delle pene cambia anche a seconda dello status sociale delloffeso: tariffari pi particolareggiati riguardano i semiliberi e i servi rustici. Rotari afferma di aver inasprito le compositiones al fine di evitare risse soddisfacendo gli offesi con risarcimenti convenienti. Se i poveri non pagavano, perch le composizioni erano troppo gravose, era consuetudine consegnare il colpevole al creditore in schiavit, fino a che che Liutprando lo impose per legge stabilendo che: se la pena era inferiore ai venti sodi la servit sar temporanea e limitata agli anni necessari a estinguere il debito; in caso contrario sar perpetua. La libert di moglie e figli sar assicurata da un capitolare italico di Lotario. 6 Il guidrigildoRotari, a differenza del diritto penale bizantino, di pene afflittive ne commina poche: il taglio della mano per i reati di falso; la pena capitale prevista per la congiura contro il re, la diserzione, la collusione del nemico, lattivit sediziosa, labbandono del posto in battaglia, il servo che uccide il padrone, la moglie assassina del marito, lamante accusato dal marito delladultera qualora non si sia purificato con giuramento e con duello. Ma queste sono eccezioni: per lo pi allomicidio delluomo libero o del barone, conseguiva il pagamento alla famiglia della vittima che toccava i 900 soldi. In realt il guidrigildo longobardo non era il valore economico ma lo status sociale dellarimanno e lo si doveva, in effetti, anche per fattispecie gravissime diverse dallomicidio. Anche per le donne, se pur prive di status, era previsto il guidrigildo che toccava la cifra di 1200 soldi. La strutturazione del diritto criminale in chiave economica ben presto cominci ad interessare ance il fisco ed infatti vi erano casi in cui lo stesso reo doveva pagare il proprio guidrigildo, una sorta di riscatto alla morte e per met alla curtis regia e met ai privati. Si passa in tal modo dal carattere privatistico di risarcimento agli offesi a quello nuovo pubblicistico di multa o ammenda.7 Le donne e il mundio

La donna non avendo uno status non aveva guidrigildo ed era perennemente assoggettata al mundio. lo stesso Rotari a spiegare come questo potere fosse esercitato dagli uomini, dalla curtis regia e non potevano vendere o alienare beni senza il consenso del marito. La donna quindi aveva la capacit giuridica e non la capacit di agire e questo status venne definito da Rotari potestas. Luomo autorizzava non solo i contratti della donna; compiva la desponsatio e la consegna al marito allatto di matrimonio e ne permetteva la monacazione. Ci faceva dedurre lesistenza e la consistenza di un vago potere disciplinare dalla condanna di maltrattamenti: se muore di fame, non le da vesti e calzature ideguate al suo patrimonio, se la da in sposa ad un aldio o servo, la percuota, la costringa a lavori intollerabili e ad avere rapporti sessuali con lui e le fa sposare un uomo che non vuole (che il peggior trattamento che le si possa riservare). Il mundio non si identificava con il potere del capofamiglia. Sul sesso femminile convergeva in realt una duplice potestas: quella familiare e quella specifica del mundio. Le due potest potevano non essere nelle stesse mani perch il matrimonio trasferiva s il potere familiare al marito, ma il mundio poteva restare alla famiglia dorigine se il marito, con la desponsatio, non lacquistasse pagandolo. Allinizio il prezzo era reale poi divenne simbolico. Il mundio entrava nellasse ereditario e pu capitare che i figli minorenni acquistino mortis causa il mundio della madre.Per quanto riguarda il mundio sui liberti, questo veniva quantificato al momento della loro manumissione in una somma fissa che costituiva il prezzo del semilibero, il quale poteva allatto pratico essere compravenduto mediante il pagamento di quel prezzo e, se il padrone era consensiente, poteva versarlo egli stesso a questultimo e in tal modo poteva riscattarsi. 8 Le nozze, il pagamento del mundio, la meta e il morgincapLa cerimonia del pagamento del mundio da parte dello sposo al momento delle nozze porta a ritenere che il matrimonio longobardo era una compravendita della donna, cosi come quello germanico, e si perfezionava con la traditio della sposa nelle mani del marito. Era richiesto il suo consenso e se veniva obbligata a prendere marito il mundoaldo era punito con la perdita del mundio. Padre e fratello erano sottratti alla sanzione e alla donna andavano i doni dello sposo. Tra questi spiccava il morgincap o dono del mattino e per Liutprando non doveva superare un quarto del patrimonio del marito prendendo spunto dallassegno vedovile o quarta uxoria prevista da Giustiniano. La posizione della donna era rafforzata da una donazione nuziale, la meta o meffio, il cui ammontare era variabile, contrattato al momento dagli sponsali in un patto o fabula solenne, messo per iscritto dal notaio. Se lo sponsus ritardava di oltre due anni il perfezionamento del matrimonio, egli era obbligato a prestare la meta pattuita riscossa dal mundoaldo ma dato alla moglie.Dopo la fase preliminare degli sponsali, in cui veniva stabilito lassetto patrimoniale della nuova famiglia, il matrimonio si perfezionava con la consegna o traditio della donna. Aveva ora luogo la cerimonia ecclesiastica della subarrhatio anulo che evocava la consegna di una caparra e sembrava anchesso conferire al matrimonio una patina patrimoniale rozza. La scelta dellanello a forma di alfa e omega era simbolico e la forma circolare era simbolo di affectio e fedelt. La chiesa aveva conservato questo elemento e il consenso doveva essere espresso in pubblico concludendo il fidanzamento. Al tempo dei Longobardi gli effetti erano prodotti dal rito civile e la chiesa infiltrava divieti matrimoniali ed ipotesi di nozze illecite. 9 La successione ereditariaLa donna longobarda portava dalla casa paterna un corredo di vesti e utensili detto faderfio, ma poteva ricevere anche una parte della sostanza paterna e in questo caso era esclusa dalla successione mortis causa ai genitori.

Alla successione partecipavano i figli e le figlie legittimi; i figli maschi naturali (con quote minori) mentre le figlie femmine no. Queste erano ammesse solo nel caso in cui non avessero fratelli legittimi, allora ne prendevano il posto concorrendo con fratellastri e altri parenti. La parentela si estendeva fino al settimo grado se non vi fossero figli e se non fosse intervenuto un gairethinx a disporre del patrimonio. I figli si diseredavano in caso di: attentato alla vita del padre, percosse infertegli e adulterio con la matrigna. 10 Il patrimonio avito e gli acquisti. La propriet comunitaria

La vita della fmiglia longobarda ruotava tutta intorno al patrimonio ereditario, il quale non veniva alienato, avendo la funzione di costituire la componente economica stabile della famiglia per assicurarne, attraverso i tempi, la sopravvivenza e la coesione. Rotari prevede che se i fratelli non si separano alla morte del padre, rimangono insieme nella casa cos da non dividere il patrimonio. Rotari spiega che ciascuno dei fratelli rimasti nella casa comune avr individualmente la disponibilit dei soli beni acquistati nel servizio pubblico civile, mentre doveva invece mettere in comune con i fratelli gli acquisti fatti con il servizio militare.

La limitata disponibilit dei beni ereditari porta ad immaginare una propriet collettiva della famiglia (propriet comunitaria dei beni aviti) come nel caso dei monasteri la cui alienazione era stata vietata da Giustiniano. Rotari testimonia che i proprietari terrieri vicini stringevano una fabula, un patto, per cui prendevano il nome di confabulati e ci a indicare la diffusione della propriet comunitaria presso i longobardi.11 - Launegild I longobardi non avevano contratti propri e utilizzavano (in funzione di diritto comune sussidiario) quelli che la prassi romana presentava; avevano per atti formali produttivi di effetti giuridici come il thinx o il gairethinx definito anche contratto ereditario. Il launegild era la controprestazione simbolica che rendeva irrevocabile la donazionee ci per eliminare i frequenti ripensamenti dei donanti per cui impediva le doppie donazioni o altri atti alienativi di beni gi donati in precedenza. 12 - WadiaUn altro atto era la datio wadiae usato per garantire la comparsa in giudizio e lesecuzione di atti processuali. Il promittente o debitore doveva consegnare al creditore come pegno simbolico un oggetto detto wadia che poi avrebbe liberato. Avveniva nelle mani di un intermediario garante detto fideiussor, da nominare entro 3 giorni. Liutprando sembra presupporre la presenza di due o tre testimoni. Il fideiussor viene chiamato anche mediator in qualit di garante personale solidamente obbligato con il debitore. Quanto alla pignoratio si trattava di un procedimento di esecuzione privata sottoposto a regole precise con oggetto beni mobili, in particolare servi e bestiame, includendo pi tardi i beni immobili. Sembra che loppignorante avesse il godimento dei beni pignorati, vigeva de iure il regime anticretico. Lanticresi sopravvisse, nonostante la diffidenza della chiesa che pensava che la si potesse usare per nascondere la corresponsione di interessi sul capitale, ossia violare il divieto delle usure. Se il debitore persisteva nellinsolvenza, il creditore si rifaceva sui beni pignorati. 13 la wadia nel processo e fuoriLa wadia era la garanzia dellosservanza dei negozi e serv ad attribuire quella loro firmitas (irrevocabilit e inattaccabilit) che rappresentava la vera efficacia del contratto. Se il creditore sostenere di aver ricevuto una wadia per una certa obbligazione e il debitore invece afferma che la promessa wadiata era stata unaltra, occorreva andare in tribunale e affidare la soluzione alla procedura germanica o del giuramento del debitore, accompagnato da coniuratores, o dal duello. Liutprando, che non credeva al duello, sfrutt listituto romano della testimonianza, per cui se la promessa e la datio wadie erano compiute alla presenza di due o tre testimoni, il giudice decider in base quanto riferiranno. 14 Il c.d. sistema probatorio nel processo germanicoPer risolvere i conflitti familiari il rimedio fu di sostituirli con una controfigura in scala ridotta della guerra, di breve durata e meno sanguinosa: istituirono il duello tra campioni, da combattere con armi o randelli. Altro tipo di gioco era di far giurare con solennit limputato con una schiera, a seconda del valore della causa, di soggetti che giuravano con lui. Erano detti coniuratores o aidos o sacramentales ma non erano testimoni perch giuravano sulla credibilit della persona e non sui fatti. Quindi il processo era una gara dove il giudice aveva il compito di dirigerlo secondo le regole stabilite dal diritto e il giudice dichiarava il vincitore o il vinto. Non accertava la verit. Il principio accettato era che se limputato superava la prova, si riteneva liberato dalle pretese dallattore nelle cause civili e purificato dalla colpa in quelle penali. Se soccombeva si obbligava con wadia a soddisfare la controparte dando luogo alla pignaratio. 15 Duello e giuramentoNelle cause di elevato rango sociale erano le leggi a stabilire il ricorso al giuramento, perch pi efficace rispetto al duello, cos da ricavare che il vincente avesse dietro di se il favore di una certa opinione pubblica. Il duello si era imposto come portatore di verit trasformandosi in giudizio di Dio. Il primo legislatore ad utilizzare questa prassi fu Gundobando re dei Burgundi. Ottone I riun una dieta a Verona nellottobre del 967, vi eman un gruppetto di norme e ne destin la maggior parte a definire le fattispecie del duello che valevano anche per i Romani. Con Liutprando lunica prova fu quella dellacqua bollente, ma riguarda i servi. 16 Tendenza alla romanizzazione del processo longobardo

In alcune fattispecie i legislatori invitarono i giudici a giudicare secondo le testimonianze: luso del giuramento collettivo porta spergiuri collettivi e molte legioni, per lucrare beni temporali, non temono di prestare solenni giuramenti falsi. Accertata la verit con le deposizioni dei testi, in qualche processo si vedono i giudici sovrapporre a queste deposizioni un giuramento formale del convenuto e dei suoi sacramentales in modo da fondare la decisione su questultimo consueto rito . Altra novit del processo longobardo la comparsa della prova scritta. Un cenno si trova in Rotari, nella norma in cui si stabilisce che in giudizio pu essere presentato il documento di compravendita di una terra o una casa per smentire il venditore che pretenda di non aver venduto il bene, ma di averlo dato in godimento temporaneo. Rotari consiglia inoltre di metter per iscritto a futura memoria la manomissione non solenne con cui un servo stato fatto aldio. La celebre notitia iudicati del 762 mostra giudici che maneggiano documenti per fondare su di essi la loro sentenza.CAP. V LA CHIESA, BISANZIO E I CAROLINGI

1 Le mire longobarde su Ravenna

La chiesa fece cadere il regno longobardo e tutto ebbe inizio quando Liutprando volle occupare Ravenna e nel 726 decise di occupare lEsarcato. Nel 728 restitu il castrum di Sutri, punto fortificato della cintura difensiva del ducato romano, per rassicurare il soglio di Pietro sulle sue buone intenzioni. A Costantinopoli si stava scatenando liconoclastia e questo complicava molto i rapporti con la Santa Sede. 2 Il soglio di Pietro e il trono di Costantinopoli. Liconoclastia.Nel 726 limperatore Leone III lIsaurico aveva cominciato la campagna contro il culto delle immagini che inizialmente non mostrava segni di eresia. Ma quando, con un decreto del 730, limperatore volle imporre questa dottrina coattivamente e comand lasportazione di tutte le immagini sacre dalle chiese, Germano patriarca di Costantinopoli si oppose, si dimise e fu costretto alla fuga. Allora anche lOccidente insorse in un sinodo e condann ufficialmente liconoclastia. La ritorsione del monarca fu tremenda e colp la chiesa di Roma: le diocesi dellItalia meridionale vennero sottratte al papa e sottoposte alla giurisdizione del patriarca di Costantinopoli; i grandi possedimenti ecclesiastici del Mezzogiorno soffrirono dei forti aumenti fiscali inflitti alla Calabria e alla Sicilia; lerario imperiale pretese dincamerare alcune rendite ecclesiastiche. Scoppiarono sommosse popolari che a Ravenna culminarono con lassassinio dellesarca Paolo. Lira del Basileus non conobbe limiti: le istruzioni date al nuovo esarca Eutichio, che sbarc poco dopo a Napoli, furono dimporre liconoclastia a tutti i costi e ridurre la sede Apostolica allobbedienza con ogni mezzo, compresa leliminazione fisica del pontefice. Si pens di eleggerne un altro e spedirlo a Costantinopoli. Vi era unidea rivoluzionaria che permise lincoronazione di Carlo Magno. Gregorio II, il papa fatto bersaglio delle minacce dellIsarico, pronunci parole distensive invocando la fedelt al trono. Gregorio III, quando Liutprando si affacci alle porte di Roma, per sottrarre la citt e la chiesa alla sovranit dellimperatore Graecorum si diede alle braccia di Carlo Martello, subregulus dei franchi. 3 Astolfo conquista Ravenna e la chiesa si rivolge ai franchiLa goccia che fece traboccare il vaso fu la destituzione del mite Rachi che and a morire nel convento di Montecassino, lassunzione all trono longobardo del bellicoso Astolfo e linvasione dellesarcato con la conquista di Ravenna tra il 750 e il 751. Lindignazione dellimperatore Costantino V che mand al nuovo pontefice Stefano II, un messo il silentiarius Giovanni portatore della iusso al papa di recarsi da Astolfo per ingiungerli di restituire il maltolto. Stefano part per Pavia nel 753 e in presenza del re longobardo lo supplic che rendesse al legittimo padrone i territori invasi. Ma il re non gli diede ascolto e allora il papa si rivolse ai franchi. Pipino il Breve, succeduto al padre Carlo Martello e insoddisfatto dei titoli di subregulus, di principe dei franchi e di maggiordomo di palazzo, aveva assunto il titolo di re. Aveva dovuto sbarazzarsi dellultimo re merovingio e pens di premunirsi chiedendo il parere e lautorizzazione della suprema autorit morale, e papa Zaccaria fu benevolo. Egli autorizz la deposizione di un inetto Childerico III. Laudace lettera di Zaccaria nella parte che rappresentava uninaudita interferenza del pontefice nella sfera temporale verr utilizzata anche in seguito, tanto che, entrata nel decreto di Graziano, offrir un solido argomento ai canonisti ierocratici per dire che il papa poteva deporre i sovrani secolari. Pipino si era liberato dellultimo sovrano carolingio e nel 751 aveva ricevuto luntio sacra da Bonifacio, vescovo di Magonza. Papa Stefano II, dunque, respinto dal re longobardo e sollecitato da ambasciatori franchi, si decise a rivolgersi al novello re; varc le Alpi e nel 754 a Ponthion ebbe un primo incontro. Invoc l'intervento della potenza franca per il recupero del Ravennate, prospettando la cosa d'interesse della Chiesa e dell'Impero. 4/5 Stefano II unge i carolingi re dellEsarcatoPapa Stefano prolung il proprio soggiorno presso i Franchi e il progetto di tagliare il tradizionale ancoraggio della Chiesa al trono d'Oriente, spostandolo in Occidente, venne maturando.

In quel 754, nella chiesa del monastero di Sant-Denis, Stefano II impart solennemente un'unzione regia a Pipino e ai suoi figli Carlomanno e Carlo (il futuro Carlo Magno). La Nota de unctione Pippini dice che Pipino e figli furono unti re e patrizi. Il patriziato romano non si poteva dare con una unctio. Era un titolo che erogava l'Impero: aveva visto insigniti di questa qualifica esarchi di Ravenna e duchi di Roma. E possibile invece che lo stesso monarca di Costantinopoli avesse parlato di insignire i carolingi di quel titolo che da sempre era servito a gratificare generali e re barbari che prestavano il servizio militare nel nome di Roma, ma difficile pensare che Costantino V avesse autorizzato il progetto che Stefano in concreto realizz. In realt quel titolo di patritii Romanorum era nell'Occidente l'appellativo che designava per antonomasia gli esarchi di Ravenna, e tutto fa credere che Stefano II abbia voluto fare di Pipino e dei figli i nuovi esarchi. L'esarca era l'autorit da cui dipendeva il ducato di Roma e che lo proteggeva. Nel 739 Gregorio IX e la curia romana sostitu con la stirpe di Carlo Martello, potentissima e fedele, quelle autorit bizantine che si erano rivelate incapaci sul piano militare e inaffidabili su quello religioso. Il 27 agosto di quel medesimo 754, l'imperatore Costantino V dava personalmente lettura dei canoni iconoclasti sanciti da un concilio costantinopolitano da lui voluto. Quando fu fatto papa nel 757, per esempio, Paolo I si affrett ad annunciare la propria elezione a Pipino, ed era appunto regola che Roma ne desse notizia tempestiva oltre che all'imperatore anche all'esarca. Nel fatidico 774, Carlo Magno fece una visita memorabile a Roma, si adottarono le cerimonie previste per le visite dell'esarca. L'unctio in regem et patritium di Pipino doveva aver avuto come nuovo oggetto o un regno franco esteso all'Esarcato o un Esarcato elevato a Regno. Risulta dalla sua cancelleria che Carlo Magno consider appunto il patriziato dei Romani come una nuova corona. Si assegner questo titolo se non dopo il 774, quando la definitiva sconfitta longobarda gli avr dato in mano tutti i loro territori. Allora nulla pi gli impedir di corredare con orgoglio l'intestazione dei propri documenti delle tre qualifiche, e di presentarsi come rex Francorum et Langobardorum et patritius Romanorum. Tre titoli chiaramente tutti di rango regio. Fu per Carlo Magno la prima tappa di una brillante carriera bizantina. L'ultimo traguardo lo raggiunger il Natale 800, quando papa Leone III lo promuover da esarca a imperatore. 6 La Promissio CarisiacaNellestate del 754 Pipino e il papa si trovavano a Quierzy-sur-Oise (Carisiacum). Qui il pontefice si era presentato supplice a impetrare il recupero in favore dell'Impero dei territori usurpati dal longobardo Astolfo, si vide fare all'improvviso la promessa di una grandiosa donazione destinata tutta non all'Impero ma alla Chiesa: l'Esarcato, la Venezia e lIstria, lEmilia e la Tuscia, la Corsica, i ducati di Spoleto e Benevento. Dal nome del luogo in cui fu fatta, viene chiamata Promissio Carisiaca. Stabiliva che tra il papa e il re fosse maturato il progetto di eliminare il regno longobardo, che tendeva a unificare l'Italia, e di spartirne il territorio: la pianura padana ai franchi, il resto, al papa. Dopo la vittoria delle armi franche su Astolfo, la donazione, ebbe una prima attuazione entro il 756, quando alcune zone dell'Esarcato, dell'Emilia e della Pentapoli, sottratte con la forza ai Longobardi, vennero consegnate alla Sede Apostolica: la quale, invi il duca Eustachio e il prete Filippo a Ravenna a provvedere all'amministrazione. Papa Adriano I si spinger a configurare la promissio Carisiaca come istitutiva di un patriziato della Chiesa parallelo a quello conferito al re dei Franchi. L'incontestato potere de1 papa sulla sua Romana rspublica incrocer i diritti del Regno dItalia dato nel 781 da Carlo Magno al figlio Pipino, e pi tardi limperatore Lotario sovrapporr nella citt eterna la propria giurisdizione a quella del pontefice. Il silentiarius Giovanni, accompagnato dal protosecreta Giorgio, s'imbarc alla volta della Gallia. Si trattava d'impedire il ritorno di Costantinopoli nella sua capitale d'Italia, ma anche di evitare rotture con l'Impero. Nel 772, papa Adriano I fece mostra di agire da fedele suddito dell'imperatore affrettandosi a consegnargli Paolo Afiarta, il capo del partito filolongobardo di Roma perch potesse giudicarlo e punirlo. Si atteggi a titolare della giurisdizione sul territorio e cominci a coniare monete con la propria effigie e a datare i documenti ufficiali dall'anno del proprio pontificato. 7 Il Constitutum CostantiniiLa donazione di Costantino (Constitutum Costantinii) fu introdotta nelle Decretali pseudo-Isidoriane e si intravede la presenza vicina della Promissio Carisiaca. Scrivendo a Carlo Magno nel 778 proprio per sollecitarlo ad adempiere la promessa di Quierzy, Adriano I non trover di meglio che fargli balenare innanzi agli occhi l'allettante prospettiva di essere acclamato novello Costantino. Il Constitutum Constantini dispensava beni e terre in un crescendo incredibile: cominciava dal palazzo Lateranense, sede di Costantino e del potere, poi regalava la citt di Roma, poi le provincie dItalia, tutte le regioni occidentali e concedeva a papa Silvestro la corona, lo scettro e le vesti imperiali e la capitale era stata trasferita a Costantinopoli perch limperatore non voleva dare fastidio al pontefice nella citt di Roma. Evidente il tentativo di legittimare il dominuim peculiare Beati Petri che la promissio Carisiaca aveva alimentato e che comportava il tradimento dellimpero. 8 Lincoronazione imperiale di Carlo Magno il giorno di Natale dell800A questo punto Carlo Magno aveva come traguardo la politica ecclesiastica. C chi vede in questo evento (incoronazione imperiale) la restaurazione dellImpero romano dOccidente, chi invece vi scorge la creazione di un sacro impero cristiano; chi il trasferimento a Roma e la consegna a un Franco dellimpero di Costantinopoli. Il giorno di Natale dell800 papa Leone III profittando del fatto che il trono bizantino era considerato vacante, perch illegittimamente occupato dallusurpatrice Irene, volesse trasferirlo a Roma. Si detto che Carlo fosse alloscuro delliniziativa ma ci non credibile. vero per che Carlo e la sua corte non avevano stima della romanit e la famosa lettera che l'amico Alcuino aveva indirizzato a Carlo nel 799 e lo celebrava reggitore di tutto il popolo cristiano non poteva di certo contenere gli incitamenti a farsi imperatore romano.Nella curia di Roma invece lidea circolava da tempo tanto pi che il papa aveva tutto linteresse di compiere quellimpresa clamorosa per uscire alla grande da un periodo di umiliazioni. Accusato, infatti, l'anno precedente di adulterio e di spergiuro da una fazione della nobilt romana che gli era ostile, incarcerato e fortunosamente fuggito in Germania e messosi sotto la protezione dl Carlo Magno, era tornato a Roma sotto scorta ed era stato deferito a un concilio romano che facesse luce sulle gravi imputazioni che oscuravano la sua immagine. Il concilio si dichiar non legittimato a giudicare un pontefice, i testimoni di accusa si ritirarono e mancarono le prove. Ecco allora che il papa esegu il giuramento della propria innocenza. Il rito della purgazione era istituto previsto dalla prassi canonica per ripristinare la fama dellaccusato quando non si riusciva a dimostrare la sua colpevolezza: salvo che il papa esegu il giuramento con i sacramentali. Ed ecco pochi giorni dopo papa Leone officiare nella basilica di S. Pietro, nell'occasione del Natale, la cerimonia che doveva elevare il patrizio dei Romani al rango di imperatore. 9 Carlo Magno successore di GiustinianoSecondo una notizia data dal biografo Eginardo, Carlo si sarebbe detto pentito di aver assunto il titolo imperiale. Carlo accett il titolo dimperatore romano apparentemente di buon grado. Lasciata Roma, nella primavera dell'801, Carlo giunse a Ravenna. Qui i suoi funzionari dovettero verbalizzare un placito tenuto da Carlo a Bologna e adottarono per la prima volta lintestazione di sapore tutto bizantino Karolus serenissimus Augustus. Da quel giorno divent lintitolazione ufficiale dei diplomi pubblici, fu adoperata nella datazione dei placiti e dei documenti privati. Avrebbe dovuto scomparire dopo l'accordo di Aquisgrana dell'812, che restituiva a Costantinopoli il monopolio del titolo dimperatore dei Romani, ma la cancelleria se ne serv almeno fino a tutto l816. Carlo imperatore inizi a sottoscrivere i diplomi a garanzia dellapprovazione del testo, ossia adott la pratica del cosiddetto Legimus in obbedienza a una consuetudine bizantina. Anche l'uso della bolla o sigillo plumbeo fu importato da Costantinopoli: di suo Carlo aggiunse al sigillo l'incisione sul verso dell'immagine di una torre, simbolo di citt, e delle iscrizioni Roma e Renovatio Romani Imperii. Queste iscrizioni confermano la portata rivoluzionaria della cerimonia del Natale in quanto si era trattato di ritrasferire questo trono a Roma che rappresentava la renovatio. Cosa apprezzata in Occidente ma non a Costantinopoli. 10 La pace di Aquisgrana e la rinuncia dei Carolingi al titolo di imperatori dei RomaniSi pens di unire i due imperi combinando un matrimonio tra Carlo e lusurpatrice Irene. Le nozze non si celebrarono, Irene fu deposta quell'anno stesso e mor l'anno dopo. I rapporti del successore Nicefro con Carlo si guastarono e solo nell'812 si giunse a un compromesso: Carlo avrebbe mantenuto la qualifica imperiale ma non il nome di 'imperatore Romano' o 'dei Romani', che era titolo di cui si riconosceva lesclusivit al monarca doriente. Ad Aquisgrana, i messaggeri greci acclamarono il re dei Franchi Basileus. NeIl'813, Ludovico il Pio venne incoronato dal padre anzich dal pontefice a Roma, non tanto perch fossero insorti sospetti sul pericolo d'interferenze della Sede Apostolica, quanto perch l'intervento del papa, necessario per creare un imperatore romano, poteva apparire superfluo. Carlo Magno, poco prima di morire, fece sostituire la scritta Renovatio Imperii Romani incisa sul proprio sigillo con Renovatio Regni Francorum. Una lettera inviata nell871 da Luduvico II, imperatore franco, a Basilio imperatore di Costantinopoli d al primo il titolo d'imperatore dei Romani e al secondo quello d'imperatore dei Greci. Andava in cerca di unalleanza e una simile provocazione sarebbe stata incomprensibile: ma si ritiene oggi che la lettera dettata da Anatasio, potente Bibliotecario della Sede Apostolica, sia in perfetta aderenza alle idee e alla terminologia della Chiesa. Conclusa la lunga crisi e la vacanza del trono occidentale restaurato l'Impero nel 962, Ottone I di Sassonia decise di dare in sposa a suo figlio una principessa bizantina. Le trattative vennero affidate al vescovo Liutprando di Cremona che si rec a Costantinopoli. Qui giunsero per, anche messi del papa Giovanni XIII per appoggiare l'iniziativa; essi presero la parola celebrando tale magnifica alleanza tra l'Imperator Romanorum e l'Imperator Graecorum: Niceforo si vendic con qualche ritorsione contro la Chiesa. Le trattative, sbito interrotte, poterono essere riprese dopo la sua morte e la principessa greca Teofano dovette attendere fino al 972 per andare finalmente in sposa a Ottone II. Continu a predicare la translatio Imperii dapprima in Francos poi in Germanos. 11 La visione ecclesiale del mondo

La Chiesa sapeva che quest'Impero oltre che romano era anche sacro, ogni potere veniva da Dio. Quel che distingueva l'Impero dai regni e lo metteva in rapporto con la Chiesa era l'universalit, una Chiesa istituzione pubblica, legata all'Impero perch parte di esso. Gelasio preoccupato dall'incombente cesaropapismo, aveva insistito sulla distinzione dei poteri, nell'era carolingia si poneva invece l'accento sulla loro necessaria integrazione. Ordine spirituale e ordine temporale erano stati fusi nella visione 'ecclesiale' del mondo, trasfigurato nell'unum corpus mysticum il cui capo era Cristo. Quanto al monarca, il suo impero veniva necessariamente a coincidere con la onnicomprensiva comunit ecclesiale.CAP. VI LIMPERO CAROLINGIO1. LA RIFORMA DELLA CHIESA1 I capitulariaI sovrani carolingi ebbero una produzione normativa abbastanza rilevante. Si d alle loro norme il nome di capitolari perch apparvero non isolatamente, come precetti singoli, ma sotto la forma di serie. Il gruppo di canoni di Soissons, concilio convocato e presieduto nel marzo del 744 da Pipino padre di Carlo Magno e maggiordomo di Childerico III, fu annoverato tra i capitolari. Il termine capitulare segna una svolta nel linguaggio legislativo; la parola lex rimane riservata a designare i complessi normativi popolari; scompare la parola edictum e si attenua gradualmente l'uso di decretum o decretio, praeceptum o praeceptio.

Specialmente dopo la morte di Carlo Magno (814), i capitularia vennero specificandosi in categorie diversificate a seconda della funzione: ai capitularia ecclesiastica, che contenevano provvedimenti relativi al clero, a chese e a monasteri, si contrapponevano quelli mundana, che riguardavano invece il mondo laico; i capitularia missorum contenevano le istruzioni per i missi dominici e cio i funzionari spediti in periferia a rappresentare il sovrano con compiti di governo, giurisdizione e controllo; i capitularia legibus addita o addenda avevano l'ufficio importantissimo di modificare e aggiornare le leges popolari ancestrali e di adeguarle alla volont sovrana. 2 La riforma della chiesa e i capitularia ecclesiasticaLabbondanza di produzione dei capitularia ecclesiastica ai tempi di Carlo Magno e di Ludovico il Pio dimostra limpegno d questi sovrani ad assicurare la vita ordinata della Chiesa: quando tra l'826 e l'827, l'abate Ansegiso del monastero di Fontenelle, raccolse i capitolari di Carlo e di Ludovico, ne riemp quattro libri. La Chiesa ne aveva gran bisogno: la sua decadenza aveva toccato il fondo, la gerarchia andava in pezzi, il clero era ignorante e veniva reclutato senza criterio. V'erano diocesi prive di vescovi e diocesi in cui ve n'erano due; prelati che si allontanavano dalle proprie sedi o si facevano trasferire a sedi pi importanti e ricche. Pipino oltre ad aver convocato il concilio di Soissons, si era spinto a curare il cosiddetto sacramentario (messale) gelasiano. Carlo nel famoso concilio di Francoforte del 794 bader a difendere il dogma, a precisare il culto delle immagini, a reagire contro l'eresia adozionista. Fu Carlo a ordinare ad Alcuino una revisione alla Bibbia e a Paolo Diacono la redazione di un nuovo omeliario da adottare nei suoi regni. La Chiesa apprezz quasi sempre le interferenze. Agobardo grande arcivescovo di Lione attesta che l'opinione pubblica era resta ad accoglierne i canoni se a convalidarli non fosse intervenuta la presenza di legati dell'imperatore. I capitolari ecclesiastici apparivano dunque come il miglior mezzo per attuare i desiderata delle sinodi regionali per riparare a usurpazioni, prevaricazioni e iniquit. 3 Resistenze nobiliari e tramonto dei capitularia ecclesisticaNella dieta di Compigne dell'823, i signori laici riuscirono a impedire la promulgazione di un editto che prevedeva la restituzione a chiese di beni detenuti da nobili. Nel giugno 846 a Epernay, analoghi interessi spinsero l'aristocrazia a opporsi a un capitolare ecclesiastico nel quale erano riprodotti canoni dei concilio di Parigi e di Meaux. Carlo il Calvo, debole, fu costretto a piegarsi.In seguito allaccrescersi del potere politico dei nobili, le diete cessano di costituire luogo di pubblicazione di norme ed espressione della volont del re e diventano luogo di discussione di tali norme. I capitolari cos si feudalizzano e questo cambiamento ferisce a morte la politica dei rapporti privilegiati con la Chiesa che era stata la caratteristica del regno di Carlo Magno. 4 Le falsificazioni di met secoloIl fenomeno falsificatorio dilag in ambienti ecclesiastici francesi, e gett sul mercato un numero non trascurabile di testi normativi alterati. Furono contraffatti capitolari regi. Ne fece una grossa raccolta un certo Benedetto Levita il quale gabell la propria raccolta come una continuazione di quella di Ansegiso, abate di Fontenelle, che aveva curato la collezione in quattro libri dei capitolari genuini di Carlo Magno e di Ludovico il Pio, e utilizza anche frammenti di diritto romano tratti dalla Lex Romana Wisigothorum. I capitolari di Benedetto Levta sembrano conoscere i Capitula Angilramni, una settantina i capitoletti che prende il nome dal vescovo Angilramno di Metz. La ventata falsiflcatoria colp anche la vecchia collezione Hispana o Isidoriana che si era diffusa dall'Iberia in Gallia. 5 Le decretali pseudo-isidorianeLa fortuna delle Decretali Pseudo-Isidoriane fu considerevole e si prolung tanto nei secoli che l'opera va considerata uno dei prodotti giuridici pi significativi dell'et carolingia. Si tratta di uno straordinario numero di manoscritti risalenti tra il secolo IX e il XV. L'intervento falsificatorio non consistette tanto in arbitrarie invenzioni di testi inesistenti quanto di un'abile mosaico di pezzi carpiti da tradizioni ecclesiastiche e laiche ritoccati e riforniti di nuove e autorevoli paternit canoniche. Il falsificatore forgia lettere papali e norme conciliari sospingendole fino al I secolo, agli anni di Anacleto I e di Clemente I. Lobiettivo della raccolta si desume dalla sua insistenza sul tema dellautonomia dei vescovi e della loro pari dignit. La Chiesa francese si andava organizzando in una piramide gerarchica, dal vertice rappresentato dal primate si traversavano arcivescovi, vescovi, vescovi suffraganei e poveri corepiscopi semplici ausiliari. 6 Scopi e fortune delle false decretali

Le false decretali coinvolgono uno dei personaggi pi significativi degli ultimi tempi carolingi: Incmaro, arcivescovo di Reims e metropolita della Gallia, difensore della posizione di comando che aveva assunto. Il vescovo Rotado di Soissons che aveva osato invocare la limitazione di quei poteri fu deposto da Incmaro nell'862; la stessa sorte tocc allomonimo nipote. Incmaro vescovo di Laon responsabile di una delle prime utilizzazioni delle Decretali Pseudo-Isidoriane. Per contrastare larroganza dello zio cur la redazione di un ampio estratto dell'opera, lo sottoscrisse, lo fece sottoscrivere dal suo clero e lo brand come arma. possibile che la collezione sia giunta presto a Roma, e si discute se labbia o meno utilizzata papa Niccol I (858-867) che avrebbe ben potuto gradire le esaltazioni della plenitudo potestaitis contenute nell'opera. evidente che si davano casi in cui il falsario fuorviava intenzionalmente i lettori al fine di procacciarsi un illegittimo profitto personale e cadeva nel grave peccato di mendacium che la Chiesa aborriva. Per quanto riguarda i testi normativi due sono i criteri formali di valutazione: il meno importante era quello della genuinit/originalit della scrittura che riguardava essenzialmente l'accertamento della paternit e della datazione. Decisivo era il carattere dellautenticit e autentici erano, tutti gli scritti caricati di unauctoritas che ne impedisse il rifiuto. 2. LE LEGGI POPOLARI E LA PERSONALITA DEL DIRITTO

7 Carlo Magno e le leggi popolariDopo la consacrazione imperiale di Carlo Magno, nemmeno le leggi popolari vennero trascurate dal monarca e ne cur le redazioni. Nell802 Carlo profitt di una tregua nelle guerre e radun nell'ottobre un concilio generale. Le due sezioni potevano riunirsi anche separatamente, i prelati per primi: limperatore fece rileggere canoni e decreti - forse nel testo della collezione Dionysio-Hadriana consegnata da papa Adriano I nel 774, la diffusissima Hispana - perch tutti li osservassero. Venne poi la volta dei laici: davanti a duchi, conti e giudici fu affrontato il problema delle ondeggianti leges popolari, Carlo le fece leggere pubblicamente, emendare e mettere per iscritto al fine di assicurare a ricchi e poveri un'eguale giustizia e d'impedire corruzione e arbitri. Carlo sarebbe rimasto colpito dalle lacune e dalle imperfezioni delle leggi dei suoi Franchi - la Salica e poi la Ripuaria. Nell 803 furono emanati i capitularia addenda alla legge Salica: il conte Stefano li fece leggere pubblicamente in un'assemblea parigina di nobili e di sabini, li sottoscrissero impegnandosi a osservarli, e tutti posero poi la mano sul documento nel rito solenne della manufirmatio. 8 I capitularia legibus addenda

Nella celebre definizione data da Carlo il Calvo della legge come norma al contempo regia e popolare, taluno ha ravvisato nel consenso popolare celebrato in quella formula limpegno a rispettarne e ad attuarne le disposizioni. Anche lo sfoggio di consensi voluto da Carlo Magno per i suoi capitolari salici nell'803 fu un episodio eccezionale giustificato dalla specialissima attenzione che si voleva mostrare in quel momento al patrimonio normativo della gente salica vittoriosa e dominante. Nessuna richiesta del consenso popolare echeggia invece quando i capitularia legibus addenda vanno a modificare il patrimonio ancestrale di gente vinta e conquistata. Carlo Magno, quando aggiorna gli editti di Rotari e Liutprando dice al figlio Pipino re d'Italia di farne l'adnuntiatio, ossia di intimarli pubblicamente e farli osservare. La adnuntiatio non implicava alcuna approvazione popolare, non era altro che la manifestazione solenne della volont sovrana che era necessaria e sufficiente a dare alle norme forza vincolante. 9 Professiones iurisI capitularia legibus addenda servivano dunque come forza dattrazione nella sfera legislativa del sovrano anche delle antiche leggi popolari. Sottolineavano cos l'unit di quell'ordinamento generale dellImpero in parte decentrato, ma sempre tenuto sotto il controllo dellunico potere centrale. Che nei primi decenni del IX secolo la pluralit dei complessi normativi delle varie etnie desse fastidio, e in particolare attentasse al principio di unit invocato dalla chiesa, si ricava da una celebre lettera scritta tra l817 e l822 da Agobardo, arcivescovo di Lione, allimperatore Ludovico il Pio. Accade spesso, lamenta il prelato, che cinque persone si trovino insieme e invece di regolarsi in modo uniforme seguono cinque leggi diverse, il che finisce collincrinare quellunit che la Chiesa, retta dallunica legge di Cristo, esige. Il rimedio che Agobardo propone che il monarca imponga a tutti la legge dei dominatori franchi. In realt Agobardo non faceva che invocare il ripristino della politica legislativa seguita da Carlo Magno. I tentativi di uniformare su qualche punto i vari ordinamenti alla luce di quello salico restarono comunque episodi. Il primo espediente che i notai adottarono per evitare confusioni fu di indicare in ogni carta la legge secondo la quale si sarebbe dovuto regolare e giudicare il rapporto documentato. Nacque cos la consuetudine d'inserire negli strumenti notarili le c.d. professiones iuris: la parte forte del contratto dichiarava di vivere secondo una determinata legge per via della loro natio, ossia della 'nascita' che li aveva radicati all'interno di un determinato gruppo etnico. Sono le professiones iuris a dare il segno, in Italia, che si era entrati nell'era della personalit della legge. Ai tempi dei Longobardi lapplicazione del principio della personalit della legge era pi apparente che effettivo. Infatti il diritto romano restava legge territoriale perch, incardinato da sempre nel territorio, ne costituiva lo status giuridico; mentre invece la legge longobarda, entrata come legge speciale di una casta militare, era rimasta tale. Si deve quindi ritenere che il principio della personalit della legge sia stato introdotto in Italia solo al tempo di Carlo Magno ed in particolare presso i franchi. 10 Il capitolare italicum

Si tratta di un complesso notevole che si venne formando via via dopo la conquista franca e fu aggiunto agli Editti longobardi.

Non vi dubbio che Carlo Magno abbia voluto di buon'ora dare una consistente patina salica all'ordinamento longobardo. Lo dice una nota che elenca infatti le occasioni (successioni, documentazione, giuramenti e composizioni pecuniarie dei reati) in cui Longobardi e Romani adottavano le loro diverse leggi nazionali e proclama che nelle altre materie tutti avrebbero usato la 'legge comune' aggiunta da Carlo Magno agli Editti. Carlo Magno ingiunse a Pipino di far mettere nell'ordinamento italiano anche i capitolari dell'803 che riformavano la legge salica, per dare un tocco di uniformit alla sua politica legislativa nei confronti delle varie genti. Lotario si sarebbe visto costretto, nell'832 a emanare per l'Italia un piccolo gruppo di dieci estratti di norme di Carlo Magno e di Ludovico il Pio. Queste entrarono nel Capitulare italicum che rimase parte viva dell'ordinamento del Regno dItalia e si and incrementando fino a Enrico II (III) imperatore e re d'Italia, e risalgono al 1054.

3. COLLEZIONI DI DIRITTO ROMANO (DI ET CAROLINGIA E POSTCAROLINGIA)

11 Il destino delle fonti giustinianee nellalto Medioevo Nei due secoli della dominazione longobarda le fonti giustinianee originali subirono duri colpi. I testi giustinianei dovevano essere diventati irreperibili. L'ultima notizia che si abbia della effettiva conoscenza del Digesto del 603: un'istruzione data da Gregorio Magno a un defensor Giovanni, ne riporta testualmente un passo. Quanto al Codice conteneva pur sempre troppo per le esigenze di una prassi che chiedeva poco. Si supposto che sin dal primo Medioevo si fosse provveduto a scorciarlo mettendo in circolazione un'Epitome Codicis dalla quale sarebbero stati estromessi gli ultimi tre l