OBASNuova serie - euro 1,50

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di Piero Bernocchi L’aspetto più rilevante del quadro politico italiano degli ultimi mesi è senza dubbio il tracollo di credibilità e di cre- dito del governo Prodi in ogni direzione, ma soprattutto tra i settori popolari, giovanili, del lavoro dipendente e dei pen- sionati che lo avevano votato. La continuità con le politiche del governo Berlusconi è sta- ta ed è netta in quasi tutti i campi e in particolare per quel che riguarda le politiche so- ciali, del lavoro, dei beni co- muni, della scuola, del milita- rismo e della guerra, dei mi- granti, dei diritti civili. Alla de- lusione e alla sfiducia di chi aveva pensato ad un cambia- mento, si sta accompagnando un degrado sociale, culturale e morale quasi senza prece- denti nel dopoguerra. Particolarmente impressio- nante il vero e proprio tracol- lo del ruolo almeno formal- mente “alternativo” o “radica- le” di quella che fino a ieri era la sinistra d’opposizione, che si dichiarava o agiva, da Genova in poi, accanto e nei movimenti, ed in primo luogo del Prc, principale forza nu- merica in tale area. La scom- messa, fatta dal Prc, di poter condizionare, sopratutto gra- zie ai movimenti, il governo e di spostarlo “a sinistra” è falli- ta totalmente e, al di là della propaganda mediatica che ogni giorno parla di governo “ostaggio della sinistra radica- le”, la situazione è in realtà esattamente al contrario, tan- to più dopo l’avvio del nuovo Partito Democratico a presu- mibile guida veltroniana: il progetto di cancellazione di ogni conflitto, di piena norma- lizzazione sociale e di pura e semplice gestione del capitali- smo esistente è l’orizzonte strategico del governo a cui il Prc e le altre forze della cosid- detta “sinistra radicale” si so- no rapidamente e inopinata- mente piegate, assumendo tutti i crismi di “sinistra di go- verno”. L’espediente, scelto con una svolta a 180°, di av- viare una fusione (magari pri- ma elettorale e poi organica) con la Sinistra Democratica, il Pdci e i Verdi, potrà forse ser- vire a salvare per un po’ dal naufragio un’organizzazione che aveva puntato per un pe- riodo su una logica di movi- mento e di alternativa alla si- nistra liberista, ma la scelta governista appare oramai netta e dominante. Questo quadro politico ha aperto spazi notevoli a tutte le forze antagoniste e antica- pitaliste dotate di un qualche radicamento nella società e ai Cobas in primo luogo, grazie anche alla nostra coerente e drastica opposizione sviluppa- ta sia nei confronti dei gover- ni di centrodestra che di quel- li di centrosinistra (i prece- denti e quello attuale), che non è mai sfociata nel politici- smo minoritario ma si è sem- pre nutrita di opposizione so- ciale sui contenuti e sui temi specifici e generali del conflitto. Ha funzionato in questo ambi- to la nostra politica delle al- leanze, che non è stata un espediente tattico ma una ve- ra e propria strategia, legata alla nostra visione delle tra- sformazioni sociali. Non cre- diamo al monopartitismo o al monosindacalismo, né teorico né pratico, e in genere alle “reductio ad unum” della rap- presentanza politica e sociale dell’antagonismo e dell’anti- capitalismo. Crediamo al con- trario che le componenti del- l’anticapitalismo e dell’opposi- zione all’esistente siano mol- teplici e che al primario e cru- ciale conflitto capitale-lavoro se ne accompagnino altri che non possono essere conside- rati minori o trascurabili: il conflitto contro la mercifica- zione globale dell’esistente; quello tra capitale e ambien- te; quello tra le logiche pa- triarcali e le vittime di esse; il POSTE ITALIANE SPA Spedizioni in A.P. art. 2 c. 20/C L.662/96 DC-RM In caso di mancato recapito restituire all’ufficio di Roma 36 settembre-ottobre 2007 Nuova serie - euro 1,50 OBAS giornale dei comitati di base della scuola Guida normativa Nelle pagine centrali il nostro consueto inserto di inizio d’anno per resistere alla scuola azienda. Compiti degli Organi collegiali e della contrattazione. Modelli di delibere, riferimenti normativi su: tempo scuola, Invalsi, obblighi di lavoro Precariato Assunzioni col contagocce, nuovo regolamento per le sup- plenze, pag. 3 Indicazioni nazionali Fioroni “copia - incolla” la Moratti, pag. 4 Istruzione professionale Uno scempio lungo quindici anni, pag. 5 Fioroni anno uno Le malefatte scolastiche del cen- tro-sinistra nel suo primo anno di vita, pag. 6 e 7 Il modello Cobas L’autorganizzazione al lavoro per rafforzare le lotte, pag. 8 Stato sociale Padroni, governo e sindacati concertativi proseguono la devastazione sociale. La partita però non è chiusa, pag. 9 e 10 Contro la guerra Da Vicenza riparte la mobilitazio- ne per fermare la sanguinosa macchina bellica, pag. 11 Antidepressivi ai bambini Non bastava il Ritalin, ora si può dare anche il Prozac, pag. 11 di Ferdinando Alliata Anche nella vicenda sul rinno- vo dei contratti dei dipendenti pubblici e in particolare di quelli della scuola, l’effetto an- nuncio continua a mietere vit- time. Numerosi colleghi hanno cercato anche questo mese nella busta-paga gli aumenti che si aspettavano dopo un’e- stenuante attesa che dura or- mai da oltre 20 mesi. Ma, nonostante i proclami che i sindacati pronta firma hanno fatto subito dopo la sottoscri- zione di quella che noi definia- mo una maxi-truffa, la tratta- tiva sembra proprio in alto mare proprio per quanto ri- guarda le risorse economiche. Cgil-Cisl-Uil, Snals e Gilda an- no cincischiato per un po’ di incontri su quella che l’Aran definisce la “manutenzione del contratto”, cioé l’aggiusta- mento (?) di aspetti secondari della parte normativa. Non si sarebbe, infatti, ancora af- frontato il tema bollente della carriera docente (art. 22 Ccnl 2003) o quello relativo all’ap- plicazione della L. 53/2003, la Riforma morattiana, che a quanto pare non vogliono ve- dere abrogata (art. 43 Ccnl 2003). Ma al momento di parlare di soldi sembra che tutto si fermi in attesa della nuova finanzia- ria. Eppure sul sito della Cgil è possibile ancora leggere un commento sulla sottoscrizione dell’accordo che definiva “vin- centi le nostre richieste sulla quantità degli aumenti con- trattuali, le loro decorrenze ...”. Sembra uno scherzo, ma purtroppo non lo è. Siamo in una situazione per cui alcuni continua a pagina 2 Contratto vo’ cercando Stipendi bloccati, prezzi no Ci serve la scala mobile continua a pagina 2 Il quadro politico Lo scorso 14 giugno si è con- cluso dopo 57 giorni lo sciope- ro della fame per i diritti sin- dacali, che denunciava il regi- me monopolistico di Cgil-Cisl- Uil sui diritti sindacali e per re- clamare per i Cobas e per tut- ti i lavoratori/trici i diritti "mi- nimi" di libera assemblea in orario di lavoro e di libera iscrizione nel privato e tra i pensionati, mediante tratte- nuta in busta-paga. Abbiamo sospeso lo sciopero dopo l'incontro con la Commissione Lavoro della Camera. Lì sia gli esponenti del governo (il Presidente del- la Commissione Pagliarini del PdCI e Rocchi del Prc) sia quelli dell'opposizione (Rosso e Baldelli di Forza Italia) han- no convenuto sulla legittimità delle nostre richieste e sulla necessità che, in attesa di una democratica legge sulla rap- presentanza da tutti auspica- ta, vengano restituiti a tutti i sindacati i diritti "minimi" di agibilità, in primis il diritto di assemblea in orario di lavoro. Durante lo sciopero decine di migliaia di cittadini hanno fir- mato in sostegno alle nostre rivendicazioni, tra essi una ot- tantina di parlamentari e un migliaio di esponenti politici, istituzionali, sindacali. Tre partiti governativi (Prc, PdCI e Verdi) si sono espressi a favo- re delle nostre rivendicazioni, impegnandosi a sostenerle al- l'interno del governo e in Parlamento. Alla luce di questi risultati e impegni, abbiamo sospeso la lotta perché le for- ze politiche facciano seguire alle parole i fatti. Mentre rin- graziamo ancora una volta chi tra noi si è sottoposto ad una prova così estenuante, segna- liamo che se le forze politico- istituzionali non daranno se- guito agli impegni presi, la lotta ripartirà a settembre in forme nuove, ma ancora più decise e intransigenti. Libertà sindacali. Per adesso parole, a quando i fatti?

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di Piero Bernocchi

L’aspetto più rilevante delquadro politico italiano degliultimi mesi è senza dubbio iltracollo di credibilità e di cre-dito del governo Prodi in ognidirezione, ma soprattutto tra isettori popolari, giovanili, dellavoro dipendente e dei pen-sionati che lo avevano votato.La continuità con le politichedel governo Berlusconi è sta-ta ed è netta in quasi tutti icampi e in particolare per quelche riguarda le politiche so-ciali, del lavoro, dei beni co-muni, della scuola, del milita-rismo e della guerra, dei mi-granti, dei diritti civili. Alla de-lusione e alla sfiducia di chiaveva pensato ad un cambia-mento, si sta accompagnandoun degrado sociale, culturalee morale quasi senza prece-denti nel dopoguerra.Particolarmente impressio-nante il vero e proprio tracol-lo del ruolo almeno formal-mente “alternativo” o “radica-le” di quella che fino a ieri erala sinistra d’opposizione, chesi dichiarava o agiva, daGenova in poi, accanto e neimovimenti, ed in primo luogodel Prc, principale forza nu-merica in tale area. La scom-messa, fatta dal Prc, di potercondizionare, sopratutto gra-zie ai movimenti, il governo edi spostarlo “a sinistra” è falli-ta totalmente e, al di là dellapropaganda mediatica cheogni giorno parla di governo“ostaggio della sinistra radica-le”, la situazione è in realtàesattamente al contrario, tan-to più dopo l’avvio del nuovoPartito Democratico a presu-mibile guida veltroniana: ilprogetto di cancellazione diogni conflitto, di piena norma-lizzazione sociale e di pura esemplice gestione del capitali-smo esistente è l’orizzontestrategico del governo a cui ilPrc e le altre forze della cosid-detta “sinistra radicale” si so-no rapidamente e inopinata-mente piegate, assumendo

tutti i crismi di “sinistra di go-verno”. L’espediente, sceltocon una svolta a 180°, di av-viare una fusione (magari pri-ma elettorale e poi organica)con la Sinistra Democratica, ilPdci e i Verdi, potrà forse ser-vire a salvare per un po’ dalnaufragio un’organizzazioneche aveva puntato per un pe-riodo su una logica di movi-mento e di alternativa alla si-nistra liberista, ma la sceltagovernista appare oramainetta e dominante.Questo quadro politico haaperto spazi notevoli a tuttele forze antagoniste e antica-pitaliste dotate di un qualcheradicamento nella società e aiCobas in primo luogo, grazieanche alla nostra coerente edrastica opposizione sviluppa-ta sia nei confronti dei gover-ni di centrodestra che di quel-li di centrosinistra (i prece-denti e quello attuale), chenon è mai sfociata nel politici-smo minoritario ma si è sem-pre nutrita di opposizione so-ciale sui contenuti e sui temispecifici e generali del conflitto.Ha funzionato in questo ambi-to la nostra politica delle al-leanze, che non è stata unespediente tattico ma una ve-ra e propria strategia, legataalla nostra visione delle tra-sformazioni sociali. Non cre-diamo al monopartitismo o almonosindacalismo, né teoriconé pratico, e in genere alle“reductio ad unum” della rap-presentanza politica e socialedell’antagonismo e dell’anti-capitalismo. Crediamo al con-trario che le componenti del-l’anticapitalismo e dell’opposi-zione all’esistente siano mol-teplici e che al primario e cru-ciale conflitto capitale-lavorose ne accompagnino altri chenon possono essere conside-rati minori o trascurabili: ilconflitto contro la mercifica-zione globale dell’esistente;quello tra capitale e ambien-te; quello tra le logiche pa-triarcali e le vittime di esse; il

POSTE ITALIANE SPA Spediz ioni in A.P.

art. 2 c. 20/C L.662/96 DC-RM In caso di mancato recapito restituire all’ufficio di Roma

36settembre-ottobre 2007Nuova ser ie - euro 1 ,50OO BB AA SS

giornale dei comitati di base della scuola

Guida normativaNelle pagine centrali il nostroconsueto inserto di inizio d’annoper resistere alla scuola azienda.Compiti degli Organi collegiali edella contrattazione. Modelli didelibere, riferimenti normativi su:tempo scuola, Invalsi, obblighi dilavoro

PrecariatoAssunzioni col contagocce,nuovo regolamento per le sup-plenze, pag. 3

IndicazioninazionaliFioroni “copia - incolla” laMoratti, pag. 4

IstruzioneprofessionaleUno scempio lungo quindicianni, pag. 5

Fioroni anno unoLe malefatte scolastiche del cen-tro-sinistra nel suo primo annodi vita, pag. 6 e 7

Il modello CobasL’autorganizzazione al lavoroper rafforzare le lotte, pag. 8

Stato socialePadroni, governo e sindacaticoncertativi proseguono ladevastazione sociale. La partitaperò non è chiusa, pag. 9 e 10

Contro la guerraDa Vicenza riparte la mobilitazio-ne per fermare la sanguinosamacchina bellica, pag. 11

Antidepressivi aibambiniNon bastava il Ritalin, ora si puòdare anche il Prozac, pag. 11

di Ferdinando Alliata

Anche nella vicenda sul rinno-vo dei contratti dei dipendentipubblici e in particolare diquelli della scuola, l’effetto an-nuncio continua a mietere vit-time. Numerosi colleghi hannocercato anche questo mesenella busta-paga gli aumentiche si aspettavano dopo un’e-stenuante attesa che dura or-mai da oltre 20 mesi. Ma, nonostante i proclami chei sindacati pronta firma hannofatto subito dopo la sottoscri-zione di quella che noi definia-mo una maxi-truffa, la tratta-tiva sembra proprio in altomare proprio per quanto ri-guarda le risorse economiche.Cgil-Cisl-Uil, Snals e Gilda an-no cincischiato per un po’ diincontri su quella che l’Arandefinisce la “manutenzione delcontratto”, cioé l’aggiusta-

mento (?) di aspetti secondaridella parte normativa. Non sisarebbe, infatti, ancora af-frontato il tema bollente dellacarriera docente (art. 22 Ccnl2003) o quello relativo all’ap-plicazione della L. 53/2003, laRiforma morattiana, che aquanto pare non vogliono ve-dere abrogata (art. 43 Ccnl2003).Ma al momento di parlare disoldi sembra che tutto si fermiin attesa della nuova finanzia-ria. Eppure sul sito della Cgil èpossibile ancora leggere uncommento sulla sottoscrizionedell’accordo che definiva “vin-centi le nostre richieste sullaquantità degli aumenti con-trattuali, le loro decorrenze...”. Sembra uno scherzo, mapurtroppo non lo è. Siamo inuna situazione per cui alcuni

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Contratto vo’ cercandoStipendi bloccati, prezzi noCi serve la scala mobile

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Il quadropolitico

Lo scorso 14 giugno si è con-cluso dopo 57 giorni lo sciope-ro della fame per i diritti sin-dacali, che denunciava il regi-me monopolistico di Cgil-Cisl-Uil sui diritti sindacali e per re-clamare per i Cobas e per tut-ti i lavoratori/trici i diritti "mi-nimi" di libera assemblea inorario di lavoro e di liberaiscrizione nel privato e tra ipensionati, mediante tratte-nuta in busta-paga.Abbiamo sospeso lo scioperodopo l'incontro con laCommissione Lavoro dellaCamera. Lì sia gli esponentidel governo (il Presidente del-la Commissione Pagliarini delPdCI e Rocchi del Prc) siaquelli dell'opposizione (Rossoe Baldelli di Forza Italia) han-no convenuto sulla legittimitàdelle nostre richieste e sullanecessità che, in attesa di unademocratica legge sulla rap-presentanza da tutti auspica-ta, vengano restituiti a tutti isindacati i diritti "minimi" diagibilità, in primis il diritto diassemblea in orario di lavoro. Durante lo sciopero decine dimigliaia di cittadini hanno fir-mato in sostegno alle nostrerivendicazioni, tra essi una ot-tantina di parlamentari e unmigliaio di esponenti politici,istituzionali, sindacali. Trepartiti governativi (Prc, PdCI eVerdi) si sono espressi a favo-re delle nostre rivendicazioni,impegnandosi a sostenerle al-l'interno del governo e inParlamento. Alla luce di questirisultati e impegni, abbiamosospeso la lotta perché le for-ze politiche facciano seguirealle parole i fatti. Mentre rin-graziamo ancora una volta chitra noi si è sottoposto ad unaprova così estenuante, segna-liamo che se le forze politico-istituzionali non daranno se-guito agli impegni presi, lalotta ripartirà a settembre informe nuove, ma ancora piùdecise e intransigenti.

Libertàsindacali.Per adessoparole, aquando ifatti?

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possono dire di tutto, altri nonpossono neanche fiatare e secon difficoltà - visto che ci vie-tano le assemblee - magaririusciamo a farlo veniamo ac-cusati di “disinformazionestrumentale”. Che è proprioquanto accaduto nei giorniimmediatamente successivialla firma di questo vergogno-so accordo sul contratto diPubblico Impiego e Scuola,quando sul sito Cgil è com-parsa una nota esilarante.Nella comunicazione si affer-mava di voler rispondere avari quesiti sull’accordo con ilGoverno giunti da parte dipersonale disinformato dauna campagna scorretta disindacati autonomi e corpora-tivi, chiamando così la valan-ga di messaggi di protestache gli stavano inviando i la-voratori e le lavoratrici ...Ma il lato interessante dellaquestione era che dalla lettu-ra della notarella non si evin-ceva nulla che confutassequanto avevamo già afferma-to a caldo, ovverosia che sitratta di una vera e propriamaxi-truffa con la quale han-no svenduto, per l’ennesimavolta, gli interessi (che dicono

di tutelare!?!) dei lavoratori edelle lavoratrici di scuola epubblico impiego.Infatti, quali sono gli elemen-ti essenziali dell’accordo? a) 101 euro medi di aumento(per la scuola "considerevol-mente" aumentati, pare, a114! Cioè meno dell'inflazionenel biennio!) La Cgil si vantapoi di aver “ottenuto il pas-saggio da 93 a 101 euro e lenuove decorrenze degli au-menti con il riconoscimentodegli arretrati”. In praticahanno accettato di fare slitta-re di un altro mese la decor-renza del contratto (da gen-naio a febbraio 2007) e con isoldi risparmiati (93 euro) fi-nanziare gli 8 euro in più diaumento. Il gioco delle tre carte!b) Perdita quindi di 13 mesi dicontratto (per il 2006 verrà ri-conosciuta solo “l’indennità divacanza contrattuale" di cui sisono ricordati solo ora che so-no migliaia i ricorsi che abbia-mo presentato nei Tribunali ditutta Italia) con aumenti chedecorreranno solo dal 1° feb-braio 2007. Quindi per 13mesi (dall’1° gennaio 2006 al31 gennaio 2007) circa 130euro di indennità al posto di1.300 di arretrati che ci spet-terebbero per lo stesso perio-do, ognuno di noi regala cosìoltre 1.000 euro ... e poi c’èchi non sciopera perché sa-

rebbe troppo costoso ...c) Quindi pretendono di farcicredere che non sarebbe pos-sibile trovare risorse per uncontratto decente perché ilprecedente governo non leavrebbe stanziate nella finan-ziaria 2005 e "oggi è impossi-bile recuperarli retroattiva-mente"? Senza però spiegarciperché la finanziaria per il2007 (contro cui noi abbiamoscioperato e loro concertato)non avrebbe potuto farlo. Eallora gli stanziamenti che do-vranno essere previsti con lafinanziaria 2008 varranno peril prossimo anno? Ma il bien-nio economico non si conclu-de il 31/12/2007? E come maiper “onorare contratti già sot-toscritti” in precedenza è sta-to possibile a questo Governoe Parlamento nell'ultima fi-nanziaria aumentare le spesemilitari (diminuendo quellesociali)? Evidentemente laScuola è un affare secondariorispetto alle armi.d) Infine confermano di averfirmato l'accordo per la trien-nalizzazione “sperimentale”del contratto, ma esso dovràessere ratificato entro il 31 di-cembre 2007 e, udite, udite,non passerà senza "mandatovincolante, verificato con i la-voratori sia prima sia dopo ilconfronto" ... come è statoper la piattaforma del contrat-to portata nelle scuole con so-

lo 16 mesi di ritardo e dopoaver già firmato l'accordo del6 aprile?Si tornerà, così, ai vecchi con-tratti triennali degli anni ’80? Ma con una non piccola diffe-renza per i lavoratori vistoche allora avevamo la scalamobile con cui si copriva inte-gralmente l’inflazione effetti-va e le risorse dei contrattiandavano oltre gli aumentidella cosiddetta contingenza. Avremo quindi anche la nuovascala mobile sperimentale?Questo l’accordo non lo dice epensiamo che tale argomentonon sia nemmeno nei pensie-ri dei firmatari di questa en-nesima vergogna.Infine, c’è da aggiungere cheanche Snals e Gilda, “pur nonpienamente soddisfatte” (...ah, ah, ah) si sono pronta-mente sedute al tavolo delletrattative con l'Aran, dopoaver revocato le loro iniziativedi protesta.Lo Snals affermando che “ri-tiene accettabile l’aumentomedio di 101 euro mensili condecorrenza febbraio 2007” ela Gilda attribuendosi lo“sblocco delle trattative per ilrinnovo del contratto nazio-nale della scuola” ... “ottenu-to grazie alle pressioni eserci-tate sul Governo con le inizia-tive di mobilitazione predispo-ste” (!?!) ma - udite, udite -”la Gilda degli Insegnanti si ri-

serva di chiamare i colleghialla mobilitazione sin dall’ini-zio del prossimo anno scola-stico”, ma intanto si “concer-ta”.Di fronte a questa farsa forseabbiamo capito perché a noiCobas non consentono disvolgere assemblee con lavo-ratori e lavoratrici nei luoghidi lavoro, siamo sicuri che lofanno per salvaguardare le la-voratrici ed i lavoratori (evi-dentemente incapaci di inten-dere e di volere senza Cgil-Cisl-Uil) dalla nostra disinfor-mazione.Comunque dopo tanti procla-mi di lotta dura, i sindacatiamici del governo, che giànon avevano aperto boccacontro la Finanziaria 2007 chenegava ogni serio investimen-to per il contratto (a fronte deinostri 3 scioperi dell’interagiornata del 17 novembre, 7dicembre e 11 maggio), han-no sottoscritto l'osceno accor-do e revocato per l’ennesimavolta le mobilitazioni tantostrombazzate. A noi non resta che continua-re con coerenza a battercicontro questa maxi-truffa checi impoverisce sempre più,per ottenere un vero contrat-to che riconosca il ruolo im-prenscindibile della scuolapubblica e di coloro che lafanno funzionare in una socie-tà che si ritiene moderna.

2 COBAS 36 - settembre/ottobre 2007d a l l a p r i m a

conflitto tra i portatori impe-rialisti della guerra perma-nente e i popoli che la sub-iscono; i conflitti indotti dallavolontà di dominio sulle men-ti e sui comportamenti dellegerarchie religiose e degli in-tegralismi (qui da noi delVaticano in primis) ecc.Di conseguenza, tra coloroche si oppongono all’esistentein tutti questi settori e che siorganizzano a partire da unvero radicamento sociale, bi-sogna trovare forme di colla-borazione permanente setto-riale o generale. È quello cheabbiamo fatto e che continue-remo a fare, ottenendo suc-cessi rilevanti come nella ma-nifestazione nazionale controla precarizzazione del 4 no-vembre 2006 o come in quel-la contro Bush e Prodi del 9giugno 2007, quando abbia-mo letteralmente umiliato ipartiti della “sinistra radicale”che avevano provato a con-trapporsi sulla base di una in-sostenibile piattaforma chepretendeva di contestareBush salvando le politiche mi-litariste del governo.Questo ingigantito spazio po-litico ci impone ulteriori com-piti ed un allargamento delraggio di azione dellaConfederazione Cobas, nei ri-guardi non solo del lavoro di-pendente “classico” e di quel-lo precario, ma anche verso levarie forme di organizzazionee di opposizione dei settorigiovanili, degli studenti e dei

pensionati; verso chi si orga-nizza sul territorio all’internodel conflitto tra Capitale eambiente, contro la devasta-zione ambientale, per la dife-sa dei beni comuni; e ancheverso la lotta per i diritti civili,contro lo strapotere delVaticano, per la libertà di scel-ta sessuale, morale e di vita.In questi ambiti dobbiamo fa-re scelte organizzative inno-vative, sia al nostro internosia nell’articolazione delle al-leanze. Va soprattutto tenutoconto che il processo di autor-ganizzazione sta investendoanche territori nuovi e che, difronte alla debacle della sini-stra governativa, molti settori(dal No Dal Molin alla No-Tav,dal Patto di Mutuo soccorso fi-no alle decine e decine di NOorganizzati nei vari ambiti ter-ritoriali, che coinvolgono ora-mai centinaia di comitati bensaldi sui propri terreni) stannorealizzando nei fatti, a volteinconsapevolmente, quellaunificazione della lotta politi-ca, sindacale, sociale e cultu-rale che è la nostra cifra fon-dativa. E stanno non solomettendo con i piedi per terrala “politica”, restituendo adessa il suo valore più profon-do rispetto al terrificante cli-ma consociativo, corrotto,mafioso e autoreferenzialedella “politica politicante”, mastanno via via maturando laconvinzione che molti dei par-titi esistenti, soprattutto quel-lo di certa “sinistra”, non ab-biano più né la legittimità néle radici sociali per pretenderedi rappresentare tutti, le forzesociali, sindacali e culturali sulterreno politico generale eistituzionale - elettorale.

Il quadropoliticosegue dalla prima pagina

Contrattovo’ cercandosegue dalla prima pagina

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COBAS 36 - settembre/ottobre 2007 P r e c a r i a t o 3

Il nuovo Regolamento per lesupplenze (Dm 13/6/2007)ripropone all’attenzione ditutti i docenti l’arroganza diun ministro che dispone e dis-fa (o fa disfare) quanto giàstabilito.1) È il caso delle ore di inse-gnamento pari o inferiori a 6ore settimanali che non con-corrono a costituire cattedre oposti orario e che vengono at-tribuiti, con il consenso degliinteressati, a docenti titolariin servizio nella scuola, inpossesso di specifica abilita-zione, come ore aggiuntiveoltre l’orario d’obbligo, fino adun massimo di 24 ore setti-manali. Insomma gli spezzonivengono distribuiti in primabattuta ai docenti di ruolo (iquali non stanno brillandocerto per solidarietà nei con-fronti dei precari), e a loroviene data anche la possibilitàdi sostituire docenti assentitemporaneamente al posto dinominare supplenti esterni.Vista la penuria di risorse pre-viste per le supplenze inFinanziaria, non ci vorrà mol-to perché le pressioni dei diri-genti diventino veri e propriricatti nei confronti dei docen-ti, scatenando così un’ulterio-re guerra tra poveri.2) L’inutile riduzione del nu-mero di istituzioni scolastichepresso le quali presentare ledomande di supplenza. Comese non bastasse si istituisceuna graduatoria bis nellascuola dell’infanzia e primariaper coloro che danno disponi-bilità per supplenze brevi finoa 10 giorni “con particolari eceleri modalità di interpello epresa di servizio”, in questocaso si darà luogo “allo scorri-mento prioritario assolutodella graduatoria nei riguardidei soli aspiranti di prima, se-conda e terza fascia che han-no fornito tale disponibilità”.3).Ma non finisce qui. Gli alle-gati al regolamento sono in-fatti indicativi di un cambia-mento in atto nella scuola.Così dimostrano: a) l’introdu-zione di un livello di riconosci-mento “meritocratico” (0,50punti) non solo per l’attività diinsegnamento non curricola-re, ma anche presso ammini-strazioni statali, corsi pressoenti pubblici o da questi ultimiautorizzati e controllati; b)l’estensione dei contratti di la-voro atipici allo stesso inse-gnamento. Infatti “i serviziprestati con contratti atipicinelle scuole non statali per in-segnamenti curriculari sonovalutati secondo i criteri pre-visti per i contratti di lavorodipendente … I servizi presta-ti con contratti di lavoro atipi-ci per gli insegnamenti noncurriculari, riconducibili all’a-rea dell’offerta formativa, so-

no valutati per i giorni di ef-fettiva prestazione”.Queste risoluzioni che oravengono adottate per i preca-ri, non sono, ovviamente, lon-tane da quelle che potrannoessere introdotte anche neiprossimi rinnovi contrattualiper tutti, in direzione di quel-la differenziazione stipendialee ulteriore divisione catego-riale di cui si sente parlare dapiù parti.Ora vediamo cosa prevedeoperativamente il Decreto.Supplenze conferitedai dirigenti scolasticiNel Decreto si fa riferimentoal conferimento delle sup-plenze annuali o temporaneesia attraverso le graduatoriead esaurimento sia tramite legraduatorie di circolo e di isti-tuto. I dirigenti scolastici pos-sono conferire supplenze an-nuali e supplenze fino al ter-mine delle attività didattichesu posti che non sia statopossibile ricoprire con perso-nale incluso nelle graduatoriead esaurimento, supplenzeper la sostituzione del perso-nale temporaneamente as-sente e supplenze per la co-pertura di posti resisi disponi-bili dopo il 31 dicembre.Le tre fasce delle graduatoriePer ogni classe di insegna-mento viene costituita unagraduatoria distinta in tre fa-sce (da utilizzare nell’ordine aifini del conferimento dellesupplenze): • la prima fascia comprendegli aspiranti inseriti nelle gra-duatoria provinciali ad esauri-mento. Questa prima fasciasarà quindi divisa in tre partinelle quali saranno inseriti idocenti inclusi nella prima,seconda e terza fascia dellegraduatorie a esaurimento,con lo stesso punteggio giàattribuito dall'Ufficio scolasti-co provinciale.• la seconda fascia compren-de gli aspiranti non inseritinelle graduatorie ad esauri-mento, ma che sono forniti dispecifica abilitazione o di spe-cifica idoneità a concorso cui èriferita la graduatoria di circo-lo e di istituto. In questo casoil punteggio è assegnato dallaIstituzione Scolastica che ge-stirà la domanda (secondo latabella di valutazione titoli perle graduatorie ad esaurimentodi III fascia) e varrà per tuttele graduatorie d'istituto dellealtre scuole richieste. • la terza fascia comprendegli aspiranti in possesso delsolo titolo di studio valido perl’accesso all’insegnamento ri-chiesto, graduati secondo latabella di valutazione dei tito-li, allegata al Regolamento. Ilpunteggio attribuito dallaIstituzione scolastica che ge-

stirà la domanda varrà pertutte le graduatorie d'istitutodelle altre scuole richieste.Sanzioni• la rinuncia ad una propostacontrattuale o alla sua proro-ga o conferma ripetuta perdue volte nella medesimascuola comporta, solo per gliaspiranti totalmente inoccu-pati al momento dell’offerta disupplenza, la collocazione incoda alla relativa graduatoriadi terza fascia.• la mancata assunzione inservizio dopo l’accettazionecomporta la perdita della pos-sibilità di conseguire supplen-ze per il medesimo insegna-mento in tutte le scuole in cuisi è inclusi nelle relative gra-duatorie.• l’abbandono del serviziocomporta la perdita della pos-sibilità di conseguire supplen-ze, conferite sulla base dellegraduatorie di circolo e di isti-tuto, per tutte le graduatoried’insegnamento.Supplenze fino a10 giorni nella scuola dell’infanzia e primaria• È obbligatoria l'indicazionenella domanda del numero dicellulare o, in mancanza, deltelefono fisso dove essere re-peribili per l’eventuale convo-cazione (per le supplenze su-periori a 30 giorni rimane ob-bligatoria la convocazione tra-mite telegramma).• In base alle preferenzeespresse all'interno delModello B (scelta delleIstituzioni Scolastiche per legraduatorie d'istituto) relati-vamente alla possibilità difruire della priorità per le sup-plenze brevi fino a 10 giorni,viene stilato in ciascuna scuo-la un elenco specifico, gra-duato nelle tre fasce.• Le supplenze fino a 10 gior-ni si assegnano prioritaria-mente scorrendo il suddettoelenco. Nel caso di prosecu-zione dell'assenza del titolare,si attiverà la proroga o la con-ferma del supplente assuntocon il criterio della priorità so-lo se il periodo di ulteriore as-senza non è superiore a 10giorni, mentre si procederàall'attribuzione della supplen-za scorrendo gli elenchi dellenormali graduatorie di istitutose il nuovo periodo d'assenzaeccede il limite di 10 giorni.• Per i docenti inseriti nell'e-lenco delle supplenze brevi fi-no a 10 giorni, la mancata ac-cettazione di una proposta diassunzione di una supplenzadi tale tipologia comporta lacancellazione, relativamentealla scuola interessata, dalsuddetto elenco di priorità. Lasanzione si applica solo se ildocente al momento dellaproposta risulta totalmenteinoccupato.

Il Decreto Ministeriale firmato da Fioroni che immette in ruolo50.000 docenti precari/e e 10.000 ATA, non suscita in noi nes-sun giubilo, anzi.Preoccupante ci sembra infatti il dato in base al quale, a frontedei circa 160.000 docenti precari/e occupati/e e 90.000 unità dipersonale Ata impiegato a tempo determinato, solo 76.000 sia-no i posti dichiarati disponibili e 60.000 gli immessi in ruolo.In realtà continua la finzione dei posti in organico di diritto e diquelli in organico di fatto: si riducono cioè sempre più i posti inorganico , poi, visto che comunque non se ne può fare a meno,in un secondo tempo, si aggiungono, per così dire, dei posti inun organico di 'fatto' che è utilizzato per le supplenze, ma nonper le immissioni in ruolo.Non siamo neppure al semplice ricambio del turn-over, visto chei pensionamenti sono maggiori delle immissioni in ruolo.Quanto prospettato dalla Finanziaria altro non è se non quelloche si sta realizzando, una miseria in rapporto al numero com-plessivo dei precari che rimangono fuori, alla perdita dei postiderivante dalla Finanziaria stessa (almeno 55.000 posti in me-no per quest'anno scolastico), alla fuga verso la pensione daparte del personale che teme gli effetti scellerati della riformapensionistica, alle nefaste conseguenze dei tagli ai fondi con cuipagare le supplenze, che sta già producendo i suoi effetti.I Dirigenti, in realtà si dichiarano sin da ora non disponibili achiamare personale precario e stanno mettendo in essere tuttele opportune strategie per non utilizzare tale personale (dichia-razioni di riduzione dell'unità oraria di lezione, da 60 minuti a 50minuti, con recupero forzato per le supplenze; utilizzazione de-gli insegnanti in co-presenza come supplenti; assegnazioned'ufficio o sotto ricatto di spezzoni ai docenti di ruolo).Come dire: ti immetto in ruolo quanto serve appena appena acoprire i pensionamenti (e neppure), ma ti taglio i fondi perchiamare i supplenti e aumento surrettiziamente l'orario delpersonale di ruolo, facendo passare che gli aumenti contrattua-li ci saranno solo per i più “meritevoli” (quelli che accettano l'au-mento d'orario).Il risparmio è assicurato, sempre ai danni dei precari/e: nulla dinuovo sotto il sole.

Scuola ancorapiù precariaAssunzioni inferioriai pensionamenti

Regolamento perle supplenzeLe principali novitàper le graduatorie d’istituto

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4 COBAS 35 - settembre/ottobre 2007R i f o r m e

di Gabriele Attilio Turci

Durante la fase della campa-gna elettorale che precedettele elezioni del 2006, fu svilup-pata la teoria del “cacciavite”in base alla quale si sostene-va una teoria che a non pochi,nella scuola, apparve quanto-meno bizzarra: la riformaMoratti non si abolisce ma sene smonteranno gli aspetticontrastanti con le linee diprogramma.Come s’è poi visto questateoria è stata applicata a tut-to il programma di governocol risultato che non una del-le linee politiche precedenti èstata in verità ribaltata, anzi,basterebbe pensare alla leggesulle intercettazioni, dove si èpersino arrivati a proporrel’introduzione di una legisla-zione sul diritto di stampa ed’informazione (che sta susci-tando l’orrore e l’indignazionenella stampa straniera) paripari ricalcata su quella che ilgoverno Berlusconi non erariuscito a fare. Questa pre-messa è senz’altro una pre-messa politica, può esserecondivisa o no, ma è indub-bio, a parere di chi scrive cheo si parte da questo tipo d’a-nalisi o non si riesce a capireperché questa compagine go-vernativa non riesca a propor-re mai nulla di autenticamen-te differente da quanto il go-verno precedente ha realizza-to negli impianti istituzionali enelle linee-guida ispiratrici.Queste stesse nuoveIndicazioni che avrebbero do-vuto costituire il salto di qua-lità della scuola ed essere lagrande operazione di caccia-vite utile a smontare le con-traddizioni e le ruvidità dellariforma Moratti, mostrano,

quanto a metodo e a tessutoideologico, una distanza cosìminima che ormai più che l’in-dignazione cresce lo scora-mento.Questo non significa che, sulpiano generale, su quello dialcune affermazioni di princi-pio non si possa anche ragio-nevolmente convenire.Tutta la parte che sostiene lapreoccupazione di una scuolaaperta alle diverse culture esoggettività non è certo dis-prezzabile, il problema è chequesta volontà si scontra poicon indicazioni che, come ve-dremo, si muovono su un pia-no contraddittorio.Ma andiamo con ordine o pro-viamo, pagina per pagina acapire cosa non va.Già nella premessa, titolata:Cultura Scuola Persona, tro-viamo un'affermazione scon-certante: “L’obiettivo dellascuola· è quello di formaresaldamente ogni persona· af-finché possa affrontare positi-vamente l’incertezza e la mu-tevolezza degli scenari socialie professionali, presenti e fu-turi”. Questa affermazione èsingolare. Essa conferma latotale accettazione dello sta-tus quo da parte della classedirigente e dei suoi chierici. Aparte il fatto che non si riusci-rà mai a capire come intenda-no collocare in questo quadrodi precarietà chi svolge pro-fessioni come quella di medi-co o giudice o docente e altresimilari, ma è indubbio che lavisione del futuro di costoro èassolutamente schiacciata suun presente che trova ragionie responsabilità nella sua du-ra ingiustizia.Dire che la scuola debba co-struire soggetti atti a soprav-vivere nell’ingiustizia è un po’

poco, forse dovrebbe attrez-zarli a superare quest’ingiu-stizia. E, in ogni modo, lascuola non può definirsi comeancella di un sistema malato,dovrà piuttosto trovare i modie i tempi per sorreggere lepersone in questa fase di pas-saggio epocale dove, i mutatirapporti di forza, stanno ride-finendo gli spazi non solo con-trattuali del vivere civile.È tuttavia importante questaaffermazione che rinveniamogià nella prima pagina, poichéessa fornisce una chiave in-terpretativa di non poco con-to e soprattutto dice da cheparte stanno non solo e tantogli estensori, i chierici come liabbiamo definiti, ma anchechi se ne assume politicamen-te la responsabilità.Ovviamente due righe più inlà ecco la prima contraddizio-ne: dire che la scuola è “chia-mata a realizzare percorsi for-mativi sempre più rispondentialle inclinazioni personali ...”fa letteralmente a pugni conla visione di basso darwini-smo sociale appena espressadue righe più sopra.Ma andiamo avanti: nella par-te dedicata alla definizione di“un nuovo umanesimo” si rin-tracciano, pur se in tono mi-nore, le volontà di smontarel’impronta assolutamente ro-manocentrica che era nelleIndicazioni morattiane, eppu-re pur se il richiamo alle radi-ci giudaico - cristiane è affie-volito, esso è presente.Non sono, infatti, significativetanto le cose dette, quantoquelle non dette e la liquida-zione frettolosa della fase illu-minista a fronte di una sotto-lineatura della civiltà greco-romana e della successiva cri-stianità, sono elementi che ri-

mangono ancora nel solco diun a linea già tracciata dallariforma morattiana.Interessante sembra esserela parte che riguarda l’orga-nizzazione del curricolo. Quisembrerebbe scomparire de-finitivamente l’ambito dellaformazione religiosa, ma co-me si vedrà esso invece riap-pare carsicamente qua e là ecomunque ad una sua pre-sunta scomparsa si opponetutta l’azione legislativa diquesto governo e di questoministro che sono, semmai,proprio nel solco di dare ruoloe rilievo a questa disciplinache trova spazio nella scuolaitaliana solo a seguito degliaccordi concordatari.Irrisolti sembrano, invece, al-cuni nodi della valutazione, inquanto non si comprende sesi intende riprendere il siste-ma delle valutazioni con pro-ve standardizzate, il sistemadi esami o altro ancora.Riguardo la scuola dell’infan-zia le nuove indicazioni ci ri-cordano, e questa sottolinea-tura storica è un valore politi-co, come questo tipo di espe-rienza scolastica muova daambiti comunali localistici opersino parrocchiali. Si ribadi-sce il valore della sussidiarie-tà e del sistema integrato stu-pisce solo che, visto l’afflatodi integrarsi con altre culture,che non ci si spinga a sperareanche negli asili gestiti dalleMadras, ma è evidente chequesta non sarà una boutadema una realtà che vedremopresto richiedere il suo logicoinserimento in questo sistemaintegrato fra pubblico e priva-to, fra strutture laiche e con-fessionali.Troviamo conferma di ciò nel-le pagine della scuola dell’in-

fanzia che riflettono sui “cam-pi di esperienza” dove ampiorisalto viene dato al problemadel porsi domande sull’esi-stenza propria e dei propri ca-ri e, di più, sull’esistenza didio.Come sa chi mastichi ancheun poco di pedagogia e di psi-cologia, siamo qui in un cam-po parecchio opinabile e que-ste affermazioni così scontatesono piuttosto sconcertanti.Diverso sarebbe stato affer-mare che questa è l’età dovel’ambito di riferimento è piut-tosto quello genitoriale equindi più forte è una adesivi-tà a valori che sono introietta-ti in modo parziale, superfi-ciale e non come libera ade-sione consapevole.Qualcuno ricorderà che pro-prio l’introduzione della for-mazione religiosa nella scuoladell’nfanzia suscitò, a suotempo, l’allarme di chi (edu-catori e psicologi) vedeva lesoun percorso che a questa etàdifficilmente conosce bisognie problematiche rapportabili auno sviluppo più avanzatodella persona. Anche qui, tut-tavia, nulla di nuovo.Con la scuola primaria e quel-la secondaria di primo grado,si aprono le prospettive e leindicazioni sulle aree discipli-nari. Qui le cose sono vera-mente curiose: probabilmen-te il testo è stato redatto a piùmani così l’area logico-mate-matica riceve una somma diindicazioni minuziose, al limi-te della pedanteria, cosa chenon è rintracciabile nell’arealinguistica o in quella storicao, ancor di più in quella scien-tifica. Mistero! Tuttavia nell’impianto genera-le è rintracciabile una sostan-ziale continuità con le prece-denti indicazioni sia quanto alivello di competenze che diproposte didattiche.Il curricolo di storia rimane in-variato e si mantiene la sceltadi partire dalla storia anticache si intende analizzata nelladue ultime classi della scuolaprimaria per poi terminarecon la storia contemporaneaal termine della terza classedella scuola secondaria di pri-mo grado.Si concede, è pur vero, di at-trezzare percorsi didattici chemuovano dal presente e pro-ducano l’introduzione dellaformazione di un metodo diricerca, ma poi, sostanzial-mente non ci si distacca daquanto era presente nelle in-dicazioni morattiane.Così i bambini di classi mul-tietniche della scuola primariadovranno ancora una volta,salvo che i docenti non faccia-no loro strade diverse, accon-tentarsi della storia analizzatasecondo il punto di vista giu-daico - cristiano e studiare lageografia della sola Italia.Chi ritiene che la scuola pri-maria abbia, invece, un’otticamultipolare, dovrà arrangiar-si. Beninteso, chi scrive, nonritiene che nella scuola prima-ria si debba studiare storia egeografia come ai licei, tutta-via occorrerebbe avere il co-raggio di maggiori aperture,di incursioni in campi soventedettati, appunto, dalla pre-senza dei bambini stessi nelle

Un cacciavite spuntatoConsiderazioni sulla bozza per le Indicazioniper il Curricolo

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di Massimo Montella

È un destino infausto quellodell’istruzione professionale inItalia, sempre in bilico traistanze innovative-liceizzantie derive dequalificanti.Purtroppo, dalla seconda me-tà degli anni ’90, assistiamoad un suo irreversibile pro-cesso di immiserimento, finoai colpi mortali inferti dagli ul-timi governi di centro destra ecentro sinistra. Tentiamo, attraverso un sin-tetico excursus degli ultimi 15anni, di capire le mutazionima soprattutto gli orienta-menti ideologici che hannopermeato la storia dell’istru-zione Professionale del nostroPaese.Giugno 1992: il ministro dellapubblica istruzione Misasi di-chiara che l’istruzione profes-sionale inaugura una nuovafase. Il progetto ’92 entra aregime in tutti gli 804 istitutidistribuiti sul territorio e inte-resserà più di 500 mila stu-denti! Pur con evidenti limiti,il progetto ha avuto nella suafase germinale, un discretocarattere rigenerante perl’Istruzione Professionale: unventaglio di discipline alta-mente formative al biennio,quali matematica e informati-ca, diritto ed economia, edu-cazione ambientale e scienzenaturali, le lingue straniere findal primo anno del corso distudio, il potenziamento delleore curricolari con le cosiddet-te ore obbligatorie di appro-fondimento. In buona sostan-za, l’istruzione professionale,introiettando i principi peda-gogici del progetto Brocca,usciva da una situazione diancillarità per porsi a pieno ti-tolo su di un piano di equipol-lenza formativa rispetto a tut-ti gli altri ordini di scuola.Febbraio 2000: il ministroBerlinguer, con la legge qua-dro n. 30 (numero malefico)

di riordino dei cicli, crea lecondizioni per lo svilimentodell’Istruzione Professionale.Tale riordino sancisce la ridu-zione del tempo scuola (da 13a 12 anni), la cancellazionedella scuola media e la prese-lezione dei percorsi formatividegli studenti attraverso unorientamento precoce. In pra-tica, il ministro getta le basiper la regionalizzazionedell’Istruzione Professionale,in quanto l’art. 4, comma 4della suddetta legge prevedel’assolvimento dell’obbligoscolastico all’interno deiCentri di formazione profes-sionale. Nello stesso lasso ditempo si vanno moltiplicandole indagini della magistraturasui casi di “malaformazione”.È bene ricordare che le regio-ne gestiscono direttamentenon più del 10% della forma-zione mentre il restante 90%viene subappaltato ad entiprivati convenzionati (istitutireligiosi, sindacati concertativiecc.). Nonostante le dimissio-ni del ministro, conseguentialla sconfitta sul concorsaccio,va tuttavia prefigurandosi l’a-berrante filosofia morattiana,quella della scomposizione del“sapere” fondante in “saperiminimi”, parcellizzati, tutti fi-nalizzati all’addestramentoprecoce.Ottobre 2000: il governoAmato (centro-sinistra) modifi-ca il titolo V della Costituzione.Con l’art.117 lo Stato affidacompletamente alle Regioni lapotestà legislativa relativaall’Istruzione e FormazioneProfessionale.Ottobre 2005: il decreto le-gislativo sul secondo ciclo delsistema educativo di istruzio-ne e Formazione del ministroMoratti sancisce una netta se-parazione tra istruzione scola-stica e istruzione e formazio-ne professionale. Il titolo distudio conseguito in quest’ul-tima (ridotta a soli 4 anni)

non dà accesso nemmeno al-le lauree triennali mentre l’as-solvimento del diritto-dovereall’istruzione può essereespletato nell’apprendistato aisensi del decreto 276/2003applicativo della legge 30(sic!), la famigerata “Biagi”.La scuola si fa impresa, l’im-presa diventa scuola.Luglio 2006: arriva il cacciavi-te del ministro Fioroni che,con la legge 228/2006, so-spende alcune norme oscenedella riforma precedente (tu-tor, portfolio), ne cancella del-le altre (gli otto licei, mobilitàdocenti, esperti esterni), macon un colpo di mano, il 25gennaio di quest’anno pre-senta un disegno di legge cheha come obiettivo la “unifica-zione” degli Istituti Tecnici edei Professionali. Il “riordino”passa attraverso la riduzionedegli attuali indirizzi e il loroammodernamento nell’ambi-to di ampi settori tecnico-pro-fessionali. Una riduzione dra-stica del monte ore comples-sivo, con conseguente perditadi personale, a prescinderedal taglio delle quattro oresettimanali alle prime classidei professionali, previsti dal-la legge finanziaria 2007. Tral’altro va ricordato che i do-centi con ore “tagliate” saran-no impiegati nella sostituzio-ne dei colleghi assenti. Il sud-detto disegno di legge preve-de il nefasto connubio dell’i-struzione con il mondo clien-telare dell’addestramento almestiere rappresentato dallaFormazione Professionale; larealizzazione di raccordi tra ipercorsi degli Istituti Tecnico-Professionali e i percorsi diIstruzione e FormazioneProfessionale. A questo puntoci chiediamo che senso abbial’obbligo scolastico fino a 16anni se si propina un connu-bio di tal senso e nel contem-po si mantengono in vita ipercorsi sperimentali di

Istruzione e FormazioneProfessionale? Tutto ciò pareun ennesimo sistema duale“camuffato” che introduceinevitabilmente una netta se-parazione tra studenti, prefi-gurando percorsi scolastici eformativi diversi. Il tutto poi,va iscritto nella frammenta-zione regionalistica del siste-ma scolastico (Autonomia,modifica titolo V dellaCostituzione, DLgs 276/2003)che inevitabilmente produceuna parcellizzazione del no-stro sistemo scolastico. È opportuno, dunque, conti-nuare la battaglia contro l’e-segesi autonomistica del mi-nistro Fioroni e le logichecompatibiliste del vicemini-stro Bastico, rivendicando lacentralità dell’istruzione pro-fessionale, il suo valore for-mativo e l’obbligo scolasticofino a 18 anni. Si deve passa-re alla formazione professio-nale solo e soltanto dopo laconclusione del percorso sco-lastico, ridando carattere diterminalità e valore al titolo distudio conseguito in tale per-corso scolastico.Bisogna lottare perché nonvadano disperse esperienze,risorse e competenze matura-te dagli Istituti Professionali,né la rete di rapporti che gliistituti sono riusciti a realizza-re con l’impegno degli opera-tori scolastici e con l’ausiliodegli enti pubblici.Ricordiamo che gli IstitutiProfessionale rappresentano il25% del totale delle scuolesuperiori, mentre la formazio-ne regionale registra un calodi iscritti di alunni che sonopassati in 7 anni (1991-1998)da 190000 a 95000 (“Sole24 ore” giugno 2001).Va in definitiva salvaguardatal’Istruzione Professionale sta-tale da qualsiasi tentazioned’immiserimento e smembra-mento in nome della sedicen-te e nefasta autonomia!

COBAS 36 - settembre/ottobre 2007 R i f o r m e 5

Il declino deiprofessionaliDal progetto 92 alla dequalificazione fiorattiana

classi. L’assoluta mancanza diogni riferimento all’islam, ilcui contributo alla nascita del-la formazione scientifica euro-pea in epoca medioevale èoggi indiscusso, è altra assen-za che è incomprensibile sal-vo, appunto, non ritenerlanell’ambito di una voluta con-tinuità con le indicazioni pre-cedenti.In un quadro dove scarse egeneriche sono le indicazionididattiche sulla storia, vedereche è sottolineata la proble-matica della datazione secon-do il sistema occidentale (sen-za indicare, almeno, la corre-lazione con altri e il suo intrin-seco aspetto di convenzionali-tà) la dice lunga su quali sia-no le preoccupazioni reali chestanno dietro.Del resto queste pruriginositàclericali sono presenti anchealtrove.Con le precedenti indicazionis’ebbe la grave e sconcertan-te discussione in seguito al-l’oggettivo espurgo dell’evolu-zionismo nella scuola italiana.Ebbene questa parola, cometale, non è usata neppure unavolta nel testo, né vi sono evi-denti riferimenti espliciti.Per la scuola primaria poi il si-lenzio è assordante, solo perla scuola secondaria di primogrado, proprio così come ave-va affermato Bertagna, siapre una parentesi e nella se-zione dedicata alla biologiaecco apparire la frase: “com-parare le idee di storia natu-rale ed umana”. È evidenteche si è voluta lasciare apertala strada al creazionismo o,quantomeno a quella del “di-segno intelligente”. Come la-voro di cacciavite non c’è pro-prio male! Qui viti e bullonisembrano, infatti, piuttostoben serrati, senza l’arrogantesicumera delle Indicazioniprecedenti e con in più, l’ama-bile leggerezza del buonismode no’ altri.Ma non é finita; scompare, in-fatti, la formazione informati-ca, certamente confusa, so-vente, con l’insegnare ai bam-bini ad utilizzare Word e pocopiù, ma non appare più comedisciplina a sé stante.Scomparirà anche dalle valu-tazioni nelle schede? La sceltasembra essere quella di rele-garla ad una funzione tecno-logica, perdendo di vista icontenuti strutturali di unaformazione rigorosa qualequella dei sistemi di program-mazione.Insomma se qualcuno pensa-va che ci sarebbe stato ilgrande balzo, rimarrà proba-bilmente deluso. Chi, invece,riponeva scarsa o nulla fiducianella politica del cacciavite,troverà conferma alle proprieintuizioni, in entrambi i casiabbiamo perso tutti.Infine la chicca finale, già an-che da altri denunciata: peressere applicate, queste nuo-ve Indicazioni vedranno unperiodo di studio di circa dueanni, intanto Moratti regna.Mirabile disegno questo di chinon ha visto, evidentemente,nessun pericolo nella riformaprecedente ed anzi ha impo-stato tutta la sua politica nelsegno della più coerente con-tinuità.

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di Rino Capasso

Nei primi mesi dopo l’insedia-mento il Ministro Fioroni ave-va lanciato la cosiddetta“strategia del cacciavite”,cioè, a suo dire, smontarepezzo per pezzo la RiformaMoratti con una serie di mi-cro-interventi normativi mira-ti sui punti cardine e costruiregradualmente una “nuova”politica scolastica, senza unanuova macro-riforma.L’estate 2006 è stata caratte-rizzata da una serie di inter-venti, per lo più di tipo con-trattuale o amministrativo,che sospendevano la Riformasui punti caldi della contesta-zione: tutor, ricorso ad esper-ti esterni per attività currico-lari, obbligo di permanenzaper il biennio e anticipo nellascuola dell’infanzia (sostituitopoi dalle “sezioni primave-ra”); conferma del tempo pie-no, sospensione dell’obbliga-torietà del portfolio e dei testInvalsi; rinvio legislativo del-l’entrata in vigore del decretosulle superiori. Avevamo rile-vato che di per sé gli atti am-ministrativi o le sequenzecontrattuali non possonoabrogare o derogare attiaventi forza di legge: il segui-to dimostrerà che non si trat-tava di un rilievo solo forma-le. Infatti, analizzando unitaria-mente i vari micro-interventisi può concludere che siamoin presenza di una fortissimacontinuità tra la politica scola-

stica della Moratti e quella diFioroni, che la strategia delcacciavite è servita più perstringere che per smontare,che solo su alcuni punti vi èstata una correzione di rotta,mentre la filosofia complessi-va è rimasta la stessa. Certo la tattica è molto piùdemocristiana: spegnere ibollori della contestazione conle sospensioni (che non intac-cano le leggi) e disperdere lacontinuazione della riforma inuna serie di provvedimentidisparati che ne offuscano ilsenso complessivo. In realtà,oggi si può parlare a ragionedi “Riforma Moratti-Fioroni” eaggiornare le nostre paroled’ordine con la richiesta del-l’abrogazione, appunto, della“Riforma Moratti–Fioroni”.Il primo e fondamentale tas-sello in questa direzione ècontenuto nel decreto- leggemille proroghe convertito inLegge n. 228 del 12.7.06 che,tra l’altro, ha prorogato di 18mesi la possibilità del governodi modificare 4 dei 6 decretilegislativi della RiformaMoratti. Le modifiche dei de-creti sulle superiori, sull’alter-nanza scuola-lavoro, sul dirit-to-dovere e sulla formazionedei docenti dovranno avveni-re, però, nel rispetto dei prin-cipi della legge delega, che èappunto la Riforma Moratti. Idecreti sul primo ciclo – ivicompreso il tutor, il portfolio el’abrogazione del tempo pieno- e sull’Invalsi resteranno cosìcome sono!

L’InvalsiL’Invalsi è stato modificato daalcuni commi della LeggeFinanziaria 2007, riguardantisolo la composizione degli or-gani direttivi, senza peraltrorimettere in discussione la lo-ro mancanza di autonomia ela sostanziale dipendenza dalgoverno. Restano ferme lefunzioni dell’Invalsi (la valuta-zione del sistema nazionale diistruzione, con l’avvio dellasperimentazione mediantescuole campione), con i rela-tivi effetti, in particolare unafortissima standardizzazionedei contenuti e della didattica.Infatti, se un docente ha scel-to di non svolgere un deter-minato argomento, o di dargliun taglio particolare, non in li-nea con le richieste dei testInvalsi, di fronte ai risultatinegativi ai test, l’anno suc-cessivo adatterà la sua pro-grammazione in funzione deitest, sacrificando le esigenzespecifiche degli studenti cheha davanti e le sue stesseconvinzioni didattiche o teori-che. La frantumazione del si-stema scolastico, determinatidall’autonomia e dalla regio-nalizzazione, avrà bisogno dimeccanismi di standardizza-zione, che restano il sistemanazionale di valutazione e lagerarchizzazione dei docenti.Tendenzialmente, poi,l’Invalsi ci porterà verso il mo-dello inglese, in cui i finanzia-menti alle scuole e gli stessistipendi degli insegnanti di-pendono dai risultati ai test,

con gli effetti collaterali di unafortissima ansia da test neglistudenti dai 7 ai 18 anni, diuna trasformazione in sensonozionistico dei contenuti edequalificazione della scuolapubblica.

L’Autonomiae le Indicazioni NazionaliTerzo elemento di continuità èla fede del Ministro - dichiara-ta sin dall’inizio - nell’autono-mia, motivata con il “rifiutodello Stato Etico”. Vanno in-quadrati in tale ambito la libe-ralizzazione temporanea delportfolio (ogni scuola usa lascheda che vuole), la confer-ma del passaggio daiProgrammi alle Indicazioninazionali, l’ampliamento dal15 al 20% della quota orariaobbligatoria riservata ai sin-goli Istituti secondari superio-ri e l’istituzione di un’Agenzianazionale per l’autonomia.Anche la liberalizzazione delportfolio ha confermato chel’autonomia significa competi-zione aziendale tra le scuole:a parte le scuole che hannousato la scheda nazionale, lealtre hanno inserito tutte leattività svolte – al di là diqualsiasi valenza valutativa -al solo scopo di evidenziare ladifferenza con le altre scuoledel territorio. Allo stesso mo-do le scuole superiori, in que-sti anni, hanno approvato unamiriade di progetti senza al-cuna considerazione della loroorganicità culturale e/o pro-fessionale, ma al solo scopo diusarli come specchietto delleallodole per attirare clienti.L’abbandono dei Programminazionali (che, va ricordato,già la C. M. Ferrari Aggradi del1969 configurava come “cam-pi di scelta” con ampia garan-zia della libertà del singolodocente e delle singole scuo-le) per le Indicazioni naziona-li implica la rinuncia ad unacornice nazionale unitaria, lafrantumazione dei saperi di-sciplinari e dello stesso ogget-to della valutazione, il che ècollegabile con la probabilefutura perdita del valore lega-le del titolo di studio. Tutto ciòcomporta che il sistema sco-lastico nazionale (per la cuidifesa basta il richiamo allaCostituzione Repubblicana,senza scomodare Hegel!)venga frantumato in 10.000scuole diverse in competizio-ne mercantile tra di loro, coneffetti negativi sulla qualitàdella scuola.

La certificazionedelle competenzeCon la Cm n. 28 del 15/3/07(integrata dalla nota del Mpidel 10/5/07 prot. 4600) il Mpicerca di fare applicare la cer-tificazione delle competenzeper le classi terminali dellaScuola Media (ne abbiamoparlato diffusamente sul nu-mero scorso). Oltre a tutte leosservazioni sulle modalitàestremamente scorretta di in-trodurre una nuova modalitàdi valutazione ad anno scola-stico praticamente conclusoe, quindi, già impostato in talsenso, l’operazione punta al-l’abolizione del valore legaledei titoli di studio rilasciatidalle scuole italiane: una de-

regulation formativa dai costisociali elevati in quanto com-porta un indebolimento dellegaranzie sociali di eguaglian-za dei cittadini e delle tenden-ze solidariste. Fortunatamente molti collegidei docenti non si sono lascia-ti abbindolare e hanno legitti-mamente rispedito al mitten-te l’intimazione del ministro.

Il potenziamentodelle scuole privateUn quarto elemento di conti-nuità è la valorizzazione dellescuole private all’interno del“sistema pubblico integrato diistruzione” di berlinguerianamemoria, per cui la funzionedi garantire il diritto costitu-zionale all’istruzione può es-sere svolta indifferentementeda scuole statali (che garanti-scono il pluralismo e la possi-bilità per lo studente di venirea contatto con diversi approc-ci culturali e didattici) o dascuole paritarie di tendenza(che privilegiano un determi-nata visione del mondo) e dascuole paritarie commerciali(che puntano al profitto e so-no tese strutturalmente asoddisfare la domanda dimercato, qualunque essa sia:i cosidetti diplomifici, chevendono titoli di studio). Inquesta direzione vanno l’in-cremento di 100 milioni di ?del finanziamento alle parita-rie previsti dalla Finanziaria2007 (la stessa che ha pesan-temente tagliati i finanzia-menti alle scuole pubbliche),la possibilità per i privatisti disostenere gli Esami di Statoanche presso le paritarie (am-morbidita dalla norma cheprevede l’obbligo di residen-za) e lo stesso nuovo regimedi detrazione fiscale delle do-nazioni, che non solo è statofinanziato con tagli alle scuolestatali, ma determinerà unmeccanismo elusivo per cuiuna parte del prezzo di iscri-zione verrà trasformato in do-nazione per usufruire dell’a-gevolazione fiscale. Infine, varicordato che la formazioneprofessionale (il cui potenzia-mento resta uno degli obietti-vi strategici della Riforma) èprevalentemente appaltataad agenzie private di forma-zione (per es. il 92% in EmiliaRomagna, di cui era assesso-re all’istruzione l’attuale sot-tosegretario Bastico)

L’obbligo di istruzioneLa Legge Finanziaria 2007 haistituito l’obbligo di istruzioneper 10 anni, innovando sia nellinguaggio che nella sostanza.Infatti, la Costituzione parla diobbligo scolastico (solo scuolaper minimo 8 anni),Berlinguer e Moratti hanno in-trodotto l’obbligo formativo(scuola, formazione profes-sionale o apprendistato inazienda), Fioroni introduce unsistema a due gambe sino ai16 anni – scuola statale o pri-vata e formazione professio-nale regionale (con la valoriz-zazione dei percorsi integratisperimentati negli ultimi anni)- e a tre gambe dai 16 ai 18anni – scuola, formazioneprofessionale e azienda conapprendistato e/o alternanzascuola lavoro. L’obbligo d’i-

Scuola: un annodi misfatti centrosinistri

Page 7: OBASNuova serie - euro 1,50

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l

Page 8: OBASNuova serie - euro 1,50

Il corretto funzionamento degli O

rgani collegiali,nonostan-te lim

iti e difetti,è l'unico presupposto per una partecipa-zione dem

ocratica alle scelte della scuola.Il fastidio checiò provoca a M

inistri,dirigenti vari ma anche alle orga-

nizzazioni sindacali è riscontrabile nei numerosi tentativi

che tentano di portare avanti per ridurne il ruolo,e al lo-ro interno la partecipazione dei lavoratori della scuola.Proposte di legge,fortunatam

ente rimaste solo sulla car-

ta,presentate sia da parlamentari di centro-destra sia di

centro-sinistra,anche col sostegno delle “organizzazionisindacali m

aggiormente rappresentative”,

che riducono lapresenza dei docenti e addirittura aboliscono quella degliA

ta,aboliscono il Consiglio di classe,limitano le com

peten-ze a com

piti quasi esclusivamente di ratifica e consegnano

la gestione della scuola a miriadi di accordi stipulati tra D

se R

su.C

ome più volte abbiam

o già sottolineato,anche il Ccnl

2003 conferma questa tendenza che tende ad espandere

le Relazioni sindacali di scuolasu aree di pertinenza del

Collegio dei docentie del Consiglio di circolo o d’istituto.Q

uindi per evitare l'esautoramento di questi organi è be-

ne avere chiaro quali sono le loro competenze definite per

legge e le modalità del loro funzionam

ento,che non pos-sono essere m

ateria di contrattazione e che non possonosubire illegittim

e invasioni di campo.

Attualm

ente la composizione degli O

rgani collegiali,le lo-ro com

petenze e il funzionamento sono regolati dagli artt.

5,6,7,8,9,10,11 del DLgs 297/94 (l’attuale Testo U

nicodella norm

ativa scolastica) e l'esperienza ci insegna checoloro che ne sottovalutano il ruolo di fatto consegnanola scuola nelle m

ani del capo d'istituto e/o di gruppi che liutilizzeranno per i loro interessi.“1) L’organo collegiale è validam

ente costituito anche nel casoin cui non tutte le com

ponenti abbiano espresso la propriarappresentanza.2) Per la validità dell’adunanza …

è richiestala presenza di alm

eno la metà più uno dei com

ponenti in ca-rica.3) Le deliberazioni sono adottate a m

aggioranza assolutadei voti validam

ente espressi … In caso di parità,prevale il vo-

to del presidente.4) La votazione è segreta solo quando si fac-cia questione di persone”

(art.37 T.U.),non si calcolano gli

astenuti (Nota M

pi 771/80).“La convocazione ordinaria per le attività collegiali deve avve-nire con un preavviso di alm

eno 5 giorni”(art.

12 Dpr

209/87),il mancato rispetto di questa norm

a invalida la se-duta.L’ordine del giorno deve essere chiaro

“senza l’uso diterm

inologie ambigue o im

proprie e di formule evasivam

entegeneriche,è illegittim

a la deliberazione … su un argom

ento in-dicato in m

aniera inesatta o fuorviante”(TA

R M

ilano deci-sione 1058/81),o non indicato nell’odg.Solo nel caso sia-no presenti alla seduta tutti i com

ponenti,e acconsentanoall’unanim

ità,è possibile aggiungere argomenti non previ-

sti dalla convocazione (Cons.di Stato,sez.V,679/70;TA

RLom

bardia decisione 321/85 ).Per il corretto funzionam

ento e in caso di controversie,sarà utile:- richiedere una verbalizzazione com

pleta di tutto quantoavviene;- ricordare ai presenti che,essendo organi collegiali,le de-cisioni e le eventuali responsabilità ad esse connesse,com

-petono a tutti coloro che abbiano approvato le propostee non a chi lo presiede (art.24 D

pr 3/57);pertanto biso-gna fare verbalizzare il proprio voto contrario,l'astensioneo una propria dichiarazione per evitare corresponsabilità;- qualunque ordine ritenuto illegittim

o non deve essereeseguito,se non dopo riconferm

a scritta a seguito di pro-pria rim

ostanza scritta (art.17 Dpr 3/57);

- non ottemperare a quanto richiesto dalla presidenza

senza aver fatto quanto previsto nei punti precedenti;- nel caso di ulteriori contestazioni richiedere il rispettodell'orario previsto per la riunione (che deve sem

pre esse-re indicato nella convocazione,e dipende dal piano annua-le delle attività deliberato dal Collegio dei docenti),e chiede-re la sospensione della stessa all'ora prevista,anche se nonè stato esaurito l'o.d.g.(C

m 37/76).

Gli atti del C

onsiglio di circolo o di Istituto vanno sempre

pubblicati all’albo della scuola,tranne quelli che riguarda-no singole persone,salvo contraria richiesta dell’interes-sato (art.43 T.U

.).

Co

lleg

io d

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oce

nti

È riunito dal capo d’istituto tenendo conto dei tempi e del

calendario deliberato dallo stesso collegio all’interno delpiano annuale delle attività,oppure quando alm

eno un ter-zo dei suoi com

ponenti ne faccia richiesta.È com

posto da tutti i docenti in servizio (di ruolo,sup-plenti annuali e tem

poranei,di sostegno),è presieduto dalD

s,che designa il segretario tra i suoi collaboratori.

Il ruo

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ne

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Il personale che può fruire della riduzione dell’orario set-tim

anale da 36 a 35 ore è individuato nella contrattazio-ne d’istituto sulla base dell’art.54 com

ma 1 C

cnl 2003,che lo prevede per:a) tutto il personale di istituzioni educative,o aziende agra-rie,o scuole che hanno un orario di servizio superiore al-le 10 ore per alm

eno tre giorni a settimana;

b) il personale adibito a regimi di orario articolati su più

turni,secondo la definizione di turnazione dell’art.

52com

ma 1 lett.c C

cnl 2003;c) il personale che opera secondo un orario con significa-tive oscillazioni rispetto alle ordinarie 6 ore di servizio (èordinario l’orario di 6 ore continuative antim

eridiane,art.50 C

cnl 2003) o con un orario flessibile (anticipo o posti-cipo di entrata e uscita anche con orario distribuito in cin-que giornate lavorative,art.52 com

ma 1 lett.a C

cnl 2003).In base al com

ma 2 art.54 C

cnl 2003,è nella contratta-zione di istituto che viene definito il num

ero,la tipologia,la “significatività” dell’oscillazione e quant’altro necessarioad individuare il personale A

ta che può fruire della ridu-zione dell’orario settim

anale in base ai suddetti criteri.Q

uindi,in conclusione:- se nella scuola si verifica la condizione a) tutto il perso-nale A

ta ha diritto alla riduzione di orario;- se nella scuola si verificano le condizioni b) e/o c) la con-trattazione di scuola individuerà il personale A

ta che hadiritto alla riduzione.

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idattica

L’art.26 comm

a 8 del Ccnl 2003 riconferm

a la Cm

243/79che già prevedeva che “non è configurabile alcun obbligo peri docenti di recuperare le frazioni orarie oggetto di riduzione"

ela C

m 192/80 che ha consentito di ridurre tutte le ore di

lezione.La responsabilità delle riduzioni è demandata ai

"competenti organi della scuola"

con le seguenti competenze:

- il Consiglio di circolo o d'istituto indica "i criteri generali

relativi ...all'adattamento dell'orario delle lezioni ...alle condi-

zioni ambientali"(art.10 com

ma 4 T.U

.),tenendo conto del-le richieste delle fam

iglie e/o degli allievi pendolari,dell’as-senza della m

ensa o di altre particolari situazioni.- il C

ollegio dei docenti avanza proposte "per la formula-

zione dell'orario delle lezioni ...tenuto conto dei criteri generaliindicati dal consiglio di circolo o d'istituto"(art.7 com

ma 2 lett.

b T.U.),valutando l’aspetto didattico della situazione,se,ad

esempio,la riduzione consente com

unque il raggiungimen-

to degli obiettivi indicati nella programm

azione,.- il C

onsiglio di circolo o d’istituto assume la relativa deli-

bera (art.26 comm

a 8 Ccnl 2003).

- al dirigente compete la "form

ulazione dell'orario,sulla basedei criteri generali stabiliti dal consiglio di circolo o d'istituto edelle proposte del collegio dei docenti"

(art.396 comm

a 2 let-tera d T.U

.).In tal caso,lo ripetiamo,al personale docente

non può essere richiesto alcun recupero di frazioni orarie.A

lcuni dirigenti però,appigliandosi all’art.3,c.5 del D.I.

234/2000 Regolamento dei curricoli dell’autonom

ia,sostengo-no che “debbono essere recuperate le residue frazioni ditem

po”,ma questo argom

ento non ha fondamento perché

il Regolamento

tratta di sperimentazioni didattiche che nul-

la hanno a che fare con la riduzione per motivi estranei al-

la didattica.Se qualche dirigente persevera con questa in-terpretazione,i docenti che ricevono un ordine di servizioche

prevedesse il

recupero,devono

opporre form

ale“R

imostranza scritta” (art.17 D

pr 3/57) e quindi attivareil contenzioso contattando la sede Cobas

più vicina.Già di-

versi giudici ci hanno dato ragione.2

.Pe

r altre rag

ion

iIn questo caso "qualunque riduzione della durata dell’unitàoraria di lezione ne com

porta il recupero nell’ambito delle atti-

vità didattiche programm

ate dall’istituzione scolastica.La relati-va delibera viene assunta dal collegio dei docenti"

(art.26com

ma 7 C

cnl 2003).Il Collegio,che può prevedere la ri-

duzione solo per ragioni didattiche,deve quindi program-

mare il recupero coerentem

ente alle finalità stesse dellam

odifica,certamente non può destinare le frazioni residue

per far fare i tappabuchi e risparmiare sulle supplenze.

La riduzio

ne dell’ora di lezio

ne

Gli In

carich

i specifici

Le risorse precedentemente destinate alle funzioni ag-

giuntive sono ora utilizzate per compensare “incarichi spe-

cifici che … com

portano l’assunzione di responsabilità ulterio-ri”

e “compiti di particolare responsabilità,rischio o disagio,ne-

cessari per la realizzazione del piano dell’offerta formativa”.

Per i collaboratori scolastici sono previsti compiti legati al-

l’assistenza alla persona,all’assistenza all’handicap e al

pronto soccorso.Il numero e la tipologia di questi incari-

chi devono essere individuati nel Piano delle attività(art.47

Ccnl 2003).L’attribuzione è effettuata dal dirigente scola-

stico,secondo le modalità,i criteri e i com

pensi definitidalla contrattazione d’istituto con le R

su.È opportuno chela R

su chieda al Ds l'inform

azione preventiva sul piano del-le attività del personale A

ta e ne discuta in una assemblea

con il personale prima di iniziare la trattativa.

Page 9: OBASNuova serie - euro 1,50

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ero,

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teri

di a

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buzi

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e i d

estin

a-ta

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elle

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zion

i stru

men

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uole

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/99)

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cnl 2

003)

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20

07

Gu

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se

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20

07

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83

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l 200

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pres

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448/

2001

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l 200

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l 200

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l 200

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n-zi

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ribu

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02/2

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di fu

nzio

ni s

trum

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orri

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mod

o ch

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Rsu

poss

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trat

tam

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one

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gio.

Le

fu

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tali

al

Po

f

Page 10: OBASNuova serie - euro 1,50

La Cm

19/2007,relativa alle dotazioni organiche per l’a.s.2007/08,

definisce pericolosamente una situazione che

tende a rendere residuale il tempo pieno nelle scuole ele-

mentari e il tem

po pieno nella scuole medie.Infatti ecco

cosa prevede la circolare per la scuola primaria:

“Considerato che sulla base delle esperienze maturate negli

anni decorsi,le famiglie nella quasi totalità all’atto della iscri-

zione hanno optato per il modello delle 30 ore settim

anali,peril prossim

o anno scolastico le dotazioni di organico si intendo-no conferm

ate,in maniera generalizzata,nella consistenza di

30 ore settimanali per classe.

Ne consegue che,per il prossim

o anno scolastico,trovano an-cora applicazione i criteri e le m

odalità di determinazione de-

gli organici di cui al D.M

.n.331/98 e al D.M

.141/99,con gliadeguam

enti prima accennati,

finalizzati al raggiungimento

dell’obiettivo fissato dalla legge finanziaria 2007 .Con riferim

ento poi alle attività di cui all’art.15 del D.L.vo n.

59/04 (tempo pieno),eventuali increm

enti di posti e di ore,ri-spetto alle dotazioni attuali,possono essere consentiti solo neilim

iti delle complessive quantità di organico del personale do-

cente assegnate a livello regionale.Si ritiene di dover evidenziare che l’organizzazione del tem

poscuola nelle sue varie articolazioni e configurazioni,rim

ane sub-ordinata alla condizione che non venga superato il contingentedi posti assegnato alle SS.LL.;contingente com

prensivo anchedei posti di specialista necessari per garantire lo studio genera-lizzato della lingua stranier”.A

nalogamente per la scuola m

edia è previsto che:“Tenuto conto di quanto stabilito dall’articolo 14 del più voltecitato decreto legislativo n.59/04 e del disposto dell’art.1 com

-m

a 7,della legge 12 luglio 2006,n.228 di conversione del de-creto legge 12 m

aggio 2006,n.173,che ha prorogato all’a.s.2008/09 la fase transitoria,anche per l’anno 2007-2008 re-stano conferm

ati,per l’intero corso,i criteri di costituzione del-l’organico fissati dal D

PR 14 maggio 1982,n.782 e successive

modifiche e integrazioni.

Con riferimento alle attività di cui all’art.15 del D

.L.vo n.59/04(tem

po prolungato),eventuali incrementi di posti,rispetto alle

consistenze attuali,possono essere consentiti solo nel limite del-

le complessive quantità di organico del personale docente as-

segnate a livello regionale.In coerenza con le suesposte precisazioni,gli insegnam

enti,le

attività e l’assistenza educativa alla mensa dovranno essere as-

sicurati entro l’amm

ontare delle risorse di organico assegnate.Analogam

ente a quanto precisato per la scuola primaria,è con-

sentita l’organizzazione del tempo scuola in tutti gli assetti di-

dattici previsti dal progetto di istituto,a condizione che non ven-ga superato il contingente di posti assegnato alle SS.LL.”Q

uindi,come tem

evamo già dallo scorso anno,il tem

popieno e prolungato resiste solo se c’è una forte richiestae m

obilitazione che riesca a modificare i conti ragionieri-

stici di ministri e governi.

Diventa sem

pre più evidente il rischio che nei prossimi an-

ni il tempo pieno e il tem

po prolungato scompaiano e al

loro posto resti,bene che vada,lo spezzatino di ore ob-bligatorie e opzionali.Inoltre,questa “resistenza” non ha naturalm

ente nessuneffetto sull’aum

ento costante della richiesta di Tempo

Pieno e Prolungato da parte delle famiglie,e l’im

possibili-tà di istituire nuove classi di questo tipo - “possono essereconsentiti solo nel lim

ite delle complessive quantità di organico

del personale docente assegnate”- nelle città e nei paesi,so-prattutto del sud,dove queste articolazioni orarie prati-cam

ente non ci sono mai state.

In molte scuole si sono sottovalutati i rischi che si corro-

no se nel Pofl’organizzazione oraria viene presentata co-m

e vorrebbe la Riforma

nella convinzione errata che poi“non succede niente,tutto resta uguale”.Infatti,già in quest’ultim

o anno abbiamo verificato che do-

ve è passato lo spezzatino orario,l’Usp ha in m

olti casi ri-dotto l’organico in funzione delle sole 27 ore obbligatorieed eventualm

ente limitandosi ad un organico sufficiente a

coprire le 27 + 3 ore facoltative.Per la difesa dell’organizzazione oraria e dell’im

pianto pe-dagogico del tem

po pieno,dei moduli e del tem

po prolun-gato abbiam

o verificato l’importanza assunta dalle firm

eraccolte tra i genitori (sul m

odulo alla pagina successiva) eallo stesso tem

po è risultato importante il coinvolgim

entodei genitori attraverso i Consigli di circolo e di istituto.Infine,Il Coordinam

ento per la difesa del Tempo Pieno e del

Tempo Prolungato

ha valutato molto im

portante,per la dif-fusione delle iniziative,lo svolgim

ento di assemblee terri-

toriali e la raccolta di firme tra i genitori dei bam

bini chefrequentano la scuola dell’infanzia.

Te

mp

o p

ien

o e

Te

mp

o p

rolu

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spetti o

rganizzativi,o

rganici e assetti p

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isattese

Gu

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ativa21

Inse

rto d

i Co

ba

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mb

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re 2

00

7

Gu

ida n

orm

ativa4

Inse

rto d

i Co

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mb

re o

ttob

re 2

00

7

per ogni altra attività deliberata dal consiglio di circolo od'istituto nell'am

bito del Pof.A

l Dsga possono essere corrisposti,fatta salva l'indennità

di amm

inistrazione,esclusivamente i seguenti com

pensi acarico del fondo d'istituto:- un m

assimo di 100 ore annue per lavoro straordinario;

- per attività e prestazioni aggiuntive connesse a progettifinanziati con risorse dell'U

E,da enti pubblici e da sogget-ti privati (art.87 com

ma 3 C

cnl 2003).Il fondo è alim

entato dai finanziamenti previsti da disposi-

zioni di legge,da tutte le somm

e destinate a compensare

le prestazioni aggiuntive del personale,comprese quelle

dell'Unione Europea,da enti pubblici o privati e dalle even-

tuali economie dovute all'applicazione della legge finanzia-

ria 2003 (L.289/2002) che ha operato un ulteriore tagliodegli organici.N

onostante i capi d'istituto e i segretari presentino gene-ralm

ente la questione avvolta da indeterminazione e in-

certezze,l'entità del fondo,attribuito dal Ministero,è de-

terminabile fin dal 1°

settembre sulla base di sem

lici para-m

etri (vedi tabella sotto).A

queste risorse devono poi aggiungersi:- (N

ota Miur n.1609 del 2 dicem

bre 2003) sulla base deirelativi

specifici fabbisogni

comunicati

dalle singole

PR

OV

EN

IEN

ZA

RISO

RSE

CA

LC

OL

OT

OT

AL

E

Ccni 1999 - art.28,co

mm

a 1357,90 - 325,34

Lett.a)per n.…

docenti org.dir.= …

……

……

...Lett.c)

464,81 - 422,51Solo per gli istituti di istruzione secondaria di 2°

grado.per n.…

docenti org.dir.= …

……

……

...

Ccni 1999 - art.28,co

mm

a 2 Lett.a) e/o b) - Istituti con sezioni in carcere e/o ospedale

1408,38= …

……

……

...Lett.c) e/o d) - Istituti con ED

A e/o corsi serali curriculari

938,92= …

……

……

...

Ccnl 2001 - art.14,co

mm

a 1Lett.b)

59,87 - 55,13R

isorse non spese di cui alla lett.a)dell’art.14 com

ma 1 C

cnl 2001per n.…

docenti org.dir.= …

….................

Lett.c)154,26 - 142,05

somm

e non spese per il mancato

“concorsaccio” art.29 Ccnl 1999

per n.… docenti org.dir.

= ……

……

…...

Lett.d)102,78 - 93,35

L.15.300 per 13 mensilità

per n.… A

ta al 15/3/2001 = …

……

……

...

Ccnl 2003 - art.82,co

mm

a 1Lett.a)

179,92 - 163,55euro 13,84 per tredici m

ensilitàper n.…

docenti all’1/1/2003 = ……

……

…...

Lett.b)127,66 - 116,04

euro 9,82 per tredici mensilità

per n.… A

ta all’1/1/2003= …

……

……

...

Ccnl 2005 - art.5,co

mm

a 1Lett.a)

198,12 - 180,09euro 15,24 per tredici m

ensilità per n.… docenti al 31/12/2003 = …

……

……

...Lett.b)

141,31 - 128,45euro 10,87 per tredici m

ensilitàper n....

Ata al 31/12/2003

= ……

……

…...

Calco

liamo

ilFo

nd

o d

’istituto

pe

r l’a.s.20

07

/20

08

Anche qui la prim

a cifra è al lordo di-pendente (quella che è indicata nelletabelle contrattuali) ed al netto deglioneri

a carico

dello Stato

(Inpdap24,20%

+ Irap 8,50%),la seconda inve-

ce è al netto sia degli oneri a caricodello Stato sia degli oneri a carico deldipendente (Inpdap 8,75%

+ Fondocredito 0,35%

) ed al lordo dell'Irpef,cioè quella che viene effettivam

enteaccreditata alle scuole (N

ota Miur n.

706 del 29/10/2004).

La p

ossib

ilità per i

Co

bas

di m

anten

ere ed

amp

liare gli spazi d

iagib

ilità sind

acale èlegata an

che al

nu

mero

di iscrizio

ni

ISC

RIV

ITI A

IC

OB

AS

Page 11: OBASNuova serie - euro 1,50

MO

DE

LL

O S

CO

LA

STIC

O P

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LTO

(con

serv

are

copi

a de

ll’atto

)

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irig

ente

sco

last

ico

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.....

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Istit

uto

......

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......

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uola

.....

......

......

......

......

....

Al D

irig

ente

del

l’Usp

del

la p

rovi

ncia

di .

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

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siden

te d

el C

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lio d

i Circ

olo/

Istit

uto

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

..

Noi

sot

tosc

ritt

i,ge

nito

ri d

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bini

ave

nti d

iritt

o al

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rizi

one

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sse

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tti,

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tori

di b

ambi

ni a

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i dir

itto

all'i

scri

zion

e al

la c

lass

e pr

ima

med

ia

per

l'ann

o sc

olas

tico

2008

/09,

rich

iedi

amo

con

ques

ta l'

iscri

zion

e al

la c

lass

e:

PR

IMA

EL

EM

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PE

R D

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UM

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L C

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DI

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LOG

NA

,fax

051

241

336

Mo

duli

di is

criz

ione

alt

erna

tivi

a t

utel

a de

l dir

itto

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gen

ito

rial

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ieno

- a

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po p

rolu

ngat

o -

al M

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llo d

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ola

sce

lto

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LA

EL

EM

EN

TA

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TE

MP

O P

IEN

O

(due

inse

gnan

ti co

ntito

lari

su

una

clas

se,4

0or

e se

ttim

anal

i,4

ore

di c

ompr

esen

za,s

tes-

so o

rari

o pe

r tu

tti i

rag

azzi

)

MO

DU

LI

(3 in

segn

anti

cont

itola

ri s

u du

e cl

assi

o 4

su3

clas

si,27

/30

ore

sett

iman

ali,c

ompr

esen

ze,

stes

so o

rari

o pe

r tu

tti i

rag

azzi

)

SC

UO

LA

ME

DIA

TE

MP

O P

RO

LU

NG

AT

O(3

6 or

e di

lezi

one,

cont

itola

rità

di t

utti

gli i

n-se

gnan

ti,6

ore

di c

ompr

esen

za,s

tess

o or

a-ri

o pe

r tu

tti i

rag

azzi

)

TE

MP

O N

OR

MA

LE

/BIL

ING

UIS

MO

(30/

33 o

re d

i lez

ione

,con

titol

arità

di t

utti

gli

inse

gnan

ti,st

esso

ora

rio

per

tutt

i i r

agaz

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Nom

e e

cogn

ome

Nom

e In

diri

zzo

Scuo

laFi

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prec

eden

tem

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freq

uent

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Gu

ida

no

rmat

iva

20In

sert

o d

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ob

as

n.3

6 -

se

tte

mb

re o

tto

bre

20

07

Le r

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e de

l fon

do d

ell'is

tituz

ione

sco

last

ica

sono

des

ti-na

te a

ret

ribu

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pre

staz

ioni

agg

iunt

ive

rese

dal

per

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nale

doc

ente

,edu

cativ

o e

Ata

per

:-

la r

ealiz

zazi

one

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le s

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icad

ute

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rgan

izza

-zi

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com

ples

siva

del l

avor

o,de

lle a

ttiv

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del

ser

vizi

o;- l

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cazi

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e l'a

mpl

iam

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del

l'offe

rta

di is

truz

ione

e fo

rmaz

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anc

he in

rel

azio

ne a

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oman

da p

rove

nien

-te

dal

ter

rito

rio.

L'ar

t.86

com

ma

1 de

l Ccn

l 200

3 st

abili

sce

che

le r

isors

ede

l fo

ndo

devo

no e

sser

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part

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enen

do c

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del

laco

nsist

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l per

sona

le d

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te e

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va-

ri o

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i e

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tual

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rese

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o (e

s.ist

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com

pren

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e de

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iver

se t

i-po

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e di

att

ività

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lle a

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siglio

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ce l

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liber

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l C

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cent

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t.86

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ma

1 C

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003)

e le

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e de

l Dsg

aad

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d'ist

ituto

,pre

via

cont

ratt

azio

ne c

on le

Rsu

(ar

t.6

com

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2 le

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Ccn

l 200

3).

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e de

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elle

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nel

la c

on-

trat

tazi

one

di is

titut

o (a

rt.6

com

ma

2 le

tt.i

Ccn

l 200

3) il

capo

d'is

titut

o at

trib

uisc

e l'in

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i ric

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la C

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3/99

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vede

che

il c

apo

d'ist

ituto

att

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con

ap-

posit

o in

cari

co s

critt

o re

cant

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pegn

o or

ario

pre

vist

o e

il re

lativ

o co

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nso,

le a

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ità a

ggiu

ntiv

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sona

le.

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a pu

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ità m

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seg

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i pr

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zion

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com

pens

o or

ario

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euro

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al “

lord

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pen-

dent

e” -

la p

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e è

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dica

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elle

tab

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cont

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uali;

sia “

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li on

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en-

dent

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da c

ifra

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Fle

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ica

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urna

zion

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rme

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essib

ilità

del

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rari

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lavo

ro,i

nten

sific

azio

ne la

vora

tiva,

ampl

iam

ento

del f

unzi

onam

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del

l'att

ività

sco

last

ica.

Il co

mpe

nso

an-

nual

e lo

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erso

nale

doc

ente

ed

educ

ativ

o ch

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tua

la fl

essib

ilità

è s

tabi

lito

dalla

con

trat

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one

di is

titut

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le

attiv

ità a

ggiu

ntiv

e di

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egna

men

to e

qui

ndi

le o

resv

olte

oltr

e l'o

rari

o ob

blig

ator

io p

er i

nter

vent

i di

datt

ici

per

un m

assim

o di

6 o

re s

ettim

anal

i (28

,41

- 25

,82)

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forf

etiz

zabi

li;c)

le a

ttiv

ità a

ggiu

ntiv

e fu

nzio

nali

all'i

nseg

nam

ento

e q

uin-

di g

li im

pegn

i agg

iunt

ivi d

ei d

ocen

ti (1

5,91

- 1

4,46

);d)

le p

rest

azio

ni a

ggiu

ntiv

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sona

le A

ta,s

ia o

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rari

o ch

e “i

nten

sific

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sco

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ico:

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6 –

10,3

3 di

urno

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07 –

11,8

8 no

ttur

no o

fest

ivo,

15,3

4 - 1

3,94

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turn

o e

fest

ivo;

- as

siste

nte

amm

inist

rativ

o ed

equ

ipar

ati:

13,0

7 –

11,8

8di

urno

;14,

77 –

13,

43 n

ottu

rno

o fe

stiv

o;17

,04

– 15

,49

nott

urno

e fe

stiv

o;-

coor

dina

tore

am

min

istra

tivo

e te

cnic

o:14

,77

– 13

,43

diur

no;1

6,47

– 1

4,97

not

turn

o o

fest

ivo;

19,3

2 –

17,5

6no

ttur

no e

fest

ivo;

- di

rett

ore

serv

izi g

ener

ali e

am

min

istra

tivi:

16,4

7 –

14,9

7di

urno

;18,

75 –

17,

04 n

ottu

rno

o fe

stiv

o;22

,16

– 20

,14

nott

urno

e fe

stiv

o;e)

i co

mpe

nsi d

a co

rrisp

onde

re a

l per

sona

le d

ocen

te e

ded

ucat

ivo,

non

più

di 2

uni

tà,d

ella

cui

col

labo

razi

one

il D

sin

tend

e av

vale

rsi n

ello

svo

lgim

ento

del

le p

ropr

ie fu

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nior

gani

zzat

ive

e ge

stio

nali.

Il co

mpe

nso

è de

finito

nel

la c

on-

trat

tazi

one

di is

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o co

n le

Rsu

;f)

le in

denn

ità d

i tur

no:

- pe

rson

ale

educ

ativ

o:17

,04

- 15

,50

nott

urno

o f

estiv

o;34

,09

- 31

,00

nott

urno

e fe

stiv

o;- p

erso

nale

Ata

,sol

o ar

ee A

e B

:14,

20 -

12,9

0 no

ttur

no o

fest

ivo;

28,4

1 -

25,8

0 no

ttur

no e

fest

ivo;

g) l'

inde

nnità

di b

iling

uism

o e

di tr

iling

uism

o,ne

i cas

i in

cui

non

sia g

ià p

revi

sta

a ca

rico

di s

ogge

tti d

iver

si da

l Miu

r in

base

alla

nor

mat

iva

vige

nte:

284,

05 e

uro

annu

i per

gli

in-

segn

anti

elem

enta

ri d

elle

scu

ole

slove

ne;

h) i

l co

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nso

spet

tant

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per

sona

le c

he s

ostit

uisc

e il

Dsg

a o

ne s

volg

e le

funz

ioni

ai s

ensi

dell'

art.

55,c

omm

a 1

Ccn

l 200

3,de

trat

to l'

impo

rto

del C

ia g

ià in

god

imen

to (t

a-be

lla 9

alle

gata

al C

cnl);

i) la

quo

ta v

aria

bile

del

l'ind

enni

tà d

i am

min

istra

zion

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cui

all'a

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5 C

cnl 2

003

spet

tant

e al

Dsg

a.I p

aram

entr

i per

ilca

lcol

o so

no d

efin

iti n

ella

tab

ella

9 a

llega

ta a

l Ccn

l;l)-

i co

mpe

nsi p

er il

per

sona

le d

ocen

te,e

duca

tivo

ed A

ta

Il f

ond

o d

ell’i

stit

uzio

ne s

cola

stic

a

Page 12: OBASNuova serie - euro 1,50

Il Collegio dei D

ocenti del circolo/istituto ……

……

……

……

……

……

…,nella seduta del …

… / …

… / …

……

…,

Vista la norm

ativa vigente relativa agli aspetti organizzativi e di funzionamento didattico (D

Lgs 297/94 art.7;Dpr 275/99).

Visti la L.53/2003 e il D

Lgs 59/2004,la Cm

19/2007 e la Direttiva M

pi del 25/7/2006.V

ista la delibera del collegio dei docenti ……

……

(inserire qui l’eventuale riferimento alle delibere precedenti del CdC

,che,contestando il D

Lgs 59/2004,citavano l'autonomia del collegio per quanto riguarda l'organizzazione oraria e didattica).

Conferm

ate le linee pedagogiche,didattiche ed organizzative del Piano dell'Offerta Form

ativadell'istituto in m

erito aicontenuti e le conseguenti m

odalità di attuazione adottate fino all'anno scolastico in corso delibera di riconfermare,e

conseguentemente offrire alle fam

iglie,per l’anno scolastico 2007/08 un modello organizzativo "unitario" e di qualità:

27/30 ore per le classi a modulo,40 per le classi a tem

po pieno,utilizzo delle compresenze per l'am

pliamento dell'offer-

ta formativa ed il recupero delle situazioni di svantaggio.

Inoltre il Collegio dei docenti ritiene,nell'approssim

arsi della data delle nuove iscrizioni alle classi prime per l'anno sco-

lastico 2008/2009,di dover esprimere un atto di indirizzo che espliciti in m

aniera chiara la necessaria coerenza tra lescelte espresse nel Pofdell'istituto e la form

a e la sostanza delle comunicazioni alle fam

iglie interessate alle iscrizioni.

In particolare il Collegio ritiene che vada esplicitato quanto segue:

Questo circolo didattico/istituto,sulla base delle proprie convinzioni pedagogico-didattiche e sulla base delle necessità organiz-

zative,propone ed offre due opzioni entrambe unitarie:una a 27/30 ore ed una a 40.Si tratta di m

odelli didattici già speri-m

entati negli ultimi anni sia nelle classi a tem

po pieno,sia nelle classi "a modulo".

1) Il Collegio ritiene possibile questa decisione anche alla luce della norm

ativa vigente.Se da un lato infatti il decreto59/2004 indica i segm

enti orari differenziati della giornata scolastica (27 ore obbligatorie,3 ore opzionali,eventuali al-tre ore,fino a 10,riservate alla m

ensa e al dopo mensa),la C

m 29/2004,im

mediatam

ente successiva,chiariva che "i tresegm

enti orari rappresentano il tempo com

plessivo di erogazione del servizio scolastico.Essi non vanno considerati e progettatiseparatam

ente,ma concorrono a costituire un m

odello unitario del processo educativo,da definire nel Piano dell'offerta forma-

tiva.Le opzioni delle famiglie,riferite al tem

po scuola facoltativo,vanno rese compatibili con i piani dell'offerta form

ativa".2) I due m

odelli offerti dall'istituto,sia quello che prevede le 27/30 ore,sia quello strutturato sulle 40 ore,contemplano,

come indicato nel Pof,ore di com

presenza che vengono utilizzate per attività rivolte al recupero degli alunni in difficoltà,all'integrazione delle bam

bine e bambini stranieri,al supporto degli interventi nei confronti delle bam

bine e bambini in si-

tuazioni di handicap o di svantaggio,ad esperienze di classe e laboratoriali di arricchimento dell'offerta form

ativa.3) L'"offerta" dei due m

odelli orari è dislocata nei plessi in risposta alla tradizionale domanda pedagogica e sociale con-

solidatasi in questi anni.Quindi le fam

iglie,all'atto dell'iscrizione,dovranno sapere che potranno trovare il modello a

27/30 ore nella/e scuola/e .....................,mentre potranno usufruire del m

odello a 40 ore nella/e scuola/e ....................L'esplicitazione dell'abbinam

ento tra la sede scolastica e il modello orario è finalizzata ad evitare la possibilità della for-

mazioni di classi con orari differenziati al proprio interno,che com

prometterebbe la scelta didattica unitaria del per-

corso formativo e porterebbe alla frantum

azione del gruppo-classe.4) L'inserim

ento delle ore che il DLgs 59/2004 indica com

e non obbligatorie per le famiglie,inquadrate,secondo le li-

nee precedentemente enunciate,all'interno di un m

odello didattico unitario,non consentirà di leggere,nel modello of-

ferto dall'istituto,una subordinazione di mom

enti educativi e didattici rispetto ad altri,dal mom

ento che queste orevengono dal C

ollegio considerate come approfondim

ento delle tematiche sviluppate nell'insegnam

ento curricolare.Per esigenze organizzative e in coerenza con la salvaguardia dell'im

pianto unitario esse avranno una collocazione ora-ria che non consentirà una loro m

arginalizzazione all'inizio o alla fine della giornata scolastica.Va anche rilevato che lagià citata C

m 29/2004 afferm

ava che "le opzioni delle famiglie,riferite al tem

po scuola facoltativo,vanno rese compatibili con

i piani dell'offerta formativa".

Il Collegio dei docenti:

- chiede al Consiglio di C

ircolo di fare proprie le presenti deliberazioni ed atti d'indirizzo nella consapevolezza che lescelte fatte dal C

ollegio siano tendenti a salvaguardare gli interessi e le aspettative,proprie di ogni componente della

comunità educativa,di una scuola di qualità;

- chiede che le comunicazioni alle fam

iglie (sia scritte che negli incontri informativi),nonché la predisposizione dei m

o-duli d'iscrizione,siano coerenti e conseguenti a quanto espresso e deliberato dagli O

rgani collegiali;- chiede sia assicurata la richiesta dell'organico necessario ad attuare i m

odelli didattici ed organizzativi indicati,nellaloro piena e qualificata estensione (con 4 ore di com

presenza degli insegnanti per le classi a 40 ore e almeno tre per

le classi a 27/30 ore) ed auspica che tale richiesta sia congiuntamente sostenuta anche dal C

onsiglio di Circolo e dal

Dirigente scolastico. P

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20

07

I criteri per l’attribuzione degli incarichi sono definiti nel-la contrattazione integrativa di scuola ai sensi dell’art.6lett.i C

cnl 2003.Gli incarichi previsti sono:

- per i docenti,le Funzioni strumentali al Pof(vedi pag.22):

il collegio dei docenti delibera tipologia,numero,com

pe-tenze e destinatari (art.30 C

cnl 2003);- per gli A

ta,gli Incarichi specifici(vedi pag.23):secondom

odalità,criteri e compensi definiti dalla contrattazione

d’istituto nell’ambito del piano delle attività (art.47 com

-m

a 2 Ccnl 2003);

- per tutto il personale le Attività aggiuntive(vedi pag.18):

delibera del consiglio di circolo o d'istituto,il quale a tal fi-ne acquisisce la delibera del collegio docenti (art.86 com

-m

a 1 Ccnl 2003).

La Cm

243/99 applicativa dell'art.30 Ccni 1999,ora tra-

sfuso nell’art.86 Ccnl 2003,prevede che la delibera del

consiglio di circolo o di istituto contenga “i nominativi del

personale docente e Ata chiamato a prestare dette attività ag-

giuntive”,“sia l'impegno orario richiesto a ciascun interessato

che il compenso spettante”

e chiarisce che “degli incarichiconferiti deve essere data pubblicità m

ediante affissione del re-lativo ordine di servizio all'albo dell'istituzione scolastica”.L’attribuzione dell’attività e del com

penso,“con apposito in-carico scritto”,resta,ovviam

ente,un compito del capo d'i-

stituto che anche in questo caso "assicura l'esecuzione del-le deliberazioni degli organi collegiali"

(art.396 T.U.) cui ri-

sulta soggetto e vincolato (vedi sentenza TAR

Piemonte

131/79,e art.25,comm

a 2 DLgs.165/2001).

Visto che nei collegi si parla spesso di attività e non del-

l'individuazione di coloro che devono svolgerle si correspesso il rischio che qualche dirigente faccia deliberareagli organi collegiali solo le attività per potere poi discre-zionalm

ente attribuire l'incarico:è necessario non lasciarequesto spazio e,com

e già previsto dalla Cm

243/99,im-

pegnarci perché nelle delibere degli Organi collegiali ven-

gano chiaramente indicati sia i nom

i di coloro che sonoincaricati,che i tem

pi previsti per lo svolgimento dei com

-piti e il relativo com

penso.C

osì facendo,tra l'altro,si semplifica notevolm

ente la con-trattazione di istituto che diventa,alm

eno in parte,la rati-fica di quanto deciso dagli organi collegiali.

Attrib

uzio

ne

incarich

iC

hiarezza e trasparenza:la C

m 243/99 e il co

ntratto d’istituto

1.Per la realizzazione delle finalità istituzionali della scuola,larisorsa fondam

entale è costituita dal patrimonio professionale

di tutto il personale docente,educativo e Ata,che si concretiz-za in attività collegialm

ente condivise nelle scelte e negli incari-chi che ne derivano.Pertanto,i criteri generali per l’individua-zione del personale cui attribuire incarichi aggiuntivi sono:- la disponibilità del personale a svolgere le attività aggiuntive.Le disponibilità saranno m

anifestate dagli interessati in sede diCollegio docenti e Consiglio d’Istituto;- l’equa distribuzione delle attività aggiuntive per non gravarecon eccessivi incarichi sugli stessi soggetti;- la rotazione,per garantire alla scuola un sem

pre maggior nu-

mero di professionalità capaci di assolvere ai com

piti aggiuntivi.

2.Gli incarichi per le attività da retribuire con il fondo dell'isti-

tuzione scolastica sono attribuiti nel rispetto delle competenze

del dirigente scolastico e degli Organi Collegiali,sulla base del

Piano annuale delle attività del personale docente deliberato,aisensi dell’art.26 com

ma 4 Ccnl 2003,dal Collegio dei docenti

in data … e sulla base del Piano annuale delle attività del per-

sonale Ata adottato,secondo la procedura prevista dall'art.52com

ma 3 Ccnl 2003,dal D

S in data ...

3.Personale docente - Le proposte di attività,debitamente strut-

turate,presentate in Collegio per l’approvazione,dovranno con-tenere,anche la quantificazione dell’im

pegno orario richiestoper ogni docente,e l’individuazione del/i docente/i disponibile/ia svolgere la suddetta attività aggiuntiva.

4.Personale Ata - La proposta di Piano delle attività formulata

dal Dsga dovrà contenere anche la quantificazione dell’im

pe-gno orario richiesto per ogni unità di personale,e l’individua-zione del personale disponibile a svolgere le attività aggiuntive.

5.Il DS attribuisce ogni incarico con una lettera che indica:

- il tipo di attività e i limiti cronologici di tale im

pegno;- il com

penso orario o forfettario spettante;- le incom

benze derivanti e l’eventuale delega ed ambito di re-

sponsabilità dipendenti dall’incarico attribuito;- le m

odalità di certificazione degli impegni.

Le lettere d’incarico sono parte dell’informazione per le Rsu.

6.Degli incarichi conferiti è data pubblicità m

ediante affissionedel relativo ordine di servizio all'albo dell'istituzione scolastica.

7.Il Ds contratta con le Rsu per incarichi,non già previsti,di cui

sia sorta l’esigenza nel corso dell’anno scolastico.

Criteri per attribuire gli incarichi

Un esem

pio di co

ntratto d’istituto

Page 13: OBASNuova serie - euro 1,50

Il C

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Page 14: OBASNuova serie - euro 1,50

La certificazione

delle com

petenze è

stata prom

ossadall’U

efin dal 1989 al fine di incentivare la m

obilità di per-sone,studenti e lavoratori tra gli Stati m

embri.Si è co-

minciato con le qualifiche professionali per giungere ben

presto al vero obiettivo:l’istruzione.Il riconoscimento di

titoli professionali e scolastici in ambito transnazionale ri-

chiede omogeneità nei contenuti valutabili e negli stru-

menti di rilevazione.D

a qui la forzatura di parcellizzare lacom

plessità del processo di apprendimento/insegnam

entoe di trovare criteri oggettivi di m

isurazione.Le obiezioni atale im

postazione docimologica sono tante e di spessore:

come si fa ridurre l’universo cognitivo e relazionale di un

alunno in tante semplici prestazioni osservabili e m

isura-bili che siano valide per tutte le situazioni.N

onostante ladifficoltà,ci hanno provato e così sono state sfornate di-rettive europee,libri bianchi subito tradotti in classifica-zione O

cse Pisa,crediti,debiti,portfolio,prove Invalsi,ecc.L’im

pianto certificatorio è stato accolto con entusiasmo

da tutto lo schieramento liberista,di centrodestra e di

centrosinistra,e anche da Cgil,Cisl e Uilche non hanno dis-

degnato di accogliere le novità docimologiche:nel ricon-

fermare nell’Accordo per il Lavoro

firmato con governo e

Confindustrianel 1996 la politica concertativa inaugurata

nel luglio '93,viene esplicitamente afferm

ato che l'intro-duzione di un sistem

a di certificazione dei percorsi for-m

ativi e delle competenze acquisite sia un obiettivo stra-

tegico ed essenziale per il Paese.Concetti ribaditi in nu-

merosi accordi che i sindacati di stato hanno sottoscritto

da allora ad oggi.L'adozione della certificazione delle com-

petenze è dunque considerata uno snodo strategico perm

ettere in comunicazione e integrare tra loro la scuola,la

formazione professionale ed il lavoro.

In Italia,l’applicazione pratica di tali precetti è avvenuta at-traverso la berlingueriana legge n.144/99 e i decreti legis-lativi della M

oratti sull’obbligo formativo e sull’alternanza

scuola-lavoro.A

nche le

Regioni

non sono

da m

eno;Form

igoni il presidente della Lombardia,lo scorso m

arzo,presentando la sua proposta di riform

a regionale dell’i-struzione e della form

azione professionale si accoda allem

ode certificatorie ma ne svela il vero scopo:“Il sistem

a dicertificazione anticipa il possibile superam

ento del valore lega-le del titolo di studio ...”.A

ttualmente però siam

o solo di fronte all’abrogazione

degli articoli 144 (scheda delle elementari) e 177 (sche-

da delle medie) del Testo U

nico DLgs 297/94,m

a senzache un altro docum

ento abbia sostituito le vecchieschede.Infatti,assodato che “L'attestazione dei traguardi in-term

edi via via raggiunti negli apprendimenti sarà affidata a so-

brie schede di valutazione,mentre la certificazione delle com

-petenze sarà proposta in un'ottica sperim

entale solo per l'ulti-m

o anno del ciclo di base,come descrizione degli esiti raggiun-

ti da ciascun allievo rispetto a criteri [standard] preventiva-m

ente definiti,sulla base di un modello nazionale definito da

questo Ministero.Altre eventuali form

e di documentazione dei

processi formativi (dossier,cartelle,portfolio,ecc.) saranno ri-

messe alla piena autonom

ia delle scuole,segnalando il loro ca-rattere prettam

ente formativo e didattico,di supporto ai pro-

cessi di apprendimento degli allievi,essendo esclusa tassativa-

mente ogni loro funzione di certificazione,attestazione,valuta-

zione.Così come resta esclusa ogni funzione "pubblica" e "am

-m

inistrativa" di tali documenti che attengono esclusivam

entealla relazione educativa alunno-insegnante-genitori.Ciò in rigo-rosa

coerenza con

le raccom

andazioni dell'

Autorità di

Garanzia per la Privacy e con gli orientam

enti della giurispru-denza am

ministrativa ed ordinaria in m

ateria”(N

ota Mpi

31/8/2006),neanche la recente Cm

28/2007 è potuta an-dare oltre un generico invito ad adottare “in via speri-m

entale”e “con gli opportuni adattam

enti”il m

odello lì al-legato.Per altro,lo stesso D

pr 275/1999 recita testualmente:“Il

riconoscimento reciproco dei crediti tra diversi sistem

i for-m

ativi e la relativa certificazione sono effettuati ai sensi del-la disciplina di cui all'articolo 17 della legge 24 giugno 1997n.196,ferm

o restando il valore legale dei titoli di studio pre-visti

dall'attuale ordinam

ento”(art.

4,com

ma

7);“Il

Ministro della Pubblica Istruzione,previo parere delle com

-petenti com

missioni parlam

entari sulle linee e sugli indirizzigenerali,definisce a norm

a dell'articolo 205 del decreto le-gislativo

16 aprile

1994,n.

297,sentito

il Consiglio

Nazionale della Pubblica Istruzione,per i diversi tipi e indi-

rizzi di studio:(…)

g) gli indirizzi generali circa la valutazione degli alunni,il ri-conoscim

ento dei crediti e dei debiti formativi”

(art.8,com-

ma 1);“Con decreto del M

inistro della Pubblica Istruzionesono adottati i nuovi m

odelli per le certificazioni,le quali in-dicano le conoscenze,le com

petenze,le capacità acquisite ei crediti form

ativi riconoscibili,compresi quelli relativi alle di-

scipline e alle attività realizzate nell'ambito dell'am

pliamen-

to dell'offerta formativa o liberam

ente scelte dagli alunni edebitam

ente certificate”(art.10,com

ma 3).

Scheda di valutazio

ne e portfo

lioU

n po’ di sto

ria e la norm

ativa vigente

Gu

ida n

orm

ativa17

Inse

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i Co

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7

Gu

ida n

orm

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Inse

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i Co

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sn

.36

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mb

re o

ttob

re 2

00

7

cioé quanto previsto per la scuola materna e elem

entare.(art.4 com

ma 4 C

cni 6/6/2006) “Relativamente ai posti di

arte applicata negli istituti d’arte il contratto di istituto terrà,al-tresì,

conto delle

disposizioni di

cui al

D.M

.n.

334 del

24.11.1994 [che individua le nuove classi di concorso,ndr] e l’art.4 punto 9 dell’O

.M.n.332 del 9.7.1996 [art.4

punto 9 Om

332/96 “Nella definizione dell'organico degli in-

segnanti di Arte applicata deve essere assicurata la presenzadi un docente per ognuno dei laboratori istituiti,a fronte delfunzionam

ento di almeno un corso com

pleto della sezione d'i-stituto d'arte cui gli stessi laboratori sono connessi;l'eventualefunzionam

ento di classi collaterali o di altri corsi completi del-

la stessa sezione non comporta la costituzione di ulteriori po-

sti di insegnamento,a m

eno che il numero delle ore settim

a-nali com

plessive di attività di laboratorio,svolte nell'ambito del-

la medesim

a sezione,comporti un im

pegno superiore all'ora-rio obbligatorio di insegnam

ento dei singoli docenti.Per quantonon previsto dal presente com

ma si rinvia alle istruzioni im

-partite con la Cm

102 del 27/3/1984]”.A

ssegnazione delle o

re di insegnamento

nellascuo

la secondaria di I grado

(art.6 Ccni 6/6/2006)

Chi,in attuazione della Riform

a,consegua una riduzionedell’orario obbligatorio d’insegnam

ento nelle classi prime

e seconde,completerà il proprio servizio con ore appar-

tenenti alla propria classe di concorso comunque dispo-

nibili nella scuola.Successivamente al conferim

ento dellesupplenze (annuali o fino al term

ine delle attività didatti-che),il personale che non abbia potuto com

pletare l’ora-rio d’obbligo com

e su indicato,potrà completare a do-

manda,l’orario obbligatorio di servizio con ore di altra

classe di concorso per la quale sia in possesso della spe-cifica abilitazione o di titolo di studio valido per l’accessoa quell’insegnam

ento.Ove non ricorra la predetta ipotesi,

si procederà all’utilizzo dello stesso personale,sino al

completam

ento dell’orario obbligatorio di servizio,periniziative

di arricchim

ento dell’offerta

formativa,

salvol’obbligo della copertura delle supplenze brevi e saltuarie.Le ore ulteriorm

ente disponibili,dopo la precedente fase,potranno essere assegnate com

e ore aggiuntive d’inse-gnam

ento in eccedenza all’orario d’obbligo e fino ad unm

assimo di 24 ore settim

anali.In tal caso le ore disponi-bili andranno prioritariam

ente attribuite al personale inservizio nella stessa classe di concorso,successivam

ente,al personale di altro insegnam

ento in possesso della spe-cifica abilitazione e,infine,dopo aver constatato l’assenzadi personale fornito della prescritta abilitazione inseritonella I o II fascia delle graduatorie di istituto,al personale

in possesso di titolo di studio valido per l’accesso all’inse-gnam

ento da attribuire.Inoltre sem

pre il Ccni 6/6/2006 prevede tra l'altro che:

- nel caso di perdita di ore“Il docente titolare di cattedra o

posto di insegnamento ed i docenti di sostegno negli istituti di

istruzione secondaria che trovino nella scuola di titolarità unariduzione dell'orario obbligatorio di insegnam

ento fino ad unquinto,ove non com

pletino l'orario nella scuola medesim

a,so-no utilizzati nell'am

bito della scuola di titolarità,per le orem

ancanti,nelle attività specifiche della scuola e,prioritaria-m

ente,per lo svolgimento di supplenze tem

poranee.Il titolare di cattedra costituita tra più scuole com

pleta l’orarionella scuola di titolarità,qualora nella stessa si determ

ini la ne-cessaria disponibilità di ore”

(art.2 comm

a 5).- nel caso di soppressione del posto in “organico di fatto”“I docenti di tutti i gradi di istruzione che,a seguito della ridu-zione del num

ero delle classi,secondo quanto disposto dall’art.2 della legge 22 novem

bre 2002,n.268 vengono a trovarsi insituazioni di soprannum

ero totale o parziale,rispetto alla nuo-va dotazione della scuola,ferm

o restando quanto previsto dalcom

ma 5 dell’art.2 del presente contratto,sono utilizzati nel-

l’ambito della scuola di titolarità prioritariam

ente su posto ofrazione di posto eventualm

ente disponibile per la stessa clas-se di concorso e,subordinatam

ente,su posto o frazione di po-sto relativo ad altro insegnam

ento o di sostegno per il quale siain possesso di abilitazione o titolo di studio coerente.In m

ancanza delle disponibilità sopra riportate,il predetto per-sonale è utilizzato nella scuola per iniziative di arricchim

entodall’offerta form

ativa,fatto salvo l’obbligo della copertura dellesupplenze brevi e saltuarie.N

ell’ambito dell’autonom

ia organizzativa della scuola e al finedi realizzare l’im

piego ottimale delle risorse,con il consenso de-

gli interessati e nei limiti del riassorbim

ento del soprannumero,

il dirigente scolastico può disporre l’utilizzazione,su classe diconcorso affine o su posto di sostegno,anche di docente diver-so da quello individuato com

e soprannumerario.

L’impiego su posti di sostegno è subordinato alla m

ancanza didocenti specializzati,sia con contratto a tem

po indeterminato,

sia aspiranti a supplenze.Analogamente l’im

piego su classi diconcorso affine di docente non abilitato è subordinato al com

-pleto utilizzo dei docenti in esubero in am

bito provinciale perla classe di concorso richiesta”

(art.5 comm

a 8).Infine visto che “la contrattazione decentrata a livello regio-nale potrà eventualm

ente definire ulteriori criteri e modalità di

utilizzazione ...”(art.3 com

ma 4) sarà opportuno cono-

scere il relativo contratto decentrato regionale prima di

procedere alla contrattazione d’istituto.

Page 15: OBASNuova serie - euro 1,50

Gu

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Gu

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Da

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nes

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igor

e.A

lcun

i co

llegi

ha

nno

intr

apre

so l

a vi

a de

l “fa

i da

te”

,no

n te

nend

o in

nes

sun

cont

o la

nor

mat

iva

vige

nte

e il

valo

re i

rrin

unci

abile

di

un s

iste

ma

scol

astic

o un

ico

edom

ogen

eo s

u tu

tto

il te

rrito

rio

nazi

onal

e,il

valo

re l

e-ga

le d

ei t

itoli

di s

tudi

o di

cui

la s

ched

a pe

rson

ale

di v

a-lu

tazi

one

è un

seg

men

to im

port

ante

.Sp

esso

que

sti c

olle

gi e

,in

qual

che

caso

,dir

etta

men

te i

diri

gent

i si s

ono

inca

rtat

i in

un d

edal

o di

pro

cedu

re e

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scar

toffi

e,di

“no

n se

nse”

il c

ui e

sito

è d

i get

tare

nel

ma-

rasm

a pi

ù to

tale

la s

cuol

a e

di m

oltip

licar

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lavo

ro b

u-ro

crat

ico

degl

i ins

egna

nti.

In q

uest

o ca

so,c

ome

in a

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rang

enti

nelle

scu

ole

nel

pros

sim

o fu

turo

,con

vien

e,è

più

sagg

io e

res

pons

abile

,at

tene

rsi

ai p

rogr

amm

i de

l 19

79 (

med

ie)

e 19

85 (

ele-

men

tari

),ad

otta

re la

sch

eda

pers

onal

e di

val

utaz

ione

vi-

gent

e in

que

sti a

nni,

senz

a al

cuna

mod

ifica

.R

ibad

iam

o ch

e il

Colle

gio

dei d

ocen

tiè

sovr

ano

in m

ate-

ria

e i d

irig

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scol

astic

i dev

ono

atte

ners

i e d

are

attu

a-zi

one

alle

del

iber

e de

gli O

rgan

i Col

legi

ali,

infa

tti l

’art

.7,

com

ma

2 de

l DLg

s 29

7/94

sta

bilis

ce c

he “

Il co

llegi

o de

ido

cent

i:a)

ha

pote

re d

elib

eran

te i

n m

ater

ia d

i fu

nzio

nam

ento

di-

datti

co d

el c

ircol

o o

dell'i

stitu

to.I

n pa

rtico

lare

cur

a la

pro

-gr

amm

azio

ne d

ell'a

zion

e ed

ucat

iva a

nche

al

fine

di a

de-

guar

e,ne

ll'am

bito

deg

li or

dina

men

ti de

lla s

cuol

a st

abilit

i dal

-lo

Sta

to,i

pro

gram

mi

di i

nseg

nam

ento

alle

spe

cific

he e

si-ge

nze

ambi

enta

li e

di fa

vorir

e il

coor

dina

men

to in

terd

iscip

li-na

re.E

sso

eser

cita

tale

pot

ere

nel r

ispet

to d

ella

libe

rtà

di in

-se

gnam

ento

gar

antit

a a

ciasc

un d

ocen

te;(

...)

r) s

i pro

nunc

ia s

u og

ni a

ltro

argo

men

to a

ttrib

uito

dal

pre

sen-

te t

esto

uni

co,d

alle

legg

i e d

ai r

egol

amen

ti,al

la s

ua c

ompe

-te

nza”

.

Pro

post

a di

del

iber

ade

l Co

llegi

o d

ei d

oce

nti o

del C

onsi

glio

di c

irco

lo o

isti

tuto

Sch

eda

di v

alut

azio

ne

Il C

olle

gio

dei D

ocen

ti/C

onsig

lio d

i circ

olo/

istitu

to,n

ella

se-

duta

del

……

/ …

… /

……

……

,C

onsid

erat

o -

quan

to p

rece

dent

emen

te d

elib

erat

o pe

r l’a

.s.in

cor

so e

d in

coer

enza

con

la p

rogr

amm

azio

ne in

dica

ta n

el P

of d

’Istit

uto,

- che

i Pr

ogra

mm

idel

199

1 pe

r la

scu

ola

dell’

infa

nzia

,que

lli d

el19

85 p

er la

scu

ola

elem

enta

re e

que

lli d

el 1

979

per

la s

cuol

am

edia

non

son

o st

ati a

brog

ati e

qui

ndi s

ono

anco

ra in

vig

ore

- le

“nuo

ve”

Indi

cazi

oni N

azio

nali

non

hann

o an

cora

con

clus

oil

prev

isto

iter

e no

n è

stat

o em

anat

o al

cun

Reg

olam

ento

ap-

plic

ativ

o de

lle s

tess

ede

liber

a di

man

tene

re la

sch

eda

di v

alut

azio

ne d

egli

scor

si an

ni,i

ntro

-du

cend

o la

diz

ione

“sc

uola

prim

aria

”al

pos

to d

i “s

cuol

a el

e-m

enta

re”.

Rig

uard

o la

val

utaz

ione

deg

li “a

ppre

ndim

enti”

,si p

reci

sa c

he:

- la

den

omin

azio

ne d

elle

disc

iplin

e e

gli i

ndic

ator

i des

critt

ivi

delle

abi

lità

corr

elat

e pe

r la

rile

vazi

one

degl

i ap

pren

dim

enti

usat

i ne

l pr

eced

ente

mod

ello

min

ister

iale

son

o pi

enam

ente

coer

enti

con

la p

rogr

amm

azio

ne d

idat

tica

del P

of;

- i m

odel

li sc

olas

tici p

ropo

sti d

all’I

stitu

to e

sce

lti d

alle

fam

iglie

sono

uni

tari

amen

te in

tesi

e pr

atic

ati,s

enza

alc

una

dist

inzi

one

curr

icol

are

tra

attiv

ità

obbl

igat

orie

e

faco

ltativ

e/op

zion

ali

(que

ste

ultim

e,du

nque

,no

n po

sson

o es

sere

ogg

etto

di v

alu-

tazi

one

a sé

sta

nte)

;

Il C

olle

gio

dei d

ocen

ti/il

Con

siglio

di c

ircol

o o

istitu

to in

ten-

de p

oi r

ibad

ire la

ferm

a vo

lont

à,de

riva

nte

da u

na c

onvi

nta

efr

uttu

osa

prat

ica

peda

gogi

ca,d

i con

tinua

re a

val

oriz

zare

la c

ol-

legi

alità

in t

utti

i suo

i asp

etti

ed a

tut

ti i l

ivel

li,da

lla c

olle

gial

itàde

l tea

m d

ocen

te d

i cla

sse,

al c

onsig

lio d

ocen

ti di

inte

rcla

sse,

al C

olle

gio

doce

nti.

In c

oere

nza

con

quan

to s

u af

ferm

ato

il C

olle

gio/

Con

siglio

:- d

elib

era

di m

ante

nere

l’A

gend

a de

lla p

rogr

amm

azio

ne e

del

-l’o

rgan

izza

zion

e di

datt

ica

di c

lass

e co

me

utile

str

umen

to d

i la-

voro

del

tea

m d

ocen

te;

- di

impe

gnar

e il

cons

iglio

di i

nter

clas

se a

d es

prim

ere

un m

o-tiv

ato

pare

re in

ord

ine

all’e

vent

uale

non

am

miss

ione

,in

casi

ecce

zion

ali,

alla

cla

sse

succ

essiv

a.

Il vi

gent

e C

ontr

atto

Col

lett

ivo

Naz

iona

le I

nteg

rativ

o -

Ccn

i 6/6

/200

7 - s

ulle

util

izza

zion

i e le

ass

egna

zion

i pro

vvi-

sori

e,ha

rib

adito

in t

oto

le p

revi

sioni

con

tenu

te n

el C

cni

6/6/

2006

che

indi

cano

alc

une

cond

izio

ni g

ener

ali e

rib

adi-

scon

o -

agli

artt

.4 e

15

- la

com

pete

nza

del c

ontr

atto

di

scuo

la a

def

inire

cri

teri

di a

sseg

nazi

one

del p

erso

nale

alle

vari

e se

di e

/o p

less

i ed

i cri

teri

di u

tiliz

zazi

one

del p

erso

-na

le t

otal

men

te o

par

zial

men

te a

disp

osiz

ione

.In

oltr

el’a

rt.6

com

ma

2 le

tt.d

) ed

e) C

cnl 2

003

stab

ilisc

e ch

e so

-no

mat

eria

di c

ontr

atta

zion

e in

tegr

ativ

a di

scu

ola

le “

mo-

dalit

à di

util

izza

zion

e de

l per

sona

le in

rap

port

o al

pia

no d

el-

l'offe

rta

form

ativa

”e

i “cr

iteri

rigua

rdan

ti le

ass

egna

zion

i del

pers

onal

e do

cent

e,ed

ucat

ivo e

d At

a al

le s

ezio

ni s

tacc

ate

e ai

ples

si”,p

erta

nto

l’ass

egna

zion

e e

l'util

izza

zion

e de

l per

so-

nale

avv

iene

sul

la b

ase

dei c

rite

ri d

efin

iti d

al c

ontr

atto

d’i-

stitu

to,c

he n

atur

alm

ente

terr

à co

nto

di d

ispon

ibili

tà o

esi-

genz

e pe

rson

ali.

PE

RS

ON

AL

E A

TA

(art

.15

Ccn

i 6/6

/200

6)“L

’ass

egna

zion

e de

l per

sona

le A

ta a

lle s

edi a

ssoc

iate

,alle

suc

-cu

rsal

i e a

i ple

ssi è

rego

lata

dal

con

tratto

di s

cuol

a.N

el c

aso

incu

i il c

ontra

tto d

’istit

uto

non

veng

a de

finito

,il d

irige

nte

scol

asti-

co s

i atte

rrà

ai s

egue

nti c

riter

i:a)

mag

gior

e an

zian

ità d

i ser

vizio

;b)

man

teni

men

to d

ella

con

tinui

tà n

ella

sed

e oc

cupa

ta n

el c

or-

rent

e an

no s

cola

stico

;c)

disp

onib

ilità

del p

erso

nale

a s

volge

re s

pecif

ici in

caric

hi p

revi-

sti d

al C

cnl”.

PE

RS

ON

AL

E D

OC

EN

TE

(art

.4 C

cni 6

/6/2

006)

Oltr

e ch

e da

l co

ntra

tto

d’ist

ituto

,l’a

sseg

nazi

one

alle

se-

zion

i,ai

div

ersi

inse

gnam

enti

com

pres

i nel

la s

tess

a cl

asse

di c

onco

rso,

nonc

hé l’

asse

gnaz

ione

alle

sin

gole

cla

ssi è

di-

scip

linat

a da

ll’ar

t.39

6,co

mm

i 2,

lett

.d)

,e

3 de

l D

Lgs

297/

94,c

he n

e at

trib

uisc

e la

com

pete

nza

al c

apo

d’ist

itu-

to “

sulla

bas

e de

i crit

eri g

ener

ali s

tabi

liti d

al c

onsig

lio d

i circ

olo

o d’

istitu

to”

(art

.10

com

ma

4) e

“de

lle p

ropo

ste

del c

olle

gio

dei d

ocen

ti”(a

rt.7

com

ma

2).

Scu

ola

mat

erna

ed

elem

enta

re(a

rt.4

com

ma

1 C

cni 6

/6/2

006)

“N

ella

scu

ola

dell’i

nfan

zia

epr

imar

ia,le

mod

alità

di a

sseg

nazi

one

ai p

less

i e a

lle s

cuol

e,ne

l-

l’am

bito

del

l’org

anico

fun

zion

ale,

debb

ono

esse

re r

egol

ate

dal

cont

ratto

d’Is

titut

o in

tem

po u

tile

per l

’avv

io d

ell’a

nno

scol

astic

o.L’a

sseg

nazi

one

a do

man

da a

i ple

ssi e

alle

scu

ole

nell’a

mbi

tode

ll’org

anico

funz

iona

le d

el p

erso

nale

già

tito

lare

pre

cede

que

l-la

del

per

sona

le n

eo tr

asfe

rito

e,a

tal f

ine,

la c

ontin

uità

did

at-

tica

non

cost

ituisc

e el

emen

to o

stat

ivo.N

ella

def

iniz

ione

del

con

-tra

tto d

i ist

ituto

,le p

arti

si fa

rann

o ca

rico

di r

egol

are

le a

gevo

-la

zion

i pre

viste

da

norm

e di

legg

e o

patti

zie

ivi c

ompr

ese

quel

-le

rela

tive

al p

rese

nte

Ccni

.Nel

cas

o in

cui

il c

ontra

tto d

’Istit

uto

non

veng

a de

finito

,il D

irige

nte

scol

astic

o de

l circ

olo

o ist

ituto

com

pren

sivo

si at

terr

à ai

crit

eri

dell’a

rt.

25 d

el C

cdn

del

18.1

.200

1,...”

.(a

rt 2

5 C

cdn

18/1

/200

1) -

“Il

dirig

ente

sco

last

ico,in

rel

azio

-ne

ai c

riter

i gen

eral

i sta

bilit

i dal

con

siglio

di c

ircol

o ed

in c

on-

form

ità a

l pia

no a

nnua

le d

elle

atti

vità

delib

erat

o da

l col

legi

o do

-ce

nti,a

sseg

na g

li in

segn

anti

di s

cuol

a el

emen

tare

e m

ater

na a

ipl

essi,

alle

scu

ole

ed a

lle a

ttivit

à as

sicur

ando

il r

ispet

to d

ella

cont

inui

tà d

idat

tica,

in c

oere

nza

con

quan

to p

revis

to s

ulla

ste

s-sa

dal

la p

roge

ttazi

one

dida

ttico

-org

aniz

zativ

a,el

abor

ata

dal

colle

gio

doce

nti.L

a co

ntin

uità

,in c

aso

di r

ichie

sta

volo

ntar

ia d

ias

segn

azio

ne a

d al

tro p

less

o o

altra

scu

ola,

form

ulat

a da

l sin

-go

lo d

ocen

te,n

on p

uò e

sser

e co

nsid

erat

a el

emen

to o

stat

ivo.I

ldi

rigen

te s

cola

stico

ope

rerà

val

oriz

zand

o,al

tresì,

le c

ompe

ten-

ze p

rofe

ssio

nali

in r

elaz

ione

agl

i ob

ietti

vi st

abilit

i da

lla p

ro-

gram

maz

ione

edu

cativ

a e

tene

ndo

cont

o de

lle o

pzio

ni e

del

lees

igenz

e m

anife

stat

e da

i sin

goli

doce

nti.L

’ass

egna

zion

e ai

ple

s-si,

alle

scu

ole

ed a

lle a

ttivit

à de

l circ

olo,

anch

e su

rich

iest

a de

gli

inte

ress

ati,é

da

effe

ttuar

si co

n pr

iorit

à pe

r i d

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ti gi

à tit

ola-

ri,ris

petto

a q

uella

dei

doc

enti

che

entra

no a

far

part

e pe

r la

prim

a vo

lta d

ell’o

rgan

ico fu

nzio

nale

di c

ircol

o;ta

li as

segn

azio

niav

veng

ono

sulla

bas

e de

i crit

eri s

opra

des

critt

i.In

caso

di c

on-

corr

enza

l’as

segn

azio

ne s

arà

disp

osta

sul

la b

ase

della

gra

dua-

toria

form

ulat

a in

bas

e al

la ta

bella

di v

alut

azio

ne d

ei ti

toli

ai fi

-ni

del

le u

tiliz

zazi

oni a

llega

ta a

l Ccd

n co

ncer

nent

e le

util

izza

-zi

oni e

le a

sseg

nazi

oni p

rovv

isorie

del

per

sona

le d

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te.S

ulle

pred

ette

ope

razi

oni s

ono

attu

ate

le r

elaz

ioni

sin

daca

li pr

evist

eda

ll’art

.6 d

el C

cnl”.

Scu

ola

sec

ond

aria

(art

.4 c

omm

a 3

Ccn

i 6/

6/20

06)

“Nel

la s

cuol

a se

cond

aria

,qu

alor

a l’is

titut

o sia

art

icola

to s

u pi

ù se

di c

he n

on c

ostit

uisc

ono

auto

nom

a do

tazi

one

orga

nica

,le m

odal

ità d

i ass

egna

zion

e de

ido

cent

i alle

ste

sse

devo

no e

sser

e re

gola

te d

al c

ontra

tto d

i ist

itu-

to t

enen

do c

onto

di q

uant

o de

finito

al p

rece

dent

e co

mm

a 1”

,

Ass

eg

naz

ion

e e

uti

lizz

azio

ne

de

l p

ers

on

ale

Co

ntro

gli

abus

i di

dir

igen

ti s

cola

stic

i e

Dsg

a

Page 16: OBASNuova serie - euro 1,50

I comm

i 612,613 e 615 dell’art.1 dell L.296/2006 hannom

odificato solo la composizione degli organi direttivi

dell’Invalsi,senza peraltro rimettere in discussione la loro

mancanza di autonom

ia e la sostanziale dipendenza dal go-verno.R

estano,per altro,ferme le funzioni dell’Invalsi (la

valutazione del sistema nazionale di istruzione,con l’avvio

della sperimentazione m

ediante scuole campione),con i

relativi effetti,in particolare una fortissima standardizza-

zione dei contenuti e della didattica.Pertanto ci sembra

utile ribadire alcune considerazioni sulle prove Invalsi sucui il m

inistro Fioroni ha malam

ente utilizzato il famigera-

to “cacciavite”.Finalm

ente è definitivamente chiarito quanto abbiam

osem

pre sostenuto

cioé che

l’Invalsi non può né utilizzarené “assistere”

i docenti dellescuole per l’attività istituziona-le che ha il dovere di svolgere.Il punto 2 della D

irettiva Mpi

19 giugno 2007 recita,infatti,che “la som

ministrazione delle

prove,per ciascun ciclo scolastico,dovrà essere effettuata m

edianterilevatori esterni,preferibilm

enteinsegnanti di altre scuole ade-guatam

ente formati.”

D’altra

parte,la

stessa L.

53/2003

prevede espressa-

mente all’art.3 punto a) che

“la valutazione,periodica e an-nuale,degli apprendim

enti e delcom

portamento

degli studenti

del sistema educativo di istruzio-

ne e di formazione,e la certifica-

zione delle competenze da essi

acquisite,sono affidate ai docen-ti delle istituzioni di istruzione eform

azione frequentate;agli stes-si docenti è affidata la valutazio-ne dei periodi didattici ai fini delpassaggio al periodo successivo;ilm

iglioramento dei processi di apprendim

ento e della relativavalutazione,nonché la continuità didattica,sono assicurati an-che attraverso una congrua perm

anenza dei docenti nella se-de di titolarità”.

Non vi è alcun dubbio,quindi che il tipo di valutazione a

cui sono chiamati i docenti è inserito in un percorso pe-

dagogico e didattico che nulla ha a che fare con i compiti

dell’Invalsi definiti nel punto b) dello stesso articolo dellalegge.A

nzi vi è da aggiungere che per diversi motivi i do-

centi preposti a questo tipo di valutazione che li coinvol-ge personalm

ente e professionalmente non possano in al-

cun modo essere i som

ministratori delle prove Invalsi sia

per la natura stessa delle prove e dei test,sia per il conte-sto e le finalità per cui deve som

ministrale.

Ma,al di là di queste considerazioni “organizzative”,rim

a-ne la questione di fondo che ci spinge ad opporci a questitest:la trasform

azione in senso nozionistico dei contenu-ti e la conseguente dequalificazione della scuola pubblica Pensiam

o solamente alle inevitabili retroazioni sulla di-

dattica che queste somm

ini-strazioni di dom

andine no-zionistiche a scelta m

ultiplarischiano

di innestare

sullepratiche scolastiche di deci-ne di m

igliaia di insegnanti.Pensiam

o a quanto è già ac-caduto nella scuola superiorecon l’introduzione del nuovoesam

e di Stato che ha co-stretto i docenti ad addestra-re i propri allievi a svolgere lenuove

prove determ

inandoun condizionam

ento negati-vo del lavoro didattico e unrovesciam

ento dell'ottica chevede l'allievo com

e punto dipartenza del lavoro didatticoverso un'ottica in cui si defi-niscono astrattam

ente "livellidi prestazione" da assum

ereacriticam

ente com

e finalità

del proprio lavoro.Per questi m

otivi continuia-m

o la campagna per la non

effettuazione dei test e persupportarla

alleghiamo

(apag.11) un m

odello di ade-sione:alla Cam

pagna nazionale per il ritiro di tutte le dis-posizioni m

inisteriali relative alle prove di valutazione Invalsiper non sottom

ettere i nostri allievi al “lascia o raddop-pia” dei test.

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Fin dall’approvazione della Legge 53/2003 nonsono m

ancati,soprattutto da parte di solerti e fan-tasiosi dirigenti scolastici,continui,m

a spesso in-fruttuosi,

tentativi di intimidire e prevaricare gli

Organi collegiali che hanno rifiutato gli stravolgi-

menti della “riform

a”.In alcuni casi si è addirittu-ra arrivati alle sanzioni disciplinari contro i colleghi“ribelli”,sanzioni che,com

e era ovvio,sono statepoi annullate a seguito dei nostri ricorsi (vedi ades.

http://ww

w.cobas-scuola.it/varie07/CN

PI_IN-

VALSI.html).È intervenuto anche il m

inistero con no-te delle D

irezioni regionali e con ispezioni “mirate”,

anche queste senza conseguenze per i docenti.

Il fatto ci lusinga e inorgoglisce perché è l’incon-trovertibile attestazione che giunge proprio dallacontroparte sulle rilevanti dim

ensioni del movi-

mento antiriform

a che siamo riusciti a costruire.

Ed è un’ulteriore conferma di quanto sosteniam

oanche in queste pagine:quando gli O

rgani colle-giali,

quindi docenti,genitori,

personale Ata (e,quando si tratterà della scuola superiore,anchestudenti),sono convinti e determ

inati possono le-gittim

amente opporsi ai diktat m

inisteriali e otte-nere positivi risultati.

tenza Corte dei C

onti - sez.Lazio n°40/98).

Inoltre su proposta del Collegio,il C

onsiglio d'istituto defi-nisce le m

odalità e i criteri per lo svolgimento dei rappor-

ti con le famiglie e gli studenti,im

pegno che deve essere poideliberato all'interno del piano annuale delle attività.c) eventuali A

ttività aggiuntive(vedi pag.18).

Alla stessa stregua delle attività di insegnam

ento che ven-gono calendarizzate nell’orario delle lezioni,anche le pre-stazioni relative alle attività funzionali all'insegnam

ento ealle attività aggiuntive si effettuano secondo m

odalità etem

pi stabiliti dalPiano annuale delle attivitàdeliberato all’i-

nizio dell’anno scolastico dal collegio dei docenti.d) eventuali F

unzioni strum

entali(vedi pag.22).e) S

upplenze tempo

raneee1) scuola elem

entareC

ome ribadito dal com

ma 5 dell’art.26 del C

cnl 2003,so-lo nel caso in cui il collegio dei docenti ,per le ore di com

-presenza,non abbia effettuato la program

mazione di atti-

vità di arricchimento dell'offerta form

ativa,di recupero in-dividualizzato o per gruppi ristretti di alunni con ritardonei processi di apprendim

ento,o non abbia impegnato to-

talmente la quota oraria eccedente l’attività frontale di as-

sistenza alla mensa,tali ore saranno destinate per sup-

plenze in sostituzione di docenti assenti fino ad un massi-

mo di 5 giorni nell’am

bito del plesso di servizio.Inoltre,com

e periodicamente ribadito dai contratti an-

nuali sulle utilizzazioni e le assegnazioni provvisorie ciòpuò avvenire esclusivam

ente “nell’orario di insegnamento

programm

ato per ciascun insegnante”,prevedendo che sia-no “possibili eventuali adattam

enti e modificazioni dell’orario

suddetto nei limiti previsti dalla contrattazione d’istituto”

e pre-via delibera del C

ollegio,che modifichi il Piano delle attività.

e2) scuola secondariaPer la sostituzione dei docenti assenti fino a un m

assimo

di 15 giorni (art.22 comm

a 6 L.448/2001) possono esse-re destinate le ore di com

pletamento delle cattedre con

orario inferiore a 18 ore,qualora queste non siano già sta-te im

pegnate per classi collaterali,recupero o integra-zione (art.26 com

ma 6 C

cnl 2003).Queste ore a dispo-

sizione per supplenza devono essere calendarizzate nel-l’orario settim

anale di lezione,e andrebbero definiti i cri-teri per la loro attribuzione dagli O

rgani collegiali e nellatrattativa sull’utilizzazione del personale tra D

s e Rsu.

A proposito delle supplenze tem

poranee per assenze finoai 15 giorni ricordiam

o l’importante sentenza della C

ortedei

Conti

Sez.III

Centrale

d’Appello

(Sent.59/2004,

ww

w.cobas-scuola.it/rsu/SupplSentCorteD

eiConti.html)

che

ha finalmente chiarito - soprattutto per i dirigenti sem

prepronti a sprem

ere il personale - quanto sosteniamo da

sempre:data per scontata l’evidente illegittim

ità dell’as-surda prassi di distribuire in classi diverse gli alunni per iquali è assente l’insegnante,quando non ci sono colleghicon ore a disposizione per sostituire il docente tem

pora-neam

ente assente è legittimo conferire supplenze,attin-

gendo dalle graduatorie d’istituto,anche per periodi infe-riori ai lim

iti stabiliti dalla Finanziaria 2002 (L.448/2001),proprio per garantire “la regolare prosecuzione dell'attivitàdidattica senza interruzioni o,com

unque,alterazioni di qualsia-si natura”.R

icordiamo che,com

e previsto dall’art.22 comm

a 6 L.448/2001,le eventuali econom

ie realizzate non chiaman-

do i supplenti temporanei per le assenze dei docenti infe-

riori ai 16 giorni confluiscono (art.83 comm

a 3 lett.b Ccnl

2003) nel Fondo dell’Istituzione Scolastica.

Qui finiscono gli obblighi di lavoro

Non vi dovrebbero essere dubbi,m

a sappiamo che non

pochi Ds pensano che nei m

esi di giugno e settembre gli

insegnanti debbano essere considerati in servizio e quindiim

pegnino i colleghi nei modi più svariati fino alla degra-

dante pratica di andare a scuola a mettere la firm

a e poiandarsene.C

hi ha fatto una programm

azione seria delle40 ore ha sperim

entato che non sono poche,soddisfanopienam

ente le esigenze e occupano non pochi giorni deim

esi di settembre e giugno.È im

portante concludere chetutte le program

mazioni dei piani di attività e la loro ca-

lendarizzazione debbono essere deliberate dai Collegi dei

docenti su proposta del dirigente scolastico.Ancora una

volta quindi attenzione alla formulazione e alla chiarezza

delle delibere votate,perché una volta previste le attivitàaggiuntive,e quant’altro inserito nel piano delle attività(orario delle lezioni,eventuali iniziative didattiche educati-ve e integrative,riunioni degli organi collegiali,rapporti in-dividuali con le fam

iglie,aggiornamento e form

azione) tut-ti gli im

pegni diventano obbligatori!N

aturalmente il Piano può essere successivam

ente modi-

ficato dal Collegio docenti “per far fronte a nuove esigenze”

(comm

a 4 art.26 Ccnl 2003).

Ricordiam

o ancora che questi impegni costituiscono tutti

gli obblighi di lavoro oltre i quali non si può imporre alcu-

na presenza a scuola come sancito dalle stesse indicazioni

ministeriali (nota M

PI n.1972/80) nonché dalla giurispru-denza (sent.TA

R Lazio-Latina n.

359/84,sent.

Cons.

diStato-sez.V

I n.173/87).

Page 17: OBASNuova serie - euro 1,50

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Page 18: OBASNuova serie - euro 1,50

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(i “considerato che”vanno puntualm

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l Dirigente scolastico

della Scuola/Istituto...................................di ..............................

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I sottoscritti genitori dell’alunno/a ......................................................................frequentante la classe ...............................di codesta scuola

considerato che - la valutazione predisposta dall’Invalsiper la rilevazione degli apprendim

enti è stata organizzata senza alcuna forma di coinvolgi-

mento dei genitori;

- nessuna disposizione di legge impone agli alunni l’obbligo di sottoporsi alla rilevazione prevista dall’Invalsi;

- nel Pofportato a conoscenza dai sottoscritti non risulta tale attività e che pertanto codesta scuola non può introdurla senza al-cun consenso dei genitori nè alcuna form

a di partecipazione;- il C

onsiglio di Circolo/Istituto non ha peraltro m

ai deliberato su tale attività;- tale rilevazione che riguarda la didattica della scuola non è stata deliberata dal C

ollegio dei docenti che,ai sensi dell’art.7 DLgs

247/94 è l’organo competente a deliberare su tutta l’attività didattica della scuola;

- pertanto tale rilevazione che “usa” gli alunni minori senza alcuna form

a di consenso dei genitori legali rappresentanti,oltre adessere palesem

ente lesiva della personalità degli alunni,è anche illegittima per palese violazione della norm

ativa sulla partecipa-zione (L.241/90),dell’autonom

ia scolastica e delle prerogative degli Organi collegiali;

- in violazione della disposizione sulla “privacy” non è garantito,peraltro,l’anonimato né sono state esplicitate le finalità della rile-

vazione che oggettivamente introduce m

odelli didattici molto discutibili ed incom

patibili con un processo formativo personaliz-

zato e partecipato;- pertanto tale attività im

posta in modo unilaterale senza alcun potere legittim

amente attribuito è,sotto ogni profilo inaccettabi-

le,e si configura come un abuso di potere.Tutto ciò prem

esso,i sottoscritti diffidanoil dirigente scolastico,in qualità di rappresentante legale della scuola,dal sottoporre il/la proprio/a figlio/a alla “som

ministrazione”

delle prove Invalsie si riservano di promuovere tutte le opportune azioni,anche legali,a tutela dei diritti propri e del proprio fi-

glio/a.

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odello di diffidaA

l Dirigente scolastico

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ocente coordinatore della classe ...............A

l Consiglio di C

lasse della ..............A

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inistratori delle prove Invalsinella classe ..............della scuola ..........................................di .....................

I sottoscritti genitori degli alunni/e frequentanti la Classe ..............della Scuola ..............................................di ............................................,

considerato che- per quanto riguarda l'attività di valutazione,nessuna disposizione di legge stabilisce l'obbligo da parte delle scuole di sottoporregli alunni ai test predisposti dall'Invalsi;- la valutazione prospettata dall'Invalsi,peraltro non concordata con la com

ponente genitori,è dovuta ad un atto unilateraledell'A

mm

inistrazione scolastica;- la non conoscenza dei contenuti delle prove Invalsici im

pedisce di valutarne la valenza culturale,l'attendibilità e la scientificità;- le prove non sono previste nelle finalità educative e didattiche contenute nel Pofdi Istituto;- alcuni quesiti della prove potrebbero violare la Legge sulla Privacy,in conseguenza dell'uso degli esiti della valutazione;

diffidano le SSLL in indirizzo- dal sottoporre i/le propri/e figli/e alla som

ministrazione delle suddette prove Invalsi,

- dal trasmettere ovunque qualsiasi inform

azione relativa ai propri figli senza la previa autorizzazione dei sottoscritti e dei docentititolari della classe,- dall’utilizzare,in palese violazione della privacy degli alunni e delle fam

iglie sottoscritte,qualsiasi elemento e dati privati fam

iliari,registrati su docum

enti estranei alle ordinarie e tradizionali pratiche e scritture amm

inistrative autorizzate all’atto dell’iscrizione,e si riservano di adire le vie legali,qualora ciò si dovesse verificare.

dataFirm

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Il personale Ata "assolve alle funzioni am

ministrative,contabi-

li,gestionali strumentali,operative e di sorveglianza connesse al-

l'attività delle istituzioni scolastiche,in rapporto di collaborazio-ne con il capo d'istituto e con il personale docente"

(art.44C

cnl 2003).Ai sensi degli artt.6,50 e 52 C

cnl 2003,tuttala m

ateria,che dovrà trovare sistemazione nel Piano delle

attività,è oggetto di contrattazione con le Rsu.A

ll'iniziodell'anno scolastico il D

sga formula una proposta relativa

alle attività,il Ds,dopo averne verificato la congruenza ri-

spetto al Pof,e averlo contrattato con le Rsu,la adotta.È

compito del D

sga la sua puntuale attuazione.I com

piti degli Ata sono costituiti da:

1) attività o m

ansioni previste dall'area di appar-

tenenza(tabb A

e C C

cnl 2003),con 35/36 ore di lavo-ro settim

anali,suddivise in sei ore continuative,di norma

antimeridiane su sei giorni,e un m

assimo giornaliero di 9

ore (comprese le attività aggiuntive).

Quando l’orario

giornaliero supera le 6 ore deve essere concessa una pau-sa di alm

eno 30 minuti su richiesta del dipendente,che di-

venta obbligatoria se l’orario giornaliero supera le 7 ore e12 m

inuti.L’orario può essere programm

ato su cinquegiorni settim

anali:7 ore e 12 minuti giornalieri,oppure con

due rientri di 3 ore ciascuno.In particolari condizioni (vedi pag.23 di questa G

uida) èinoltre possibile una riduzione a 35 ore.Possono essereadottati,anche coesistendo nella singola scuola:- O

rario flessibile.C

onsiste nell’anticipare o posticipa-re l’entrata e l’uscita del personale distribuendolo anchein cinque giornate lavorative.- O

rario plurisettim

anale.In particolari periodi di ag-gravio lavorativo,previa program

mazione annuale e te-

nendo conto delle disponibilità del personale,si può giun-gere a 42 ore settim

anali.Q

uesto orario non può essere effettuato per più di 3 set-tim

ane consecutive e comunque per un m

assimo di 13 an-

nuali.Il recupero può essere effettuato con riduzione del-l’orario ordinario giornaliero,riduzione delle giornate la-vorative,con l’accesso al fondo dell’istituzione scolasticaed,inoltre,possono essere accum

ulate per le ferie.Se perm

otivate esigenze di servizio o per comprovato im

pedi-m

ento del dipendente non possono essere recuperate,

devono essere comunque retribuite.

- Turnazione.C

onsiste nell’avvicendamento del perso-

nale in modo da coprire l’intera durata di apertura della

scuola,quando le altre tipologie di orario non sono suffi-cienti.La ripartizione del personale nei vari turni,che pos-sono sovrapporsi,dovrà avvenire sulla base delle profes-sionalità necessarie in ciascun turno.U

n turno serale chevada oltre le ore 20 potrà essere attivato solo in presen-za di casi ed esigenze specifiche.N

elle istituzioni educative il numero dei turni effettuabili

da ciascun dipendente non può,di norma,essere superio-

re a:8 turni notturni nell’arco del mese;1/3 dei giorni fe-

stivi dell’anno per i turni festivi nell’anno.Nei periodi nei

quali i convittori non siano presenti nell’istituzione,il tur-no notturno è sospeso,salvo com

provate esigenze dell’i-stituzione educativa e previa acquisizione della disponibili-tà del personale.L’orario notturno va dalle ore 22 alle ore 6 del giorno suc-cessivo,per turno notturno-festivo si intende quello checade nel periodo com

preso tra le ore 22 del giorno pre-festivo e le ore 6 del giorno festivo e dalle ore 22 del gior-no festivo alle ore 6 del giorno successivo.O

rario degli assistenti tecnici.È di 24 ore settim

analidi assistenza alle esercitazioni didattiche in com

presenzadel docente e 12 ore per la m

anutenzione,riparazionedelle attrezzature,preparazione del m

ateriale per le eser-citazioni;durante i periodi di sospensione delle attività di-dattiche si occupano della m

anutenzione del materiale

tecnico-scientifico-informatico dei laboratori,delle offici-

ne,o degli uffici di competenza.

“L’istituzione scolastica fornirà mensilm

ente a ciascun dipen-dente un quadro riepilogativo del proprio profilo orario,conte-nente gli eventuali ritardi da recuperare o gli eventuali creditiorari acquisiti”

(art.53 Ccnl 2003).

2) eventuali Attività aggiuntive

(vedi pag.18).3) eventuali Incarichi sp

ecifici(vedi pag.23).

Il Ccnl 2003 così ha aggiunto nuove m

ansioni a quelle con-tenute nel precedente contratto che rientrando nell'ordi-narietà sono senza alcuna retribuzione aggiuntiva.Il C

cnl,lungi dal respingere e contrastare le m

odifiche previste dalcom

ma 3 art.35 della L.289/2002,le recepisce e le sotto-

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Page 19: OBASNuova serie - euro 1,50

COBAS 36 - settembre/ottobre 2007 R i f o r m e 7

struzione è cosa diversa dal-l’obbligo scolastico, che vaespletato esclusivamente ascuola e che costituisce ga-ranzia fondamentale per l’u-guaglianza sostanziale previ-sta dall’art. 3 Cost.

L’Istruzione Tecnico-ProfessionaleL’obbligo di istruzione per-mette di valutare meglio l’a-brogazione contenuta nella L.40 del 2.4.07 (che ha conver-tito il decreto-legge Bersani:un bell’esempio di tecnica le-gislativa: dai benzinai alla ri-forma della scuola!) del liceoeconomico e del liceo tecnolo-gico, sostituiti dagli istitutitecnico-professionali, a cuivanno affiancati i poli tecnico-professionali che comprende-ranno anche la formazionepost-diploma. È prevista unariduzione del numero degli in-dirizzi e una razionalizzazio-ne, ma al tempo stesso laconferma della riduzione delmonte ore complessivo e del-l’orario spezzatino previsti daldecreto Moratti sulle superio-ri. In tale direzione va il D.M.41/07 che, in via transitoria,applica per il prossimo annola riduzione, prevista dallaFinanziaria, di 4 ore alla clas-se prima degli istituti profes-sionali, con estensione allaclasse seconda per l’annosuccessivo, demandando - inlinea con l’autonomia - allescuole la scelta delle ore datagliare, senza tagli agli orga-nici (per quest’anno). In questa modifica possiamoleggere sia opportunità che ri-schi. Va valutato positivamen-te lo stop alla liceizzazione,soprattutto per il modo in cuiera stata impostata con unaspruzzatina di filosofia o di la-tino sull’impianto degli istitutitecnici, aumentando la disor-ganicità e il carattere somma-torio degli insegnamenti, checostituisce una delle causemaggiori della dispersionescolastica. È un’opportunità,soprattutto, il blocco della re-gionalizzazione dell’istruzioneprofessionale, che sembra ri-entrare nell’ambito del siste-ma statale di istruzione, evi-tando la frantumazione in 20sistemi regionali diversi.Inoltre, l’integrazione degliattuali istituti tecnici e profes-sionali potrebbe aprire la stra-da ad una qualificazione degliindirizzi professionali, con unrafforzamento degli elementiformativi tendenti allo svilup-po di capacità cognitive.Al tempo stesso, il fatto che –in linea con l’obbligo d’istru-zione - sia previsto il rafforza-mento della sperimentazionedei percorsi integrati e delraccordo con la formazioneprofessionale fa temere il per-corso opposto, cioè, invece diuna tecnicizzazione degli isti-tuti professionali, una trasfor-mazione in “scuole professio-nali” degli attuali istituti tecni-ci e professionali, seguendo ilmodello della formazione pro-fessionale, cioè apprendimen-ti veloci di conoscenze e tec-niche segmentate, perditadella visione di insieme dei fe-nomeni, decontestualizzazio-ne.. D’altronde, il manteni-mento dell’istruzione profes-

sionale nel sistema statale d’i-struzione rischia l’incostituzio-nalità, laddove il nuovo art.117 Cost. (votato dalla solamaggioranza di centro- sini-stra nell’ambito della sciagu-rata riforma del Titolo V) pre-vede la competenza legislati-va esclusiva delle Regioni perl’istruzione professionale. Percui sembra plausibile un “si-stema sinergico tra Stato eRegioni che valorizzi il raccor-do tra istruzione tecnico-pro-fessionale e formazione pro-fessionale”, con tutto ciò chene consegue e che abbiamogià sperimentato negli ultimianni (dequalificazione dellascuola, aumento della logica“sommatoria”, deportazionedi studenti...)Per rafforzare le opportunità edepotenziare i rischi è oppor-tuno modificare l’art. 117Cost. prevedendo chel’Istruzione Professionale tor-ni nell’ambito della compe-tenza statale e, soprattutto,Formazione Professionale solodopo l’obbligo scolastico, cheva portato a 18 anni (o, in viasubordinata e come tappatransitoria, a 16 anni).

Le scuole fondazioniSempre nel decreto-leggeBersani è prevista la possibili-tà di detrarre fiscalmente il19% delle donazioni alle scuo-le con un regime simile aquello previsto per le donazio-ni alle fondazioni. Rinviamoall’articolo apparso sul nume-ro di questo giornale, che hagià illustrato l’effetto di trasfe-rimento netto di fondi dallescuole statali a quelle private,nonché la creazione di scuoledi serie A e di serie B e C, aseconda della capacità – tipicadi una logica di mercato- di at-trarre donazioni private, chesarà solo attenuata dal fondodi perequazione previsto dalddl sugli organi collegiali. Èvero che il D.L. prevede che idonatori non possano entraredirettamente negli organi col-legiali, ma lo stesso ddl delegaprevede la possibilità di inseri-re negli organi collegiali e nel-

la giunta esecutiva (di cui siprevede un ampliamento deipoteri nella gestione economi-co-finanziaria e, in particolare,nella gestione delle donazioni)“rappresentanti delle autono-mie locali, delle Università,delle associazioni, delle fonda-zioni e delle organizzazionirappresentative del mondoeconomico, del terzo settore,del lavoro e delle realtà socia-li e culturali presenti sul terri-torio”. Per cui, se i donatoriformali non potranno entraredirettamente, potranno farlole fondazioni create ad hoc e/ola Confindustria, le Camere dicommercio, laConfartigianato. È evidenteche chi entra con tanto poterecontrattuale, ulteriormenterafforzato dall’investimentoeconomico diretto o indirettoche sia, vorrà condizionarepesantemente le scelte didat-tiche e politico-culturali dellascuola dell’autonomia. È veroche la didattica resterebbeformalmente una prerogativadel Collegio, ma notiamo co-me già oggi spesso i Collegiaccettino acriticamente le ri-chieste che vengono in parti-colare dal mondo imprendito-riale, il cui potere contrattualesarebbe ulteriormente raffor-zato dalle donazioni e dallapresenza all’interno degli or-gani collegiali. E d’altronde lostesso ddl delega prevede l’i-stituzione di un Comitato tec-nico di valutazione dell’attua-zione del Pof, che ridurrebbeanche formalmente la discre-zionalità del Collegio.Naturalmente, i rischi che ab-biamo segnalato nella previ-sione degli istituti tecnico-pro-fessionali e, in generale nel-l’autonomia, aumentano adismisura se sarà laConfindustria e la Camera dicommercio locale a dettarelegge negli organi collegiali.Con questo passaggio la ten-denza verso l’aziendalizzazio-ne della scuola pubblica fareb-be un deciso salto qualitativoin pejus: anche qui il cacciavi-te di Fioroni stringe molto piùche smontare!

La responsabilità disciplinare dei docentiLo stesso ddl delega (che bril-la per la genericità dei princi-pi e per l’ampiezza della dele-ga al governo: ma non era ilcentro-sinistra che aveva par-lato di espropriazione delParlamento per la delegaMoratti!) prevede una drasti-ca riduzione della collegialitàdelle decisioni in tema di re-sponsabilità disciplinare deidocenti. Non è più previsto ilparere obbligatorio, anche senon vincolante, del Collegioper la sospensione cautelare(decide in splendida solitudi-ne il Ds) e la stessa sospen-sione definitiva viene decisadal Dirigente dell’Ufficio scola-stico regionale se entro 10giorni la Commissione disci-plinare non si esprime! Cosìviene meno la garanzia for-male e sostanziale della colle-gialità delle decisioni.

I tagli alle classi e agli organiciMa i provvedimenti che fannotoccare con mano a lavorato-ri della scuola, genitori e stu-denti il peggioramento dellascuola pubblica hic et nuncsono i tagli alle classi e agliorganici e ai finanziamentiprevisti dalla Finanziaria2007. Si tratta dell’aumentomedio da 20,6 a 21 deglialunni per classe, con tagli di19.039 cattedre e di 8000 po-sti per gli ATA, considerandosia i tagli effettivi che il man-cato aumento per la presenzadi ben 28.000 alunni in più .Per rispettare questi numeri,il DIM di attuazione ha intro-dotto ulteriori deroghe ai D.M. 331/98 e 141/99 sulla for-mazione della classi. Per cuiavremo il prossimo anno sco-lastico alle Superiori ancheclassi prime e terze con 32-33alunni, ulteriori accorpamentidi classi intermedie; alleMedie classi di 29 alunni e ri-duzione del Tempo prolunga-to; alle elementari o classi di27 alunni o riduzione degli or-ganici del tempo pieno. Peres, in provincia di Lucca per

tagliare le 18 cattedre alleelementari (risultanti dalla ri-partizione geografica e perordine di scuola dei tagli) éstato tagliata una cattedraper ogni plesso con il Tempopieno (9 docenti per ogni 5classi di tempo pieno) conl’introduzione del “tempo pie-no modulare” e gradualesmantellamento dell’espe-rienza didattico-organizzati-va, la cui difesa era stata alcentro della lotta contro laMoratti. La deroga può riguar-dare anche le classi con alun-ni diversamente abili, per cui,per es. a Lucca, abbiamoclassi quarte alle superiori con3 alunni in situazione d’handi-cap e 26 alunni (laddove ilmassimo era 20). Inoltre, so-no stati innalzati i parametriper la certificazione, per cui visarà una drastica riduzionedegli alunni certificati. È ap-pena il caso di ricordare checlassi più numerose implicanoun peggioramento della quali-tà della suola, una minorepossibilità di seguire gli alunnipiù deboli e un aumento delladispersione scolastica, conbuona pace dell’uguaglianzasostanziale prevista dall’art. 3comma 2 della Costituzione.

I tagli per il finanziamentodelle supplenzeA tutto ciò si aggiungono i pe-santissimi tagli per il finanzia-mento delle supplenze: è op-portuno chiedere l’ordine diservizio tutte le volte che i DSdispongono accorpamentidelle classi, comunicando agenitori e organi di stampa ilproprio rifiuto di una praticache trasforma la scuola in unparcheggio.Infine, il D.M. n. 21/07 ha de-terminato il “Fondo per il fun-zionamento delle istituzioniscolastiche”, che prevede peres. solo 16.400 ? per tutte lespese di funzionamento di-dattico e amministrativo di unIstituto Tecnico. Diventerannocosì indispensabili – anche so-lo per comprare materiale dicancelleria o per le fotocopie -sia l’incremento dei contributipiù o meno imposti alle fami-glie (peraltro già operanti),sia la caccia alle donazioni.Ancora una volta tutto si tie-ne, anche perché tale fondosarà utilizzabile senza vincolodi destinazione dal Consigliodi Istituto e/o dalla Giuntaesecutiva, in cui entreranno –ricordiamolo - i rappresentan-ti del mondo imprenditoriale.

Analizzando unitariamente leinnovazioni disperse in millerivoli emerge chiarissimo unquadro unitario che proseguecon modalità politicamentepiù accorte e con opportuniaggiustamenti di rotta la lineainaugurata da Berlinguer econtinuata dalla Moratti, cheè in buona sostanza tendentealla privatizzazione e azienda-lizzazione della scuola: ridi-mensionamento del ruolo del-la scuola pubblica a favoredella scuola privata, delleagenzie private di formazionee delle stesso ruolo formativodelle imprese e imposizionealle scuole pubbliche del mo-dello organizzativo tipico delleimprese private.

Page 20: OBASNuova serie - euro 1,50

8 COBAS 36 - settembre/ottobre 2007A u t o r g a n i z z a z i o n e

di Alessandro Palmi

Il lavoro della commissioneorganizzazione al seminarioestivo di Genazzano è partitoda alcune premesse e da al-cuni nodi problematici indivi-duati nell’attuale situazione,per poi giungere a prospetta-re una serie di soluzioni ed at-tività che potrebbero essereutili per migliorare lo stato or-ganizzativo; qualora la moledelle attività proposte risul-tasse troppo alto rispetto allenostre attuali capacità opera-tive sarà fondamentale co-struire una scala di priorità

Premessa- Quando si parla di “organiz-zazione” non ci si riferisce adaspetti puramente tecnici emen che meno si vogliono en-fatizzare aspetti legati a nor-me di funzionamento buro-cratiche dei Cobas; l’organiz-zazione, o meglio il migliorfunzionamento possibile dellestrutture Cobas, è semplice-mente una parte imprescindi-bile di quella che deve esserela nostra iniziativa politico-sindacale-sociale-culturale.Non è pensabile, in una fasecomplessa e delicata comequella delineata, non adope-rarsi per arrivare ad avere

una struttura (sia a livello na-zionale che decentrata) all’al-tezza della situazione e dellesfide che ci aspettano; in que-sta fase è assolutamente ne-cessario lavorare per aumen-tare il radicamento e la diffu-sione territoriale dell’organiz-zazione, questo può esserefatto solo se vengono tenutein debita considerazione an-che gli aspetti più strettamen-te logistici e di funzionalità. Èaltresì necessario che questaesigenza divenga patrimoniocomune di tutti gli aderenti aiCobas; anche chi non fosse di-rettamente impegnato in atti-vità legate a queste temati-che, dovrebbe tener ben pre-senti questi aspetti nel proprioorizzonte di riferimento.- Dobbiamo lavorare sullacontraddizione (apparente?)tra la pressoché totale auto-nomia delle varie sedi, che sevogliamo è una ricchezza delmodello Cobas, con la totaleorizzontalità della strutturaorganizzativa ed i necessari li-velli di coordinamento nazio-nale e la necessità di riuscireanche a dare un’immagine edun’impronta nazionale che siarealmente condivisa dalle di-verse sedi.- Per meglio calibrare la strut-tura organizzativa e l’operati-

vità è senz’altro auspicabileche vi sia un percorso di ri-flessione volto a ridefinire l’o-rizzonte strategico ed il “mo-dello Cobas” tenendo contodelle variazioni che si sonoavute negli ultimi 15 anni.- L’attuazione, anche progres-siva, di quanto proposto diseguito non potrà prescindereda una presa in carico com-plessiva di tutta l’organizza-zione; sarà necessario unosforzo di tutti per poter porta-re avanti le attività propostesecondo le priorità che deci-deremo, quindi non vi dovràessere un’eccessiva delega agruppi di ipotetici “esperti”preposti a questo.

I nodi problematici- Abbiamo un rilevante deficitinformativo dalle diverse sedi:il livello di operatività pratica,l’agibilità politico-sindacaleesistente ecc.- Esiste una grossa difficoltànel coordinamento e nell’agirea livello nazionale; in partico-lare risulta complicata la ge-stione delle “campagne nazio-nali”. Si notino come esempidue recenti campagne moltodiverse tra loro, quella sullaindennità di vacanza contrat-tuale e quella sui diritti sinda-cali; in entrambi questi casi,

sia pur con sfumature diver-se, si è lamentato uno scarsocoordinamento tra le sedi e/ouno scarso coinvolgimento ditante sedi.- Più in generale si denotauna circolazione non ottimaledelle informazioni e dei mate-riali prodotti; questo in parti-colare rispetto a sedi che nonsono rappresentate nell’ese-cutivo nazionale e che non ri-escono ad appoggiarsi in ma-niera efficace a sedi territo-rialmente vicine e ben strut-turate.

Vengono qui esposte, in for-ma schematica e non in ordi-ne di priorità, alcune possibiliiniziative, sarà lavoro comunecollegarle tra loro in un qua-dro organico e, se necessario,stabilire un ordine di prioritànella loro attuazione; alcunesono indicazioni metodologi-che generali relative al funzio-namento organizzativo, men-tre in altri casi si tratta diazioni specifiche concrete chedovrebbero essere decise edattuate:- per migliorare il funziona-mento di una sede è impor-tante assegnare responsabili-tà e compiti specifici; si consi-dera utile che le varie attivitàmesse in campo, campagne,settori di intervento ecc. sianoorganizzati identificando an-che un referente (o più refe-renti) che abbiano il compitodi monitorare e seguire da vi-cino lo sviluppo dell’attivitàspecifica, garantendo un’in-formazione puntuale ed ag-giornata al resto dell’organiz-zazione ed un maggiore coor-dinamento.- altra indicazione di funzio-namento generale è quella diaffrontare quanti più temipossibili con la logica del“gruppo di lavoro”, coordinatinell’esecutivo provinciale, co-struiti attorno alla figura delreferente e incentrati sui di-versi aspetti decisi. Questoper superare la logica del“tutti fanno tutto”, che poi di-venta quella del “pochi fanno(o sono costretti a fare) tut-to”, ed andare verso una divi-sione dei compiti basata sulleinclinazioni e competenze deidiversi attivisti.A titolo di esempio, si elenca-no gruppi di lavoro che do-vrebbero essere necessaria-mente attivati in ogni sede;ovviamente l’elenco non èesaustivo. Anche in questocaso si dovrà, probabilmente,costruire una scala di prioritànei tempi di attivazione, cer-cando anche di coinvolgere ilmaggior numero di iscrittipossibili (non ha senso chesiano sempre i soliti ad entra-re in tutti i gruppi di lavoro,altrimenti siamo al punto dipartenza):- Supporto alle sedi, che do-vrebbe anche occuparsi delmonitoraggio e raccolta datidalle varie province. - Finanziamento, per monito-rare la situazione finanziaria,individuando possibili risparmie forme di finanziamento ag-giuntive alle quote sindacali.- Comunicazione dentro l’or-ganizzazione, tra le sedi e cu-ra del sito.- Cesp.

- Formazione degli iscritti.- Coordinamento delle cam-pagne nazionali.- Coordinamento aspetti ediniziative di legali.- Su eventuali temi specifici:Ata e precari per indicarnedue verosimilmente necessa-ri.- Cominciare a strutturare,magari anche formalmente,l’organizzazione su base re-gionale o macro provinciale,in modo da creare un livello dicoordinamento intermedio trai momenti decisionali delle as-semblee provinciali e quellinazionali (esecutivo od as-semblea che sia). In diverseregioni intorno alle sedi piùstrutturate questo sta in par-te avvenendo e sembra dareesiti positivi, si tratterebbe disistematizzare questo aspet-to, di promuoverlo con deci-sione e di renderlo un ele-mento costitutivo del nostroagire.- Monitorare tutte le sedi, peravere un quadro complessivodella situazione più dettaglia-ta. Questa non deve essereintesa come azione di control-lo del centro nei riguardi dellaperiferia, ma come un’attivitàindispensabile ad un agire piùcoordinato di tutta l’organiz-zazione a livello nazionale. Diogni sede dobbiamo avere adisposizione i dati caratteriz-zanti, molti sono già disponi-bili e vanno solo riordinati, al-tri vanno reperiti.- Avviare un’attività di forma-zione nei confronti degliiscritti che lo richiedono; sipropone una vero e propriopercorso su tutti i temi e icampi che si rendessero ne-cessari. Questa attività appa-re un elemento necessarioper cercare di allargare la no-stra base di attivisti. Dovràessere seguita da un gruppoad hoc ed essere anche orga-nizzata su base professiona-le, utilizzando tutti gli stru-menti disponibili (Cesp, sitoecc.). Si propone di comincia-re sin dall’inizio del prossimoanno scolastico con seminaridi formazione organizzati subase regionale, costruiti sullabase di effettive richiesteprovenienti dai territori. - La campagna per i diritti sin-dacali proseguirà, è un’ottimaoccasione per cominciare adapplicare quanto proposto adun caso concreto; si proponequindi che tale campagnaprosegua e venga strutturatatenendo conto di quanto so-pra esposto (referente, grup-po di lavoro, livello regionaleecc.). In questo senso, ed an-che per iniziare la raccolta da-ti dalle varie province, si pro-pone che da ottobre si faccia-no tentativi di indizione di as-semblee in orario di servizioin tutte le province e che i ri-sultati siano riportati al grup-po di lavoro sostegno sedi.

Ecco, i Cobasper esempio ...Il conflitto e l’autorganizzazione

Le immagini di questonumero riproduconoopere di Francisco deZurbarán (Fuente deCantos, Badajoz, 1598- Madrid, 1664).

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COBAS 36 - settembre/ottobre 2007 W e l f a r e 9

di Ferdinando Alliata

Il 23 luglio è proprio un gior-no nero per i lavoratori italia-ni. Dopo il 1993, quando colProtocollo sui Redditi si inau-gurò la politica della concerta-zione che ha determinato ilmassiccio spostamento dellaricchezza prodotta in Italia dasalari e pensioni verso renditee profitti, adesso ci troviamocon il Protocollo su previden-za, lavoro e competitività -Per l’equità e la crescita so-stenibili con il quale Governoe sindacati concertativi pro-grammano “diversi interventiche vanno dalla sfera dellaprevidenza, al mercato del la-voro, alla competitività, all’in-clusione sociale”.Prodi si felicita per l’anniver-sario, ma i lavoratori hannoben poco di che gioire.Vediamo perché analizzandole sette parti che costituisco-no il Protocollo e tenendo co-munque sempre presente chesu tutti i provvedimenti gravauna sorta di “clausola di ga-ranzia”, cioé le misure previ-ste saranno realizzate solo secompatibili con gli equilibridella finanza pubblica.Abbiamo provato sulla nostrapelle cosa significa una cosadel genere: tutti gli eventualibenefici sono “equilibrati” dacorrispondenti riduzioni di al-tre prestazioni.

Premessa“Il Governo e le Parti socialidanno atto dell’impegnostraordinario destinato com-plessivamente a queste azio-ni, che insieme a quelle inmateria pensionistica, deter-minano una redistribuzionedelle risorse volte a aumenta-

re l’inclusione sociale, la par-tecipazione al mercato del la-voro e la produttività”. Quindifin da subito ci avvertono: so-lo all’interno di queste azioni(le sei parti successive: previ-denza, ammortizzatori sociali,mercato del lavoro, competiti-vità, giovani e donne) ci potràessere una redistribuzione,guai a pensare al coinvolgi-mento della fiscalità generale,o una più equa redistribuzio-ne del “tesoretto”! Tutta que-sta ricchezza deve esserebruciata per abbattere il debi-to pubblico!Ma vediamo nel dettaglio leprincipali “azioni”.PrevidenzaRinviando all’articolo alla pa-gina seguente l’analisi com-plessiva dell’argomento, quinon possiamo non sottolinea-re la sorpresa con cui trovia-mo, nero su bianco, la ridu-zione dei coefficienti di tra-sformazione che secondol’Accordo sulle pensioni del20/7/2007 doveva essere dis-cussa il prossimo anno. Unariduzione delle pensioni pub-bliche del 6/8% circa (vedi latabella a pag. 10) che do-vrebbe anche favorire unamaggiore adesione alla lotte-ria dei fondi privati, che nean-che la truffa del silenzio/as-senso avrebbe ancora deter-minato.Ammortizzatori socialiA fronte dell’utilizzo di unapiccola parte dell’extragettitofiscale per il miglioramentodell’attuale insostenibile si-tuazione incombe la minacciadella “perdita della tutela incaso d’immotivata non parte-cipazione ai programmi direinserimento al lavoro o dinon accettazione di congrue

opportunità lavorative”. Suquale possa essere la “moti-vazione” e in cosa consista la“congruità” temiamo che i la-voratori possano fare ben po-co per garantirsi una vera eserena libertà di scelta.È prevista inoltre la “progres-siva estensione e unificazionedi cassa integrazione ordina-ria e straordinaria”, ovveromano libera alle aziende e mi-nor controlli e vincoli nell’uti-lizzo della cassa integrazione,disegna un mondo del lavorosempre più in balia dell’arbi-trio padronale. Mercato del lavoroLa Legge 30 viene conferma-ta, se non addirittura peggio-rata in alcuni punti, insieme atutta la frammentazione con-trattuale che si è determinatafin dall’emanazione delPacchetto Treu.- Servizi per l’impiego. “Lacompresenza dei servizi pub-blici e di agenzie private, an-che no profit, è un’opportuni-tà da ampliare per rafforzarele capacità d’incontro tra do-manda e offerta di lavoro”,non crediamo che questo pos-sa giovare molto agli interessidi lavoratori e disoccupati co-stretti a tenere conto degli in-teressi particolari di queste“meritorie” agenzie.- Incentivi all’occupazione. Siprevede di rivedere il sistemadegli incentivi per le impreseprocedendo anche alla ridefi-nizione del contratto d’inseri-mento.- Apprendistato. Vista l’este-ma frammentarietà e improv-visazione che contraddistin-gue questa tipologia contrat-tuale in cui si lavora molto e siapprende poco, viene previ-sta la sua valorizzazione raf-

forzando il ruolo della contrat-tazione collettiva e definendostandard nazionali che, nel ri-spetto delle competenze delleRegioni, consentano la mobili-tà e l’innalzamento della qua-lità della formazione.- Contratti a termine. Qui siconsuma quanto di peggio cisi poteva aspettare. Il con-tratto precario più “tipico”viene ampliato. Di fronte auna generica necessità azien-dale questo contratto potràsuperare anche i tre anni.Basterà conciliare la derogapresso la Direzione provincia-le del lavoro dove il lavorato-re sarà costretto a rinunciarea i propri diritti di fronte al ri-catto di un nuovo contratto atermine. Altro che eliminazio-ne del precariato, questa è lasua estensione infinita. Nonvengono neanche fissati tettimassimi rispetto al numerocomplessivo dei dipendenti,anzi “le assunzioni a termineper attività stagionali, per ra-gioni sostitutive e quelle con-nesse alle fasi di avvio di atti-vità d’impresa sono escluseda limiti massimi percentualiove fissati dai contratti collet-tivi nazionali stipulati dai sin-dacati comparativamente piùrappresentativi”.- Lavoro a tempo parziale. Siprevede di “attribuire ai con-tratti collettivi stipulati daisindacati comparativamentepiù rappresentativi la facoltàdi introdurre clausole elasti-che e flessibili e di disporne larelativa disciplina” senza che ilavoratori possano individual-mente rifiutarsi, a meno chenon abbiano concluso questocontratto per comprovaticompiti di cura.- Staff leasing e lavoro a chia-mata. Quest’ultimo dovrebbeessere sostituito da contratti“part-time che rispondano aesigenze di attività di brevedurata per lavoratori [notoria-mente sempre alla ricerca diquesti lavori precari, ndr] edimprese”. Mentre lo staff lea-sing - che dicevano avrebberoabrogato - sarà anche favori-to con incentivi per le Agenziedi lavoro per l’assunzione dilavoratori a tempo indetermi-nato da “somministrare”.- Lavoro a progetto. Nessunalimitazione, ma promesse dicontrolli (e col ministroDamiano c’è da stare tran-quilli ...) e aumenti di contri-buti quasi solo a carico del la-voratore.Competitività“Il Governo attuerà una ridu-zione del costo del lavoro le-gata alla contrattazione di se-condo livello, al fine di soste-nere la competitività e di mi-gliorare la retribuzione di pre-mio di risultato”. Le condizio-ni per gli sgravi rimangonoquelle attuali: “trattamenti ...incerti a priori nella corre-sponsione o nell'ammontare ela cui entità sia correlata dalcontratto collettivo alla misu-razione di incrementi di pro-duttività, qualità ed altri ele-menti di competitività assunticome indicatori dell'anda-mento economico dell'impre-sa e dei suoi risultati”.È prevista la detassazione delpremio di risultato e straordi-nari a tutto spiano, con una

scandalosa riduzione dei con-tributi (con l’abolizione dellacontribuzione aggiuntiva in-trodotta dalla L. 549/1995)che danneggia l’occupazione,il bilancio Inps e il redditopensionistico del lavoratore.Così, mentre numerosi eco-nomisti ribadiscono che “nonesiste nessuna ragione perprocedere a questo abbatti-mento del debito e che questotipo di politica non è opportu-na nelle condizioni in cui sitrova l'economia italiana”(http://www.appellodeglieco-nomisti.com) ai lavoratori ita-liani viene ancora chiesto distringere la cinghia, ora (concontratti sempre più precari onon rinnovati) e nel futuro(con pensioni ancora più bas-se), per rispettare il mito - ola follia? - dei parametri diMaastricht (Luigi Pasinetti,The myth - or folly - of the3% deficit/GDP Maastrichtparameter, CambridgeJournal of Economics).Cisl, Uil e Ugl non hanno avu-to certo remore a firmare; laCgil ha firmato già sulle pen-sioni (92 sì e 22 no inDirettivo) ed ora sulProtocollo protesta per boccadi Epifani, il quale comunqueassicura che firmerà per “sen-so di responsabilità”. Si op-pongono in Cgil, specie inFiom, la Rete 28 aprile eLavoro-Società. E il referendum di cui tantiparlano? Non solo per portar-ci gli Accordi la befana vien dinotte, ma anche giusto primadelle ferie. Ne approfittano isindacati firmatari per rinvia-re la convocazione degliEsecutivi unitari per organiz-zare il referendum. Insomma, allo stato attuale siva in ferie con l’accordo fir-mato e senza l’impegno allaconsultazione. Intanto la ConfederazioneCobas ha già indetto alcuniscioperi nelle fabbriche e siprepara per lo sciopero gene-rale contro il Protocollo.

C’era una voltalo Stato SocialeUn Protocollo contro i lavoratori

AlcuniprotagonistiIl ministro del Tesoro PadoaSchioppa, nella sua carrieraha cumulato liquidazioni damilioni di euro, oltre al succu-lento stipendio da ministro.Il ministro degli Interni,Amato (cumula una pensioned’oro e lo stipendio di mini-stro), e il presidente del sena-to Marini (ex-sindacalista Cisl)autori (come primo ministro eministro del lavoro) del primoattacco al sistema pensionisti-co nel ‘92-93. Lamberto Dini (anche lui pen-sione d’oro), esponente dellamaggioranza, autore della“controriforma” del 1995, conla quale fu prolungata l'etàpensionabile e introdotto ilpassaggio dal "retributivo" al"contributivo” che ha condan-nato le pensioni alla miseria erotto il patto di solidarietà traanziani e giovani. Il ministro del Lavoro, l'ex-sindacalista Cgil Damiano,ben noto “amico dei padroni”.

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10 COBAS 36 - settembre/ottobre 2007P r e v i d e n z a

Come Maroni più di MaroniAccordo a perdere sulle pensioni

Roba da manuale della con-certazione: gli accordi più de-licati si firmano di notte e, so-prattutto, in pieno solleone.Avvenne nel luglio 1993 con ilfamigerato Accordo sulla poli-tica dei redditi (che ha piena-mente inserito i sindacati dicomodo nella gestione dellepolitiche del lavoro), è avve-nuto molte volte da allora eavviene adesso con l’accordosulle pensioni e sullo stato so-ciale. Si sa, in estate le scuo-le sono deserte, molti lavora-

tori sono già in ferie e le fab-briche stanno per chiudere: èimpossibile mobilitarsi control’ennesimo bidone.Intanto, per evitare confusio-ne, l’accordo non tocca l’etàpensionabile (cioè l’età perandare in pensione che rima-ne di 65 anni per gli uomini e60 anni per le donne) ma ri-guarda le sole pensioni di an-zianità, cioè l’opportunità diandare in pensione prima dei60-65 anni, avendo lavoratoalmeno per 35 anni. Oggettodella contesa era lo “scalone”previsto dalla legge Maroniche dal 1° gennaio 2008 in-nalzava l'età della pensione dianzianità da 57 a 60 anni, perarrivare gradualmente a 62anni nel 2014. Ricordiamoche contro la legge Maroni isindacati concertativi nonavevano fatto neanche un mi-nuto di sciopero, soddisfattidello scambio col furto del Tfrdei lavoratori. Visto che era incarica un governo di centro-destra, i nostri eroi di Cgil-Cisl-Uil hanno dovuto far fintadi essere dispiaciuti. Adessocon il governo di centrosini-stra si apportano insignifican-

ti modifiche trasformando lo“scalone” in vari “scalini” cheporteranno ugualmente allapensione di anzianità nel2014 all’età di 62 anni. Sonoprevisti per i lavoratori chesvolgono lavori usuranti (circa1,5 milioni su 15 milioni) dimantenere l'uscita a partireda 57 anni con 35 di contribu-ti. A tutto ciò si aggiunge unboccone particolarmente tos-sico: il ritocco dei coefficientidi rendimento previdenziale(vedi tabella sotto) che ren-derà sempre più misere lepensioni future spingendo ul-teriormente verso il baratrodei fondi pensione privati.Infine l’accordo prevede altridue disposizioni: - l’aumento dello 0,09% deicontributi previdenziali a cari-co dei lavoratori a partire dal2011, provocando un ulterio-re taglieggiamento dei magrisalari e a pochi mesi di unprovvedimento analogo inse-rito nella finanziaria; - la preparazione da parte delgoverno di un piano per unifi-care gli enti previdenziali cheovviamente porterà ad untravaso di soldi dai fondi in at-tivo (quello dei lavoratori di-pendenti) a quelli in passivo(quelli dei dirigenti d'azienda,autonomi).Insomma, il centrosinistra siappropria e peggiora la leggeMaroni, riducendo la “riforma”a uno scambio di costi dacompensare tra i futuri pen-sionati. Le "formule magiche" 95, 96,97 servono appositamente adallungare l'obbligo al lavoroper 40 anni prima di ricevereuna misera pensione (50-60% del salario), per nullacompensata dalla rapina delTfr nei fondi cosiddetti “inte-grativi”, ed insieme allungarel'età anagrafica verso i 65 an-ni per limitare il godimentodella pensione all'aspettativadi vita. Anche la possibilità di andarein pensione con una età ana-grafica ridotta di 3 anni perchi svolge lavori cosiddetti

usuranti, essendo subordina-ta alle necessità finanziarie, èstata ristretta ad appena5.000 unità l’anno e produrràpalesi discriminazioni tra i la-voratori. Tutto l’argomento,però, dovrà essere definito daun’altra commissione, la qua-le dovrebbe terminare i suoilavori entro il settembre diquest’anno. Purtroppo l’accordo prevedeanche uno stravolgimentodella previdenza negli anni avenire. I firmatari, infatti, sisono impegnati a concordareentro il 2008 un meccanismoautomatico che definirà il va-lore dei coefficienti di rendi-mento previdenziale sulla ba-se di parametri esterni: il Pilnazionale, le dinamiche ma-cro-economiche, le scelte inmateria di bilancio statale,l'andamento demografico el'aspettativa di vita. Così ognitre anni il governo stabilirànuovi coefficienti di calcolodella pensione, senza obbligodi contrattazione e senza al-cun rapporto con l’equilibriotra entrate contributive euscite per il pagamento dellepensioni. A nulla servirà chele casse Inps (finanziate daicontributi dei lavoratori) sianoin attivo: il ministro del teso-ro deciderà di quanto il coeffi-ciente di calcolo delle pensio-ni deve essere abbassato perprendersi le risorse che gliservono a fare altro.Così la pensione del lavorato-re esce dalla categoria del sa-lario differito e contrattato: lacassa previdenziale è ridottaalla completa mercè delloStato. Con questo accordo, il gover-no ha conquistato quanto vo-leva sulle pensioni, e manter-rà al ribasso la soluzione del-la precarietà e degli ammor-tizzatori sociali. Ovvero, man-terrà nella sostanza il conte-nuto della L.30 per far si chela quantità di lavoro atipico-saltuario nel tempo obblighe-rà il lavoratore a superarequalsiasi limite di età per rag-giungere la " pensione": se ciarriverà, stante l'agguato de-gli incidenti-morti sul lavoro el'incidenza di malattie profes-sionali e mortali.L’Unione, dopo l’incrementodelle politiche belliche, la fi-nanziaria dei sacrifici per i la-voratori, i colpi contro lascuola pubblica, riconferma laperfetta continuità con le po-litiche del centrodestra, en-trambi allineate ai voleri delleimprese. Particolarmente malconciaesce dalla vicenda, la sinistradi governo (Prc, Pdci, Verdi eSd) che ingoia passivamente(a parte qualche distinguod’occasione) quanto il capita-lismo italiano decide. L’attuale accordo sulle pensio-ni costituisce un'altra tappanell’opera di smantellamentodella previdenza pubblica, av-viata nel ’92 da Amato, pro-

seguita con Dini nel '95 e conla recente rapina del Tfr. Sarà il caso che nessuno dinoi si rassegni e dia per scon-tata l’approvazione di questa“riforma.Confidiamo nel buon sensodei lavoratori di ogni età econdizione - quelli che in

maggioranza hanno rifiutato ilricatto e le lusinghe dei "fondipensione" dichiarando di volerconservare il proprio Tfr -perché attraverso una ripresadelle azioni di lotta si riesca arigettare la fregatura dell'ac-cordo governo-sindacati sullepensioni.

Libera informazione

Un autentico polverone mediatico ha ac-compagnato tutta la vicenda previdenzia-le: prima con la reclame a favore dellospostamento del Tfr nei fondi pensione pri-vati e poi con il tormentone dello “scalone”.Ovviamente nei media hanno potuto parla-re sempre gli stessi: banchieri, giornalisti(sul libro paga di ricchi editori proprietarianche di banche, assicurazioni, industrie,imperi immobiliari ecc.), sindacalisti con-certativi, politici di centro, destra e sinistra(per il 95% ideologicamente attestati suposizioni liberiste). Come al solito tutti a ri-petere la stessa storiella: la voragine deldebito pubblico, il futuro dei giovani è a ri-schio, si è allungata la vita media, le com-patibilità europee ecc.Le posizioni di chi la pensa diversamente,come al solito, non hanno avuto diritto al-l’esistenza. E così quasi tutti gli italianiignorano che: - l’Inps è in attivo da vari anni, nonostan-te liquidi pensioni (sociali, invalidità) chenon gli spettano; - le misure adottate dal governo Berlusconie mai toccate dal secondo governo Prodiche tagliano la quota dei contributi previ-denziali per i neoassunti, impoveriscono leentrate dell’Inps e gonfiano quelle delleimprese;- l’evasione contributiva (circa 20 miliardidi euro) praticata dalle aziende aggrava ul-teriormente i bilanci dell’Inps; - la possibilità per chi ha raggiunto l’etàpensionabile di restare al lavoro portando icontributi in busta paga (introdotta dal go-verno Berlusconi e mantenuta da quelloattuale) oltre a impedire l’ingresso ai gio-vani nel mondo del lavoro, assottiglia ulte-riormente le disponibilità dell’Inps;- le pensioni attualmente erogate conti-nueranno a perdere potere di acquisto inquanto non sono rivalutate automatica-mente in relazione all'aumento dei prezzi;- politici, sindacalisti di mestiere, presiden-ti e consiglieri d’amministrazione, banchie-ri e tanti altri mantenuti incassano cifre 10- 100 - 1000 volte superiori a quelle dei la-voratori dipendenti e della maggior partedei pensionati.

Ipotesi revisione scalone

Requisito minimo 35 anni

data anni quota

1/1/2008 58 --

1/7/2009 59 95

1/1/2011 60 96

1/1/2013 61 97

Ecco come vogliono ridurci le pensioni

Confronto tra i coefficienti di trasformazione* previsti dallaTab. A della L. 335/1995 (Riforma Dini) e quelli allegati alProtocollo del 23/7/2007

età L. 335 Protocollo57 4,720 4,41958 4,860 4,53859 5,006 4,66460 5,163 4,79861 5,334 4,94062 5,541 5,09363 5,706 5,25764 5,911 5,43265 6,136 5,620

* Questo coefficiente moltiplicato per i contributi individualmenteversati e rivalutati (il “montante”) determina l’ammontare dellapensione annua (art. 1 comma 6 L. 335/1995)

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COBAS 36 - settembre/ottobre 2007 G u e r r e 11

La battaglia contro la guerra èstato ed è un dato costitutivodei Cobas; su questo terrenose partiamo dai sit-in di luglio2006 contro il rifinanziamentodella missione in Afghanistanalle manifestazioni del 30 set-tembre e 18 novembre suLibano e Palestina, al corteodel 17 marzo nel 4° anniver-sario dell’aggressione all’Iraq,fino al trionfo del 9 giugnocontro Bush, abbiamo fattograndi passi in avanti verso laricomposizione di un movi-mento anti war che era statoa rischio di estinzione.Ora, l’epicentro dello scontrosul tema appare Vicenza, gra-zie ad una mobilitazione loca-le e nazionale che si ripropo-ne di impedire la costruzionedella base. Il movimento No Dal Molin diVicenza, come quelli che sioppongono alla Tav, ai rigassi-ficatori, agli inceneritori, allediscariche, alla privatizzazio-ne dei servizi idrici, esprime lelegittime resistenze territoria-li contro l’affarismo dei gover-ni locali e nazionali, rappre-senta la rinata volontà dellecomunità locali di riappro-priarsi dei beni comuni.Il caso dell'aeroporto DalMolin nasce da un accordo se-greto, di un paio d'anni fa, trail governo Berlusconi e il sin-daco di Vicenza Hullweck,che, senza rendere partecipi isuoi concittadini, né il consi-glio comunale, si rese dispo-nibile, per l’amico Silvio, adaccogliere nel territorio vicen-tino una nuova base america-na. L’avvento del governoProdi ha riconfermato quantofatto da Berlusconi e oggi ilcentrosinistra è fraternamen-te allineato con il centrodestrain difesa degli interessi statu-

nitensi, fregandosene alta-mente dell’opposizione dellapopolazione vicentina e dellamaggior parte degli italiani.Quando nel maggio del 2006cominciarono a circolare leprime notizie ufficiose sull’af-fare, molti cittadini residentinelle zone limitrofe alla nuovabase, si sono costituiti in seicomitati No Dal Molin coordi-nati tra loro.La maggioranza dei cittadinidel vicentino è fortementecontraria alla costruzione del-la nuova base militare, pertutti i contraccolpi in terminiambientali e di sicurezza delterritorio che comporterebbe.Sarebbe l'ennesima strutturamilitare statunitense ad inse-diarsi su di un territorio chegià da anni ne ospita altre,soffrendo pesanti limitazioni,nonché un regime di sostan-ziale espropriazione dell'usocivile del proprio territorio.Non secondario è l’uso bellicoche le forze armate Usa fannodi queste basi, strettamentefunzionale ad un maggiore eletale intervento degli StatiUniti negli scenari del MedioOriente e dell’Afghanistan,sufficientemente martoriatigià ora.I Comitati No Dal Molin, dapiù di un anno, hanno dato vi-ta ad una serie di azioni perbloccare il progetto della nuo-va base statunitense: presidiin piazza e davanti all'aero-porto, rumorose presenze inconsiglio comunale, raccoltafirme (più di diecimila in unmese!), convegni informativi,blocchi del traffico, fiaccolate,scioperi studenteschi, invasio-ni della pista dell'aeroporto edei siti di costruzione del nuo-vo complesso militare, l’impo-nente manifestazione nazio-

nale del 17 febbraio 2007, co-stituzione di un comitato per ilreferendum. Forse anche perquesto nelle ultime elezioniprovinciali l'astensionismo hasfiorato il 42% e oltre 21 milacittadini hanno votato schedabianca o nulla.Il recente annuncio dell’iniziodei lavori ha messo in allerta iComitati No Dal Molin e tuttigli italiani contrari alle guerre.L’incontro nazionale delloscorso 14 luglio, tenutosi alPresidio Permanente No DalMolin di Vicenza cui hannopartecipato centinaia di per-sone da tutta Italia e anchedall’estero (compresi due ve-terani dell’esercito statuniten-se) ha espresso la ferma deci-sione dei Comitati vicentini diopporsi ai lavori, lanciandouna settimana di iniziative(dall’8 al 15 settembre) echiedendo alle tante realtàitaliane solidali di sostenere lelotte vicentine costruendo ini-ziative e momenti di solidarie-tà nei propri territori.È fondamentale dare il massi-mo supporto alla lotta controla base Usa dal Molin, nelcontempo, però, l’iniziativacontro la guerra, le basi e lespese militari non si può soloconcentrare su questa batta-glia. I conflitti in Iraq,Afghanistan, Libano ePalestina sono tragicamenteaperti e forieri di sviluppi ag-gravantisi di giorno in giorno.Va dunque mantenuta la al-leanza tra varie forze che ciha consentito di operare effi-cacemente il 9 giugno e conessa dovremo valutare qualiiniziative intraprendere, oltrequelle vicentine.Per approfondimenti sulla ba-se Usa a Vicenza consultare ilsito: www.nodalmolin.it

Contro la guerra, aVicenza e ovunque

Bollito mistodi Gianni e Lucotto

Il bello delle classificheGli alunni italiani di 15 anni, secondo la ricerca Ocse Pisa, mo-strano una differenza di performance tra quelli di condizioneeconomica bassa e alta di 68 punti contro una media europea di82. La probabilità che uno studente di condizioni economico-so-ciali basse ottenga risultati di basso livello è 1,8 contro una me-dia Ocse di 2,1. La scuola italiana pertanto opera nel solco del-la costituzione per “rimuovere” le differenze.

Profitti alle stelle Puntuale come ogni anno, l’edizione 2007 dell'annuario R&S diMediobanca registra lo stato di salute dei 50 maggiori raggrup-pamenti quotati: 35 imprese industriali, 10 banche e cinque as-sicurazioni. Circa il 90% della capitalizzazione di Borsa. Sui 50solo quattro hanno chiuso in rosso: Alitalia, Fastweb, Bpi ePirelli. Tutti gli altri scoppiano di benessere, specialmente quel-le private. Secondo il rapporto i profitti per le imprese conside-rate, negli ultimi cinque anni, sono cresciuti del 565% circa. Allafaccia di tutte le geremiadi di Confindustria ed imprenditori sulcosto del lavoro insostenibile (in realtà tra i più bassi dell’UE),sui magri guadagni per colpa della concorrenza cinese e sui la-voratori italiani che non vogliono lavorare e se ne vogliono an-dare in pensione nel fiore della gioventù.Accostiamo il dato di Mediobanca con altri:- l’ultima finanziaria ha regalato 9 miliardi di euro alle imprese(cuneo fiscale);- negli ultimi cinque anni gli aumenti delle retribuzioni non han-no coperto neanche l’inflanzione;- negli ultimi vent’anni, in Italia, la divisione della ricchezzacomplessiva si è sempre più spostata verso i profitti e le rendi-te a scapito dei salari e delle pensioni.Chiaro?

Ai bambinipure il ProzacDopo aver autorizzato ilRitalin, l'Agenzia Italiana delFarmaco ha dato il via liberaanche al Prozac, che potrà co-sì essere somministrato, in si-tuazioni gravi, anche ai bam-bini dagli otto anni in su. Come il Ritalin, altro farmacodella stessa categoria desti-nato a curare depressioni gra-vi, il Prozac potrà dunque es-sere prescritto ai mini-pazien-ti dopo un ciclo brevissimo disedute psicoterapiche (4 - 6)che non abbiamo portato aevidenti progressi.Estremamente preoccupati lereazioni alla notizia da partedi chi si occupa della saluteinfantile. Per Luca Poma, por-tavoce nazionale di "Giù leMani dai Bambini" una cam-pagna sulla farmacovigilanzaper l'età pediatrica in Italia è“scandaloso che si possa pre-sumere di risolvere il disagioprofondo di un minore medi-calizzandolo con una pastigliadi Prozac. Una volta di più, siconferma la contiguità dell'in-dustria farmaceutica con leistituzioni sanitarie. Inoltre lapresunta restrizione, secondola quale sarà possibile sommi-nistrare lo psicofarmaco solodopo 4/6 sedute di psicotera-pia non andate a buon fine èuna vergognosa presa in giro:neppure Freud e Jung, sedutiallo stesso tavolo, sarebberomai riusciti a risolvere il dis-agio profondo di un bambinoo adolescente in un paio disettimane di terapia.Sconcerta anche l'assolutasudditanza delle istituzioni sa-nitarie italiane”. Secondo lo

psichiatra Luigi Cancrini "ladepressione non è una malat-tia, la depressione è un sinto-mo! Qui si cerca di diagnosti-carla senza interrogare sestessi e il bambino a proposi-to delle cause che hanno de-terminato il disagio: un po'come porsi di fronte a chipiange la morte di una perso-na cara tentando di curare ilsuo dolore con un collirio cheblocca l'attività delle ghiando-le lacrimali! Una diffusioneacritica degli antidepressivi suibambini è un grande rischioper la salute mentale dellenuove generazioni: così non sifa altro che cronicizzare que-sto genere di problemi".Anche in questo campo, sivuole importare in Italia ilmodello Usa, dove le case far-maceutiche dettano legge,che sta producendo gravi ef-fetti, soprattutto sulla salutedei bambini. L'esigenza delcontrollo sociale dell'infanziasta abbassando l'età dei pa-zienti a cui si prescrivono psi-cofarmaci, anche solo per ri-solvere semplici disturbi del-l'apprendimento. Per otteneredei risultati in campo psicolo-gico ci vuole tempo e non puòessere una miracolosa pillolail toccasana in molti casi.Si stima che potrebbero esse-re centomila i bambini a cuisarà somministrato il Prozac,nonostante la stessa schedatecnica italiana del farmacoavvisi che “l'uso nei bambini enegli adolescenti al di sottodei 18 anni non è consigliato,poiché sicurezza ed efficacianon sono state dimostrate”.

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ABRUZZOL’AQUILAvia S. Franco d’Assergi, 7/A0862 [email protected]://www.cobas-scuola.aq.itPESCARA - CHIETIvia Caduti del forte, [email protected]://web.tiscali.it/cobasabruzzoTERAMO0881 411348 - 0861 246018

BASILICATALAGONEGRO (PZ)0973 40175POTENZApiazza Crispi, 10971 23715 - [email protected] IN VULTURE (PZ)c/o Arci, via Umberto I0972 722611 - [email protected]

CALABRIACASTROVILLARI (CS)via M. Bellizzi, 180981 26340 – 0981 26367CATANZARO0968 662224COSENZAvia del Tembien, 190984 791662 - [email protected]@tiscali.itCROTONE0962 964056 REGGIO CALABRIAvia Reggio Campi, 2° t.co, 1210965 81128 - [email protected]

CAMPANIAAVELLINO333 2236811 - [email protected] 322303 - [email protected] Quercia, 22081 [email protected]://www.cobasnapoli.orgSALERNOcorso Garibaldi, 195089 223300 - [email protected]

EMILIA ROMAGNABOLOGNAvia San Carlo, 42051 [email protected] Muzzina, [email protected]Ì - CESENA340 3335800 - [email protected]://digilander.libero.it/cobasfcIMOLA (BO)via Selice, 13/a0542 28285 - [email protected] [email protected] [email protected] 5185694RAVENNAvia Sant'Agata, 170544 36189 - [email protected] EMILIAc/o Lab. AQ 16 - via Fratelli Manfredi, 14328 6536553RIMINI0541 [email protected]

FRIULI VENEZIA GIULIAPORDENONE340 5958339 - [email protected] de Rittmeyer, 6 040 [email protected]/cobasts.htm

LAZIOANAGNI (FR)0775 726882ARICCIA (RM)via Indipendenza, 23/2506 [email protected] (RM)via Oberdan, 906 [email protected] (FR)347 5725539CECCANO (FR)0775 603811CIVITAVECCHIA (RM)via Buonarroti, 1880766 35935 - [email protected] (LT)via Marziale0771/269571 - [email protected] (FR)0775 441695FROSINONEvia Cesare Battisti, 230775 859287 - 368 [email protected] P. L. Nervi - Torre n. 4 int. 50773 474311 - [email protected] (RM)06 9056048NETTUNO - ANZIO (RM)347 [email protected] (RM)via M.V. Agrippa, 7/h06 5690475 - 339 1824184PONTECORVO (FR)0776 760106RIETI0746 274778 - [email protected] Manzoni 5506 70452452 - fax 06 [email protected] (FR)0776 824393TIVOLI (RM)0774 380030 - 338 4663209VITERBOvia delle Piagge 140761 309327 – 328 [email protected]

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PIEMONTE ALBA (CN) [email protected] 778592 - 338 5974841ASTIvia Monti, 60 0141 470 [email protected] Lamarmora, 25 0158492518 - [email protected] (CN)329 7215468CHIERI (TO)via Avezzana, [email protected] Cavour, 50171 699513 - 329 [email protected] (TO)320 0608966 - [email protected] S. Bernardino, 4011 334345 - 347 [email protected]://www.cobascuolatorino.it

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TOSCANAAREZZO0575 904440 – 329 [email protected] dei Pilastri, 41/R055 241659 – fax 055 [email protected] Europa, 630584 [email protected] Pieroni, 270586 886868 - 0586 [email protected]://www.cobaslivorno.itLUCCAvia della Formica, 1940583 56625 - [email protected] CARRARAvia L. Giorgi, 43 - Carrara0585 70536 - [email protected] S. Lorenzo, 38050 [email protected] Petrocchi, 152 0573 994608 - fax [email protected]/Athens/Parthenon/8227

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TRENTINO ALTO ADIGETRENTO0461 824493 - fax 0461 [email protected]

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VENETOLEGNAGO (VR)0442 25541 - [email protected]/o Ass. Difesa Lavoratori, via Cavallotti, 2049 692171 - fax 049 [email protected]://www.cesp-pd.it/cobascuolapd.htmlROVIGO0425 2763 - [email protected]@libero.itVENEZIAvia Cà Rossa, 4 - Mestretel. 041 719460 - fax 041 719476VERONA045 8905105VICENZA347 64680721 - [email protected]

12 COBAS 36 - settembre/ottobre 2007S e d i

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