Octave Mirbeau, "Vecchio focolare domestico"

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  • 8/14/2019 Octave Mirbeau, "Vecchio focolare domestico"

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    Octave MIRBEAU, Vecchio focolare domestico

    (1900)

    (traduzione di Fausto Valsecchi, 1914)

    IL MARITO, sessantacinque anni, grande, magro. Viso secco e sanguigno

    con favoriti duri e brizzolati. Portamento e contegno dun anticomagistrato.

    LA MOGLIE, sessantanni. Inferma, quasi paralizzata, enorme, coi capellitutti bianchi. Viso gonfio di grasso malaticcio.

    LA CAMERIERA, giovane, bella, sfrontata.

    La scena rappresenta il terrazzo duna casa di campagna nei dintorni diParigi. Sul terrazzo, un tavolo da giardino, poltrone di vimini, poltroneamericane, sedie fisse e pieghevoli.

    Allalzarsi del sipario, la moglie, condotta e sostenuta dalla sua cameriera,discende dalla soglia della casa e cammina penosamente, soffiando,

    gridando, verso il tavolo. Dietro viene il marito, che porta sul bracciocoperte di lana calda. La moglie tutta avviluppata in un mantello. Il suoviso scompare fra le pieghe dun pizzo bianco. Bench aiutata dallacameriera, si appoggia pesantemente sopra un bastone a gruccia. Diquando in quando si ferma e si lamenta.

    la sera, dopo pranzo, una sera destate che cade silenziosa, calma,chiarissima, sul giardino, le macchie del quale si oscurano sul cielo puro,senza nuvole. Le finestre dcl pianterreno della casa sono rischiarate dauna luce rossa.

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    SCENA PRIMA

    La MOGLIE, il MARITO, la CAMERIERA

    LA MOGLIE (alla cameriera). Non cos presto... Non cos forte... Mi fatemale... Come siete brusca, Dio mio... Ma fate dunque attenzione...

    LA CAMERIERA (con voce breve). Tocco appena la signora... Non si sa maicome fare con la signora...

    LA MOGLIE. Andate... Andate... Lasciatemi un poco respirare... E le vostremani... Ah ! Le vostre mani !... Ma che cosa avete dunque nelle mani ?

    LA CAMERIERA. pure necessario che io tenga la signora con qualchecosa... Non posso lasciar cadere la signora...

    LA MOGLIE. Tacete..., Avete sempre qualche scusa... Vi dico checamminate troppo presto... che mi stringete il braccio... Fermatevi... Oh !oh !... Lasciatemi respirare !... Non ne posso pi... (Sbuffa e si lamenta.)Che cosa dite ?

    LA CAMERIERA. Nulla, signora...

    LA MOGLIE. un piacere... Oh ! questa soglia... questi gradini... atroce...(Getta un grido acuto.)

    IL MARITO. Che c ?...

    LA MOGLIE. Le mie povere ginocchia... le mie povere ginocchia ! come seun ferro rosso mi passasse nelle ginoechia...

    IL MARITO. Vuoi che ti sostenga dallaltra parte ?

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    LA MOGLIE. No... No... Tu pure sei troppo brusco... Mi fai male ogni voltache mi tocchi... Hai le mani che sono come pietre...

    IL MARITO. Naturalmente... se preferisci soffrire... io non ne ho colpa...

    LA MOGLIE (con voce pi lacrimosa). Perch obbligarmi a venire tutte lesere sul terrazzo ? Tu sai che ci m proibito... sai che non mi fa nulla...Laria umida della sera raddoppia i miei dolori e mi d la febbre... miaccresce la febbre...

    IL MARITO. unidea tua... Laria non ha mai fatto male a nessuno... alcontrario...

    LA MOGLIE. Si possono dire simili cose !...

    IL MARITO. Hai unigiene deplorevole... Ti ostini a rimanere tutta lagiornata, distesa nelle stanze chiuse e troppo calde... questo che ti famale... Grossa come sei non c nulla di pi malsano... Io che sono magroe che sto bene, morirei di questa immobilit e di questo calore... Ma tu nonvuoi capire nulla e ti ostini a non fare che ci che ti piace... Te lho dettocento volte... bisogna che tu ti muova... che tu cammini... magari che ti

    stanchi... Esercizio, ecco...

    LA MOGLIE. Dio mio !... Dio mio !... possibile soffrire cos ? Che ho maifatto, Dio mio, per soffrire cos ? Muovermi... Camminare... Come sepotessi... Tu ne parli a piacere... (La cameriera aiuta la signora a sedersi.Questa getta piccoli gridi. Alla cameriera con voce interrotta.) Ma che cosaavete dunque nelle mani per spezzarmi il corpo cos ? Oh ! Oh !.. le miepovere reni... le mie povere gambe... la mia povera testa... come hocaldo... come ho freddo !... (La cameriera prende le coperte dalle mani delmarito, ne avvolge i ginocchi e le gambe della padrona che ansante, coi

    gomiti sul tavolo, si tura le labbra col fazzoletto, per non gridare.) spaventoso... da morirne... Non avete ancora finito ?

    LA CAMERIERA. Ecco... La signora ora sta bene ?

    LA MOGLIE. Come ho caldo !... Questo terrazzo mi uccider...

    IL MARITO. Ma no... ma no... scommetto che tu non soffri pi...

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    LA CAMERIERA. La signora non ha pi bisogno di me ?

    LA MOGLIE. Dove avete messo la mia boccetta di sali ?

    LA CAMERIERA. Sulla tavola, presso alla signora.

    LA MOGLIE. Datemela... (La cameriera porge la boccetta dci sali.)... Avetedato da mangiare ai gatti ?

    LA CAMERIERA. Si, signora. (A parte.) Le brutte bestie !

    LA MOGLIE. Accomodatemi le coperte... Vedete bene che scivolano... Fatesempre le cose a met...

    LA CAMERIERA. Scivolano, perch la signora si muove... (Accomoda lecoperte.)

    LA MOGLIE. Piano... piano, dunque...

    LA CAMERIERA. Mi posso ritirare ?

    LA MOGLIE. Come avete fretta ! Va bene... Andate... Vi chiamer... ma nonallontanatevi... rimanete nel salottino...

    LA CAMERIERA (seccamente). La signora sa che non ho pranzato ?

    LA MOGLIE (amara). Ah ! S... non avete pranzato !... Non avete maipranzato, quando ho bisogno di vol... Be andate.

    LA CAMERIERA. Va bene, signora... (Esce.)

    SCENA II

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    Gli STESSI, trannela CAMERIERA.

    LA MOGLIE. Come mi tratta !... Come mi parla !... (Silenzio.) Come miparlano tutti !... (Nuovo silenzio.) Non ha pranzato... Ella non ha pranzato...Sempre la stessa cosa... Ah ! Non siate mai malati... (Silenzio. Ella siasciuga la fronte donde cola il sudore.)

    IL MARITO (si comodamente seduto in una poltrona di vimini, con legambe incrociate e la testa verso il cielo). Veramente si sta molto benequi...

    LA MOGLIE. Ah ! Tu credi...

    IL MARITO. Ma s, laria dolce... non c il minimo vento... la minimaumidit... Guarda come bello il cielo !... Non c nulla chio preferisca aqueste calme serate, sul terrazzo... (Si dondola.) Dio mio !... Non sono pipoetico dun altro... ma... non so... questa purezza... questa incertezza...questo silenzio... mi mettono nellanima una pienezza... una dolcezza...una commozione... veramente, s !... una commozione che riposa e che

    culla... (Accentua il suo dondolo.)

    LA MOGLIE. Tu sei felice, tu !

    IL MARITO. E tu ?... Sono certo che ti senti bene, ora... Perbacco, evidente... Se tu mascoltassi ?... Vale la pena di tanto gridare, diprotestare tanto ?... (Accende un sigaro.)

    LA MOGLIE. Ah ! tu fumi ?

    IL MARIT0. Certamente, fumo... Ti disturba ?

    LA MOGLIE. Eh, via... lo sai benissimo...

    IL MRITO. Va bene... (Si dirige, borbottando verso la porta del giardino.)

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    LA MOGLIE. Dove vai ?...

    IL MARITO. Poich ti disturba... vado a fumare altrove... vado a fumare ingiardino...

    LA MOGLIE. Resta qui, te ne prego... Non amo essere sola, la sera, sulterrazzo...

    IL MARITO. Cara mia, confesserai che sono paziente... che faccio tuttoquello che posso, che faccio anche limpossibile per ben curarti, perrispettare le tue manie... le tue ubbie... Impongo sacrifici quotidiani allemie abitudini, ai miei gusti, ai miei bisogni, a tutto ii mio modo di vivere...sacrifici enormi...

    LA MOGLIE. Ah !...

    IL MARITO. Enormi, s... e lo ripeto, quotidiani... Li riconosci tu pure quandosei ragionevole... Ma poi c un limite a tutto... E sinceramente tu abusidella mia devozione e della posizione...

    LA MOGLIE. Andrea... ritorna... Non ti ho visto in tutta la giornata... Non hovisto nessuno in tutta la giornata... Tutta la giornata sono stata sola, solacome una povera cagna... Andrea...

    IL MARITO. colpa mia ? Tu non tieni nessun conto di nulla, n delle mietristezze... n della mia vita guastata, della mia intimit distrutta, dellemie amicizie perdute... Tu scoraggi tutte le buone volont che ticircondano alienandotele... Poi ti lamenti !... Non giusto... Io non tirimprovero nulla... ma poi bisogna che te lo dica... tu esageri le sofferenzetue e le rendi insopportabili agli altri...

    LA MOGLIE. Andrea !...

    IL MARITO. Oggi mi vorresti impedire di fumare... domani mi proibirai didondolarmi su questa poltrona... E tutti i giorni ci sar qualche cosa dinuovo... Se esco, sono lacrime, scene irritanti e penose... Se ti rimangovicino, sono acri rimproveri o lamenti eterni... Allora che cosa vuoi ?... Ituoi capricci, le tue esigenze soppongono ai miei bisogni pi imperiosi,

    come ai miei piaceri pi innocenti... Nella tua stanza... mio Dio !... capisco

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    che a rigore il fumo del tabacco ti possa disturbare... ma, qui... allaria...nel giardino ?... una persecuzione...

    LA MOGLIE. Ebbene, resta... e fuma... Questo, pi o meno... Dio mio !...

    IL MARITO. Questo, che cosa ?... Che cosa, questo ?... Spiegati !... Sidirebbe che io ti martirizzi...

    LA MOGLIE. Andrea... non essere cattivo... sono cos ammalata... e sonocos sola sempre... non parlarmi con quella voce... non puoi sapere comemi torturi. Te ne prego, torna vicino a me e fuma fin che ti piace...

    IL MARITO. Grazie... Perch tu mi rimproveri durante otto giorni questocattivo sigaro... Oh ! ti conosco...

    LA MOGLIC. Non sei giusto, Andrea... e veramente, dovresti avere un po dipiet di me...

    IL MARITO. Ho piet di te certamente... ma nella misura in cui devo averpiet duna malata che insomma non lo ...

    LA MOGLIE. Dio mio !...

    IL MARITO. Certamente... Tu sei malata, s. Ma ti credi molto pi malata diquel che veramente tu non sia... Ti abitui a recitare per te stessa lacommedia della malattia incurabile e mortale... e arrivi a speculare sullamia tenerezza, ad abusare della mia esistenza e dellesistenza di tuttiquelli che ti servono e ti curano... Ebbene, no... infine io protesto...

    LA MOGLIE. mostruoso, quello che tu dici...

    IL MARITO (alzando le spalle). Tutto questo per qualche piccoloreumatisrno... Perch, insomma, non sono che reumatismi... Ma tutti hannooggi i reumatismi... Forse che io mi lamento ?... Forse che io grido ?...Forse che io metto sossopra la casa ?... Anche stanotte mi sono svegliatocon le reni addolorate... Ebbene, ecco tutto... Procuro di domarle con unregime razionale, con un esercizio appropriato... Faccio ci che occorre...

    Ma non tiranneggo tutto il mondo per questo...

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    LA MOGLIE. Reumatismi !... Reumatismi !... Chiami reumatismi lo statoorribile nel quale mi trovo da dieci anni... Reumatismi questa lentaagonia... questo abominevole supplizio... questa tortura continua che miattanaglia la carne e mi dirompe le membra... Ah ! Come osi dire una cosasimile... Come hai il cuore, il triste e orribile coraggio di pensarla

    solamente ?... Infine... che cosa vuoi ?... fuma... fuma... finir presto...

    IL MARITO (va e viene per il terrazzo, impaziente). Naturalmente... Legrandi parole !... Le grandi frasi... il dramma Ah ! me lo aspettavo ! invece di ragionare e di rispondere agli argomenti precisi che ti porto... Ed cosi per tutto... Ecco... come per le serenelle... i gigli... i rosai cheerano la gioia del mio giardino... e che tu hai fatto strappare... E tuttavianon fumavano... No, forse che fumavano ?

    LA MOGLIE. Ma poich non posso sopportarne lodore... Poich il minimoodore mi d le sincopi...

    IL MARITO. Eh, via !...

    LA MOGLIE. Lo sai benissimo... Non una cosa che io inventi... Lhai vistotu pure una ventina di volte...

    IL MARITO. Perch ti compiaci nel tuo male... invece di resistervi... perchsei peggio dun bambino, non hai la pi piccola volont, la minimaenergia... In queste condizioni, cara mia, devi comprendere che difficilevivere... che impossibile vivere...

    LA MOGLIE. Andrea... non dirmi parole ingiuste e cattive... te nesupplico !... Non generoso... Non degno dun uomo come te... Ci sonodei momenti in cui i tuoi occhi mi spaventano, in cui le tue parole mientrano nel cuore come coltellate... Ed per questo chio muoio pi che

    per la morte che nelle mie vene... Per piet, Andrea, rifietti un momentoa quello che mi dici... e fa che nei tuoi occhi non ci sia dellodio !... Sesoffro, non per colpa mia... ci sono tante cose intorno a me... tante coseche mi fanno male... sono noiosa... esigente... bizzarra ?... possibilissimo... non bisogna serbarmi rancore per questo... pensa a quellochero in altri tempi... a quello che ora sono... alla spaventevole e pietosarovina che ora sono... mi hai amata, ricordatelo... siamo stati felici, uno perlaltro... Ho avuto una bocca coi baci... due braccia con le strette... uncuore con tutte le tenerezze, tutte le ebbrezze dellamore... Non possibile che tu ti sia dimenticato.,. E oggi non ho pi nulla... Tutti

    mabbandonano... perfino i miel figli... Mi si lascia morire come unabestia... (Piange.) come una bestia !... Andrea !... Andrea !... (Piange pi

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    forte.) Torna vicino a me... e fuma... te ne prego... Cercher di non essernedisturbata...

    IL MARITO (sembra imbarazzato). Ah ! le lacrime ora... Dopo i rimproveri,

    le lacrime... Non si pu essere tranquilli un momento... (Fa un gesto piviolento.) Non una vita... non una vita...

    LA MOGLIE Non ne avrai per molto tempo !... Di giorno in giorno, di minutoin mimuto, sento la morte che viene pi presso a me... Sarai prestolibeato...

    IL MARITO. Via... ecco... Proprio la morte... sempre la morte... Non si pufare nulla... non si pu dire nulla senza che vi si getti in faccia... checosa ?... la morte !... Ah ! no !... no !... non une vita...

    LA MOGLIE. Ebbene... torna a sederti... in questa poltrona... vicino a me...Non ti dir pi nulla di tutto questo... Non ti annoier pi... coi mieilamenti... te lo prometto... Suvvia... vieni... Hai ragione, amico mio... le miesofferenze non riguardano nessuno.... non riguardano che me...

    IL MARITO. Non dire cos... Ascoltandoti, si direbbe che io non minteressi

    della tua malattia... Ne soffro molto invece...

    LA MOGLIE (continuando). Non te ne parler mai pi... Non so dove avevola testa e quello che mi ha preso, poco fa, di parlartene... assurdo... Famale a me stessa...

    IL MARITO. Ah !... tu vedi...

    LA MOGLIE. E poi vorrei dirti... (Il marito fa un movimento brusco e prendeunespressione di diffidenza.) No... no... non temere... finito... non sitratta di me... del mio stato... si tratta di te... e di cose piacevoli alle qualiho pensato, quando ero tutta sola in camera mia... vorrei che noi ciparlassimo da buoni amici !

    IL MARITO. Oh !... Finalmente eccoti diventata un po pi ragionevole... Seho avute parole brusche... un po severe... devi comprendere che fuunicamente nel tuo interesse...

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    LA MOGLIE. Certamente...

    IL MARITO. Tu ti lasci andare, senza ragione a une scoraggiarnento chenulla giustifica... Ed molto male... Hai bisogno di essere sollevata di

    quando in quando... Chi ti solleverebbe se non io ?

    LA MOGLIE (con una voce leggermente amara). Ma s... ma s... E tiringrazio... (Egli torna.) Avvicina questa poltrona a me... ancora pi vicino,cos, s... Ora ti vedr meglio... Oh ! come sono contenta... E il tuo sigaroche spento... Via, riaccendilo, bamboccione !

    IL MARITO. Allora... Poich tu lo vuoi...

    (Il marito riaccende il sigaro, si siede nella poltrona e ben comodo coigomiti, con le reni, con le spalle, le gambe allungate, la testa rovesciatasulla spalliera, aspira lente, lunghe, grosse boccate di fumo che ilventicello spinge verso il viso della moglie. Una pausa.)

    LA MOGLIE (che tossisce, ma non osa fare un gesto. Rassegnata). Andrea ?

    IL MARITO. Ti ascolto.

    LA MOGLIE (imbarazzata). Promettimi che non ti arrabbierai.

    IL MARITO. Che c ancora ?... Non sono dunque piacevoli le cose che mivuoi raccontare ?

    LA MOGLIE. S... S... Te lo assicuro... Ma tu tirriterai ?

    IL MARITO. Parla semnpre... Vedremo poi.

    LA MOGLIE. Ebbene... (Pausa.) La nostra bella vicina... (Pausa.) quellasignora cos elegante che mette a soqquadro tutto il paese... Sai chi vogliodire ?

    IL MARITO. S... E poi ?

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    LA MOGLIE. Oggi mi sono informata...

    IL MARITO. Ah !... Pettegolezzi ora...

    LA MOGLIE. Ma no...

    IL MARITO. Tu sei malata... tu non lasci la casa... ti lamenti perch non vedinessuno... e trovi tuttavia il modo di sapere tutto quello che avviene qui...

    LA MOGLIE. naturalissimo, veramente, che io desideri sapere chi sono lepersone che ci abitano vicino... E non vedo che questi siano pettegolezzi...

    IL. MARITO. Ebbene ?

    LA MOGLIE Ebbene... io so chi ... quella bella persona...

    IL MARITO (indifferente). Ah !

    LA MOGLIE. una signera divorziata...

    IL MARITO. Non mi stupisce...

    LA MOGLIE. Si dice che abbia avute parecchie storie...

    IL MARITO. Ne ha laspetto...

    LA MOGLIE. Si chiama... Signora Bardin... o Fardin... o Cardin... non soprecisamente... Suo marito era qualche cosa... nellesercito...

    IL MARITO. Che vuoi che me ne importi ?

    LA MOGLIE. Labbiamo vista, questo pomeriggio... che passava a cavallodavanti alla cancellata... Essa tutto ci che vha di pi bello...

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    IL MARITO (ironico). Oh ! Allora...

    LA MOGLIE. Quando giunta qui... pareva che avesse trentaquattro bauli...

    IL MARITO. Caspita !

    LA MOGLIE. Perch dici : Caspita ! con quel tono ?... Come se non tipiacesse !...

    IL MARITO. Io, Dio buono ?... Ah ! Questo poi... Moccupo assai di quellasignera... del suo cavallo... e dei suoi bauli... dei suoi trentaquattro bauli...

    LA MOGLIE. Perch nasconderti a me ?... Vediamo... tu sai che non sonogelosa...

    IL MARITO. Ma sei pazza... Perdi la testa, veramente... Non si tratta che tusia o che tu non sia gelosa... quella signora... come tutti gli altri, lhoincontrata per la strada... E mi ha cosi poco interessato... che ora... nonsaprei dire se bionda o bruna... grassa o magra... brutta o bella...

    LA MOGLIE. Bella... s... bellissima... e deliziosamente bionda...

    IL MARITO. Ebbene... tanto meglio per lei... (Un silenzio.)

    LA MOGLIE (dopo un momento di riflessione). Ascolta, Andrea... Non callegria qui... Me ne accorgo... Comprendo perfettamente tutta la tristezzadella tua vita... e ne soffro come dellirreparabile dolore della mia... Unamalata... come sono io... allontana le persone come un delitto... Gli amici

    fanno presto a dimenticare la via duna casa ove c sempre qualcuno chepiange... Fin che si pu offrir loro un po di gioia... di piacere... o di vanit...se ne hanno pi che non si vorrebbe... Ma appena il dolore ha varcato lasoglia della casa... subito essa viene abbandonata... Tu pure sei molto soloper causa mia... E non giusto... Pensa che nessuno venuto a vederciquesto estate... Pensa che i nostri figli stessi trovano continua-mentescuse e pretesti alla loro assenza, linverosimiglianza ingenua dei quali nonminganna... e tu neppure, immagino...

    IL MARITO. Dopo tutto... Non amano la tristezza... sono giovani...

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    LA MOGLIE. E senza cuore. Ma io non li voglio giudicare... Daltronde,comprendimi bene... in questo momento... non parlo per me, che non sonopi di questo mondo... ma per te, cos pieno di vita e dattivit... che haiconservato tutta la tua forza... tutti gli ardori della giovinezza... e a cui enecessario il movimento... la distrazione... i piaceri violenti... Sento tutto

    ci che il nostro stato ha per te di penoso e danormale... (Il marito fa ungesto di rassegnazione vaga.) Ebbene, perch non la riceveremmo, lanostra bella vicina ? Porterebbe qui dentro un po dallegria e di fascino...un sorriso... non so che cosa, io... un piccolo fruscio... un piccolo rumore divesti... un piccolo profumo di vita... (A un movimento del marito.) Sochella non chiederebbe di meglio...

    IL MARITO. Come la sai ?

    LA MOGLIE (dopo aver esitato). venuta poco fa a deporre il suobiglietto...

    IL MARITO. Il suo biglietto ?... Ha lasciato il suo biglietto da noi ?... Allorache cosa mi dici ?... Tu conosci il suo nome... E Bardin... Fardin... Cardin ?...

    LA MOGLIE. Bardin... Genoveffa Bardin...

    IL MARITO. Ebbene ! Non manca la sfacciataggine alla signora GenoveffaBardin...

    LA MOGLIE. Una vicina... gentile, ecco tutto...

    IL MARITO. Molto per bene... Una donna divorziata...

    LA MOGLIE (con un piccolo tono misterioso). Una donna divorziata... meno difficile.

    IL MARITO. Non capisco quello che vuoi dire...

    LA MOGLIE. E poi... malgrado la sua apparenza elegante, non deve esserericca...

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    IL MARITO. Basta... Non voglio ricevere qui in casa mia, una donna senzamarito, la posizione sociale della quale per lo meno equivoca...unintrigante... una spostata, infine... forse una prostituta... chiaro ?...

    LA MOGLIE. Andrea !...

    IL MARITO. Come antico magistrato... come cattolico... come consiglieregenerale dellopposizione, ho dei principi coi quali non voglio... non possotransigere... E mi stupisco che tu li misconosca a questo punto... Ma incredibile... Cado dalle nuvole... Bisogna che tu sia diventata pazza...

    LA MOGLIE. Sei molto severo, oggi... E io non sento nessuna sincerit nellatua indignazione... Via, Andrea... non giucare questo giuoco con me... Tipiace... Ne hai desiderio... (il marito protesta coi gesti.) I tuoi desideri ?...Ah ! Io li conosco, sai... E li vedo, li ho visti poco fa nei tuoi occhi, sulle tuelabbra ; li ho sentiti nel suono della tua voce... Hai un bel farelindifferente... o il disgustato... o il moralista rigido... nulla mi sfugge deituoi sentimenti nascosti... Io so quando tu sei in amore...

    IL MARITO (sghignazzando). Incantevole !...

    LA MOGLIE. Ebbene preferirei cos... s... s... preferirei questo...

    IL MARITO (pi brutale). Tu preferiresti... che cosa ?

    LA MOGLIE. Preferirei questo...

    IL MARITO. Ma che cosa ?... che cosa ?... che cosa ?...

    LA MOGLIE. Non fare dunque luomo che non comprende... so quello cheso... vedo quello che vedo... E quandanche fosse gi la tua amante, nonmi stupirei... (A un movimento del marito.) E poich te lo permetto...poich te lo domando... poich ne sarei felice !... Sei contento di avermiforzata a gridarti ad alta voce ci che avrei voluto solamente bisbigliarti...Ah ! Che uomo ! Perch provi tanto piacere a umiliarmi... a torturarmi ?...Non spingermi a un eccesso con le tue crudelt... non obbligarmi a dirtifinalmente tutto quello che ho nel cuore... E ne ho di grosse nel cuore... telo giuro...

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    IL MARITO. Per Dio !... i miei nemici politici... Non sanno che cosa inventareper tentare di disonorarmi...

    LA MOGLIE. Non sono i tuoi nemici... Ella stessa lo racconta, ovunque, a

    tutti... e se ne vanta...

    IL MARITO. Mente... La pagano per mentire...

    LA MOGLIE. Thanno visto...

    IL MARITO. Dove ?

    LA MOGLIE. Qui, nel chiosco del giardino... pi di dieci volte...

    IL MARITO. Chi mi ha visto ?

    LA MOGLIE. E che importa ?...

    IL MARITO. Tu, indubbiamente ?... Tu che non lasci mai la stanza ?

    LA MOGLIE. I malati sanno tutto, Andrea... Ci chessi non sanno,lindovinano. E poi ti conosco, va !... Ho respirato lanima tua... i tuoisguardi... la tua voce... le tue confessioni... le tue manie... lesaltazione deituoi vizi... Ricordati... tutto oggi mi torna in mente e ne ho paura !... E ognivolta che sento suonare alla cancellata... pi forte di me... il mio cuorenon fa che un balzo nel petto... Mi sembra che siano i gendarmi... Vivonellangoscia... nel terrore di ci che pu avvenire... Come se non avessidolori a sufficienza, mio Dio !... (Asciuga qualche lacrima.) Ma protesta...

    di dunque qualche cosa... Ora tu sei l... come un pilastro...

    IL MARITO. Che vuoi che dica ?... Contro che cosa vuoi che protesti ?Contro tutte queste follie ?... Ah ! no... no...

    LA MOGLIE. Hai ragione... non dire nulla... mentiresti...

    IL MARITO. Se vuoi... (Un silenzio. Il marito sallontana un poco dallamoglie e si mette a camminare sul terrazzo con agitazione.)

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    incantevole... incantevole... Una moglie che fa causa comune coi nemici disuo marito... No, veramente, non ci mancava pi che questo... Ora completa...

    LA MOGLIE. Non parlarmi dei tuoi nemici... Parlami piuttosto delle miecameriere...

    IL MARITO (fermandosi bruscamente e guardando sua moglie conunespressione ignobile). Delle ?...

    LA MOGLIE. Delle mie cameriere... ho detto bene... delle mie cameriere... chiaro ?... Poich, infine, sembra che le piccole mendicanti minorenni nonbastino ai sessantacinque anni del signore... Gli occorrono anche le miecameriere...

    IL MARITO. Oh ! ma... irritante infine... scandaloso... aborninevole !...E che cosa ancora ?... (Si rimette a camminare con furore, passando eripassando davanti a sua moglie.)

    LA MOGLIE. S, le mie cameriere... (Interrompendosi.) Ti prego noncamminare cos... siediti... mi fai male al cuore camminando cos... (Il

    marito torna a sedersi nella poltrona. D segni dirritazione violenta...sposta le poltrone, picchia sul tavolo, affetta di non ascoltare.) Tutimmagini che io non veda nulla... che io non sappia nulla ?... Perbacco !Non c bisogno di preoccuparsi per una malata... Ebbene tu tinganni...Vedo tutto... e so tutto... Intanto... indegno... Ma tu e la dignit...lasciamo andare... Poi esse non mi curano... Quando ho bisogno di loro, mifanno tutto di traverso... o non ci sono mai... Ridono di me...completamente, sfrontatamente... E se tu sapessi come mi parlano, comemi maltrattano !... Non ci sono che insulti nei loro sguardi... e brutalit neiloro gesti... Da morirne della vergogna !.. Ed giusto cos... Non sono perloro... che un guastafeste... Possono impunemente disobbedire...

    maltrattarmi... lasciarmi crepare... Si sentono protette... sono le verepadrone della casa... E quella Rosalia che poco fa non aveva pranzato ?... credibi1e ?... E non hai detto nulla... e hai trovato bene tutto ci... e tutolleri che mi parli come a un povero ?... Che cosa importa a me sella nonha pranzato... quando soffro... e che ho bisogno di lei ?... No, ti assicuroche tutto questo non sopportabile e tu dovresti avere tuttavia pi dignitnelle tue passioni... (Il marito non ha cessato di tamburinare sul tavolo conle dita. Si sente che vorrebbe parlare, rispondere, ma fa sforzi violenti pertacere.) Via, comprendi una buona volta ci che ti domando... Non ti facciorimproveri... Non ti serbo rancore... Non colpa tua... Hai una natura

    cos... Ma che cosa timporterebbe di lasciarmi le mie carneriere ?... Cisono altre donne oltre le cameriere e le sudicione della strada. (Pi

  • 8/14/2019 Octave Mirbeau, "Vecchio focolare domestico"

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    lentamente, senza acredine.) Quella giovane signora... nostra vicina... veramente rnolto bella... E poi vale di pi... pi lusinghiera per un uomoche non una domestica... vero ? Poi ella deve essere moltoappassionata... E poich ti piace... poich accetto che tu la riceva... poichte ne prego... poich questo sarebbe per me un riposo... un sollievo... una

    felicit, quasi ! Non mi puoi rifiutare questo... E poi... Qualche volta miterrebbe compagnia... Via non c nulla di disonorante in ci che tipropongo... Conosciamo molti focolari domestici... rispettati da tutti... chevivono cos... Ci ch male, di fare quelle cose... allinsaputa lunodellaltro... Ebbene... fallo francamente... senza nasconderti a me...

    IL MARITO. Confesserai che ho avuto pazienza... Ti ho lasciata parlare...sciorinare le tue infamie... senza interromperti... Ma questa pazienza ha unlimite.., allestremo, ora... la mia pazienza...

    LA MOGLIE. La tua pazienza ?... Ah! s, la tua pazienza... parliamone...Quando stavo bene, non prendevi arie altere con me... Eri sottomesso...filavi diritto... eri un ragazzino... da che sono malata... da che non miposso muovere dalla sedia a sdraio... che tu osi parlarmi come fai inquesto momento... Ah ! questo bello... Brutalit... scherzi... rimproveriignobili... dubbi odiosi... collera... ecco ci che ho avuto da te... senzacontare il tormento... lo spaventevole tormento che mi danno i tuoidesideri dissoluti... e tutti i sudiciumi della tua vita... (Il marito fa un gestoviolento. Energicamente.) S, tutto il sudiciume della tua vita... uomo

    virtuoso !... Ebbene ! sia... Non ti domando tenerezza... consolaziome...piet... rispetto della mia sofferenza... No... simili sentimenti nonsaprebbero penetrare in un cuore duro corne il tuo... Ma voglio le miecameriere... voglio le mie cameriere... (Con energia crescente.) Voglio chetu mi lasci le cameriere... Non sono tue... Non le tengo perch tu ledistolga dal loro dovere, perch tu le seduca... perch tu insegni loro adisprezzarmi... a detestarmi... ad abbandonarmi. Le ho per me... capisci...perch siano sempre con me... perch mi servano... perch mi curino... Iopure, infine, ne ho abbastanza... E tu sei un miserabile... un miserabile !...Vai altrove a fare le tue porcherie !

    IL MARITO (seccamente, duramente). Va bene... (Si alza.) inteso... (Faqualche passo sul terrazzo, si ferma un istante appena.) Buona sera !...

    LA MOGLIE (lo guarda allontanarsi. Improvvisatnente si accascia e piange,esausta pel grande sforzo fatto). Ho avuto torto di lasciarmi trasportare...Ti chiedo perdono, Andrea... ma sono cos infelice !... Quando si soffretroppo, vedi, non si sa sempre quello che si dice... Non bisogna fare piattenzione alla collera dei malati che a quella dei bambini... (Il marito si

    dirige lentamente verso il giardino, senza rispondere.) Andrea... dove vai...Andrea... non andartene... Non lasciarmi sola qui... Te ne supplico...

  • 8/14/2019 Octave Mirbeau, "Vecchio focolare domestico"

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    (Scompare nel giardino. Silenzio.) Andrea... Andrea... (Ascolta.) partito...Non torner... Ma no... impossibile... (Guarda da ogni parte.) Sono tuttasola... Andrea... Andrea... Non voglio rimanere sola, la sera, su questoterrazzo... Voglio rientrare... (Cerca dalzarsi, di raddrizzarsi, ma lasofferenza le strappa un grido...) Mio Dio ! mio Dio !... Voglio rientrare...

    Voglio rientrare... (E improvvisamente, spaventata, grida.) Rosalia !... Dovesiete ?... Rosalia !... Rosalia !... Andrea ! Non verranno... Mi hanno lasciataqui... (Un silenzio. I suoi occhi terrorizzati vanno dal giardino per dove sen andato suo marito, alle casa, le finestre della quale rosseggianosempre pi.) Rosalia ! (Un silenzio spaventevole succede a questo grido.)Rosalia !... (Medesimo silenzio. Singhiozzando, ella allunga le sue bracciasul tavolo, ma le sue braccia ricadono, la sua testa sinchina sulla spalla,pende al di fuori dei cuscini, sul rovescio della sedia a sdraio. Con unavoce misera e tremante.) Perch... Perch non sono morta ?...

    CALA LA TELA.