OBASNuova serie - euro 1,50 · Espero l’individualista contro l’Inpdap. La voracità dei Fondi...

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POSTE ITALIANE SPA Spedizioni in A.P. art. 2 c. 20/C L.662/96 DC-RM In caso di mancato recapito restituire all’ufficio di Roma 35 giugno 2007 Nuova serie - euro 1,50 OBAS giornale dei comitati di base della scuola Scuola alla frutta Spariscono i finanziamenti per le scuole, pag. 3 Riforme Centrodestra e centrosinistra al- l’attacco: il degrado dell’istruzio- ne tecnica e professionale, pag. 4 Competenze certificate Verso l’abolizione del valore legale del titolo di studio, pag. 5 Contratto Continua la farsa tra governo e sindacati concertativi sulla pelle dei lavoratori, pag. 6 Insegnante intossicato Una nuova malattia professio- nale, pag. 7 Democrazia sindacale Storie di ordinaria limitazione dei diritti. Ripreso lo sciopero della fame dei Cobas pag. 8 e 9 “Non arrendersi mai” Un racconto di Pino Cacucci, pag. 10 Truffa Fondi Pensione Espero l’individualista contro l’Inpdap. La voracità dei Fondi Locusta, pag. 12 e 13 No Bush, no war 9 giugno, a Roma contro le guerre pag. 14 Laicità Il ritorno dell’inquisizione. Sempre più pressante l’inge- renza del Vaticano, pag. 15 di Piero Bernocchi Lo sciopero della fame è una forma di protesta che non ap- partiene alla tradizione, ora- mai ventennale, di lotta e di mobilitazioni dei Cobas: si può dire, anzi, che tra le no- stre fila ci fosse, fino a ieri, una certa idiosincrasia verso una modalità di rendere ecla- tanti le proprie richieste che impone un forte sacrificio e un danno fisico di difficile valuta- zione a priori, e che, in qual- che misura, delega a pochissi- mi la gestione della lotta, de- responsabilizzando i più. Dunque, la decisione di avvia- re lo sciopero della fame - pri- ma a ottobre per più di due settimane grazie a Nanni Alliata, Nicola Giua e Antimo Santoro, ed ora per più di un mese e mezzo a partire dal 18 aprile, con Mauro Cannatà, Maurilio Emanuele, Mimmo Teramo, Nicola Giua e Nanni Alliata - per i diritti sindacali e, in primis, per il diritto di as- semblea in orario di lavoro e per quello di iscrizione libera a qualsiasi sindacato - median- te trattenuta in busta paga per i lavoratori del privato e per i pensionati - è stata sof- ferta ed ha richiesto una viva- ce e intensa discussione. Siamo arrivati a questa deci- sione soprattutto dopo aver verificato, per l’ennesima vol- ta, la grande difficoltà di mo- bilitare le categorie del lavoro dipendente, e della scuola in particolare, sui temi dei diritti sindacali, della democrazia nei luoghi di lavoro, dell’in- sopportabilità del vero e pro- prio regime monopolistico im- posto da Cgil - Cisl - Uil sulla rappresentanza sindacale, con la complicità e l’avallo di continua a pagina 2 Diritti solo per alcuni Il degrado della scuola Tagli ai fondi per le scuole e al contratto Al Presidente della Repubblica Diritti per tutti nei luoghi di lavoro E così stanno giungendo a maturazione i frutti avvelena- ti di una Finanziaria che ci avevano detto avrebbe fatto “piangere” i ricchi e finalmen- te rilanciato l’impegno dello Stato a sostegno della scuola. Frutti amari che ora maturano tutti insieme. La situazione economica e strutturale della scuola pub- blica diviene ogni giorno più drammatica, al limite del de- grado più inaccettabile. Tutto era già scritto in una legge fi- nanziaria che, invece di ri- spettare l'impegno elettorale dell'Unione a invertire la ca- duta di finanziamenti nell'i- struzione pubblica, addirittura la accelerava brutalmente. Tra novembre e dicembre fummo soli a denunciare que- sta nera prospettiva, arrivan- do a fare due scioperi nazio- nali per trasmettere l'allarme. I tagli alle scuole I tagli alla superiore sono i più evidenti e vistosi, resi ancor più gravi dall'aumento delle iscrizioni a livello nazionale: quello che già accade qua e là ora, oltre 30 alunni/e per classe, diverrà la norma, con lo scadimento della didattica, aumento della selezione e ul- teriore logoramento di docen- ti già assai provati. Il crollo dei finanziamenti sta minacciando il Tempo pieno e prolungato, sta impedendo di pagare e fare le supplenze quasi ovunque, con decine di migliaia di classi che ogni giorno restano senza inse- gnanti. Molte scuole non han- no più i soldi neanche per le continua a pagina 2 Caro Presidente, dal 18 aprile esponenti della Confederazione Cobas conducono un gravoso sciopero della fame per i diritti sindacali davanti al- la sede nazionale dell'Unione in Piazza SS. Apostoli. La lotta mira alla restituzione dei diritti sindacali che in questi anni so- no stati annullati, o ridotti ai minimi termini, da governi di centrodestra e di centrosinistra, con l’instaurazione di un “regi- me” monopolistico di Cgil-Cisl-Uil. In particolare, rivendichiamo il diritto di assemblea in orario di servizio che ci viene negato e il diritto di libera iscrizione me- diante trattenuta in busta paga a qualsiasi sindacato, oggi non garantito né ai lavoratori del settore privato né ai pensionati che aderiscono alla nostra Organizzazione Sindacale. In generale, il ripristino di una vera libertà sindacale richiede- rebbe una legge organica che, purtroppo, il governo non appa- re intenzionato a proporre e la maggioranza del Parlamento ad approvare. Dunque, qui ed ora, esigiamo almeno i diritti mini- mi di libertà di assemblea e di iscrizione da un governo che ha vinto le elezioni denunciando gli arbitrii del berlusconismo in materia di democrazia. In questi giorni abbiamo raccolto migliaia di firme di esponenti politici, sindacali e delle associazioni a favore delle nostre ri- chieste, di cui oltre settanta tra i parlamentari. Citiamo tra gli altri/e il presidente della Commissione lavoro della Camera Gianni Pagliarini del PdCI, il sottosegretario all'Economia Paolo Cento dei Verdi, il capogruppo del PRC al Senato Giovanni Russo Spena, la capogruppo PdCI-Verdi del Senato Manuela Palermi e Dino Tibaldi dello stesso gruppo, gli europarlamentari Marco Rizzo del PdCI, Vittorio Agnoletto e Giusto Catania del PRC, i deputati Leoluca Orlando dell'Italia dei Valori e Luciano Pettinari della Sinistra democratica, Mauro Bulgarelli senatore dei Verdi, Augusto Rocchi, Franco Russo, Salvatore Cannavò, Francesco Caruso, Alberto Burgio del PRC, Lidia Menapace senatrice del PRC, Franco Turigliatto e Fernando Rossi senatori indipendenti; Paolo Beni presidente ARCI, Francesco Forgione presidente Antimafia, Giorgio Cremaschi segretario nazionale FIOM, Marco Bersani e Maurizio Gubbiotti coordinatori, rispettivamente, di ATTAC e di Legambiente, Alex Zanotelli. Ma il Governo (oltre che tutti i principali mass-media) continua a disinteressarsi di una battaglia cruciale per la democrazia e per i diritti dei lavoratori, nonché della salute dei nostri espo- nenti che la rischiano seriamente pur di affermare un elemen- tare principio di libertà. Le chiediamo quindi un Suo autorevole intervento che, come già fatto per la tragica catena giornaliera di “omicidi bianchi” sul lavoro, ponga all’attenzione del Parlamento e di tutti i cittadini/e il ripristino delle principali ga- ranzie a tutela del lavoro e dei diritti sindacali nel nostro Paese. Per esporre compiutamente le nostre richieste, La preghiamo di offrirci l’occasione di incontrarLa in tempi ragionevolmente ravvicinati, poiché le condizioni fisiche dei nostri scioperanti stanno divenendo sempre più precarie e a rischio.

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POSTE ITALIANE SPA Spediz ioni in A.P.

art. 2 c. 20/C L.662/96 DC-RM In caso di mancato recapito restituire all’ufficio di Roma

35giugno 2007

Nuova ser ie - euro 1 ,50OO BB AA SSgiornale dei comitati di base della scuola

Scuola alla fruttaSpariscono i finanziamenti perle scuole, pag. 3

RiformeCentrodestra e centrosinistra al-l’attacco: il degrado dell’istruzio-ne tecnica e professionale, pag. 4

Competenze certificateVerso l’abolizione del valorelegale del titolo di studio, pag. 5

ContrattoContinua la farsa tra governoe sindacati concertativi sullapelle dei lavoratori, pag. 6

Insegnante intossicatoUna nuova malattia professio-nale, pag. 7

Democrazia sindacaleStorie di ordinaria limitazionedei diritti. Ripreso lo scioperodella fame dei Cobas pag. 8 e 9

“Non arrendersi mai”Un racconto di Pino Cacucci,pag. 10

Truffa Fondi Pensione Espero l’individualista control’Inpdap. La voracità dei FondiLocusta, pag. 12 e 13

No Bush, no war9 giugno, a Roma contro leguerre pag. 14

LaicitàIl ritorno dell’inquisizione.Sempre più pressante l’inge-renza del Vaticano, pag. 15

di Piero Bernocchi

Lo sciopero della fame è unaforma di protesta che non ap-partiene alla tradizione, ora-mai ventennale, di lotta e dimobilitazioni dei Cobas: sipuò dire, anzi, che tra le no-stre fila ci fosse, fino a ieri,una certa idiosincrasia versouna modalità di rendere ecla-tanti le proprie richieste cheimpone un forte sacrificio e undanno fisico di difficile valuta-zione a priori, e che, in qual-che misura, delega a pochissi-mi la gestione della lotta, de-responsabilizzando i più.Dunque, la decisione di avvia-re lo sciopero della fame - pri-ma a ottobre per più di duesettimane grazie a NanniAlliata, Nicola Giua e AntimoSantoro, ed ora per più di unmese e mezzo a partire dal 18aprile, con Mauro Cannatà,Maurilio Emanuele, MimmoTeramo, Nicola Giua e NanniAlliata - per i diritti sindacali e,in primis, per il diritto di as-semblea in orario di lavoro eper quello di iscrizione libera aqualsiasi sindacato - median-te trattenuta in busta pagaper i lavoratori del privato eper i pensionati - è stata sof-ferta ed ha richiesto una viva-ce e intensa discussione. Siamo arrivati a questa deci-sione soprattutto dopo aververificato, per l’ennesima vol-ta, la grande difficoltà di mo-bilitare le categorie del lavorodipendente, e della scuola inparticolare, sui temi dei dirittisindacali, della democrazianei luoghi di lavoro, dell’in-sopportabilità del vero e pro-prio regime monopolistico im-posto da Cgil - Cisl - Uil sullarappresentanza sindacale,con la complicità e l’avallo di

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Dirittisoloperalcuni

Il degradodella scuolaTagli ai fondi per lescuole e al contratto

Al PresidentedellaRepubblicaDiritti per tutti neiluoghi di lavoro

E così stanno giungendo amaturazione i frutti avvelena-ti di una Finanziaria che ciavevano detto avrebbe fatto“piangere” i ricchi e finalmen-te rilanciato l’impegno delloStato a sostegno della scuola.Frutti amari che ora maturanotutti insieme.La situazione economica estrutturale della scuola pub-blica diviene ogni giorno piùdrammatica, al limite del de-grado più inaccettabile. Tuttoera già scritto in una legge fi-nanziaria che, invece di ri-spettare l'impegno elettoraledell'Unione a invertire la ca-duta di finanziamenti nell'i-struzione pubblica, addiritturala accelerava brutalmente.Tra novembre e dicembrefummo soli a denunciare que-sta nera prospettiva, arrivan-

do a fare due scioperi nazio-nali per trasmettere l'allarme.I tagli alle scuoleI tagli alla superiore sono i piùevidenti e vistosi, resi ancorpiù gravi dall'aumento delleiscrizioni a livello nazionale:quello che già accade qua e làora, oltre 30 alunni/e perclasse, diverrà la norma, conlo scadimento della didattica,aumento della selezione e ul-teriore logoramento di docen-ti già assai provati.Il crollo dei finanziamenti staminacciando il Tempo pieno eprolungato, sta impedendo dipagare e fare le supplenzequasi ovunque, con decine dimigliaia di classi che ognigiorno restano senza inse-gnanti. Molte scuole non han-no più i soldi neanche per le

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Caro Presidente,dal 18 aprile esponenti della Confederazione Cobas conduconoun gravoso sciopero della fame per i diritti sindacali davanti al-la sede nazionale dell'Unione in Piazza SS. Apostoli. La lottamira alla restituzione dei diritti sindacali che in questi anni so-no stati annullati, o ridotti ai minimi termini, da governi dicentrodestra e di centrosinistra, con l’instaurazione di un “regi-me” monopolistico di Cgil-Cisl-Uil.In particolare, rivendichiamo il diritto di assemblea in orario diservizio che ci viene negato e il diritto di libera iscrizione me-diante trattenuta in busta paga a qualsiasi sindacato, oggi nongarantito né ai lavoratori del settore privato né ai pensionatiche aderiscono alla nostra Organizzazione Sindacale. In generale, il ripristino di una vera libertà sindacale richiede-rebbe una legge organica che, purtroppo, il governo non appa-re intenzionato a proporre e la maggioranza del Parlamento adapprovare. Dunque, qui ed ora, esigiamo almeno i diritti mini-mi di libertà di assemblea e di iscrizione da un governo che havinto le elezioni denunciando gli arbitrii del berlusconismo inmateria di democrazia. In questi giorni abbiamo raccolto migliaia di firme di esponentipolitici, sindacali e delle associazioni a favore delle nostre ri-chieste, di cui oltre settanta tra i parlamentari. Citiamo tra gli altri/e il presidente della Commissione lavorodella Camera Gianni Pagliarini del PdCI, il sottosegretarioall'Economia Paolo Cento dei Verdi, il capogruppo del PRC alSenato Giovanni Russo Spena, la capogruppo PdCI-Verdi delSenato Manuela Palermi e Dino Tibaldi dello stesso gruppo, glieuroparlamentari Marco Rizzo del PdCI, Vittorio Agnoletto eGiusto Catania del PRC, i deputati Leoluca Orlando dell'Italiadei Valori e Luciano Pettinari della Sinistra democratica, MauroBulgarelli senatore dei Verdi, Augusto Rocchi, Franco Russo,Salvatore Cannavò, Francesco Caruso, Alberto Burgio del PRC,Lidia Menapace senatrice del PRC, Franco Turigliatto eFernando Rossi senatori indipendenti; Paolo Beni presidenteARCI, Francesco Forgione presidente Antimafia, GiorgioCremaschi segretario nazionale FIOM, Marco Bersani eMaurizio Gubbiotti coordinatori, rispettivamente, di ATTAC e diLegambiente, Alex Zanotelli.Ma il Governo (oltre che tutti i principali mass-media) continuaa disinteressarsi di una battaglia cruciale per la democrazia eper i diritti dei lavoratori, nonché della salute dei nostri espo-nenti che la rischiano seriamente pur di affermare un elemen-tare principio di libertà. Le chiediamo quindi un Suo autorevoleintervento che, come già fatto per la tragica catena giornalieradi “omicidi bianchi” sul lavoro, ponga all’attenzione delParlamento e di tutti i cittadini/e il ripristino delle principali ga-ranzie a tutela del lavoro e dei diritti sindacali nel nostro Paese.Per esporre compiutamente le nostre richieste, La preghiamodi offrirci l’occasione di incontrarLa in tempi ragionevolmenteravvicinati, poiché le condizioni fisiche dei nostri scioperantistanno divenendo sempre più precarie e a rischio.

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2 COBAS 35 - giugno 2007d a l l a p r i m a

governi di centrosinistra ecentrodestra.Per la verità tali difficoltà han-no riguardato in questi annianche il diritto di scioperoche, a partire dalla famigera-ta legge 146 del ‘90 (a suotempo chiamata esplicita-mente anti-Cobas), ha sot-tratto a tutto il lavoro dipen-dente (ma in particolare allascuola e ai trasporti) ogni ar-ma davvero efficace, incisivae poco costosa di sciopero. Èfuor di dubbio che se la capa-cità di azione e di protesta deipubblici dipendenti francesi,ad esempio, è stata negli ulti-mi quindici anni nettamentesuperiore a quella degli italia-ni è dipeso in larga misura an-che dal fatto che i lavorato-ri/trici transalpini erano e so-no (ma per quanto, viste leintenzioni di Sarkozy?) liberida tutte le forche caudine chela legge 146 ha posto in Italiaal diritto di sciopero (per lascuola ad esempio, possibilitàdi scioperare solo per l’interagiornata o la prima e l’ultimaora, con preavviso di ventigiorni, senza superare i duegiorni consecutivi, annullandotutte le forme di sciopero pro-lungato come quello degliscrutini o qualsiasi altra formacontinuativa e/o improvvisa).Quando nel 1999, a pochimesi dalle prime elezioni Rsu- con la misurazione dellarappresentanza nazionale ar-bitrariamente imposta, grazieall’intervento del governoD’Alema, tramite i risultatidelle Rsu di scuola, e non me-diante votazione di tutti/e suliste nazionali - venne sottrat-to ai Cobas (ma in generale ailavoratori/trici della scuola,essendo il diritto a svolgere

10 ore di assemblea in orariodi servizio in primis un dirittodei docenti e degli Ata) il dirit-to di assemblea in orario diservizio, dopo che né la DC néi governi succedutisi dal 1987(nostra data di nascita) ave-vano mai messo in dubbio ta-le diritto, la reazione della ca-tegoria fu del tutto insignifi-cante, distratta e fondamen-talmente indifferente, non an-dando oltre, tranne i nostriiscritti/e, un generico borbot-tio di protesta e sorpresa perl’arbitrio.È pur vero, però - e lo abbia-mo verificato nuovamentedurante lo sciopero della famee gli incontri di questi giornicon numerosi interlocutoriparlamentari e partitici - chel’intera vicenda dei diritti de-mocratici e sindacali nei postidi lavoro non suscita vero in-teresse né passioni nel mon-do politico-istituzionale, non-ché tra i cittadini in generale.E le ragioni non sono miste-riose. Questo è l’unico paesed’Europa, e forse del mondo,ove non solo il cittadino “co-mune” ma sopratutto i re-sponsabili politici e istituzio-nale, nonché la netta maggio-ranza dei mass-media, usanol’espressione il sindacato, enon quella che dovrebbe es-sere ovvia, i sindacati, tro-vandoci in un paese che disindacati, almeno sulla carta,ne ha migliaia.Nel codice genetico della “si-nistra” è stata impiantata l’i-dea fissa del sindacato unico,sul modello sovietico, e talecarico privilegiato è stato all’i-nizio assegnato alla Cgil. Poil’unità organica tra Cgil, Cisl,Uil ha ricevuto in eredità sud-detta unicità, assumendo inpoco tempo i caratteri del sin-dacato di Stato, di un enteistituzionale potentissimo eintoccabile, garante della pa-ce sociale, del controllo dei la-voratori/trici e della loro piena

accettazione dell’esistente edelle “necessità” dell’econo-mia nazionale, cioè dei poteridel capitalismo di Stato e pri-vato. Se per decenni ogni ten-tativo di normare e limitarel’attività sindacale era consi-derato giustamente una im-posizione ostile ai lavoratori(è il caso di ricordare che Cgil- Cisl - Uil non hanno alcunobbligo di legge, sono unaspecie di gigantesco club pri-vato dal punto di vista delleregole, non devono fare bilan-ci, giustificare le forme di la-voro con cui trattano i dipen-denti ecc.), dalla nascita deiCobas in poi gran parte del-l’attività sindacale dei centri-studi confederali e della “sini-stra” politica è stata dedicataad ideare e mettere in attoregole per conservare a Cgil -Cisl - Uil l’assoluto monopoliosindacale e fare fuori i Cobase affini.E quando neanche tutto que-sto è bastato a fermare la no-stra attività e quella delle al-tre organizzazioni non conni-venti con il sindacalismo diStato, si è passati alla pura esemplice sottrazione dei dirit-ti elementari di parola, diiscrizione, di propaganda.Poiché a questo ignobile epermanente arbitrio, che por-ta in quasi tutte le province ilfunzionariato della triplice adinseguirci scuola per scuolaper minacciare i pochi capi diistituto che intenderebberodarci le assemblee (tra l’altronella formazione dei nuovi ca-pi di istituto, materia obbliga-toria di studio è come tenerefuori dalle scuole i Cobas), siè accompagnata in questi ul-timi anni un costante tentati-vo di criminalizzare le nostreattività, abbiamo voluto stor-nare ogni tentativo di dipin-gerci come “violenti”, aggres-sivi o estremisti, scegliendouna forma di lotta considerataper eccellenza iper-pacifica

(anche se, per la verità, piut-tosto aggressiva verso sestessi).E in effetti, seppure essa nonha coinvolto il grosso della ca-tegoria che ha assistito per lopiù passivamente, questamodalità di protesta è risulta-ta spiazzante per tutto quelmondo politico e istituzionaledi “sinistra” che fino a ieriaveva costruito le proprie for-tune elettorali prevalente-mente sugli arbitri berlusco-niani proprio in materia di de-mocrazia.Abbiamo ricevuto molti atte-stati di solidarietà e consenso,migliaia di messaggi di ap-poggio e di firme a favore delnostro appello, tra cui quelli dioltre una settantina di parla-mentari, di almeno la metàdei partiti di governo e di tan-ti/e esponenti illustri di strut-ture politiche, sindacali, asso-ciative e culturali. Sulla cartaci sono anche vari impegni daparte di componenti del go-verno affinché ci vengano re-stituiti almeno i diritti di as-semblea e di libera iscrizionenel privato e tra i pensionati.Ma tra il dire e il fare c’è dimezzo … l’oceano, o meglio,c’è di mezzo lo strapotere diCgil - Cisl - Uil (a mio avviso,uno dei quattro grandi poteriitalici considerati pressochéintoccabili da tutti i governi,insieme al Vaticano, laConfindustria e le mafie) chequasi nessuno, al governo oall’opposizione, nel centrosi-nistra come nel centrodestra,vuole davvero mettere in dis-cussione.E ancor più, a renderci scetti-ci e guardinghi verso le pro-messe verbali, c’è la convin-zione di quello che è, e non daoggi, il mega-inciucio, la col-lusione tra “destra” e “sini-stra” nella gestione concretae quotidiana del potere politi-co ed istituzionale, che nonama e non favorisce una vera

estensione della democrazianella società e nella conduzio-ne della politica.Perché altrimenti tanto disin-teresse verso la democrazianei luoghi di lavoro? Al di làdelle fanfaluche massmediati-che sulla fine del lavoro (o co-munque sulla drastica riduzio-ne di importanza di esso nellavita sociale), in realtà la granmaggioranza dei cittadini ita-liani è costretta a lavoraresempre di più, in condizionisempre più precarie e menogarantite, a retribuzioni sem-pre più basse, subendo so-prusi e mobbing che un tem-po avremmo detto da “terzomondo”.Non è evidente che se la de-mocrazia non si può esercita-re nei luoghi ove ognuno dinoi passa gran parte del pro-prio tempo attivo, se proprio lìsi deve subire ogni disagio oingiustizia come sudditi, nonc’è poi alcuna speranza che cisi appassioni e ci si batta perla democrazia al di fuori, co-me generici cittadini, disincar-nati dal proprio concreto es-sere sociale?E tanto per esemplificare, quied ora e nella scuola, come sipuò davvero ottenere unagrande mobilitazione per ar-restare e invertire l’intollera-bile degrado e immiserimentodella scuola pubblica, nonchéla maxi-truffa sul contrattoche non c’è, quando nellescuole non si può fare infor-mazione su quanto sta acca-dendo, e tutto ciò che la granparte dei docenti ed Ata rice-ve non è altro che imboni-mento massmediatico o siste-matico imbroglio vertenzialeda parte dei sindacati di go-verno, unici abilitati a circola-re liberamente nelle scuole,grazie alle migliaia di funzio-nari retribuiti come cantasto-rie del “tutto va ben, madamala marchesa, da quando c’è ilsalvifico governo Prodi”?

Diritti soloper alcunisegue dalla prima pagina

spese più elementari, gesso ocarta igienica, e sta divenen-do norma l'elevamento visto-so delle tasse scolastiche, an-che in quartieri disagiati.I professionali stanno per es-sere massacrati, si annuncia-no riduzioni vistosa dell’orariosettimanale (sulle 4 ore), ta-gliando le materie di maggior"peso".Il contratto inesistenteDopo un ridicolo balletto con isindacati “amici”, il governoha ribadito che nel 2007 nondarà un euro per il rinnovo delcontratto di docenti ed Ata,già scaduto da 18 mesi, de-primendo ancor più una cate-goria al limite del tracollo. Nel

pre-accordo con Cgil - Cisl -Uil, poi sconfessato, l'aumen-to mensile medio lordo previ-sto per il pubblico impiego eradi 101 euro (aumento nettocirca 60 euro), con un incre-mento che coprirebbe a mala-pena la metà dell'inflazionereale del biennio. Ma, come se non bastasse,per avere i 60 euro netti bi-sognerebbe attendere laFinanziaria 2008, - poichégran parte delle risorse, as-senti nella Finanziaria 2007,verrebbero stanziate con essa- che entrerà in vigore dagennaio prossimo: e, tenendoconto che occorrono sempreun paio di mesi dalla firma al-l’attuazione, il contratto nonpotrebbe essere operativoprima di aprile 2008; e a queltempo gli arretrati verrannodati comunque solo per il2007 (e neanche pienamen-te), mentre per il 2006 ci sa-rebbe solo la corresponsione

dell'indennita' di vacanza con-trattuale (aumento mediodello 0.7%, 11 euro lordimensili). In questo modo ilcontratto passerebbe da bien-nale a triennale: una colossa-le fregatura per i lavoratori. Vale la pena di ricordare chel’ultimo contratto stipulatocon il precedente governo(biennio 2004/2005), pur as-solutamente misero, compor-tava un aumento mensile me-dio di 126 euro lordi e gli ar-retrati vennero dati – a gen-naio 2006 - per entrambi glianni e non solo per l’ultimo. E dire che basterebbe che ilgoverno rinunciasse a costrui-re gli F35 (più di un centinaiodi nuovi caccia da guerra checosteranno quanto il 60%dell'intero bilancio della scuo-la pubblica) destinando all'i-struzione almeno la metà diquei soldi - senza contare ledecine di miliardi del "tesoret-to" che in realtà è un "tesoro-

ne" - all'istruzione per dare lebasi alla rinascita della scuola. Ma il governo Prodi, quantoquello Berlusconi, guarda al-trove, alla Confindustria, alleaziende, ai poteri forti, e pro-segue il percorso suicida del-l'immiserimento della scuolapubblica, mentre tutti i paesisviluppati investono semprepiù nell'istruzione, considera-ta giustamente il bene prima-rio del 21°secolo. Lo scorso 11 maggio i Cobashanno effettuato il terzo scio-pero generale dell’anno perdenunciare questo scempio,per massicci investimenti nel-la scuola pubblica, un contrat-to vero che preveda un au-mento uguale per tutti di 300euro, l'assunzione dei precarisui posti vacanti e la paritànormativa ed economica congli "stabili", l'abrogazione del-la "riforma" Moratti, la con-servazione del posto per i"fuori ruolo" per motivi di sa-

lute, il giusto inquadramentodegli Ata ex-Enti locali, per di-re che ci opponiamo ai taglidelle pensioni, allo scippo delTfr/Tfs, al massacro degli or-ganici e del Tempo pieno, chevogliamo la restituzione aiCobas e a tutti i lavoratori deldiritto di assemblea, per ilquale dal 18 aprile esponentiCobas sono in sciopero dellafame a Roma davanti alla se-de nazionale dell'Unione. Ma il governo, con le spallecoperte dei sindacati “amici”che continuano a strepitarema poi annullano puntual-mente gli scioperi convocati asoli fini propagandistici, es-sendo Cgil - Cisl - Uil un pila-stro fondamentale delloschieramento governativo delcentrosinistra, continua asbeffeggiare i lavoratori/trci etutto il “popolo della scuolapubblica”, tradendo plateal-mente tutti gli impegni pre-elettorali.

Il degradodella scuolasegue dalla prima pagina

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COBAS 35 - giugno 2007 R i s o r s e 3

Nonostante il tardivo inter-vento del Ministero (Nota20/4/2007 prot. 478), colquale vengono addossate tut-te le situazioni di sofferenzadelle scuole (425 milioni dieuro al 31/12/2006) ai taglioperati dal precedente gover-no, e vengono promessi inter-venti riparatori, gli alunni, igenitori e gli insegnanti piùavvertiti hanno già avuto mo-do di speimentare ampiamen-te il degrado crescente cheviene indotto nelle scuolequando non si chiamano sup-plenti. La pratica più diffusa -ancorché totalmente illegitti-ma - è che gli alunni delleclassi di cui manca l’insegnatevengano suddivise nelle altreclassi. Così ogni mattina si as-siste al caravanserraglio deibidelli che, seguiti da unostuolo di bambini e ragazzi,vanno a distribuire 4/5/6alunni per classe. La didatticasi interrompe sia per gli alun-ni “distribuiti” che per la clas-se ospitante. La scuola si tra-sforma in parcheggio. In que-sto modo già in molte scuolesi realizza la perdita di un de-cimo dell’orario scolastico an-nuale! Fino allo scorso febbraio tutto

ciò era avvenuto solo per“merito” di Dirigenti scolasticiinsipienti e fuori dalle regole,dal 1° marzo questa distrutti-va pratica è istigata dal mini-stero e rischia di diventareuna prassi illegittima. Infatti,in attuazione della Finanziariadel 2007 che taglia le speseper la scuola pubblica, il mini-stro Fioroni ha emanato ilDecreto n. 21 con cui si ta-gliano - tra le altre - le speseper le “supplenze brevi e sal-tuarie”. Il decreto stabilisce i

fondi per lesupplenze che per le scuoleelementari e dell’infanzia sa-ranno 450 euro l’anno, per lesuperiori 140, per gli Ata 45,moltiplicato il numero di inse-gnanti e Ata “in organico difatto” alla scuola.Questo significa che in unascuola elementare, di mediagrandezza, verranno asse-gnate per il pagamento dellesupplenze 45.000 euro com-plessivamente per ogni anno.Cifra che basta a pagare lasupplenza per una docente inmaternità per l’anno intero epoco più.Bravo ministro Fioroni chepartecipa al Family day e conil suo decreto invita le inse-gnanti a non avere figli ed al-le famiglie degli alunni di nonmandare i figli a scuola quan-do manca l’insegnante!.I 14.000 euro per una scuolamedia o superiore non baste-rebbero appena per pagare lasupplenza di una docente inastensione obbligatoria. Il ministro insipiente forsenon sa che con la saturazione

a 18 ore delle cattedre sonoscomparse le ore a disposizio-ne per la copertura delle as-senze. Il ministro forse non sa nep-pure che la scuola è il com-parto in cui è più elevata lafemminilizzazione (oltre il 90% nella scuola elementare edell’Infanzia) e che ciò non-ostante è il comparto delPubblico impiego nel quale èpiù basso il numero di assen-ze annuale di lavoratori (veditabella).Secondo il decreto le cifre de-scritte possono essere au-mentate “in relazione al fab-bisogno accertato” ma nonpotranno eccedere la “sommaattribuita con l’assegnazionedi base”. La deroga sembrastare lì come invito ad ognipossibile forma di clientelismotra dirigenti ed amministra-zione. In ogni caso anche conle deroghe, l’attribuzione èlargamente insufficiente se sitiene conto che la spesa nor-male per una scuola si aggirasui 150-200.000 euro men-tre, con tutte le deroghe pos-

sibili, l’attribuzio-ne non potrebbe superare i90.000 euro l’anno per le ele-mentari e i 28.000 per mediee superiori.Il rischio incombente è che lascuola per una metà dell’annosi trasformi in parcheggio, adalto rischio per insegnanti edalunni anche perché le aulescolastiche - quando ci sono -sono state concepite e co-struite per ospitare 20/25alunni e non di più.La spesa per le supplenze nonpuò che, nella sua stabilità fi-siologica, essere pagata perintero secondo le necessitàche si manifestano in ciascu-na scuola. I Dirigenti e l’amministrazionehanno tutti gli strumenti percontrollare e verificare che leassenze vengano contenutenell’ambito previsto dalle nor-mative vigenti. Ma non si può certo concepireche siano gli alunni e gli inse-gnanti a “pagare”, in ineffica-cia e degrado, il costo dellemalattie o delle gravidanzedel personale.

Comparto assenzeScuola 45,1Ministeri 49,0Regioni - Enti Locali 50,7Polizia 56,0Enti di ricerca 59,4Agenzie fiscali 61,0Servizio San. Naz. 63,7Presidenza Consiglio 70,0media totale addetti 50,2

Fonte: Ragioneria Generale dello Stato.Incluse ferie, esclusi gli scioperi e assen-ze non retribuite, per anno.

Giornate di assenza per dipendente per comparto

A marzo il Ministro Fioroni havarato il Decreto Ministerialen. 21 con il quale viene deter-minato il “Fondo per il funzio-namento delle istituzioni sco-lastiche”, fondo con il quale lescuole dovrebbe pagare tutte,ma proprio tutte, le spese cheriguardano il suo funziona-mento amministrativo e di-dattico. Per affrontare tuttequeste spese il decreto preve-de che alle scuole siano datiun “fisso per istituto” di 1.100euro per le scuole elementarie medie, 1.500 per i licei,2.000 per Istituti Tecnici eProfessionali. A questa cifra siaggiungono 100/200 euro perogni sede distaccata. A que-ste quote fisse si aggiungonopoi 8 euro l’anno per ognialunno delle scuole elementa-ri e medie, 12 euro l’anno perogni studente dei licei, 24 perogni studente degli IstitutiTecnici e professionali (istitutid’arte e agrari hanno contri-buti di 36 e 48 euro). La cifra

complessi-

va per una scuola media oelementare di 600 alunni siaggira sui 6.000 euro l’anno,8.700 per i licei, 16.400 per lageneralità degli Istituti Tecnicie Professionali.Ognuno può facilmente ren-dersi conto che sono cifre ridi-cole, assolutamente insuffi-cienti nemmeno per sostene-re i costi del materiale per lasegreteria ... e i soldi per lamanutenzione delle macchi-ne, del materiale di consumo,per i laboratori, per le attivitàdidattiche? Non ci sarà unEuro! Nelle scuole elementarie medie il finanziamento delloStato, così determinato, nonsarà sufficiente nemmeno apagare la tassa per la raccol-ta dei rifiuti solidi urbani. Inquesta situazione, con i tagligià attuati dal precedente go-verno di centro destra, alcuniConsigli di Circolo o d’Istitutohanno già approvato “demo-craticamente” contributi a ca-rico dei genitori contravve-nendo al dettato costituziona-

le che prevede la piena gra-tuità per la scuola dell’obbli-go.Questo stato di cose non na-sce dal nulla, è l’attuazionedella finanziaria per il 2007contro la quale i Cobas hannoscioperato a novembre e di-cembre perché non venisseapprovata. Adesso il Ministroservilmente esegue a nomedell’intero governo, con il si-lenzio e la complicità dei sin-dacati concertativi che di que-sto “governo amico” e dellasua finanziaria sono stati e re-stano attivi sostenitori. Per glistudenti, genitori ed inse-gnanti non è possibile assiste-re passivamente a questoscempio della Scuola Pubblicamentre aumentano le spesemilitari e i finanziamenti allascuola privata (100 milioni inpiù grazie alla stessaFinanziaria), né è possibileaccettare l’introduzione di unanuova tassa: la tassa scolasti-ca per la frequenza dellascuola dell’obbligo.

Fondi per le scuole:livello zero

Testo della legge finanziaria per il 2007 (art. 1 comma 620 L. 296/2006)“Dall'attuazione dei commi da 605 a 619 de-vono conseguire economie di spesa per unimporto complessivo non inferiore a euro448,20 milioni per l'anno 2007, a euro1.324,50 milioni per l'anno 2008 e a euro1.402,20 milioni a decorrere dall'anno 2009.”Il comma successivo si conclude quindi con lacosiddetta “clausola di garanzia”: se i taglinon saranno realmente effettuati saranno co-munque tagliati dagli stanziamenti nel bilan-cio della Pubblica Istruzione i mancati “rispar-mi”. In barba a tutti gli impegni elettorali ven-gono tagliati in modo perentorio e irreversibi-le 1.400 milioni di euro l’anno alla scuola.

[[Scuole senzasupplenti

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4 COBAS 35 - giugno 2007R i f o r m e

di Rita Gagliardi

Grandi manovre in corso perl’Istruzione tecnica e profes-sionale. Le peggiori previsioniche avevamo fatto ai tempidella finanziaria stanno dive-nendo realtà e, se non ci dia-mo una smossa, porterannoun ulteriore degrado a un im-portante pezzo dell’istruzionesuperiore. La legge finanziaria per il2007, approvata nello scorsodicembre, sanciva una ridu-zione delle ore di lezione pergli istituti professionali. La L. 40 del 2/4/2007 ha con-vertito il decreto-legge n. 7del 31/1/2007, il famigeratodecreto Bersani sulle liberaliz-zazione. In questo oceanicoprovvedimento, come dettosullo scorso numero, alcuniarticoli sono dedicatiall’Istruzione tecnica e profes-sionali, prevedendo:- la riorganizzazione e unifica-zione degli Istituti tecnici eprofessionali in “IstitutiTecnico-Professionali”;- la riduzione del numero de-gli attuali indirizzi e il loro am-modernamento nell’ambito diampi settori tecnico-profes-sionale; - un monte ore annuale dellelezioni pari a quello dei liceieconomico e tecnologico, ri-spettoso della riduzione delleore di lezioni previsto dalla fi-nanziaria: da 36/40 a 32/34ore settimanali;- la realizzazione di “raccorditra i percorsi degli IstitutiTecnico-Professionali e i per-corsi di Istruzione eFormazione Professionale”.Insomma una piena assunzio-ne della riforma Moratti: sal-datura dell’istruzione con ilclientelare mondo dell’adde-stramento al mestiere che èla formazione professionale esostanziosi tagli agli orari dilezione e di conseguenza aiposti di lavoro, specialmenteper i precari.Senza frapporre indugi, il mi-nistero dà avvio alla stesuradel piano di taglieggiamento.Qualcosa trapela relativamen-te agli istituti professionali: iltaglio riguarderà i primi dueanni; le prime classi nell’a.s2007/08, le prime e le secon-de nel 2008/09; l’orario am-monterebbe in 21 ore di areadell’equivalenza + 9 di areacomune + 4 di area dell’inte-grazione, per un totale di 34ore. Maggiormente penalizza-ti sarebbero i docenti dell'areadi indirizzo (10 ore in menonel biennio a carico di 2 ma-terie) rispetto a quelli di areacomune (6 ore in meno distri-buite su 3 materie). SecondoFioroni “la riduzione oraria,già avviata in Finanziaria, vafatta con criterio, valorizzan-do le materie professionaliz-zanti e le ore di laboratorio, e

riducendo quelle non caratte-rizzanti"; contemporanea-mente il Gattopardo viterbesepresenta quadri orario chemutilano proprio questi inse-gnamenti. A sostegno dellatosatura oraria nei professio-nali ci spiega che “nessunostudente riesce a sopportare40 ore settimanali di lezione”e che cosi si dà “più tempo airagazzi di stare a casa a stu-diare”. Chiunque lavora ascuola sa che il ministro dicecose non vere; fra i maggioripregi didattici degli IstitutiProfessionali è l’orario lungo dilezione, in modo da rendereattivi (attraverso lo studio e leattività pratiche) il più possibi-le gli alunni, che, data la loroprevalente estrazione socio-culturale bassa, generalmen-te, non dedicano particolarecura allo studio casalingo. Il 15 e il 16 maggio si è tenu-to a Roma il “Laboratoriodell’Istruzione Tecnica eProfessionale”, convocato dalMinistero. Per inciso, l’iniziativa è statablindata come la “zona rossa”dei G8: divieto di accesso perun chilometro di strade, rimo-zione delle auto e soprattuttorepressione di ogni dissensocon la polizia che ha bloccatonon solo un gruppo di lavora-tori della scuola dei Cobas in-tenzionati a distribuire un vo-lantino ma anche i segretarinazionali di Cgil - Cisl - Uil chevolevano fare altrettanto. Nel suo stringato intervento,Fioroni ha comunicato che en-tro il 31/7/08 si arriverà all’e-manazione delle norme di ri-forma dell’Istruzione Tecnicae Professionale, che entreran-no in vigore dall'a.s. 2008/09.Inoltre, il ministro affermache “la Formazione professio-nale è sussidiaria e comple-mentare” rispetto all’istruzio-ne tecnica e professionale. Sitratta di un proposito che nonha alcun riscontro nella real-tà: tutti gli atti, ma anche leesternazioni del ministro, deisuoi sottoposti e dei suoi col-leghi di governo, vanno in di-rezione opposta: l’integrazio-ne tra formazione ed istruzio-ne professionale. Più prolifico di dettagli l’inter-vento della viceministroBastico che ha sostenuto che: - gli Istituti tecnici e profes-sionali devono essere stretta-mente integrati al territorio,per cui saranno gestiti da con-sigli di amministrazione conpresenza delle imprese, delleparti sociali e degli enti locali,- non avranno un impianto ri-gido, ma grande possibilità diflessibilità territoriale e di vo-cazione;- si manterrà la divisione traIstituti Tecnici e Professionali,pertanto, il grado dell’istruzio-ne secondaria superiore avràtre ordini: Licei, Istituti Tecnici

e Istituti Professionali;- l’Istruzione e FormazioneTecnica Superiore verrà rego-lata da una legge attualmentein discussione e rilascerà unapposito titolo di studio convalore legale e propria qualifi-ca professionale e non più unattestato rilasciato a seguitodi bando;- il ministero per gli AffariSociali affronterà quanto pri-ma con le Regioni i problemiderivanti dalla riforma delTitolo V della Costituzione:definizione degli ambiti dicompetenze dello Stato e del-le Regioni, unificazione dellequalifiche professionali e dellaloro spendibilità, individuazio-ne del sistema dei trasferi-menti delle risorse dalleRegioni alle scuole; - è escluso il passaggio dellacompetenza sul personale de-gli Istituti Professionale alleRegione che, quindi, resteràdello Stato; - rimane di pertinenza stataleanche l’Istruzione professio-nale in quanto rilascia diplomiquinquennali.Pare strano la volontà di man-tenere separate l’IstruzioneProfessionale e Tecnica, inevidente contraddizione con ildecreto Bersani. Che si met-tano al più presto d’accordo,anche se bisogna ricordareche un conto è una legge e unconto sono le esternazioni diun ministro e di una sua vica-ria nel corso di un convegno.Appaiono condivisibili le in-tenzioni ministeriali di mante-nere in ambito statalel’Istruzione Professionale ed isuoi dipendenti; non sappia-mo quanto sia percorribile ta-le strada a fronte della rifor-ma costituzionale che lo stes-so centrosinistra ha voluto seianni fa. Non si capisce la diffi-coltà a portare l’obbligo scola-stico (non quello formativo) a18 anni e limitare laFormazione Professionale acorsi post-diploma.Per il resto, il Ministero deli-nea un futuro per la nostraIstruzione Tecnica eProfessionale, oltre che de-gradata, ancora più sotto-messa agli interessi dei priva-ti, prevedendo il loro ingressoin pompa magna nell’organodi gestione della scuola, unConsiglio di amministrazione,che sostituirebbe il Consigliod’istituto.Insomma siamo di fronte aduna serie di scelte dettatedalla necessità di far cassa edalla volontà di far avanzare ilprocesso di aziendalizzazionedella scuola, a scapito delladidattica, di posti di lavoro di-gnitosi ed in numero congruo,della libertà di pensiero e diinsegnamento.Facciamoci sentire perché vo-gliono concludere l’operazionedurante l’estate.

Piovono tagliCome ti morattizzo l’istruzionetecnica e professionale

di Nadia Colombo

Facciamoci la scuola come vo-gliamo noi lombardi. È questolo spirito della proposta di ri-forma (finora approvata soloin giunta) che potrebbe inve-stire l’istruzione professionalee la formazione professionaledella Regione Lombardia.L’annuncio l’ha dato il suopresidente Formigoni, lo scor-so 22 marzo preannunciandoche, tra le altre innovazioni, èprevista l’assunzione di do-centi e Ata direttamente daipresidi. Fortunatamente, perora siamo solo di fronte ad unprogetto di legge regionalesuscettibile, però, di diventareuna triste realtà.La base di partenza del pianoformigoniano è l’art. 117 del-la Costituzione “opportuna-mente” riformato dal governodi centrosinistra nel 2001 inmodo da devolvere alleRegioni le competenze sull’i-struzione professionale: quel-le sulla formazione professio-nale le avevano già. E coeren-temente il capo del governolombardo rivendica anche lacompetenza regionale sugliIstituti professionali di Stato.Ma non basta: anche le strut-ture ministeriali decentratecome l'Ufficio scolastico regio-nale debbono passare, secon-do il progetto di legge, allaRegione con conseguente al-largamento della competenzaregionale a tutta l’istruzione. Secondo il governo lombardo,la riforma “restituirà alla for-mazione professionale pari di-gnità con la scuola seconda-ria, superando la vecchia escorretta separazione tra cul-tura e professionalità”. Per cuigli attuali corsi triennali sa-ranno prolungati a 5 anni: unquarto anno per il diploma eun quinto per l'accesso all'e-same di Stato necessario all'i-scrizione in università. Ed è già uno strappo, perchérilasciare diplomi per accede-re all’università è consentitosolo allo Stato.Gli istituti scolastici, pubblici eprivati, finanziati sulla basedel numero degli iscritti, go-dranno di “un'amplissima au-tonomia, ma per svolgere la

loro attività dovranno accredi-tarsi alla Regione ed anchesottoporsi a valutazioni di ef-ficacia formativa da parte diun ente terzo”. Una rilevante novità della pro-posta è che “i capi degli istitu-ti possano reclutare e selezio-nare il proprio personale do-cente e non docente”. La pro-cedura tipica delle scuole pri-vate viene allargata a tutte lescuole, alla faccia di concorsie graduatorie. Non c’è che di-re: un formidabile strumentodi clientelismo e di ricatto peri dirigenti scolastici sui lavora-tori della scuola. Il ministro Fioroni, però, c’èrimasto male e ha definito laproposta di Formigoni “unabravata vivace ed estempora-nea”. Forse bisogna ricordareal ministro, che il governolombardo, certo con svariateforzature, chiede quello che ilcentrosinistra ha stabilito conla riforma del Titolo V dellaCostituzione che affidava alleRegioni la competenza suipercorsi degli istituti profes-sionali, sull'organizzazione esulla gestione del personale.Un decentramento, mai de-collato, la cui attuazione è an-cora oggetto di disputa istitu-zionale con tanto di sentenzedella Corte Costituzionale. Gli apprendisti stregoni delcentrosinistra non possonoprima riformare e poi lamen-tarsi che qualcuno vuole ap-plicare le loro riforme.Ciò non significa che ci piacciail progetto lombardo.Tutt’altro. Siamo di fronte aduna proposta improntata alpeggior localismo impastatocon il più estremo liberismo.Assunzioni discrezionali daparte dei dirigenti, integrazio-ne tra istruzione professiona-le e formazione professionale,abolizione del valore legaledel titolo di studio, istruzionesuperiore serva dei privati edel mercato, sono provvedi-menti che peggiorano netta-mente le condizioni dellescuole, riducendo ancora glispazi all’istruzione libera e de-mocratica. È necessario impe-gnarsi seriamente perché ilprogetto formigonian-leghistasia bloccato.

ApprendististregoniLa Lombardia ridisegna lascuola in stile leghista

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COBAS 35 - giugno 2007 R i f o r m e 5

di Carmelo Lucchesi

La circolare ministeriale n. 28del 15/3/2007 (integrata dal-la Nota 10/5/07 prot. 4600),oltre a dare indicazioni sull’e-same di 3^ media, dedica lasua conclusione alla certifica-zioni delle competenze. Allacircolare è allegato un model-lo di certificato. Ecco i puntisalienti della circolare.“La Certificazione delle com-petenze deve registrare: - competenze acquisite, capa-cità e potenzialità dimostratenelle diverse aree disciplinarie traguardi raggiunti dall’a-lunno, tenendo presente sia ilpercorso scolastico che gliesiti delle prove d’esame, sul-la base di specifici indicatoriindividuati dalla scuola;- particolari attitudini emersedurante la complessiva attivi-tà scolastica del triennio;- piano di studi seguito (mon-te ore svolto, discipline, attivi-tà facoltative ed opzionali,crediti formativi acquisiti,ecc.).”Consapevoli del fatto che:1. “Si tratta di un adempi-mento indubbiamente com-plesso”.2. “La fase attuale è contrad-distinta da un articolato pro-cesso di innovazione”.3. “Non si dispone ancora diun quadro compiuto di defini-zione degli obiettivi specifici diapprendimento e delle com-petenze”. il Ministero “ritiene opportunoche il modello di certificazionedelle competenze,sia adottatoda tutte le istituzioni scolasti-che in via sperimentale, congli opportuni adattamenti allespecifiche situazioni dellerealtà locali”. La circolare si chiude con unminaccioso annuncio: ilMinistero avvierà iniziative

per sostenere la sperimenta-zione delle certificazioni dellecompetenze nelle scuole pre-parando un apposito dossier,costituendo gruppi tecnici a li-vello nazionale e regionale diconsulenza e coordinamento.Il dossier è giunto il 9 maggio,riportando i livelli di valutazio-ne Ocse Pisa relative all’ambi-to linguistico e matematico.In molte scuole medie la circo-lare in questione ha messo inmoto solerti dirigenti che vo-gliono a tutti i costi far applica-re i contenuti della circolare.Risulta chiaro da quanto dettoche non può esserci alcun ob-bligo per i consigli di classe dipreparare alcuna certificazio-ne delle competenze, perché:1. La Cm 28/2007 non preve-de alcun obbligo, checché nepossano dire i presidi, stantel’esplicito carattere sperimen-tale dichiarato dalla circolarestessa. Naturalmente quelloche è ritenuto opportuno dalMinistero può non esserlo daqualunque collegio docenti oConsiglio di classe d’Italia.Siamo di fronte a suggeri-menti, proposte suscettibili diintegrazioni e modifiche daparte di singoli istituti o, comenoi riteniamo opportuno, diun netto rifiuto.2. La CM 28/2007, non impo-ne alcun obbligo perché nonpuò farlo: mancano i presup-posti giuridici per rendere ob-bligatorio il modello: leIndicazioni nazionali, nonchétutta la procedura per giunge-re al necessario decreto mini-steriale. A queste motivazione di natu-ra giuridica se ne aggiungonoaltre di carattere didattica.Addirittura un documentodell’Associazione NazionaleDirigenti Scolastici - Andis ri-tiene che “non era opportunointrodurre cambiamenti così

significativi ad anno scolasticoormai avanzato e a ridossodell’esame di Stato” e scrive:• “… la scelta operata e sug-gerita non ha alcun riferimen-to con la letteratura sullecompetenze e sulla relativacertificazione e neppure conle indicazioni degli organismieuropei (vedi le Key compe-tences del 18/12/06). L’invitoavanzato agli insegnanti diaccedere a siti e a testi relati-vi alle competenze, non ac-compagnato da chiavi di let-tura o da più puntuali indica-zioni, è segno di disinvolturacon cui l’Amministrazione siavvicina ad un problema as-solutamente nuovo per la no-stra scuola e che richiedereb-be specifico, motivato e det-tagliato decreto. Nella circola-re si riconosce che ‘non si dis-pone di un quadro compiutodi definizione degli obiettivispecifici di apprendimento edelle competenze’ e che, ‘difronte alla non ancora com-piuta definizione del nuovoimpianto pedagogico-didatti-co, la messa in atto dei corri-spondenti strumenti valutati-vi/certificativi non può nonavere un carattere sperimen-tale’. Si tratta di affermazioniche provocano sconcerto.Certificare vuol dire accertaree dichiarare con piena re-sponsabilità che cosa un sog-getto è capace di fare, a qual-siasi livello di età ed in qual-siasi situazione, di vita, di stu-dio o professionale”.• “Non convince, dal punto divista tecnico, il modello alle-gato che, al di là della speri-mentazione, incanala le scelte“autonome” delle scuole: co-me è possibile certificarecompetenze in base a livelliche non sono descritti a livel-lo di standard e sono riferitiad aggettivi che, pur indicati

come quantitativi (iniziale, in-termedio e finale), di fattohanno un significato tempora-le? È nella casistica degliobiettivi che si considerano,appunto, quelli iniziali, inter-medi e finali! La letteraturanon è unanime sulla questio-ne di graduare una compe-tenza, e ciò in ordine al prin-cipio che una competenza oc’è o non c’è! Il modello pro-posto tra l’altro dovrebbe es-sere compilato dal dirigentescolastico e dal Presidentedella Commissione d’esamedopo gli esami: ma le proved’esame sono strutturate se-condo le consuete modalità e,se va bene, consentono di ve-rificare conoscenze (megliosarebbe dire contenuti) e, inqualche caso, abilità”.• “A monte di tutto, resta dachiarire il rapporto che corretra la tradizionale scheda divalutazione, centrata su con-tenuti disciplinari, prluridisci-plinari e conoscenze, e la cer-tificazione, centrata sullecompetenze. Tutto ciò, se nonsi vuole ridurre anche la certi-ficazione a una prassi formalepriva di un reale significato in-novativo, anche in relazionecon quanto avviene in altrescuole europee e con quantoci chiede la stessa Unione eu-ropea”.Il vero obiettivo: abolire il valore legale deltitolo di studioUfficialmente la certificazionedelle competenze è stata pro-mossa dall’Ue dal 1989 al finedi incentivare la mobilità dipersone, studenti e lavoratoritra gli Stati membri. Si è co-minciato con le qualifiche pro-fessionali per giungere benpresto al vero obiettivo: l’i-struzione. Il riconoscimento dititoli professionali e scolasticiin ambito transnazionale ri-chiede omogeneità nei conte-nuti valutabili e negli stru-menti di rilevazione. Da qui laforzatura di parcellizzare lacomplessità del processo diapprendimento/insegnamen-to e di trovare criteri oggetti-vi di misurazione. Le obiezionia tale impostazione docimolo-gica sono tante e di spessore:come si fa ridurre l’universocognitivo e relazionale di unalunno in tante semplici pre-stazioni osservabili e misura-bili che siano valide per tuttele situazioni. Nonostante ladifficoltà, ci hanno provato ecosì sono state sfornate diret-tive europee, libri bianchi su-bito tradotti in classificazioneOcse Pisa, crediti, debiti, port-folio, prove Invalsi, ecc.È da notare che l’impiantocertificatorio è stato accoltocon entusiasmo da tutto loschieramento liberista, dicentrodestra e di centrosini-stra. La Nota del 9/5/2007 concui Fioroni manda il dossier in-formativo alle scuole fa discen-dere la sua legittimità da:- le Raccomandazioni delParlamento europeo e delConsiglio del 18/12/2006;- il Regolamento per l’autono-mia scolastica (Dpr275/1999) emanato in epocaberlingueriana;- il Dlgs n. 59/2004 emanatodal ministro Moratti.Anche i sindacati di comodo

(Cgil, Cisl e Uil) non hannodisdegnato di accogliere lenovità docimologiche: nel ri-confermare nell’Accordo per ilLavoro firmato con governo eConfindustria nel 1996 la po-litica concertativa inauguratanel luglio '93, viene esplicita-mente affermato che l'intro-duzione di un sistema di cer-tificazione dei percorsi forma-tivi e delle competenze acqui-site sia un obiettivo strategicoed essenziale per il Paese.Concetti ribaditi in numerosiaccordi che i sindacati di sta-to hanno sottoscritto da alloraad oggi. L'adozione della cer-tificazione delle competenze èdunque considerata - dall’Ue,dai partiti di centrodestra ecentrosinistra, da Confindu-stria e dai sindacati concerta-tivi - uno snodo strategico permettere in comunicazione eintegrare tra loro la scuola, laformazione professionale ed illavoro. In Italia, l’applicazione praticadi tali precetti è avvenuta at-traverso la berlingueriana leg-ge n. 144/99 e i decreti legis-lativi della Moratti sull’obbligoformativo e sull’alternanzascuola-lavoro.Anche le Regioni non sono dameno; Formigoni il presidentedella Lombardia, lo scorsomarzo, presentando la suaproposta di riforma regionaledell’istruzione e della forma-zione professionale si accodaalle mode certificatorie ma nesvela il vero scopo: “Il siste-ma di certificazione anticipa ilpossibile superamento del va-lore legale del titolo di studioe assicura due vantaggi: unpiù rapido ingresso nel mondodel lavoro e il diritto di capita-lizzare gli apprendimenti ac-quisiti nel percorso formativoe nell´esperienza lavorativaper trasferirli nei diversi siste-mi dell´istruzione, della for-mazione e del lavoro”.L’abolizione del valore legaledel titolo di studio, ecco l’o-biettivo che si prefigge l’am-pio schieramento liberista. LoStato detiene il monopoliodell’attestazione degli studitramite l’ordinamento didatti-co nazionale che fissa le ca-ratteristiche generali dei corsidi studio e dei titoli rilasciati egli esami di Stato. Vari inter-venti del recente passatohanno intaccato la solidità delmonopolio statale (numerochiuso nelle università, ridu-zione del controllo statale su-gli esami finali nelle scuoleprivate) che però ha avuto unpositivo effetto antidiscrimi-natorio per le fasce sociali piùdeboli. L’abolizione del valorelegale del titolo di studio sa-rebbe un bel regalo a favoredei privati e, in particolare al-le corporazioni professionali.Sulla scia di quanto già avvie-ne da tempo negli Usa sareb-bero i gruppi economicamen-te più forti ad ottenere e rila-sciare i titoli più valutati osemplicemente più pubbliciz-zati. Una deregulation forma-tiva provocherebbe certamen-te elevati costi sociali perchéinnegabilmente comportereb-be un indebolimento oggettivodelle garanzie sociali di egua-glianza dei cittadini e delletendenze solidariste.

Certificami ‘stacompetenzaCome ti abolisco il valore legaledel titolo di studio

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6 COBAS 35 - giugno 2007C o n t r a t t o

di Valerio Bruschini

Pur essendo iscritto ai CobasScuola, in relazione a questoContratto voglio ringraziaretutti i Sindacati che lo hannofirmato, per alcuni motivi.1. Grazie a questi Sindacati,ho compreso che mi sbagliavoquando pensavo che il prece-dente Contratto fosse scadutoil 31 dicembre 2005; infatti,visto che gli aumenti del nuo-vo Contratto decorreranno dal1o gennaio 2007, è evidenteche quello precedente è sca-duto il 31 dicembre 2006.2. Questo accordo mi ha per-messo di apprezzare la parti-colare attenzione, che questoGoverno ha nei confronti del-la Scuola, perché, pur “non”essendo scaduto il contratto il31 dicembre 2005, ha ritenu-to giusto elargire l'indennitàdi vacanza contrattuale, checonsisterà in ben 11 Euri lordimensili e che, stando a Il Sole24 Ore, ci verrà data solo do-po la firma del Contratto.In questo modo, avremo, pertutto il 2006, la stratosfericacifra di 132 Euri lordi, mentrese gli aumenti fossero decorsidal 1° gennaio 2006, avrem-mo avuto 1.584 Euri lordi.3. Questa cifra, però, avrebbepotuto trasformare ognuno dinoi in un assatanato consumi-sta e questo avrebbe infertoun colpo gravissimo alla no-stra credibilità, rendendo più

difficile assolvere uno dei no-stri compiti fondamentali:preparare le nuove generazio-ni a lavorare di più, per gua-dagnare meno dei loro geni-tori e dei loro nonni.4. Ho, inoltre, ammirato il co-raggio di questo Governo e diquesti Sindacati, perché han-no sfidato l'ira dellaConfindustria, la quale ha so-stenuto che, negli ultimi 5 an-ni, gli stipendi del Pubblicoimpiego sono aumentati del4,2%, mentre quelli del setto-re privato solo del 2,9%, co-sicché non c'era bisogno diessere così generosi (da LaStampa del 7/4/2007).5. Certo, la Confindustria,poiché nessuno è perfetto, siè dimenticata di aggiungereun paio di cose:– non ha rivelato l'aumentodei guadagni dei suoi membriin questi 5 anni;– non ha detto chiaro e tondoche il suo obiettivo ultimo èquello di pagare salari e sti-pendi uguali a quelli dei lavo-ratori cinesi ed indiani; nonper una questione di volgareprofitto, bensì per una que-stione di Democrazia: così, intutto il mondo, tutti i lavora-tori avranno un uguale com-penso da fame.6. Ho ammirato, in particola-re, il Ministro della SolidarietàSociale Ferrero, perché, nelcorso di un'intervista, ha af-fermato che lui, come

Ministro, guadagna meno di10.000 Euri al mese, e chenon gli sembra un brutto sti-pendio (va detto che Ferrerovoleva così mettere in risaltolo scandalo dello stipendio mi-lionario dato a Cimoli, “ilgrande manager” che ha con-tribuito a far fallire l'Alitalia).7. Comunque, ringrazio ilMinistro anche perché mi hafatto venire in mente una do-manda, ed ha suscitato in medei ricordi:- quanto guadagnano al mesei Sindacalisti, che hanno fir-mato o che, prossimamente,firmeranno questo contratto?I ricordi riguardano l'articolo“Onorevole si dia un taglio”,pubblicato sul numero del 1°febbraio 2007 da L'Espresso,sul trattamento che i nostriParlamentari hanno riservatoa se stessi:– un Deputato, con 5 anni dicontributi, prende un vitaliziodi 3.108 Euri lordi al mese;– un Deputato, con 10 anni dicontribuiti, prende un vitaliziodi 4.725 Euri lordi al mese;– Luigi Manconi, attualeSottosegretario alla Giustizia,cumula il vitalizio di 4.725Euri lordi al mese con uno sti-pendio annuale di 192.000Euri lordi;– Alfonso Gianni, sottosegre-tario allo Sviluppo economico,a 56 anni prende una pensio-ne di 6.600 Euri lordi al mese,a cui cumula lo stipendio an-

nuale di 192.000 Euri lordi.8. Forse, qualcuno si staràchiedendo che cosa c'entritutto questo con il rinnovo delnostro Contratto; ebbene, amio avviso, c'entra: le perso-ne, che hanno queste entrate,non si rendono neppure contodi quale sia il costo della vitaper le persone comuni, cosìpensano che 3,5 Euri di au-mento al giorno possano es-sere sufficienti (132 Euri lordial mese diventano 100 Eurinetti, ovvero 3,5 al giorno).9. Sono, comunque, contentodi questo accordo pure per ilseguente motivo: il denaro,risparmiato con questoContratto a perdere per gli in-segnanti e per il personaleAta, potrà essere utilizzatoper le missioni militari all'e-stero, riguardo alle quale citoun solo dato: un Marescialloin missione in Libano costa12.000 Euri al mese.10. Infine, voglio ringraziare ipartiti politici, che sostengonoquesto Governo, perché,quando erano all'opposizione,si indignavano per il tratta-mento economico riservatoda Berlusconi e soci al perso-nale docente e non docente,poiché non solo era inadegua-to economicamente, ma eraanche offensivo moralmente.Ora, sappiamo che la profes-sionalità e la dignità di inse-gnanti e Ata sono tutelate con3,5 Euri al giorno.

Grazie dei Fior...oniA proposito della farsa sul rinnovo contrattuale

Ricordate l’enfasi della mini-stra Moratti quando annuncia-va che aveva innalzato l’obbli-go a 16 anni con il diritto-do-vere? Era evidente la bugiapropalata come abbiamo so-stenuto fin dalla sua appari-zione (vedi il numero 21 del-l’aprile 2004 del nostro gior-nale). Diritto-dovere non si-gnifica proprio nulla, soprat-tutto quando non sono previ-ste sanzioni per chi si sottraead un obbligo che non è sco-lastico ma formativo, per cuipuò essere assolto anche nel-la Formazione Professionale onell’apprendistato. Dopo la sentenza del tribuna-le di Cosenza nel novembredel 2005 mandava assolti igenitori di un quindicenne av-viato al lavoro dopo aver con-seguito la licenza di terza me-dia, ecco il sigillo della Cortedi Cassazione sulle fandoniedel sindaco di Milano, a pro-posito di un altro caso di eva-sione all’obbligo formativo av-venuto in Sicilia. Ecco i passaggi della vicenda.La Procura di Agrigento impu-ta ai genitori di un minorennela mancata iscrizione allascuola secondaria superiore.Il giudice di pace manda as-solti i genitori. Non soddisfat-ta della sentenza, la ProcuraGenerale di Palermo ricorrealla Corte di Cassazione, cheha confermato la assoluzionedei genitori. La sentenza della Cassazionesostiene che l’art. 731 del co-dice penale punisce il manca-to assolvimento dell’obbligoscolastico fino alla scuola ele-mentare e che tale punibilità èstata estesa alla scuola mediacon l’art. 8 della legge1859/1962 che istituì la scuo-la media unica. Il decreto le-gislativo della signoraBrichetto si limitava ad enun-ciare l’assicurazione di un di-ritto ma nessun provvedimen-to si riferiva al dovere. Norma tecnicamente imper-fetta, dice dunque la Corte diCassazione, né la punizioneprevista dall’art. 731, pensatadichiaratamente per la scuolaelementare e dichiaratamenteestesa alla scuola media, trat-tandosi di norma penale puòessere estesa oltre i limiti di-chiarati.

Panzanemorattiane

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COBAS 35 - giugno 2007 D i r i t t i 7

di Aurora Leone

Quando si pensa agli inciden-ti sul lavoro, si pensa più chealtro ad incidenti che possonoprovocare una morte istanta-nea. Esistono anche esposi-zioni di bassa intensità checolpiscono i lavoratori finchéaccade l’irreparabile!I malati di MCS, sensibilitàmultipla chimica*, si chiudononelle proprie abitazioni perchésolo così riescono ad evitarele sostanze come profumi,dopobarba, lacche, ammorbi-denti, residui di prodotti per lepulizie, di insetticidi e di pesti-cidi, esalazioni di ossido dicarbonio. Il loro organismo,saturo di tossine, non è piùcapace di disintossicarsi!Rifugiarsi in casa, diventa an-che l’unico modo per non es-ser presi per psicopatici, in-fatti, sotto esposizione, scap-pano via e diventano intratta-bili. Questo loro comporta-mento è “inspiegabile”, ma,basterebbe porsi una doman-da: chi di fronte ad un incen-dio non scappa via? La sensibilizzazione è comin-ciata nella scuola dove ho in-segnato per 17 anni, prima diottenere il trasferimento. Isintomi infiammatori eranomolteplici e comparivanoquando attraversavo l'atrio -dove passavano il petrolio perlucidare il pavimento in mar-mo, quando ero esposta al to-ner delle fotocopie, quandosvolgevo lezioni ai computernel piano seminterrato in unapiccola aula con infiltrazionid'acqua, o ero esposta aicampi elettromagnetici del-l’aula d’informatica, semprenel piano seminterrato “deco-rato” di muffa.Il mio medico curante li attri-buiva all'influenza. La cosa strana era che, tran-ne alcuni sintomi divenuti cro-nici, regredivano fino a scom-parire, quando restavo a casaper qualche giorno.

Finché, nel 2003, non mi scop-piò una tremenda orticaria.Per un anno ho dovuto dormi-re su cuscini di piume d'oca,perché si formavano i ponfinei punti del corpo che pog-giavano sul materasso. Nonpotevo esporre un centimetrodi pelle al sole, non sopporta-vo i rumori e la luce, avevouna sonnolenza continua digiorno e soffrivo d'insonnia dinotte: quando riuscivo a chiu-dere occhio, avevo gli incubi emi svegliavo di soprassalto inore fisse, con crisi respirato-rie, qualche volta ho avutoanche le allucinazioni. Con gliantistaminici, prescrittimi da-gli specialisti, le mie condizio-ni peggiorarono. Ho partico-larmente sofferto con i reni.Ero ridotta a mangiare solo 2alimenti sconditi e senza sale!Potevo indossare esclusiva-mente indumenti di lino.Quando ho capito che tutti imalesseri dipendevano dal-l'ambiente di lavoro, ho pen-sato di chiedere il trasferi-mento.Ottenutolo, i problemi, anchenella nuova scuola, non si so-no fatti attendere: prodottiper la pulizia troppo aggressi-vi, e, in estate, esalazioni del-l'asfalto rovente delle coper-ture; infatti, la tipologia del-l'edificio è a blocchi sfalsati!Nel 2005, ho visto per televi-sione una dottoressa abruz-zese parlare della strana sin-drome che l'aveva colpita,l'MCS: ho riconosciuto la miamalattia, un male che, se noncurato con l'evitamento dellesostanze tossiche, degenera inmali letali come il tumore, lasclerosi multipla e la leucemia.Sono caduta nella depressionepiù nera perché mi si prospet-tava una vita di isolamento! Ho reagito alla depressioneed ho iniziato la mia peregri-nazione in giro per l'Italia allaricerca di una diagnosi e diuna cura. Ma è difficile arriva-re alla diagnosi, perché la ma-

lattia è rara e pressoché sco-nosciuta alla maggioranza deimedici: sebbene l'OMS l'abbiariconosciuta dal 2001, in Italiala Sensibilità Multipla Chimicanon è ancora ufficialmente ri-conosciuta. AMICA (infoamica.it), l’asso-ciazione dei malati di MCS e,in particolare, l’ex presidenteDonatella Stocchi mi è statamolto vicina nella rivoluzioneche l’MCS ha portato nellamia vita!Poi, l’anno scorso, l’attualepresidente mi indicò un dotto-re che conosceva questa sin-drome. Così, è arrivata la te-muta diagnosi: era proprioMCS.Una volta accertata la sensibi-lità, bisogna imparare a convi-verci, perché è cronica: biso-gna mutare stile di vita, dosa-re le forze, crearsi un ambien-te fisico compatibile e chiede-re alle persone con cui si è incontatto di adottare compor-tamenti non lesivi per la pro-pria salute, come ad esempionon indossare profumi. Mi sono sottoposta alla visitacollegiale, e, C.V.D., i medicidella commissione non cono-scevano la sindrome ed han-no ironizzato sul fatto che for-se ero “allergica alla scuola”.Fortunatamente, il medico dellavoro che mi accompagnavaaveva con sé una trattazionescientifica presentata l’annoscorso al convegno nazionaledell’Inail su questa sindromee la proposta di legge dell’On.Cento, presentata, semprel’anno scorso, al Parlamentoper il riconoscimento dell’MCSe l’assistenza ai malati.Ora sono in attesa di nuovacollocazione.

* La sensibilità chimica multipla MCS èuna sindrome organica complessa chesi sviluppa in seguito a un’esposizioneacuta o cronica a sostanze tossicheche scatenano una sensibilizzazione apiù sostanze chimiche. In pratica ilmalato presenta diversi sintomi seesposto a tali sostanze, anche se inpiccolissime quantità.

Rischi sconosciutiUna malattia che negli Usa è chiamatasindrome dell'insegnante intossicato

Bollito mistodi Gianni e Lucotto

Carlos Fuentealba, lavoratore della scuolaUna protesta di lavoratori della scuola della provincia argentinadi Neuquén che reclamavano salari migliori è stata duramenterepressa dalla polizia del governatore Sobisch, nello scorso me-se di aprile. Un docente, Carlos Fuentealba (40 anni, due figliedi 10 e 14 anni) è stato ucciso in seguito all’esplosione, nell’abi-tacolo dell’auto in cui si trovava, di una granata di gas lacrimo-geno lanciata dalla polizia per disperdere i manifestanti. La pro-testa contro le brutalità poliziesche e per condizioni di vita piùdignitose si è allargata anche ad altre categorie di lavoratori.

Svolte a destra«Anche se avevo idee estreme, è in quel periodo che ho sco-perto il mio riformismo. Sul 52 barrato. Era l’autobus con cuitornavo a casa. Una sera, durante la lettura del “Capitale”, ave-vamo parlato dell’alienazione. Seduto dietro l’autista, pensai:ma se ora si libera dal lavoro o si ferma, io che faccio? Conclusiche ci si poteva liberare, ma solo parzialmente». (SergioChiamparino, intervista al Magazine del Corriere della Sera, 29-3-07). Sarebbe bello, invece, che i torinesi potessero liberarsi(del tutto, però, non solo parzialmente) di un sindaco capace(lasciamo stare il suo sostegno spudorato alla TAV) di dire simi-li baggianate.

Modelli diseducativi720 allievi tra gli 11 e i 13 anni lasciati a casa perché la scuolaha esaurito i fondi per le supplenze. Succede in una scuola del-l’hinterland di Londra, il cui preside si è trovato a dover gestireun budget ridotto ai minimi termini in conseguenza dell’elevatonumero di assenze di docenti ammalatisi nel corso dell’anno. Ilbilancio delle scuole nel Regno Unito è onnicomprensivo e conle risorse finanziarie ricevute le scuole devono far fronte a tuttele spese, comprese quelle degli eventuali supplenti. Così i pre-sidi si trovano a dover scegliere tra diverse modalità di conteni-mento delle uscite: la sospensione delle lezioni per intere gior-nate, la riduzione dei giorni di scuola a quattro o quattro e mez-zo, la redistribuzione degli allievi che si trovano senza inse-gnante nella altre classi.Il pessimo modello britannico ha, al fine, infettato le nostresponde e ci ritroviamo con gli stessi problemi. Scommettiamoche anche le soluzioni saranno identiche?

Italiani brava genteIraq. Il governo italiano ha sostituito l’esercito con truppe mili-tari private, i cosiddetti contractors. Il fine ufficiale è di proteg-gere i tecnici italiani dell'Eni e di varie ditte nostrane impegnatenella spartizione del bottino di guerra; in realtà agiscono comesquadroni della morte, terrorizzano la popolazione civile spa-rando a qualunque cosa si muova al loro passaggio. Sono co-mandati da un terrorista e criminale di guerra, già colpevole dialtre stragi in Irlanda e in altri continenti, sempre impunito. Ilcentrosinistra ha privatizzato anche la guerra: anonimi omicidie anonime stragi di civili si dispiegano al passaggio dei nostricontractors, senza alcuna regola di ingaggio da rispettare e sen-za il minimo controllo. Sono killer patentati al nostro servizio, lipaghiamo profumatamente coi soldi delle nostre tasse.Afghanistan. Secondo il governo le truppe italiane non sono im-pegnate direttamente in azioni di guerra. Sembrerebbe vero.Indicano solo gli obiettivi da bombardare agli alleati statuniten-si. Come bravi cani da caccia i nostri soldati puntano le prede;ai crudeli soldati di Bush l’ingrato compito di bombardare e uc-cidere (tutto quello che si trova in giro). È bello poter dormirecon la coscienza a posto.

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Come ricorderete, lo scorsoottobre - prima che iniziasse-ro le procedure per il rinnovodelle Rsu nelle scuole - trecomponenti dell'Esecutivo na-zionale dei Cobas della Scuolahanno fatto uno sciopero del-la fame di 15 giorni per de-nunciare la mancanza di qual-sivoglia democrazia sindacaleed in particolare la negazionedel diritto di assemblea inorario di servizio per i Cobas eper tutti i lavoratori dellascuola. Divieto che risultavaancora più assurdo e discrimi-natorio in prossimità di unaelezione che - per altro - do-vrebbe misurare il “peso” na-zionale delle diverse organiz-zazioni sindacali.La situazione non è mutata edanzi in questi mesi si è avutoun ulteriore restringimentodei diritti sindacali sia nellascuola che negli altri settoridel lavoro sia pubblico cheprivato. Nella scuola i sindacati con-certativi (in testa la Flc-Cgil)continuano a diffidare i diri-genti scolastici che ci consen-tono di tenere assemblee emandano lettere minatorie atutte le scuole in intere pro-vince. Nel privato moltissime azien-de (tra cui Telecom e Fiat)non consentono che i nostriaderenti possano versare laquota sindacale, licenzianonostri rappresentanti sindaca-li e impediscono la presenta-zione delle nostre liste alleelezioni delle Rsu. Addirittura non ci viene con-sentito di iscrivere i pensiona-ti, poichè hanno previsto (perlegge) che questo "privilegio”sia consentito solo alle orga-nizzazioni sindacali rappre-

sentate nel Cnel - ConsiglioNazionale Economia e Lavoro.Si noti - solo per inciso - chenel Cnel si viene rappresenta-ti con nomina governativa.Quindi è il governo che decidequali organizzazioni possonoiscrivere i pensionati!?!La Cgil, la Cisl e la Uil sonocorresponsabili di questo"scippo di democrazia" poichènon vogliono che forze sinda-cali non concertative come lanostra possano ottenere dirit-ti minimi di agibilità sindacalee poter parlare, organizzarsi eradicarsi nei luoghi di lavoro. Il Governo dell'Unione nonbatte un colpo e non pare cheuna legge sulla rappresentan-za sindacale, che dia diritti atutte le organizzazioni e che -soprattutto - li restituisca ai la-voratori, sia nei loro pensieri.Per tali ragioni dal 18 aprileabbiamo ripreso lo scioperodella fame per i diritti sinda-cali (davanti la sededell’Unione in piazza SantiApostoli a Roma) per recla-mare, di fronte alle forze digoverno, l'urgenza della resti-tuzione ai lavoratori e a tuttele organizzazioni sindacali deidiritti di rappresentanza, ditrattativa, di libertà di assem-blea, di iscrizione, che in que-sti anni sono stati annullati, oridotti ai minimi termini, datutti i governi, consentendo lanascita di un "regime" di mo-nopolio da parte di Cgil-Cisl-Uil in materia di diritti sinda-cali. Ben coscienti che un vero epieno riconoscimento dei di-ritti dei lavoratori e dei sinda-cati (tutti, non solo quelli digoverno) richiederebbe unalegge davvero democraticache il governo Prodi non in-

tende fare, esigiamo, qui edora, almeno i diritti minimi dilibertà di assemblea e di iscri-zione (che non costano nullaeconomicamente allo Stato)da parte di un governo che havinto le elezioni denunciando isoprusi del berlusconismo inmateria di democrazia. Ma ancora, malgrado le mi-gliaia di messaggi di solidarie-tà e di appoggio che ci per-vengono da strutture di lavo-ratori e anche da parte di re-sponsabili politici e sindacalilegati allo schieramento go-vernativo, l'Unione tace. Finoa quando? Invitiamo quindi tutti ad atti-varsi al fine di dare più risaltopossibile alla lotta in corsocon diverse iniziative:- messaggi di solidarietà disingoli, gruppi di lavoratori ecittadini, rappresentanti isti-tuzionali, consiglieri comunali,provinciali, regionali, parla-mentari, etc. (da inviare a [email protected])- nelle scuole raccolta di fir-me, mozioni votate daAssemblee sindacali, Collegidei docenti, Consigli d'istitu-to; - attivare sit-in di solidarietàcon gli scioperanti davanti al-le Prefetture o altri luoghi si-gnificativi (con consegna didocumenti di protesta) e cer-care di far dare risalto delleiniziative alla stampa locale; - scioperi della fame a rota-zione (anche di un solo gior-no) sia da parte di singoli chedi gruppi (da comunicaretempestivamente).

Aggiornamenti alla paginah t t p : / / w w w . c o b a s -scuola.it/varie07/ScioperoFameHP.html

Democrazia sindacaleRipreso lo sciopero della fame peri diritti

La Fiat concilia con le Rsu Cobas di Mirafiori e restituisce i dirit-ti sindacali che ci aveva sottratto. Si è conclusa positivamente la vertenza che opponeva i Cobas ela Fiat, con il pieno riconoscimento dei diritti delle Rsu Cobas.Ripercorriamo brevemente la vicenda di cui abbiamo dato noti-zia nello scorso numero di questo giornale: il 28 febbraio la Fiatinviava una comunicazione alla Confederazione Cobas di Torinoe alle Rsu Vincenzo Caliendo e Simone Lo Greco nella quale di-chiarava che, a causa della scelta operata dalle sopracitate Rsudi revocare l’adesione al Sincobas per entrare nellaConfederazione Cobas, “viene meno anche la loro carica di com-ponenti della Rsu. In conseguenza i predetti lavoratori non han-no più titolo beneficiare delle prerogative connesse a un ruolodal quale sono decaduti”.E così la Fiat si nominava padrona anche della rappresentanzasindacale: una pesante ingerenza, che oltre ad azzerare auto-nomie e prerogative consolidate dal ’94, attaccava anche il ba-silare legame che la democrazia elettiva in fabbrica ha creato traRsu ed elettori, unica fonte di legittimazione della rappresen-tanza. Ma la condivisione e il sostegno concreto da parte degli iscritti edei lavoratori e delle lavoratrici della Lastratura e Montaggio chesono scesi in sciopero, e le ottocento firme di sottoscrizione delnostro appello “In difesa delle Rsu”, ci hanno dato la forza di ri-spondere e avviare la vertenza giudiziaria contro Fiat. Nell’udienza del 14 maggio scorso la Fiat è addivenuta alla con-ciliazione riconoscendo che “i Sigg.ri Caliendo e Logreco a fardata dalla stipula della presente intesa e fino alle prossime ele-zioni della RSU potranno esercitare le prerogative derivanti dal-la carica di componente della RSU di Mirafiori Carrozzerie ".

Il dipendente che denuncia le pessime condizioni in cui sono te-nuti i pazienti è punito dall’azienda. È la particolare legge appli-cata nell’Azienda Ospedaliera Careggi di Firenze contro MassimoGeri, delegato Rsu dei Cobas Sanità. 6 mesi di sospensione dallavoro senza retribuzione per chi ha leso l’immagine immacola-ta dell’azienda. Quella stessa azienda che ormai da un pezzocontinua da avere l’onore delle cronache perché gli episodi dimala-sanità dentro l’Ospedale Careggi purtroppo si susseguonoa getto continuo. Una punizione che negli intenti dell’azienda dovrebbe servire damonito non solo nei confronti dei Cobas, ma più in generale neiconfronti di tutti i dipendenti chiamati ad un silenzio complice difronte ad episodi che dimostrano dove può arrivare la mercifi-cazione della salute e la dequalificazione dell’assistenza.Il pesante provvedimento disciplinare contro Massimo Geri suo-na apertamente come rappresaglia per chi non si piega alla lo-gica aziendalistica dei nuovi gestori del supermarket della salu-te. Crediamo che in questa vicenda sia in gioco la democrazia,il diritto a poter esprimere concretamente la tutela dei diritti deilavoratori e quella dei cittadini assistiti e anche il concetto stes-so di diritti sindacali.Massimo Geri con i Cobas del Careggi ha fatto solo quello che ilsuo ruolo di lavoratore e di delegato sindacale gli hanno detta-to: denunciare l’ignominia di lasciare morire le persone in con-dizioni inaccettabili per una società che si considera evoluta e ri-spettosa dei diritti delle persone. Non si può parlare di diritto al-l’accesso alle strutture sanitarie e poi morire su una barella per-ché non esiste una collocazione migliore.La Confederazione Cobas esprime la massima solidarietà aMassimo Geri e si impegna a mobilitarsi per ottenere il ritiro diquesto vergognoso provvedimento.

Vergognosarappresaglia

Vittoria Cobasla Fiatconcilia

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COBAS 35 - giugno 2007 D i r i t t i 9

di Beatrice Busi

Roma, stazione Termini. Ci in-contriamo di fronte all'infoboxdi Trambus Open Spa. Paolalavora lì. Con lei c'è Tatianache da un anno lavora a par-tita Iva sul 110 e gli altri busturistici dell'azienda comuna-le. Paola, invece, è una dellequattro lavoratrici a tempo in-determinato della cooperativaIrs Europa, quella che ha l'ap-palto per il servizio. Ci rag-giungono anche Ilaria, che haun contratto a tempo deter-minato, ed Elisa, anche leipartita Iva. Da mesi sono in agitazione, il10 maggio hanno scioperatoper tutto il giorno, adesione al100%. Ci prendiamo un caffèe ci facciamo una lunga chiac-cherata.I numeri parlano già moltochiaro. La Trambus OpenSpa, figlia per il 60 per centodi Trambus Spa, l'azienda co-munale che gestisce il tra-sporto pubblico della capitale,porta in giro 700 mila passeg-geri all'anno su 60 autobus.Solo la linea 110 effettua 96corse giornaliere, per un co-sto del biglietto che va dagli 8ai 13 euro. Il presidente diTrambus Open, ma anche diTrambus, è Raffaele Morese,ex segretario confederale del-la Cisl. Gli autisti di TrambusOpen sono circa 70 e inspie-gabilmente hanno il contrattodell'autonoleggio anzichéquello nazionale degli auto-ferrotranvieri. Per ognuno di questi autobusè obbligatoria la presenza diuna "hostess" che vende i bi-glietti e assiste i passeggeri abordo, mentre a terra altreragazze svolgono il servizioinformazioni. In tutto, le lavo-ratrici sono circa 55, meno di10 sono dipendenti non sociedella cooperativa, mentre lealtre svolgono "prestazioniprofessionali" a partita Iva.Niente ferie, niente malattia,niente articolo 18. Niente in-dennità di cassa. È la quoti-dianità. Se c'è un ammanco disoldi o un disservizio che cau-sa la richiesta di rimborso delbiglietto da parte dei passeg-geri, ci rimettono di tascapropria. Se 10 autisti si am-malano, 10 vetture non viag-giano e 10 ragazze non lavo-rano e non vengono pagate.Sembra una storia di ordina-ria precarietà, ma quello checolpisce subito di queste don-ne, 25 anni di media, è lagrande consapevolezza e de-terminazione. Sono arrabbia-te, hanno "coscienza di grup-po" e molta voglia di raccon-tare la loro esperienza. La storia comincia nel 2000,l'anno del Giubileo. L'alloraAtac, in particolare il settoreche curiosamente si chiamava"Servizi flessibili", decide dilanciarsi nel mercato dell'assi-stenza al turismo. Nasce la li-

nea rossa a due piani scoper-ti, la 110 - quella usata l'esta-te scorsa dalla nazionale dicalcio per il bagno di folla do-po la vittoria dei mondiali - econ lei la società TrambusOpen. Vince l'appalto per lagestione del personale "acces-sorio" a bordo e a terra, la co-operativa RomaSmile che ini-zialmente si rivolge alle scuoletecniche e professionali alla ri-cerca di neodiplomate che vo-gliano fare la loro prima espe-rienza nel mondo del lavoro.In realtà, si tratta di stage cheprevedono una specie di rim-borso spese più un fisso men-sile, per fare i biglietti ma an-che le guide turistiche. Paola comincia il suo percorsoa ostacoli, con un accordo diprestazione occasionale in ri-tenuta d'acconto. Ma allaRomaSmile non ride nessuno,la cooperativa non è "sana", cisono buchi di bilancio e quan-do perde l'appalto, le lavora-trici, spesso pagate dopo cin-que mesi, perdono intera-mente tre mesi di stipendio. Èil 2002 e le ragazze si rivolgo-no al Nidil-Cgil per capire co-sa fare. Vorrebbero costituirsiin cooperativa, l'esperienzasul campo ce l'hanno e ci han-no già rimesso troppo nel rap-porto con un datore di lavoro.Il sindacato sconsiglia ed èqui che entra in scena la IrsEuropa. La cooperativa, nelle vesti delsuo presidente MaurizioPolicastro, anche lui ex sinda-calista della Cisl e ora consi-gliere comunale di Roma elet-to nelle liste della Margherita,propone alle ragazze di farsiassumere tutte con un con-tratto co.co.co a due anni,promettendo in più, ferie emalattie pagate. Le ragazzeaccettano, ma la Irs nonmantiene le promesse. Il ser-vizio si espande, vengono ac-quistati nuovi mezzi, si inve-ste nella pubblicità e nell'im-magine di Trambus Open.Eppure le condizioni di lavoroalla Irs peggiorano. Allo sca-dere del contratto di co.co.co,quattro di loro, quelle desti-nate al servizio d'informazio-ne a terra, tra le quali Paola eIlaria, vengono assunte conun contratto a tempo deter-minato, mentre le altre, sevogliono continuare a lavora-re, devono aprire la partitaIva. Le ragazze si oppongonoe ottengono il rinnovo delco.co.co, ma le nuove hostess"reclutate" lavoreranno con lapartita Iva, come Elisa eTatiana. Paola ha una laurea inArcheologia, Ilaria inLetteratura italiana, Tatianaed Elisa in Lingue e letteratu-re straniere. Anche moltissi-me delle altre sono laureate ocon diplomi e attestati specifi-ci per il lavoro nel turismo,sanno almeno due linguestraniere, tra cui l'arabo e il

giapponese, ma vengono pa-gate 8 euro all'ora lordi, perun mansionario che di certonon valorizza la loro prepara-zione. Tutti le hanno sottovalutate,non solo l'azienda. Le ha sot-tovalutate anche la rappre-sentanza sindacale e politicache da sette anni si rapportaa loro con una buona dose dipaternalismo. È stata la lotta, il confronto ela costruzione di relazioni sulluogo di lavoro che le ha fattecrescere "da sole", una cre-scita che il lavoro in sé non gliavrebbe mai dato. Loro losanno ed è per questo chehanno smesso di subirne i ri-catti. Hanno ribaltato la logicadell'azienda che le voleva "ac-cessorie" diventando non solo"essenziali" ma addiritturaprotagoniste e sono fiere diaver fatto tutto da sole.Autodeterminate e autorga-nizzate.Si sono costituite in comitatosindacale di base e ora sonoquasi tutte iscritte ai Cobas.Ne parlano un gran bene nonsolo per il sostegno alle 42vertenze depositate, ma so-prattutto perché si sentono ri-spettate nella loro autonomia.Durante lo sciopero, al tavoloorganizzato in Campidogliocon i capigruppo del consigliocomunale, c'erano tutte, nes-suna delega. Hanno portatoun discreto scompiglio, soste-nute solo da Adriana Speradel Prc, Fabio Nobile del Pdci,Bonessio dei Verdi e parados-salmente da An. Ci chiediamo come mai lagiunta Veltroni, che tiene tan-to alle politiche culturali, nonabbia nulla da dire sul fattoche un'azienda al 60 per cen-to del Comune, dimostra dinon avere la minima culturapolitica dei diritti delle lavora-trici e delle donne in genera-le. Il 2007 è anche l'anno eu-ropeo delle pari opportunità. Ridiamo insieme amaramentee le ragazze commentano cheputroppo è una “retorica vuo-ta e strumentale” e che oggiinvece c'è un “arretramentodei diritti e delle condizionidelle donne nella società ingenerale, del quale è figlioanche il trattamento che ci èstato riservato in questi annisul luogo di lavoro”. Sono state "affittate" per es-sere la "faccia bella di Roma"e lo sono davvero, ma di cer-to non come avrebbe volutol'azienda. Hanno le idee trop-po chiare su chi sono, cosafanno e cosa possono fare.Sono donne ed è proprio perquesto che le cooperative e laTrambus le hanno seleziona-te, tanto che fino a qualchetempo fa era lo stesso bandodi appalto a richiedere esplici-tamente personale femminile.Forse perchè le donne si pre-sentano meglio, sorridonomeglio, portano la gonna me-

glio, hanno più competenzerelazionali, hanno più pazien-za, sono più portate all'assi-stenza e ai servizi alle perso-ne? Magari "per natura"? Con buona pace della Irs e diTrambus, queste donne, forsesempre "per natura", sonoportate alla lotta e al conflitto.Hanno saputo trasformare ladiscriminazione che le vorreb-be più "veline" e meno "fem-ministe", più "oggetto" e me-no "soggetto", in una denun-cia contro la struttura sessistadel mondo del lavoro, ma an-che della politica e del sinda-cato. Sanno che questa è unalotta politica che eccede quel-la sindacale e la stanno con-ducendo proprio perchè è ilrapporto che hanno tra loro,tra donne, che gli dà forza. Lohanno fatto e continueranno afarlo tutte insieme, a dispettodella classica strategia del pa-drone, il "divide et impera"come ha detto Paola, che di-versificando le forme contrat-tuali forse credeva di control-larle meglio. Il 28 maggio ci sarà un nuovotavolo di trattativa tra il comi-tato di base delle lavoratrici eTrambus Open. Le ragazze

chiedono il riconoscimento delrapporto di lavoro diretto conTrambus Open e l'applicazio-ne del contratto collettivo dilavoro subordinato, e andran-no fino in fondo.Qualche strana coincidenzaastrale, vuole che lo stessogiorno il Nidil-Cgil presenterài nuovi dati sulla precarietàdelle donne a Roma e nelLazio. Siccome anche quellasul contrasto alla precarietà èrimasta a tutt'oggi una "reto-rica vuota e strumentale", ciimmaginiamo che l'elabora-zione dei dati della Gestioneseparata dell'Inps, quella deiparasubordinati, dia risultatimolto simili a quelli del 2005:il 73,4% delle donne vive e la-vora a rischio precarietà,mentre i maschi a rischio sonoil 40%. Governo di centrosini-stra, Comune di centrosini-stra, Regione di centrosinistra. Ma abbiamo tutti molto daimparare da queste 60 ragaz-ze. Che la precarietà oggi èdappertutto, non è atipica,non dipende dal contratto dilavoro, riguarda sia le subor-dinate che chi si ritrova a farela lavoratrice autonoma diterza o quarta generazione.Che le forme classiche dellarappresentanza non rappre-sentano più nulla. Che il lavo-ro non rende liberi, ma il con-flitto sì. E che le donne, le piùprecarie di tutti, quando simettono assieme sono unaforza irresistibile.

da Liberazione 20/5/2007

Il conflitto rende libereLa vertenza delle hostess del Trambus Open diRoma contro l’azienda e i sindacati concertativi

Vodafone:Rsu vietateai CobasAlla Vodafone di Pozzuoli (Na), la lista dei Cobas alle elezioneRsu è stata illegittimamente estromessa attraverso una stru-mentale ed arbitraria richiesta al nostro sindacato di autorizza-re il trattamento dei dati personali delle centinaia di sottoscrit-tori della nostra lista. Poiché la richiesta non è prevista da nes-suna norma ed è, anzi, in contrasto con la legge sulla privacy, iCobas si sono rifiutati. La maggioranza della commissione elet-torale - vale a dire i rappresentanti di Cgil, Uil e Cisl - ha per ciòescluso la lista Cobas dalle elezioni.A seguito dell’immediato ricorso dei Cobas, il giudice del lavoroha ordinato la riammissione immediata della nostra lista, facen-do notificare l’atto al presidente della commissione elettoraleun'ora prima che cominciassero le votazioni. L'intera commis-sione, sostenuta dall’azienda, ha però deciso di non ottempera-re all’ordine del giudice, facendo svolgere le elezioni senza l’in-tegrazione della lista Cobas.Dopo la denuncia dei Cobas al comando dei carabinieri di zona,questi intimavano al presidente della commissione elettorale dirispettare l'ordine del magistrato, ma potevano solo riscontrareil suo rifiuto, e conseguentemente hanno trasmesso l'incarta-mento alla Procura della Repubblica perché perseguisse i reaticommessi dai 3 commissari.La risposta dei Cobas a questi soprusi è stata di invitare i lavo-ratori ad astenersi dal votare, denunciare quanto accaduto eprepararsi all’udienza che si terrà in tribunale il 30 maggio.

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10 COBAS 35 - giugno 2007L e t t u r e

NonarrendersimaiAh, che bei tempi!di Pino Cacucci,da Per chi suonala campanella, acura del Cesp diBologna, 2006

suoi ricordi, certo inficiati dalla sua partico-lare visione dell’esistente, essendo un comu-nista sfegatato, ma pur sempre ricordi di vi-ta – e morte – narrati con pudica commo-zione per i compagni persi e vibrante indi-gnazione per l’operato degli ufficiali.Racconti di soldati semplici fucilati sul postoperché si rifiutavano di andare all’assalto,racconti di nottate a parlare con gli austriacidall’altra parte della trincea scambiandositozzi di pane secco e patate mezze marce etentando di mettersi d’accordo per nonscannarsi l’indomani, racconti di un generaleche sparava in testa a un alpino perché gliaveva «mancato di rispetto». Storie che il li-bro di Storia ignorava e aborriva.Ingenuamente, li trascrissi nel tema, quei ri-cordi del nonno. Apriti cielo. Il sindaco-pro-fessore-difensore della Patria mi additò alpubblico ludibrio della classe, dandomi delbugiardo, e aggiungendo, bontà sua, che lafantasia va bene per scrivere «romanzetti»ma non può essere usata per infangare l’e-roica guerra di indipendenza dal giogo au-stroungarico dove il fulgido esempio di unEnrico Toti che pur senza una gamba ecce-tera eccetera. Un comizio. Forse si prepara-va alle prossime elezioni, chissà. Eppure,chiuso nel mio muto sdegno, sapevo chemio nonno non era un bugiardo ... Con glianni, avrei appurato che ben di peggio av-venne, in quelle trincee dell’ignominia, inquelle offensive dell’abominio, in quella car-neficina tra poveracci dall’una e dall’altraparte. E oggi mi sono addirittura convintoche Enrico Toti non sia mai esistito, perchénessuno è tanto folle da tornare in trinceadopo che gli hanno amputato una gamba enessun esercito accetta di farsi carico di unmutilato affetto da gravi turbe e per giuntain vena di smargiassate.Insomma, con la scuola ho sempre avuto unrapporto conflittual-stimolante-sospeso, nelsenso che c’ero ma non c’ero e nel frattem-po mi incazzavo e facevo incazzare gli inse-gnati ma tutto sommato trovavo stimoli perevitare di andare a lavorare anziché studia-re, il che era un grande risultato viste leconvinzioni di un altro prof, che a mia ma-dre ripeteva: «I figli degli operai devono fa-re gli operai, perché in questo paese qualcu-no deve pur lavorare, no? O vogliono faretutti gli intellettuali? E a zappare la terra chici va? E se ho bisogno di un idraulico chichiamo, uno dei tanti ingegneri che sono aspasso?» Temo che almeno uno dei tanticolpi che gli mandò mia madre – diciamouno per ogni operaio in cassa integrazione,poi destinati a diventare «esuberanti», manon nel senso di disinibiti e disinvolti – de-v’essere arrivato a segno, perché l’anno do-po anticipò la pensione per «esaurimentonervoso».Però ho chiuso in bellezza. Cioè è semprel’ultimo ricordo quello che prevale, e grazieal fato benigno, l’ultimo anno delle superioriebbi un prof di italiano così appassionato al-la delicata missione che si era scelto, dastravolgermi e coinvolgermi, da inocularmigiorno dopo giorno il piacere della letturamalgrado I Promessi Sposi imposti dal pro-gramma, e credo sia anche grazie a lui, seda lì in avanti cominciai a torturare parenti eamici con racconti illeggibili e aborti di ro-manzi. Però, con il tempo... Perché l’artigia-no impara strada facendo, e se ha fortunaincontra buoni maestri. Magari non subito,ma l’essenziale è non arrendersi alle primeimpressioni. E non farsi distrarre dalle mosche.

«Dio non ha creato nulla di inutile. Ma conle mosche e i professori c’è andato moltovicino».La scritta campeggiava su un grande foglioche avevo tratteggiato a china e appeso al-la parete della classe durante le lezioni didisegno, un’accozzaglia di scopiazzature daifumetti di Magnus – Bob Rock, Superciuk esoci – e del resto anche la frase incriminatanon era farina del mio sacco ma presa dalGruppo TNT, capolavoro della coppiaMagnus & Bunker. I prof furono così saggida ignorarmi.Eppure avrei dovuto essere più accorto, conle mosche. Perché già in prima media pro-prio a causa di tali insetti – che abbondava-no su banchi e zazzere, ronzavano dis-traendoci subdolamente, scacazzavano i ve-tri oltre i quali non dovevamo comunqueguardare per seguire attenti le lezioni – miero beccato una sospensione. I fatti nudi e crudi: durante l’ora di scienze– e quale, se no? scienze naturali applicate,le mie – con il compagno di banco ci indu-striavamo ad acchiappare mosche vive, af-finando un colpo di polso da far invidia aicampioni di tennis, poi le infilavamo nelcannello vuoto di una bic, e ognuno incitavala sua con vari metodi, via via sempre piùrumorosi. Vinceva la mosca che spingevafuori l’altra dalla parte opposta. Il tifo siestese ai banchi adiacenti. A un certo punto facemmo un tale casino –la mia stava ormai trionfando, in diversiavevano scommesso la merenda proprio suquella – che l’esasperata prof abbandonò lescienze per precipitarsi su noi due e schiaf-farci dal preside. Il preside, che assomigliava incredibilmentea un personaggio di Magnus, più Superciukche Bob Rock, ascoltata la filippica dellaprof in crisi isterica, emise il verdetto di so-spensione con giudizio sommario ed esecu-zione della pena entro le successive venti-quattr’ore ...Però la sospensione era soggetta a una for-muletta infingarda: con obbligo di presen-za. Ma che sospensione era, se poi doveva-mo comunque andare a scuola? Nella prati-ca, io e il mio sventurato compagno di ban-co trascorremmo una mattinata da zombie,cioè eravamo lì ma i prof dovevano fare co-me se non ci fossimo, e da parte nostra,guai ad aprire bocca o a muovere un mu-scolo: ufficialmente sospesi, cioè in unasorta di limbo, persi nel vuoto siderale dellasurreale formuletta «presenti-da-ignorare-ma-costretti-a-obbedir-tacendo», e inquanto alle mosche, quel giorno parvero in-tuire la situazione di forzata impotenza,perché ci provocarono beffardamente po-sandosi persino sulle bic.Trauma ben peggiore lo avrei dovuto af-frontare in seconda media, quando il prof diitaliano – noto esponente di partito di go-verno dell’epoca che alternava la carica disindaco del paesino limitrofo al passatemposcolastico, facendo entrambe le cose dis-trattamente – ci diede il tema La GrandeGuerra nei racconti del nonno. La mia ge-nerazione aveva nonni che si erano vistisbattere nel fango delle trincee e qualcunoil nonno non ce l’aveva più perché dallatrincea non era tornato. Comunque, a diffe-renza di altri i cui nonni erano imboscati oufficiali o defunti, io potevo vantare unnonno materno che non solo faceva partedella schiera di contadini trasformati dal-l’oggi al domani in fantaccini, ma ero orgo-glioso del fatto che mi raccontasse spesso i

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Siamo solidali con i lavora-tori della ConfederazioneCobas in sciopero della fa-me a Roma per rivendicareil diritto di assemblea inorario di servizio per ognisindacato o gruppo signifi-cativo di lavoratori/trici eper il diritto di libera iscri-zione mediante trattenutain busta-paga a qualsiasisindacato, diritto oggi nongarantito nè ai lavorato-ri/trici del settore privatonè ai pensionati del setto-re pubblico e privato.

Gianni Pagliarini (PdCI, presi-dente Commissione Lavorodella Camera); AugustoRocchi (capogruppo PrcCommissione Lavoro dellaCamera); Franco Russo,Alberto Burgio, SalvatoreCannavò, Daniela Dioguardi,Gianluigi Pegolo, MariaCristina Perugia, Andrea Ricci,Mario Ricci, MassimilianoSmeriglio, Maurizio Acerbo,Francesco Caruso (deputati/ePrc); Francesco Forgione (de-putato Prc - PresidenteCommissione Antimafia);Giovanni Russo Spena(Capogruppo Prc Senato) eGruppo Prc-Se al Senato;Giusto Catania (EurodeputatoPrc); Lucio Manisco (parla-mentare Europeo); MarcoRizzo (presidente delegazionePdCI al parlamento europeo);Manuela Palermi (capogruppoPdCI - Verdi al senato);Luciano Pettinari (deputatoSinistra Democratica);Leoluca Orlando (deputatoItalia dei Valori); Paolo Cento(Verdi - SottosegretarioMinistero economia e finan-ze); Dino Tibaldi (senatore eresponsabile lavoro PdCI);Franco Turigliatto (senatoreindipendente); FernandoRossi (senatore indipenden-te); Mauro Bulgarelli (senato-re Verdi); Anna MariaPalermo e Lidia Menapace(senatrici Prc); Piero Di Siena(senatore Sinistra democrati-

ca per il socialismo europeoex DS); Paolo Beni(Presidente nazionale ARCI);Raffaella Bolini (Responsabileinternazionale ARCI); GiorgioCremaschi (segretario nazio-nale FIOM e Rete 28 Aprile);Alessandra Mecozzi (respon-sabile internazionale FIOM);Alex Zanotelli; Luca Casarini(Centri sociali Nord-Est);Marco Bersani (coordinatorenazionale ATTAC); PierpaoloLeonardi (coordinatore nazio-nale RdB – Cub); NellaGinatempo (docenteUniversità di Messina e Rete"Semprecontrolaguerra");Maurizio Gubbiotti (coordina-tore Segreteria NazionaleLegambiente); LucianoMuhlbauer (consigliere regio-nale Lombardia - Prc); NunzioD’Erme (Action – Diritti inmovimento); Pietro Ancona(ex-segretario generale CgilSicilia e membro Cnel); CarlaCasalini, Angelo Mastrandrea,Francesco Piccioni, CinziaGubbini (giornalisti/e delManifesto); Andrea Milluzzi,Anubi D'Avossa Lussurgiu,Checchino Antonini, DavideVarì, Fabio Sebastiani, FridaNacinovich, ManueleBonaccorsi, Roberto Farneti,Sabrina Deligia (giornalisti/edi Liberazione); GraziellaBertozzo, Elena Biagini,Monica Petri (FacciamoBreccia - No VAT); FrancoGentile (capogruppo Consiglioprovinciale Taranto Prc); MinoBorraccino (capogruppo alConsiglio regionale pugliese -PdCI); Adriana Spera (capo-gruppo Prc Comune diRoma); Claudio Ortale (capo-gruppo Prc Roma 19);Ascanio Bernardeschi (capo-gruppo Prc Provincia di Pisa);Alberto Mangano (presidentedei Verdi - Palermo);Antonella Monastra (consi-gliera comunale Palermo);Carla Corciulo (responsabileScuola Lazio Prc); JuriBossuto (consigliere regionalePrc Piemonte); Fulvio

Grimaldi (giornalista); MariaGrazia Campari (giurista);Maurizio Donato (docenteEconomia politica Universitàdi Teramo); Raul Mordenti(docente Università TorVergata – Roma); Dario Danti(segretario Prc Pisa); RobertoMassari (editore); FabrizioTomaselli (coordinatore na-zionale SdL intercategoriale);Raniero Casini (segreteria na-zionale SdL); Rosario Rappa(segretario regionale PrcSicilia); Maurizio De Santis(segretario Prc Firenze); AnnaNocentini (consigliera regio-nale Prc – Toscana); ClotildeBarbarulli (Cnp Firenze),Ubaldo Coccoli (CNR Firenze –Cgil Ricerca), Tiziano Cardosi(CUB trasporti), AndreaFurlan (direttivo regionaleLazio Filcams Cgil- UtopiaR o s s a ) , G i a n f r a n c oDongiovanni (redattore RadioCittà Aperta – Roma), SinistraCritica di Massa Carrara,Centro sociale AsilopoliticoSalerno, RdB Arsenale diTaranto, Sandra Paganini (se-gretaria Circolo Tuscia Italia-Cuba); Emilio Lambiase (pre-sidente Italia-Cuba Salerno);Francesco Musumeci (asses-sore Prc Lavoro Cava deiTirreni); Lucia Capriglione(Comitato Acqua PubblicaSalerno); Felicetta Parisi(Comitato Allarme Rifiuti tos-sici Napoli); Carmelo Cecere(Associazione Oasi Salerno);Giuseppe Rizzotto (segretarioprovinciale Fisac Cgil Banco diSicilia); Marco Assennato (se-greteria Prc Palermo);Umberto Santino (CentroPeppino Impastato Palermo);Giuseppe Sunseri (PresidenteSinistra Ecologista Palermo);Emilia Simonetti (consiglieraregionale Prc – Basilicata);Ornella De Zordo(Unaltracittà / Unaltromondo,gruppo consiliare Comune diFirenze); Sergio Dal Masso(consigliere Prc RegionePiemonte); GianpieroClement (capogruppo PrcRegione Piemonte);Dipartimento sindacale delPartito di AlternativaComunista; Sabrina Paoli(candidata a sindaco di Pistoiaper il Partito Umanista);Circolo di Massa degli Archividella Resistenza; SinistraCritica di Salerno; VincenzoSerra (direttivo provincialeFlc-Cgil Salerno); CiriacoDavoli (consigliere PrcRegione Sardegna); MicheleRizzi (Coordinatore Regionaledel Partito di Alternativa co-munista di Puglia);Federazione PdCI Pavia;Nicoletta Dosio (Comitato po-polare valsusino No TAV);Manlio Vicini (consigliere Prccomune Brescia) ; GiannaBaresi (consigliere provincialePrc Brescia); Paolo Vitale(consigliere comunale VerdiBrescia); Gianna Tangolo(consigliere provinciale PrcTorino); Ugo Bazzani (segre-tario provinciale Prc Pistoia);Enrico Briganti (CapogruppoPrc Comune di Sarzana (SP);Pina Sardella, Milano; MirellaBelvisi (consigliera nazionaleITALIA NOSTRA); EmilioMolinari (Contratto Mondialeper l’acqua); Ciro Pesacane(presidente nazionale

Forumambientalista); VittorioLovera (Attac Italia, ComitatoItaliano Tobin Tax Europea);Severo Lutrario (Attac Italia);Fabrizio Bertini (ReteNazionale Rifiuti Zero);Alessia Montuori (coordinatri-ce Senza Confine); PatriziaGentilini (medico ISDE);Angela Donati (Comitati an-tielettrosmog di Bologna);Circolo Prc Bussoleno - ValleSusa e Associazione LaCredenza Bussoleno;Redazione di Alternativ@Mente UtopiaProject; AngeloBaracca (fisico Scienziati con-tro guerra); Bufo Giulio(Grandenudproject); MariellaCao (No alle Basi Sardegna);Lino Romanelli (CapogruppoConsigliare Prc - Comune diAcquaviva delle Fonti (Bari);Rsu Stp Trasporti PubbliciCuneo; RSU Nuova BeneseTrasporti Pubblici Cuneo; AR-CI Comitato Carrara –Lunigiana; Matteo Bartolini(consigliere provinciale PrcMassa Carrara); GiampaoloSetti (Rete 28 Aprile -Livorno); Alfio Nicotra (segre-tario regionale PrcLombardia); GianfrancoGhironi (Associazione politico-culturale Nilde Jotti no-profitdi Capoterra (CA); EmilioArcuri (portavoce PrimaveraSiciliana Sinistra Europea);Comitato Politico Nazionaledel Partito della RifondazioneComunista; Segreteria regio-nale Prc Toscana; Gruppoconsiliare Prc ProvinciaFirenze; Circolo telecomuni-cazioni e informatica PrcRoma; Salvatore Napolitano(Consigliere Provinciale Prc –Napoli); Gruppo PdCI RegioneToscana; Giuseppe Di Marzo(Assessore Prc comune diSant'Anastasia, Na); RossanaSanges (Ufficio di PresidenzaPrc Napoli Dipartimento sape-ri e conoscenze); CagliariSocial Forum; Rino Tripodi(Direttore responsabile dellarivista telematicaLucidaMente); Leonardi V-Idea (Associazione non-profitper l'arte e la cultura - Il pre-sidente, GianfrancoPancrazio); Giulio Ferrara (se-gretario Circolo Prc "NelloLaurenti" di Sant'Anastasia(NA); Fabio Panero (segreta-rio provinciale di Prc diCuneo); Celestino Giacon -Pubblico Impiego; StefanoPieretti - Enti Locali; GianniBoetto - Lavoro Privato; CarloTommasin - Caaf di base perl'Associazione DifesaLavoratori - Invisibili diPadova; Emanuele De Nicola(RSU Fiom Fiat-Sata Melfi);Guido Schiozzi (insegnante,Genova); Maria EnricaPalmieri (coreografa, docenteaccademia nazionale di danzae componente del CNAMpresso il MUR); RobertinoBarbieri (maestro elementareCUB Scuola) - Asciano Pisano(PI); Rossetti Federico,OpimoFabio,Felici Paolo RSU SLCCGIL Telecom ROMA; ArturoSalerni (avvocato Roma);Pasquale Vilardo (avvocato -Giuristi Democratici);Riccardo Troisi (rete Lilliput);Marco Ferrando (portavocenazionale PCL); FrancoGrisolia (responsabile sinda-cale PCL); Associazione Riva

Sinistra; AssociazioneCulturale Internazionale Oltrela Mediazione (A.C.IN.O.M.onlus); Norma Bertullacelli –(presidente del Centro liguredi documentazione per la pa-ce); Aldo Cardino RdB CubLiguria; Massimo Carlotto(scrittore); Stefano Tassinari(scrittore); Pino Commodari(capogruppo Prc Provincia diCatanzaro);Vittorio Agnoletto(eurodeputato); Il Comitatoregionale umbro "Acqua pub-blica ci metto la firma"; EnricoFlamini (segreteria provincia-le Prc Perugia ResponsabileLavoro); Prc - Circolo deiLavoratori Portuali e delTrasporto Merci di Genova;Sergio Casanova (responsabi-le regionale Lavoro PrcLiguria); Roberto Panzacchi(Capogruppo dei VerdiComune di Bologna); RobertoMancino (Assessore alla paceed alla immigrazione Comunedi Potenza); MarcelloTravaglini (Consigliere comu-nale Potenza); Pino Scarpelli(segretario regionale del PrcCalabria); Battista Granata(dirigente Istituto comprensi-vo Bianchi CS); FrancescoRipoli (assessore comunale diCelico CS) ; Francesco Gaudio(Consigliere comunale diCosenza); Sergio Morra (do-cente Università di Genova);Francesco Filippone; StefaniaFabris; Circolo Prc PortoAlegre, Monserrato (Cagliari);RED Società Cooperativa diProduzione e Lavoro via degliAmaltei 13 Roma; EttoreMagrini (CoordinamentoRegionale dell’Umbria RdB-CUB); Riccardo Bellofiore (do-cente di Economia politica all'Università di Bergamo);Tonino Califano (docenteLiceo Scientifico di Potenza,direttore della rivista"Decanter", membro del di-rettivo provinciale Sinistra de-mocratica); Paolo de Marchi(segretario regionale deiVerdi del Veneto - cons. provdi PD); Aurora d'Agostino(cons. comunale dei Verdi delVeneto in PD); GuidoRomanin (cons. comunale deiVerdi del Veneto in RO);Francesco Miazzi (cons. co-munale dei Verdi del Venetoin Monselice PD); BeppeCaccia (cons. comunale deiVerdi del Veneto in VE);Roberto Rossetti (assessorePrc 3° municipio Roma);Circolo Prc "24 aprile 1994"Arenzano (Ge); Enrico Zerbo(membro direttivo Circolo "24aprile 1994" Arenzano GE);Marco Onorati (RSU Finsiel-Almaviva – Roma; MicheleIacovera (Assessore PrcProvincia di Potenza);Giuseppe Saragnese (diretti-vo FP Cgil Bergamo); SandroGatto (consigliere circoscri-zione 3 Rosa nel PugnoTorino); Angelo Mulè (segre-tario provinciale Usi Sanità,Milano); il Comitato diQuartiere Alberone - Roma;Slai Cobas di Perugia; ilCoordinamento lavoratorifantasma del Sant’Andrea diRoma; sezione salernitanadella Società FilosoficaItaliana; Coordinamento la-voratori esternalizzati e pre-cari del Policlinico Umberto Idi Roma.

Per contattarci

per le lettere:- [email protected] Giornale Cobas, piazza Unità d’Italia, 11 - 90144 Palermo

per i quesiti, compilare il form alla pagina del sitohttp://www.cobas-scuola.it/inviateci.html

Segnaliamo inoltre che sono disponibili numeroserisposte ai quesiti pervenuti alla pagina del sitohttp://www.cobas-scuola.it/faqFrame.html

La solidarietà con lanostra lotta per idiritti sindacali

Pubblichiamo di seguito un primo gruppo di attestati disolidarietà giunti da tutta Italia da quando, il 18 aprile,abbiamo ripreso lo sciopero della fame, sotto la sededell’Unione in piazza Santi Apostoli a Roma, per rivendi-care il diritto di tutte le organizzazioni sindacali di convo-care assemblee in orario di servizio e il diritto di tutti i la-voratori di potersi liberamente riunire in assemblea inorario di lavoro e iscriversi mediante trattenuta in bustapaga a qualunque organizzazione sindacale.

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Lettere

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di Ferdinando Alliata

Da tempo sosteniamo cheaderire a Espero è sbagliatonon solo perché contrario aqualunque principio solidari-stico, e perché fa gravare sullavoratore tutti i rischi, maanche perché è un attacco di-retto alla previdenza pubbli-ca. Infatti, come ci ricorda ilDirettore generale dell’InpdapLuigi Marchione “l'Istituto de-ve compiere un enorme sfor-zo per supportare l'attività deifondi pensione e per gestire laparte virtuale del trattamentodi fine rapporto destinata aifondi ... Se si aggiungesse unulteriore aggravio dell'1,5 percento per chi è in servizio esceglie la pensione comple-mentare, si ridurrebbero rapi-damente le risorse destinatea pagare le prestazioni degliattivi, aprendo nuovi spazi dinegatività per fronteggiare gliaspetti futuri”.Cerchiamo di analizzare laquestione più in dettaglio.Le quote da destinare aEspero si distinguono in duecategorie: reali e figurative. Icontributi effettivamente ver-sati (1% lavoratore + 1% mi-nistero) saranno rivalutati se-condo il meccanismo della ca-pitalizzazione individuale, cioésulla base degli investimentifatti direttamente dal fondo.Invece le quote virtuali (il Tfrversato al Fondo e l’1,5% del-la base di calcolo del Tfs perchi passa da Tfs a Tfr) verran-no gestite dall’Inpdap che lerivaluterà secondo la mediadei fondi pensione più consi-stenti per i primi anni e poicon la media dei rendimentidei fondi pensione del pubbli-co impiego. Al momento i fondi più consi-stenti individuati con decretodel Ministero del Tesoro sono:Alifond; Arco; Cometa;Cooperlavoro; Fonchim;Fondenergia; Fopen;Laborfonds; Pegaso;Previambiente; Previcooper;Solidarietà Veneto; Quadri eCapi Fiat.In questo modo l’ente previ-denziale pubblico non solo de-ve rinunciare a una consisten-te quote delle sue entrate (ilTfr), ma dovendo pagare an-che quanto eventualmenteguadagnato dai fondi sui mer-cati borsistici risulta espostoalle loro inevitabili oscillazioni.Con tutti i rischi che ne con-seguono a danno della stabili-tà dei suoi bilanci futuri.Per altro questo assurdo mec-canismo che fa gravaresull’Inpdap - quindi sulle ta-sche di tutti i dipendenti pub-blici - i risultati di altri fondi, ladice lunga sulla favola delcontrollo attraverso il qualeonnipotenti “rappresentantidei lavoratori” garantirebberogli interessi degli aderenti.

Anche dimenticando tutte ledifficoltà che si sono manife-state nei fondi già attivi - chestanno “spingendo molti fondipensione ad abbandonare lacosiddetta ‘gestione attiva’per privilegiare la ‘gestionepassiva’ dei portafogli”(Andruccioli in La trappola deifondi pensione, Feltrinelli,2004) - come faranno i pala-dini degli interessi dei lavora-tori a controllare quanto acca-de in altri fondi?Per di più, Espero è un’asso-ciazione privata “riconosciuta”che per poter funzionare habisogno di vari organi (as-semblea dei delegati, consi-glio di amministrazione, pre-sidente, vicepresidente, colle-gio dei sindaci) i cui compo-nenti certamente non lavore-ranno gratuitamente – alme-no un rimborso spese non selo meritano? - nonché di nu-merosi altri soggetti privati(banca depositaria, eventualegestore amministrativo, sog-getti investitori del patrimo-nio, soggetti erogatori delleprestazioni) che notoriamentenon sono istituti di beneficen-za, ma lucrano profumata-mente con i loro maneggi.Costoro saranno i sicuri bene-ficiari di tutta questa opera-zione di spoliazione e infatti,

già nella prima seduta delloscorso 24 aprile, il neoelettoConsiglio di amministrazioneha deliberato, oltre alle pro-poste per il bilancio e per lamodifica della quota associa-tiva, anche la proposta per icompensi di consiglieri e sin-daci revisori. Per inciso, il CdA ha anche de-liberato di adeguare loStatuto del fondo alla recentenormativa, che, ad esempio,esclude la possibilità di ab-bandonare i fondi una voltasottoscrittane l’adesione.Infine, per quanto riguarda icosti per il funzionamentoamministrativo Espero si van-ta di averli contenuti. Certonon ha avuto bisogno di pro-cacciatori di aderenti, vistoche i vari distaccati sindacalisono stati formati e quindisguinzagliati su tutto il terri-torio alla ricerca di clienti,pardon soci. Sono state con-vocate numerose assembleein cui non si parlava del con-tratto scaduto da mesi, di ri-forme “bipartizan” che ri-schiano di devestare la scuo-la, ma dei prodigi di Espero.Se a questo aggiungiamoche, secondo quanto previstodal Ministero, gli adempimen-ti e le attività saranno svoltisoprattutto dalle scuole non è

difficile capire come si fa a li-mitare i costi: lavorano gli as-sistenti amministrativi senzaessere pagati! E in effetti l’art.19 dell’Atto costitutivo diEspero prevede che “l’apporto

fornito dal ministero … inmezzi, locali o risorse umanesarà definito mediante appo-sita convenzione con il Fondostesso tale da agevolare la fa-se di avvio di quest’ultimo”,una convenzione probabil-mente gratuita visto che nellecomunicazioni del Ministeronon si parla di compensi perl’aggravio di lavoro per il per-sonale … certo un bel modoper contenere le spese.Un’altra conseguenza del con-tenimento delle spese saràquella di lavorare con profes-sionisti meno costosi e, quin-di, forse meno capaci?

12 COBAS 35 - giugno 2007P r e v i d e n z a

Ormai dal primo gennaio im-perversa una forsennata pub-blicità per indurre i lavoratoriad aderire ai fondi pensionesotto il ricatto del silenzio/as-senso. Una previsione che –almeno per il momento - noncoinvolge i dipendenti dellapubblica amministrazione, mache ci consente di collocare lavicenda di Espero nel panora-ma complessivo di quella cheviene chiamata – in manierafuorviante - la PrevidenzaIntegrativa.Insomma, ci stiamo sentendodire da tutti (giornalisti, politi-ci, sindacalisti, banche, assi-curazioni, ecc.) che il futuro èincerto e che pertanto per ga-rantirsi una vecchiaia serenabisogna aderire a questi mira-colosi fondi che sono presen-tati come la soluzione al pro-blema della riduzione dellapensione, resasi necessariaper evitare il futuro collassodegli istituti previdenziali. Peccato che nessuno faccianotare come stanno effettiva-mente le cose: finora nessunadelle più catastrofiche previ-sioni costruite ad arte per di-segnare questo oscuro scena-rio per le nostre pensioni si è

lontanamente avvicinata allarealtà, anzi la Corte dei Contici fa sapere che l’Inps ha ac-cumulato solo negli ultimi treanni un attivo di oltre 10 mi-liardi di euro (nonostante 50miliardi di evasione contribu-tiva annuale) e al Consiglio diIndirizzo e Vigilanza Inps ri-sultano crediti ancora non in-cassati per altri 50 miliardi dieuro. D’altro canto anchel’Inpdap ha cumulato unavanzo di oltre 10 miliardi dieuro tra il 2002 e il 2005.Qual è allora la ragione percui dovremmo rischiare la no-stra buonuscita sui mercati fi-nanziari? Proprio per immet-tere denaro fresco in un mec-canismo che ne ha semprepiù bisogno per poter soprav-vivere a se stesso. La stessa ragione per cui daqualche decennio ci diconoche bisogna privatizzare tut-to, in modo tale che ciò che cieravamo conquistato dopodure lotte ed era diventato undiritto di cittadinanza (salute,conoscenza, assistenza e pre-videnza) adesso dobbiamocomprarcelo come consuma-tori, sopportando un ulteriorecosto che fa arricchire a dis-

misura una piccola parte dellasocietà a scapito della stra-grande maggioranza di essa.Per quanto riguarda la previ-denza c’è poi da fare qualcheulteriore considerazione.L’art. 38 della nostraCostituzione recita che “I la-voratori hanno diritto che sia-no preveduti ed assicuratimezzi adeguati alle loro esi-genze di vita in caso di infor-tunio, malattia, invalidità evecchiaia, disoccupazione in-volontaria ... Ai compiti previ-sti in questo articolo provve-dono organi ed istituti predi-sposti o integrati dallo Stato”.“Preveduti e assicurati” dalloStato dice la Costituzione cheall’art. 2 inoltre “richiede l'a-dempimento dei doveri inde-rogabili di solidarietà politica,economica e sociale”. Valoricostituzionali che mal si con-ciliano con un meccanismoche – come Espero – sottraerisorse alla previdenza pubbli-ca, nega l’universalità del di-ritto a una pensione pubblicadignitosa, cancella ogni prin-cipio previdenziale solidaristi-co, diffonde l’egoismo e lacompetitività tra i lavoratori,mettendo così in dubbio i va-

lori fondamentali del nostrolavoro e il senso stesso dellanostra Scuola.Di fronte a una contraddizionecosì evidente per quale ragio-ne allora siamo stati scelti co-me cavie? Espero è infatti ilprimo tentativo di introdurreanche nel pubblico impiego i“fondi”. Probabilmente la ra-gione di questa scelta è da ri-trovarsi nel fatto che nel piùgrande comparto del pubblicoimpiego – con 1.200.000 po-tenziali clienti – sarebbe statopiù facile trovare i primi30.000 sottoscrittori necessa-ri all’avvio del fondo. A chi possono importare leconseguenze per la credibilitàstessa del nostro lavoro cheprovoca l’individualistico “sisalvi chi può” prospettato daEspero? Tutti i nostri sforzi per abitua-re i ragazzi ad affrontare soli-daristicamente le difficoltàche incontrano non hannonessuna importanza per chi ciprospetta queste soluzioni in-dividualistiche. E su questo aspetto credo nonsia possibile far finta di nientese ancora crediamo nel me-stiere che facciamo.

Espero l’individualistaCosa c’entra il “si salvi chi può” con la scuola

Espero contro Inpdap:privato contro pubblicoOgni adesione sottrae risore alla previdenza pubblica

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COBAS 35 - giugno 2007 P r e v i d e n z a 13

Previdenza Flash

Affari sindacali & conflitti d’interesse“La Cisl ha ceduto al partner americano il 34,6% di Unionvita, la com-pagnia di assicurazioni costituita nel '94 insieme con Alico, compagniavita del colosso statunitense Aig. Allora l'operazione fu voluta dal se-gretario del tempo, Sergio D'Antoni, e gestita dal suo braccio destroLuigi Cocilovo. L'obiettivo dichiarato era quello di lanciare alla grandela Cisl nella previdenza integrativa, attraverso la partnership con unamultinazionale tra le più forti al mondo. La Cisl investì allora circa 9miliardi di lire per il 50% della compagnia. E da allora ha espresso ilpresidente (prima lo stesso Cocilovo, poi Melino Pillitteri) … Unionvitaè presente in Fonchim come uno dei gestori del fondo dei lavoratorichimici”. Se “qualunque fondo pensione di categoria (costituito daisindacati e dalle imprese) avesse scelto tra i propri gestori Unionvitaavrebbe attirato sulla Cisl il sospetto di aver favorito la compagnia diproprietà” ed essendo “chiaro che la Cisl si trovava nel conflitto d'in-teressi di dover da un lato operare affinché i fondi scegliessero i ge-stori migliori e dall'altro di tener conto della necessità di promuovereUnionvita … così il sindacato di via Po, che nel frattempo è sceso nelcapitale della compagnia dal 50 al 35% circa, ha alla fine scelto dimollare tutto ... Dalla vendita agli americani, alla fine di una «tratta-tiva estenuante - dice Bonfanti -, la Cisl ha ricavato 11 milioni di eu-ro” (CorriereEconomia,12/3/2007). Unionvita, oltre a Fonchim, gesti-sce Unionfondo, un fondo pensione aperto.

Rocco Carannante, tesoriere della Uil e membro della segreteria na-zionale Uil, dal 2000 è membro del CdA dell’Unipol, è nel CdA del fon-do pensione Previambiente (Igiene ambientale e settori affini) e faparte del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell’Inpdap dal 1995.

Graziano Trerè, ex segretario organizzativo e segreteria nazionaleCisl, amministratore unico Ial Cisl (ente di formazione professionale),fa parte del consiglio di amministrazione di Unipol dal 1998 ad oggi.Trerè, in occasione della vicenda Consorte/Unipol, ha dichiarato cheanche la Cgil, pur essendo uscita dal CdA di Unipol nel 1999, rimaneazionista della stessa Unipol come la Cisl e la Uil. L’Unipol “gestisce 16mandati sui 43 fondi collettivi che risultavano autorizzati dalla Covipal 30 giugno dello scorso anno” (Il Sole 24 Ore, 9/1/2007).

“Non capiamo per quale motivo i datori di lavoro devono gestire unaparte dei risparmi dei lavoratori (la legge prevede che la metà dei po-sti del consiglio di amministrazione dei fondi chiusi di categoria sianoriservati ai rappresentati dei datori di lavoro).Noi crediamo che ogni lavoratore deve essere libero di decidere a chiaffidare i suoi risparmi, con piena effettiva libertà di scelta, senza al-cun vincolo (o trappola) imposto dal sindacato e dai datori di lavoro,avvallato dai partiti politici che hanno approvato la legge ...L'art. 5 comma 1 del Decreto Legislativo n. 252/2005 stabilisce che lametà dei posti nei consigli di amministrazione dei fondi chiusi di cate-goria sono riservati ai rappresentanti dei lavoratori, cioè ai sindacati.È evidente (e sta accadendo in molte aziende) che il sindacato consi-gli quindi di aderire ai fondi di categoria, addirittura l'unico che c'è inogni settore e che dà diritto al contributo aggiuntivo del datore di la-voro, come prevedono i contratti nazionali di lavoro.Quindi in ogni settore (commercio, industria, chimica, etc.) c'è un mo-nopolio di fatto, il lavoratore ha poca scelta.Se il lavoratore si rende conto che ci sono altri fondi, anche ditipo negoziale gestiti dai sindacati, per lui più convenienti (rendimen-ti maggiori e/o costi minori), può fare ben poco, e ilsindacato gli dirà che, ovviamente per il suo bene, gli conviene aderi-re al fondo negoziale di categoria.Quindi anche qui c'è un bel conflitto di interessi fra- i sindacalisti di professione e- i lavoratori,al punto che i lavoratori non hanno neanche la libertà di scelta fra ivari fondi di categoria gestiti dai sindacati!D'altronde, fino a pochi fa, i segretari nazionali dei grandi sindacatierano a turno presidenti dell'Inps, abituati al monopolio, e la menta-lità è quella.Resta per noi da capire cosa c'entra tutto ciò con l'interesse dei lavo-ratori, che dovrebbe essere l'obiettivo numero 1 (se non l'unico) delsindacato” (www.TuaPensione.it).

Arbitri di parteSecondo Luigi Scimìa, presidente della Commissione di Vigilanza suiFondi Pensione - Covip, l’authority che dovrebbe vigilare sui fondi pen-sione, se i lavoratori si rifiuteranno di dare il Tfr ai fondi pensione, “tradue o tre anni bisognerà intervenire … rendendo obbligatoria l’adesio-ne” (Il Sole 24 Ore, 14/4/2007). Luigi Scimìa, ex presidente del fondo pensione Bnl (che tra l’altro, na-viga da qualche anno in cattive acque) “vigila” su qualcosa che ha di-retto fino a poco tempo fa e più che da controllore agisce da agentepubblicitario dei fondi pensione.Per altro “il fatto che ci sia la Covip a vigilare secondo noi non è suf-ficiente, perché nei casi Parmalat, Cirio, Argentina, Giacomelli,Finmatica, Finpart, etc., la presenza di varie autorità di controllo(Consob, Banca d’Italia, Società di revisione, Società di rating, etc.)non ha impedito che centinaia di migliaia di risparmiatori ci rimettes-sero i loro soldi” (www.TuaPensione.it).

Da Il Sole 24 Ore del27/2/2007 apprendiamo chenel solo 2006, in GranBretagna, i fondi di privateequity “hanno comprato1.535 società inglesi per 34miliardi di sterline, portando iltotale dei dipendenti delle so-cietà controllate a 2 milioni e800mila, pari al 19% dellaforza lavoro delle aziende acapitale privato” di tutta lanazione. I fondi di privateequity sono megafondi specu-lativi nei quali investono i su-per ricchi, i più grossi specu-latori del pianeta e - per oltreil 35% del capitale - i fondipensione. Persino “PaulMyners, ex presidente dei su-permarket Marks & Spencer euno dei padri della riformadelle pensioni britanniche, hadetto al Financial Times che ifondi di private equity creanoinsicurezza ed erodono il be-nessere dei lavoratori”.E ci prendono pure in giro di-cendo che “se da un lato i la-voratori ci rimettono con i li-cenziamenti, dall'altra ci gua-dagnano investendo (con ifondi pensione) in fondi cherendono, tra l'altro, licenzian-do loro colleghi...”!“Comprano tutto e poi decido-no che cosa fare. Magari divi-dono l’azienda in tre, ristrut-turano, licenziano un po’ di di-pendenti per specularci riven-dendole o reimmettendole inborsa”. Chi li conosce bene lichiama fondi locusta perchédivorano le aziende.Le private equità “poco a po-co stanno diventando una ve-ra potenza. Sono loro ormai astabilire la geografia econo-mica dei paesi. Sono ricchissi-mi e di fatto incontrollabili”(Affari&Finanza, 26/2/2007).”Negli Stati Uniti si calcola chei fondi di private equity abbia-no, nel loro insieme, disponi-bilità liquide per qualcosa co-me 2.500 miliardi di dollari”, il

50% dei quali arrivano daifondi pensione. Ma, grazie a questi soldi, pos-sono farsene prestare altri dalmercato finanziario. E questo è l’effetto leva. Sistima che possa andare da trea cinque volte il capitale origi-nario. In Europa questi fondisono partiti dopo ma si stimache abbiano già una disponi-bilità di 500 miliardi di euro,dalla Gran Bretagna allaGermania e ora ancheall’Italia. Finora nel mondo“nessun soggetto ha mai avu-to le disponibilità finanziariedei fondi di private equity”(Affari&Finanza, 26/2/2007).Le superspeculazioni dei fondidi private equity, hedge funde altri tipi di mega fondi, oltrea divorare le aziende e a but-tare sulla strada una marea dilavoratori, stanno preparandoil più grande crack della sto-ria, le cui conseguenze faran-no impallidire quelle del tra-collo nel 1998 negli Usa delmega fondo speculativo Ltcmche rischiò di travolgere l’inte-ro sistema capitalistico mon-diale. Nei mesi scorsi abbiamoavuto solo un primo sentoredi quello che sta per accade-re: le borse mondiali hannobruciato 1.000 miliardi di dol-lari in un giorno solo per unpiccolo starnuto della (perora) piccola borsa cinese. Sette mesi fa l'hedge fundAmaranth (Usa) ha mandatoin fumo in meno di tre setti-mane 6 miliardi di dollari su 9come conseguenza di scom-messe sbagliate sui futuresdel gas, e subito dopo VegaAsset Management ha perso il75% (cioè altri 6 miliardi didollari) a seguito di scommes-se sbagliate sui titoli delTesoro Usa. E ora c’è chi pre-vede che “la prossima reces-sione farà sembrare laGrande depressione del 1929una passeggiatina al parco”.

I giornidellalocustaEcco in cosa investono ifondi pensione

Scrive Espero: “Maggior rendi-mento rispetto al Tfr. Anche se èdifficile fare previsioni ... il rendi-mento nel medio periodo delle ri-sorse conferite in gestione ai fon-di è da considerarsi superiore aquello riconosciuto per legge alTfr“.Non è vero. Se integriamo i datiprovvisori - pubblicati a marzodalla Commissione di Vigilanzasui fondi Pensione - relativi al pe-riodo 2003/2006 (molto favore-voli ai fondi, tanto che si citanosolo questi senza completarli conquelli precedenti) con quelli rela-tivi al periodo 2000/2002 scopria-mo che il rendimento complessivodei Fondi chiusi nei 7 anni presi inconsiderazione risulta ancora in-feriore alla corrispondente rivalu-tazione del Tfr, a causa delle evi-denti oscillazioni dei primi a con-fronto con il più lento ma semprepositivo andamento del secondo.Oscillazioni che certamente nondepongono a favore dell’affidabili-tà nel tempo dei fondi, ragion percui qualche malizioso sostieneche anche l’anticipo al 2007 delmeccanismo del silenzio/assenso(che non è attualmente applicabi-le ai dipendenti pubblici) sia dacollegare a un prevedibile calo deimercati borsisitci fin dai prossimimesi (come preannuncia anche IlSole 24 Ore nel dossier di lunedì30 aprile) che avrebbe reso evi-dente quanto poco hanno a chefare i fondi con la pre-videnza.Inoltre per dare un tono di scien-tificità a queste previsioni Esperoha preparato delle “simulazionicostruite su ipotesi ragionate eaggiornate” tra le quali spiccanola rivalutazione annua del Tfr del3,15% e un “prudenziale” rendi-mento annuo del fondo pari al4,15%. Ovviamente, partendo daquesti presupposti tutte le simu-lazioni non possono che risultarefavorevoli alla scelta del fondo,ma, come già abbiamo visto, nes-suna fonte ha rilevato rendimenticosì elevati e stabili. Per altro, i commenti delle diver-se simulazioni hanno questo te-nore: "ha un'elevata convenien-za", "difende il suo stile di vita", "ivantaggi nell'aderire sonovisibili", "la convenienza ad aderi-re ... è più che evidente", "fruiràdi un secondo capitale accumula-to" senza neppure esserci un cen-no alle stime della stessa Covip(Relazione annuale per il 2004,giugno 2005) che ha rivisto al ri-basso il tasso di sostituzione -cioè il rapporto percentuale tra ul-timo stipendio e rendita vitalizia –che per profili di reddito a “cresci-ta lineare”, come il nostro, si fer-merebbe a un miserabile 12,6%dopo però aver versato il 10% delproprio reddito per almeno 35 an-ni! Altro che “convenienza” …Il vantaggio economico effettivosarebbe ovviamente maggioreper coloro che posseggono unamaggiore disponibilità di contri-buzione (alla faccia della solida-rietà …) e così finalmente si am-mette che i fondi non riescono arispondere alle esigenze di coloroper i quali sarebbero stati pensa-ti: giovani e precari che già oggistentano ad arrivare alla fine delmese e sono nell’impossibilità didestinare parti del proprio redditoal fondo.

Rendimenti& tassi

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14 COBAS 35 - giugno 2007G u e r r a

Il presidente Usa, GeorgeBush verrà in Italia il 9 giu-gno, su invito del governoProdi per ribadire in questomodo la convinta alleanzamilitare e politica dell´Italiacon gli Stati Uniti. Oggi il pre-sidente Bush ha contro lamaggioranza del popolo degliStati Uniti ma mantiene l'ap-poggio delle lobbies militari,petrolifere e dell´industriadelle armi. Bush è l´estremointerprete della volontà diegemonia mondiale delleclassi dominanti statunitensi,volontà che porta da decennigli USA, indipendentementedall´alternanza dei governi,ad intervenire militarmenteovunque, con truppe, colpi distato, stragi e attentati. Questa volontà di dominio,che fa della guerra una verae propria strategia politicacon la capacità di esportareconflitti dall´Africa all´Asia,dall´America latina allastessa Europa (Balcani),produce sudditanza politicae culturale. In Italia la destra consideraBush il proprio punto di rife-rimento ma anche il governoProdi, eletto grazie anche aivoti del movimento no- war"senza se e senza ma", è or-goglioso dell´alleanza contale amministrazione e siprepara a ricevere in pompamagna il presidente Usa aRoma. Questa subordinazione carat-terizza anche l´organica poli-tica di intervento militare cheil governo Prodi sta pratican-do, sia pure nella versione"multilaterale", cioè "concer-tata" con le altre potenze.Un´internità alla logica dellaguerra che spinge a mante-nere le truppe inAfghanistan, che ha aumen-tato vistosamente le spesemilitari (+13% nellaFinanziaria), che vuole im-porre a popolazioni unitenell´opposizione, nuove basimilitari come a Vicenza (maanche a Cameri e in altri luo-ghi in via di ampliamento),che partecipa alla costruzio-ne di micidiali armi comel´aereo da guerra F35 o loScudo missilistico, e conser-va le bombe atomiche disse-minate nel nostro territorio,come a Ghedi e Aviano. È questa subordinazione, po-litica e culturale, che ha ab-bandonato una delle espe-rienza più limpide del pacifi-smo italiano, quella diEmergency, tradita e sacrifi-cata al governo Kharzai e aisuoi servizi segreti che de-tengono illecitamenteRahmatullah Hanefi. Ma la guerra è guerra indi-pendentemente dalle bandie-re usate per condurla e va ri-pudiata, come il militarismogovernativo, che ha riconfer-mato o promosso le missionibelliche. Per questo, come tanti e tan-te in tutto il pianeta e in mil-le forme, ci prepariamo adaccogliere Bush come si ac-coglie un vero e proprioguerrafondaio. Lo facciamo per i torturati diGuantanamo, per i bruciativivi di Falluja, per i deportati,per quelli rinchiusi nei campi

di concentramento in mezzomondo. Ma lo facciamo ancheper dire che esiste un´altraItalia. Un´Italia che vive già in unaltro mondo possibile e con-creto. E´ quella dei movi-menti che si battono controle basi militari, contro la de-vastazione ambientale, per idiritti sociali, contro i cpt.Che si batte contro la priva-tizzazione dell´acqua e la ra-pina dei beni comuni, controle spese militari e il riarmoglobale. Il 9 giugno quindi è un giornoimportante per la ripresa delcammino del movimento nowar nel nostro paese. Vogliamo il ritiro delle truppeitaliane da tutti i fronti diguerra, Afghanistan in pri-mis, la chiusura delle basimilitari USA e NATO, la resti-tuzione di quei luoghi alle po-polazioni per usi civili, pergiungere all´uscita dell´Italiadalle alleanze militari. Esigiamo la rimozione dalterritorio nazionale degli or-digni nucleari e delle armi didistruzione di massa. Diciamo basta alle spese mi-litari, rifiutando lo Scudo mis-silistico e i nuovi aerei daguerra, affinché le decine dimiliardi di euro vengano usa-ti per la scuola e la sanitàpubblica, per i servizi sociali,per il miglioramento ambien-tale, per il lavoro e il sistemaprevidenziale pubblico. Pretendiamo che il governoProdi ottenga l´immediata li-berazione di Hanefi e restitui-sca ad Emergency il suo ruo-lo meritorio in Afghanistan. Proponiamo che la mobilita-zione del movimento no-war- che ha già tre tappe impor-tanti: la manifestazione con-tro la progettata base milita-re a Novara il 19 maggio ol-tre a quelle di Aviano eSigonella; le Carovane controla guerra, che arriveranno aRoma il 2 giugno per prote-stare contro la parata milita-re sui Fori Imperiali; la mobi-litazione europea contro il G8di Rostock- Heiligendamm -culmini il 9 giugno una gran-de mobilitazione popolare aRoma che faccia sentire aBush e Prodi l´avversione neiconfronti delle guerre e dellecorse agli armamenti, cheDICHIARI IL PRESIDENTEUSA OSPITE NON GRADITO efaccia sentire a Prodi il ripu-dio della guerra e del militari-smo. Così come recital´arti-colo 11 della Costituzione.Ci uniamo alla popolazione diVicenza per ribadire a Bush lapiù chiara determinazione ela più netta opposizione pos-sibile a non consentire la co-struzione della base DalMolin. Inoltre lanciamo fin da subitola campagna perché sia ga-rantita la possibilità a tutticoloro che vorranno manife-stare di raggiungere Roma intreno. Invitiamo tutti aRoma, il 18 maggio alle ore16,30 presso la facoltà diLettere dell'Università diRoma per discutere di questoappello e preparare insiemeuna mobilitazione e un gran-de corteo popolare per il 9giugno.

No BushNo War Day9 giugno, contro la guerra globale permanente di Bush, contro l’interventismo militare del governoProdi

Le immagini di questonumero riproduconoopere di Pieter Bruegel ilVecchio, nato a Breda (?)intorno al 1525 e morto aBruxelles nel 1569.

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COBAS 35 - giugno 2007 L a i c i t à 15

di Giovanni Bruno

Sono trascorsi più di quattrosecoli da quel 17 febbraio del1600 in cui fu bruciato, sul ro-go in Campo dei Fiori a Roma,il frate domenicano GiordanoBruno, ma la sua figura conti-nua ad essere vessillo della li-bertà di pensiero e di coscien-za, a difesa della ragione con-tro l’arroganza e la violenzadell’oscurantismo. Come quella di un tormentatoscienziato del XIX secolo, reodi aver messo in discussionela propria fede di fronte ai ri-sultati di ricerche sull’evolu-zione delle specie animali(umani compresi), le cui teo-rie sono oggi trascinate in untribunale da gruppi di fanaticiintegralisti, che pretendono difar insegnare ai loro figli lemistificazioni pseudoscientifi-che dell’Intelligent Design co-me se fossero più fondatescientificamente della teoriaevoluzionista.L’intolleranza della ChiesaCattolica è tornata a morderecome allora, l’ingerenza nellavita sociale, culturale, econo-mica e politica diventa ognigiorno più pesante ed ingom-brante, come mai dalla batta-glia sul divorzio del 1970: inogni angolo si vanno accen-dendo i roghi dei neo-inquisi-tori, che trovano adepti e lac-chè politici pronti a rinnegareil liberalismo in nome dellaclericalizzazione della società. La svolta non è però giuntaimprovvisa. Il lungo pontifica-to di Woytjla, nel segno del-l’anticomunismo, aveva semi-nato veleni reazionari in ab-bondanza: non potremo maidimenticare l’apparizione sulbalcone assieme al fascistamassacratore Pinochet, im-mortalata da una foto storicadurante la visita in Cile. Né sipuò dimenticare l’attivismoanticomunista parallelo e con-vergente con la violenta pro-paganda reaganiana dell’Urss

come Impero del Male (chetanto ricorda l’odierno Assedegli Stati Canaglia di BushJr).Oggi, Ratzinger prosegue l’o-pera del predecessore, riaf-fermando la centralità del cat-tolicesimo come pilastro dellaciviltà europea, e rilanciandoil ruolo di fondamento sociale,politico e spirituale dellaChiesa come “anima” dell’oc-cidente capitalistico in salsaliberista, a sostegno (e non incontrapposizione) delle politi-che militariste e neocoloniali-ste del liberismo. Si va così sempre più intensi-ficando l’intervento “politico”della Chiesa, con una vera epropria escalation: l’attacco alreferendum sulla (medievale)legge della fecondazione assi-stita; le continue incursioniomofoniche contro i Pacs –culminate nella “scomunicapolitica” dei Dico – e la difesadi un modello tradizionale difamiglia, conformista, bigottae (“democristianamente”)moderata; le pressioni perpenetrare nella scuola privile-giando gli insegnanti di reli-gione nelle assunzioni, impo-nendo l’obbligo dell’ora di re-ligione e l’affissione dei croci-fissi nelle aule scolastiche, re-clamando i finanziamenti allescuole private (al 90% catto-liche); i continui attacchi alleLegge 194 sull’interruzionevolontaria della gravidanza,alla ricerca scientifica sullecellule staminali e al dibattitosui limiti dell’intervento medi-co. Su ogni argomento e set-tore della vita sociale, civile,culturale e filosofico-scientifi-ca, la coppia Ratzinger-Ruininon si è limitata a fornire ilproprio orientamento moralee dottrinario, ma ha dato ve-re e proprie disposizioni edettato la linea politica inParlamento mettendo sottotutela la libertà di scelta deideputati, arrivando ad annun-ciare una nota ufficiale della

Conferenza EpiscopaleItaliana su matrimonio e con-vivenze e approfittando dellafibrillazione dell’Unione nellasettimana di passione delGoverno Prodi per far espun-gere dal dodecalogo qualsiasiriferimento al Ddl sui Dico.D’altronde, perché meravi-gliarsi quando in campagnaelettorale Ruini intervenneper fornire il manuale delbuon candidato e deputatocattolico?Con il passaggio delle conse-gne dal Cardinal Ruini aMonsignor Bagnasco (exOrdinario Militare e conse-guentemente Generale dell’e-sercito italiano!) alla guidadella Conferenza EpiscopaleItaliana non si è determinatoalcun cambiamento di strate-gia, come era prevedibile, maun’accentuazione del caratte-re militante (e militaresco!)delle Chiesa. Il protagonismopolitico della Chiesa, che pun-ta alla rivalsa dei settori cat-tolici reazionari, sfodera sem-pre più bocche di fuoco perattaccare la laicità dello Stato,e punta a delegittimare qual-siasi etica che escluda il tra-scendente e non sia non be-nedetta dalla Chiesa.Gli effetti non si sono fatti at-tendere: prima Ruini comevescovo vicario di Roma e su-bito dopo Bagnasco per la Ceihanno fatto convergere unmicidiale fuoco di fila contro ilprovvedimento (pallidamentelaico) dei Dico attaccando di-rettamente i parlamentari e iministri cattolici nel Governoper delegittimarne l’azioneagli occhi dei “fedeli” e ripri-stinare un ordine clerico-pa-dronale in salsa aziendal-fa-milista.Gli attacchi sempre più miratie continuati contro l’autode-terminazione e la salute delledonne, contro i diritti civile esociali degli e delle omoses-suali (e delle coppie non spo-sate) contro la laicità dell’i-

struzione, della cultura, dellaricerca scientifica e medicasono diventati un vero e pro-prio programma organico del-le forze filo-clericali che tra-sversalmente attraversanocentrodestra e centrosinistra,oltre ad essere pericolosa-mente agitate dalla destraneofascista che vuole pescareconsensi nei settori cattolicipiù reazionari. Sotto questo aspetto, ilFamily Day del 12 maggio èstata una manifestazione cheha raccolto il peggio del con-formismo e dell’eversione po-litico-sociale presente in Italia(dall’Azione Cattolica a ForzaNuova), a cui hanno parteci-pato ministri della repubblicacome il “bullo” Fioroni, titola-re del delicatissimo dicastero,strategico in materia di for-mazione della coscienza civi-le, della (Pubblica) Istruzione,e a cui ha aderito pure ilvicePresidente del ConsiglioRutelli, in qualità di candidatoalla guida moderata del Pd. È palese un vero e proprio“conflitto di interessi” tra loStato laico e democratico chel’Italia dovrebbe essere e lamonarchia assoluta delloStato del Vaticano, retta dauna oligarchia impermeabilealle istanze sociali (non a ca-so è stato sospeso dall’inse-gnamento e condannato perle sue posizioni il gesuita JosèSobrino, teologo della libera-zione e sostenitore di unaChiesa a fianco dei poveri enon istituzionalizzata e com-plice del potere dominante). La Chiesa vuole tornare adessere la forza di controlloideologico-sociale delle co-scienze individuali e dellemasse popolari nei processi didevastazione operati dallaglobalizzazione neoliberista.Forza di controllo reazionariodelle menti e dei corpi, so-prattutto femminili, anzichéforza di liberazione ed eman-cipazione come sono state so-

prattutto le chiesedell’America Latina negli anni’70 e ’80, ispirate allaTeologia della Liberazione esconfessate da Roma, chepreferiva sostenere le figurepiù legate ai settori golpistiesponendo al pericolo di vita ipropri prelati impegnati afianco dei popoli nella lottaper la libertà, comeMonsignor Romero. Le aperture e il dialogo delConcilio Vaticano II sono or-mai un ricordo ormai sbiadito.La riprova definitiva della di-stanza assoluta con qualsiasiistanza di liberazione socialereale è venuta dal recentissi-mo viaggio di Ratzinger inBrasile, in cui ha ribadito chela Chiesa non può schierarsicon i poveri se non astratta-mente, e che non può per-mettere il voto libero a depu-tati cattolici in materia diaborto e divorzio. Con questointervento in America latina,la campagna contro “l’attaccoalla famiglia e alla sacralitàdella vita” assume così la for-ma di un vero e proprio mani-festo programmatico reazio-nario planetario, che colpendopesantemente l’autodetermi-nazione delle donne in gene-rale fornisce gli argomenti perrafforzare lo squadrismo cat-to-reazionario. La Chiesa militante e reazio-naria del Terzo Millennio nonsi accontenta più di un ruoloparallelo, ma punta decisa-mente a riacquistare un ruoloegemone e dominante nellasocietà e nelle coscienze.Tuttavia, per comandare oc-corre che ci sia qualcuno dis-posto ad obbedire. In Italiasono in molti disposti all’ob-bedienza pronta, cieca, asso-luta, anche tra le fila della “si-nistra radicale”.Molti atti del Governo sem-brano rispondere agli ordinidel Vaticano, e persino l’ala“iperlaicista” della Rosa nelPugno ha accettato che spa-rissero i Dico dal programmadi governo, rifugiandosi nellaparola d’ordine “millenaristi-ca” della “fine delConcordato”. L’Unione è genuflessa davantial Papa Re: il continuo arre-tramento della politica apresempre più spazi all’intrusio-ne vaticana e ridicolizza an-che quei timidi elementi di lai-cità presenti nel programmadell’Unione. Ma se Prodi non è nemmenol’ombra di Zapatero, nonavremmo pensato che l’eredi-tà di Giordano Bruno dovesseessere raccolta dal “guitto”Andrea Rivera, che durante lospettacolo del Primo Maggioriesce nell’impresa di farsiscomunicare per ben tre vol-te: dall’Osservatore Romanoche gli ha dato del terroristaper aver ricordato chePiergiorgio Welby non ha avu-to funerali cristiani, negatiglidalla Chiesa che li ha invecegenerosamente concessi aifascisti Pinochet e Franco; daitre segretari confederali, peraver toccato temi “troppo po-litici”; da Direttore di RaiTre(la rete “di sinistra”!), che silamenta per non aver potutocensurare la satira a causadella diretta.

Terzo Millennio:il ritorno dell’inquisizione

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16 S e d i

ABRUZZOL’AQUILAvia S. Franco d’Assergi, 7/A0862 [email protected]://www.cobas-scuola.aq.itPESCARA - CHIETIvia Caduti del forte, [email protected]://web.tiscali.it/cobasabruzzoTERAMO0881 411348 - 0861 246018

BASILICATALAGONEGRO (PZ)0973 40175POTENZApiazza Crispi, 10971 23715 - [email protected] IN VULTURE (PZ)c/o Arci, via Umberto I0972 722611 - [email protected]

CALABRIACASTROVILLARI (CS)via M. Bellizzi, 180981 26340 – 0981 26367CATANZARO0968 662224COSENZAvia del Tembien, 190984 791662 - [email protected]@tiscali.itCROTONE0962 964056 REGGIO CALABRIAvia Reggio Campi, 2° t.co, 1210965 81128 - [email protected]

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FRIULI VENEZIA GIULIAPORDENONE340 5958339 - [email protected] de Rittmeyer, 6 040 [email protected]/cobasts.htm

LAZIOANAGNI (FR)0775 726882ARICCIA (RM)via Indipendenza, 23/2506 [email protected] (RM)via Oberdan, 906 [email protected] (FR)347 5725539CECCANO (FR)0775 603811CIVITAVECCHIA (RM)via Buonarroti, 1880766 35935 - [email protected] (LT)via Marziale0771/269571 - [email protected] (FR)0775 441695FROSINONEvia Cesare Battisti, 230775 859287 - 368 [email protected] P. L. Nervi - Torre n. 4 int. 50773 474311 - [email protected] (RM)06 9056048NETTUNO - ANZIO (RM)347 [email protected] (RM)via M.V. Agrippa, 7/h06 5690475 - 339 1824184PONTECORVO (FR)0776 760106RIETI0746 274778 - [email protected] Manzoni 5506 70452452 - fax 06 [email protected] (FR)0776 824393TIVOLI (RM)0774 380030 - 338 4663209VITERBOvia delle Piagge 140761 309327 – 328 [email protected]

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COBAS 35 - giugno 2007