Numero 44

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Italo e Paola Mannucci, telefono e fax 02 4151880, [email protected] Mario e Santina Viscovi, telefono e fax 02 4151596, [email protected] a tuttosesto info e approfondimenti febbraio 2014 44 Pensieri per un giorno intero Il mondo della scienza e della ricerca Nel 1603 il diplomatico coreano Yi-Gwang-jeong era in missione a Pechino dove conobbe i testi cattolici tradotti in cinese dai gesuiti quasi un secolo prima. Ne rimase conqui- stato e li introdusse come «saperi occidentali» nel tessuto culturale omogeneo e confuciocentrico del suo Paese, dove furono accolti con rispetto e curiosità dalle élites letterarie. Per un centinaio di anni la dottrina cristiana si diffuse così tra i laici di rango elevato della Corea; con l’arrivo dei primi sacerdoti e missionari europei la religione cattolica si allargò ad ogni ceto della società e subito iniziarono le persecuzioni: i martiri furono migliaia. Un saggio diceva: gli uomini, come i pesci, si prendono per la testa. È nota l’importanza della ricerca e della testimo- nianza dei professori universitari e degli altri intellettuali nella diffusione della verità: i loro orientamenti inuiscono sulla politica, sulla moda e, gradualmente, sulla morale pub- blica, specie oggi quando l’informazione è globalizzata. Papa Francesco dice: «Le Università sono un ambito privile- giato per pensare e sviluppare questo impegno di evangeliz- zazione in modo interdisciplinare e integrato» (Evangelii Gaudium, 134). In una lettera del settembre 2012 il Prelato dell’Opus Dei scrive: «Desidero che sia ben chiaro che coloro che intervengono in queste aree [universitarie] devono sen- tire la responsabilità di trarre protto dai propri talenti, senza dimenticare che molte altre persone, che fanno lavori materiali o apparentemente di poca importanza, si sforzano di trasformare la loro occupazione in preghiera a Dio, afn- ché gli uomini e le donne che stanno nelle aree cruciali della società sappiano essere interamente responsabili, consape- voli che Dio chiederà loro conto di quello che hanno fatto; e devono mostrarsi molto grati a quanti lavorano, per così dire, nella penombra.» (Lettera Pastorale per l’anno della fede,18) Noi che per la maggior parte lavoriamo «nella penombra» dei giorni tutti uguali possiamo quindi contribuire indiret- tamente al bene comune senza apparire. Mario Viscovi La maa sconosciuta Nelle profondità dell’anima La tensione spirituale di Kandinsky L’immigrazione, fattore di crescita economica SU QUESTO NUMERO A volte il risveglio del mattino è accompagnato da una sen- sazione insolita, un’idea, un pensiero che frulla e insiste nella mente. Ecco, oggi mi ha tenuto compagnia per tutta la gior- nata un senso di leggerezza, di ottimismo, quasi di allegria che ha contrastato e respinto con decisione qualsiasi notizia di difcoltà, di malefatte, di atrocità che ci vengono proposte quotidianamente in dosi massicce. In realtà questa volta non mancavano i motivi concreti, piccoli o importanti, che mi hanno reso così refrattario alle tante cose negative. Il primo di questi motivi è stato suscitato dalla notizia, pe- raltro non certo inaspettata, che un ingegnere sarà beaticato a settembre: don Álvaro del Portillo, un sacerdote straordina- riamente amabile, che la Chiesa ha descritto come «uomo di profonda bontà e affabilità, capace di trasmettere pace e se- renità alle anime». Don Álvaro ha saputo proclamare con grande fortezza la verità del Vangelo e ho dovuto riconoscere con un sorriso che il fatto di essere un ingegnere mi riconcilia molto con questa categoria da me nora piuttosto strapazzata. L’altro motivo, del tutto diverso, ma altrettanto insistente, deriva da quel gruppo di studenti di un liceo di Padova che per la seconda volta in due anni ha vinto la competizione Zero Robotics promossa dalla NASA, dal MIT e dall’ESA. Si trattava di programmare due piccoli satelliti articiali – chiamati SPHERES – posti nella Stazione Spaziale Internazionale: gli studenti padovani, in una squadra mista con spagnoli e fran- cesi, ci sono riusciti meglio di tutti gli altri europei. Merito di un codice che hanno sviluppato passando pomeriggi a scuola e nottate al computer, a volte anche no alle sei di mattina, collegati in contemporanea al simulatore della Nasa. Due notizie prese a caso, due sole, ma con un piccolo sforzo riusciremo a scoprirne molte altre, capaci di aiutarci a svol- gere le nostre attività consuete, a trovare il modo di soppor- tare le contrarietà, a non farci travolgere dal pessimismo. Beh, che volete, spero di svegliarmi anche domani mattina con qualche piccolo pensiero, allegro, frizzante, insistente. Italo Maria Mannucci

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a tuttosesto 44 approfondimenti e notizie

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Italo e Paola Mannucci, telefono e fax 02 4151880, [email protected] e Santina Viscovi, telefono e fax 02 4151596, [email protected]

a tuttosestoinfo e approfondimenti febbraio 201444

Pensieri per un giorno intero Il mondo della scienza e

della ricerca

Nel 1603 il diplomatico coreano Yi-Gwang-jeong era inmissione a Pechino dove conobbe i testi cattolici tradotti incinese dai gesuiti quasi un secolo prima. Ne rimase conqui-stato e li introdusse come «saperi occidentali» nel tessutoculturale omogeneo e confuciocentrico del suo Paese, dovefurono accolti con rispetto e curiosità dalle élites letterarie. Per un centinaio di anni la dottrina cristiana si diffuse cosìtra i laici di rango elevato della Corea; con l’arrivo dei primisacerdoti e missionari europei la religione cattolica si allargòad ogni ceto della società e subito iniziarono le persecuzioni:i martiri furono migliaia. Un saggio diceva: gli uomini, come i pesci, si prendono perla testa. È nota l’importanza della ricerca e della testimo-nianza dei professori universitari e degli altri intellettualinella diffusione della verità: i loro orientamenti influisconosulla politica, sulla moda e, gradualmente, sulla morale pub-blica, specie oggi quando l’informazione è globalizzata. Papa Francesco dice: «Le Università sono un ambito privile-giato per pensare e sviluppare questo impegno di evangeliz-zazione in modo interdisciplinare e integrato» (EvangeliiGaudium, 134). In una lettera del settembre 2012 il Prelatodell’Opus Dei scrive: «Desidero che sia ben chiaro che coloroche intervengono in queste aree [universitarie] devono sen-tire la responsabilità di trarre profitto dai propri talenti,senza dimenticare che molte altre persone, che fanno lavorimateriali o apparentemente di poca importanza, si sforzanodi trasformare la loro occupazione in preghiera a Dio, affin-ché gli uomini e le donne che stanno nelle aree cruciali dellasocietà sappiano essere interamente responsabili, consape-voli che Dio chiederà loro conto di quello che hanno fatto; edevono mostrarsi molto grati a quanti lavorano, per cosìdire, nella penombra.» (Lettera Pastorale per l’anno dellafede,18)Noi che per la maggior parte lavoriamo «nella penombra»dei giorni tutti uguali possiamo quindi contribuire indiret-tamente al bene comune senza apparire.

Mario Viscovi

La mafia sconosciuta

Nelle profondità dell’animaLa tensione spirituale di Kandinsky

L’immigrazione, fattore di crescita economica

SU QUESTO NUMERO

A volte il risveglio del mattino è accompagnato da una sen-sazione insolita, un’idea, un pensiero che frulla e insiste nellamente. Ecco, oggi mi ha tenuto compagnia per tutta la gior-nata un senso di leggerezza, di ottimismo, quasi di allegriache ha contrastato e respinto con decisione qualsiasi notiziadi difficoltà, di malefatte, di atrocità che ci vengono propostequotidianamente in dosi massicce. In realtà questa volta nonmancavano i motivi concreti, piccoli o importanti, che mihanno reso così refrattario alle tante cose negative.

Il primo di questi motivi è stato suscitato dalla notizia, pe-raltro non certo inaspettata, che un ingegnere sarà beatificatoa settembre: don Álvaro del Portillo, un sacerdote straordina-riamente amabile, che la Chiesa ha descritto come «uomo diprofonda bontà e affabilità, capace di trasmettere pace e se-renità alle anime». Don Álvaro ha saputo proclamare congrande fortezza la verità del Vangelo e ho dovuto riconoscerecon un sorriso che il fatto di essere un ingegnere mi riconciliamolto con questa categoria da me finora piuttosto strapazzata.

L’altro motivo, del tutto diverso, ma altrettanto insistente,deriva da quel gruppo di studenti di un liceo di Padova cheper la seconda volta in due anni ha vinto la competizione ZeroRobotics promossa dalla NASA, dal MIT e dall’ESA. Si trattavadi programmare due piccoli satelliti artificiali – chiamatiSPHERES – posti nella Stazione Spaziale Internazionale: glistudenti padovani, in una squadra mista con spagnoli e fran-cesi, ci sono riusciti meglio di tutti gli altri europei. Merito diun codice che hanno sviluppato passando pomeriggi a scuolae nottate al computer, a volte anche fino alle sei di mattina,collegati in contemporanea al simulatore della Nasa.

Due notizie prese a caso, due sole, ma con un piccolo sforzoriusciremo a scoprirne molte altre, capaci di aiutarci a svol-gere le nostre attività consuete, a trovare il modo di soppor-tare le contrarietà, a non farci travolgere dal pessimismo.

Beh, che volete, spero di svegliarmi anche domani mattinacon qualche piccolo pensiero, allegro, frizzante, insistente.

Italo Maria Mannucci

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Ecco perché è importante conoscere le cose. Non c’è ve-rità senza conoscenza. E per provare a combattere ilmale è indispensabile guardarlo in faccia, sapere com’èfatto.Le storie possono scriverle i giornalisti che ne fannocronaca, gli storici che ne fanno saggistica, gli scrittoriche ne fanno letteratura. Io credo che le storie diventino

mito quando le raccontano gli scrittori. Perchéescono dalla sfera etica ed entrano in quella este-tica. In altre parole, sono belle. Se chiedo aldramma della Shoah, l’olocausto degli ebrei, dientrarmi nel profondo devo leggere Anna Frank ePrimo Levi. Non c’è documento storiografico chevalga più di queste letture. Perché la letteraturacoinvolge sia la testa sia il cuore in quanto, nelfondo, si tratta sempre di storie di uomini. La cro-naca, la storiografia oppure la saggistica coinvol-gono la testa nel loro racconto, quasi mai il cuore. E cambiano versioni, col passare del tempo. Si «revisionano» proprio come le automobili. La letteratura no. Non si revisiona. Si cristallizza.

E questo permette alle vicende raccontate di diventareeterne, di vincere contro lo scorrere del tempo. L’Iliade viene letta e studiata da qualche migliaio dianni. Ha reso immortali le vicende di Achille, Patroclo,Agamennone, Menelao, Elena, Paride... Senza Omero queste vicende sarebbero ora polvere e ce-nere come polvere e cenere sono le ossa di chi le ha vis-sute. E perché ha resistito tutto questo tempo l’Iliade?Semplicemente perché è bella. E solo la bellezza potràsalvare il mondo.

La criminalità di stampo mafioso ama l’ombra e odiala luce. Agisce e si rafforza nell’oscurità e soltantoquando è debole si espone ai riflettori, con attentati estragi. Si può essere «con» la mafia o «contro» la mafia.Il modo migliore per essere a favore della mafia è ne-garne l’esistenza, non occuparsene, averne paura.

LA MAFIA SCONOSCIUTA

Per conoscere e comprendere l’Uomo è necessario sa-lire su su nell’alto dei cieli, per poi ridiscendere, e giùgiù nella profondità degli inferi, per poi risalire. E infineraccontare.

La sera del 14 gennaio, condotti dal Testimone di Giu-stizia Antonio Zagari, siamo tutti insieme scesi all’in-ferno.

Tolstoj diceva che se vuoi essere universale devi rac-contare del tuo villaggio. Zagari ha raccontato ai magi-strati inquirenti la storia del mio paese, con la “p”minuscola, che è la storia del mio Paese, con la “P” ma-iuscola. Leggendo gli atti, ho visto il mondo che mi circondasotto il pelo dell’acqua. I luoghi, le imprese, le personeche conosco mi sono state mostrate sotto un’altra veste. Ciò che accadde dagli anni Settanta in avanti, gli ultimisciagurati quarant’anni, sono le fondamenta su cui pog-gia oggi la nostra Nazione. Per tracciare una retta e conoscerne l’inclinazione ènecessario segnare due punti di riferimento e unirli.Nella retta che si chiama Storia, quei due punti sono ilpassato e il presente. Per sapere dove stiamo andando,occorre collegarli. In questo modo si ha la direzione,ovvero lo sguardo sul futuro.

Massimiliano Comparin, in occasione del nostro incontro mensile del 14 gennaio, ci ha documentato su aspetti inquietanti e poco conosciuti della’ndrangheta.

Comparin, autore del libro I cento veli (Baldini Castoldi) sta lavorando al suo secondo libro che approfondisce appunto il tema delle

infiltrazioni mafiose nel nord Italia.

Il 17 luglio del 1995 Antonio Zagari entra nell’aula bunker del Tribunale di Varese e comincia una lunga confessione

che terminerà tre mesi più tardi. Per la prima volta un pentito di ‘ndrangheta di alto livello racconta dall’interno le vicende criminali della potente

organizzazione mafiosa calabrese insediatasi nel Nord Italia. Il racconto di Zagari è accurato, senza tentennamenti e allo stesso

tempo sconvolgente perché chiarisce metodi, strategie e struttura dell’ndrangheta nel Varesotto.

Si scopre un vero e proprio controllo totale del territorio, violento e sanguinario con complicità insospettabili

grazie a un reticolo di affiliati secondo precise regole e rituali che hanno permesso all’ndrangheta di prendere possesso

di una delle più ricche province del nord Italia,

prima dell’espansione oltre confine di questi ultimi anni.

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tanto qualche radice serve solo a liberare terreno peraltre erbacce. È una battaglia impari che può esserecombattuta solo con una presa di coscienza culturalegeneralizzata. Sapere le cose è un primo passo. Il secondo passo è cominciare a capire che l’agire versoil bene comune, il saper dire dei NO, il comprendere cheil mio interesse personale, se non produce dei risvoltipositivi sugli altri, alla lunga danneggia pure me, sonocomportamenti sociali ormai imprescindibili.

Non servono eroi, o martiri, in questa battaglia. La Storia ce l’ha dimostrato. È necessario invece com-prendere che il nostro futuro e il futuro delle nuove ge-nerazioni è nelle mani di ognuno di noi. Che ognuno dinoi, nessuno escluso, ha la sua parte di responsabilitàper quel che è, oggi, questo Paese. Ma che ognuno dinoi ha la sua quota di luce che, se ben orientata, puòdissolvere i fantasmi come neve al sole.

Massimiliano Comparin

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Sapere che le cosche e la conseguente mentalità mafiosas’insinua e penetra nel nord dell’Italia durante gli anniSessanta, si nutre di estorsioni, contrabbando, trafficodi armi, sfruttamento della prostituzione, poi dei seque-stri di persona, del riciclaggio, dell’industrializzazionedello spaccio di droga (prima eroina, poi cocaina) e viavia in un’escalation fatta di collusioni politiche e im-prenditoriali, di controllo pressoché totale della movi-mentazione terra, e poi dell’usura e molto altro ancoraè necessario per capire che ogni seppur piccola formad’illegalità compiuta da noi, nel nostro quotidiano, ali-menta e ingigantisce questo sistema.C’è una strettissima relazione tra i sequestri di personadegli anni Ottanta (spesso finiti in tragedia) e lo spinellocomprato da uno spacciatore, oggi, in Parco Sempione.Tra i morti d’overdose trovati sopra le panchine dellaStazione Centrale e l’aperitivo consumato in un localealla moda gestito da un prestanome.

I magistrati da soli non possono fare nulla. La menta-lità mafiosa è come un campo infestato. Strappare ogni

L'immigrazione, fattore di crescita economica

Non se ne può fare a meno, perché senza di loro l’economia mondiale subirebbe un tracollo. I migranti, dati

alla mano, contribuiscono alla crescita economica sia dei paesi di partenza che di quelli di arrivo. I dati sono dellaBanca Mondiale, elaborati dal centro di ricerche Pew Research. Ne ha parlato recentemente il Corriere della Serain un articolo dal titolo «Senza migranti il mondo si ferma»: per quanto riguarda i paesi a basso reddito, i loroemigranti hanno rimandato in patria lo scorso anno 511 miliardi di dollari, il triplo rispetto al 2000 e il triploanche degli aiuti internazionali in quei paesi. Queste somme rappresentano l’8% del Pil dei Paesi a basso reddito.La maggior parte dei migranti (58%) proviene comunque dai Paesi a reddito medio (ad esempio Cina, India eMessico) ed è ancora più alta (71%) la percentuale di denaro inviato in questi Paesi, evidentemente un fattore dicrescita delle loro economie cosiddette emergenti.

Ma i migranti portano benefici anche ai paesi che li accolgono, che per il 69% sono paesi ad alto reddito. Alcunisenza l'immigrazione non potrebbero andare avanti, come i Paesi del Golfo Persico, dove i nati all’estero arrivanofino all’84%. Il discorso vale anche per la Svizzera (29% di stranieri), Stati Uniti (14,4%), Germania (12%).

Questi dati sull’immigrazione diventano ancora più «strategici» se confrontati con quelli dello sviluppo demo-grafico, perché se la tendenza è quella di un occidente in declino e di una popolazione sempre più africana edasiatica, è chiaro che il movimento di persone da una parte all’altra del mondo diventerà sempre più necessario.Il fenomeno migrazione riguarda attualmente circa 210 milioni, il 3% della popolazione mondiale.

Stefano Grossi Gondida Documentazione.info

NOTIZIE DA APPROFONDIRE

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Il pubblico che visita la mostra dedicata a Vassily Kandinskypresso il Palazzo Reale di Milano è numeroso, ma strana-mente concentrato e silenzioso: il grande pittore della primametà del Novecento ancora stupisce, e scuote gli animi.

Nel filmato che viene proiettato in una sala dell’esposizionemilanese lo spettatore viene guidato nello studio pariginodell’artista dove incontra gli oggetti raccolti a lui più cari:icone, pitture sacre su vetro e la statuetta di un angelo in ceramica colorata. Oltre la lettura dei suoi testi che furonomolto importanti, sono proprio questi oggetti a testimoniarela forte tensione spirituale che attraversava il fondatore dell’arte astratta contemporanea. La sua scelta di superare il soggetto, di abbandonare la riproduzione della natura, è ispirata infatti dall’intenso desiderio di cogliere l’anima delmondo. Dopo di lui, l’arte astratta ha poi proceduto per altrevie, ha scelto per lo più percorsi emozionali piuttosto che spirituali e ha reciso in sostanza — a parte naturalmente alcune eccezioni — il legame che Kandinsky sentiva cosìchiaramente, in profonda fedeltà con la tradizione delleicone, fra ispirazione ed esperienza mistica. Ma i visitatori che osservano emozionati le meraviglioseopere esposte a Milano avvertono che c’è in esse qualcosa dipiù della sola energia della bellezza, del colore, dell’armonia.Intuiscono, forse senza neppure confessarlo a se stessi, cheguardando Kandinsky si riallaccia il loro legame interiorecon la vita spirituale, anche in apparente assenza di immaginisacre.

Lucetta Scaraffia

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Nelle profondità dell’animaLa tensione spirituale di Kandinsky

DA VEDERE A MILANO

La mostra Vassily Kandinsky a Palazzo Reale

Racconta il viaggio artistico e mentale di uno dei padridell’arte astratta attraverso tutte le tappe del suo percorso.È una grande retrospettiva monografica che presenta oltre80 opere fondamentali dell’arte di Kandinsky in ordine cro-nologico, provenienti dalla Collezione del Centre Pompidou.

ORARIlunedì 14.30 – 19.30martedì, mercoledì, venerdì e domenica9.30 – 19.30giovedì e sabato 9.30 – 22.30Audioguida inclusa nel biglietto