Nuove sfide per il network PASSI e il Piano Nazionale della Prevenzione Stefania Vasselli.

40
Nuove sfide per il Nuove sfide per il network PASSI e il network PASSI e il Piano Nazionale della Piano Nazionale della Prevenzione Prevenzione Stefania Vasselli

Transcript of Nuove sfide per il network PASSI e il Piano Nazionale della Prevenzione Stefania Vasselli.

Page 1: Nuove sfide per il network PASSI e il Piano Nazionale della Prevenzione Stefania Vasselli.

Nuove sfide per il Nuove sfide per il network PASSI e il network PASSI e il

Piano Nazionale della Piano Nazionale della PrevenzionePrevenzione

Stefania Vasselli

Page 2: Nuove sfide per il network PASSI e il Piano Nazionale della Prevenzione Stefania Vasselli.

Far decollare e consolidare, in tutte le Regioni e PA, programmi efficaci di prevenzione e promozione della salute:

progettandoli, realizzandoli, monitorandone tempi e modalità di attuazione, valutando il raggiungimento degli obiettivi

MissionMission

PNP 2005-2009 (Intesa 23 marzo 2005 e successive

proroghe)

Page 3: Nuove sfide per il network PASSI e il Piano Nazionale della Prevenzione Stefania Vasselli.

Una innovazione • Investimento sulla prevenzione per raggiungere risultati di salute

• Governance compartecipata tra Stato e Regioni

• Programmazione basata sulle evidenze (Linee operative)

• Destinazione e modalità di erogazione delle risorse vincolati alla misurazione dei risultati raggiunti nell’ambito degli obiettivi fissati

Una opportunità• Misurarsi con problemi attuali per rinnovarsi e ri-orientarsi

• Sperimentare una modalità di lavoro coordinata e flessibile: adattamento alle esigenze locali, riallineamento sugli obiettivi nazionali

• Utilizzare la valutazione per sviluppare l’azione

• Ricercare coerenze e sinergie con altre iniziative istituzionali e con altri partners

PNP 2005-2009

Page 4: Nuove sfide per il network PASSI e il Piano Nazionale della Prevenzione Stefania Vasselli.

• In questi primi anni, l’impegno maggiore di Regioni e

Ccm è stato rivolto alla progettazione e a porre le basi

per una valutazione “evolutiva”, che non fosse cioè solo

funzionale agli obblighi certificatori dettati dall’Intesa,

ma servisse realmente a livello regionale e locale per

portare al successo i progetti, modificandoli

eventualmente in corso d’opera, per realizzare

interventi efficaci

PNP 2005-2009

La sfida della valutazioneLa sfida della valutazione

Page 5: Nuove sfide per il network PASSI e il Piano Nazionale della Prevenzione Stefania Vasselli.

• I risultati hanno evidenziato che:

– la qualità della progettazione è fortemente variabile tra Regioni e tra le aree di intervento identificate dal Piano;

– alcune carenze sono riscontrabili anche per quelle linee progettuali che si riferiscono a interventi già collaudati, o comunque meno innovativi (es. screening, vaccinazioni), per i quali ci si aspetterebbe un livello mediamente più elevato nella qualità della progettazione;

– le criticità spesso riguardano la definizione degli obiettivi, e quindi i risultati attesi, che non dovrebbero essere generici, ma perfettamente misurabili e distinti dalle attività e dalle tappe che si intendono percorrere;

– nei singoli progetti la definizione delle modalità di valutazione dei risultati è un passaggio spesso trascurato, o comunque sottovalutato, rispetto alla descrizione del piano operativo. Un esempio su tutti: il cronoprogramma non è ancora da tutti percepito come un supporto per pianificatori e valutatori.

PNP 2005-2009

La sfida della valutazione La sfida della valutazione

Page 6: Nuove sfide per il network PASSI e il Piano Nazionale della Prevenzione Stefania Vasselli.

Sviluppare e consolidare, tra i vari attori coinvolti, una cultura ed una operatività basate sul “lavoro per progetti” è uno degli elementi di novità e di successo del PNP

Per perseguire gli obiettivi di salute fissati dal PNP, coerentemente con l’assetto istituzionale, il quadro normativo, il contesto (nazionale, regionale, locale), occorre dotarsi di un “metodo” comune, cui ricondurre, traducendoli nell’ideazione e nell’attuazione di interventi, i principi chiave dell’azione in sanità pubblica (evidenza di efficacia, valutazione dei risultati)

PNP 2005-2009

Le lezioni apprese Le lezioni apprese

Page 7: Nuove sfide per il network PASSI e il Piano Nazionale della Prevenzione Stefania Vasselli.

Attorno ad alcuni criticità principali si gioca la partita del nuovo PNP:

• superare la frammentarietà di intervento

• rivedere il sistema di prevenzione

• rapportare l’organizzazione all’EBP

• allargare le aree di intervento

• diffondere la cultura del dato

PNP 2005-2009

Page 8: Nuove sfide per il network PASSI e il Piano Nazionale della Prevenzione Stefania Vasselli.

…L’enucleazione di priorità di salute dovrebbe essere figlia dell’utilizzo sistematico di ogni dato/informazione (di natura demografica, epidemiologica, economica, sociale, ambientale, tecnica, scientifica, ecc.) utile.

Analoghe considerazioni possono essere estese alla scelta degli indicatori per il monitoraggio degli interventi intrapresi e/o dei risultati ottenuti. Quanto appena esposto rafforza l’esigenza di un consolidamento della cultura del dato.

PNP 2010-2012

Un nuovo approccio Un nuovo approccio

Page 9: Nuove sfide per il network PASSI e il Piano Nazionale della Prevenzione Stefania Vasselli.

1. Migliorare la qualità della progettazione

2. Rafforzare la cultura (e la pratica) del dato

3. Sviluppare la prospettiva di un Piano che si evolve grazie all’apprendimento

1. Progettare con lo stesso stile e secondo un quadro metodologico corretto (PCM)

2. Basare le scelte su prove di efficacia, utilizzare i dati in tutte le fasi progettuali (ideazione, programmazione, realizzazione, valutazione) e nella rendicontazione sociale (EBP)

3. Condividere conoscenze, esperienze, strumenti, risorse, sostenendo e stimolando il processo di autoformazione e di crescita culturale e professionale (CoP)

I bisogni emersi dal vecchio PNP

PNP 2005-2009

Le risposte del nuovo

PNP

Page 10: Nuove sfide per il network PASSI e il Piano Nazionale della Prevenzione Stefania Vasselli.

Con l’Intesa tra Stato e Regioni stipulata il 29 aprile 2010 è stato approvato il Piano nazionale della prevenzione 2010-2012 (PNP)

Il PNP è il documento sulla base del quale:

• le Regioni devono redigere i propri Piani regionali di prevenzione (PRP);

• il Ministero deve, a sua volta, emanare con DM il proprio Piano (formalmente denominato “Documento operativo per l’attuazione delle linee di supporto centrali al PNP”, Allegato 2 Intesa)

Il PNP è sostanzialmente innovativo rispetto al precedente Piano per:

1. impostazione strategica2. ambiti di intervento3. modalità della programmazione regionale4. governance di sistema5. valutazione

Con l’Intesa tra Stato e Regioni stipulata il 29 aprile 2010 è stato approvato il Piano nazionale della prevenzione 2010-2012 (PNP)

Il PNP è il documento sulla base del quale:

• le Regioni devono redigere i propri Piani regionali di prevenzione (PRP);

• il Ministero deve, a sua volta, emanare con DM il proprio Piano (formalmente denominato “Documento operativo per l’attuazione delle linee di supporto centrali al PNP”, Allegato 2 Intesa)

Il PNP è sostanzialmente innovativo rispetto al precedente Piano per:

1. impostazione strategica2. ambiti di intervento3. modalità della programmazione regionale4. governance di sistema5. valutazione

PNP 2010-2012

Page 11: Nuove sfide per il network PASSI e il Piano Nazionale della Prevenzione Stefania Vasselli.

Azione preventiva sempre più multidisciplinare e intersettoriale

Estensione degli ambiti di intervento dichiarati

La persona al centro della programmazione e dell’azione

Attenzione alla medicina predittiva e alla prevenzione terziaria

Enfasi sulla necessità di un uso sistematico dei dati e sulla gestione della conoscenza

1. Impostazione strategica1. Impostazione strategica

EBP

Utilizzo di dati epidemiologici “organizzati” (sorveglianze, sistemi informativi correnti, Registri di patologia,…)

Valutazione in continuo dei risultati raggiunti anche per “innescare un circolo virtuoso che adegui sempre più gli interventi ai contesti cui sono diretti”

PNP 2010-2012

Page 12: Nuove sfide per il network PASSI e il Piano Nazionale della Prevenzione Stefania Vasselli.

1. Medicina predittiva1.1 Valutazione del rischio individuale di malattia (compreso l’utilizzo della carta

del rischio cardiovascolare)

2. Prevenzione universale 2.1 Prevenzione degli eventi infortunistici in ambito stradale2.2 Prevenzione degli eventi infortunistici in ambito lavorativo e delle patologie

lavoro-correlate2.3 Prevenzione degli eventi infortunistici in ambito domestico2.4 Prevenzione delle malattie suscettibili di vaccinazione2.5 Prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza sanitaria2.6 Prevenzione delle malattie infettive per le quali non vi è disponibilità di

vaccinazioni2.7 Prevenzione delle patologie da esposizione, professionale e non, ad agenti

chimici, fisici e biologici2.8 Prevenzione delle malattie determinate da alimenti, ivi compresa l’acqua

destinata al consumo umano2.9 Prevenzione e sorveglianza di abitudini, comportamenti, stili di vita non

salutari e patologie correlate (alimentazione scorretta, sedentarietà, abuso di alcol, tabagismo, abuso di sostanze)

PNP 2010-20122. Ambiti di intervento2. Ambiti di intervento

Macroaree e linee di intervento generali

Page 13: Nuove sfide per il network PASSI e il Piano Nazionale della Prevenzione Stefania Vasselli.

3. Prevenzione della popolazione a rischio3.1 Tumori e screening3.2 Malattie cardiovascolari3.3 Diabete3.4 Malattie respiratorie croniche3.5 Malattie osteoarticolari3.6 Patologie orali3.7 Disturbi psichiatrici3.8 Malattie neurologiche3.9 Cecità e ipovisione3.10 Ipoacusia e sordità

4. Prevenzione delle complicanze e delle recidive di malattia 4.1 Medicina della complessità e relativi percorsi di presa in carico4.2 Prevenzione e sorveglianza della disabilità e della non autosufficienza

PNP 2010-2012

Macroaree e linee di intervento generali

2. Ambiti di intervento2. Ambiti di intervento

Page 14: Nuove sfide per il network PASSI e il Piano Nazionale della Prevenzione Stefania Vasselli.

Indice del PRP

Page 15: Nuove sfide per il network PASSI e il Piano Nazionale della Prevenzione Stefania Vasselli.

3. Modalità di programmazione regionale3. Modalità di programmazione regionale

Supporto dell’ISS-CNESPS/Ministero alle Regioni nella redazione dei 21 documenti di Piano.

A tale scopo il CCM ha affidato all’ISS, nel dicembre 2009, la conduzione di un apposito progetto che prevede un vero e proprio processo di accompagnamento alla ideazione dei PRP, finalizzato a:

formazione

supporto metodologico nella definizione dell’architettura dei PRP

supporto tecnico-scientifico nella redazione dei PRP

PNP 2010-2012

Comunità di pratica (CoP)

Page 16: Nuove sfide per il network PASSI e il Piano Nazionale della Prevenzione Stefania Vasselli.

ideideazionazionee

Comprendere l’ambiente, i sistemi e l’azione Comprendere l’ambiente, i sistemi e l’azione umanaumana

Identificare i gruppi di interesse e la comunitàIdentificare i gruppi di interesse e la comunità

Effettuare l’analisi di contestoEffettuare l’analisi di contesto

Costruire l’alberoCostruire l’albero dei problemidei problemi

Costruire l’alberoCostruire l’albero degli obiettividegli obiettivi

programmprogrammaziazioneone

Effettuare l’analisi delle alternative Effettuare l’analisi delle alternative

Cercare le Cercare le proveprove

di efficaciadi efficacia

Costruire il quadro logico e verificare la Costruire il quadro logico e verificare la fattibilitàfattibilità

CostruirCostruire il e il

modello modello logico logico

Identificare i pacchetti di attività e le risorseIdentificare i pacchetti di attività e le risorse

Comporre il cronogrammaComporre il cronogramma

Elaborare il piano di valutazioneElaborare il piano di valutazione

Redigere il testo del progetto Redigere il testo del progetto e effettuare la valutazione ex-antee effettuare la valutazione ex-ante

Centrare i Centrare i beneficiaribeneficiari

1

2

3

4

5

Tappe

Page 17: Nuove sfide per il network PASSI e il Piano Nazionale della Prevenzione Stefania Vasselli.

Obiettivo finale della CoPObiettivo finale della CoP

Dar vita a un percorso Dar vita a un percorso formativo/autoformativo centrato sulle formativo/autoformativo centrato sulle competenze di progettazione degli competenze di progettazione degli interventi che abbia come prodotto la interventi che abbia come prodotto la messa a punto dei piani regionali di messa a punto dei piani regionali di prevenzioneprevenzioneformazione breve e master

universitario dei programmatori regionali

condivisione, su piattaforma web, di conoscenze, strumenti, risorse

per la programmazione

condivisione dei criteri per il monitoraggio e la

valutazione dei PRP

Page 18: Nuove sfide per il network PASSI e il Piano Nazionale della Prevenzione Stefania Vasselli.

18

Deliverable:Deliverable:N progetti regionali di prevenzione,

Professionista 1 regione 1

Professionista 2 regione 1

Professionista 1 regione 2

Professionista 2 regione 2Professionista 3

regione 2

Professionista 3 regione 1GT del GT del

Progetto:Progetto:Avvio, organizzazione e assistenza della CP

Com. Pratica

Risor

se

Risor

se

Esp

erti

Esp

erti

Supporto

Supporto

metodologico

metodologico

Coop

eraz

ione

Coop

eraz

ione

Page 19: Nuove sfide per il network PASSI e il Piano Nazionale della Prevenzione Stefania Vasselli.
Page 20: Nuove sfide per il network PASSI e il Piano Nazionale della Prevenzione Stefania Vasselli.
Page 21: Nuove sfide per il network PASSI e il Piano Nazionale della Prevenzione Stefania Vasselli.

4. 4. GovernanceGovernance di sistema di sistema

Obiettivi di saluteObiettivi di salute

Condivisione di principi, obiettivi, strumenti

Azione coordinata e partecipata a diversi livelli

Supporto tecnico-scientifico e metodologico

Funzione di stewardship del livello centrale

Programmazione regionale

Linee di supporto centrali

Interventi

PNP 2010-2012

Page 22: Nuove sfide per il network PASSI e il Piano Nazionale della Prevenzione Stefania Vasselli.

PNP 2010-2012

Programmazione regionale

Linee di intervento regionali

Azioni che, individuate come prioritarie sulla base di appropriate analisi di contesto, necessitano di una traduzione operativa su scala regionale/locale

La nuova metodologia prevede che, sulla base degli obiettivi generali e nel rispetto di un metodo di lavoro improntato ai principi della progettazione in sanità pubblica, le Regioni, in modo coordinato, predispongano i rispettivi PRP, indicando le azioni, la tempistica e gli indicatori per la valutazione

Linee di supporto centrali

Azioni centrali

Azioni trasversali, guidate da Ministero-CCM con il supporto del CIP, che forniscono strumenti preliminari o in itinere per il corretto svolgimento del PNP

a. Strumenti per la costruzione e verifica del PNP

b. Interventi di carattere normativoc. Interventi di comunicazioned. Accordi interministeriali

4. 4. GovernanceGovernance di sistema di sistema

Page 23: Nuove sfide per il network PASSI e il Piano Nazionale della Prevenzione Stefania Vasselli.

PNP 2010-2012

Tra gli aspetti “di sistema” del PNP c’è l’implementazione e l’utilizzo integrato dei sistemi informativi e di valutazione, come “condizione strutturale di successo” delle strategie di salute

Resta fermo l’assunto secondo cui la valutazione, e la conseguente assegnazione delle risorse, non sono svincolabili dall’azione mirata al raggiungimento degli obiettivi e dalla misurazione dei risultati

I 200 milioni di euro (FSN) sono finalizzati a sostenere:• il raggiungimento degli obiettivi del PNP;• lo sviluppo dei sistemi di sorveglianza;• l’armonizzazione delle attività di prevenzione negli ambiti territoriali.

Ai 240 milioni di euro (risorse aggiuntive) le Regioni possono accedere soltanto previa verifica annuale da parte del Ministero del raggiungimento degli obiettivi previsti dai PRP

5. Valutazione5. Valutazione

Page 24: Nuove sfide per il network PASSI e il Piano Nazionale della Prevenzione Stefania Vasselli.

PNP 2010-2012

La valutazione ai fini della certificazione annuale del PNP, a cura del CCM con il supporto tecnico del CNESPS, si articola essenzialmente in due fasi:

1. valutazione propedeutica: viene effettuata ex-ante, sui documenti di progetto, prima della esecuzione dei piani regionali. E’ finalizzata ad una valutazione metodologica e contenutistica dei progetti presentati

2. valutazione certificativa: viene effettuata in corso d’opera (annualmente). E’ finalizzata a monitorare il processo di svolgimento dei piani regionali e lo stato di avanzamento nella attuazione degli interventi programmati rispetto agli obiettivi e al piano di valutazione definiti in ciascun PRP

Allegato 3

5. Valutazione5. Valutazione

Page 25: Nuove sfide per il network PASSI e il Piano Nazionale della Prevenzione Stefania Vasselli.

Obiettivi della valutazioneObiettivi della valutazione

PNP 2010-2012

Promuovere la qualità della programmazione regionale Promuovere/sostenere la qualità dell’azione in sanità pubblica Procedere alla certificazione 2010, 2011 e 2012

Per il primo anno di vigenza del PNP (valutazione ex ante)

PRP (documento di Piano) formalmente adottato dalla Regione

Oggetto della valutazioneOggetto della valutazione

Per gli anni successivi (valutazione di processo e di risultato)

Stato di avanzamento nell’attuazione degli interventi programmati e risultati ottenuti rispetto agli obiettivi dichiarati, secondo il “piano di valutazione” definito nello stesso PRP

5. Valutazione5. Valutazione

Page 26: Nuove sfide per il network PASSI e il Piano Nazionale della Prevenzione Stefania Vasselli.

PNP 2010-2012

Formazione dei programmatori regionali e attivazione della CoP

Scelta da parte delle Regioni, sulla base di una analisi di contesto e nel rispetto dei vincoli dell’Intesa, dei bisogni/problemi di salute da affrontare, e, conseguentemente, delle linee di intervento da seguire nella propria programmazione

Formulazione ed emanazione da parte del Ministero (DM), sentite le Regioni, del Piano operativo delle azioni centrali

Elaborazione e condivisione dei criteri di valutazione dei PRP e conseguente adozione, mediante Intesa SR, di un Piano di valutazione del PNP

Predisposizione e adozione formale, da parte delle Regioni, dei PRP

Applicazione, da parte del Ministero-CCM, dei criteri di valutazione ex-ante ai PRP deliberati e certificazione del PNP per l’anno 2010

Verifica da parte del Ministero-CCM, a partire dalla fine del primo anno di validità dell’Intesa, del raggiungimento degli obiettivi dichiarati nei singoli PRP e relativa certificazione

Il percorso del PNPIl percorso del PNP

Page 27: Nuove sfide per il network PASSI e il Piano Nazionale della Prevenzione Stefania Vasselli.

A oggi, lo stato dell’arte è il seguente:

– si sta concludendo la formazione ai regionali, è in programma quella ai referenti ministeriali;

– la comunità di pratica è attiva sulle seguenti aree: GT progetto, CIP-Referenti regionali, progettazione e metodologia, corsi

– sono stati formalmente designati dalle Regioni i Coordinatori operativi regionali di Piano

– l’8 giugno, i coordinatori operativi regionali si sono impegnati a comunicare a breve l’indice del PRP della propria Regione ossia le linee di intervento, all’interno di ciascuna delle 4 macroaree, su cui la Regione intende programmare

PNP 2010-2012

Page 28: Nuove sfide per il network PASSI e il Piano Nazionale della Prevenzione Stefania Vasselli.

A oggi, lo stato dell’arte è il seguente:

– in sede CIP è stata condivisa una bozza di “Piano di valutazione” che (nella parte relativa alla valutazione propedeutica o ex ante) di fatto risponde alla esigenza di codificare un formato di PRP (e, corrispondentemente, del “Piano operativo delle azioni centrali di supporto”) ed un metodo di lavoro comuni improntati ai principi della progettazione in sanità pubblica

– in sede CIP è stata condivisa una bozza di Piano delle azioni centrali, attualmente in corso di revisione al Ministero, con il contributo delle Regioni, al fine di esplicitare meglio il ruolo strategico del Ministero per l’attuazione del PNP.

PNP 2010-2012

Page 29: Nuove sfide per il network PASSI e il Piano Nazionale della Prevenzione Stefania Vasselli.

Come può (e deve) contribuire PASSI?

Page 30: Nuove sfide per il network PASSI e il Piano Nazionale della Prevenzione Stefania Vasselli.

OBIETTIVI GENERALI DI SALUTE

SOTTOBIETTIVI LINEE DI SUPPORTO LINEE DI INTERVENTO

Sorveglianza di patologie, determinanti e rischi per la salute

Promuovere le pratiche di provata efficaciaImplementare i sistemi di sorveglianzaRealizzare profili di salute

Rendere fruibili network che favoriscano e sostengano lo sviluppo del PNP, anche in termini di formazione Individuare e diffondere le attività di prevenzione di dimostrata efficacia. Favorire il processo di eliminazione delle pratiche inefficaci o dannose.Favorire l’implementazione di PASSI, PASSI d’Argento e OKkio alla salute ed il loro raccordo con gli altri sistemi informativiComunicare e diffondere i dati derivanti dai profili di salute

Rendere fruibili network regionali che favoriscano e sostengano lo sviluppo del PNP, anche in termini di formazione Produrre e rendere disponibili in maniera integrata basi datiAnalizzare i bisogni e i rischi della popolazione, definire e riadeguare le priorità, gli obiettivi ed i relativi interventi sanitari, ambientali e sociali, valutare l’impatto sulla salute degli interventi realizzatiRealizzare la sorveglianza di popolazione coerentemente con le indicazioni nazionaliMigliorare e consolidare le attività di comunicazione dei risultati raggiunti

Macroarea 2 – Prevenzione universale

Linea di intervento 2.9 - Prevenzione e sorveglianza di abitudini, comportamenti, stili di vita non salutari e patologie correlate (alimentazione scorretta, sedentarietà, abuso di alcol, tabagismo, abuso di sostanze)

Architettura del PNP

Page 31: Nuove sfide per il network PASSI e il Piano Nazionale della Prevenzione Stefania Vasselli.
Page 32: Nuove sfide per il network PASSI e il Piano Nazionale della Prevenzione Stefania Vasselli.

I PRP devono • Rispettare, nei contenuti, i vincoli dell’Intesa:

i. la continuità delle attività del PNP 2005-2007 e successive proroghe, in termini di completamento degli obiettivi non ancora raggiunti e di consolidamento/estensione di quelli raggiunti;

ii. lo sviluppo di ciascuna delle macro aree individuate dal PNP 2010-2012 ed, all’interno di esse, di un congruo numero di linee di intervento con il coinvolgimento di una quota del target potenziale, fatta salva l’inclusione dell’intervento nei LEA o in altri atti di pianificazione nazionale o regionale;

iii. la messa a regime delle attività di sorveglianza previste dal PNP 2010-2012, in quanto strumento essenziale di conoscenza ad uso del monitoraggio, della valutazione e della riprogrammazione del Piano.

2. Aderire a principi e metodi del PCM (sotto il profilo della qualità metodologica, della pertinenza, della coerenza interna e della sostenibilità)

• Quadro strategico del PRP

• Piano operativo del PRP Format di progettazione coerenti con il PCM

Criteri di valutazione per il 2010

Page 33: Nuove sfide per il network PASSI e il Piano Nazionale della Prevenzione Stefania Vasselli.

nei PRP vanno chiaramente distinti due “nuclei tematici”:

• una prima componente (Quadro strategico del PRP) espliciterà il quadro di riferimento in cui la Regione inserisce il PRP al fine di motivare la scelta delle linee di intervento e collocare la progettazione all’interno della realtà regionale

• una seconda componente (Piano operativo del PRP) declinerà la parte operativa del PRP, consistendo in almeno tante “progettualità” quante sono le linee di intervento identificate dalla Regione, e dichiarerà esplicitamente obiettivi, target, risultati attesi e relativi indicatori

Indicazioni per la redazione dei PRP

Page 34: Nuove sfide per il network PASSI e il Piano Nazionale della Prevenzione Stefania Vasselli.

1. Quadro di riferimento regionale

elementi conoscitivi (di tipo organizzativo, socio-economico, epidemiologico, demografico, ecc.) che giustificano le attribuzioni delle priorità a livello regionale

Sistemi informativi correnti (incluse le sorveglianze)Documentazione prodotta per la rendicontazione annuale del PNP

2. Criticità

elementi conoscitivi (anche di tipo istituzionale e normativo) e considerazioni relative alle criticità in termini sia di espressione della domanda sia di possibilità di offerta

Sistemi informativi correnti (incluse le sorveglianze)Documentazione prodotta per la rendicontazione annuale del PNPAtti e norme

3. Programmazione regionale

strategie e macroambiti di intervento previsti dalla programmazione sanitaria regionale

Atti e normeDocumentazione prodotta per la rendicontazione annuale del PNPSistemi informativi correnti (incluse le sorveglianze)

4. Priorità del PRP per il 2010-2012

tendenze e orientamenti d’azione (compresa la reingegnerizzazione dei servizi sulla base dell’EBP) previsti nel PRP per il triennio 2010-2012

PNP 2010-2012

Quadro strategico del PRP

Page 35: Nuove sfide per il network PASSI e il Piano Nazionale della Prevenzione Stefania Vasselli.

Piano operativo del PRP

• Macroarea …………• Linea di intervento generale

………………………………………………… • Obiettivo generale di salute del PNP 2010-2012

…………………………………………• Titolo del programma/progetto

………………………………………………• Contenuti del programma/progetto

– Beneficiari e attori– Analisi di contesto– Modello logico– Quadro logico– Piano di valutazione

Fasi del PCM

Page 36: Nuove sfide per il network PASSI e il Piano Nazionale della Prevenzione Stefania Vasselli.

Piano operativo delle azioni centrali (AC)

Sono le azioni, espressamente individuate dall’Intesa (Allegato 2), che attuano le linee di supporto alla programmazione regionale previste dal PNP

Concorrono alla realizzazione degli obiettivi di salute, integrandosi con la programmazione regionale

Il Piano operativo per l’attuazione delle linee di supporto centrali del PNP considera ogni AC come progetto (razionale; obiettivi specifici; responsabili e attori coinvolti; metodologia; indicatori, risultati attesi; risorse) e le classifica per esplicitarne meglio il significato strategico (secondo le funzioni della stewardship OMS)

Infatti, i PRP ed il Piano operativo delle azioni centrali dovrebbero rispettare la medesima logica ed essere articolati in un “Quadro strategico” ed in un “Piano operativo” vero e proprio

Per quel che concerne il Piano operativo delle azioni centrali, il Quadro strategico assume come proprie “componenti” la declinazione della funzioni di stewardship codificate dall’OMS

Page 37: Nuove sfide per il network PASSI e il Piano Nazionale della Prevenzione Stefania Vasselli.

Sintesi delle funzioni che concretizzano, secondo il conceptual framework della stewardship, il Piano strategico adottato dal Ministero per il contributo alla realizzazione del PNP 2010-12

Funzione della Stewardship

Principali elementi (core attibutes) Significato prevalente

1. Esercitare influenza sugli interlocutori mediante azioni di indirizzo

Stabilire un insieme di norme che guidino l’operato dell’ organizzazione (regole, procedure, leggi, decreti, codici di comportamento, standard, modalità di utilizzo dei finanziamenti ecc.) Definire standard e requisiti per garantire che gli obiettivi vengano raggiunti anche in collegamento col sistema dei LEAFornire sostegno, appoggio e consiglio agli interlocutori (accompagnamento), in particolare alle RegioniPartecipare ai comitati e nelle sedi in cui gli interlocutori prendono decisioni (CIP, conferenza Stato-Regioni)

È una funzione correlata alla capacità di implementazione degli interventi pianificati e programmati. Essa si basa sulla considerazione che un’azione efficace di stewardship deve preoccuparsi che il complesso del sistema sanitario sia coerente con gli obiettivi della policy e che ci sia un coerente sistema di relazioni e linee di comunicazione. Essa comprende anche le iniziative per rimuovere gli ostacoli strutturali all’uso efficiente de equo delle risorse. In questo documento sono considerate pertinenti a questa funzione le azioni di indirizzo, nel loro vario livello di cogenza legislativa e/o amministrativa

2. Garantire la realizzazione delle politiche fornendo strumenti per l’attuazione della programmazione

Linee Guida e protocolli nazionaliPiani di formazione nazionale (a cascata)Contratti di lavoro (ad es. con la Medicina Generale)Coinvolgimento degli interlocutori nel processo decisionale, nella definizione di strategie e obiettivi comuni e condivisiGarantire che ad ogni responsabilità corrisponda il potere decisionale necessario per assolverla, utilizzato in modo corretto

Si tratta di una funzione che deriva dalla consapevolezza che un elemento chiave della stewardship è quello di garantire l’implementazione degli interventi programmati per ottenere gli obiettivi di salute. Una parte di questa funzione risiede nella capacità di implementazione che deriva dal possesso e dall’uso del potere di guidare o influenzare i comportamenti dei differenti attori. Due ulteriori aspetti riguardano le interazioni tra questa “capacità di guida” e quella di costruire coalizioni e partnership e di assicurare la coerenza tra le policiy, le strutture organizzative e la cultura degli attori.

Piano operativo delle azioni centrali (AC)

Page 38: Nuove sfide per il network PASSI e il Piano Nazionale della Prevenzione Stefania Vasselli.

Sintesi delle funzioni che concretizzano, secondo il conceptual framework della stewardship, il Piano strategico adottato dal Ministero per il contributo alla realizzazione del PNP 2010-12

Funzione della Stewardship

Principali elementi (core attibutes) Significato prevalente

3. Stabilire e mantenere collaborazioni e partnership

Identificare gli interlocutori per ciascuna azione centrale descrivendone l’influenza e l’atteggiamento (favorente o sfavorente) Promuovere network di eccellenze regionali e rapporti stabili di confronto e collaborazione con le società scientifichePromuovere il sostegno alle politiche e strategie impopolari, in particolare promuovendo partnership con le associazioni di settore

Questa funzione è giustificata dall’assunzione che sono molti i fattori che direttamente o indirettamente hanno un impatto sulla salute e spesso lo steward ha su di loro un’autorità formale piccola o assente. Non potendo quindi agire su questi fattori da solo, lo steward deve coinvolgere altri attori per determinare un cambiamento positivo. Per essere efficace è quindi necessario costruire a mantenere una grande varietà di relazioni, network e partnership. Tale aspetto deve integrarsi con la funzione di esercizio dell’attività di indirizzo mediante la legislazione e la regolamentazione.

4. Garantire la responsabilità (accountability)

Esistenza di regole sulla pubblicazione dei piani, relazioni (report), codici di comportamento, rendiconti economici, ecc.Effettiva loro pubblicazione, disponibilità e ampia diffusione in una forma comprensibile Programmi sistematici di Audit interno Fornire linee-guida (per garantire la qualità tecnica)Campagne di comunicazioneRendicontazione sociale

È necessario garantire che tutti gli attori del sistema esercitino la responsabilità nelle proprie azioni e che questa responsabilità sia accompagnata da una comunicazione trasparente. D’altra parte, l’essere responsabili nei confronti della popolazione è un mezzo per influenzare positivamente le relazioni tra la popolazione stessa e il sistema sanitario (in particolare rispetto alla percezione e all’uso del sistema). L’essere responsabili aiuta ad individuare e ad ovviare lo spreco di risorse, le malpractice o le negligenze

Piano operativo delle azioni centrali (AC)

Page 39: Nuove sfide per il network PASSI e il Piano Nazionale della Prevenzione Stefania Vasselli.

Sintesi delle funzioni che concretizzano, secondo il conceptual framework della stewardship, il Piano strategico adottato dal Ministero per il contributo alla realizzazione del PNP 2010-12

Funzione della Stewardship

Principali elementi (core attibutes) Significato prevalente

5. Gestione basata sulla conoscenza

Produzione e analisi di evidenze (studi epidemiologici, performance analysis, studi di impatto ecc) Implementazione di Sistemi di sorveglianza Analisi delle evidenzeImplementazione di basi di dati

Questa funzione è giustificata dal fatto che la conoscenza contribuisce a prendere decisioni più informate e quindi complessivamente favorisce migliori risultati per il sistema sanitario. La conoscenza (intelligenza) ha un significato più ampio e profondo di “informazione” perché implica la capacità di identificare ed interpretare gli elementi essenziali. Questa conoscenza deve essere disponibile a tutti i livelli del sistema sanitario e a tutti gli attori per svolgere i loro compiti all’interno del sistema. Nel presente contesto, essa riassume gli elementi di genesi e sintesi di nuove conoscenze nonché tutte le attività pertinenti ai sistemi informativi e di sorveglianza.

Piano operativo delle azioni centrali (AC)

Page 40: Nuove sfide per il network PASSI e il Piano Nazionale della Prevenzione Stefania Vasselli.

Grazie e buon lavoro !!