Ogni uomo è una strada che in qualche modo conduceOgni uomo … · Dyna Super Glide Custom e la...

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1 FIGURE SENZA TEMPO, OMBRE SENZA VOLTO CHE, GOCCIA A GOCCIA, CON I MATTONI DELLA SOLIDARIETÀ RICOSTRUISCONO LE FONDAMENTA ED I MURI PORTANTI DELLA LORO VITA IL MENSILE DELL’OSTELLO “DON LUIGI DI LIEGRO” DI VIA MARSALA ora in Via Casilina 144 e-mail: [email protected] COPIA GRATUITA NUMERO UNICO Febbraio 2014 “Ogni uomo è una strada che in qualche modo conduce a Dio Ogni uomo è una strada che in qualche modo conduce a Dio Ogni uomo è una strada che in qualche modo conduce a Dio Ogni uomo è una strada che in qualche modo conduce a Dio” Era uno dei tanti lunedì pomeriggio di 10 o 12 anni fa. Assieme ad altri volontari della Parrocchia Ognissanti di Via Appia Nuova, mi recavo presso la Mensa dell’Ostello di Via Marsala per dare il mio contributo. All’epoca, frequentemente, venivo assegnato alla coordinazione del flusso degli ospiti all’ingresso della Mensa. Verso le 19.00, quando il movimento si attenuava, avevo modo di scambiare due chiacchiere con chi, uscendo, si soffermava all’esterno per fumarsi una sigaretta. Fra questi c’era un ospite con cui conversavo spesso e quella sera gli ho rivolto una domanda più ostica delle altre volte: “Ma tu hai famiglia? Moglie, figli?L’amico, continuando a fumare, mi ha guardato in silenzio per qualche istante e poi mi ha detto: “Io sono un imbecille! Ho moglie e figli ma non mi vogliono più vedere perché li ho lasciati anni fa per andarmene a vivere con un’altra donna! Poi, quando quella mi ha mollato, rimasto solo e senza lavoro, mi sono ripresentato a casa ma sono stati proprio i figli a chiedermi di non farmi più vedere per non fare ancora del male alla loro mamma e a loro stessi. Sì,.. sono un grande imbecille!”. Parlava con molta tristezza. Vedeva una vita buttata via per un capriccio; aveva calpestato i suoi affetti senza pensare alla sofferenza che avrebbe portato in famiglia. Ripensava ai figli che ormai erano cresciuti senza aver avuto vicino il loro papà, ripensava alla moglie. Inizialmente mi turbò molto il suo racconto. Man mano che parlava, però, cominciai anche a provare disprezzo nei suoi confronti. Ebbi la sensazione di sprecare il tempo per qualcuno che aveva causato molto dolore e non meritava solidarietà. Ma non gli dissi nulla. Tornando a casa, in metro, giravo distrattamente le pagine di “Gocce di Marsala” appena ritirato e mi ritrovai a leggere all’interno un articolo di un collaboratore del giornalino che diceva: “Chi non ha mai commesso errori? Qualcuno li ha pagati cari, qualcun altro non li ha pagati mai. La Carità è un grande dono, un’opportunità offerta a chi non li ha pagati, per riscattarsi! I giudizi lasciamoli ad altri.” E più sotto, ricordava una frase ripresa da un’intervista di Don Luigi Di Liegro sull’apostolato della carità, che compendiava tutta la vita del fondatore della Caritas Diocesana Romana: Ogni uomo è una strada che in qualche modo conduce a Dio!”. Frasi che risuonarono come un ammonimento! Improvvisamente mi resi conto di non aver capito nulla del servizio che stavo svolgendo perché ero completamente uscito da quella strada che Don Luigi aveva individuato così bene. Anch’io ero finito nel gruppo dei distratti che “non vedevano” la sofferenza e la solitudine degli “invisibili” ma anzi, peggio, li biasimavano. Provai vergogna per me stesso, ma ciò innescò in me una grande voglia di riscatto. Un piccolo episodio, uno dei tanti vissuti, che desidero condividere per l’affetto nei confronti degli amici ospiti dell’Ostello. Mario (Vol.) Mario (Vol.) Mario (Vol.) Mario (Vol.) In questo numero: Prima pagina pag. 1 Attività, attualità pag. 2 L’angolo della poesia e dei pensieri pag. 3, 4 Racconti pag. 5, 6 Dialoghi pag. 7 Fotografie festa dei compleanni pag. 8, 9 Riflessioni pag. 10, 11 Dediche pag. 12, 13 Clochard in missione pag. 14, 15 Compleanni e appuntamenti pag. 16 15 15 15 15° ° ° ° ANNO ANNO ANNO ANNO

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FIGURE SENZA TEMPO, OMBRE SENZA VOLTO CHE, GOCCIA A GOCCIA, CON I MATTONI DELLA SOLIDARIETÀ RICOSTRUISCONO LE FONDAMENTA ED I MURI PORTANTI DELLA LORO VITA

IL MENSILE DELL’OSTELLO “DON LUIGI DI LIEGRO” DI VIA MARSALA ora in Via Casilina 144

e-mail: [email protected] COPIA GRATUITA NUMERO UNICO Febbraio 2014

““““Ogni uomo è una strada che in qualche modo conduce a DioOgni uomo è una strada che in qualche modo conduce a DioOgni uomo è una strada che in qualche modo conduce a DioOgni uomo è una strada che in qualche modo conduce a Dio”””” Era uno dei tanti lunedì pomeriggio di 10 o 12 anni fa. Assieme ad altri volontari della Parrocchia Ognissanti di Via Appia Nuova, mi recavo presso la Mensa dell’Ostello di Via Marsala per dare il mio contributo. All’epoca, frequentemente, venivo assegnato alla coordinazione del flusso degli ospiti all’ingresso della Mensa. Verso le 19.00, quando il movimento si attenuava, avevo modo di scambiare due chiacchiere con chi, uscendo, si soffermava all’esterno per fumarsi una sigaretta. Fra questi c’era un ospite con cui conversavo spesso e quella sera gli ho rivolto una domanda più ostica delle altre volte: “Ma tu hai famiglia? Moglie, figli?” L’amico, continuando a fumare, mi ha guardato in silenzio per qualche istante e poi mi ha detto: “Io sono un imbecille! Ho moglie e figli ma non mi vogliono più vedere perché li ho lasciati anni fa per andarmene a vivere con un’altra donna! Poi, quando quella mi ha mollato, rimasto solo e senza lavoro, mi sono ripresentato a casa ma sono stati proprio i figli a chiedermi di non farmi più vedere per non fare ancora del male alla loro mamma e a loro stessi. Sì,.. sono un grande imbecille!”. Parlava con molta tristezza. Vedeva una vita buttata via per un capriccio; aveva calpestato i suoi affetti senza pensare alla sofferenza che avrebbe portato in famiglia. Ripensava ai figli che ormai erano cresciuti senza aver avuto vicino il loro papà, ripensava alla moglie. Inizialmente mi turbò molto il suo racconto. Man mano che parlava, però, cominciai anche a provare disprezzo nei suoi confronti. Ebbi la sensazione di sprecare il tempo per qualcuno che aveva causato molto dolore e non meritava solidarietà. Ma non gli dissi nulla. Tornando a casa, in metro, giravo distrattamente le pagine di “Gocce di Marsala” appena ritirato e mi

ritrovai a leggere all’interno un articolo di un collaboratore del giornalino che diceva: “Chi non ha mai commesso errori? Qualcuno li ha pagati cari, qualcun altro non li ha pagati mai. La Carità è un grande dono, un’opportunità offerta a chi non li ha pagati, per riscattarsi! I giudizi lasciamoli ad altri.” E più sotto, ricordava una frase ripresa da un’intervista

di Don Luigi Di Liegro sull’apostolato della carità, che compendiava tutta la vita del fondatore della Caritas Diocesana Romana: “Ogni uomo è una strada che in qualche modo conduce a Dio!”. Frasi che risuonarono come un ammonimento! Improvvisamente mi resi conto di non aver capito nulla del servizio che stavo svolgendo perché ero completamente uscito da quella strada che Don Luigi aveva

individuato così bene. Anch’io ero finito nel gruppo dei distratti che “non vedevano” la sofferenza e la solitudine degli “invisibili” ma anzi, peggio, li biasimavano. Provai vergogna per me stesso, ma ciò innescò in me una grande voglia di riscatto. Un piccolo episodio, uno dei tanti vissuti, che desidero condividere per l’affetto nei confronti degli amici ospiti dell’Ostello.

Mario (Vol.)Mario (Vol.)Mario (Vol.)Mario (Vol.)

In questo numero: Prima pagina pag. 1 Attività, attualità pag. 2 L’angolo della poesia e dei pensieri pag. 3, 4 Racconti pag. 5, 6 Dialoghi pag. 7 Fotografie festa dei compleanni pag. 8, 9 Riflessioni pag. 10, 11 Dediche pag. 12, 13 Clochard in missione pag. 14, 15 Compleanni e appuntamenti pag. 16

15151515° ° ° ° ANNOANNOANNOANNO

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VIVERE IL BATTESIMO Prima di Natale, abbiamo deciso di accantonare la lettura dei giornali per riflettere, anche su sollecitazione di Don Enrico, sul tema del Battesimo e più esattamente sul “vivere il Battesimo da cristiani consapevoli, responsabili e fedeli” che costituisce anche il tema intorno al quale tutta la Chiesa di Roma si interroga nell’anno pastorale 2013/14. Leggendo gli interventi di D. Enrico e di Padre Giovanni Odasso abbiamo capito che il battesimo non è una giornata di festa che riguarda i bambini, ma è una scelta che comporta nella vita di ciascun cristiano una vera rivoluzione: vivere il Battesimo vuol dire essere in stretta relazione con Cristo e testimoniare tutti i giorni ed in tutti gli ambienti che frequentiamo il messaggio d’amore che Gesù tramite la sua vita, la sua morte e la sua resurrezione ci ha donato. Altrettanto importante è ribadire che la scelta di seguire Cristo non porta alla solitudine, ripiegati in noi stessi, ma fa nascere in ciascuno l’esigenza di stare responsabilmente nel mondo per portare la Luce che abbiamo ricevuto, partecipando consapevolmente, senza aver paura di “sporcarsi le mani”, con la certezza che la condivisione, il vivere insieme agli altri senza fare nessuna distinzione, sia l’unico modo efficace di annunciare e vivere il vangelo di Cristo.

La Redazione di lettura e commento dei quotidiani Venduta all’asta la moto Harley di Papa Francesco: 240mila euro per i poveri di Roma «Primo proprietario Sua Santità Papa Francesco»: da sola questa certificazione basterebbe a giustificare il prezzo di 241.500 euro (compresi i diritti d’asta) che sono stati spuntati ieri dalla Harley-Davidson Dyna Super Glide Custom numero di telaio 5HD1GV4D3DC306096 venduta a Parigi

dallo specialista britannico Bonhams durante l’evento ‘Les Grandes Marques du Monde au Grand Palais’ a margine della fiera Retromobile. Questa moto offre però ulteriori ‘valorì di unicità, non solo per il fatto di essere stata autografata sul serbatoio da Papa Francesco ma anche per essere stata al centro di un avvenimento di assoluta rilevanza storica, le dimissioni di Papa Benedetto XVI e la successiva nomina del cardinale Bergoglio al soglio pontificio. L’iniziativa del dono di una Harley-Davidson al Vaticano era infatti nata nel 2012 come elemento centrale dei festeggiamenti per i 110 anni della marca

americana di moto e nell’ottobre di quell’anno Willie G. Davidson, nipote del fondatore, e suo figlio Bill Davidson, vicepresidente dell’Harley-Davidson Museum avevano incontrato a Roma Papa Benedetto XVI per la consegna della Dyna Super Glide Custom e la ‘firmà di due serbatoi, uno dei quali sarebbe stato rimontato su una moto da esporre nell’Harley Davidson Museum di Milwaukee. Gli avvenimenti che hanno portato alla nomina del nuovo Papa hanno poi obbligato a rivedere tutto il cerimoniale e una nuova consegna, con il momento della firma di Papa Francesco, è avvenuta nel novembre del 2013. I fondi ora ricavati dalla vendita della Harley-Davidson dei ‘due Papì saranno utilizzati per la ristrutturazione dell’ostello di Don Luigi di Liegro in Via Marsala e per i pasti della Caritas offerti alla stazione Termini di Roma. L’ostello ha aperto 30 anni fa per aiutare i senzatetto, i disoccupati e i poveri. Il denaro raccolto dalla vendita dell’Harley Davidson permetterà di continuare a fornire vitto e alloggio a più di 1.000 persone bisognose ogni giorno.

(da Online News di domenica 9 febbraio 2014)

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Un po’ di te Non sei tu che

mi rubi le stelle, non sei tu che

oscuri i miei sogni. Le stelle sono là nel cielo infinito, i sogni sono qui,

chiusi nel mio cuore. Non guardare il mio

sguardo perso nel nulla, dentro i miei occhi

c’è un po’ di te! Anna maria Lo Presti

Omonimia

Forse c’è ancora un ragazzo che come te ama i Beatles e i Rolling Stones

che crede ancora in un mondo d’amore che si perde negli occhi di ragazza

che torna in ginocchio da lei che si incanta a sentir la fisarmonica

in una notte di ferragosto che anche se scende la pioggia

aspetta sempre il suo tempo migliore che se incontra una donna le dice:

“Stringimi le mani, se perdo anche te…” e che continua a scrivere poesie

solo all’ultimo piano. E forse c’è ancora un ragazzo che come te

non si decide a diventare grande. È in questo forse che io e te

oltre che omonimi siamo davvero parenti.

Federico

Le mie mani Le mie mani non si stancano mai.

Sono sempre in movimento, petali di rosa che vanno trattate con amore.

Sono sempre pronte per donare, accarezzare, creare, infinite cose possono fare. Scrivono la vita,

la storia e ciò che esprimo, soprattutto quando dentro di me

e nel mio cuore c’è amore. Lia

Testa vuota Vorrei scrivere qualcosa, ma la mia testa è vuota,

vorrei provare un’emozione, ma non trovo una ragione.

La mia fantasia, se n’è andata via,

il vuoto nella mente, diventa prepotente.

Scrivo due righe appena, mi sento più serena,

ritorna fantasia, la sola amica mia!

Anna Maria Lo Presti

L’attore Il primo amore per me è stato il cinema,

già a 15 anni mi rubò l’anima. Il brulichio del teatro

mi fa vedere il mondo meno tetro. Rompe il silenzio il ciak,

dall’emozione mi occorre una tac. Motore, azione, la scena è thrilling,

mentre io guardo lo zoom con feeling. Azione su azione, l’attore ripassa il copione,

di nuovo ciak, riparte il motore, mentre egli recita un poco muore,

poi la pausa e ressa al cestino, complessi sogni pensi in un formaggino,

poi una lite sul set tra regista e produttore, poiché l’attrice prima degli altri vuole finire.

Il film è ultimato, sul camion l’ultima padella, abbiamo tutti sognato, non brillerà mai la nostra stella.

Moraldi

Mes mots d’amour Tu as apporté de la chaleur

dans ma vie, dans ma douleur. J’aurais voulu parler d’amour

même si pour toi les mots d’amour sont dérisoires… Quand je me suis approché de toi

j’aurais donné n’importe quoi pour te séduire…

Dire des mots d’amour n’est pas facile mais le ciel que tu m’as ouvert

est merveilleux. Je voudrais ébouriffer tes cheveux

et t’embrasser sur les yeux. Mais c’est trop tard

Laura, tu es l’unique certitude. Quand tu t’en vas la solitude

envahit mon âme… Que dois-je faire pour te retenir?

Puis-je te laisser partir sans faire un geste ?

Federico

Le nostre poesie Le nostre poesie sono fatte di emozioni,

di poche righe, ma ricche di sentimenti, nostalgie,

ricordi del tempo che è solo nostro,

raccontano il segreto nascosto della nostra vita,

raccontano i sogni che vorremmo realizzare e che a volte volano

via con i nostri pensieri. Tutto ciò che ci

accade non avviene per caso: la solitudine, il nostro stesso esistere

le speranze, gli amici che non ci sono più e che non dimenticherò mai.

Le nostre fragilità sono le pagine aperte che resteranno per sempre.

Lia

La “Musa” malata Ahimè, povera “musa” mia, che cos’hai stamane? Ti sei svegliata tutta inorridita da visioni notturne.

Il tuo volto è marcato da follia e orrore. Vorrei, con la mia salute,

rafforzare il tuo petto con pensieri vigorosi, e far scorrere a fiotti

il tuo “sangue cristiano”. Anna Giovanna Contaldo

Piccole grandi cose

Piccole grandi cose si formano, si fermano, nei pensieri

che vanno e vengono. Gian Paolo Donà

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TRASCORSO È rimasto dentro me quell’ultimo sguardo,

nella notte giro, non trovo pace perché mi manca quella frase mai detta

mentre i gesti andavano oltre, ed il calore di un abbraccio era il contatto umano, la promessa di non mancare mai

senza poter varcare quella soglia, lì dove osare e trovare il tesoro perduto, l’armonia di un tempo andato

e mentre il carrillon suona ancora, un pallido bagliore

illumina il tuo sguardo fissato al mio, che con prepotenza entra nella mia testa per combattere

la follia di questo incontro magico baciato dalla fortuna.

Oliver Max

Cercami Quell’immensa distesa

che non finisce mai, quel vociare stonato, invadente, graffiante.

Dove sei serenità? Non scappare, sono qua, ti ho chiamata, cercata,

sei fuggita e mai tornata. Cercami serenità, inseguimi,

sarò la tua preda, stammi vicino, sarai

la fine del mio cammino. Anna maria Lo Presti

Elevazione

È il comprendere il linguaggio dei fiori e delle cose mute.

Felice colui che è capace di lasciarsi alle spalle gli affanni e i dolori,

che pesano sulla sua esistenza e riesce a slanciarsi

verso campi luminosi e sereni. Anna Giovanna Contaldo

Cuore sognatore

Quella luce, sì quella luce che non vedo più, quell’amore, sì quell’amore che non sento più.

Chi sei malinconia? Vai via, vai via. Chi sei nostalgia? Esci dalla vita mia.

Sole splendi ancora, amore fammi amare, cuore fammi sognare,

voglio sognare, solo sognare! Anna Maria Lo Presti

Che m’importa delle stelle se di te son meno belle? Che m’importa della Luna se tu sei la mia fortuna?

Sei per me una calamita o mia dolce Marisol, m’hai rubato il corazón.

Tuo per sempre, Don Ramon. Pinuccio

Il lastrico

Cari fratelli, ho fatto 2 mesi di strada. Mi siete mancati, ma questa è la vita.

Non so fino a che punto vale essere vissuta, ma poi la fede mi rende di nuovo ottimista. Svanisce la tristezza e al Giornalino è festa.

Moraldi

Questa bella estate

C’era una volta questa bella estate che aveva il viso tuo e la dolce voce: stella che sei caduta troppo in fretta

quando col treno fuggirai furtiva verso il profondo nord, sarà già autunno.

Fiore che mi hai donato il tuo profumo sei diventata frutto e non ti ho colto

ora cadrai come le altre foglie ti coprirà la neve, e arrivederci.

Tu che hai coperto il rudere intristito di verde, non hai messo le radici;

ma quando a primavera vedrò in cielo la rondine arrivare, dirò: “Amore,

sei forse tu?” “Sì, e questa volta resto.” Federico

La mia rosa

Il vento muove ogni cosa, ha rubato la mia rosa, rossa come il fuoco,

simbolo d’amore. Il vento è dispettoso,

fragile, noioso, non sa cosa fa,

corre felice in libertà. Vento soffia forte, riportami la rosa

che mi hai rubato, ti ho già perdonato!

Anna Maria Lo Presti

Fuggevole appunto, non troppo distrattamente suggellato

La continua ostentata arrogante presunzione, prima o poi s’imballa, e finisce che tutto cade miseramente, come un fragile castello di carta.

Gian Paolo Donà

La vita è come il mare La vita è un viaggio che ti porta

alla scoperta di luoghi che ti affascinano, fatto di giornate

stupende con i suoi tramonti e piene di sole. Ma a volte

si fa buio attorno a noi e ci chiudiamo nel silenzio, il mare è agitato, il viaggio

s’interrompe e ne resta solo il ricordo. Ma poi riprenderemo il cammino e a viaggiare come

il mare. Lia

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IMMAGINA, PUOI Era una giornata d’agosto, l’estate cominciò a farsi sentire. All’orizzonte mi affacciai nel mar dell’oriente, viaggiai con il cuore in gola a cercare la felicità, non ricordai dove fui andato ma so di certo che mi avventurai nel nuovo mondo, oltre la fine del mondo, alla fine di tutto questo. Col cuore scolpito nella gola e con precisione, mi celasti il tuo sorriso scolpito nell’aria, tu volasti con naturalezza e con dolce risveglio a passi leggeri nell’ombra e con la paura di amarmi, con la paura di spalancare nel mio cuore fragile e assordante. Allo stesso tempo con il cuore in gola, mi accompagnasti a guardare il mondo intero per poter toccare il mondo con un dito, aspettando l’aurora nel mare dei sogni. In un giardino costituito da luci e colori, i fiori di pesco calano nel bel mezzo della notte con la luna di color rosso come il fuoco, mi chiamasti amore all’infinito, ma ben presto mi accorsi di aver perso gli occhi nel vuoto. Eri dolce come l’alba che bruciasti nelle mie tenere mani nella notte celeste e buia, mi cercasti con voce nascosta con la gioia nel mio cuore che l’estate portò con sé. Eri un fiore nella piena luce del mattino, avanti la via spalancata nel sole dello splendore, ti ricordasti di chiudere uno spazio nel mio cuore, una porta socchiusa ai confini dei nostri pensieri e dei nostri ricordi. Rimaniamo fermi a pensare quanto sia bello sognare ad occhi aperti, un vuoto nel passato chiuse per me ogni segno di speranza e con la speranza di portare gioia nel mio fragilissimo cuore immerso e socchiuso col tempo. L’estate passò col tempo, è ingiusto il tempo, cercai la via della pace e della solidarietà e col tempo cercai la solitudine che è racchiusa e dispersa nel tempo e nello spazio. La voce del tempo racchiude a sé i misteri del mondo. L’amore e la condivisione umanitaria fanno sì che si riporti pace e serenità nel mondo.

Vittorio Piga

11 febbraio – Giornata Mondiale del Malato “Va’ e anche tu fa’ lo stesso”. Come dice Gesù, occorre prendersi cura dell’uomo che ha bisogno. La ricorrenza dell’11 febbraio è accostata alla sofferenza ma anche alla spiritualità cristiana, è la memoria di Bernadette Soubirous e delle apparizioni della Vergine Maria a partire dall’11 febbraio 1858 fino al 16 luglio 1858 nella Grotta di Massabielle. Da allora, Lourdes è diventata meta di pellegrinaggio e di speranza per i malati, aprendo lo sguardo sulla realtà dell’infermità e spingendo il credente ad aiutare il fratello che soffre, come fece il buon samaritano. Io stessa, nei miei pellegrinaggi a Lourdes, ho fatto questa esperienza, ho toccato con mano la sofferenza, riuscendo a regalare un sorriso ai sofferenti, che sono un dono per noi e maestri di vita. E devo dire che è stato di più quello che ho ricevuto di quello che ho dato. Il soffrire richiede silenzio, preghiera, speranza e il non aver paura. Lourdes è fonte di grazia e gioia e tutti abbiamo bisogno di guarire. È questo il senso della Giornata Mondiale del Malato.

Lia IL MIO TEATRO DELLA VITA Ieri ho partecipato alla seconda riunione della commedia musicale che si intitola “SE NON FOSSE PER TE”. Ma io recito tutti i giorni, quando la mattina mi si aprono gli occhi e comincia la mia recita, un monologo lungo, triste, è il mio teatro, è la vita. Recito, sono bravo, ma alla fine dello spettacolo mi accorgo che nel copione non c’è il pubblico, che delusione! Sono stato bravo, ma nessuno ti chiede il bis. Allora mi rivolgo alla grande mietitrice e le chiedo: “Sono stanco di recitare senza pubblico, perché non mi porti con te?”. Lei mi guarda e mi risponde: “Non puoi venire ancora con me perché la tua recita non è finita”. E allora chiudo il sipario aspettando domani, per ricominciare il teatro della vita, sperando in un applauso finale.

Pinuccio Castelgrande, 17-06-2013 A te mamma carissima, sei come la prima stella della mattina che appari vicinoalla Luna ogni giorno nel cielo infinito, per tutta l’eternità. Brilli di tutti i colori, che non finiscono mai, sei la Luna dei 2 figli rimasti vivi, eravamo 4 . Sei come la stella alpina che non si trova sempre, anche come le primule eri molto affettuosa, avevi il cuore più grande di una capanna.

Maria Gasparini La negazione dell’amore Un giorno che ero piccolo, feci lo sgambetto a mia nonna che per questo dovette essere ingessata ad un braccio. Quando morì, ricordo che una mia cugina piangeva sul suo cadavere ed io, che a mia nonna non volevo bene, non capivo il perché. Non volevo bene a mia nonna, perche lei non ne voleva a me, né a mio fratello, né a mia sorella, né a mio padre, che era suo figlio e si odiava con mia madre. Il giorno del suo funerale, mio fratello non venne in chiesa e mentre in casa venivano i nostri parenti e conoscenti, lui ascoltava le partite di calcio. Era la reazione spontanea di un ragazzino all’indifferenza (della propria nonna). Per capire cosè l’amore dobbiamo prima capire che cosa non è amore!

Antonello C.

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“UN LOCALE CRESCIUTO CON ROMA” Quando alle volte, te trovi per una via a passeggiare te viene spontaneo pensare, vedi locali molto particolari, lasciati nel tempo per dimostrare che era semplice sostare, nella strada romana per eccellenza, me so’ trovato a fermarmi con la curiosità di ammirare, l’ingresso con porta a legno, targata Roma che eri nel dentro tutto con cura messo in mostra. La presenza di persone a servire, dove la grazia la fa da padrone la gentilezza risalta il fare, ROMA questo lo sta perdendo, sembra che tutto deve sparire però è brutto nessuno sa riparare, la ragazza sembra la Ciumachella che li romani hanno adorato che orgoglio de pupa de ogni rione, io che nello scrivere so dedicare, a queste persone un merito per donare sanno amare sta città secolare. Meno male che Trastevere rione immenso, tutto sa coltivare con amore, certo non permette di rasettare, le piazze adornano questo spicchio de sta città, rivede strade a selci dove li carri le transitavano, nel ricordare la festa de Noantri, le barche sur Tevere nel ricordo importante de la Madonna, quel poco nella dimostrazione, che sta città le stelle in cielo a brillare ogni serenata nel ricordare. Quel bar che non posso dimenticare, il gestore persona dei tempi in dove il gioco faceva sognare, persona garbata mi perdoneranno se i nomi non ho pensato ma il loro valore sa distinguerli, poi la tranquillità, anche chi entra sembra che vada in una chiesa a domandare con voce soffusa, il bello nel vedere la loro opera, mentre nel mangiare tutto sembra avere un valore aggiunto. Io nel ringraziare gli avventori, le loro figure come a dimostrare persone viandanti nella tranquillità, decantare pezzetti de sta città, come il tempo fermare è proprio bello tempo de allora come un sogno, qualcuno se meraviglierà nella presentazione, ma è tutto vero, nun ce so bojate, Roma è nata onesta, nell’orgoglio de essece nato, scrive pe’ lei un onore dentro er core mio e ner vede’ sto locale …. con una lacrima di emozione me viene da dire, ricordarti come eri per non “DIMENTICARE”!!!!

Pierpaolo

Amore fuggente Quanti anni sono passati, qualche ruga appare sul mio viso, tu amore mi portasti in Paradiso! Le lunghe passeggiare in riva al mare, veder tramontare quel sole che tutto il giorno ci ha fatto compagnia, scaldando i nostri cuori cupi e solitari. Il mondo si riapre alla vita, dopo un lungo riposo meritato. Un buongiorno alla città ancora assonnata! Buongiorno al mio gattino che mi tengo vicino. Gli alberi si spogliano lentamente tristi e malinconici, il mare in tempesta esprime la sua rabbia, preannuncia un cielo grigio e tanto acquazzone! L’ultimo ombrellone si chiude e quell’amore fuggente scappa via come orme sulla spiaggia bagnata. Dove sei mio dolce amore? Sento le onde del mare, quella dolce melodia che ci faceva addormentare, cala un silenzio, ci arriva nell’anima, consapevoli di una estte ormai finita. Addio ai divertimenti in riva al mare, a quelle giocate a carte ed agli spruzzi dell’acqua gelida! Dovrà passare un lungo anno, ma poi ricominciamo a giocare, a far l’amore, ritroveremo il sole, la luna che ci osserva curiosa e splendente! Tutto risorge con il sole, anche i nostri cuori sofferenti per le mille preoccupazioni, i suoi raggi ci arrivano in fondo al cuore, dandoci quel calore tanto desiderato. Ciao mio dolce amore fuggente. Fuggi via in mezzo alla gente. Non dimenticare mai chi ti ha amato e fatto felice. Porterò sempre con me il tuo calore ed il tuo amore!

Marisa Serapiglia “2004-2014” 10 anni a “Gocce di Marsala” Ricordo ancora la prima volta che entrai a far parte della redazione di Gocce di Marsala. Allora le riunioni si svolgevano di lunedì. Rimasi sulla soglia della porta, la saletta era piena. Mi guardai attorno, quando mi venne incontro Maura, che mi disse: “Puoi entrare”. Così mi feci coraggio. E fu proprio a Maura che diedi la mia prima poesia, dedicata alla mia mamma. Da quel giorno sono passati 10 anni. Quante poesie, storie e racconti ho scritto sulle pagine del giornalino. Quanti vecchi amici che sono passati, alcuni non ci sono più, come Vincenzo, Emanuele ed Alberto. Tanti ospiti hanno raccontato le loro storie, come la mia carissima amica da 10 anni, Marisa. Anche lei come me fa parte di Gocce di Marsala. Insieme abbiamo condiviso angosce, momenti di tristezza, ma anche momenti belli, come il teatro, le gite e le serate alla mensa. Quanti ricordi hanno accompagnato questi anni passati all’ostello. Ed ancora oggi continuo a riempire quelle pagine del giornalino. Devo dire grazie a Maurizio, Francesca, Alessandro, Floriana e poi anche Lorenzo e Luciano che mi ascoltano con pazienza. Ricordo sempre con affetto Simona. Cosa dire? Siete una famiglia speciale, è stato bello conoscervi. Spero di restare ancora per molto tempo, per continuare a vivere momenti belli. Grazie Gocce di Marsala per avermi regalato grandi emozioni. Vi abbraccio.

Lia

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Pagine di ricordi

La nostra vita è fatta di pagine di ricordi. Ogni giorno

le scriviamo per poi rileggerle nel tempo. Ci accompagneranno ovunque lungo la nostra strada.

Queste sono un tesoro chiuso di cui nessuno potrà mai impossessarsi,

segnando la nostra vita e la nostra storia. Passeranno gli anni e ancora

si sfoglieranno quelle pagine ormai ingiallite. Ma per noi resteranno

per sempre le nostre pagine di ricordi.

Lia

Il caos della vita Sai Signore, io non so pregare, non mi piace chiedere le cose, mi hanno detto che tu sai tutto, che vedi tutto, allora mi chiedo: cosa aspetti a sistemare il caos che c’è nella mia vita? Eppure dicono che puoi tutto, che basta la tua mano provvidenziale per aggiustare le cose. Mi capita spesso di guardare il cielo, ma dove sei Signore? Giochi a nascondino, giuro che se ti trovo non ti lascio più, ti starò vicino fino a quando non avrai sistemato tutto questo caos che mi circonda, dicono che sei onnipresente, dammi una spinta così mi tranquillizzo, diventiamo amici, non mantenere le distanze, se fai così non ci raggiungeremo mai: la vita è breve, lascia che abbia un buon ricordo di essa, non mi lasciare sola, sono già sola!

Anna Maria Lo Presti

UN PERICOLO DI NOME “FRANCESCO” Non basta applaudire Papa Francesco. Sono in tanti, in tantissimi, ad applaudire ad ogni occasione questo grandissimo uomo, voluto certamente da Dio. L’uomo giusto per questi tempi troppo ingiusti. Nei tempi contrassegnati da ingiustizie senza fine, orrori ed errori che non finiscono mai, la Storia misteriosamente ha “generato” una presenza straordinaria, una “guida” dotata di grandiosi talenti umani e molto più che semplicemente umani. Ma non basta applaudire Papa Francesco. Io sto finendo di leggere la sua esortazione apostolica “Evangelii Gaudium”, ovvero “La gioia del Vangelo”, che potrebbe ribaltarsi, anche, in “Vangelo della gioia”. Le parole e i pensieri di Papa Francesco…l’intero suo discorso è molto più che tanti, tanti applausi! Questo breve intenso testo suscita emozioni, sentimenti forti, brividi…suscita desideri, sguardi, orizzonti nuovi…In questo meraviglioso testo c’è intreccio di speranza e dolore, c’è un Dio vivo che vive tra noi nel quotidiano, un Dio da scoprire nel quotidiano, tra accordi di pace finti e reali, tra tempeste di ogni genere… Perché non basta applaudire papa Francesco? Perché questi fitti pensieri di Papa Francesco ti entrano dentro, ti invitano a fermarti, a guardare

oltre, oltre te stesso, oltre ogni confine. Papa Francesco diventa tuo compagno di strada, ti dice che Dio non sta in cielo, tra le stelle, lontano da te… Papa Francesco ci dice che Dio sta tra noi…ci dice soprattutto che i “poveri” sono creature preziose, sono persone piene di vita…e questa vita è il grande “capitale umano” da scoprire, non soltanto nei rapporti personali e interpersonali. Papa Francesco sembra un sognatore, un visionario; invece ci mostra nuovi mondi, ci presenta la possibilità di una nuova politica, di una nuova economia, di una nuova forma di cultura e fraternità, di una umanità che può rifiorire. Papa Francesco attrae, ma allo stesso tempo incute paura: perché è pericoloso uscire da sé, dai propri schemi. Papa Francesco affascina e terrorizza, incute gioia e sacro terrore…un uomo che viene da lontano abita vicino a noi…osservatelo ogni giorno nelle cronache dei giornali, nei suoi gesti, nei suoi volti che incontrano altri volti, volti poveri, volti feriti, volti radiosi, volti malati, volti bambini, volti di vecchi… Ma chi è quest’uomo che sta tra noi, che entra dentro di te, di me, di loro? È una presenza umana-extra umana che abita tra noi! Da quando comincio a seguirlo, la mia vita lentamente sta cambiando. Provate anche voi! Diminuirà il rumore degli applausi, ma i vostri cuori verranno rinnovati, trasformati! Per chiudere, un pensiero-lampo agli ecclesiastici, specie a quelli italiani. Entro nella loro misteriosa intimità, percepisco il vibrare delle loro fibrillazioni: c’è qualche filo di speranza, ma c’è anche tanta tanta paura di svoltare vita…

Nicola Maroscia Sono io Consalvi Massimo, esercito musica con Gisella, trovo che è una cosa tanto affascinante, un passa-tempo e sento in me una performance che da tempo avrei giurato di possedere. Mi accorgo che più passa il tempo e più sono preso dalla tanta simpatia delle persone che stanno là. Evviva il Musical.

Massimo Consalvi AUTOSTIMA Se vincessi un sacco di soldi che faresti? Non puoi restare eternamente. L’onestà, e quella forse neanche ti interessa, te la vuoi portare nella tomba? O vuoi riempirti di cosmetici e rimanere giorno e notte laccata? Chi ti accompagnerà durante la vecchiaia? Perché non vogliamo capire ciò che la vita ci insegna? Oggi accontentati di noi.

Antonello

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Certe cose non devono accadere!!! Certe cose non devono accadere! All’alba o al tramonto che sia; non c’entra la scaramanzia … certe cose non devono accadere: come vicende deprecabili da condannare … Nella scena, l’orco aguzzino dal sorriso sarcastico e folle, dipendente da alcool e droga capace su giovani, deboli e indifesi, di abominevoli nefandezze. Certe cose … non devono accadere! Vedere carpire un bel fiore, sublime immagine del bello, del candore, fiore di ragazza che, frettolosamente, sola va per la tua strada. Ingenua non è, neppure sprovveduta, nel suo animo pulito immagina: “Perché non pensare al bello? Perché non inneggiare a un bel mattino, preludio di un non problematico bel giorno? Perché non sognare??!!! …” Così pensa l’esile ragazza dal sorriso aperto, innocente, solare. Ma … Certe cose non devono accadere!! Certe cose … Certe cose non devono accadere!!! E, un’altra giovane ragazza, ignara, sola va incurante di quel che si prospetta, o peggio: quel che prospetta una mente malata. Sola … va, tra la rugiada sull’erba ed il bosco. strada solitaria, luogo isolato di periferia: il percorso è quello; quella, è l’unica strada da fare ogni giorno, per tornare a casa o andare al lavoro; non c’entra il decoro quando si inciampa su inaspettati spiacevoli imprevisti … Ma certe cose non devono accadere, non devono accadere!! Come ritrovarsi in un incubo senza via d’uscita, terribile bruciante dilemma se deve denunciare o no l’ossessivo vile aggressore a chi ti sta vicino, alla polizia. È già successo più di una volta di dover subire l’inferno sulla propria pelle, dentro casa; sì, anche dentro casa tra il nucleo familiare! … Ma … Certe cose non devono accadere!!! … Certe cose non devono accadere: come udire il pianto disperato di un bimbo abbandonato in una carrozzina … Nessuno ha visto né sentito nulla; poco prima, la giovane ragazza madre gli sorrideva tutt’altro che assente! … Poco prima … sono bastati pochi attimi … poco prima … quell’essere spregevole …

poco prima … successe l’irreparabile. Ma certe cose non devono accadere! Non devono … non devono accadere!! C’era la sua foto sul giornale del mattino qualche giorno dopo, con un articolo particolareggiato; titolo: “Il dramma di una ragazza”, eccetera, eccetera. Era troppo bello vederla apparire là, su quel bel prato, con il bimbo, sul passeggino allegro e felice in quella strada fuori mano; lì nell’estrema periferia di una grande, terribile città. Ma … certe cose non devono accadere! Certe cose … non devono accadere!!!

Gian Paolo Donà Nun te dai pace Nun capisco perché te la prenni tanto, tanto nun te va giù che nun t’ho chiamato più, stai a diventà verde dalla rabbia, t’esce er veleno pure da l’occhi, nun te dai pace e questo nun poi capì quanto me piace. Te l’avevo detto che sarebbe successo tutto questo, l’avevo previsto e infatti è successo, hai visto? Me poi rivedè, ma pè fa’ che tu rimani colla scerta tua, io preferisco stà pe’ i cavoli mia, prima ero io che nun me davo pace. Te l’ho sempre detto “Nun sputà pè l’aria che ricasca in faccia”, mò attaccate al tranve. Nun vojo dì le parolacce, m’ero rincojonito pe’ statte vicino, mo’ me ripijo la rivincita, come me piace, che nun te dai pace.

Gianfranco Bonelli La sincerità Non sai neppure quello che ho provato quando mi hai detto: con te mi sento fidanzato. Non me lo dire, tanto non è vero, sei solo un impunito. Non sai cos’è la sincerità. Ti assicuro che è vero, io non scherzo mai, guardami negli occhi, ma sì, ma sì, ma va!

Anna Maria Lo Presti Gocce di Marsala Gocce di un amore inconsapevole, vero, sincero, di persone che ti vogliono bene, senza alcun rendiconto, anzi ti danno la forza di scrivere i tuoi pensieri, gocce di un bene senza fine. Le persone che ne fanno parte non hanno interesse, quando viene il giovedì sera ci ritroviamo tutti in una sala, tra saluti, sorrisi, baci, strette di mano. Poi ognuno incomincia a leggere ciò che ha scritto. Tutti hanno dei pensieri, delle cose scritte, delle storie. Sono quindici anni che esisti, continua a farlo perché ormai fai parte della vita di tanta gente e senza di te mancherebbe qualcosa sicuramente. Gocce di Marsala, non ti fermare mai.

Gianfranco Bonelli

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Una finestra sempre chiusa Da anni, oramai, questa finestra è sempre chiusa. Sbarrata. Peccato.

Perché, se questa finestra potesse parlare, chissà quante cose belle, straordinarie e ghiotte verrebbero fuori. Ad esempio, racconterebbe la storia della bella famigliola che qui ci abitava, ma che purtroppo non c’è più. Casa di campagna, certo. Ma una casa allora ridente, piena di vita e di umanità, che vibrava di genuine, vivaci emozioni, nonostante gli immancabili problemi che perduravano nell’esistere. Da questa finestra si udivano le voci dei bambini che davano al luogo un tocco di vitalità ed allegria. Da questa finestra, chi di passaggio sulla strada, sentiva un buon profumo di dolci alla crema, di una buona minestra e, soprattutto, nel vederla aperta, dava un senso che nel luogo, la primavera ed il bel sole qui erano di casa, grazie a chi ci abitava. Da questa finestra, allora spesso sempre aperta, volendo ricordare, quanti begli aneddoti e racconti verrebbero fuori! Un libro non basterebbe per descrivere le storie e le vicissitudini qui accadute. Ora, il profumo della bella campagna, tutt’intorno coltivata a grano, vigneti e frutta, purtroppo non si sente più. La bella famigliola da tempo ormai vive in città. Rimane a vedersi, passando sulla strada, questa finestra chiusa, sbarrata per sempre, testimone di un tempo che fu. Come a rammentarci che nella vita, tutto cambia.

Che nulla, è stabile ed eterno. Gian Paolo Donà

Un pensiero nel momento del piacere Parlare ad una donna che il cuore fa fremere, un piacere della realtà vivere, ora la sto coccolando, sapendo dell’incerto nel suo pensiero che deve esprimere, una donna che ogni momento sento parlare in me, io ci credo lei pensa nel semplice con un sorriso, Sto vivendo un momento irreale, una novità nel tempo rivedere il tempo passato con semplicità. Lei si dolce donna che ti lascia sperare perché sa che tu non saprai deludere i suoi sogni, lei questo spera, e nel dire le frasi nel cielo si ergono a maestosità dall’espressione del suo viso, stare ora ad ascoltare la sua splendida voce di donna, io meravigliato di simile tono bene colpito, il sognare di stringere le sue mani delicate, incantato dai suoi occhi verde smeraldo viventi. Il momento del piacere nel rispondere al suo dire, tremare con dolcezza verso il suo cuore, ogni momento il pensiero della felicità, verso lei un dolce bacio accarezzarla lei lo merita tutto, la tua attrazione non è volgare, ogni frase centellinata nel cuore come nell’anima coinvolgere, riprovare quella gioia di un tempo, come tornare bambino, un regalo inaspettato avere. Si, momenti così nella vita, un sogno per realizzare insieme come un corpo e un’anima, avremo momenti difficili, ma tu sei grande come donna ogni incertezza con sorriso superare, tu sai fare speranza, stringere la tua mano un roseo colorare la nostra vita, che bello insieme a te, il bello di noi che sentiamo voglia di vivere, nel vederci con gli occhi un orizzonte senza fronzoli. La parola amore, che appare opaca ancora non limpida nel tempo, ci abbaglierà, esulteremo insieme, io vivere con te un credo per affrontare, tu vivere con me per nulla indietreggiare, sentirsi giovani noi, quando potrò vederti, una emozione mi pervaderà, la tua presenza un omaggio alla vita meritare, quando tu nel vedermi potrai dirmi la bella frase, dovrò sorreggermi, mi saprai colpire… Con tanto ardore!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Gianpaolo Piselli Il cammino Ho camminato, camminato, un percorso lungo. Sono stanca ma ho camminato: ho visto cose belle, ho conosciuto la sofferenza, quella vera, sincera, quella che ti spiazza in ogni fronte, ho riso, ho pianto, ho gioito, mi sono disperata, ma sono qua: ne prendo visione, mi piange il cuore ma cerco ancora amore, da ricevere, da dare, da sognare. Mi basta un sorriso per sentirmi in paradiso, mi basta una stretta di mano per andare lontano: guardo il cielo, è sereno, voglio salire su per non tornare più.

Anna Maria Lo Presti Anche chi dice che caleranno le tasse, s’abbatterà il debito pubblico ed il peggio è già passato, è un essere umano, bisognerebbe che qualcuno gli dia il dato, forse è all’oscuro, tutto può essere verosimile, anche la vita umana, se l’uomo è d’accordo con questo precetto, vedete bene che l’uomo non esiste. Rimane da stabilire chi è quel bipede che possiede senso critico.

Attilio Saletta

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A Gisella maestra di canto e di vita

Chissà se un dì, regina delle note, le cose belle a me renderai note,

e come stai facendo, queste vuote ore tu riempirai: veloci ruote

son le canzoni che tu ci hai insegnato. Tu che toccare sai quel giusto tasto

e giungere ci fai nel cielo vasto, fai ancor vibrare le segrete corde,

rmai per te le mie orecchie saran sorde. Seguo le mani tue che san guidare il canto: quelle mani sanno amare,

queste hanno scritto a te la serenata: forza Gisella, è lunga la serata.

Federico

Dedicata a Modesta Valenti In sua memoria, ricordando come ogni anno la scomparsa di questa donna abbandonata, al suo destino sola, infreddolita, affamata e molto sporca. Ed è per questo che nessuno si prese cura di lei e morì su quel marciapiede tra l’indifferenza, tremante dal freddo. La gente passava, si girava, ma senza far nulla per salvarla. Ora lei giace al cimitero sotto terra. Sono finite le sue pene, riposa in pace. Ha finalmente un posto dove stare senza gli occhi puntati su di lei. Riposa in pace, mai nessuno ti disturberà più. Le hanno dedicato una via a suo nome “Via Modesta Valenti, 19”: un indirizzo che ho anch’io sul documento e tanti altri come me! A pensare alla sua morte, se riflettiamo un attimo, ti domandi: “Ma come si può morire così, come un cane? Anche una buona parola di incoraggiamento l’avrebbe fatta felice, anche una sola parola, ma non fu così”. È morta senza disturbare nessuno, in silenzio era ed in silenzio morì. Tu sarai sempre nei cuori di chi, come te, vive al freddo ai bordi di un marciapiede, tra i pericoli, il buio, la paura. Un incoraggiamento va a loro, dopo la tempesta c’è sempre il sole. Andate avanti che Dio vi vede e metterà fine al vostro calvario! Una preghiera per Modesta Valenti e a tutti coloro che non ce l’hanno fatta e sono morti per strada, preghiamo per loro, che riposino in pace e serenità.

Marisa Serapiglia

ALLA MEMORIA DELLA SIGNORA GIOVANNA

MAGGIOLU Una donna esemplare per tutti, una vita di lavoro senza mai sentirne la fatica, insomma una donnina insormontabile davvero, malgrado la sua età. È venuta a mancare da poco, è stato veramente un tonfo per tutti noi e per gli altri. Una prece in nome di tutti noi.

Massimo Consalvi

Ciao Giovanna Sei stata per noi la rosa più bella, fonte d’amore, donna di cuore, le tue mani colme di speranza. Eri piccola e fragile con un bagaglio di ricordi e di solitudine, ma con la forza di non mollare mai. Ci mancherà di te il tuo esserci stata come una madre. Ora sei avvolta nella luce e nella veste luminosa di Dio. Il cuore si è fermato così come il tuo cammino. Ci resteranno il sorriso e i passi lenti, ma noi non siamo tristi, perché sei nella pace. I nostri occhi sono senza lacrime, perché nel cuore c’è la gioia di averti avuta accanto. Sei volata in cielo come una stella che brillerà sempre nel buio della sera. Sei la luce che in terra riposa. Ciao Giovanna, un abbraccio.

Lia, Josè, Valentina Un caro saluto a Giovanna Giovanna cara, raccogli questi nostri affettuosi saluti. Ci hai lasciato da qualche giorno, ma io l’ho saputo solo ieri, ultimamente ci vedevamo solo di sfuggita. Si vedeva che non eri in forma. Non posso dire che la notizia mi abbia sorpreso. Quanti ricordi Giovanna cara! Un caloroso abbraccio.

Antonello Luana e Stefania Vi chiederete chi sò ‘ste du creature. Tanto pe’ comincià, ve dico che so’ stupende e pure belle, so’ de ‘na dolcezza ineguagliabile, si tante vorte te rode, te vedeno subito, te vengono vicino co’ quer sorriso che

solo loro cianno, vonno sape' perchè, pe quale motivo te rode.... nun se po' dì però, l'avete capito....e così te fanno parlà. Dopo qualche minuto t'è passato tutto e che te rodeva... manco te ricordi er motivo, stai a ride co' loro, nu è na cosa semplice entrà dentro ar core de ‘na persona. Co' loro te lasci annà, si te vedeno triste, te stanno vicino finchè nun te torna er sorriso. Luana, Stefania, vi voglio un bene senza fine, se er mare fosse inchiostro, er cielo fosse carta, nun basterebbe pe' scrive er bene che ve vojo. Nun cambiate mai, con la vostra semplicità, siete meravigliose.

Gianfranco Bonelli

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A una ragazza vittima della tragedia di Prato Shoi Chi aveva solo quindici anni, venti diceva lei per lavorare, strana parola che era quella, Prato non era certo una distesa verde di fiori dove correre e giocare, ma un posto che non era la sua casa ma una stanza malsana e senza sole. Shoi Chi non avrebbe mai indossato gli abiti che cuciva, e nessun drago l’avrebbe spaventata, lei era forte: aveva in petto lei un cuore di stoffa cucito con la macchina Borletti i suoi padroni no, neppure quello nella valigia aveva un cuore vero ma la valigia non poteva aprirla. Io scriverò per te, Shoi Chi, so bene che anche pensar questo ti potrebbe far incastrar la mano nella macchina e invece tu hai bisogno di sei euro se no che glielo dice alla famiglia? Io parlerò per te, Shoi Chi, volevi fuggire dalla fabbrica schifosa volevi far sentire la tua voce ora ti attende un grande, verde prato.

Federico

Ricordo di Modesta Valenti Dedico uno spazio al ricordo di Modesta valenti, scomparsa il 31 gennaio 1983. La sua storia è simile a quella di tanti fratelli che vivono per la strada, con quel poco che le era rimasto e un bagaglio di ricordi. A volte coloro che vivono per la strada non ce la fanno, perché il freddo li uccide come pure la mano dell’uomo. Come quel polacco trovato morto il 10 dicembre nel parcheggio del Gianicolo a ridosso di Piazza San Pietro, nella sua solitudine, nell’indifferenza, stroncato nel freddo da un infarto. E così è stato per Modesta Valenti, perché non venne soccorsa la sera del 31 gennaio 1983, quando si sentì male alla stazione Termini. Era sporca e venne lasciata nel suo totale abbandono. L’uomo della strada ha un nome, ma a volte per molti neppure esiste. E purtroppo molti muoiono in condizioni disumane. C’è un male dentro di noi, ossia l’egoismo e l’indifferenza. Si pensa solo a se stessi. Dobbiamo cambiare dentro di noi, nei nostri cuori, andando incontro al fratello povero che soffre. Gesù s’è fatto uomo, scegliendo la povertà. Questo ci ha insegnato il sacrificio di Modesta Valenti. Siamo tutti figli dello stesso padre, bisognosi d’amore. Via Modesta Valenti è ciò che rimane, affinché nessuno si perda, ma ritrovi se stesso e la propria strada.

Lia

25 gennaio: pomeriggio da non dimenticare È stato davvero un pomeriggio fantastico, è iniziato con la messa cantata da diverse suore un po’ di tutte le età. Mi ha commosso, è stata una messa diversa dalle altre, celebrata dal vescovo e parlata in diverse lingue. È stata davvero bellissima!! Dopo la messa, ci siamo riuniti tutti giù alla mensa delle suore, dove abbondava tanta roba buona: panini,

tramezzini, dolci di ogni genere, bevande e quant’altro. Tutto era squisito. Ma quello che a me ha fatto piacere è stata la calorosa accoglienza da parte di tutti e poi rivedere Emanuela, la moglie di Maurizio. Ho sentito dentro di me quel calore che si sente stando in famiglia e loro in quel momento erano la mia famiglia! Poi, dopo i viveri, ci siamo salutati tutti. Ma non dimentico quel fantastico pomeriggio! Ringrazio tutti coloro che hanno organizzato questa bellissima festa in onore della Madre Superiore Suor Paola per il suo onomastico e poi un pensiero va a Suor Segundina deceduta il giorno di Natale dello scorso

anno. È stato tutto commovente e bellissimo. Un grazie va a Maurizio, il nostro direttore, per averci regalato un pomeriggio luminoso e sereno, grazie dal profondo del cuore da me, Fabrizio e Gabriele, nostro amico. Poi vorrei ringraziare Emanuela per la sua presenza e disponibilità, vi vogliamo un mondo di bene, voi siete la famiglia che non ho mai avuto. Grazie infinite! Un abbraccio circolare a tutti da:

Marisa, Fabrizio e Gabriele Ti scriverò Vorrei scriverti, ti ho appena conosciuta però fai attenzione, non ho detto che una poesia ti vorrei dedicare scrivere te vorrei sopra il mio foglio scriverti vuole dire un po’ afferrarti perfetta tu saresti come luce di luna che rischiara le mie notti e ti consegnerei tutti i miei sogni la conoscenza intera delle nuvole e la punteggiatura delle stelle in te la forza c’è di terra e mare ti scrivo e in cuore arriva la tua pace perché mentre io scrivo tu cancelli il cielo grigio e apri i tuoi cancelli ti scrivo e intanto aspetto la parola ti scrivo ma la faccia tua veloce scivola nel dirompere dei giorni.

Federico

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Don Luigi Di Liegro dalla tua redazione

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Uomini

O. Salem 13/2 R. Leonardo 09/2 R. Antonio 20/2 S. Gaetano 15/2

Donne F. Genet Atnafu 01/2 M. Natalia 26/2 M. Sofia 18/2 P. Filomena 14/2 R. de la C. Rosa Lourdes 24/2 Filippa (volontaria) 13/2 Patrizia (volontaria) 09/2 Stefania (operatrice) 22/2

Festa di compleaFesta di compleaFesta di compleaFesta di compleannonnonnonno La festa si terrà il 20 febbario 2014

Già da ora AUGURI a tutti i festeggiati! Parteciperanno gli scatenatissimi amici Graziella, Stefano, Tonino, Francesco Maria Antonietta, Monia ed Antonietta, ed i

ragazzi dell’Azione Cattolica guidati da Don Simone di Resurrezione, con Roberto alla consolle, all’animazione insieme ai vo- lontari del giornalino e gli insostituibili amici di Ognissanti per la pappatoria. Enza ci preparerà la famosa “torta al-l’ananas”, Loretta le “palline al cocco”, Fernanda le “rose del deserto”, Felicita le ”crostate” e Rita “un dolce a sorpresa”. Alle bibite provvederanno Rita, Maria Teresa e Roberta mentre Lina, Patrizia, Mario, Antonio, Edoardo, Fausto, Ada, Filippa e Francesco

Un ringraziamento particolare ad Annamaria per i regali donati agli ospiti festeggiati! Regali preziosi, come quelli che il figlio Riccardo ha voluto offrire attraverso la donazione dei suoi organi: la possibilità di una nuova vita per sei persone, sconosciute ma allo stesso tempo vicine. Affinché la sua perdita, a soli 28 anni, sia meno vana. Sia, forse, più sopportabile. Annamaria non ci regala solo degli oggetti, ma la vitalità dei suoi occhi e il calore del suo sorriso: un pezzo di sé stessa, della sua vita, soprattutto del suo profondo dolore di mamma. Che speriamo stasera, in qualche modo, di alleviare. Quantomeno di accogliere, come qualcosa di prezioso e caro. Grazie Riccardo e Annamaria! E grazie anche ai volontari del N.S.A. – Nucleo di Sicurezza Ambientale Roma Nord per il loro sostegno a questa iniziativa.

La Redazione

Ogni lunedì sera: lettura e commento dei quotidiani a cura di Massimo, Eleonora Giulia, Giorgio e Oscar. Ogni martedì sera: prove del coro Filarmonico Casilino (…..e va bene così) diretto dalla maestra Gisella Rocca. Ogni giovedì sera: Redazione del gior-nalino a cura di Maurizio, Francesca, Alessandro, Anna, Floriana, Lorenzo, Luciano, Leonardo e Laura.

A questo numero hanno collaborato:

Anna Giovanna, Gian Paolo D., Marisa, Lia, Maura, Giuseppe, Vittorio, Anna Maria, Gino Luigi, Oliver, Pierpaolo, Antonello, Federico, Massimo, Pinuccio, Nicola, Roberto, Moraldi, Gianfranco, Attilio, Sergio, Maria, Francesca, Floriana, Maurizio, Alessandro, Anna, Lorenzo, Luciano, Leonardo, Laura, Antonello, Luana, Gabriele, Simone.