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Nuova Medicina Germanica http://www.nuovamedicinagermanica.it La N.M.G. in breve La Nuova Medicina Germanica (come si chiama adesso), che ho scoperto nel 1981, è una sci- enza severa che contiene solo 5 leggi biologiche della natura (e nessuna ipotesi), con le quali si può riprodurre in modo severamente scientifico ogni caso clinico. La Nuova Medicina Ger- manica Biologica descrive esattamente il contesto medico biologico dell’organismo vivente come unità di psiche, cervello e organo. Tutti i processi da psiche e organo sono connessi al cervello dove vengono coordinati. Il cervello è per così dire il computer del nostro organismo, la psiche diventa il programmatore, corpo e psiche diventano l’organo esecutore del compu- ter sia nella programmazione ottimale sia nella programmazione disturbata. Questo naturalmente è valido anche per le cosiddette malattie, perché queste fanno parte di un programma Speciale Biologico Sensato della natura (SBS) che normalmente è bifasico. La 1° Legge della Natura La legge ferrea del cancro: i 3 criteri: 1° Criterio : Ogni programma speciale biologico sensato (SBS) nasce con una DHS (sindrome di Dirk Hamer), cioè con un singolo evento scioccante, conflittuale, che da la sensazione di isola- mento psichico, molto grave, altamente acuto/drammatico, contemporaneamente sui tre li- velli: 1. nella psiche 2. nel cervello 3. nell’organo La DHS è uno shock conflittuale, vissuto con sensazione di isolamento, grave, altamente acu- to/drammatico che coglie l’individuo "sul piede sbagliato", ma contemporaneamente è una possibilità, un’occasione della natura di eliminare l’inconveniente che permette di superare la situazione improvvisamente sopraggiunta. Perché è in questo momento che si innesca un programma speciale, praticamente in sincronia nella psiche, nel cervello e nell’organo ed è constatabile in ognuno di essi, visibile e misurabile! E’ anche sempre un esperienza fulminan- te conflittuale e non invece un colpo del destino ne un evento che la persona colpita può in qualche modo cambiare. Esattamente dalla DHS il paziente si trova sotto stress permanente: 1

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Nuova Medicina Germanica

http://www.nuovamedicinagermanica.it

La N.M.G. in breve La Nuova Medicina Germanica (come si chiama adesso), che ho scoperto nel 1981, è una sci-enza severa che contiene solo 5 leggi biologiche della natura (e nessuna ipotesi), con le quali si può riprodurre in modo severamente scientifico ogni caso clinico. La Nuova Medicina Ger-manica Biologica descrive esattamente il contesto medico biologico dell’organismo vivente come unità di psiche, cervello e organo. Tutti i processi da psiche e organo sono connessi al cervello dove vengono coordinati. Il cervello è per così dire il computer del nostro organismo,la psiche diventa il programmatore, corpo e psiche diventano l’organo esecutore del compu-ter sia nella programmazione ottimale sia nella programmazione disturbata. Questo naturalmente è valido anche per le cosiddette malattie, perché queste fanno parte di un programma Speciale Biologico Sensato della natura (SBS) che normalmente è bifasico.

La 1° Legge della Natura La legge ferrea del cancro: i 3 criteri:1° Criterio : Ogni programma speciale biologico sensato (SBS) nasce con una DHS (sindrome diDirk Hamer), cioè con un singolo evento scioccante, conflittuale, che da la sensazione di isola-mento psichico, molto grave, altamente acuto/drammatico, contemporaneamente sui tre li-velli: 1. nella psiche 2. nel cervello 3. nell’organo

La DHS è uno shock conflittuale, vissuto con sensazione di isolamento, grave, altamente acu-to/drammatico che coglie l’individuo "sul piede sbagliato", ma contemporaneamente è una possibilità, un’occasione della natura di eliminare l’inconveniente che permette di superare la situazione improvvisamente sopraggiunta. Perché è in questo momento che si innesca un programma speciale, praticamente in sincronia nella psiche, nel cervello e nell’organo ed è constatabile in ognuno di essi, visibile e misurabile! E’ anche sempre un esperienza fulminan-te conflittuale e non invece un colpo del destino ne un evento che la persona colpita può in qualche modo cambiare. Esattamente dalla DHS il paziente si trova sotto stress permanente:

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questo significa che ha mani e piedi freddi, continua a pensare giorno e notte al suo conflitto e tenta di risolverlo. Non riesce più a dormire di notte, e se ci riesce, solo nella prima metà della notte e solo per mezz’ora alla volta. Non ha più appetito, perde peso. Questa è la fase del conflitto attivo. In conclusione, al contrario dei conflitti normali e dei pro-blemi, vediamo che nei conflitti biologici il paziente finisce in stress permanente e manifesta sintomi ben definiti che non si possono non vedere.Questo stato cambia di nuovo quando il paziente ha risolto il conflitto.Allora avviene una sedazione. La psiche deve riprendersi. Il paziente si sente spossato e stan-co, ma è sollevato moralmente, ha buon appetito, il corpo è caldo, spesso c’è febbre, spesso mal di testa. Dorme di nuovo bene di solito però dalle tre del mattino in poi.Questa è la fase di soluzione del conflitto.

2° Criterio : Il conflitto biologico determina all’istante della DHS sia la localizazione della SBS nel cervello, il cosiddetto Focolaio di Hamer, sia la localizzazione sull’organo come cancro o oncoequivalente. Questo shock inaspettato lascia delle tracce nel cervello che possiamo foto-grafare con la TAC cerebrale. Un tale relè si chiama Focolaio di Hamer (FH). Alla fine della fasedi guarigione, la cosiddetta glia, viene depositata come tessuto connettivo cerebrale innocuo per riparare il Focolaio di Hamer. All’inizio della guarigione il focolaio di Hamer è una cicatrice innocua di una cosiddetta malattia pregressa con deposizione di glia, i cosiddetti anelli di glia, che purtroppo vengono ancora erroneamente interpretati come tumori cerebrali e infelice-mente asportati, per la sofferenza dei pazienti.

3° Criterio: Il percorso dalla SBS su tutti e tre i livelli, dalla DHS alla soluzione del conflitto e crisi epilettica/epilettoide al culmine della fase di guarigione e ritorno alla normalità, è sincro-no!

La 2° Legge della Natura: La legge della Bifasicità di tutte i programmi speciali biologici sensatidella natura se si arriva alla soluzione del conflitto.Questa legge della natura capovolge profondamente tutto il nostro presunto sapere poiché tutte le malattie della medicina intera si evolvono in questa bifasicità. Nella nostra ignoranza dei contesti abbiamo descritto nei libri di medicina alcune centinaia di "malattie fredde" e alt-rettante centinaia di "malattie calde". Le malattie fredde erano quelle nelle quali i pazienti avevano la cute fredda, le estremità fredde, si trovavano in stress permanente, perdevano peso, avevano problemi del sonno (difficoltà ad addormentarsi o risvegli frequenti). Le "ma-lattie calde" dove i pazienti mostravano le estremità calde bollenti, quasi sempre avevano feb-bre, avevano buon appetito, ma grande stanchezza.Nella Nuova Medicina Germanica viene considerato un grosso errore non aver chiesto la late-ralità del paziente, cioè se è destrimane o mancino, poichè la coordinazione dei conflitti con i focolai di Hamer e i tumori o le necrosi dell’organo è di grandissima importanza, in quanto non decide solamente l’evoluzione del conflitto o del cervello, ma anche quale "malattia" o SBS subisce un paziente nei vari conflitti.

La 3° Legge della Natura : Il sistema condizionato ontogeneticamente dei programmi speciali biologici sensati del cancro e degli oncoequivalenti.

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La 3° Legge della Natura della Nuova Medicina Germanica riordina tutte le cosiddette malattiesecondo l’appartenenza ai vari foglietti embrionali.Collocando tutti questi vari tumori, gonfio-ri, ulcere secondo la storia evolutiva, rispetto ai diversi foglietti embrionali, si può constatare, che le "malattie" con appartenenza allo stesso foglietto embrionale dimostrano anche altre caratteristiche e peculiarità comuni (nel foglietto embrionale medio c’è ulteriormente da dif-ferenziare tra la parte diretta dal cervelletto e quella diretta dalla sostanza bianca cerebrale del mesoderma).Ad ognuno di questi foglietti embrionali appartiene, secondo la storia evolutiva:· una parte specifica del cervello · un tipo specifico di contenuto conflittuale · una localizzazione specifica nel cervello· un’istologia ben precisa · microbi specifici imparentati con il foglietto embrionalee inoltre ogni cosiddetta malattia o SBS ha un senso biologico da comprendere secondo la suastoria evolutiva.

La 4° legge biologica della natura : Il sistema ontogeneticamente determinato dei microbi.Il momento, dal quale possono iniziare a "lavorare" i microbi, non dipende, come avevamo presupposto erroneamente fino ad ora da fattori esterni, ma viene ordinato esclusivamente dal nostro computer cervello. I microbi non sono nostri nemici ma ci aiutano, loro lavorano sunostro comando, su comando del nostro organismo, diretto dal nostro cervello, perché ad ogni gruppo di organi appartenente ad un foglietto embrionale appartengono specifici micro-bi tipici di quel foglietto embrionale. Secondo la legge della bifasicità di tutte le malattie, nellasoluzione del conflitto tutti i microbi "lavorano" – senza eccezione – esclusivamente nella se-conda fase, la fase di guarigione, iniziando con la soluzione del conflitto e finendo con la fase di guarigione.

La 5° legge biologica della natura: La legge sulla comprensione di ogni cosiddetta malattia come parte di un programma speciale biologico sensato della natura alla luce della storia dell’evoluzione

La quintessenza.La 5° legge della natura è la vera quintessenza, perché ribalta l’intera medicina. Quando si guardano i singoli foglietti embrionali separatamente si può constatare che esiste evidente-mente un senso biologico, che le cosiddette malattie non sono errori insensati della natura dacombattere, ma che ogni malattia è un processo sensato. Da quando non intendiamo più le presunte malattie come "malignità", guasti della natura o punizioni divine, ma come parti o singole fasi dei nostri programmi speciali biologici sensati della natura, da allora il senso biolo-gico contenuto in ogni SBS acquista naturalmente un significato decisivo.

· Tratto dalla Presentazione alla Nuova Medicina Germanica che si trova nella sezione Presen-tazione NMG prelevabile in formato PDF.

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cosa comportano queste scoperte

Quando si conoscono le 5 Leggi Biologiche le implicazioni che ne conseguono sono molteplici.Siamo abituati a fare in automatico tutta una serie di cose che però, quando poi si tratta di agire nelle situazioni di emergenza, proprio questi automatismi ci lasciano disarmati e senza soluzioni: finiamo col muoverci come se fossimo intrappolati nel labirinto del topo. Un esempio di reazione automatica è quando prendiamo per buona qualsiasi cosa ci venga detta da una persona che consideriamo autorevole: non siamo più abituati a chiedere di spe-cificare un’affermazione, di dimostrarcene la veridicità nei fatti e ci accontentiamo di afferma-zioni generiche tipo “si sa che è così”. E se un primario afferma che mi restano pochi mesi di vita, in automatico penso che saprà il fatto suo. Invece, per fortuna, le cose non stanno pro-prio così e basta iniziare a chiedere, a far specificare su cosa davvero sono basate quelle affer-mazioni per scoprirlo. Certo questo comporta un cambio di posizione a 360° sia da parte deglioperatori nel campo della salute che da parte di chi chiede loro aiuto. Implica cioè una sorta di risveglio collettivo… Ed è questo ciò che disturba maggiormente chi non vuole che queste conoscenze vengano portate alla luce e riconosciute. Vediamo insieme, passo per passo, il cambiamento che necessariamente richiede l’applicazione di queste scoperte. Come facciamo a prendere per vere affermazioni quali:“Mi dispiace ma le restano solo pochi mesi di vita” – “Si sa che purtroppo l’evoluzione della sua malattia è…”- “Occorre iniziare subito il protocollo altrimenti c’è rischio di metastasi” etc…etc…Il discorso è un po’ complesso, ma per chi avrà la pazienza di leggere i paragrafi successivi, potrà avere maggior chiarezza e capire che in fondo è anche semplice, trovare il modo per tornare ad essere “presenti e svegli” nell’ambito della nostra vita… E poiché stiamo parlando della nostra pelle, forse ne vale la pena.

Uscire dall'ipnosi collettiva La saggezza del dubbio.Capire e tenere conto del fatto che viviamo in uno stato d’ipnosi collettiva, diviene una pre-messa fondamentale quando si decide di lavorare avendo come riferimento le 5 Leggi Biologi-che scoperte dal dr. Hamer. E questo vale in ugual modo sia per gli operatori quanto per la persona che si rivolge loro. E’ solo vivendo da “sonnambuli” sconnessi dal nostro sentire più profondo che possiamo restare a lungo in un problema ( fare cioè massa conflittuale) ed ave-re poi dei sintomi importanti quando il corpo ripara. E’ solo da sonnambuli che possiamo ri-manere in balia del panico prodotto dalla diagnosi (anch’essa pura ipnosi). Ed è questo stesso stato ipnotico che ci allontana dalla lecita richiesta di sapere se ciò che ci viene detto e fatto nel campo della salute ha basi scientifiche o meno.

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Si tratta quindi di svegliarsi, di scuoterci da questo torpore sonnambolico nel quale siamo ca-duti da anni e nel quale veniamo costantemente mantenuti dalla comunicazione di massa, una comunicazione gestita dal potere e perciò finalizzata unicamente al suo mantenimento. Un popolo può essere facilmente manipolato solo quando viene costantemente mantenuto instato ipnotico. E la paura della malattia è uno degli strumenti più forti per ottenere tale obbi-ettivo. Ma vediamo quali sono le premesse perché lo stato ipnotico possa essere prodotto. Lo stato ipnotico è il nostro stato normaleLa prima cosa da comprendere è che viviamo costantemente in “stato ipnotico” cioè con l’at-tenzione rivolta ai nostri pensieri, poiché è così che funziona la nostra mente: pochi attimi percaptare informazioni dall’ambiente e, subito dopo, dentro la nostra mente, alla ricerca di un significato. E’ in questo modo che ogni singola parola acquista il suo significato specifico che altrimenti resterebbe un puro suono. Mi spiego meglioDa piccoli abbiamo imparato a conoscere il mondo e a muoverci in esso a partire dalla nostra esperienza sensoriale diretta: osservando, toccando, annusando, assaggiando un oggetto per poter capire cosa fosse e come usarlo…Poi, per non dover ricominciare ogni volta daccapo, la natura ci ha organizzato in modo da te-nere in memoria tali esperienze così da poter dare ogni volta un significato preciso sia alle pa-role che agli oggetti e sapere cosa farne di conseguenza. Per fare un esempio questo vuol direche in qualsiasi parte del mondo mi trovi e qualsiasi forma abbia una sedia, so cos’è, a cosa serve e come usarla. Le parole non sono neutreOgni parola ha quindi un significato che possiamo definire “funzionale” ma assume anche un significato “emotivo”, viene cioè accompagnata da un’emozione, proprio perché la posso in-terpretare solo a partire dalle mie memorie e cioè dalla mia storia personale. Parole come “mamma, mare, focolare o cancro” avranno una colorazione emotiva personale, che sarà quindi per ogni persona un po’ diversa.Il primo fatto di cui tenere conto quindi è che le parole non sono neutre, mai. La memoria ha caratteristiche particolari:1) Questa esperienza interiorizzata, che chiamiamo memoria, è come un film che proietti-amo dentro la nostra mente e che ha caratteristiche sensoriali, cioè è fatta di immagini, suoni,odori, sensazioni. E’ per questo che spesso ci confondiamo assumendola come realtà oggetti-va, mentre invece si tratta di un semplice pensiero, un ricordo: non mostra una realtà oggetti-va ma la mia percezione di quella che definisco realtà. Ad es. provate in questo istante a ripensare a qualcosa che avete vissuto: l’ultima furiosa litigata con qualcuno, l’istante in cui avete perduto una persona cara, quel giorno che siete caduti inciampando nel marciapiede… In un istante rivedrete immagini, rias-colterete voci e rumori, risentirete odori e avrete l’impressione di riaccedere a tutto il ba-gaglio emotivo e alle sensazioni provate in quell’istante, come se steste vivendo qui ed ora

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quella stessa situazione. Eppure non sta accadendo nel qui e ora quel fatto, ma la percezione è quella. L’esperienza è come proiettare quel film e caderci dentro (tecnicamente: rivivi un ri-cordo in modo associato). Le persone abituate a vivere nel ri/sentimento capiranno al volo cosa intendiamo dire.2) Poiché diamo un senso di realtà ai nostri pensieri (i ricordi e le convinzioni sono sempre pensieri) tendiamo, una volta organizzati, a non metterli più in discussione. Ciò significa però che tutto ciò che pensiamo e di cui siamo convinti in merito alle cose, a noi stessi e alle nostrepossibilità nel mondo, non sono più delle semplici idee ma diventano delle nostre identità. La difficoltà nel metterle in discussione quindi diventa grande e profonda perché ciò che dovrei mettere in discussione non lo percepisco più come pensiero, come una convinzione, ma come“tutto me stesso”.3) Non possiamo tenere in memoria l’intera realtà, ma solo una sua sintesi, una sorta di “mappa” di quella che definisco realtà.Perciò quando dovrò dare significato alle cose che ac-cadono, non mi riferirò alla realtà, ma necessariamente alla mappa che ho costruito. Questa mappa cioè mi farà da riferimento, come una cartina stradale, per muovermi nella vita. Tale mappa sarà inevitabilmente una generalizzazione, conterrà delle cancellazioni e sarà organiz-zata da me in base al mio personalissimo filtro (alla mia storia personale). Se ad esempio vi dico che oggi “che sono andato al mare e che è stato bellissimo” nessuno di voi potrà davverosapere cosa intendo, e in base a ciò che per ognuno di voi è “stare bene al mare” s’immagi-nerà qualcosa di diverso: un mare piatto come un olio oppure in tempesta oppure ancora che per me non era bello il mare ma la compagnia . Ogni singolo essere umano ha una mappa di-versa, e sarà attraverso questa stessa mappa che filtrerà anche la sua comunicazione con l’al-tro. Spesso poi accade che in memoria trattengo e metto insieme solo quei pezzettini di per-cezione della realtà che sono tra loro sono simili e che confermano quella che è la mia convin-zione. Focalizzerò solo su quelli, dimenticandomi (cioè cancellando) le eccezioni che mette-rebbero in dubbio ciò che mi sto raccontando. Vi facciamo un esempio molto semplice e co-mune di questa modalità: a tutti sarà capitato di cercare disperatamente qualcosa in casa, le chiavi della macchina, o gli occhiali. Sembrano spariti finché vi cade l’occhio sul tavolo e li ve-dete appoggiati lì in bella mostra. Ci sarete passati davanti un centinaio di volte ma non li ave-te visti, li avete “cancellati”. Cosa è successo? Cercando gli occhiali non stavate guardando “fuori” per osservare dove fossero, ma stavate guardando il vostro film interiore di dove do-vevano essere… Per questo stesso meccanismo, se nella vita ho passato dei momenti difficili, potrò facilmente dire che “la mia vita è stata un inferno” dimenticando quegli spazi dove inve-ce sono stato bene. Ed è per la stessa dinamica che potrò dire che “ho mal di schiena da anni”senza accorgermi che invece è solo in certi periodi che il male si presenta e nemmeno semprecon la stessa modalità né intensità.4) La comunicazione con me stesso o l’altro, che attivo a partire dalla mia mappa, sarà an-ch’essa una sintesi… e non solo della realtà, ma addirittura del mio pensiero. La frase che for-mulerò avrà quindi delle parti di contenuto cancellate, altre generalizzate, altre deformate. Il vuoto comunicativo che inevitabilmente creo, sarà “riempito” dall’altro, e, ancora una volta, apartire dalle sue memorie, dal suo mondo interiore, dal suo personalissimo vissuto.Questo significa due cose: prima di tutto che quando pensiamo di comunicare qualcosa, il più delle volte enunciamo solo dei titoli generici e sarà chi ci ascolta a scriverne il testo (quasi maiil nostro). La seconda è che le parole non sono neutre MAI! Per dare loro significato mi rivol-gerò alla mia mappa personale (alla mia storia e alle mie ferite) ed in base a questa mappa

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produrrò il comportamento conseguente. E’ in base alla percezione che abbiamo di chi siamo noi, cosa la realtà, e quali le nostre possibilità nel mondo che ci muoviamo nel mondo e pro-duciamo comportamenti. Se nella mia mappa ho la convinzione che di cancro si muore, pren-derò per buono tutto quello che mi viene detto, mi lascerò fare il protocollo del caso senza discutere e percepirò ogni piccolo sintomo come segnale dell’inevitabile peggioramento. Se invece credo il contrario, mi prenderò il tempo ed avrò la forza per cercare altre spiegazioni, non darò nulla per scontato e mi aggancerò ad ogni segnale per sentire che sto migliorando. Accade così che pensando di comunicare uno con l’altro, in realtà finiamo solo per suggestion-arci a vicenda. Se provassimo a far specificare il nostro interlocutore, cioè a chiedere davvero cosa intende dire senza dare per scontato di aver capito, ci potremmo accorgere che la maggi-or parte delle volte ciò che sta affermando è molto lontano da ciò che presupponevamo di aver capito. E’ in questo modo che avvengono la maggior parte dei litigi di coppia, dove alla fine, non ci si ricorda nemmeno più da dove si era partiti: nessuno dei due era presente all’al-tro, ma ognuno rispondeva, reagiva, al proprio mondo interiore.Inoltre specificando, sia chi ascolta ma anche la persona stessa che sta parlando si può accor-gere, con sorpresa, che nel non detto c’è tanta informazione in più e che, spesso, contraddice proprio quell’affermazione che si stava dando per scontata. Cosa succede quando confondiamo la realtà con la nostra percezione della realtà?Qualsiasi parola pronunciamo, non definisce la realtà ma la mia percezione del come stanno le cose e in base a questa percezione, ne scaturirà inevitabilmente uno specifico comporta-mento che produrrà i risultati conseguenti: quelli e non altri. E’ in questo senso che possiamo dire che il pensiero crea la mia realtà. La diagnosi è una etichetta ipnotica da convertire in processo in corso. Cosa significano termini come tumore, sclerosi multipla, sindrome di x,y,z?Non ci danno alcuna indicazione sul processonon descrivono nulla della realtà, non spiegano cosa stia accadendo realmente nel nostro corpo, e quindi non ci danno alcun elemento per sapere cosa fare. La diagnosi assume una qualità oggettiva, quasi fosse una vera e propria en-tità, e invece di spiegare che tipo di processo sia in corso nel nostro corpo, diventa una parola ipnotica che porta con sé la prognosi. Cioè ricevendo una diagnosi, vi troverete all’istante ad allucinare “il come andrà a finire”. Tumore viene automaticamente tradotto in “tu muori”, sclerosi multipla diventa “sedia a rotelle” e le varie sindromi una sfiga rarissima e sconosciuta alla quale è impossibile fare fronte.Questo perché attribuiamoa quella etichettaun significato in base a ciò che “ho preso per vero” in seguito alle informazioni ricevute.E anche se vi dite: “no, io non finirò così!” il risultato non cambia. Questo perché la mente non registra la negazione, il “non” per la mente, non ha alcuna immagine di riferimento. Se per es. vi chiedo, di fare tutto il possibile per “non immaginare un albero” vi domando qualco-sa d’impossibile: vedrete proprio un albero. Quello che serve per andare verso un’altra dire-zione, occorre avere una nuova immagine (mappa) di riferimento.Provate ad immaginare come cambia subito la vostra emozione ( e di conseguente la vostra mappa di riferimento) se trasformiamo i termini utilizzati nell’etichetta in quello che sono, e cioè in processi in corso: 1) TUMORE: diventa una crescita che tra l’altro non è tutta uguale, ma che mi dice che sono in conflitto attivo (cioè ancora nel problema) se a rispondere sono tessuti diretti dal vecchio

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cervello (che crescono in conflitto attivo), o che ho già risolto il problema se sono tessuti di-retti dal nuovo cervello (cicatrice). 2) SCLEROSI MULTIPLA: se c’è presenza di un sintomo motorio, sappiamo che stiamo vivendo un conflitto motorio e, a seconda di dove appare il sintomo, posso sapere in relazione a chi o cosa3) SINDROMI: a seconda del sintomo presentato, posso ricongiungerlo al suo tessuto specificoe , ancora una volta, avere delle indicazioni precise su cosa fare. Ricordate che l’immagine che vi guida nel comportamento è quella che prendete per vera.Quindi quando ricevete un’etichetta, non fermatevi a quella, ma andate a ricercare il processoin corso nel tessuto dove si sta manifestando il sintomo. E per fare questo abbiamo come rife-rimento la terza legge biologica. L’IPNOSI COLLETTIVALe suggestioni sono dovute dalle nostre esperienze personali ma anche alimentate a livello collettivo dalla comunicazione di massa. Il significato che attribuiamo per esempio alla parola cancro, viene quotidianamente nutrito (cioè suggestionato) da una comunicazione di massa non specificata (cioè ipnosi). Quella pa-rola contiene un mucchio di significati impliciti: puoi morire, per salvarti devi seguire cure che ti fanno soffrire, sei a rischio di metastasi, sei solo, nella tua vita niente sarà più come prima, etanto tanto altro. Due esempi.1) – Dal cancro non si guarisce e se si guarisce si rimane comunque “a rischio” perché una cellula può ripartire anche dopo 10 anni.2) – Dal tumore primario partono delle cellule che creano nuove colonie in altri organi, cioè metastasi, e quando sei “pieno dappertutto” non c’è più niente da fare. Queste affermazioni (cioè parole) sono generiche e piene di cancellazioni. Una cancellazione tra le tante è per esempio la spiegazione scientifica di come fanno ad affermare una cosa si-mile. Tali affermazioni generiche però vengono colte come realtà, mentre in effetti, la produ-cono. La persona poi facilmente darà ancora maggiore oggettività a tali affermazioni poiché magari è vero che ha conosciuto persone che sono morte dopo aver ricevuto una diagnosi di cancro o di metastasi. L’effetto che osservo (cioè la persona che muore) finisce così col confer mami automaticamente la premessa (l’affermazione) che però se viene specificata (verificata nelle sue premesse) non ha alcuna valenza scientifica.Per la prima affermazione, per esempio, qualcuno dovrebbe poter spiegare (cioè verificare) come possa biologicamente “ripartire” una cellula tumorale dopo 5 o addirittura 30 anni.Per quanto riguarda la seconda, il problema è lo stesso: qualcuno ci dovrebbe spiegare in cosaconsistano e come migrano queste metastasi. Le cellule non migrano da un tessuto all’altro, ma si muovono trasportate dal sangue.Il presupposto in medicina scolastica è che una cellula “tumorale” si sfaldi dal tumore prima-rio, per esempio dal seno, venga quindi trasportata attraverso il sistema linfatico e venoso di ritorno (senza essere metabolizzata dal fegato) e una volta arrivata al cuore, riparta trasporta-ta dal sangue arterioso, attraversi nuovamente tutto il corpo, per poi attaccarsi e fare una

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nuova colonia in un tessuto che magari è completamente diverso sia come origine embriona-le, che come struttura e comportamento, come per esempio in una costola (osso). Ciò vorrebbe dire che quella cellula deve anche decidere per tempo dove andrà a proliferare, in modo da mutare la sua struttura…fantascienza! L’altro particolare trascurato dalla medicina ufficiale, anche perché non si da il tempo per ve-rificarlo, è che quelle cellule che proliferano nell’osso, alla fine del processo saranno cellule di callo osseo (?!?) Inoltre se fosse vero che il corpo si auto infetta attraverso il sangue (poiché è così che “migre-rebbero” le cellule tumorali, dovrebbero sospendere all’istante le trasfusioni di sangue. …Sono tutti stati ipnotici che possono essere confusi e mantenuti come se fossero realtà solo per la nostra non “presenza” ed abitudine alla delega.

I benefici Il tempo a disposizione. Il meraviglioso funzionamento sensato del nostro organismo diventa ora comprensibile e il beneficio più grande è proprio quello di accorgerci di avere il tempo a nostra disposizione e quindi la pace e la serenità, per agire con saggezza per il nostro benes-sere. Il risultato straordinario è che sentendoci di nuovo in armonia con il nostro ambiente, come “un pesce nell’acqua” (dopo la soluzione del “conflitto del profugo”), anche i nostri reni (tubuli collettori renali) potranno funzionare al meglio e permetterci di espellere una gran quantità di urina, riducendo così drasticamente tutti i nostri gonfiori, edemi e disagi prodotti quando il conflitto del profugo era attivo.Conoscere le 5 Leggi Biologiche quindi non solo ci permette di sapere cosa sia sensato fare, ma ci dà anche le indicazioni di cosa fare per poter stare subito meglio!Un corretta informazione. Cari lettori, ci rendiamo conto a questo punto che, conoscendo le 5Leggi Biologiche, non sarà più possibile richiedere informazioni sulla nostra salute a chicches-sia senza tenere in seria considerazione da quale convinzione, posizione, interesse, scienza, fanta-scienza, credo o religione il medico o l’operatore per la salute ci stia parlando. È chiaro che per evitare il panico ed essere precisi nel comprendere quello che sta realmente succe-dendo nel nostro corpo, necessitiamo di una chiara conoscenza delle varie corrispondenze trapsiche, cervello e tessuti. Grazie quindi a un’informazione precisa, saremo in grado di avere il tempo a disposizione per comprendere veramente cosa ci sta succedendo e produrre una scelta consapevole inerente alle cure per la nostra salute e il nostro benessere. Dobbiamo innanzitutto, da soli o con l’aiu-to di un medico o un consulente preparato sulle 5 Leggi Biologiche, saper distinguere accura-tamente: in quale tessuto avviene quel processo che provoca quel dato sintomo, in quale fasesi presenta (conflitto attivo o risolto), qual’è l’area cerebrale che innerva quel tessuto e a qua-le tipo di conflitto biologico il nostro organismo ha reagito. Solo con queste premesse, sapre-mo cosa sia sensato fare.Una scelta responsabile. Dal momento che conosco le 5 Leggi biologiche, ho quindi la re-spons-abilità (capacità di dare le risposte più appropriate) di scegliere con più acutezza cosa fare nelle situazioni che mi fanno stare male.Ho quindi anche la piena respons-abilità di scegliere a chi rivolgermi quando ho bisogno di ai-uto. Come abbiamo già scritto, non posso più prendere per buona qualsiasi cosa mi venga

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detta da un medico o da un terapeuta. Un medico è una persona che ha studiato e scelto di fare quel mestiere. E se noi in base alle nostre esigenze scegliamo l’idraulico più capace, l’ar-chitetto più bravo per il nostro gusto, il panettiere con il pane più fresco, perché non dovrem-mo poter scegliere come e da chi curarci in base a quello che sentiamo più vero e giusto per noi? È un’assunzione di responsabilità (nessuno può farlo per noi). Abbiamo tutti la piena re-sponsabilità civile di scegliere il nostro medico di fiducia, di rivolgerci cioè ad un medico che sia lì per noi. Se scegliamo altro… liberi di farlo, ma non avrà più senso lamentarci o stupirci o arrabbiarci perché ci sentiamo non capiti o spaventati dal medico che non conosce le 5 Leggi Biologiche. La migliore prevenzione. Quando stiamo veramente male, abbiamo bisogno di un professionista preparato, capace di sostenerci al meglio in questo momento difficile. Vi invitiamo perciò a portare questo libricino al vostro medico, anche se siete sani. Non in modo aggressivo o come detentori di verità, ma con la semplice richiesta di voler essere se-guiti in base alle conoscenze delle 5 Leggi Biologiche. Se non dovesse essere disponibile, non avete bisogno di convincerlo, ma potete sentirvi liberi di rivolgervi a un altro medico e, se nonfunziona neanche col secondo, a un terzo o un quarto, fino a che troverete un medico dispo-nibile a informarsi su queste scoperte scientifiche o che perlomeno si adoperi a sostenervi, secondo le sue possibilità, per curarvi secondo ciò che ritenete essere il meglio per la vostra salute. Non lasciatevi intimorire da pensieri tipo “chissà che reazione avrà”. Da “pazienti”, che si lasciano fare pazientemente, siete ora in grado di diventare “Clienti”, che per realizzare i propri progetti, esigono dal professionista le migliori prestazioni. Siete solo voi a poter chiedere e a poter scegliere di conseguenza e chi l’ha fatto ne sta già traendo gli enormi benefici.

Una metodologia clinica. Grazie a queste scoperte siamo finalmente in grado di avere un uni-co sistema in medicina, preciso e univoco, per valutare rapidamente e con certezza qualsiasi affezione o sintomo, sapendo da quale tessuto è originato e in quale fase si trova. Per la primavolta siamo in grado di avere una medicina veramente scientifica, consapevole delle cause deivari processi finora considerati “patologici”. Possiamo affermare che grazie all’applicazione scientifica, a livello medico-clinico, delle 5 Leggi Biologiche scoperte dal Dr. Hamer, ci trovia-mo di fronte ad una vera e propria metodologia clinica. Le 5 Leggi Biologiche permettono, in effetti, una precisa diagnosi scientifica e comprovabile, una prognosi corrispondente a quel dato programma speciale in atto, una terapia precisa, finalizzata unicamente alle necessità cli-niche e emotive del paziente e permette anche la prevenzione dal panico e dall’angoscia, spesso causa maggiore di “malattie” di origini iatrogene (medicina preventiva, diagnosi nefas-te, ecc.)

Da "pazienti" a "clienti" Questo implica un cambiamento radicale della nostra posizione. Un medico è un professionis-ta che avrà bisogno di cambiare le sue premesse di fondo di cosa sia la malattia e di conse-guenza, come intervenire, ma i suoi strumenti restano efficaci come prima. Cioè se ho biso-gno di un intervento, di un esame o di un supporto clinico, questo non viene messo in discus-sione, se fatto nella conoscenza e nel rispetto delle 5 Leggi Biologiche. Questo significa che io,quando ho un problema, posso rivolgermi ad un professionista, ed è lecito, e anche normale, che mi rivolga a quel professionista che risponde meglio alle mie esigenze. Non è evidente ca-pire come mai quando ci rivolgiamo ad un professionista che appartiene ad un campo diver-

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so, questa attenzione viene automatica: mi rivolgerò, senza farmi problemi all’idraulico più ca-pace, all’architetto che risponde meglio al nostro gusto, al panettiere con il pane più fresco… Perché non accade la stessa cosa, quando si tratta della nostra salute?Probabilmente la risposta più vera è ancora la stessa: … stati ipnotici.Quando eravamo piccoli, papà e mamma erano degli dei, potevano tutto…ma quando aveva-mo un problema di salute, ci portavano da un uomo dal camice bianco che aveva pieno pote-re decisionale anche sui nostri genitori. Quello che diceva doveva essere fatto anche se pote-va procurarci sofferenza (banalmente delle punture ricostituenti) e mamma e papà, i nostri eroi, non ci difendevano ma assecondavano il volere del dottore. E’ così che l’immagine del dottore, per noi come anche per i medici stessi si è installata nel nostro inconscio collettivo come colui che ha potere di vita e di morte, e anche quando mi dice una cosa terribile come “mi dispiace lei è terminale” non è più discutibile. Se non fosse così non si spiegherebbe comemai siamo pronti ad immolarci la vita quando un medico ha “guarito” noi o un nostro caro, come siamo pronti ad ucciderlo quando il “malato” muore. I medici non sono esseri sovranna-turali ma esseri umani, con degli strumenti, che mettono a nostra disposizione in una posizio-ne d’aiuto. A noi la responsabilità di passare da pazienti a clienti e scegliere il professionista più idoneo alle nostre necessità. Per questo invitiamo tutti i lettori del sito a compiere un atto civile che comporta vantaggi pertutti: a noi, a chi si trova in difficoltà e ai medici stessi. L’invito è di utilizzare il libro “Introdu-zione alle 5 Leggi Biologiche” e di presentarlo al vostro medico di riferimento per chiedergli seè disponibile ad informarsi e a seguirvi in base alle conoscenze delle 5 Leggi Biologiche. Se non dovesse essere disponibile, non avete bisogno di convincerlo, ma potete sentirvi liberi di rivolgervi ad un altro medico e, se non funziona neanche col secondo, ad un terzo, fino a che troverete un medico disponibile ad informarsi o che perlomeno si adoperi a sostenervi permettendovi di curarvi seguendo ciò che ritenete essere il meglio per la vostra salute. E abbiamo potuto osservare, non senza stupore, dalle testimonianze filmate presentate al 2 Convegno Nazionale di studi ALBA come diverse persone abbiano potuto trovare, in un mo-mento di enorme difficoltà per la loro salute, dei medici che, pur non conoscendo le 5 Leggi Biologiche, abbiano dato umanamente la loro disponibilità a supportarli nel rispetto della scelta che avevano fatto, potendo oltretutto in questo modo assistere e testimoniare il mira-colo che stava accadendo: persone date per spacciate che ora stanno bene.E quello stesso medico che non risponderà alla vostra richiesta, magari alla decima persona che si presenta col libricino alla mano, sarà perlomeno incuriosito e magri proverà a legger di cosa si tratta… Se è vero che abbiamo tutti il diritto alla salute è anche vero che occorre da parte di tutti una presa di responsabilità per far sì che ciò accada. Abbiamo tutti sia il diritto che la responsabi-lità civile di scegliere come curarci, a quale medico di fiducia rivolgerci, scegliendo cioè un medico che sia lì per noi. Da qui nasce il nostro impegno perché queste scoperte possano un giorno essere riconosciute, insegnate nelle università, applicate nelle cliniche dove chiunque possa rivolgersi. Ma questo impegno è collettivo e tante piccole formichine possono sgretola-re una montagna.

Non ancora per tutti

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Siamo in una fase di transizione: le 5 Leggi Biologiche iniziano ad essere conosciute ed appli-cate ma non sono ancora ufficialmente riconosciute. Non esistono ospedali o cliniche dove una persona possa tranquillamente andare. Ne consegue che la persona che sceglie di essere curata in base a queste conoscenze, non potrà farlo a partire dalla vecchia modalità.Non possiamo “credere” (per fortuna) alle 5 Leggi Biologiche, ma possiamo solo verificarle. E per verificarle abbiamo bisogno di poter dare il tempo al corpo per tornare a normalizzazione senza fare recidive. Ciò vuol dire che sarà necessario per noi imparare a non spaventarci ad ogni piccolo sintomo, (la paura attiva inevitabilmente il profugo) imparando il nuovo linguag-gio (cioè non confondendo più il sintomo con l’etichetta) ma anche imparando a diventare piùelastici nella nostra vita, più disponibili a fare dei cambiamenti: se sono elastico, quando ine-vitabilmente cado in un binario, ho più facilità a saltarne fuori velocemente. In questo modo potremo uscirne rinforzati, rincuorati dalla verifica su cosa sia davvero la malattia e con la tranquillizzante sensazione che la natura non è né maligna né benigna. Ciò richiede che la persona abbia un atteggiamento “attivo” mentre tendenzialmente quando stiamo male, siamo abituati a rimanere in una posizione passiva, vittime della situazione e delfato, in attesa del medico o della cura che ripristini il nostro stato di salute. Ci aspettiamo una soluzione da fuori, e non riteniamo di avere un’implicazione né nel processo che chiamiamo “malattia”, né in quello che ci riporta in “salute”. La persona si trova, impreparata dalla storia personale e collettiva, a dover fare un salto quan-tico. In effetti non è da tutti poter stare con la propria paura, riconducendosi costantemente aciò che il sintomo gli sta raccontando (terza legge).Non è facile in questa cultura dove devi prendere la medicina ancor prima che si presenti un sintomo, riuscire a darsi il tempo per verificare come stanno le cose, e che direzione stanno assumendo. Chi sceglie questa strada avrà a che fare con la lecita paura dei parenti: spaventati da ciò che potrebbe accadere, facilmente faranno pressioni e ricatti affettivi (umanamente più che com-prensibili) per spingerlo sulla via ufficiale. L’intento è sicuramente di cuore ma per la persona è straziante. In un momento già così delicato per lui, sarebbe proprio provvidenziale avere la famiglia a sostegno e là dove accade, tutto procede molto bene. Avrà a che fare anche con le continue pressioni (a volte anche crude) delle strutture ufficiali. Occorre che la persona possa fare il suo percorso con la maggiore tranquillità possibile, senza quindi mettersi in opposizione con la struttura ufficiale, né coi propri cari, ma trovando al-leanze e rispetto dove può. Insomma la persona che sceglie questa strada deve poter aggan-ciare alla sua forza personale e mantenerla. Certo non è una strada facile, e per questo dicia-mo che, purtroppo, non è ancora per tutti… Ma siano anche convinti che presto, con pazienza e tanto amore, potrà diventarlo. E in fondo, proprio le scoperte del dr. Hamer ci vengono in aiuto perché, dandoci spiegazioni verificabili, spezzano gli incantesimi, ci scuotono dal nostro torpore sonnambolico, dandoci la forza quindi per diventare “agenti e responsabili” dei nostri processi di salute e malattia. Lo stesso salto quantico tocca anche ai medici e agli operatori nel campo della salute che sono esseri umani come noi e che quindi sono sottoposti alle nostre stesse paure e pressioni.

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Avranno quindi bisogno di tempo per modificare le premesse di fondo su cui si sono sempre basati, in base alle conoscenze delle 5 Leggi Biologiche. Anche loro avranno bisogno di non dare più nulla per scontato e di sostituire le etichette attribuite alle malattie con gli effettivi processi in corso. Di spostare quindi l’attenzione prima di tutto dall’etichetta al sintomo e in-sieme dal sintomo alla persona. Anche loro dovranno adeguarsi ad un linguaggio nuovo e darsi il tempo perché ciò che di di-verso stanno studiando possa essere verificato nella pratica quotidiana. Sapranno di non po-tersi più riferire al “protocollo del caso” ma che, anche quando il sintomo presentato è lo stesso, ogni volta hanno davanti una persona diversa, unica e irripetibile e che richiede quindiun’attenzione e delle soluzioni specifiche. Anche per loro sarà necessaria una disponibilità, presenza e pazienza nuova, di uno spazio maggiore per poter davvero ascoltare i bisogni e le paure della persona che chiede loro aiuto, di tutta una serie di attenzioni che non erano necessarie quando avevano un protocollo da se-guire e potevano limitarsi a controllare sul prontuario il prodotto più idoneo per quel tipo di sintomo. E soprattutto dovranno rivedere la loro posizione acquisita da anni: da dottore a medico che “medica il sintomo” quando è troppo impegnativo e accompagna con delicatezza e cognizione di causa, la persona “malata” nel suo personalissimo processo in corso. Una strada più impegnativa quindi per tutti, ma solo perché siamo in questo momento di transizione… D’altra parte chi ha già iniziato a percorrerla porta come testimonianza la soddis-fazione e il piacere di lavorare sapendo “perché la persona ha quello che ha”. Queste co-noscenze portano a tutti una nuova vitalità che va ben oltre l’argomento “salute e malattia” ma coinvolge la vita a 360°. L’invito è quindi quello di provarci, almeno provarci… i vecchi amori non muoiono mai, non si cancellano e possiamo ritrovarli quando vogliamo. Ci tocca però di avvertirvi di un fatto …pensateci molto seriamente prima di scegliere questa strada perché dopo un po’ diventa troppo bella e soddisfacente e a quel punto diventa prati-camente impossibile tornare indietro!

Le cure in base alle 5LB La natura ha imparato ad adattarsi costantemente alle nuove esigenze che l’ambiente presen-tava. Anche noi, esseri umani, facciamo parte di questo progetto e rispondiamo ai conflitti di oggi, con gli stessi programmi di milioni di anni fa. Questi processi di adattamento che noi chiamiamo “malattie”. Anche se spesso sono legati a forti disagi, hanno lo scopo di permetter-ci l’adattamento alle nuove situazioni. La natura ha previsto grazie alla DHS l'attivazione del sistema neurovegetativo che ci mette all’istante nella condizione di contrattaccare o scappa-re. Solo se restiamo fermi, congelati nel nostro conflitto, accumuleremo sufficiente “massa conflittuale” per avere dei sintomi abbastanza importanti da essere percepiti e/o diagnostica-ti. Ma in natura normalmente non accade: la bestia sa di avere un tempo limite per risolvere i suoi conflitti di “mancare del boccone essenziale” o di “sentirsi attaccato” o qualsiasi altro conflitto, perché ne va della sua vita. L’unico essere vivente che invece non considera tale eve-nienza è l’essere umano, e tende a rimanere nel conflitto finanche a morirne, pur di dimostra-re le proprie ragioni. La natura ha anche previsto i vari programmi SBS specifici al tipo di even-to vissuto, che modificano sia la funzione che la struttura dei vari tessuti per adattarci in ma-

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niera ottimale alla nuova situazione. Inoltre ha anche previsto l’eventualità che possiamo ave-re contemporaneamente troppi conflitti insormontabili, e con le “costellazioni schizofreniche”ci permette degli adattamenti comportamentali per la nostra sopravvivenza in un ambiente impossibile (chiamate "nevrosi", "psicosi", ecc.). Di conseguenza la nostra “terapia aggiunti-va”, potrà essere solamente un sostegno rispettoso a questa sinfonia di processi biologici sen-sati in corso nel nostro organismo (vedi info cure).

Le 20 possibilità Dal sintomo al tessuto:In medicina ci troviamo di fronte ad un’enorme quantità di diagnosi diverse descritte ad es-empio nel manuale Merck (uno dei più quotati sul mercato, inerente la diagnostica e terapia della medicina ufficiale). E’ un libro scritto fitto, fitto, con più di 3000 pagine, dove vengono elencate migliaia di classificazioni diverse, con migliaia di “etichette” (leggi: diagnosi) che indi-cano spesso delle affezioni complesse ad “eziologia sconosciuta” (dove cioè non se ne co-nosce l’origine), che coinvolgono tessuti diversi, in fasi diverse e dove i sintomi vengono tutti mescolati insieme sotto la stessa diagnosi: in poche parole un minestrone!Il dr. Hamer invece afferma che: “Non c’è nulla senza nulla” e cioè, non succede nulla nell’or-ganismo se prima non c’è effettivamente stato qualcosa anche agli altri livelli. I tessuti si mo-dificano esattamente a seconda di ciò che accade contemporaneamente a livello cerebrale edemotivo. Cosa succede ai tessuti?All’origine, in normotonia, siamo come madre natura ci ha fatto, il tessuto cioè è normale. Maquando abbiamo un qualsiasi sintomo, sappiamo subito: che è già stato attivato un pro-gramma speciale, biologico e sensato (SBS), che ci troviamo all’interno della curva bifasica e che il tessuto o la funzione del tessuto non sono più come all’origine. Se siamo in conflitto at-tivo, possiamo avere un aumento di funzione ed una crescita cellulare (paleoencefalo) o ridu-zione di funzione con ulcera o necrosi (neoencefalo). Se siamo in soluzione invece possiamo presentare una riduzione caseosa o incapsulamento del tumore per i tessuti diretti dal pa-leoencefalo, oppure possiamo avere una riparazione esuberante con ripristino della funzione, per i tessuti diretti dal neoencefalo. Alla fine del processo, quando torniamo in normotonia, non avremo più il tessuto “normale” come in origine, perché presenterà i resti cicatriziali del processo finito. Questo ultima considerazione è molto importante. In effetti, se non compren-diamo che dopo tutto un processo di crescita, ulcerazione e relative riparazioni, troviamo dei resti cicatriziali (siano essi visibili o meno), allora, quando troveremo un nodulo, una macchia, un’escrescenza, crederemo ancora che sia qualcosa di minaccioso invece di valutare se even-tualmente non sia semplicemente una vecchia cicatrice! Ad es. per il paleoencefalo, dopo unatubercolosi posso trovare dei resti cicatriziali di calcificazione tubercolotica (micro calcificazio-ni) o per il neoencefalo, posso trovare delle cicatrici gliali o dei calli ossei che restano a vita. Inoltre, se crediamo ancora che alla fine del processo “non si debba vedere più nulla”, saremodelusi e ci sentiremo “malati” per tutta la vita, dimenticando di nuovo che la natura si è appli-cata da milioni e milioni di anni per permetterci la sopravvivenza anche con mille cicatrici! Le 20 Possibilità

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Tutto questo vuol dire che se ora consideriamo la curva bifasica di un programma SBS, abbia-mo 5 momenti diversi del programma SBS a cui possiamo ricondurre ogni singolo sintomo o segno: la fase attiva, la prima fase di riparazione (PclA), il momento della Crisi Epilettoide (CE),la seconda fase di riparazione (PclB) e il ritorno alla normotonia (processo finito) che presentaresti cicatriziali. Sappiamo anche che tutto il corpo è costituito da quattro tessuti originari provenienti da tre foglietti embrionali diversi. Abbiamo quindi 5 momenti diversi x 4 tessuti originari diversi: in totale 20 diverse possibilità per classificare tutti i sintomi e segni possibili.

A differenza quindi dell’enorme quantità di diagnosi diverse, non specifiche che troviamo del-la medicina ufficiale, le scoperte del dr. Hamer, ci permettono con semplicità e assoluta preci-sione scientifica, di ricondurci a una di queste 20 possibilità di base per ogni singolo sinto-mo.Questa precisione e chiarezza permette la verificabilità al 100% per ogni singola affezione e per ogni persona scelta a caso. Qualsiasi processo “patologico” in atto può e deve, in effetti,essere sempre riconducibile a una di queste 20 possibilità. Ecco perché il dr. Hamer da sempreafferma che se si trovasse anche una sola affezione, sintomo o malattia che non segue le 5 Leggi Biologiche, egli sarebbe subito disposto a ritrattare. Per la prima volta siamo in grado diavere una medicina veramente scientifica, consapevole delle cause dei vari processi finora considerati “patologici” e che potrà agire, in accordo ai vari programmi speciali e sensati, uni-camente per ridurre sintomatologicamente i disagi che risulterebbero eccessivi per il pazienteo che rischierebbero di diventare letali per lui.

l conflitto del profugo Questo programma speciale del “conflitto del profugo” o “conflitto per l’esistenza” è essenzia-le per la nostra sopravvivenza. E' stato previsto dalla natura almeno 300 milioni di anni fa, quando eravamo organismi che vivevano ancora nell’acqua di mare e destinati a conquistare l’aria e la terra ferma. In quella fase, poteva capitare che un’onda ci buttasse a riva, sulle pri-me terre emergenti. In quell’epoca la natura ci ha reso possibile trattenere i liquidi nel nostro organismo per permetterci di sopravvivere, senza disidratarci, aspettando l’arrivo della suc-cessiva marea. Ancora oggi reagiamo, a livello viscerale, con questo antico programma specia-

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le e sensato ogni volta che ci sentiamo persi (come ad es. in seguito a una diagnosi grave), senza più i nostri punti di riferimento (come un “pesce fuor d’acqua”), soli e abbandonati a noi stessi, in lotta per la nostra stessa esistenza. Da qui il termine di “profugo” usato da Ha-mer per definire il senso biologico.In queste situazioni quindi, avendo il “conflitto del profugo” attivo, i nostri tubuli collettori renali aumentano istantaneamente la loro funzione di ritenzione idrica. Il liquido trattenuto confluirà prioritariamente proprio in quei tessuti che in quel momento stanno riparando, au-mentando di conseguenza anche tutti i disagi dovuti all’espansione degli edemi nel nostro corpo. La concomitanza nel nostro organismo della ritensione idrica dovuta al conflitto del profugo attivo e la fase di riparazione edematica di un qualsiasi tessuto organico sono definiti da Hamer "sindrome dei tubuli collettori". Tutti i forti aggravamenti dei sintomi sono quindi da attribuire quasi sempre a tale sindrome!

La "Terapia" Nell'applicazione pratica delle 5 leggi biologiche occorre poter distinguere tra ciò che sarebbe la terapia ottimale che consegue logicamente da queste conoscenze e cosa sia realmente fat-tibile nelle condizioni attuali mediche, cliniche, sociali, familiari e personali. Il medico che app-lica le 5 Leggi Biologiche non è un nemico delle medicine, anche se sa che la maggior parte dei processi di madre natura sono già ottimali. Ma utilizzerà i rimedi o i medicamenti per sos-tenere in modo efficace il decorso del processo riparativo a livello sintomatico. Nella maggior parte dei casi non c'è bisogno di una terapia medicamentosa di sostegno per-ché, con una durata conflittuale contenuta e quindi con una massa conflittuale ridotta e senzail conflitto del profugo attivo (ritenzione idrica!), di regola non ci si deve attendere nessuna particolare complicazione. Restano tuttavia i casi che in natura avrebbero esito letale, che quindi richiedono un intervento clinico, chirurgico o medicamentoso. Di fronte ad una diagnosi o ad un sintomo specifico, come prima cosa occorre sapere a quale tessuto originario appartiene per essere in grado di sapere precisamente, in base alla terza legge biologica, cosa stia realmente succedendo. Le complicazioni maggiori si hanno nella fase di soluzione del conflitto, quando, in pratica, si forma l'edema (gonfiore) nel Focolaio di Hamer e nel tessuto che segna l'inizio del processo di riparazione. In qualche caso, in conco-mitanza del conflitto del profugo, possiamo arrivare perfino ad avere una compressione cere-brale. Proprio in quel momento bisognerà evitare attentamente che il paziente entri in coma,a causa di questa compressione cerebrale, permettendogli di sentirsi tranquillo e accudito e risolvere così il suo conflitto del profugo (più urina). Se il paziente urina quindi sufficiente-mente, potrà essere inoltre aiutato con la somministrazione di sostanze simpaticotoniche per ridurre gli edemi cerebrali e organici, riducendo così anche i dolori.La terapia, quindi, che a questo punto sarebbe meglio chiamare prassi terapeutica, deve esse-re in accordo con il programma SBS. Qualsiasi atto medico, ovvero qualsiasi strumento tera-peutico deve essere finalizzato affinché il processo biologico possa arrivare alla fine, secondo l’antico detto: “Il medico cura, la natura guarisce”. L’intervento, quindi, diventa un intervento sintomatico e non curativo.

I limiti Quando la persona è ricoverata in ospedale

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Molte volte accade che qualcuno cerchi aiuto per un amico o un parente ricoverato in ospe-dale (a volte addirittura in terapia intensiva) dove viene seguito secondo protocollo e che in più non ha nemmeno mai sentito parlare delle 5 Leggi Biologiche. Bisogna precisare che in queste condizioni purtroppo è impossibile intervenire… Una persona che si trova in cura me-dica e che ha anche bisogno di un sostegno clinico, non si trova nelle condizioni di poter scegliere. Se venisse convinta a forza o deportata si sentirebbe cadere nel baratro dell’angos-cia. Quindi le premesse indispensabili per poter essere seguiti in base alle 5 Leggi Biologiche sono: 1 - Che la persona stessa sia convinta che la terapia da lei seguita finora non basti a risolvere il suo problema. 2 - Che possa sentire di avere il tempo per informarsi (almeno il minimo necessario) che le consenta di poter scegliere una nuova strada. Nota: Il tempo è la prima cosa che “ci viene rubata” quando riceviamo una diagnosi grave ma avere il tempo è la premessa fondamentale per permettere che sia la persona stessa a mettersi in moto per la propria salute, a prendersi in mano e scegliere, sulla base delle pro-prie conoscenze cioè in modo consapevole.- Se una persona sceglie di “fare altro” solo per accondiscendere ad un proprio caro che la spinge in tal senso, sarà anche un bel gesto d’amore, ma la persona non avrà alcuna forza, si sentirà intrappolata tra due fuochi e in quella posizione non sarà certo nelle condizioni miglio-ri per ripristinare il suo stato di salute. Tra l’altro questo accade spesso anche quando la per-sona sceglie la medicina ufficiale o di sottoporsi a dei protocolli che non sente buoni per sé, ma lo fa per accondiscendere al medico che si è occupato di lei con attenzione o per i propri cari. Se sente di avere il tempo: sarà lei a poter scegliere. E non solo avrà la forza per decidere ma incontrerà più facilmente alleati e rispetto sia in famiglia che nell’ambiente medico. Inoltrequando tornerà ad uno stato di salute, sentirà tutto quello che ha passato come esperienza (enon “sfiga” o fortuna nell’averla scampata) e quindi ancora una nuova forza e un approccio di-verso alla vita. - La persona non avrà alcuna forza nemmeno quando sceglie di non seguire i protocolli ufficia-li solo per paura di ciò che le viene proposto. Se la persona invece è in grado di recepire quale sia il suo processo in corso e che i suoi tessuti si stanno comportando sensatamente in base aipropri stimoli emotivi, la sua paura sarà subito ridotta, proprio perché è in grado di sapere cosa le sta accadendo. Di conseguenza la persona avrà molta più disponibilità a “fare quello che è necessario e sensato fare per sè”. - Quando una persona ha necessità di interventi clinici (un’operazione, una sacca di sangue o un po’ d’ossigeno) ha bisogno logicamente di essere ricoverata. La Nuova Medicina Germani-ca non è ancora riconosciuta, non esistono cliniche od ospedali dove andare e farci curare nel rispetto di queste conoscenze… Perciò quando abbiamo necessità di un intervento clinico ci troveremo ad avere a che fare con i protocolli che vengono attivati in modo automatico, che non sono certo modulati in base alle reali necessità della persona né alla conoscenza delle 5 Leggi Biologiche. Una persona che non conosce le 5 Leggi biologiche, va in ospedale e si “affi-da” senza poter valutare nulla. Chi invece le conosce ed ha bisogno di un sostegno clinico, spesso finisce con l’avere paura di andare in ospedale per l’angoscia di doversi sottoporre an-che a tutto il resto e se ne tiene lontano. Entrambi sono senza forza e stanno mettendo a ri-

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schio la loro vita. Al contrario: la persona che non conosce ma che sente di poter avere il tem-po per acquisire le informazioni e si mette in moto, potrà gestire meglio qualsiasi situazione ed anche uscire dall’ospedale “in tempo utile”. La persona che conosce, mano a mano che può integrare il suo diritto di scegliere, e di scegliere ogni volta per ogni singolo intervento proposto, avrà la tranquillità e la fermezza (diverso da arroganza) necessaria per “contrattare”gli interventi necessari con l’ospedale, o con il proprio medico. Da parte nostra in merito a questo argomento stiamo costantemente lavorando affinché: 1) sempre più persone possano ricevere queste informazioni in modo da poter scegliere “in tempo di pace” come curarsi (cioè prima della diagnosi) 3) si arrivi alla verifica e al riconoscimento ufficiale di queste 5 Leg-gi. Premesse alle cure IN BASE ALLE 5 LEGGI BIOLOGICHE:IL MODO DI PORSI PER CHIEDERE E RICEVERE AIUTO CAMBIA!La conoscenza delle 5 Leggi Biologiche scoperte dal dr. Hamer implica un modo completa-mente nuovo di comprendere la “ malattia “ e di conseguenza richiede una prassi di interven-to medico clinico e terapeutico modulata in base a queste nuove conoscenze.E' importante notare che la situazione attuale è molto delicata nei casi di situazioni d'urgenza clinica per il fatto che, non essendo le 5 Leggi Biologiche ufficialmente riconosciute, non ci sono quindi cliniche, ospedali o luoghi di consenso ufficiali in cui il paziente, che decide di cu-rarsi sulla base di queste conoscenze, possa tranquillamente ricevere le cure desiderate nel rispetto della sua libera scelta (art. 32 della costituzione Italiana).Ecco perché, oggi come oggi, è solo la persona stessa, correttamente informata, che può met-tersi in moto per scegliere consapevolmente il meglio per se stessa. Per chi chiede aiuto, tut-to ciò implica un nuovo modo di agire! Ed è proprio nel rispetto, sia della persona che chiede aiuto, sia dell’operatore che lo offre, che si rende necessario osservare le seguenti premesse: Non è proprio più possibile, per chi sceglie di seguire questa strada, sperare ancora di poter affidare ciecamente la propria "pelle” al medico, alla clinica o al farmaco. Sappiamo, co-noscendo le 5 Leggi Biologiche, che qualsiasi segnale nel nostro corpo è il risultato di un pro-cesso che si mette in atto e si mantiene in base alla nostra esperienza emotiva. Il medico, la clinica o il farmaco, potranno sostenerci per i sintomi troppo impegnativi, ma il processo di ri-parazione lo fa il corpo, nella misura in cui siamo disponibili a rivedere alcune attitudini di vitache ci portano continuamente a riattivare e a mantenere il problema.La premessa per poter fare un lavoro serio, è che la persona coinvolta sia convinta e che la te-rapia finora da lei seguita non presenti per lei una soluzione al suo problema. Questo per ris-petto della persona stessa e di ciò che più profondamente crede; non può essere né spinta néconvinta, altrimenti non avrebbe la forza per sostenere una scelta diversa. E in più, rimanendoa metà, sarebbe confusa e non avrebbe neppure la lucidità e la tranquillità per cogliere dav-vero le nuove informazioni che le permettono una scelta consapevole.Per le stesse ragioni è altrettanto importante che sia la persona stessa che ha il problema a mettersi in moto e non un amico o parente! (o, nel caso di un minore, entrambi i genitori in accordo). Nessun altro, con tutto l'amore del mondo, può farlo al posto suo, altrimenti non avrà il vigore necessario per scegliere né per seguire la nuova strada. Sarà la persona stessa quindi a doversi informare e prendere contatto.

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COME PROCEDERE QUINDI PER RICEVERE LE INFORMAZIONI E L'AIUTO NECESSARIPER SCEGLIERE RESPONSABILMENTE, CON COGNIZIONE DI CAUSA:Sarà quindi importante che la persona coinvolta: in primo luogo abbia letto attentamente “Lamalattia è un'altra cosa!” (le altre pubblicazioni che sono certamente valide ma per lo più troppo complesse e dispersive). La lettura di queste poche pagine permettono infatti di avere,in modo semplice e fruibile, le informazioni di base necessarie per poter scegliere in prima persona di affrontare questo percorso (vedi "pubblicazioni"). Dopo aver letto il testo sopraci-tato, potrà inviare una mail di richiesta a [email protected] in modo da concordare il percorso migliore per il proprio specifico caso. NOTA: Ci rendiamo conto che non è facile comprendere l’utilità profonda di queste premesse. Vi possiamo però assicurare che sono essenziali: sono il frutto di 25 anni di paziente sostegno alle persone che ha mostra-to che, attualmente, solo le persone che decidono di svegliarsi dall’ipnosi, informandosi e de-cidendo per loro stesse, possono essere realmente aiutate. SecondoParere La pagina di Secondo Parere è una pagina a cui riferirsi quando si sta cercando un contatto con un operatore, medico, psicologo, veterinario, terapeuta, ecc. che conosca e sia in grado diapplicare le 5 Leggi Biologiche nell’ambito della sua professione. Dei professionisti quindi che, grazie a queste conoscenze, possono essere più precisi e mirati nel loro intervento. Infatti, questo bagaglio di conoscenze scientifiche permette ad ogni singo-lo professionista, di essere più efficace nel proprio specifico ambito professionale. È importante considerare che ci troviamo in un momento di transizione molto delicato: uffi-cialmente queste conoscenze non vengono ancora considerate dalle autorità sanitarie e quin-di, quando abbiamo una sintomatologia importante che richiede un sostegno clinico e ospe-daliero, dobbiamo sapere che, di regola, non saremo sostenuti in base a queste conoscenze all’interno delle strutture sanitarie. La conoscenza delle 5 Leggi Biologiche porta un modo completamente nuovo di comprendere la "malattia" e di conseguenza implica che la persona interessata abbia fatto lei stessa il primo passo verso una conoscenza di base di tali scoperte:

Primo passo: conoscere per poter scegliere!In primo luogo è importante leggere attentamente “La malattia è un'altra cosa!” distribuito dalla Macro Edizioni in tutte le librerie in Italia (costo 6,50€) oppure ordinabile presso Edizio-ne Secondo Natura o presso MacroLibrarsi. Questo libro di poche pagine, facile da leggere, trasmette le informazioni essenziali a coloro che intendano ritrovare la gestione della propria salute e della propria vita. In effetti, questo testo rappresenta un primo passo fondamentale verso una scelta consapevole delle proprie cure, per cogliere cosa sia successo e per trovare una disponibilità ad approcciare in modo un po’ diverso i problemi della propria vita.

Richiesta per un genitore anziano Quando il genitore è molto anziano ma è autosufficiente questo non significa che è incapace di scegliere. Significa che magari ha bisogno dell’aiuto del figlio o di chi gli sta accanto, per leg-gere il libro se è non-vedente, per compilare la scheda al computer se non sa farlo, per essere accompagnato all’incontro. Ma sarà comunque lui a scegliere.E’ necessario che chi lo sostiene possa capire cosa davvero desidera realmente!

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Se è a conoscenza della diagnosi fatta, allora vale lo stesso tipo di intervento proposto per la persona ricoverata in ospedale: e cioè se la persona mostra un qualche tipo di dubbio o incer-tezza, occorre farle una domanda usando esattamente queste parole: "secondo te, quello chestai facendo, ti basta per stare meglio e ritrovare la tua salute?" e accogliere come risposta unicamente un "si" oppure "no". Nessuna altra risposta tipo "i dottori dicono che" o "si sa chequesta malattia" ecc. può essere ritenuta valida (nota bene: la domanda "secondo te" resta costantemente la stessa, ripetuta uguale, finché non si ottiene risposta!).A quel punto se la persona dice "si" allora va sostenuta positivamente nella scelta che ha fat-to, senza cercare contemporaneamente altre strade. Questo produce un apresa in carico dellapropria responsabilità. Il genitore non è quindi più nella posizione fatalistica di vittima. Se invece dice di "no", solo allora potete darle "La malattia è un’altra cosa" da leggere e las-ciare che sia la persona stessa a cercare il contatto, così come avete fatto voi oggi.Quando invece il genitore è molto anziano e non più autosufficiente ci troviamo nelle condi-zioni di “dover prendere delle decisioni al suo posto”. E' quindi importante che la/il figlia/o lo faccia avendo rispetto per quello che sceglierebbe, sensatamente, la persona stessa.

Richiesta per mia/o figlia/o Quando il problema riguarda un figlio (minore) è assolutamente necessario che entrambi i ge-nitori siano informati e in accordo sulla strada da seguire. In altro caso non è proprio possibile aiutare il bambino, che si troverebbe “messo in mezzo” tra i due genitori, finendo per esasperare la sua situazione clinica ed emotiva. Si troverebbe a dover essere lui a sostenere i genitori, prendendo delle parti che non gli spettano. In questo modo il figlio non solo non viene aiutato ma non si sente nemmeno più visto da mamma e papà e la sua “malattia” diventa una scusa per “tenerli insieme” e perciò qualcosa da mante-nere (non può "guarire"). Inoltre il minore è “tutelato dallo stato”. Questo significa che se nonvengono seguiti i protocolli ufficialmente riconosciuti..., i due genitori rischiano di perdere la patria podestà. E se il figlio sente l’urgenza di dover essere “curato” e i genitori lo "allontana-no" dall’ospedale e dal medico, rischia di sentire che i due genitori non i stanno occupando di lui (e perciò si sentirà in pericolo e per dimostrare quanto ha bisogno di cure non gli resterà che di "ammalarsi" ancora di più...). Perciò si tratta di una situazione molto delicata che va ge-stita al meglio, ottimizzando tutte le risorse, in modo che il figlio possa avere accesso all’ospe-dale se ne ha bisogno (il ché significa che i due genitori non devono essere in una posizione diopposizione ma, al limite, di patteggiamento). E ha bisogno che i due genitori siano tranquilli nelle scelte che fanno (il ché significa che sono perfettamente informati, in base alle 5 Leggi Biologiche, su quello che sta accadendo nel corpo e nell’emozione del loro bimbo, quali sono le eventuali urgenze che potrebbero presentarsi e qual'è la comunicazione più fruttuosa per interfacciarsi con medici e ospedale.

Richiesta per una persona ricoverata Se stai cercando un aiuto per un tuo caro che è ricoverato in ospedale, hai a che fare con una situazione estremamente difficile. La prima cosa da osservare è se la persona ha una sintomatologia che richiede un sostegno clinico o se è ricoverata in ospedale solo a se-guito di una diagnosi importante ed è questa a trattenerla in ospedale. 1. Se si tratta della prima possibilità, cioè che ha necessità di un sostegno clinico, allora la per-sona ospedalizzata è nel posto giusto. Ad oggi non esistono ospedali o cliniche che lavorino

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tenendo in considerazione anche le 5lb, perciò non ha alcun senso che la persona esca dall'ospedale rischiando di restare senza il necessario sostegno per salvarsi la vita. 2. Se invece la persona ricoverata non ha bisogno di un sostegno clinico, c'è un'altra cosa da tenere seriamente in considerazione: il rispetto per la scelta della persona. Se è andata in os-pedale è perché crede di trovare lì la soluzione del suo problema. Ha scelto e con tutto il buonintento possibile, è assolutamente scorretto ed anche pericoloso, cercare di convincerla del contrario. Farlo significa toglierle forza, confonderla e se poi spinta da qualcuno rientra a casa rischia di sentirsi persa e abbandonata a s'è stessa: per chi conosce le 5 Leggi Biologiche sa che questo comporta l'attivazione dei tubuli collettori renali (profugo!) che trattenendo liquidi, produr-rebbe un aumento considerevole della sintomatologia e delle complicanze. Se si vuole aiutarela persona ricoverata, la cosa più importante è che lei sia nella sua forza e che si senta al sicu-ro, che sia in ospedale o a casa. L'unico atto possibile in questi casi, è, se la persona mostra unqualche tipo di dubbio o incertezza, farle una domanda usando esattamente queste parole: "secondo te, quello che stai facendo, ti basta per stare meglio e ritrovare la tua salute? e pre-tendere come risposta solo "si" oppure "no". Nessuna altra risposta tipo "i dottori dicono che" o "si sa che questa malattia" ecc. può essere ritenuta valida. E la domanda "secondo te" resta costantemente la stessa, ripetuta uguale, finché non si ottie-ne risposta. A quel punto se la persona dice "si" allora va sostenuta positivamente nella sceltache ha fatto, senza cercare contemporaneamente altre strade ( o non può verificare se quello che ha scelto le serve davvero o no). Inoltre, avendo scelto, non è più nella posizione fatalisti-ca di vittima e se un giorno dovesse ripensarci, avendo già scelto una volta, può scegliere an-cora una seconda volta. Se invece dice di no, solo allora potete darle "La malattia è un’altra cosa" da leggere e lasciare che sia la persona stessa a cercare il contatto, così come avete fat-to voi oggi. In ogni caso, qualsiasi cosa scelga la persona che vi sta a cuore, potete starle ac-canto e aiutarla a non sentirsi troppo “profuga” (solo, abbandonato a se stesso, avendo perso i suoi punti di riferimento, in lotta per la sua sopravvivenza): cioè accertarsi che urini. Se non dovesse essere così, potete aiutarlo chiedendogli cosa lo farebbe sentire più tranquillo, più "a casa" e assecondarlo, per quello che può, nel provare a sentirsi più al sicuro.

Richiesta per altri Sappiamo, conoscendo le 5 Leggi Biologiche, che qualsiasi segnale nel nostro corpo è il risul-tato di un processo che si mette in atto e si mantiene in base alla nostra esperienza emotiva. Il medico, la clinica o il farmaco, potranno sostenerci per i sintomi troppo impegnativi, ma il processo di riparazione lo fa il corpo. Questo implica due cose: la prima è che in base alla no-stra attitudine nel reagire a quel problema, possiamo facilmente riattivare continuamente lo stesso programma e mantenere così il problema. Ciò implica una nostra disponibilità a rivede-re la nostra modalità di reazione e a trovare una modalità diversa. La seconda cosa che deri-va a seguito è che, proprio in base a queste conoscenze, non è proprio più possibile delegare la propria "guarigione” all’operatore a cui chiediamo aiuto, ma occorre essere disponibili a di-ventare parte attiva nel processo di soluzione del problema. Il medico, il terapeuta, alla clinicao al farmaco ci possono sostenere, ma è solo la persona stessa che può guidare il processo. Per le stesse ragioni è altrettanto importante che sia la persona stessa che ha il problema a mettersi in moto (e non un amico o parente). I famigliari possono di certo sostenerla, anzi è auspicabile che accada, ma nessuno, con tutto l'amore del mondo, può scegliere e attivarsi al

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posto suo, altrimenti non avrà la forza necessaria per scegliere né per modificare la sua situa-zione. Quindi è la persona stessa che presenta un problema a doversi informare e prendere contatto, perché è solo la persona stessa che, correttamente informata, può mettersi in moto per scegliere consapevolmente e con cognizione di causa. Si tratta di diventare degli “utenti inmedicina attivi”, capaci di decidere in modo autodefinito.

Richiesta per me stessa/o La premessa per poter fare un lavoro serio, è che la persona abbia compreso le 5 Leggi Biolo-giche ed abbia la disponibilità a modificare qualcosa nella sua vita. Sappiamo, conoscendo le 5 Leggi Biologiche, che qualsiasi segnale nel nostro corpo è il risultato di un processo che si mette in atto e si mantiene in base alla nostra esperienza emotiva. Il medico, la clinica o il far-maco, potranno sostenerci per i sintomi troppo impegnativi, ma il rocesso di riparazione lo fa il corpo. Questo implica due cose: la prima è che in base alla nostra attitudine nel reagire a quel problema, possiamo facilmente riattivare continuamente lo stesso programma e mante-nere così il problema. Ciò richiede una nostra disponibilità a rivedere la nostra modalità di reazione e a trovare una modalità diversa. La seconda cosa che deriva a seguito è che, pro-prio in base a queste conoscenze, non è proprio più possibile delegare la propria "guarigione” all’operatore a cui chiediamo aiuto, ma occorre essere disponibili a diventare parte attiva nel processo di soluzione del problema. Il medico, il terapeuta, alla clinica o al far-maco ci possono sostenere, ma è solo la persona stessa che può guidare il processo.

HAMER - BIOGRAFIA E DATE IMPORTANTI1935 - Il dott. Ryke Geerd Hamer nasce il 17 maggio 1935 ed è allevato in Frisia, in Germania.A 18 anni consegue la maturità ed inizia gli studi di medicina, teologia e fisica all'università di Tübingen dove conosce Sigrid Oldenburg, anche lei studentessa di medicina, di cui si innamo-ra e che sposa due anni dopo.A 22 anni supera l'esame di teologia. La giovane famiglia ha una figlia ed un figlio, Dirk, che in futuro giocherà un ruolo determinante, ed in seguito altri due figli.A 24 anni supera l'esame di stato di medicina a Marburg . 1961 - Termina il periodo di assistente e riceve l’abilitazione alla professione di medico. In se-guito lavora nelle cliniche universitarie di Tűbingen e Heidelberg per diversi anni. 1972 - Consegue la specializzazione in medicina interna . Nella clinica universitaria di Tübin-gen si occupa, quale primario in ginecologia, di molti malati di cancro collaborando con la mo-glie, anch'essa medico, nello studio privato. Inoltre è anche inventore. Sono sua creazione lo scalpello Hamer per chirurgia plastica, a taglio atraumatico, con lama 20 volte più affilata del-la lametta da barba; la sega speciale per ossa utilizzato sempre in chirurgia plastica, il lettino da massaggio che si adatta automaticamente alla forma di qualsiasi corpo, come pure un ap-parecchio per eseguire diagnosi del siero in via transcutanea. 1976 - Il dott. Hamer, con la moglie ed i loro quattro figli, va a vivere in Italia. Qui si organizza-no, facendo la spola col lavoro tra l’Italia e la Germania, per mettere in atto il loro sogno, cioè poter un giorno curare gratuitamente le persone bisognose sostenendosi magari con l’aiuto dicontributi (questo sogno resterà tale, perché, proprio quando la banca concede un contributocosì che tutto si potesse realizzare, è capitato il tragico evento).

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1978 (18 agosto) - alle tre del mattino il principe Vittorio Emanuele di Savoia, all'Isola di Ca-vallo, spara dei colpi con un fucile da guerra contro un medico e colpisce il figlio del dott. Ha-mer, Dirk, che stava tranquillamente dormendo in una barca vicina. Dirk non viene subito soc-corso e si dissangua per circa 4 ore. Per oltre tre mesi Dirk lotta tra la vita e la morte, subisce l’amputazione della gamba e 19 interventi operatori, mentre il padre veglia angosciato al suo capezzale giorno e notte.1978 (7 dicembre) - Dirk muore. Questa perdita inaspettata cambia per sempre la vita del dott. Hamer e della sua famiglia. Poco dopo la morte di suo figlio lui si ammala di cancro ad un testicolo.1979 – Marzo. Il dott. Hamer giace a letto gravemente malato, dopo due interventi chirurgici e una TAC addominale che mostrava un addome pieno di metastasi. Riesce a riprendersi gra-zie alle intense conversazioni con sua moglie, Sigrid, medico amorevole ed esperto, e risolve ilsuo conflitto vissuto per il figlio.1981 – Lavorando come primario in ginecologia nella clinica oncologica universitaria di Mo-naco, gli viene il dubbio che la sua malattia possa essere in rapporto allo shock per la morte del figlio e non causata da una "cellula impazzita".Inizia a chiedere alle sue pazienti se anch'esse avessero avuto qualche trauma, qualche shock,qualche sofferenza e scopre che tutte, senza eccezioni, avevano subito un evento traumatico prima di ammalarsi. Così capisce che lo shock della perdita del figlio vissuto tre anni prima, era l'origine del suo cancro al testicolo. Si trattava di uno shock biologico, drammatico, inas-pettato, al quale era assolutamente impreparato e che l'aveva colto "in contropiede".Volendo capire di più, ha fatto fare la TAC cerebrale alle sue pazienti ed ha visto che nelle se-zioni dei vari strati del cervello si evidenziavano dei cerchi concentrici che venivano confusi, dai radiologi, con "artefatti" della macchina. Ha il sospetto che non siano artefatti perché notauna loro evoluzione nel tempo.Settembre. Il dott. Hamer individua per la prima volta un sistema riguardo la genesi del can-cro, cioè la SINDROME DI DIRK HAMER. Aveva esaminato finora 170 pazienti.Ottobre. Gira un piccolo filmato andato in onda in Baviera e viene riportato dalla RAI.Il dott. Hamer spiega la sua scoperta, ma viene richiamato dal direttore della clinica in cui opera e posto davanti alla scelta di negare le sue scoperte o di lasciare la clinica. Non potendocerto rinnegare tale scoperte, e conscio di quale immenso beneficio avrebbero portato a chi èmalato, decide di lasciare la clinica.Prima di partire, lavorando giorno e notte, riesce a racco-gliere i dati delle cartelle cliniche di tutti i pazienti affetti da cancro che aveva in cura.Presenta la sua ricerca, sotto forma di tesi d'abilitazione, all'università di Tübingen, ma questa si rifiuta di eseguire la verifica e non accetta il documento.1982 – Raggiunge la certezza che la Tac mostri inequivocabilmente il segno di un trauma subi-to e la correlazione con un certo organo e con una ben precisa emozione.I decani dell'università respingono in circostanze misteriose le sue teorie sulla correlazione tracancro e psiche, senza nemmeno verificarne l'esattezza su di un solo paziente! A oltre 20 anni di distanza , nonostante la stessa Università abbia ammesso che una verifica sarebbe facil-mente fattibile in 2-3 giorni, la verifica non è ancora state eseguita.

Dopo questi avvenimenti il dott. Hamer è preso di mira dai tirapiedi al servizio della casa Sa-voia, dalla loggia P2, con attentati alla sua vita, tentativi d’internamento psichiatrico coatto,

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calunnie…, ma lui continua la sua ricerca e verifica, su migliaia di pazienti, delle leggi biologi-che scoperte trovandone sempre l’esatta corrispondenza.1983 - Il dott. Hamer annuncia le sue scoperte sul 1° canale della televisione tedesca.Negli anni successivi cerca di aprire delle cliniche per i suoi pazienti. Vengono chiuse causa la complicità tra uffici, tribunali, stampa e associazioni oncologiche. I pazienti sono buttati in strada dalla polizia. Lettere scritte dai pazienti agli enti pubblici chiedendo la verifica della Nuova Medicina rimangono senza risposte. È sorvegliato dall’Interpol. Il Dott. Hamer cerca di aprire delle cliniche per i suoi pazienti. Viene tutto bloccato sistematicamente, ed i pazienti sono buttati in strada dalla polizia.

Testimonianza: Paralisi infantile a causa di un lettino a sbarreSono l’Ing. K. e ho conosciuto Lei questa primavera durante una conferenza. Insieme a Heinrich H. e Hermann W. sono rimasta a lungo seduta a tavola con Lei in quanto loro mi avevano offerto un passaggio in macchina. Sono molto contenta di poterle inviare una testimonianza, secondo me molto affascinante, della Nuova Medicina Germanica. Si tratta della mia pronipote Joella di 14 mesi.Due giorni fa capitò che Joella, che aveva imparato a camminare a 12 mesi scarsi, non riuscivapiù a reggersi in piedi. Mia nipote (19), che conosce bene la NMG, mi chiamò immediatamen-te per telefono per consultarsi con me ma non riuscì a rintracciarmi.Soltanto la sera venni a sapere per telefono cosa era capitato alla piccola. Nel frattempo tutta la famiglia era in subbuglio: Joella mostrava sintomi di paralisi nelle gam-be. Anche il pediatra, chiamato nel frattempo da mia nipote, non sapeva indicare una cause, la bimba non era neanche vaccinata. Poiché aveva somministrato un farmaco omeopatico in alta potenza qualche giorno prima consigliò a mia nipote di stare ad aspettare.Mia sorella, la nonna della piccola, era fuori di se per la preoccupazione ed immaginava già la sua nipotina su una sedia a rotelle. Per evitare il realizzarsi di questo incubo voleva andare il prima possibile da un medico per accertare che non si trattasse di borreliosi.Anche i vicini di casa erano stati affetti da boreliosi ed erano stati “guariti” con degli antibioti-ci. A questo punto mia sorella non era più abbordabile con spiegazioni sulla non validità del test della borreliosi e sulla dannosità e insensatezza del trattamento con antibiotici. Davanti ai suoi occhi mentali vedeva solamente la sua amata nipotina su una sedia a rotelle e programmava con cieco attivismo la corsa dal medico più vicino.Fortunatamente avevo ben memorizzata la testimonianza “paralisi motoria nel neonato” del 12.12.08 e sapevo che doveva esserci un qualsiasi conflitto del “non poter scappare” dietro il quadro della paralisi. Sapevo anche che non mi restava molto tempo poiché mia sorella vole-va andare con la nipotina per fare un prelievo del sangue. Allora chiesi a mia nipote al telefo-no se qualcuno aveva tenuto ferma la bimba contro la sua volontà. Dopo aver negato improv-visamente le venne in mente: “ Zia, si, per insegnare a Joella ad addormentarsi da sola, era stata costretta, su consiglio del pediatra, a restare da sola nel suo lettino con le sbarre per duegiorni e questo le veniva molto difficile. Piangeva da far pietà, aveva una paura terribile, conti-nuava a chiamare la mamma...” Eccolo trovato lo choc conflittuale che non poteva essere più evidente: la piccola era da sola e (nonostante mia nipote si affacciasse ogni 5 minuti) sentiva ilfatto di essere chiusa dentro il suo lettino a sbarre acutamente e drammaticamente come un

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conflitto gravissimo. Da quel momento la soluzione del conflitto era letteralmente un gioco dabambini: consigliai a mia nipote di mostrare alla sua bambina che si poteva anche scendere dal lettino nonostante le sbarre, cosa che fece subito. Più tardi mi raccontò come si erano svolti i fatti: fece vedere alla piccola come smontava le sbarre dal lettino, poi la invitò di salire nel lettino, cosa che fece immediatamente, topolino intelligente, per poi scappar fuori di nuo-vo immediatamente per CORRERE ! Da un minuto all’altro il tesorino riuscì di nuovo a correre per la grande gioia di mamma, non-na e bisnonna. Che grande sollievo! Per mostrare bene il suo grande sollievo la piccola conti-nuava a far vedere a tutti come riusciva ad entrare e uscire dal suo lettino, squittendo di pia-cere. Pensiamoe alle conseguenze se la bambina fosse stata costretta al prelievo del sangue (per il test della borrelliosi): sarebbe stato un altro conflitto del “non poter fuggire”. Spero che riesca a pubblicare anche questa testimonianza, forse aiuterà prima o poi qualcuno a comprendere una sua emergenza come noi siamo stati aiutati dalla testimonianza sopracita-ta. Le auguro anche in futuro la forza di lavorare sempre per la realizzazione della NMG e Le mando gentili saluti. Inge K.Annotazione: è davvero una testimonianza commovente. Con la NMG si riesce ad aiutare in modo molto efficiente. Nè medico nè farmaco si intromettono tra il paziente e la sua salute, solo l’individuo riesce a guarire se stesso. Bisogna sapere come! Presupposto è la conoscenza delle correlazioni biologiche, poi basta un po’ di buonsenso. Caro lettore, cerca di metterti al posto della nonna di Joella. Era comprensibilmente in apprensione per la sua amata nipotina e in questo stato d’animo si tende all’attivismo cieco: bisogna fare qualcosa! Non si può stare senza far niente! La domanda è solo che cosa bisogna fare? Qual’è la causa della paralisi? La medicina ufficiale lo sa? Se fosse andata come voleva la nonna …. La zia di Joella indica cosa sarebbe successo.

Testimonianza - Intolleranza al lattosio Salve Sig. Pilhar, come si siamo accordati poco tempo fa a Karlsbad, Le mando adesso una te-stimonianza diretta riguardo alla Nuova Medicina Germanica da pubblicare.Ho 49 anni, sono sposato e ho 2 figli adulti. Mi sono approcciato alla NMG circa 5 mesi fa e holetto tutto quello che potevo riguardo al dott. Hamer. All'età di 6 anni sono stato separato perla prima volte dai miei genitori per essere mandato in vacanza/convalescenza. All'età di 6 anniuno non si mette a pensare come sarà essere messo su un treno per essere spedito, per 4 set-timane a circa 600 km di casa, fino a quando non arriva il momento. Sul treno e via. Solo una donna estranea mi accompagnava. I primi 15 giorni sono stati un inferno ed ero costretto a bere latte per la prima volta. Non lo conoscevo, mi sono opposto e ho cercato di rifiutare il latte ma senza successo. Ho rifiutato in parte perfino il cibo, senza successo.Questo episodio mi è rimasto in mente fino a circa 4 settimane fa e con ciò creava un binario contro il latte. Mia moglie usava per me possibilmente solo latte senza lattosio o panna. Ogni tanto avevo sempre riprovato il latte normale o una bevanda di latte al cioccolato. I risultati erano sempre uguali: nell’arco di 5 o 10 minuti mi veniva una forte diarrea. Lo stesso risultato provocavano salse pronte che contenevano latte in polvere. Quando uscivamo per andare a mangiare, la corsa al bagno 10 minuti dopo mangiato era messa in conto.

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Tutto questo come già detto fino a circa 4 settimane fa. Allora mi tornò in mente il caso gra-vissimo di tanto tempo fa: le mucche in alpeggio che avevo davanti agli occhi tutti i giorni, il latte che rifiutavo e la separazione brusca. Improvvisamente capii qual’era la causa.Andai al frigorifero e presi un cartone normale di latte con 3,5% di grassi e bevvi un bicchiere intero in due sorsi ed aspettai. Nulla successe, allora presi un secondo ed un terzo bicchiere ed aspettai la reazione, nulla. Andai a nuotare per circa un’ora con mia moglie e nulla succes-se. Volli verificare con esattezza e andai con mia moglie a fare la spesa per comprare 2 litri di una bevanda di latte al cioccolato. Mia moglie era incredula. A casa bevvi 2 litri nei successivi due giorni in orari differenti, a volte prima, a volte dopo mangiato e nulla successe.

Fino ad oggi (12.12.2008) non ho più avuto diarrea. Posso solo ringraziare il dott. Hamer per la sua lotta per una medicina esatta e quando avrò superato l'esame del corso per corrispondenza di naturopata in psicologia voglio cercare di continuare ad aiutare i miei pazienti sulla base del dott. Hamer. Lotterò a fianco del dott. Ha-mer per la Nuova Medicina Germanica fino a quando tutti avranno capito. H.J.H.Annotazioni: Il nostro amico reagisce con la parte inferiore dell’intestino tenue (diarrea).Contenuto del conflitto: non poter digerire un boccone, indignazione indigeribile, spesso con-flitto di morire di fame in senso vasto. La diarrea è la fase di guarigione. Nella fase attiva si trova stitichezza. Se reagisce anche l'intestino tenue superiore, troviamo, nella fase di guari-gione, diarrea e vomito. Si riesce a vedere bene il conflitto in questa testimonianza:- Isolamento: il ragazzo di 6 anni è lontanissimo dalla famiglia (madre) che gli da sicurezza. Eglidescrive la separazione.- Colto sul piede sbagliato: non aveva mai bevuto latte.- Altamente acuto, drammatico: non voleva bere il latte, lo vedeva come un’indignazione indi-geribile. Ha perfino rifiutato del tutto il cibo in certi momenti (morire di fame).Notate: il conflitto stesso, la DHS, è questione di un attimo! Tutti e tre i criteri devono esserci e in quel momento viene associato il contenuto del conflitto. In questo caso "l'indignazione indigeribile con l’aspetto di morire di fame"! In questo preciso momento vengono program-mati i binari, in questo caso il latte. Un conflitto è risolto quando non esiste più nessun bina-rio. I binari si risolvono quando il momento scatenante diventa inesistente, quando non può più capitare. All'epoca il nostro amico aveva sei anni, era un bambino. Oggi ha 49 anni ed è padre di 2 figli ormai adulti. Quello che gli è capitato allora oggi non gli può più succedere. Il conflitto di allora oggi è inesistente per lui. 43 anni di sofferenze e inconvenienti si sono risoltinel nulla dopo il riconoscimento e la comprensione delle correlazioni. La Germanica non ha costi e non ha effetti collaterali. Con la Germanica il paziente è il capo delle sue faccende alta-mente personali. Tra lui e la sua salute non si interpone né medico né farmaco.La Germanica è la medicina della libertà!

Testimonianza – Micosi dei piedi02.04.2009. Ho 44 anni e sono mancino. 22 anni fa ho avuto per la prima volta una micosi ai piedi tra il 4° ed il 5° dito. All'epoca non conoscevo le correlazioni e non capivo.La micosi ai piedi si manifestò quando tornai casa dopo un lungo viaggio in treno attraverso tutta l'Europa. Da sempre l'igiene personale è stata molto importante per me, non posso pro-

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prio supportare di puzzare. In quel viaggio, mi ricordo ancora molto bene, ho portato l'ultimo paio di calzini per alcuni giorni. Non avevo occasione di lavarmi i piedi sudati. Durante il viaggio attraverso la Spagna negli stretti scomparti ferroviari mi sentivo molto a di-sagio perchè mi puzzavano i piedi ed ero sicuro che i compagni di viaggio lo notassero (= con-flitto di insudiciamento). Da allora è un mio bisogno primario cambiare i calzini tutti i giorni. Se mi attengo a questa regola non ho nessun problema con le micosi ai piedi. Nelle piscine o nelle saune pubbliche cammino sempre a piedi nudi. Questo non mi ha mai procurato una micosi ai piedi. Si può dire che grazie alla costante terapia dei calzini puliti non soffro per tut-to l’anno di micosi ai piedi. La settimana scorsa si è verificato un binario nuovo: mi alleno re-golarmente in una palestra. In quell’occasione uso dei calzini speciali per la ginnastica.La settimana scorsa però è capitato che avevo dimenticato di portarmi i calzini per la ginnasti-ca e sono stato costretto ad allenarmi con i normali calzini da strada. Mi sono sentito molto a disagio anche perché nella palestra è obbligatorio di portare scarpe da ginnastica. Ero convinto di sentirmi addosso le occhiate di disgusto degli altri che vedevano i miei calzini da strada portati per un’giornata intera. Quattro giorni dopo c’era una forte micosi tra il quar-to ed il quinto dito a sinistra (lato del partner) e non mi ha affatto sorpreso.Grazie dott. Hamer per la Germanica! B.E.Annotazione: Una bella testimonianza che descrive con precisione le implicazioni. Grazie!

Testimonianza: Cancro laringeoNell’estate del 1982 mi ammalai di cancro alla laringe nonostante proprio in quel periodo mi trovassi in ottime condizioni fisiche e psichiche. A livello professionale e sportivo tutto anda-va a meraviglia. Ero appena stato richiamato da una squadra di seria A per aiutare la squadra,nonostante a 42 anni fossi già quasi un matusalemme come calciatore. Dopo aver raggiunto lo scopo di salvare la squadra dalla discesa in serie B avevo deciso di fare ancora una partita. Verso la fine della partita volevo gridare qualcosa ad un collega di squadra, ma improvvisa-mente mi è mancata la voce. Dopo 3 settimane di forte raucedine andai dal medico. Egli costatò un tumore alla laringe e mi mandò alla clinica universitaria di Kiel.L’episodio superò ogni buon senso: avevo l’appuntamento alle ore 10 e naturalmente sono ar-rivato con largo anticipo. Bisognava aspettare in una stanza nella quale si trovavano già circa 50 o 60 persone, tutte con l’appuntamento alle ore 10. Uno dei tanti in attesa disse in modo molto azzeccato che si sentiva come una bestia al macello. Solo nel pomeriggio è arrivato il mio turno. Nel dialogo con due giovani medici questi mi spiegarono che l’intervento era inevi-tabile. La cosa più sicura sarebbe stata quella di asportare l’intera laringe.Consultatomi col mio medico specialista in laringoiatria a Flensburg ho insistito sull’asporta-zione solo parziale della laringe. Ho rifiutato la chemioterapia. L’intervento che seguì andò molto bene e stranamente non ebbi neanche paura.Due anni dopo l’intervento, nel 1984, ho avuto una grave ricaduta, tutta la gola si era chiusa di tessuti. Avrei dovuto essere di nuovo operato una settimana più tardi. Ma improvvisamente non fu più necessario poiché tutte le escrescenze erano improvvisamente scomparse. Fino al 2005 quando ho avuto il primo con-tatto con la NMG avevo creduto in una guarigione spontanea ma era successa una cosa che col senno del poi confermava la NMG. Dopo la visita medica del 1984 mi era venuta l’idea di andare a trovare i miei ex colleghi di lavoro. Prima della malattia del 1982 ero stato presiden-te del consiglio amministrativo di questa ditta dove ero stato licenziato su due piedi dopo una

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terribile controversia con il mio capo. All’ epoca non mi venne meno la voce poiché non pote-vo essere licenziato come presidente del consiglio. Ero però profondamente scioccato anche perché normalmente avevo un’ottima intesa con il mio capo. ( = conflitto)Andando direttamente dalla visita medica a Kiel nel 1984 nella mia vecchia ditta mentre stavoparlando con un collega apparve il capo e mi chiese di venire nel suo ufficio. In breve quel giorno ci siamo chiariti. ( = soluzione). Nell’esame dopo il weekend successivo tutte le es-crescenze erano sparite. La causa della mia malattia era praticamente scomparsa grazie al dialogo chiarificatore. Grazie alla NMG la mia paura del cancro è completamente scomparsa eper questo ringrazio infinitamente soprattutto il dott. Hamer. Auguro a Lei e alla Sua famiglia ogni bene nella Sua instancabile lotta per la NMG. F.B.Annotazioni: Il sig. Bartling mi disse al telefono di essere destrimane. Il licenziamento a sorpresa era un conflitto di spavento/paura (2° conflitto di territorio) o un conflitto di paura per il territorio (3° o ulteriore conflitto di territorio). All’epoca ha lasciato la ditta e ha trovato un nuovo posto di lavoro. Evidentemente era in soluzione pendente da 2 anni. La soluzione definitiva è stata solamente il chiarimento con l’ex capo.Vedi anche: SBS: Cancro della laringe

Dermatite atopica Dermatite atopica in un bambino in tenera etàll'età di circa 4 mesi mio nipote ha manifestato delle guance molto rosse e screpolate. Mia fig-lia si è rivolta subito a me e voleva sapere cosa poteva fare, non aveva fatto vaccinare i figli edevita di andare dal medico, in quanto si occupava, già da un po' di tempo, di NMG.Immediatamente sapevo la causa: la cute significa "conflitto di separazione".Era successo il seguente episodio: il piccolo stava, per i primi 4 mesi fino a dicembre, sdraiato sul divano e andava a letto solo insieme ai genitori. Loro hanno un letto per tutta la famiglia. Entrambi i genitori e tutti e due i figli dormono insieme. Quando mia figlia ha avuto paura cheil piccolo potesse cadere dal divano, lo ha messo a letto insieme alla sorella ed i genitori sono andati a letto più tardi. Il piccolo si svegliava di frequente e, prima di aver il tempo di sentire lavoce sull'interfono ed essersi precipitati in camera da letto, il piccolo era già preso dal panico. Questo si è ripetuto ogni giorno per un periodo prolungato fino a quando mia figlia non mi hachiamata. Le ho detto subito di eliminare il conflitto di separazione, cioè lasciarlo di nuovo in soggiorno fino a quando andavano a letto anche loro. Mia figlia però non era d'accordo, vole-vano stare un po' da soli anche loro. Allora le ho detto che dovevano convivere con la derma-tite atopica. Mia figlia ha consultato un medico alternativo, il quale le ha detto di evitare pro-dotti con grano e latte di mucca. Non era un problema in quanto stava ancora allattando. Lei non beve latte e non era un problema rinunciare anche al formaggio. Lei prepara il pane in casa e allora si è messa ad usare altri cereali. Ma la dermatite atopica non è scomparsa.Nel mese di maggio sono andati in vacanza in Italia. Tornando a casa mi ha chiamata tutta contenta e mi ha detto che la dermatite era scomparsa grazie al cambiamento d'aria. Le ho chiesto dove stavano loro mentre i bambini dormivano e mi ha risposto che si mettevano sul balcone della camera d'albergo. Cosa era successo? Per due settimane il piccolo sentiva parla-re i genitori mentre dormiva e la dermatite atopica, che solo in fase di guarigione rende la cute rossa e screpolata, ha potuto finalmente guarire. Mia figlia non aveva mai applicato dellepomate. Mi sono fatta spedire una foto e l'ho fatta vedere a S.M. che mi ha confermato il mio

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sospetto e mi ha fatto notare che erano coinvolti entrambi i lati per il partner (padre) e per la madre. Mi ha detto inoltre che più tardi si sarebbe potuto anche parlare con il bambino della "separazione" e che poi avrebbe potuto capire. Adesso mio nipote ha 4 anni e non ha più sofferto di dermatiti. Mia figlia ha rinunciato al suo lavoro per il bene dei bambini ai quali si dedica con amore ed attenzione. Abbiamo tenuto il piccolo con noi a volte per 2 giorni e non è successo niente.Posso solo consigliare a tutti i genitori con bambini che soffrono di dermatiti atopiche o pso-riasi di rinunciare a qualche lusso e dedicarsi ai loro figli nell'interesse della loro salute. Quan-ta sofferenza per questa orribile malattia potrebbe essere evitata se sempre più persone si in-teressassero alla NMG. Posso solo ripetere la mia gratitudine per la pazienza infinita del dott. Hamer che ci mette a disposizione il suo sapere! Cari saluti G. S.Annotazione: In natura i conflitti di separazione sono una vera catastrofe! Se il bambino vieneseparato dalla madre di solito è morte sicura per il bambino. Se la madre subisce un conflitto di separazione dal bambino la SBS inizia con "ulcere dell'epidermide". Nella fase attiva, che contiene sempre il senso biologico nel gruppo rosso (ectoderma), si presenta un deficit della memoria a breve termine per dimenticare la persona dalla quale si è stati separati, per risol-vere meglio il conflitto e poter continuare a vivere. Se contro ogni aspettativa il "cucciolo" ri-trova sua madre dopo due/tre giorni, la madre non "riconosce" più il proprio cucciolo e di so-lito non lo riprende. Lo ha "dimenticato".Senza necessità in natura nessuna madre allontana il suo bambino. I popoli primitivi portano ipropri bambini addosso fino all'età di 4 anni. Sarebbe anche la terapia in caso di dermatite atopica. Coccole, la cosa migliore pelle nuda su pelle nuda. Il bambino deve riacquistare la fi-ducia primordiale per la madre che è sempre in ogni momento disponibile. Più tardi quando ilbambino è più grande si distacca in modo naturale dalla madre. Oggi viviamo spesso nella no-stra società, cultura e religione, contro la nostra biologia. Questo ci rende ammalati. (Malattiedella civiltà = non siamo tenuti secondo le esigenze della specie!). 30 anni fa la dermatite atopica era rara. Oggi un bambino su cinque ne soffre. In passato le madri restavano accanto ai loro figli. Oggi i bambini "disturbano" e vengono mandati spesso già all'età di pochi mesi negli asili nido. Proprio nessuno riesce più ad immedesimarsi nell'ani-ma di un bambino in tenera età? Da esperimenti sugli animali si sa che i cuccioli separati pre-cocemente dalla madre mostrano presto disturbi comportamentali. Il fatto che questo viene richiesto e sovvenzionato dalla politica dimostra o un’ignoranza stupida o delle intenzioni sis-tematiche (Gender Mainstreaming ....). è tempo di cambiare l’opinione della popolazione in direzione bio-logica! Non siamo noi a doverci sottomettere alla politica ma al contrario. Il go-verno deve servire noi. Cos'altro dovrebbe fare in una democrazia (= governo del popolo)? Dobbiamo creare spazio libero alle madri per poter far crescere i loro figli senza emergenze fi-nanziarie. La politica dovrebbe allora aiutare in modo che le madri possano restare con i pro-pri figli.

Convulsione febbrileLeggendo volentieri le testimonianze, vorrei contribuire con l'esperienza di mio figlio di 4 anni. F. aveva 4 anni quando un pomeriggio cadde dalla panca giocando. Per me era una ca-duta innocua, che avevo visto con la coda dell'occhio. Nostro figlio invece era spaventatissimodella caduta, probabilmente perché era avvenuta in modo del tutto imprevisto, visto che era

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concentrato a giocare e quindi strillò come se fosse gravemente ferito. Ma non era asso-lutamente così, il giorno dopo non aveva neanche un livido. Strillò però in modo assordante e lamentava dolore alla coscia. Perfino una mia amica che abitava sopra di noi accorse ad aiuta-re. Ho cercato di consolare F. e gli ho massaggiato la coscia con un po' di crema alla calendula,metodo che funziona sempre. Poco dopo ha ripreso a giocare come se niente fosse e tutto sembrava apposto. La notte F. ha dormito in modo molto inquieto e al mattino mi sono resa conto che non si sentiva bene ed aveva un po' di febbre. Tutta la mattinata mi è rimasto attac-cato e abbiamo passavato gran parte del tempo sul divano. La febbre saliva (non so quanto poiché non l’ho misurata), si riaddormentava sempre di nuovo ed ha vomitato due volte.Eravamo seduti sul divano, F. mi stava seduto in grembo quando improvvisamente la sua gam-ba sinistra è scattata. F. ha sgranato gli occhi, ha fissato gli occhi in alto a sinistra e non li ha mossi più, tutto il corpo era in qualche modo rigido, quando ho notato che doveva rimettere. Ma aveva i denti stretti forte (gli occhi erano ancora fissi), il viso ha perso colore ed è diventa-to leggermente cianotico perché non respirava! Gli ho dato dei colpetti sulla schiena cercandocon il dito di aprirgli i denti ed ho continuato a parlargli. Nonostante tutta la mia conoscenza della NMG e della crisi di guarigione ero molto nervosa e in quei secondi avevo anche paura, non avevo mai assistito ad una situazione del genere. (Nostra figlia ha già 6 anni e non è mai stata "ammalata".)

Ad un certo momento (forse dopo un minuto o due) la stretta dei denti si è sciolta e lui ha vo-mitato, ha fatto un respiro profondo e tutto è tornato alla normalità. Gli ho fatto anche un po'di impacchi freddi sui polpacci per diminuire la temperatura. Fino a sera la febbre è scesa ed ilgiorno dopo tutto era passato. F. era ancora un po' fiacco ma senza febbre e due giorni dopo non aveva più sintomi. La mattina, quando aveva iniziato con la febbre, avevo già riflettuto sulla probabile DHS, avevo anche pensato alla caduta dalla panca, ma l'avevo considerata tal-mente banale che non potevo credere che fosse quella la DHS. Dopo però quando proprio la gamba dolente e massaggiata era scattata (secondo la mia interpretazione era esattamente il culmine della fase di guarigione, crisi epilettoide, convulsione febbrile?) e la faccenda si è ri-solta anche in breve tempo, mi sono resa conto che non poteva essere stato nient'altro.Mi occupo ormai da 5 anni della NMG e sono veramente sollevata di avere questa conoscen-za. Da allora non abbiamo più bisogno del medico, anche la mia terza gravidanza ed il parto incasa si sono svolti senza medici e fronzoli della medicina. I nostri tre figli si sviluppano magni-ficamente anche senza vaccini (o proprio per quel motivo...), con loro non abbiamo mai dovu-to andare da medici e siamo veramente felici della conoscenza dei processi biologici del corpoe della libertà della paura che risulta dalla conoscenza. Annotazione: Il dr. Hamer mi spiegò sumia richiesta che il ragazzino aveva reagito con la muscolatura striata dello stomaco (piccola curvatura = contrarietà di territorio) e con il diaframma (dispnea/affanno "non c'è la faccio" a causa del pianto). N.d.R.: A volte però i medici servono!

Congiuntivite contagiosaEgregio Signor Pilhar, oggi vorrei mandarle la mia testimonianza riguardo alla congiuntivite o anche riguardo ai "virus contagiosi" che dicono circolino negli asili dell'infanzia.Nostro figlio di 3 anni poco tempo fa ha sviluppato una congiuntivite, come unico bambino in lungo ed in largo (contagio?), la quale, inoltre, passò senza problemi. Aveva subito uno "shock

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da separazione" a causa dell’inizio dell'asilo o per meglio dire uno shock da perdita, poiché perdeva di vista la madre (conflitto di separazione visiva). L'inizio della frequenza all’asilo risa-le a due mesi fa, ma la congiuntivite si è manifestata solo adesso. Circa una settimana fa an-che mio marito ha avuto una congiuntivite che è passata velocemente e senza problemi.Nel caso di mio figlio erano coinvolti entrambi gli occhi, pure nel caso di mio marito ed infine anch'io ne ho sofferto su entrambi gli occhi. Era contagioso o abbiamo sofferto dello stesso conflitto? Sono sicura che non fosse una "malattia contagiosa" altrimenti anche altri bambini dell’asilo avrebbero dovuto sviluppare una congiuntivite. Voglio far presente: mio figlio fre-quenta l'asilo circa dal settembre 2008 (per mezza giornata). Da allora ho aumentato lenta-mente il tempo di permanenza. Adesso ci fa anche pranzo, ci dorme senza problemi e con grande gioia. Contemporaneamente ha sviluppato la congiuntivite.Pure mio marito si è reso conto che il "grave dolore di separazione" era passato, con la conse-guente sua congiuntivite. Io ci ho messo un po' di più, dopo aver iniziato un corso di aggiorna-mento, il "povero bambino" deve anche mangiare e dormire all’asilo. In più è capitato che la sua signorina dell’asilo è stata sostituita per 2 settimane da un’altra ed io avevo paura (madre apprensiva) su come il bambino potesse superare il tutto. Il mio corso di aggiornamento dura già da 2 settimane, al bambino piace andare all’asilo ed io ne sono finalmente convinta e consapevole. Conseguenza: la mia congiuntivite. Solo nostra figlia grande (12 anni) è stata risparmiata dalla congiuntivite perché non soffre ancora così tanto di queste cose come un adulto. Un medico della medicina ufficiale direbbe probabilmente che semplicemente non si è contagiata. É stato molto interessante osservare tutto e aspettare semplicemente cosa stavaper succedere. Se non avessi saputo della Germanica sarei andata, piena di preoccupazione, dal medico, mi sarei fatta coprire di pomate, sarei occupata ancora oggi a spalmare pomate e sarei di qualche euro più povera. Tanti saluti Famiglia K.Annotazione: Secondo la quarta legge biologica della Germanica non esiste il contagio in quanto, secondo questa legge della natura, è compito dei microbi (funghi, batteri fungiformi, batteri, virus) aiutare nella fase di guarigione. I microbi governati dal cervello antico (funghi e batteri fungiformi) demoliscono ora i tumori formatisi nella fase attiva ed ormai inutili.I microbi governati dal neoencefalo (batteri e virus) aiutano a riempire i " buchi" (necrosi, ul-cere) formatisi nella fase attiva. In altre parole, il senso dei microbi è quello di ripristinare lo "stato iniziale". Caro lettore, Lei conosce il fenomeno della guarigione spontanea. Si vede, per esempio nella TAC di un organo, un tumore e dopo qualche settimane o qualche mese questotumore improvvisamente è scomparso, senza che il paziente abbia fatto nessuna terapia. Questo viene chiamato guarigione spontanea, cioè guarigione senza aggiunta terapeutica, da forza propria. Questo lavoro lo compiono i microbi nella fase di guarigione. I microbi sono i nostri aiutanti non i nostri "nemici". Gran parte dei pazienti arriva alla medicina ufficiale du-rante una fase di guarigione, visto che in quel momento hanno il maggior numero dei sintomi (febbre, fiacchezza, dolori, crisi). I medici ufficiali trovano i microbi al lavoro. Tutte le "infiam-mazioni" o le "infezioni" sono sempre fasi di guarigione. Solo che i medici ufficiali pensano (Pasteur) che il microbo abbia causato questi sintomi. In realtà la causa era il conflitto ed in-fatti, a questa fase di guarigione piena di sintomi, precede sempre anche una fase di (quasi) uguale durata di conflitto attivo, che non viene quasi mai notata in quanto i sintomi nella fase attiva sono quasi sempre minimi. La medicina ufficiale ha dichiarato "cattivi" i microbi e li combatte con antibiotici e vaccini. Inoltre, la medicina ufficiale detiene la teoria del contagio.

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Il caso descritto sopra dimostra bene come si formi una tale "epidemia". Se molte persone nello stesso momento hanno gli stessi sintomi significa che, proprio molte persone, nello stes-so momento, hanno lo stesso conflitto. É così semplice. È relativamente semplice portare ad absurdum la medicina ufficiale grazie alle sue stesse riflessioni. Il bambino dell’esempio ha reagito per primo con la congiuntivite. Dal punto di vista della medicina ufficiale come è spie-gabile il primo caso in una tale epidemia? Il primo caso non può essersi contagiato. Perché non tutti vengono contagiati? In questo caso la medicina ufficiale ragiona con un sistema im-munitario forte dei non contagiati. Tutti noi abbiamo già potuto osservare che dopo essere stati "contagiati" si può guarire senza aver fatto niente. Come è possibile? Secondo la medicina ufficiale ci siamo contagiati proprio perché il nostro sistema immunitario era debole. Con un sistema immunitario debole i micro-bi infuriano nel nostro corpo. Che cosa, per amor del cielo, ci ha fatto guarire? Non avremmo dovuto per forza di cose soccombere con un sistema immunitario debole?La medicina ufficiale ha anche la teoria degli anticorpi. Su questa teoria è basata l'idea del vaccino. Si immettono "agenti patogeni" nel corpo ai quali si dovrebbe reagire con una rispos-ta immunitaria che renderebbe ad esso immuni. Questo è quanto. Supponiamo che Lei una volta abbia avuto una rinite. Secondo la medicina ufficiale Lei ha preso un’infezione da virus (iquali non sono mai stati isolati in laboratorio, perciò nessuno gli ha mai visti = paura del mali-gno invisibile). Supponiamo che Lei sia sopravvissuto a questa rinite e sia tornato in salute: se-condo la medicina ufficiale il Suo buon sistema immunitario ha vinto sui microbi cattivi. Fon-damentalmente dovrebbe essere diventato immune contro la rinite, cioè non dovrebbe più avere una rinite in tutta la vita. Ma questo contraddice ogni nostra esperienza personale. Cosacapita con la rinite cronica...? Un’altra volta: secondo la Germanica non esiste il contagio!Tornando alla testimonianza: la congiuntivite è una fase di guarigione di un conflitto di sepa-razione visiva, di aver perso qualcuno di vista, o di non voler più vedere qualcuno (di voler es-sere separato visivamente, "sparisci dalla mia vista"). La lateralità è determinante.Il bambino ha reagito con entrambi gli occhi, cioè sul lato madre/figlio (per la madre) e sul lato del partner (per il padre). Perché però hanno reagito bilateralmente anche la madre ed il padre? Reagendo solo per il figlio avrebbero dovuto sviluppare una congiuntivite solo sul lato madre/bambino. Suppongo che si tratti in questo caso della sostituta della signorina del asilo.I genitori soffrivano per il loro bambino ed in più per la tata sostituita alla quale avevano affi-dato il bambino (partner).

Perforazione dello stomacoUn' infermiera professionale descrive il caso di sua madre 03.09.1993Le mando la testimonianza sulla malattia di mia madre che era ammalata di cancro e che rie-sce adesso a condurre di nuovo una vita degna di essere vissuta, grazie al dr. Hamer.Naturalmente può pubblicare il caso, sperando di dare coraggio alle persone che ne hanno bi-sogno o di aiutargli perfino. Circa 3 anni fa mia madre subì una perforazione dello stomaco. Venne effettuata una resezione dello stomaco con metodo Billroth II. In quell'occasione ven-nero tolte anche una parte del duodeno e la milza. Secondo il parere medico era una cosa be-nigna. Alcuni mesi dopo mia madre accusava difficoltà alla deglutizione, sintomi di paralisi e dolori alla gamba e al braccio sinistro. Venne eseguito un esame con mezzo di contrasto allo

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stomaco, durante il quale ella aspirò (a causa della paralisi di deglutizione) una parte del mez-zo di contrasto con una conseguente polmonite da aspirazione molto insistente.Vennero eseguite una TAC del cranio e dell'addome, nelle quali si constatò una cosiddetta me-tastasi cerebrale di 1,5 cm e delle metastasi epatiche diffuse. Venne posizionato un sondino gastrico in quanto non riusciva più a deglutire. I medici ci informarono del suo stato dicendo che non avevano più senso né chemio né radioterapia.Le davano ancora qualche ora o al massimo qualche giorno di vita e non volevano importun-arla ulteriormente. Anche lei sentiva di avvicinarsi alla fine e chiese di essere portata a casa.Da una conoscente venni a sapere del metodo del dr. Hamer di trattare il cancro e della signo-ra X di XXX, la quale collaborava col dr. Hamer. Abituata come infermiera professionale alla cura di pazienti gravi, riportammo mia madre a casa. Naturalmente ero molto scettica verso laNuova Medicina, ma quando si tratta della propria madre si prova di tutto visto che non la si vuole perdere. Mandai le TAC alla signora X. Telefonicamente la signora X mi dava istruzioni e mi disse che mia madre aveva un conflitto dell’acqua. Ne parlai con mia madre e lei mi rac-contò alcuni episodi della sua vita inerenti la sua infanzia in riva ad un lago.Per esempio: un ragazzino del vicinato, al quale voleva molto bene, era annegato nel lago. Una volta andò con un altro compagno di gioco in barca. All'epoca non sapeva ancora nuotareed aveva il terrore di cadere in acqua e di annegare. Questa paura dell'acqua la perseguitò ancora, negli anni più tardi, quando aveva già dei figli. Quando noi (i suoi figli) eravamo fuori agiocare e non ci trovava subito, andava a cercarci presso il ruscello.Secondo consiglio del dr. X, prendeva anche del cortisone ad un dosaggio minimo.Lo stato di mia madre migliorava di giorno in giorno. Ha ripreso a mangiare, il sondino gastri-co è stato tolto... Si rinforzava visibilmente e riprese speranza. A poco a poco ha ripreso a ge-stire la casa. É diventata più attiva di prima. Il giardino è diventato il suo hobby. Va a nuotare, viaggia molto. A parte qualche restrizione per i pasti per 3 anni ha condotto una vita degna di essere vissuta. Circa 3 mesi fa le è morto il cane. Lo aveva da 11 anni.Tutti i figli erano già fuori casa e le sue attenzioni ruotavano intorno a questo cane. Era cocco-lato e amato. La morte del cane per lei è stato uno shock. Diventò depressa, manifestava di nuovo disturbi nella deglutizione ed una sintomatologia da emiparesi. Naturalmente le abbia-mo procurato in fretta un cucciolo nuovo. Mia madre venne portata di nuovo in ospedale. Si fece una TAC cerebrale. C'era di nuovo un focolaio nel cervelletto. In ospedale venne propostauna terapia con i raggi gamma che lei rifiutò. Il suo stato peggiorava sempre più, era molto debole, aveva forti dolori, disturbi cardiaci e disturbi della parola. Dopo una terapia col corti-sone venne dimessa dall’ospedale. Mi misi di nuovo in contatto con la dr. ssa X e le mandai la Tac cerebrale. Naturalmente si trattava di un conflitto di separazione (morte del cane). Con il cortisone e il cagnolino comincia a migliorare lentamente. I dolori sono scomparsi, l'appetito è tornato e ha cominciato a fare progetti per il futuro.La dr. ssa X ha fatto coraggio a tutti noi per superare questo periodo difficile. Senza di lei e na-turalmente senza il dr. Hamer non ce l'avremmo fatta. Ho imparato molte cose della vita e la cosa positiva: non ho più paura del cancro!Nota d.R.: Il cortisone è un farmaco potente che può aumentare la ritenzione di liquidi, se ci sono i tubuli collettori attivi, e quindi far peggiorare i sintomi. E’ bene che a prescriverlo sia unmedico che conosca la NMG e che abbia visto una TAC recente del paziente.

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Testimonianza: leucemia per il maestro “cattivo” Buongiorno Fabrizio, sono la mamma di un bambino meraviglioso la cui avventura vorrei rac-contare perchè possa essere d’aiuto a qualcuno. Mio figlio frequentava la quarta elementare con ottimo profitto quando ha avuto un diverbio con l’insegnante di inglese. Tornava a casa ogni giorno che lo vedeva abbattuto e sempre meno voleva studiare l’inglese. Peccato aveva un’ottima pronuncia e gli piaceva molto parlare in lingue straniere, avevamo infatti avuto va-rie occasioni di contatto con persone di altre nazionalità. All’inizio io e mio marito non ci fa-cemmo tanto caso, pensavamo che la cosa si sarebbe appianata da sola, ma col tempo, visto che lo stato d’animo di nostro figlio non cambiava, chiamava il suo insegnante, con un vezzeg-giativo poco simpatico, decisi di andare a parlare personalmente con l’insegnante.Come Lei sa, io e mio marito studiamo da diverso tempo la NMG e abbiamo studiato con Voi anche le costellazioni schizofreniche. Quando sono andata dall’insegnante, mi sono trovata davanti un ragazzotto babyface, con fularino al collo, zazzera calata sugli occhi, e un’aggressi-vità manifesta da sballo. Inutile commentare ulteriormente: evidenti costellazione aggressiva, tipica di chi non sa che fare, e costellazione postmortale insorta in giovanissima età, che non permette una maturazione biologica. Sono tornata a casa delusa e ne ho parlato con mio ma-rito. Decidiamo che deve andare lui a parlargli. Occorre, a quell’uomo-bimbo, una figura ma-schile di capobranco per potersi mettere in ascolto e non sulle difensive.Il giorno stesso del colloquio tra mio marito e l’insegnante nostro figlio è tornato a casa radio-so. I suoi compagni, perfino, si sono complimentati con lui perchè il cattivo maestro” era im-provvisamente diventato buonino. Mio marito valorizzando quest’uomo-bimbo lo aveva fatto sentire all’altezza e gli aveva “fatto venire in mente” come accattivarsi la classe senza tiran-neggiarla. Tutto perfetto quindi per l’inglese, ma… Dopo due giorni nostro figlio aveva la febb-re. Non ci facemmo caso, era normale che risolvesse.Ma la febbre continuò a lungo, erano comparsi anche dolori alle gambe, alle ossa in genere, una spossatezza impressionante, un pallore enorme. Questo è durato tre settimane, poi, le febbre era solo al pomeriggio, durante il quale il nostro figlio, pallidissimo, dormiva in continuazione. Si svegliava all’ora di cena, mangiava pochino e poi ridormiva sfinito fino al tardo mattino seguente.Non lo abbiamo mandato a scuola finché non si è messo a piangere che voleva i suoi amici. Quindi lo abbiamo mandato solo alla mattina, nonostante le vivaci proteste delle insegnanti, che non capivano ed a cui non lo abbiamo mai detto.Abbiamo taciuto con TUTTI! Parenti, amici… siamo anche stati aggressivi con chi faceva qualche osservazione, pur di tene-re tutti lontani. Solo con un medico di NMG abbiamo parlato. E’ impallidito quando gli abbia-mo raccontato i sintomi che presentava nostro figlio! Ci ha confermato ciò che sapevamo di dover fare e di non dover fare. Gli abbiamo cucinato cose nutrienti e golose allo stesso tempo,lo abbiamo fatto ridere, coccolato, massaggiato con delicatezza e amore a lungo finché gli do-levano le bambine. Non abbiamo dormito per tante notti, tante. Questa storia è durata mesi emesi. Ha avuto anche piccole recidive quando c’erano i compiti d’inglese. Dopo circa un anno e un po’ finalmente ci siamo sentiti fuori pericolo. E’ stata dura, ma nostro figlio ora è un pic-colo formidabile atleta, sanissimo e gioioso. Non ha mai fatto terapie se non quella dell’amo-re della sua famiglia, non ha mai fatto analisi perchè sappiamo che in Italia, al solo sospetto dimalattia oncologica, lo Stato toglie la patria potestà ai genitori che non acconsentono alle te-rapie di Stato. La sorte di nostro figlio è stata legata alla nostra conoscenza, se non avessimo

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saputo della NMG la paura che avevamo ci avrebbe, prima o poi, fatto fare degli errori. Non oso pensare oltre… Grazie dott. Hamer, grazie NMG, grazie Fabrizio che diffonde con Sua mo-glie queste cose. Noi siamo felici… Che Dio vi benedica! Marina

Testimonianza- AppendiciteSalve Sig. Pilhar, Ho goduto della sua conferenza già 2 volte e anche mio marito ci è venuto una volta. Io sono convinta della NMG, mio marito vi aderisce un po' alla volta dopo essere stato scettico inizialmente, si è convinto delle "prove" che parlano da se. Molto convinta delle testimonianze che mi insegnano sempre di più vorrei contribuire con un esempio anch'io.Nostro figlio aveva un'irritazione dell'appendice. Ha iniziato lunedì sera con un leggero mal di pancia che mio marito ed io attribuimmo a problemi digestivi visto che non dava spiegazioni più precisi. Martedì è di nuovo andato all'asilo ma a mezzogiorno aveva di nuovo un leggero mal di pancia che è peggiorato verso sera e mercoledì non riusciva più ad andare all'asilo. Ver-so mezzogiorno i dolori erano localizzati chiaramente nel basso ventre e una telefonata con la nostra dottoressa dava il sospetto "di irritazione dell'appendice". Nel pomeriggio la dottores-sa è passata a casa nostra e ha confermato l'appendicite, ha somministrato un rimedio omeo-patico e ha chiesto di farci sentire nel caso la situazione peggiorasse. In fatti peggiorava, mer-coledi sera verse le ore 20 nostro figlio si piegava in due dal dolore. Siamo andati in macchina dal medico (col senno di poi: grazie al cielo!) la quale non poteva uscire di casa quella sera permotivi privati. Nel suo studio era appesa la tabella della NMG. Io sapevo che la possedeva ma senza vederla davanti agli occhi non mi sarebbe venuto in mente di cercare il conflitto sulla tabella. Chiesi alla dottoressa cosa poteva essere "secondo Hamer". Consultando la tabella miguardò un po' insicura e disse gentilmente con discrezione: "In somma, hm, la causa in un bambino è un litigio che hanno avuto i genitori e che il bambino ha sentito e che gli dato del filo da torcere. Le dice qualcosa?" Lei era molto prudente. Chi vuole mai impicciarsi nella vita privata dei suoi pazienti... Ma si, aveva ragione lei. Mio marito ed io avevamo litigato un’altra volta il sabato sera precedente su cose fondamentali che si riprensatavano ogni tanto, per chiarire "un’altra volta" l'aria e chiarire i punti di vista. Nostro figlio l'aveva captato e aveva reagito con l'appendice. Ho chiesto alla dottoressa se poteva essere utile parlare con nostro figlio, di informarlo che realmente non avevamo problemi mio marito ed io, che ci volevamo bene e che saremmo restati insieme in ogni caso. La dottoressa era d'accordo, convinta che poteva aver effetto. Siamo tornati a casa con nostro figlio, l'abbiamo messo a letto e abbiamo parlato con lui. Gli abbiamo spiegato che anche lui litigava ogni tanto con i suoi amici ma che voleva loro bene lo stesso e che tornava sempre a giocare con loro. Per noi era la stessa cosa. Noi come suoi genitori non siamo sempre della stessa opinione anche se per la gran parte del tempo siamo d'accordo, ci vogliamo bene e siamo una famiglia. Nostro figlio ci guardò senza comprensione, annuì provato dal dolore e si addormentò quasi immediatamente.Nel frattempo si erano fatte quasi le ore 21. Alle 23 l'abbiamo dovuto cambiare completa-mente poiché era bagnato di sudore. Non si è nemmeno svegliato, nessun sussulto di dolore.Il mattino dopo era stanco, affaticato e aveva un po' di fastidio muscolare nella parete addo-minale ("ho dovuto proteggere la pancia dal dolore"), ma l'irritazione dell'appendice era com-pletamente scomparsa. Ringrazio Dott. Hamer e anche Lei che condividete il vostro sapere con tutti noi. Noi (che riceviamo la newsletter e anche tutti gli altri) possiamo imparare tantis-simo e guarire in pace poiché consciamo le correlazioni. Lei è libero di utilizzare la mia lettera

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come informazione nella newsletter e fornirla di cambiamenti d'espressione necessari o di links. Tanti cari saluti , da Augsburg Kornelia L.Annotazione: Quando si conosce la Germanica si può aiutare se stessi, i propri famigliari e i propri amici! L'appendicite è già la fase di guarigione, perciò il figliolo aveva già superato il conflitto, ma ciò nonostante è stato molto saggio da parte della madre parlargli un’altra volta in modo rassicurante. Lei descrive anche molto bene la fase di guarigione con percorso tuber-colotico del bambino con tipica sudorazione notturna e stanchezza. Attenzione: Nessuna appendicite senza precedente carcinoma dell'appendice! In passato i chirurgi buttavano l'appendice tolta nei rifiuti. Oggi si manda questo pezzettino in anatomia patologica e se si trova una singola cellula di cancro da qualche parte .... la diagnosi sarà can-cro dell'appendice invece dell'appendicite e allora ci si trova nel macchinario della medicina ufficiale. Aiutate a rendere la Germanica legale! Anche per il bene dei nostri bambini!

HerpesEgregio Sig. Pilhar, Sfogliando ogni tanto di nuovo le vostre pagine, leggo, stampo qualcosa e rileggendo la testimonianza sull’Herpes pensavo all’Herpes come ad un conflitto di disgusto/schifo. Stimolato dalla testimonianza vorrei raccontare dello choc conflittuale relati-vo al mio primo Herpes e della conseguente sensibilizzazione con recidive causate dalle sensazioni memorizzate nello stesso momento. Nel settembre del 2005 c'era una grande festapopolare alla quale presi parte come musicista per tutto il giorno. Finii la sera per essere stan-chissimo (stato fisico e stato generale a basso livello). Andai a prendere l'ultimo giro di bevan-de tra cui c’era anche una coca cola che non bevo da più di 18 anni. Presi in mano i quattro bicchieri e cercai di passare tra la folla quando qualcuno mi urtò per sbaglio il braccio e, del tutto a sorpresa, la bevanda fredda e bagnata mi si versò sul viso e sul busto. Un po' di coca cola mi andò giù di traverso, sentii freddo e una sensazione disgustosa e bagnata sul viso e sulcorpo, il "brodo" mi colava dagli occhiali. Due giorni dopo avvertii per la prima volta in vita mia (a 31 anni) un Herpes che peggiorò per altri 2 giorni prima che mi decidessi a consultare un medico. Questi mi prescrisse una pomata labiale e un antibiotico, del quale dissi subito che non l'avrei preso. Mi disse che era necessario poiché l'infiammazione era piuttosto grave. Ma io usai solo la pomata e dopo 2-3 giorni tutto era tornato a posto. Alcune settimane più tardi andai in una piccola piscina insieme ad una conoscente e mi resi conto di aver dimenti-cato le ciabatte. La mia conoscente mi suggerì di lasciare le calze ai piedi: anche lei usava fare così quando dimenticava le ciabatte. Camminando verso la vasca misi improvvisamente i piediin una pozza d'acqua fredda, di colpo mi percorse la stessa sensazione schifosa di qualche set-timana prima. 2 giorni più tardi notai una "recidiva". Avevo ancora un po' della pomata labia-le, la usai 2/3 volte e non andai dal medico. Per che cosa poi?Cordiali saluti. Evviva la NMG. Frank Streit

1. Agosto 2008Salve Sig. Pilhar, nel frattempo si sono verificati altri due casi di Herpes che vorrei trasmetter-Le e pubblicare sul Suo sito internet in quanto si tratta di esempi pratici di vita quotidiana e questo "piccolo programma speciale" si svolge in modo incredibilmente comprensibile.Ho sviluppato "altri binari" che causano l'herpes. Potrei denominarli "i bicchieri sporchi di Verlar". L'anno scorso quando una commessa alle mie dipendenze riprese il lavoro di merco-

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ledì dopo due giorni di ferie e si presentò con un labbro estremamente gonfio di Herpes, le chiesi cosa le era successo. Lei rispose che ad una festa a Verlar i bicchieri erano molto sporchi...Quest'affermazione per me era un piccolo choc: anch'io ero stato la domenica alla festa di Verlar e anch'io avevo bevuto da "quei bicchieri sporchi"! ... e già era successo! 2 gior-ni dopo avevo di nuovo un Herpes! Non potevo crederci! Solo l'affermazione, prendendomi sul piede sbagliato, era stata sufficiente a causarmi un altro Herpes, nonostante 2 secondi dopo questa "piccola DHS" avessi già pensato: "Ma è una stupidata. Non viene causato dai bicchieri sporchi ma dallo choc del disgusto."Del fatto che era stato così anche per me mi resi conto solo 2 giorni dopo....é capitato l'anno scorso e quest'anno è successo già un altra volta!Era di nuovo festa a Verlar. Alla domenica ero lì con la banda, avevo già bevuto qualche birra, e poco prima, mentre stavamo per suonare un pezzo da seduti, un musicista entrò con un vas-soio pieno di bicchieri di birra che voleva distribuire. Lo mandai dal direttore (che è mio fratel-lo) in modo che ne avesse uno anche lui. Nel momento in cui poggiai il bicchiere alle labbra per prendere il primo sorso, vidi mio fratello che metteva in atto la sua abitudine di girare conil pollice due volte intorno al bordo prima di iniziare il bicchiere – questa cosa io non l’avevo fatta, avevo già appoggiato il bicchiere alle labbra e "... a Verlar i bicchieri sono sporchi". Zack!2 giorni dopo avevo di nuovo il labbro gonfio... Sono affascinato! Evviva la NMG! Ognuno può osservare su se stesso che è "corretta". Cordiali saluti, Frank Streit

CistiteCaro Sig. Pilhar, leggendo le vostre testimonianze vorrei anch'io inviare un episodio capitato a me. Non è l'unico episodio che mi ha confermato la NMG, che ho compreso da anni.La prima volta che ho avuto la sensazione di capire improvvisamente è stato qualche anno fa a proposito della mia cistite, che come nella maggioranza delle donne, era già cronica. Adessomi viene da ridere sul termine "cronico" conoscendone la causa così assurda.Ebbe inizio quando avevo 7 anni. Ebbi la mia prima cistite che è stata esaminata accuratamen-te da tutti i medici possibili e immaginabili. Venivano fatti degli esami poco piacevoli, secondoil mio punto di vista di allora, ma mia madre insisteva che venissero eseguiti questi test.Da allora la cistite tornava alcune volte l'anno. La spiegazione dei medici sembrava inizialmen-te sensata: Sua figlia non deve sedersi su sassi freddi! Mia madre insisteva molto su questo.Cosa capitava dopo alcuni mesi? Un’altra cistite. Ancora oggi confermo che definitivamente non mi sono più seduta su sassi freddi poiché non volevo più sopportare altre volte i dolori e le torture dei medici. Seguì la successiva spiegazione: Non devi andare in giro con la pancia all'aria! All'epoca come adolescente mi piaceva portare dei top che lasciavano libera la pan-cia. Di conseguenza mi coprivo e NON mi sedevo più su sassi freddi.Ad certo punto andando in ferie dovevo usare i bagni in un autogrill. Naturalmente non mi sono seduta sul water, ciò nonostante la successiva cistite arrivò spiegata con batteri che avevo preso sui gabinetti pubb-lici. Da allora ho sempre evitato di utilizzare servizi fuori casa, vestivo con la pancia coperta e non mi sedevo più su sassi freddi. La cistite seguente arrivò giustificata semplicemente dal ra-gionamento che sedevo ugualmente su sassi freddi anche se giuravo il contrario. Mi riteneva-no troppo giovane per sapere quello che facevo. (Tante grazie per la fiducia!)Sulle cistiti degli anni seguenti non riflettevo neanche più. Perchè venivano.... Mi era indiffe-rente. A volte prendevo antibiotici per 10 giorni e per molti anni la cistite è sempre tornata.

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Ad un certo punto ho incontrato la Nuova Medicina Germanica e mi sono domandata se fosseapplicabile anche sulla mia cistite. Frequentai all'epoca un workshop relativo alle allergie ed aibinari a causa di un mio raffreddore del fieno (il quale ormai è quasi scomparso. Guarigione spontanea (haha!), e mi venivano certe idee in relazione alla cistite.Sono mancina (mia madre mi educò ad usare la destra e nella mia testa risuonano ancora le sue parole nonostante siano passati più di 20 anni: MANO DESTRA! "grrr" , in ogni caso oggi riesco a fare tutto con entrambe le mani.) Prendo anche la pillola. Perciò per me è difficile tro-vare l'esatta corrispondenza con i programmi speciali in quanto vengono nominati prevalente-mente i destrimani. Ma non fa niente ho trovato il problema lo stesso. Il problema era mia madre. Si immischiava sempre nella mia vita e voleva prescrivermi come vivere. A tutt’oggi non ci comprendiamo davvero bene ma abbiamo trovato un modo per convivere ed accettar-ci. Una notte, abitavo ancora con lei, irruppe nella mia stanza perchè avevo telefonato e lei aveva sentito il mormorio. Lei non voleva che telefonassi di notte. Io invece non capivo il pro-blema, se guardavo la televisione non era un problema per lei. Non aveva neanche una moti-vazione logica per non lasciarmi telefonare. Era il mio telefono che pagavo io.Mi rendevo conto della mia rabbia. Non potevo accettare che si permettesse tanto! Quando era di nuovo fuori della porta sapevo improvvisamente che mi sarebbe venuta la cistite. Ci vo-levano neanche un paio di minuti e cominciavo a sentire dolori ed erano dolori infernali. Do-vevo prepararmi la borsa dell'acqua calda per sopportare il dolore. Cercai di convincermi che tutto fosse in ordine, che mia madre era fatta così e che non c'era motivo per prendersela tanto. Deve aver funzionato. Non mi sono agitata e non sono rimasta arrabbiata per tutta la notte. La mia rabbia è durata forse solo 5 minuti. L'intera cistite è durata circa un’ora. Poi è completamente scomparsa. Se è stato un conflitto brutto o un conflitto di marcare il territo-rio, non lo so con esattezza, entrambi i contenuti potrebbero corrispondere.Fino a quando ho abitato con lei la cistite si presentava di tanto in tanto come negli anni pas-sati. Ma c'era una differenza fondamentale: sapevo che la mia cistite durava solo un’ora se mi arrabbiavo con mia madre per 5 minuti e dopo scompariva del tutto. Con questa conoscenza dovevo solo guardare l'orologio per sapere quando il dolore sarebbe scomparso. Da allora non sono neanche più andata dal medico. Non avevo il controllo per evitare i conflitti ma po-tevo controllare la durata dell'attività del conflitto.Sono immensamente contenta di non dover più temere una cistite come nella mia gioventù. Sono stata dal medico l'ultima volta nel 2003. Se ci fossero premi dalle casse malattia, per noncausare costi alle casse stesse perchè uno non si ammala, adesso sarei ricca, perchè sono io a conoscere meglio il mio corpo e la mia psiche! Mille grazie al dr. Hamer! E mille grazie a Lei!Nota: In presenza di sudorazione notturna era coinvolto anche il gruppo giallo (endoderma) (conflitto brutto). Questa testimonianza è anche un bell'esempio di come diventare capo del-le proprie faccende grazie alla conoscenza della Germanica. La Germanica rende liberi.

VerrucheMia figlia destrimane di 12 anni aveva da alcuni mesi molte verruche sotto la pianta del piede destro. Visto che aumentavano sempre di numero, ho cercato nelle mie note dei seminari sot-to la voce"verruche". Secondo il dr. Hamer si tratta di un conflitto di separazione (voler essereseparato o non voler essere separato da qualcosa o qualcuno). "In che senso mia figlia ha un conflitto di separazione?" mi chiedevo. Noi siamo sempre presenti, non c'era separazione.

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Mi veniva in mente che da un po' di tempo ogni sera lei si metteva a chiudere tutte le tappa-relle quasi in panico e controllava se erano chiuse la porta d'entrata, la porta della cantina e laporta del garage. Avevo anche parlato con lei per capire perchè lo facesse. Mi disse che aveva paura che si rubasse in casa e che qualcuno la rapisse. (Nella zona dove abitavano i miei geni-tori avevano rubato in una casa e la faccenda rendeva la bambina molto inquieta.) Solo ora miè venuto alla mente. Questo era il collegamento. Questa era la paura di separazione!Abbiamo parlato con nostra figlia cercando di spiegarle che non c'era motivo per aver paura poiché noi eravamo in casa. Sig. Pilhar, durante i suoi seminari Lei sottolinea sempre che la so-luzione migliore del conflitto è la soluzione reale. Questa avvenne nel seguente modo: io ave-vo disturbi del sonno e non riuscivo più a sopportare il russare di mio marito. Arrivai a siste-marmi una camera propria al pianterreno. Dopo aver dormito in questa camera per 2 o 3 mesi, notai che mia figlia non controllava più porte e finestre. Poco tempo dopo abbiamo no-tato che le verruche se ne stavano andando, diventavano sempre più piatte per poi scompari-re. Parlando con la bambina, lei mi disse: "Mamma, da quando dormi di sotto non ho più pau-ra che qualcuno possa rapirmi!" Come già detto, è un esempio piccolo per la Germanica, ma io sono rimasta impressionata. Cordiali saluti e grazie per i Suoi sforzi di diffondere La Germa-nica! M.E.

EmorroidiNell’estate del 2007 cominciai insieme ad un collega a lavorare in proprio. In quell'occasione abbiamo conosciuto una piccola ditta IT condotta da una coppia. Loro erano talmente entu-siasti della nostra idea commerciale che hanno deciso di sostenere il nostro inizio per diventa-re più tardi nostri soci. Il loro sostegno consisteva nel fatto di poter usare i loro locali degli uf-fici per svolgere le funzioni della nostra attività. Tutto era a disposizione dalla scrivania, alla sedia, da internet, al telefono e alla stampante fino alla spedizione postale e al cucinino per il tè. Potevamo utilizzare tutto senza spese. Non dovevamo neanche pagare l'affitto. Il mio partner, nel nostro team a due, fa la parte tecnica mentre io sono responsabile per tut-to il resto, dal management del prodotto alla tenuta dei conti e al commercio. Nota bene an-ch'io ho concluso gli studi di IT e ho alle spalle molti anni di esperienza pratica e possiedo di conseguenza anche una vasta competenza tecnica. L'unico svantaggio nell’ufficio era che non potevamo pretendere nulla non pagando niente. Così subito all'inizio volevo avere una solu-zione speciale per i nostri telefoni, ma il capo della ditta IT non mi dava retta anzi non accetta-va neanche la discussione e rifiutava categoricamente la mia richiesta. Ero abbastanza sorpre-so del suo comportamento in quanto secondo me avevo fatto la richiesta con molta prudenza.Ma per iniziare accettai. Ma non restò un episodio isolato. Molto presto dovetti rendermi conto che il capo trattava noi due come dipendenti suoi che metteva sotto la sua tutela. Io subivo un trattamento "speciale". Nel nostro duo ufficialmente non risultavo come tecnico, il capo, anch'egli tecnico, si intendeva splendidamente col mio partner, mentre agli occhi del capo non capivo tecnicamente niente.Sempre di nuovo avevo delle domande o richieste spe-cifiche che esponevo sempre con maggiore prudenza e che venivano tutte senza eccezione fulminate. Questo sfociò in un episodio particolare. Volevo utilizzare una speciale soluzione disoftware per l'accesso a distanza da casa mia in ufficio che è costata circa un’ora di lavoro in più al mio capo. Si è talmente alterato a proposito che mi ha detto che avrebbe disinserito la soluzione dopo 4 settimane. Intanto funzionava a meraviglia, io ne ero molto contento e di-menticai l'informazione. Dopo 4 settimane arrivò un’e-mail con l'avviso: domani disinserisco il

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dispositivo. Chiesi spiegazioni argomentando sul buon funzionamento. Mi rispose che l'aveva preannunciato e così l’avrebbe fatto e basta. Andava avanti così da mesi e cercai di tenermi il più possibile in disparte tentando soluzioni senza consultare il capo. A metà del 2008 si pre-sentò un’altra escalation. Collegando un calcolatore nuovo bisognava fare delle modifiche nel-lo switch della rete, il quale era esclusivo dominio del capo. Ho cercato di far funzionare il cal-colatore ma non ci sono riuscito. Domandando al capo egli reagì con rabbia e mi vietò di fare qualsiasi modifica all'infrastruttura. Avrebbe dovuto farlo con valenza immediata il mio part-ner. Il capo ha spento lo switch e entrambi non abbiamo potuto lavorare in ufficio per un gior-no intero poiché non funzionavano né internet né il telefono. A causa di questo episodio an-che il mio partner si è molto inalberato. Negli ultimi mesi il comportamento del capo l'aveva disturbato sempre di più ma fino ad ora era riuscito a farsene una ragione. L'episodio ci ha portati ad una crisi tra noi e la coppia. Risultato: finiamo la collaborazione in pace e ci trasfe-riamo, il mio partner ed io. Due settimane dopo lasciamo l'ufficio e trasferiamo la sede della ditta in un altro paese, in un ufficio di amici. Il giorno dopo il nostro trasloco avvertii improvvi-samente dei dolori al sedere e la sensazione di essere piagato. I giorni seguenti sentivo un in-grossamento forte che sporgeva un po' dall'ano. Era una faccenda dolorosa e antipatica.Ma non andai dal medico poiché conoscevo la NMG e anni prima avevo già avuto lo stesso problema che poi si era risolto da solo. Anche questa volta si è risolto, dopo circa 3 settimane tutto era guarito. Molte grazie al dott. Hamer e a te, Helmut! Cordiali saluti, R.F.Nota: Dopo aver contattato il nostro amico che scrive, non era chiaro se si trattava di una fasedi guarigione del gruppo giallo (ascesso sottomucoso, conflitto di "merda") o se si trattava della fase di guarigione del gruppo rosso (edema della mucosa del retto, conflitto di problemi di territorio maschile o di identità femminile). Dalla tematica conflittuale combacerebbe di più il gruppo giallo, secondo il nostro amico. Ho telefonato al dott. Hamer in quanto suppone-vo più la guarigione del gruppo rosso, per il seguente motivo: "tutto iniziò" il giorno del traslo-co e secondo questo programma nella fase attiva troviamo insensibilità (schema della cute es-terna). Informazione del dott Hamer: Se si trattasse del gruppo giallo il nostro amico dovreb-be aver avuto sudorazione notturna. Si sarebbe potuto anche fare un tampone per valutare lasituazione a seconda dei microbi presenti. Sopponeva anche lui che si trattasse del gruppo rosso. Geerd era convinto che si trattasse del secondo conflitto nella zona di territorio. Il nostro amico che scrive è destrimane. Nella tabella diagnostica attuale c'è scritto: Conflitto d'identità femminile, non sapere come decidere, dove andare, a che cosa si appartiene.Rileggendo un’altra volta "l'episodio" descritto dal nostro amico su come cercava, cosa proba-bilmente rilevante, "di risolvere tutto senza ricorrere al capo", per mesi interi....La guarigione si sviluppa spesso con dei gonfiori di guarigione a forma di gocce o di grappoli.Se il dott. Hamer avesse il permesso di praticare.... La Germanica sarebbe legale. Potrebbe es-sere praticata in ogni clinica. Il dott. Hamer potrebbe formare terapeuti. Anche per i nostri bambini potremmo scegliere liberamente la Germanica. Il mondo sarebbe un po' più intatto.

Crollo dell'autostima con conflitto del profugo. Testimonianza di un ragazzo di 19 anni gravemente handicappato, 02.01.2009Nostro figlio Bastian aveva vissuto per 12 anni in un collegio a Marburg. All'età di 18 anni era arrivato il momento di cambiare ed andare ad abitare in una comunità per adulti.Egli non riesce a parlare e solo i sintomi lasciano intendere che cosa succede nella sua psiche.

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Grazie alla Nuova Medicina Germanica ci è stato possibile interpretare il suo percorso.A causa del cambiamento da Marburg a Wuerzburg aveva subito un grave crollo dell’autosti-ma con delle osteolisi. La zona esatta non si poteva stabilire poiché non è in grado di indicare dove sente dolore. I valori del sangue erano precipitati con l'emoglobina a 5,0. Sapevamo del-la pseudoanemia nella quale i valori del sangue dopo la soluzione del conflitto impiegano qualche mese per tornare normali. Vivendo però in una comunità si effettuavano controlli di routine. Secondo la medicina ufficiale era ammalato gravemente e venne ricoverato immedia-tamente in ospedale. Il ragazzo non aveva nessun disturbo, l'appetito era buono e le mani erano calde, perciò era già in fase vagotonica. Egli non comprese niente. Ricoverato da solo in ospedale (a nostra insaputa richiesto dalla casa dove era alloggiato) subì immediatamente un massiccio conflitto del profugo con forti edemi. Il ragazzo normalmente esile (19 anni e 38 kg) il giorno dopo il ricovero aveva un viso come un pallone. Forse a causa del suo handicap, dovuto ad un danno da vaccino, l’edema non era equamente distribuito in tutto il corpo ed aveva una guancia gonfia. Secondo la medicina tradizionale ciò era dovuto ad un’infiammazione. Si aggiunse un altro guaio a seguito di una flebo di glucosio che si depositò ulteriormente nel corpo. Contro la nostra volontà gli vennero somministrati antibiotici per 5 giorni con la flebo. Arrivò anche un dentista per esaminarlo. Sospettava un-’infiammazione nella mandibola. Si meravigliò che il ragazzo aveva una dentatura impeccabile e che non aveva mai avuto bisogno di cure. Sono stati eseguiti tutti gli esami e le nostre pro-teste non sono valse a nulla. Quando si ha un bambino handicappato è sempre come fosse minorenne, non si hanno dei diritti da genitori.Grazie alla nostra costante presenza, con per-nottamento in ospedale, la sua paura scomparve e con essa tutti gli edemi nell’arco di 2 gior-ni! Adesso lo riabbiamo ancora sano. Grazie a dei preparati di ferro il valore dell’emoglobina èsalito gradualmente. Oggi il valore è normale. Con l’applicazione della Nuova Medicina Ger-manica questa sofferenza sarebbe stata risparmiata a nostro figlio. A.B.H.Annotazioni: La frase introduttiva del padre: “Solo grazie ai sintomi si può intuire cosa succe-de nella sua psiche”, mi ha profondamente toccato. In parte per l’evidente forte handicap del figlio in parte per l’impotenza contro questo sistema superstizioso e tirannico che deruba i genitori dei loro figli. Cosa serve poter interpretare il linguaggio degli organi con il sapere della Germanica se non ci è permesso di applicarla? Siamo costretti ad assistere come i nostrifigli vengano maltrattati e castrati davanti ai nostri occhi. Derubando noi genitori della nostra possibilità di assistenza ai nostri figli ci derubano della nostra esistenza futura.

Polmoni (bronchi), tosse con sangue (emottisi).Nel mese di agosto del 2002 la nostra casa è stata gravemente minacciata da un'alluvione. Grazie al rapido e mirato intervento dei pompieri abbiamo potuto evitare l'allargamento della nostra cantina. In quell’epoca non lo sapevo ancora (ho conosciuto la "Germanica" solo un anno più tardi), ma da quel giorno in poi ho avuto un conflitto di territorio attivo. Il quadrime-stre seguente ha continuato a piovere forte, fino a due giorni prima del capodanno 2003, per-ciò praticamente facevo continuamente recidive, poiché ogni pioggia mi riportava sul binario. (Mi rendo conto col senno del poi del perchè non avessi appetito, continuassi a pensare a del-le soluzioni su come salvare la mia casa dalle inondazioni e non riuscissi a dormire. Se fossi stato informato già allora avrei senz'altro anche notato le mie estremità fredde.)

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Circa il giorno dell'epifania le notizie meteo alla radio annunciavano un lungo periodo di bel tempo. Mi ricordo ancora di aver sentito la notizia con un certo sollievo, ma sono rimasto an-che un po' scettico. Quando dopo tre settimane di tempo splendido non erano ancora previstidei peggioramenti, mi sono reso conto che io (e la mia casa) ero "fuori pericolo" per un po' di tempo. Due giorni dopo ho cominciato a tossire, avevo la febbre e mi sentivo tramortito. Per una settimana intera sono dovuto restare a letto. Il terzo giorno nel muco della tosse c'erano delle grosse macchie di sangue. Senza sapere il perché, l'ho taciuto sia a mia moglie sia al me-dico, avevo paura di dover andare in ospedale ed ero anche convinto che il mio corpo fosse abbastanza robusto per superare il tutto. Infatti così è stato. Dopo due giorni di emottisi tutto è tornato nella norma e circa una settimana dopo l'inizio della "malattia" ho potuto riprende-re servizio a scuola. Nell’ottobre del 2003 ho conosciuto la NMG e ne sono rimasto subito molto affascinato, così da partecipare regolarmente ai gruppi di studio e frequentare seminarie conferenze.Nel gennaio del 2004 sono andato ad un corso di sci con la scuola. La notte prima della par-tenza aveva piovuto molto ed il fiume vicino casa si era ingrossato al mattino, ma non in modo preoccupante. Il giorno dopo l'arrivo nella località sciistica non potevamo sciare poiché pioveva perfino in cima alle montagne talmente si era alzata la temperatura. Alla sera chiamaia casa. Rispose mio figlio di 9 anni. Alla mia domanda preoccupata se il fiume fosse in piena, sembrava sorpreso e rispose: "No, per niente." Ero molto sollevato. Nello stesso momento mia moglie ha preso la cornetta del telefono protestando: "Non manca molto ed il fiume sca-valcherà gli argini. Ha piovuto ininterrottamente tutto il giorno." (Mio figlio non si era interes-sato al tempo, come fanno tutti i bambini.) Mi ricordo ancora con precisione: ho preso im-provvisamente a tremare, mi si sono gelati mani e piedi, come avevo imparato nei gruppi di studio. Immediatamente il mio pensiero era occupato da misure di protezione per la mia casa.Mi moglie cercava di calmarmi, un vicino di casa l’aveva aiutata con le misure preventive e la faccenda non era così tragica visto che aveva smesso di piovere. Nonostante tutto, quella sera, io ero fuori fase, la mia testa era piena del pericolo dell'inondazione. Inutile dire che quella notte ho dormito male. La mattina dopo ho chiamato subito mia moglie, che mi ha se-gnalato il cessato allarme. Tutto era passato, il fiume era tornato quasi a livello normale, non dovevo più preoccuparmi. Non mi sono fidato del tutto però fino quando non sono tornato a casa il venerdì seguente. Solo a mezzogiorno del sabato ho avuto la certezza che non c'era piùpericolo per la mia casa. Domenica sera mi sono ritrovato nella vasca da bagno e improvvisa-mente, a ciel sereno, ho iniziato a tossire. Ho rifatto il percorso di due anni fa che già conosce-vo: la mattina dopo ero stanco, febbricitante e tossivo terribilmente. Da mercoledì avevo tos-se con sangue, che nell’arco del giovedì passò. Il fine settimana ero di nuovo in forma.Nessuno della mia famiglia è stato contagiato, nessuno ha sviluppato l'emottisi, tutti sono re-stati sani nonostante tutte le visite che ho ricevuto. Nessuno ha neppure avuto un’influenza. Non mi è rimasta neanche un po' di difficoltà respiratoria. Mi sento come prima della "malat-tia". Con la seconda volta sapevo già come funzionavano l'unità corpo-mente-anima. Sapevo che il mio corpo eliminava adesso attraverso le vie aeree le cellule che si erano formate nei polmoni e che adesso erano diventate inutili e che, non appena avesse concluso, sarei tornatosano come prima. Non avevo bisogno di farmaci. Ero costretto di consultare un medico per il certificato di malattia ma gli ho taciuto l'emottisi e non ho preso neanche i farmaci che mi ha prescritto. Sono guarito così esattamente come era prevedibile grazie alla conoscenza che avevo acquisito nel gruppo di studio. Grazie di cuore, dr. Hamer! Johannes F.

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Annotazione: Una testimonianza molto dettagliata che dimostra come possiamo osservare la veridicità della Germanica nelle reazioni del nostro corpo. In questo racconto vediamo anche come colpisce individualmente una DHS secondo il contenuto del conflitto. Nonostante si trattava di un conflitto dell'acqua (l'inondazione del fiume) il nostro amico ha reagito con un conflitto di territorio, la casa era in imminente pericolo. Da allora il binario del tema "acqua alta" colpisce la mucosa dei suoi bronchi. Probabilmente resterà un binario per molto tempo. Ma anche se fosse così, il nostro amico ha imparato ad avere riguardo e a darsi il tempo ne-cessario per la guarigione. Egli sa che, se ci sarà in arrivo un periodo di piogge forti, probabil-mente reagirà di nuovo con i bronchi. Sapendo il perché, si sa cosa fare. Conoscendo i tempi ci si può preparare anche ai tempi di guarigione. Se si sa inoltre che la reazione del corpo non è una cosa maligna ma sensata, si perde ogni paura e si rimane il "capo" delle proprie faccen-de. Non si corre più così facilmente il pericolo di diventare vittima della medicina ufficiale spesso radicale e brutale.Testimonianza: infarto miocardicoTrasmetto la mia esperienza con una crisi epilettica, concretamente con un infarto miocardi-co. Ho 43 anni e sono destrimane (donna).Ormai 7 anni fa, poco tempo dopo aver sentito par-lare per la prima volta di NMG, all'epoca ancora Nuova Medicina, e poco tempo dopo che mi avevano prestato i libri d'oro del Dr. R.G. Hamer, ho avuto una crisi epilettica molto forte (= metà della fase vagotonica). All'epoca non sapevo che avevo risolto un conflitto per conto mioe che c'era da aspettarsi una crisi. Il sistema fondamentale però l'avevo compreso dopo la let-tura di questi libri molto interessanti: ci sono periodi che abbiamo sintomi più forti che però passano. Anche col senno del poi dovrebbe essere stata la conoscenza più importante che mi è servita durante la crisi epilettica stessa. Un pomeriggio stavo seduta da sola tranquillamentein salotto leggendo. La crisi epilettica ebbe inizio senza preavviso. Improvvisamente c'era un dolore molto intenso e pungente al torace durante la respirazione (potrebbe essere definito come un crampo) che rendeva praticamente impossibile inspirare. Perfino con un'ispirazione molto, molto, piatta il dolore era subito insopportabile, perciò cercai per prima cosa di non re-spirare, di trattenere il fiato nell'attesa che in qualche modo il dolore si calmasse; effettiva-mente tenendo il fiato non sentivo dolore. Era molto strano: dall'inizio non avevo paura ma ri-masi tranquilla per tutto il tempo! In qualche modo ero consapevole che stavo sperimentan-do qualcosa che era definito come una crisi epilettica nei libri. In quel lasso di tempo mi sono passate molte cose per la testa. Dopo un breve lasso di tempo ho provato se mi fosse possibi-le inspirare molto lentamente in modo superficiale: il dolore era un po' meno intenso ma era ancora molto forte. Così ero sicura che il momento più intenso fosse già superato e sarei migliorata. Potrebbero essere stati 2 minuti ma anche solo 30 secondi: il tempo mi è sembra-to molto lungo. Il respiro migliorava solo lentamente ma costantemente fino a quando non sono riuscita di nuovo a respirare normalmente e i dolori sono cessati un po’ alla volta. Più tardi mi sono alzata dalla posizione seduta e ho camminato su e giù per la casa. I dolori al to-race sono rimasti presenti più a lungo e solo dopo circa 2 ore e mezzo dopo ero di nuovo com-pletamente libera dal dolore. Perché non ho avuto nessun tipo di paura non lo so proprio.Uno dei possibili motivi potrebbe essere il fatto che mi ero occupata della materia molto in-tensamente solo breve tempo prima e avevo compreso intimamente che si potevano presen-tare episodi del genere. Ma sono anche sicura che se fossi andata in panico il risultato avreb-be potuto essere ben diverso. Solo più tardi ho compreso che questa crisi epilettica era stato un infarto del miocardio. Per questa testimonianza il conflitto concreto non ha importanza.

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Conflitti si presentano sempre e spesso li risolviamo a volte spontaneamente senza darci peso: è così la vita! Posso solo raccomandare a tutti di occuparsi in tempo intensamente con iltema della NMG. Grazie dott. Ryke Geerd Hamer! M. A.Annotazione: Peccato che la signora A. non vuole confidarci il suo conflitto, ma bisogna ris-pettare anche questa scelta. Volutamente o per caso ci ha confidato comunque alcune cose che si possono “leggere” se si conosce la NMG. … Si è trattato di una crisi epilettica del mio-cardio destro (crampo) ed una crisi epilettica del diaframma sinistro (dispnea). Per un destri-mane significa che ha potuto risolvere un conflitto delle troppe pretese, un conflitto del “non potercela fare” (viene a mancare il fiato) in confronto alla madre o al figlio.Non conoscola signora A. personalmente e non vorrei insistere. Forse un giorno ci racconterà la sua storia per intera. In questo caso: l’infarto al miocardio non mostra coronarie occluse

Pubblicazioni Manuale di applicazione delle Cinque Leggi BiologicheVolume Primo: Svegliarsi dall’ipnosi della “malattia” ISBN: 978-88-95713-17-5 Questo testo costituisce dunque, uno strumento indispensabile per un’efficace applicazione delle 5LB. Questo manuale di applicazione delle Cinque Leggi Biologiche rappresenta in effet-ti, un approccio preciso ed efficace, per chi lavora nei vari ambiti professionali inerenti la “sa-lute”. ”La Malattia è un'altra cosa!" (quinta edizione) In questa introduzione alla comprensione delle 5 Leggi Biologiche scoperte dal dr. Hamer ab-biamo posto particolare attenzione affinché possa essere facilmente comprensibile e fruibile a tutti. L’intento è inoltre di proporsi come stimolo per gli operatori nel campo della salute adapprofondire le conoscenze scientifiche che portano a questa nuova rivoluzionaria compren-sione dei processi comunemente chiamati “malattia” e a questa nuova metodologia clinica per una medicina scientifica e centrata sulla persona, la medicina del 3° millennio! Per tutti coloro che, nell'angoscia a causa di una diagnosi grave, intendano ritrovare la gestione della propria salute e della propria vita, questo testo rappresenta, in effetti, un primo passo fonda-mentale verso una scelta consapevole delle proprie cure. 48 pagine, € 6,50 + spese postali

Dr. Hamer - TESTAMENTO PER UNA NUOVA MEDICINA GERMANICA LA "GERMANICA"Dr. Hamer - TABELLA SINOTTICA DELLA NUOVA MEDICINA GERMANICA

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