Numero 7 giugno 2017 Carissimi bambini, - icviasoriso.gov.it 2017.pdf · non sa, non sa, non sa che...

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Eccoci qui a salutare un altro anno scolastico, un altro anno pieno di impegni, con molti problemi affrontati e non sempre risolti. Ma chi come me svolge la professione di insegnante sa che ogni anno è diverso dal precedente. C'è qualcosa, anzi qualcuno che rende ogni anno scolastico unico e irripetibile... Quel qualcuno siete voi, bambini. Ognuno di voi rende le giornate diverse le une dalle altre ed è impossibile prevedere cosa succe- derà durante l'anno perchè lavorare con voi porta ogni giorno una sorpresa. Vi guardo, ormai grandi, passare tra i locali della scuola, sempre pronti a regalare un sorriso e un saluto nonostante siano passati alcuni anni e mi sembra impossibile che siate gli stessi bambini en- trati per la prima volta alla scuola dell'infanzia, con quello sguardo smarrito di chi si domanda: “Ma cosa ci faccio io qui?”. Ed eccovi ora padroni del mondo e del vostro futuro... forse è an- cora presto per questo, però una cosa è certa: le cose che avete imparato dalle vostre insegnanti hanno contribuito a farvi “cre- scere” e da voi noi impariamo tutti i giorni a guardare la realtà in maniera diversa.Voglio salutarvi e augurarvi buone vacanze dedi- candovi una filastrocca di qualche tempo fa, scritta da Bruno To- gnolini, amico di tutti i bambini che ha scritto per loro libri e poesie... Maestra, insegnami il fiore e il frutto, “Con il tempo ti insegnerò tutto” Insegnami fino al profondo dei mari “Ti insegno fin dove tu impari” Insegnami il cielo più che si può “Ti insegno fin dove io so.” E dove non sai? “Da lì andremo insieme maestra e scolaro, dall'albero al seme. Insegno ed imparo, insieme perchè io insegno se imparo con te”. Maestra Gisella Carissimi bambini, il nostro giornalino diventa ogni anno più bello, più ricco e colorato! Complimenti a voi tutti e ai vostri insegnanti per l’impegno e l’entu- siasmo! E per tutte le belle espe- rienze e progetti, idee davvero originali, che avete raccontato. La scuola sta per finire e tra pochi giorni, un pomeriggio di giugno, sciamerete via, come api allegre e festose, pronti a vivere la meravi- gliosa stagione estiva in serenità e libertà. Auguro a tutti voi giorni pieni di sole e di giochi, prati verdi, mari azzurri, cieli limpidi e orizzonti sconfinati verso cui volare con la fantasia. Buone vacanze! Il Dirigente Scolastico Daniela Porfiri Esperienze, racconti e poesie pag. 2 Fantasia a colori pag. 19 Sicurezza e benessere pag. 16 Divertiamoci insieme pag. 24 Numero 7 giugno 2017

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Eccoci qui a salutare un altro anno scolastico,un altro anno pieno di impegni, con molti problemi affrontati e non sempre risolti.Ma chi come me svolge la professione di insegnante sa che ognianno è diverso dal precedente.C'è qualcosa, anzi qualcuno che rende ogni anno scolastico unico eirripetibile...Quel qualcuno siete voi, bambini. Ognuno di voi rende le giornatediverse le une dalle altre ed è impossibile prevedere cosa succe-derà durante l'anno perchè lavorare con voi porta ogni giorno unasorpresa.Vi guardo, ormai grandi, passare tra i locali della scuola, semprepronti a regalare un sorriso e un saluto nonostante siano passatialcuni anni e mi sembra impossibile che siate gli stessi bambini en-trati per la prima volta alla scuola dell'infanzia, con quello sguardosmarrito di chi si domanda: “Ma cosa ci faccio io qui?”.Ed eccovi ora padroni del mondo e del vostro futuro... forse è an-cora presto per questo, però una cosa è certa: le cose che aveteimparato dalle vostre insegnanti hanno contribuito a farvi “cre-scere” e da voi noi impariamo tutti i giorni a guardare la realtà inmaniera diversa.Voglio salutarvi e augurarvi buone vacanze dedi-candovi una filastrocca di qualche tempo fa, scritta da Bruno To-gnolini, amico di tutti i bambini che ha scritto per loro libri epoesie...

Maestra, insegnami il fiore e il frutto,“Con il tempo ti insegnerò tutto”Insegnami fino al profondo dei mari“Ti insegno fin dove tu impari”Insegnami il cielo più che si può“Ti insegno fin dove io so.”

E dove non sai?“Da lì andremo insiememaestra e scolaro, dall'albero alseme.Insegno ed imparo, insieme perchèio insegno se imparo con te”.

Maestra Gisella

Carissimi bambini, il nostro giornalino diventa ognianno più bello, più ricco e colorato!Complimenti a voi tutti e ai vostriinsegnanti per l’impegno e l’entu-siasmo! E per tutte le belle espe-rienze e progetti, idee davverooriginali, che avete raccontato.La scuola sta per finire e tra pochigiorni, un pomeriggio di giugno,sciamerete via, come api allegre efestose, pronti a vivere la meravi-gliosa stagione estiva in serenità elibertà.Auguro a tutti voi giorni pieni disole e di giochi, prati verdi, mariazzurri, cieli limpidi e orizzontisconfinati verso cui volare con lafantasia.Buone vacanze!

Il Dirigente Scolastico Daniela Porfiri

Esperienze, racconti e poesie pag. 2 Fantasia a colori pag. 19

Sicurezza e benessere pag. 16 Divertiamoci insieme pag. 24

Numero 7 giugno 2017

è l’ora di dire la nostra pag. 2

Esperienze, racconti e poesie

LLAA SSEEMMIINNAA DDEELL GGRRAANNOO Siamo i bambini della VI plesso XXI Aprile e vogliamo raccontarvi la nostra esperienza di semina del grano, avvenuta in sezione con le nostre maestre. Il 3 Marzo abbiamo seminato i nostri chicchi di grano. Il grano è un semino molto piccolo, di forma ovale e color marroncino. Dopo

sul fondo, sopra un morbido letto di cotone che noi stessi abbiamo bagnato.

Cosa succederà? Ecco cosa abbiamo risposto: o Si apre il semino o Crescerà una piantina da curare con amore e attenzione o Dobbiamo dare la giusta acqua per farle crescere bene Ogni giorno innaffiamo le nostre piantine che crescono sempre di più,

A Pasqua porteremo a casa queste piantine, come un dono speciale di cui ci siamo presi cura con tanto amore. Alcune di queste verranno invece spostate nella terra per osservare la loro trasformazione e la nascita delle spighe di grano.

osservare, sperimentare, toccare e vedere, per poi rappresentare quanto abbiamo fatto

attraverso sequenze di immagini; abbiamo inoltre arricchito il nostro lessico, imparando tante nuove parole. È stata veramente una bella esperienza!

Gli uccellini della VI sezione

Chiccolino Un giorno chiccolino giocava a nascondino, nessuno lo cercò e lui si addormentò.

tanto grano ti darò,

Figura 1. La semina del grano

Figura 2. Le piantine di grano

LA SETTIMANA DELLA PROGRAMMAZIONEDurante la Europe Code Week, settimana europea della programmazione, dal 15 al 23 ottobre2016, anche noi della II sezione della scuola dell’infanzia XXI Aprile abbiamo partecipato conuna attività dedicata al coding.Il topolino Pepe e i bambini sono stati protagonisti di un laboratorio di programmazione “un-plugged “ cioè senza l’uso del PC.

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UN TOPO IN III SEZIONE … A CARNEVALE!All’interno del progetto educativo dal titolo “Topo di campagna e topo di città e un mondo piùpulito” i nostri bambini hanno esplorato i due ambienti e i personaggi che li popolano. Così ilCarnevale è stata l’occasione per giocare con topi, gufi e gatti. Dopo la costruzione di mascherecon elementi riciclati (piatti di carta, piume, scovolini, ecc.) i bambini hanno giocato a:1) Animali di città: il gatto e il topoIl gatto addormentato è rappresentato da un bambino seduto al centro del cerchio, con gliocchi chiusi e la testa appoggiata sulle mani. Gli altri bambini fanno da topini e gli camminanointorno in circolo cantando una filastrocca:Il gatto, il gatto, il gatto ha chiuso gli occhinon sa, non sa, non sa che cosa farebada, bada, bada che se lo tocchiil gatto, il gatto, il gatto ti graffierà!Il gatto sopra al muro si fa la passeggiatapoi torna a casa e fa miao, miao!A questo punto il bambino va a svegliare il gatto, che si alza e rincorre il topo che scappa. Ilbambino catturato diventa gatto e il gioco ricomincia.

2) Animali di campagna: il gufo e il topoTutti i bambini in cerchio si tengono le mani e alzano le braccia in alto. Due bambini che fannoil topo e il gufo, stanno in mezzo al cerchio e il gufo rincorre il topo uscendo ed entrando dalcerchio. Quando la musica finisce i bambini in cerchio abbassano le braccia e il bambino cherimane all’interno del cerchio è catturatoe il gufo lo porta nella sua prigione.

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A SCUOLA CON PEPECiao, siamo gli alunni della Scuola dell’Infanzia P.W. II M. Vogliamo raccontarvi un po’ di noi,delle nostre attività,del nostro amico speciale. Eh si, quest’anno abbiamo un nuovo compagno,si chiama Pepe, lui è piccolo, non parla e dobbiamo trattarlo con delicatezza. A volte, quandofacciamo confusione, si nasconde nella sua casetta, allora noi abbassiamo la voce e lui torna agiocare con noi.Pepe è simpatico, con lui impariamo tante cose, le emozioni, il coding, i giochi, i 4 elementi, mala cosa che ci piace di più di lui, è, abbracciarlo... Quando lo abbracciamo ci sentiamo felici.Il venerdì Pepe viene a casa con noi, cioè con uno di noi, a turno.. Pepe, diviene così un mem-bro della famiglia, ovunque andiamo lui è con noi, in piscina, al ristorante, dai nonni, dal dot-tore, ovunque. Quando arriva la domenica sera siamo tristi perché è l’ultima sera che è connoi… ma poi lo ritroviamo a scuola e il gioco continua. Noi vogliamo molto bene a Pepe, ci piaceanche ballare con lui, a volte quando parla fa una voce strana e poi ride, noi ridiamo con lui.Pepe, ci ha portato un suo amico, viene da lontano, dall’Africa, non sappiamo dove sia, ma sap-piamo che ci sono gli elefanti, i leoni, le tigre, fa caldo ed è tanto lontano.. Abbiamo visto leimmagini sul Pc, l’Africa è bellissima.Lallo, questo è il suo nome, è un po’ sordo, dice che è stato il lungo viaggio, volava in alto inalto e l’aereo faceva tanto rumore. Dobbiamo quasi sempre ripetere le parole, perché noncapisce tanto bene, se ripetiamo lui poi capisce e noi siamo contenti.Anche Lallo, viene a casa con noi, così il venerdì, abbiamo due amichetti che ci vogliano tantobene e dormono insieme a noi stretti stretti.Ora vi salutiamo, dobbiamo andare a giocare con Pepe e Lallo, chissà quale sorpresa ci hannopreparato oggi, siamo davvero curiosi. Un ciao grande grande... la maestra dice che ciaonenon lo possiamo scrivere, allora un ciao grande grande anche da Pepe e Lallo, i bambini della

II M P.W.

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LA POLIZIA STRADALE CON PEPE

Il progetto annuale 2016-2017 “Topo di campa-gna, topo di città......e un mondo più pulito”  haconsentito di approfondire, tramite il personag-gio conduttore Pepe, i due ambienti della città edella campagna. I bambini delle cinque sezionidella scuola dell’infanzia XXI Aprile hanno rice-vuto a turno la visita della Polizia Locale del 13°Municipio che ha svolto una lezione di educa-zione stradale; l’incontro è stata l’occasione percondividere i lavori effettuati sull’argomentodella città. Plastici costruiti con materiale di

recupero, costruzione di segnali stradali in polistirolo, cartelloni dipinti del quartiere, uno deiquali è stato consegnato alla Polizia come ringraziamento del lavoro effettuato. I bambini e

tutta l’utenza hanno accoltocon grande successo l’iniziativa.

COSA HO FATTO OGGI...Mamma, aspetto con ansia il momento quando mi verrai a prendere, sapessi quante cose ho da raccontarti.Stamattina, per esempio, è successa una cosa meravigliosa:finalmente sono riuscito a mettere il mio con-trassegno nel cartellone delle presenze, in alto, proprio lì vicino ai miei compagni più grandi.Era da tempo che ci provavo, lo sai mamma, e oggi sulla punta dei piedi ho allungato il braccio tanto tantoe ci sono riuscito, che gioia ho provato mamma!Quante avventure tra mari e montagne ho affrontato con i miei compagni!Ho rotolato sul pavimento come un barattolo, ho strisciato come un serpente. Le maestre la chiamano attivitàmotoria, noi ci siamo divertiti molto, soprattutto quando ci hanno fatto ascoltare quella canzoncina per farciscatenare.Io avrei voluto sempre correre e saltare, però poi ci hanno fatto stare seduti in circolo per farci dire quelloche pensiamo e lo sai mamma, io adesso non mi vergogno più quando tocca a me parlare.Però, quando la maestra mi ha chiesto di andare a chiamare una sua collega ho detto che non la conoscevo,non è vero mamma, io conosco tutte le maestre della mia scuola, ma proprio non ho avuto il coraggio; peccato,perchè la maestra sa che non mi metto nei guai nel corridoio.E poi mamma è successa un'altra cosa, lo sai quel gioco che mi piace tanto? Quello che prendo semprequando arrivo a scuola?Oggi l'aveva preso un altro bambino, che rabbia mamma!Sono andato da lui e gliel’ho strappato dalle mani.Dovevi sentire la maestra, si è arrabbiata tanto e mi ha messo a pensare 5 minuti.Sì lo so, devo imparare a controllarmi...mamma credimi ce la metto tutta.A mensa ho provato ad assaggiare quella minestra tutta verde,le maestre insistevano a dire che era buona! No, mamma proprio non mi piace.Dopo pranzo ho fatto un disegno bellissimo, la maestra mi ha fatto i complimenti e come premio mi haregalato un adesivo da attaccare sul foglio...insomma mamma sto diventando sempre più bravo.Mamma, aspetto con ansia il tuo ritorno per raccontarti tutto questo ma quando ti vedo dimentico tutto,corro ad abbracciarti e quando, come sempre, mi chiederai :”Cosa hai fatto oggi?” io, come sempre, ti ri-sponderò: “Niente!”

Pensieri in libertà di un bambino della scuola dell'infanzia raccolti dalla maestra Gisella.

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L’ITALIA in... maschera!Per conoscere e tenere vivo il folclore del No-stro Paese, attraverso lo studio dei costumi,delle tradizioni, delle musiche e delle danze po-polari, abbiamo riprodottosu larga scala una cartinadell’Italia, realizzando conla tecnica delle spugnatureogni singola regione. Il risultato? Un bellissimocartellone che potete ammi-rare all’entrata della nostramensa.Vi invitiamo a leggerlo e a farvi coinvolgere inquesto viaggio alla scoperta delle maschere ita-liane.

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La nostra esperienza con i plasticiQuest’anno in classe abbiamo realizzato dei plastici. Ci siamo ispirati allo studio dei paesaggi di terra:

montagna, collina e pianura. Inoltre con la maestra di religione ci siamo dedicati alla realizzazione di un

plastico che rappre-

sentasse la Pale-

stina. Abbiamo dato

avvio al nostro la-

voro inizialmente

portando dei gior-

nali, che poi ab-

biamo strappato e

messo in salamoia.

Ci siamo poi muniti

di tavole di legno, sulle quali abbiamo incollato i giornali

strappati per ottenere la forma di ciascun paesaggio.

Successivamente li abbiamo dipinti con le tempere e poi

ognuno di noi ha portato degli oggetti, casette, animali,

personaggi, macchinine e muschio, che sono serviti per

arricchire i plastici. Per il plastico della Palestina abbiamo

realizzato dei mattoncini con il das, con i quali è stato

possibile ottenere le mura del tempio. Abbiamo poi creato

delle casette con il cartoncino decorate con sassolini

bianchi. E’ stata un’esperienza davvero fantastica, perché

abbiamo imparato a lavorare in gruppo e ad usare la no-

stra creatività. Saremo orgogliosi di mostrare i nostri

“capolavori” ai genitori durante la dimostrazione di fine

anno. Gli alunni della classe IV D

AAA CERCASI materiale per arrichire una mostra didattica permanente, preziosa risorsa per tutti. I plasticirappresentano l’inizio di questa bella iniziativa! Daiiiii!!!

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IL LIMERICK...

Il limerick è una filastrocca tipica della cultura in-glese, composta da cinque versi e caratterizzata dasituazioni assurde e umoristiche (nonsense). Il lime-rick fu diffuso e reso popolare dallo scrittore in-glese Edward Lear (1812-1888). Il limerick seguedelle regole ben precise; noi abbiamo provato a scri-verne uno:

Una simpatica ragazza di Barcellonafaceva battute su una poltrona.La poltrona se ne andòe la ragazza si annoiò.Che simpatica burlona quella ragazza diBarcellona!

L’ACROSTICO...

La parola acrostico deriva dal greco: akros (estremo)e stichos (verso). L’acrostico è un componimento poe-tico in cui le lettere iniziali di ogni verso, lette una diseguito all’altra in senso verticale, formano un nome ouna parola.Noi ci siamo divertiti a comporne uno conla parola primavera:

Piena di fiori e di colori

Ridoni a tutti un’allegria

Immensa

Mentre nella tiepida

Aria riprendono a

Volare farfalle

E

Rondini che

Annunciano il tuo ritorno!

Ora prova tu! III A P.W.

E ... LA POESIA

I PAGLIACCI DI CARNEVALECarnevale di tutti i coloriaule e stanze decora con noi:Dondolano in alto i pagliacci colorati,di paglia e e di stelle filanti ornati;facce tutte diverse e variopinteforme colorate di mille tinte;sorrisi divertenti, un po’ stranicreati e incollati dalle nostre mani;occhi a stella, a fiore, a cuoredi ogni forma e colore,occhi allegri, occhi nerisono finti ma sembran veri;cappellini a strisce e a pallinitanti fiocchi e fiocchettini...I nostri pagliacci, fatti con fantasia,donano a tutti grande allegria.

PER FARE UN PAPA’Per fare un papàsi prende una Pcome pazienza, passionepoi si prende una Acome amore, abbraccipoi si prende una Pcome partecipazione, preparazionepoi si prende una A’come attenzione, aiuto...Poi si unisce tuttocon dolcezza e serenità,si mescola con baci, gioiatranquillità e gioco...Così si fa un papàPazienteAmorevolePreparatoAttento..

II B P.W.

CREATIVITA’ CON LA LINGUA ITALIANA

Caro papà, mi piace...

Quando mi fai tante coccole.Quando sono io a fare le coccole a te.Quando disegniamo insieme.Quando giochiamo insieme a calcio.Quando, con la famiglia,andiamo in bici.Quando passeggiamonei parchi della nostracittà.Quando mi compri ungelato.Quando, con la nostrafamiglia, andiamo in vacanza.Quando andiamo a cinema a vedere un bel film cartone.Quando…….. SEMPLICEMENTE STAI CON ME.

Caro papà, ti voglio bene

Perché sei bello.Perché sei gentile.Perché sei bravo.Perché sei forte.Perché sei bravo ad aggiustare ogni cosa.

Perché sei il migliore.Perché sei intelligente.Perché sei generoso.

Perché sei coraggioso e protettivo.Perché caro papà, sei…… SPECIALE

I A P.W.

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STELLA,ILARIA,VIRGINIA

IV C XXI Aprile

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LA LEGGENDA DEL GUARANÀC’era una volta, in una tribù della foresta amazzonica, una famiglia di indigeni molto infelicepoiché volevano tanto un figlio che non arrivava. La donna indigena si sentiva molto sfortunata e credeva di essere colta da una terribile ma-ledizione, così il marito decise di andare a chiedere aiuto al dio Tupam, il dio del Bene e pro-tettore della foresta.Il dio Tupam ascoltò molto attentamente le parole della coppia ed ebbe pietà di loro. Doponove mesi, infatti, nacque un bellissimo indiozinho (piccolo indigeno) di nome Aguiry.Tutti nel villaggio erano contenti per l’arrivo di questo bimboe celebrarono la sua nascita festeggiando per alcuni giorni; lasua mamma era l’india più felice del villaggio e curava il suopiccolo con tanto amore.Crescendo Aguiry dimostrò di essere proprio un bravo bam-bino, generoso e sempre sorridente; tutti nel villaggio gli vole-vano bene; era sempre obbediente, tranne quando andava dinascosto nella foresta per mangiare i frutti di cui era ghiot-

tissimo.Jurupari, spirito del Male,era geloso della fama del piccolo Aguiry e così decise diseguirlo ogni volta che si recava da solo nella foresta. Nes-suno poteva vedere Jurupari perché aveva il potere di tra-sformarsi in qualsiasi animale della foresta. Un giorno Aguiry decise di avventurarsi con il suo cestoper raccogliere e mangiare i suoi frutti adorati e più netrovava, più si addentrava nella foresta. Si allontanò talmente tanto da non riuscire a ritrovare lavia del ritorno. Si fece buio e Aguiry si

rifugiò sotto il ricco e verdeggiante fogliame di un albero grande e robu-sto.Jurupari, nelle sembianze di un uccello con il corpo di un pipistrello e ilbecco di un gufo, aspettò che il bambino si addormentasse e poi gli portòvia tutti i frutti e la sua stessa vita.Dall’altra parte della foresta, gli abitanti del villaggio, preoccupati per lasparizione di Aguiry, si riunirono in gruppo e partirono alla ricerca delbimbo disperso.Quando trovarono l’indiozinho senza vita piansero tanto e chiesero ancorauna volta aiuto al dio Tupam. Poco dopo tutti videro che il bimbo si stava

trasformando una pianta mai conosciuta prima: il busto divenne il tronco,le braccia divennero i rami, le gambe diventarono le radici e gli occhi di-vennero i semi.Tupam disse ai genitori di Aguiry che i frutti di quella pianta avrebbereso forti e felici chiunque li avesse mangiati, proprio come il piccoloindio, quando era nella sua forma umana, aveva fatto con i suoi genitori egli abitanti del villaggio.

Quel frutto fu chiamato guaranà ed una bevanda molto dolce ed energizzante che si ricavadalla pianta di cui porta il nome.

III C XXI Aprile

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ENGLISH IN PROGRESS IN V BWHITE FANG AND TREASURE ISLANDLa scelta metodologica per lo studio della lingua inglese, in classe VB, ha sempre privilegiato unapproccio comunicativo, basato specialmente sul principio del “learning by doing” e sull’utilizzodella lingua straniera in semplici contesti comunicativi. Per questo sono state privilegiate, sindall’inizio del percorso scolastico, le attività che hanno offerto agli alunni occasioni reali perparlare ed ascoltare (pair work , giochi di ruolo, drammatizzazione e riproduzione di rime at-traverso la gestualità, e dialoghi gradualmente più complessi) oltre che per leggere e scrivere.In particolare, durante la seconda parte dell’anno, gli alunni si sono cimentati nella lettura enella traduzione di due classici della letteratura, quali “Zanna Bianca ” e “L’isola del tesoro”, so-stenuti da un meraviglioso lavoro iconografico personalizzato.

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INSIEME E’ MEGLIO!Noi bambini delle classi IV C e I B, del plesso Papa Wojtyla, abbiamo scelto la breve storia inlingua inglese “The very hungry caterpillar” (di Eric Carle) per un entusiasmante lavoro comune.In particolare, dopo la lettura e l’analisi del testo (nelle qualii più grandi hanno sostenuto i più piccoli), sono stati realiz-zati poster, quizlet con giochi alla Lim, cruciverba, rime e

canti… il tuttocondito da al-legria e vogliadi fare. Si èanche riflet-tuto sul significato della “metamorfosi”, attra-

verso la visione di filmati scientifici e larealizzazione di lapbook e lavori pop-up.

La collaborazione tra le classi è stata per noimolto stimolante e ha contribuito a renderci piùautonomi e sempre più disponibili a lavorare in-sieme.

dal brucoalle...

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FARFALLE IN VOLO...Di solito si rimane meravigliati dalla bellezza delle farfalle...è successo anche a noi!Siamo rimasti incantati soprattutto nello scoprire l’importanza di questa specie, non soltantodal punto di vista scientifico, ma anche per il suo valore simbolico nell’arte, nella storia, nelcodice linguistico, nelle strategie di calcolo veloce.Un viaggio, potremmo dire...un volo da una materia all’altra per scoprire, creare, appren-dere...con leggerezza!Poi la gita alla “casa delle farfalle” ci ha offerto la possibilità di passeggiare all’interno di unaforesta equatoriale perfettamente ricostruita che custodiva alcune tra le farfalle più appari-scenti del mondo; così le abbiamo potute vedere da vicino, da molto vicino...guardate le foto!Ci siamo divertiti un sacco e...abbiamo imparato a rispettare la loro meravigliosa fragilità !

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IV B

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Scuola XXI Aprile La classe 5B fa esperienza sulla disostruzione Manovre salvavita

È stata una giornata ricca di nuove conoscenze e sorprese il 21 marzo 2017, per la classe 5B della scuola XXI Aprile, grazie alla Dottoressa Maria Luisa e alla sua lezione sulla disostruzione molto interessante. La pediatra ha insegnato agli alunni come attuare le manovre di disostruzione di un corpo estraneo su lattanti, bambini e adulti.

Molto chiaramente e supportata da alcune slides, la dottoressa ha spiegato che l'ostruzione può essere incompleta o completa. Quando è incompleta l'individuo è cosciente, passa un filo d'aria nelle vie aeree e quindi ha la possibilità di tossire e piangere e così far capire che si sta strozzando; quando è completa la persona diventa viola e perde i sensi. Di seguito la Dottoressa ha illustrato le manovre di disostruzione di un neonato. Sono molto semplici: cinque colpi interscapolari con via di fuga laterale, più cinque colpi intermammellari lenti e profondi. Importante, però, è la posizione in cui si fanno, il neonato deve

essere posto sull'avanbraccio e la mano deve tenere la testa per far uscire più facilmente il corpo estraneo; per maggiore stabilità bisogna poggiare il braccio sulla coscia.

Mentre per un bambino più grande ha spiegato una tecnica abbastanza semplice ma che dà grandi risultati: la manovra di Heimlich.

Bisogna trovare con il pollice la fine dello sterno e con il mignolo o l'indice l'ombelico, dopo bisogna dare, tenendo la mano chiusa a pugno con il pollice rivolto all'interno, cinque colpi a cucchiaio. Come per il lattante bisogna dare anche cinque colpi

Sicurezza e benessere

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interscapolari con via di fuga laterale.

Se queste manovre non dovessero riuscire, è necessario chiamare il 118 e ricorrere a effettuare prima cinque insufflazioni per fare arrivare il sangue ossigenato al cervello, quindi venticinque compressioni toraciche, per il lattante quindici; successivamente, dalla seconda volta in poi, due insufflazioni e venticinque compressioni toraciche, fino a quando non arrivano i soccorsi.

Per abbandonare momentaneamente il bambino, se si è da soli, si deve mettere lo stesso nella posizione di sicurezza, che gli impedisca di ritornare a pancia in su.

Questo insegnamento si è rivelato molto istruttivo e utile perchè bisogna trovarsi preparati ad ogni evenienza e non dare per scontato che i bambini non possano salvare una vita. Grazie Dottoressa! La classe 5B Roma 22 Marzo 2017

IV C

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STOP AL BULLISMO!

Il bullismo si verifica quando una persona è cattiva fuori, ma debole den-tro.

Il bullo può essere anche un compagno discuola che compie molte azioni scorrette:scrive in faccia alle persone, riprende leazioni di violenza contro le vittime, picchia icompagni e li butta dentro il cassonetto dellaspazzatura, ruba loro la merenda, li insulta eli prende in giro.

I bulli compiono tante azioni meschine.

Secondo noi il bullismo è scorretto perché èingiusto che le persone più deboli subiscano

queste cat-tiverie.

Gli alunni della II C P.W.

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Fantasia a colori

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Nel mese di ottobre la maestra ci ha fatto fare una ricerca su Paul Klee, un pittore

molto famoso nato a Berna, in Svizzera, nel 1879.

Questo pittore è conosciuto anche come “il pittore dei sogni”;

i suoi quadri sono astratti e sembrano realizzati da un bam-

bino, per questo motivo spesso veniva preso in giro. Paul Klee, nonostante

le critiche continuò a realizzare i suoi dipinti.

Dopo aver ricercato informazioni sulla sua vita e dopo aver guardato alcune delle sue opere, la

maestra ci ha diviso in gruppi e ogni gruppo ha scelto

un’opera da realizzare insieme.

Le opere che abbiamo scelto sono:

“Ciao bambini” : rappresenta un pesce che saluta;

“Farbtael : un dipinto con tanti quadrati colorati;“Pae-

saggio con uccelli gialli”: rappresenta il fondo del mare

con papere

che nuotano a

testa in giù;

“Casteles” : rappresenta la nostra vita scolastica, per-

ché l’autore ha voluto utilizzare gli oggetti da noi usati

a scuola; infatti il sole è un temperino,

i castelli sono matite

colorate, il cielo sembra essere un ri-

ghello.Paul Klee in ogni sua opera esprime

una sua emozione e in ogni dipinto l’au-

tore ha voluto scrivere una pagina del

suo diario personale. All’inizio le sue opere ci

sembravano un po’ strane e difficili da capire, ma poi ab-

biamo imparato che lui è un artista che non disegnava ciò che vedeva nella

realtà, ma ciò che immaginava, ed è per questo che ci è piaciuto tanto, per la sua creatività!

V^ C P.W.

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La 1^B conoscerà il grande artista e le sue opere cominciando dalla lettura del

,

opere più famose. Non mancheranno opere originali come quelle

in 3D e personalizzate, ma soprattutto non mancherà il BLU. Mirò si presenta ai bambini di Prima: Bienvenidos!! Hola, chicas! Hola, chicos!

Il mio saluto vi suggerisce subito le mie origini. Infatti sono nato in Spagna e qui ho compiuto i miei studi fino all'Accademia. Non sapevo di avere talento, ma

posso assicurarvi che fin da piccolo, a scuola, ero molto interessato alle lezioni di disegno. Forse, più che bravo, ero molto testardo e mi impegnavo al massimo anche nella pittura, volevo esprimere sempre meglio la mia immaginazione.

Ho anche incontrato Pablo Picasso e i suoi amici. Sono rimasto molto colpito dalle opere di Picasso, soprattutto dall'uso dei colori e dei collage, ma ho voluto sempre mantenere la mia originalità. Amo il blu in modo particolare e gli ho dedicato tre opere. La mia pittura è molto colorata, molto creativa, molto ricca di particolari. I miei disegni sono un po' infantili e sprigionano gioia grazie ai colori, alle forme buffe e strampalate . Ho sempre amato i disegni di voi bambini, so che anche

voi amate i miei. Grazie per essere stati la mia grande fonte di ispirazione Con affetto,

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l’arco etruscol’arco etrusco

L’arco etrusco, che sarà poi imitato dai romani, era costruito senza calce e i massi aderivanoper pressione.

Prima di costruire l’arco veniva realizzata una struttura in legno che serviva a sostenerlofinché non era terminato, poi si costruivano i blocchi di

pietra, le due pareti verticali e l’arco stesso.

Per ultima, al centro dell’arco, venivasistemata la pietra più importante:

la chiave di volta. Essa impedivaalle altre pietre di cadere per-ché con il suo peso spingeval’arco verso il basso.

Anche noi abbiamo provato afare un arco etrusco…. In minia-

tura!

Ci siamo divisi in tre gruppi.

Il primo gruppo ha allineato due mattoncinidi DAS che avrebbero dovuto essere i “pie-dritti”, poi su una tavoletta in legno abbiamomisurato 12 cm da un piedritto all’altro e imattoncini sono stati fissati con della collaa caldo dalla maestra.

Il secondo gruppo ha costruito, con dellestrisce di cartone, l’impalcatura ad arco el’ha sistemata tra i piedritti.

Il terzo gruppo ha modellato la creta for-mando un parallelepipedo lungo 19 cm, largo3 cm, e spesso 2,5 cm, modellando i matton-cini più piccoli.

Abbiamo poi curvato il parallelepipedo e,prendendo la misura giusta, abbiamo trac-ciato la forma dei mattoni sull’arco.

Infine la maestra ha fissato tutto sulla tavola di legno con della colla a caldo e abbiamo toltol’impalcatura.

La creta, ormai asciutta e curva è rimasta intatta e sospesa tra i mattoncini.

Gli Etruschi sicuramente sono stati più bravi e ingegnosi nelle loro costruzioni ma dicerto noi ci siamo divertiti di più !

Lavoro di gruppo VD XXI Aprile

è l’ora di dire la nostrapag. 23

ESTRO, COLORI E...FESTIVITA’

II C

III BIII D

è l’ora di dire la nostra pag. 24

Leggi e ricorda che:CHI NON SA RIDERE...NON E’ UNA PERSONA SERIA!

Lavatrice lanciata sul mercato; tre morti.Come si chiama un tuffatore turco? MoteschizzQual è il colmo per un ciclista? Forare la gomma all’ ora di punta!Come si chiama un prete che sta molto sull’ altalena? Don_Dolando.Come si chiama il prete che non si può toccare? Don’ t touchQual è il colmo per una gallina? Scrivere con le penne.Cosa fa una mosca davanti a un cancello? Mo scavalca.Cosa sono le cellule ? Le stanzule del carceratulo VC XXI APRILE

Divertiamoci insieme

I CONTI ...“QUADRANO” CON LA V C

ISTITUTO COMPRENSIVO VIA SORISOVia Soriso,41 -00166 Roma - tel. 066636948 - [email protected]

Redazione: Eliana Contadini-Loredana Russo