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Quaderno della collana di Europe Direct Veneto 13 Nutrire il pianeta, energia per la vita Il Veneto verso l’Expo 2015

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Quaderno della collanadi Europe Direct Veneto13

Nutrire il pianeta,energia per la vita

Il Veneto verso l’Expo 2015

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Pubblicazione a cura di

VENETO AGRICOLTURA

Europe Direct Veneto - Centro di informazione e animazione sulle politiche dell’Unione Europea

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Il progetto editoriale è stato coordinato da Mimmo Vita e Renzo Michieletto

Settore Ufficio Stampa e Comunicazione - Europe Direct Veneto di Veneto Agricoltura

La supervisione dei testi è di Renzo Michieletto

Le interviste e l’organizzazione dei testi sono a cura di

Efrem Tassinato, Presidente del Circuito Wigwam

Hanno collaborato:

Alessandra Berto, Barbara Carabotta, Leda Siliprandi, Redazione Wigwam

Grafica e stampa:

Grafiche Tiozzo Srl

Pubblicazione edita da

VENETO AGRICOLTURA

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Nutrire il pianeta, energia per la vita

IL VENETO VERSO L’EXPO 2015

INDICEPaolo Pizzolato - Amministratore Unico di Veneto Agricoltura 5Il Veneto verso l’Expo 2015

Franco Manzato - Assessore all’Agricoltura della Regione Veneto 6Valorizzare la biodiversitá e l’agricoltura per tutelare l’uomo

Giuliano Pisapia – Sindaco di Milano e Commissario Straordinario Expo 2015 72015: Milano, punto di partenza

Giuseppe Sala – Amministratore Delegato di Expo 2015 S.p.A.  8Expo Milano 2015: il rilancio dell’Italia parte da qui

Roberto Formigoni – Presidente Regione Lombardia e Commissario Generale Expo 2015 9Expo 2015: per ripensare lo sviluppo, uno spartiacque tra il sistema “ante” e “post” crisi

Expo 2015: cenni introduttivi 12

Dacian Ciolos – Commissario Europeo all’Agricoltura e allo Sviluppo rurale 17Le politiche agricole comunitarie

Paola Testori Coggi - Direttore della Direzione Generale Salute e Consumatori della Commissione europea 18Verso l’Expo 2015: l’Europa di fronte a sicurezza alimentare tra competitività, innovazione e sostenibilità

Luca Zaia – Presidente della Giunta Regionale del Veneto 20Nutrire il Pianeta tra innovazione e tradizione

Giorgio Piazza – Presidente di Coldiretti Veneto 22L’agricoltura al centro del mondo imprenditoriale di domani

Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi – Presidente di Confagricoltura Veneto 24Dall’UE al Veneto. Modelli per nutrire il pianeta

Daniele Toniolo – Presidente di CIA Veneto 26Il modello veneto all’appuntamento col futuro

Bruno Nestori – Presidente di Confcooperative del Veneto  28Expo 2015: un’opportunità per tutti

Giuseppe Zaccaria – Rettore dell’Università di Padova 30La realtà policentrica del Veneto e il suo contributo all’Expo 2015

Carlo Carraro – Rettore dell’Università di Venezia 32L’importanza di presentarsi al meglio

Bettina Campedelli – Prorettore dell’Università di Verona  34Expo, l’occasione per crescere

Ettore Riello – Presidente di Veronafiere  36Expo 2015, un’occasione di crescita nazionale e per ripensare il futuro

Laura Fincato – Presidente delegata del Comitato Expo Venezia 38L’Expo, occasione per un turismo che valorizzi le potenzialità del territorio e delle produzioni tipiche locali

Alessandro Bianchi – Presidente di Unioncamere del Veneto 40Progredire nel rispetto del pianeta

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Alessandro Vardanega – Presidente di Unindustria Treviso 42Expo 2015: un’occasione per Milano e per l’Italia intera

Enrico Quarello - Responsabile rapporti e attività sul territorio di Coop Adriatica   44La GDO del Veneto per il cibo come solidarietà e il territorio come cultura

Andrea Rigoni – Presidente di Rigoni di Asiago Spa 46Veneto, realtà flessibile sulla vetrina dell’Expo

Marilisa Allegrini – Produttrice vitivinicola della Valpolicella 48Alimentare veneto, tradizione, creatività e innovazione

Giustino Mezzalira - Direttore della Sezione Ricerca e Gestioni Agro-forestali di Veneto Agricoltura 50Un’Esposizione Universale per ripensare una nuova Rivoluzione Verde

Renzo Michieletto – Veneto Agricoltura – Ufficio Stampa e Comunicazione – Europe Direct Veneto 52Comunicare l’Unione Europea in tempi di Expo

Mimmo Vita – Presidente UNAGA, Unione Nazionale Associazioni Giornalisti Agricoltura, Alimentazione, Ambiente, Foreste, Pesca, Energie Rinnovabili  53Comunicare le peculiarità in un mercato globale

Efrem Tassinato – Presidente Associazione Italiana dei Clubs Wigwam  55Expo 2015: il Veneto, per un nuovo modello di sviluppo planetario

Maria Letizia Panajotti – Presidente di Italia Nostra del Veneto  56Expo 2015, rispetto del paesaggio come risparmio di suolo e di energia

Peter Kenmore – Direttore Divisione Protezione e Produzione delle Piante della FAO 57Proteggere e crescere, un nuovo paradigma per l’agricoltura del 21° secolo

Vasco Boatto e Federica Bianchin – Università di Padova  59Il contributo dell’Expo al progresso culturale ed economico

Bibliografia 67

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L’ E x -p o

2015 si an-nuncia, findallo  slo-gan del te-ma  con-d u t t o r e ,come  una

grande sfida, assolutamente stimo-lante per una crescita sostenibile del-la collettività. “Nutrire il pianeta, ener-gia per la vita” – filo conduttore del-l’evento -  rappresenta, infatti, unostraordinario argomento da dibat-tere, ma ancor più un’occasione per“dialogare” finalmente con il nostropianeta, al fine di comprenderne lefragilità e le potenzialità future.

L’Esposizione mondiale in pro-gramma a Milano nel 2015 potreb-be, dunque, rappresentare quell’oc-casione che tutti aspettavamo, quelmomento indispensabile per conso-lidare, innanzitutto, la trama dellerelazioni diplomatiche e istituzionaliinternazionali, punto di partenza im-prescindibile per una società globaleche  intende crescere nel  rispettodell’ambiente e di tutte quelle risorsea diposizione dell’uomo non certoinesauribili e indistruttibili, come fi-nora si è troppo spesso creduto.

Ambiente, acqua, produzione dienergia, produzioni agroalimentari,alimentazione, salute, sono solo al-

cune delle voci attorno alle quali ruo-tano gli interessi e il futuro dell’Uma-nità. Temi che l’Expo 2015 contri-buirà a portare nelle nostre case, uf-fici, aziende, scuole per informarci,aggiornarci, renderci partecipi, inuna parola per “sensibilizzarci” sudelle questioni di fondamentale im-portanza.

Per questi motivi, Veneto Agricol-tura, Azienda regionale per i SettoriAgricolo, Forestale e Agroalimenta-re, tramite il suo sportello Europe Di-rect Veneto - Centro di Informazionedell’omonima Rete coordinata dallaCommissione europea -  ha decisodi partire in anticipo avviando, conla pubblicazione di questo Quader-no, il tredicesimo della Collana “Eu-rope Direct”, un dibattito su una se-rie di questioni strettamente legateal tema-filo conduttore dell’Expo2015.

Questioni, guarda caso, nelle qualientra in gioco con forza e con un ruo-lo determinante il comparto agrico-lo. Ma quale dovrà essere l’apportodel settore primario e agroalimen-tare di fronte alla sfida della crescitasostenibile della società globale? Ilmondo politico, delle Istituzioni, pro-duttivo e accademico ha risposto inqueste pagine agli stimoli propostida Veneto Agricoltura.

Il Veneto verso l’Expo 2015

Paolo PizzolatoAmministratore Unico di Veneto Agricoltura

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L’agricolturasupporta il

ter- ritorio e tuttele attività econo-miche che in essosi esprimono, sisvolgono e si spe-cializzano.  Perquesto  motivodeve  rimanereportatrice di eti-

ca, in un mondo dove l’economia nonsembra averne, rispondendo a criteri dispeculazione piuttosto che alle esigenzedel bene comune.

Sono convinto che i primati, la qua-lità, i sapori, il gusto e la varietà dei nostriprodotti, la biodiversità dalla quale de-rivano, siano beni che non possono nep-pure essere monetizzati, al pari della sa-lubrità dell’acqua e dell’ambiente. Nonpossiamo permettere che qualcuno pos-sa rendere le nostre acque insalubri e inostri terreni velenosi purché rimborsi,perché non esiste prezzo per ripagarequesta perdita: dobbiamo renderceneconto. Non esiste un prodotto alimen-tare mondializzato e a basso costo, crea-to sfruttando chi lavora o i minori, senzaalcuna garanzia di sanità prima, durantee dopo, che possa meritare per il suoprezzo basso di essere preferito alle ga-ranzie di salute e rispetto delle regolealle quali i nostri prodotti si rifanno. Ed

è per questo che anche la tutela dalletruffe, dalle contraffazioni, dalle sofisti-cazioni deve diventare patrimonio co-mune, frutto di controllo sociale, comec’è e deve essere nei confronti di chicommette qualsiasi altro reato. Tolle-ranza zero non è un’enunciazione giu-stizialista, ma una necessità che è assie-me morale ed economica.

Faccio mie queste considerazioni,che del resto appartengono alla mia cul-tura personale e territoriale, e ribadiscoche la qualità del territorio è una ricchez-za collettiva che va tutelata ad oltranza.Non esistono speculazioni, ritrovati tec-nologici, ideologie o esigenze economi-che che possano farci trascurare questaesigenza fondamentale. Servono ‘com-portamenti etici che facciano emergerela dimensione sociale dell’agricoltura,fondata su valori perenni, da sempre fe-condi, quali la ricerca della qualità del ci-bo, l’accoglienza, la solidarietà, la con-divisione della fatica nel lavoro’.

Noi amministratori siamo chiamatia piantare gli alberi per le future gene-razioni e per questo io metto al centrodella mia azione l’uomo, la persona, chenon può essere soverchiato da presunteesigenze tecniche che qualcuno esaltacome motori di uno sviluppo, perchéquesto priva i più della qualità, della bio-diversità e delle potenzialità del territoriostesso.

Valorizzare la biodiversitá e l’agricoltura

per tutelare l’uomo

Franco ManzatoAssessore all’Agricoltura della Regione del Veneto

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Expo 2015 è inprimo  luogo

un’opportunità,per Milano,  cosìcome  per   tuttal’Italia,  perchéporta  con  sé  untema importante,“Nutrire il pianeta,energia per la vita”.Un messaggio che

significa innanzitutto confrontarsi sul di-ritto di ciascun uomo, donna e bambinodi avere cibo e acqua potabile, per scon-figgere la fame e la sete nel mondo, per-ché ancora oggi sono in troppi a soffrirne.L’Esposizione Universale dovrà lasciare ineredità intelligenza: qui si incontrerannocreatività, tradizione, scienza, tecnologia,imprenditorialità e tutte insieme dovran-no trovare le soluzioni per migliorare lafiliera alimentare, dalla produzione alladistribuzione. Il bagaglio di conoscenzeche arriverà nelle nostre mani attraversoExpo 2015 ci aiuterà anche nell’educa-zione delle fasce più deboli, come i bam-bini e gli anziani, perché sensibilizzeràsempre più sulla buona e giusta alimen-tazione. 

Expo 2015 è, dunque, una tappa fon-damentale per la cultura mondiale, per-ché presenta problemi, propone soluzionie porta con sé un modello di futuro perun’agricoltura moderna, naturale e scien-tifica. Per questo vogliamo che sia unamanifestazione innovativa, sostenibile,

partecipata e diffusa al massimo, in gradodi rappresentare un nuovo rapporto tracittà, agricoltura e alimentazione, chepresenti al mondo le imprese più respon-sabili e promuova l’agricoltura di prossi-mità, dei prodotti biologici e del chilome-tro zero. 

Vogliamo, inoltre, che Expo rimangaun’eredità per la città di Milano e il terri-torio circostante, anche dopo il terminedell’esposizione: per questo almeno il 56%delle aree diventerà un parco, uno dei piùgrandi d’Europa, e tutti gli altri spazi sa-ranno al servizio della collettività.

La macchina di Expo 2015 ormai è inmarcia, ad oggi con oltre 60 Paesi parte-cipanti, tra cui grandi realtà come la Cina.A Milano, in Italia e nel mondo lavoreremotutti affinché sia un grande successo e unvolano di sviluppo diffuso. Deve diventareuna straordinaria occasione per costruireuna nuova stagione per tutto il nostroPaese, anche perché sarà il primo grandeevento dopo questa crisi e uno strumentofondamentale di rilancio economico. Perquesto con Expo 2015 dobbiamo dare unvolto nuovo alla cooperazione, fornendouna piattaforma dove i paesi del nord edel sud del mondo possano farsi cono-scere allo stesso modo, attraverso un rap-porto paritario. Milano è a disposizioneproprio come punto di partenza per rag-giungere questo obiettivo: diventare dal2015 la nuova frontiera di uno sviluppoeco-compatibile e ancorato ai principidella giustizia sociale.

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2015: Milano, punto di partenza

Giuliano Pisapia Sindaco di Milano e Commissario Straordinario di Expo 2015

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Un  eventoculturale.

Un’occasione  disviluppo per il si-stema produttivoitaliano e interna-zionale. E soprat-tutto  un  tavolomondiale di dibat-tito e confronto suproblemi e oppor-

tunità legate all’alimentazione. Tutto que-sto è e sarà Expo Milano 2015. L’Esposizio-ne Universale che si terrà nel capoluogolombardo (1 maggio - 31 ottobre 2015)avrà caratteristiche inedite e innovative ri-spetto alle edizioni precedenti.

A cambiare è il modo in cui è concepitol’evento. L’esposizione di Milano non saràsoltanto una  vetrina-showroom delle piùinnovative soluzioni che la scienza e la tec-nologia mondiale sono in grado di realiz-zare. Al centro di ogni momento ci sarà iltema “Nutrire il pianeta, energia per la vita”,che sarà “sperimentato” in prima personadai 20 milioni di visitatori del sito esposi-tivo. Accanto ai piatti e ai prodotti tipicidelle tradizioni enogastronomiche nazio-nali, nel proprio padiglione ogni Paese do-vrà raccogliere idee e promuovere progettiper rispondere in modo concreto alla ne-cessità di garantire cibo sano, sicuro e suf-ficiente per tutti nel mondo.

Puntando sulla creatività, l’innovazionetecnologica e l’efficacia delle proposte, Ex-po Milano 2015 definirà le linee guida perrisolvere i principali problemi alimentaridel pianeta nel Terzo millennio. Basti pen-

sare che oggi un miliardo di persone nelmondo soffre di fame e un numero altret-tanto elevato di individui sviluppa diabetee malattie cardiovascolari strettamenteconnesse a una cattiva nutrizione.

Questo però non sarà l’unico lascitodell’esposizione di Milano. Il sito espositivo– i lavori sono partiti a fine ottobre 2011– diventerà la prima Smart City del futuro,un quartiere ecocompatibile che sfruttain modo intelligente le più avanzate solu-zioni tecnologiche ed energetiche. L’at-tenzione all’ambiente è infatti uno dei fariche guida la progettazione e la costruzionedel sito: oltre il 50% della superficie saràadibita ad aree verdi, l’80% dei materialiutilizzati per costruire i padiglioni sarà ri-ciclato mentre le strutture permanenti do-vranno rispettare elevati standard di effi-cienza.

Il progetto di Expo Milano 2015 è am-bizioso, ma non impossibile da realizzare.Ne è dimostrazione il crescente numero diPaesi che, a tre anni e mezzo dall’evento,ha già confermato ufficialmente la propriaadesione. Superato l’obiettivo dei 50 Par-tecipanti entro la fine del 2011, ad oggil’esposizione di Milano conta 69 parteci-panti ufficiali (68 Paesi e l’Onu).

Ad accettare le sfide di Expo però c’èanche il mondo dell’imprenditoria. L’Espo-sizione Universale rappresenta un’impor-tante occasione di business. Dal turismoall’edilizia, dalle telecomunicazioni alla ri-storazione sono molti i settori e i soggettiinteressati a intraprendere come partnerquesta avventura. Ci auguriamo che il ri-lancio dell’Italia possa ripartire da qui.

Expo Milano 2015: il rilancio dell’Italia parte da qui

Giuseppe Sala  Amministratore Delegato di Expo 2015 S.p.A.

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Cogliere il si-g n i f i c ato

della sfida affasci-nante di Expo Mila-no 2015 significainnanzitutto riflet-tere su quell’insie-me di temi e di va-lori di cui vog l ia -mo  che   l’Esposi-zione Universale sia

il manifesto; in qualità di Commissario Ge-nerale, con la responsabilità di coordinarel’approfondimento dei contenuti dell’Expo,desidero perciò avviare questo percorso dilavoro sul tema, o meglio sui temi che sonoefficacemente riassunti nel titolo “Nutrire ilpianeta, energia per la vita”, con l’ambizionedi affidare alle generazioni future un’ereditàimmateriale di grande spessore e di portataglobale. 

Cibo, ambiente, energia, sostenibilitàambientale: da tempo l’agenda politica at-tuale e il dibattito a livello planetario nonpuò più prescindere da questi temi, che so-no la chiave per un progresso futuro fondatosu basi scientifiche, etiche ed economicheche siano solide ma anche eque e sostenibiliper ogni uomo, per ciascun Paese e ciascunapopolazione. E’ per tali profonde ragioniche, nell’ambito della riflessione esercitatadai principali soggetti istituzionali, dagli or-ganismi internazionali, dal mondo dell’as-sociazionismo e dell’impresa, l’Expo deveporsi come una pietra miliare, capace di se-gnare uno spartiacque, un confine tra il si-stema “ante” e “post” crisi. 

Expo Milano 2015 vuole essere perciò in-nanzitutto il pianeta che riflette su se stessoper tracciare una direzione di lavoro comune,una road map destinata ad orientare in modovirtuoso i comportamenti presenti e futuri,le azioni delle imprese che ne costruiranno imondi, i valori attorno cui si aggancerannole nostre scelte. 

Parlare di alimentazione dunque per guar-dare ai tanti temi che tale dimensione rac-chiude: il benessere e la sua diffusione, la si-curezza alimentare, lo sviluppo sostenibile,le regole dei mercati, il cibo come agente diintegrazione, il cibo come simbolo di culture,tradizioni, linguaggi e perfino come formad’arte (non dimentichiamoci che a Milano ècustodito il più grande dipinto della storiadell’arte avente a tema il cibo, “L’ultima cena”di Leonardo da Vinci). 

Ma soprattutto, pensando al nostro Paese,l’Expo costituisce una straordinaria occasionedi sviluppo e di rilancio per l’intero sistema eco-nomico e produttivo: Expo 2015 sarà infattiuna prestigiosa vetrina attraverso la quale pro-porre percorsi imprenditoriali di successo,un’opportunità unica per valorizzare quelle fi-liere nate dall’operosità di tante piccole e medieimprese agricole e industriali che sono la veratrave portante della nostra economia. 

In questi anni dobbiamo perciò lavorareper sviluppare e implementare politiche in gra-do di migliorare l’attrattività e la funzionalitàdel nostro territorio in preparazione dell’eventodel 2015, puntando soprattutto su quelle ec-cellenze e quei prodotti che, come nel caso delsettore agroalimentare, hanno reso conosciutaed apprezzata l’Italia in tutto il mondo.

Expo 2015: per ripensare lo sviluppo, uno spartiacque tra il sistema “ante” e “post” crisi

Roberto Formigoni Presidente della Regione Lombardia e Commissario Generale dell’Expo Milano 2015

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Expo 2015: cenni introduttivi

Abbiamo ancora negli occhi leimmagini rutilanti della gran-

diosa festa di chiusura dell’Expo diShangai del 2010 e già volgiamo losguardo alla prossima EsposizioneUniversale che si terrà a Milano nel2015. A partire dal 2005, anno in cuifu allestito l’Expo in Giappone, si èstabilito che queste manifestazioniUniversali si svolgeranno ogni cinqueanni, mentre quelle con tematichepiù particolari, definite Internazionali,avranno cadenze variabili. L’ultimaospitata dall’Italia è avvenuta nel 1992a Genova, il tema era Cristoforo Co-lombo e la scoperta dell’America. Sto-ricamente viene ricordata come primaEsposizione Universale quella tenutasia Londra nel 1851, altrettanto impor-tante è quella di Parigi del 1889, so-prattutto per aver lasciato come em-blema della città la Tour Eiffel. Dal1928 la scelta delle sedi, i tempi e icontenuti sono regolamentati da unorganismo internazionale a cui attual-mente aderiscono 156 Paesi: il BIE(Bureau  International  des  Exposi-tions). La scelta della sede delle Expoavviene quindi a livello mondiale enon è semplice mettere d’accordo imembri della commissione sulla scel-ta del Paese che dovrà ospitare unevento di questa portata avendone ilprestigio, le capacità organizzative,le possibilità economiche, le infra-strutture e le reti di comunicazione,

e tutte le tecnologie necessarie a rea-lizzare e rendere efficiente una mac-china gigantesca di concentrazionedi mezzi con flusso di milioni di per-sone da ogni parte del globo. Il pro-gresso raggiunto e l’affidabilità delnostro Paese e della città di Milanosono stati i fattori portanti del suc-cesso ottenuto da un efficace lavorodiplomatico in sede internazionaleche ha fatto prevalere il capoluogolombardo su Smirne, città turca cherivaleggiava con noi. La precedenteExpo tenutasi a Milano fu organizzatanel 1906 e aveva come tema I Tra-sporti, in relazione all’apertura dellaGalleria del Sempione. Per l’esposi-zione del 1942 venne scelta Roma, el’evento prese il nome di E.42. Mus-solini contava su un avvenimento pro-pagandistico epocale e fece costruiregrandi palazzi nello stile dominantenell’epoca, evocativo della grandezzaimperiale di Roma, ma con l’entratain guerra fu tutto sospeso: rimaserogli edifici e i monumenti che ora for-mano il quartiere dell’EUR.

Le finalità dell’ExpoIn generale un’Esposizione Univer-

sale mette in contatto fisicamente iprodotti materiali e i risultati speri-mentali ottenuti con lo studio, il lavo-ro e la ricerca di uomini e donne ditutti i continenti in un determinatosettore delle attività umane. I risultati

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raggiunti si confrontano sul campoproducendo  interesse  universale;un’esperienza educativa e ricreativa,laboratori di  sperimentazione chemostrano le novità e lo “straordina-rio”. L’art.1 dello Statuto del BIE indicacome valori centrali delle Expo: Edu-cazione, Innovazione, Cooperazione(riferimento poco usuale attualmentequello all’Educazione come valore so-ciale, che pure ricorre ripetutamentenei programmi dell’organizzazione,forse retaggio della sua iniziale costi-tuzione, avvenuta quasi un secolo fa,ma non per questo meno importanteanche oggi per il progresso civile!)

“Nutrire il Pianeta, energia per la vi-ta”: è  il  titolo-sintesi del progettoespositivo dell’Expo 2015 che ha ilsenso di una proposta lanciata a tuttoil mondo per sconfiggere la fame, go-vernando la produzione e la distribu-zione dei beni alimentari, patrimoniodi tutta l’umanità ed energia primariaper la vita. Dal tema basilare dell’ali-mentazione si diramano tutte le te-matiche che si devono affrontare perpassare al piano operativo: la tuteladel territorio e della biodiversità, l’in-novazione negli strumenti e nelle tec-niche di lavorazione, la sostenibilità ela scelta delle colture, la lavorazionee la distribuzione dei prodotti, la coo-perazione internazionale, la cucina ela tradizione, le eccellenze enogastro-nomiche e agroalimentari e la lorosalvaguardia; tutti temi che, insiemead altri a loro collegati, faranno dacoagulo concettuale ai vari padiglioni

e spazi espositivi, nelle loro declina-zioni nazionali e territoriali.

OrganizzazioneA partire dal 2008, anno dell’asse-

gnazione all’Italia della prossima Expo,sono iniziati incontri ed eventi per dif-fondere le informazioni, atti, progettiurbanistici e architettonici, piani di fi-nanziamento, gare di appalto per ope-razioni preliminari, relazioni all’internodel Paese e con l’estero. L’associazionedegli industriali che con le ammini-strazioni delle città è ovviamente  in-teressata direttamente, ha ideato unaRoad Show con tappe in varie cittàd’Italia per divulgare la conoscenzadell’Expo 2015 e coinvolgere gli ope-ratori economici con eventi prepara-tori da realizzare in primis a Venezia.Sono state raggiunte anche Torino,Firenze, Bari e ultimamente Palermoe sono in lista Verona, Pistoia, Roma.

OrganigrammaPer gestire l’evento il Governo e tutte

le Istituzioni della Lombardia si sono con-sorziate per costituire la Expo 2015 S.p.A. La sua struttura è così composta:

Scopo sociale Realizzazione,organizzazione e

gestione dell'evento Expo Milano2015 nonché realizzazione di tuttele opere di preparazione e costru-zione del sito espositivo, le opereinfrastrutturali di connessione delsito al territorio circostante, le opereriguardanti la ricettività e le operedi natura tecnologica.

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Consiglio di Amministrazione: (reintegrato il 9 aprile 2009, in carica fino all'approvazione del bilancio al 31.12.2011)

•Diana Bracco Presidente•Giuseppe Sala Amministratore delegato e Vice Presidente 

(designato dal Comune di Milano)•Fabio Marazzo Consigliere   (designato dalla Regione Lombardia)•Carlo Secchi Consigliere   (designato dalla Provincia di Milano - 

Decreto di nomina del 16/07/2009)•Leonardo Carioni Consigliere   (designato dal Ministero del Tesoro)

Collegio Sindacale: (nominato il 1 dicembre 2008, in carica fino all'approvazione del bilancio al 31.12.2011)

•Angelo Provasoli Presidente•Marco Spadacini Sindaco Effettivo   •Beniamino Lo Presti Sindaco Effettivo   •Giuseppe Spinelli Sindaco Supplente•Roberto Anatrini Sindaco Supplente

Soci:

•Ministero dell'Economia e delle Finanze 40•Regione Lombardia 20 •Comune di Milano 20   •Provincia di Milano 10•CCIAA di Milano 10

La governance dell’evento sul piano generale è inoltre così integrata: 

•Management formato da membri specializzati nelle diverse aree operative(economia, legalità, amministrazione, affari internazionali, eventi, infra-strutture, costruzioni, comunicazioni, marketing, tecnologie, pianificazionee controlli)

•Comitato scientifico per garantire l’aderenza al tema, composto da un in-sieme equilibrato di personalità  italiane ed estere

•Organismo di vigilanza•Commissario Straordinario: Giuliano Pisapia - Sindaco del Comune di Milano•Commissario Generale: Roberto Formigoni - Presidente della Regione Lombardia

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FinanziamentiPer la realizzazione dell’Expo 2015

sono stati stanziati dal Governo, Re-gione, Comune e altri enti 4,12 miliardidi euro, di cui 849 milioni per l’orga-nizzazione e il resto per la riqualifica-zione di aree urbane, la creazione distrutture, di nuove  linee metropolita-ne e tutte le infrastrutture necessarieai collegamenti e alle comunicazioni.Altri 15 miliardi di euro si prevede pos-sano arrivare per via indiretta attraver-so costruzioni e infrastrutture effet-tuate dai Paesi partecipanti. La realiz-zazione di tutto ciò, secondo stimeipotetiche, porterà alla creazione di 70mila nuovi posti di lavoro tra il 2010 eil 2015. Altre previsioni sono state fattesul numero dei visitatori, stimato in 29milioni di persone, e sull’incrementodel fatturato degli imprenditori mila-nesi nel periodo di apertura dell’Expo,valutato al 10 %.

Attualmente gli stati aderenti sonooltre 60, più la Fao e l’Onu, ma sonopreviste ancora più di cento adesioni.

Il MasterplanIl Masterplan è il progetto comples-

sivo dell’Expo2015 nella sua realizza-zione concreta e nelle sue dimensioni.E’ stato realizzato da un pool di archi-tetti, tra i quali anche giovani neolau-reati, sotto la direzione di Stefano Boe-ri, Ricky Burdett e Jacques Herzog.

L’area destinata ad ospitare l’Ex-po2015 è a pochi kilometri dal centrodi Milano, nei comuni di Rho e Pero,adiacente al nuovo polo espositivo del-la Fiera. Si presenta come un’isola cir-

condata da canali ed è divisa in dueparti nel senso della lunghezza dallavia principale (Word Avenue) su cui siaffacceranno tutti i padiglioni stranieri,mentre quelli italiani saranno posti ailati della strada che intersecherà per-pendicolarmente la prima, secondo ilconcetto di viabilità romana. Nel pun-to di intersezione ci sarà una piazza di4000 mq e nell’estremità nord un pa-lazzo per manifestazioni che si affacciasu uno specchio d’acqua (Palazzo Ita-lia). A sud del sito sarà costruito un an-fiteatro adatto a contenere 8 mila per-sone. Lungo il corso d’acqua ci sarannoinstallazioni per i servizi e la ristora-zione, mentre in un altra zona sorgeràl’Expo Village dove saranno ospitatele personalità dei vari Paesi e gli ope-ratori. Le abitazioni, come tutti gli edi-fici dell’Expo saranno costruite coi cri-teri più moderni dell’eocompatibilità,e verranno smantellate e recuperatedopo l’evento. Una delle preoccupa-zioni che ovviamente interessano iprogettisti e gli amministratori pub-blici è ovviamente il recupero delle in-frastrutture, costruzioni e materialidopo  la  chiusura  della  mostra.  Unesempio  intelligente  e  proficuo  direimpiego di quanto era stato costrui-to per l’Expo di Lisbona si è realizzatoproprio con il rilancio della città attra-verso le edificazioni e le infrastrutturecostruite per quell’evento, rimaste at-tive e funzionali anche dopo la mani-festazione, conferendo alla città unaforte modernizzazione. In altri casil’Expo ha lasciato anche monumentisuccessivamente diventati il simbolo

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della città ospitante: oltre alla tour Eif-fel a Parigi, ricordiamo l’Atomium aBruxelles, la Biosphère a Montreal. 

Entrare all’esposizione significheràallo stesso tempo fare il proprio in-gresso in un mondo verde di colturee serre climatizzate che rappresente-ranno il repertorio planetario della ve-getazione soggetta a coltivazione.Quest’area di orti e appezzamenti col-tivati, che insieme ai giardini occuperàil 56%  del sito, sarà in diretto colle-gamento con una cascina del milane-se, Cascina Triulza, tappa di un per-corso che vuole segnalare uno storicomodello di produzione agricola attra-verso la visita ai casali del territorio.Per valorizzare questo aspetto eco-nomico e umano del comprensorio

milanese, secondo in Italia per la per-centuale di aree agricole, è già statarealizzata una “Via lattea” che ha por-tato i cittadini a visitare ed apprezzarei prodotti tipici di quel territorio. Que-sta iniziativa, che continuerà fino al2015, è uno di quegli eventi che pro-traendosi fino all’Expo farà da collantetra il periodo dei preparativi e l’eventostesso. Il percorso delle cascine saràcollegato ai Parchi esistenti a Milanoe, con la riqualificazione dei Navigli edella Darsena, delineerà il Percorsod’Acqua, succes- sivamente integratocol Percorso di Terra, che vuole por-tare l’Expo oltre il sito, all’interno dellacittà dove certamente i negozianti mi-lanesi offriranno interessanti presen-tazioni.

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L’agricolturaeuropea sta

entrando in unaf ase n u o v a   eimportante.Unnuovo  equili-brio deve esserestabilito  attra-verso un vero eproprio  parte-

nariato tra la società nel suo com-plesso, che offre al settore le risorsefinanziarie per sviluppare una stra-tegia pubblica, e gli agricoltori, chetengono in vita le aree rurali, in con-tatto con gli ecosistemi e produttoridegli alimenti sul mercato.

La Commissione, su mia iniziativa,ha presentato nel mese di ottobre2011 la sua proposta per il futurodella Politica Agricola Comune (PAC).Gli obiettivi principali della riformasono quelli di assicurare la sicurezzaalimentare di tutti i cittadini, di sta-bilire le basi per una competitivitàdel settore a lungo termine, soste-nibile per l’ambiente e per l’econo-mia, e di semplificare la PAC. In unafrase, l’obiettivo è quello di garantireil futuro dell’agricoltura in tutta Eu-ropa.

Gli anni a venire saranno crucialiper gettare le basi di un’agricoltura

forte e capace di affrontare i cam-biamenti climatici e la concorrenzainternazionale, rispondendo nel con-tempo alle attese dei cittadini. L’Eu-ropa ha bisogno degli agricoltori egli agricoltori hanno bisogno del so-stegno dell’Europa. È sulla PoliticaAgricola Comune che si fondano lanostra alimentazione e l’avvenire dipiù della metà del nostro territorio.

La nuova PAC sosterrà gli sforzidei giovani imprenditori agricoli edelle zone rurali,  in particolare diquelle svantaggiate come le aree dimontagna. Sarà premiato chi contri-buisce davvero alla produzione agri-cola, contribuendo da una parte adaumentare la qualità dei prodotti, edall’altra a creare occupazione. Il so-stegno della PAC sarà inoltre condi-zionato  sempre  di  più  al  rispettodell’ambiente e del territorio.

Si tratta di un’opportunità storicaper la Politica Agricola Comune. Ladobbiamo sfruttare in pieno. Il ne-goziato aperto con la proposta dellaCommissione per la nuova PAC, equello ad esso intimamente legatosulla prossima fase di programma-zione finanziaria dell’UE, che arriveràfino al 2020, rappresentano momen-ti chiave per il futuro dell’agricolturaeuropea, e dell’Europa stessa.

Le politiche agricole europee

Dacian CiolosCommissario europeo all’Agricoltura e allo Sviluppo rurale

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La Commissioneeuropea  è  im-

pegnata oggi  piùche mai a concilia-re i principidella si-curezza alimenta-re con le esigenzeattuali di una mag-giore competitivi-tà  del  settoreagro-alimentare e

con una sempre più irrinunciabile sosteni-bilità della produzione.

Il comparto alimentare-industriale rap-presenta in Europa il principale settore eco-nomico e l’Unione Europea ha il dovere disostenerne le imprese, in particolar modoin questa fase economica delicata, aiutan-dole con tutti gli strumenti possibili a su-perare il profondo periodo di crisi. Allo stes-so tempo, siamo tenuti a garantire ai cin-quecento milioni di cittadini-consumatoriun sistema di sicurezza alimentare che, inappena dieci anni, ha realizzato un quadrolegislativo invidiatoci da tutto il mondo da-te competenza e completezza. La fiduciadei consumatori è infatti indispensabileper garantire la crescita economica dellenostre imprese.

E’ costruita su queste coordinate lanuova normativa in merito l’informazionedei consumatori in vigore tra circa tre anni.Le esigenze dei compratori e le pratiche di

marketing sono cambiate in modo note-vole e i primi vogliono essere meglio in-formati ed esigono etichette semplici, leg-gibili, comprensibili e non fuorvianti. Perquesti motivi la nuova legislazione fissa re-gole quanto alla leggibilità dell’etichetta-tura degli alimenti, così da fornire ai con-sumatori informazioni sugli allergeni o altresostanze causa di intolleranze, non soloquando comprano gli alimenti preimbal-lati, ma anche nei ristoranti. Nuove dispo-sizioni impongono inoltre di fornire infor-mazioni sul contenuto nutrizionale deglialimenti. Le nuove regole sull’etichettaturadella carne consentiranno ai consumatoridi conoscere l’origine delle carni freschedi suini, ovini, caprini e pollame. Sarannoinoltre indicati i nanomateriali ingegneriz-zati.

Nella stessa direzione di tutela dei con-sumatori va la nuova strategia orizzontaleelaborata dalla Commissione nella qualesono incluse tecniche contro l’insorgenzadi antibiotico resistenze in particolare neisettori della salute degli animali, della sa-lubrità degli alimenti e conseguentementedell’uomo.

Il rapido processo di globalizzazione dicui siamo testimoni, accelerando contattie scambi commerciali, ha portato ad unapiù frequente trasmissione di patologie(animali e vegetali) facendo sì che l’ade-guamento del quadro legislativo sulla ma-

Verso l’Expo 2015: l’Europa di fronte a sicurezza alimentare

tra competitività, innovazione e sostenibilità

Paola Testori CoggiDirettore della Direzione generale Salute e consumatori della Commissione europea

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teria diventasse una necessità per reagirealle crisi in campo sanitario e di sicurezzaalimentare. Il processo di evoluzione delsistema è dettato inoltre da un’altra sfidacon cui l’uomo deve confrontarsi: il rapidoriscaldamento climatico e il suo riscontroglobale. Problemi da affrontare con corag-gio in base ai quali ora e in futuro dovremoadattare i nostri metodi di produzione, al-levamento e coltivazione.

La gestione delle crisi finora fronteg-giate ha dimostrato un complessivo fun-zionamento del sistema (il recente casoE.coli ne è un esempio), tuttavia perfetti-bile in diversi punti. Il sistema europeo diallerta rapida (RASFF), ha dimostrato diessere un eccellente strumento di comu-nicazione tra gli Stati Membri e le Autoritàcoinvolte nel controllo e nell’analisi scien-tifica. E ancora, il RASFF è stato fondamen-tale nella rintracciabilità ed il ritiro dal mer-cato di tutti gli alimenti sospetti di conta-minazione, in particolare delle sementiegiziane.

Secondo recenti stime della FAO, per il2050 sarà necessario aumentare la produ-zione alimentare mondiale del 70%, al finedi soddisfare una popolazione stimata perallora a nove miliardi di persone. Una ne-cessità che a buon diritto è riconosciutacome una sfida epocale ed un imperativoper un attore mondiale come l’Ue, realiz-zabile solo migliorando al massimo l’effi-cienza produttiva, investendo sull’innova-zione della ricerca, della meccanica ed in-gaggiando la lotta contro ogni spreco ali-mentare. Su questo punto in particolarepossiamo fare moltissimo se contiamo chesul nostro territorio ogni cittadino sprecain media 180 kg di cibo a testa in un soloanno.

La sfida comporterà pertanto il saperproporre e attuare, nel rispetto delle pe-culiarità territoriali, strategie ed azionicomuni in grado di risolvere anche le que-stioni più spinose. Nel merito vorrei ricor-dare la nostra proposta riguardo la colti-vazione di OGM. L’obiettivo principaledella Commissione è il divieto agli StatiMembri della coltivazione nel proprio ter-ritorio di questi prodotti, o al massimo li-mitare queste coltivazioni ad appezza-menti ristretti se lo si ritiene opportuno.Il sistema europeo di autorizzazione, ba-sato sulla valutazione scientifica del ri-schio su salute e ambiente, resta comun-que preservato, rispettando nel contem-po le differenze territoriali e la garanziadella sicurezza per il consumatore e l’am-biente.

I rapidi cambiamenti socio-economicici impongono infine un costante aggior-namento migliorativo del sistema vigente,talvolta solo in parte, talaltra complessi-vamente. Per queste cause, e con le finalitàgià descritte, stiamo rivedendo il Pacchet-to Igiene. Nel 2009, il Consiglio ha invitatola Commissione ad esaminare alcune que-stioni specifiche, tra queste il campo diapplicazione dei regolamenti, certi aspettiriguardanti l’importazione di alimenti e lapossibilità di rendere più efficace l’ispe-zione delle carni nei macelli.

L’appuntamento con l’Expo 2015 midà la certezza che concentrando sinergi-camente tutte le risorse disponibili in Italiae in Europa, e sostenendo le innovazioniattestate dalla scienza come sicure e ri-spettose della salute umana, animale evegetale, riusciremo ancora per lungotempo ad attestarci tra gli attori prota-gonisti della scena mondiale. 

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Il tema dell’Expo2015 giustifica

una manifesta-zione di questaportata?

“Nutrire  ilPianeta, Energiaper la Vita” è untema strategicoa livello mondia-le. Dedicargli un

solo Expo è probabilmente troppo po-co, perché è questo l’argomento concui l’umanità si confronterà semprepiù spesso nel futuro, date risorse ter-ritoriali e globali gradualmente più esi-gue e spinte speculative sempre piùaggressive incentivate ad investire inmodo sempre più massiccio sulle ma-terie prime essenziali. Nello stesso tem-po, questo è già tema del presente: daun lato si tratterà di dare spazio a quan-to di nuovo viene proposto nel campodell’alimentazione, dall’altro dovremocapire se c’è la volontà di risolvere unproblema che si traduce ogni anno in2 milioni di persone che non si nutronoa sufficienza, mentre 11 milioni di bam-bini muoiono di fame.

Si porrà sostanzialmente ancorauna volta il problema del rapporto traPaesi ricchi e Paesi che non lo sono,questi ultimi spesso indotti a vendere

i propri prodotti per necessità. Il tuttoin un contesto nel quale i prezzi mon-diali delle materie prime alimentarisono dettati dalle borse finanziarie,dove l’obiettivo non è sfamare il mon-do ma creare il profitto. Sulla famenon può essere questo l’obiettivo.

Alimentazione: a che punto siamo? Qua-li progressi sono stati fatti negli ultimianni? E il futuro come sarà?

Io sono francamente preoccupato,non da oggi e non solo per la realtàdell’alimentazione mondiale, ma an-che per quella italiana. Si spaccia perprogresso la conformità e per ricercaciò che dà maggiori profitti, senza cu-rarsi degli effetti e delle conseguenze.Di quest’ultimo aspetto avevamo giàparlato  durante  il  G8  Agricolo  del2009, quand’ero Ministro dell’Agricol-tura e l’ho ribadito anche nel mio libroAdottare la terra: ciò che dobbiamofare è offrire al territorio la possibilitàdi decidere il proprio destino da co-struire secondo la storia, l’identità, lacapacità di sfruttare le risorse naturaliche gli appartengono per natura.

C’è una notevole propensione daparte degli Stati e delle multinazionalia far propri terreni coltivabili ogni qualvolta sia possibile. Così facendo moltipopoli perdono la propria risorsa pri-

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Nutrire il Pianeta tra innovazione e tradizione

Luca ZaiaPresidente della Regione Veneto

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maria col conseguente effetto di ap-profondire la piaga della fame, datoche non avranno più modo di auto-sostenersi. La seconda conseguenzaa questa scelta è la crisi di vendita perle produzioni dei Paesi avanzati im-possibilitati a reggere una concorren-za così vasta e a prezzi bassissimi.

Si tratta di una forma impropria dilibero mercato che incontrerà comeostacolo proprio l’uomo e i suoi biso-gni primari, tra questi la necessità dinutrirsi adeguatamente.

Quali contributi – in tema di alimenta-zione – sono arrivati dall’Unione Euro-pea e dal Veneto? Ci stiamo muovendoadeguatamente?

Il Veneto si è battuto, e continua afarlo, perché l’agricoltura, nostra equella europea, sia l’espressione delterritorio e non una variabile indipen-dente. Più volte abbiamo constatatocome le riforme agricole siano il fruttodi compromessi sui quali pesano dipiù i Paesi non produttori di quelli pro-duttori, col rischio di un’involuzionedel settore agricolo del vecchio con-tinente. Come Veneto vogliamo riba-dire che in agricoltura contano diver-sità, qualità, sicurezza, varietà, tipicità,storia e cultura, che sono poi gli ele-menti che danno valore aggiunto alMade in Veneto e al Made in Italy, mar-

chi preziosi e irrinunciabili.

Con quali modelli il Veneto può proporsiall’Expo 2015?

Quello del Veneto è quello dell’im-prenditoria diffusa con caratteristicheproprie e valori del tutto diversi rispet-to a fenomeni di concentrazione pro-duttiva o commerciale. Il nostro è eresta il modello della piccola e mediaimpresa, coi suoi lati deboli ma anchecon l’estrema vivacità e flessibilità chelo hanno reso  vincente.

Quali ricadute concrete dall’Expo 2015per il Veneto?

Dal punto di vista dei contenutitematici  sono  certo  che  avremomolto da dire e da apprendere. Sottoil profilo dello sviluppo del territorioregionale e dell’economia non hodubbi che la qualità del Veneto, dellesue città e del suo ambiente costi-tuiranno motivo di attrazione com-plementare  rispetto  all’Expo  inquanto tale. Se in questo mettiamoin conto anche le debite sinergie disupporto alla grande esposizionemondiale che ci coinvolgono diret-tamente, credo sarà anche un’otti-ma occasione per valorizzare la no-stra regione, la sua cultura, la suastoria e la sua enogastronomia di as-soluta qualità.

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Il tema dell’Expo2015 si lega

perfettamentecon l’associazio-ne che Lei rap-presenta. Cosane pensa?

Se  il  tema ènutrire il piane-ta, allora si parla

di noi agricoltori perché questo è ilnostro mestiere. Coldiretti vuole rap-presentare all’Expo l’eccellenza ita-liana nel settore agroalimentare. Sia-mo il Paese dei primati europei in ter-mini di denominazioni e coltivazionibiologiche con un’agricoltura checoncilia elevata qualità e quantitativiimportanti. In Europa siamo secondiin termini di produzione e primi perquanto concerne il valore aggiunto,tutto ciò senza essere sostenuti daadeguate risorse pubbliche. Ciò si-gnifica che il tessuto imprenditorialeè attivo e sa innovare. Abbiamo sceltoun’agricoltura sostenibile sul pianoambientale facendo scelte strategi-che sul tipo di tecnologia da utilizzare,ad esempio rinunciando agli OGM. 

Quali progressi sono stati fatti nel campodell’alimentazione in questi ultimi anni?

L’Italia è il paese della sicurezzaalimentare, ci distinguiamo rispettoal resto dell’Europa grazie ad un lun-go cammino di qualificazione dellanostra agricoltura e dei processi pro-duttivi. Ci siamo contraddistinti perla nostra attività multifunzionaleperfettamente integrata con la co-munità agricola, il territorio, la cul-tura e il paesaggio. Il cibo delle no-stre terre, il nostro modello alimen-tare e il tentativo di accorciare quan-to più possibile le filiere, sono fattoriche ci hanno permesso di raccogliereforte consenso tra i consumatori. Fi-nalmente l’agricoltura oggi non èpiù solo coltivazioni ma anche cul-tura territoriale, di questo siamo or-gogliosi e abbiamo molto da raccon-tare.

Quali contributi porta il nostro Paesee il Veneto in tema di alimentazione?

Vi elenco qualche numero peravere il senso delle misure: 4,7 mi-liardi di euro di produzione lorda daimmettere sul mercato, realizzata suuna superficie di 850 mila ettari, col-tivata da circa 80 mila imprese agri-cole, le quali occupano a loro volta60 mila addetti alle dipendenze o au-tonomi. Come si può intuire il settore

L’agricoltura al centro del mondo imprenditoriale di domani

Giorgio PiazzaPresidente di Coldiretti Veneto

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primario è vivace e guarda al futurocon occhio di sfida. La prova di ciòviene dalla presenza di neo impren-ditori under 40 (in tre anni appenaoltre mille giovani si sono insediatinel  settore  e  hanno  ristrutturatoun’azienda agricola) trovando nellamisura ad hoc del PSR una cassa di45 milioni di euro per iniziare l’attivitàe 90 milioni per gli investimenti. Conqueste finalità finora sono stati inve-stiti 100 milioni di euro.

A tutto vantaggio del compartoprimario è la capacità delle aziendedi costituire reti di rapporti all’inter-no delle filiere agroalimentari, pe-culiarità che consente loro di resi-stere nei momenti di crisi. 

Infine, devo spendere una parolaper il Programma di Sviluppo Rurale2007-2013, il quale può contare suun fondo di 1 miliardo 50 milioni dieuro. Questo strumento, messo incampo dalla Regione per rigenerarele aziende aumentando la loro ca-pacità competitiva, può dirsi una ve-ra perla. 

Con quali modelli produttivi il Venetopuò presentarsi all’appuntamento?

Se l’Italia è il paese dei farmer’s

market, il Veneto è la regione che haper prima riconosciuto una legge diorientamento al consumo di beni distagione, con provenienza localedando la priorità ai menù nelle men-se pubbliche e private di pasti coningredienti freschi e tipici. Sono cen-to i mercatini agricoli identificati nelprogetto “km zero” e più di mille lefattorie con spacci che vendono di-rettamente al cittadino. L’aziendache coltiva e produce allo stessotempo ci rende unici e non è trascu-rabile che il 95% delle nostre impreseè condotto da famiglie proprietariee conduttrici allo stesso tempo. 

Come potrà incidere l’Expo 2015 sulVeneto?

I meccanismi messi in campo dal-le multinazionali non sempre hannoportato bilanci positivi e le prospet-tive di crescita della popolazione neiprossimi decenni ci impongono diripensare modelli di sviluppo, pro-duzione e gestione delle risorse. Saràfondamentale ripartire dal territorio,ognuno con le proprie peculiarità epotenzialità. La nostra regione è suquesta strada già da tempo e inten-de incentivarla al massimo.

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Come si giusti-fica una ma-

nifestazione dellaportata dell’Expo2015?

I temi di por-tata universale eche coinvolgonol’intera umanità,come  il  nutri-mento  del  pia-

neta, trovano adeguata collocazionein manifestazioni di dimensione e ri-sonanza mondiale come l’Expo 2015.L’importante è che la cornice così vastae la prevedibile sovraesposizione me-diatica consentano comunque di af-frontare l’argomento in maniera con-creta e costruttiva, riuscendo a far ar-rivare all’opinione pubblica un mes-saggio chiaro sul ruolo che può e deverivestire l’attività agricola nella respon-sabilità di alimentare il pianeta.

Quali progressi sono stati maturati nelnostro campo di indagine?

Per quanto riguarda gli agricoltoriveneti, è difficile chiedere loro qual-cosa in più di ciò che stanno già facen-do per fornire alla collettività alimentisani, di buona qualità e a buon prezzo.La loro professionalità e la loro espe-rienza, proprio nella fase della produ-

zione, è ben nota; inoltre le capacitàsviluppate, in sinergia con lo sviluppotecnologico, portano oggi a risultatidi assoluto rilievo sotto il profilo qua-litativo e quantitativo.

Margini di miglioramento ce ne so-no  sempre,  naturalmente,  e  sonostrettamente legati a due fattori sucui è importante che le Istituzioni con-tinuino a concentrare il loro impegnodi programmazione e di finanziamen-to: la formazione e l’aggiornamentodegli addetti al settore primario; l’in-centivazione dell’ingresso in agricol-tura di giovani imprenditori, dei qualiè provata la maggior propensione al-l’innovazione e il più alto livello di istru-zione.

Alle Istituzioni, poi, si chiede in pri-mo luogo di sviluppare le condizioniaffinché l’impresa agricola veneta pos-sa esprimere tutte le proprie poten-zialità. La semplificazione burocraticarimane un obiettivo da perseguire concostanza e convinzione; un altro èquello della valorizzazione sui mercatidella qualità superiore delle nostreproduzioni agroalimentari, attraversonon solo strumenti di promozionecommer- ciale ma soprattutto inter-venti normativi che, in funzione deldiverso livello (comunitario, nazionale,regionale) di riferimento, sappiano co-munque imporre la tracciabilità di tut-

Dall’UE al Veneto. Modelli per nutrire il pianeta

Giangiacomo Gallarati Scotti BonaldiPresidente di Confagricoltura Veneto

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te le fasi della filiera come prassi ordi-naria di un’economia moderna ed evo-luta.

Quale contributo può venire dalla nostraregione e di quali modelli può farsi espor-tatrice?

Su questi presupposti, il Venetopuò presentarsi all’appuntamento diExpo 2015 con il patrimonio di un’agri-coltura che ha pochi eguali nel mondoper varietà e qualità. Le tradizionalicolture estensive, infatti, sono tuttorafondamentali sia in termini di SAU siaper alimentare le attività di allevamen-to: quella avicunicola e la zootecnia dacarne e da latte, in primo luogo, maanche la suinicola. Da qui derivano an-che formaggi e prosciutti di assolutoprestigio. A ciò si aggiungono un’or-ticoltura, una frutticoltura, un floro-vivaismo di tutto rispetto. Un cennoa parte merita il comparto vitivinicolo,che vede il Veneto primeggiare perquantità e qualità, con svariate eti-chette ormai celebri.

Cercare, all’interno di questo pa-norama così abbondante e variegato,alcuni modelli da preferire è arduo.Tuttavia il fiore all’occhiello della no-stra produzione agroalimentare nonpuò non essere rappresentato dallenumerose denominazioni protette diprovenienza comunitaria (DOP e IGP)oppure italiana (DOCG e DOC in primoluogo). Così com’è ovvio che, in unaregione caratterizzata da un’offerta

turistica unica per varietà ed interesse,l’agriturismo deve costituire uno sboc-co naturale per un settore agricolo allaricerca di occasioni per diversificareattività e reddito. Per la necessità diricercare nuove opportunità impren-ditoriali, ma anche per mettere a di-sposizione della collettività energia acosti contenuti e a minor impatto am-bientale rispetto a quella tradizionale,si dovrà seguire con particolare atten-zione lo sviluppo delle cosiddette bio-masse; una frontiera che apre prospet-tive di grande interesse per l’agricol-tura veneta, ma che va adeguatamen-te disciplinata senza penalizzare l’im-prenditore. 

Quali guadagni pensa ci saranno per ilVeneto da un evento così importante co-me l’Expo?

Il settore primario veneto, da unavetrina del prestigio e delle dimensionidell’Expo, può aspettarsi indubbia-mente di farsi conoscere di più e sem-pre meglio. Lo farà presentando i pro-pri gioielli, ma anche presentando unmodo di interpretare l’attività agricolae quella di impresa in generale stret-tamente legato ad una concezionedella vita profondamente umana, ovel’impegno nel lavoro e la capacità diaprirsi al nuovo si uniscono a valori tra-dizionali come la famiglia e la religione,a creare un mirabile equilibrio che, for-se, dovrebbe essere il primo oggettodi export della nostra Regione.

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L’Expo 2015come si in-

serisce nella re-altà del ventu-nesimo secolo?

Credo che il te-ma  dell’Expo2015  sia  didrammatica at-tual i tà .   Laquestione  po-

sta è urgente, in relazione alla crisieconomica certo, ma anche alla cri-si di valori che investe l’intera co-munità mondiale. E’ ormai sotto gliocchi di tutti un dato di fatto: que-sta crisi non coinvolge solo i Paesipoveri  o le nazioni in via di sviluppo,quelli che sembrano esserne i piùcolpiti sono proprio le nazioni svi-luppate. Ecco allora che tutti, in unmondo globalizzato, devono fare iconti  con  uno  sviluppo  che  nonescluda nessuno, pena il rischio ditrovarsi ad affrontare problemi assaicomplessi, quali le migrazioni dimassa. Sono necessari inoltre nuovimodelli di sviluppo e fonti di energiadato che risorse come l’acqua e ilpetrolio si stanno riducendo. 

Alimentazione: a che punto siamo?Quali progressi sono stati fatti negliultimi anni? Come saranno i prossimianni?

L’alimentazione della popolazionemondiale ha fatto enormi passi negliultimi anni. Anche se permangonoconsistenti aree geografiche dove simuore di fame. La produzione di der-rate alimentari non è uniforme su tut-to il pianeta: si concentra in alcuneparti mentre in altre, per mancanzadi acqua, tecnologie o condizioni cli-matiche avverse, è insufficiente senon addirittura assente. L’alimenta-zione sarà sempre di più su larga scala;intesa non solo come elemento di so-pravvivenza, ma come priorità neces-saria per soddisfare dei bisogni nuovilegati alle nuove condizioni sociali edi sviluppo. Dovrà anche essere in gra-do di prevenire le nuove grandi ma-lattie sociali della nostra epoca: l’obe-sità, le patologie cardiovascolari e itumori. In futuro dovranno essere af-frontate le urgenze già da tempo pre-viste: tutela delle biodiversità, rispettodell’ambiente, garanzia di nuove fontialimentari nelle aree dove l’agricolturanon è sufficientemente sviluppata. 

Il modello veneto all’appuntamento col futuro

Daniele TonioloPresidente di Cia Veneto

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Quali contributi sono venuti dall’Eu-ropa e dalla nostra regione in tema dialimentazione? Ci stiamo muovendosulla strada giusta?

Dall’Unione Europea e dalla Re-gione Veneto sono arrivati contributiimportanti in merito al tema tratta-to. Gli agricoltori hanno da tempoimboccato la strada di una produ-zione agricola e di un sistema di al-levamento da sviluppare in armoniacon l’ambiente e il benessere ani-male, da integrare col paesaggio el’ambiente, entrambi da tutelare. Leinnovazioni tecnologiche, di prodot-to e di processo introdotte, pur ga-rantendo la tradizione, la storia e lacultura insita nelle tipicità, hannopermesso di ridurre il consumo dibeni finiti quali ad esempio l’acquae, al contempo, di limitare notevol-mente l’immissione di prodotti chi-mici nell’ambiente. Credo si potràfare ancora di più se saremo in gradodi risparmiare energia e/o produrrele rinnovabili utilizzando il più pos-sibile i sottoprodotti o i terreni menoadatti allo sfruttamento agricolo.

Quali saranno i modelli con cui il Ve-neto si presenterà all’appuntamentodel 2015?

Il Veneto ha tutte le carte in re-gola per proporsi all’Expo del 2015.

Il modello di cui si fa promotore habisogno di continui aggiornamenti,ammodernamenti e correzioni, mache nella sua evoluzione continuaa coniugare produzione agricola,cultura, tradizione, enogastrono-mia e turismo. Ecco allora che tipiterritoriali diversi tra loro diventanotasselli di un mosaico che rendonoil Veneto agricolo eccellenza nel tri-nomio enogastronomia, cultura,turismo. Ne sono esempio alcunipiccoli sistemi territoriali (per di-mensioni) come i Colli Euganei, ilDelta  del  Po,  i  Monti  Lessini.  Inognuno di questi  luoghi  il  ruolodell’agricoltura e di chi ci lavora so-no fondamentali.

Come uscirà il Veneto da questa espe-rienza?

Presentare il modello veneto intutte le sue sfaccettature ed eccel-lenze su un palcoscenico mondialesignifica diventare modello di riferi-mento e oggetto di studio. La spe-ranza è che i primi a prendere pienacoscienza delle nostre peculiaritàterritoriali siano proprio i veneti, cosìfacendo diffondere i prodotti e i mo-delli di produzione del territorio saràpiù semplice ed efficace anche pertutto ciò che concerne il settore tu-ristico. 

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Il tema d e l -l ’Exp o 2015 è

“Nutrire il Piane-ta, Energia per laVita”. Crede cheil p r o b l e m adell’al imenta-zione sia unapriorità a livellomondiale?

Già nel corso del vertice mondialesulla Sicurezza Alimentare del 2009era emersa la necessità di rivederegli equilibri legati alla distribuzionee alla qualità delle risorse alimentari,per la strettissima correlazione esi-stente tra accesso alle stesse e situa-zione socio-economica di un Paese.Garantire alla popolazione mondialecibo sufficiente e di qualità, oltre al-l’accesso a quella che sta diventandola risorsa più preziosa, l’acqua pota-bile, significa costruire le basi per unreale e pacifico sviluppo.

Risorse alimentari ed equilibri socio-economici: qual è il punto di vista dellacooperazione sulla situazione attuale?Quali prospettive vede nel futuro?

I nuovi modelli economici hannoprofondamente mutato la filiera ali-mentare. Ci troviamo ad affrontare

alcune problematiche, legate da unlato alla tutela della produzione lo-cale, dall’altro alla necessità di ga-rantire  il  giusto  rapporto qualità/prezzo al consumatore. A livello co-munitario sono state prese decisioniper garantire la salubrità dei beniagroalimentari, però sul mercato ar-rivano anche prodotti extraeuropeiche non rispondono alle stesse nor-mative e che quindi non sempre of-frono  le medesime garanzie. Perquesto crediamo che nel futuro siandrà sempre più verso un modellocome  quello  delle  cooperativeagroalimentari, nel quale si coniu-gano filiera corta, tracciabilità e ade-guata distribuzione del reddito aiproduttori, senza dimenticare peròl’importanza dell’export, in primisdei prodotti DOC e IGP.

Quali sono le risposte che Regione Ve-neto e Unione Europea stanno dandoalle richieste dei produttori del settoreprimario?

Gli enti  come Avepa o VenetoAgricoltura sono sempre più orien-tati a mettersi al servizio degli im-prenditori agricoli, anche attraversola semplificazione burocratica. Inol-tre la Regione sta cercando soluzioni

Expo 2015: un’opportunità per tutti

Bruno NestoriPresidente di Confcooperative del Veneto

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finanziarie e normative per garantirenuove opportunità ai produttori. Alivello europeo la situazione è chia-ramente più complessa: l’incremen-to del numero di Stati Membri hacomportato una variazione dei cri-teri di redistribuzione e assegnazio-ne dei fondi. La Pac post 2013 si po-ne obiettivi ambiziosi come lo svi-luppo di un’agricotura ecososteni-bile, che tuteli ambiente e territorio:è in atto un importante processo direvisione della Politica Agricola Co-munitaria, il cui obiettivo è dare unarisposta adeguata alle nuove esigen-ze in termini economici e di salubritàdel prodotto da una parte e di tutelaambientale e di sviluppo sostenibiledall’altra.

Tornando all’Expo, quale modello po-trebbe essere valorizzato dalla mani-festazione?

Lo sviluppo sostenibile sarà sen-z’altro il filo conduttore degli eventilegati all’Expo di Milano. Per questocrediamo che il modello economicocooperativo – basato su condivisionedegli obiettivi, centralità della per-sona, valorizzazione delle capacitàindividuali e delle risorse - possa es-sere una proposta vincente. Un mo-

dello che certamente non è solo ve-neto, ma che nella nostra regioneha trovato territorio fertile, crescen-do e sviluppandosi in modo integra-to con il tessuto economico, socialee politico. 

Quale crede possa essere la ricadutaeconomica dell’Expo, in particolare inVeneto?

Soprattutto nella congiuntura at-tuale, l’Expo può avere un ruolo stra-tegico: si calcola che porterà 70 milanuovi posti di lavoro, dei quali alme-no mille destinati a persone con di-sabilità, come stabilito da un recenteprotocollo d’intesa voluto anche daConfcooperative. Enorme anche ilritorno d’immagine per tutto il Madein Italy, con ricadute positive in par-ticolare per l’agroalimentare e il tu-rismo. L’indotto legato all’Expo an-drà ben oltre i confini lombardi: lanostra regione si trova in una posi-zione geografica strategica, favoritada infrastrutture e trasporti. Da evi-denziare anche il valore aggiuntoche il Veneto può offrire ai visitatoridell’Expo, grazie al suo patrimonioculturale, alla tradizione enogastro-nomica e alla qualità dei servizi ri-cettivi. 

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Il tema dell’Ex-po 2015 giusti-

fica un tale di-spendio di ener-gie e risorse?

Certamente.Perché  il  pro-blema  dell’ali-m e n t a z i o n esotto  il profilo

sia quantitativo che qualitativo è di-ventato una priorità in tutti i Paesi,sia economicamente sviluppati chein via di sviluppo. La recente crisi del2007, a livello mondiale, aveva giàevidenziato significative difficoltàche possono essere sintetizzate neltrend di una domanda crescente cheeccede sistematicamente le possi-bilità produttive del settore. Tale ec-cesso di domanda renderà ancor piùcritica la situazione futura anche allaluce delle previsioni di crescita de-mografica.

Alimentazione: a che punto siamo? Cisono stati dei progressi negli ultimi an-ni? Cosa ci aspetterà domani?

Il nostro Ateneo ha sempre dedi-cato una particolare attenzione aiproblemi dell’alimentazione: la Fa-coltà di Agraria è da molto tempo

impegnata su più fronti: la produt-tività delle colture e degli animali,la qualità dei prodotti, l’efficienzadel sistema produttivo ed organiz-zativo. L’obiettivo è quello di garan-tire a sempre più ampie porzioni dipopolazione un fabbisogno nutritivoadeguato in termini quantitativi equalitativi adottando, nel contempo,tecnologie e misure produttive abasso impatto ambientale. La sfidanei prossimi anni sarà quella dellosviluppo nella tutela. 

In tema di alimentazione quali contri-buti sono arrivati dall’Unione Europeae dal Veneto? La nostra Regione si stamuovendo in maniera appropriata?Può fare di più?

L’Unione Europea fin dal 1957 haconsiderato prioritarie, rispetto adaltre, le necessità del settore prima-rio. Tale importanza, nel tempo, nonè venuta meno; anzi si è rafforzatacon il Trattato di Lisbona. La Regionesi è mossa coerentemente con gliobiettivi comunitari privilegiando,a tutti i livelli, lo sviluppo del settoreagroalimentare. Tale impegno haconsentito, a significativi compartidella nostra agricoltura, di raggiun-gere  traguardi  di  eccellenza  (es.

La realtà policentrica del Veneto e il suo contributo all’Expo 2015

Giuseppe ZaccariaRettore dell’Università di Padova

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comparto vitivinicolo, lattiero-ca-seario, dei prodotti da forno, ecc.)

Con quali modelli il Veneto può pro-porsi all’Expo 2015?

Il sistema insediativo diffuso e po-licentrico del Veneto, connotato dauna realtà produttiva estesa e diver-sificata in tutti i settori, è stato datempo oggetto di indagini e valuta-zioni. In particolare, sono state ana-lizzate le relazioni intra ed interset-toriali  con  riferimento ai  conflittid’uso delle risorse (come il lavoro, laterra, l’acqua, l’aria, ecc.) ma, soprat-tutto, le opportunità che nascono inseno ad un tessuto economico-pro-duttivo misto ed integrato. I singolarimodelli produttivi ed organizzativioriginatisi sul territorio veneto sonodi grande interesse per molti Paesi,anche di altri continenti. Molti sonogli esempi: una moderna vallicolturache coniuga la naturalità delle pro-duzioni storiche con moderne tec-niche di allevamento; una modernagestione del territorio che, valoriz-zando i beni storico-culturali presen-ti, possa offrire ai residenti nuove op-portunità economiche in una visioneintegrata con il paesaggio circostan-te. L’esperienza della Serenissima, in-fine, si riflette in modo chiaro sulla

gestione idraulica del territorio ef-fettuata dai consorzi di bonifica. Inquesto contesto il nostro Ateneo èseriamente impegnato sul fronte del-la ricerca, della formazione e del tra-sferimento della tecnologia, tramitesignificativi rapporti con le impresedei diversi settori e con le Istituzioni,coniugando l’innovazione di proces-so con la valorizzazione delle produ-zioni ed il rispetto ambientale.

Quali ricadute concrete dall’Expo 2015per il Veneto?

L’Expo può essere considerataun’eccellente opportunità per farconoscere, ad un uditorio mondiale,gli obiettivi che il “sistema veneto”ha raggiunto nei diversi campi ed imodelli produttivi ed organizzativiconsolidatisi nel tempo a livello ter-ritoriale. Credo che vada enfatizzata,soprattutto, la capacità di “fare si-stema” che si realizza in modo op-portuno nei diversi settori produttivima anche l’importante contributoche la ricerca e la formazione hannodato alla crescita del tessuto econo-mico-produttivo e sociale facendoin modo che progresso quantitativoe sviluppo potessero essere due en-tità costantemente presenti e dueobiettivi da perseguire.

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Il tema dell’Expo2015 giustifica

una manifesta-zione di questaportata?

Se c’è un te-ma che giustificaun   appunt a -mento su scalamondiale come

quello  in programma a Milano nel2015, è proprio la nutrizione del pia-neta. Assieme al rispetto e alla tuteladell’ambiente, credo sia uno dei ba-ricentri attorno ai quali si terrà in equi-librio il nostro futuro. E non a caso en-trambi questi argomenti sono stret-tamente interconnessi tra loro. Io mioccupo scientificamente di cambia-menti climatici, dell’impatto econo-mico che hanno sul pianeta e delle ri-cadute ambientali che innescano. Tut-ti fattori che naturalmente incidonoin modo diretto sulle produzioni pri-marie che servono a sfamare il piane-ta. Guardare al futuro senza interro-garsi sulla consistenza e sulla qualitàdelle risorse alimentari disponibili ècome mettere la testa sotto la sabbia.Esattamente come pensare al domanisenza pianificare un impegno serio didifesa del pianeta dall’aggressione diinquinanti e dalla dispersione di ener-

gia. Serve che cresca la consapevo-lezza dell’importanza di azioni dal bas-so, che ci coinvolgano in prima per-sona per incidere nelle politiche ali-mentari e ambientali che riguardanotutti. Demandare le decisioni unica-mente a chi sta nelle stanze dei bot-toni, significa fallire in partenza.

Alimentazione: a che punto siamo? Qua-li progressi sono stati fatti negli ultimianni?

Il punto è quello di un Pianeta incui la fame riguarda oltre 800 milionidi persone. E non può essere un puntoavanzato. Il fatto stesso che nel 2015ci si interroghi attraverso un grandeevento globale sulla nutrizione del Pia-neta, significa che non solo il proble-ma non è stato risolto, ma che rischiadi aggravarsi ed investire fette di po-polazione che finora vivevano in con-dizioni di maggior agio. La globaliz-zazione in un certo senso ha creato lecondizioni per una maggior consape-volezza di quanto accade lontano dacasa nostra. Di contro tuttavia non necorrisponde un significativo miglio-ramento del quadro generale. Quantoinvece al tema più ampio dell’alimen-tazione, sta crescendo una maggiorattenzione rispetto al consumo con-sapevole. Ogni piccola realtà può ope-

L’importanza di presentarsi al meglio

Carlo CarraroRettore dell’Università di Venezia

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rare portando il suo contributo. L’Uni-versità di cui sono Rettore per esem-pio ha adottato protocolli di sosteni-bilità che prevedono consumi respon-sabili attraverso prodotti biologici e abasso impatto. 

Come hanno contribuito l’Unione Euro-pea e il Veneto? La nostra Regione si stamuovendo in maniera appropriata? Puòfare di più?

Più che ai contributi arrivati dal-l’Unione Europea, che in parte hannopenalizzato alcune fette del nostrosettore agro-alimentare sicuramentepiù di qualità rispetto a quello di altriPaesi, vorrei porre l’accento sull’im-portanza per il territorio italiano e ve-neto dell’innovazione apportata inquesti ambiti. Non a caso tra gli argo-menti cardine dell’Expo 2015 c’è quel-lo della ricerca in ambito alimentare,argomento che a mio avviso deve ve-dere un contributo diretto da partedelle Università. La ricerca accademi-ca, anche in questo settore, non puòprescindere dal misurarsi con la realtà.Ca’ Foscari anche in questo compartovuole fare la sua parte e a questo pro-posito ha attivato un master in Culturadel cibo e del vino per la promozione del-le risorse enogastronomiche che puntaa far emerge il giacimento di produ-zioni posseduto dai nostri territori efavorire la riflessione critica su questiargomenti.

Con quali modelli il Veneto può proporsiall’Expo 2015?

Il Veneto ha enormi potenzialità,specificità e conoscenze nell’alimen-tazione. Ha un territorio fertile chesi sposa ad un tessuto imprendito-riale dinamico e moderno in cui lapiccola media impresa riesce a inven-tare nuovi modi per produrre o com-mercializzare prodotti del settore ali-mentare o ad esso connessi. Pensosolo per fare un esempio ad alcuneaziende del padovano diventate lea-der nel settore della conservazionedegli alimenti. O a chi nel venezianoha riscoperto gli antichi filari di vignecresciute in laguna, per riproporre ilvino come veniva fatto secoli fa. Pro-dotti di nicchia, particolari, che peròsegnano l’attenzione di questa terraper le sue tradizioni e per la buonaalimentazione. 

Quali ricadute concrete dall’Expo 2015per il Veneto?

Credo che molti di quelli che an-dranno a Milano nel 2015 passerannoper le nostre città, Venezia in partico-lare. Per questo è importante che ilVeneto cucia per sé il vestito migliore,quello che  troppo spesso dimenti-chiamo nell’armadio. Tessuti e sartoriadi gran classe li abbiamo a disposizio-ne, ora dobbiamo prepararli al meglioin quanto ci mostreremo a milioni divisitatori.

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Il tema dell’Ex-po 2015 giusti-

fica una manife-stazione di que-sta portata?

L’Expo 2015sarà uno straor-dinario eventouniversale chedarà visibilità al-

la tradizione, alla creatività e all’in-novazione nel settore dell’alimen-tazione. Il tema centrale giustificasenz’altro una manifestazione di taleportata, l’alimentazione è l’energiavitale del pianeta, necessaria per unosviluppo sostenibile basato su uncorretto e costante nutrimento delcorpo, sul rispetto della vita di ogniessere umano, sulla salute.

Quali progressi sono stati fatti in cam-po alimentare negli ultimi anni? Il fu-turo come si presenterà?

Il tema dell’alimentazione apre anumerosi approfondimenti di diver-sa natura e complessità tecnica, purnella cornice dell’obiettivo fonda-mentale di rafforzare la qualità e lasicurezza della stessa, vale a dire lasicurezza di avere cibo a sufficienza

per vivere e la certezza di consumarealimenti sani e acqua potabile. Moltosi è fatto negli ultimi anni per elimi-nare la fame, la sete, la mortalità in-fantile e la malnutrizione che colpi-scono oggi 850 milioni di personesul pianeta, debellando carestie epandemie. La diffusione dei prodottiagro-alimentari è una necessità so-ciale, oltre a rappresentare un im-portante valore economico. La sfidadel prossimo futuro riguarderà, amio avviso, anche la capacità delleIstituzioni pubbliche, delle imprese,delle associazioni umanitarie, delleorganizzazioni non governative, del-le rappresentanze dei consumatorie dei produttori di promuovere, at-traverso la filiera agroalimentare, losviluppo dei sistemi economici e so-ciali di tutto il pianeta. 

Con quali contributi si sono avvicinatiall’evento del 2015 l’Unione Europeae il Veneto? La nostra Regione si stamuovendo in maniera appropriata?

Molti sono i contributi che atte-stano l’impegno e la volontà a dif-fondere una più ampia e correttacultura alimentare, per la quale è as-solutamente centrale il ruolo del ter-ritorio. La qualità e la genuinità del

Expo, l’occasione per crescere

Bettina Campedelli Prorettore dell’Università di Verona

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cibo vanno di pari passo con la tra-dizione consolidata nelle attività dicoltivazione e di allevamento dei po-poli e delle comunità locali. Esse so-no frutto di esperienze millenariesulle quali, tuttavia, oggi vanno in-nestandosi forti innovazioni scien-tifiche e tecnologiche. Credo che leiniziative promosse in seno a Expo2015 siano tanto più destinate a pro-durre risultati concreti e durevoliquanto più sapranno coniugare letante eccellenze produttive presentisul territorio con la volontà di creareuna stretta collaborazione tra mon-do della ricerca e della produzione,in grado di generare e diffondereuna reale innovazione soprattuttonelle caratteristiche nutritive deiprodotti alimentari e, nondimeno,nelle formule atte alla loro produ-zione, conservazione e distribuzione.Su questo fronte si potrebbe insiste-re di più. 

Con quali modelli il Veneto può pro-porsi all’Expo 2015?

Il Veneto è in grado di proporsi aExpo 2015 con una straordinaria ric-chezza di modelli. Tuttavia ritengoche siano da considerare con estre-ma attenzione le formule capaci diconiugare le peculiarità culturali, so-ciali ed economiche dei territori ve-neti. Esse sono riflesse non solo neiprodotti e nei modelli di coltivazione

e produzione, ma anche nelle tradi-zioni, nelle peculiarità alimentari,nella bellezza paesaggistica e nellaricchezza artistica dei luoghi di ori-gine, già meta di crescenti flussi tu-ristici eno-gastronomici internazio-nali.

Quali ricadute concrete dall’Expo 2015per il Veneto?

Expo 2015 – purché condiviso epartecipato da Istituzioni e imprese– è un validissimo strumento di pro-mozione internazionale del sistemaagroalimentare veneto. Tuttavia lericadute di maggiore impatto terri-toriale sono a mio avviso dipendentidalle scelte d’investimento – soprat-tutto in opere e infrastrutture – pre-se in fase di preparazione dell’eventoe sono collegate alla tempistica dellaloro realizzazione. Inoltre Expo 2015potrebbe essere un’occasione perriflettere, anche in termini proposi-tivi, sulle caratteristiche strutturalidel sistema agroalimentare venetoche, pur portatore di straordinarieeccellenze produttive, evidenzia al-cune fragilità in termini di polveriz-zazione della produzione, di fragilitàimprenditoriale, di scarsa propen-sione all’integrazione orizzontale everticale e, non da ultimo, di limitatoricorso a innovazione, che a mio av-viso ne frenano le grandi potenzialitàdi sviluppo.

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Come puògiustificare

una manifesta-zione di questaportata il temadell’Expo?

L’Esposizio-ne  Universaleche avrà luogoa  Milano  nel

2015 sarà un trampolino di rilancioimportantissimo per l’economia ditutta la penisola. L’occasione nonpuò trovarci impreparati e ogni ter-ritorio dovrà fare la sua parte, pre-sentando le eccellenze di cui è sim-bolo. Il made in Italy dovrà essereuna liaison per tutto l’evento, il trattoche dovrà primeggiare dal principioalla fine, e che servirà alla nazioneper qualificarsi ancora una volta altop dei mercati esteri mondiali.

Gli eventi fieristici realizzati  inquesti anni devono sempre avere insé un momento formativo e infor-mativo, essere volani di innovazionee allo stesso tempo portare agli oc-chi dei visitatori il fiore all’occhiellodei settori che vi partecipano. L’Ex-po, come qualsiasi altra fiera, nondeve essere uno spreco di risorse oostentazione di potere ma un inve-

stimento in grado di appagare il bre-ve e il lungo termine. Così deve es-sere e così sarà anche per l’eventodi Milano nel 2015, quando metaper milioni di turisti, curiosi più omeno informati, tecnici di settore,studiosi, investitori, politici e quan-t’altro. Le migliori intelligenze alloraavranno modo di confrontarsi e lofaranno su un tema di fondamentaleimportanza, non solo oggi ma ancheper l’immediato futuro date le stimefatteci pervenire dalla FAO sulla cre-scita della popolazione nei prossimidecenni, come è quello legato all’ali-mentazione.

Cosa ne pensa del tema “alimentare”sul quale l’intero Expo è stato costrui-to?

Nutrire il pianeta e far sì che il pia-neta offra sufficienti risorse per nu-trire i suoi abitanti in crescita è il temasul quale si gioca non solo l’Expo matutto il nostro futuro. Non sono unsegreto per nessuno le difficoltà concui alcuni territori del globo tentanodi coprire il proprio fabbisogno ali-mentare, spesso con risultati pessimiche portano ogni anno a contare mi-gliaia di vittime per mal nutrizione;ugualmente non è un segreto la de-

Expo 2015, un’occasione di crescita nazionale e per ripensare il futuro

Ettore RielloPresidente di Veronafiere e di Aefi (Associazione Esposizioni e Fiere Italiane)

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pauperazione a cui molti terreni agri-coli stanno andando incontro a causadi coltivazioni intensive che non ri-spondono ai ritmi della natura ma aisoli criteri della finanza e dell’econo-mia; e ancora, è nota la compraven-dita di terreni e prodotti alimentarida paesi produttori a consumatoriche dà vita a circoli viziosi il cui rife-rimento non sono la sussistenza deifabbisogni nazionali ma l’accresci-mento economico di pochi.

Ecco perché discutere del tema“alimentare” non è banale, diffon-dere dati, notizie, ricerche ad essoinerente è anzi un dovere civile, unservizio alle generazioni presenti efuture che a breve saranno costrettea confrontarsi con problemi legatialla “sostenibilità”, a cui in passatonon si sarebbe mai pensato. I nodiche ci troviamo ora a dirimere sonodovuti in parte anche alla mancataattenzione che questo tema ha ri-scosso nei tempi andati.

Quali contributi porterà al Venetouna manifestazione così ampia e comeci stiamo preparando per viverla al me-glio?

Eventi così importanti, per inve-stimenti, risonanza, ed energie in-vestite, si sa essere onerosi da unpunto di vista economico, specie inquesti mesi di crisi, ma si sa ancheessere molto appaganti per quantolasciano sul territorio.

Per Milano sarà indubbiamenteun’ottima occasione per accresce-re le proprie infrastrutture: stradeaccessibili e agevolmente percor-ribili, un buon servizio di trasportipubblici, come ad esempio la me-tro, saranno fondamentali per ilsuccesso dell’evento e allo stessotempo comportano finanziamentiimportanti. In un momento cosìdifficile per l’economia nazionalesarà un dovere assoluto controllareche tali investimenti non vadanosciupati  perché  direttamente  omeno provengono pur sempre dalnostro tessuto sociale fatto da im-prenditori, i loro dipendenti e piùampiamente dai contribuenti ingenere.

Anche Veronafiere sta guardan-do con interesse a tutto il mondoche circonda l’Expo e siamo certiche una buona riuscita dell’eventopotrà avere luogo solo nel momen-to in cui le parti in gioco saprannofare squadra, rendendo parte dellapartita le Istituzioni, il territorio coidistretti di eccellenza da cui è ca-ratterizzato, le aziende, i cittadinicome singole unità del nostro siste-ma economico.

Se così verrà fatto, l’Expo diven-terà uno specchio dell’Italia, ovverouna manifestazione dal corpo unicoma caratterizzato da diversità terri-toriali che sapranno rappresentarcial meglio.

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La nostra Re-gione si sta

muovendo inmaniera appro-priata?

Credo che laRegione del Ve-neto debba or-ganizzarsi  perinterpretare  il

ruolo di attore del nostro territorio:la nostra storia deve diventare ra-gione per lo sviluppo futuro e la Re-gione ha il compito di coordinare leiniziative dei diversi territori.

Noi, come Comitato Expo, conun ambito provinciale, abbiamo de-ciso di sviluppare il tema dell’acquaall’interno della tematica generaledell’Expo Milano 2015 “Nutrire il pia-neta, energia per la vita”. Venezia stain mezzo alla Laguna, come vie d’ac-qua e portualità sta all’incrocio delledirettrici europee e l’insieme di por-to, aeroporto e, tra poco ferrovia lafa diventare un’eccellenza dell’inter-modalità, con i grandi fiumi che sfo-ciano in laguna e, non ultimo, con ilMOSE (la più colossale opera di in-gegneria idraulica mondiale che saràultimata tra il 2014 e il 2015).  

Con quali modelli il Veneto può pro-porsi all’Expo 2015?

Produzione alimentare sosteni-bile significa tener conto dell’impo-verimento dei mari a causa del siste-matico saccheggio e, nel contempo,valutare e praticare alternative comel’itticoltura sia di valle che di mareaperto, di cui i veneti possono inse-gnare molto al mondo. 

Sempre in connessione all’acquache, lo ricordo, è vita, e quella dolcepotabile sarà il petrolio del terzo mil-lennio, ciò che possiamo proporresono forme di turismo sulle isole re-cuperate nell’architettura tradizio-nale, negli aspetti paesaggistici, diproduzione agricola con già in attoottimi esempi.  

Venezia stessa costituisce l’ec-cellenza per antonomasia, il vero eper certi versi assoluto punto di for-za, quantomeno del Nordest italia-no ed in generale del sistema pa-dano. Un attrattore che sta nell’im-maginario collettivo come una me-ta già nota, che ha fascino ed ora,con l’interconnessione aereo-navee con l’alta velocità anche ferrovia-ria che la fa diventare di fatto il veroe più completo hub turistico italia-

L’Expo, occasione per un turismo che valorizzi le potenzialitàdel territorio e delle produzioni tipiche locali

Laura FincatoPresidente delegata del Comitato Expo Venezia

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no. Peraltro giova ricordare che disuo il Veneto è la prima regione perpresenze turistiche del nostro Paesee che Venezia città e i litorali dellasua provincia ne rappresentano lafetta più significativa. Giusto perdare dei numeri, Venezia nel 2010ha registrato ben 23 milioni di pre-senze.

Quali ricadute concrete dall’Expo 2015per il Veneto?

Se sono 20 milioni le presenze au-spicate per l’Expo 2015 (maggio –ottobre), Venezia in un anno ne fagià 23 milioni: è chiaro che, se nonsi vuole la morte per mero calpestiodella città, notoriamente una dellepiù fragili al mondo, o diciamo “nograzie!” ai turisti che potrebbero ve-nire da Milano in occasione dell’Expo(cosa poco possibile perché chi ar-riverà da in capo al mondo non si ac-contenterà di vedere solo il Salone,ma già che c’è vorrà fare una capa-tina anche a Venezia che sta a un pa-io d’ore di treno) o gestiamo il pro-blema poiché, ovviamente succede-rà anche il contrario: una parte dei

turisti che programmano Veneziacoglieranno l’occasione di visitareMilano per l’Expo. Per poter gestirela sinergia tra la città lagunare e lacittà dell’Esposizione Universale, nonci rimane altra scelta - e questa se-condo me, è la vera opportunità chedovremo saper cogliere - di reinven-tarci un sistema turistico facendo siche  Venezia  divenga  il  centro  diun’articolazione di proposte  chespalmino i flussi su un comprensoriopiù vasto, che arrivi a Piove di Sacco,Adria e al Delta del Po, a Padova e aiColli Euganei, a Treviso e alle Collinedel Prosecco, a Belluno e alle Dolo-miti. Poi, dobbiamo strutturare pro-dotti turistici innovativi che affian-chino quelli tematizzati all’arte e aglieventi e che rappresentano poten-zialità latenti. Penso ad esempio allevalli da pesca, ai percorsi naturalisticilungo i fiumi, ai giardini storici e alleville, all’architettura e al paesaggiodel sistema idraulico del bacino sco-lante e al sistema delle bonifiche,allo stesso Mose, alle coltivazioniagricole e agli orti delle isole dellaLaguna Veneta.

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Il tema dell’Ex-po 2015 giusti-

fica una manife-stazione di que-sta portata?

Nutrire il pia-neta,  energiaper  la  vita.  Untema che trac-cia  i  valori  di

fondo dell’intero sviluppo economi-co poiché mette al centro del dibat-tito sulla crescita la sostenibilità. Sicresce, si innova, si produce, si fa bu-siness per costruire un mondo mi-gliore per le prossime generazioni.L’attività economica deve favorirelo sviluppo della vita, dare energiaappunto; si tratta di un tema cosìampio da giustificare lungamenteun’Expo: attorno all’energia ruotatutta l’attività di produzione e scam-bio di servizi del pianeta.

Alimentazione: a che punto siamo?Quali progressi sono stati fatti negliultimi anni?

Nell’alimentazione sono stati fattiprogressi enormi soprattutto per l’ac-cessibilità delle risorse, dato l’aumen-to esponenziale nella mobilità delle

merci, e per la sicurezza. La normativaitaliana sulla sicurezza agro-alimen-tare è una delle più stringenti, oltreche rispettate, e garantisce qualità egenuinità. All’estero c’è ancora moltoda fare su questo fronte, si tratta diuna sfida per tutti ma soprattutto perlo sviluppo delle aree depresse delpianeta. Nei prossimi anni, a fare daago della bilancia nella possibilità dinutrirsi, è brutto a dirsi, ma sarannoancora le speculazioni sui prezzi dellematerie prime agricole e sui prezzidell’energia, infatti il sistema econo-mico paga l’elevata capacità di scam-bio dei prodotti della terra. Da secoli,il prezzo delle materie prime è og-getto di speculazioni poco affini conla loro funzione e diffusione, così siarriva ad avere dei prezzi volatili il cuiriflesso cade sull’intera filiera agroa-limentare, sulle finanze aziendali esui prezzi al consumo.  Analogo ra-gionamento vale per  il  costo del-l’energia, sempre elevato, che si trattidi energia proveniente da fonti tra-dizionali, o di derivazione verde.

Quali contributi stiamo apportandoin tema di alimentazione come mem-bri dell’UE e Regione Veneto? Cosa pos-siamo fare ancora?

Progredire nel rispetto del pianeta

Alessandro BianchiPresidente di Unioncamere del Veneto

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Le colline e la pianura venete rap-presentavano la “dispensa” della Re-pubblica di Venezia cosicché dal-l’agricoltura, seguendo la tradizione,si è sviluppata una fiorente industriaagro-alimentare incentrata su pro-dotti del territorio. Dal vino all’orto-frutta, dalle marmellate ai dolci dellatradizione, dalla carne e gli insaccatial formaggio, a ciò si affianca un’ar-ticolata offerta eno-gastronomica eturistica. Le numerose filiere svilup-patesi in Veneto possono rappresen-tare senz’altro un modello di valo-rizzazione del sistema territoriale lo-cale, soprattutto se alimentate dallacontinua ricerca apportata delle Uni-versità. Un modello che va senzadubbio sostenuto e adeguatamentepromosso non solo dai singoli citta-dini ma anche dalle Istituzioni: la Re-gione Veneto in questo senso avràun ruolo cruciale. 

Con quali modelli il Veneto può pro-porsi all’Expo 2015 e quali ricadute cisaranno sul Veneto?

Le nostre filiere agroalimentarirappresentano senz’altro un impor-tante esempio, ma l’economia re-gionale è ricca di altre produzionisostenibili in settori nei quali, neglianni passati, l’impatto ambientale

era uno dei principali fattori di ri-schio, ad esempio la concia delle pellie la lavorazione del legno. Da annile imprese si sono organizzate perlo smaltimento e l’abbattimento del-le emissioni di sostanze inquinanti.Inoltre vi è stato un impegno moltoforte nell’impiego della tecnologiafotovoltaica e il sostegno apportatodalle nostre Università, con progettiincentranti sullo sviluppo sostenibile,è fondamentale. Ne è consapevoleanche Unioncamere del Veneto, im-pegnata a promuovere “Oltre il Pil”,un progetto nato in collaborazionecon l’Università Cà Foscari e la Re-gione Veneto. L’obiettivo è indivi-duare nuove modalità di valutazionedel benessere secondo un approcciomultidimensionale necessario pervalutare le priorità dei cittadini e mo-nitorare più equamente la qualità diun territorio, il tutto al fine di fornireun supporto analitico alle scelte stra-tegiche degli attori economici e del-le Istituzioni per formulare politichesostenibili in tema sociale, econo-mico, fiscale e ambientale. Ecco chepresentandoci al meglio delle nostrepotenzialità avremo una chance inpiù per crescere e superare la crisi,dando prova ancora della forza delnostro territorio.

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Quali possonoessere l’im-

patto e le ricadu-te dell’Expo 2015di Milano per ilVeneto e il Nord-Est?

Sicuramenteimportante, vi-sto  il  richiamo

che tale manifestazione riveste a li-vello mondiale. Un recente studiodella Bocconi stima da qui al 2020una produzione aggiuntiva nell’eco-nomia italiana, determinata dall’Ex-po, di 69 miliardi di euro, con un in-cremento di valore aggiunto di circa29 miliardi di euro e un’occupazioneannuale media di circa 61mila per-sone. Confindustria Veneto ha unproprio delegato per l’Expo, il Pre-sidente di Confindustria Verona, An-drea Bolla, e ha stabilito da tempodelle strette relazioni sull’Expo congli Industriali lombardi e Confindu-stria nazionale.

Come valuta il tema scelto per l’Expo2015?

Si è scelto il tema dell’alimen-tazione  e  della  biodiversità,  di

grande  importanza e, al  tempostesso, consente di aprire lo sguar-do su un ampio ambito legato allaqualità dell’ambiente e alla soste-nibilità. 

E’ stata lungimirante questa sceltase consideriamo come l’Expo 2015verrà subito dopo una crisi dell’eco-nomia mai così prolungata e pesan-te, a suo modo indice di una profon-da  trasformazione  dello  scenarioeconomico,  in  prospettiva,  di  uncambiamento delle abitudini e deglistili di vita anche di ognuno di noi. 

L’alimentazione assume natural-mente un ruolo strategico in que-sto nuovo approccio, nel quale so-no coinvolti comunque tutto l’as-setto produttivo, del vivere e deiconsumi. Se guardo all’industriaveneta, noto un profondo processodi riorientamento verso la culturadella sostenibilità e della riduzionedell’impatto ambientale mante-nendo prestazioni, qualità e, per-ché no, un valore aggiunto in de-sign e bellezza proprio del made inItaly, prerogativa che ci rende rico-noscibili in tutto il mondo. L’Expodi Milano sarà una vetrina di fon-damentale importanza anche perdare rilievo a quest’ultimo punto.

Expo 2015: un’occasione per Milano e per l’Italia intera

Alessandro Vardanega Presidente di Unindustria Treviso

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Con quali modelli il Veneto può pro-porsi all’Expo 2015?

La prossimità del Veneto con Mi-lano, sede dell’Expo 2015, consentenaturalmente di valorizzare molte-plici ambiti. Il più immediato è quel-lo turistico, con capitali della culturacome Venezia e Verona, note in tut-to il mondo, le Dolomiti, le spiaggedei nostri litorali, Padova, Vicenza,il lago di Garda, le colline del pro-secco e la Valpolicella, il Delta delPo solo per elencare i più noti. Vi èpoi l’offerta logistica, con i poli ae-roportuali di Venezia/Treviso e Ve-rona/Brescia, quella ricettiva, le ter-me. La parte del leone la faranno isettori gastronomico ed enologico,con i molti prodotti Dop, i vini Doce Docg, gli alimenti biologici. L’altonumero di visitatori atteso per l’Ex-po rappresenta un’irripetibile op-portunità per tutte le imprese ve-nete per potenziare le proprie rela-zioni internazionali e presentare leeccellenze di casa. Particolare at-tenzione ritengo sarà data al temadella sostenibilità, per la quale ab-biamo degli esempi di altissimo li-vello in molteplici ambiti. Anche inquesto caso l’elenco sarà solo par-ziale: la bioedilizia, le energie alter-

native, i nuovi materiali biocompa-tibili (dalle plastiche ai tessuti), gliimpianti di depurazione e natural-mente le molte aziende che opera-no nell’alimentazione, a livello in-dustriale come a livello artigianale,in rapporto sempre più stretto conil territorio e gli operatori del mondoagricolo. 

Come muoversi per valorizzare la pre-senza veneta all’Expo?

Il progetto Expo ha subito in pas-sato alcuni rallentamenti e incertez-ze ma sono certo che presto entre-remo definitivamente nella fase ope-rativa. La Presidenza di Diana Braccoè in tal senso una garanzia. 

E’ indispensabile che il Veneto, inmodo unitario e coordinato, stabi-lisca i termini del proprio contributoalla manifestazione così da poter es-sere pronti appena il cantiere del-l’Expo prenderà il via. Abbiamo, co-me detto, molto da offrire per il pie-no successo di questa manifestazio-ne, la quale non segnerà il successoper la sola Milano, ma per il Paeseintero se tutti ci presenteremo pre-parati all’occasione. Così facendo re-steremo ancora a lungo protagonistidell’economia.

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Il tema dell’Expo2015 giustifica

una manifesta-zione di questaportata?

L’alimenta-zione  e  l’am-biente  rappre-sentano i valorifondamentali e

nel contempo  imprescindibili dellavita. La  popolazione mondiale a fine2011 ha raggiunto la soglia dei settemiliardi. Di questi, un miliardo vive aldi sopra, non solo delle proprie pos-sibilità ma anche della stessa sosteni-bilità, mentre gli altri sei vivono al disotto e, tra questi, un bel po’ patisco-no letteralmente la fame. E’ quindinecessario e urgente un onesto con-fronto su scala globale. Altrimenti saràinevitabile che la bomba dell’instabi-lità dovuta a tale macroscopica ingiu-stizia, scoppierà tra le nostre mani,dato che siamo tra quelli che mangia-no almeno due volte al giorno. Si ag-giunga che la candidatura di Milanoè stata sostenuta e vinta con il deter-minante apporto dei voti dei Paesi invia di sviluppo, i quali nell’Italia rico-noscono un modello, all’interno delquale l’alimentazione è strettamente

correlata al territorio e alla capacitàdi saper trattare e valorizzare le pro-duzioni sia sulla piccola scala che suquella industriale: il Paese della dietamediterranea.

Alimentazione: a che punto siamo? Qua-li progressi sono stati fatti negli ultimianni? Come saranno i prossimi ?

Finalmente a livello italiano ed eu-ropeo ci si sta ponendo il problemadello spreco alimentare lungo la filiera:dalla produzione allo scaffale si stimauna perdita del 40%. Un dato impres-sionante su cui bisogna agire imme-diatamente perché ci pone prima ditutto un problema etico ma anche disostenibilità energetica.

Il tema del presente è la capacitàdi declinare l’alimentazione per il fu-turo per  le valenze che esprime inchiave energetica, culturale, ambien-tale, economica e di solidarietà. L’Exponella mia testa, rappresenta una gran-de occasione, ma anche un grande ri-schio: non si tratta di rappresentare“la fiera della caciotta!” con una visio-ne localistica. Lo sforzo dovrà esseredi coniugare la salvaguardia delle pe-culiarità e delle diversità di una regio-ne che dalle Alpi all’Adriatico è carat-terizzata da centinaia di microclimi e

La GDO del Veneto per il cibo come solidarietà e il territoriocome cultura

Enrico QuarelloResponsabile rapporti e attività sul territorio di Coop Adriatica

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biodiversità, con l’esigenza di offrirerisposte organizzate ed economie discala trovando una alleanza con lagrande distribuzione. Per sostenere,valorizzare e diffondere le eccellenzee così l’intero territorio.

Quali contributi – in tema di alimenta-zione – sono arrivati dall’Unione Euro-pea e dal Veneto? La nostra Regione sista muovendo in maniera appropriata?Può fare di più?

Dall’Europa ci sta arrivando una di-sposizione che avrà il compito di ri-durre se non di eliminare del tutto lospreco alimentare. Ma oltre alla di-spersione lungo la filiera, di cui ho rag-guagliato poco sopra sul numero, ealle differenze tra il nord e il sud delmondo, si sommano i problemi distri-butivi e quelli di scarso o nullo poteredi acquisto di parti consistenti di po-polazioni.  L’approccio  al  cibo  nondev’essere più circoscritto agli aspettitecnici, scientifici, dietetici, bensì este-so  a  quelli  culturali.  È  un  fatto  adesempio che un terzo dei nostri ra-gazzini siano sovrappeso e lo sianoprincipalmente per un’errata culturae un distorto rapporto con il cibo. 

Con quali modelli il Veneto può proporsiall’Expo 2015?

Il Veneto è di per se il modello. Eforse, la sede più appropriata per que-sto Expo sarebbe stata proprio Vene-

zia prima ancora di Milano, ma il suofragile equilibrio non lo avrebbe per-messo. Il Veneto e Venezia con la suamillenaria storia di traffici e contami-nazioni, di incroci e di tolleranza, dicoesistenza di culture tra di loro di-versissime, di popoli, scambi e com-merci, costituisce l’emblema storica-mente consolidato di una società conla sua economia aperte al mondo e al“foresto”. Perché è solo tra diversi chesi ingenera uno scambio. E lo scambioè sinonimo di crescita certamente cul-turale ma anche economica.

Quali ricadute concrete dall’Expo 2015per il Veneto?

Penso possano essere grandi maanche tutte da costruire e organizzare.Il Veneto potrebbe diventare un’op-portunità irrinunciabile per chi vieneall’Expo. Basti pensare a quanto sianoa portata di mano gioielli unici al mon-do, già fortemente nell’immaginariocollettivo, perciò facilmente comuni-cabili, come le città di Venezia e Ve-rona, la Laguna veneta e le Dolomiti.Basterebbe immaginare, ma compor-tandosi di conseguenza però, che ilcardo che traccia da Ovest a Est l’areaespositiva milanese, incrociandosi aldecumano, abbia metaforicamente aproiettarsi fino alla Laguna e sarebbecosa fatta. Ma ce l’avremo, noi sistemaeconomico e istituzionale veneto, taleimmaginazione e tale capacità di rea-lizzazione?   

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Il tema dell’Ex-po 2015 giusti-

fica una manife-stazione di que-sta portata?

I  temi  dellap r o d u z i o n eagricola  e del-l’alimentazionesono  fonda-

mentali, oltre che per la sopravvi-venza e il benessere della popolazio-ne, anche per la salvaguardia dellerisorse rinnovabili della terra: agri-cole, idriche, forestali, ittiche, mari-ne. Inoltre la produzione agricola haun notevole impatto sull’inquina-mento ambientale e sull’emissionedi C02. Tutti temi vitali che nell’Expo2015 troveranno un’amplificazionemondiale di cui dobbiamo approfit-tare, perché di questi temi più se neparla e meglio è.

A che punto siamo sul tema alimen-tazione? Quali progressi sono stati fattinegli ultimi anni? Come saranno i pros-simi anni?

Senza dubbio sono stati fatti deiprogressi. Esistono però ancora mol-tissime risposte che devono esseredate, prima tra tutte quella fonda-

mentale di sfamare una parte dellapopolazione che, ancora oggi, ed èuno scandalo, muore di fame. Riten-go che, per risolvere i problemi diproduzione agricola e di alimenta-zione di buona parte dei Paesi a bas-so  reddito,  sia  necessario  curaremaggiormente il rapporto “territo-riale” in quanto i problemi hannosempre un’origine locale e delle par-ticolarità legate a quel territorio. Ri-tornare alla terra di “casa nostra”,scegliendo di soddisfare i bisognidella popolazione di quei luoghi, concoltivazioni e allevamenti di prodottitipici del luogo, è a mio avviso il pri-mo passo per uscire dai problemicausati dalla “globalizzazione del-l’alimentazione”. 

Quali contributi in tema di alimenta-zione sono arrivati dall’Unione Euro-pea e dal Veneto? La nostra Regionesi sta muovendo in maniera appro-priata? Può fare di più?

L’allargamento dell’Unione Eu-ropea a 27 Paesi e la normativa del-la Politica Agricola Comunitaria invigore, hanno cambiato moltissi-mo lo scenario dell’agricoltura edell’industria alimentare. Si è cer-cato di valorizzare il territorio, pre-

Veneto, realtà flessibile sulla vetrina dell’Expo

Andrea RigoniPresidente di Rigoni di Asiago S.p.A.

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miando le eccellenze produttivecon le produzioni DOP, IGP e bio-logiche, accrescendo il valore dellaproduzione agricola creando unafiliera tra la produzione, la trasfor-mazione e il consumo dei prodottitipici sul territorio. Le norme in vi-gore sono tante e c’è bisogno difarle conoscere meglio per utiliz-zarle al massimo delle potenzialità,anche da parte delle autorità re-gionali con competenza in materia.Purtroppo le esigenze di sostegnoall’agricoltura, che è ancora oggil’anello debole della catena del va-lore dell’industria alimentare, fan-no fare sempre delle scelte di breveperiodo, che non aiutano a risol-vere i problemi strutturali del set-tore. La massima attenzione va ri-servata al consumatore e ai suoibisogni, che ritengo siano princi-palmente quelli della sicurezza ali-mentare: mangiare un prodottobuono e sano di cui ci si possa dav-vero fidare; mangiare un prodottoche contribuisca a mantenere inbuona salute il consumatore; man-giare un prodotto che sia “traccia-bile” e indichi l’origine di tutte lematerie prime che lo compongo-no; infine, ma non per importanza,mangiare un prodotto nato nel ri-spetto della natura.

Con quali modelli il Veneto può pro-porsi all’Expo 2015?

Il Veneto potrà eccellere proponendoal pubblico del 2015 il suo modello disviluppo agroalimentare basato sul le-game col territorio, il rispetto delle ri-sorse che questo ci offre, il connubio tratradizione e innovazione, perché l’unanon può mai escludere l’altra. Da questonascono le eccellenze di cui oggi parlia-mo con orgoglio e che domani sarannopresentate ai visitatori come il “succo”delle nostre produzioni. I nostri “saperi”provengono dalla nostra Storia e Ve-nezia è stata il centro che ha catalizzatotutte queste eccellenze, di cui oggi puòfare da “contenitore culturale”, per darvoce a tutto il territorio regionale. 

Quali ricadute concrete dall’Expo 2015per il Veneto?

Il tessuto economico e produttivodella nostra regione è costruito suimprese medio-piccole e l’estremaflessibilità che ne consegue è la no-stra forza e allo stesso tempo la no-stra debolezza. Aiutare queste realtàimprenditoriali a crescere in manierasana ed equilibrata contribuirà a mi-gliorare il benessere economico ditutta la popolazione veneta. Questoè quanto ci aspettiamo da un inve-stimento della portata dell’Expo.

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Il tema del-l’Expo 2015

giustifica unam a n i f e s ta -zione di que-sta portata?

L’Expo, co-me  di  con-

suetudine, sarà uno straordinarioevento  universale.  L’edizione  del2015 darà una grande visibilità al no-stro Paese e fungerà indiscutibilmen-te da polo di attrazione turistica. Iltema specifico sarà incentrato sulrapporto tra tradizione, creatività einnovazione, nel settore alimentare.Queste tematiche sono state sceltealla luce dei nuovi scenari globali, alcentro dei quali è ormai necessariocollocare il diritto ad una alimenta-zione sana, sicura e sufficiente pertutto il pianeta. Si tratta di argomentidi grandissima attualità, che coinvol-gono tutta la popolazione mondiale,e che personalmente ritengo di im-prescindibile interesse. 

Alimentazione: a che punto siamo? Qua-li progressi sono stati fatti negli ultimianni? Come saranno i prossimi anni?

Ogni giorno, in misura crescente,sentiamo parlare di educazione ad una

corretta alimentazione, per favorirenuovi e più salutari stili di vita, in par-ticolare per i bambini. Si tratta di agirecon l’obiettivo di formare mentalmen-te le persone, prevenendo le nuovigrandi malattie sociali della nostra epo-ca e valorizzando le pratiche che favo-riscono l’equilibrio fisico e psichico. 

Il fine ultimo che il mondo si deveporre come obiettivo dei prossimianni è quello di assicurare un’alimen-tazione sana e di qualità a tutti gli es-seri umani, per eliminare la fame, lasete, la mortalità infantile e la mal-nutrizione,  debellando  carestie  epandemie.

Tutti dovremo lavorare per colma-re il divario esistente tra paesi ricchie paesi poveri, contraddistinto da unconfronto schiacciante fra iperali-mentazione e malnutrizione. Per rag-giungere questo obiettivo, un ruoloimportantissimo lo avranno la ricer-ca, la tecnologia e le imprese dell’in-tera filiera alimentare, responsabilidel miglioramento delle caratteristi-che nutritive dei prodotti e, soprat-tutto, della loro conservazione e di-stribuzione.

Quali contributi – in tema di alimenta-zione – sono arrivati dall’Unione Euro-pea e dal Veneto? La nostra Regione si

Alimentare veneto, tradizione, creatività e innovazione

Marilisa AllegriniProduttrice vitivinicola della Valpolicella

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sta muovendo in maniera appropriata?Può fare di più?

Il Veneto si presenta all’appunta-mento di Expo 2015 con il patrimo-nio di un’agricoltura che ha pochieguali nel mondo per varietà e qua-lità. Le tradizionali colture estensive,le attività di allevamento, la produ-zione di formaggi, l’orticoltura, lafrutticoltura, il florovivaismo. A que-sto ingente patrimonio, una nota aparte spetta ovviamente al compartovitivinicolo che vede il Veneto pri-meggiare con una produzione qua-litativamente (e anche quantitativa-mente) molto importante.

Con quali modelli il Veneto può proporsiall’Expo 2015?

Il settore primario veneto, da unavetrina di prestigio come quella del-l’Expo 2015, può aspettarsi di farsiconoscere di più e meglio. Lo faràpresentando i propri prodotti di ec-cellenza, veri e propri gioielli, ma an-che svelando un modo di interpreta-re l’attività agricola e quella di im-presa in generale, che è strettamentelegato ad una concezione della vitaprofondamente umana, ove l’impe-gno nel lavoro e la capacità di aprirsial nuovo si uniscono ai nostri valoritradizionali. Sara’ necessario lavorarefin da ora per la realizzazione di una

serie di eventi annuali da tenere daqui fino al 2015 per rafforzare la col-laborazione fra province, coinvolgen-do le delegazioni e gli operatori deimercati stranieri più interessati a col-laborazioni con le aziende locali.

Quali ricadute concrete dall’Expo 2015per il Veneto?

L'evento, per il suo richiamo inter-nazionale, presenta una naturale pro-pensione per veder promosse stra-tegie comuni e collaborazioni istitu-zionali, generando ricadute positive.Da questo punto di vista, realtà comequella di Verona dovrebbero riuscirea fare sistema per valorizzare le pro-prie eccellenze storiche, turistiche,enogastronomiche. Expo 2015 rap-presenta un formidabile momentoper la  di concretizzazione di tuttauna serie si opportunità, volte a va-lorizzare le nostre bellezze: la Valpo-licella e il lago di Garda, come centridi un sistema di accoglienza, per unturismo aperto verso le nostre realtàaziendali e verso le incredibili risorseartistiche di cui la nostra Regione e’ricca. La grande forza dell'Expo saràquella di offrire una serie di oppor-tunità ai propri visitatori, che coin-volgano il territorio lombardo in pri-mis, ma anche le regioni e provincelimitrofe. Si tratta di un'occasione danon perdere.

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Abenguar-dare i te-

mi  dell’Expo2015 (produ-zioni  agroali-mentari, qualitàdel cibo e del-l ’ a m b i e n t e ,energia  rinno-vabile) sono gli

stessi che improntano il nuovo ciclodi programmazione della PoliticaAgricola Comune (PAC). L’agricoltu-ra sta tornando al centro delle at-tenzioni dei decisori a tutti i livelliperché sfamare il mondo è una sfidanon vinta, nonostante le promessedella Rivoluzione Verde e perché, nelcontempo, si sono aggiunte altreformidabili sfide: contenere gli effettidevastanti del cambiamento clima-tico (che colpirà maggiormente pro-prio i Paesi del Sud del mondo chenon hanno ancora vinto la sfida ali-mentare), conservare la biodiversità(dopo aver fallito l’ambizioso obiet-tivo di “fermare la perdita di biodiver-sità entro il 2010!”) e attuare la “tran-sizione energetica” in tempi rapidi.

L’agricoltura sta al centro di granparte di queste sfide e l’Expo 2015

sarà una grande occasione per mo-strare come il nostro Paese, deposi-tario di una millenaria cultura agri-cola che in tutte le epoche ha fattoda faro per il resto del mondo, pren-da di petto la sfida di “nutrire il pia-neta” offrendo percorsi di qualitàche implementano le dimensionidella salubrità del cibo, della conser-vazione dell’ambiente, della multi-funzionalità dei sistemi agro-fore-stali che lo producono.

Veneto Agricoltura da anni ha po-sto le “nuove sfide” (così come de-finite nell’Health Check della PACdel 2008) al centro della sua attivitàdi trasferimento dell’innovazione,mettendo a disposizione la comples-sa rete di aziende, centri, foreste,per mostrare come sia effettivamen-te possibile produrre efficientemen-te cibo di qualità migliorando nelcontempo  il  quadro  ambientale,conservando la biodiversità e pro-ducendo abbondante energia rin-novabile. Esemplari, da questo pun-to di vista, sono il progetto sull’OlioVegetale Puro attuato nell’AziendaPilota di Vallevecchia (feed and fooddal colza coltivato con tecniche diagricoltura conservativa) o i percorsi

Un’Esposizione Universale per ripensare una nuova Rivoluzione Verde

Giustino MezzaliraDirettore della Sezione Ricerca e Gestioni Agro-forestali di Veneto Agricoltura

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sul “Biogas fatto bene” (nel sensocodificato dal Consorzio ItalianoBiogas) che si stanno sviluppandoin diverse realtà, anche  alla lucedei risultati del progetto regionale“Riducareflui”.

La vera sfida, prima di tutto cul-turale, è quella di “ripensare la Ri-voluzione Verde”:  per  nutrire  ilmondo non ci si può più basaresolo su uno straordinario “Combi-nat” di genetica-chimica-mecca-nica: accanto al continuo ricorsoall’innovazione in questi campi ènecessario chinare il capo e porsi

con umiltà e spirito di osservazionedavanti ai saperi di coloro che permillenni hanno saputo costruire si-stemi armoniosi (si pensi solo allari-scoperta dei sistemi agro-fore-stali) ed alle fondamentali leggi del-la natura che, oltre ogni nostro de-lirio di potenza, ci indicano le stra-de che possiamo percorrere, entrolimiti oltre i quali sta solo la degra-dazione del suolo, la contamina-zione della biosfera, la perdita dibiodiversità e, in definitiva, la ridu-zione della capacità portante delnostro pianeta.

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Le tematichep r o p o s t e

dall’Expo  2015,che si sviluppanoattorno al filo con-duttore “Nutrire ilpianeta, energia perla vita”, non pote-

vano sfuggire a Europe Direct Veneto, spor-tello europeo di Veneto Agricoltura, che viha dedicato questo Quaderno, il 13° di unalunga Collana iniziata nel 2004. Con que-st’ultima iniziativa editoriale si è voluto in-fatti “ascoltare” la voce delle Istituzioni eu-ropee, nazionali e locali, del mondo pro-duttivo, accademico e dei media su una se-rie di argomentazioni che segneranno il fu-turo della nostra società.

Del resto, non poteva essere diversa-mente perché Europe Direct Veneto, attra-verso le sue numerose iniziative di informa-zione e animazione (pubblicazione di new-sletter, attività editoriali e di front-office,organizzazione di convegni, incontri nellescuole, videoconferenze, ecc.) si è sempreoccupato degli importanti temi che anime-ranno la prossima Esposizione Universale,e continuerà a farlo anche in futuro seguen-do i dibattiti che accompagneranno l’even-to, perseguendo così la sua mission di spor-tello informativo al servizio del territorio. 

Si ricorda che nei 27 Stati Membri del-l’Unione Europea sono attivi ormai da diversianni ben 500 sportelli di informazione della

Rete Europe Direct. Si tratta di un grandepatrimonio - per esperienza acquisita e ca-pacità operative - che la Commissione eu-ropea ha messo a disposizione della collet-tività. 500 Centri, di cui 49 presenti in Italia- e Europe Direct Veneto di Veneto Agricol-tura è uno di questi - che attraverso un’in-tensa attività di informazione e animazionesi pongono l’obiettivo di avvicinare i cittadinie le imprese all’Unione Europea, alle sue po-litiche e alle numerose opportunità offerte.

Grazie all’attività di questi sportelli, di-slocati presso strutture che la Commissioneeuropea ha ritenuto idonee a svolgere uncompito così importante, l’Europa risultaessere davvero a portata di tutti. Enti locali,associazioni, imprese, agricoltori, studenti,insegnanti e cittadini possono, infatti, tro-vare presso questi Centri informazioni utiliallo svolgimento della propria attività.

Europe Direct Veneto da oltre quindicianni opera al servizio del territorio regio-nale, in particolare di quello agricolo e ru-rale. Si tratta di un’importante opportunitàmessa al servizio non solo degli imprendi-tori agricoli ma di tutto il territorio ruraleveneto e del suo tessuto socio-economi-co-culturale. Dunque una sorta di finestraaperta sull’Unione Europea e le sue prin-cipali politiche - agricola, rurale, agroali-mentare, ambientale, dei consumatori, del-le energie rinnovabili, della pesca, ecc. -che quotidianamente sono oggetto di ana-lisi e divulgazione.

Comunicare l’Unione Europea in tempi di Expo

Renzo MichielettoVeneto Agricoltura – Ufficio Stampa e ComunicazioneEurope Direct Veneto

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Nutrire ilpianeta,

energie per la vi-ta:  lo  slogandella prossimaE s p o s i z i o n eUniversale  è

quanto mai azzeccato, anche perlo stretto collegamento con l’attua-lità. Da questo punto di vista è op-portuno domandarsi come una ini-ziativa importante, universale, qua-le questa, va a connettersi con lacrisi economica e finanziaria in atto.Una Expo in tempo di crisi? O ap-pena fuori dalla crisi? Quali gli sce-nari, se gli sforzi dell’Italia dovesserorisultare insufficienti? Merkel, Sar-kozy e Monti hanno ricordato cheil sentiero è ripido, e siamo in cor-data. Guai se qualcuno scivola. L’im-pegno Expo, significativo per risorseutilizzate, tanto economiche cheumane, può offrire un contributo,dare risposte in questa direzione?Sono questioni che nessuno credosia  interessato ad eludere. Sonoprovocazioni che interrogano le co-scienze migliori, e che richiamanotutti ad un “dovere” che potrebbeoffrire al nostro Paese ed al mondo

stimoli per la nascita di nuove risor-se intellettuali orientate a superarequel pensiero debole che ha carat-terizzato gli anni a cavallo tra que-sto e l’altro secolo. Anche il giorna-lismo è chiamato ad uno sforzo sup-plementare. Se è vero infatti che ilmondo dell’informazione rispondesempre più, non prontamente però,a logiche più spesso mercantili che“democratiche”, il nostro ruolo distrumenti di diffusione delle notiziee del sapere, nel caso di UNAGA, diquello dell’Agricoltura, dell’Ambien-te, delle Energie, ci richiama. A co-sa? A discernere, a individuare lecriticità di ipotesi che non tengonoconto di uno sviluppo equo e soli-dale. Dove non deve essere dimen-ticato che la mission dell’agricolturaè quella di produrre cibo per settemiliardi di persone, cibo di qualità;ma anche cibo che si innesta nellacultura locale e che permette nonsolo la crescita del corpo, ma dellepersone e delle comunità. Dove illavoro non è solo fatto tecnico; edove le produzioni agroalimentarisono il frutto riconosciuto di saperiantichi e nuovi, i cui colori e saporisono avvolti, pervasi, trattenuti e

Comunicare le peculiarità in un mercato globale

Mimmo VitaPresidente UNAGA, Unione Nazionale Associazioni Giornalisti Agricoltura Alimenta-zione Ambiente Territorio Foreste Pesca Energie Rinnovabili

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difesi nel paniere dei valori inalie-nabili sociali e umani. In questo sen-so  i giornalisti  italiani di UNAGA(www.unaganews.org), che ricordoè Gruppo di specializzazione dellaFNSI, già si stanno muovendo perorganizzare un grande meeting in-ternazionale di IFAJ, l’InternationalFederation of Agricoltural Journa-lists, ovvero i giornalisti di tutto ilmondo che si occupano del settoreprimario. La logica è quella di offrirea  loro,  i  primi  diffusori  presso  ilgrande pubblico dell’innovazione,spunti sugli scenari e le novità che

si propongono a breve, medio elungo periodo. Proporre anche  inuovi orientamenti alle produzioni,tanto agricole, quanto energetiche,che negli stili di vita. Individuarepercorsi virtuosi, dove il terminesviluppo  non  necessariamenteequivalga a consumo dell’ambien-te. Mostrando anche le buone pra-tiche attuate in Italia, un Paese doveè universalmente riconosciuta an-cora alta la qualità della vita. Expoallora diventa veramente occasionedi crescita universale, una esposi-zione che rimarrà nella storia.

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Vedo  l’occa-sione di Ex-

po 2015 come unagara di idee e di so-luzioni per uno svi-luppo solidale e per-tanto  sostenibile.Tale evento non po-teva capitare più a

proposito. Cosa sarà questa manifestazio-ne che nel titolo “Nutrire il Pianeta, Energiaper la Vita”  annuncia una mission già di perse rivoluzionaria? Ma soprattutto cosa pro-vocherà capitando in un tempo dove ci siimpone di cambiare il modello globale dellosviluppo? La considerazione è che il pro-getto, pur innovativo nelle sue linee guida,sia stato partorito dalla mentalità dello svi-luppo senza limiti. Che la crisi, tutt’altroche congiunturale capitata in questa fasedi preparazione, ne abbia di certo ridimen-sionato le aspettative. Che ciò che prenderàcorpo, comunque dovrà tener conto degliscenari possibili imposti dalla progressivadiminuzione delle tradizionali risorse a fron-te del vertiginoso aumento della popola-zione, in specie di quelle zone del mondodove attualmente si vive con poco se nonaddirittura viene sofferta una fame nera.

La crisi attuale dice a tutti che oramaianche a breve, barare non paga più. E poi-ché il mondo è una palla sempre più pic-cola da cui non si scappa e senza più pa-radisi fiscali sicuri, quando le cose si met-tono davvero male ci rimette anche chi

dalla sperequazione, dalla speculazionee dalle rendite di posizione lucra più co-piosamente.

Il Circuito Wigwam (www.wigwam.it),oggi presente in diciotto Paesi, nasce inVeneto nel 1972 e da quarant’anni pro-muove i  temi dello sviluppo solidale e so-stenibile. Anzi la sua mission è proprio ilperseguire, attraverso progetti finalizzati,l’affermazione della cultura dove sia ovvioe rappresenti una prassi quotidiana il darsiuna mano per migliorare continuamenteil capitale di natura e cultura che abbiamoricevuto: prestato dai nostri figli, come sidice, piuttosto che eroderlo o compromet-terne la capacità di produrre benefici.

Le conseguenze di questa crisi inizianoa farci toccare con mano effetti tutt’altroche rassicuranti ma anche intravvedere ri-medi che già si annunciano per voce di am-ministratori e opinion makers. Lo sloganche si debba smettere di allargare i capan-noni per sviluppare invece le teste la dicelunga per un territorio che l’urbanizzazioneselvaggia ha devastato, e non soltanto inrelazione al paesaggio. Ponendosi l’obbiet-tivo di trarre il maggior vantaggio dall’Expo2015 potrebbe essere che il Veneto riescaa mettere in campo proposte e modelli disviluppo che investano sulla migliore or-ganizzazione e valorizzazione delle propriepeculiarità operata dal capitale umano deiveneti che, storicamente, hanno dimostra-to capacità di lavoro ed inventiva. E’ questosolo che davvero farà la differenza.    

Expo 2015: il Veneto, per un nuovo modello di sviluppo planetario

Efrem TassinatoPresidente Associazione Italiana dei Clubs Wigwam

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Dopo  unaprima  fase

di critica verso l'Ex-po, vista come unamanifestazione or-mai anacronistica,le Associazioni Am-bientaliste si sonoorientate a cercaredi  suggerire  una

metodologia di  organizzazione del-l'evento che tenesse conto di pro-positive ricadute territoriali.

Il tema di Expo 2015, infatti, bensi presta a un coinvolgimento attivodell'ambientalismo. "Nutrire il piane-ta, energia per la vita" e' infatti il mottodi questa edizione milanese, che do-vrà quindi presentare esperienze po-sitivamente innovative  nel campodell'agricoltura e dell'energia soste-nibile. Italia Nostra, in particolare,ha proposto di mettere al centro diquesta edizione dell'Expo il temacentrale della agricoltura periurbana:ormai più della metà della popola-zione mondiale (e anche italiana) vi-ve in grandi città che si approvvigio-

nano di risorse alimentari a centinaiase non migliaia di chilometri di di-stanza. E’ importante quindi pro-porre una nuova agricoltura di pros-simità al servizio dei centri urbani,non solo per quanto concerne l'ali-mentazione, ma anche per il tempolibero, la fruizione di natura e pae-saggio, di cui l’ agricoltura e la fore-stazione possono essere attività'chiave di riqualificazione.

Italia Nostra si augura che l'Ex-po 2015 non diventi la solita ker-messe  per  rilanciare  inveceun'agricoltura insostenibile a basedi OGM. L'Expo sia piuttosto l'oc-casione per dare visibilità e spes-sore internazionali alle nuove po-litiche di "risparmio di suolo e dienergia", di restauro del paesaggioe  del  patrimonio  storico  rurale(con particolare attenzione all’edi-lizia rurale), e di ripresa, con nuovoslancio e risorse, di progetti di rea-le tutela delle reti ecologiche intutto il bacino della valle padanaattraverso gli strumenti della ReteNatura 2000. 

Expo 2015: rispetto del paesaggio come

risparmio di suolo e di energia

Maria Letizia PanajottiPresidente di Italia Nostra del Veneto

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Nei  prossi-mi  quat-

tro  decenni  laproduzione mon-diale di cibo do-vrà  aumentaredel 70% per sfa-mare una popola-zione stimata dipiù di nove miliar-

di nel 2050.A prima vista, questo non sembra

un obiettivo  impossibile da raggiun-gere  poiché tra il 1961 e il 2000 laproduzione di cibo è quasi triplicata,da 800 milioni di tonnellate a 2.2 mi-liardi di tonnellate, perché la Rivolu-zione Verde dell’agricoltura ha cam-biato il modo di coltivare in molteparti del mondo.

Ma l’approccio della  RivoluzioneVerde, basato su varietà di colture adalto rendimento, intenso utilizzo diagrochimica, irrigazione abbondantee tecniche moderne di gestione, nonsarà facilmente replicabile. E non èneppure auspicabile che lo sia.

Perché mentre la coltivazione in-tensiva ha contribuito a ridurre il nu-mero di persone denutrite, orientarelo sviluppo rurale e ridurre l’espan-

sione delle colture negli ecosisteminaturali, ha comportato costi am-bientali spesso troppo elevati.

In molti paesi, decenni di coltiva-zione intensiva hanno danneggiatoil terreno fertile e svuotato le faldeacquifere, provocando un aumentodi infestanti, danneggiando la biodi-versità e inquinando aria, suolo e ac-qua.

Allo stesso tempo, a tutt’oggi,  latecnologia della Rivoluzione Verdesta dando ritorni scarsi. L’aumentodel tasso di crescita dei maggiori ce-reali è in diminuzione e gli agricoltoriaffrontano una serie di sfide incro-ciate e senza precedenti: competi-zione crescente per terreno e acqua,aumento dei prezzi dei carburanti edei concimi e l’impatto del cambia-mento climatico. 

In breve, l’attuale paradigma dicoltivazione intensiva non può ri-spondere alle sfide del nuovo millen-nio. Il nuovo paradigma dell’agricol-tura introdotto dalla FAO è l’intensi-ficazione di colture sostenibili, chepuò essere riassunto nell’espressione“proteggere e crescere”.

Intensificazione sostenibile signi-fica un’agricoltura produttiva che

Proteggere e crescere,un nuovo paradigma per l’agricoltura del 21° secolo

Peter KenmoreDirettore Divisione Protezione e Produzione delle Piante della FAO

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conservi e migliori le risorse naturali.E che utilizzi un approccio ecosiste-mico che attinga dal contributo dellanatura per le questioni di crescita del-le colture e del terreno, regolazionedei flussi d’acqua, pollinazione e pre-dazione naturale degli infestanti eche applichi contributi esterni appro-priati nei momenti giusti e in giustamisura. Risparmi considerevoli pos-sono essere raggiunti riducendo l’uti-lizzo di energia e di agrochimica.

Sistemi di coltivazione basati sulconcetto "proteggere e crescere" of-frono produttività, benefici econo-mici ed ambientali. Una revisione del-lo sviluppo agricolo ha provato chel'agricoltura degli ecosistemi ha por-tato ad un aumento del raccolto me-dio di quasi l’80%. L'agricoltura con-servativa, che è alla base del concetto"Proteggere e crescere", è praticatain più di 100 milioni di ettari nel mon-do e contribuisce a mitigare il cam-biamento climatico attraverso l'im-magazzinamento di milioni di ton-nellate all'anno di carbone nel suolo.

L’SCPI (Sustainable Crop Produc-tion Intensification) rappresenta unasvolta importante da un modelloomogeneo di produzione agricolaad un modello intensivo e di cono-scenza, spesso in luoghi e sistemi dicoltivazione mirati. La sua applica-zione richiederà un supporto signi-ficativo agli agricoltori nel testarenuove pratiche e nell'adattare tec-nologie. I governi avranno bisogno

di rafforzare i programmi nazionaliper la conservazione di plant geneticresources, coltivazione delle piantee distribuzione delle sementi al finedi utilizzare varietà colturali miglioriche sono resistenti al cambiamentoclimatico e approcci partecipativiestensivi come scuole agrarie peraiutare gli agricoltori ad usare in mo-do più efficace nutrienti, acqua e im-put esterni.

Cambiamenti fondamentali sonoanche richiesti nelle strategie di svi-luppo agricolo. I politici devono prov-vedere a fornire incentivi per l’ado-zione di SCPI premiando un buon si-stema di gestione dei sistemi agrico-li-ecologici. I paesi sviluppati dovreb-bero supportare l’agricoltura inten-siva e sostenibile attraverso l’aumen-to considerevole di consulenti esternie di investimenti per l’agricoltura nelmondo in via di sviluppo.

L’agricoltura sostenibile e inten-siva da parte di piccoli proprietariè uno degli obiettivi strategici dellaFAO. Il nostro scopo nei prossimi 15anni è di assistere i paesi in via disviluppo affinché adottino politichee approcci di “proteggere per cre-scere”. I risultati saranno positivi intermini di miglioramento ambien-tale, di sicurezza alimentare mon-diale e aumento dei salari per le po-polazioni rurali perché garantirannouna crescita non solo più sostenibilema  anche  più  economicamentevantaggiosa.

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La prima Esposi-zione Universale

si tenne a Londra,nel 1851, con il ti-tolo:”La  grandeEsposizione  delleopere industriali ditutte  le  Nazioni”

(The “Great Exhibition of the Works of In-dustry of All Nations”), grazie all’iniziativadel consorte della Regina Vittoria, il prin-cipe Alberto, Presidente della Societàdelle Arti, ma allo stesso tempo fautoredelle scienze, il quale convinse i membridi tale Società, insieme ad industriali epolitici, che una grande esposizione pro-grammata per il 1850 “avrebbe dovutoessere ancora più grande ed internazio-nale1”. I visitatori che, tra il 1 maggio el’11 ottobre vi giunsero furono più di 6milioni, ed ebbero la possibilità di transi-tare su di una superficie di 10,4 ettari. Ipartecipanti, oltre ai numerosi paesi eu-ropei, furono Egitto e Tunisia, Stati Uniti,

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Il contributo dell’Expo al progresso culturale ed economico

di Vasco Boatto e  Federica Bianchin

“Un’Esposizione è una manifestazione che, qualunque sia il suo ti-tolo, si pone come principale obiettivo quello di educare il pubblico:essa può presentare i mezzi che l’uomo ha a disposizione per incon-trare i bisogni della civilizzazione, o dimostrare i progressi compiuti inuno o più rami dell’attività umana, oppure indicare le prospettive peril futuro”

1928, Convenzione di Parigi, Articolo 1

1 “Should be made yet larger, and international” (Lister, 1986)

Granada, ovvero l’antica colonia spagnoladel Nicaragua, Bolivia, Brasile, Santo Do-mingo, Cile, Messico, Cina, Persia, ovverol’attuale Iran, Turchia, oltre a numerosecolonie inglesi.

Il sito su cui si svolse l’Expo del 1851fu individuato nell’area sud di Hyde Park,dove venne edificato il “Crystal Palace”,opera di Joseph Paxton, un parallelepi-pedo costituito di elementi prefabbricatiin vetro ed acciaio. 

Questa prima Esposizione Universale,come le altre che la seguirono nel XIX° se-colo, celebrarono la rivoluzione industrialee furono orientate in modo particolarealla dimostrazione dei meccanismi pro-duttivi. Infatti, nella prima Expo del 1851fu esposta soltanto la produzione di tipoindustriale, che fece di essa un eventosimbolico che segnava la rapida diffusionedel processo dell’industrializzazione e delcapitalismo industriale non solo attraversol’Inghilterra, ma anche nelle sue colonie,in Francia e in Germania.

Storia ed importanza delle Esposizioni Universali

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Degne di nota sono due EsposizioniUniversali francesi ed una statunitenseche vennero organizzate in seguito. AParigi esse  si  tennero nel 1855 e nel1867. L’imperatore Napoleone III decretòche la successiva Esposizione quinquen-nale francese dovesse avere luogo, an-ziché nel 1854, nell’anno seguente, perospitare un’Esposizione Universale, laquale doveva includere anche le arti conun’importanza pari a quella assegnataalle opere industriali. Infatti, l’Expo lon-dinese aveva colpito i francesi per la to-tale mancanza d’interesse nei confrontidegli “importanti” aspetti culturali. LaFrancia, inoltre, introdusse delle carat-teristiche peculiari che indicano la mol-titudine di ruoli che questa Expo ha rap-presentato. Furono incoraggiati i consu-

di Vasco Boatto, Federica Bianchin

principale obiettivo quello di educare il pubblico: essa può presentare i

disposizione per incontrare i bisogni della civilizzazione, o dimostrare i progressi compiuti in uno

1928, Convenzione di Parigi, Articolo 1

La regina Vittoria inaugura la prima Expo ad Hyde Park, Londra, nel 1851

Storia ed importanza delle Esposizioni Universali

T

Presidente della Società delle Arti, ma allo stesso tempo fautore delle scienze, il quale convinse i

membri di tale Società, insieme ad industriali e politici, che una grande esposizione programmata

La regina Vittoria inaugura la prima Expo ad Hyde Park, Londra, nel 1851

mi con l’esposizione di beni di consumodurevoli. Inoltre, la Francia voleva dimo-strare una sicurezza nelle proprie tecno-logie e nella competitività dell’eventostesso, oltre a stimolare uno spirito di ri-conciliazione con l’Inghilterra, suo Paeseantagonista. 

L’Expo di Parigi del 1867, allestita inuna costruzione dal design innovativo,fu aperta al pubblico con una varietà disoggetti esposti, che andavano dall’in-dustria, all’arte, alle merci, alla “storiadel lavoro” ed una sezione, per la primavolta, dedicata ai “problemi sociali e mo-rali” (Luckhurst, 1951), introdotti dalcontributo di alcuni Sansimoniani2, comeFrederic Le Play e Jules Simon, che eranotra gli organizzatori dell’evento. QuestaExpo servì a glorificare l’Impero, attra-

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verso i simboli dell’autorità, della bene-volenza, del potere e del progresso.

L’Expo che si tenne a Philadelphia nel1876 (Centenal Exhibition of Arts, Manu-factures and Products of the soil and mine)segnò l’arrivo di questo grande eventonegli Stati Uniti, con delle differenze ri-spetto alle precedenti edizioni europee.Innanzitutto, questa Esposizione Univer-sale fu organizzata da soggetti privati an-ziché dallo Stato, con un sostegno stataleminore rispetto agli eventi d’oltremare.Essa, inoltre, fece iniziare la tradizione disponsorizzare un’esposizione in mododa contrastare gli effetti di una depres-sione economica o di un evento catastro-fico locale. Il sito individuato era una pa-lude: da questo momento in poi, l’orga-nizzazione delle Esposizioni Universaliavrebbe costituito un valido strumentoper una rivalutazione del territorio, at-traverso la bonifica di terreni acquitrinosi,trasformati in parchi, spesso situati nellearee periferiche di grandi città.

L’Esposizione di Parigi del 1889 è degnadi nota per essere stata l’occasione perla costruzione della Tour Eiffel, con l’ar-rivo di ben 32,5 milioni di visitatori edun costo totale di 41,5 milioni di franchi,pari a 6,3 milioni di euro, una cifra rag-guardevole all’epoca.

La superficie d’estensione era pari aben 271 mila metri quadrati e compren-deva, oltre alla Tour Eiffel, il Palazzo dellemacchine, il Palazzo delle industrie, il Pa-lazzo delle Arti con la Galerie Rappe etDesaix, padiglioni per la Direzione Ge-

2 Il Sansimonismo, che deve il nome al suo fondatore, il conte Henri de Saint Simon, è stato unmovimento socialista francese della prima metà del XIX Secolo, secondo il quale la società sa-rebbe stata guidata da industriali e scienziati che, grazie alle scoperte scientifiche e allo sviluppoindustriale, avrebbero garantito migliori condizioni di vita ai proletari.

nerale dei Lavori, padiglioni espositivicostruiti per i Ministeri ed il Comune diParigi, palazzi e padiglioni delle coloniefrancesi e dei protettorati, palazzi e pa-diglioni edificati per gli espositori fran-cesi, palazzi e padiglioni per gli espositoristranieri, parchi e giardini, fontane lumi-nose, il tutto lungo Champ des Mars, ov-vero il giardino pubblico di Parigi, Espla-nade des Invalides, Collines de Chailloted entrambe le rive della Senna.

Questo tipo di evento diviene, così, ilpretesto per la realizzazione di alcunedelle più importanti opere architettoni-che dell’epoca contemporanea.

Le Esposizioni successive, da quella diChicago del 1893, segnano l’ingressonella concezione di questi eventi di unnuovo ruolo: quello “educativo”, che siprefiggeva l’obiettivo di trasmettere alpubblico le conoscenze sull’evoluzionedella società industriale. Inoltre, l’Espo-sizione serviva da incipit per le nuove nor-me relative all’architettura ed alla piani-ficazione urbanistica.

Dal 1930 al 1960, avvenne un ulteriorecambiamento nell’organizzazione delleEsposizioni Universali: un connubio tratecnologia ed arte, in cui la tecnologiaveniva vista come una fonte di bellezzaartistica. I temi principali furono il cam-biamento ed il movimento, resi evidentidalla presenza massiccia dell’industriaautomobilistica. Nel contempo, in modoparticolare dall’Expo di New York del1939, si fece perno sul consumismo, incui l’“American way of life” veniva vista

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nei termini dell’“abilità individuale a con-sumare sempre maggiori quantità di og-getti materiali”, soprattutto perché que-sto tipo di comportamento, al di là delritorno economico, esprimeva la fiducianella natura della civiltà della macchine(Cusker, 1980).

Con lo sviluppo della società industriale

La Tour Eiffel e il Globe Céleste (Esposizione Universale del 1900)

fr

Eiffel, il Palazzo delle macchine, il Palazzo delle industrie, il Palazzo delle Arti con la Galerie

Rappe et Desaix, padiglioni per la Direzione Generale dei Lavori, padiglioni espositivi costruiti per

i Ministeri ed il Comune di Parigi, palazzi e padiglioni delle colonie francesi e dei protettorati,

palazzi e padiglioni edificati per gli espositori francesi, palazzi e padiglioni per gli espositori

stranieri, parchi e giardini, fontane luminose, il tutto lungo Champ des Mars, ovvero il giardino

pubblico di Parigi, Esplanade des Invalides, Collines de Chaillot, ed entrambe le rive della Senna.

La Tour Eiffel e il Globe Céleste (Esposizione Universale del 1900)

ed in modo particolare dei media,  leEsposizioni Universali perdono la lorofunzione educativa e di intrattenimento,lasciata al mezzo televisivo. Le forme ar-tistiche possono essere viste dal pubblicoin altri ambiti, come le gallerie d’arte e imusei. Gradualmente, inoltre, le Espo-sizioni Universali cessano di essere l’oc-

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casione per organizzare grandi congressie meeting (Benedict, 1983).

Altri autori (Walvis, Tiaco, 2004) vedo-no nell’Esposizione di New York del 1939la prima ad inaugurare l’era dello “scam-bio culturale”, che termina con l’Expo diVancouver del 1986.  I  temi di questieventi sono infatti fortemente basati sudi uno specifico argomento culturale esociale, indirizzandosi verso il futuro everso una visione “utopistica”. Le nuovetecnologie rimangono, ma sono secon-darie rispetto al dialogo interculturale. Ititoli di queste Expo sono, infatti: “Build-ing the world of tomorrow” (New York,1939), “Peace through understanding”(New York, 1964), “Man of his world”(Montreal, 1967), tra gli esempi.

L’Expo di Brisbane del 1988 segna l’ini-zio di un nuovo capitolo per questo tipodi eventi. Tale periodo viene definito na-tion branding (Walvis, Taco, 2004), inquanto i vari paesi sfruttano le Esposi-zioni Universali come vetrina per aumen-tare la propria immagine nei confrontidel mondo intero, attraverso l’allesti-mento dei padiglioni, che fungono davere e proprie campagne pubblicitarie. 

Le Expo odierne riassumono gli ele-menti tipici di tutte quelle che le hannoprecedute, in quanto presentano al pub-blico di tutto il mondo le nuove tecno-logie, i prodotti dell’industria, facilitanogli scambi culturali e promuovono l’im-magine degli Stati che vi partecipano.

L’Expo 2015, un’occasione unica per l’Ita-lia e il Veneto

Nel contesto attuale, di un mondo incontinua evoluzione, ci chiediamo qualesia il significato dell’Expo e quali riper-cussioni possa avere sul Paese che lo

ospita – l’Italia – ma anche sul mondointero, che sta fronteggiando una crisieconomica senza precedenti. 

Le Esposizioni Universali, come i grandieventi in genere, producono un impattosul Paese ospite che si riflette su diversisettori economici e sociali, incrementan-do i flussi turistici, i volumi d’affari, l’oc-cupazione, gli scambi culturali, il gettitofiscale per il Governo e gli Enti Locali, laprosperità del Paese in genere, trasmet-tendone all’esterno un’immagine posi-tiva. Sul fronte opposto, è opportunoconsiderare i costi che l’organizzazionedi un simile evento può comportare, an-che nel lungo termine, oltre alle riper-cussioni sul fronte della produzione edell’impatto ambientale. 

Questi ultimi due aspetti saranno con-tenuti dallo sviluppo sostenibile del sitoespositivo dell’Expo di Milano del 2015,che prevede delle strutture permanentiefficienti e sostenibili dal punto di vistaenergetico, delle strutture temporaneeprogettate con tecniche di Recycling eLife Cicle Assessment, con manufatti eco-sostenibili, che saranno riutilizzabili o ri-ciclabili alla fine dell’Expo, e la fornituradi energia attraverso smart grid connessecon fonti di approvvigionamento rinno-vabile. 

Il tema che sarà al centro di Expo 2015,ovvero “Nutrire il pianeta, energia per lavita” riassume in sé tali tematiche am-bientali, promuovendo gli aspetti legatialla sostenibilità ambientale e trasmet-tendo ai visitatori la conoscenza ripartitain due sottotemi principali: uno attinentel’area  scientifico–tecnologica,  che  siesprime nella scienza e tecnologia perl’agricoltura e la biodiversità, per la sicu-rezza e la qualità alimentare e nell’inno-

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vazione della filiera agro–alimentare; l’al-tro, relativo all’area socio–culturale, cheriguarda l’alimentazione e gli stili di vita,l’educazione e la cultura alimentare deidiversi Paesi partecipanti. Queste duearee intendono riferirsi ad un più ampiofronte, che abbraccia i temi della coope-razione e dello sviluppo. 

Da quanto se ne deduce, il tema è mol-to complesso, dal momento che i valoriche si vogliono trasmettere sono la re-sponsabilità dell’uomo nei confronti dellatrasformazione della natura che derivadalla sua necessità di nutrirsi, che si ri-percuote con effetti positivi o negativi aseconda di come avvengono queste tra-sformazioni – e di qui si può parlare di so-stenibilità ambientale o meno – e a se-conda di come egli si nutre – perciò siparla di educazione alimentare e di stilialimentari sani. In tale contesto diven-gono importanti gli allestimenti dei pa-diglioni degli Agro–ecosistemi e di Ca-scina Triulza, oltre alle serre bioclimatiche. 

La trasmissione di tutti questi valori alpubblico avviene secondo un program-ma ben definito, che va dall’attività edu-cativa presso le scuole e le università, alcoinvolgimento dei Paesi aderenti cheesporranno le best practices relativamen-te alla produzione e al consumo alimen-tare, delle aziende che presenteranno lesoluzioni innovative per una produzionesostenibile, al dibattito sui vari temi chesi baserà su conferenze e casi studio pertutta la durata dell’Expo e che è già statoavviato dal Forum Internazionale sullaSicurezza Alimentare e l’Agro–biodiver-sità, che si è svolto a Milano il 18 e 19novembre 2010. A completamento diquesto programma, si inserisce la par-tnership con la FAO, che includerà la pro-

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gettazione di attività in comune, su temiquali i legami alimentari sostenibili traaree urbane e agricole ed il ruolo del set-tore privato nella promozione di una pro-duzione alimentare sostenibile.

Un’indagine dell’Università Bocconi diMilano ha valutato le ricadute economi-che di Expo 2015 sull’Italia, stimando,per il decennio 2010 – 2020, un valoreaggiunto totale di circa 29 miliardi di eu-ro, con un incremento sul PIL di circa lo0,2% annuo. Gli effetti sul PIL, perciò,non saranno solo contemporanei o pre-cedenti all’evento, ma si registrerannoanche negli anni successivi ad esso. 

La stessa indagine ha studiato inoltrel’impatto sulla condizione occupazionaledel Paese, valutando intorno ai 61 milaposti di lavoro per il medesimo decennio,considerando l’occupazione diretta, in-diretta e indotta dall’evento, con la pre-visione di un picco nel triennio antece-dente ad esso e degli effetti sul lungotermine. 

Lo stesso gettito fiscale generato dal-l’Expo è stato stimato pari a circa 11,5miliardi di euro, di cui 7,3 di imposte di-rette e 4,2 di imposte indirette.

Inoltre, da un’analisi dell’Ufficio StudiFIMAA di Milano emergono le ricadutepositive sul settore turistico, con un nu-mero di visitatori che  andranno da unminimo di 15 ad un massimo di 25 mi-lioni, di cui circa il 30% stranieri (fonte:Expo 2015), ipotizzando un tasso di oc-cupazione alberghiero netto nel periododell’Expo pari all’85%.

Un altro studio, che ha valutato l’im-patto sul commercio internazionale delPaese che ha ospitato un’EsposizioneUniversale (Sada, 2010) ha dimostratoche vi è un effetto sulle esportazioni,

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pari ad un incremento del 14%, e chequesto effetto è permanente, agendosulla struttura commerciale del Paeseospitante. Non solo: vi sarebbe, in as-sociazione, un incremento delle impor-tazioni pari al 22%, in modo anch’essopermanente,  dimostrando  comel’ospitare  un’esposizione  universalecomporti  un’apertura  dell’economiadel  Paese  ospite,  incrementando  icommerci tra quest’ultimo ed il restodel mondo, sia in entrata, sia in uscita.Ciò  sarebbe  da  imputare  non  tantoall’attività infrastrutturale ed organiz-zativa correlata all’evento in sé, quantoad un vero e proprio segnale politico eistituzionale che lancia o riafferma unPaese nel panorama economico inter-nazionale. 

La sola candidatura può essere consi-derata come un elemento positivo le-gato alle capacità e alle risorse del Paesecandidato e uno strumento che serve afar conoscere al mondo il suo rinnovatoslancio economico. 

Questi elementi indicano quanto siaimportante  l’Expo  2015  non  solo  perMilano, ma anche per l’Italia e il mondointero, in particolare in una congiunturaeconomica e di mercato difficile comequella attuale. Il fronte politico e istitu-zionale, tuttavia, deve ritrovare la com-pattezza che ha portato alla vittoria lacandidatura di Milano, e che sembra infase di disgregazione. Soltanto in talemodo l’Italia riuscirà a sfruttare appienoquesta occasione unica e a trovare unavalida opportunità per uscire dalla crisi.

In  relazione  al  tema  di  Expo  2015

3  Al 31 dicembre 2011 il numero di prodotti agroalimentari DOP del Veneto riconosciuti era pari a17, quello degli IGP 18 (Fonte: Regione Veneto, Unità di Progetto Tutela Produzioni Agroalimentari)

(“Nutrire il pianeta, energia per la vita”) ilVeneto è un esempio di gestione effi-ciente dello spazio rurale, che garanti-sce un’elevata qualità della vita, graziead una produzione agroalimentare cheannovera  alcune  fra  le  eccellenze  ita-liane conosciute in tutto il mondo, tracui i vini, che, con 26 DOC, 12 DOCG e10 IGT rappresentano uno dei punti diforza dell’economia veneta, con un cre-scente successo commerciale sui mer-cati  esteri,  i  formaggi,  come  l’AsiagoDOP, i prodotti ortofrutticoli, tra i qualiil noto Radicchio di Treviso IGP3, le carni,i salumi, i prodotti da forno dell’area ve-ronese. 

La Regione gode di una prestigiosa at-tività di ricerca, sostenuta da numerosicentri, come l’Università degli Studi diPadova,  il  Centro  Interdipartimentaleper la Ricerca in Viticoltura ed Enologiadi Conegliano e gli importanti poli cul-turali costituiti dall’ateneo Veronese eda Ca’ Foscari di Venezia.

Il Veneto fonda le sue radici in una tra-dizione storica ed artistica che ha tra lesue  massime  espressioni  le  ville  palla-diane, inserite in un contesto paesaggi-stico che attrae turisti da tutto il mondo,tanto che il settore del turismo ha saputoresistere bene alla crisi, con 6,7 milioni diarrivi e 22,5 milioni di presenze nel primosemestre 2011, rispettivamente pari a unincremento del 10,2% e del 6,4% rispettoallo stesso periodo del 2010. 

Il Veneto, con le sue ricchezze stori-che, culturali, enogastronomiche non sidimostra chiuso nei confronti degli ele-menti sociali deboli del contesto locale

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ed  internazionale,  in  particolare  del-l’Africa e del  Sud America.  Infatti, nelterritorio  regionale  sono  presenti  nu-merose  associazioni  non  governativecensite  dal  sistema  appositamentecreato  dalla  Regione  e  dall’Universitàdegli Studi di Padova in cooperazionecon  l’Unesco,  attraverso  la  creazionedella Cattedra per i Diritti Umani, di De-mocrazia e di Pace. 

Già nel 1988 la Regione aveva adot-tato una prima Legge (Legge regionale30 marzo 1988, n.18), denominata “In-terventi regionali per la promozione diuna cultura di pace”, con cui si  impe-gnava ad operare nel settore della pro-mozione dei diritti umani, della culturadella pace e della cooperazione interna-zionale. Questa Legge fu poi sostituitadalla vigente Legge regionale 16 dicem-bre 1999, n. 55 “Interventi regionali perla promozione dei diritti umani, la cul-tura di pace,  la  cooperazione allo  svi-luppo  e  la  solidarietà4”.  La  politica

4  Nell’Art. 1 si legge: […] La Regione del Veneto riconosce la pace e lo sviluppo quali diritti fonda-mentali della persona e dei popoli, in coerenza con i principi della Costituzione italiana e del di-ritto internazionale che sanciscono la promozione dei diritti dell’uomo e dei popoli, delle libertàdemocratiche e della cooperazione internazionale”.

organica che è scaturita da queste nor-mative è stata successivamente portataavanti  con  la  collaborazione  attiva  dienti e operatori, perfezionando l’infra-struttura regionale in materia di dirittiumani, pace, cooperazione decentratae solidarietà internazionale (da: CentroInterdipartimentale di Ricerca e Servizisui Diritti della Persona e dei Popoli, Uni-versità degli Studi di Padova).

L’Expo 2015 si presenta, così, comeun’occasione imperdibile non solo perMilano e  l’Italia, ma anche per  il Ve-neto  che,  forte  del  suo  patrimoniopaesaggistico, culturale e agroalimen-tare, può comunicare ai Paesi del pa-norama internazionale un messaggiodi collaborazione e contribuire a for-nire al mondo elementi di tradizione einsieme di innovazione, non solo nelcomparto agroalimentare, ma anchedelle energie rinnovabili e delle risorsedel territorio, impegnandosi nel pro-muovere interventi di cooperazione.

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Collana “Europe Direct Veneto” – Quaderni pubblicati

• La revisione di medio termine della PAC (2004)

• Allargamento dell’Unione Europea – L’agricoltura nei dieci nuovi Paesi (2004)

• Allargamento dell’Unione Europea – Allargamento e agricoltura (2004)

• Allargamento dell’Unione Europea – Il settore agro-alimentare italiano e veneto di fronteall’allargamento (2005)

• Allargamento dell’Unione Europea – Lo stato dell’integrazione (2006)

• Il risveglio del dragone – Cina: opportunità e minacce per il settore agricolo e alimentareitaliano (2006)

• Dove porta la riforma della PAC (2007)

• Agricoltura e agro-alimentare: due mondi a confronto. I legami tra Unione Europea eNuovo Mondo (2007)

• Il futuro dell’Africa. Il ruolo dell’agricoltura e della cooperazione dell’Unione Europea nellosviluppo del continente africano (2008)

• La riforma delle OCM fino alla OCM Unica (2009)

• Lo stato dei negoziati agricoli nel Doha Round del WTO (2009)

• Dalla Health Check alla PAC dopo il 2013 (2010)

• Obesità, carenza di cibo, sicurezza alimentare. La sfida della nuova PAC (2010)

Finito di stampare nel mese di dicembre 2011

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