Obiettivo Sicurezza

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DIPARTIMENTO VIGILI DEL FUOCO Il prefetto Tronca, un futuro ricco di obiettivi DOSSIER SICUREZZA STRADALE RIVISTA UFFICIALE DEI VIGILI DEL FUOCO MINISTERO DELL’INTERNO | DIPARTIMENTO DEI VIGILI DEL FUOCO, DEL SOCCORSO PUBBLICO E DELLA DIFESA CIVILE | WWW.VIGILFUOCO.IT | NOVEMBRE /DICEMBRE 2008 SANTA BARBARA Le celebrazioni per la festa della Patrona SQUADRA D'ORCHESTRA

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Rivista Ufficiale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco (Ministero dell'Interno), Obiettivo Sicurezza è un bimestrale diffuso agli abbonati e e al pubblico istituzionale. Mi sono occupato del progetto grafico e dell'impaginazione di alcuni numeri della rivista (2008)

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obiettivosicurezza

dipartimentovigili del fuocoIl prefetto Tronca,un futuro riccodi obiettivi

dossiersicurezza stradale

rivista ufficiale dei vigili del fuoco

mInIsTero dell’InTerno | dIparTImenTo deI vIgIlI del fuoco, del soccorso pubblIco e della dIfesa cIvIle | www.vigilfuoco.it | novembre /dIcembre 2008

santa barbarale celebrazioniper la festa della patrona

squadra d'orchestra

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Lavorare in sicurezza per la sicurezza

il calendario 2009

incidenti sul lavoro? Ci si può proteggere! È questa l’indicazione

dei vigili del fuoco per un 2009 più sicuro. Il messaggio è implicito, si coglie mese per mese osservando gli elementi in primo piano, che sono sempre dei DPI, dispositivi di protezione individuale: elmi con paranuca, schermi protettivi, guanti, tute scafandrate e tute monouso, imbracature di sicurezza. Sono queste alcune delle protezioni utilizzate dai vigili del fuoco per operare in sicurezza in ogni scenario di intervento.

Dai pericoli ci si può difendere, dunque, lo dicono i vigili del fuoco con il loro esempio. La sicurezza è un fatto anche di cultura ed indossare le protezioni giuste per le specifiche circostanze rientra nel campo delle conoscenze che ciascun lavoratore deve far proprie. Il vigile del fuoco per arrivare a svolgere il proprio lavoro in modo sicuro viene formato e protetto: formazione e protezione, questa la raccomandazione diretta a tutti i lavoratori che esce dalle pagine patinate del calendario 2009.

da parete

da tavolo

da collezione

Dedicato al tema della Sicurezza sui luoghi di lavoro, il calendario dei vigili del fuoco sarà distribuito nelle tre versioni: da parete, da tavolo e da collezione, in un'elegante veste cordonata.

Oltre alle date, i calendari da parete e da tavolo espongono anche i turni di lavoro.

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dipartimento vigili del fuocoCambio al vertice di Giuseppe Pecoraro e Francesco Paolo Tronca

dossier sicurezza stradale Su strade e autostrade sempre in prima lineadi Dino Poggiali

633 incidenti, 14 morti, 893 feriti al giornodi Marina Cavicchioli Quando sulle stradetrovi merci pericolose di Paola Blotta e Salvatore Corrao

Polizia stradale, 60 anni al servizio della nostra sicurezza di Roberto Sgalla

Il centro di coordinamento per la viabilità di Giorgio Alocci

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Dalla pista alla stradadi Michele di Grezia

L'intervista a PIetro CIuCCI.efficienza, manutenzione, informazione: Anas, obiettivo qualità di Clara Modesto

Anas, all'avanguardia nella ricerca e nello sviluppodi Michele di Grezia

AntonIo tAjAnI. una sola priorità: sistemi di trasporto più sicuridi Gennaro Tornatore

attualitàL'alcool, il killer della strada di Pierluigi Fortezza

IL Punto. Con la droga è un cocktail che brucia i più giovanidi Lorenzo Del Boca

aeroportualiVigili del fuoco in pista tra decolli e atterraggidi Lamberto Calabria

Il massimo delle prestazioni nel soccorso in aeroportodi Raffaella Pezzimenti

teCnoLoGIe. Veicoli spaziali a prova d'incendiodi Stefano Marsella

osservatorioLeggi, decreti, atti normativi dall'Italia e dall'europa di Michele Mazzaro e Alberto Tinaburri

la banda dei vigili del fuoco 70 anni a ritmo di musicadi Cristiana Vittorini e Silvia Perna

A tu per tu con Lucia tAurISAno, una ragazza della bandadi Cristiana Vittorini e Silvia Perna

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sommario sommario sommarIo sommario sommarIo sommarioaeroporTualI > 30 l'InTervenTo > 54

sgalla 14Tronca 6 Tajani 24ciucci 18

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l'intervista FIoreLLo: io, i vigili del fuoco e quelle gag dietro le quinte di Luca Cari

la festa della patrona SAntA BArBArA: Patrona, Protettrice, Ispiratrice di Coraggiodi Clara Modesto Monsignor FISICheLLA: vigili del fuoco, difensori della sacralità della vitadi Silvia Perna

frammenti di memoria La Befana dei Vigili del fuoco

l'interventoonda di pienadi Carlo Metelli

associazioniMezzo secolo di pubblico onoredi Guido Parisi

prevenzione etna, come difendersi dalla lavadi Calogero Murgia

progettazioneLe sedi dei Vigili del fuoco.Come pensarle e come realizzarledi Giuseppe del Brocco

inaugurazioneun nuovo distaccamento a roma: Monte Mariodi Giorgio Orfino

editoriaFalse riviste? no, graziedi Alessandra Cortile

Periscopio on line

estero: stati unitiLe novità dai laboratori Americanidi Marcello Serpieri

attraverso la storia1939, nasce il Corpo dei vigili del fuocodi Alessandro Mella e Alessandro Fiorillo

uniformi e distintivi dei vigili del fuoco 1900-1945

enrica SerMonetA, testimone della Shoahdi Marina Cavicchioli

La storia siamo noidi Gennaro Tornatore e Alessandro Fiorillo

renato eFrAtI, un uomo con una storia da raccontaredi Alessandro Fiorillo

eventi & avvenimentidi Sergio Silvestrini

sommario sommario sommarIo sommario sommarIo sommariol'InTervenTo > 54 sanTa barbara > 48

di martile 40del boca 29 fiorello 44 mons. fisichella 50

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Oggi che mi accingo a lasciare l’incarico di capo del Dipar-timento dei vigili del fuoco sento il dovere di tracciare una sorta di bilancio del periodo trascorso.E’ passato poco più di un anno da quando, nell’estate 2007, per la particolare recrudescenza degli incendi boschivi che colpivano l’intero territorio nazionale, ho avuto il mio “bat-

tesimo di fuoco”. Ho potuto così subito apprezzare la notevole capacità organizzativa e l’elevato livello professionale dell’intero Corpo naziona-le, capacità che, insieme all’encomiabile abnegazione e all’alto senso del dovere, ne caratterizzano e sostengono l’agire quotidiano. Costituisce infatti un dato innegabile il costante riferimento che i vigili del fuoco rappresentano per i cittadini, con il loro gravoso compito sempre assolto con immediatezza e competenza a tutela della popolazione. In questi mesi trascorsi alla guida di un così prestigioso Dipartimento ho profuso tutte le mie energie nell’ottica di rendere quanto più sicuro possibile e conseguentemente sereno lo svolgimento dei compiti istitu-zionali da parte degli operatori, cercando di farmi interprete nelle sedi opportune delle loro esigenze. Mi piace ricordare i risultati che abbiamo raggiunto insieme nella complessa gestione delle problematiche con-nesse alla lotta attiva agli incendi boschivi; nella definitiva consacrazio-ne della centralità del Corpo nazionale nell’ambito del sistema sicurez-za allargato; nella nuova disciplina per la sicurezza nei luoghi di lavoro, quale aspetto fondante di ogni società civile, che, pur nel nuovo asset-to costituzionale, è stata mantenuta alla competenza dello Stato e, per esso, del Corpo.

Voglio anche ricordare il nuovo concorso pubblico per vigile del fuoco e, soprattutto, alcuni provvedimenti centrali per il desti-no del Corpo nazionale, come il regolamento di servizio, che vuo-

le essere uno degli strumenti fondamentali per la centralità del Corpo stesso nell’ambito del sistema della sicurezza allargata. Esso infatti det-ta regole chiare e funzionali per rendere sempre più confacenti i modelli operativi alle effettive esigenze della collettività; il provvedimento per la rivisitazione delle funzioni e delle articolazioni delle Direzioni regionali, con il quale si realizza un effettivo decentramento ed una organizzazio-ne delle strutture periferiche del Corpo nazionale, sempre più confacen-te alle nuove realtà del Paese.Tutti questi provvedimenti assicureranno regole e percorsi che, final-mente, consentiranno ad una struttura antica e fondamentale per la no-stra società di avere un assetto moderno e coerente con il nuovo ordina-mento costituzionale. Un pensiero commosso lo voglio infine dedicare all’amico Giorgio Mazzini, capo del Corpo dei vigili del fuoco scomparso improvvisamente nell’adempimento dei propri doveri istituzionali, la cui esperienza e collaborazione sono state per me una insostituibile risorsa.

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cambio al verticedel corpo nazionale

Pecoraro

"Grazie a uomini fondamentali per la sicurezza del Paese"

Francesco Paolo Tronca è stato nominato,

nel consiglio dei ministri del 28 novem-

bre, nuovo capo del Dipartimento dei vigili

del fuoco, del soccorso pubblico e della di-

fesa civile in sostituzione del prefetto Giu-

seppe Pecoraro, designato nell'incarico di

nuovo prefetto di Roma, in sostituzione del

prefetto Carlo Mosca. Al prefetto Pecoraro

vanno l’affettuoso saluto del Corpo naziona-

le dei vigili del fuoco, i ringraziamenti per la

fiducia e l’appoggio dimostrato alla nostra

rivista e gli auguri più sentiti per il nuovo

prestigioso incarico. Al Prefetto Tronca va

il caloroso benvenuto da parte del Corpo

nazionale dei vigili del fuoco e di Obiettivo

sicurezza.

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È dal 2 dicembre che ho assunto le funzioni di capo del Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile. È troppo poco tempo, dunque, per poter parlare approfonditamente delle questioni che riguardano da vicino i Vigili del fuoco.Posso però dire che mi accingo ad adempiere al

prestigioso incarico conferitomi con l’assoluta consapevolezza di quanto siano delicati e fondamentali, all’interno del sistema della sicurezza generale, i ruoli del Dipartimento e del Corpo nazionale, più che mai quotidianamente protesi a coniugare le caratteristiche di una moderna Amministrazione – prontezza, agilità, innovazione tecnologica, massima efficienza e determinazione – con quelle di sicurezza e protezione dei cittadini e delle loro comunità. Ecco in cosa consiste l’impegno quotidiano dei Vigili del fuoco: infondere certezze, creare punti di riferimento solidi, intervenendo con sensibilità avanzata sulle criticità emergenti, facendo sì che la cittadinanza abbia fiducia nello Stato, una fiducia basata su obiettivi raggiunti, su risultati concreti, su risposte immediate, su un approccio non burocratico alle innumerevoli problematiche di ogni giorno. Per realizzare ciò è necessario il massimo coordinamento delle forze in campo e l’ottimizzazione di ogni risorsa, ma è anche importante un ampio coinvolgimento degli enti locali, sempre più protagonisti e responsabili nel garantire la qualità della vita quotidiana.

Di tutto ciò sono fermamente convinto e assumo l’incarico con la certezza di poter contare sulla grande tradizione di efficienza e sullo spirito di servizio degli appartenenti al

Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, in ogni sua componente, permanente e volontaria. Per questo confido anche nella collaborazione attenta e proficua delle organizzazioni sindacali. Appena insediato, ho subito partecipato con commozione alla cerimonia per la ricorrenza di Santa Barbara, Patrona dei Vigili del fuoco, che rappresenta un momento di festa ma anche di deferente raccoglimento, di rispettoso ricordo di quanti, nel nome del servizio e dello Stato, hanno sacrificato la propria vita. Nel ringraziare le donne e gli uomini del Corpo nazionale per l’opera che svolgono sul territorio con coraggio, umanità ed indiscussa dedizione al servizio della collettività, formulo a tutti loro l’augurio di proseguire con orgoglio un cammino ricco nel passato di importanti momenti e di grandi traguardi, ma ancor più ricco nel futuro di obiettivi, che verranno sicuramente raggiunti come sanno fare i Vigili del fuoco, che tante pagine hanno scritto e ancora dovranno scrivere nella storia del nostro Paese.

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chi èfrancesco paolo Tronca

tronca

"Insieme per un futuro ricco di obiettivi da raggiungere" Francesco Paolo Tronca è nato a Palermo

il 31 agosto 1952. Ha completato gli studi in Toscana, laureandosi a Pisa nel 1975 in giurisprudenza e successivamente, sempre nello stesso ateneo, in storia. Abilitato

all'esercizio della professione forense, dopo aver compiuto il servizio militare come ufficiale cpl. nella guardia di finanza, ha superato

il concorso di Commissario di polizia, prendendo servizio a Varese nel 1977. Il 1° marzo 1979, dopo aver vinto il concorso di consigliere di prefettura, ha iniziato la carriera

nell'amministrazione civile dell'Interno presso la prefettura di Milano, ricoprendo, da subito, l'incarico di capo della

segreteria del prefetto e, quindi, gli incarichi di vice

capo di gabinetto e poi di capo di gabinetto, rispettivamente per 8 e 7 anni, fino al 1° luglio del 2000, data della nomina a viceprefetto vicario di

Milano. Nella seduta del Consiglio dei Ministri del 23

maggio 2003 è stato nominato Prefetto della Repubblica e gli è stata assegnata la titolarità della Sede di Lucca. Il 6 aprile 2006 è stato destinato a svolgere le

funzioni di prefetto nella provincia di Brescia. Grande ufficiale al merito della Repubblica Italiana, particolarmente esperto di sicurezza pubblica, di mediazione sociale, di problematiche dell'immigrazione e gestione di emergenze, è cultore della materia di storia del diritto italiano presso l'università statale di Milano ed autore di diverse pubblicazioni. Dal 28 novembre 2008 è capo del Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile.

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sicurezza stradale

Su strade e autostradesempre in prima lineaTroppi incidenti stradali e soprattutto troppe giovani vittime. come intervengono i vigili del fuoco per dare più sicurezza agli automobilisti di dino poggiali

gli incidenti stradali: una piaga sociale che ogni anno provoca più morti che a casa e al lavoro,

che brucia soprattutto quando in gioco ci sono le vite dei giovani ragazzi e ra-gazze. Per mitigare gli effetti degli inci-denti sulle strade, i vigili del fuoco sono schierati da sempre in prima linea: ogni anno sul territorio nazionale sono ri-chiesti ed effettuati circa 40.000 inter-venti per soccorrere ed estrarre perso-ne incastrate in veicoli, per mettere in sicurezza auto cisterne incidentate con-tenenti sostanze pericolose, per spe-

gnere incendi di mezzi su sede strada-le o in gallerie o per rimuovere ostacoli al traffico, per mettere in sicurezza sedi stradali e/o mezzi. Gli interventi di soc-corso sul sedime stradale costituiscono una parte rilevante del lavoro dei vigi-li del fuoco: non tutti sanno che questa tipologia di intervento costituisce, dopo gli incendi, la seconda causa di inter-vento per i vigili del fuoco, pari a circa il 6% di tutte le operazioni di soccorso effettuate. Nella provincia di Torino, ad esempio, nel corso del 2007 sono stati effettuati dai vigili del fuoco circa 1500

interventi per incidenti stradali, vale a dire mediamente più di 4 al giorno; in quella di Roma gli interventi sono sta-ti più di 1400. È per questo motivo che attenzione ed impegno profusi nel set-tore dal Corpo nazionale sono signifi-cativi e ritenuti di primaria importanza sotto il profilo organizzativo e finanzia-rio. I mezzi di soccorso hanno un ca-ricamento specifico per far fronte agli scenari più ricorrenti: si va dalle pinze e divaricatori per intervenire sulle par-ti di carrozzeria di un mezzo incidenta-to, alle auto gru utilizzate per rimozioni

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o spostamenti di ostacoli da sedi stra-dali, alle apparecchiature tecniche per lo spiazzamento di prodotti pericolosi fino, ovviamente, a quanto necessario per l’estinzione di incendi su sedi stra-dali. Il personale è specificamente ad-destrato ad intervenire non solo negli scenari più ricorrenti, che sono quelli ove necessita estrarre persone incastra-te in un abitacolo, ma anche quelli più tecnici, quale ad esempio il recupero di una sostanza pericolosa da una cisterna incidentata che avviene secondo proce-dure codificate e con l'utilizzo di attrez-zature tecniche specifiche. In particola-re, alla scuola di formazione operativa del Corpo, di Montelibretti, e in altre sedi dei vigili del fuoco vengono tenuti corsi denominati “LPG transport emer-gency” per addestrare i soccorritori in uno degli interventi più frequenti: il tra-vaso in emergenza di GPL (gas di petro-lio liquefatti) da veicoli-cisterna inci-dentati o ribaltati. Gli autotrasportatori che guidano mezzi trasportanti sostan-ze pericolose, nominati dall'ADR 2007, devono frequentare un corso che li abi-liti al loro trasporto. Nei programmi di questi corsi non sono previsti argomen-ti che trattano come comportarsi in si-tuazioni di emergenza, mentre sarebbe auspicabile che l’esperienza acquisi-ta dai vigili del fuoco nelle esercitazio-ni e nella pratica potesse essere da loro trasmessa verso tale categoria di lavora-tori. In media 450 volte all’anno ai VVF viene richiesto di effettuare interven-ti in gallerie stradali o ferroviarie dove, in caso d’incendio, il calore sprigionato ed il fumo prodotto mettono a dura pro-va le capacità professionali ed operative del vigile del fuoco.

l’intervento in caso di incidente stra-dale presuppone quasi sempre il soccor-so ad una o più persone traumatizzate: per questo motivo tutti i vigili del fuoco del Corpo nazionale hanno conseguito i brevetti in tecniche di primo soccor-so sanitario (TPSS) ed in supporto vita-le del trauma (SVT) che consentono loro di sviluppare l’approccio all’infortunato con l'opportuna conoscenza delle tecni-che di estricazione e delle criticità con-nesse allo status di traumatizzato che

necessita nell’immediato di essere stabi-lizzato prima di essere mosso dalla sua posizione. Questo bagaglio professio-nale, uno dei segni caratteristici dell’al-ta professionalità del soccorritore vigile del fuoco, lo accompagna sin dalla sua prima immissione nel servizio operati-vo in quanto previsto ormai da anni in tutti i corsi di formazione per l’accesso al ruolo, e viene periodicamente aggior-nato con sedute di retrainig che man-tengono addestrati i soggetti interessati. Sulle strade non siamo mai i soli a dover intervenire su un sinistro: la collabora-zione con il servizio di soccorso sanita-rio viene ritenuta assolutamente strate-gica per il buon esito di un intervento. Ed ecco allora la stipula di protocolli di intesa 115-118, necessari per una rapida attivazione reciproca delle squadre di intervento quando pervengono richieste di soccorso per incidenti stradali ad en-trambi i numeri unici di emergenza, per la pianificazione di intervento su scena-ri complessi effettuata su base comune e l'attività formativa ed addestrativa con-divisa. La tempestività dell’intervento di soccorso dei vigili del fuoco in caso di incidente stradale può salvare molte vite umane. Purtroppo, però, quando la den-sità di traffico è elevata, può capitare che

a seguito di incidenti si formino lunghe code di veicoli che rendono impossibile o estremamente difficoltoso raggiunge-re il luogo ove è richiesto il soccorso dei vigili del fuoco. In alcuni rari casi è pos-sibile superare l’ostacolo tramite squa-dre di vigili del fuoco elitrasportate che vengono calate direttamente dall’eli-cottero in prossimità del luogo dell’in-cidente con attrezzature di intervento compatibili con il limite di carico di un elicottero e con le difficoltà di trasbordo del materiale a terra.

in altri casi, per abbattere i tempi necessari a raggiungere uno scena-rio di crisi, in alcuni periodi dell’anno squadre di vigili del fuoco si posiziona-no in prossimità dei tratti autostradali più congestionati con mezzi attrezza-ti all’intervento specifico o effettuano una vigilanza sulle tratte a maggior ri-schio. Un esempio di tale attività è for-nito dall’accordo intercorso tra i sogget-ti interessati per garantire un soccorso più efficace sulle tratte dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria soggette a la-vori di manutenzione: squadre di vigi-li del fuoco garantiscono la loro presen-za su queste tratte al fine di garantire la massima tempestività d’intervento.

2007 2008

Incidente stradale generico 36.746 32.598

Incidente stradale con mezzo trasportante merci pericolose 237 188

Ribaltamento di mezzo trasportante merci pericolose 253 135

Rimozione ostacoli non dovuti al traffico 2.676 2.671

ToTALe INTeRVeNTI 39.912 35.592

*a cura del Servizio Statistico Centrale - Area Ix Telecomunicazione e Statistica

interventi per IncIdenTI sTradalI*

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secondo gli ultimi dati dif-fusi dall'Istat, ogni gior-no in Italia si verificano

in media 633 incidenti strada-li, che provocano la morte di 14 persone e il ferimento di altre 893. Nel 2007 sono stati rile-vati 230.871 incidenti strada-li, che hanno causato il decesso di 5.131 persone, mentre altre 325.850 hanno subito lesioni di diversa gravità. L’analisi dell’in-cidentalità nel lungo termine mostra una costante riduzio-ne della gravità e dell'indice di mortalità degli incidenti nono-stante, nello stesso periodo, il parco veicolare sia cresciuto del 15,7%.

i luoghi dell'incidente. La maggior parte degli incidenti avviene sulle strade extraurbane e in città. Nel 2007 sulle strade urbane si sono verificati 176.897

633 incidenti, 14 morti, 893 feriti al giorno

sicurezza stradale

700600500400300200100

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370434

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Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set ott Nov Dic

MortI oGNI MeSe PeR INCIDeNTI STRADALI (2007) IN NeReTTo LA MeDIA GIoRNALIeRA

25.000

20.000

15.000

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17.519

565582

616 657696 722 747

544 555

19.08816.299

19.71921.65621.575

23.145

16.852

20.16319.612 18.026

17.217

Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set ott Nov Dic

InCIDentI StrADALI AL MeSe (2007) IN NeReTTo LA MeDIA GIoRNALIeRA

654650

601

dalle statistiche Istat la radiografia di una strage continua

di marina cavicchioli

incidenti (76,6% del totale) che hanno causato 238.712 feriti (pari al 73,3% sul totale) e 2.269 morti (pari al 44,2%). Viceversa sulle autostrade si sono verificati 13.635 incidenti (pari al 5,9% del totale) con 23.135 feriti (pari al 7,1%) e 526 decessi (pari al 10,3%). Rispetto al 2006 - anche a seguito dell’introduzione del nuovo sistema di controllo elettronico sulla velocità media (sistema Tutor) - si è ridotta in misura significativa il numero di morti sulle autostrade (-10,8%).

ecatombe d'estate. L’in-dice di mortalità, analogamen-te a quanto registrato per l’anno 2006, risulta più elevato in cor-rispondenza del mese di agosto (2,7 morti ogni 100 incidenti), in occasione degli esodi estivi.

venerdì nero. Il venerdì si conferma il giorno in cui si con-centrano il maggior numero di in-cidenti e di feriti ma la frequenza più elevata di morti si osserva il sabato (904 decessi pari al 17,6%). i picchi della giornata. Durante l’arco della giornata, un primo picco si riscontra tra le 8 e le 9 del mattino, un secondo tra le 12 e le 13 ma il picco più elevato di incidentalità si registra intorno alle 18. L’investimento di pedone rappresenta l’8% degli incidenti: si registrano 18.368 casi in cui hanno perso la vita 571 persone e 20.937 sono rimaste ferite.

le cause. Mancato rispetto del-le regole di precedenza, guida distratta e velocità troppo eleva-ta sono le prime tre cause di in-cidente e costituiscono da sole il

45% dei casi. In città l'infrazione determinante è il mancato rispet-to del semaforo rosso mentre sul-le strade extraurbane è l'eccesso di velocità. Lo stato psico-fisico alterato del conducente, pur non rappresentando una percentuale elevata del totale dei casi, provo-ca gli incidenti più gravi.

giovani e gli anziani. Nel complesso, la fascia più colpita dalle conseguenze degli inciden-ti stradali è quella tra i 25 e i 29 anni mentre le vittime più fre-quenti degli investimenti stradali sono gli anziani da 80 a 84 anni.

i costi sociali. La stima dei costi sociali degli incidenti stra-dali per l’anno 2007 - perdita del-la capacità produttiva, costi uma-ni, costi sanitari, danni materiali - risulta di oltre 30 miliardi euro, il 2% del Pil.

Anno 2007 2006 Variazione %

INCIDENTI 230.871 256.546 -3%

MORTI 5.131 7.061 -9,5%

FERITI 325.850 360.013 -2.1%

scontro frontale/laterale > 37%

tamponamento > 18%

scontro laterale > 12%

uscita di strada > 9% investimento pedone > 8%

scontro frontale > 7%

urto contro ostacolo > 3%

caduta da veicolo > 2%

urto con veicolo fermo > 1%I PrInCIPALI tIPI DI InCIDente (2007)

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sicurezza stradale

il trasporto su strada delle merci pericolose è oggetto dell’accordo

internazionale Accord Dangereuses Route (ADR) firmato a Ginevra il 30/09/1957 e depositato presso il segretariato generale dell’ONU. L’ADR è stato ratificato in Italia con legge 12/08/1962, n. 1839. L’accordo è costituito da 17 articoli, un protocollo d’intesa riguardanti l’efficacia delle norme, le eventuali riserve concesse ai paesi contraenti per la regolamentazione nazionale e le procedure di modifiche e di firma, nonché da due allegati. I trasporti ADR rimangono comunque sottoposti alle prescrizioni nazionali ed internazionali riguardanti la circolazione stradale, secondo quanto riportato nell’Accordo, il quale riporta le prescrizioni da rispettare per garantire la safety e, dal 2005, anche la security, durante la fase del trasporto stradale di merci e rifiuti pericolosi.In Italia nel passato coesisteva un doppio sistema normativo: l’ADR per i trasporti internazionali e le norme interne per i trasporti nazionali. L’Unione Europea, con la direttiva 94/55/CEE del 21/11/1994, ha reso obbligatoria, dal 1° gennaio 1997, l’applicazione delle norme contenute negli allegati all’accordo ADR anche ai trasporti interni ai singoli Stati, ai fini di realizzare il mercato unico anche nel settore dei trasporti. Gli emendamenti biennali all’ADR, da allora, formano oggetto di direttiva comunitaria che viene recepita nell’ordinamento italiano con decreto del Ministro dei Trasporti. Le eventuali norme interne allo Stato sono applicabili solo

Quando sulle strade trovile merci pericolose

qualora non siano in contrasto con l’ADR. L’accordo riporta la maggior parte delle disposizioni in due allegati:

allegato A: disposizioni a

sulle sostanze, preparati e sugli oggetti pericolosi;allegato B: disposizioni a

sull’equipaggiamento e sulle modalità di trasporto.

L’allegato A specifica quali sostanze, preparati e oggetti pericolosi non possono essere trasportati e quali sostanze o preparati (compresi i rifiuti) possono essere trasportati sotto determinate condizioni. Esso contiene: le prescrizioni per i contenitori, gli imballaggi

e l’etichettatura; i requisiti di costruzione e di prova per gli imballaggi e le cisterne; le disposizioni sulle modalità di trasporto, carico, scarico e movimentazione e infine gli obblighi del “consulente per la sicurezza nei trasporti” e degli addetti al trasporto (speditore, imballatore, trasportatore, ecc…).L’allegato B contiene: le prescrizioni riguardanti gli equipaggiamenti e le modalità per il trasporto delle merci pericolose specificate nell’Allegato A ed i requisiti per la costruzione e l’approvazione dei veicoli in regime ADR. Il nucleo delle norme ADR è

gli incidenti si complicano se ad essere coinvolti sono mezzi che trasportano oggetti o sostanze a rischio. ecco perché le istituzioni europee hanno regolamentato il delicato settore di paola blotta e salvatore corrao

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la tabella nominativa delle sostanze che riporta in codice, per ciascuna sostanza, le singole prescrizioni che la riguardano (classificazione, etichette, imballaggio, numero di pericolo, ecc…). Dalla consultazione della tabella si costruisce agevolmente il quadro normativo di quella specifica sostanza, con immediata individuazione delle eventuali violazioni. Le modifiche più significative della versione ADR del 2007 sono ad esempio: le restrizioni al trasporto di merci pericolose nelle gallerie stradali a seguito della loro eventuale classificazione in cinque categorie, la nuova etichetta per i perossidi organici, la nuova tabella dei fuochi pirotecnici, nuove disposizioni per gli aerosol. L’ADR 2007 conferma tutte le disposizioni relative alla security, sicurezza e prevenzione contro l’uso improprio di merci pericolose ad alto rischio per fini terroristici, compresa la relativa formazione degli addetti al trasporto (speditore, trasportatore, ecc...) e l’adozione di specifici “piani di sicurezza”.Infine, con l’ADR 2007, si fa un ulteriore passo in avanti verso l’allineamento con i criteri di classificazione di sostanze e preparati pericolosi previsti dall’ONU nel “GHS - globally harmonized system of classification and labelling of chemicals” (sistema globale armonizzato di classificazione ed etichettatura dei prodotti chimici), che tenderà a unificare i numerosi regolamenti che obbligano i produttori ad adeguare i sistemi di classificazione a seconda dei paesi in cui producono o esportano.

il carro-fiamma: aTTrezzaTure per glI IncIdenTI sTradalI

vAnO AnTeriOre1 mototroncatrice a

Oleomac1 motosega Oleomac a

1 Tirfor T35 a

1 divarivatore pe a

presa Hurst1 cesoia per presa a

Hurst

vAnO POSTeriOre1 divaricatore per Lukas a

1 cesoia per Lukas a

1 pistone Holmatro a

con base antiscivolo1 Binda a

1 centralina presa Hurst a

1 cesoia isolante a

imPeriALe1 pompa manuale per accessori Lukas a

1 trancia bulloni a

1 kit leva alzatombini con accessori a

vAnO CenTrALe1 cassa con autoprotettore a

1 cassetta con martello a

demolitore con accessori a

2 bombole ad aria per cuscini a

di cui uno con riduttore3 cuscini Wetter a

1 gruppo Arcair a

le attrezzature da "taglio"

Tagliare, forare e sezionare materiali diversi: spesso una necessità per i vigili del fuoco che si trovano ad intervenire nelle situazioni più disparate. dietro a tutto questo c’è una specifica formazione e tanta esperienza di francesca stopponi

le squadre dei Vigili del Fuo-co, nell’estrema varietà degli

interventi che devono quotidia-namente affrontare, si trovano frequentemente a dover accede-re a luoghi chiusi tagliando por-te, inferriate, cancelli metallici; a dover soccorrere infortunati o ri-pristinare la circolazione strada-le sezionando veicoli incidentati o deragliati, o abbattendo alberi resi pericolanti dalle intempe-rie; oppure a dover rimuovere le macerie prodotte da crolli di edifici, tagliando e frantumando le strutture collassate, sia in ac-ciaio che in cemento armato. In queste e in molte altre situazio-ni di emergenza, le operazioni vengono effettuate impiegando attrezzature diverse che, sep-pur non studiate esclusivamente per il soccorso tecnico urgente, consentono di tagliare, bucare, fondere materiali di varia natu-ra. I vigili del fuoco acquisisco-no la necessaria padronanza nell’utilizzo di tali attrezzature, non solo apprendendo le tecni-

che per lavorare in modo efficace, ma anche imparando a ridurre al massimo i rischi per sé e per gli al-tri, controllando e mantenendo lo stato di efficienza degli strumen-ti di lavoro, operando con cura ed attenzione e proteggendosi con i previsti D.P.I. (dispositivi di prote-zione individuale). Durante i corsi di formazione, i vigili imparano ad utilizzare correttamente le attrez-zature da taglio che, una volta in servizio, troveranno in caricamen-to sui mezzi di soccorso:

la a motosega, per il taglio di materiali legnosi;la a mototroncatrice, per il ta-glio di elementi metallici, pie-tra, cemento armato e mu-ratura (a seconda del disco montato);la a lancia termica, per il taglio e la foratura di elementi metallici e la frantumazione del calce-struzzo.gruppo idraulico di salvataggio a

con cesoie e divaricatore per il taglio e l’apertura di lamiere.

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14 obIeTTIvo sIcurezza

sicurezza stradale

polizia stradale, da 60 anni al servizio della nostra sicurezzaprevenzione, repressione della guida pericolosa e informazione ai cittadini sono le attività principali per il controllo operativo del teritorio di roberto sgalla*

l’Italia è il Paese europeo con la maggiore densità di veicoli ri-spetto al numero di abitanti, se-

conda solo al Lussemburgo che, peraltro, con i suoi 450.000 residenti è comunque una realtà a sé stante, paragonabile ad una nostra città.I dati più recenti disponibili su scala eu-ropea (Istat 2002), mostrano infatti che l’Italia contava 726 veicoli ogni 1.000 abi-tanti (su una popolazione di 58 milioni di abitanti), l’Austria 662,2, la Grecia 633,7, la Germania 620,2, la Spagna 612,0, e la Francia 595,5. Dai dati forniti dal ministero dei Tra-sporti, inoltre, questo valore è in costan-te aumento dal 2004. L’Italia, infatti, con 43.950.905 veicoli, rispetto alla popo-lazione residente di 58.462.375 abitan-ti, presenta una densità di 751,78 veicoli ogni 1.000 abitanti. A fronte di una costante crescita del par-co veicolare, la rete stradale è rimasta so-stanzialmente invariata. Infatti, le im-matricolazioni dei veicoli nell’ultimo decennio hanno registrato un aumento del 22 %, mentre la rete stradale è aumen-

tata solo del 4 %. A ciò si aggiunge che il trasporto su gomma costituisce notoria-mente la modalità prevalente di traspor-to delle merci.L’elevato tasso di motorizzazione, i con-sistenti volumi di traffico, il costante au-mento del trasporto merci su strada sono

tutti fattori che incidono negativamente sul fenomeno infortunistico nel nostro Paese. Secondo i dati raccolti dall’Istat, nel 2007 sono stati rilevati 230.871 inci-denti stradali, che hanno causato la mor-te di 5.131 persone e 325.850 feriti. In bre-ve, ogni giorno perdono la vita 14 persone

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15obIeTTIvo sIcurezza

Conoscere nei minimi particolari la nostra automobile, tenerla sempre in perfetta efficienza, conoscere le dotazioni e la documentazione da tenere sempre a bordo, come fare le revisioni, come dislocare i carichi, come trasportare bambini o animali. essere a conoscenza degli obblighi legati alla patente, saper intervenire e tutelare i nostri diritti in caso di incidente. Insomma tutto ciò che deve far parte del bagaglio di ogni automobilista è stato raccolto da Poliziamoderna, la rivista ufficiale della Polizia di Stato, in tre pratici inserti staccabili (Il veicolo, I documenti e le persone, Gli obblighi e i diritti dell’utente in caso di incidente) da conservare nella propria auto, sempre a portata di mano. I fascicoli, curati da esperti della polizia stradale, saranno disponibili a partire da dicembre (e poi gennaio e febbraio) sulla rivista ufficiale della Polizia e consultabili per tutti gli abbonati sul sito www.poliziamoderna.it. Un contributo per migliorare comportamenti di guida inadeguati che causano ogni anno migliaia di incidenti e che si affianca alle numerose campagne di prevenzione e alle iniziative della Polizia di Stato.

guida sicura l'InserTo specIale dI polIzIamoderna

polizia stradale, da 60 anni al servizio della nostra sicurezza

e almeno 893 rimangono ferite con lesio-ni di varia gravità. Rispetto al 2006 si re-gistra, comunque, una diminuzione del numero degli incidenti (-3%) del nume-ro dei feriti (-2,1%) e del numero dei mor-ti (9,5%). Dato quest’ultimo che segna la più consistente diminuzione percentuale registrata nel 2007 in ambito europeo ma che ancora non avvicina l’Italia all’obiet-tivo dell’abbattimento del 50% della mor-talità entro il 2010 fissato dall’Ue. L’attivi-tà della polizia stradale, quale specialità della polizia di Stato, si muove nella com-plessità del quadro di riferimento appe-na tratteggiato.Forte di una professionalità collaudata sul territorio da oltre sessant’anni, la po-lizia stradale è l’articolazione che con-sente al ministero dell’Interno di svolge-re l’azione di coordinamento operativo e strategico nel settore della sicurezza stradale.Nel concentrare le proprie risorse lungo i 7.000 chilometri della rete autostradale italiana e lungo le direttrici della grande viabilità extraurbana, l’attività si svilup-pa principalmente:

nell’area della prevenzione, con la pre- a

senza sul territorio e moduli operati-vi in costante evoluzione per esaltare l’innata prossimità al cittadino della pattuglia della polizia stradale;nell’area della repressione dei com- a

portamenti di guida pericolosi, grazie anche all’uso della tecnologia (come da ultimo il tutor) che amplifica in modo esponenziale la capacità di con-trollo;nell’area dell’informazione (realizza- a

ta grazie anche a campagne di sicu-rezza stradale come il Progetto Icaro o Guido con Prudenza) nella convinzio-ne che per elevare gli standard di si-curezza sulle strade occorra anzitutto un cambiamento culturale.

La natura della sicurezza stradale è tipi-camente trasversale: attraversa compiti e responsabilità differenti, che fanno capo a soggetti diversi, pubblici e privati.Più che in altri settori è avvertita la neces-sità di un’azione coordinata a vantaggio della tempestività ed efficienza degli in-terventi. Per vincere la partita della sicu-rezza sulle strade occorre dunque un “gio-co di squadra”, serve uno sforzo sinergico e la condivisione degli obiettivi.E’ quel circolo virtuoso che va sotto il nome di sicurezza partecipata: il coinvol-gimento di tutti gli attori, non solo pub-blici, che in qualche modo possono con-tribuire a rendere più sicuro il territorio e le strade, determinando un diffuso senso di fiducia nei cittadini. Ne è espressione il Centro nazionale per il coordinamento delle emergenze in materia di viabilità che ha il compito di adottare decisioni rapide e condivise per gestire le situazioni di cri-si (come quelle derivanti da gravi avversi-tà atmosferiche o dai grandi esodi per le vacanze). Istituito nel 2005, è presieduto dal direttore del servizio polizia stradale e ne fanno parte rappresentanti del dipar-timento dei vigili del fuoco del soccorso pubblico e della difesa civile, del diparti-mento degli affari interni e territoriali, del ministero delle Infrastrutture e Traspor-ti, del dipartimento della protezione ci-vile, dell’Arma dei carabinieri, dell’ANAS, dell’AISCAT e delle ferrovie dello Stato.

*Direttore del servizio polizia stradale del Dipartimento della pubblica sicurezza

A fianco, Roberto Sgalla. A sinistra, controlli con l'autivelox. Sotto a destra, copertina di "Polizia Moderna", la rivista ufficiale della polizia di Stato

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sicurezza stradale

il centro di coordinamento per la viabilità

Istituita nel 2005, la struttura è stata ideata per il soccorso in situazioni critiche. negli scenari di

rischio detta la linea operativa di giorgio alocci

a seguito degli eventi meteorolo-gici sull'Italia Centro-Settentrio-nale nel gennaio e febbraio 2004

che hanno determinato notevoli situazio-ni di criticità sulla rete autostradale, la ri-soluzione n.7-00423, approvata il 13 luglio 2004 dalle Commissioni VIII e IX riuni-te della Camera dei Deputati, impegnò il Governo a costituire presso il ministero dell'Interno una struttura di coordina-mento per fronteggiare le crisi sulla rete stradale ed autostradale derivanti da even-ti meteorologici o calamitosi in genere. Il decreto interministeriale del 27 genna-io 2005 ha istituito il centro di coordina-mento nazionale in materia di viabilità presieduto dal direttore del servizio poli-zia stradale e composto da rappresentan-ti: del dipartimento dei vigili del fuoco del soccorso pubblico e della difesa civile, che svolgono la funzione di vice presidente, del dipartimento degli affari interni e ter-ritoriali, del ministero delle Infrastruttu-re e Trasporti, del dipartimento della pro-tezione civile, dell'Arma dei carabinieri, dell'Anas, dell'associazione italiana socie-tà concessionarie autostrade e trafori (AI-SCAT) e delle ferrovie dello Stato. La proiezione operativa del centro sul territorio è assicurata dai comitati ope-rativi per la viabilità, istituiti presso le prefetture. Il centro nazionale, nel caso di situazio-ni critiche, assicura l'immediata adozione delle misure di assistenza e soccorso ne-cessarie, seguendo l'evoluzione dell'even-to, effettuando rilevazioni, analisi e veri-fiche, acquisendo gli elementi conoscitivi e di valutazione su situazioni di rischio in

atto o potenziali sul territorio ed operan-do in collegamento con il Centro di coor-dinamento delle informazioni sul traffi-co, sulla viabilità e sulla sicurezza stradale (CCISS) per assicurare le informazioni ai cittadini e agli automobilisti. Per le attività di studio, analisi e pianifi-cazione, il centro nazionale definisce le modalità operative di coordinamento, in-dicando criteri uniformi per la raccolta e trasmissione di dati e notizie sugli scenari di rischio, sulle risorse disponibili e sugli eventi da monitorare.Il centro nazionale opera presso il servi-zio polizia stradale del dipartimento del-la PS e si avvale delle risorse umane, logi-

stiche e tecnologiche del servizio stesso. Dalla sua costituzione il centro si è riuni-to in numerose occasioni di criticità del si-stema viario per situazioni incidentali (in-cidenti stradali che hanno visto coinvolti mezzi trasportanti sostanze pericolose, incendi di bosco i cui prodotti di combu-stione hanno coinvolto le sedi autostrada-li e autostradali) e per condizioni meteo-rologiche avverse.Particolarmente significativa l’attività prodotta dal centro nella fase di preven-zione in occasione di particolari periodi dell’anno ed in concomitanza con alcune festività aventi rilevanza nazionale (du-rante l’estate, per il ponte dell’Immacolata

Le competizioni sportive sono da sempre utilizzate come banco di prova per lo sviluppo di nuove idee e tecnologie. Quelle motoristiche in particolare costituiscono

tecnologie

dalla pIsTa alla sTradadi michele di grezia

sin dai loro albori, un vero e proprio laboratorio di ricerca per lo sviluppo di materiali tecnologicamente innovativi e per l’ammodernamento dei processi

industriali di produzione. Si pensi ad esempio ai telai delle autovetture, passati da una classica struttura longheroni

e traverse, peraltro tuttora utilizzata per i “veri” fuoristrada, ad una scocca in lamiera sagomata e

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17obIeTTIvo sIcurezza

ecc.), interessati da spostamenti di massa per raggiungere le località di villeggiatura ovvero per i rientri nelle grandi città.Nell’ambito delle attività di gestione delle crisi inerenti la viabilità, la struttura:

assicura la tempestiva adozione delle a

misure di assistenza e soccorso neces-sarie;segue l’evoluzione dell’evento, effet- a

tuando rilevazioni, analisi e verifiche;acquisisce elementi conoscitivi e di va- a

lutazione su situazioni di rischio in atto o potenziali;opera in collegamento con il C.C.I.S.S. a

per assicurare le informazioni ritenute necessarie.

Per le attività di studio, analisi e pianifica-zione il centro nazionale:

definisce le modalità operative di coor- a

dinamento indicando criteri uniformi per la raccolta e trasmissione di dati e notizie sugli scenari di rischio, sulle ri-sorse disponibili e sugli eventi da mo-nitorare, al fine di assicurare procedure omogenee;esamina, in collegamento con i comita- a

ti operativi per la viabilità, i piani di set-tore, promovendo l’attuazione ed il co-ordinamento delle misure preventive;promuove l’armonizzazione dei proto- a

colli stipulati dai comitati operativi per la viabilità.

Le pianificazioni sviluppate dal centro sia nei periodi estivi che per i flussi di traffico verso le località turistiche, che nel periodo invernale per fronteggiare preventivamente le avversità climati-che hanno indicato i tratti autostrada-li e stradali più trafficati, i giorni criti-ci, la diffusione delle informazioni sui canali di pubblica utilità, le aree pre-disposte per l’accumulo dei mezzi pe-santi, quelle per assicurare i presidi di soccorso ed assistenza per gli automo-bilisti, i cantieri presenti, con particola-re riferimento ai lavori che interessano la Salerno-Reggio Calabria, e i percorsi alternativi.

rinforzata, ormai di uso comune non solo sulle utilitarie ma anche sulle berline più prestigiose.Rimanendo in Formula 1, occorre segnalare l’evoluzione degli impianti frenanti che hanno visto l’adozione, dopo anni di sperimentazione, di dischi in materiale ceramico che, anche se

sottoposti alle elevatissime temperature che si generano in frenata, non subiscono alcun cedimento. Analogo discorso valga per le applicazioni elettroniche, come l’ABS (Antilock Braking System) o l’eSP (elektronisches Stabilitatsprogramm), ormai di uso comune sulle vetture in commercio, o l’installazione dei modernissimi fari allo

xeno, impiegati per la prima volta nelle gare notturne di velocità. In tema di sicurezza stradale, un contributo fondamentale viene dall’adozione di nuovi serbatoi per il carburante, anch’essi sviluppati nelle gare, che consentono di abbattere il rischio derivante da possibili urti o schiacciamenti, evitando o limitando fortemente la fuoriuscita del carburante stesso.

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obIeTTIvo sIcurezza

sicurezza stradale l'InTervIsTa

Il presidente pietro ciucci:in arrivo un nuovo sistema

di videosorveglianza.risposte immediate

per assicurare la fruibilità della rete

di clara modesto

Efficienza,manutenzione,

informazione:Anas, obiettivo

qualità

18

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19obIeTTIvo sIcurezza

nella pagina sinistra, il Presidente Anas Pietro CiucciSotto, il logo della società

nel 2007 e nel 2008 un terzo dei fondi ordinari attribuiti ad anas è stato destinato proprio alla manutenzione straordinaria della rete con la posa di asfalto drenante, l’installazione di barriere di sicurezza di più moderna concezione, il rifacimento dell’impiantistica delle gallerie, l’eliminazione dei ‘punti neri’ della rete.

è da oltre due anni alla guida dell'Anas. Il manager Pietro Ciucci racconta a "Obiettivo Sicurezza" la

strada fatta e soprattutto parla del grande cantiere aperto: innalzare gli standard di sicurezza su strade e autostrade italiane.

Presidente Ciucci, può fare innanzitutto il punto sulle attività svolte dall’Anas?

Sono arrivato all’Anas in piena emergen-za: il bilancio 2005 non era stato ancora approvato e il direttore generale era di-missionario. I problemi più importanti sono stati affrontati: la riorganizzazione della direzione generale, la governance, l’introduzione di un codice etico, la revi-sione di tutti gli schemi contrattuali (ban-di di gara, capitolati tecnici), l’introdu-zione di un sistema informativo nuovo, l’istituzione di una direzione dedicata all’esercizio e alla manutenzione. Contemporaneamente abbiamo accele-rato i lavori e gli appalti. L’ Anas nel bien-nio 2007-2008 è tornata ad essere la prima stazione appaltante italiana. Attualmente siamo impegnati in tutta Italia con lavori in 155 cantieri, per investimenti comples-sivi pari ad oltre 12 miliardi di euro. In particolare abbiamo approvato 130 nuo-vi progetti (per oltre 12 miliardi e mezzo di euro); riattivato 81 vecchi cantieri fer-mi (per più di 7 miliardi di euro); aperto 86 nuovi cantieri (per oltre 6 miliardi di euro); ultimato 86 lavori (per circa 2,4 mi-liardi di euro).

Quali sono le grandi opere in corso di realizzazione?

A titolo esemplificativo, le grandi opere su cui stiamo lavorando sono la A3 Salerno-Reggio Calabria, dove sono stati ultima-ti e resi fruibili agli utenti circa 190 km di nuova autostrada e abbiamo in corso in-vestimenti per oltre 4,4 miliardi di euro; il passante di Mestre, che saremo in gra-do di inaugurare nella sua asta principale entro la fine di dicembre, con conclusio-ne delle opere complementari e dei casel-li entro il prossimo anno; la nuova statale 106 jonica, per la quale abbiamo in corso investimenti per un importo di 1,5 miliar-di di euro; l’autostrada Catania-Siracu-sa che verrà completata entro il 2009; la Grosseto-Fano, che è già aperta al traffico o in fase di realizzazione per oltre la metà del suo tracciato. Per quanto riguarda il ponte sullo Stretto di Messina, infine, ab-

biamo predisposto un nuovo programma di esecuzione delle attività occorrenti per il riavvio del progetto. L’obiettivo è quello di concludere le attività propedeutiche al riavvio entro il 2008 per emettere l’ordine di inizio attività al contraente generale nei primi mesi del 2009, prevedendo l’apertu-ra dei cantieri a metà del 2010 e nel 2016 il completamento dei lavori.

La sicurezza stradale rappresenta una grande emergenza in italia. Secondo i dati Istat, ogni giorno si verificano 633

incidenti stradali che provocano la morte di 14 persone e il ferimento di altre 893. L’Anas cosa fa per fronteggiare questo problema?

Il tema della sicurezza stradale è uno de-gli obiettivi prioritari della nostra mission aziendale. La nostra azienda, in quanto gestore nazionale della mobilità su strada, è impegnata in modo fattivo per innalza-re gli standard di sicurezza delle strade e autostrade italiane. Certo, non vi nascon-do che la disponibilità di un gettito eco-nomico costante per la manutenzione po-trebbe consentirci di fare ancora di più.

Dunque l’obiettivo dell’Anas è investire di più nella manutenzione?

Senza dubbio. Bisogna investire di più e con maggiore continuità nel tempo. L’in-nalzamento della sicurezza richiede l’ado-zione di azioni costanti di intervento e di controllo della rete stradale e dei manu-fatti, eseguiti non in regime di emergenza ma piuttosto a ‘regime’, in base al consoli-dato modello operativo del risk and crisis management. L’ Anas è dotata di tutte le professionalità e le competenze necessa-rie per svolgere tale attività, anche come consulente degli enti locali. Da qui l’esi-genza di investire e puntare sulla manu-tenzione, con una dimensione professio-nale culturale e ingegneristica.

in che modo?Per garantire le migliori condizioni di si-curezza sulla rete sono necessarie una serie di azioni, ovvero la regolazione del traffico; l’informazione all’utenza; l’assi-stenza alla guida; la gestione della velo-cità; il controllo del disturbo acustico e dell’inquinamento dell’aria; il controllo della sosta e la sorveglianza dei passaggi di intersezione; ma anche il miglioramen-to dei livelli e degli standard di qualità e di sicurezza della rete.

Cosa è stato fatto finora?L’Anas dedica alla manutenzione della rete risorse sempre crescenti e superiori al passato. Nel 2007 e nel 2008 un terzo dei fondi ordinari attribuiti ad Anas è stato destinato proprio alla manutenzione stra-ordinaria della rete con la posa di asfalto drenante, l’installazione di barriere di si-curezza di più moderna concezione, il ri-facimento dell’impiantistica delle galle-rie, l’eliminazione dei ‘punti neri’ della rete. Anche sotto il profilo organizzativo

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20 obIeTTIvo sIcurezza

l’Anas ritiene che la qualità del servizio sia fondamentale e per questo ha in atto un adeguamento del servizio di sorveglianza e di pronto intervento che – a differenza di quanto avveniva nel passato – sarà garan-tito sulle strade di interesse nazionale h24 e verrà modulato sull’utenza e sul traffico e con la messa in funzione di sale operati-ve compartimentali di nuova concezione, non più solo informative. La stessa creazione di una nuova direzio-ne centrale esercizio ha consentito di svi-luppare un modello di funzionamento dell’esercizio e della manutenzione volto a rimodulare la sorveglianza e il pronto intervento delle squadre Anas in funzio-ne dei volumi di traffico, dell’importan-za dell’arteria stradale e, di conseguenza, delle località che questa collega. L’ Anas ha potenziato anche la sorveglianza elet-tronica della rete.

Come?Presto l’Anas sarà dotata di un nuovo si-stema tecnologico di videosorveglianza della rete stradale nazionale per garantire interventi più rapidi e maggiori informa-zioni all'utenza. Abbiamo aggiudicato di

recente la gara per l'affidamento dell'ap-palto della fornitura, dell'allestimento tecnologico e della manutenzione di un sistema integrato di localizzazione veico-lare e trasmissione dati/video tra i veico-li e le 19 sale operative compartimentali distribuite sull'intero territorio nazionale che ci consentirà di monitorare la rete di nostra competenza e inviare le informa-zioni alla sala operativa nazionale che è in collegamento con le prefetture, la polstra-da, i carabinieri, i vigili del fuoco, la prote-zione civile e gli enti locali.

Su quale tecnologia si basano questi strumenti?

Proprio per svolgere al meglio questa fon-damentale attività di videosorveglianza, l’Anas si serve di sistemi ITS (intelligent transport system) in cui gli strumenti pro-pri dell’elettronica, dell’informatica e del-le telecomunicazioni trovano un impiego congiunto nel gestire la domanda di mo-bilità. In tal modo, vengono raccolte informa-zioni sullo stato della strada e sulle condi-zioni del traffico per pianificare al meglio gli interventi manutentivi da effettuare,

visualizzando compiutamente le scene di crisi per ottimizzare i soccorsi. Il nuo-vo sistema integrato segna un importante passo in avanti nel processo di ottimizza-zione della qualità e della sicurezza della circolazione, con una particolare atten-zione all'informazione per l'utenza. Nel concreto il sistema permetterà di velociz-zare e razionalizzare gli interventi di pri-mo soccorso, riparazione e manutenzio-ne del patrimonio stradale e di governare meglio i processi di regolazione del traffi-co.

Quindi da una parte innalzare i livelli di sicurezza e dall’altra potenziare l’informazione agli utenti della strada.

Certo. Ma l’Italia ha bisogno di politiche di sicurezza sia attiva che passiva per ri-durre drasticamente l’incidentalià. Come è noto, infatti, la maggior parte dei nume-rosi incidenti è causata da comportamenti individuali e sono convinto che, ad esem-pio, il potenziamento di strumenti di con-trollo della velocità media possa contribu-ire a garantire la sicurezza sulla strada.

Si riferisce ai ‘tutor’?L'introduzione del 'tutor' ha già funziona-

sicurezza stradale l'InTervIsTa

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21obIeTTIvo sIcurezza

"con l'introduzione del 'tutor' abbiamo registrato un calo del 50% negli incidenti e nei decessi, per questo vogliamo inserirlo anche sulle strade statali gestite direttamente dall'anas"

Pietro Ciucci, Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica italiana. È nato a Roma il 24 ottobre 1950. Laureato in economia e commercio, ha iniziato la sua attività lavorativa nel 1969 nella Società Autostrade. Nel 1985 è nominato direttore centrale finanza e poi condirettore generale per l'area amministrazione, finanza, pianificazione e budget della Società Autostrade del Gruppo IRI. Il 1° aprile 1987 è nominato condirettore centrale presso la direzione finanza dell’IRI. Il 20 maggio 1996 diventa direttore generale dell'IRI e gestisce il programma delle privatizzazioni. Il 4 giugno 2002 è nominato amministratore delegato della Società Stretto di Messina. Dal 20 luglio 2006 è presidente del consiglio di amministrazione e direttore generale dell'Anas Spa. Da ultimo, il 10 novembre 2008, è stato nominato presidente del comitato nazionale italiano dell’associazione mondiale della strada (AIPCR)

chi è pietro ciucci

to bene sulle autostrade dove è stato inse-rito. Lì è più semplice perché si tratta di misurare la velocità media del veicoli da casello a casello. Abbiamo registrato un calo del 50% negli incidenti e nei decessi, per questo vogliamo inserirlo anche sulle strade statali più praticate e pericolose ge-stite direttamente dall'Anas. Abbiamo allo studio un progetto che prevede la presen-za del 'tutor' anche sulle strade ordinarie, all’interno di un più ampio piano di sicu-rezza che coinvolga attivamente anche gli utenti.

nei periodi di esodo, soprattutto durante l’estate, si intensifica il lavoro dell’Anas per la sicurezza sulle strade ed autostrade di competenza e, in particolare, sulla A3 Salerno-reggio Calabria. Come è andata nel 2008?

Siamo molto soddisfatti del lavoro svol-to e dei risultati ottenuti, come abbiamo annunciato anche nella conferenza na-zionale di fine esodo. Sull’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria, come su altri importanti tratti autostradali, l’Anas ha registrato una riduzione del traffico ed è migliorato sensibilmente anche il tempo

medio di percorrenza dell’intera autostra-da A3, lunga ben 443 km. Un risultato as-solutamente eccellente perché conseguito nonostante quest’anno i cantieri inamovi-bili sulla A3 abbiano interessato più chilo-metri di autostrada rispetto al 2007, qua-si il doppio. Sono molto positivi, ben oltre la media nazionale, anche i dati sull’inci-dentalità della A3, che smentiscono il luo-go comune secondo cui la Salerno-Reggio Calabria è un’autostrada pericolosa. Non si sono verificati incidenti mortali (nel 2007 furono 3) e vi è stata una riduzione del -36% degli incidenti totali (da 219 del 2007 a 141 del 2008).

il piano per l’esodo estivo sulla A3 ha visto importanti sinergie e la creazione delle cosiddette unità multioperative.

Il dispiegamento di uomini e mezzi è stato notevole e anche questo ha favorito l’esito positivo del piano. Dal 25 luglio al 7 set-tembre abbiamo impiegato sull’autostra-da 320 operatori, tutti impegnati 24 ore su 24 con l’utilizzo di 40 mezzi operativi di-stribuiti nei 14 presidi multifunzionali per garantire una tempestiva ed efficace assi-stenza, dal soccorso meccanico al pron-

to intervento sanitario. In particolare nei tratti del II e V macrolotto è stato allesti-to un presidio multioperativo permanen-te dotato anche di autoambulanza medi-calizzata e presidiato da operatori Anas, polizia stradale, vigili del fuoco e prote-zione civile. Dalla sala operativa di Co-senza abbiamo monitorato l’intera arteria autostradale con l’ausilio di 105 telecame-re, 19 pannelli a messaggio variabile e 11 pannelli installati nell’area dei cantieri inamovibili per segnalare l’evoluzione del traffico e le eventuali deviazioni sui per-corsi alternativi.

nel vasto piano di sinergie con altri enti, che tipo di collaborazione avete con i vigili del fuoco?

I vigili del fuoco rappresentano il nostro primo punto di riferimento nel momen-to in cui viene segnalato un incendio in prossimità della rete stradale e autostrada-le di nostra competenza e anche nei casi in cui si verificano incidenti particolarmente gravi. Anche questa estate gli interventi dei caschi rossi con le autocisterne, gli elicot-teri e i Canadair sono stati tempestivi ed ef-ficaci. Soprattutto davanti a roghi partico-larmente pericolosi, il lavoro fatto insieme ai vigili del fuoco ci ha permesso di preve-nire situazioni allarmanti e ci ha consen-tito un’efficace gestione del piano, garan-tendo agli automobilisti per tutta l’estate la piena fruibilità della rete Anas (compre-sa la Salerno-Reggio Calabria) in condizio-ni di sicurezza. E adesso siamo già pron-ti, come ogni anno, al piano di emergenza neve. In caso di forti nevicate e condizioni meteo anomale, infatti, siamo ben conten-ti di avviare la produttiva azione sinergica con i vigili del fuoco, così come con la pro-tezione civile e tutte le forze dell’ordine.

nella foto piccola a sinistra, in alto, la sala operativa nazionale dell'Anas e, sotto, quella di milano. nella foto centrale, un trattodell'Austrada Salerno-reggio Calabria

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a fronte di una doman-da di trasporto in co-stante aumento, le po-

litiche di intervento nel settore stradale non possono limitarsi alla sola costruzione di nuove infrastrutture. Occorre indivi-duare interventi che consen-tano di sviluppare un sistema di trasporti moderno, ma al tempo stesso sostenibile, dal punto di vista economico, so-ciale ed ambientale.

Che cosa ha fatto l’Anas, il gestore principale della rete stradale di interesse nazionale? Lo abbiamo chiesto all’ingegner eleonora Cesolini, responsabile dell’unità ricerca e innovazione dell’Anas.

Per i gestori di infrastrutture stradali lo sviluppo sostenibi-le si traduce in termini di ef-ficienza costruttiva, strategie manutentive, maggiore sicu-rezza, riduzione dell’impat-to ambientale, diminuzione degli oneri economici, a fron-te di un incremento dei costi delle materie prime. Il perse-guimento di questi obiettivi richiede l’individuazione di tecniche e tecnologie inno-vative in numerosi campi del settore dei trasporti, innova-zione che non può prescinde-re da investimenti nella ricer-ca, strumento essenziale di sviluppo strategico. Il management dell’Anas per questo ha avviato una decisa e profonda trasformazione del modus operandi dell’azien-da, nella direzione di un rico-noscimento sempre maggiore del ruolo e del contributo che la ricerca e lo sviluppo posso-no fornire alle proprie attivi-tà, in controtendenza rispetto alla riduzione dei fondi per la ricerca che caratterizza quasi tutto il sistema produttivo ita-liano.

Per questo è stato creato un settore che si occupa di ricerca e innovazione?

Sì, la creazione di una nuova unità “ricerca e innovazione” ha tradotto in azioni concre-22te tale intendimento e l’as-setto organizzativo scelto è stato quello di una struttura che, insieme ad altri impor-tanti servizi, vede nel centro sperimentale stradale di Ce-sano un luogo ed un team di persone dotate delle migliori attrezzature all’avanguardia e di elevatissime professionali-tà, e impegnate nella ricerca e nella sperimentazione di nuo-vi materiali, di nuove soluzio-ni tecniche e tecnologiche, al servizio della realizzazione di nuove infrastrutture e alla ge-stione di quelle esistenti.

in quali ambiti opera la nuova unità?

Gli ambiti sono quelli delle pa-vimentazioni, delle opere d’ar-te stradali, della segnaletica, dei dispositivi di protezione e, più in generale, della sicurezza e della salvaguardia dell’am-biente. Gli obiettivi sono quel-li di ricercare soluzioni avan-zate al minimo costo globale, di indicare soluzioni ottima-li anche ai settori delle nuove costruzioni, e di contribuire alla messa a punto di norma-tive, assicurando presenza e ruolo nei tavoli decisionali, a conferma della propria fun-zione di leadership.

A Cesano avete il vostro quartier generale?

Certo, il CSS, centro sperimen-tale stradale di Cesano, si oc-

Anas, all'avanguardianella ricerca e nello sviluppo Il centro sperimentale di cesano, un polo strategico per le nuove infrastrutture viarie. Il traguardo, elevare la durata dei materiali di michele di grezia

sicurezza stradale

cupa storicamente di controlli sui materiali da costruzione, in particolare quelli impiegati in campo stradale. Le esperienze acquisite nel tempo, le moder-ne attrezzature in dotazione e gli evoluti sistemi informatici utilizzati consentono al centro di essere riconosciuto pubbli-camente come un polo di rife-rimento per qualificati servizi di consulenza e per la realizza-zione di prove sperimentali. Il CSS costituisce un centro di ri-ferimento scientifico e tecnico a livello nazionale per tutte le attività concernenti la costru-zione e la manutenzione del-le infrastrutture viarie, ed è il soggetto certificatore del ri-spetto delle norme tecniche e dei criteri di qualità nella rea-lizzazione dei nuovi interven-

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ti, polo di studio e ricerca di soluzioni possibili e innovati-ve, con accresciuta sensibilità ai temi centrali dell’ambiente e della sicurezza.

La vostra missione è aumentare la durata e la qualità dei materiali.

Il centro sperimentale strada-le intende ottimizzare i pro-cessi di costruzione e manu-tenzione della rete stradale attraverso una serie di studi e sperimentazioni focalizza-te su alcuni temi specifici di particolare rilevanza, quali le linee guida, in cui sono in-dicate le tecniche consolida-te attualmente in uso per il reimpiego massimale dei ma-teriali, supportate da meto-dologie di controllo rapide e funzionali ad alto rendimen-to. Abbiamo sviluppato studi sulla fatica (principale causa di degrado delle pavimenta-zioni) e abbiamo ricercato la definizione di indicatori ed indici strutturali da rilevare con tecniche ad alto rendi-mento per ottimizzare, eco-nomicamente e tecnicamen-te, tipologie, combinazioni di materiali e spessori che sono decisivi per la durata delle in-frastrutture stradali.

e quali servizi fornisce attualmente il centro di Cesano?

Il centro fornisce un’ampia gamma di servizi nel settore della valutazione dello stato delle sovrastrutture stradali, finalizzata agli interventi di manutenzione, come il moni-toraggio, mediante apparec-chiature ad alto rendimento, degli indicatori prestaziona-li di portanza, aderenza e re-golarità; la progettazione di dettaglio; lo studio e la ricer-ca di soluzioni tecniche inno-vative.

Quali sono gli obiettivi che vi siete posti al Centro

sperimentale di Cesano?In continuità con la propria missione il CSS, nell’ambito della nuova direzione ricerca e innovazione, è impegnato in un processo di profonda tra-sformazione del proprio ruolo che, oltre quello di certificato-re, si concretizza in strumento operativo a servizio dell’Anas per l’indirizzo e orientamen-to delle scelte, attraverso la va-lutazione, lo studio e la ricerca di soluzioni possibili e innova-tive, con accresciuta sensibili-tà ai temi centrali della prote-zione dell’ambiente stradale e della sicurezza attiva e passi-va delle infrastrutture viarie. Gli obiettivi sono orientati alla ricerca operativa di soluzioni innovative, ottimizzate in ter-mini di minimo costo globale (esecuzione e mantenimento), di provata efficacia, parallela-mente alla messa a punto di nuove normative di riferimen-to, volte a migliorare la qualità nelle lavorazioni e l’efficienza dei relativi controlli.

C’è spirito di collaborazione con il mondo scientifico?

Certamente, i rapporti di collaborazione scientifica con i più prestigiosi istituti universitari italiani e con altri laboratori valorizzano la presenza e il ruolo dell’Anas nei diversi settori, e stimolano

la ricerca applicata verso gli ambiti maggiormente sensibili e strategici per l’azienda.

Può anticiparci un progetto che avete portato a termine?

Il centro sperimentale ha pro-gettato, realizzato e verificato con appositi crash test in sca-la reale che la rendono utiliz-zabile, una barriera stradale di proprietà dell’Anas. Si tratta di un bordo laterale, classe di re-sistenza H2, il tipo più diffuso sulla rete nazionale, progetta-to per migliorare il livello di si-curezza passiva dei trasportati sui veicoli leggeri, contenendo parimenti i carichi più pesan-ti con spazi di funzionamento contenuti; il progetto ha curato anche la salvezza degli utenti della strada più “deboli”, come i motociclisti. Importanti pas-si in avanti sono stati compiuti anche nello studio della fatica dei conglomerati bituminosi per uso stradale, con la messa a punto di attrezzature di la-boratorio innovative, espres-samente rivolte alla verifica di tale requisito con prove rapide e facilmente eseguibili. Elevare la durata dei materiali in opera costituisce, infatti, il miglior modo per migliorare la qualità delle infrastrutture e ridurre i costi di manutenzione.

Costituito nel 1962, il centro sperimentale stradale è stato poi incluso nell’elenco dei laboratori ufficiali dello Stato, con il compito di “provvedere alla ricerca, alle prove di laboratorio ed agli studi nel campo stradale”. Tale ruolo risulta peraltro confermato ed ampliato nella legge 1086 del 5 novembre 1971, dove all’art. 20, si riconosce il centro come laboratorio ufficiale per l’esecuzione di prove su “opere di conglomerato cementizio armato, normale e precompresso ed a struttura metallica”, di fatto estendendo il riconoscimento di ufficialità e delle caratteristiche di pubblica utilità oltre l’ambito strettamente stradale. Anche lo statuto dell’Anas Spa, approvato dall’assemblea straordinaria degli azionisti il 2 agosto 2005, all’art. 2 stabilisce che fra le attività espletate dalla società vi sia l’effettuazione di “studi, ricerche e sperimentazioni in materia di viabilità, traffico e circolazione”.

il centrosperimentaledi cesano

nella foto a sinistra, un tecnico al lavoro nel laboratorio del centro sperimentale stradale di Cesano. Qui sotto, eleonora Cesolini, responsabile dell'Unità ricerca e innovazione dell'Anas. nella foto in basso a destra, il centro di Cesano

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sicurezza stradale l'InTervIsTa euroPa

una sola priorità:sistemi di trasporto più sicuri

le attività di prevenzione e soccorso dei vigili del fuoco: un lavoro insostituibile di gennaro tornatorefa la spola in continuazione tra Roma,

Bruxelles e le altre capitali europee.Antonio Tajani, da più di sei mesi,

guida la politica europea dei Trasporti. In tutto questo tempo non si è risparmiato, tra dossier scottanti, come quello riguar-dante l’Alitalia o l’Alta velocità. Un ruolo impegnativo per Taiani, 55 anni, romano, da quindici anni parlamentare europeo, vicepresidente del Ppe. "La mia vera prio-rità è la sicurezza per i cittadini e i passeg-geri in tutti i sistemi di trasporto", assicura il Commissario Ue ai Trasporti a 'Obiettivo Sicurezza’. "Per innalzare gli standard di sicurezza e ridurre il numero delle vittime, soprattut-to sulle strade, non bastano buone norme. Ci vuole una cultura della sicurezza e della prevenzione e soprattutto la collaborazio-ni degli uomini e delle donne che contribu-iscono in tutti i Paesi dell’Unione europea a salvaguardare l’incolumità dei cittadi-ni. Non a caso, i vigili del fuoco sono insie-

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euroPa

me alla polizia stradale e al campione del mondo di Formula Uno Kimi Raikkonen i testimonial della campagna della commis-sione europea per la sicurezza stradale". Tajani elogia il lavoro fatto finora dal Cor-po nazionale. ‘’Sono grato a tutte le com-ponenti dei vigili del fuoco per l’attività di prevenzione e soccorso che svolgono sul-le strade, negli aeroporti e nei porti. Un la-voro insostituibile, svolto sempre in silen-zio e con abnegazione, grazie al quale ogni anno si salvano molte vite umane’’.

i tecnici dei vv.F. lavoreranno insieme ai tecnici del ministero dei Trasporti per la valutazione della sicurezza delle gallerie della rete transeuropea. non pensa che questo possa effettuarsi anche sulla rete ordinaria e autostradale?

La sicurezza delle gallerie e delle strade transeuropee è disciplinata da due diretti-ve: la direttiva relativa ai requisiti minimi di sicurezza per le gallerie della rete strada-le transeuropea, detta "direttiva gallerie", e la "direttiva infrastrutture", che riguarda la gestione della sicurezza delle infrastruttu-re stradali e che sarà applicabile a partire dall'ottobre 2011.La "direttiva gallerie" fa seguito a molti gra-vi incidenti, in particolare quelli del Monte Bianco, del Gottardo e del Tauern, e gli Sta-ti membri dispongono di diversi anni per eseguire i lavori di messa a norma.La "direttiva gallerie" prevede che gli Stati membri designino una o più "autorità am-ministrative" incaricate di controllare che tutti i requisiti di sicurezza di una galleria siano rispettati e conformi alla direttiva. La "direttiva infrastrutture" prevede la designazione di un controllore abilitato nella fase di concessione del progetto, e la designazione di un organo competente incaricato dell'ispezione regolare della rete in funzionamento. La normativa europea stabilisce i requisiti minimi per ciascuna delle entità in questione, ma la loro desi-gnazione è di competenza unicamente degli Stati membri; la Commissione non interviene in merito.

Quali iniziative sta assicurando l’Unione europea per l’autostrada del mare che porterebbe alla diminuzione del traffico e quindi degli incidenti oltre a favorire l’ambiente?

Nell'ambito del programma di reti tran-seuropee per i trasporti, l'UE ha definito

quattro progetti europei di autostrade del Mare:

le autostrade del Mar Baltico; ale autostrade del Mare dell'Europa oc- acidentale che interessano il Mare del Nord, il Mar d'Irlanda e l'Atlantico;le autostrade del Mar Mediterraneo oc- acidentale;e le autostrade del Mar Mediterraneo aorientale estese fino al Mar Nero.

Nell'ambito di tali piani, i consorzi di ope-ratori pubblici e privati sono invitati a met-tere a punto progetti concreti ed economi-camente validi di Autostrade del Mare. Tali progetti possono essere cofinanziati me-

trasporto intermodale, l'iniziativa riguar-dante lo spazio marittimo senza frontiere. Tutte queste misure dovrebbero contribui-re a rendere operativo il nucleo delle Auto-strade del mare entro il 2010.

trasporto merci pericoloseil programma “marco Polo 1 e 2” mira a decongestionare il traffico su gomma privilegiando i progetti che prevedono l’uso di modalità alternative come porti, ferrovie e navigazioni interne. Perché non sono state inserite misure per adeguare a queste nuove modalità di trasporto i servizi di sicurezza da parte

dei vigili del fuoco e della polizia?Il programma Marco Polo è uno strumento molto specifico della politica comunitaria per i trasporti inteso a decongestionare il traffico stradale per ottenere, in Europa, un sistema di trasporti più sostenibile. Il programma è attuato tramite misure di sostegno destinate a limitare il trasporto merci su strada e a favorire il passaggio ad altre modalità di trasporto più compatibili con l'ambiente. Per questo motivo, le misu-re vengono finanziate unicamente in base al trasferimento modale o alla prevenzione del traffico. Introducendo ulteriori criteri per l'assegnazione dei finanziamenti, gli obiettivi specifici del programma risulte-rebbero alterati e meno chiari.

Cosa pensa della possibilità di far effettuare ad un corpo tecnico dei vv.F. italiani il controllo dei vettori di merci pericolose al fine di controllare e verificare il rispetto delle normative tecniche vigenti?

diante vari programmi UE, in particolare il programma Marco Polo II. Attualmente un progetto concreto di Autostrade del Mare, quello relativo al collegamento fra Zee-brugge (Belgio) e Bilbao (Spagna), è stato cofinanziato dal programma Marco Polo. La Commissione sta inoltre mettendo a punto ulteriori misure intese ad incentiva-re lo sviluppo delle Autostrade del Mare, fra le quali il sostegno al trasporto marittimo a corto raggio ed ai centri di promozione del

"Per ridurre incidenti e vittime, le sole norme non bastano. Serve una vera cultura della sicurezza e della prevenzione "

nella foto a sinistra, Antonio TajaniSotto, la Commissione europea

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L'Unione europea ha adottato norme rela-tive ai controlli stradali effettuati sui vei-coli che trasportano merci pericolose. Le norme, tuttavia, non indicano da chi deb-bano essere svolti tali controlli e negli Stati membri le misure di attuazione variano in base al contesto giuridico e amministrati-vo. La scelta delle modalità di attuazione avviene pertanto a livello nazionale o per-sino regionale, individuando il sistema più efficace e opportuno. Nell'organizzazione pratica dei controlli si dovrebbe tenere conto delle difficoltà che questi comportano. Il personale addetto ai controlli necessita di formazione teorica e pratica adeguata, compresi periodici corsi di aggiornamento, e dovrebbe svolgere i controlli con frequenza per conservare le abilità acquisite. La vera sfida consiste nel far coincidere queste necessità tecniche ed organizzative con i vincoli amministrativi e di bilancio.Ciò premesso mi sembrerebbe opportuno coinvolgere i vigili del fuoco nei controlli del rispetto delle norme tecniche, consi-derando che sono gli unici in grado di in-tervenire in caso di incidente, ad esempio per travasare il contenuto delle autocister-ne e/o ferrocisterne. Il personale prepa-rato ad intervenire su vettori incidentati è sicuramente il più idoneo per effettuare la verifica dei dispositivi installati, e po-trebbe sicuramente formare e verificare la preparazione degli autisti che trasportano merci pericolose. Sulle strada, in attesa di adeguare il codice della strada, si potrebbe immaginare da subito un controllo con-giunto delle forze di polizia con il persona-le del Corpo nazionale dei vigili del fuoco specializzato nel settore NBCR.

i vigili del fuoco sono pronti e preparati per effettuare e gestire i controlli su possibili transiti di materiali radioattivi illegali e verificare quelli legali alle frontiere e nei porti (dove sono già in parte installati i portali). Ci sono in corso progetti europei che tengono conto delle caratteristiche geografiche del nostro paese che possono favorire e incentivare con finanziamenti ad hoc questo tipo di controlli e verifiche da parte dei VVF?

Attualmente non esiste un programma comunitario per il finanziamento dei ri-velatori portatili di radiazioni all'interno dell'UE. Il programma PHARE/Tacis,

prima, e ora lo strumento per la coope-razione in materia di sicurezza nuclea-re riguardano unicamente i paesi terzi. È auspicabile che nel medio termine venga creato un centro europeo di for-mazione nel quadro della task force, un programma europeo volto ad individua-re le azioni concrete necessarie per mi-gliorare il rilevamento e la valutazione delle sostanze radioattive pericolose per gli esseri umani, gli animali e i vegetali. La Commissione potrebbe pertanto pro-porre un pacchetto di misure nel 2009.Considerata l’esperienza che hanno ac-cumulato i vigili del fuoco italiani, mi sembra opportuno coinvolgerli nel cen-tro europeo di formazione. La direttiva

HASS, tuttavia, impone agli Stati mem-bri di incoraggiare l'introduzione di si-stemi diretti al rilevamento di sorgenti orfane in luoghi come i grandi depositi di rottami e gli impianti di riciclaggio dei rottami metallici, in cui è in genere pos-sibile che le sorgenti orfane vengano rin-venute, ove opportuno, lungo i principali snodi di transito, quali le dogane. In tale ottica si potrebbe pensare di potenzia-re la rete automatica di rilevamento del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, in-crementando e potenziando le stazioni di misura ad esempio aggiungendo altre sonde e stazioni negli snodi di transito. Ricollegandoci alla risposta precedente, i vigili del fuoco potrebbero essere coin-volti anche in controlli sulla rete strada-le con le squadre speciali N/R che hanno già in servizio.

Quali sono le campagne di comunicazione in corso per la sicurezza stradale e quale ruolo potrebbero svolgere i vigili del fuoco, che quotidianamente prestano la loro opera di soccorso sulla rete stradale della penisola?

Le campagne d'informazione e di sensi-bilizzazione alla sicurezza stradale sono

"Sarebbe opportuno coinvolgere i vigili del fuoco nei controlli sulla rete stradale.In molti casi sono gli unici in grado di intervenire"

nella foto, il viadotto millau sul fiume Tarn, in Francia.

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numerose. Negli Stati membri, si possono organizzare a livello nazionale, regio-nale, o persino comunale. Il progetto di ricerca CAST ("campaigns & awareness raising strategies in traffic safety" cam-pagne e strategie di sensibilizzazione alla sicurezza nel traffico stradale), fi-nanziato dalla Commissione europea, ha il compito di definire le "buone pratiche" in materia di campagne d'informazione e di sensibilizzazione alla sicurezza stra-dale. Tale programma ha individuato ed esaminato più di duecento campagne del genere in questi ultimi anni: i risultati del CAST saranno pubblicati nel gennaio 2009. Le campagne paneuropee, che fruiscono di un finanziamento diretto della Com-missione europea, riguardano aspetti più specifici della sicurezza stradale, quali l'alcol al volante, l'uso della cintu-ra di sicurezza e l'impiego dei dispositivi per i bambini. Le campagne della Croce Rossa destinate ai bambini e ai loro ge-nitori e le campagne per la diffusione del dispositivo di controllo elettronico di sta-bilità (ESC) rientrano anch'esse nell'elen-co delle campagne paneuropee.

Antonio Tajani è vicepresidente della Commissione europea, responsabile per la politica dei trasporti. Dal 1994 al 2008, è stato Deputato al Parlamen-to europeo dove ha partecipato ai la-vori di diverse commissioni parlamen-tari (affari esteri, affari costituzionali, trasporti e turismo, pesca, sicurezza e difesa). Nel 1999 è eletto capo delega-zione di Forza Italia al Parlamento eu-ropeo e membro dell’ufficio di presi-denza del gruppo del Partito popolare europeo (democratici - cristiani) e dei Democratici europei. Ha partecipato ai lavori della convenzione per il futu-ro dell’europa che da febbraio 2002 a luglio 2003 ha elaborato il testo della Costituzione europea.Tra i firmatari dell’atto di fondazione di Forza Italia nel 1994, è stato porta-voce del Presidente del Consiglio du-rante il primo Governo Berlusconi.Antonio Tajani, giornalista professio-nista, è stato: giornalista parlamen-tare, redattore de "Il settimanale", conduttore del Giornale Radio 1 Rai, responsabile della redazione romana de "Il Giornale" e inviato speciale in Li-bano, in Unione Sovietica e in Somalia.Ufficiale dell’aeronautica militare, ha superato il corso alla scuola di guerra aerea di Firenze dopo aver frequen-tato il corso di specializzazione per controllore della difesa aerea presso il centro tecnico addestrativo di Bor-go Piave. Ha operato come controllore della difesa aerea e responsabile della sala operativa dove ha seguito il traf-fico aereo militare e civile italiano ed europeo. Si è laureato presso l’univer-sità La Sapienza di Roma in giurispru-denza.

chi è anTonIo TajanI

impaginazioneda rifinire

meglio

Non ritiene che nel fine settimana o nei giorni di maggiore intensità del traffico sulla rete stradale e autostradale debbano essere presenti anche i vigili del Fuoco, con opportuni presidi, per svolgere attività di prevenzione?

Non esistono risposte comuni né criteri uni-formi per l'Europa nel suo complesso. Spetta agli Stati membri e alle autorità locali stabi-lire il livello e la qualità dei servizi pubblici ritenuti adeguati in questo campo. La lotta antincendio e gli altri servizi di protezione civile sono strettamente legati ai rischi. Non si può prevedere in che misura questi servizi saranno necessari, ma questo non significa che è impossibile effettuare una program-mazione. È possibile ed opportuno basarsi su tempi minimi di risposta necessari, ana-lisi dei rischi e studi dei peggiori scenari pos-sibili per stabilire i livelli di servizio richiesti. Per garantire che le risorse siano impiegate in modo efficace potrebbe essere necessa-rio, tra le altre cose, studiare diversi accordi di cooperazione e sistemi di servizio flessi-bile. Indipendentemente dalle disposizioni organizzative, ai cittadini devono essere garantiti in qualunque momento, i servizi, secondo un livello minimo prestabilito.

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attualità

la guida sotto l’influenza di alcool e droghe è un fenomeno piuttosto

diffuso e causa di numerosi incidenti stradali, poiché le sostanze psicoattive, agendo sul sistema nervoso centrale, compromettono le capacità di guida. Tutte le sostanze d’abuso, dall’alcool all’eroina, dalla cocaina all’anfetamina e all’ecstasy, sono in grado di produrre sensazioni piacevoli o di ridurre quelle spiacevoli, di alleviare la tensione e l’ansia, di migliorare l’interazione sociale e il tono dell’umore. Gli effetti piacevoli ottenuti immediatamente dopo l’assunzione del farmaco sono tuttavia vanificati dai danni provocati nell’organismo nel corso di ripetute

somministrazioni. L'organizzazione mondiale della sanità (OMS) classifica l'alcool fra le droghe. L’alcool è la causa del 30% circa di tutti gli incidenti stradali che ogni anno si verificano in Italia.Dei circa 170.000 incidenti registrati sulle strade italiane circa 50.000 sono attribuibili agli effetti di una elevata concentrazione di alcool (alcolemia) nell'organismo. Un uomo in buona salute di 70 chili di peso che ha consumato 2 bicchieri di vino ai pasti o 2 boccali di birra o 2 bicchierini di amaro o superalcolico o una combinazione, ad esempio, di un bicchiere di vino seguito da un bicchierino di amaro, raggiunge pressoché istantaneamente una concentrazione di alcool nel

sangue pari a 0,5 grammi/litro. A tali livelli di alcolemia chi si pone alla guida di un autoveicolo o di una moto o di qualsiasi mezzo di locomozione va incontro ad una probabilità di causare un incidente stradale 5 volte superiore rispetto ad un individuo che non ha bevuto.Pur rappresentando una sostanza giuridicamente legale, l’alcool può dare dipendenza, oltre a causare patologie, traumi gravi, incidenti, turbe mentali e del comportamento. Come tutte le droghe, anche l'alcool ha un potere psicoattivo, è in grado cioè di modificare il funzionamento del cervello quindi di influenzare la capacità di attenzione, di concentrazione

ed i tempi di reazione agli stimoli.Quando si parla di alcool contenuto nelle bevande alcoliche ci si riferisce all’etanolo. Si tratta di una piccola molecola, estremamente solubile sia nell’acqua che nei lipidi. Grazie alle sue dimensioni ridotte, penetra facilmente fra i tessuti entrando nel flusso sanguigno piuttosto rapidamente e, attraverso di esso, in tutto l’organismo.La velocità di assorbimento dipende da vari fattori: aumenta se si è a stomaco vuoto, se si assumono bevande gassate, se le bevande sono ad alta gradazione e in caso di gastrite, mentre è più lento se si è a stomaco pieno, soprattutto se i cibi sono ad alto contenuto di grassi.I principali effetti sulla guida del consumo di alcolici sono:

irragionevole sicurezza a

quando si è alla guida;impressione di essere a

minacciati o aggrediti da altri conducenti, senza che ciò sia vero;riduzione significativa delle a

capacità visive;reazioni molto lente in a

seguito alla percezione dei pericoli.

Il rischio di incidente stradale aumenta in modo esponenziale all'aumentare della concentrazione di alcool etilico nel sangue (alcolemia) e diventa 11 volte superiore con un'alcolemia compresa tra 0,5 g/l e 0,9 g/l rispetto a condizioni di sobrietà. L’alcool è la causa di circa la metà degli 8.000 decessi conseguenti ad incidenti stradali, che rappresentano la prima causa di morte per gli uomini al di sotto dei 40 anni.

il killer della stradaL'alcooldi pierluigi fortezza

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Le statistiche, di volta in volta, rivelano situa-zioni sempre più de-teriorate. Dalle ultime inchieste sociologiche risulta che l’undici per cento dei ragazzi che hanno appena com-

piuto i 15 anni bevono regolarmente alcolici. Anche gli adolescenti han-no dichiarato che “almeno una volta”, dopo serate trascorse con gli amici, sono rientrati ubriachi. Qualche vol-ta agli effetti delle bevande forti si ag-giungono quelli delle droghe concen-trate nelle pasticche che le diavolerie chimiche riescono a comporre. I risultati sono devastanti. Medici e psicologi sottolineano i danni cele-brali prodotti in un organismo mes-so continuamente sotto stress da so-stanze “pesanti” e pericolose ma la vera tragedia di questi nuovi costu-mi sta sui giornali del lunedì mattina, costretti a registrare incidenti strada-li con vittime sempre più numerose e sempre più giovani.Le auto accartocciate testimoniano di velocità assolutamente sproposi-tate. I guard-rail divelti, i muri sbri-ciolati, gli alberi sul ciglio delle stra-de e si segni dell’incidente sull’asfalto raccontano che – il più delle volte - il conducente della vettura non ha nem-meno tentato di frenare ed è arrivato come una bomba addosso agli osta-coli. L’alcool e la droga costituiscono un cocktail assolutamente pericoloso perché elimina le barriere inibitorie, toglie il senso della proporzione, an-nulla l’istinto del pericolo e crea uno stato di alterazione

Non che non si sia fatto nulla per tamponare un fe-nomeno preoccu-pante. I luoghi di ritrovo dei giova-ni sono state sen-sibilizzati in modo

che venissero controllati i clienti più a rischio. I locali più attrezzati han-no messo a disposizione della stanze di relax in modo da creare una spe-

il punto dI lorenzo del boca*

con la drogaè un cocktail che brucia i più giovani

cie di camera di compensazione fra l’eccitazione del periodo del diverti-mento e la normalità che doveva se-guire alla guida dell’auto. La polizia e i vigili urbani hanno istituito dei po-sti di blocco, circondando e quasi “as-sediando” alcune discoteche più fre-quentate per controllare i giovani al volante ma i numeri sproporziona-ti non potevano consentire un filtro capillare. Per ogni uomo in divisa in servizio c’erano migliaia di ragazzi. I controlli, pur significativi, hanno fini-to per ridursi alla ricerca del classico ago nel pagliaio. In questo tentativo di pescare nel mucchio, tanti sono stati fermati e a tanti è stata ritirata la pa-tente: il che ha significato nella mag-gior parte dei casi salvare loro la vita. Tuttavia tanti ubriachi fradici sono

riusciti a passare nelle maglie dei posti di blocco con esiti disastrosi. La bravata di poche ore è costata la-crime e sangue dei giovani protago-nisti, delle loro famiglie, dei parenti e degli amici. I quali, tuttavia, hanno imparato la lezione dall’incidente dei compagni?Resta da comprendere come mai la “moda” di bere “forte” sia diventa-ta un costume e un’abitudine. Fino a qualche decina di anni fa, l’alcolismo cronico e diffuso era appannaggio de-gli emarginati e dei disperati. Si be-veva per dimenticare la delusione, la frustrazione, il fallimento anche per-sonale. I bevitori erano a stragrande maggio-ranza dalla mezza età in avanti, spes-so mendicanti, senza fissa dimora e, qualche volta, senza un tetto sopra la testa. Povera gente con una quantità di problemi sulle spalle e prospettive ridotte alla sopravvivenza alla meno peggio. Ma come potrebbe adattar-si un identikit del genere alla gioven-tù di oggi: sana, robusta, ben nutrita, appagata? Apparentemente felice?

Che cosa devono di-menticare ragazzi che hanno tutto – o qua-si – dai jeans firmati come le riviste patina-te comandano, alle va-canze esotiche quan-do viene il tempo del

solleone? La sociologia si interroga per ora senza risposte tanto sembra contraddittorio il sistema di valori di generazioni contigue nel tempo (pa-dri e figli) ma, evidentemente, lonta-ne anni luce per quanto concerne lo stile di vita.E intanto si muore, all’alba - con la faccia nella terra, trascinati sull’asfal-to, schiacciati dalle lamiere - quan-do per la gente normale si avvicina il momento di svegliarsi e i ragazzi sono ancora in giro perché, per loro, non è ancora arrivato il momento di andare a coricarsi per riposare.

*Presidente Ordine dei giornalisti

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qualsiasi attività svolta dall’uomo ha sempre un margine di rischio e pertanto non può essere conside-

rata sicura al 100%.L’attività aerea rientra tra queste e, pur ga-rantendo una sicurezza elevatissima sia per la tecnologia degli aeromobili sia per la grandissima preparazione e professionali-tà dei piloti, presenta due momenti delicati dove il coefficiente di rischio s’incrementa. Essi sono il decollo e l’atterraggio; in queste fasi, infatti, improvvise avarie di parti mec-caniche degli aeromobili o fattori esterni possono generare eventi immediati, an-che catastrofici. In ogni aeroporto aperto al traffico aereo commerciale ci sono però degli “angeli custodi” che provvedono a salvaguardare la vita delle persone che vo-

Vigili del fuoco in pista tra decolli

e atterraggi

lano: sono le persone che controllano l’ae-reo in movimento, ne spiano il rumore dei motori e sono vicine a dei mezzi che attira-no l’attenzione, perché fuori dall’ordinario. Sono inconfondibili in tutto il mondo, seb-bene le colorazioni delle divise e dei veicoli siano diverse. E’ su di loro che i piloti, il per-sonale di bordo ed i passeggeri confidano, vedendoli come unici salvatori, nel caso in cui qualcosa non andasse per il verso giu-sto. C’è da rilevare che in molti incidenti avvenuti nel mondo - per fortuna in Ita-lia sono rarissimi - questi “angeli” han-no salvato molte vite umane. Le statisti-che indicano in maniera chiara che, nella maggior parte degli incidenti avvenuti in ambito aeroportuale, comprendendo tra questi anche quelli catastrofici, un’eleva-

professionisti dell’emergenza, continuamente addestrati per essere pronti ad intervenire entro due minuti in caso di incidente aereo, è a loro che si deve il salvataggio di tanti passeggeri di lamberto calabria

aeroportuali

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ta percentuale di passeggeri, che si av-vicina al 50%, è stata salvata proprio da loro: i vigili del fuoco aeroportuali. Pos-sono appartenere ad organizzazioni pri-vate o statali, ma un fattore li contraddi-stingue: hanno tutti lo stesso scopo e la medesima preparazione. Ciò spiega per-ché l’attività aerea ha carattere interna-zionale e pertanto la sicurezza e la sal-vaguardia della vita umana deve essere uguale in qualsiasi parte della Terra. Se-vere ispezioni effettuate dall’organismo internazionale (ICAO), branca dell’ONU, sono volte a verificare che tutte le orga-nizzazioni garantiscano il medesimo fat-tore sicurezza.

con una punta d’orgoglio è possibile af-fermare che un’ispezione effettuata in Ita-lia nel 2006 presso l’aeroporto di Fiumicino ha suscitato il vivo apprezzamento dei com-ponenti della commissione internazionale, sia per l’organizzazione sia per l’efficienza dei nostri vigili aeroportuali. La nostra or-ganizzazione è distribuita su 38 aeroporti aperti al traffico aereo nazionale ed inter-nazionale ed ha un organico di circa 3.000 unità, suddiviso in quattro turni di servi-zio. L’esperienza da me acquisita nel corso degli anni ed i rapporti intrattenuti a livello internazionale, in qualità di rappresentan-te ICAO per l’Italia, nel campo dell’antin-cendio aeroportuale, mi consentono di af-fermare che il personale effettivo in servizio giornalmente negli aeroporti è numerica-mente uguale a quello presente nel resto del mondo, a parte un’unità in più o in meno a seconda del tipo d’aeroporto, per una di-versa impostazione culturale dell’attività di soccorso.

una formazione superioreInoltre il vigile del fuoco aeroportuale, seb-bene non sia identificato come personale specialista, è sottoposto ad una prepara-zione superiore rispetto a quella svolta da-gli altri colleghi. Infatti, quando intervie-ne, oltre ad espletare un servizio su cui sono puntati i riflettori di tutto il mondo, al vigi-le del fuoco aeroportuale sono richiesti dei tempi d’intervento immediati, di due od al massimo tre minuti. Oltre tale tempo il vigi-le del fuoco aeroportuale è accusato di ritar-dato intervento, con le conseguenze pena-li che ciò comporta, soprattutto se vi sono

delle vittime che si sarebbero potute salvare se l’intervento fosse rientrato nei tempi pre-visti. Si parla di ritardato intervento giacché lo stesso, oltre la tempistica indicata dal-le leggi dell’organizzazione internazionale dell’aviazione civile e da quelle italiane, ri-sulterebbe totalmente inutile per la vita de-gli occupanti di un aeromobile. Il calore ed i gas venefici prodotti dell’incendio, all’in-terno della fusoliera, ed il cedimento delle strutture del velivolo, dopo i tre minuti, ren-derebbero vano ogni sforzo di salvamento. Al vigile del fuoco aeroportuale, pertanto, è richiesto di essere sempre pronto ad inter-venire, attraverso un quotidiano e conti-nuo addestramento, nell’attesa di un even-to che si spera non avvenga mai, ma che le statistiche non escludono in nessun aero-porto. L’attività quotidiana normalmente si

li di diversa tipologia a disposizione, per ac-quisire tutte quelle conoscenze necessarie per la conduzione rapida, a garanzia dell’ef-ficacia d’intervento. E’ indispensabile porre l’accento sul fatto che i mezzi antincendio negli aeroporti sono diversi da quelli ordi-nari, per le prestazioni meccaniche: i veico-li hanno una massa totale a terra superiore alle 40 tonnellate ed un baricentro di oltre 1,5 metri, accelerazioni da 0- 80 Km/h di 23 –25 sec. e velocità superiori ai 110Km/h. A tutti gli effetti possono essere paragona-ti, con i dovuti limiti di massa e d’ingombro, alle Ferrari.

per questo è necessaria freddezza e de-strezza di guida durante un evento incidenta-le in cui il coinvolgimento emotivo assume un ruolo importante. Per l’operatività antincen-

svolge in aula, studiando i vari velivoli che operano sull’aeroporto, le particolarità de-gli stessi, la toponomastica e l’orografia in-terna ed esterna all’aeroporto - infatti, un incidente può avvenire anche nelle imme-diate vicinanze dell’aeroporto - le procedu-re e tecniche d’intervento, con particolare attenzione alle comunicazioni che devo-no intercorrere tra i vari soggetti che inter-vengono in caso d’incidente. Quest’ultimo aspetto è stato evidenziato nell’incidente di Linate dell’ottobre 2001, dove la commissio-ne d’inchiesta, se da un lato ha evidenziato l’efficienza dell’organizzazione, dall’altro ha rilevato una carenza nella correttez-za delle comunicazioni. Durante il giorno l’addestramento continua all’esterno con lo studio e l’esercitazione alla guida dei veico-

dio dei veicoli c’è da rilevare che questi hanno elevate caratteristiche tecnologiche, essendo dotati di computer di bordo, che permetto-no da una parte di effettuare rapidamente le operazioni di spegnimento, ma che richiedo-no dall’altra un notevole e continuo allena-mento per acquisire l’occhio a quegli auto-matismi necessari affinché non vada perduta “una goccia” d’agente estinguente, elemento indispensabile per svolgere in tempi brevi un efficace intervento di soccorso. E’ opportuno sottolineare che ogni secondo sono erogati dai 75 ai 90 litri di agente estinguente e che in due minuti e mezzo si rimane a secco. Tra le altre attività del vigile del fuoco aeroportuale ci sono la manutenzione dei veicoli e le picco-le riparazioni, nonché le ispezioni di “safety” all’interno dell’aerostazione.

nelle foto, vigili aeroportuali durante un intervento all'aeroporto di Ciampino di roma

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32 obIeTTIvo sIcurezza

il veicolo nasce da uno studio promosso dal dipartimento dei vigili del fuoco, in particolare dall’area soccorso aeroportuale della direzione centrale per l’emer-genza, che ha redatto le specifiche tecniche, e dalla collaborazione tra la società

BAI Brescia antincendi international srl e la Oshkosh corporation, azienda americana leader nel settore, che lo hanno realizzato. Il veicolo, rispettando sia i protocolli ICAO (international civil aviation organization) che le norme americane NFPA (nation fire protection association), sarà commercializzato in tutto il mondo, tant’è che viene de-finito “new global ARFF” ovvero: “nuovo veicolo antincendio aeroportuale globale”. Allestito su telaio Oshkosh, è dotato di tre assi di cui il terzo sterzante per migliorare il diametro di curvatura e ridurre il consumo dei pneumatici, possiede so-spensioni completamente indipendenti su tutte le ruote che garantiscono una guida veloce e sicura sia su strada che fuoristrada e assicurano com-fort in marcia e grande stabilità nella sterzata, ha trazione integrale, cambio automatico, moto-re caterpillar da 700 CV, omologato secondo gli standard di emissione EURO3.

la particolarità dell’automezzo, nella versione acquistata dall’area soccorso aeropor-tuale, è quella di possedere un braccio elevabile dotato di punta perforante che consente l’ero-gazione dell’agente estinguente direttamente all’interno della fusoliera di un aeromobile inci-dentato, migliorando così le condizioni di soprav-vivenza degli occupanti il velivolo, nonché facili-tando l’intervento dei vigili del fuoco.

aeroportuali

il massimo delleprestazioni nel soccorso in aeroporto

e’ nato "new global arff", il veicolo aeroportuale del III millennio che coniuga

la tecnologia meccanica e antincendio americana con

l’allestimento ed il design italiano di raffaella pezzimenti

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33obIeTTIvo sIcurezza

si tratta di un’assoluta novità nel set-tore antincendio aeroportuale italiano, che dal mese di novembre dispone del primo veicolo, assegnato al distaccamento aeroportuale di Fiu-micino, con la prospettiva di estendere le asse-gnazioni ad altri aeroporti, man mano che i lotti di fornitura saranno consegnati. Il braccio estensibile (SNOZZLE), posizionato sul-la parte superiore della furgonatura, garantisce grande stabilità oltre che una ottimale distri-buzione del peso. Il braccio, dotato di comando automatico di movimentazione, raggiunge una elevazione dal suolo di circa 19 m ed una elon-gazione orizzontale di circa 10 m. Sulla sommità del braccio è posizionata una lan-cia ausiliaria indipendente con ugelli e punta perforante d’acciaio che provvede alla funzione di penetrazione telecomandata. Tale lancia può forare agevolmente la fusoliera degli aeromobi-li che normalmente operano sulle strutture ae-roportuali. Sullo stesso braccio estensibile sono presenti anche due monitori ed una telecamera. Dal punto di vista antincendio, il veicolo dispone di 10.000 lt di acqua e 1.890 lt di liquido schiu-mogeno. L’erogazione degli agenti estinguenti (acqua/schiuma) avviene attraverso:

il monitore principale (portata: 5.600 l/min. 1. – gittata: 85 m);il monitore secondario (portata: 1.900 l/min. 2. – gittata: 60 m);la lancia ausiliaria con ugello perforante 3. (portata: 950 l/min.);il bumper monitor (portata: 950 l/min. – git-4. tata: 47 m);il naspo (portata: 250 l/min. – gittata: 47 m).5.

L’automezzo dispone, inoltre, di un adeguato si-stema di autoprotezione contro il calore radian-te per la cabina di guida, i pneumatici anteriori e la parte sottostante del veicolo.

la cabina di guida offre una linea moder-na ed aerodinamica, è realizzata in vetroresina speciale con alta resistenza all’infiammabilità e prevede, al suo interno, n.2 sedili anteriori per l’autista e l’operatore e n.2 sedili posteriori. Il comfort e la sicurezza dell’equipaggio è ga-rantita da: visibilità eccellente attraverso ampie superfici a cristallo anteriori, laterali e superio-ri, sedili regolabili in funzione del peso dell’ope-ratore, strumentazione chiara, completa ed efficacemente illuminata, rivestimenti interni fonoassorbenti, pavimenti antisdrucciolo. L’automezzo è dotato di un sistema di sorve-glianza posteriore realizzato mediante una te-lecamera orientabile installata sul retro del

veicolo. L’immagine viene visualizzata direttamente in ca-bina, su un display dedicato; è presen-te, inoltre, un radar di prossimità che se-gnala acusticamente la presenza di ostacoli e la loro distanza. Per fornire supporto al conducente in caso di condizioni di guida con scarsa visi-bilità (oscurità, fumo, nebbia), è presente una telecamera a raggi infrarossi posizionata in prossimità del monitore. Anche in questo caso l’immagine viene visualiz-zata sul display in cabina. La gestione dell’au-tomezzo è assicurata da un sistema automatico di comando e controllo, con comandi posizio-nati su un pannello all’interno della cabina di guida, facilmente utilizzabili sia dall’autista che dall’operatore. Il sistema comprende:

un a pannello elettronico tipo “touch scre-en”, con autoregolazione della luminosità del display in base all’intensità della luce esterna. Il sistema touch screen, di faci-le ed immediata comprensione, è compo-sto da varie schermate ed ogni comando è attivabile mediante la pressione dell’icona dedicata. La schermata principale esegue il check del sistema e segnala le eventua-li anomalie, fornendo anche consigli pratici

per la risoluzione del problema. La scher-mata “fire fighting” consente il comando ed il controllo di tutte

le funzioni antincen-dio, segnala il livello

dei serbatoi e visualizza lo schema idrico. Ulteriori

schermate forniscono la dia-gnostica della parte meccanica,

attraverso opportuni sensori di rile-vazione e la gestione della manutenzione preventiva con l’indicazione delle opera-zioni da effettuare;joystick e comandi a per il controllo delle funzioni del braccio estensibile e dei di-spositivi di erogazione;in caso di avaria del sistema elettronico, la a

funzionalità del veicolo è garantita da un impianto di ridondanza che consente di intervenire meccanicamente sui singoli co-mandi in maniera alternativa.

Un’ulteriore novità è rappresentata dalla pro-gettazione di vani posteriori dedicati alle ma-nutenzioni del veicolo. Da tali postazioni, age-volmente accessibili, è possibile eseguire con facilità, tutte le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria, nonché verificare, rabboccare o sostituire i liquidi lubrificanti e refrigeranti, riducendo così i tempi ed i costi degli interventi.

nella foto a sinistra, il nuovo mezzo.nel tondo, particolare delle telecamere che permettono di 'vedere' e operare anche in ambienti pieni di fumo.Sotto, le lance antincendio in azione dimostrativa

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l'incendio è uno degli eventi più pericolosi che si possano verificare du-

rante una missione spaziale. Pur-troppo, lo studio delle misure di prevenzione e di protezione è estremamente complesso. La dif-ficoltà di modellare la combustio-ne negli ambienti privi di gravità, infatti, reca diverse implicazioni che rendono impossibile utilizza-re le simulazioni dell'incendio or-dinarie. Lo studio delle strategia di sicurezza, quindi, è estrema-mente oneroso e impegna ingen-ti risorse che, come in tanti altri casi, ricadono sulla sicurezza ge-nerale sia perché aumentano il li-vello di conoscenza sulla materia specifica, sia perché portano allo sviluppo di tecnologie innovative.Perché è difficile affrontare il tema della sicurezza in ambien-ti privi di gravità? I motivi sono fondamentalmente due. In primo luogo, mentre nelle combustioni normali la forza di gravità porta i gas ed i fumi ad elevarsi verso l'alto (le masse calde di gas vanno verso l'alto, l'aria ed i gas freddi verso il basso), negli ambienti a gravità zero non esiste una dire-zione verso cui si propagano i gas più caldi. In sostanza, quindi, una fiamma, invece di avere il consue-to aspetto allungato verso l'alto ha la forma di una sfera, con le conseguenti difficoltà di prevede-re il sentiero del fumo e, quindi, di trovare la posizione più adatta dei rilevatori di fumo. Il secondo motivo di difficoltà è legato alla chimica dei prodotti

VeicoLi SpAziALi a prova d'incendio

allo studio sistemi di sicurezza antincendio in ambienti privi di gravità. da questi programmi di ricerca si attendono risultati che potrebbero essere utili anche nella prevenzione incendi quotidiana di stefano marsella

tecnologie

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35obIeTTIvo sIcurezza

della combustione. Mentre siamo in grado di conoscere esattamen-te quale sarà il gas e la dimensio-ne del particolato prodotto dalla combustione in condizioni di gra-vità normale (i dati sono disponi-bili nella maggior parte dei casi, e qualora non lo siano, è facile svolgere sperimentazioni mirate), nessuno può prevedere cosa ge-nerano le combustioni in assenza di gravità. Le nostre capacità di previsione, infatti, non arrivano alla modellazione delle reazioni molecolari, e quindi non sono in grado di indicare come si com-porterà una data sostanza in assenza di alcune delle forze che agiscono sulle molecole, come appunto la gravità. esistono anche altri motivi di preoccu-pazione circa gli incendi che si possono verificare a bordo di un veicolo spaziale. Ad esempio, la mancanza di moti convettivi che si sviluppa-no dalle parti più calde rende più difficile lo scambio termico ed il raffreddamento dei componenti. La stessa causa favorisce la per-manenza per tempi indefiniti di polvere all’interno delle custodie di apparati o di cablaggi. Messi insieme tutti questi aspet-ti, si comprende perché è diffici-le affrontare il problema: nelle navi spaziali il moto dell'aria è assicurato da sistemi di venti-lazione che movimentano l'aria con velocità di pochi centimetri al secondo. Anche se si fosse in grado di installare dei rilevato-ri nei punti più significativi in relazione al percorso dei fumi dalle zone a maggior rischio di incendio, rimarrebbe il proble-ma di quali rilevatori installare. Infatti, ogni rilevatore si presta a rilevare rapidamente solo alcuni prodotti della combustione (per esempio, particolato di una data dimensione media). Non essendo in grado di prevedere quali sia-no i prodotti della combustione,

però, non si può fare affidamen-to sulla rilevazione immediata dell'incendio, con delle importan-ti implicazioni sull'attività di spe-gnimento. Questa considerazione implica una ulteriore domanda: in caso di incendio, cosa possono fare gli astronauti? È bene ricor-dare che questa eventualità non è molto remota, in quanto si è già verificata durante la missione del

da adottare è estremamente dra-stica e riguarda la depressurizza-zione dell’ambiente, fino a soglie compatibili con la presenza delle persone ma in grado di estingue-re gli incendi. Sugli estinguenti da utilizzare, invece, non esiste ancora una totale convergenza. Continuano ad essere utilizzati l’Halon 1301 la Co2. In entrambi i casi si accetta una minore effi-cienza di estinzione in quanto tali sostanze possono essere elimina-te dall’abitacolo con mezzi di bor-do. estinguenti a base d’acqua,

come ad esempio una schiuma particolare che si attacca ai

solidi (la schiuma conven-zionale non aderirebbe alle superfici e sarebbe inutile), sono più efficienti ma ri-chiedono molto tempo per essere rimossi dopo l’uso.

Dall'esame di questi pro-blemi sono scaturiti diver-

si programmi di ricerca, che interessano la sperimentazio-ne della combustione che avvie-ne in atmosfere a bassa gravità e gli estinguenti da utilizzare. Per la sicurezza antincendio del-la stazione spaziale Freedom, la Nasa sta sviluppando un sistema esperto finalizzato alla gestione della sicurezza, sia per interven-ti di soppressione automatici che per quelli in cui interviene l'equi-paggio. Questo sistema utilizzerà dati relativi alla combustione dei materiali in assenza di gravità, alle caratteristiche di combustio-ne all'interno di vani tecnici ed alle tecniche di rilevazione per mettere in condizione i progetti-sti di migliorare la qualità di deci-sione delle persone in condizioni critiche quali quelle di un incen-dio a bordo. Come è avvenuto per molte delle tecnologie di uso quotidiano, anche questo tipo di attività porterà, nel futuro, risul-tati sulla prevenzione incendi e sulla gestione della sicurezza del-le attività con cui siamo abituati a trattare quotidianamente.

in ambienti privi di gravità le fiamme si espandono in tutte le direzioni, come una sfera, e le schiume convenzionali non aderiscono alle superfici

febbraio 1997 a bordo del modu-lo Mir della stazione spaziale in-ternazionale. In quell’occasione, l’incendio fu spento dopo circa 90 secondi dagli astronauti, usando uno degli estintori di bordo. Ma è proprio la gestione degli incen-di che riserva delle sorprese. In-fatti, nel caso l’incendio non sia spento subito, una delle misure

nella foto grande, il decollo dello Shuttle da Cape CanaveralA sinistra, particolare della navetta spaziale Sotto, schema dell'impianto antincendio all'interno della cabina di pilotaggio

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recante il codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, a norma dell'arti-colo 25, comma 3, della legge 18 aprile 2005, n. 62Sommario: si tratta del terzo decreto cor-

rettivo del codice degli appalti e reca alcu-ne novità in materia di: project financing; gestione delle procedure di affidamento e controllo dei subappaltatori; subappalto (li-mite del 30%); offerte anomale (esclusione automatica solo per gare fino ad un milione di euro per i lavori e al di sotto dei 100.000 euro per i servizi e le forniture).

GU n. 232 del 3 ottobre 2008 - decreto 11 set-tembre 2008 (ministero dell’Interno)

Modifiche ed integrazioni al decreto del mini-stro dell’Interno 24 maggio 2002, recante nor-me di prevenzione degli incendi e di progetta-zione, costruzione ed esercizio degli impianti di distribuzione stradale di gas naturale per autotrazioneSommario: il decreto introduce la possibilità di

effettuare il rifornimento con modalità self-ser-vice anche negli impianti alimentati a gas natu-rale e disciplina le modalità di erogazione multi-prodotto di carburanti liquidi e gassosi.

GU n. 232 del 3 ottobre 2008 - decreto 23 settembre 2008 (ministero dell’Interno)

Modifiche ed integrazioni all’allegato A de-creto del Presidente della repubblica 24 ot-tobre 2003, recante la disciplina per la sicu-rezza degli impianti di distribuzione stradale di GPL per autotrazioneSommario: il decreto estende le modalità di

erogazione multiprodotto ai carburanti li-quidi e gassosi.

GU n. 243 del 16 ottobre 2008 – decreto 6 agosto 2008 (Presidenza del consiglio dei ministri)

Autorizzazione ad assumere a tempo inde-terminato, mediante procedure di stabilizz-zione, personale dei vigili del fuoco in ferma prefissata e dell'Arma dei carabinieri, ai sen-si dell'articolo 1, comma 526, della legge n. 296 del 2006Sommario: il decreto autorizza all’assunzio-

ne di 541 unità di personale per le esigenze del CNVVF con decorrenza non anteriore al 1 luglio 2008.

GU n. 202 del 29 agosto 2008 - decreto 1 agosto 2008 (ministero delle Infrastrutture e Trasporti)

Aggiornamento dell'appendice 1 al decreto ministeriale 22 luglio 1991, e successive mo-dificazioni, recante norme di sicurezza per il trasporto marittimo alla rinfusa di carichi solidiSommario: si tratta di un aggiornamento del

decreto 22 luglio 1991 per introduzione le prescrizioni relative ai sottoprodotti della lavorazione dell’alluminio.

SO n. 221 alla GU n. 219 del 18 settembre 2008 - decreto legislativo 28 luglio 2008, n. 145

Attuazione della direttiva 2006/121/CE, che modifica la direttiva 67/548/CEE concer-nente il ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari ed amministra-tive in materia di classificazione, imballag-gio ed etichettatura delle sostanze perico-lose, per adattarle al regolamento (CE) n. 1907/2006 concernente la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione e la restrizio-ne delle sostanze chimiche (REACH) e isti-tuisce un'agenzia europea per le sostanze chimicheSommario: il decreto è composto da 13 ar-

ticoli ed un allegato in cui sono riportati i nuovi requisiti per la classificazione e l’eti-chettatura delle sostanze e dei preparati pe-ricolosi (a modifica e parziale abrogazione del d.lgs. 3 febbraio 1997, n. 52).

SO n. 227 alla GU n. 231 del 2 ottobre 2008 - decreto legislativo 11 settembre 2008, n. 152

ulteriori disposizioni correttive e integrative del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163,

osservatorio di michele mazzaro e alberto tinaburri

leggi, decreti e altri atti normativipubblicati sulla Gazzetta ufficiale GU n. 249 del 23 ottobre 2008 - decreto 18

settembre 2008, n. 163 (ministero dell’In-terno)

regolamento recante la disciplina del concor-so pubblico per l'accesso alla qualifica iniziale del ruolo dei vigili del fuoco, articolo 5, com-ma 7, del decreto legislativo 13 ottobre 2005, n. 217Sommario: il regolamento disciplina le moda-

lità di svolgimento del concorso pubblico per l’accesso al ruolo dei vigili del fuoco. I requi-siti indispensabili per la partecipazione sono il possesso di un titolo di studio della scuo-la dell'obbligo; il limite di età 30 anni, senza alcuna elevazione; esclusivamente per gli iscritti da almeno un anno negli elenchi del personale volontario del CNVVF il limite di età è di 37 anni, senza alcuna elevazione; gli altri requisiti generali per la partecipazione ai pubblici concorsi per l'accesso ai pubblici impieghi.

guue Gazzetta ufficiale dell'unione europea

GU serie L n. 218 del 13 agosto 2008

regolamento (Ce) n. 765/2008 del parlamento europeo e del consiglio, del 9 luglio 2008, che pone norme in materia di accreditamento e vigilanza del mercato per quanto riguarda la commercializzazione dei prodotti e che abroga il regolamento (Cee) n. 339/93Sommario: il regolamento stabilisce norme

riguardanti l’organizzazione e il funziona-mento dell’accreditamento degli organismi di valutazione della conformità nello svolgi-mento di attività di valutazione della confor-mità. Fornisce inoltre un quadro per la vigi-

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osservatorio di michele mazzaro e alberto tinaburri

lanza del mercato dei prodotti per garantire che essi soddisfino requisiti che offrano un grado elevato di protezione di interessi pub-blici, come la salute e la sicurezza in genera-le, la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro, la protezione dei consumatori, la protezione dell’ambiente e la sicurezza pubblica. Stabi-lisce infine un quadro per i controlli sui pro-dotti provenienti dai paesi terzi ed i principi generali della marcatura CE. Tra l’altro, com-porta l’obbligo per gli Stati membri di avere un ente unico di accreditamento nel settore volontario (in Italia sarà necessario accorpa-re SINCERT, SINAL e SIT). Si applica a decor-rere dal 1 gennaio 2010.

GU serie L n. 218 del 13 agosto 2008Decisione n. 768/2008/Ce del parlamento europeo e del consiglio, del 9 luglio 2008, relativa a un quadro comune per la commercializzazione dei prodotti e che abroga la decisione 93/465/CeeSommario: la decisione stabilisce il quadro

comune di principi generali e di disposizioni di riferimento per l’elaborazione della nor-mativa comunitaria di armonizzazione delle condizioni per la commercializzazione dei prodotti, secondo i principi generali in essa stabiliti e alle pertinenti disposizioni di riferi-mento contenute negli allegati I (disposizioni di riferimento per la normativa comunitaria di armonizzazione per i prodotti), II (proce-dure di verifica della conformità) e III (dichia-razione ce di conformità). Abroga la decisio-ne 93/465/CEE (cfr. “nuovo approccio”).

GU serie C n. 212 del 20 agosto 2008Comunicazione della commissione nell'ambito dell'applicazione della direttiva 94/9/Ce del parlamento europeo e del consiglio concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative agli apparecchi e sistemi di protezione destinati a essere utilizzati in atmosfera potenzialmente esplosivaSommario: si tratta della pubblicazione dei

titoli e riferimenti di norme armonizzate ai sensi della direttiva 94/9/CE “ATEX”.

GU serie C n. 215 del 22 agosto 2008Comunicazione della commissione nell'ambito dell'applicazione della direttiva 98/37/Ce del

parlamento europeo e del consiglio, del 22 giugno 1998, concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative alle macchineSommario: si tratta della pubblicazione dei

titoli e riferimenti di norme armonizzate ai sensi della direttiva 98/37/CE “macchine”.

GU serie L n. 246 del 15 settembre 2008Direttiva 2008/58/Ce della commissione, del 21 agosto 2008, recante trentesimo adeguamento al progresso tecnico della direttiva 67/548/Cee del consiglio concernente il ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative relative alla classificazione, all'imballaggio e all'etichettatura delle sostanze pericoloseSommario: la direttiva reca la modifica

dell'allegato I della direttiva 67/548/CEE e deve essere recepita dagli Stati membri en-tro il 1 giugno 2009.

GU serie L n. 260 del 30 settembre 2008Direttiva 2008/68/Ce del parlamento europeo e del consiglio, del 24 settembre 2008, relativa al trasporto interno di merci pericoloseSommario: la direttiva si applica al trasporto

di merci pericolose effettuato su strada, per ferrovia o per via navigabile interna all’inter-no degli Stati membri o tra gli stessi, compre-se le operazioni di carico e scarico, il trasfe-rimento da un modo di trasporto a un altro e le soste rese necessarie dalle condizioni di trasporto. Lo scopo è di instaurare un regime comune che contempli tutti gli aspetti del trasporto interno di merci pericolose (ADR, RID e ADN). Le direttive 94/55/CE (ADR), 96/49/CE (RID), 96/35/CE e 2000/18/CE (ADN) saranno abro-gate il 30 giugno 2009.

GU serie C n. 273 del 28 ottobre 2008Comunicazione della commissione nell'ambito dell'applicazione della direttiva 95/16/Ce del parlamento europeo e del consiglio per il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative agli ascensoriSommario: si tratta della pubblicazione dei

titoli e riferimenti di norme armonizzate ai sensi della direttiva 95/16/CE “ascensori”.

lettere circolari emanate dalla direzione centrale per la prevenzione e la Sicurezza tecnica

Lettera-circolare prot. n. P570/4109 sott. 29 del 2 maggio 2008

DM 18 maggio 2007 – “norme di sicurezza per le attività di spettacolo viaggiante” - attività esistenti. ChiarimentoSommario: la lettera circolare fornisce chiari-

menti in merito agli adempimenti previsti dal DM 18 maggio 2007, connessi al riconoscimen-to o meno di attività “esistente” in caso di ces-sazione/acquisizione di attrazioni esistenti. Il requisito di “esistenza” è determinato dalla sola condizione di legittimo esercizio prima della data di entrata in vigore del decreto (12 dicembre 2007) e, come conseguenza, il sem-plice cambio del gestore (per vendita, prestito, noleggio, cessione ad uso gratuito, ecc.) non modifica tale qualità, fermo restando l’obbligo in capo al nuovo gestore di dotarsi della licenza di esercizio prevista dall’art. 69 del TULPS.

Lettera-circolare prot. n. P720/4122 sott. 54/9 del 29 maggio 2008

Porte scorrevoli orizzontalmente munite di dispositivi automatici di apertura a sicurezza ridondante. ChiarimentoSommario: la lettera circolare fornisce chia-

rimenti in merito alla possibilità di utilizzare tale tipologia di porte scorrevoli in alterna-tiva a quelle apribili a semplice spinta da in-stallare presso le uscite di piano e lungo le vie di esodo. In caso di prescrizione dei comandi provinciali VVF o qualora le normative vigenti per i luoghi di lavoro e per le attività sogget-te al rilascio del CPI prevedano esplicitamen-te l’apertura delle porte nel verso dell’esodo, si ritiene che l’impiego delle porte scorrevo-li, pur se munite di dispositivi automatici di apertura a sicurezza “ridondante”, non possa essere consentito qualora le stesse non siano apribili anche “a spinta”.

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Selezione dellenorme cei

CEI 23-103 (prima edizione)Prescrizioni generali per dispositivi di protezione a corrente differenzialeSommario: la norma fornisce le

prescrizioni generali per i dispositivi a corrente differenziale impiegati negli interruttori conformi alle più recenti edizioni delle norme IEC 61008, IEC 61009 (differenziali per uso domestico e similare), IEC 60947-2 (differenziali per impiego industriale) e IEC 62423, norma non recepita dal CENELEC, (interruttori per uso domestico e similare di tipo B adatti per correnti differenziali alternate sinusoidali con frequenza fino a 1000 Hz, correnti differenziali raddrizzate pulsanti e correnti differenziali continue senza ondulazioni). La guida specifica le caratteristiche operative degli apparecchi che rispondono a tali norme e le loro modalità di installazione in modo che forniscano protezione dal rischio di scossa elettrica e dal pericolo d'incendio a causa di una corrente permanente per guasto a terra non interrotta dai dispositivi di sovracorrente.

CEI 64-8; V1Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1 500 V in corrente continuaSommario: il fascicolo contiene modifiche

ad alcuni articoli nonché correzioni di inesattezze riscontrate in alcune parti della norma CEI 64-8. In particolare si segnalano modifiche ai seguenti articoli:

parte 1 - 11.3, in seguito alla pubblicazione della sezione 714: "impianti di illuminazione situati all'esterno"".

parte 4 - 411.1.3; 411.1.3.2; 413.1.3.3; tabella 41; 413.1.5.1; 413.1.5.5; 433.2; 481.1.1.

parte 5 - 511.1; 514.5; 521.1; 522.3; 522.8.1; 526.5; 527.1.3; 528.1.1.

parte 7 - sezioni 702; 710; 712; 714; 751; 752.

CEI 81-10; V1

Protezione contro i fulminiSommario: la variante fornisce la modifi-

ca alla premessa nazionale contenuta nelle quattro norme che costituiscono la serie di norme CEI EN 62305, nonché reca le modi-fiche ad alcuni articoli delle CEI EN 62305-1, CEI EN 62305-2 e CEI EN 62305-3. Tra le più importanti innovazioni da segnalare il princi-pio che la valutazione del rischio deve essere eseguita per tutte le strutture in conformi-tà alla CEI EN 62305-2 e che devono essere individuate le misure di protezione necessa-rie a ridurre il rischio a valori non superio-ri a quello ritenuto tollerabile dalla norma stessa. Il fascicolo contiene una nota sulla progettazione a regola d’arte degli edifici ai fini della protezione contro le sovratensio-ni, indicando come riferimento fondamenta-le sia la CEI 64-8 che la CEI 81-10. La variante riporta inoltre valori di coefficienti necessari a determinare la protezione delle strutture contro i fulmini.

CEI UNI EN 60598-2-22/A2

Apparecchi di illuminazione.Parte 2-22: prescrizioni particolari - apparecchi di emergenzaSommario: la variante introduce modifiche

relative ai paragrafi 22.5 (marcatura), 22.15 (resistenza al calore, al fuoco e alle corren-ti superficiali) e agli allegati A (batterie) e B (classificazione).

osservatorio

norme uni

Serie UNI EN 1028-1:2008 “Pompe antincendio - pompe centrifughe antincendio con sistema di adescamento” Parte 1: classificazione - requisiti generali e di sicurezzaParte 2: verifica dei requisiti generali e di sicurezza

Sommario: le norme si applicano a pompe centrifughe con dispositivi di adescamento per uso antincendio fornite separatamente senza motore e giunto, per temperature di servizio comprese tra -15 °C e 40 °C. Hanno lo status di norme armonizzate ai fini dell’applicazione della direttiva 98/37/CE “macchine”.

UNI 11292:2008“Locali destinati ad ospitare gruppi di pompaggio per impianti antincendio - caratteristiche costruttive e funzionali”Sommario: la norma specifica i requisiti co-

struttivi e funzionali minimi da soddisfare nella realizzazione di locali tecnici desti-nati ad ospitare gruppi di pompaggio per l'alimentazione idrica di impianti antincen-dio, quali ad esempio gli impianti idranti, sprinkler,ecc. Le indicazioni contenute nella norma inte-grano, inoltre, le prescrizioni delle normati-ve applicabili all'argomento ed in particolare della UNI EN 12845 e della UNI 10779.

UNI EN 14466:2008 “Pompe antincendio - pompe mobili - requisiti di sicurezza e di prestazione, prove” Sommario: la norma si applica a pompe mo-

bili che utilizzano pompe centrifughe antin-cendio azionate da motore a combustione in-terna e non progettate per essere installate permanentemente in veicoli di servizio an-tincendio e di soccorso e non progettate per operazioni prolungate non sorvegliate. Ha lo status di norma armonizzata ai fini dell’applicazione della direttiva 98/37/CE “macchine”.

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Serie UNI EN 14710-1:2008“pompe antincendio - pompe centrifughe an-tincendio senza sistema di adescamento” Parte 1: classificazione, requisiti generali e di sicurezza Parte 2: verifica dei requisiti generali e di si-curezza Sommario: le norme si applicano a pompe

centrifughe senza dispositivi di adescamen-to per uso antincendio, per temperature di servizio comprese tra -15 °C e 40 °C, designa-te come: pompe galleggianti (FPN-F); pompe sommergibili (FPN-S) o pompe di surpressio-ne (FPN-B). Hanno lo status di norme armo-nizzate ai fini dell’applicazione della direttiva 98/37/CE “macchine”.

UNI CEN/TS 14972:2008 “Installazioni fisse antincendio - sistemi ad acqua nebulizzata - progettazione e installazione”Sommario: il rapporto tecnico specifica i re-

quisiti e fornisce informazioni sulla progetta-zione, installazione e prova e fornisce i criteri per l'accettazione dei sistemi fissi ad acqua nebulizzata (water mist) per pericoli specifici.

Serie UNI EN 15004:2008“Installazioni fisse antincendio - sistemi a estinguenti gassosi”parte 1: progettazione, installazione e manu-tenzione parte da 2 a 10: proprietà fisiche e progetta-zione dei sistemi a estinguenti gassosi per gli agenti estinguenti FK-5-1-12 - HCFC miscela A – HFC - HFC 227ea - HFC 23 - IG-01 - IG-100 - IG-55 - IG-541Sommario: le norme trattano i sistemi a sa-

turazione totale, che utilizzano agenti estin-guenti gassosi elettricamente non condutti-vi, che non lasciano residui dopo lo scarico e per i quali sono attualmente disponibili dati sufficienti per consentire la verifica delle pre-stazioni.

Serie UNI 1568:2008“Mezzi di estinzione incendi - liquidi schiumogeni concentrati”parte 1: specifiche per liquidi schiumogeni concentrati a media espansione per applicazione superficiale su liquidi immiscibili con acqua

parte 2: specifiche per liquidi schiumogeni concentrati ad alta espansione per applicazione superficiale su liquidi immiscibili con acquaparte 3: specifiche per liquidi schiumogeni concentrati a bassa espansione per applicazione superficiale su liquidi immiscibili con acquaparte 4: specifiche per liquidi schiumogeni concentrati a bassa espansione per applicazione superficiale su liquidi miscibili con acquaSommario: le norme definiscono i requisi-

ti per proprietà chimiche e fisiche e di pre-stazione per schiume a bassa, media ed alta espansione adatte all'applicazione superficia-le su liquidi immiscibili con acqua e per quelle a bassa espansione miscibili con acqua.

Serie UNI EN 54:2008 “Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio“parte 16: apparecchiatura di controllo e segnalazione per i sistemi di allarme vocaleparte 24: componenti di sistemi di allarme vocale – altoparlantiparte 25: componenti che utilizzano collegamenti radioSommario: le norme specificano i requisiti,

i metodi di prova ed i criteri di prestazione dell’apparecchiatura di controllo e segna-lazione per i sistemi di allarme vocale usati nei sistemi di segnalazione d’incendio, per i dispositivi sonori di allarme incendi, in cui il segnale di allarme è nella forma di tono(i) o messaggio vocale(i), per i componenti usati nei sistemi di segnalazione d’incendio, che utilizzano il collegamento in radio- frequenza (collegamenti RF). Non hanno ancora lo sta-tus di norma armonizzata ai fini dell’applica-zione della direttiva 89/106/CEE “prodotti da costruzione”.

Serie UNI 7129:2008“Impianti a gas per uso domestico e similari alimentati da rete di distribuzione -

progettazione e installazione”.parte 1: impianto internoparte 2: installazione degli apparecchi di utilizzazione, ventilazione e aerazione dei locali di installazione parte 3: sistemi di evacuazione dei prodotti della combustioneparte 4: messa in servizio degli impianti/apparecchiSommario: la norma si applica alla

costruzione e ai rifacimenti di impianti o parte di essi, comprendenti il complesso delle tubazioni e degli accessori che distribuiscono il gas a valle del gruppo di misura o punto d’inizio, agli apparecchi utilizzatori di singola portata termica nominale massima non maggiore di 35 kW. Tra le diverse novità introdotte si segnalano in particolare l’obbligo dell’installazione negli impianti nuovi e ristrutturati, di apparecchi di cottura provvisti del dispositivo di sicurezza per la rilevazione dell’assenza di fiamma (termocoppia) e migliori soluzioni impiantistiche, in riferimento agli aspetti architettonici. Per la ventilazione è previsto un sistema di calcolo aggiornato e la possibilità di ricorrere alla ventilazione meccanica controllata.

UNI EN 15243:2008 “Ventilazione degli edifici - misure antincendio per i sistemi di distribuzione dell'aria negli edifici”Sommario: la norma fornisce indicazioni per i

progettisti, gli installatori e i manutentori per l'applicazione di misure di protezione antin-cendio per i sistemi di distribuzione dell'aria, inclusi i sistemi misti di ventilazione e di estrazione di fumo e calore, al fine di impedi-re l'innesco e la propagazione dell'incendio, dei fumi e di altri prodotti della combustione.

UNI EN ISO 14116:2008 “Indumenti di protezione - protezione contro il calore e la fiamma - materiali, assemblag-gi di materiale e indumenti a propagazione di fiamma limitata”Sommario: la norma specifica i requisiti pre-

stazionali dei materiali, degli assemblaggi e degli indumenti di protezione a propagazione di fiamma limitata. Non ha ancora lo status di norma armonizzata ai fini dell’applicazione della direttiva 89/686/CEE “DPI”.

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40 obIeTTIvo sIcurezza

E’ sempre impegnata a sottolineare i mo-menti più impor-tanti della vita del Corpo nazionale, le cerimonie, gli even-ti commemorativi, le ricorrenze. Sen-za la banda musica-

le dei vigili del fuoco, che accompagna le emozioni affiancandole con le note, non è festa. Basti pensare al giorno di Santa Bar-bara, patrona del Corpo, in occasione del quale esegue le musiche durante la Mes-sa Solenne.Oppure a tutte quelle volte in cui viene invitata a suggellare momenti importan-ti in occasione di manifestazioni cultura-li quali i Concerti per Roma Capitale o la Festa de ra Bandes di Cortina d’Ampez-zo. Ogni anno, dal 2003, sfila nella para-ta della festa della Repubblica e, lo scor-so anno, in occasione del Natale 2007, ha debuttato all’Auditorium di Roma - Parco della Musica, con un concerto tenuto nel-la Sala Petrassi. Ma cosa c’è dietro quelle musiche che arrivano così dirette a noi e che ci risvegliano più di qualche ricordo e

la banda dei ViGiLi deL fuoco

70 anni a ritmo di musica

la banda dei vigili del fuoco è accolta sempre con entusiamo dal pubblico ed è apprezzata per il suo ampio repertorio. una storia di lavoro e di soddisfazioni di cristiana vittorini e silvia perna

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della fanfara. Fino al 1997 il maestro era il capo reparto Nunzio Paulicelli, di Ma-tera. Quando andò in pensione gli succe-dette Antonio Barbagallo che però vinse il concorso come maestro nella banda cen-trale della marina militare. Per più di un anno il gruppo musicale rimase fermo, fu poi grazie all’intervento del capo squadra Giovanni Di Nardo, del comando di Chie-ti, che si riprese l’attività della banda per la quale c’era molta attesa. Nel 2000 venni nominato direttore della banda dei vigili

70 anni a ritmo di musica

soprattutto cosa c’è dietro quegli orche-strali così ordinati, che suonano con una naturalezza che nasconde ben più alta professionalità? Cerchiamo di trovare ri-sposte dando uno sguardo alla sua storia nelle parole del maestro che la dirige, Do-nato di Martile: “Sul finire degli anni ’30 la banda era già presente ma come fan-fara e suonava durante i giuramenti che si tenevano a Capannelle. Personalmen-te ho svolto il servizio militare nel 1994 e in quell’occasione cominciai a far parte

del fuoco e nel 2002 fu istituzionalizzata la figura della banda passando dalla sem-plice fanfara a banda del Corpo naziona-le dei vigili del fuoco”. Presente quindi già dagli anni ’30, è solo più tardi, negli anni ‘90 che la banda riceve nuovo impulso, ve-nendo riattivata e nuovamente disciplina-ta. Più tardi, nel 2005 sono state fissate le modalità di reclutamento del suo perso-nale, che la contraddistinguono dalle al-tre formazioni statali. Ciò che la caratte-rizza infatti è che tutti i suoi componenti appartengono al Corpo e vengono indivi-duati tra gli operatori permanenti e, per-lopiù, volontari dei comandi provinciali ed è oggi formata da 70 elementi. La banda ha la sua sede nella scuola di formazione di base di Roma, a Capannel-le, dove si riunisce per le prove. Ma riuni-re tutti gli orchestrali per seguire le pro-ve, per non parlare degli incontri e delle tante manifestazioni alle quali partecipa la banda deve essere un compito che pre-senta qualche difficoltà: “Inizialmente – spiega di Martile - il lavoro è stato mol-to duro in quanto la banda era composta da circa 30 permanenti e 10 discontinui. Perciò convocare dei vigili impegnati nei

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la banda dei vigili del fuoco

propri comandi, dove spesso c’è carenza di personale, e sottrarli al servizio opera-tivo per alcuni giorni costituiva un vero problema. La situazione è cambiata da quando le porte della banda si sono aper-te anche ai vigili discontinui che avendo turni di lavoro più flessibili garantiscono maggiormente la presenza. Oggi infatti rappresentano il 70% dei musicisti. Nono-stante ciò, ci vuole tanta calma e pazienza perché le prove vengono sempre esegui-te "in emergenza”. Radunare tutti i com-ponenti non è sempre facile e il tempo per

provare sembra non bastare mai”.Chiediamo al maestro se si sente un po’ come il “comandante“ della banda dei vi-gili del fuoco e se tra i componenti c’è lo stesso spirito di squadra che anima il la-voro dei vigili. “Mi sento esattamen-te come gli altri componenti della banda – dice di Martile - Anche se spesso devo avere il polso fermo e saper tenere le redi-ni del gruppo. Alcuni concerti ci portano lontano dalle nostre famiglie per due set-timane, e spesso questo fa salire la tensio-ne. Ma il gruppo è molto unito, si supera-

no le difficoltà, ci si aiuta, c’è solidarietà, confidenza. Lo spirito di gruppo è la base principale per un ottimo risultato. Si pas-sano molte ore insieme , ci si capisce con uno sguardo. Appena possibile cerchiamo di incontrarci anche al di fuori dei con-certi. Possiamo dire che siamo una gran-de famiglia, proprio in tutti i sensi…visto che all’interno della banda ci sono molti fratelli e si è formata più di una coppia, al-cuni si sono perfino sposati”.L’attività concertistica che la banda svol-ge in tutto il territorio nazionale è intensa,

partecipando a tutti gli eventi istituzio-nali di rilievo del Corpo, come le inaugu-razioni o intitolazioni delle sedi. Dirigere la banda di un Corpo istituzionale deve essere emozionante e regalare al tempo stesso belle soddisfazioni “ Ho avuto varie esperienze con orchestre sinfoniche ita-liane – dice di Martile - ma i primi passi li ho mossi nella banda del paese, suonan-do il corno, per questo motivo mi sento più legato alla realtà della banda”. Inol-tre ci confessa che è sempre un’emozione dirigere la banda, la sente come una sua

creatura, dal momento che ci ha lavorato tanto per arrivare a questi risultati. E’ mo-tivo di orgoglio sia per lui sia per i ragaz-zi portare quella divisa e rappresentare il Corpo dei vigili del fuoco. “ Tutti i concerti – prosegue di Martile - lasciano un ricor-do particolare. Sicuramente il primo con-certo che ho diretto, nel Teatro Vespasia-no di Rieti. E’ stata una grande emozione poter cogliere i frutti di tutti i nostri sfor-zi, il nostro impegno durato ben due anni di prove. Ma una grande emozione c’è sta-ta anche per il concerto di dicembre 2007

al Parco Della Musica di Roma, non capita tutti giorni di poter suonare in luoghi così importanti”.Ma uno in particolare, che il maestro Di Martile ricorda con piacere per i consensi ricevuti c’è: “Si, a giugno di quest’anno. Ci trovavamo a Lucca per il centocinquan-tesimo anno della nascita di Puccini. In questa circostanza ha collaborato con noi un tenore creando un’innovazione nel-la banda che di solito si esibisce solo con la parte strumentale. L’unione della mu-sica alla voce di un tenore ha creato un ef-

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fetto molto bello ed è stato particolarmente apprezzato dalla nipote di Puccini presente al concerto. In generale , però, la critica nei nostri confronti è sempre positiva”.Oltre alla critica, anche il pubblico vi acco-glie con entusiasmo vero? “E’ vero, in effetti riceviamo tante testimonianze d’affetto da parte del pubblico. Nell’immaginario col-lettivo il Vigile del fuoco è una figura che su-scita simpatia, ed è una cosa che riscontria-mo anche vedendo il calore che ci riserva il pubblico". Il repertorio che propone la ban-da è sempre ampio e abbraccia tutti i generi musicali dal lirico al sinfonico, dal leggero al jazz. Proprio questa versatilità ha per-messo al gruppo di distinguersi per l’origi-nalità e la varietà dei programmi proposti, nonché per l’utilizzo di organici variabili, dal piccolo ensemble di fiati alla Sympho-nic Band, avvalendosi talvolta della colla-borazione di noti esecutori ospiti. “Ogni banda solitamente ha il suo re-pertorio, - ci spiega di Martile - ci sono dei brani tradizionali e poi ci sono quelli “originali”che nuovi compositori scrivono. Generalmente io li scelgo e li sottopongo alla banda e quello è il momento più diffi-cile perché si prova tantissimo fin quando il prodotto non è buono per l’ascolto. Ma come dicevo prima c’è molta intesa tra noi e con un solo sguardo capiamo cosa vuole l’altro.Da tre anni poi partecipiamo alla “rassegna di bande militari e forze di polizia”, concerti per Roma Capitale, che si tiene nel mese di luglio. Per un musicista è uno dei concerti più importanti perché si crea una sana riva-lità con altre realtà bandistiche dello Stato. E’ come per un musicista poter suonare alla Scala". Ma qual è il vostro repertorio prefe-rito? “Ci piace far divertire il pubblico con brani orecchiabili come ad esempio le co-lonne sonore dei film o i brani celebri pop, ma a seconda delle manifestazioni siamo tenuti a rispettare dei canoni più formali ad esempio se il concerto si tiene in chiesa , si-curamente verranno scelti brani sacri". Ci sarebbe un luogo in cui non avete mai suo-nato in cui vi piacerebbe potervi esibire, o davanti a quale personalità? “Molti nostri desideri li abbiamo già corona-ti, ma ci piacerebbe poter fare una tournee all’estero. Ci onorerebbe poi poter suonare alla presenza del Presidente della Repubbli-ca”. Ma l’ultima domanda è il maestro a ri-volgerla a noi : “Sapete qual è il nostro mot-to? Comunque vada sarà un successo!”. Ci spiega che è una frase che usava sempre lui e che poi è diventata il motto della banda.

da quattro anni partecipa a sfilate e concerti. Lucia Taurisano, romana, 24 anni, è una delle giovani che rappresenta la componente femminile del-la Banda musicale dei vigili del fuoco di cui fa parte dal 2004. Suona alle

percussioni, ma durante le sfilate è impegnata con uno strumento particolare: il Glockespiel

Lucia, come ti sei accostata alla musica e alla Banda dei vigili del fuoco? Fin da piccola sono stata appassionata di musica, tant’è che ho frequentato una scuola media ad indirizzo musicale, la "G. Montezemolo". Ho imparato a suonare il pianoforte e ho studiato solfeggio. Al secondo anno di scuola media sono entra-ta a far parte dell'orchestra della scuola, partecipando a concerti e concorsi fino al 2005. Nella banda dei vigili del fuoco sono entrata nel 2004.

Cosa si prova a suonare nella banda dei vigili del fuoco?L'emozione di suonare in Banda ed indossare la divisa è sempre stata forte, allora come lo è adesso, perchè rappresentare il Corpo nazionale, per me che sono "fi-glia d'arte" e da sempre a contatto con i vigili del fuoco, è ogni volta un’ esperien-za unica che dà molte soddisfazioni, sia personali che musicali. Costantemente riceviamo complimenti per il lavoro svolto e per la qualità delle nostre esecu-zioni e l'apprezzamento delle persone che ci fermano per strada ci fanno capire quanto i vigili del fuoco siano amati dalla gente.

nel suo futuro ti vedi più orchestrale o vigile del fuoco?Da sempre sogno di poter fare vita ope-rativa e da sempre sento di appartene-re al mondo dei vigili del fuoco, pur es-sendo consapevole della realtà e dei problemi che esistono. Anche amando il mondo della musica e ricevendo mol-te soddisfazioni dalla vita di Banda, sa-rei di gran lunga molto più appagata nel realizzare il mio sogno di diventare vi-gile permanente e essere collega di tut-ti quegli "eroi" che la gente identifica nei vigili del fuoco. Spero nei prossimi con-corsi!

in bocca al lupo, Lucia!

A tu per tu con Lucia taurisanouna ragazza della banda

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la prima volta che ho sentito nomi-nare Fiorello, associato ai vigili del fuoco, è stato dall’ingegner Mario

Arrigo nel maggio del 2006, durante l’in-tervista che gli ho fatto per la rubrica del-la storia di 'Obiettivo sicurezza'. In realtà ricordo di aver avuto un attimo di esita-zione, perché si chiama Fiorello anche uno dei nostri comandanti, attualmen-te a Belluno, per cui di primo acchito ho pensato che si stesse riferendo a lui l’an-ziano ingegnere. Invece no, parlava pro-prio di Rosario Fiorello. Il motivo? I due sono concittadini, di Le-tojanni, un paesino alle pendici di Taor-mina. Ma non è questo il legame vero, c’è invece che tanti anni addietro il pa-dre del famoso Fiorello, Nicola, chiese ad Arrigo, che sarebbe poi diventato diri-gente generale dei vigili del fuoco, di far-gli da padrino. E in Sicilia questa è una cosa che conta. Guardai quel ragazzino, scrutai quel volto bello ed aperto e pro-vai subito una grande simpatia che pre-sto si trasformò in affetto sincero. Nicola Fiorello fu il primo a darmi la dignità del padrino - racconta Mario Arrigo nel suo libro Metamorfosi - Ogni volta che torna-vo a Letojanni, non mancava mai di veni-re a farmi visita. Nel 1963 spuntò con un frugoletto di tre anni che mi presentò". Patrozzu, questo è mio figlio! Si chiama

fioreLLo io, i vigili del fuocoe quelle gag dietro le quinteuna lunga e frizzante carriera percorsa insieme ad un pubblico caloroso che ha mostrato sempre simpatia per il grande showman siciliano di luca cari

l'intervista

Saro…”. Saro, cioè Rosario, ora per tutti solo Fiorello.

Del tuo legame familiare con i vigili del fuoco abbiamo parlato. A parte quello?

Con i vigili del fuoco ho da sempre un ottimo rapporto. E poi mi diverto con loro. Quando sono nei teatri faccio sem-pre uno scherzo, mi avvicino ad un vigi-le e gli chiedo di accendere la sigaretta e vedo ogni volta la sorpresa di chi non sa se faccio o no sul serio, poi scatta la risata. Devo dire invece che con Tom-masino, il piccoletto siciliano che lavo-ra con me, quello con la coppola, un tipo strano, molto naif, un ex pastore dell’en-troterra siciliano e fumatore incallito di sigarette senza filtro, il rapporto è più complicato. Non sente mai ragioni, non riesce ad accettare che non si può fuma-re e così si va a nascondere nei luoghi più impensati. Ogni volta è la stessa storia, con i vigili del fuoco che seguono l’odo-re del fumo e lo scovano dentro qualche stanza con la sigaretta accesa.

rintracciato il legame con i vigili del fuoco, che stavolta è di quelli seri, possiamo finalmente parlare dei risvolti personali e professionali della sua vita. in una pubblicità vieni riconosciuto come quello del karaoke. Pensi sia riduttivo? Chi è in realtà Fiorello?

È una battuta quella, ma è una battuta

che è venuto spontaneo fare anche a me. Credo sia un’immagine che mi rimar-rà legata addosso per tutta la vita e sono contento, perché è stato un periodo mol-to bello, proprio all’inizio della mia car-riera.

ma la gente davvero ti riconosce così?Ci sono dei ventenni che quando mi in-contrano mi fermano e mi raccontano di come la madre quando avevano sette

"Con voi ho da sempre un ottimo rapporto. Quando sono a teatro, ci siete sempre ed io, per scherzo, chiedo se avete 'da accendere...'E scatta la risata".

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o otto anni li metteva seduti davanti alla televisione e li faceva mangiare davan-ti al karaoke. Mi pare sia un ricordo pia-cevole.

il karaoke, un po’ di leggerezza in un momento storico difficile per l’Italia. È stata questa la chiave del successo, il bisogno che aveva la gente di ridere?

Il mio karaoke ha coinciso in effetti con il periodo di mani pulite, con il passag-gio dalla prima alla seconda Repubblica. Mi dissero per questo che non avrei fatto grandi ascolti, anche perché il program-ma andava in onda nella fascia oraria dei telegiornali e quindi si sarebbe scontra-to con quelli. E invece successe il contra-rio, con la gente nelle piazze e davanti al televisore che si incantava a guardare se stessa fare spettacolo. Perché di questo in fondo si trattava

e oggi, che la televisione è fatta molto dalla gente qualunque, sarebbe stato più complicato trovare spazio?

A quel tempo c’era solo la corrida che metteva in evidenza la gente comune, è

vero. Oggi invece la televisione è fat-ta per l’80% dai te-lespettatori, vedi i concorsi, i reality, ci sono quindi molte più possibilità. Con tanti canali e satel-liti credo comunque che un posto non si neghi a nessuno.Alla fine come pensi che sarai ricordato?

Come quello del karaoke che ebbe tan-to successo e che poi andò giù, perse tut-to per poi ritornare al successo con il va-rietà. Si dirà questo di me, quello che ha avuto due volte il successo.

Bello no? non è che capita tutti i giorni di morire e rinascere

Nella vita di solito di possibilità ne hai una sola, io invece ne ho avute di più. Del resto è una caratteristica di questo me-stiere essere un giorno in alto per poi di colpo non esserlo più. Per questo devi sa-perti sempre gestire bene. Penso che la perdita del successo non è mai colpa del pubblico che non ti vuole più seguire. Se lo perdi evidentemente hai fatto qualche cosa di sbagliato o ti sei posto in manie-

"Quella del karaoke è un'immagine che mi

rimarrà legata addosso per tutta la vita e ne sono

contento, perché è stato un periodo molto bello,

l'inizio della mia carriera"

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ra sbagliata. Il pubblico invece non sba-glia mai, riesce sempre a capire quello che esce di te dalla tv, dai giornali, dalle interviste, capisce se stai facendo o pen-sando cose sbagliate. E questo è quello che è successo a me, evidentemente ho fatto cose in quel periodo per le quali il pubblico mi ha castigato.

Quanto è importante allora il rapporto con il pubblico?

Io ho sempre bisogno di avere il pubbli-co vicino. Del resto nasco nei villaggi tu-ristici, dalle serate in piazza, dagli spetta-coli dal vivo. Anzi, nei primi programmi televisivi non funzionavo proprio perché non ero abituato a fare spettacolo senza pubblico. Quello che c’è negli studi tele-visivi non sarà mai al pari di quello che viene a vedere il tuo spettacolo, che paga il biglietto per così dire. Non è un pubbli-co che ti sceglie insomma.

e il pubblico televisivo che ti incontra per strada?

Ti da la misura di ciò che stai facendo, cioè se sta andando bene o quanto stia funzionando. Ti faccio un esempio. In questi giorni passo in televisione con una certa pubblicità e allora incontro un sac-co di gente che mi dice: “Ahò, hai trovato Mike?” Fa sorridere, ma questo mi da un riscontro immediato di quello che sto fa-cendo. Al contrario vorrebbe dire che c’è qualcosa che non va, che non sta funzio-nando.

Parliamo delle imitazioni che fai. A volte il personaggio che imiti è più credibile di quello vero. non è che a qualcuno hai fatto venire delle crisi di identità?

Credo che questo stia succedendo un po’ con La Russa, che a volte dice delle cose che io ho già detto alla radio. Una vol-ta ho fatto una gag in cui il mio La Rus-sa, con il suo fare militaresco, diceva che avrebbe fatto nelle scuole dei campi esti-vi in mimetica. Bene, qualche settimana dopo è uscito sui giornali che davvero vo-leva fare dei campi. Comunque, a parte questo, io prendo solo spunto dall’origi-nale per creare poi un personaggio nuo-vo. Guarda Califano, che facevo sveglia-re alle quattro del mattino per mangiare, ma era solo una mia invenzione, peraltro usata come metafora del fare sesso

Quanto senti la responsabilità di essere seguito, specie dai giovani?

dei messaggi positivi.Ti faccio un esempio. Il fatto che abbia smesso di fumare l’ho raccontato come messaggio positivo, sperando che potes-se essere raccolto. L’ho fatto a modo mio, facendoci delle battute, perché credo che sia un modo per invitare a riflettere sen-za la presunzione di dire agli altri ciò che devono fare.

Siamo a natale, tempo di buoni propositi. vuoi fare un invito per superare il problema delle morti bianche

L’invito lo faccio ai lavoratori ed ai loro datori. Entrambi, ripeto entrambi, de-vono seguire le regole. Penso che debba esserci un senso di responsabilità di tut-ti nel rispettare i principi della sicurezza, da ogni parte.

in questo numero si parla anche di sicurezza sulle strade. Cosa ne pensi?

Ti dico solo questo, io avevo una gran paura di volare, ma dopo un po’ che giro su strade ed autostrade mi sono ricredu-to. Il vero pericolo sta lì.

Specie il sabato notte.C’è una cosa che non capisco, ossia il perché in Italia guidare in stato di eb-brezza o sotto l’effetto di droghe sia con-siderato un’attenuante. Secondo me l’azione di questa gente è volontaria e come tale va punita.

So che devo stare attento a dire o a non dire delle cose perché potrebbero essere seguite…

…come quando hai detto alla radio di non andare a votare?

Esatto. In realtà ho detto una cosa con il sorriso sulle labbra, era solo una gag. Lamentando il problema dell’immondi-zia, ho detto per protesta contro i politici: “Quasi quasi non vado a votare!” Invece quello che è uscito, tolto dal contesto è stato: Fiorello ha detto di non andare a votare. Quando parli rischi sempre di essere strumentalizzato. La prossima ci penserò due volte prima di dire una cosa del genere. Dunque responsabilità in questo senso sì.

Dalla tua posizione puoi però mandare

"Bisogna trasmettere i messaggi giusti ma sdrammatizzandoli. Quando ho smesso di fumare ho condiviso questa esperienza.A modo mio, con delle battute"

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la festa della patrona

“i vigili del fuoco sono legati ad un progetto, quello di stare ogni giorno al servizio del bene co-

mune “. Con queste parole monsignor Re-nato Boccardo, segretario generale del Governatorato della Città del Vatica-no, si è rivolto all’assemblea presen-te nella Basilica di San Giovanni in Laterano, nel pomeriggio del 4 di-cembre, in occasione della festa di Santa Barbara, patrona del Corpo.

Durante l’omelia monsignor Boccar-do ha sottolineato “l’impegno che ogni giorno vede i vigili del fuoco al servizio della società civile e di tutti coloro che sono nel bisogno e nel peri-colo”. Ricordando il servizio insostituibile che i vigili rendono alle persone e alla so-cietà , anche a prezzo del rischio della vita, Monsignor Boccardo ha sottolineato “quan-to bisogno abbiamo, in un mondo confuso e incerto, di persone che vivono con generosi-tà, serietà, senza calcoli, mettendo a rischio se stessi per fare del bene indipendente-mente da ogni eventuale riconoscimento”. Al termine della celebrazione, prima del-

Santa Barbara: Patrona, Protettrice, Ispiratrice di Coraggio

la lettura della Preghiera del vigile del fuoco, una rappresentanza delle diver-se professionalità del Corpo ha ricevu-

to la solenne benedizione. Centinaia i vigili del fuoco presenti in Basilica,

compresi i nuovi direttori antincen-di che stanno terminando il perio-do formativo all’Istituto Superio-re Antincendi e gli allievi vigili che stanno ultimando il corso di for-mazione alla scuola di Capannelle. Durante l’offertorio i vigili hanno portato all’altare un elmo, simbo-lo della loro sicurezza sull’interven-

to, ponendolo sotto l’immagine della Santa Patrona.

Alla cerimonia hanno preso parte il Mi-nistro dell’Interno Roberto Maroni insie-

me ai Sottosegretari, il neo Capo Diparti-mento, prefetto Francesco Paolo Tronca, il Capo del Corpo, Antonio Gambardel-la e numerose autorità civili e militari. Al termine della cerimonia religiosa il mi-nistro ha consegnato un elmo a monsignor Boccardo e, prima di lasciare la Basilica, ha visitato l’esposizione di modellini e di elmi provenienti da Sondrio e da Varese.

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Basilica di San Giovanni in Laterano: altare dedicato a Santa Barbara

di clara modesto

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vigili del fuoco schierati davanti alla Basilica di S. Giovanni in Laterano

in primo piano l'autoscala dei vigili del fuococ

La banda del Corpo nazionale

Un momento della celebrazione della messa

Da sinistra, il capo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, Antonio Gambardella, il ministro dell'interno roberto maroni e il capo dipartimento dei vigili del fuoco Francesco Paolo Tronca

monsignor renato Boccardo, segretario generale

del governatorato della Città del vaticano

6

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obIeTTIvo sIcurezza

monsignor rino fisichella:a voi sono legati i miei ricordi più belli da bambino, a quei mezzi di soccorso che partivano a sirene spiegate dal cortile di casa di silvia perna

Occhi grandi e sempre in ricerca. E una cul-tura profonda che è segno di sicuro con-fronto per laici e cre-denti. Mons. Rino Fisichella è arcivesco-

vo, cappellano di Montecitorio, presiden-te della Pontificia accademia della Vita e magnifico Rettore dell’Università Latera-nense. Nella ricca biblioteca dell’ateneo capitolino ha fatto collocare anche il Fon-do Fallaci, un piccolo museo in cui sono esposti molti oggetti personali della scrit-trice, donati dalla stessa Oriana al vescovo in nome di una profonda amicizia. Nessuno però sa che uno dei teologi più autorevoli del nostro tempo ha un segre-to che lo accompagna da bambino: un af-fetto grande per i vigili del fuoco, una pre-senza nella preghiera come nella vita. E’ lui stesso a rivelarlo a ‘Obiettivo sicurezza’, in un dialogo destinato a durare nel tempo con gli uomini del Corpo.

Come considera il lavoro dei vigili del Fuoco un teologo come lei, sempre attento alla società?

La loro è una vera e propria ‘missione’. Mi permetto di fare un riferimento per i no-stri lettori, che mi tocca in prima perso-na: sono nato a Codogno, un piccolo pae-se in provincia di Lodi, nel 1951. Nel cortile di casa c’era il furgone dei vigili del fuoco. Ho vissuto tutta la mia infanzia a contat-to con loro. Ricordo che quando suona-va la sirena per un’emergenza in paese o in quelli vicini, i vigili del fuoco accorre-vano per prendere il mezzo e correre a si-rene spiegate dovunque li chiamava l’al-

larme. Questa è stata la mia realtà per molto tempo, una delle più bel-

le immagini di bambino che guarda la realtà,

Vigili del fuoco, difensori della sacralità della vita

la festa della patrona l'InTervIsTa

alla sua urgenza, ricordandomi sempre il bisogno di rispondere subito e di decide-re l’azione. Già allora mi impressionava il grande senso di dedizione agli altri dimo-strato da quegli uomini in divisa. Sapeva-no che dovevavo andare in aiuto degli altri in qualunque momento e fare il meglio per salvare vite umane ma anche la realtà che ci circonda, la natura e l’arte.E’ sempre nel mio cuore il ricordo di quel vigile del fuoco che salvò la Sacra Sindo-ne da un altro incendio. In un’intervista, a chi gli chiedeva dove avesse trovato il co-raggio per resistere al fuoco, spiegava che aveva sentito una forza immensa mentre si avvicinava alle fiamme. Avverto anco-ra la forza di quelle parole: anche quando non ce la faceva – raccontò - continuava a dare martellate per salvare quella reliquia simbolo della cristianità. Per questo, come per mille altri gesti sem-plici ma veri e carichi di spiritualità uma-na, posso dire che davvero i vigili del fuoco svolgono una delle missioni più importan-ti per la società. Hanno passione per la ve-rità e questo è un grande dono. Il sentiero per Emmaus passa da lì.

nei loro interventi c'è il volto dell'altro. Anche questo è un 'vangelo di strada'?

Non solo è un Vangelo di strada, inteso come testimonianza di umanità vera, ma è anche una forza di evangelizzazione. Per-ché in qualsiasi lavoro la cosa più impor-tante è la passione e l’intenzione che met-tiamo nel portarlo a sera. I vigili del fuoco hanno una passione immensa per il pro-prio lavoro. Sono convinto che i cristiani chiamati a questa ‘missione’ possono dare ancora meglio alla storia quel segno di de-dizione e di solidarietà, ma soprattutto di promozione della vita in una società che spesso dimentica il volto dell’altro. E inve-ce solo l’amore è credibile.

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Quando ci interroghiamo sul senso del lavoro come della vita, resta sempre una domanda che ricorre almeno due volte nel nuovo Testamento: “Che dobbiamo fare?”

E’ una domanda che resta e sovverte le no-stre sicurezze. Ci inquieta perché ci spinge a cercare sempre. Anzitutto dobbiamo cre-dere che la vita sia un valore profondo e in-discutibile, da difendere sempre. I vigili del fuoco, che spesso hanno guardato la morte in faccia, conoscono meglio di tanti altri il valore della vita e della storia. Mettendo a repentaglio la loro stessa esistenza, queste parole evangeliche sono vissute sulla loro pelle. Loro vi rispondono con l’azione, ma dietro le mani che lavorano c’è un pensiero più profondo che disegna la volontà di aiu-tare le persone.

Per il loro sforzo di trasmettere umanità anche sul terreno bruciato, i vigili del fuoco - il corpo più amato dagli italiani - sono testimoni di una speranza?

La speranza è compagna di vita di ogni persona. Più si cresce e si va avanti negli anni, più se ne avverte il bisogno. Charles Péguy diceva che la speranza è nata il gior-no di Natale e “la giovane e piccola speran-za è contro l’abitudine. Questa bambina è incaricata di ricominciare sempre”. Anche per questo motivo, in questo perio-do di feste, invito i vigili del fuoco a fare il presepio nella loro casa come nei luoghi di lavoro: è un gesto semplice ma serve a rav-vivare quella ‘spes’ che ci sostiene anche quando viaggiamo al buio. Non saremmo mai 'sentinelle del mattino', per citare il profeta Isaia, se non restiamo uomini ca-paci di stupirsi cercando le orme di un Dio bambino che, amandoci per primo, ci ha insegnato ad amare.

La patrona dei vigili del fuoco è Barbara di nicomedia, e i santi ci dicono che è possibile per l’uomo vivere quello che è scritto nel Discorso della montagna. Come coniugarlo nel quotidiano?

Santa Barbara è una Santa e per tutti noi, in primis per i vigili del fuoco, rimane un esempio. La nostra vita deve sempre por-si davanti a degli ideali per vivere con en-tusiamo quello che siamo chiamati a fare, ognuno nel proprio campo e nonostante le fatiche. Il mio messaggio è: viviamo con entusiasmo la nostra vita e la nostra mis-sione. Secondo l’etimologia greca, entusia-smo indica essere mossi dallo Spirito. Per i

vigili del fuoco questo significa avere ener-gia sempre nuova per vivificarne le azioni. E’ anche la consapevolezza che vivono e la-vorano sempre in compagnia del Dio trini-tario che ha a cuore la Vita.

Lei ha occupato per 20 anni all'Università Gregoriana la cattedra che fu di Bellarmino e ha più volte rimarcato che la ricerca scientifica deve essere libera ma non libertaria. A quali responsabilità è chiamato l'uomo del nostro tempo?

La fede non annulla la ragione né umilia la scienza, ma è una compagna di viaggio nella ricerca permanente di senso che ca-ratterizza la vita di ogni persona. L’uomo di oggi deve comprendere quello che c’è in gioco, la profonda trasformazione cultura-le in atto, tenendo però fermi i valori propri della persona. Avere la volontà e la capacità di coniuga-re la tradizione e l’identità con le sfide del-la scienza e del progresso, è la nostra sfida possibile. La vita possiede una sua sacralità

perché è innanzi tutto mistero, deve essere rispettata da tutti. Questa risposta di sen-so è la vera strada da percorrere perché la trasformazione in atto sia ancora una vol-ta rivolta all'uomo nella sua integrità e non contro di lui.

Cosa augura per natale e per il nuovo anno agli uomini del Corpo?

Auguro loro ogni bene. Chiedo ai vigili del fuoco di continuare ad avere la stessa pas-sione con la quale hanno iniziato questo lavoro, di ‘durare’ nella speranza. Abbia-no davanti agli occhi la capacità di rischia-re. Lo dico in positivo, perché il rischio ci fa comprendere la bellezza della vita. Riscoprano proprio ogni giorno, a contatto con gli impegni e le emergenze, la bellezza dell’esistenza, il suo essere dono e compito per i figli del tempo. Io continuo ad accom-pagnarli con la mia preghiera, come facevo da bambino quando li vedevo partire per il soccorso. Perché sono la mia vita. E i miei ricordi più belli.

Santa Barbara nacque a Nicomedia nel 273. Tra il 286-287 si trasferì a Scandriglia, in provincia di Rieti, al seguito del padre Dioscoro, collaboratore dell’ imperatore Massimiano erculeo. Il padre aveva destinato Barbara in sposa al prefetto di Nicomedia, ma lei rifiutò di sposarsi. Il padre furente la fece processare e condannare a morte, a causa della sua fede cristiana. Venne rinchiusa in una cella della fortezza di Nicomedia dove un giorno, si sprigionò un incendio: Barbara uscì viva dalle fiamme. Dopo il processo, in cui Barbara esortò Dioscoro a ripudiare la religione pagana per abbracciare la fede cristiana, il 4 dicembre fu decapitata dallo stesso Dioscoro, che fu colpito però da un fulmine. Per questo gli esplosivi ed i luoghi dove questi vengono conservati vengono spesso chiamati “SantaBarbara”in suo onore e per lo stesso motivo, in Italia, è la Santa protettrice dei vigili del fuoco. e’ inoltre patrona dei minatori, della marina militare italiana, delle armi di artiglieria e genio, dei geologi, dei lavoratori nelle attività minerarie e petrolifere.

la paTrona dI chI affronTa Il rIschIo

A sinistra, monsignor rino Fisichella. Sotto immagine di Santa Barbara

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53obIeTTIvo sIcurezza 53obIeTTIvo sIcurezza

1955, Chieti.Un vigili del fuococonsegna un pacco dono

1963.Festa nei locali del 24° Corpo Chieti

1956. vigili del fuoco di milano ai campionati italiani di ginnastica

artistica

ravenna, anni 60.Babbo nataleconsegna un dono

Frammenti di memoriala befana dei vigili del fuoco

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l'intervento

l’eccezionale ondata di maltempo che si è abbattuta sull’Italia ha visto i vigili del fuoco fronteggiare l’emergenza con migliaia e migliaia di interventi. Dal Trentino al Sud della Penisola, Sono

fioccate le richieste di aiuto ai comandi provinciali dei vigili. Sono sta-te 3.500 le operazioni effettuate tra giovedì 11 e venerdì 12 dicembre, quando si è registrato il picco dell’allerta maltempo. Dopo il nubrifra-gio che si è abbattuto sulla capitale, solo a Roma hanno operato due-mila vigili: 1.500 del comando provinciale guidato da Guido Parisi, che ha lavorato fianco a fianco dei suoi uomini, cui si sono affiancati 500 vigili provenienti da altre direzioni regionali. I numeri del dispositivo di soccorso dimostrano sul campo l’operatività del Corpo: almeno 80 persone sono state tratte in salvo dai vigili del fuoco a Roma, migliaia gli interventi di messa in sicurezza di persone, abitazioni e scantinati allagati. A supporto e per operare nelle situazioni più gravi hanno lavo-rato senza sosta su Roma 5 elicotteri con a bordo personale addestrato ai recuperi più complessi, per monitorare in tempo reale la situazione, e 7 mezzi anfibi. Sono stati inviati, in supporto al comando provinciale di Roma, uomini e mezzi straordinari: sommozzatori, nuclei Saf (speleo alpino fluviali), soccorso acquatico e sezioni operative dalla Toscana, Umbria, Campa-nia, Abruzzo, Marche, emilia Romagna e Liguria. Come sempre in questi casi, disposto anche il raddoppio dei turni e il richiamo in servizio del personale dei vigili del fuoco liberi dal lavoro. Perfetta la sinergia con gli uomini della Marina e di altri enti per risolvere le criticità causate dalla pioggia. A Roma, scongiurato il rischio esondazione dopo l’allerta per la piena del Tevere, gli uomini del Corpo hanno letteralmente 'smon-tato', pezzo per pezzo, uno dei due barconi andati alla deriva sul fiume. I vigili del fuoco sono rimasti al lavoro senza sosta a ponte S. Angelo e, dopo ore e ore di paziente demolizione, hanno infine sgomberato le ac-que. L'intervento ha comportato l'utilizzo dell'autogru, dell'autoscala e di personale Saf che ha lavorato in sicurezza. Molte le operazioni per la messa in sicurezza di diversi siti allagati, portate a termine con le pom-pe idrovore dopo l'esondazione dell'Aniene. All'emergenza-piena sul Tevere ha fatto seguito “una risposta imme-diata da parte del dispositivo di intervento”, ha sottolineato il sotto-segretario dell'Interno Francesco Nitto Palma. ‘’L'azione del direttore della protezione civile Guido Bertolaso è stata immediata e incisiva. In questa emergenza, da registrare la grande professionalità del Corpo dei vigili del fuoco. Alcuni di loro – ha osservato Nitto Palma – sono ri-masti in servizio continuativo per 24 ore e nonostante questo hanno continuato a rispondere con grande generosità” alle innumerevoli ri-chieste di aiuto giunte dai cittadini. Anche il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, ha ringraziato personalmente il questore e i comandanti pro-vinciali dei carabinieri, della guardia di finanza e dei vigili del fuoco per lo straordinario impegno messo in campo per l'emergenza maltempo

ondA di pienasolo a roma duemila uomini in campo. smontato pezzo per pezzo un barcone alla deriva sul Tevere. Il sottosegretario nitto palma elogia “la professionalità e generosità” del corpo di carlo metelli

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l’associazione naziona-le decorati al valore ci-vile “nastro tricolore”

è stata costituita nel 1958 ed è stata eretta in ente morale con DPR n.776 del 30 luglio 1966.La denominazione “nastro tri-colore” deriva ovviamente dai colori nazionali del nastrino delle medaglie al valore civile, il cui conferimento è stato di-sciplinato dalla legge del 2 gen-naio 1958, n. 13.Nei cinquanta anni di attivi-tà dell’associazione sono state organizzate numerose inizia-tive che vanno dall’assistenza ai decorati e ai loro familiari, alle proposte di intitolazione di strade e piazze ai caduti in ser-vizio, e infine alla celebrazio-ne annuale della “giornata del decorato” durante la quale si ricorda l’importante opera di quanti si sono sacrificati per il bene della collettività.Si sono succeduti numerosi presidenti che hanno caratte-rizzato con la loro personalità l’opera dell’associazione, che ultimamente aveva perso un pò di vivacità e smalto anche

a causa del temporaneo trasfe-rimento della sede centrale, da Roma a Napoli.

con l’ultima assemblea ge-nerale dei soci, che nel passato aveva raggiunto numeri elevati quasi duemila iscritti, si è deci-so di dare nuovo slancio alle at-tività ricostituendo un consiglio nazionale che fosse caratteriz-zato da membri meno anzia-

La Repubblica Italiana al fine di “premiare atti di eccezionale corag-gio che manifestano preclara virtù civica e per segnalarne gli autori come degni di pubblico onore” com-piuti da singoli cittadini o colletti-vamente da reparti militari, enti e corpi, ha normato con legge del 2 gennaio 1958, numero 13, le meda-glie al valor civile. L’articolo 3 della legge 13 precisa che “le ricompense al valor civile sono concesse a colo-ro che compirono gli atti sciente-mente esponendo la propria vita a manifesto pericolo: per salvare per-sone esposte ad imminente e grave pericolo; per impedire o diminuire il danno di un grave disastro pubblico

o privato; per ristabilire l'ordine pubblico, ove fosse gravemente turbato, e per mantenere forza alla legge; per arrestare o partecipare all'arresto di malfattori; per il progres-so della scienza o in ge-nere per il bene dell'uma-nità; per tenere alti il nome ed il prestigio della Patria.” Le ricompense al valor civile sono determinate in relazione alle circostanze di tempo e di luogo, nelle quali l'azione è stata compiu-ta, ed agli effetti conseguiti. Le me-daglie d'oro, d’argento e di bronzo al valor civile sono assegnate dal Presi-dente della Repubblica su proposta

ni e in parte rappresentativi di enti quali comandi provinciali dei vigili del fuoco che hanno ricevuto medaglie al valore ci-vile. Sulla base di queste moti-vazioni il consiglio nazionale ha deliberato di onorarmi del-la presidenza dell’associazio-

ne. L’assemblea generale ha anche approva-

to la pro-posta di

far parte dell’istituenda fon-dazione “Obiettivo Sicurezza” promossa dal dipartimento dei vigili del fuoco con lo scopo di realizzare una più ampia co-noscenza e divulgazione della sicurezza nei luoghi di lavoro e negli ambienti di vita, di fa-vorire e sviluppare il rappor-to tra i cittadini e le istituzioni impegnate in questo campo. La collaborazione con 'Obietti-vo sicurezza' consentirà di ave-re anche due pagine sulla rivi-sta dedicate alle attività e agli iscritti dell’associazione. In-fine si è deciso di redigere un protocollo di intesa con l’as-sociazione dei vigili del fuoco per condividere valori ed ini-ziative comuni, avendo anche deciso di redigere un regola-mento concernente l’utilizzo e l’impiego del medagliere che partecipa a numerose mani-festazioni militari e civili, or-ganizzate dagli enti statali e locali, accompagnato dai rap-presentanti degli organizza-tori mentre si è ritenuto mag-giormente significativo che la scorta sia effettuata dai rappre-sentanti dell’associazione dei vigili del fuoco presenti in tutte le province italiane.

del ministro dell’Interno;

mentre l' “attestato di pub-

blica benemerenza” viene concesso dal ministro dell’Interno. “Quando i caratteri

dell'atto coraggioso e la risonanza che questo

ha suscitato nella pubblica opinione conclamino la opportuni-tà della ricompensa non è neces-saria” (articolo 8) la legge prevede che il Presidente della Repubblica proceda al riconoscimento senza la valutazione della prevista com-missione.

mezzo secolo dipubblico onore

associazioni

per la patria le rIcompense al valor cIvIle

nastro Tricolore lavora da anni per celebrare e ricordare chi si è sacrificato per il bene della collettività e questo spirito la avvicina al mondo dei vigili del fuoco e alle loro attività di guido parisi

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58 obIeTTIvo sIcurezza58 obIeTTIvo sIcurezza

l’Etna è il vulcano più alto e il più attivo d’Europa. Ha tutto il perimetro di base e parte dei pendii popolati da centri urbani. A soli 30 Km dal vulcano, si trova Catania, città di 350.00 abitanti.

A memoria d’uomo, è uno dei vulcani più attivi del mondo. La storia ricorda al-meno 150 eruzioni rilevanti registrate. A partire dal 693 a.c. tra le più sensibili si ricorda quella dei Monti Rossi del 1669. In quell’occasione una colata di qua-si un miliardo di metri cubi raggiunse Catania spopolata per paura. La colata, deviata dalle mura cinquecentesche ha risparmiato il centro abitato ma ha seppellito, i 36 canali del fiume Amenano, colmato l’antico lago di Nicito e si è

riversata in mare per circa 2.000 me-tri. Il porto fu invaso, la costa si tra-sformò, il centro urbano rimase cir-condato da una fumante pietraia. La città si spopolò; dei 20.000 abitanti ne rimasero appena 3000. La lava è materiale fuso molto denso e pastoso che proviene dal mantel-lo, raggiunge la superficie, si spande e solidifica in rocce. La colata ha una modesta velocità di avanzamento e procede abbastanza lentamente, tan-to da consentire ampi margini di tem-po, sufficienti a evitare pericoli per la vita umana. La difesa dalle colate può essere affrontata con diversi sistemi. Il più immediato è quello di evacuare gli occupanti dalla zona soggetta alla

colata e di porre restrizioni, più o meno estese, all’uso del territorio. Un secon-do modo di agire che potremmo definire strutturale, prevede più alternative di intervento che nel corso degli anni, con risultati variabili, sono state tutte praticate e sperimentate sull’Etna, con lo scopo di controllare la colata badan-do di non causare deviazioni come già successo nel 1669. Ad esempio la tec-nica della rottura dei fianchi della colata fu utilizzata nell’intervento eseguito nel 1983 con l’ausilio di cariche esplosive. L’idea sostenuta dal prefetto Elveno Pastorelli, all’epoca capo del dipartimento della protezione civile, prevedeva di abbattere con cariche esplosive il costone di contenimento laterale della co-

etna come difenderSi

dALLA lava

Tra i più attivi al mondo, il vulcano ha da sempre impegnato gli operatori del soccorso nella ricerca di strategie e tecniche per limitare i pericoli e i danni dell’avanzata delle colate laviche di calogero murgia

prevenzione

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ma, sperando in un arresto dell’eruzione. L’argi-ne ha assolto la sua piena funzione per oltre tre mesi, durante i quali la lava copiosa si è accumu-lata nel bacino artificialmente realizzato. Ma l’ 8 aprile 1992 un sottile braccio lavico ha superato il bordo ed ha iniziato ad alimentare una consisten-te colata in direzione del vicino abitato di Zaffera-na Etnea. Nel gennaio del 1992, per la prima volta al mondo, si è tentato con indiscutibile successo, di praticare una deviazione in prossimità del cra-tere. L’idea ispiratrice prevedeva di fare fluire la lava lungo un percorso parallelo a quello originario intervenendo con esplosi-vo all’altezza della frattura erutti-va costringendo la colata a rico-minciare dall’origine il cammino verso valle. L’operazione poteva essere ripetuta più volte agendo in maniera che le nuove colate ri-manessero sempre confinate all’in-terno della Valle del Bove. Con non poche difficoltà è stata spianata la zona intorno al cratere, preparato lo scavo di un profondo canale, predisposto le opere occorren-ti al posizionamento dell’esplosivo. Grossi blocchi sono stati collocati vicino all’inizio di un ingrotta-mento con lo scopo di farli cadere nell’imboccatu-ra e favorire l’interruzione dell’alimentazione del minaccioso braccio lavico. Per proteggere l’esplo-sivo dagli effetti del forte calore, si è dovuto coi-bentare il tratto di parete scarificata su cui andava collocato, con stuoie in lana di vetro continuamen-te bagnate dai vigili del fuoco che utilizzavano ac-qua trasportata dagli elicotteri della marina mi-litare. L’esplosivo stesso (oltre 7.000 kg) è stato posto entro cassoni coibentati. L’operazione è per-fettamente riuscita. La lava ha iniziato a sgorgare

copiosamente dalla breccia aperta sulla parete. Con una ruspa si è cominciato a sospingere i bloc-chi predisposti entro l’imbocco dell’ingrottamento riuscendo a bloccare l’alimentazione verso valle. Le successive eruzioni sono state costantemente accompagnate da esplosioni che impedivano di ac-costarsi alle bocche eruttive. La velocità di avanza-mento della lava e la necessità di muovere grandi volumi di materiale, hanno reso necessario l’inter-vento di ditte non statali, assistite dai vigili del fuo-co. Inizialmente si è cercato di bloccare l’avanzata

della colata con argini posti ortogonalmen-te alla stessa. Lo scopo era quello che il

fronte a contatto con la barriera po-tesse raffreddarsi aumentando di spessore, rafforzando così l’argine e spostandosi rispetto alla traietto-ria originale seguendo la nuova di-

rezione imposta. In effetti, la lava, piuttosto viscosa, è cresciuta in altez-

za superando agevolmente l’argine. Dopo l’iniziale insuccesso, gli argini suc-

cessivi sono stati realizzati modificando integral-mente la tecnica. Le nuove barriere dovevano “ac-compagnare” la colata, formando con la stessa un angolo inferiore a 20° in una zona in cui il decli-vio del terreno era tale da consentire la possibili-tà di espansione a ventaglio della colata. Contem-poraneamente si è proceduto scavando un canale in maniera da utilizzare il materiale di scavo per innalzare gli argini e da costringere la colata a ri-durre il proprio spessore, in maniera da impedire lo scavalcamento della barriera. Il sistema ha fun-zionato e si è riusciti a fronteggiare la situazione in occasione di successive distinte colate prove-nienti ogni volta da direzioni diverse costringendo-le a cambiare orientamento risparmiando le infra-strutture fondamentali per l’economia della gente che vive a Nicolosi.

lata in un punto in cui il canale lavico scorreva so-prelevato rispetto al terreno circostante. In quella occasione i vigili del fuoco, con immense difficoltà, si sono occupati di non far mai venire meno l’acqua occorrente a raffreddare i “fornelli” entro i quali con dispositivi ad aria compressa sarebbero state introdotte al momento opportune le cariche esplo-sive. Il trasporto dell’acqua in alta quota con auto-botti “stradali” lungo le piste sterrate ha richiesto grande perizia, capacità e coraggio, specialmente quando si doveva scavalcare la colata attraversan-do il cielo della cavità dalla quale sgorgava la lava. L’esperimento, anche se ritenuto riuscito, non ha raggiunto effetti di rilievo. In quell’occasione, i vi-gili del fuoco per tutta la notte hanno cercato di far coagulare, con getti d’acqua, le sbavature di lava per salvaguardare il cantiere. Il ricorso dell’acqua può essere preso in considerazione solo quando le quantità di magma sono limitate a piccole sbavatu-re; questo perché se la quantità di calore in gioco è rilevante, per essere abbassato, richiede quantità esorbitanti di acqua, impossibili da avere senza vi-cino bacino inesauribile. Nel 1992 si tentò un’altra via, quella delle dighe per contenere le colate. Militari e vigili del fuoco, con l’ausilio di pochi mezzi privati, hanno eretto un argine in terra di 30 metri di altezza destina-to a contenere, all’interno della “Val Calanna”, la consistente quantità di lava che, debordava dal-la “Valle del Bove”, da dove si sarebbe inesorabil-mente diretta verso l’abitato di Zafferana. Lo sco-po da raggiungere era essenzialmente quello di contenere per il maggior tempo possibile il mag-

nella foto in alto a sinistra, schema del percorso seguito dalle colate laviche.nel tondo, vigili del fuoco lottanoper salvare un'abitazione

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elicotteristi

l’incombenza per gli uf-fici centrali del dipar-timento dei vigili del

fuoco di esaminare e quindi ap-provare i progetti di nuove co-struzioni, ovvero di adattamenti di sedi di servizio in tutto il terri-torio nazionale, si basa sulle nor-me attuative del comma 2, art. 29 del d.lgs 8 marzo 2006.Quando vengono sottoposti pro-getti riguardanti nuove costruzio-ni, o ampliamenti, od anche mo-difiche di un certo impatto di sedi VVF, e questi sono stati redatti da soggetti esterni all’ufficio, siano essi, a loro volta, esterni od in-terni all’amministrazione, i lavori vengono tutti valutati secondo i principi informatori che regola-no la stessa attività progettuale svolta all’interno dell'area sedi di servizio del dipartimento. Questi principi sono: il decoro, la sobrie-tà, l’uniformità e la ricerca della massima economia di gestione.

il decoro e la sobrietàSono queste due categorie mani-festamente attinenti a problemi di architettura, intesa nell’acce-zione più propria del termine.Basti ricordare che il continuo deposito di materiale edilizio su tutto il territorio nazionale effettuato da tutte le pubbliche amministrazioni in maniera di-retta o indiretta, contribuisce ad un serio e continuo stravolgi-mento del territorio stesso, di cui si dovrebbe invece essere gelosi e sensibili custodi. Per quanto riguarda i VVF, ricordiamo che i nostri continui, imprescindibili e spesso eroici interventi di soc-corso limitano i danni nell’imme-diato e dell’immediato; per altro verso, le operazioni edilizie svol-te senza la necessaria tensione e la giusta competenza arrecano danni frequentemente enormi, per un tempo non precisamen-te valutabile ma mai inferiore a molti decenni, e talora tanto esteso da creare ferite irrever-

sibili. Tutto ciò premesso è ora molto chiaro come un’attività edilizia pubblica - pur sempre nei limiti delle capacità dei suoi in-terpreti - debba porsi tra i suoi principi cardinali, forse ancor prima delle contingenti preoc-cupazioni funzionali, quello di mantenere alte la tensione e la sensibilità culturale della consa-pevolezza di andare a collocarsi su un territorio che poi, come nel nostro caso, si dovrà presidiare

le sedi dei vigili del fuococome pensarle e come realizzarle

la costruzione delle caserme dei vigili del fuoco su tutto il territorio è un impegno che richiede il rispetto delle norme e dei criteri di funzionalità insieme ai principi di sobrietà, decoro e uniformità di giuseppe del brocco

progettazione

con il servizio d’istituto. Ed allora ecco acclarati i concetti di decoro e di sobrietà:

decoro a , testimonianza del ri-spetto del territorio messo in pratica attraverso gli stru-menti dell’agire architetto-nico. Nel nostro caso ci sono due ulteriori sollecitazioni: trattasi di opere pubbliche, trattasi di opere dello Stato, che lo rappresenteranno in prima persona ed in una del-

le sue attività più nobili ed amate;sobrietà a , cura del prodotto secondo approcci formali e scelte che sappiano sfidare il tempo e le mode, proponendo linee, finiture e materiali sem-plici e forti, che non indugino ad una sfarzosità effimera, auto referenziale, dispendio-sa ed assolutamente disedu-cativa dal punto di vista del segnale che offre di sé.

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Una proposta onesta - certamen-te non si pretendono capolavo-ri - deve poter sapientemente mi-scelare questi due ingredienti. Si dà per scontato che l’equilibrio è sempre molto difficile da rag-giungere.

l’uniformitàPer quanto riguarda l’uniformi-tà, la lunga esperienza matura-ta ha fatto registrare che spesso le specialissime particolarità dei propri territori vengono esal-tate nella speranza di ricevere attenzioni assolutamente ec-cezionali da parte degli uffici centrali;Lo sforzo che dal centro deve essere fatto è nel saper gestire le giuste differenze, nel valoriz-zare le diverse ed effettive esi-genze e nel saper cogliere i pre-ziosi suggerimenti che possono provenire da chiunque (che son pochi, per la verità, ma pur ci sono).Due ulteriori appunti, rispetto all’uniformità: il dinamismo so-ciale e l’inerzia edilizia.

il dinamismo sociale a . Sap-piamo tutti che le esigen-ze, le aspettative, le norme ver-ticali ma anche le rego-lamentazioni interne che hanno diretta influenza sugli aspetti edilizi cambiano di continuo. Questi fenomeni non sempre hanno riverbe-ri ampliativi, come sulle pri-me si potrebbe immaginare. Per esempio, in pochi anni è aumentata a dismisura la quantità e la qualità di spazi, diretti ed accessori, che sono pretesi dall’attività di risto-razione collocata all’inter-no dei presidi. In molti casi il loro peso (anche di gestione) è stato giudicato talmente ri-levante ed insostenibile che alla fine s’è letteralmente azzerato: si è stimato assai meno problematico, per tut-ti, distribuire i ticket.

L’inerzia edilizia a . Tutti noi ben sappiamo come un conto sia promulgare una norma, o una disposizione, ed un al-tro registrarne l’applicazione immediata.

E questa pesante inerzia, ap-punto, alle nostre calde lati-tudini è immediatamente e perfettamente rilevabile nei comportamenti, dove, per mera logica non dovrebbe pro-prio esistere. Ora, se è così per i comportamenti, come può, quest’inerzia, essere eludibi-le nei fatti edilizi? Perciò, da un lato invariabilmente rileviamo nel costruito la testimonianza spaziale di tendenze superate, e dall’altro sperimentiamo come le nuove disposizioni richiedano un certo quantitativo di tempo e di risorse per essere, per così dire, murate. Concludiamo su questo punto chiarendo meglio un concetto già sfiorato dianzi. Uno dei compiti non secondari degli uffici centrali è senz’altro quello di mettere a disposizione risorse molto simili e confronta-bili per esigenze appunto molto simili e confrontabili.Da questo discende che, in linea di principio, ad un ipotetico (ed auspicabile) benefattore che volesse letteralmente regalar-ci una caserma dovremmo - as-sai garbatamente - suggerire di non andare fuori bersaglio con

le quantità e le qualità, proprio per non creare difformità e sbi-lanciamenti, sempre forieri di grandi turbative e di venirci ma-gari a trovare, per conoscere lo stato dell’arte circa gli standard in uso al momento, in relazione all’obiettivo da raggiungere.

l’economia di gestioneCon ogni evidenza questo è ora più che mai uno dei punti più delicati, e non ci dovrebbe esse-re proprio bisogno di aggiunge-re altro. Occorre però osservare che tal-volta non si pensa sufficiente-mente e sin dal principio alle implicazioni economiche che talune scelte implicano. Ricor-diamo alcuni fatti ricorrenti. È comprensibile desiderare (ma

non pretendere) un confort ele-vato in ogni remoto angolo delle nostre caserme; è però compito, meglio, obbligo del pianificatore il posizionarsi esclusivamente su quanto imposto irrevocabil-mente dalle leggi.È comprensibile desiderare ampi spazi per ogni funzione, per procacciarsi riserve di su-perficie infinite per ogni attività presente e futura: ma anche qui occorre concentrarsi sul fatto che il costo dei fatti edilizi non risiede tanto nella predispo-sizione degli spazi (che, come detto, al limite possono essere anche letteralmente regalati all’Amministrazione), ma nella loro gestione (illuminazione, pu-lizia, comfort termoigrometrico, arredi), nella loro manutenzione nel tempo e nella loro cura am-ministrativa.Al riguardo, e sia detto di pas-saggio, alla grande scala dob-biamo proprio sperare in una gestione futura veramente dina-mica del Demanio, che si costi-tuisca come una vera e propria banca dei beni immobili e che quindi sappia oculatamente e rapidamente darli e prenderli. In altre parole, che sia in grado di gestire con sapiente vivaci-tà le risorse infrastrutturali del Paese.

nella foto a sinistra, progetto per la sede dei vigili del fuoco di Fermo. Sotto, schizzi preparatori ai progetti per la realizzazione di nuove sedi

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sono trascorsi diversi gior-ni a Monte Mario da quando all’attività di soccorso si è

affiancata la frenetica e straordina-ria alternanza di colleghi impegnati nei preparativi per la festa di inau-gurazione della nuova sede del di-staccamento dei vigili del fuoco. E’ un susseguirsi di prove degli esercizi professionali e dei lavori per l’allesti-mento. L’elevato numero di interventi svolti dalla sede di Monte Mario, oltre i 3.500 l’anno, una media di 10 inter-venti al giorno, difficilmente permet-te al personale operativo di essere in sede. Ma questa volta non è così e il capo reparto Mario Fiata, responsa-bile del distaccamento, si trova coin-

volto nel turbinoso svolgersi dei pre-parativi per la manifestazione. c’è un motivo in più per essere emozionati, per-ché la nuova sede verrà intitola-ta al capo reparto Paolo Martinelli, scomparso il 19 giugno del 2000 in un incidente in elicottero durante un intervento di ricerca a due dispersi sul Monte Gennaro nella provincia di Roma. Il comando di Roma con il personale di tutti gli uffici sono im-pegnati nel maquillage della sede, che deve essere pronta al meglio per il 26 di settembre. Si inizia al mattino con la Santa Messa in suf-fragio delle vittime del lavoro, ed in particolare per il capo reparto Paolo Martinelli. Celebrazione partecipa-ta, silenziosa, non priva di lacrime di commozione al momento di ri-cordare i motivi del suffragio, che sottolinea ancora viva la lacerazio-ne per la mancanza di un caro e sti-mato collega.

presenti alla cerimonia assieme al comandante dei vigili del fuoco di Roma Guido Parisi, il pre-fetto Carlo Mosca e l’assessore alle

il ferito, secondo le moderne tec-niche di primo soccorso, per trarre in salvo il malcapitato, la sinergia con il 118, il trasporto d’urgenza in ospedale. Poi un’autovettura è stata incendiata ed ecco il brivido della sirena, l’arrivo dei soccorri-tori, l’incitamento dei bambini ac-corsi numerosi dalle vicine scuole, per salutare l’ennesimo intervento (anche se solo simulato!) dei vigili del fuoco, che domano le pericolose fiamme e fumo nero che fuoriesce dalla vettura.

scroscio di applausi e prose-gue la manifestazione professiona-le SAF (speleo-alpino-fluviale) in cui una teleferica mette in sicurezza un malcapitato manichino. Il sag-gio professionale si conclude con lo sventolare del tricolore da parte del vigile che ha montato la “cimetta” alla scala romana, su i suoi trenta metri abbondanti nel vuoto. “Ora tocca a voi” dice lo speaker della manifestazione, rivolto ai bambini. “Dopo aver visto cosa fanno i vigi-li provate a cimentarvi con il telo da salto!” Un’ASA (automezzo per il soccorso aeroportuale) consente ai quasi 250 bambini intervenuti, di saltare dall’alto nel telo gonfiabi-le, tra lo sguardo preoccupato del-le maestre e quello entusiasta dei bambini che non aspettavano altro che provare il brivido di giocare al piccolo pompiere. Una manifestazione sportiva dimo-strativa, inaugura il campo da ten-nis appena risistemato ad opera del personale del comando. Un veloce scambio di tiri ad opera dei giovani della vicina scuola tennis dà l’inizio al primo torneo Paolo Martinelli. C’è proprio tutto. La giornata di fe-sta volge al termine. Grande sod-disfazione per la cerimonia, che è stata anche un’occasione per far conoscere un po’ meglio i vigili del fuoco ed il loro lavoro. La città di Roma può far sfoggio del suo nuovo distaccamento, un sicuro aiuto per migliorare la protezione del territorio.

un nuovo distaccamento a roma: monte marioTaglio del nastro per la sede intitolata al vigiledel fuoco paolo martinelli di giorgio orfino

politiche della sicurezza e protezio-ne civile della provincia, Ezio Paluz-zi. Un busto in bronzo è ancorato alla parete del centralino della nuo-va costruzione, a significare la voglia di partecipare all’azione di soccorso, quasi a protezione di chi vive all’in-segna dell’intervento. Spazi proporzionati alle funzioni di soccorso, attesa, ricovero mezzi ed attrezzature, anche se i magazzini non bastano mai. Aule didattiche, spazi per l’addestramento, mensa e zone relax, completano le funzioni del nuovo distaccamento. La corti-na color nocciola chiaro, le ampie finestre, il tetto rosso, definiscono l’attuale dell’archetipo del distacca-mento dei vigili del fuoco. Bandie-re che assecondano il vento teso di fine estate, in una giornata parti-colarmente tersa. Al termine della Messa si procede con il “saggio”. La “scala romana” che cresce nel cielo con la perizia e la passione di un ma-nipolo di operatori, diretti dai capI reparto Massimo Tocci e Piergusta-vo Lazzari. Nel frattempo si simula un incidente con due autovetture. L’estrazione di un collega che simula

elicotteristiinaugurazione

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“pronto? Buongior-no, siamo i vigili del fuoco: volete

aiutare il nostro lavoro, sotto-scrivendo un abbonamento con la nostra rivista ufficia-le?”. Non è nuova, ma è sem-pre attuale la truffa che cor-re sul filo del telefono per falsi abbonamenti alla riviste dei Corpi dello Stato. Si stima che l’affare frutti ogni anno oltre un milione di euro. E l’illecito non riguarda solo la violazio-ne della privacy o fastidiose chiamate che passano subito dal tono gentile al ‘molto per-suasivo’, ma vere e proprie in-timidazioni rivolte a privati e imprese allo scopo di far sot-toscrivere abbonamenti a se-dicenti pubblicazioni ufficia-li di questo o quel Corpo dello Stato. Non di rado la richie-sta fatta alle aziende è con-dita da un altro ingrediente più o meno mescolato nella conversazione: la minaccia di ispezioni sul luogo di lavoro o comunque di accertamenti che in caso di ‘no grazie’ po-trebbero scattare quasi come rivalsa.

un giro d'affari enormeNegli ultimi anni il giro dei falsi abbonamenti alle riviste delle forze dell’ordine in Italia ha conosciuto un incremento esponenziale. A spiegarlo è il colonnello Fabrizio Carrari-ni, capo ufficio economia e si-curezza del comando genera-le della guardia di finanza, III reparto operazioni: “Il feno-meno dei falsi appartenenti al Corpo e all’amministrazione finanziaria registra, ancora oggi, “punte” di costante pre-senza in varie regioni d’Ita-lia. L’attività illecita conosce un’ampia tipologia di modali-tà operative, tutte comunque connotate dall’intendimento, da parte del soggetto attivo,

di realizzare: indebiti profitti monetari, con la promessa di sanare situazioni fiscali irre-golari ovvero con la minaccia di provocare controlli in tale direzione; incrementi nel-le vendite di riviste pseudo-specializzate di corpi appar-tenenti allo Stato”. In questo campo, rimarca il colonnello della Gdf, un’immediata in-formazione può in molti casi contribuire ad orientare con-cretamente le indagini “su un fenomeno le cui manifesta-zioni provocano forte di-sorientamento nelle parti lese” e spesso possono in-g i u s t a -

mente screditare l’immagi-ne dei Corpi, dalla polizia alla guardia di finanza, dai cara-binieri ai vigili del fuoco.

i dati della guardia di finanza relativi a questo giro di illeciti parlano chia-ro: nel 2007 i soggetti verba-lizzati sono stati 91; nel 2008, il rilevamento è del 30 ot-tobre, 61. Nel 2007 le perso-ne arrestate sono state 4; 38 i denunciati a piede libero, 44 le denunce contro ignoti, 5

quelle per illecito ammini-strativo. Nel 2008 i denuncia-ti a piede libero sono già 37; le denunce contro ignoti 24. Lo scorso 8 settembre, ad esem-pio, la guardia di finanza di Udine ha individuato un vero e proprio “call center” da dove venivano contattati miglia-ia di imprenditori, artigiani e professionisti, residenti in tut-te le regioni della penisola. Da Udine veniva proposta la ven-dita di riviste falsamente at-tribuite a guardia di finanza, vigili del fuoco, polizia, cara-binieri, protezione civile, met-tendo in piedi un sistema che nell'arco di dieci mesi era riu-scito a contattare in tutt'Italia ben 400 mila persone e a far sottoscrivere gli abbonamenti di riviste che nulla avevano a che vedere con quelle ufficiali a qualcosa come 24 mila per-sone, incamerando oltre un milione di euro.

secondo gli investigatori il più delle volte si tratta di rivi-ste di scarsissimo valore, non commercializzate nei circuiti

editoria

false riviste?no, grazie

sempre più frequenti le truffe ai danni delle riviste istituzionali. secondo gli investigatori avvengono per lo più tramite telefonate a casadi alessandra cortile

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ti della propria carta di cre-dito. Le forze dell’ordine in più occasioni hanno ricor-dato ai cittadini che nes-sun Corpo vende le pro-prie riviste né con il porta a porta, né con il contras-segno, né attraverso call center e conseguenti te-lefonate a casa. Su questo punto, per aver chiaro le modalità di abbonamen-to, è opportuno visitare i siti internet dei rispet-tivi Corpi o chiamare i numeri di emergenza per qualsiasi dubbio. Il 2 luglio 2007, l’allora vice ministro dell’In-terno Marco Minniti, rispondendo a un’in-

terrogazione sul fioren-te fenomeno delle false riviste delle forze dell’ordine, spie-gava che i Corpi dello Stato “hanno attivato una serie di cautele ed attività informati-ve per prevenire ulteriori epi-sodi del genere”. In quell’oc-casione, il Viminale ricordava anche che i periodici editi di-rettamente dai Corpi sono il mensile ufficiale della poli-zia di Stato ‘Polizia Moderna’, la trimestrale ‘rivista della guardia di finanza’, la rivista della ‘scuola ufficiali carabi-nieri rassegna dell'Arma’, cui vanno aggiunte le pubblica-zioni degli enti editoriali col-legati ‘Il Carabiniere’ (edito dall'ente editoriale per l'Ar-ma dei carabinieri), ‘Il Finan-ziere’ e ‘Panorama tributario e professionale’ (editi dall'en-te editoriale per il Corpo del-la guardia di finanza). Mentre l’unica pubblicazione ufficia-le del dipartimento dei vigili del fuoco è la rivista ‘Obietti-vo sicurezza’. Gli abbonamen-ti a tali riviste seguono i cana-li tradizionali ufficiali e non vengono proposti né telefoni-camente, né attraverso socie-

tà esterne, né tantomeno at-traverso vendite a domicilio. Per ricevere le pubblicazioni è quindi necessario rivolger-si ai Comandi generali o agli enti editoriali collegati oppu-re sottoscrivere un abbona-mento tramite la modulistica ed i link a tal fine predispo-sti sui siti web istituzionali. “Per contrastare il fenomeno – sottolineava Minniti - oltre a richiamare periodicamen-te l'attenzione delle questure sul problema, il dipartimen-to della pubblica sicurezza ha dato impulso ad interven-ti preventivi attraverso mira-te iniziative di informazione

verso i cittadini, condotte in collaborazione con gli orga-ni di stampa, ed in particola-re con i giornali a diffusione locale”. Anche l'Arma dei carabinie-ri, ritenendosi danneggia-ta dal fenomeno, ha assun-to varie iniziative di tutela e prevenzione. In particola-re, ha interessato l'avvocatu-ra dello Stato per un'azione civile contro gli editori che sfruttano a fini pubblicitari l'assonanza delle loro testa-te con il nome dell'istituzio-ne ed ha inoltre sensibilizza-to l'ABI, l'ANCI ed il ministero dell'Istruzione per chiarire a banche, comuni e scuole, fra i più frequenti destinatari del-le offerte di abbonamento, quali siano invece le pubbli-cazioni realmente ricondu-cibili all'Arma. Quanto alla guardia di finanza, anch'essa ha promosso, nel tempo, op-portune iniziative informa-tive sui media, sia attraverso i consigli dispensati da uffi-ciali ed ispettori del Corpo in occasione di alcune punta-te della trasmissione televi-siva di Rete4 ‘Vivere meglio’, sia attraverso le edizioni del notiziario della guardia di fi-nanza in onda sul canale te-levisivo digitale terrestre Rai Utile.Insomma, se sentite dall’al-tra parte del telefono qual-cuno proporvi a nome e per conto dei vigili del fuoco un abbonamento a ‘Obiettivo si-curezza’, la nostra rivista uf-ficiale, prendete gli estremi del ‘richiedente’ (privato o società che sia) e inviate subi-to una segnalazione all’uffi-cio di comunicazione esterna dei vigili del fuoco (numeri e indirizzo li trovate sul sito ufficiale dei vigili del fuoco). Lì hanno una risposta anche per questo.

tradizionali ma solo tramite telefonate a casa, il cui con-tenuto è spesso datato o sca-ricato dal web. L’esborso me-dio di questi abbonamenti si aggira attorno ai 120 euro e può toccare anche i 220 euro. E quasi sempre l'abbo-namento si conclude con la spedizione, tramite poste o corriere, di un solo numero. E se spesso invece del mensi-le o bimestrale si propone di comprare ‘ufficialmente’ un libro o un’altra pubblicazione riguardante il singolo Corpo, manco a dirlo sempre dietro pagamento di euro sonan-ti da parte del contribuente ‘invitato’ alla sottoscrizione, anche in questo caso la truffa è dietro l’angolo.

la parola d’ordine è: verificare sempre la fonte, poi farsi mandare un prospetto di adesione per iscritto, infine girare la lette-ra agli uffici di competenza dei rispettivi Corpi. Mai dire subito ‘sì’ al telefono e men che mai indicare i riferimen-

le forze dell'ordine ricordano che mai nessun corpo vende le riviste tramite il porta a porta o telefonate

A sinistra, in alto, gli ultimi due numeri della rivista dei vigili del fuoco "obiettivo sicurezza" e, in basso a sinistra, due numeri degli anni 40. Qui sotto, il colonnello della guardia di finanza Fabrizio Carrarini

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C

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periscopio

navigando onlinenel mondo dei vigili del fuoco

www.wilshirethefiredog.org/Nell’universo californiano dei vigili del fuoco, conoscerete anche Wilshire, il ‘Fire Dog’. Nel marzo 2006 una bimba bussò alla caserma dei vigili: non poteva più tenere il suo cucciolo di dalmata perché l’appartamento dove viveva era troppo piccolo. Voleva che i vigili, i suoi eroi, si prendessero cura del fedele amico. Da allora il simpatico dalmata pompiere abita lì, insegnando ai bambini di tutte le età alcune norme della sicurezza antincendio. La fotogallery mostra in azione il vigile del fuoco a quattro zampe

www.vvfbroni.it/Home.htmlSe poi amate gli amarcord, non vi dispiacerà navigare coi ricordi sulle note della canzone ‘I pompieri di Viggiù’, che incita all’azione

www.quarta.cl/.Ancora novità navigando in Rete alla scoperta dei vigili del fuoco. Una galassia web fatta di incontri, esperienze, video di interventi e tanto coraggio. Un esempio? Il motto è ‘La fiamma sublima l’anima’: è la Quarta Compagnia di Pompieri ‘umberto Primo’ di talcahuano (Cile), fondata nel lontano 7 luglio 1901. dall’home page ai vari link scoprirete radici italiane negli uomini che ogni giorno lottano e rischiano seguendo l’esempio di Alfredo Anziani, il ‘Primer Capitàn’

www.pompieriticino.ch/Per gli appassionati delle divise, ecco quelle dei vigili cantonali del ticino. La tradizionale tenuta rossa, che ha caratterizzato i vigili del fuoco di montagna fin dagli anni Settanta, è stata sostituita da un nuovo abbigliamento di intervento in Kermel, una fibra destinata agli indumenti di protezione contro il fuoco e le temperature elevate

www.ville-ge.ch/geneve/sis/index.htmlRicco di spunti anche il sito dei vigili del fuoco di Ginevra, che presenta la ‘Guida arancio’. L’opera, giunta ormai alla quarta edizione, ha dimostrato sul campo la propria efficacia come manuale che aiuta a gestire le situazioni nei vari incidenti. Spettacolare la galleria degli interventi speciali

www.lafd.org/Sarà sempre ripagato con notizie e curiosità il click al sito del Los Angeles Fire Department, puntualmente prodigo di consigli che vanno dalla prevenzione degli incendi alle misure di sicurezza per la festa di Halloween. La fotogallery documenta gli interventi dei vigili del fuoco mentre un tuffo nella storia è assicurato con il living history at the LAFD Museum

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Le novità dai laboratori americani

sicurezza negli edifici di grande altezza nelle metropoli e la formazione degli operatori antincendio. Questi sono solo alcuni dei temi affrontati in un incontro promosso dagli “underwriters laboratories”, organismo certificatore e formatore degli stati uniti di marcello serpieri

l’invito ricevuto e accolto dal di-partimento dei vigili del fuo-co mi ha portato alla conferen-

za “Global Fire Conference” organizzata dagli Underwriters Laboratories di Chi-cago e di Washington dal 20 al 26 settem-bre. E’ stato un momento di confronto a livello mondiale tra gli operatori del soc-corso, in prevalenza vigili del fuoco dei vari paesi e gli attori della prevenzio-ne incendi intesi sia come responsabili dei processi autorizzativi, che come al-tre parti in causa nelle attività di speri-mentazione e certificazione dei prodotti antincendio. La natura dell’ente organizzatore, ente di normazione, prova e certificazione, non ha portato ad alcun sbilanciamento nel peso degli argomenti della conferenza, che anzi si è configurata di fatto come una panoramica più estesa sulla natura dei servizi antincendio in Nord America. Gli Underwriters Laboratories, oltre alla consolidata presenza nella zona nord americana (U.S.A. e Canada) hanno re-lazioni più intense con paesi extra-eu-ropei dell’estremo oriente, come Cina e India, che con il vecchio continente. Più di un centinaio i delegati di tutti i conti-nenti, Oceania esclusa , con i più diver-sificati background. Assenti i rappresen-tanti dei paesi ex-socialisti. L’Europa era presente con l’Italia, i vigili di Parigi e del comando di Francoforte. E’ stato un pia-cere poter avere conferma, dal reciproco confronto, non solo delle positive pecu-liarità dei vigili del fuoco italiani, mem-bri di un Corpo nazionale in tutte le sue funzioni, tradizioni e nella missione, ma soprattutto come organismo in cui le due attività istituzionali di soccorso tec-nico e di prevenzione incendi hanno un livello di sovrapposizione pressoché to-tale, dal momento che lo stesso persona-le opera in entrambi i settori. Negli altri Paesi rappresentati, invece, sussiste una pressoché totale differenziazione delle due attività.I lavori della conferenza sono inizia-ti con una seduta dalla società di inge-gneria RJA Group, leader mondiale nella costruzione di edifici di grande altez-za. La locuzione nello specifico fa riferi-mento ad altezze di oltre 400 metri, as-solutamente aliene dal contesto italiano.

estero sTaTI unITI

Acclarata tale estraneità, rimangono come elementi di valutazione di costru-zioni elevate, che possano essere eret-te nel nostro Paese, le tematiche relative alla progettazione dei sistemi di evacua-zione di simili edifici, non solo per il caso di incendio, ma anche per ogni altra si-tuazione di crisi. Ad esempio black-out energetici e interruzioni di servizi di condizionamento negli edifici a gran-de altezza siti nei paesi del Golfo Persi-co, nella Penisola Arabica: qui l’assenza

di aria condizionata si traduce per gli oc-cupanti nell’essere inseriti in un cilindro di vetro a temperature tropicali, con le conseguenze immaginabili per gli an-ziani o chiunque altro con limiti fisici. L’orientamento innovativo manifesta-to per questa ed altre simili situazioni è stato quello di non proseguire nella ri-cerca di sistemi di ascensore sempre più performanti, ma nell’introdurre percor-si verticali non continui su tutto lo svi-luppo verticale dell’edificio, attraverso

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Gli Underwriters Laboratories, (UL) sono stati fondati nel 1893 a Chicago. Al tempo la città si preparava all’expo mondiale del 1894, e, nello spirito dell’epoca, intendeva porsi come vetrina ad alto livello degli svi-luppi della rivoluzione industriale degli USA. La città si dotava dei primi impianti elettrici per edilizia civile esponendosi però a nume-rosi incendi legati alla primordialità tecni-ca di tali impianti. Nonostante la presenza di una cultura finanziaria dell’ assicurazio-ne del rischio, già consolidata negli USA, il mondo delle assicurazioni non era pronto a fornire i servizi richiesti per il “nuovo” ri-schio elettrico. Un gruppo di laboratori si riunì sotto la sigla “UL” per coprire il ruolo mancante di organismo certificatore e nor-matore nel settore. Allo stato attuale la te-matica “incendio” copre grosso modo il 10% della intera attività di UL, il resto riguarda i settori elettrici , del gas, energetici e della security, sia in ambito civile che industriale. Lo statuto degli UL prevede la tutela dell’in-teresse collettivo e il non fine di lucro. Gli UL agiscono spesso su incarico militare e go-vernativo, nella produzione di standard, so-prattutto nel settore della “security”. Negli ultimi tempi si è assistito ad un forte incremento di attività su commessa del go-verno federale relativa ai sistemi biometrici negli aeroporti. Pur non essendoci un pro-nunciamento legislativo di livello federale, la dimostrazione della corretta applicazione degli standards UL in ambito forense statu-nitense è forte pregiudizio positivo per la di-mostrazione di soddisfacimento dello Stato dell’Arte nella progettazione e esecuzione di opere. Spesso gli standard UL sono esplici-tamente richiamati da altre norme di carat-tere obbligatorio del Governo.

chi sono underwrITers laboraTorIes

la creazione di piani di sbarco interme-di che fungano da discontinuità nei per-corsi dei fumi attraverso canali verticali sviluppatesi su tutta la altezza dell’edifi-cio , ovvero , introducendo ai fini della si-curezza antincendio, filtri in corrispon-denza alle discontinuità introdotte.Un'altra sessione, ad argomento "soccor-so nelle grandi metropoli", è stata orga-nizzata dall'associazione industriale lo-cale 'Chicago Council for Global Affairs'. L’argomento, infatti, è di interesse preci-puo per la città di Chicago che intende candidarsi per future olimpiadi. Relatori invitati sono stati il responsa-bile per i servizi antincendio dell’am-ministrazione cittadina di New York, il comandante di Mumbai-Stato di Ma-harastra, il comandante di San Pao-lo del Brasile, la responsabile dei servizi di sicurezza della città di Johannesburg (prossima sede dei mondiali di calcio) ed il comandante dei vigili del fuoco di Pa-rigi. Pur nei limiti della trattazione di te-matiche così complesse, l’intervento del comandante francese ha posto l’accen-to su una diversa impostazione del ser-vizio di sicurezza a seconda del conte-sto sociale in cui si svolge il servizio: “In

Europa – ha detto - il dialogo relativo all’organizzazione del soccorso con le parti in causa di diritto privato non ha l’intensità riscontrata nel Nord America, perché si ha come interlocutore un’opi-nione pubblica estremamente esigente nei confronti dell’autorità preposta, cui la popolazione rivolge in forma esclusi-va le proprie istanze di sicurezza”. Nelle giornate trascorse a Washington , la conferenza è stata ospite della Na-tional Fire Academy, accademia nazio-nale antincendio, istituita dal Governo Federale, in Emmitsburg, Maryland.La creazione di un'accademia naziona-le da parte del dipartimento di sicurez-za nazionale, costituisce attestazione del significativo impegno del Gover-no Federale per la creazione di una co-munità di operatori antincendio, pur all’interno dell’assetto costituzionale USA che limita fortemente le capacità del Governo Centrale di regolare quan-to afferente alla sicurezza tecnica dei cittadini. L’accademia si pone dunque come strumento di formazione a par-tecipazione assolutamente volontaria per tutti i dipartimenti municipali del Paese, comunque nell’ottica di fornire piani di formazione comuni. Interessante è stato osservare la cura posta ai sistemi di verifica. I corsi sono stati infatti presentati non solo come altamente selettivi, ma anche come momenti di collaborazione continuati-va ed aperta con i dipartimenti che in-viano propri discenti. L’accademia e i dipartimenti munici-pali si scambiano infatti, a distanza di un anno ed anche oltre dal termine dei corsi, informazioni sul miglioramento delle condizioni di lavoro e delle com-petenze acquisite sul campo dagli ope-ratori che sono stati qualificati. Signi-ficative le molte attività di indagine e di statistica sulle attività antincendio nell’intero continente. Alta è parsa inoltre l'attenzione allo stu-dio degli aspetti di sicurezza ed igiene del lavoro proprie dei vigili del fuoco, attenzione peraltro dovuta in quanto i tassi di infortunio e morte sul lavoro dei soccorritori negli Usa sono assolu-tamente superiori a quelli riscontrati in Europa.

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la grande famiglia italiana dei vi-gili del fuoco è una delle poche al mondo a poter vantare un’orga-

nizzazione di tipo nazionale. Ma come è nata? E perché? Spesso viene indicato come anno di nascita il 1941, per l’en-trata in guerra dell’Italia, ma il Corpo nazionale è di concezione prebellica.

agli inizi del 1900 i servizi antin-cendi italiani si basavano sui singoli corpi di “Civici Pompieri” diffusi prin-cipalmente al centro nord ed in misura di gran lunga minore nel mezzogiorno. I corpi delle grandi città erano spesso di tipo “permanente” mentre nel resto del paese erano costituiti su base vo-lontaria. Lavoravano tra mille proble-mi a causa delle difficoltà delle ammi-nistrazioni comunali nel mantenerli e sostenerli. Quasi tutti quelli di “provin-cia” erano, ancora negli anni ’30, mu-

1939, nasce il corpo dei vigili del fuoco

come e perché prese forma a livello nazionale uno tra i più importanti corpi dello stato

di alessandro mella e alessandro fiorillo

attraverso la storia

niti d’anacronistiche pompe a mano, salvo casi rari e sporadici. Solo il gran-de impegno del personale permise co-munque, seppur tra mille difficoltà, di continuare a prestare opera di soccor-so alle popolazioni. Talvolta si aveva la necessità di inviare i corpi permanenti delle grandi città in provincia, ma spesso, a causa delle dif-ferenze di attrezzature, insorgevano grossi problemi. Bastavano tubazioni di diametro differente per rendere dif-ficoltoso un intervento.In questo clima nel 1908 si svolsero i soccorsi, lunghi e difficili, durante il

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della relativa provincia. Rispondevano quindi all’ispettorato centrale pompie-ri che, d’intesa con la federazione tec-nica pompieri d’Italia (benemerita isti-tuzione che tanto si era prodigata per uniformare i pompieri italiani e stan-dardizzarli), introdusse la prima uni-forme nazionale in panno blu.

il corpo cambiò nome nel 1938, quando la legge 1021 abolì la parola “Pompiere” d’origine francese in favo-re di “Vigile del Fuoco”, in memoria dei Vigiles dell’antica Roma a cui il fasci-smo spesso si ispirava. Un po’ quindi per valorizzare il nascente corpo, ed un pò in favore dell’autarchia culturale il vecchio francesismo spesso motivo di battute di spirito venne messo da par-te. Ma fu con il Regio Decreto 333 del 1939 che finalmente prese vita il Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Suo creatore fu il prefetto Alberto Giombini, uomo di grande intelligenza e lungimiranza. Fu lui che, con l’appor-to dei giovani ufficiali e comandanti entusiasti, mise in piedi un’organiz-

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terremoto Calabro Siculo che dimo-strò l’inadeguatezza dei corpi comuna-li privi di un ente in grado di guidarne l’azione collettiva in caso di calamità. Furono proprio queste problematiche, legate all’eterogeneità del servizio, a far nascere un movimento d’opinione che sosteneva la necessità di creare un or-gano centrale in grado di garantire il soccorso tecnico urgente e la difesa ci-vile come solo i vigili del fuoco sanno ed hanno saputo fare. In questo senso fu costituita nel 1910, con Regio Decreto, un’apposita com-missione per affrontare la questione.

il primo grande passo si otten-ne quando i comandanti dei Corpi del-le grandi città, si riunirono a Napoli nel 1935 per gettare le basi del nascen-te “Corpo Nazionale Pompieri” costi-tuito da corpi provinciali (legge 2472 del 10 ottobre 1935). Essi, pieni d’en-tusiasmo e volontà, si resero artefici di un’opera straordinaria per il nostro pa-ese. I vigili del fuoco della città capo-luogo, assunsero il controllo di quelli

zazione che ancora oggi mantiene de-gli standard di efficienza piuttosto alti. La neonata Direzione generale dei ser-vizi antincendi, prese il coordinamen-to dei Corpi provinciali numerati in or-dine alfabetico e muniti di un proprio motto. Grazie alla cassa sovvenzioni antincendi fu possibile dotare in tem-pi celeri tutti i corpi d’Italia di un rin-novato parco mezzi, di nuove attrezza-ture e materiali, di nuove sedi e d’ogni necessità portando anche al sud l’ecce-zionale organizzazione ponendo fine alle grandi disparità del passato. I tem-pi delle ristrettezze dei comuni erano finalmente finiti, tra l’entusiasmo ge-nerale del personale permanente e di

attraverso la storia

in alto, una delle prime autompe

antincendio motorizzate.

Sopra, pompieri del corpo di Genova.

A fianco, il prefetto Giombini,

napoli, 1942

jhpagina precedente:

in alto, civici pompieri del

Corpo di La Spezia.in basso,

elmo milanese di metà ottocento

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quello volontario finalmente valoriz-zato. Vennero edificate le scuole cen-trali antincendi per l’istruzione del personale e le colonie per le cure dei fi-gli dei VVF. Ci si occupò della forma-zione del personale ed in breve tempo si crearono nuove specializzazioni (ce-leri, portuali, pontieri, cinofili, di mon-tagna, chimici, etc…), mettendo in piedi un servizio capillare per la popo-lazione. Le potenzialità del personale, unite all’entusiasmo generale, permi-sero questo risultato.

quando il duce rimase di stuccoQuando, al termine del primo cam-po nazionale dei VVF del 1939 il Duce assistette alla manifestazione ginni-ca di piazzale di Siena rimase ester-refatto dai risultati ottenuti in così breve tempo. Nel frattempo fu dato grande impulso all’attività sportiva ed il corpo divenne una fucina d’at-leti eccezionali. La celere n1ascita e crescita del Corpo nazionale fu anche merito del gruppo di ufficiali che af-fiancarono Giombini e seppero met-tere da parte ogni divisione in nome di un opera comune fondamentale per il paese. Durante gli anni di guer-ra, i vigili del fuoco seppero svolgere un lavoro eccezionale e resistere alle privazioni e alle difficili condizioni causate dal conflitto nonché ai dram-mi della guerra civile che portò l’Ita-

lia alla fine del conflitto. Nel dopoguerra lo Stato compì una ristrutturazione del Corpo nazio-nale che fu in grado di operare in

tutte le grandi calamità. La storia del Corpo naziona-le dei vigili del fuoco è te-stimone di efficienza e di pronta risposta alle esi-genze della società.

quella storia è un pa-trimonio d’identità che prima di tutto noi vigili del fuoco dobbiamo risco-

prire per capire chi siamo, quale è il nostro ruolo, qua-

li sono le nostre prospettive. E quella storia va mostrata e raccontata alla gente.

1

storie d'appartenenzaIl nuovo lIbro dI alessandro mella

il nuovo lavoro di Ales-sandro Mella offre una

panoramica precisa ed esauriente sull’evoluzio-ne dei servizi antincendi in Italia, con particolare at-tenzione alle uniformi e ai distintivi dei vigili del fuo-co dal 1900, epoca in cui i pompieri erano ancora or-ganizzati su base comuna-le, fino al 1965, quando già il Corpo nazionale dei vigili del fuoco era operativo da più di vent’anni (la sua fon-dazione si concretizzò gra-zie ai passaggi legislativi del 1939, con il RD n. 333, e del 27 dicembre 1941, con la legge 1570). Le ricerche di Mella gettano nuova luce anche sull’organizzazione gerarchica del Corpo negli anni compresi tra il 1938 e il 1945, sulla distinzione tra ruoli permanenti, ruo-li transitori e volontari, e sugli aspetti fino ad oggi poco indagati relativi all’or-ganizzazione del Corpo nei territori della Repubblica

di Salò. Viene inoltre ripor-tata la tabella completa dei Corpi provinciali dei vigili del fuoco dal 1939 al 1961, comprensiva del numero progressivo assegnato ad ogni corpo con il relativo motto in latino. Natural-mente, come si evince dal titolo, grande attenzione è dedicata all’approfondi-mento delle uniformi e del-le vestizioni dei pompieri, sia nel periodo comunale che negli anni del Corpo na-zionale. ogni capitolo e paragrafo è corredato di bellissime foto che attraverso l’immagi-ne rendono più completa e comprensibile la natura della ricerca, e mostrano al lettore la variegata realtà delle uniformi, delle tenute da fatica e da lavoro, del-le giubbe e mantelline, dei berretti e copricapi, non-ché degli elmi e bustine in dotazione ai vari Corpi dei civici pompieri. Realizzato anche grazie al contribu-to di diversi appassionati e

ricercatori della storia del Corpo, ringraziati dall’au-tore subito dopo l’intro-duzione, il lavoro di Mella aggiunge nuovi elementi alla conoscenza della storia e dello sviluppo del Corpo dei vigili del fuoco in Ita-lia, senza ritenere concluso quel viaggio che, attraver-so nuove ricerche e appro-fondimenti, potrà portare, col tempo, all’aggiunta di nuovi capitoli e alla scrittura di nuove sto-rie. Pubblicato dalla Marvia edizioni, il libro è com-posto da 192 pagine. I vigili del fuoco che ordinano il li-bro all’edito-re hanno uno sconto (l’auto-re non perce-pisce denaro come compen-so, ma copie gra-tuite del libro per gli amici).

uniformi e distintivi dei Vigili del fuoco 1900-1945

in alto, la copertina del libro di A.mella.Nel box, elmi in dotazione ai vigili tra ottocento e primi anni del novecento e un fregio da copricapo.in basso, vigile del fuoco sull'attenti.

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76 obIeTTIvo sIcurezzaobIeTTIvo sIcurezza

il 16 ottobre 1943 è stata compiuta a Roma la reta-ta degli ebrei, ovvero il ra-

strellamento fascista opera-to nel Ghetto e in tutta la città, che costò la vita a centinaia di vite umane. In quella giorna-ta si consumò un dramma che ha lasciato una profonda ferita non ancora rimarginata.

una testimonianza inedita di oggi ci riporta indietro nel tempo e ci comunica cosa si-gnifica sentire sulla propria pelle il brivido della paura. A raccontarlo è Enrica Sermone-ta che, per la prima volta, apre agli altri la sua memoria e ri-corda a voce alta i mesi vissuti nel terrore accompagnati dal-la scomparsa di quasi tutti i membri della sua famiglia. Per gli ebrei romani quel 16 ottobre del 1943 rappresenta una delle pagine più nere della loro sto-ria. In seguito all’alleanza con i tedeschi, la milizia fascista ro-mana contribuì pesantemente all’arresto degli ebrei e dei par-tigiani nei mesi successivi; la denuncia degli ebrei era favo-rita dalla cospicua taglia che i nazisti introdussero a favore di quanti si prestavano alla dela-zione. La testimonianza inedi-ta è stata raccolta da Pupa Gar-ribba, giornalista ebrea che da sempre si occupa di memorie (Shoah Foundation di Steven Spielberg – ANED – progetto memoria: centro documenta-zione ebraica contemporanea). E’ lei che ha intervistato Enrica Sermoneta e ha curato un film documentario con il supporto della provincia di Roma e del delegato alla memoria Umber-to Gentiloni.

la protagonista, testimone della shoah romana, miraco-losamente scampata insieme a due fratelli all’arresto di mas-sa, descrive con sapiente preci-

enrica sermoneta,testimone della Shoahsione i fatti realmente accaduti che hanno colpito la sua fami-glia. Le vicende riportate nel filmato riaccendono memorie che, nonostante siano passati più di sessanta anni, non sono state cancellate. La famiglia Sermoneta, com-posta dai genitori e da set-te figli, è stata quasi comple-tamente deportata e di questi nessuno ha fatto ritorno. Sol-tanto Enrica e due suoi fratelli sono riusciti miracolosamente a salvarsi da quel lungo e buio 16 ottobre e per vari anni han-no vissuto in grande indigenza. Il racconto è intramezzato da-gli straordinari disegni di Aldo

Gay, che all’epoca dei fatti ritra-eva le scene quotidiane a cui assisteva e che disegnava su di un blocco che portava sempre con sé. La storia narrata nel film/in-tervista è stata attentamen-te ascoltata nell’aula magna dell’Istituto superiore antin-cendi da centinaia studenti ro-mani accompagnati dai loro in-segnanti. E’ il 16 ottobre 2008 e, a memoria del triste avve-

nimento, è stata proiettata nel suggestivo complesso degli ex magazzini generali di Roma la testimonianza inedita alla presenza della stessa Enrica Sermoneta accompagnata dai suoi familiari, della giornalista che ha curato l’intervista (Pupa Garribba), del delegato alla me-moria della provincia di Roma (Umberto Gentiloni), del presi-dente del municipio XI (Andrea Catarci) e dell’assessore alle politiche culturali del munici-pio XI (Carla Di Veroli). L’evento è stato salutato dal presidente della provincia di Roma Nicola Zingaretti, inter-venuto per l’occasione.

la vicenda della famiglia sermoneta nelle parole di enrica, miracolosamente scampata insieme a due fratelli alla deportazione degli ebrei del ghetto di roma dell’ottobre del 1943 di marina cavicchioli

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attraverso la storia

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77obIeTTIvo sIcurezza 77obIeTTIvo sIcurezza

e’ stato istituito, dall'uf-ficio comunicazione esterna del diparti-

mento, un gruppo di lavoro, formato da personale dei vigili del fuoco in servizio e in conge-do, il cui compito è quello di provvedere alla raccolta ed all’archiviazione di testimo-nianze su alcuni degli aspetti più importanti della storia del Corpo nazionale, attraverso in-terviste a vigili del fuoco prota-gonisti di quegli interventi che sono entrati a far parte del pa-trimonio storico collettivo del paese.

dai bombardamenti del-le città italiane nel corso del secondo conflitto mondia-le, ai vari disastri che hanno colpito il paese nel dopoguer-ra (l’alluvione del Polesine, il disastro del Vajont, l’alluvione di Firenze, il terremoto dell’Ir-pinia, ecc.). Le video interviste vengono poi corredate di foto

e testi che spiegano e comple-tano le informazioni raccolte, e vengono prodotte come do-cumentari in formato DVD che arricchiranno un archivio che, a lavoro concluso, racconterà la storia del Corpo nazionale e l’impegno spesso eroico dei vi-gili del fuoco a fianco della po-polazione colpita dagli even-ti avversi del vissuto quotidia-no. Finora sono stati realizzati due DVD documentari, il pri-mo al comando di Bari (con il contributo del comando di To-rino), con le video interviste dei vigili del fuoco in congedo Na-tale Lattanzi e Nicola Battista, testimoni della nascita del Cor-

po nazionale nel 1939, protago-nisti di numerosi interventi du-rante la guerra e memoria an-che dei passaggi e delle trasfor-mazioni del Corpo negli anni del dopoguerra. L’altro DVD è stato realizzato da personale in servizio ed in congedo del co-mando di Roma e del servizio documentazione, e propone le interviste ai vigili del fuoco in congedo Roberto Donnini e Re-nato Efrati, testimoni anch’essi

della fondazione del Corpo na-zionale ed entrambi impegnati negli interventi di soccorso alla popolazione durante il triste-mente famoso bombardamen-to di San Lorenzo del 19 luglio 1943, che provocò oltre 1500 vittime accertate. I racconti dei testimoni sono spesso ca-richi di aspetti particolarmen-te emotivi, attraverso le loro pa-role scorrono le immagini della storia recente del nostro paese, in particolare le vicende dram-matiche legate ai difficili anni della seconda guerra mondia-le, che tante sofferenze portò al paese e ai cittadini inermi. Renato Efrati inoltre ha vissu-

to sulla propria pelle uno degli eventi più drammatici che col-pirono la città di Roma durante l’occupazione nazista della cit-tà. Fu infatti catturato dai tede-schi insieme a tutta la famiglia a causa della sua origine ebrai-ca, perse uno zio alle Fosse Ar-deatine e condusse poi la guer-ra di liberazione nelle trup-pe cobelligeranti dell’esercito del sud (Corpo italiano di libe-razione) insieme agli alleati.

un evento particolare raccontato da Efrati è quello legato al coraggioso compor-tamento tenuto da una citta-dina romana che salvò Renato ed il padre dalla deportazione del 16 ottobre 1943 (il giorno del rastrellamento del ghetto). La signora Lea Romani nasco-se gli Efrati in casa sua all’ar-rivo dei tedeschi, senza cede-re nemmeno quando i soldati germanici entrarono in casa per controllare. La signora è in vita ancora oggi, e tale rac-conto ha colpito a tal punto gli ascoltatori che oggi i soggetti preposti stanno valutando di inserire il suo nominativo nel

LA StoriA siamo noi

libro dei giusti tra le nazioni istituito nel dopoguerra dalle autorità d’Israele. Nel frattem-po lo scrupoloso lavoro di ri-cerca dei testimoni ex vigili del fuoco continua, altre video in-terviste sono state già raccolte e sono in corso di preparazione nuovi DVD documentari. I prossimi tratteranno ancora gli anni della guerra, che coin-cidono anche come abbiamo già visto con gli anni della fon-

dazione del Corpo nazionale. Ma i lavori successivi saranno dedicati anche a tutti quegli interventi che hanno visto im-pegnato in prima linea il Cor-po nazionale durante le nu-merose sciagure naturali che dal dopoguerra hanno colpito il nostro paese. I documenta-ri con le testimonianze dei vi-gili del fuoco racconteranno quindi uno spaccato di storia nazionale, filtrato attraverso gli occhi e la forma mentis del soccorritore, impegnato allora come oggi nel prezioso compi-to di proteggere il cittadino da-gli eventi funesti e dalle scia-gure del quotidiano.

videointerviste ai vigili del fuoco protagonisti dal dopoguerra ad oggidi gennaro tornatore e alessandro fiorillo

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nell’ambito delle iniziative di ri-cerca volte a recuperare la me-moria storica del Corpo nazio-

nale, nei locali del museo storico Roma città del fuoco, stiamo raccogliendo le testimonianze di coloro che hanno vis-suto in prima persona gli anni della na-scita del Corpo. A tal proposito abbia-mo avuto un incontro con l'ex capo reparto Renato Efrati, classe 1926, che ha raccon-tato le vicende che lo por-tarono, nel 1941, ad en-trare nel Corpo dei vigili di Roma e ad indossare la divisa di vigile del fuoco quando aveva appena 15

anni. Efrati era poco più che un ragazzino, bravo giocatore di calcio, in un periodo in cui la dimensione di questo sport era molto più "umana" e accessibile a chi vi si dedica-va con passione e spirito sportivo. Già cal-ciatore nelle fila della squadra dell'azienda Atac (dove sperava d'essere assunto come

fattorino), fu consigliato da un amico calciatore, il portiere Francalan-

cia, che anni addietro aveva difeso la porta della squadra

di calcio dei vigili del fuoco di Roma, ad entrare ap-punto nella formazione della squadra dei vigili. Abbiamo detto che in

quegli anni il calcio era

uno sport più "umano", poteva quindi ca-pitare che il portiere di una squadra di cal-cio dei vigili del fuoco finisse per difende-re la porta niente meno che dell'AS Roma. Francalancia fu infatti il primo portiere della squadra giallorossa nel campiona-to 1939/40, giocava nel campo Testaccio, e i vigili del fuoco della caserma Ostien-se assistevano alle partite dell' AS Roma sbirciando dalle finestre della caserma, da dove si riuscivano a vedere le partite nel vi-cinissimo campo Testaccio.Renato Efrati si trovò così vigile del fuoco, nella veste di "calciatore" (in quegli anni la squadra dei vigili del fuoco di Roma mili-tava in serie C, mentre la squadra dei vigi-li del fuoco di La Spezia vinse persino uno

renato efrati, un uomo con una storia da raccontareclasse 1926, appassionato di calcio, l'ex capo reparto si trovò a fronteggiare nella sua lunga carriera gli eventi più drammatici accaduti a roma negli anni del secondo conflitto mondiale di alessandro fiorillo

attraverso la storia

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scudetto). Ma gli anni difficili del secondo conflitto mondiale, portarono presto alla brusca fine dei sogni calcistici del giova-nissimo ragazzo, che si ritrovò a svolgere gli interventi più difficili nel giorno tragi-co del bombardamento di Roma del 19 lu-glio 1943.

prestò servizio nella caserma di acilia, e si trovava ad Ostiense il 10 set-tembre del 1943, quando a pochi metri dal-la caserma impazzavano i combattimen-ti tra alcuni reparti dell'esercito italiano che, unitamente ai primi gruppi partigia-ni, tentavano d'impedire l'ingresso in cit-tà delle truppe tedesche. Efrati era con il vice brigadiere Alberto De Jacobis, quan-do quest'ultimo, affacciandosi dalla porta d'ingresso della caserma Ostiense, veniva colpito da un soldato tedesco che s'era ap-postato a pochissimi metri. Un colpo alla tempia uccise all’istante il vice brigadiere Alberto De Jacobis. Il gio-vane Renato Efrati, che era al suo fianco, sorresse a mala pena il corpo esanime del collega. I tedeschi, vinta ormai la strenua ed eroica resistenza di coloro che, a Porta San Paolo, tentarono l'impossibile impresa d’impedire l'occupazione tedesca della cit-tà, irruppero nella caserma Ostiense, dove vi trovarono armi e munizioni lasciate an-che dai reparti dell'esercito che erano li durante i combattimenti. Furono momen-ti molto difficili per i vigili del fuoco, ven-nero messi tutti al muro, e corsero il serio pericolo d'essere passati immediatamente per le armi. Vennero risparmiati, ma dopo esser stati caricati su un furgone, furono trasportati ad Ostia, per ignota destinazione. Renato Efrati racconta che fu il comandante Bontà ad "intercedere" per loro presso le autorità tedesche, e riuscì a convincerle a rilasciare i suoi uomini. Un mese dopo, Renato Efrati insieme a molti altri vigili temporanei, ven-ne congedato dal Corpo, come attesta l'or-dine del giorno del 10 ottobre 1943 (la cui copia è conservata al museo di Roma).

seguirono giorni difficili. Efrati, d'origine ebraica, dovette nascondersi in-sieme alla famiglia, e ricorda che riusciro-no a sfuggire ad un primo rastrellamento perché nascosti da una vicina di casa non ebrea. Un giorno furono sul punto d'esse-

re scoperti dai tedeschi in casa di questa donna che coraggiosamente li nascondeva e proteggeva. Arrivò però, il momento del grande rastrellamento del Ghetto di Roma, e quella volta Renato Efrati insieme al pa-dre, la madre e lo zio vennero catturati dai tedeschi. Soltanto la mamma, non ebrea, venne liberata, Renato, giovane e nel pieno delle forze, venne trasferito in un campo di lavoro nei pressi del fronte di Cassino, il pa-dre e lo zio vennero imprigionati nel carce-re di via Tasso. Dopo l'attentato di via Rasella (nel corso del quale vennero uccisi dai partigiani 33 sol-dati tedeschi), i prigionieri di via Tasso ven-nero prelevati e trucidati alle Fosse Ardeati-ne (335 vittime). Il padre di Renato si salvò per una pura casualità, ma non riuscì a sal-varsi lo zio, Marco di 37 anni. Nel frattempo Renato Efrati, insieme ad un compagno, ri-uscì a fuggire dal campo di prigionia tede-sca, passò il fronte, e si unì alle truppe alle-ate, inquadrato nei reparti del Battaglione "Cremona". Nel mese di giugno, entrò a Roma insieme alle truppe alleate, men-tre i tedeschi si ritiravano dalla città. Nel 1950 Renato Efrati entra come ef-fettivo nel Corpo nazionale dei vigili del fuoco, nel 1961 ottenne il grado di vice brigadiere, nel 1983 andrà in congedo. Uno degli ultimi inter-venti drammatici che ricorda, fu l'attentato alla Sinagoga di Roma dell'ottobre del 1982, nel cor-

so del quale perse la vita un bambino di 2 anni. Renato Efrati ha ottenuto varie deco-razioni e riconoscimenti per il ruolo svolto insieme alla truppe alleate per la liberazio-ne di Roma. Oggi fa parte dell'associazione dei reduci e combattenti, di cui è presidente Marco Lodi. Tra i tanti colleghi e gli aned-doti raccontati e ricordati da Renato Efrati negli anni del suo primo servizio nel corpo dei vigili di Roma, spicca la figura del Pre-fetto Giombini, che Renato ricorda come "una persona che amava profondamente il Corpo dei vigili del fuoco". La testimonianza di Renato Efrati, al tem-po stesso avvincente e drammatica, è par-ticolarmente interessante perché Efrati ha vissuto in prima persona tutti gli eventi più significativi e drammatici che si sono sus-seguiti a Roma negli anni del secondo con-flitto mondiale. I bombardamenti della cit-tà, l’uccisione del vice brigadiere Alberto De Jacobis, il rastrellamento del Ghetto, l’ecci-dio delle Fosse Ardeatine (dove perse la vita lo zio di Efrati), l’ingresso con le truppe al-leate in città.

Da sinistra, in alto, momenti della vita professionale di efrati: primo a sinistra insieme a compagni di corso, in un momento di svago e, a fianco, alla guida di un mezzo acquatico. nel tondo, lo zio marco, vittima dei nazifascisti

renato efratioggi

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firenze XXv edizione degli scudi di san martino

A Palazzo Vecchio nel Salone dei Cinquecento si è svolta il 16 novembre la cerimonia di

consegna degli Scudi di San Martino giunta alla sua xxV edizione. Per il Corpo nazionale dei vigili del fuoco è stato premiato il vigile Marco Cionetti per un intervento di soccorso effettuato mentre era libero dal servizio. Alla cerimonia erano presenti il direttore regionale VVF per la Toscana Antonio Monaco ed il comandante provinciale di Firenze Giuseppe Romano che hanno premiato anche un appartenente al Corpo Forestale dello Stato.

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eventi & avvenimenti di sergio silvestrini

bologna i vigili del fuoco premiati a handimatica 2008

Il 29 novembre il dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico

e della difesa civile ha ricevuto il diploma di merito del “premio PA aperta 2008” all’interno della manifestazione "Handimatica 2008", patrocinata dalla presidenza del Consiglio, dal ministero della Funzione Pubblica e dell'Innovazione, dal ministero della Gioventù e dal ministero delle Pari Opportunità.Il diploma è stato conferito al progetto di formazione del personale non udente del dipartimento. Tale progetto, che ha avuto inizio lo scorso settembre con la sessione di formazione relativa al protocollo informatico, proseguirà nel 2009 con ulteriori sessioni. L'obiettivo del progetto è quello di evitare che, la limitazione dell'udito, possa trasformarsi in un divario nell'accesso alle tecnologie dell'informazione tra i dipendenti del dipartimento. L'iniziativa “PA aperta 2008” è rivolta ad amministrazioni pubbliche centrali e locali, ad aziende ed amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, ivi compresi gli istituti e scuole di ogni ordine e grado e le istituzioni educative; alle province, ai comuni, alle comunità montane, e loro consorzi e associazioni, alle istituzioni universitarie, gli istituti autonomi case popolari; alle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura e le loro associazioni, a tutti gli enti pubblici non economici nazionali, regionali e locali, alle amministrazioni, aziende ed enti del servizio sanitario nazionale.Si è voluto così sensibilizzare i cittadini sui temi della non discriminazione e dell'integrazione, sulle azioni per favorire le pari opportunità e l'inclusione sociale, sulla diffusione delle buone prassi a livello locale, nazionale ed europeo, per intensificare la cooperazione e le politiche a favore delle fasce deboli.

verona i vigili del fuoco presenti a "Job & orienta" e "salone internazionale della sicurezza stradale"

Dal 20 al 22 novembre si sono svolte in contemporanea nella

fiera di Verona due manifestazioni: "job & orienta" e "Salone internazionale della sicurezza stradale". La prima è indirizzata ai ragazzi delle scuole superiori che devono orientarsi nelle scelte future nel mondo del lavoro e/o della scuola.La seconda, organizzata dall'automobile club d'Italia, si è svolta con un evento espositivo e congressuale finalizzato alla promozione delle tematiche relative alla sicurezza stradale. Le due manifestazioni hanno visto la

presenza di circa 70.000 visitatori. In entrambe le occasioni era presente uno stand dei vigili del fuoco, allestito dal comando di Verona, dove sono stati esposti alcuni automezzi ed attrezzature in dotazione al Corpo nazionale e sono state fornite informazioni sui compiti istituzionali dei vigili del fuoco e sulle possibilità di accesso al loro delicato lavoro. Durante le manifestazioni sono state organizzate delle simulazioni congiunte con croce verde di Verona e polizia stradale, in casi di intervento per incidente stradale. Il numeroso pubblico ha potuto così osservare le operazioni dei vari enti che intervengono in questi casi. L’iniziativa ha riscosso notevole successo e tanti ragazzi si sono avvicinati ad osservare interessati gli stand dei vigili del fuoco, sia per soddisfare la curiosità in merito ai mezzi e alle attrezzature esposte, sia per chiedere informazioni sulla realtà dei vigili del fuoco.

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roma Xii edizione premio internazionale massenzio arte

Il 6 novembre è stata inaugurata all’Istituto superiore antincendi la mostra dei finalisti della XII edizione del premio internazionale Massenzio Arte. Il premio

Massenzio Arte anima lo scenario culturale romano proponendo un panorama artistico di ampio respiro sia per la varietà delle proposte che per la provenienza internazionale dei partecipanti. Il premio è promosso dall'omonima associazione culturale al cui nome sono legate da tempo molte manifestazioni capitoline di arte varia. Scopo di questo premio è quello di offrire visibilità a chiunque sia impegnato nella ricerca artistica, segnalandolo all'attenzione degli operatori del settore ed offrendo adeguati spazi espositivi e risonanza di critica e di pubblico a livello nazionale ed internazionale. Gli autori si sono espressi nei linguaggi più vari: pittura, scultura, grafica, fotografia, installazioni, murales, video, web arte.

potenza 28° anniversario del terremoto dell'irpinia

A 28 anni dal terremoto dell'Irpinia, il coordinamento interregionale Puglia

Basilicata dell’associazione nazionale vigili del fuoco del Corpo nazionale ha dedicato due giornate celebrative, il 22 e 23 novembre, per onorare le vittime di quel tragico evento e per ricordare l'opera dei vigili del fuoco. La partecipazione della banda del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, diretta dal maestro Di Martile, ha conferito alla manifestazione senso di solennità, con la maestria dei brani eseguiti. Molte sono state le testimonianze ed i ricordi delle azioni compiute dai vigili del fuoco in quei tragici giorni del 1980. Suggestivo il momento in cui, all'interno della Cattedrale gremita di persone, i vigili del fuoco del comando provinciale hanno deposto la corona di fiori e sono risuonate le note del "silenzio fuori ordinanza" in un'atmosfera generale densa di emozione e di partecipazione. Le manifestazioni si sono concluse nel Teatro Stabile sotto la regia del coordinatore interregionale dell'associazione Matteo Florio, con la consegna del "Crest" dell’associazione alle autorità e di riconoscimenti da parte del sindaco ai vigili del fuoco. L'iniziativa è stata resa possibile grazie al contributo del sindaco di Potenza Santarsiero, dell'ANCI e delle regioni Puglia e Basilicata, oltre che della direzione nazionale VVF della Basilicata.

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Gli appropfondimenti delle notizie potranno essere letti sul sito www.vigilfuoco.it

roma messa alla chiesa di san nicola in ricordo del sisma armeno del 1988

Il 7 dicembre 1988 alle ore 11:41, un violento ter-

remoto dell’intensità di 9 gradi della scala Mercalli scosse l’Armenia del nord, provocando più di 25.000 morti, decine di migliaia di feriti e immani distruzio-ni, evento ricordato come il più grave sisma che abbia mai colpito il Caucaso negli ultimi ottanta anni. Grazie alla generosità e agli aiuti che arrivarono immediata-

mente, parte delle sofferenze furono superate e la piccola nazione riuscì a sopravvi-vere. L’Italia e gli Italiani furono tra i primi e più generosi sostenitori in una gara che ancora oggi viene ricordata con commozione e riconoscenza. Rilevante fu l’opera di soccorso svolta dal gruppo di circa venti vigili del fuoco provenienti dal comando pro-vinciale di Roma. Il 7 dicembre 2008, in occasione della ricorrenza del ventennale del devastante terremoto, il consiglio per la comunità armena di Roma ha organizzato una cerimonia in memoria delle vittime. Alle ore 11:.00 è stata ufficiata una Santa Messa Solenne di requiem in rito armeno presso la chiesa armena di San Nicola da Tolentino, mentre alle ore 12:15 si è svolta la cerimonia ufficiale di commemorazione alle quale sono state invitate tutte le istituzioni, associazioni ed organizzazioni italiane (gover-native e non) che prestarono soccorso alla cittadinanza colpita. Alla manifestazione hanno partecipato alcuni vigili del fuoco ancora in servizio ed alcuni in pensione fa-centi parte del gruppo dei soccorritori, guidati dall’Ing. enrico Marchionne all’epoca a capo del gruppo italiano, nonché il comandante di Roma Guido Parisi. Lo scopo della cerimonia è quello di riunire la coscienza del popolo armeno nel ricordo di un così gra-ve lutto ma, al tempo stesso, rinnovare la gratitudine verso tutte le persone di buona volontà che non esitarono a fornire il loro prezioso contributo solidale ed umano al po-polo armeno favorendo la rinascita della regione dopo il sisma.

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obiettivo sicurezza

miniSTerO DeLL'inTernO Dipartimento dei vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile

istituto Superiore AntincendiVia Del Commercio 13 - 00154 RomaTel: 06 57064337 email: [email protected]

Andrea PucciDirettore Responsabile

Achille CatalaniDirettore Editoriale

Michele Di GreziaResponsabile segreteria di redazione

Pietro Bidolli, Marina Cavicchioli, Tiziana De Lucia, Giuseppina Mercuri, Tiziana Navarra, Cristiana VittoriniSegreteria di redazione

Dario GalvagnoProgetto grafico e impaginazione

Alessio CarbonariCollaboratore grafico

ANCI SeRVIZIStampa e diffusione

COmiTATO Di reDAZiOneGiorgio Binotti, Luca Cari, Michele di Grezia, Gioacchino Giomi, Salvatore Malfi, Stefano Marsella, Clara Modesto, Guido Parisi, Sergio Silvestrini

COmiTATO SCienTiFiCOAntonio GambardellaCapo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco - Vice Capo Dipartimento Vicario

Riccardo CompagnucciDirettore Centrale per la Difesa Civile e le Politiche di Protezione Civile

Domenico RiccioDirettore Centrale per l'Emergenza ed il Soccorso Tecnico

Marcello Della GiovanpaolaDirettore Centrale per le Risorse Logistiche e Strumentali

I numeri precedenti sono disponibili sul sito: www.vigilfuoco.it a cura della redazione web

Autorizzazione del Tribunale di Roma n.76/2005 del 9 marzo 2005

Giorgio ALOCCiDirigente. Direzione centrale per l'emergenza e il soccorso tecnico

Leonardo BALDASSArriUfficio I. Gabinetto del Capo dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile

Paola BLOTTADirettore. Direzione centrale per l'emergenza e per il soccorso tecnico

Lamberto CALABriADirigente. Direzione centrale per l'emergenza e per il soccorso tecnico

Pina CArTAUfficio I. Gabinetto del Capo dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile

Salvatore COrrAODirettore. Direzione centrale per l'emergenza e per il soccorso tecnico

Giuseppe DeL BrOCCODirettore vice dirigente. Direzione centrale per le risorse logistiche e strumentali

Alessandro FiOriLLOVigile permanente. Comando provinciale dei vigili del fuoco di Roma

Pierluigi FOrTeZZADirigente area di medicina del lavoro e formazione sanitaria

michele mAZZArODirettore vice dirigente. Direzione centrale per l'emergenza e il soccorso tecnico

Alessandro meLLAVigile volontario discontinuo. Comando provinciale dei vigili del fuoco di Torino

Carlo meTeLLiDirettore vice dirigente. Comando provinciale dei vigili del fuoco di Roma

Calogero mUrGiADirettore regionale dei vigili del fuoco della Sicilia

Giorgio OrFinODirettore vice dirigente. Comando provinciale dei vigili del fuoco di Roma

Silvia PernAVigile volontario discontinuo.Direzione centrale per la formazione

raffaella PeZZimenTiDirettore vice dirigente. Direzione centrale per l'emergenza e per il soccorso tecnico

Dino POGGiALiDirigente. Direzione centrale per le risorse logistiche e strumentali

roberto SGALLADirettore del servizio polizia stradale del Dipartimento della pubblica sicurezza

marcello SerPieriDirettore vice dirigente. Comando provinciale dei vigili del fuoco di Roma

Francesca STOPPOniDirettore vice dirigente. Direzione centrale per la formazione

Alberto TinABUrri Direttore vice dirigente. Direzione centrale per la prevenzione e la sicurezza tecnica

Gennaro TOrnATOreDirigente. Ufficio comunicazioni esterne

hanno collaborato

I servizi fotografici sono a cura dell’archivio del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Le foto dei servizi "Efficienza, manutenzione, informazione: Anas, obiet-tivo qualità" e "Anas, all'avanguardia nella ricerca e nello sviluppo" sono state fornite dall'ufficio stampa Anas. Le foto del servizio "Polizia stradale, da 60 anni al servizio della nostra sicurezza" sono state fornite dal Servizio di poli-zia stradale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza. Le foto dell'intervista a Fiorello sono di Sebastiano Stringola

Questo numero è stato chiuso in redazione il 15 dicembre 2008

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