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Numero 116 Maggio 2017 della ECO BRIGNA Bimestrale di informazione religiosa, cultura e attualità La banalità del male Messaggio della Santa Pasqua Manuel Pecoraro A Bedda Matri Fare nuove tutte le cose Il Collegio di Maria di Piana Spigolature dall’Archivio di S. Nicola Ooh curatulu! Il B&B Caravella Cchiù basati pi tutti... Nuova serie - Piazza Umberto I, 22 - 90030 Mezzojuso (PA) - Italia Spedizione in a.p. art. 2 comma 20/c legge 662/96 - Filiale di Palermo

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Numero 116Maggio 2017

dellaECOBRIGNA

Bimestrale di informazione religiosa, cultura e attualità • La banalità del male • Messaggio della Santa Pasqua • Manuel Pecoraro • A Bedda Matri • Fare nuove tutte le cose • Il Collegio di Maria di Piana • Spigolature dall’Archivio di S. Nicola• Ooh curatulu! • Il B&B Caravella • Cchiù basati pi tutti...

Nuova serie - Piazza Umberto I, 22 - 90030 Mezzojuso (PA) - ItaliaSpedizione in a.p. art. 2 comma 20/c legge 662/96 - Filiale di Palermo

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editoriale

di

Don

Enz

o C

osen

tino Hannah Arendt per

spiegare la violenzainsensata del nazismo, per-petrata in nome dell’obbe-dienza, parla della banalitàdel male. Nel film argen-

tino Il Clan, diretto da Pablo Rapero,viene raccontata la storia vera di unafamiglia argentina nel periodo succes-sivo alla dittatura, dove dietro l’aspettobonario (frequenza ai Sacramenti, pre-ghiera prima e dopo i pasti...), si na-sconde un’anima senza scrupoli. Unafamiglia molto unita, dove nonostantetutto, emerge una ferocia inaudita: se-questri di persone con relative estor-sioni etc. Anche quando il padre con idue fratelli maggiori finiscono in car-cere, la sorella in un colloquio dice adAlex: “ricordati che papà lo ha fattoper noi”.Il male? Ma cosa è il male? Voltare losguardo in un altrove diverso da Dio,ecco cosa è il male. È alla portata ditutti il male, la sua attuazione è sem-plice e il più delle volte soddisfacente,almeno all’inizio, poiché risponde aquel desiderio oscuro che talvolta siannida nel nostro cuore, il desideriodell’IO, del successo, della grandezza,della vendetta. Il male inizia nellostesso istante in cui non riconosciamopiù Gesù nello sguardo dell’altro, nellostesso istante in cui perdiamo la capa-cità di guardare il mondo e le sue crea-ture con sguardo amorevole, in cui di-mentichiamo la bellezza del perdono,la gioia della Misericordia e ci lasciamosopraffare dall’impulso “volgare” di unIO più forte di Dio. Come nel film cinascondiamo dietro ai nostri paramentidi buon cristiani, di cittadini perfetti,di brave persone, offrendo alla “forma”un premio speciale, un podio sul quale

ergersi veementi e orgogliosi lasciandoal “contenuto” un angolo nascosto, lì,fermo, pronto a colpire nel buio.Tante volte il male serpeggia e si na-sconde anche in uomini di Dio, uominiche hanno consacrato la loro vita al Si-gnore, uomini dalla doppia vita, comespesso ci ricorda papa Francesco, uo-mini capaci di allearsi fra loro per com-battere un nemico che non esiste, di al-learsi per difendere una verità chespesso non sono capaci neanche di pro-fessare. Un santo vescovo mi dicevache spesso i credenti non sono capacidi dialogare fra di loro, hanno grossedifficoltà, ma quando devono colpireun’altra persona al di fuori della co-munità, riescono facilmente a coaliz-zarsi, superando ogni ostacolo, purchécolpiscano l’avversario.I fedeli laici, spesso non sono capacidi fare del male o architettare vendette,spesso invece lo sono gli uomini diDio, persone che a Lui si sono consa-crate per dedicarsi al Suo servizio. Atal proposito basti ricordare il processocelebrato al cadavere di papa Formoso

(891-896), riesumato dopo la morte, ri-vestito dagli abiti pontificali... interro-gato... condannato... deposto... mutilatodi tre dita con le quali solitamente be-nediceva e successivamente il suo ca-davere gettato nel Tevere.Anche ai nostri giorni capita di incon-trare uomini ambiziosi, che sono capacidi coalizzarsi per colpire l’altro, infan-garlo; come molti animali che guaz-zano felici nel fango e quando si ac-corgono che un loro simile ancora nonsi è sporcato, prendono del fango eglielo buttano addosso, perché sia comeloro. Molti si ergono a difensori dellavera tradizione: si è sempre fatto così...,ma io mi chiedo: cosa dobbiamo di-fendere? Il Papa lo ha ripetuto, la fedeè un movimento che ci spinge ad andareavanti senza sbagliare strada.Ciascuno di noi in questo tempo è chia-mato ad un sano discernimento per nonsbagliare strada e non cadere nell’im-mobilità, non togliamo slancio e vitalitàal cammino ecclesiale, non tagliamo leali della libertà, “non imbavagliamo loSpirito” (P. Gullo).

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La banalità del male

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Processo al cadavere di Papa Formoso (891-896)

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Fratelli e sorelle in Cristo, in tutte lenostre assemblee liturgiche oggi ri-

suona la testimonianza degli Apostoli:Cristo è risorto; Dio ha costituito Si-gnore e Messia quel Gesù che voi aveteucciso (Atti 2,36).Questa certezza illumina di luce nuovatutta l’esistenza storica di Gesù ed è laconfessione di fede primordiale e ori-ginaria di tutta l’esperienza dellaChiesa. Affermare la Risurrezione diGesù non vuol dire raccontare una leg-genda, ma significa proclamare unevento reale storicamente accaduto allapersona di Gesù che non è rimasto pri-gioniero del sepolcro, ma vive e donala vita a ogni umana creatura. Alledonne andate al sepolcro, due uominigridano: Perché cercate tra i morti Co-lui che vive? Non è qui, è risorto (Luca24, 5-6). Gesù non è un personaggiofamoso che appartiene al passato, mail Vivente che opera nel presente dellastoria, anche se la Sua presenza non èpiù condizionata dalle categorie spa-zio-temporali.Testimoniare la Risurrezione di Gesùvuole anche dire che il verdetto di con-danna pronunciato dal tribunale umanonon è stato approvato da Dio: Gesù nonè un colpevole che merita una con-danna a morte, ma un giusto, anzi ilGiusto, per eccellenza che è statomesso a morte per i nostri peccati ed èstato risuscitato da Dio per la nostragiustificazione (Romani 4, 4-25). LaRisurrezione di Gesù ha cambiato inmodo radicale l’atteggiamento dei di-scepoli. Essi, che nel momento dellapassione avevano abbandonato Gesù,si ritrovano di nuovo insieme, ricom-pongono il gruppo dei dodici, espri-mono la nuova comprensione di Gesùcon inni di lode e di ringraziamento aDio, sperimentano in se stessi una vitanuova e si sentono impegnati in unamissione di testimonianza e di annun-cio nello stesso ambiente che primaaveva visto la condanna di Gesù. Nonè la fede dei discepoli che dà originealla Risurrezione, ma è l’evento dellaRisurrezione che spinge l’inizio dellaloro fede e missione. La Risurrezionedi Gesù interessa e coinvolge anchenoi. È un evento che significa, anche

per noi, la vittoria della vita sulla morte.Il Signore è vivo e presente in mezzo anoi. È la possibilità concreta data daDio a ogni uomo di passare dalle tene-bre alla luce, dalla schiavitù alla libertà,dalla tristezza alla gioia, dalla dispera-zione alla speranza. È un evento cheinfonde coraggio alla nostra azioneapostolica e a tutta la nostra presenzadi Chiesa nel mondo finalizzata allasalvezza umana. Pienamente inseriti inquesto mistero che celebriamo, dob-biamo saperci presentare nel nostro am-biente saldi nella fede, fiduciosi nellasperanza, operosi nella carità.A tutti voi, presbiteri, diaconi, membridelle comunità religiose e fedeli laicidella diletta Chiesa che è in Piana degliAlbanesi, il mio paterno augurio di unaPasqua gioiosa vissuta nella pace enella comunione con Dio. L’augurio èrivolto in modo particolare a tutti gliammalati, gli anziani e a coloro che

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non possono recarsi in chiesa per le ce-lebrazioni liturgiche. Nella impossibi-lità di avere un contatto diretto con tuttivoi, invio, tramite le comunicazioni so-ciali, il mio pensiero affettuoso, la cer-tezza della mia preghiera e la benedi-zione dall’Alto.

Christòs anèsti!-Krishti u ngjall!-Cristo è risorto!Messaggio del Vescovo Giorgio Demetrio per la Santa Pasqua 2017

Oggi ci è stata rivelata la santa Pasqua: Pasqua nuova, Pasqua mistica, Pasqua venerabile, Pasqua immacolata, Pasqua grande. La Pasqua che santifica tutti i fedeli.

Pashkë të hiynushme na u dëftuan neve sot: Pashkë të reja, Pashkë mistike, Pashkë të nderuashme, Pashkë të thjella, Pashkë të mëdha. Pashkë çë shejtërojën gjithë të besmitë.

Piana degli Albanesi, Aprile 2017Giorgio Demetrio Gallaro, Vescovo

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Il giovane Manuel Peter Pecoraro, ènato in Germania a Geislingen -

Steige il 15 luglio 1987. Ha conseguitoil Baccellierato in filosofia e Teologiaa Roma come alunno del PontificioCollegio Greco e la licenza in Teologiadella Evangelizzazione presso l’IstitutoTeologico Calabro “San Pio X”. Hasvolto l’anno pastorale presso la nostraComunità parrocchiale di Mezzojuso,durante il quale ha saputo accattivarsila simpatia di tutti, giovani e meno gio-vani, adottando stili di comportamentopropositivi, improntati alla cordialitàe alla cortesia. Il 14 maggio scorsopresso la Cattedrale San Nicola di Lun-gro, l’Eparca Mons. Donato Oliverio,durante il solenne pontificale della do-menica V di Pasqua, alla presenzadella Comunità eparchiale di Lungro,di una delegazione di Piana e di unfolto gruppo di giovani provenienti daMezzojuso, gli ha conferito la chiroto-nia diaconale.Al neo diacono gli auguri più belli daparte della Redazione di Eco della Bri-gna e della Comunità di Mezzojuso,per un proficuo apostolato a serviziodella Chiesa.

Di seguito le parole di ringrazia-mento pronunziate dal neo Diaconoal termine della Divina Liturgia.

Dio è fedele! Lui ha iniziato que-st’opera, lui la porterà a compimento.Grazie alla SS. Trinità che ha permessotutto questo, particolarmente oggi peril dono del diaconato e per tutto ciòche il Signore mi ha dato e che mi darà.Tutto quanto lo vorrei riassumere conle parole del salmista: “Il Signore è miaparte di eredità e mio calice nelle tuemani è la mia vita. Per me la sorte ècaduta su luoghi deliziosi: la mia ere-dità è magnifica” (Sal 15, 5-6). Grazie a lei Eccellenza, un grazie cheparte dal profondo del mio cuore. Graziedi avermi accolto nella sua casa come

un figlio, come un fratello. Dio non ab-bandona mai, ne ho fatto esperienza tan-gibile. Grazie della celebrazioneodierna, che mi introduce nella Sua casa,ossia l’Eparchia di Lungro dove Lei è ilPadre e il Pastore. Un pastore che amail suo gregge, un pastore come quelloche ci presenta il Vangelo: il buon Pa-store che prende la sua pecorella e se lapone sulle spalle. Grazie Eccellenza.Ringrazio i miei genitori che hannosempre assecondato la mia vocazione,mio fratello Daniele, Vitalba e mio zioFranco. Grazie a te don Enzo e ai ra-gazzi della parrocchia Maria SS. An-nunziata di Mezzojuso, dove ho tra-scorso un anno pastorale ricco diesperienze e di condivisione. Grazieragazzi della vostra presenza! Graziepapàs Gianni; proprio ieri Ti ricordavoche sei stato tu ad accompagnarmi aRoma presso il Pontificio CollegioGreco quando ho iniziato il mio cam-mino da seminarista e oggi ci ritro-viamo ancora insieme in questo mo-mento così importante. Grazie a padreSergio e alla sua famiglia per il loroaffetto. Grazie a te padre Salvatore checon la tua giovialità ci sei di incorag-giamento. Un grazie a papàs Sepa Bar-rale, a papàs Nicola Miracco e al dia-cono Michel; con voi ho condivisodegli anni di formazione e oggi il Si-gnore ci ha fatti ritrovare e camminareinsieme per la stessa strada. Grazie alDiacono Nicola Corduano, per la tuapresenza e amicizia. Grazie ai diaconiAndrea, Luca e Lorenzo per la vostrapresenza e della vostra amicizia natanei due anni trascorsi al Seminario sanPio X di Catanzaro. Grazie alle suorePiccole Operaie dei Sacri cuori, graziea voi Suore Basiliane figlie di santaMacrina e in particolar modo alla ge-nerale madre Elena per la tua vicinanzae la tua preghiera. Grazie al coro, lavostra bravura ci ha coinvolti ancoradi più nella preghiera. Grazie a tuttivoi qui presenti popolo santo di Dio.

Chirotonia Diaconaledi Manuel Pecoraro

Foto di S. Bisulca

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Come ogni anno il 30 di aprile, fe-steggiamenti in onore de «A

BEDDA MATRI» Santa Maria di tuttele Grazie, una delle feste più antiche diMezzojuso. Come riporta Ignazio Gat-tuso in un Mazzolino di Giorni «Lachiamano semplicemente “Santa Ma-ria”, ma il Suo titolo è “Santa Mariadelle Grazie”. Più tardi divenne “SantaMaria di tutte le Grazie”. Per noi SantaMaria è la Madonna, la chiesa, il mo-nastero, il quartiere, anche se questoufficialmente ha cambiato nome. Laprima festa dopo la Pasqua è quella diSanta Maria che una volta si celebrava

il 29 aprile e poi l’ultima domenicadello stesso mese. Era tra le più impor-tanti perchè la prima delle “fiere fran-che” di allora. «Ancora Ignazio Gat-tuso: «La celebrazione della festaveniva fatta prima dalla Compagnia,poi dai PP. Basiliani e nuovamentedalla prima quando questi lasciaronoil monastero ed ora che sono tornatisono ancora una volta essi a farla. Perquanto la chiesa avesse il titolo diSanta Maria, l’immagine della Ma-donna era conservata nell’oratoriodella Compagnia esistente dentro ilconvento di S. Basilio; di qua veniva

portata nella chiesa in occasione dellafesta, quando sul campanile veniva is-sato il pallio, segno ancora oggi del-l’inizio di solenni festività». Dal 1997,con la scomparsa dei Monaci Basilianida Mezzojuso, un gruppo di fedeli de-voti alla Madre di Dio ha continuato afesteggiarla riportando il mese marianonella Chiesa a Lei dedicata. Il giornodella festa il Vescovo benedice i bam-bini battezzati l’anno precedente, ed èun momento di preghiera comune fra ifedeli di rito Latino e di rito Greco.

Matteo Cuttitta

LA FESTA DI S. MARIA DI TUTTE LE GRAZIE A MEZZOJUSO

A BEDDA MATRI

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sani, regionali e nazionale abbiamo te-stimoniato la nostra Fede, procedendosempre in sintonia con la Chiesa localee la Chiesa italiana, la vita associativaparrocchiale, diocesana e nazionale.Fare nuove le cose non si riduce a faredelle cose nuove, diverse, “originali”,ma ci spinge, anche come associazione,ad aprirci alla novità del nostro tempoe a lasciarci interpellare da essa. Non guardiamo però alla nostra storiaper dirci quanto siamo stati bravi. Tan-tomeno lo facciamo per sentirci schiac-ciati dal passato, ma per capire insieme,invece, quali scelte occorre fare per es-

L’azione cattolica italiana, dal 29aprile al 1 maggio ha celebrato la

XVI assemblea nazionale a cui hannopartecipato i delegati di tutte le diocesiitaliane. La nostra diocesi è stata rap-presentata dal sottoscritto: è stataun’esperienza unica, sempre nuova edentusiasmante.Quest’anno celebriamo anche 150 annidella nostra associazione, anni chehanno visto uomini e donne, adulti, gio-vani e ragazzi corresponsabili e parte-cipi, da laici, della vita ecclesiale dellaChiesa italiana. A diversi livelli: parrocchiali, dioce-

sere all’altezza del nostro tempo. Comeha ricordato di recente Papa Francesco,«saper fare memoria del passato nonsignifica essere nostalgici o rimanereattaccati a un determinato periododella storia, ma saper riconoscere leproprie origini, per ritornare sempreall’essenziale e lanciarsi con fedeltàcreativa nella costruzione di tempinuovi. Sarebbe un guaio e non giove-rebbe a nessuno coltivare una memoriaparalizzante, che fa fare sempre lestesse cose nello stesso modo».«Ecco, io faccio nuove tutte le cose»(Ap 21,5). Forte di questa promessa che

FARE NUOVE TUTTE LE COSERadicati nel futuro, custodi dell’essenzialeXVI Assemblea Nazionale di Azione Cattolica Italiana

Dopo la preghiera Ecumenica con Matteo Truffelli, presidente nazionale di Azione Cattolica, e il presbitero ortodosso Vladimir Laiba,II° Vicariato Arcivescovile di Roma.

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le viene dalla Parola, impegnata, se-condo l’invito di Papa Francesco, a «ri-manere con Gesù», «andare per lestrade», «gioire ed esultare sempre nelSignore», l’Azione cattolica oggi scegliedi continuare a camminare, guardandocon audacia, gioia e creatività i segnidi speranza e di fiducia che si manife-stano nel cammino dei bambini, dei ra-gazzi, dei giovani, degli adulti, e inquello della Chiesa e dell’Italia.Papa Francesco ci ha detto: «Voglioun’Azione Cattolica tra la gente, nellaparrocchia, nella diocesi, nel paese, nelquartiere, nella famiglia, nello studio enel lavoro, nella campagna, negli am-biti propri della vita».Desideriamo aiutare la nostra Chiesalocale a prendere sul serio l’Evangeliigaudium, per tradurla in concreto inciascun contesto, in comunione con ilnostro vescovo, i sacerdoti e con tuttoil popolo di Dio. Tra la gente, con la gente, per la gente,dalla gente, sapendo che ciò che ab-biamo da imparare è più di ciò che ab-biamo da dare. Come associazione ciimpegniamo a non tenere solo per noiil bello e il buono dell’esperienza as-sociativa. La democrazia che viviamoin A.C., la corresponsabilità e la con-divisione nel lavorare insieme, la gra-tuità del servizio possono essere unostimolo per le istituzioni e la politica atrovare risposte autentiche alle tantequestioni che il nostro tempo ci pone.Questo Paese ha bisogno di più demo-crazia e spazi di partecipazione. Ha bi-sogno di dedizione per il bene comune,che prevalga sugli interessi individuali.Allora il nostro impegno deve esseresempre più comunitario, dobbiamo abi-tare i luoghi della vita sociale e civiledel Paese per non essere solo spettatori,ma corresponsabili del bene comune,decidendo “che cosa fare” qui ed ora.La mattina del 30 aprile, per esprimeremeglio l’impegno di ciascun socioverso il comune futuro associativo, ab-biamo scelto un piccolo segno: permano dei delegati diocesani abbiamoversato un piccolo sacchetto di terra diciascuna diocesi in un vaso sul sagratodi Piazza San Pietro, la terra di tutte le

diocesi italiane è stata offerta durantela preghiera con Papa Francesco. L’Of-ferta rappresenta un segno e un sogno:quello di un’associazione che, risco-prendo le radici essenziali della propriavocazione, con rinnovato coraggio efiducia si impegna per il futuro, già nelpresente, per fare nuove tutte le cose.Questo sogno è stato assegnato, attra-verso un segno, ai soci dell’A.C.R.: altermine dell’assemblea alcuni ragazzihanno consegnato ai presidenti dioce-sani dei semi da seminare nella terradella propria diocesi come auspicio per

La terra della diocesi di Piana degli Albanesi viene versata nel vaso per l’offerta unitariadelle diocesi italiane.

una nuova vitalità dell’associazione euna crescita in quantità e qualità per ilBene della Chiesa! Ai ragazzi dell’A.C.R di Mezzojuso èstato dato questo compito per la diocesidi Piana Degli Albanesi!Perché… “Nel momento in cui l’aratrodella storia scavava a fondo, rivoltandoprofondamente le zolle della realtà so-ciale italiana, che cosa era importante?Era importante gettare seme buono,seme valido” (Vittorio Bachelet).

Totò Perniciaro

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Quasi contemporanea alla fonda-zione dell’Oratorio per i preti celibi

di rito greco in Piana, fu quella del Col-legio di Maria. In questo caso però, ilpadre Giorgio pur avendone un ruolofondamentale non fu il fondatore del-l’istituto religioso femminile. Il verofondatore del Collegio di Maria di Pianafu padre Antonino Brancato, uno deiprimi membri della Congregazionedell’Oratorio di rito greco della Piana1.Fu il padre Brancato, infatti, che in nomedel popolo di Piana il 31 agosto del 1731inviò una supplica all’Arcivescovo diMonreale, che aveva su Piana sia giuri-sdizione ecclesiastica che civile, in cuichiedeva il permesso di poter fondareun Collegio di Maria ove si sarebberodovute seguire le regole monasticheorientali attribuite a San Basilio. Questonuovo istituto religioso femminileavrebbe dovuto adeguarsi agli altri Col-legi di Maria fondati già dal CardinaleCorradini, e doveva dedicarsi sia al-l’istruzione scolastica delle giovanidonne sia all’avviamento di esse versoi lavori dell’epoca concessi alle donne.Le intenzioni della supplica erano tuttebuone e lodevoli, ma concretamentemancavano i fondi sia per la costruzionedel Collegio che per il mantenimentodelle monache e delle convittrici. Equindi di fronte alla scarsità o meglioall’assenza del supporto economico lasupplica non fu prontamente accolta dal-

l’Arcivescovo di Monreale2. A parteci-pare alla soluzione di questo considere-vole problema fu chiamato padre Gior-gio Guzzetta, il quale si mise subitoall’opera nella ricerca del denaro occor-rente per la fabbrica del nuovo istitutoreligioso, bussando sia presso le autoritàecclesiastiche che presso le famiglie piùagiate del paese, riuscendo ad otteneredelle rendite annuali per il Collegio3.Avendo trovato quindi una solida basefinanziaria grazie all’aiuto di padre Gior-gio, il Collegio fu inaugurato il 22 marzodel 1733. Prima dell’apertura delleporte, le prime probande che iniziaronoa vestire l’abito delle Collegine furonoformate su proposta del padre Guzzettapresso il Collegio di Maria di Monreale,fondato pochi anni prima dal sacerdoteDon Alberto Carlino, amico sia del pa-dre Guzzetta che del Brancato. Alla suafabbrica contribuì anche l’Università diPiana tramite i suoi Giurati con l’asse-gnazione di una rendita annuale di 306lire4. La stessa istituzione municipaleconcedette in seguito alle monache l’usodella Chiesa dell’Odigitria a cui venneattaccato l’erigendo Collegio ed addi-rittura il diritto di patronato sulla stessachiesa, ma a delle condizioni ben chiaree precise quali: la costruzione del Col-legio accanto alla Chiesa dell’Odigitria;l’obbligo per le monache di seguire ilrito greco e di celebrare il loro ufficiocorale in lingua greca; lo stesso obbligo

PADRE GIORGIO GUZZETTA

E IL COLLEGIO DIMARIA DI PIANADEGLI ALBANESI

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NOTE

1 Padre Antonino Brancato (1688-1760), fuil primo membro della Congregazionedell’Oratorio di Piana. Proveniente da unabuona famiglia, prima di accedere all’ordinesacro fu anche insegnante nelle pubblichescuole dell’Università del suo paese. A dettadel biografo fu il promotore della fonda-zione del Ritiri, ovvero dell’Oratorio delquale in seguito ne divenne anche Prepositoovvero superiore. Esemplare religioso ora-toriano, esercitò in maniera particolare ilministero della predicazione e della confes-sione. Collaborò con il padre Alberto Car-lino, della diocesi di Monreale, in alcunemissioni popolari nel territorio dell’arcidio-cesi. Si distinse anche per lo studio dellalingua albanese nella quale compose alcuniinni religiosi ancora in uso tutt’ora nelle ce-lebrazioni paraliturgiche. Per la sua biografiasi veda: D’Angelo, Compendiose notiziedella virtuosa vita de’ Primi Padri dellaCongregazione dell’Oratorio greco-latinonella Terra della Piana raccolte, e distesedal P. Luca Matranga Proposito della me-desima Congregazione, in Vita di PadreGiorgio Guzzetta, 368-370; «De Planae Al-banensium Viris Illustribus», Biblos Serviziodi informazione culturale e bibliograficadella biblioteca comunale «G.Schirò« diPiana degli Albanesi (PA), Piana degli Al-banesi Anno IX, nn. 21-22 (2002). 2 La mancanza di fondi per le fabbriche delnuovo Collegio di Maria è incerta. Nel 1718fu lasciata in testamento da un certo Gia-como Prosfera, nativo di Piana ma residentea Partinico (Pa), per atto del notaio Dome-nico Greco di Partinico, la totale eredità deldonatore al fine di costruire un Collegio diMaria. Di questo lascito però per causeignote non usufruì mai il Collegio di Mariadi Piana, né tantomeno è nota la revoca dellostesso. Al proposito si veda: G. COSTANTINI,Monografia di Piana dei Greci, 101. 3 D’Angelo, 136-137. 4 Subito dopo la sua inaugurazione, al Col-legio furono assicurate altre rendite. Laprima di esse fu del fondatore p. AntoninoBrancato che lasciò al Collegio una renditaannuale di lire 408. Tra i benefattori più fa-mosi, ricordiamo qui il re Ferdinando diBorbone che con dispaccio del 5 novembre1810 assegnò al Collegio una rendita di lire3.825 da prelevarsi sulle rendite della mensaarcivescovile di Monreale; altri eminentipersonaggi ecclesiastici e laici aiutarono ilCollegio, che poteva godere a conti fatti direndite annuali pari a lire 6.491. Questocomputo delle rendite lo troviamo descrittoin: COSTANTINI, Monografia di Piana deiGreci, 101-102. 5 Rodotà, III, 119-120.

Papàs Rosario G. Caruso

valeva per tutti i responsabili che a variomodo avrebbero dovuto avere a che farecon il Collegio. Risalta nella composi-zione di queste condizioni il forte sensodi appartenenza sia religiosa che etnicapresente tra la popolazione delle coloniegreco- albanesi, clausole che rimarcanoquelle presenti nei capitoli di fondazionedi Piana del 31 Agosto 1488. Del Col-legio di Maria in Piana ne parla, tessen-done apertamente le lodi ed additandonela cofondazione al nostro padre Giorgio,anche il Rodotà nella sua opera storica.Scrive infatti lo stesso:

Il P. Georgio […] eccitato da vivo edardente desiderio di diffondere per ognidove la pietà, pensò di aprire alle don-zelle albanesi un convitto; dove potes-sero trarre profitto non pure quelle, chevi sono arrollate, ma ancora le stra-niere, e d’introdurre il nuovo institutodella Sacra Famiglia, o scuole di Maria,governate colle regole pubblicate dallach.m. del Cardinal Corradini. Disegnodi esso è, l’attendere seriamente allasalute dell’anime, e l’instruire le fan-ciulle nelle cose, che s’appartengonoalla religione cristiana, ed alli lavoridonneschi. […] nei discorsi, che faceaal popolo sopra i mezzi di salvarsi, es-sendosi applicato ad esaltare con ispe-cialità l’eccellenza della verginità, lesue esortazioni fecero si viva impres-sione sopra il cuore del sesso femminile,che ad un tratto corsero molte fanciullein questo conservatorio per provvederealla propria salvezza, e per non pensareche all’eterno riposo. […] Vivono nelrito greco, s’esercitano nelle astinenze,cantano i divini uffici nel greco idioma,e la loro chiesa è servita da greci sa-cerdoti. L’uso de Sagramenti è fre-quente, le prattiche di divozione pocointerrotte, e ‘l cangiamento de costumisensibile ed universale5.

Nonostante il problema della crisi vo-cazionale propria del nostro secolo, ilCollegio di Maria in Piana degli Alba-nesi è tutt’ora funzionante. Esso ri-mane, purtroppo, l’unica opera del pa-dre Giorgio a resistere alla chiusura.Spetta a noi riprendere in mano lebuone idee del padre Giorgio e con-durre la buona battaglia del manteni-mento della fede e delle tradizioni. Inaltre parole, farci come il Guzzetta:omnia factus pro albanensis suis.

Il Collegio di Maria di Piana degli Albanesi

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ASSENTO DELLE RENDITE ENOTA DEGLI ABATI

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Investito della dignità abbaziale nelColleggio di San Basilio di Roma il

suaccennato padre segretario, e venutoin Sicilia dopo la visita fatta delle Pro-vincie Romana e Calabra col rev.mopadre generale ed assistente d’Italia,per maggiore attenzione alli diritti re-gali stimò di presentare al regio exe-quatur col decreto della suaccennatacongregazione la patente di abbate,quale fu riparata dallo spettabile donGiuseppe Lione avvocato fiscale delRegio Patrimonio per le istanze e falsirapporti dei monaci malcontenti che,alla scoperta e senza freno, si accreb-bero dopo la morte del rev.mo padreabbate generale Di Napoli sortita a 25maggio 1754, sin ad ottenere che nonfosse riconosciuto più, né trattato perabbate il detto padre segretario e viceassistente generale di Spagna, sino al-l’esito della causa, che stava pendente,dell’esecutoria innanzi del suo tribu-nale. In tal guisa soverchiato ed oppresso ildetto padre segretario dell’Ordine co-stretto fu, per rifarsi dagli aggravi ri-cevuti, portarsi in Napoli con un for-male ricorso a Sua Maestà, da cui aconsulta della Suprema Giunta di Sici-lia per non proregnarsi le cause, fu dibel nuovo rimesso al suaccennato si-gnor avvocato fiscale Lione il qualecon suo diploma reale dato il 17 feb-braro 1755 gli costituì per giudicecoll’obligo di sentire le parti, e di dar-gliene poi del giudicato esattissimoconto. Si fece pertanto con tutte le for-malità ed impegno il prescritto giudi-zio, in cui con tutte le formalità si pro-cedette per via di effetto e contrarioeffetto; ed alla finfine incaricatosi il

a cura di Nino e Nicola Perniciaro

CALLINICO GRANMemoria per il Monastero di San Basilio di Mezzojuso dalla fondazione al 1706

detto spettabile di Lione del diritto eragione che assistevano al cennato pa-dre generale segretario dell’ordine evice assistente della Spagna a 18 aprile1755 decise: Jesus- Concedantur exe-qutoriae decreto Sanctae Congregatio-nis; ac literis patentalibus de quibusagitur. Expensis hinc inde compensa-tis.Sortì poi la Dieta Generale a 13 di mag-gio 1755 e da essa il padre abbate donGirolamo Accardi fu destinato al go-verno di questo monastero di Mezzo-juso, dove arrivò al trentuno del mede-simo mese di maggio 1755.E si partì da questo monastero di SanBasilio di Mezzojuso li 10 settembre1757 per il Monasterio di San Basiliodi Palermo per ivi governare, ma trovòlo stesso ostacolo come in appressoleggesi. Seguì intanto il suo governoin questo monastero sin all’ultimo dinovembre del sopradetto anno 1757.Nell’anno 1757, essendosi celebrato ilCapitolo generale nel collegio di SanBasilio di Roma, ed avendo sortito ab-bate generale il rev.mo padre maestroabbate don Alessandro Aguado dellaProvincia di Spagna, e visitatore pro-vinciale il reverendo abbate don Ma-cario Mascali trojnese, fu destinato algoverno di questo monastero il padreabbate don Silvestro Toscano messi-nese; partitosi dunque l’accennato ab-

bate dal monastero di Santa Maria diGala, ed arrivato in Palermo sotto li 20settembre del divisato anno 1757, fudall’eccellentissimo giudice della Re-gia Monarchia a prendere il possessodi questo divisato monastero sino atanto che si vedeva la pendenza se ilrev.mo padre visitatore doveva avereil governo d’un monastero; a tenoredello stabilimento del Capitolo gene-rale: oppure se al detto visitatore noncompeteva tale governo; se in tale casogli spettava l’annua contribuzione ditasse, come agli antecessori visitatorisi consultò impertanto con S[ua]R[eale] M[aestà] (che Dio guardi) l’af-fare, e con suo biglietto del 18 novem-bre 1757 si disse che cadauno degli ab-bati prendesse il possesso del suomonastero dalla Dieta assegnato, è d’unsubito inibito il divisato abbate Toscanodal riferito ecc.mo giudice della RegiaMonarchia a partire per il suo mona-stero; si partì da Palermo, ove si tro-vava per sentire l’esito del ricorso; eportossi in questo monastero il dì 30novembre 1757, ne prese il possessosotto il primo di dicembre dello stessoanno e lo governò sino alli 22 settembre1760 e se ne partì per la Massa.Nel medesimo anno 1760 successe nelgoverno di questo venerabile mona-stero il padre abbate don Filippo Vir-gilio naturale della terra del SalvadoreDiocesi di Patti, il quale fu assignatodalla dieta generale celebrata in SantoAdriano di Calabria sotto li 24 giugno1760. Egli giunse in questo monasteroli 4 ottobre del medesimo anno 1760 epartì da questo monastero a 22 agosto1763 per il monastero di San Filippodi Fragalà.Nel medesimo anno 1763 in cui si ce-lebrò il Capitolo generale nel mona-stero del SS.mo Salvadore di Messina,e sortì generale il rev.mo padre abbate

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don Fortunato Pilogi della città di Sticliprovincia di Calabria, fu destinato ab-bate di questo venerabile monastero ilpadre don Ignazio Travagliante dellaterra di Cesarò diocesi di Messina. Egliper una ben lunga infermità, che soffrì,giunse in questo sudetto monastero a24 ottobre del sudetto anno 1763.Nel 1769 quando nel monastero di Se-minara in Calabria fu eletto generale ilrev.mo padre abbate Ajello dalla Dieta,fu assegnato in questo monastero il pa-dre abbate maestro don Alessandro Vil-late di Messina, che lo governò pertutto agosto 1772.Nell’anno poi 1772 dalla Dieta gene-rale fu assegnato per abbate governantequesto monastero il padre abbate donDionisio Moriggi di Palermo, il qualeavendo poi fatto atto di renuncia di que-sto governo, vi fu assegnato in sua veceil padre abbate maestro don MacarioOrso di Palermo. Questi poi governòcon dispensa pontificia per tutto agosto1781, e perché nel Capitolo generalecelebrato in Messina in giugno 1781nel quale Capitolo fu eletto Generaleil padre don Girolamo Accardi paler-mitano, che per la lite del padre abbatemaestro don Gregorio Sanfilippo, go-vernò la Religione per anni sette. Eglifu eletto Assistente generale d’Italia ela Dieta generale assegnò in questo mo-nastero la seconda volta il padre abbatedon Filippo Virgilio della terra del Sal-vadore, il quale per la stessa cagionedella lite del visitatore Sanfilippo go-vernò questo monastero anni sette.Addì 13 giugno 1788 partì da qui peril Capitolo in Messina, nel quale Capi-tolo fu eletto Generale il rev.mo padreabbate don Raimondo Amora di Noceradei Pagani.Nel 1788 fu assegnato qui il padre mae-stro don Arcancelo Biondo priore digoverno, ed alli venti di ottobre 1789fu dichiarato abbate, il quale per ca-gione d’infermità fece cambio col pa-dre maestro don Spiridione Rajneri,priore di governo in Fragalà, successodietro la morte del fu padre abbate donFilippo Virgilio; sicché il detto padreabbate Biondo partì da questo mona-stero a 7 giugno 1790. Il padre maestroRajneri capitò in questo monastero addì13 giugno dello stesso anno 1790. Que-sti seguì il suo governo fino alli 23 set-tembre 1791: perché la mattina ad oredieci e mezza passò da questa all’altravita col male di polmonia.

Addì 8 di ottobre di questo stesso annoil padre generale, avuta la notizia dellamorte del fu Rajneri, subito mandò perpriore di governo il padre don FilippoPapi della terra di Frazzanò, e poi alli14 dello stesso mese partì per il Capi-tolo provinciale in Messina.Nell’anno 1788 si celebrò il Capitologenerale nella città di Messina, nelquale fu eletto generale dell’Ordine ilrev.do padre abbate don RaimondoAmora, ed assistente generale il padreabbate maestro don Vincenzo Villari.Dietro il corso di anni sette, che il padreabbate don Macario Orso della città diPalermo era stato assistente generaledell’Ordine, il detto padre abbate donMacario Orso fu destinato nuovamentea governare questo monastero. Egliprese possesso per il suo priore donBasilio Perdichi, e restituissi in questomonastero nel mese di novembre del-l’anno 1791 dietro il Capitolo provin-ciale, e nel triennio del surriferitorev.mo generale Amora.Nell’anno 1794 si celebrò il Capitologenerale nuovamente in Messina a causadella sospensione dei monasteri di Ca-labria rovinati dal terremoto del 1783, erisultò generale dell’Ordine il padre ab-bate assistente don Vincenzo maestroVillari messinese, venne confermato nelgoverno di questo monastero il padreabbate don Macario Orso, il quale poiper motivi di malattia da lui allegati al

riferito rev.mo padre generale renunciòil governo di questo monastero; in que-sta vacanza dunque venne eletto a prioredi governo di questo monastero sotto li10 novembre 1795, coll’approvazionedel Governo sotto li 8 dicembre dellostesso anno 1795, il padre don OnofrioGaluppi della città di Santa Lucia, chetrovavasi di famiglia in San Angelo, ilquale sotto li 3 gennaro 1796 pigliò pos-sesso per il suo priore don Eutidio Ajellomessinese.Seguita la morte del padre abbate donBasilio Lo Raso, che governava il mo-nastero della Massa, il padre generaledon Vincenzo Villari elesse per prioredi governo il padre maestro don Giu-seppe Auriti della città di Bronte, ilquale poi cambiò il governo col padreabbate Galuppi per causa di malattia, evenne a pigliare possesso a 22 marzodel 1798.Celebrato il Capitolo generale a primogiugno dell’anno 1800, fu eletto gene-rale il padre abbate maestro don Gia-como Cuerzeni calabrese della terra diBagnara. E dalla Dieta celebrata inMessina fu assegnato al governo diquesto monastero il padre abbate donSabba Gullo della città di Caprini. [Se-gue di altra mano] Successero poi glialtri abbati: Gualteri, Manera, Denti eIoppolo che fu l’ultimo abbate, il qualegovernò fino al 1866, epoca dell’avve-nuta soppressione.

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«Va fa’ un mazzu ri filicicchia».Un ordine preciso che voleva

anche dire che era ora di mungere; lefoglie di felci, infatti, servivano a creareun ulteriore filtro nel colalatte, costi-tuito da un setaccio, più piccolo diquello che si usava per la farina, unabacchetta di legno fuchiatu: u spitu,che si infilava nei piccoli manici di fildi ferro e che, poggiato sui bordi dellatina di doghe di legno, permetteva disospendere il colalatte al suo interno.Le felci, opportunamente lavate e ri-pulite delle parti più grosse dello stelo,si sistemavano a più strati dentro il co-lalatte comprimendole; così si impe-diva a impurità di varia natura, crini,terriccio, spine e quant’altro di finire

nel latte. La tina veniva ricoperta conuna piccola coltre, di solito ricavata cu-cendo insieme più strati di una vecchiavisazza ormai inutilizzabile, si chia-mava ciddizzu; aveva la duplice fun-zione di prevenire che qualche impuritàfinisse accidentalmente dentro, ma so-prattutto di mantenere la temperaturanaturale del latte appena munto che viavia si andava versando, condizione in-dispensabile per una buona cagliata.Per mungere i pastori usavano comecontenitori le cische di legno, piccoletinozze a doghe delle quali una piùlunga e opportunamente sagomata fun-geva da manico; la base delle cischeaveva un diametro maggiore dell’im-boccatura e ciò le rendeva molto stabili

quando si poggiavano anche in condi-zione precarie e si scansava il rischioche accidentalmente si sbarrassiru perterra. Finita la mungitura le bestie ve-nivano portate al pascolo e attorno opagghiaru restava chi si doveva occu-pare della trasformazione del latte: ucuratulu e, se c’era, un picciutteddu dimasseria con funzione di tuttofare. Tra-sformare in formaggio e ricotta il lattedella mungitura era una operazionecomplessa e delicata la cui riuscita eratotalmente affidata alla esperienza edalla sensibilità del curatulu, già dicemolto il termine che si usava per indi-care con una sola parola l’insieme diformaggio e ricotta: fruttu. U curatulufacìa u fruttu, cioè ricavava da qualche

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Ooh Curatulu!

U curatulu era un dirigente, uno che coordinava e a cui gli altri si rivolgevano nelle difficoltà di lavoro. Questo prestigio oltre che dall’esperienza generale gli veniva anche dal fatto che con estrema naturalezza lui trovava subito l’esatta dose di caglio a secondadella “forza” che aveva quello che usava al momento.

di Lillo pennacchio

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centinaio o più di litri di latte il fruttodel lavoro dei pastori e della giornatadi pascolo di pecore e capre. Quellapersona che per anni avesse svolto lafunzione di curatulu di una massaria,quel nome se lo portava appiccicatoaddosso per tutta la vita, ma attenzionenon era un soprannome bensì un titolo.U curatulu era un dirigente, uno checoordinava e a cui gli altri si rivolge-vano nelle difficoltà di lavoro. Questoprestigio oltre che dall’esperienza ge-nerale gli veniva anche dal fatto checon estrema naturalezza lui trovava su-bito l’esatta dose di caglio a secondadella “forza” che aveva quello cheusava al momento. Un curatulo senzasaperlo era biologo e chimico di altis-sime capacità. A volte scherzando conmio padre, che a tanti pastori negli anniaveva insegnato il mestiere di curatulu,gli dicevo che lui era come un primariodi clinica che aveva formato unaschiera di specializzandi. Rideva e pig-ghiava avanti sostenendo che lui erameglio del primario che davanti a unatina di duecento litri di latte ci si sa-rebbe potuto annegare non sapendo chefare, mentre lui capre sfardate nel filospinato ne aveva ricucite tante e le pe-core che aveva salvato con una sagna-tina non si potevano contare. Fare ufruttu era un rituale quasi religioso doveil picciutteddu di massaria faceva dachierichetto del curatulu gran sacer-dote. Da ragazzino mi capitò, finita lascuola, di essere “arruolato” e di aiutaretutti i giorni u curatulu a fare u fruttu.Ero curioso e spesso chiedevo di farequalcosa per provare. Tutto cominciavacon un gesto per me rimasto misteriosoperché potevo immaginare ma non ve-dere, scaldata l’acqua ad un certo puntomio padre ne metteva un po’ in un va-cileddu di rame e poi infilava la manodentro un saccuneddu appizzatu al buiodi un angolo del pagliaio e smurritiavaun poco là dentro per formare una pal-lina di pasta di caglio naturale (stomacodi agnello o capretto prima tenuto alungo sottosale, poi tagliuzzato a pez-zettini e pestato fino a farlo diventareuna poltiglia morbida e setosa), tiravafuori la mano a pugno chiuso e conti-nuando ad ammorbidire la pasta muo-vendo le dita la immergeva nell’acquacalda a sciogliere il tutto. Capivo dai

movimenti fini della mano che scio-glieva fra le dita qualche grumetto dicaglio più duro, poi versava il tutto nelcola latte e con la rotula, un attrezzocostituito da un bastone con ad unaestremità fissata una ruota di legno deldiametro di una ventina di centimetri,agitava con movimenti circolari e dalbasso in alto il latte per far si che il li-quido con il caglio si distribuisse inmaniera omogenea. Con la rotula den-tro la tina il latte veniva ricoperto dinuovo col ciddizzu in attesa che ca-gliasse. Dopo un po’ di tempo si davauna sbirciatina sollevando il ciddizzue muovendo poco poco la rotula perconstatare la densità della cagliata cheveniva considerata buona se un pez-zetto si sollevava con il legno e nellacavità prodotta affiorava un liquidogiallino, la lacciata. Ci voleva energiaper rompere la quagghiata, usando larotula e versando acqua calda si rime-stava in modo sempre più veloce finoa quando il tutto risultava sbriciolato apiccoli grumi che tirata fuori la rotulasi depositavano sul fondo. La lacciatasi travasava nel quararuni di rame e sulfondo della tina rimaneva un impastobianco candido un po’ gommoso: latuma. La tuma si tagliava a grossi bloc-chi e si informava dentro un precentinodi iuncu o più di uno a seconda dellapezzatura che si voleva ricavare. I cu-ratoli bravi usavano solo pollice, indicee medio per fuddare la tuma e fareuscire tutti i residui di lacciata in modoche il formaggio fosse il più compattopossibile. Il precentino veniva lasciato

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a gocciolare nel tavuleri, un ripano inlegno con dei bordi alti e un gocciola-toio da un lato e quindi si passava adattizzare il fuoco sotto il quararunipieno di lacciata per fare la ricotta checome è noto è un sottoprodotto dellaproduzione del formaggio. Anche nelquararuni per la ricotta, dopo avermesso il sale, entrava un attrezzo par-ticolare: u zubbu, non è altro che unospazzolone di disa legato molto strettoe fissato ad un bastone e si girava e ri-girava dentro il quararuni anche perimpedire che si formassero incrosta-zioni da bruciature. Quando tutto in-torno nel punto di contatto tra lacciatae quararu si formava un cerchio biancocon una leggera schiumetta, si versavail latte che si era tenuto da parte e sicontinuava a rigirare u zubbu fino ache come per magia non affiorasse laricotta. Decidere l’attimo in cui toglierelo zubbo da dentro il quararuni ed ilfuoco da sotto era la cosa più impor-tante per fare una buona ricotta e uncuratulu veru non poteva sbagliare.Qualcuno, immergendo delicatamentela cazza per raccogliere la ricotta, uncuppinu di rame spirtusatu, intanto cheriempiva le fascedde di iuncu, recitavauna filastrocca spiritosa: «Santu Ra-munnu Santu Ramunnu, ricotta e serufinu a lu funnu, di lu funnu a gghiri amuntata mancu una cazzata», era unoscherzo perché “a muntata” stava per“in poi” e di lu funnu in poi era ovvioche non ci fosse nulla!

(continua nel prossimo numero)

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Fino a quando Claudio Corsaro nonha dato vita al coro di voci bianche

“San Filippo Neri’’ che è nato nel-l’agosto 2013; il nostro maestro, hacercato sempre di farci partecipare atutti gli allestimenti di opere, realizza-te dal teatro Zappalà, dove c’era coin-volto un coretto di ragazzi. Il primo allestimento importante a cuiil coro ha partecipato è stato “Tosca”

di Giacomo Puccini; dopo quella rap-presentazione il coro si è esibito indiversi concerti di Natale, opere tea-trali e ad allestimenti di altre operecome “Elisir d’amore” di GaetanoDonizzetti, “Pagliacci” di RuggeroLeoncavallo e infine “La Boheme” diGiacomo Puccini.Oltre alla preparazione delle opere, ilcoro ha lavorato alla costruzione di unrepertorio più leggero con canti natali-zi, brani classici e polifonici che cihanno portato a vivere con entusiasmoe impegno le varie attività. Cantare incoro è un’esperienza unica che haassicurato a ciascuno di noi una cre-scita costante sia delle proprie capaci-tà musicali, ma anche comportamen-

tali e umane; in questi anni siamo cre-sciuti e abbiamo raggiunto maggioreautonomia e indipendenza. Quest’anno Claudio, durante le prove,ci ha comunicato una bellissima noti-zia che nei giorni 21, 22 e 23 Aprileavremmo partecipato alla Boheme.Dopo mesi e mesi di preparazione, cisiamo esibiti nuovamente in quelpalco e per noi è stato come la primavolta, una bellissima esperienza per-ché l’entusiasmo che scaturisce quan-do stiamo insieme ci fa condividereun’emozione che solo la musica riescea trasmettere.L’opera ha inizio in soffitta doveMarcello dipinge e Rodolfo scrive,arrivano in sala il filosofo Colline e

Un’avventura musicalecominciata per caso

Il coro di voci bianche San Filippo Neri di Mezzojuso

Nel mezzo del cammin di nostra vita, ci ritrovammo in un paesino smarrito dove il canto lirico non era mai esistito…

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Schaunard il musicista dicendo di averguadagnato qualche moneta. I quattroamici squattrinati sono felici ma arovinare l’allegria ci pensa la visitadel padrone di casa Benoit che chiedel’affitto; i quattro riescono ad allonta-narlo, così vanno a festeggiare al caffèMomus tranne Rodolfo che rimane acasa per finire il suo articolo. Bussaalla porta Mimì che chiede una cande-la per riaccendere il suo lume. I due sisoffermano per un po’, ma quandoarrivano gli amici li invitano a rag-giungerli al caffè, i due accettano einsieme si incamminano al Momus. Alcaffè gli amici incontrano Musetta,che cerca di fare ingelosire Marcello,un tempo suo fidanzato, ci riesce e

Marcello si ricongiunge a lei. A questopunto entriamo in scena noi che rap-presentiamo il popolo che passeggiaper le strade del paese. Marcello eMusetta litigano per gelosia, e ancheRodolfo e Mimì vivono momenti diincomprensione. Marcello e Musettasi lasciano; Marcello e Rodolfo senzale loro amate, parlano dell’accaduto esi danno consigli reciprocamente.L’atmosfera si fa più allegra quandoarrivano Colline e Schaunard, maall’improvviso arriva Musetta chechiede aiuto perché ha visto Mimìsulle scale sofferente e offre i suoiorecchini per trovare i soldi necessariper le medicine di Mimì, Colline deci-de di vendere il suo cappotto per con-

tribuire. Non c’è più niente da fare eMimì si spegne circondata dai suoiamici. Così si conclude l’operalasciando tutti con il fiato sospeso…Questa esperienza del coro è per noiun’opportunità unica e ci auguriamodi poter continuare a ripetere altreesperienze come queste con Claudio, egrazie a lui se siamo entrati a far partedel mondo del teatro, della lirica,mondi che noi credevamo noiosi mache in realtà si sono rivelati davverofavolosi…

Lucrezia Di GrigoliAlice Schillizzi

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Il 16 aprile scorso, a Mezzojuso è statoinaugurato un Bed and Breakfast. Essoè sito in Corso Vittorio Emanuele,dove una volta sorgeva la falegnameriadi Spampinato, ed è nato grazie all’ini-ziativa di Giovanni Caravella e dellamoglie Giovanna. La struttura è com-posta da diversi spazi, tutti ristrutturati,rispettando comunque lo stile ed alcu-ni elementi originali: la reception, trecamere da letto con bagno annesso,cucina, terrazzo ed altri spazi ancorada definire. Tutto ciò rappresentaun’importante contributo alla splendi-da ospitalità che ci contraddistingue eche permette, a chi fosse interessato, difermarsi nel nostro paese per conosce-re le sue bellezze ed il suo patrimonioculturale, in qualsiasi periodo dell’an-no. A Giovanni e Giovanna i miglioriauguri da parte della Redazione.

Inaugurato il B&B“CARAVELLA”

e Foto di S. Bisulca

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Nell’ambito del Carnevale2016, l’Associazione Turi-

stica Pro Loco di Mezzojuso hapromosso l’iniziativa denominata“Lotteria del Mastro di Campo2016”. L’idea è nata ad ottobre2015, in prossimità dell’organiz-zazione della Sagra della Casta-gna, con l’intento di raccoglieredei fondi attraverso una lotteriada destinare sia per il completa-mento della collezione dei co-stumi già realizzati con il progettoMezzojuso Ecotour, sia per l’ac-quisto di accessori e attrezzatureda scena connesse alla manifesta-zione. I biglietti sono stati vendutifino all’edizione 2016 del Mastrodi Campo, in occasione dellaquale la maschera del Foforio hacontribuito a sostenere l’iniziativatramite la vendita dei tagliandiall’interno del proprio covo. Il sor-teggio dei premi messi in palio èavvenuto pubblicamente martedì9 febbraio 2016 nel salone del ca-stello, a conclusione del Mastrodi Campo dei bambini. I premimessi in palio sono stati succes-sivamente assegnati e consegnatiai rispettivi vincitori come da re-golamento. Si riporta di seguito il BilancioConsuntivo della “Lotteria delMastro di Campo 2016”

Il Presidente della Pro Loco(Dott. Biagio Bonanno)

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Voce Entrate Uscite

Vendita biglietti lotteria (n. 5787 x € 2.00)

€ 11.574,00

Sponsor privati € 2.000,00

TOTALE € 13.574,00

Acquisto premi € 2.528,99

Stampa biglietti € 500,00

Iva su sponsor e IRPEF su premi € 693,00

Realizzazione costumi da scena(Stoffe, accessori, manodopera)

€ 5.642,35

Acquisto attrezzature da scena (alabarde, spada Re e Capitano diartiglieria, fucili foforio, pistola

capo foforio, lance, elmi guardie delRe, corone Re/Regina, tamburo xtamburinaio, scalette giardinieri,

appendini per costumi, ecc.)

€ 2.846,50

Gestione covo Foforio (affitto locale, conviviale ecc.)

€ 500,00

Rimborso spese per prestazioni occasionali

€ 234,00

TOTALE € 12.944,84

Avanzo finanziario € 629,16

N.B. – L’avanzo finanziario di €. 629,16 si va a sommare all’impor-to di € 1.135,50 raccolto dal Foforio in occasione del Mastro diCampo edizione 2017. Pertanto l’importo complessivo di €1.764,66 verrà destinato (come concordato con i ragazzi del Foforio)per l’acquisto di armadi per la conservazione dei costumi e delleattrezzature del Mastro di Campo.

BILANCIO CONSUNTIVO

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di Doriana Bua

Ecco, dopo un grigio emonotono inverno,

inebriati da vividi colori efreschi profumi che prean-

nunciano la bella stagione, ci ritro-viamo di nuovo alle porte delle elezioniamministrative. Sono già trascorsi cin-que anni e per molti è venuto il tempodi fare un bilancio e di tirare le somme,per altri di scendere in campo ed en-trare in gioco. Il periodo che precedele elezioni è quasi un “rito propiziato-rio”, fatto di parrate, accordi e incontri,anche dall’aria un po’ “massonica”, checulminerà alla fine con la stesura delleliste dei candidati. Il clima e gli animi, quindi, si sono co-

minciati già a scaldare da qualchemese, come è giusto che sia. Se fino a qualche anno fa, però, ci si“abbanniava” durante i comizi o inpiazza, imbattendosi spesso in discus-sioni animate tra amici e parenti, adessoanche in questo campo la tecnologia lafa da padrona: gruppi su whatsapp checoinvolgono centinaia di membri, conconseguenti ed inevitabili “fughe di no-tizie”, campagne elettorali a colpi di“mi piace” e polemiche sui cosiddettisocial (ma cosa avranno mai di cosìsociale?!) in cui buoni propositi spessosfociano in curtigghiu ed offese perso-nali che, il più delle volte, rasentano ilridicolo. In piazza, invece, persistonoe si avvicendano gruppi di confabula-tori che, come vecchie pascaline con-

tano, contano e ancora contano ognivoto…ops! ogni paesano che passa. E’ proprio in questo periodo che ti rendiconto e vieni a sapere di quanti amici eparenti hai. Tutti ti salutano allegra-mente e tutti ti basano, non esiste al-cuno che non abbia un filo di parentela,lontano o lontanissimo, non importa,con almeno uno dei candidati; in-somma…come una grande famiglia.Proprio le nostre famiglie, simbolo efulcro di ogni società, mai come in que-sti mesi sono così protagoniste. Esse sono viste unicamente come ser-batoi, traboccanti o meno di voti, daiquali bisogna attingere prima degli al-tri. Più grande è la famiglia, prima bi-sogna arrivare! Ogni gruppo, da partesua, risponderà sostenendo il proprio

Cchiù basati pi tutti...

Il periodo che precede le elezioni è quasi un “rito propiziatorio”, fatto di parrate, accordi e incontri, anche dall’aria un po’ “massonica”,che culminerà alla fine con la stesura delle liste dei candidati.

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candidato o più candidati, qualora sifosse giocato a “rompere”, dimostrandocomunque l’unione e la “forza” dellafamiglia. Se da un lato, però, la politicaunisce, dall’altro, il più delle volte, di-vide e crea dissapori che si propine-ranno ogni qualvolta ce ne sarà occa-sione e difficilmente verranno superatidel tutto. Infine, ma non per ultimo, ci sono icandidati, un periodo questo molto im-pegnativo per loro: devono dimostrarsicordiali e buoni con tutti, elargire falsisorrisi e parole di sostegno per chi neha bisogno, ma la cosa più “impor-tante” è la visita che dovranno fare aparenti ed amici per partecipare la lorocandidatura e chiedere il voto, nel ri-spetto della tradizione, altrimenti i pa-

renti si offendono! Alla fine delle ele-zioni, secondo calcoli e logiche com-plesse, verranno fuori i sostenitori fe-deli e i traditori, che prontamenteverranno inseriti sulla “lista nera”. Tra i candidati ci sono i veterani, chesanno come funziona la macchina am-ministrativa e quale sarà il compito chedovranno svolgere una volta eletti, e inovelli, alcuni consapevoli del fattoche qualcuno ha già deciso e decideràper loro e altri convinti che sarannoloro a decidere. Non voglio fare retorica, ma sarebbeora di dire basta a questo ancestralemodo di fare politica e ai candidatiscelti principalmente in base al loro nu-mero di voti. Cominciamo a guardareesclusivamente alle reali competenze,

all’intraprendenza, all’affidabilità eall’onestà della gente; potrebbe esserel’inizio per cominciare a svincolare ilnostro diritto-dovere al voto da arrug-giniti vincoli parentali, amicali e clien-telari che spesso fanno leva sui bisognie i diritti di ciascuno di noi, alimen-tando la politica dei compromessi, delservilismo e delle promesse. Una “po-litica delle parti”, che continua ad in-terferire nei rapporti parentali, nelleamicizie o nei semplici rapporti tra cit-tadini ed istituzioni, non porterà maiad un cambiamento reale del nostropaese, se è questo che vogliamo, maservirà solo ad alimentare la politicadei soprusi e delle vendette. La malapolitica, del resto, ha portato i cittadini,in ogni caso e ad ogni livello, a consi-derare la gestione della cosa pubblicacome uno sbocco dove molti, non tutti,hanno realizzato i propri interessi equelli degli amici. E’ forse arrivato ilmomento, per la vecchia classe politica,di mettersi da parte, di dare totale spa-zio alle nuove generazioni, alle loroidee, ai loro punti di vista; di rendereveramente presente e partecipe il nostro“futuro”. Non continuiamo più a riempirci labocca di belle parole, promesse, obiet-tivi raggiunti…pensiamo a quanto an-cora c’è da fare, da raggiungere e darifare per il bene e il rispetto di tutti.Ognuno di noi, nessuno escluso, devefare la sua parte, ogni singolo cittadinoprenda coscienza del proprio “potere”e non “svenda” il proprio voto al mi-gliore offerente, all’amico o al parentedi turno. Il nostro voto, palese espres-sione di democrazia, è l’unica arma chepossediamo per poter dire la nostra, percambiare le nostre sorti e per smetteredi far decidere sempre gli altri per noi. Non sprechiamo il nostro voto e so-prattutto andiamo a votare. Ormaimanca davvero poco alle elezioni edentrambe le liste si apprestano a con-cludere i programmi e a sostenere unaincalzante ed intensa campagna eletto-rale. Ci auguriamo possa essere unapropaganda leale ed onesta, piena dibuoni propositi, di programmi concretie priva di demagogia e rivendicazioni.In bocca al lupo e buon lavoro a tutti,nella speranza che i nuovi eletti sap-piano essere, senza discriminazione, ilsindaco e l’amministrazione di tutti,anche e soprattutto di coloro che nonli hanno votati.

Foto di Danilo Figlia

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Mezzojuso, Elezioni Amministrative 11 giugno 2017Riportiamo di seguito l’elenco dei candidati al Consiglio Comunale delle liste “Continuiamo a cambiare” e

“Comunità e partecipazione” con i relativi candidati alla carica di Sindaco.

LISTACOMUNITÀ E PARTECIPAZIONE

LISTACONTINUIAMO A CAMBIARE

CANDIDATI ALLA CARICA DI CONSIGLIERE COMUNALE

BARONE GIUSEPPED’ORSA CARMELO

LA GATTUTA SAMUELE LA GATTUTA SILVANAMELAGRANATO LUISA

MELI ALBERTOMORALES GIOVANNA

NUCCIO GIOVANNIRIBAUDO GIUSEPPE

SAGRÌ PAOLASCHILLIZZI ANGELO

SCHILLIZZI ILENIA

CANDIDATI ALLA CARICA DI CONSIGLIERE COMUNALE

ARATO GIUSEPPEBELLONE ANTONIO

BURRIESCI GIOVANNACORRAO SERGIO

CORTICCHIA NICOLÒDI GRIGOLI NICOLA

FIGLIA GIACOMOLO MONTE MARIA GRAZIA

NAPOLI GIORGIARUGGERO SIMONE

TANTILLO GIOVANNIVISCARDI SANTINA

CANDIDATO ALLA CARICA DI SINDACO

SANDRO MIANO 

CANDIDATO ALLA CARICA DI SINDACO

SALVATORE GIARDINA

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RIPOSANO NEL SIGNORE

CANZONERI PIETRO03/10/1943 - 5/04/2017

LA GATTUTA GIUSEPPA8/07/1939 - 13/04/2017

TERRANOVA CARMELA28/03/1934 - 28/04/2017

RUBINO LIBORIA10/07/1940 - 10/05/2017

LISCIANDRELLO ANTONINO11/06/1982 - 12/05/2017

BARONE GIUSEPPE2/11/1930 - 23/05/2017

OFFERTE RICEVUTE

I NUOVI ARRIVATI

ANGELICA CANZONERIdi Domenico e Maria Luisa Pravatà

Borgia Paolo, Roma € 30,00 Lisciandrello Mario, Pinerolo € 50,00Tumminia F. e Bonanno I., PA € 25,00Fucarino-Lascari, Spagna € 35,00 La Barbera Paola Barcia, PA € 30,00Stassi Sac. Giov. Piana d. Albanesi € 20,00Belluscio Papàs Ant., Frascineto € 30,00Lo Daino Giuseppina, Godrano € 30,00Terrano Antonino, Paese (TV) € 25,00Scianna Santina, PA € 25,00 Cucciarrè Paolino, S. Cristina G. € 10,00La Gattuta Dora, USA € 50,00NN., Mezzojuso € 15,00Pennacchio Vittorio, PA € 50,00Muscarello A. e Margherita, PA € 50,00

L’8 Marzo 2017, presso la Facoltà diEconomia e Commercio di Palermo,Rosalba Spata ha conseguito la Laureain Economia e Amministrazione Azien-dale discutendo la tesi dal titolo: “I ri-tardi dei pagamenti nelle transazionicommerciali”. Relatore è stato il Prof.Fabrizio Piraino.Alla neolaureata i migliori auguri dellaredazione.

LAUREE

Il 12 maggio scorso, nel tardo pomeriggio sulla statale PA-AG, ha perso la vitain un tragico incidente il nostro compaesano Antonello Lisciandrello di 34 anni,lasciando la moglie e tre figlie. La redazione di Eco della Brigna si stringe algrande dolore della famiglia per la prematura scomparsa del loro caro.

Ciao Antonello!Riposa nel Signore

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BREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBAPRILE 2017

Venerdì 7Alle ore 18.30 Papas Giorgio celebrala Divina Liturgia dei Doni Presantifi-cati (PROJASMENA) presso la Chiesadel SS.mo Crocifisso per la Festa dellaResurrezione di Lazzaro. Alle 21.00partendo dalla Chiesa Parrocchiale diSan Nicola si snoda il corteo dei fedeliche cantano per le vie del paese il Tra-dizionale Canto del Mirё Mbrёma, chericorda la Resurrezione di Lazzaro.

Sabato 8Alle ore 20.30 si svolge la via Cruciscittadina organizzata dalla ParrocchiaMaria SS. Annunziata.

Domenica 9Domenica delle Palme: Alle 10.30presso la Chiesa del Crocifisso si svolgela Celebrazione della Benedizione dellePalme e la Processione delle Palme cheraggiunge la Chiesa Parrocchiale, oveviene celebrata la Divina Liturgia. Alle11.15, con partenza dalla chiesa del Col-legio di Maria, ha inizio la processionedi “Commemorazione dell’ingresso diGesù a Gerusalemme” ad animare laCelebrazione con dei particolari cantipartecipano le Suore Collegine prove-nienti dalla Tanzania. La processionetermina in parrocchia con la LiturgiaEucaristica celebrata da Padre EmilioCassaro. Alle 18.30 si celebra a San Ni-cola il Mattutino del Nymfios.

Mercoledì 12 Alle ore 18.30 Papas Giorgio insiemea Papas Jani celebrano il Sacramentodell’Unzione degli Infermi.

Giovedì 13Giovedì Santo: Alle ore 17.00, nellachiesa parrocchiale di Maria SS. An-nunziata, Servo Michele Mannina ce-lebra la Liturgia Eucaristica Vespertina“In Cena Domini”, con la “Lavanda dei

piedi”. Sempre nel pomeriggio, si ce-lebra nella chiesa di San Nicola il Ve-spro e la Divina Liturgia di San Basilio.Alla fine di questa il parroco compie ilrito liturgico della Lavanda dei Piedi aibambini del Catechismo. Alle ore 21:00esce dalla chiesa dell’Annunziata laprocessione con il simulacro di MariaSS. Addolorata che prosegue lungo iltradizionale percorso processionale.

Venerdì 14Venerdì Santo: Nella mattinata a San Ni-cola si celebra il Mattutino delle Passionidel Signore, ove per la prima volta vieneesposto un crocifisso di stile bizantino,offerto e dipinto da Dino Pinnola.Nel pomeriggio, in entrambe le Par-rocchie, si svolgono le Celebrazionidella Passione del Signore, la Deposi-zione della Croce del Cristo morto e la

reposizione del Cristo (nella chiesa diSan Nicola) nell’artistica Urna. La seraalle 21.00 esce dalla chiesa di San Ni-cola la Processione con l’Urna che at-traverserà il tradizionale itinerario.

Sabato 15Sabato Santo: Nel pomeriggio, i sacer-doti celebrano nella chiesa di San Ni-cola il Vespro e la Divina Liturgia diSan Basilio. Durante la celebrazione ibambini del Catechismo hanno intonatoil tradizionale canto liturgico dei TreFanciulli. Al momento dell’Alleluia del-l’Epistola poi i sacerdoti hanno sparsoper tutta la Chiesa le foglie di alloro,simbolo di vittoria. Alla fine a tutti ibambini è stato distribuito un uovo diPasqua. Alle 22:00 nella Parrocchia Ma-ria SS. Annunziata si celebra la “VegliaPasquale nella Notte Santa”. Alle 23.30

Giovedì Santo, Processione dell’Addolorata (foto S. Bisulca)

Venerdì Santo, Processione dell’Urna con il Cristo morto (foto S. Bisulca)

Domenica delle Palme (foto S. Bisulca)

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IBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVI

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presso la Chiesa del Crocifisso si cele-bra la Funzione della Luce. È seguitala processione poi verso la Parrocchiadove è stato celebrato l’Ufficio dellaResurrezione. Dopo l’Apertura dellePorte della Chiesa, la celebrazione ècontinuata all’interno con il MattutinoPasquale e la Divina Liturgia. Alla finedopo la lettura della Catechesi Pasqualedi San Giovanni Crisostomo, sono statidistribuiti i fiori e le uova rosse.Al termine della Divina Liturgia un nu-meroso gruppo di fedeli intona per levie del paese il tradizionale canto delChristòs Anèsti.

Domenica 16Pasqua di Resurrezione: Alle ore 11.00ha luogo in entrambe le parrocchie lacelebrazione della Liturgia Eucaristica,con distribuzione ai fedeli delle “uovarosse e dei fiori” nella chiesa di S. Ni-colò e delle “colombine” nella chiesadell’Annunziata. Alle ore 18.30 vienecelebrato nella chiesa di San Nicola ilVespro della Pace, ove quest’anno ilVangelo proprio del Vespro è stato lettoin ben 10 lingue (Greco, Latino, Ita-liano, Albanese, Tedesco, Spagnolo,Francese, Arabo, Russo, Siciliano).

Venerdì 21Alle ore 12.00 dopo il suono festosodelle campane e lo sparo dei mortaretti,presso il campanile della Chiesa di SantaMaria si appende il Palio. Da questo mo-mento iniziano i Festeggiamenti in onoredi S. Maria di Tutte le Grazie.

Sabato 22Elezioni Comunali - In occasione delleelezioni amministrative di giugno ilgruppo “Comunità e Partecipazione”inizia gli incontri nei vari quartieri perraccogliere proposte e suggerimentisulle problematiche del paese.

Domenica 23Elezioni Comunali - Alle ore 17.30presso il salone del castello l’Ammini-strazione Comunale incontra i cittadiniper relazionare sul trascorso dei cinqueanni di Amministrazione.

Sabato 29Nel pomeriggio, presso la Via AndreaReres si svolge il Tradizionale Jocu ripignateddi organizzato dalla Confra-ternita di Santa Maria.

Domenica 30Alle ore 11.00 il Vescovo Giorgio De-metrio Gallaro, insieme a Papas Janied a Servo Michele e Don Andrea Ta-volacci celebra la Divina Liturgiapresso la Chiesa di Santa Maria. Allafine il Vescovo benedice i bambini chesono stati battezzati nell’anno prece-dente.Alle 21.00 presieduta da papas JaniStassi si svolge la processione col Si-mulacro di S. Maria di Tutte le Grazie.

MAGGIO 2017

Sabato 6Elezioni Comunali - Alle ore 17.00 ilgruppo politico “Continuiamo a Cam-biare” inizia il giro dei quartieri delpaese per distribuire l’opuscolo “5 annidi buona Amministrazione” e racco-gliere nel contempo suggerimenti eproposte sugli argomenti e le proble-matiche del paese.Alle ore 18.00 si svolge presso la chiesadell’Immacolata la funzione della “Re-cita della Corona Francescana” in oc-casione del mese Mariano.

Venerdì 12Elezioni Comunali - Vengono presen-tate ufficialmente al Comune le due listeelettorali dei candidati consiglieri e can-didati a Sindaco per le prossime ammi-nistrative di Giugno: Lista “Comunitàe Partecipazione”, candidato a SindacoSandro Miano; Lista “Continuiamo aCambiare”, candidato a Sindaco Salva-tore Giardina.

Domenica 14Inizio dei festeggiamenti in onore delSS. Crocifisso: Alle ore 9.30 giro perle vie del paese della banda musicale“G. Verdi” di Mezzojuso. Alle ore 11.00apertura della Vara e Divina Liturgia aseguire Esposizione del Palio con sparodi castagnole e suono di tamburo.Alle ore 16.00 presso il campo sportivocomunale si svolge il 2° Memorial “Ni-cola Bidera” organizzato dall’Associa-zione Adrasto di Mezzojuso. Alle ore 21.00 presso il salone del Mo-nastero Basiliano viene proiettato ilfilm “L’ora legale” seguito da numerosispettatori.

Venerdì 19Elezioni Comunali - Alle ore 21.00 sisvolge un incontro presso la sede elet-torale del gruppo “Continuiamo a Cam-biare” con i giovani di Mezzojuso, icandidati consiglieri e il candidato sin-daco Salvatore Giardina.

Domenica 21Festa del SS. Crocifisso: Alle ore 7.00alborata mattutina, intorno alle 9.00 sisvolge per le vie del paese il giro dellabanda musicale “G. Petta” di Mezzo-juso. Ore 11,00 presso la Chiesa delSS. Crocifisso, Divina Liturgia e a se-guire la tradizionale torceria. Alle 21,00Solenne processione della Vara del SS.Crocifisso.Elezioni Comunali - Nel salone del ca-stello comunale alle ore 17.00 avvienela presentazione della lista “Comunitàe Partecipazione”.

Lunedì 22Festa di Santa Rita da Cascia: Alle ore17,30 Servo Michele celebra la S.Messa ed al termine si svolge per levie del paese la processione con il si-mulacro della Santa. Alle ore 21,00, hainizio l’Ottava del SS. Crocifisso concelebrazione dei Vespri e predica.

Processione del SS. Crocifisso (foto S. Bisulca)

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eDirettore Responsabile: Vincenzo CosentinoCondirettore: Carlo ParisiRedazione: Doriana Bua, Cesare Di Grigoli, Enzo Di Grigoli, Danilo Figlia, Concetta Lala, Ciro Muscarello, Lillo PennacchioIndirizzo: Piazza Umberto I, 22 - Mezzojuso (PA) - Tel e fax 091 8203461 - [email protected] - IBAN: IT23 Q061 7543 4310 0000 0174 680Grafica ed impaginazione: Gianni SchillizziStampa: Istituto Poligrafico Europeo s.r.l.

ECOBRIGNA

della

In copertina:Paesaggio primaverile

foto di Danilo FigliaECO DELLA BRIGNA - PERIODICO BIMESTRALE - MEZZOJUSONuova Serie, Registrato presso il Tribunale di Palermo al n. 33 del 15.10.97

Chirotonia diaconale di Manuel Pecoraro

con gli amici di Mezzojusofoto di S. Bisulca

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