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le ' ce Le cause più rare sono opacità dei mezzi diottrici (le lenti natu- ra li che pe ro'E Lono al le immagini che col- pis con o Il no)' ro occh io di essere messe a fuoco S I l :=ì re Ina) come in caso di cataratta COi'l enr a. I ba mbini molo piccoli n on sono in gra- do di ri fe ri re un p roblema visi vo, quindi in manca nza di segni "visibili" che pos- sono indurre il sospetto, come nel caso dello strabismo con un angolo ampio oppure una pupilla (il fora- me che osserviamo al centro dell'iride) di un colore diverso dall'altra, l'uni- ca possibilità d'identifica re un ' anomalia nascosta è attraverso W'J'f\N.federi c obartolomei. il (Bologna) Se queste anomalie non vengono corrette p er tempo, ripristinando una corretta e fi- siologic a v isione, si possono concretizzare in una riduzione della capacità visi va per- manente non più owiabile perché è stato superato il confine del periodo definito plastico dello sviluppo del sistema visivo. U na diagnosi precoce è quindi lo stru- mento più efficace che abbiamo a dispo- SIzione ocu/istica pediatrica pn I Dott . Federico Bartolomei Ortottista e Coordinatore del settore Ipovisione dell'Ist i tuto dei Ciechi "F Cavazza" Un o ambliopia è una riduzione della funzione e della capacità v isiva di un occhio (monolaterale) e più raramente di entrambi (bilaterale). È determinat a da un al terato flusso delle informazioni visive che normalmente devono giunge re a ll'oc- chio, e di conseguenza al cervello. fa ore - do così una corretta ma ura zione de ll a \ i sta nel per iodo di s' il up po del sis tema i sivo . Se un occh io ha un d lf e IO o che non permette la visione d' immag ini nitide sulla retina oppure se non è allinea to nella stessa direzione dell'altro, si creano delle dominan- ze a livello cerebrale che favoriscono l'occhio migliore, inibendo di fatto il peggiore. Questa condizione prende il nome di am- bliopia, termine di derivazione greca (ops vuoi dire visione e amb/yos pigro) e per questo viene detta comunemente "occhio pigro". Perché si crei l'ambliopia l'ev entuale difet- to visivo deve essere presente nella prima infanzia, momento nel quale si compie lo sviluppo e la maturazione del sistema visivo. se Le cause più comuni sono: i vizi di refrazione (miopia, ipermetropia, astigmatismo) che devono però essere di dimensioni elevate; lo strabismo, owero un disallineamento degli assi oculari. una valu- tazione speciali- stica.

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le' ce Le cause più rare sono

opacità dei mezzi diottrici (le lenti natu­ra li che pero'E Lono alle immagini che col­piscon o Il no)' ro occhio di essere messe a fuoco S I l:=ì re Ina) come in caso di cataratta COi'l enra. I ba mbini molo piccoli non sono in gra­do di ri fe rire un problema visivo, quindi in mancanza di segni "visibili" che pos­sono indurre il sospetto, come nel caso dello strabismo con un angolo ampio oppure una pupilla (il fora-me che osserviamo al centro dell'iride) di un colore diverso dall'altra, l'uni­ca possibilità d'identifica re un 'anomalia nascosta è attraverso

W'J'f\N.federicobartolomei. il (Bologna)

Se queste anomalie non vengono corrette per tempo, ripristinando una corretta e fi­siologica visione, si possono concretizzare in una riduzione della capacità visiva per­manente non più owiabile perché è stato superato il confine del periodo definito plastico dello sviluppo del sistema visivo. Una diagnosi precoce è quindi lo stru­mento più efficace che abbiamo a dispo­SIzione

ocu/istica pediatrica

• • pn I Dott. Federico Bartolomei Ortottista e Coordinatore del settore Ipovisione

dell'Istituto dei Ciechi "F Cavazza"

Un o •

ambliopia è una riduzione della funzione e della capacità visiva di un occhio (monolaterale) e più raramente di entrambi (bilaterale). È determinata da

un alterato flusso delle informazioni visive che normalmente devono giungere all'oc­chio, e di conseguenza al cervello. fa ore ­do così una corretta ma urazione della \ ista nel periodo di s 'iluppo del sistema isivo. Se un occh io ha un dlfe IO lis ~ o che non permette la visione d'immagini nitide sulla retina oppure se non è allineato nella stessa direzione dell'altro, si creano delle dominan­ze alivello cerebrale che favoriscono l'occhio migliore, inibendo di fatto il peggiore. Questa condizione prende il nome di am­bliopia, termine di derivazione greca (ops vuoi dire visione e amb/yos pigro) e per questo viene detta comunemente "occhio pigro". Perché si crei l'ambliopia l'eventuale difet­to visivo deve essere presente nella prima infanzia, momento nel quale si compie lo sviluppo e la maturazione del sistema visivo.

se Le cause più comuni sono:

i vizi di refrazione (miopia, ipermetropia, astigmatismo) che devono però essere di dimensioni elevate;

lo strabismo, owero un disallineamento degli assi oculari.

una valu­tazione speciali­stica.

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oculistica pediatrica

Secondo le statistiche, l'ambliopia è presente dall'1,6% al 3,6% della popolazione, Essendo come detto curabile solo in età precoce, diagnosi e trattamento tempe­stivo rappresentano gli obiettivi ideali da persegUire, Tradizionalmente i programmi di screening si rivolgono ai bambini dai tre anni in avanti, Generalmente sono condotti dall'ortottista, figura che, in base al DM n.743 del 1994, è il professionista sanitario che fra le varie compe­tenze si occupa di prevenzione eriabilitazione dell'handicap visivo. Oggi, grazie anche a un nuovo apparecchio chiamato videorefrat­tometro, si possono individuare e quan­tificare con una buona precisione i vizi di refrazione già in fase di screening. Miopia, ipermetropia eastigmatismo vengono quindi rilevati anche nei bambini più piccoli e meno collaboranti, il tutto in maniera non invasiva, Mentre il bambino crede di effettuare una semplice fotografia, l'apparecchio, interpre­tando il"riflesso rosso" dell'occhio, ci fornisce i valori di refrazione.

Una volta corretto l'eventuale vizio di re­frazione presente, deve iniziare la terapia riabilitativa che l'ortottista, in sinergia con l'oculista, porterà avanti. Attualmente Il''gold standard" (trattamento più affidabile) per cu­rare l'ambliopia è rappresentato dall'occlu­sione con benda dell'occhio migliore, che viene dosata nella sua durata temporale in base alla profondità del difetto e all'età del bambino. In alternativa alla benda, qualora questo tipo di approccio non fosse percor­ribile, si possono attuare delle strategie di penalizzazione dell'occhio migliore in vario modo, sia con lenti su occhiaie che con lenti acontatto, oppure associando colliri ciclople­gici (che bloccano il processo accomodativo agendo nel muscolo ciliare). Notevole interesse stanno suscitando re­centi studi che attribuisco no a determinati software, costruiti con le caratteristiche di vi­deogiochi, un ruolo attivo nella stimolazione del sistema visivo e quindi nel favorire quei meccanismi di plasticità ce rebrale che sono alla base del recupero della capacità visiva. Questi strumenti, che devono essere utilizzati sotto stretto controllo dell'ortottista, oltre a permettere una partecipazione più attiva del piccolo paziente, sembrerebbero agevolare, come confermato da alcuni studi scientifici, Il recupero visivo, in alcuni casi anche oltre quello che per definizione viene definito l'in­tervallo limite entro il quale si possono otte­nere modificazioni significative alla vista .

I È importante sottoporre il bambino a un controllo ogni qual volta si sospetti la presenza di problemi visivi e comunque, anche in assenza di questi, entro i tre anni di vita. Aquesta età è già possibile inoltre misurare l'acuità visiva. Questo awiene usando, al posto degli ottotipi classici composti da lettere, degli schermi con­tenenti disegni o meglio ancora delle E orientate nelle varie direZioni (alto, basso, destra, sinistra) AI bambino viene chiesto di indicare la direzione delle E, che avran­no dimensioni via via decrescenti fino al raggiungimento dell'acuità visiva limite. Per agevolare l'esame sarebbe importan­te far familiarizzare il bambino con questo test prima della visita, cosi da renderne più semplice l'apprendimento. La familiarità, owero la presenza di uno o più casi di patologie oculari come strabi­smo, ambliopia o viz i di refrazione elevati nella stessa famiglia, costituisce un fatto­re di rischio. Questa "predisposizione ge­netica" va nferlta al pediatra, all 'ortottista e all 'oculista, nel momento in cui viene raccolta l'anamnesi, cioè l'insieme delle informazioni che riguardano la storia del paziente e della sua famiglia.

Occhiali e lenti a contatto possono esse­re prescritti equindi adottati fin dai primi mesi di vita con una scelta molto accu­rata. Le montature degli occhiali devono essere ampie, così da non permettere al bambino di osservare al di fuori dell'oc­chiaie rendendo cosi inutile lo strumento. Lenti e montature devono, inoltre, avere la caratteristica tecnica di non produrre pericolose schegge e frammenti in caso di urti o traumi. Se vengono osservate con attenzione tutte le indicazioni fornite dell'ortottista e dell'oculista e se la diagnosi e la terapia awengono per tempo, l'ambliopia diven­ta una condizione evitabile o comunque recuperabile. TellO raccolto da Silvia Colombi i