nuovogranogennaiofebbraio2011

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ANNO XIX - N. 1 - Poste Italiane SpA - Spedizione in abb. postale - D.I. 353/2003 (conv. in L. 7/02/04 n. 46) art 1, comma 2, dcb Milano - GENNAIO 2011 DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE VIA RIPAMONTI, 37/A 20136 MILANO - TELEFONO 02/5829871 Questa legge è una vittoria dell’Italia intera perchè il nostro Paese ha dimostrato di essere leader in Europa in tema di sicurezza alimentare avendo avuto il coraggio di legiferare laddove invece l’Europa, ancora troppo distante dai cittadini, ha trovato sempre il modo di impantanarsi perpetuando di fatto gli interessi delle lobby degli affari. Per tutti noi si tratta di un passo avanti nella democrazia economica e nei diritti dei consumatori, ed è, quindi, sentito e doveroso il nostro ringraziamento a tutti coloro - soci, associazioni, cittadini, esponenti politici - che hanno permesso di vincere questa battaglia. Sappiamo che un ulteriore e decisivo impegno servirà a far sì che la legge venga applicata bene e velocemente; aspro, infatti, potrebbe essere il confronto con una UE che rema ancora contro, e poi i soliti portatori insani di interessi proveranno di certo a rimettersi di traverso. Ma noi saremo a monitorare, a sollecitare, a denunciare, ci saremo con quel senso di responsabilità proprio di una forza sociale come Coldiretti che ogni giorno, e sempre di più, si sente impegnata ad arricchire di futuro il nostro Paese. E’ infatti una nostra vittoria che premia la costanza e la determinazione con la quale, in questi anni, abbiamo sostenuto una denuncia forte e una proposta coerente ampiamente condivisa dalla gente. Lo abbiamo fatto presidiando le nostre frontiere e I primi prodotti che saranno interessati dal provvedimento appena approvato sono salumi, formaggi e pomodoro L’etichetta d’origine è legge “Una vittoria per valorizzare il lavoro delle nostre imprese contro il finto Made in Italy” Iniziativa realizzata con il contributo di Regione Lombardia Direzione Generale Agricoltura Suini italiani sicuri, ma pagati poco Latte, la sfida del prezzo con i progetti di Bruxelles per contratti e mercato SERVIZI A PAG. 5 mettendo a nudo le inquietanti anomalie che vi abbiamo riscontrato; lo abbiamo fatto esternando con coraggio la nostra indignazione di fronte al susseguirsi delle troppe emergenze alimentari; lo abbiamo fatto contrastando con forza la sfacciata supponenza degli affaristi del finto made in Italy; lo abbiamo fatto resistendo al boicottaggio di chi ha ripetutamente agitato la tagliola della competenza europea per fermare tutto. Questa legge è una vittoria per i cittadini e per i consumatori che potranno finalmente sapere da dove viene ciò che mangiano e scegliere italiano, perche l’agricoltura italiana e il cibo vero italiano sono i più controllatati, i più sicuri e i più apprezzati al mondo. E’ una vittoria per le nostre imprese agricole che potranno far riconoscere il valore del proprio lavoro e della propria qualità e contrastare la concorrenza sleale di chi vende per italiano ciò che di italiano non ha neppure l’incarto. E’ una vittoria per la filiera agricola italiana, ma anche per le industrie e la distribuzione italiana che vorranno valorizzare il vero made in Italy quale leva competitiva esclusiva per fronteggiare i mercati interni ed internazionali. E’ una vittoria - per la politica italiana tutta, perche la legge è stata votata all’unanimità da tutti i partiti e da tutti i parlamentari, e questo fa onore a un Paese che generalmente è diviso su ogni cosa e che ha, invece, ritrovato l’unità proprio su una norma dove è in gioco la corretta informazione ai consumatori e la difesa della trasparenza. Sergio Marini Presidente Coldiretti Mentre la Germania è in fibrilla- zione per lo scandalo dei mangimi alla diossina, in Italia i consumatori sono protetti dallo scrupolo con cui i nostri allevatori tutelano la salute dei loro animali e dei consumatori, con controlli periodici da parte del- le Asl e con una cura nella scelta dei componenti della razione ali- mentare che non ha eguali al mon- do. Purtroppo però il settore suinico- lo nazionale, metà del quale con- centrato in Lombardia, sta soffrendo ormai da mesi di una cro- nica depressione dei prezzi di vendi- ta che non permette alle stalle di fare fronte ai costi. Una situazione che la Coldiretti giudica insostenibi- le e che è influenzata anche dalle forti importazioni di carne dall’este- ro che poi finisce per essere usata per prosciutti e salumi con nomi ita- liani. Una confusione dalla quale adesso ci si potrà difendere grazie all’etichetta di origine. SERVIZIO A PAG. 4 SERVIZI ALLE PAGINE 2 e 3 Il Presidente Marini alla manifestazione del Brennero

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ANNO XIX ­ N. 1 ­ Poste Italiane SpA ­ Spedizione in abb. postale ­ D.I. 353/2003 (conv. in L. 7/02/04 n. 46) art 1, comma 2, dcb Milano ­ GENNAIO 2011DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE VIA RIPAMONTI, 37/A 20136 MILANO ­ TELEFONO 02/5829871

Questa legge è una vittoriadell’Italia intera perchè il nostro Paeseha dimostrato di essere leader inEuropa in tema di sicurezza alimentareavendo avuto il coraggio di legiferareladdove invece l’Europa, ancoratroppo distante dai cittadini, hat r o v a t o s e m p r e i l m o d o d iimpantanarsi perpetuando di fatto gliinteressi delle lobby degli affari. Pertutti noi si tratta di un passo avantinella democrazia economica e neidiritti dei consumatori, ed è, quindi,s e n t i t o e d o v e r o s o i l n o s t r oringraziamento a tutti coloro - soci,associazioni, cittadini, esponenti politici- che hanno permesso di vincerequesta battaglia. Sappiamo che unulteriore e decisivo impegno servirà afar sì che la legge venga applicatabene e velocemente; aspro, infatti,potrebbe essere il confronto con unaUE che rema ancora contro, e poi isoliti portatori insani di interessiproveranno di certo a rimettersi dit raverso. Ma noi saremo l ì amon i to ra re , a so l lec i ta re , adenunciare, ci saremo con quel sensodi responsabilità proprio di una forzasociale come Coldiretti che ognigiorno, e sempre di più, si senteimpegnata ad arricchire di futuro ilnostro Paese. E’ infatti una nostravittoria che premia la costanza e ladeterminazione con la quale, in questianni, abbiamo sostenuto unadenuncia forte e una propostacoerente ampiamente condivisadalla gente. Lo abbiamo fattopresidiando le nostre frontiere e

I primi prodotti che saranno interessati dal provvedimento appena approvato sono salumi, formaggi e pomodoro

L’etichetta d’origine è legge“Una vittoria per valorizzare il lavoro delle nostre imprese contro il finto Made in Italy”

Iniziativa realizzata con il contributo diRegione Lombardia

Direzione Generale Agricoltura

Suini italiani sicuri,ma pagati poco

Latte, la sfida del prezzocon i progetti di Bruxellesper contratti e mercato

SERVIZI A PAG. 5

mettendo a nudo le inquietantianomalie che vi abbiamo riscontrato;lo abbiamo fatto esternando concoraggio la nostra indignazione difronte al susseguirsi delle troppeemergenze alimentari; lo abbiamofatto contrastando con forza lasfacciata supponenza degli affaristidel finto made in Italy; lo abbiamofatto resistendo al boicottaggio di chiha ripetutamente agitato la taglioladella competenza europea perfermare tutto. Questa legge è unavittor ia per i c i t tadini e per i

c o n s u m a t o r i c h epotranno finalmentesapere da dove viene ciòche mangiano e sceglierei t a l i a n o , p e r c h el’agricoltura italiana e ilcibo vero italiano sono ipiù controllatati, i più sicurie i più apprezzat i almondo. E’ una vittoria perle nostre imprese agricolec h e p o t r a n n o f a rriconoscere il valore delproprio lavoro e dellap r o p r i a q u a l i t à ec o n t r a s t a r e l aconcorrenza sleale di chivende per italiano ciò chedi italiano non ha neppurel’incarto. E’ una vittoria perla filiera agricola italiana,ma anche per le industriee la distribuzione italianache vorranno valorizzare ilvero made in Italy qualeleva competitiva esclusiva

per fronteggiare i mercati interni edinternazionali. E’ una vittoria - per lapolitica italiana tutta, perche la leggeè stata votata all’unanimità da tutti ipartiti e da tutti i parlamentari, equesto fa onore a un Paese chegeneralmente è diviso su ogni cosa eche ha, invece, ritrovato l’unitàproprio su una norma dove è in giocol a c o r r e t t a i n f o r m a z i o n e a iconsumatori e la difesa dellatrasparenza.

Sergio MariniPresidente Coldiretti

Mentre la Germania è in fibrilla-zione per lo scandalo dei mangimialla diossina, in Italia i consumatorisono protetti dallo scrupolo con cuii nostri allevatori tutelano la salutedei loro animali e dei consumatori,con controlli periodici da parte del-le Asl e con una cura nella sceltadei componenti della razione ali-mentare che non ha eguali al mon-do. Purtroppo però il settore suinico-lo nazionale, metà del quale con-c e n t r a t o i n L o m b a r d i a , s t a

soffrendo ormai da mesi di una cro-nica depressione dei prezzi di vendi-ta che non permette alle stalle difare fronte ai costi. Una situazioneche la Coldiretti giudica insostenibi-le e che è influenzata anche dalleforti importazioni di carne dall’este-ro che poi finisce per essere usataper prosciutti e salumi con nomi ita-liani. Una confusione dalla qualeadesso ci si potrà difendere grazieall’etichetta di origine.

SERVIZIO A PAG. 4

SERVIZI ALLE PAGINE 2 e 3

Il Presidente Marini alla manifestazione del Brennero

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2 - Il Nuovo Grano Gennaio 2011Speciale Etichettatura

Circa un terzo (33 per cento)della produzione complessiva deiprodotti agroalimentari venduti inItalia ed esportati, per un valore di51 miliardi di euro di fatturato, deri-va da materie prime importate,trasformate e vendute con il mar-chio Made in Italy, in quanto la le-gislazione, sino ad oggi, lo consen-tiva, nonostante in realtà esse po-tessero provenire da qualsiasi pun-to del pianeta. E’ quanto emergedalle anticipazioni del rapportoColdiretti/Eurispes divulgate in oc-casione dell’approvazione definiti-va della legge salva Made in Italysull’obbligo di indicare la prove-nienza degli alimenti in etichettache la maggiore organizzazioneagricola italiana ed europea hafesteggiato con un migliaio di agri-coltori in piazza Montecitorio con ilpresidente nazionale Sergio Mari-ni. Gli inganni del finto Made inItaly sugli scaffali riguardano - riferi-sce la Coldiretti - due prosciutti sutre venduti come italiani, ma pro-venienti da maiali allevati all’este-ro, ma anche tre cartoni di latte alunga conservazione su quattroche sono stranieri senza indicazio-ne in etichetta, oltre un terzo dellapasta ottenuta da grano che nonè stato coltivato in Italia all’insapu-ta dei consumatori, e la metà del-le mozzarelle che sono fatte conlatte o addirittura cagliate stranie-re. L’approvazione della legge po-ne fine ad un grave inganno nei

confronti dei produttori italiani edei consumatori che attribuisconogrande importanza alla prove-nienza degli alimenti: per quasi unitaliano su quattro (23 per cento) ilcibo italiano dal campo alla tavo-la vale almeno il doppio con dueitaliani su tre (65 per cento) che so-no disponibili a pagare dal 10 percento in su, secondo l’indagineColdiretti-Swg. La fiducia nel Madein Italy rispetto al prodotto stranieroè del 91 per cento per gli alimenti,del 66 per cento per i vestiti, del 55per cento nei mobili, del 49 percento per la cosmetica, del 39 pergli utensili, del 26 per auto e motori-

ni e del 18 per l’elettronica e cre-sce nel 2010 in tutti i settori. La su-periorità del Made in Italy alimen-tare è attribuita al rispetto di leggipiù severe, alla bontà e freschezzae alla garanzia di maggiori control-li.

La fiducia accordata alle pro-duzioni agricole italiane è giustifi-cata dal primato nei controlli conoltre un milione tra le verifiche e leispezioni effettuate sul Made inItaly alimentare nel 2010, secondoil Presidente della Coldiretti SergioMarini. Tra Agenzie delle Dogane,Nas dei Carabinieri, Istituto Con-trollo Qualità, Capitanerie di Porto,

Corpo Forestale e Carabinieri del-le Politiche Agricole, Asl, ai quali siè aggiunta l’attività degli organi-smi privati, sono stati effettuati nel2010 - secondo la Coldiretti - oltreun milione di controlli sul Made inItaly, a garanzia delle imprese edei consumatori. Una garanziache - precisa la Coldiretti - ha con-sentito di far conquistare nel 2010 ilprimato nella sanità e nella sicurez-za alimentare, con un record del99 per cento di campioni regolaridi frutta, verdura, vino e olio, conresidui chimici al di sotto dei limiti dilegge. Nel nostro Paese si trova unterzo delle imprese biologiche eu-ropee e un quarto della superficiebio dell’Unione, superando il milio-ne di ettari. L’agricoltura italianavanta inoltre la leadership nei pro-dotti tipici con 214 prodotti a de-nominazione o indicazione di origi-ne protetta riconosciuti dall’Unio-ne Europea, senza contare le 4511specialità tradizionali censite dalleregioni. Ma il Made in Italy a tavolaè anche - conclude Coldiretti -l’emblema nel mondo della dietamediterranea che è stata ricono-sciuta dall’Unesco anche per ilmodello nutrizionale ormai univer-salmente riconosciuto fondamen-tale ai fini del mantenimento diuna buona salute e che si fonda suuna alimentazione basata su pro-dotti locali, stagionali, freschi di cuil’Italia è particolarmente ricca.

I primi prodotti ad essere etichet-tati sulla base della nuova legge sa-ranno le conserve di pomodoro sot-to il pressing dell’import cinese, i lat-tiero caseari, a partire dal latte alunga conservazione e formaggi, ela carne suina e i salumi e le salsicce.Lo rende noto la Coldiretti, sulla ba-se dell’ordine del giorno approvatodal Parlamento, dopo aver prepa-rato e servito una salsiccia lunga ol-tre 100 metri nella piazza antistantePalazzo Montecitorio per festeggia-re la definitiva approvazione allaCamera della legge sull’etichetta-tura obbligatoria di tutti i prodotti ali-mentari con parlamentari e rappre-sentanti Istituzionali. Assieme al presi-dente Sergio Marini e ad oltre un mi-gliaio di agricoltori della Coldiretti laperformance norcina “Made inItaly” da Guinness è stata gustatadal ministro dell’Agricoltura Gian-carlo Galan, dal presidente dellaCommissione Agricoltura della Ca-mera, Paolo Russo, dal presidentedella Commissione Agricoltura delSenato, Paolo Scarpa Bonazza Buo-ra, Alfonso Andria, Viviana Becca-lossi, Teresio Delfino, Antonio Di Pie-tro, Sebastiano Fogliato, ColombaMongello, Alfonso Pecoraro Scanio,Leana Pignedoli, Ermete Realacci,Marco Reguzzoni, Fedele Sanciu,mentre il Governatore del Veneto,Luca Zaia, tra i firmatari della legge,ha espresso telefonicamente la suavicinanza all’iniziativa. L’iniziativa èdegli allevatori di maiali dellaColdiretti che dalla provincia di Rietihanno fatto allestito la gigantescamacinata di carne di maiale da in-saccare in piazza, garantita contro irischi della diossina dalla Germania.Sono stati necessari - sottolinea laColdiretti - ben 80 chilogrammi dicarne da inserire in una matassina dibudello vegetale di circa 100 metri.Tre rotoli di spago hanno poi con-sentito la legatura che ha dato vitaa più di mille salsicce. Il risultato èstato compiuto grazie al lavoro di

numerosi giovani della Coldirettiche sulla maglia gialla portavano lascritta “Gli italiani lo fanno meglio!”.Una sorta di “certificazione” fai date del lavoro italiano su un prodottorigorosamente italiano (i maiali sonostati allevati in una azienda zootec-nica Coldiretti di Magliano Sabina)in attesa che la garanzia venga di-rettamente dalle istituzioni. Per la su-persalsiccia sono occorsi oltre allacarne di maiale, sale, pepe quantobasta e qualche bicchiere di vino. Ilrisultato finale, suggestivo a vedersi,ha espresso il suo meglio quando lesalsicce sono state collocate su unamegagraticola che ha iniziato benpresto a inondare piazza Montecito-rio di effluvi invitanti. Ai parlamentarie ai rappresentati delle Istituzioni e ainumerosi cittadini che hanno soste-nuto l’iniziativa della Coldiretti sono

stati distribuiti centinaia di panini.L’iniziativa è stata anche l’occasio-ne per far conoscere ai cittadini icontenuti della legge sull’etichetta-tura approvata che colloca l’Italiain una posizione da leader a livelloeuropeo nella trasparenza dell’in-formazione e nella difesa dei consu-matori. “Non vogliamo fare polemi-ca, ma questa nuova emergenzacozza clamorosamente con la iner-zia comunitaria, riaffermata ancorapochi giorni fa con la contrarietà(esclusa Italia e pochi altri paesi) auna etichetta obbligatoria europeacon l’origine degli alimenti in quan-to, bontà loro, sarebbe lesiva dellalibera concorrenza” ha affermato ilresidente della Coldiretti, Sergio Ma-rini, nel precisare che “secondo l’Uedunque con una chiara etichettatu-ra lederemmo gli interessi commer-

ciali di quei ‘delinquen-ti’ che fabbricano ali-menti zootecnici conolio bruciato di motori,ovvero del mercato diquella carne, quel lattee quelle uova che av-velenano le nostre ta-vole e uccidono le no-stre imprese oneste”.Bel modo di tutelare iconsumatori europei edi interpretare i valoridel libero mercato. Maevidentemente questiultimi aspetti poco con-tano per la Ue delle lob-by e degli interessi, quel-le lobby e quegli interes-si che conosciamo be-ne in quanto anche inItalia hanno cercato dibloccare la nostra leg-ge sull’etichettatura.Una legge che ci siamofatti in casa e che ciaspettiamo arrivi velo-cemente ad essere ap-provata. Oggi più chemai la nostra legge na-

zionale rappresenterebbe infatti unpunto a favore della civiltà e dellademocrazia, ma anche un chiaromonito alla Ue: quando forze sociali,consumatori e cittadini fanno squa-dra è possibile sconfiggere le lobbye far vincere la gente, quando è ingioco la salute e la sicurezza di ciòche mangiamo si deve agire subitoe non darsi tre anni per pensarci su,come vuole fare l’Europa. Ecco per-ché - ha sostenuto Marini - dobbia-mo approvare la nostra legge italia-na e dobbiamo applicarla subitoanche a costo, se necessario, diaprire un contenzioso con l’Ue. Pe-raltro-– conclude la Coldiretti – va ri-cordato che sono già tre i prodottiper i quali è obbligatoria l’etichetta-tura di origine per effetto di una nor-mativa nazionale: latte fresco, pas-sata di pomodoro e carne di pollo.

Ma continua il braccio di ferro con le lobbies europee contrarie alla trasparenza sui prodotti

Al via con formaggi e salumiInsieme al pomodoro saranno i primi prodotti ad essere etichettati

E’ finita la festa per il falso Made in Italy, basta inganni sui veri prodotti dei nostri territori

Un terzo dei prodotti agroalimentari deriva da materie prime importate

I falsi ci rubano 50 miliardi di euro all’anno

Allarmi alimentaripersi in 10 anni5 miliardi di euro

Se l’emergenza mucca paz-za ha portato l’obbligo di indi-care in etichetta l’origine dellacarne bovina nel 2002 e l’avia-ria nel 2005 quella della carnedi pollo, per arrivare all’esten-sione per legge a tutti i prodottialimentari ci sono voluti oltredieci anni (risale al 13 gennaio2001 il primo caso di muccapazza) e perdite stimate in 5 mi-liardi dovute alle psicosi gene-rate nei consumi dagli allarmisanitari come quello scoppiatoin Germania con effetti negativianche sugli allevatori italiani dimaiali. E’ quanto afferma il Pre-sidente della Coldiretti SergioMarini e in occasione dell’ap-provazione definitiva della leg-ge salva Made in Italy sull’obbli-go di indicare la provenienzadegli alimenti in etichetta conmigliaia di agricoltori dellamaggiore organizzazione agri-cola italiana ed europea inpiazza Montecitorio per soste-nere e festeggiare, anche conla preparazione e la degusta-zione di una salsiccia di centometri per i parlamentari e rap-presentanti delle istituzioni pre-senti.

Si tratta di una misura impor-tante per la sicurezza alimenta-re con il moltiplicarsi di emer-genze sanitarie che si diffondo-no rapidamente in tutto il mon-do per effetto degli scambi, co-me nel caso del latte alla mela-mina proveniente dalla Cina ol’olio di girasole dall’Ucraina.L’attenzione all’origine del pro-dotto è evidenziata dal fattoche ben il 97 per cento degli ita-liani ritiene che dovrebbe esse-re sempre indicato il luogo di al-levamento o coltivazione deiprodotti contenuti negli alimen-ti, secondo l’indagine Coldiretti/Swg.

L’etichettatura si è conferma-ta anche nell’emergenza diossi-na dalla Germania come unostrumento di rassicurazione im-portante nell’evitare un effettopsicosi nei consumi come si eragià dimostrata efficace nei pre-cedenti allarmi sanitari sullamucca pazza per la carne bovi-na e per l’aviaria in quella dipollo, con i consumi che si sonoripresi solo dopo l’introduzionedell’obbligo di indicare la pro-venienza in etichetta. Uova,carne di pollo, latte fresco infattinon hanno risentito di un calonegli acquisti a differenza deisalumi, mozzarelle, carne dimaiale e dei formaggi, per iquali l’etichettatura non era ob-bligatoria. Infatti era pieno dicontraddizione il quadro nor-mativo sull’indicazione in eti-chetta l’origine degli alimentiche era obbligatorio per il lattefresco, ma non per quello a lun-ga conservazione, per la carnebovina e di pollo e non perquella di coniglio e di maiale,per la frutta fresca, ma non perquella trasformata o per i suc-chi. Circa la metà della spesa ri-maneva anonima nonostante ilpressing della Coldiretti avesseportato all’obbligo di indicarevarietà, qualità e provenienzanell’ortofrutta fresca, dal 1 gen-naio 2002 per la carne bovinasotto l’effetto mucca pazza, al-l’arrivo dal primo gennaio 2004del codice di identificazione perle uova, all’obbligo di indicarein etichetta, a partire dal primoagosto 2004 il Paese di origine incui il miele è stato raccolto, dal-l’obbligo scattato il 7 giugno2005 di indicare la zona di mun-gitura o la stalla di provenienzaper il latte fresco, all’etichettadel pollo Made in Italy per effet-to dell’influenza aviaria dal 17ottobre 2005, all’etichettatura diorigine per la passata di pomo-doro a partire dal 1 gennaio2008 che è divenuta obbligato-ria dal 1 luglio 2009 anche perl’extravergine di oliva.

Le industrie straniere ci vogliono rubare anche il pesto, adesso lo fanno pure in Tailandia

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Con l’approvazione della legge“Disposizioni in materia di etichetta-tura e di qualità dei prodotti alimen-tari” da parte della CommissioneAgricoltura della Camera si conclu-de un iter che ha visto oltre dieci an-ni di impegno della Coldiretti assie-me alle associazioni dei consumatoriper assicurare la trasparenza diquanto si porta in tavola. E’ quantoha affermato il presidente dellaColdiretti Sergio Marini in occasionedella seduta della Commissione agri-coltura della Camera per l’approva-zione definitiva della legge salvaMade in Italy sull’obbligo di indicarela provenienza degli alimenti in eti-chetta che la maggiore organizza-zione agricola italiana ed europeaha festeggiato con la preparazionedi una salsiccia di 100 metri in PiazzaMontecitorio da offrire a rappresen-tanti istituzionali e parlamentari dimaggioranza ed opposizione.

L’articolo centrale della legge è ilnumero 4 sull’etichettatura dei pro-dotti alimentari. Vi si prevede che -sottolinea la Coldiretti - al fine di assi-curare ai consumatori una completae corretta informazione sulle caratte-ristiche dei prodotti alimentari com-mercializzati, trasformati, parzial-mente trasformati o non trasformati,nonché al fine di rafforzare la pre-venzione e la repressione delle frodialimentari, è obbligatorio, nei limiti esecondo le procedure stabilite, ripor-tare nell’etichettatura di tali prodotti,oltre alle indicazioni di cui all’articolo3 del decreto legislativo 27 gennaio1992, n. 109, e successive modifica-zioni, l’indicazione del luogo di origi-ne o di provenienza e, in conformitàalla normativa dell’Unione europea,dell’eventuale utilizzazione di ingre-dienti in cui vi sia presenza di organi-smi geneticamente modificati(OGM) in qualunque fase della ca-tena alimentare, dal luogo di produ-zione iniziale fino al consumo finale.Per i prodotti non trasformati - conti-nua la Coldiretti - il luogo d’origine ri-

guarda il paese di produzione. Perquelli trasformati dovranno essere in-dicati il luogo dove è avvenuta l’ulti-ma trasformazione sostanziale e illuogo di coltivazione o allevamentodella materia prima agricola preva-lente utilizzata. Entro sessanta giornidall’approvazione della legge do-vranno essere emanati decreti inter-ministeriali da parte del Ministero del-

lo Sviluppo economico e di quellodelle Politiche Agricole, sentite le or-ganizzazioni maggiormente rappre-sentative a livello nazionale nei setto-ri della produzione e della trasforma-zione agroalimentare e acquisiti i pa-reri delle competenti Commissioniparlamentari, con cui verranno defi-nite le modalità per l’indicazione ob-bligatoria, nonché le disposizioni re-

lative alla tracciabilità dei prodottiagricoli di origine o di provenienzadel territorio nazionale. Con gli stessidecreti - evidenzia la Coldiretti - sa-ranno definiti, relativamente a cia-scuna filiera, i prodotti alimentarisoggetti all’obbligo dell’indicazionenonché il requisito della prevalenzadella materia prima agricola utilizza-ta nella preparazione o produzione

dei prodotti. Chi immette in com-mercio prodotti privi dell’indicazioned’origine rischia una sanzione fino a9.500 euro.

La legge sottolinea anche all’arti-colo 5 che le informazioni relative alluogo di origine o di provenienzadelle stesse materie prime sono ne-cessarie al fine di non indurre in erro-re il consumatore medio e l’omissio-ne delle stesse costituisce praticacommerciale ingannevole. In que-sto modo si assicura lo stop alle prati-che commerciali sleali nella presen-tazione degli alimenti per quanto ri-guarda la reale origine geograficadegli ingredienti utilizzati. Il testo pre-vede che - ha sottol ineato laColdiretti - l’origine degli alimenti do-vrà essere prevista obbligatoriamen-te in etichetta e non potrà essereomessa anche nella comunicazionecommerciale, per non indurre in er-rore il consumatore. Niente più pub-blicità al succo di arancia con le im-magini della Sicilia se viene utilizzatoquello proveniente dal Brasile, comepurtroppo spesso avviene. O anco-ra, niente pubblicità alla mozzarellecon le immagini del Golfo di Napolise provengono dalla Germania co-me è successo per quella diventatablu.

All’articolo 2 della stessa legge - ri-leva la Coldiretti si introduce anche ildivieto di inserire il nome di formaggiDop nell’etichetta delle miscele diformaggi. Il nome potrà compariresolo tra gli ingredienti e a patto chela presenza di formaggio Dop nonsia inferiore al 20 per cento della mi-scela. La legge contiene anche altriprovvedimenti che - conclude laColdiretti - vanno dalla promozionedi contratti di filiera e di distretto a li-vello nazionale all’istituzione di un Si-stema di qualità nazionale di produ-zione integrata, fino all’introduzionedell’obbligo per gli allevatori di bufa-la di rilevare il latte prodotto giornal-mente per assicurare la piena tra-sparenza ai consumatori.

Ogm ed origine alimenti in etichetta e stop alla pubblicità che crea confusione sulla reale provenienza di quello che portiamo in tavola

Ecco la nuova legge anti inganniVittoria di Coldiretti, degli agricoltori e dei consumatori dopo una battaglia di oltre dieci anni

Speciale EtichettaturaGennaio 2011 Il Nuovo Grano ­ 3

La grande manifestazione di Coldiretti davanti alla sede della Regione Lombardia a Milano per ribadire il rispetto delle regole e la necessità di una corretta etichettatura dei prodotti

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4 - Il Nuovo Grano Gennaio 2011Territorio

Diossina, una cortina di sicurez-za per proteggere gli allevamentie i consumatori italiani. “Da noi èda sempre tutto strettamente con-trollato” commenta Marco Lunati,lodigiano, componente del consi-glio nazionale dell’Associazionedegli allevatori di suini, dopo che ilministro tedesco all’agricoltura IlseAigner ha annunciato che la Ger-mania adotterà misure più rigideper verificare la salubrità di mangi-mi e stalle. “In Italia lo facciamoda anni” aggiunge l’allevatore ita-liano.

Oltre a conservare i campionidel foraggio, ogni due o tre mesi inmedia ci sono verifiche sui mangi-mi, l’acqua e la salute dei capi installa. “Ai macelli vengono poi ese-guiti altri controlli per scongiurare lapresenza di antibiotici, metalli pe-santi, diossina, arsenico, anaboliz-zanti e decine di sostante poten-zialmente pericolose” spiega Giu-seppe Granata, 63 anni, veterina-rio dell’Asl di Lodi, provincia dellaLombardia dove si trovano alcunidei più importanti macelli italiani edove si lavorano oltre 200 mila ani-mali all’anno. “Solo nel nostro terri-torio – aggiunge Granata – faccia-mo 700 prelievi nell’arco dei 12 me-si su diversi parti della carcassa, disolito con 5 campionature per pre-lievo”. Le verifiche riguardano tutti:dai bovini ai suini, dai conigli ai polli.

“I nostri animali sono fra i più con-trollati al mondo – spiega Lunati,che per i suoi maiali ha costruitoanche un impianto di condiziona-mento dell’aria per tenerli al caldod’inverno e al fresco d’estate – Mai prezzi di vendita non rispecchianoil lavoro che facciamo sul frontedella sicurezza”. I suini sono quotatiin media un euro e 22 centesimi alchilo contro un costo che sfiora, inalcuni casi, l’euro e 40 al chilo. Sugliallevatori italiani pesa - stima laColdiretti Lombardia - un buco da150 milioni di euro. “La metà inLombardia dove c’è quasi il 50%dei capi a livello nazionale” spiegaLuigi Simonazzi, responsabile eco-nomico della Coldiretti di Milano eLodi.

“Per questo per noi l’etichettatu-ra d’origine è fondamentale sia dalpunto di vista economico che di si-curezza alimentare – spiega CarloFranciosi, Presidente della Coldirettidi Milano e Lodi – sarebbero trac-ciate anche le carni estere usateper salami e prosciutti fuori dal cir-cuito Dop, i produttori italiani po-trebbero quindi valorizzare meglio iloro prodotti e i consumatori avreb-bero la possibilità di scegliere più li-beramente senza pensare di com-prare cose che paiono italiane eche invece non lo sono. E lo stessodiscorso si può estendere a molti al-tri alimenti.”.

Coldiretti: con le nuove regole sull’etichetta basta inganni su salumi e prosciutti esteri spacciati per Made in Italy

Sicurezzaalta,maprezzi troppobassiQualità e controlli negli allevamenti di suini italiani, però le quotazioni non coprono neppure i costi

Enzo PaglianoDIRETTORE RESPONSABILE

DIREZIONE E AMMINISTRAZIONEVia Ripamonti 37/A

Milano ­ Tel. 02/5829871 (r.a.)

RedazioneFabio Bonaccorso

Registrazione Tribunale di Milanon. 83 dell’8/02/1992

Hanno collaborato a questo numero:Marco Lunati, Adriano Cislaghi,

Andrea Repossini

Progetto grafico e impaginazionePMP Srl ­ Lodi

FotografieArchivio “il Cittadino”

StampaSigraf spa ­ Treviglio (BG)

AssociatoUnione StampaPeriodica Italiana

Nuova faseper il vero

Made in ItalyScatta l’ora della verità per

salami, formaggi, latte a lungaconservazione, prosciutti, bre-asole, ma anche marmellate econserve, verdura sottolio osottaceto, pane e pasta. “Conl’approvazione della leggesulla nuova etichetta d’origineper i cibi che portiamo in tavo-la si apre una nuova fase per iconsumatori e per i produttoriitaliani – afferma Carlo Fran-c i o s i , P r e s i d e n t e d e l l aColdiretti Milano e Lodi – dopodieci anni di battaglie controlobbies di ogni tipo, riusciremoa garantire un’informazionetrasparente sugli alimenti ven-duti in Italia, compresi quelliche magari sono fatti con pro-dotti che arrivano in tutto o inparte dall’estero”. Gli ultimidati disponibili dicono peresempio che da gennaio asettembre 2010 in Italia sonostati importati più di 300 milaquintali di suini vini e oltre 7 mi-lioni e mezzo di quintali di carnisuine fresche, congelate e la-vorate. L’anno scorso, al Bren-nero, durante la protesta dellaColdiretti, sono stati intercetta-te migliaia di cosce per pro-sciutti dalla Danimarca e dal-l’Olanda dirette nelle provincedi Lecco e di Milano, oltre adecine di cisterne con latte te-desco e austriaco destinatenel Cremonese, nel Mantova-no, nel Varesotto e nel Milane-se. Mentre il Lodigiano custodi-sce alcune delle più importantibasi logistiche per lo smista-mento dei prodotti alimentariesteri. In Lombardia ogni annosi importano dalla Germania12 milioni di quintali fra latte eformaggi pari al 30 per centodel totale italiano, che supera i40 milioni di quintali.

Sulla Gazzetta Ufficiale n. 282 del2.12.2010 è stato pubblicato il De-creto Legislativo 26 ottobre 2010 n.200 di attuazione della Direttiva2008/71/CE relativa all’identificazio-ne e registrazione dei suini. Sull’ar-gomento avevamo già anticipatoun osservatorio il 22 novembre scor-so. Il testo pubblicato sulla GazzettaUfficiale contiene alcune novità ri-spetto alle bozze precedenti perquanto riguarda le seguenti tempi-stiche:1. compilazione del registro di cari-co e scarico: tutte le informazionidevono essere registrate nel registroaziendale entro 3 giorni dall’evento,ad eccezione delle nascite e deidecessi che possono essere registra-

ti entro 30 giorni dall’evento (la pre-vigente normativa prevedeva chele movimentazioni e le morti fosseroessere registrate entro 3 giorni dal-l’evento e le nascite entro 15 giorni);2. registrazione delle consistenze inBDN: la registrazione in BDN del to-tale annuo delle nascite e dei de-cessi deve essere effettuata entro il31 marzo. Da registrarsi inoltre, sia laconsistenza totale dell’allevamentorilevata il 31 marzo e corrispondentea quanto riportato sul registro di ca-rico e scarico relativamente ai suinipresenti di età superiore ai 70 giorni,sia il numero dei riproduttori quandopresenti (specificando il numero diverri, scrofe e scrofette) dal primointervento fecondativo;

3. registrazioni in BDN tramite perso-na delegata: i soggetti eventual-mente delegati dall’allevatore (adesempio ASL, CAA, APA, ecc.) do-vranno effettuare le registrazioni inBDN entro 5 giorni lavorativi dallacomunicazione.Si ricorda che una disposizione pre-vede l’estinzione delle suddettesanzioni nel caso in cui, nel corso delprimo accertamento presso l’alle-vamento, l’autorità sanitaria rileviche le violazioni possono essere sa-nate, garantendo una sicura identi-ficazione degli animali (in tal caso,l’autorità prescrive al detentore de-gli animali le misure necessarie perregolarizzare la situazione entro untermine massimo di 15 giorni).

AGGIORNAMENTI SULL’ANAGRAFE SUINA Sulla Gazzetta Ufficiale n. 282 del 2.12.2010 è stato pubblicato il Decreto Legislativo 26 ottobre 2010 n. 200 di attuazione della Direttiva 2008/71/CE relativa all’identificazione e registrazione dei suini. Sull’argomento avevamo già anticipato un osservatorio il 22 novembre scorso. Il testo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale contiene alcune novità rispetto alle bozze precedenti per quanto riguarda le seguenti tempistiche:

1. compilazione del registro di carico e scarico: tutte le informazioni devono essere registrate nel registro aziendale entro 3 giorni dall’evento, ad eccezione delle nascite e dei decessi che possono essere registrati entro 30 giorni dall’evento (la previgente normativa prevedeva che le movimentazioni e le morti fossero essere registrate entro 3 giorni dall’evento e le nascite entro 15 giorni);

2. registrazione delle consistenze in BDN: la registrazione in BDN del totale annuo delle nascite e dei decessi deve essere effettuata entro il 31 marzo. Da registrarsi inoltre, sia la consistenza totale dell’allevamento rilevata il 31 marzo e corrispondente a quanto riportato sul registro di carico e scarico relativamente ai suini presenti di età superiore ai 70 giorni, sia il numero dei riproduttori quando presenti (specificando il numero di verri, scrofe e scrofette) dal primo intervento fecondativo;

3. registrazioni in BDN tramite persona delegata: i soggetti eventualmente delegati dall’allevatore (ad esempio ASL, CAA, APA, ecc.) dovranno effettuare le registrazioni in BDN entro 5 giorni lavorativi dalla comunicazione.

Pertanto, si riporta nel seguito lo schema delle sanzioni e dei relativi obblighi, aggiornato in base alle nuove tempistiche:

OBBLIGO SOGGETTO OBBLIGATO

SANZIONE AMMINISTRATIVA PECUNIARIA

Registrazione dell’azienda presso il Servizio Veterinario della ASL competente per territorio (entro 20 giorni dall’inizio dell’attività)

Responsabile legale dell’azienda

Da 5.000 € a 30.000 € , salvo che il fatto costituisca reato

Comunicazione al Servizio Veterinario della ASL della variazione dei dati aziendali e dell’allevamento o la cessazione dell’attività (entro 7 giorni dalla variazione)

Detentore Da 500 € a 3.000 € , salvo che il fatto costituisca reato

Mancato rispetto degli obblighi di identificazione degli animali

Detentore Da 150 € a 600 € per ogni capo non regolarmente identificato, salvo che il fatto costituisca reato

Rimozione, sostituzione, modifica del mezzo di identificazione, senza preventiva comunicazione all’autorità competente

Chiunque Da 1.000 € a 6.000 € per ogni capo, salvo che il fatto costituisca reato

Mancata istituzione del registro aziendale di carico e scarico

Detentore (ad eccezione del trasportatore)

Da 500 € a 3.000 €, salvo che il fatto costituisca reato

Mancata compilazione in ogni sua parte ed aggiornamento per il proprio allevamento del registro aziendale (entro 3 giorni per le movimentazioni e entro 30 giorni per le nascite e le morti)

Detentore (ad eccezione del trasportatore)

Da 300 € a 1.800 € per ogni operazione non registrata, salvo che il fatto costituisca reato

Mancata registrazione in BDN delle informazioni su origine, identificazione e destinazione degli animali posseduti, detenuti, trasportati e commercializzati (entro 7 giorni dalla movimentazione ed entro il 31 marzo di ogni anno per la consistenza e le nascite/decessi. Da registrare in BDN anche il numero dei riproduttori, quando presenti).

Detentore Da 1.000 € a 6.000 €, salvo che il fatto costituisca reato

Trasferimento di animali da o verso un mercato o un centro di raccolta, o qualsiasi altra destinazione, senza il Modello IV. Mancata consegna delle copie del Modello IV.

Detentore Da 150 € a 600 € per ogni animale movimentato privo di documentazione, salvo che il fatto costituisca reato

Si ricorda che una disposizione prevede l’estinzione delle suddette sanzioni nel caso in cui, nel corso del primo accertamento presso l’allevamento, l’autorità sanitaria rilevi che le violazioni possono essere sanate, garantendo una sicura identificazione degli animali (in tal caso, l’autorità prescrive al detentore degli animali le misure necessarie per regolarizzare la situazione entro un termine massimo di 15 giorni). Con la collaborazione delle Associazioni socie. Roma, 13 dicembre 2010 305

Lo schema delle sanzioni e degli obblighi, aggiornato alle nuove tempistiche

Aggiornamenti sull’anagrafe suina

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TerritorioGennaio 2011 Il Nuovo Grano ­ 5

Il settore lattiero è importantedal punto di vista produttivo edanche per l’equilibrio territorialedelle regioni europee e per questola commissione intende rafforzareil potere negoziale dei produttorinei confronti dell’industria di tra-sformazione. Lo ha detto il com-missario europeo Dacian Ciolospresentando la proposta sulle rela-zioni contrattuali nel settore dellatte che l’esecutivo comunitarioha approvato a dicembre.

La proposta prevede in partico-lare la possibilità per gli agricoltoridi negoziare collettivamente icontratti attraverso le organizza-zioni di produttori. Per garantireche questa previsione non alteri laconcorrenza e per salvaguardarele piccole e medie industrie - haspiegato Ciolos - è stato introdottoun limite ai volumi, del 3,5 per cen-to rispetto alla produzione comu-nitaria e del 33 per cento rispettoalla produzione del singolo stato.Questo limite comporterà in me-dia la costituzione di 3-4 OP in cia-scuno stato membro (5-6 in Fran-cia e Ger-mania).

L a c o n -trattualizza-z ione - haspecificatoil commissa-rio - non ri-g u a r d a iproduttor isoci di coo-p e r a t i v e ,p e r c h èquesti - haaffermato -già hannoun potere negoziale. «Sono consa-pevole - ha aggiunto Ciolos - chequesta proposta non risolve tutti iproblemi» ma altri aspetti che pos-sano garantire il buon funziona-mento della filiera - ha assicurato -saranno affrontati successivamen-te.

Dell’etichettatura di origine siparlerà nell’ambito del pacchettoq u a l i t à ,che preve-de la realiz-zazione distudi di im-p a t t o ,mentre del-l a e q u asuddivisio-ne del va-l o r e a g -giunto al-l ’ i n t e r n odella filierasi sta discu-tendo nelforum agri-food coordinato dal commissarioTajani.

Il «pacchetto latte» sarà ora sot-toposto all’assemblea di Strasbur-go ed al Consiglio dei ministri. Ilcommissario ha già illustrato le mi-sure alla commissione agricolturadel parlamento europeo. Rispon-dendo ad una domanda circa larichiesta di estendere il pacchetto,ed in particolare il modello delleOP, ad altri settori, Ciolos non è ap-parso molto possibilista, limitandosia dire che la commissione euro-pea ha inteso concentrarsi sul set-tore lattiero caseario.

Ciolos ha anche fatto riferimen-to al rapporto sul settore latte li-cenziato dalla commissione, nelquale si sottolinea che non c’ènessun motivo di rivedere la deci-sione assunta nello health checkdella Pac di eliminare le quote lat-te nel 2015. Tuttavia - ha detto - sista studiando la possibilità di pro-porre un meccanismo di compen-sazione per quegli allevatori cheaccettino di produrre meno in ca-so di squilibri eccezionali del mer-cato.

Previsti contratti collettivi di settore, anche se con un limite sui volumi totali, e meccanismi per ridurre gli squilibri del mercato

Latte, la Ue punta sui produttoriIl commissario Ciolos ha presentato le proposte per rafforzare il potere negoziale degli allevatori

Uno scudo finanziario contrograndine e parassiti. Difenderà ol-tre 30 mila aziende agricole lom-barde grazie all’accordo firmatooggi a Milano dai Consorzi di dife-sa della regione, coordinati dalpresidente Giacomo Lussignoli edal direttore Fernando Galvan, ela Banca Intesa San Paolo rappre-sentata dal direttore della Lom-bardia Pier Aldo Bauchiero.

L’istituto di credito ha stanziatoun pacchetto di 60 milioni di europer investimenti per riqualificazio-ne e sviluppo dell’attività e soste-gno all’anticipazione dei premiper le polizze assicurative controeventi atmosferici e agenti pato-geni.

L’accordo – afferma Lussignoli –è un altro strumento a disposizionedelle imprese per fare fronte alleesigenze di un’attività complessadove l’alea rappresentata daglieventi atmosferici o dai parassitiche possono intaccare le coltureè uno dei fattori che esula dallanormale pianificazione aziendalee deve quindi essere affrontatacon soluzioni innovative e concre-te come questo plafond da 60 mi-lioni di euro.

Siglato accordo tra Agritel e le Società di Servizio ColdirettiAgritel è la società creata dalla

Coldiretti per accentrare i costi di Te-lefonia Mobile per tutte le struttureColdiretti, ed i rispettivi associati. Aseguito di questo nel 2009 nasce ilprogetto: “Sportello Agritel pressoTutti gli Uffici Zona Coldiretti”.In un momento in cui l’economia èin crisi ed i costi aziendali aumenta-no, Agritel è una risposta concretaper ridurre i costi. Va inserita in que-st’ottica di risparmio la convenzionestipulata tra Agritel e le Società diServizio Coldiretti che porterebbe adun risparmio per l’azienda quantifi-cabile in una media tra il 30 ed il 45%.

Un punto di forza dei servizi forniti daAgritel è sicuramente il Servizio Clien-ti e l’Assistenza Tecnica. La societàdà, infatti, molta importanza a questielementi e si è dotata di professionistiche, con cortesia e professionalità, siprendono cura delle esigenze deiclienti senza l’utilizzo di filtri o di ri-sponditori automatici. Il clientequando chiama questi servizi, sasempre che dall’altra parte dellacornetta trova un professionista checonosce bene la sua azienda e tuttii servizi utilizzati.Oltre a tariffe interessanti e concor-renziali, altri punti di forza sono sicura-

mente la possibilità di parlare a co-sto zero tra i soci aderenti (per 10 oremensili a Sim), fatturazione mensilecon traffico e tasse di concessionegovernativa posticipati di 60 giorni,nessun canone mensile, nessun scat-to alla risposta, si pagano gli effettivisecondi di conversazione, insommaun’offerta chiara e senza asterischi.Per migliorare il servizio Agritel si è do-tata di una sede a Milano e attraver-so la convenzione stipulata con leSocietà di Servizio Coldiretti, apriràsportelli Agritel informativi per lo svol-gimento delle pratiche burocratichepresso tutti gli Uffici Zona Coldiretti

L’imprenditore oggi è sempre più as-sorbito nella conduzione della pro-pria azienda e sempre meno è iltempo per curare la ricerca dei mi-gliori servizi al prezzo giusto, quindil’iniziativa di Coldiretti va nella dire-zione di sostenere le imprese asso-ciate in questa attività. Agritel non èuno dei tanti gestori telefonici ma èla Società di riferimento per le tele-comunicazioni (TLC) dei SociColdiretti.Per qualsiasi informazione potete ri-volgervi presso tutte le sedi provin-ciali Coldiretti e presso tutti gli UfficiZona Coldiretti.

Il Commissario Ciolos

Il Parlamento Ue

Rilanciato il ruolodell’Associazione Pensionati

all’ultima assembleanazionale che si è svolta

a Palermo alla fine del 2010e che ha visto la partecipazione

anche di una rappresentanzadella Federazione di Milano,

Lodi e Monza Brianza.Intanto l’Associazione

della nostra Federazionedà il benvenuto al nuovo

segretario Alberto Lastrico cheprende il testimone da MarioManzoni che va in pensione.

“A Manzoni - diceil Presidente Carlo Rossi - vanno

tutti i nostri ringraziamentiper l’attività

svolta e il grande impegnoprofuso nella difesa

degli agricoltorie dei nostri pensionati”.

Un patto sull’energiacon la filiera del legno

Ad Abbiategrasso (Milano) è attivo un impianto termoelettrico che funzionaa cippato ed è integrato anche con un sistema di itticoltura e fitodepurazione.A Villaguardia (Como) la piscina, la palestra, i campi da tennis e alcune caseprivate sono riscaldate da una centrale termica a legna che entro un annoservirà altre 150 abitazioni e produrrà anche energia elettrica. A Travagliato(Brescia) si coltivano pioppi a rapido accrescimento per fornire combustibile auna centrale di teleriscaldamento.Sono solo tre esempi della nuova filiera bo-sco-legno-energia nata il 13 dicembre con la firma a Milano di un patto di col-laborazione con l’assessorato ai sistemi verdi della Regione. L’idea – spiega laColdiretti– è quello di offrire un quadro di riferimento a tutte le realtà che si oc-cupano della gestione e della coltivazione dei boschi per la produzione dienergia pulita e rinnovabile, considerate anche le buone potenzialità dellanostra regione. In Lombardia, infatti, ci sono oltre 619 mila ettari di foreste: piùdiffuse sono le faggete (14,8 per cento), i castagneti (13,6 per cento) e i boschidi abete rosso. Un patrimonio di circa 105 milioni di metri cubi che cresce al rit-mo di 3 milioni di metri cubi all’anno, con un consumo di poco superiore almezzo milione. Il 77 per cento di questi 500 mila metri cubi viene destinato auso energetico, come il teleriscaldamento agricolo che si sposa bene con laconservazione del territorio, la difesa ambientale, lo sviluppo sostenibile e ilservizio alla comunità, oltre a offrire nuovi spunti per la diversificazione econo-mica dell’attività delle aziende agricole. Il solo settore forestale offre poi lavoroa circa 1.600 persone a cui vanno aggiunte quelle occupate nell’indotto fra in-dustrie di macchinari per il taglio e l’utilizzo del legna e quelle per la trasforma-zione. La produzione di legname, pari a circa 557.240 metri cubi, è concentra-ta a Brescia (122.185 metri cubi pari al 21,93 per cento del totale), Bergamo(110.615 metri cubi pari al 19,85 per cento), Varese (104.285 pari al 18,71 percento), Como (72.441 pari al 13 per cento) e Sondrio (63.081 pari all’11.32 percento). Mentre Lecco contribuisce con 35.379 metri cubi (6,35 del totale) Paviacon quasi 31 mila metri cubi (5,55 per cento), Cremona con 2.977 (0.53 percento), Milano con 8.763 metri cubi, Monza e la Brianza con 5.789, Mantova con 460 e Lodi con 320. A tutto questo si aggiungono i pioppi che su circa34.500 ettari costituiscono una massa di oltre 650 mila metri cubi di legnamedestinato in massima parte alla produzione di carta, pannelli e imballaggi.

Uno “scudo”da 60 milioniper le aziende

Burocraziapiù semplice

grazie ai CAASu proposta del presidente Ro-

berto Formigoni e dell’assessore al-l’Agricoltura Giulio De Capitani laGiunta regionale ha approvato loschema di convenzione tra l’Orga-nismo pagatore regionale e i Centridi assistenza agricola(CAA). Com-plessivamente, per la convenzioneche coprirà l’intero 2011, RegioneLombardia ha stanziato 5 milioni dieuro. I Centri di assistenza agricolariconosciuti dalla Regione Lombar-dia hanno un ruolo importante sulterritorio per la loro capillare presen-za e la vicinanza al mondo impren-ditoriale. Proprio grazie ai Centri diassistenza agricola sono possibili at-tività di supporto agli agricoltori nel-le richieste di aiuti e agevolazioni.Tra le attività delegate ai CAA rien-trano l’accettazione e la verificaformale dei documenti senza alcunonere finanziario a carico dei pro-duttori. La convenzione è una rispo-sta concreta alla richiesta di mag-gior semplificazione che ci provienedal settore primario. La loro capilla-re presenza sul territorio consente diportare i servizi regionali al cittadinoe di aiutare i nostri agricoltori a gesti-re gli aspetti burocratici collegati al-l’accesso ai fondi comunitari..

AssociazionePensionati

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6 - Il Nuovo Grano Gennaio 2011Territorio

I costi frenano la redditività della produzione, preoccupazione per l’export, previsto un aumento dell’uso di cereali

Ecco il futuro secondo l’EuropaPresentate le previsioni Ue per quanto riguarda il settore agricolo nei prossimi dieci anni

Giacomo Rossi, 55 anni, origi-nario di Livraga, dal 13 dicem-bre scorso è stato nominato re-sponsabile per tutta la provinciadi Lodi delle attività Epaca, ilpatronato della Coldiretti chesegue la materia previdenziale:dalle pensioni, agli infortuni finoagli assegni di accompagna-mento.

Entrato in Coldiretti nel 1975,Giacomo Rossi ha iniziato subitola sua esperienza lavorativa nel-

la gestione dei servizi alla perso-na nell’ufficio zona di Codogno.“Da allora – dice – molte cosesono cambiate, ma soprattuttola burocrazia è diventata mo-struosa, è aumentata di almenocento volte, in particolare dal1992 in poi, con la legge Amatocon normative in continuo ag-giornamento. Serve una prepa-razione molto specifica”.

Nel 1977 Rossi è stato trasferi-to all’ufficio zona di Lodi dove è

rimasto fino al 1984 quando èrientrato a Codogno per 6 anniprima di tornare nel capoluogo,stavolta in pianta stabile. Ades-so coordinerà una squadra dispecialisti che seguono ogni an-no circa duemila posizioni frapensioni, versamenti contributi-vi, infortuni e assegni, oltre a ri-costruire le posizioni lavorativedei singoli assistiti. I servizi Epacasono una risorsa per tutta la col-lettività del territorio.

Nonostantelacrescitadelladomanda,risultantedallaripresaeconomica,egliob-blighi in materia di biocarburanti, la produ-zione Ue rimarrebbe al di sotto del suo pie-no potenziale dal momento che il previstoaumento dei costi di produzione limitereb-be la redditività della produzione. Inoltre,l’apprezzamento dell’euro indebolirebbeulteriormente la competitività delle espor-tazioni comunitarie sui mercati mondiali,portando ad una perdita di quota di mer-catomondiale inunmomentoincui lado-manda globale sta crescendo a un ritmorelativamente veloce Sono queste le prin-cipali considerazioni della Direzione Gene-rale Agricoltura e Sviluppo Rurale dellaCommissioneeuropeachehapubblicatole prospettive a medio termine per l’agri-coltura Ue per il periodo 2010-2020, elabo-rate sulla base delle informazioni disponibilialla fine di settembre 2010 e dei modellieconomici in suo possesso. Per quanto ri-guarda i mercati delle commodities sonodestinati a restare in equilibrio, senza la ne-cessità di intervento sul mercato. Le pro-spettive per il reddito agricolo rimangonopositive, mostrando un modesto tasso dicrescita a livello europeo, con un declinodell’impiegodimanodopera. Leprospetti-ve a medio termine per i mercati dei cere-alicomunitariopresentanounquadrorela-tivamente positivo con condizioni di mer-cato rigide, bassi livelli delle scorte e prezzialdi sopradellemediedi lungotermine.Lacrescitadell’offertadovrebbederivareperlo più da una crescita molto moderatadella resa (appena sopra lo 0,5% all’annoin media). È previsto, inoltre, un aumentonell’uso domestico di cereali nell’Unione,soprattuttograzieallacrescitadell’industriaemergentedelbioetanoloedellabiomas-sa, a seguito delle iniziative adottate dagliStatimembrinelquadrodellaDirettivasulleEnergieRinnovabili2008(Red).Leprospetti-ve a medio termine per i mercati Ue di se-mi oleosi presentano un quadro positivoconunafortedomandaeprezzielevati. Siprevede una ripresa della produzione to-tale di carni nel breve termine rispetto aldeclino sperimentato a seguito della crisieconomica, ma le prospettive di crescitaa lungo termine rimangono modeste, conun tasso annuo del 0,3% in media. La situa-zionevaria tra ruminantienonruminanti: laproduzione di carni bovine e di quelle ovi-ne/caprine diminuirebbe rispettivamentedel 7% e dell’11%, mentre la produzione dicarne suina e di pollame aumenterebbedel 7% per entrambi. Il potenziale di cresci-ta nella produzione di carne dei non rumi-nanti rimarrebbe limitata dal previsto au-mentodeicostidiproduzione.Laposizionecommerciale netta dell’Unione è destina-ta a peggiorare, con un costante aumen-to delle importazioni (carne di manzo epollame)eunparallelocalodelleesporta-zioni (carne di manzo, maiale e pollame).Le importazioni aggregate di carne au-menterebberodel14%,mentre leesporta-zioni diminuirebbero di quasi il 23% entro il2020.Laproduzionedi lattetornerebbeadun percorso di crescita, guidata da pro-spettive di domanda piuttosto ottimistichebasate sul miglioramento del panoramamacroeconomico. Il tasso di incrementosarà piuttosto moderato, con la produzio-ne di latte Ue-27 che dovrebbe superarenel 2020 il livello del 2009 meno del 4%. Leconsegne di latte aumenterebbero di untasso leggermente superiore (di quasi 5%),la differenza è dovuta al declino gradualedelconsumoinaziendanell’Ue-12. L’aboli-zionedellequotedovrebbeportareaunareazione molto modesta delle consegnedi latte nell’Ue-27 alla fine del regime dellequote nel 2015. La prospettiva appare fa-vorevole per il maggiore valore aggiuntodei prodotti lattiero-caseari, guidato dallacrescentedomandadiformaggi(+10%)ediprodotti lattiero-caseari freschi(+8%). Peril redditoagricolosiprevedeunrecuperori-spetto al livello del 2009 con prospettiva diuna graduale, seppur modesta, crescitadel reddito aggregato comunitario chesupererebbe il livello medio 2005-2009 dicirca il 20% nel 2020, sebbene questo gua-dagno complessivo maschera sviluppi di-segualinell’Ue. Infatti, il redditoagricolodel-l’Ue-15 mostrerebbe un incremento piùmoderatodicircail10%soprail livellodiba-se, rispetto all’aumento del 45% previstoper l’Ue-12, entro il 2020.

In controtendenza rispetto all’andamento generale au-menta del 41 per cento nel 2010 la spesa nei mercati degliagricoltori che insieme alle vendite dirette aziendali ha realiz-zato la migliore performance di crescita del commercio conun fatturato che ha abbondantemente superato i 3 miliardi dieuro.

E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti divulgatain occasione dello studio Confcommercio sui consumi, dalquale si evidenziano ottime prospettive di crescita per la ven-dita diretta anche nel 2011. L’acquisto diretto dal produttoreè stato il segmento piu’ dinamico di tutto il 2010 con ottimeprospettive anche per il 2011 grazie alla possibilità di fare ac-quisti di qualità al giusto prezzo.

Insieme ai 705 mercati degli agricoltori di Campagna Ami-ca in Italia presenti in tutte le Regioni (quasi la metà degli 80presenti in Lombardia è concentrata nelle province di Milano,Lodi, Monza e Brianza) ci sono a 63.600 frantoi, cantine, mal-ghe e cascine dove è possibile comperare direttamente nelleaziende agricole prodotti alimentari da regalare a se stessi edagli altri durante le feste (http://www.campagnamica.it/).

Le prospettive di crescita per la vendita diretta sono positi-ve per il 2011 grazie al progetto della Coldiretti per una filieraagricola tutta italiana con l’obiettivo di tagliare le intermedia-zioni e arrivare ad offrire, attraverso la rete di Consorzi Agrari,cooperative, mercati degli agricoltori di campagna amica,agriturismi e imprese agricole, prodotti alimentari al cento percento italiani firmati dagli agricoltori al giusto prezzo.

Il nuovo responsabile Epaca Giacomo Rossi

Pensioni, battaglia contro la burocraziaNuovo responsabile Epaca nel Lodigiano

Il fatturato ha superato i tre miliardi di euro, cresce l’apprezzamento fra i consumatori

Boom nel 2010 per i mercati agricoliSalita del 41% la spesa nei farmers’ market avviati da Coldiretti in Italia

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FiscaleGennaio 2011 Il Nuovo Grano ­ 7

Con circolare n. 50/E del 10 otto-bre 2010 l’Agenzia delle Entrate, nel ri-levare l’importanza della struttura so-cietaria in agricoltura quale strumen-to indispensabile per migliorare lacompetitività e rispondere efficace-mente alle richieste del mercato, haanalizzato gli aspetti che caratterizza-no le «società agricole».

La figura della società agricola èstata introdotta nell’ordinamento civi-listico dall’articolo 2 del D.Lgs. n. 99del 2004. Con la Finanziaria 2007 èstato riconosciuto per tale soggettoanche un regime fiscale agevolato,disponendo che le società di perso-ne, le società a responsabilità limitatae le società cooperative che rivesto-no la qualifica di società agricola,possono optare per la tassazione subase catastale. La volontà del legisla-tore è quella di incentivare il passag-gio alla forma societaria degli impren-ditori agricoli individuali anche attra-verso il mantenimento, per opzione, incapo alle società che rivestono laqualifica di «società agricole», del si-stema di determinazione del redditoche costituisce un regime naturale ditassazione solo per le persone fisiche,società semplici ed enti non commer-ciali.

Ambito soggettivoLa Finanziaria 2007 ha previsto che

le società di persone, le società a re-sponsabilità limitata e le società coo-perative che rivestono la qualifica di“società agricole” possono optareper l’imposizione dei redditi su basecatastale. Le società semplici dichia-rano il reddito catastale per “natura”e quindi senza opzione.

Naturalmente tale metodologia dideterminazione del redito è possibilesolo se la ragione sociale o la denomi-nazione sociale delle società chehanno quale oggetto sociale l’eserci-zio esclusivo delle attività agricole dicui all’articolo 2135 del codice civile”contiene l’indicazione di “societàagricola”. Ai fini del requisito della«esclusività», la circolare ministerialeha interpretato la norma precisandoche si è in presenza di “società agri-cola” non solo quando l’oggetto so-ciale prevede l’esercizio esclusivodelle attività agricole (requisito for-male), ma quando la società esercitiin concreto le attività medesime (re-quisito sostanziale).

Non rientrano, pertanto, tra le so-cietà agricole quelle che, a prescin-dere da quanto «formalmente» previ-sto dall’oggetto sociale, svolgano“effettivamente” attività diverse daquelle agricole.

La circolare tuttavia precisa che ilconcetto di “esclusività” non vienemeno, in ogni caso, quando la socie-tà svolge operazioni non agricole, male stesse possano considerarsi «stru-mentali» a quella principale per il con-seguimento dell’oggetto sociale.

Pertanto, non perdono la qualificadi società agricola quelle che pongo-no in essere operazioni commerciali,industriali, ipotecarie e immobiliari fi-nalizzate a potenziare o migliorare lastessa attività agricola (la circolareutilizza gli esempi dell’acquisto o del-l’affitto di terreni o fondi rustici perampliare l’attività agricola e della sti-pula di un contratto di finanziamentoper l’acquisto di un trattore da desti-nare alla coltivazione del terreno).

Allo stesso modo, non viene menoil concetto di «esclusività» nel caso dipossesso di partecipazioni in altre so-cietà, quando:

- la partecipata è anch’essa unasocietà agricola che svolge esclusiva-mente le attività di cui all’articolo2135 del codice civile;

- i dividendi derivanti dal possessodelle partecipazioni sono inferiori ai ri-cavi derivanti dallo svolgimento delleattività agricole esercitate diretta-mente dalla partecipante.

Il mancato rispetto anche di unosolo dei suddetti parametri fa perderealla società il requisito della «esclusivi-tà», e, di conseguenza, la natura di

società «agricola».Regime fiscale

Sempre la Finanziaria 2007 ha pre-visto la possibilità di determinare il red-dito su base catastale, in alternativaal regime analitico di determinazionedel reddito d’impresa (ricavi menocosti).

I soggetti che possono optare perla determinazione del reddito su basecatastale sono:

- società agricole in nome colletti-vo;

- società agricole in accomanditasemplice;

- società agricole a responsabilitàlimitata;

- società agricole cooperative.Sono, invece, escluse dal regime

opzionale di determinazione catasta-le del reddito:

- le società semplici esercenti attivi-tà agricole che già determinano (re-gime «naturale») il reddito su base ca-tastale.

- le cooperative che svolgono atti-

vità di trasformazione/commercializ-zazione di prodotti conferiti dai sociqualora non posseggano e/o nonconducano i terreni sui quali è eserci-tata l’attività agricola, atteso che intale ipotesi manca il requisito primarioper la determinazione del reddito subase catastale costituito dal terrenostesso.

AdempimentiLe società agricole che intendono

optare per la determinazione del red-dito su base catastale sono tenute acomunicare l’opzione nella prima di-chiarazione annuale IVA da presen-tare successivamente alla sceltaoperata. Nel caso di esonero dall’ob-bligo di presentazione della dichiara-zione annuale IVA, la scelta deve es-sere comunicata con le modalità ed itermini previsti per la presentazionedella dichiarazione dei redditi, alle-gando l’apposita modulistica relativaalla dichiarazione annuale IVA (qua-dro VO).

Pertanto, se la società agricola in-

tende usufruire del regime “catasta-le”, deve:

- possedere i requisiti richiesti findall’inizio del periodo d’imposta;

- comunicare la sua scelta in occa-sione della presentazione della primadichiarazione (IVA o dei redditi).

Nel caso in cui la società abbiaadeguato lo statuto e svolga in viaesclusiva attività agricola, ad esem-pio, dal 10 gennaio 2010, deve comu-nicare l’opzione nella dichiarazioneIVA o nella dichiarazione dei redditida presentare nell’anno 2011 (IVA2011 o UNICO SP o SC 2011).

L’esercizio dell’opzione è vincolan-te per almeno un triennio, allo scade-re del quale si rinnova tacitamente dianno in anno fino a revoca da comu-nicare con le stesse modalità perl’esercizio dell’opzione.

Determinazione di reddito imponi-bile

È importante tenere conto che ilreddito, ad esclusione delle societàsemplici, ancorché determinato su

base catastale, è comunque consi-derato reddito di impresa.

Da tale qualificazione discendeche l’opzione per la tassazione cata-stale non configura l’ipotesi di desti-nazione di beni a finalità estranee al-l’esercizio dell’impresa, escludendo,di conseguenza, il realizzo di plusva-lenze tassabili.

Se, unitamente alle attività agrico-le, vengono esercitate attività cheeccedono i limiti previsti per la dichia-razione mediate la rendita catastale,per queste ultime il reddito deve esse-re determinato secondo gli ordinaricriteri (ricavi meno costi).

Di conseguenza, occorrerà deter-minare analiticamente il reddito deri-vante dalle seguenti attività:

- produzione di vegetali in serrecon superficie adibita alla coltivazio-ne eccedente il doppio di quella delterreno su cui la produzione stessa insi-ste;

- allevamento «eccedentario» dianimali;

- produzione di beni provenientiprevalentemente dalla coltivazionedel fondo, ma non compresi nella ta-bella dei prodotti agricoli approvatacon il decreto del 5 agosto 2010;

- fornitura di servizi;- agriturismo.Naturalmente, se manca il requisi-

to della prevalenza dei prodotti pro-pri, le attività di manipolazione e tra-sformazione sono produttive di reddi-to di impresa non determinate cata-stalmente anche con riferimento aibeni compresi nell’elenco di cui al ri-chiamato decreto.

Inoltre, per l’attività di agriturismo, siprecisa che le società di persone pos-sono comunque applicare il regimeforfetario.Valori fiscali dell’attivo e del passivo

L’esercizio dell’opzione per la de-terminazione del reddito su base ca-tastale non fa venir meno, sotto il pro-filo civilistico e fiscale, l’obbligo dellatenuta della contabilità, ordinaria osemplificata. In sostanza, la società

deve continuare ad applicare le ordi-narie regole ai fini della individuazio-ne dei valori fiscali dell’attivo e delpassivo, che devono essere indicati inun apposito prospetto della dichiara-zione dei redditi. Tali valori sarannoutilizzati nel caso di revoca dell’opzio-ne. Il regolamento dispone che icomponenti positivi o negativi relativiad esercizi precedenti a quello in cuiè stata esercitata l’opzione, per i qualila tassazione o la deduzione è statarinviata ad esercizi successivi, concor-rono ordinariamente alla determina-zione del reddito. È il caso, ad esem-pio, di alcune plusvalenze rinviate ov-vero delle spese di manutenzione“eccedenti” il 5% del costo comples-sivo di tutti i beni materiali ammortiz-zabili.

Cessione di beni strumentaliPer quanto concerne la cessione

di beni strumentali, il regolamento di-stingue tra beni acquisiti nei periodi diimposta nei quali è vigente l’opzionee quelli acquistati nei periodi prece-denti. Nel primo caso, le plusvalenzee le minusvalenze non assumono rile-vanza, mentre, nel secondo caso,vanno determinate nei modi ordinarie concorrono alla determinazionedel reddito imponibile assumendoquale costo non ammortizzato quellodell’ultimo esercizio antecedentel’opzione. Le quote di ammortamen-to “imputate” in corso di validità del-l’opzione non riducono il costo ai finidella determinazione delle plusvalen-ze e minusvalenze. Le medesime quo-te di ammortamento calcolate suibeni strumentali, che non hanno as-sunto rilevanza fiscale in quanto «as-sorbite» dalla determinazione cata-stale del reddito, invece, ridurranno ilcosto fiscale del bene, come risultan-te dal prospetto della dichiarazione,al momento della revoca dell’opzio-ne. Si segnala che le plusvalenze e leminusvalenze relative a beni immobili(terreni e fabbricati) concorrono sem-pre alla determinazione del reddito

nei modi ordinari.Perdite

Le società possono utilizzare le per-dite prodotte in esercizi antecedentiall’opzione, le quali, pertanto, abbat-tono anche il reddito determinatocatastalmente. La circolare in esamecontiene un importante chiarimentoper quanto concerne le perdite che siformano nel periodo di vigenza del-l’opzione. Tali perdite, che, in lineagenerale, non dovrebbero realizzarsinel caso di opzione per la determina-zione catastale, assumono comun-que rilevanza (è il caso, ad esempio,di perdite derivanti dal riporto di com-ponenti negativi relativi a periodi an-tecedenti l’opzione) e sono ordinaria-mente utilizzabili e riportabili.

Società di comodoL’Agenzia delle entrate prende, in-

fine, posizione sulla questione relativaall’applicabilità - alle società agricole- della disciplina delle società nonoperative. Tale disciplina intende pe-nalizzare quelle società che, a pre-scindere dell’oggetto sociale previstodallo statuto, sono state costituite alsolo (o prevalente) scopo di gestireun patrimonio nell’interesse dei soci,escludendo qualsiasi esercizio di unaeffettiva attività commerciale. Infattile società per azioni, in accomanditaper azioni, a responsabilità limitata, innome collettivo e in accomanditasemplice, nonché le società e gli entidi ogni tipo non residenti, con stabileorganizzazione nel territorio dello Sta-to si considerano “non operativi”quando non superano il cosiddetto«test operatività» cioè quando nonraggiungono la soglia di ricavi “mini-mi”, determinati applicando determi-nati coefficienti ai beni costituenti ilpatrimonio aziendale. In estrema sin-tesi, il mancato superamento del “testdi operatività”, comporta per il contri-buente:

• ai fini delle imposte sul reddito(IRES e IRPEF), l’obbligo di dichiarareun reddito non inferiore a quello mini-mo presunto, determinato in base aparametri “patrimoniali”;

• ai fini IRAP, l’obbligo di dichiarareun valore della produzione netta noninferiore al reddito minimo presunto,aumentato del “costo del lavoro” edegli interessi passivi;

• ai fini IVA, l’impossibilità di chie-dere a rimborso, utilizzare in compen-sazione o cedere il credito risultantedalla dichiarazione. In primo luogo,viene chiarito che le società agricole,pur svolgendo esclusivamente attivi-tà diverse da quelle d’impresa com-merciale, non sono esonerate dalparticolare regime previsto nella nor-ma finalizzata a contrastare il feno-meno delle c.d. “società di como-do”, ossia società che vengono costi-tuite al mero scopo di frapporre uncontenitore societario. Naturalmente,è possibile - anche per le società agri-cole – chiedere la disapplicazionedelle norme (antielusive) attraversouna apposita istanza presentata al-l’Agenzia delle Entrate facendo vale-re le “situazioni oggettive” che hannoimpedito il conseguimento dei ricaviminimi determinati attraverso l’appli-cazione dei coefficienti patrimoniali.La circolare chiarisce che l’accogli-mento della istanza e la conseguentedisapplicazione delle norme antielusi-ve in questione sarà:

- totale, nel caso in cui la societàistante dimostri di non aver “oggettiva-mente” potuto conseguire i ricavi “mini-mi” (ad esempio, eventi naturali, avvia-mento dell’attività di produzione);

- parziale, ossia limitato alle conse-guenze in termini di imposte sui redditi(IRPEF o IRES), quando l’istante dimostril’impossibilità a dichiarare il reddito “mi-nimo” per effetto della determinazionecatastale dello stesso. In tale ipotesi, re-stano ferme le conseguenze ai fini Ivaed IRAP. L’istanza deve essere presen-tata in tempo utile per dar modo al-l’Agenzia delle Entrate di dare rispostaprima della scadenza della presenta-zione della dichiarazione dei redditi.

I segreti di una scelta importante: dall’iter burocratico al regime fiscale da applicare, fino alla cessione dei beni strumentali

Il “jolly” delle società agricoleTutti i benefici previsti per incentivare il passaggio alla nuova forma aziendale

I colleghi Mario Manzonie Antonietta D’Alessandro

vanno in pensionedopo una vita di impegnoe lavoro per la Coldiretti

e le imprese agricole:a loro va il ringraziamento

di tutta la Federazione,un caro saluto

e i migliori auguri per il futuro.

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8 - Il Nuovo Grano Gennaio 2011Italia ­ Mondo

In calo i canoni di locazione nel nord Italia, mentre si attende il varo della nuova riforma europea della Pac

Terreni, i prezzi restano stabiliAnalisi dell’Inea: il fotovoltaico al suolo e l’eolico rischiano di influire sulle quotazioni

Il prezzo medio della terra rimanestabile intorno ai 18mila euro ad etta-ro, mentre i canoni di affitto fanno re-gistrare un calo, soprattutto al Nord.E’ il quadro che emerge dall’analisidell’Inea sul mercato fondiario nel2009. Rispetto all’anno precedente ilprezzo della terra in Italia è rimastosostanzialmente invariato (+0,1%),mentre a livello di singole zone geo-grafiche si segnala una diminuzionenelle regioni dell’Italia centrale(-0,8%) e nelle zone della montagna(-0,7%) e collina interna (-0,4%).

Una situazione che è il frutto degliaumenti dei prezzi dei mezzi tecnici edelle difficoltà generali del mercato,con una domanda di terra che restameno dinamica rispetto agli anniscorsi. Se poi si prende in esame ilconfronto con il tasso di inflazione,viene fuori negli ultimi cinque anni ilpatrimonio fondiario si è svalutatomediamente del 6% in termini reali,con punte massime del -10% nel Ve-neto e in altre aree dove i prezzi dellaterra erano cresciuti in misura moltoconsistente a partire dalla fine deglianni Novanta. Per contro soltantoPiemonte, Liguria, Valle d’Aosta eMarche presentano ancora una leg-gera crescita dei valori in termini realinel medesimo periodo.

Tra i nuovi fattori che influisconosul mercato fondiario sta emergen-do la sempre più rilevante richiesta diterreni adatti all’installazione di im-pianti eolici e fotovoltaici. Per quan-to si tratti di estensioni abbastanzamodeste, la particolarità delle nuovedestinazioni d’uso e, soprattutto,l’eccezionalità delle risorse finanzia-rie scambiate ne fanno un argomen-to all’ordine del giorno, tanto adaver spinto il Governo, su richiesta diColdiretti, a mettere dei paletti perevitare vere e proprie speculazioni.

Generalmente, ricorda Inea, l’ac-quisizione degli appezzamenti adattia questo genere di impianti avvienesu base temporanea piuttosto cheattraverso acquisti veri e propri, ma icorrispettivi contrattati per ottenere il«diritto di superficie» (diverso, quindi,da un contratto di affitto) sono tal-mente elevati che possono arrivarea superare il valore stesso del fondo.

Per quanto riguarda invece gli af-fitti, la congiuntura economica sem-bra aver spinto gli imprenditori a pre-diligere proprio l’affitto rispetto al-l’acquisto della terra per ampliare lesuperfici aziendali. Il mercato è piùdinamico nelle zone settentrionali,dove in genere la domanda prevalesull’offerta, mentre si attenua nelleregioni centro-meridionali in cui ladomanda resta in equilibrio con l’of-ferta.

L’incertezza determinata dall’at-tesa del varo della nuova riformaPAC dopo il 2013, ha influenzato ladurata media dei contratti, spesso li-mitata a periodi inferiori a cinque an-ni. Per quanto riguarda l’andamentodei canoni, la tendenza generale alNord è al ribasso, in particolare per iterreni investiti a vigneti e frutteti,mentre nelle regioni del Centro-Sudsi mantengono perlopiù stabili, concali registrati per i seminativi, in con-seguenza anche alla riduzione deiprezzi che ha interessato i cereali.Nel 2009 è proseguita la tendenzadei canoni a incorporare l’entità de-gli aiuti previsti, definendo una sortadi mercato parallelo tra terreni dotatio meno di titoli.

Aumenta la domanda di semina-tivi per la coltivazione di colture ener-getiche, soprattutto nelle regioni delNord, e sono sempre più frequenticontrattazioni di lungo periodo, spes-so ventennali, tra aziende agricole egrandi società private, per l’istallazio-ne di impianti fotovoltaici ed eolici,con canoni annui molto elevati (sinoa 4.000 euro/ha), assolutamente in-dipendenti dalle caratteristicheagronomiche dei terreni, i quali ven-gono però in questo modo sottratti aqualsiasi attività di coltivazione.

“Plastica addio, ma è lottacontro il “caro sacchetti”. Secon-do le stime della Coldiretti Lom-bardia ogni italiano spenderà inmedia almeno 30 euro all’anno inpiù per le buste in materiale bio-degradabile, considerando chenei negozi e nei supermercati ilprezzo oscilla fra i 10 e i 20 cente-simi al pezzo.

Un costo che si può tagliare dioltre l’80 per cento se si investonodai 3 ai 5 euro nell’acquisto diborse in cotone o in altro mate-riale resistente in grado di essereutil izzate più e più volte, conun’autonomia che i tecnici del-l’area ambiente della ColdirettiLombardia hanno stimato, per icontenitori più resistenti, in circaun anno di uso regolare, con unpeso sopportabile di almeno 5chili per singolo carico. Il rispar-mio di circa 25 euro all’anno sulleborse rappresenta il valore di unasingola spesa media agroalimen-tare presso i farmers’ market diCampagna Amica a Milano.

Due borse riutilizzabili rappre-sentano comunque l’attrezzaturaminima per evitare di dover pa-gare ogni volta i sacchetti biode-gradabili – stima la ColdirettiLombardia – Se poi si controllanocassetti, soffitte o cantine, saràmagari possibile trovare conteni-tori, buste in tessuto, trolley e sca-tole di cartone da sfruttare senzadover sborsare un centesimo dipiù.

Oltre alla qualità del materialeutilizzato per i sacchetti in tessutoc’è anche da considerare la ti-pologia di prodotti che si traspor-tano e che fanno più o menopressione sulle cuciture. Fra i “pesimassimi” che sfidano la resistenzadei contenitori troviamo le botti-glie di vino, di olio, il latte e la frut-ta in genere, mentre fra i “pesipiuma” ci sono l’insalata, gli or-taggi e i formaggi freschi. Natu-

ralmente la ripartizione dellapressione di carico è agevolatadal fatto che si solito gli acquisti ri-guardano differenti varietà diprodotto e quantità di peso. Cin-que regole d’oro per dire addiocon serenità alle buste di plasti-ca. Le ha stilate la Coldiretti Lom-bardia per aiutare i consumatorie facilitare il passaggio alle borsi-ne ecocompatibili.

Sono stati presi in considerazio-ne i materiali delle nuove “shop-per bags”, i contenitori destinatiad altro ma che si possono rici-clare, la suddivisione degli acqui-sti per semplificare il trasporto e laresistenza delle buste in mater-B.

Il piccolo “manuale di soprav-vivenza” sarà diffuso nei prossimi

giorni, con manifesti e volantini,nei farmers’ market di Milano, Lo-di, Monza e Brianza e negli spaccid e l l e a z i e n d e a g r i c o l e d iColdiretti-Campagna Amica.

“Diamo suggerimenti di buon-senso e a costo zero – spiega An-drea Repossini, responsabile deifarmers’ market di CampagnaAmica della Coldiretti di Milano eLodi – all’inizio sarà necessario or-ganizzarsi un po’, ma credo checon un minimo di necessario im-pegno iniziale sarà possibile supe-rare anche questo passaggio”.

Le 5 “regole d’oro” per soprav-vivere senza la plastica:

-Cercare nei cassetti o negli ar-madi delle borse in tessuto chenon si usano più che ci sono state

regalate durante qualche viag-gio o incontro: andranno benissi-mo per contenere la spesa. Pergli acquisti quotidiani sono adat-te anche delle vecchie borse dipaglia o quelle che si usano perportare gli asciugamani in spiag-gia.

-Meglio dividere la spesa indue o più contenitori perché piùleggeri e più pratici da trasporta-re, manovra utile soprattutto perquelli in mater-B che così resisto-no meglio.

-Riutilizzare più volte le “vec-chie” buste di plastica che si han-no ancora in casa: se si evita dimetterci i detersivi (ingombranti epesanti) possono resistere più epiù volte. Una volta rotte, metter-le nell’apposito contenitore dellaraccolta differenziata.

-Se si hanno delle vecchie sca-tole di cartone formato carrelloda supermercato ancora in buo-ne condizioni, rinforzarne il fondoe gli angoli con del nastro adesi-vo da imballaggio e usarli per laspesa.

-Recuperare dalle soffitte odalle cantine i trolley della spesadelle nostre nonne, dargli unabella rinfrescata e rimetterli inazione. E considerare l’uso di cer-ti contenitori rispetto ad altro chefine è anche una questione diabitudine.

Gli italiani - precisa la Coldiretti- sono tra i massimi utilizzatori inEuropa di shoppers in plasticacon un consumo medio annualedi 300 sacchetti a testa. In Italiaarriva un quarto dei 100 miliardi dipezzi consumati in Europa dovevengono importati per la mag-gioranza da paesi asiatici comela Cina, Thailandia e Malesia. Il28% di questi sacchetti diventa ri-fiuto e va ad inquinare l’ambien-te in modo pressoché permanen-te poichè occorrono almeno 200anni per decomporli.

I consigli di Coldiretti per sopravvivere senza la plastica e rispettare l’ambiente

Sacchetti, mini stangata da 30 euroAl via l’era delle borse biodegradabili, ma comunque ci sarà un prezzo da pagare