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Obiettivi ambientali nell'arco alpino e proposte di monitoraggio tramite indicatori Risultati del Gruppo di lavoro "Obiettivi di qualità ambientale specificamente alpini" della Convenzione delle Alpi (M&K)

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Obiettivi ambientali nell'arco alpino e proposte di monitoraggio tramite indicatoriRisultati del Gruppo di lavoro "Obiettivi di qualità ambientale specificamente alpini" della Convenzione delle Alpi

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EditoreBundesministerium für Umwelt, Naturschutz und Reaktorsicherheit (BMU), Referat Öffentlichkeitsarbeit, 11055Berlin, Fax: 01888-305-2044, www.bmu.de, e-mail: [email protected] (UBA), Zentraler Antwortdienst, Postfach 330022, 14191 Berlin, Fax: 030-8903-2285,www.umweltbundesamt.de 1ª edizione Novembre 2002© BMU, UBA.Tutti i diritti riservati

ISBN: 3-9808710-2-9

RedazioneBosch & Partner GmbHJosephspitalstraße 7, 80331 München

Impaginazione, elaborazione grafica e composizionescreen & paper Werbeagentur GmbHBiernerstraße 32, 85354 Freising

StampaSchunk Druck- und Verlags-GmbH, SchweinfurtCarta: Classen Bioart Recycling

TraduzioneDaniela Spanu, Anna De Poli et al.

Materiale fotograficoSi ringraziano:Konstanze Schönthaler & Matthias Drösler (M&K)Manfred Scheuermann (MS)Stefan Balla (SB)Rete Alpina delle Aree Protette (AS)Helmut Osang (HO)Thilo Mages-Dellé (TMD)Jan-Thilo Haux (JTH)

Le Alpi costituiscono lo spazio naturale e antro-pico più vasto di tutta l'Europa centrale. In ottoStati esse connotano il paesaggio e la vita dellapopolazione alpina e con il fascino della lorobellezza attraggono da tutto il mondo personein cerca di riposo e ricreazione. Le specificità ele condizioni estreme sia climatiche che natu-ralistiche rendono tuttavia le Alpi un ecosiste-ma particolarmente sensibile e minacciato. Qui,i problemi ambientali possono infatti divenirerapidamente una minaccia per la sopravviven-za di piante, animali e uomini.Da circa 6.000 anni l'uomo influisce in manieradeterminante sulla realtà delle Alpi. In tempirecenti, soprattutto forme moderne di sfrutta-mento come il turismo, la produzione di ener-gia idroelettrica e il traffico di transito hannoindotto incisive trasformazioni dei paesagginaturali e antropici alpini. Sulle Alpi influisconoaltresì in maniera notevole gli sviluppi a livelloeuropeo. L'agricoltura alpina non riesce adesempio più a sostenere la concorrenza delmercato europeo. La foresta montana soffre acausa di un inquinamento atmosferico di vastaportata e per le conseguenze indotte dal traffi-co internazionale di transito. La contrazionedella domanda turistica indebolisce economi-camente località che hanno orientato il propriosviluppo puntando su questa fonte di reddito.Infine, per molte vallate alpine il traffico internolimita fortemente la qualità della vita.Considerato il contesto economico e sociale,ritornare all'agricoltura tradizionale pre-indu-striale non rappresenta una soluzione per usci-re dalla crisi. Servono piuttosto nuovi modellidi sviluppo alternativi, capaci di coniugare sicu-rezza economica, giustizia sociale e sostenibi-lità ecologica.Una politica alpina globale deve quindi mirarea garantire che le Alpi siano uno spazio stabileper l'insediamento di attività antropiche edeconomiche nel cuore del continente europeoe che vengano mantenute nel tempo qualepaesaggio naturale e antropico unico e varie-gato. La Convenzione per la Protezione delleAlpi opera in tal senso. Gli obiettivi in essa san-citi esprimono l'importanza che la società attri-

Introduzione

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buisce alle Alpi e definiscono l'ambito per unosviluppo sostenibile degli Stati alpini. Attuaregli obiettivi sanciti dalla Convenzione delle Alpie dai relativi Protocolli è quindi nell'interessedegli Stati contraenti.

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Esempi di iniziative per uno sviluppo sostenibile delle Alpi e

per l'attuazione della Convenzione delle Alpi:

Lesachtal in Carinzia • Logartal in Slovenia • Hindelang in

Baviera – Natura e cultura • Schleching in Baviera - Comune

del futuro 2001 • Val Lumnezia in Svizzera • Parco naturale a

Chartreuse in Francia • Sella-Ronda senza automobili del

SOS Dolomiti in Italia • Progetto "Öko-Bauer"/"Agricoltore

ecologico" in Liechtenstein • Sigillo ambientale Tirolo e Alto

Adige • "Gailtaler Almkäse"/"Formaggio di malga della

Gailtal" • "Käsestraße Bregenzerwald"/"Strada del formag-

gio del Bregenzerwald" • "Kärtner Rindfleisch"/"Carne bovi-

na della Carinzia" • "Kärtner Holzstraße"/"Strada del legno

della Carinzia"

Francia nel 1994, costituita attualmente daoltre 300 aree protette di grandi dimensioni,ognuna estesa oltre 100 ha, e dotate di unapropria struttura amministrativa. Insieme, que-ste aree coprono oltre il 15% delle Alpi negliotto paesi aderenti alla Convenzione delle Alpi.Obiettivi dichiarati della "Rete delle aree pro-tette alpine" sono la promozione e il manteni-mento della biodiversità alpina, il supportoall'attuazione delle direttive europee in materiadi protezione della natura (Direttiva Uccelli eDirettiva Habitat), nonché la realizzazione diuno sviluppo alpino sostenibile secondo gliintendimenti della Convenzione delle Alpi e delProtocollo "Protezione della natura e tutela delpaesaggio". Nell'ambito di tale rete si definisco-no programmi comuni di lavoro e di scambioin materia di management delle aree protette;si avviano e si attuano inoltre ricerche e studirelativi alle aree protette alpine e alle temati-che afferenti la tutela della natura al di fuoridelle aree protette. L'interesse di tale iniziativaconsiste nell'ulteriore sviluppo della rete spa-ziale di aree protette nazionali e transnazionali.

Per dare attuazione alla Convenzione delle Alpia livello comunale, nel 1996 è stata creata suiniziativa della CIPRA la Rete di Comuni "Alle-anza nelle Alpi", registrata come associazionenel 1997. All'inizio del 2002 la Rete contava 55associati, per complessivi 141 comuni singoliappartenenti a quasi tutti i Paesi dell'arco alpi-no. Elemento fondamentale di tale Rete è so-prattutto la stretta comunicazione tra i collabo-ratori delle varie amministrazioni dei Comunialpini partecipanti.Tra questi Comuni, e ancheal di là di essi, è venuto così a crearsi un nuovomodo di pensare all'interno del territorio alpi-no e per il territorio alpino. Molti esempi dimo-strano infatti che gli obiettivi della Convenzio-ne delle Alpi possono venire attuati concreta-mente e non devono rimanere semplici ideali.L'attuazione sistematica della Convenzionedelle Alpi procede tuttavia a rilento. Accantoalle attività delle Organizzazioni non governa-tive volte a dare attuazione alla Convenzionedelle Alpi mancano peraltro ancora iniziativestatali. L'unica iniziativa degna di nota è la"Rete delle aree protette alpine" istituita dalla

Una politica comune per le Alpi –

La Convenzione per la Protezione delle Alpi

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L'attuazione della Convenzione delle Alpi

I nove Protocolli dellaConvenzione delle Alpi:

1. Pianificazione territorialee sviluppo sostenibile(1994)

2. Agricoltura di montagna(1994)

3. Protezione della natura etutela del paesaggio(1994)

4. Foreste montane (1996)5. Turismo (1998)6. Difesa del suolo (1998)7. Energia (1998)8. Trasporti (2000)9. Composizione delle

controversie (2000

Per i campi "Popolazione ecultura", "Gestione idrica","Salvaguardia della qualitàdell'aria" e "Gestione deirifiuti" sono stati previsti deiProtocolli, che non sonostati tuttavia ancora formu-lati.

Già negli anni '50 la Commissione Internazio-nale per la Protezione delle Alpi (CIPRA) avevasollecitato una Convenzione per la protezionedelle Alpi che fosse il più ampia possibile etransfrontaliera. Dopo una serie di lavori preli-minari, nel 1989 la Convenzione delle Alpi andòconcretizzandosi con una Conferenza interna-zionale sulle Alpi a Berchtesgaden. Nel 1991Germania, Francia, Italia, Liechtenstein, Austriae Svizzera, tutti paesi facenti parte dell'arcoalpino, deliberarono l'"Accordo per la Protezio-ne delle Alpi", cui nel 1994 aderì anche il Prin-cipato di Monaco. Negli anni successivi la Convenzione quadro andò articolandosi innove Protocolli di attuazione, che i Paesi alpinihanno sottoscritto e in parte già ratificato.Attualmente, essa rappresenta l'unico esempiodi accordo quadro vincolante di diritto interna-zionale esistente che formuli una politicacomune per uno spazio naturale e antropicotanto vasto indipendentemente dai confininazionali. La Convenzione delle Alpi costituisceun unicum in Europa, anche perché mette instretta interrelazione tra loro, nell'ottica di unosviluppo sostenibile, ambiti come l'economia,la cultura e l'ambiente.

Gli obiettivi fondamentali della Convenzionedelle Alpi sono di seguito enunciati.• Si dovrà realizzare una migliore protezione

dell'uomo e della natura nell'arco alpino,definendo contenuti e modalità per unagestione ecologicamente e socialmentecompatibile nel tempo.

• Tenuto conto dei cambiamenti strutturalidella seconda metà del XX secolo divienesempre più importante conservare il territo-rio alpino nella sua funzione di spazio eco-nomico, riserva idrica, area di ricreazione,spazio per i trasporti, habitat naturale e rifu-gio per le specie animali e vegetali.

• Si dovranno ridurre le forti disparità econo-miche tra area montana a vocazione agricolae grandi centri urbani e turistici.

• Si dovranno promuovere le forze innovativedi autoconservazione e l'autodeterminazio-ne sociale e politica della popolazione resi-dente.

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La Conferenza delle Alpi e il Comitato perma-nente hanno istituito dei Gruppi di Lavoro intesi a concretizzare ulteriormente la Conven-zione delle Alpi e a portarne avanti l'attuazio-ne. I Gruppi di Lavoro attualmente operativisono i seguenti:• Gruppo di Lavoro Meccanismi d’Implemen-

tazione,• Gruppo di Lavoro Protocollo Trasporti,• Gruppo di Lavoro Valanghe e Frane,• Gruppo di Lavoro Popolazione e cultura,• Gruppo di Lavoro SOIA,• Gruppo di Lavoro Obiettivi di qualità

ambientale specificamente alpini.Il Gruppo di Lavoro "Obiettivi di qualità ambi-entale specificamente alpini" è stato istituitodal Comitato Permanente in occasione della14ª sessione svoltasi a Interlaken dal 20 al 22ottobre 1999 in ottemperanza alla deliberazio-ne della V Conferenza delle Alpi di Bled del 16ottobre 1998. La VI Conferenza delle Alpi tenu-tasi a Lucerna dal 30 al 31 ottobre 2000 ne haprorogato il primo mandato.

Programma per la prima fase dei lavori,dal 1999 al 2000:

"L'obiettivo generale del Gruppo di Lavoroconsiste nel raccogliere gli obiettivi di qualitàambientale specificamente alpini e nel docu-mentarli in rapporto agli obiettivi formulatinella Convenzione delle Alpi e nei relativiProtocolli. Il rapporto da redigersi conterrà iseguenti elementi:1. proposta di definizione e utilizzo unificato

nell'ambito della Convenzione delle Alpi dei termini relativi agli obiettivi di qualità am-bientale (p.es. obiettivi ambientali opera-tivi, standard ambientali, indicatori, criteri di qualità ambientale);

2. panoramica circa la metodologia di formulazione degli obiettivi di qualità ambientale;

3. compilazione sinottica degli obiettivi di qua-lità ambientale nazionali esistenti;

4. analisi delle lacune volta a descrivere ul-teriori campi d'azione per la formulazione di obiettivi di qualità ambientale e relativa attuazione;

5. valutazione critica del Gruppo di Lavoro con proposte circa l'ulteriore procedere, e in special modo circa il possibile utilizzo degli obiettivi di qualità ambientale ai fini dell'at-tuazione della Convenzione e dei relativi Protocolli;

6. proposte per la realizzazione di progetti regionali intesi a utilizzare gli obiettivi di qualità ambientale ponendo l'accento sulla procedura di definizione di tali obiettivi."

I lavori hanno riguardato soprattutto le tema-tiche "Foreste montane" e "Transporti".

Programma per la seconda fase dei lavori,dal 2000 al 2002:

1. "Il presente inventario e l'analisi degli obiet-tivi già esistenti vanno completati gradual-mente, soprattutto per quanto concerne illivello regionale. Si dovranno a tale riguardocontemplare anche gli obiettivi economici esocio-culturali, nella misura in cui essi risul-tano essere direttamente o indirettamentesignificativi ai fini dell'elaborazione di obiet-tivi ambientali.

2. Si dovrà operare una rappresentazionesinottica contenente una valutazione basatasui seguenti criteri:a. completezza degli obiettivi formulati in

relazione alle problematiche esistenti,b. carattere vincolante degli obiettivi e c. rilevanza ai fini dell'attuazione e correla-

zione tra obiettivi di qualità ambientale,obiettivi ambientali operativi e standard ambientali.

3. Si debbono elaborare approcci metodologicivolti a verificare il livello di raggiungimentodegli obiettivi.”

Gli Stati contraenti hanno inviato nel Grup-po di Lavoro i seguenti rappresentanti:

Germania:Karlheinz Weißgerber (Bayerisches Staats-ministerium für Landesentwicklung undUmweltfragen, München)Dr. Benno Hain (Umweltbundesamt, Berlin)

Francia:Tahar Ou-Rabah (Ministère de l’Aménagementdu Territoire et de l`Environnement, Directionde la Nature et des Paysages, Mission interna-tionale, Paris)

Italia:Dr. Elisabetta Colaiacomo (Ministerodell'Ambiente e della Tutela del Territorio,Direzione per la Protezione Internazionaledell’Ambiente, Roma)Dr. Maria Giuseppina Farrace (Agenzia per laProtezione dell’Ambiente e per i Servizi Tecnici,Roma)Dr. Mario Zambrini (Ministero dell’Ambiente edella Tutela del Territorio, Direzione V.I.A.,Roma)

Liechtenstein:Dr. Felix Näscher (Amt für Wald, Natur undLandschaft, Vaduz)Norman Nigsch (Amt für Wald, Natur undLandschaft, Vaduz)Hermann Schmuck (Amt für Wald, Natur undLandschaft, Vaduz)

Austria:Dr. Herbert Scheiring (Bundesministerium fürUmwelt, Jugend und Familie P.A., Schwaz)Dr. Gunter Sperka (Amt der SalzburgerLandesregierung, Abteilung 16 Umweltschutz,Salzburg)Ingeborg Fiala (Bundesministerium für Land-und Forstwirtschaft, Umwelt und Wasserwirt-schaft, Abteilung II/3,Wien)Bernhard Schwarzl (Umweltbundesamt GmbH,Abteilung Wald,Wien)

Svizzera:Andreas Stalder (Bundesamt für Umwelt,Waldund Landschaft, Abteilung Natur- und Land-schaftsschutz, Bern)Niklaus Hilty (Bundesamt für Umwelt,Waldund Landschaft, Sektion UVP und Sach-planung, Bern)

Slovenia:Dr. Inga Turk (Ministry of the Environment andSpatial Planning, Ljubljana)Mateja Klinar (Ministry of the Environment andSpatial Planning, Nature Protection Authority,Ljubljana)Dr. Irena Ocvirk-Potocnik (Ministry of theEnvironment and Spatial Planning, Environ-mental Agency, Ljubljana)

Per le organizzazioni non-governativeerano rappresentati:Dr.Wolfgang Burhenne (IUCN, Bonn/Germania)Paolo Degiorgi (Schweizerische Arbeits-gemeinschaft für die Berggebiete, SAB(Euromontana), Brugg/Svizzera)Michel Revaz (CIPRA International, Schaan/Liechtenstein)Dr. Roland Kals (Club Arc Alpin/Austria)Stefan Witty (Club Arc Alpin/Germania)

Altri esperti coinvolti:Sigrid Strich (Bundesministerium für Ernäh-rung, Landwirtschaft und Forsten, Referat 534,Bonn/Germania)Prof. Dr. Axel Borsdorf (Institut für Stadt- undRegionalforschung, ÖAW,Wien/Austria)Dr. Michael Vogel (NationalparkverwaltungBerchtesgaden, Berchtesgaden/Germania)Konstanze Schönthaler (Bosch & PartnerGmbH, München/Germania)Stefan von Andrian-Werburg (Bosch & PartnerGmbH, München/Germania)Stefan Balla (Bosch & Partner GmbH, Herne/Germania)Thilo Mages-Dellé (Umweltbundesamt, Berlin/Germania)

Presidenza:Dr. Benno Hain (Umweltbundesamt, Berlin/Germania)

Il Gruppo di lavoro "Obiettivi di qualità ambientale specificamente alpini” –

Soluzioni di attuazione della Convenzione delle Alpi

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Mandati del Gruppo di Lavoro "Obiettivi diqualità ambientale specificamente alpini"

Al Gruppo di Lavoro sono state assegnate leseguenti funzioni:• creare un'intesa di principio in materia di

obiettivi di qualità ambientale sul territorioalpino;

• illustrare lo stato attuale di elaborazione eapplicazione degli obiettivi di qualità am-bientale specificamente alpini;

• esaminarne l'utilità ai fini dell'attuazionedella Convenzione delle Alpi e dei relativiProtocolli e

• indicare soluzioni per verificare il raggiungi-mento degli obiettivi sanciti dalla Conven-zione delle Alpi e dai relativi Protocolli.

Nel 2000 e nel 2002 il Comitato permanenteha presentato dei rapporti in merito agli esitidel proprio operato.Sono stati inoltre invitati a partecipare alGruppo di Lavoro osservatori facenti parteanche di organizzazioni non-governative e dialtri Gruppi di Lavoro istituiti dalla Conferenzadelle Alpi. La presidenza del Gruppo di Lavoro è stata assunta dalla Germania.

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Con la Conferenza ONU sull'ambiente e lo svi-luppo del 1992 a Rio de Janeiro il modellodello sviluppo sostenibile, volto fra l'altro ancheal rispetto dell'ambiente, è divenuto in pochianni il nuovo paradigma della politica ambien-tale e dello sviluppo. Rispetto alla politica am-bientale fino a tale momento predominante,questo modello di sviluppo sottolinea le stretterelazioni che intercorrono tra sviluppo ecologi-co, economico, sociale e culturale. La Conven-zione delle Alpi si è impegnata a perseguiretale modello.Oltre agli aspetti economici e sociali, uno svi-luppo sostenibile tiene debitamente contoanche della scarsità delle risorse naturali edella capacità di carico (carrying capacity)dell'ambiente. Gli obiettivi di qualità ambien-tale e gli obiettivi ambientali operativi posso-no evidenziare tali carenze ecologiche a lungotermine. La discussione circa il modello dellosviluppo sostenibile ha quindi connotato forte-mente anche il dibattito circa gli obiettivi diqualità ambientale.Gli obiettivi di qualità ambientale aiutano aincentrare il dibattito sociale su alcuni temi, aesprimere determinati valori sociali, nonché arendere trasparenti per il futuro elementi cru-ciali della politica ambientale e sviluppi consi-derati necessari. Gli obiettivi di qualità ambien-tale evidenziano come gli obiettivi economici e sociali possano venire perseguiti solamenterispettando i limiti di impatto ecologico.

Gli obiettivi di qualità ambientale e gli obiettiviambientali operativi rappresentano ormai unacomponente imprescindibile di numerosi stru-menti di politica ambientale.Accanto agli obiettivi economici e sociali,anche i modelli di sviluppo, gli obiettivi di qua-lità ambientale e gli obiettivi ambientali opera-tivi dovrebbero entrare sempre a far parte dipiani, strategie e programmi. Oltre a rappre-sentare una componente descrittiva e oggetti-va, gli obiettivi costituiscono un parametroimportante anche per le valutazioni nell'ambi-to dei processi di pianificazione. L'importanzaeffettivamente attribuita agli obiettivi di qua-lità ambientale nell'ambito del processo di pia-nificazione dipende tuttavia essenzialmentedal paradigma pianificatorio valido al momen-to. Formulare obiettivi di qualità ambientale estabilire delle misure avrà una sua importanzasolamente qualora i piani vengano elaborati amedio o lungo termine, come approcci positividi sviluppo, e non servano solamente a unamomentanea gestione della crisi.La Valutazione di impatto ambientale (VIA) ela Valutazione ambientale strategica (VAS)sono strumenti di prevenzione ambientale eservono a rilevare, descrivere e valutare glieffetti delle attività previste su popolazione eambiente. Per il processo di valutazione daoperarsi nell'ambito della VIA e per le susse-guenti decisioni in materia di progetto e diprogramma, le autorità competenti necessita-no di adeguati parametri di valutazione.Spesso, le normative esistenti non forniscono atale riguardo un sufficiente aiuto concreto. Datale carenza emerge l'esigenza di obiettivi diqualità ambientale e obiettivi ambientali ope-rativi che servono a stimare se, e in che misura,le attività da valutarsi possano indurre scosta-menti notevoli o durevoli sia rispetto alla situa-

Obiettivi di qualità ambientale e obiettivi ambientali operativi –

Espressione di valori sociali e orientamento per l'operato politico

Rilevanza degli obiettivi di qualità ambientale e degli obiettivi ambientali operativi per la politica ambientale

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Il Protocollo "Pianificazione territoriale e svilupposostenibile” prevede l'elaborazione di progetti e/oprogrammi per la pianificazione del territorio e lo sviluppo sostenibile che contemplino misure volte agarantire l'approvvigionamento di beni e servizinecessari per lo sviluppo sociale, culturale ed econo-mico. Nelle zone rurali piani e programmi dovrannoassicurare aree adatte all'agricoltura, al pascolo e allaselvicoltura e salvaguardare zone di particolare pregiodal punto di vista ecologico e culturale.

Nelle aree di insediamento si tratta tra l'altro di defi-nire gli utilizzi senza sprechi di aree, di contenere lacostruzione di seconde case e di mantenere le formedi insediamento caratteristiche. Per quanto concerne i trasporti, piani e programmi dovranno prevedere mi-sure volte a migliorare i collegamenti viari regionali e sovraregionali e a promuovere mezzi di trasportopubblici e più compatibili con l'ambiente. Gli obiettivivanno perseguiti tramite strumenti di politica finan-ziaria ed economica.

zione attuale che alla situazione auspicata defi-nita. Disporre di obiettivi di qualità ambientalee obiettivi ambientali operativi formulati secon-do un'impostazione metodologica unitariapotrebbe favorire la standardizzazione dellaVIA e della VAS tra gli Stati contraenti dellaConvenzione delle Alpi.Gli obiettivi di qualità ambientale e gli obiettiviambientali operativi possono fornire un orien-tamento utile nell'individuare gli obiettiviambientali delle imprese, e risultano quindiimportanti anche in fase di approntamento eapplicazione dei sistemi di ecogestione e auditconformemente al regolamento CEE sull'auditambientale. In base all'articolo 3 di tale regola-mento un'impresa "deve fissare, alla luce deirisultati dell’audit, al più alto livello appropriatodi direzione, obiettivi volti al costante migliora-mento dell’efficienza ambientale, e rivedereadeguatamente il programma ambientale perconsentire il conseguimento di tali obiettivi nelsito”.Relativamente a un’adeguata compensazionefinanziaria delle prestazioni di salvaguardia evalorizzazione del territorio, erogate in specialmodo dall'agricoltura e dalla silvicoltura, sipone sempre il problema di distinguere questeprestazioni ecologiche e sociali non compensa-te dalle prestazioni produttive che vengono in-vece retribuite. Per poter godere del consensosociale, tale compensazione deve poter essereattuata e controllata secondo criteri ben defini-ti. A tal fine si raccomanda sempre di stilaredelle liste positive che contemplino da un latogli obiettivi da perseguirsi e dall'altro riassuma-no le prestazioni da compensarsi. In tale con-testo, formulare obiettivi di qualità ambientalee standard di qualità ambientale validi a livelloregionale riveste grandissima importanza.Protocollo "Pianificazione territoriale e sviluppo sostenibile"

I modelli sono prospettive di obiettivo e strategie di tenoregenerale formulate sul lungo periodo relative alla politicaambientale. Essi si avvalgono di un ampio consenso sia daparte degli esperti che della società e debbono venire deli-berati a un livello decisionale possibilmente elevato. I mo-delli possono venire formulati anche a livello normativo.Esempio:"Sviluppo sostenibile" è il modello divenuto nuovo paradig-ma della politica ambientale e di sviluppo internazionale inseguito alla Conferenza ONU su ambiente e sviluppo svolta-si a Rio de Janeiro nel 1992. Esso connota anche il dibattitocirca l'attuazione della Convenzione delle Alpi.

Gli obiettivi di qualità ambientale sono obiettivi che descri-vono lo stato auspicato dell’ambiente tenendo conto delleinterdipendenze ecosistemiche. Essi indicano in termini ma-teriali, spaziali e temporali le qualità, all’occorrenza aggior-nabili, dei beni meritevoli di essere protetti.Esempio:Un obiettivo di qualità ambientale definito a livello interna-zionale con riferimento alla salvaguardia del clima recita"Stabilizzazione dei gas serra nell'atmosfera a un livello taleda evitare danni al sistema climatico".

Gli standard ambientali di qualità sono norme concreteche permettono di raggiungere gli obiettivi di qualitàambientale. Esse determinano gli obiettivi applicabili adeterminati parametri, i procedimenti di misurazione o lecondizioni quadro.Esempio:distribuzione delle specie arboree adeguata al sito in con-formità con i risultati di una rappresentazione cartograficafitosociologica e del sito.

Gli obiettivi ambientali operativi descrivono i passi necessa-ri affinché la situazione attuale corrisponda a quella perse-guita.Esempio:Presupposto per il conseguimento dell'obiettivo di qualitàambientale volto a stabilizzare il clima è l'obiettivo ambien-tale operativo "Riduzione delle emissioni di CO2 dell'80%entro il 2050".

Definizioni del Gruppo di Lavoro "Obiettivi di qualitàambientale specificamente alpini", dichiarate vincolantidalla VI Conferenza delle Alpi:

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Accanto agli obiettivi generali definiti nella Convenzione quadro, nei Protocolli "Difesa del suolo","Protezione della natura e tutela del paesaggio", "Pianificazione territoriale e sviluppo sostenibile","Agricoltura di montagna", "Foreste montane", "Turismo", "Trasporti" ed "Energia" si ritrovanocomplessivamente 272 singoli obiettivi specifici.

Essenzialmente si tratta di obiettivi operativieconomici, sociali ed ecologici il cui livello diconcretezza varia. Alcuni obiettivi operativi, adesempio, consistono solamente nella formula-zione di raccomandazioni operative di ordinegenerale.

Ad esempio:

Garantire un sufficiente approvvigionamento di base(Protocollo "Trasporti", art. 3)

Sviluppare i trasporti in un contesto di sostenibilità(Protocollo "Trasporti", art. 1, 3)

Incrementare l'efficacia e l'efficienza dei sistemi ditrasporto (Protocollo "Trasporti", art. 1)

Minimizzare il carico ambientale di origine energeticanel quadro di un obiettivo di ottimizzazione della for-nitura di servizi energetici all'utente finale (Protocollo"Energia", art. 2)

Altri sono fortemente rivolti alle misure.

Ad esempio:

Rinaturalizzare e ripristinare i suoli non più utilizzatioppure compromessi (in particolare piste da sci, disca-riche di rifiuti e minerarie, smottamenti) (Protocollo"Difesa del suolo", art. 7)

Fissare divieti di raccolta, cattura, vendita e acquistodi determinate specie faunistiche e floristiche(Protocollo "Protezione della natura e tutela del paesaggio", art. 15)

Adottare metodi di rinnovazione forestale naturale(Protocollo "Foreste montane", art. 1; Protocollo"Difesa del suolo", art. 13)

Formulare raccomandazioni riguardanti la riattivazio-ne di impianti idroelettrici dismessi preferendoli auna nuova costruzione (Protocollo "Energia", art. 7)

Obiettivi socialiEsempi:Rispettare le identità regionali e le peculiaritàculturali (Protocollo "Pianificazione del territo-rio e sviluppo sostenibile", art. 1, 3)Assicurare la solidarietà tra gli enti territoriali(Protocollo "Pianificazione del territorio e svi-luppo sostenibile", art. 2)Possibilità di rappresentare efficacemente gliinteressi della popolazione (Protocollo "Pianifi-cazione del territorio e sviluppo sostenibile",art. 4)

Obiettivi ecologiciEsempi:Limitare le immissioni nell‘ambiente ad unpunto tale da evitare ripercussioni sulle strut-ture ecologiche e sui cicli naturali (Protocollo"Trasporti", art. 3)Assicurare la funzionalità ecologica dei corsid’acqua e l’integrità paesaggistica (Protocollo"Energia", art. 7). Assicurare la conservazioneduratura dei biotopi naturali e seminaturali inuna dimensione sufficiente e con una distribu-zione territoriale conforme alle loro funzioni(Protocollo "Protezione della natura e tutela del paesaggio", art. 13)

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Obiettivi di qualità ambientale e obiettivi ambientali operativi all'interno della Convenzione delle Alpi e dei relativi Protocolli - Linee guida per uno sviluppo sostenibile nei Paesi dell'arco alpino

Conformemente al modello della sostenibilità, la Convenzione delle Alpi e i relativi Protocolli sanciscono obiettivi economici, sociali ed ecologici.

Il Protocollo "Agricoltura di montagna" prevede lapromozione di un utilizzo agricolo adatto al sito,caratteristico della zona e compatibile con l'ambiente.Gli elementi tradizionali del paesaggio rurale e la lorogestione vanno conservati o ripristinati in manieradurevole. A tal fine si dovrà sostenere la produzioneagricola tipica. Si dovranno creare condizioni favore-voli per la commercializzazione volte a incentivare lavendita in loco nonché a innalzarne la competitivitàsia sul mercato interno che su quello internazionale,non da ultimo tramite marchi regionali a denomina-zione di origine controllata e garanzia di qualità. Unobiettivo fondamentale del Protocollo consiste nelmigliorare le condizioni di vita e di lavoro nell'agricol-tura dell'arco alpino.

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Obiettivi economiciEsempi:Favorire contemporaneamente uno sviluppo eco-nomico e una distribuzione equilibrata dellapopolazione nel territorio alpino (Protocollo"Pianificazione territoriale e sviluppo sostenibile",art. 1)Salvaguardare i posti di lavoro nelle aziende enelle imprese competitive che operano nei varisettori economici (Protocollo "Trasporti", art. 3)

Obiettivi di sviluppo sostenibileEsempi:Sviluppo sostenibile dello spazio vitale e delle attività economiche come premessa fondamentale perl‘esistenza stessa delle popolazioni residenti nel territorio alpino (Protocollo "Trasporti", art. 1)Garantire un turismo compatibile con l‘ambiente che contribuisca allo sviluppo sostenibile dellaregione (Protocollo "Turismo", art. 1, 3)Garantire le funzioni ecologiche del suolo come parte essenziale dell‘ecosistema (Protocollo "Difesadel suolo", art. 1)Economia forestale montana gestita in modo curativo, durevole e adeguato alla natura (Protocollo"Foreste montane", art. 1)

Esempi di obiettivi generali della Convenzionequadro in merito ai quali non è stato ancora pre-disposto alcun Protocollo ad hoc:

1. Obiettivo generale "Popolazione e cultura":rispetto, conservazione e promozione dell'identitàculturale e sociale della popolazione residente etutela dei suoi presupposti di esistenza: insedia-menti a basso impatto ambientale, sviluppo eco-nomico, promozione di rapporti di buon vicinatoe di cooperazione tra la popolazione alpina edextra-alpina.

2. Obiettivo generale "Protezione dell'aria":drastica riduzione delle emissioni e degli inqui-nanti nell'arco alpino e contenimento dei tras-porti degli stessi a un livello tale da non compro-mettere il benessere di uomini, animali e piante.

4.Obiettivo generale "Gestione idrica":conservazione o ripristino di sistemi idrici sani, inparticolare attraverso protezione delle acque,opere idrauliche naturali e un impiego dell'ener-gia idraulica che tenga nella dovuta considerazio-ne gli interessi della popolazione residente e leesigenze di conservazione dell'ambiente.

Solamente 36 obiettivi sono da classificarsiobiettivi di qualità ambientale conformemen-te alla definizione del Gruppo di Lavoro. Gliobiettivi di qualità ambientale sono stati for-mulati soprattutto nel momento in cui si stila-vano Protocolli ad hoc relativi agli obiettivigenerali della Convenzione quadro riferiti aivari beni da tutelare. Ciò vale per il Protocollo"Difesa del suolo” e "Foreste montane” nonchéper il Protocollo "Protezione della natura etutela del paesaggio”,

Ad esempio:

Conservare e favorire la diversità dei suoli tipici delterritorio alpino e i siti caratteristici (Protocollo"Difesa del suolo", art. 1)

Conservare in modo duraturo i biotopi naturali eseminaturali in una dimensione sufficiente e con unadistribuzione territoriale conforme alle loro funzioni(Protocollo "Protezione della natura e tutela del pae-saggio", art. 13)

Salvaguardare e ripristinare l'equilibrio ecologico e la biodiversità delle regioni alpine (Protocollo"Pianificazione territoriale e sviluppo sostenibile",art. 3)

Ridurre l'inquinamento dovuto a trasmissioni trans-frontaliere di inquinanti atmosferici ad un livello chenon sia dannoso per gli ecosistemi forestali (Proto-collo "Foreste montane", art. 2)

Limitare le immissioni nell'ambiente ad un punto taleda evitare ripercussioni sulle strutture ecologiche esui cicli naturali (Protocollo "Trasporti", art. 3)

Salvaguardare il regime idrico nelle zone di vincoloidropotabile, nelle aree protette con le loro zone cu-scinetto, nelle zone di rispetto e di quiete nonché inquelle integre dal punto di vista naturalistico e pae-saggistico (Protocollo "Energia", art. 7)

I sistemi di obiettivi sono incompleti soprattut-to per quanto concerne la tutela della qualitàdell'aria e delle acque, per la quale non è statoelaborato alcun protocollo tematico.

(M&K)

(M&K)

(M&K)

(M&K)

Protocollo "Agricoltura di montagna"

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Driving Forces

Alla luce della sempre maggiore complessità eglobalità dei problemi ambientali, la protezio-ne efficace e lo sviluppo sostenibile del territo-rio alpino richiedono programmi di tutela e disviluppo di tipo integrato. La politica ambienta-le, finora prevalentemente orientata verso sin-goli settori o fattori ambientali, solamente inalcuni ambiti parziali è quindi riuscita a risol-vere a lungo termine i gravi problemi ambien-tali e sociali locali e le istanze economiche delterritorio alpino.In questo contesto, "integrato" significa consi-derare i diversi settori e componenti del siste-ma uomo-ambiente (p.es. trasporti, agricoltura,

energia) e i diversi fattori, o anche i beni datutelare (p.es. animali, piante, salute della po-polazione) che possono essere interessati dacambiamenti. Un'impostazione di tipo integra-to presuppone altresì che abbia luogo unaconcertazione transfrontaliera delle misurepolitiche, come stabilisce la Convenzione delleAlpi.Una descrizione integrata dello stato dell’am-biente e una politica ambientale integratacompletano il modo di procedere settorialemediante il rilevamento e la considerazionesistematici delle relazioni di causa-effetto checaratterizzano il succedersi dei mutamenti

Il Protocollo "Protezione della natura e tutela delpaesaggio” mira a mantenere e sviluppare glihabitat naturali e seminaturali delle specie fauni-stiche e floristiche selvatiche nonché gli altri ele-menti strutturali del paesaggio naturale e rurale,di concerto con la pianificazione territoriale. Unrilevamento regolare dello stato di fatto volto adescrivere la situazione attuale della protezionedella natura e della tutela del paesaggio nonchél'elaborazione di progetti, piani e programmi puòcontribuire al perseguimento di tale obiettivo. Gliusi significativi per il territorio debbono rispettarenatura e paesaggio, il che significa che nel momen-to in cui si interviene su natura e paesaggio ci sidovrà accertare che i danni evitabili non si verifi-chino e che quelli inevitabili vengano compensatida misure di protezione della natura e tutela delpaesaggio. Si dovranno adottare misure volte amantenere e ripristinare elementi strutturali natu-rali e seminaturali del paesaggio, biotopi, ecosiste-mi e paesaggi rurali tradizionali. Il sistema di areeprotette va mantenuto e ulteriormente sviluppato.

Il sistema di obiettivi della Convenzione delle Alpi -

Pensare e agire per relazioni di causa-effetto

10 11

I fattori di causa-effetto relativi a tutti i Protocolli sono stati raggruppati in 125 ambiti tematici eobiettivi prioritari, indipendentemente dai singoli Protocolli. Gli obiettivi della Convenzione delleAlpi sono stati a loro volta correlati a tali ambiti tematici e obiettivi prioritari.

p.es.:

Ambito tematico e obiettivo prioritario: Selvicoltura e relative variazioni - Pratiche di buona prassi selvicola Categoria: Driving Forces

Fattori di causa-effetto relativi:

• Forma di selvicoltura (p.es. collegamenti viari all'interno delle foreste e sistemi di trasporto del legname)• Realizzazione di pratiche di buona prassi selvicola• Mantenimento di pratiche selvicolturali estensive tradizionali su aree di particolare interesse naturalistico • Realizzazione di una gestione delle foreste consona agli scopi di protezione in boschi protettivi designati

Attribuzione di obiettivi della Convenzione delle Alpi e dei relativi Protocoli:

L'organizzazione sistematica degli obiettivi specifici della Convenzione delle Alpi pervieneal seguente risultato:

vastità tematica...Con i suoi Protocolli, la Convenzione delle Alpi abbraccia sostanzialmente una grande vastitàtematica, affrontando numerosi singole tematiche nell'ottica dello sviluppo sostenibile delle Alpi.Tale vastità tematica viene tuttavia raggiunta non da ultimo grazie al fatto che nell'ambito dellaConvenzione delle Alpi molti obiettivi risultano essere formulati in maniera molto generica.

...ma lacune tematicheI nuclei tematici della Convenzione delle Alpi sono gli ambiti tematici per i quali sono stati stilatiprotocolli specifici. All'interno dei singoli Protocolli vengono inoltre definiti obiettivi riguardantitematiche trasversali come pianificazione territoriale, ricerca e monitoraggio sistematico, popola-zione e cultura e collaborazione internazionale.Considerazione relativamente inferiore trovano al contrario tematiche fondamentali anche per ladifesa dell'ambiente nelle Alpi, come "Protezione dell'aria", "Gestione idrica" e "Gestione dei rifiu-ti", per le quali non esistono protocolli specifici.

Prevalentemente obiettivi operativiConsiderando il modello DPSIR, il sistema degli obiettivi pone chiaramente l'accento sugli ambitiPressure e Response. Di conseguenza, la stragrande maggioranza degli obiettivi contenuti nellaConvenzione sono obiettivi operativi, ovvero formulazioni di obiettivi focalizzati su precise misure.Gli obiettivi e gli standard di qualità che andrebbero fatti rientrare nelle categorie State e Impactsono invece al confronto poco rappresentati. Ciò significa che la Convenzione delle Alpi contienepoche ipotesi circa le qualità che il sistema ambientale e sociale del territorio alpino deve mante-nere o sviluppare in futuro.

Suolo §§ OO Attuazione di un uso del suolo appropriato al sito PS, art. 12Suolo §§ OO Impiego di metodi di produzione agro-selvicolturale rispettosi FM, art. 7

del suolo PS, art. 12Ecosiste- §§ OO Protezione e tutela del paesaggio tramite un adeguato sfruttamento EM, art. 1mi agricolo e forestale - §§ OO Incentivazione di una silvicoltura adatta alla natura, sia come base di EM, art. 13

reddito complementare delle aziende agricolesia come attività lavorativa integrativa degli occupati nell'agricoltura

Suolo §§ OO Sfruttamento selvicolturale accurato, rispettoso del suolo e del FM, art. 7Foreste patrimonio forestaleForeste §§ OO Economia forestale montana gestita in modo curativo, durevole FM, art. 1

e adeguato alla naturaSuolo §§ OO Evitare l'erosione e la compattazione dei suoli attraverso tecniche di FM, art. 1

sfruttamento e prelievo a basso impatto

Bene da § Standard di qualità ambientale, obiettivi di qualità Fontetutelare ambientale od obiettivi ambientali operativi

e tutela del paesaggio"

ambientali. Soltanto dopo aver chiarito a qualicause sono riconducibili i cambiamenti dell’am-biente e quali possibili conseguenze essi pos-sono comportare, la politica ambientale potràadottare contromisure efficaci nel contrastarestrategie indesiderate o adottare misure incen-tivanti a sostegno degli sviluppi auspicati.Considerando tali istanze il Gruppo di Lavoro"Obiettivi di qualità ambientale specificamentealpini" ha sviluppato un modello di sistema.Per i singoli Protocolli della Convenzione delleAlpi sono stati stilati i fattori di causa-effettosignificativi in base allo stato dell'arte, ponen-doli successivamente in relazione tra loro.Grazie a tale rappresentazione si è potutoquindi verificare se gli obiettivi stabiliti dallaConvenzione delle Alpi nei rispettivi Protocollitrattino in maniera abbastanza completa gliambiti problematici tematizzati, ovvero con lecause determinanti e gli effetti significativi.Inoltre, basandosi su tale modello è stato pos-sibile operare un'individuazione sistematicadegli obiettivi nazionali e regionali.Il modello di sistema fa chiaramente riferimen-to alla struttura dello schema DPSIR (DrivingForces – Pressure – State – Impact - Response)sul quale si fonda il sistema di indicatori dellaCommissione europea e dell’Agenzia Europeaper l'Ambiente AEA. Esso va inteso come ipo-tesi di modello, senza alcuna pretesa di rappre-sentare la situazione in tutta la sua grandecomplessità.

Cause generatrici eattività che incido-no sull’ambiente

Misure volte a influire sul sistema ambientale nonché sul sistema socioeconomico esocioculturale (p.es. strumenti giuridici e finanziari, sensibilizzazione)

Response

Pressure

Effetti diretti sulsistema ambientaleda esse derivanti

State Impact

Alterazioni del sistemaambientale in rapporto allacapacità di carico e alla capa-cità degli ecosistemi di assor-bire gli impatti

Conseguenze sul sistemaambientale nonché sulsistema socio- economicoe socioculturale

(M&K) (M&K) (M&K) (M&K)

(M&K) (M&K)

(AS)

(AS)

(AS)

Modello di sistema

Protocollo "Protezione della natura

OO = obiettivi operativi PS = Protocollo "Difesa del suolo" • FM = Protocollo "Foreste montane" • EM = Protocollo "Economia montana"

p.es.:• Garanzia dei margini

lordi per le aziende agricole e selvicole

• Conservazione di diritti e tradizioni della selvicoltura nelle Alpi

p.es.:• Perdita di prestazioni di

interesse generale attribui-bili alle foreste montane:protezione del suolo (pro-tezione di insediamenti,terre coltivate e vie di comunicazione da erosio-ne, frane, colate, caduta di sassi e valanghe)

p.es.:• Struttura del bosco nel sopras

suolo coltivato• Alterazione della struttura

del bosco in popolamenti danneggiati

p.es.:• Sfruttamento/dissoda

mento di popolamenticon particolare funzio-ne protettiva a seguitodi interventi costrutti-vi/infrastrutturali

• Interventi di cura nei castagneti

p.es.:• Provvedimenti per la compensazione delle prestazioni di interesse generale assicurate dalla

selvicoltura• Incentivazione delle forme di utilizzo tradizionale ed ecologico e della commercializzazione

dei prodotti della selvicoltura

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All'interno degli Stati contraenti, l'attuazionedegli obiettivi contenuti nella Convenzionedelle Alpi e nei relativi Protocolli si potrà otte-nere se a livello nazionale, regionale e localesaranno previste leggi, normative, piani e pro-grammi che individuino obiettivi ad essi corris-pondenti, intesi a dare loro attuazione.Il mandato del Gruppo di Lavoro "Obiettivi diqualità ambientale specificamente alpini" pre-vedeva una raccolta sistematica degli obiettivinazionali e regionali degli Stati contraenti cherisultassero in relazione con gli obiettivi dellaConvenzione delle Alpi e influissero sullo svi-luppo del territorio alpino.Per individuare gli obiettivi ci si è avvalsi dellostesso sistema per ambiti tematici e obiettiviprioritari adottato nella compilazione degliobiettivi della Convenzione delle Alpi.Complessivamente, nel corso del mandato sisono individuati 2060 obiettivi internazionali enazionali relativi a Germania, Austria, Svizzera,Italia, Francia e Slovenia. La ricerca degli obiet-tivi negli Stati contraenti non può ritenersicompleta, considerando la varietà delle temati-che trattate nella Convenzione e nei relativiProtocolli e la vastità degli ambiti tematici edegli obiettivi prioritari. Inoltre, soprattutto alivello regionale e locale la ricerca è stata con-dotta solamente a titolo esemplificativo.La ricerca degli obiettivi ha considerato soprat-tutto regolamenti, disposizioni e raccomanda-zioni amministrative, nonché dichiarazioni pro-grammatiche. Come già per la Convenzionedelle Alpi, si è cercato di individuare soprattut-to obiettivi operativi generali, ragion per cui gliobiettivi e gli standard di qualità ambientalerisultano meno rappresentati. Anche per quan-to riguarda l'attribuzione alle singole categorieDPSIR degli obiettivi in oggetto, le ricerche na-zionali evidenziano una situazione analoga aquella della Convenzione delle Alpi e dei relati-vi Protocolli. La maggior parte degli obiettivirientra tra gli ambiti tematici e gli obiettivi pri-oritari delle categorie Driving Forces e Respon-ses, mentre pochi sono invece al confrontoquelli a livello di Pressure, State e Impact.

Nell'ambito del Gruppo di Lavoro "Obiettivi diqualità specificamente alpini" si è approntatauna struttura di banca dati che renda accessi-bile a tutti la molteplicità degli obiettivi nazio-nali e internazionali e quindi dei relativi indica-tori. Nel particolare, la banca dati dovrà conte-nere quanto segue:• obiettivi della Convenzione delle Alpi e rela-

tivi Protocolli;• obiettivi della ricerca degli obiettivi nazionali

con riferimento agli obiettivi prioritari dellaConvenzione delle Alpi e relativi Protocolli;

• indicatori e proposte di indicatori relative aisistemi di indicatori esistenti;

• catalogo delle proposte di indicatori per ilmonitoraggio degli obiettivi ambientali sulterritorio alpino.

La ricerca degli obiettivi dimostra come agliobiettivi della Convenzioni delle Alpi corrispon-dano di norma obiettivi analoghi negli stati al-pini, soprattutto a livello di formulazione gene-rale. Ai fini di un'attuazione effettiva è utile dis-porre quindi anche di obiettivi e standard diqualità ambientale che concretizzino tali for-mulazioni normative o programmatiche ge-nerali.Per quanto concerne l'attuazione sussiste tut-tavia il problema che nella molteplicità degliobiettivi previsti dalle leggi, dalle normative edai piani, non di rado di impostazione tematicamolto diversa, è insito un cospicuo potenzialedi conflittualità. Sia la Convenzione delle Alpiche i sistemi di obiettivo nazionali, infatti, rara-mente definiscono quali obiettivi godano dipriorità, ragion per cui la cosa viene valutatacaso per caso.Le formulazioni di obiettivo nazionale, regiona-le e locale oggetto della ricerca si riferiscono adambiti tematici e obiettivi prioritari importantiper il territorio alpino.Tali obiettivi sono quindi"specificamente alpini". Molti di questi ambititematici assumono tuttavia rilievo anche al difuori delle Alpi, come accade per esempio perl'impatto riconducibile al traffico oppure la per-dita di suolo a seguito della compattazionedello stesso. In genere gli obiettivi ricercatisono formulati in maniera talmente genericada poter essere validi sia al di fuori delle Alpiche all'interno di esse, indipendentemente dalfatto che nel territorio alpino sia necessario omeno definire limiti d'impatto diversi.Quando gli obiettivi riportano valori soglia concreti - eventualità poco frequente nel casodegli obiettivi ricercati - , di norma non si trattadi valori soglia specificamente alpini.La ricerca degli obiettivi tra gli Stati dell'arcoalpino ha evidenziato come i sistemi nazionalidi formulazione degli obiettivi siano estrema-mente complessi e difficilmente comprensibili.Riuscire ad avere una panoramica della molte-plicità degli obiettivi esistenti risulta quindipossibile solamente con l'ausilio di una bancadati.

Il Protocollo "Foreste montane" mira a conservare lafunzione protettiva delle foreste montane nonché lesvariate funzioni legate all'utilizzo delle stesse, prov-vedendo affinché si predispongano le basi necessariealla pianificazione. La difesa delle foreste montane diprotezione dovrà avere priorità assoluta. In tutti iPaesi contraenti si dovrà attuare un'economia foresta-le montana gestita in modo accurato, sostenibile eadeguato alla natura. Laddove prevalga la funzione di protezione e la situazione economica regionale lorichieda, si dovrà provvedere a promuovere l'econo-mia forestale montana quale fonte importante dioccupazione e di reddito. Nel Protocollo "Foreste mon-tane" gli Stati contraenti si impegnano a istituire ri-serve naturali di dimensioni adeguate e in numerosufficiente, mettendo a disposizione strumenti atti afinanziare misure di incentivazione e compensazione.

Obiettivi di qualità e obiettivi operativi nazionali e interna-

zionali - Supporto all'attuazione della Convenzione delle Alpi

12 13

Protocollo "Foreste montane"La banca dati intende consentire una ricercatematica mirata in base agli obiettivi esistenti,significativi ai fini dell'attuazione della Conven-zione delle Alpi e relativi Protocolli.Il successivo aggiornamento e l'integrazionedella banca dati sulla base degli obiettivi na-zionali e regionali degli Stati contraenti con-sentirebbero di disporre di uno strumento atto a valorizzare gli obiettivi della Convenzio-ne delle Alpi tenendo conto dei relativi obietti-vi nazionali o regionali in casi di applicazioneconcreta (p.es.:VIA, VAS, definizione di piani oprogrammi locali).La banca dati dovrà essere disponibile suInternet.

(M&K)

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L’elaborazione di indicatori che consentono dimonitorare il grado di adempienza degli obiet-tivi contenuti nella Convenzione delle Alpi è daconsiderarsi un elemento chiave ai fini dell’at-tuazione della Convenzione delle Alpi. Gli indi-catori consentono infatti un'analisi della situa-zione esistente negli Stati firmatari e rendonopossibile descrivere le trasformazioni sia spa-ziali che temporali delle condizioni economi-che, sociali ed ecologiche degli Stati alpini. Essipermettono inoltre di raffrontare gli sviluppiche si verificano nei singoli Stati. Infine, posso-no rappresentare la base per un meccanismodi reporting concordato tra i Paesi alpini circala situazione e gli sviluppi nelle regioni alpine el’attuazione della Convenzione delle Alpi.Il dibattito sugli indicatori è influenzato note-volmente dai sistemi di indicatori internazionalisviluppati da parte della Organizzazione per laCooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE),della Commissione per lo Sviluppo Sostenibiledelle Nazioni Unite (CSD) e dell’AgenziaEuropea dell'Ambiente (AEA). I modelli elabo-rati dai tre organismi si basano sul concetto dicausa-effetto e prevedono tre tipologie di indi-catori, ossia indicatori di pressione (Pressure),indicatori di stato (State) e indicatori di risposta(Response).Tale sistematica è stata elaborata in manieradifferente nei tre sistemi di indicatori summen-zionati. Il maggior grado di articolazione è rile-vabile nel sistema sviluppato dall’AEA che haesteso l’approccio dell’OCSE, imperniato su tre

livelli (Pressure, State, Response = PSR) e dellaCSD (Driving Forces, State, Response = DSR) acinque tipologie di indicatori (Driving Forces,Pressure, State, Impact, Response = DPSIR).Talestrutturazione dei sistemi di indicatori è avve-nuta nella convinzione che gli indicatori utiliz-zabili nell’ambito della politica ambientale pos-sono avere una rilevanza pratica solamente sesono in grado di fornire anche indicazioni sucause o fattori importanti che determinanoalterazioni dello stato ambientale.La scelta di indicatori adeguati è, di norma, ilrisultato di un processo di ponderazione tra irequisiti della comunicabilità e finanziabilità, leesigenze in termini di significatività ed efficaciadegli indicatori e le considerazioni politiche. Gliindicatori sono prima di tutto strumenti dellapolitica e d’informazione dell’opinione pubbli-ca. Essi non possono però sostituirsi a un rile-vamento dettagliato e a un’osservazione scien-tifica a lungo termine dei processi di sviluppo.L’osservazione dell’ambiente e gli indicatorisono in tal senso strettamente collegati. Da unlato, è possibile lavorare con gli indicatori sol-tanto se sono disponibili i dati necessari per ladeterminazione dei valori degli indicatori stessie se tali dati hanno anche una certa dimostratarilevanza (ad esempio, una sufficiente portataspaziale e temporale). Dall’altro, i sistemi diindicatori esistenti in grado di raccogliere unconsenso possono determinare l’orientamentoe i contenuti di programmi di osservazionedell’ambiente e di rilevamenti di dati statistici.

Il Protocollo "Turismo" mira a garantire un'offerta tu-ristica diversificata e di alta qualità capace di innalza-re la competitività del turismo compatibile con lanatura sul territorio alpino. La gestione e il potenzia-mento delle infrastrutture turistiche deve tenere inparticolare considerazione le esigenze ecologiche. GliStati firmatari si impegnano a promuovere per quantopossibile solamente progetti che rispettino il pae-saggio e l'ambiente. Presupposto per l'assegnazionedi nuove concessioni saranno lo smantellamento e la

Indicatori – Parametro della politica ambientale ed elemento chiave

nell'attuazione della Convenzione delle Alpi

Definizioni del Gruppo di Lavoro"Obiettivi di qualità ambientalespecificamente alpini", dichiaratevincolanti dalla VI Conferenza delleAlpi:

Gli indicatori sono grandezze misu-rate, calcolate, osservabili o dedottevolte a descrivere o valutare unasituazione, un fenomeno oppure unsistema complesso. Spesso si distin-gue al riguardo tra indicatori dipressione, di stato e di risposta.

Esempio:la "velocità di cambiamento dellatemperatura globale dell'aria" costi-tuisce un indicatore di stato, gli"equivalenti annuali nazionali inanidride carbonica delle emissionidi gas serra" sono indicatori di pres-sione e la "definizione di impostesull'energia" è da considerarsi unindicatore di risposta.

Il sistema di indicatori devecontribuire a comunicare iproblemi dell'arco alpino e iprogressi auspicati secondola Convenzione delle Alpi

Il sistema di indicatori deveessere specificamente alpi-no, ovvero rappresentare inmaniera differenziata svi-luppi e problemi del territo-rio alpino.

La presenza di realtà specifiche e di problematiche diverse all'interno delle Alpi, la situazionedei dati e l'obbligo di reporting da parte degli Stati alpini richiedono un sistema di indicatori aconfigurazione individuale. Una semplice trasposizione dei modelli di indicatori già sviluppatisu scala internazionale e nazionale non è naturalmente possibile. Considerando la notevoleeterogeneità fra le varie regioni alpine, tale sistema di indicatori dovrebbe essere anche ingrado di fornire un quadro differenziato degli sviluppi in atto nelle singole regioni dell’arcoalpino, rendendone possibile anche la comparabilità.Soprattutto per paesi come la Germania, la Francia e l’Italia, dove solo una parte relativamentepiccola rispetto alla superficie nazionale complessiva è costituita da territorio alpino, sarebbenecessario sviluppare un modello di indicatori specifico e, sulla base di esso, un sistema direporting specifico per le regioni alpine.

Gli indicatori svolgono importanti funzioni di comunicazione, dal momento che esprimono informa sintetica situazioni e sviluppi ambientali complessi, o quanto meno non direttamentepercepibili e rilevabili. Lo scopo di un sistema di indicatori specificamente alpino dovrebbe con-sistere fondamentalmente nel documentare i progressi realizzati in termini di implementazionedella Convenzione delle Alpi e nel divulgarli.In tal modo sarà inoltre possibile ottenere il consenso e la solidarietà necessari per le misure daadottarsi.

I valori degli indicatoridevono potere essere inter-pretati secondo relazioni dicausa-effetto

I sistemi di indicatori (e il reporting ambientale) assumono rilievo politico soprattutto nel mo-mento in cui è possibile interpretare i valori degli indicatori secondo relazioni di causa-effetto.Significa che un sistema di indicatori dovrebbe contenere indicatori atti a descrivere sia lecause che le conseguenze dei mutamenti (ambientali).Tutte e cinque le categorie del modello DPSIR dovrebbero essere rappresentate da una serieadeguata di indicatori.

Gli indicatori devono esseresupportati da dati che gliStati alpini dovrebbero rile-vare in maniera concertata.

L’applicabilità degli indicatori è fondamentalmente legata alla disponibilità e alla qualità deidati necessari per determinare i valori degli indicatori. Un sistema di indicatori comune renderàtuttavia possibile una comparazione dei trend in atto nei vari Paesi contraenti solamente se esiste una base di dati comparabile. Aspetti come la valenza internazionale, la molteplicità diistituzioni preposte al rilevamento di dati nei singoli Paesi nonché le differenze in termini diobiettivi, metodologie e continuità dei programmi di monitoraggio oppure dei processi di rile-vamento dei dati statistici, rendono alquanto arduo definire valori comparabili.Perché il sistema di indicatori risulti plausibile è opportuno definire come si vengano a creare ivalori degli indicatori stessi. Significa quindi elaborare precise regole di calcolo per il rilevamen-to, l'elaborazione e la valutazione dei dati. Finora, tale differenziazione è stata operata solamen-te per alcuni dei sistemi di indicatori attualmente dibattuti.

Per poter sviluppare ulterior-mente il sistema degli indica-tori è opportuno che formu-lazione e definizione degliindicatori siano chiare.

La Convenzione delle Alpi e i rispettivi Protocolli fissano una molteplicità di obiettivi sia gene-rali che alquanto specifici, e un sistema di indicatori che avesse la pretesa di essere semplice dagestire non sarebbe ovviamente in grado di rappresentare e coprire tutti gli aspetti. Ne conse-gue che il requisito della comprensibilità e riproducibilità riveste importanza sia in riferimentoall’individuazione dei nuclei tematici da inserire nel sistema di indicatori sia in relazione agliindicatori che verranno scelti per descrivere i nuclei tematici individuati.Un sistema di indicatori dovrebbe potersi adeguare al mutare del contesto e degli accordi.

Requisiti di un sistema di indicatori per le Alpi

rimozione di impianti non più in uso e la rinatura-lizzazione di aree non più utilizzate. Inoltre, in ris-pondenza a criteri ecologici si dovranno istituirezone di quiete in cui si escluda qualsiasi sfrutta-mento a scopo turistico. Soprattutto nelle aree pro-tette, la pratica sportiva all'aperto va gestita ade-guatamente. Si dovrà rafforzare la collaborazionetra turismo, agricoltura, selvicoltura e artigianato,mirando non da ultimo a creare nuovi posti di la-voro attraverso combinazioni di attività.

14 15

Protocollo "Turismo"

(HO)

JTH

(M&K)

(M&K)

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L'elaborazione di un sistema di indicatori spe-cifico per le regioni alpine non può prescinderedai modelli di indicatori sviluppati a livello na-zionale e internazionale. Sono già stati svoltilavori preliminari importanti in merito alla si-gnificatività, all'applicabilità e in parte anchealla disponibilità dei relativi dati .Le attività volte all’elaborazione di sistemi diindicatori sono molteplici. Diversi set di indica-tori vengono discussi ed elaborati attualmentea livello internazionale, nazionale, regionale epersino locale. Le finalità specifiche che si per-seguono con tali sistemi possono talvolta di-vergere notevolmente. Così, ad esempio, nel1998 a Lisbona la Conferenza dei Ministri havarato un set di indicatori per la protezionedelle foreste in Europa, inteso a rendere misu-rabili i progressi compiuti nell'ambito di unagestione sostenibile delle foreste. Gli indicatoridel "Transport and Enviroment ReportingMechanism" (TERM) dell'Agenzia Europeadell'Ambiente si riferiscono invece all'impattoambientale del traffico.Anche i lavori hanno raggiunto gradi differentidi concretizzazione ed attuazione. Molti svilup-pi si ispirano al contesto metodologico indicatocon l'elaborazione dei sistemi di indicatoriinternazionali dall’OCSE, dalla Commissionedelle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile(CSD) e dall’Agenzia Europea dell’Ambiente.Tutti i sistemi di indicatori rivelano peraltro unamancanza più o meno marcata di dati ambien-tali aggiornati, capillari e comparabili, che nerestringono sovente l'attuabilità. La realizzazio-ne dei sistemi risulta di conseguenza spessomolto limitata.

Sistema di indicatori Anno Numero degli indicatori

GermaniaUmweltbarometer Deutschland 2001 6(Umweltbundesamt)Nationale Nachhaltigskeitsstrategie 2002 21Umweltindikatorensystem Bayern 2002 24(Bayerisches Landesamt für Umweltschutz)FranciaAménagement du territoire et environ- 2000 70nement – Politiques et Indicateurs(Institut francais de l'environnement)ItaliaEnvironmental Performance Review 2001 47(OCSE/ Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio)Verso l'Annuario dei dati ambientali - 2001 96Primo popolamento degli indicatori SINAnet (L'Agenzia Nazionale per la Protezione dell'Ambiente (ANPA))AustriaDie Österreichische Strategie zur 2002 51Nachhaltigen Entwicklung (Bundesregierung Österreich)Ökoeffizient wirtschaften 1999 30(Umweltministerium Österreich)SvizzeraMonitoraggio dello sviluppo sostenibile 2002 164(MONET) (Uffici Federali Pianificazionedel Territorio, Ambiente, Foreste, Paesaggio e Statistica)Pianificazione cantonale e sviluppo 2001 24sostenibile (Ufficio Federale per lo Sviluppo Territoriale)Monitoraggio della biodiversità 1999 32(Ufficio Federale per l'Ambiente,le Foreste e il Paesaggio)SloveniaEnvironmental Headline Indicators 2001 27(EIONET)

Con il Protocollo "Difesa del suolo” gli Stati contraentisi impegnano in linea di principio a un uso contenutoe razionale del suolo e a un'estrazione delle risorseminerarie nel rispetto del suolo. Si dovranno garanti-re in maniera durevole il mantenimento dell'efficien-za e la possibilità di utilizzo dei suoli per scopi diffe-renti nonché la loro disponibilità per le generazionifuture. Per proteggere il suolo alpino si dovrà pratica-re un utilizzo basato su agricoltura, pascolo e silvicol-tura che si adegui alle specificità locali. E' opportuno

Sistemi di indicatori nazionali e internazionali -

Impiego degli indicatori nell'arco alpino

evitare ripercussioni negative sul suolo alpino deri-vanti dalle attività turistiche e consolidare i suolidanneggiati da un uso turistico intensivo.Designare e seguire soprattutto le aree a rischio dierosione è un obiettivo categorico. Nell'istituirearee protette si dovranno considerare anche terre-ni e formazioni rocciose degni di protezione. Vannoaltresì salvaguardati i suoli delle zone umide e dellepaludi.

16 17

Protocollo "Difesa del suolo"

Accanto agli sviluppi internazionali, ai fini dellacreazione di un sistema di indicatori specifica-mente alpino risultano interessanti soprattuttoi sistemi già esistenti negli Stati alpini, o comun-que in fase di sviluppo.Esistono inoltre alcune iniziative volte a istitui-re un Sistema di Informazione e Osservazionedelle Alpi (SOIA), che vengono portate avantidal Gruppo di Lavoro "Osservazione delle AlpiSOIA", pure attivo per conto della Conferenzadelle Alpi.Tali attività hanno portato alla pro-posta di una selezione di indicatori per gli am-biti economia sociale, foreste, natura e acque.I lavori intrapresi all'interno del Gruppo diLavoro "Obiettivi di qualità specificamentealpini" hanno tenuto conto delle attività cor-renti e dei risultati di tale gruppo di lavoro.

Sistemi di indicatori degli Stati alpini- Esempi -

Sistemi di indicatori significativi a livello internazionale– Esempi -

Sistema di indicatori Anno Numero degli indicatori

Indicators for Sustainable Develop- 2001 58ment (Commission on Sustainable Development)10 Key Indicators (OECD/OCSE) 2001 10Environmental Indicators for Sustai- 2001 34nable Development (OECD/OCSE)"Segnali ambientali" 2001 85(Agenzia Europea dell'Ambiente)

(M&K)

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(M&K)

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All'interno della Convenzione delle Alpi e dei relativi Protocolli la formulazionedegli obiettivi evidenzia dei nuclei tematici. Alcuni ambiti tematici e obiettiviprioritari vengono richiamati più volte in più di un Protocollo. Se il sistema diindicatori deve servire a verificare l’attuazione della Convenzione delle Alpi, al-lora questi nuclei tematici devono trovare corrispondenza in una analoga sele-zione di indicatori.Unendo tutti gli obiettivi specifici della Convenzione Quadro e dei Protocolli eraggruppandoli sotto il profilo tematico, si possono ricavare in maniera com-prensibile e riproducibile i vari nuclei tematici, focalizzando al contempo ilsistema di indicatori sugli ambiti tematici prioritari.E’ inoltre importante individuare norme nazionali e regionali che rispondanoagli obiettivi della Convenzione delle Alpi - accanto alla funzione di parametrorelativo all'attuazione della Convenzione delle Alpi - e questo non solo ai finidella scelta dei nuclei tematici da inserire nel sistema di indicatori, ma ancheper il monitoraggio stesso dell’attuazione della Convenzione delle Alpi. Da unlato ci si aspetta che, per quanto riguarda gli indicatori relativi ai settori e agliobiettivi che trovano corrispondenza a livello nazionale e regionale, i Paesi fir-matari possano mettere a disposizione i relativi dati o che quantomeno si ado-perino in tal senso. Dall’altro si ritiene che un sistema di indicatori per la Con-venzione delle Alpi sarà particolarmente interessante per gli Stati firmatari se ilmeccanismo di reporting basato su questo sistema sarà in grado di favorire ladefinizione di indicatori a livello nazionale o l’attività di reporting da parte degliStati.

Il sistema di indicatori serve essenzialmenteper comunicare i progressi fatti sul versantedell’attuazione della Convenzione delle Alpi edevidenziare quanto rimane ancora da fare. Peruna buona comunicabilità, è necessario che ilnumero dei singoli indicatori all’interno delsistema di indicatori non sia troppo cospicuo.Tuttavia un numero troppo limitato di indicato-ri potrebbe causare una inopportuna semplifi-

In base al Protocollo "Energia”, occorre promuovere ilrisparmio energetico, l’utilizzo eco-compatibile dienergia e il suo uso razionale. Le fonti rinnovabili dienergia dovranno essere favorite e incentivate. Nelcaso dell’energia idroelettrica devono essere garantitila funzionalità ecologica dei corsi d’acqua e l’integritàdei paesaggi. Nel caso di impianti già esistenti, soprat-tutto se alimentati con combustibili fossili, si devono

Sistema di Indicatori della Convenzione delle Alpi – Strumento

di verifica dell’attuazione della Convenzione delle Alpi

Nuclei tematici Struttura

utilizzare le tecnologie più moderne a disposizione.E’ necessario razionalizzare e ottimizzare il traspor-to e la distribuzione di energia. Gli stati firmatari siimpegnano a mettere a punto gli strumenti finan-ziari e giuridici per il raggiungimento di questiobiettivi.

18 19

Il sistema di indicatorideve rispecchiare ladeterminazione deinuclei tematici dellaConvenzione delle Alpi.

Il sistema di indicatorideve consentire di rica-vare indicazioni sull’at-tuazione di tutti Proto-colli.

Definizioni:Gli indicatori individualisono grandezze misurateovvero calcolate quantitati-vamente, costitutivi di siste-mi di indicatori e come taliin grado di fornire indicazio-ni empiriche e rappresenta-tive circa un determinatocontesto.Gli "indicatori chiave", sonoindicatori guida, selezionatifra più alternative per undeterminato ambito temati-co, in quanto rappresentatividi tale ambito e aventi unafunzione chiave per taletematica. Per esempio, l’indi-catore "aspettativa di vita"può essere impiegato comeindicatore chiave per descri-vere il fenomeno molto piùampio e complesso della"salute pubblica". Gli indi-catori guida non devononecessariamente essere in-dicatori aggregati, ma sonostati piuttosto ricavati dauna set più ampio di indica-tori per il loro alto contenu-to informativo.

Protocollo "Energia"

Accanto al requisito di un sistema di indicatori per le Alpi, è necessario soddisfare le seguenti esigenze.

Il sistema di indicatori deve rappresentare una piattaforma per un sistema direporting differenziato sullo stato di attuazione di ciascun Protocollo dellaConvenzione delle Alpi. Ciò significa che il sistema deve prevedere per ogniProtocollo un numero possibilmente uguale di indicatori per la verifica degliobiettivi specifici di ciascun Protocollo.

cazione, che a sua volta potrebbe indurre equivocie errate interpretazioni.Date queste premesse, si è ritenuto auspicabiledefinire un modello gerarchico di indicatori, costi-tuito da indicatori individuali capaci di monitorareil conseguimento degli obiettivi specifici dei Pro-tocolli e da alcuni indicatori chiave, che permetto-no di avere un’istantanea delle principali tendenzein corso nell’arco alpino.

Obiettivi generali della Convenzione quadro:

• Popolazione e cultura • Agricoltura di montagna• Salvaguardia della qualità • Turismo e tempo libero

dell’aria • Trasporti• Difesa del suolo • Energia• Economia idrica • Economia dei rifiuti• Protezione della natura e • Pianificazione territoriale

tutela del paesaggio • Ricerca e osservazione sistematica• Foreste montane • Cooperazione internazionale

circa 10 indicatori individuali + circa 10 indicatori aggiuntivi per gli obiettivi generali per i quali non sono stati elaborati protocolli

Indicatori chiave per l’attuazione dellaConvenzione delle Alpi(circa 20 indicatori)

Indicatori individuali per l’attuazione dei singoli protocolli (ca. 80-100 indicatori)

Protocollo:Difesa del suolo

(1)

D: 2 indicatoriP: 2 indicatoriS: 2 indicatoriI: 2 indicatoriR: 2 indicatori

Protocollo:Protezione

della natura(2)

D: 2 indicatoriP: 2 indicatoriS: 2 indicatoriI: 2 indicatoriR: 2 indicatori

Protocollo:Foreste montane

(3)

D: 2 indicatoriP: 2 indicatoriS: 2 indicatoriI: 2 indicatoriR: 2 indicatori

Protocollo:Agricoltura di

montagna(4)

...

Protocollo:Turismo

(5)

...

Protocollo:Trasporti

(6)

...

Protocollo:Energia

(7)

...

Protocollo:Pianificazioneterritoriale e

sviluppo sostenibile

(8)

...

ca. 10 indicatori

(MS)

(M&K)

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Gli indicatori – Esempi

20 21

Le Parti contraenti si impegnano ad attuare una politica sostenibile dei trasporti tesa a:

• contribuire allo sviluppo sostenibile dello spaziovitale e delle attività economiche, come premessefondamentali per l'esistenza stessa delle popola-zioni residenti nel territorio alpino per mezzo diuna politica dei trasporti organica e concertata trale Parti contraenti che coinvolga tutti i vettori;

• garantire il traffico intraalpino e transalpino incre-mentando l'efficacia e l'efficienza dei sistemi di tra-sporto e favorendo i vettori meno inquinanti e conminore consumo di risorse ad un costo economica-mente sopportabile.

Le Parti contraenti si impegnano a sviluppare il settore dei trasporti tenendo conto dei principi di precauzione, prevenzione e causalità.Le Parti contraenti si astengono dalla costruzione dinuove strade di grande comunicazione per il trasportotransalpino.

In base al Protocollo sui Trasporti, la costruzione di viedi grande comunicazione per il traffico intra-alpino èpossibile quando ricorrono determinate condizioni.L’obiettivo è quello di introdurre progressivamentesistemi di tassazione che permettano di coprire inmodo equo questi costi reali.

Protocollo "Trasporti"

(M&K)

(M&K)

(MS)

(MS)

Il sistema di indicatorideve consentire di rica-vare indicazioni sull’at-tuazione di ogni singoloProtocollo.

Il sistema di indicatorideve rispecchiare ladeterminazione deinuclei tematici dellaConvenzione delle Alpi.

Il valore degli indicatorideve essere interpretabi-le alla luce delle relazio-ni di causa-effetto. Lecinque categorie diDPSIR devono essererappresentate da unnumero corrispondentedi indicatori.

Pianificazione territoriale e svi-luppo sostenibileAgricoltura di montagna

Protezione della natura e tuteladel paesaggioForeste montane

TurismoDifesa del suoloEnergiaTrasporti

p. es.Realizzazione di infrastrutture ditrasportoEmissioni atmosferichePerdita o conservazione miratadi habitat naturaliPerdita o conservazione dei beniculturali Aumento degli incentivi econo-mici alle aziende agricole e alleforme di gestione sostenibile

Driving Forces

Pressures

State

Impacts

Responses

p. e.

p. e.

p. e.

p. e.

p. e.p. e.p. e.p.e.

p. e.

p. e.p. e.

p. e .

p. e.

p. e.

p. e.

p. e.

p. e.

p. e.

• Struttura demografica nell’arco alpino

• Rilevanza della combinazione di più attività lavorative per la struttura reddituale in agricoltura

• Aree protette

• Estensione delle superfici di rinnovazione boschiva con tecnichenaturali e artificiali

• Progetti per un turismo sostenibile• Impiego di tecniche agronomiche conservative del suolo • Emissioni di agenti inquinanti da centrali elettriche• Tonnellate/Chilometro di traffico transalpino

• Densità della rete ferroviaria per il trasporto merci e passeggeri

• Emissioni di agenti inquinanti causati dal traffico• Diffusione di biotopi naturali o seminaturali

• Protezione di monumenti e conservazione di edifici o strutturesotto tutela, all’interno e all’esterno dei centri abitati

• Aiuti all’agricoltura subordinati a criteri di tutela dell’ambiente edella natura e incidenza delle superfici agricole sovvenzionate rispetto al totale delle superfici agricole

• Aziende agricole operanti secondo criteri ecologici (con certifica-zione)

• Offerta di servizi di trasporto pubblico alle piccole comunità • Produzione di energia rinnovabile nell’arco alpino • Emissioni di inquinanti atmosferici causati dal traffico• Spazi residenziali e spazi dedicati ai trasporti• Consumo energetico/Impiego energetico• Territori dove si superano i Critical Loads (Acidità / azoto eutro-

fizzante)• Territori integri a bassa intensità di traffico• Diffusione di biotopi naturali o seminaturali• Qualità dell’acqua delle sorgenti maggiori/falde freatiche • Specie protette sulla "lista rossa"• Gruppi di popolazione danneggiati dal rumore• Investimenti per promuovere la commercializzazione di prodotti

locali (alpini) (per es. pubblicità, promozione dell’immagine,sovvenzioni)

• Misure di rinaturalizzazione e ricoltivazione• Stanziamenti nazionali o regionali per la ricerca nei settori am-

biente, agricoltura, foreste, pianificazione territoriale nelle Alpi

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Prospettive

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dovrebbe essere presa in carico e ulterior-mente perfezionata dall’istituendo Segre-tariato Permanente, tenendo conto delle esigenze specifiche dei potenziali utenti. Ilcompletamento e aggiornamento delle basidi dati nazionali e regionali potrebbe esserein futuro assicurato direttamente dai variPaesi interessati. Lo strumento risultantepotrebbe rivestire notevole utilità per lepolitiche riguardanti l’intero arco alpino. Unpresupposto importante a tale scopo è che il Segretariato Permanente assicuri attraver-so le risorse a sua disposizione la fruibilità intutte le lingue alpine dei dati raccolti.

E Dai lavori del Gruppo di Lavoro è scaturitoun gran numero di tabelle, informazioni edocumenti che potrebbero essere resi oppor-tunamente fruibili per future applicazioninon appena saranno disponibili in tutte lequattro lingue della Convenzione delle Alpi.Per questa ragione si raccomanda la messaa disposizione di tali risultati anche attraver-so Internet. Fino a quando non sarà statoinsediato il Segretariato, questo compitopotrebbe essere assicurato dalla Germania.

F I Paesi contraenti vengono esortati ad attua-re progetti regionali per la formulazione eimplementazione di obiettivi ambientali eindicatori, attraverso i quali favorire la realiz-zazione delle finalità della Convenzione delleAlpi.

Con la firma dell’"Accordo sulla Protezionedelle Alpi" le Parti si sono impegnate a intra-prendere misure concrete per uno svilupposostenibile dell’arco alpino. Già con la firmadella Convenzione Quadro, in base all’Artico-lo 3, "si dovranno introdurre iniziative di armo-nizzazione e cooperazione nell’ambito dellaricerca e del monitoraggio". L’articolo 4, para-grafo 4, prevede la "regolare informazionedell’opinione pubblica circa i risultati di ricer-che e iniziative di monitoraggio e di altre mi-sure intraprese".Lo scopo del Gruppo di Lavoro "Obiettivi am-bientali di qualità specificamente alpini" era dimostrare, con il proprio lavoro sugli obiettivi diqualità e gli indicatori, la strada per l’attuazionedella Convenzione delle Alpi. L’insieme degliobiettivi negli Stati firmatari conferma che larealizzazione degli obiettivi della Convenzionedelle Alpi è sostenuta da numerosi obiettivi diqualità e obiettivi operativi a livello regionale enazionale. Con il progetto di un sistema di indi-catori valido in tutto l’arco alpino si possonocompiere decisivi passi in avanti per un model-lo di reporting in grado di dare un quadroesaustivo dei progressi fatti in materia di svi-luppo sostenibile nelle Alpi.

Raccomandazioni strategiche:A L’implementazione degli obiettivi della Con-

venzione delle Alpi e dei relativi Protocollidovrebbe essere promossa al livello localepiù idoneo nel rispetto del principio di sussi-diarietà. In alcuni casi potrebbe risultare ne-cessario adattare gli obiettivi esistenti alle

Raccomandazioni operative:

A Sarebbe utile procedere al completamento e alla valutazione complessiva delle ricerchenazionali e regionali.Tale attività, che permotivi di tempo non ha potuto essere ulti-mata nel presente mandato, potrebbe essereespletata in futuro nell'ambito di un Gruppodi Lavoro internazionale.

B Sarebbe opportuno procedere alla definizio-ne e concertazione di indicatori per l’arcoalpino e alla messa a punto di procedure peril loro rilevamento, affinché essi possanofungere da base per un sistema di rendi-contazione comune. Gli indicatori propostidall’attuale Presidenza potrebbero costituireun primo punto di partenza, cui dovrebberoseguire una concertazione dei lavori con ilSOIA e il conferimento del relativo incaricoad un Gruppo di Lavoro.

C Sulla scorta delle considerazioni metodolo-giche proposte dal Gruppo di Lavoro sareb-be opportuno predisporre un rapporto pilo-ta sulla qualità ambientale nell’arco alpino.Tale documento potrebbe raccogliere e uti-lizzare i dati già disponibili e fungere daesempio di documentazione dell’implemen-tazione degli obiettivi della Convenzionequadro e dei relativi Protocolli. Di tale attivitàpotrebbe essere incaricato un Gruppo diLavoro.

D La banca dati messa a punto per la raccoltadi indicatori e obiettivi nell'arco alpino

esigenze specifiche dell’arco alpino; i risultaticonseguiti dal Gruppo di Lavoro possonocostituire un valido riferimento in questoprocesso. Ai fini dell’implementazione dellaConvenzione delle Alpi potrebbe essere utilepromuovere fra i Paesi contraenti uno scam-bio regolare di esperienze positive in questosenso.

B I Paesi contraenti sono invitati ad apportarele opportune integrazioni in particolare inquelle materie che, pur rivestendo conside-revole importanza nell'ambito delle princi-pali relazioni causali, non risultano ancoraadeguatamente disciplinate dai Protocolli oda altri obiettivi nazionali e regionali esistentinei paesi stessi.

C Nell'interesse di una politica comune per leAlpi i Paesi contraenti sono chiamati a defi-nire parametri ambientali unitari per la va-lutazione di strumenti e processi politici.

D Il modello impiegato per la raccolta di infor-mazioni sugli obiettivi ambientali nazionali ei dati messi a disposizione dai Paesi parteci-panti possono costituire un utile strumentoper la verifica dell'implementazione degliobiettivi della Convenzione delle Alpi, peresempio nell'ambito dei rapporti sull'imple-mentazione che i Paesi contraenti sono chia-mati a predisporre a intervalli regolari.

E Il modello raccomandato dal Gruppo di La-voro e il primo elenco di indicatori predis-posto a titolo di proposta tecnica sulla basedelle relazioni causali potrebbero essere util-mente impiegati nella messa a punto di unsistema di indicatori per l'intero arco alpino.

(AS)

(M&K)

(M&K) (M&K)

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www.alpenkonvention.org

Contatti negli Stati firmatari:

Germania:UmweltbundesamtFachgebiet II 1.1 Grundsatzfragen der ÖkologieDr. Benno HainBismarckplatz 114193 BerlinTelefono +49 (0) 30 8903 2169Fax: +49 (0) 30 8903 2285E-mail: [email protected]://www.umweltbundesamt.de

Bayerisches Staatsministerium für Landesentwicklung undUmweltfragenKarlheinz WeißgerberRosenkavalierplatz 281925 MünchenTelefono +49 (0) 89 9214 3305Fax: +49 (0) 89 9214 3612E-mail: [email protected]://www.bayern.de/stmluhttp://www.umweltministerium.bayern.de

Ministero dell’ambiente: www.bmu.de

Francia:Ministère de l’Aménagement du Territoire et del`EnvironnementDirection de la Nature et des PaysagesSignor Tahar Ou-Rabah20, Avenue de Ségur75302 Paris 07 SPTelefono +33 (0) 1 42 19 20 90 Fax: +33 (0) 1 42 19 19 06E-mail: [email protected] dell’ambiente: www.environnement.gouv.fr

Italia:Ministero dell'Ambiente e della Tutela del TerritorioDirezione per la Protezione Internazionale dell’AmbienteDr. ssa Elisabetta Colaiacomo Via C. Colombo 4400147 RomaTelefono +39 06 5722 81 56

+39 06 5722 81 07Fax: +39 06 5722 81 72E-mail: [email protected] dell’ambiente: www.minambiente.it

Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i Servizi TecniciDr. ssa Maria Giuseppina Farrace Via V. Brancati 4800144 RomaTelefono +39 06 5007 2249Fax: +39 06 5007 2048E-mail: [email protected]

Liechtenstein:Amt für Wald, Natur und LandschaftHermann SchmuckSt. Florinsgasse 39490 VaduzTelefono +423 (0) 236 6419 Fax: +423 (0) 236 6419E-mail: [email protected]

Austria:Amt der Salzburger LandesregierungAbteilung 16 UmweltschutzDr. Gunter SperkaMichael Pacher-Straße 365010 SalzburgTelefono +43 (0) 662 8042 5000Fax: +43 (0) 662 8042 4167E-mail: [email protected]

Bundesministerium für Land- und Forstwirtschaft, Umwelt und Wasserwirtschaft, Abteilung II/3Ingeborg Fiala Stubenbastei 51010 WienTelefono +43 (0) 1 51522 2545Fax: +43 (0) 1 5131679 1067E-mail: [email protected] http://www.bmlfuw.gv.at

Umweltbundesamt GmbHAbteilung WaldHerr Bernhard SchwarzlSpittelauer Lände 51090 WienTelefono: +43 (0) 664 611 90 51 / +43 (0) 1 31304-3720Telefax: +43 (0) 1 31304-3700e-mail: [email protected]://www.ubavie.gv.at

Slovenia:Ministrstvo za okolje, prostor in energijoAgencija RS za okoljeSluÏba za presoje vplivov na okoljeDr. Irena Ocvirk-Potocnik Vojkova 1 a1000 LjubljanaTéléphone: +386 (0) 1 478 4541 Télécopie: +386 (0)1 478 4051E-mail: [email protected]://www.sigov.si

Svizzera:Bundesamt für Umwelt,Wald und LandschaftAbteilung Natur- und LandschaftsschutzAndreas Stalder3003 BernTelefono +41 (0) 31 322 9375Fax: +41 (0) 31 324 7579E-mail: [email protected] http://www.umwelt-schweiz.ch

Bundesamt für RaumentwicklungMaria Senn3003 BernTelefono: +41 (0) 31 322 3382Fax: +41 (0) 31 324 7579E-mail: [email protected]://www.are.admin.ch

Organizzazioni internazionali e Organizzazioni non gover-native:AEM: http://www.styrax.com/demons/AEM Alpe Adria – Comunità di Lavoro delle Alpi Orientali:www.alpeadria.org Arge Alp – Comunità di Lavoro delle Alpi Centrali: www.arge-alp.at CIPRA – Commissione Internazionale per la Protezione delleAlpi: www.cipra.org Città delle Alpi – Comunità di Lavoro: www.cittalpi.net/ Club Arc Alpin (p. es. www.alpenverein.de)COTRAO – Comunità di Lavoro delle Alpi Occidentali:www.unil.ch/cotrao Euromontana: www.euromontana.org ISCAR - WIKO – Comitato scientifico internazionale Ricerca alpi-na: www.alpinestudies.unibe.ch/wiko.html IUCN: www.iucn.org/UNO/UNEP-ROE: www.unep.ch/roe/

Organizzazioni che operano nell’ambito della Convenzionedelle Alpi:Rete Alpina delle Aree Protette: http://alparc.ujf-grenoble.fr/1024-index.phtml Via Alpina: http://www.via-alpina.com

Progetti realizzati nell’ambito della Convenzione:Espace Mont-Blanc: www.espace-mont-blanc.com/ Rete di Comuni – Alleanza nelle Alpi : www.alpenallianz.org Rete Alpina delle Aree Protette: www.alparc.org

Contatti e Links

(MS)