Eco della Brigna n.79

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Numero 79 Gennaio 2011 della ECO BRIGNA Bimestrale di informazione religiosa, cultura e attualità Lettera del Vescovo ai fedeli Scout: l’inizio di una nuova strada Festa dell’Adesione Festa di Natale Spigolature dall’Archivio di San Nicolò Acanto dannunziano La “retina” di S. Giuseppe a Fieracavalli Annata ricca, massaru cuntenti Nuova serie - Parrocchia Maria SS. Annunziata Piazza F. Spallitta - 90030 Mezzojuso (PA) - Italia Spedizione in a.p. art. 2 comma 20/c legge 662/96 - Filiale di Palermo

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Bimestrale di informazione culturale,religione e attualità.

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Numero 79

Gennaio 2011

dellaECOBRIGNA

Bimestrale di informazione religiosa, cultura e attualità • Lettera del Vescovo ai fedeli • Scout: l’inizio di una nuova strada • Festa dell’Adesione• Festa di Natale • Spigolature dall’Archivio di San Nicolò • Acanto dannunziano• La “retina” di S. Giuseppe a Fieracavalli • Annata ricca, massaru cuntenti

Nuova serie - Parrocchia Maria SS. AnnunziataPiazza F. Spallitta - 90030 Mezzojuso (PA) - ItaliaSpedizione in a.p. art. 2 comma 20/c legge 662/96 - Filiale di Palermo

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editoriale

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All’ inizio di questonuovo anno, Eco

della Brigna vuole volge-re verso voi tutti il suosguardo proprio comefarebbe il volto di una

persona amica. La nostra rivista timi-damente si ripresenta a voi, per salu-tarvi, per stare ancora un nuovo annoinsieme a voi, chiedendovi di riscon-tro un benevolo sguardo di compia-cenza. In questo tempo passato, cisiamo sforzati di dialogare con tutti,cercando di ascoltare tutti. L’obiettivoperseguito dalla Redazione nei varianni è stato principalmente quello ditenere fede alla particolare vocazionedello spirito che anima questo giorna-le parrocchiale: aiutare i compaesanilontani a sentirsi vicini e partecipi allanostra comunità ed aiutare la comuni-tà a raggiungere i suoi figli allontana-tisi per svariati motivi. A tale proposi-to, il giornale si è mostrato sempreaperto ad accogliere le varie opinioniin merito a eventi, circostanze dellacomunità paesana ed eparchiale. AMezzojuso, il nostro Eco si è spessopresentato come unica voce per condi-videre commenti personali o di grup-pi su fatti, circostanze che hannoriguardato il paese. Abbiamo sempregradito e cercato di soddisfare larichiesta di chi ci ha chiesto “un po’ di

spazio” nel giornale per divulgare lapropria opinione. Abbiamo costante-mente informato i compaesani lonta-ni sulla cronaca locale: feste religiosee tradizioni ricorrenti, eventi straordi-nari e notizie particolari. Molto spes-so critiche ricevute puntano il ditosulla ripetitività della cronaca localeda noi riportata, sul “profumo diincenso” delle pagine, dovuto a conti-nui riferimenti a cerimonie religiose,feste patronali, novene, processionietc. Il nostro intento, lo ripeto, è quel-lo di condividere, con chi ci segue daterritori che stanno al di la del bivio diquesto piccolo centro collinare, la vitaquotidiana, così come essa si presenta,anche se risulta scandita non da ecla-tanti eventi ma da ripetute e tradizio-nali ricorrenze. Da anni portiamoavanti il progetto di questo giornale

come un strumento di comunicazionedi una “famiglia”, di cui alcuni figlivivono ancora nell’alveo paesano,altri invece si sono diramati per le viedel mondo. In questa grande famigliasi annunciano i lieti eventi come inuovi arrivati, le lauree ed i matrimo-ni celebrati nella comunità, si condivi-de la notizia ed il dolore per chi ci halasciati. Per lo stesso motivo vi invito,cari lettori, come componenti di que-sta amorevole famiglia, a scriverci, adinviare vostre opinioni, notizie edinformazioni che vi fa piacere sianopubblicati e condivisi. Con lo scorsonumero avete ricevuto il calendario,un piccolo omaggio, in per osservareinsieme particolari di oggetti sacricustoditi nelle nostre chiese; particola-ri ed oggetti che in ciascun animo rie-vocano di certo ricordi e sensazioni. Ilpiacere di un semplice dono ha preval-so sulle difficoltà economiche affron-tate dalla Redazione per le spese distampa e di spedizione del calendario.Con questo numero, in sintonia con ilclima carnevalesco che già echeggiain paese, abbiamo pensato di regalar-vi, in collaborazione con L’Autore,una pubblicazione di SalvatoreBisulca dal titolo “Mastro di CampoFumetto”. La pubblicazione è statapresentata a Mezzojuso a giugno del2010. Le copie che ci sono state forni-te dall’autore, Salvatore Bisulca, leabbiamo conservate sino a questomomento per rendervele ora, in questoperiodo dell’anno più opportunoall’argomento della pubblicazionestessa. Ed infatti, a noi fa sempre pia-cere condividere con voi pubblicazio-ni relative al contesto socio-culturaledel nostro paese. Purtroppo tale piace-re si scontra da qualche tempo con leoggettive necessità economiche delperiodico, il quale deve anch’esso farei conti con la crisi economica e con irincari. Con un decreto interministe-riale pubblicato nella GazzettaUfficiale il 31 Marzo 2010, dal 1 apri-le il Governo Italiano ha sospeso letariffe postali agevolate per l’abbona-mento postale a libri, quotidiani eperiodici per tutto il 2010, delle qualiusufruiva anche il nostro giornale, e,

con buona probabilità, tale condizionerimarrà invariata. Infatti, malgradosiano stati stanziati fondi per ripristi-nare, le agevolazioni, fino ad ogginulla è stato deciso in merito. Tuttoquesto ha comportato, negli ultimimesi, un aumento delle tariffe postalidi oltre il 400%. Cari lettori, in questiultimi tempi, anche la famiglia di Ecoincontra difficoltà a conciliare l’ impe-gno assunto della pubblicazione delperiodico e le spese acuite dalla crisieconomica. Pertanto non potendo sop-perire con le nostre limitate risorsefinanziarie, esclusivamente alimentatedalle generose offerte, mi appello allavostra sensibilità, per continuare asostenerci e per incoraggiarci a prose-guire nell’impegno. La crisi finanziaria e economica che lanostra Nazione sta attraversando ègrave. Ma con la forza che alimenta lavita in una famiglia non dobbiamoindulgere al pessimismo. Anche diquesto tempo di crisi facciamoneoccasione di discernimento e momen-to di perseveranza nelle progettualità.Mi auguro, dunque che grazie allacostanza del nostro impegno diRedazione e alla munificenza delvostro sostegno morale e materialepossiamo, passo dopo passo, mesedopo mese, cronaca di evento dopoevento festeggiare il n.100 di questanuova serie di Eco, e guardare sempreoltre. Nel nome del Signore iniziamoquesto nuovo anno che di cuore sperosia per tutti voi foriero di giorni diserenità nel cuore, pace nelle famiglie,gioia ed amore nelle comunità. In que-sto tempo in cui la crisi finanziaria ali-menta disagi non solo economici, maanche sociali, culturali e morali, levostre azioni siano, nei luoghi doveCristo vi ha chiamati a testimoniarLo,colme di buoni propositi e di dignito-so impegno, per operare sempre perse-guendo la via della solidarietà, dellacostruzione della pace, del rispettodella amicizia, con l’assunzione diatteggiamenti di legalità e di cittadi-nanza attiva e di collaborazione per ilbene comune.A tutti voi auguro di cuore un felice egioioso 2011.

Perseveranti nell’ impegno e nella speranza

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«Il Dio inaccessibile, divenuto a me

accessibile per la sua amorosa com-

passione, volontariamente viene

secondo la carne per nascere come

uomo nella città di Betlemme, da ver-

gine giovinetta: affrettiamoci ad acco-

glierlo con animo pronto, acclamando

con timore: Signore, gloria a te».

(Orthros della prefesta).

Nell’approssimarsi della festivitàdel Natale del Signore Gesù desi-

dero porgere al Rev. Clero eparchialeed ai fedeli laici tutti i miei più sentitiauguri in armonia con i melòdi sacriche ci porgono i diversi modi di acco-gliere il Sovrano dell’universo cheviene nel mondo con la dolcezza e latenerezza appartenenti solo ai bambi-ni, soprattutto al “Pedhìon neon”, ilfiglio della Theotòcos.Vi sono nel cri-stianesimo due notti sfolgoranti laluce: Natale e Pasqua. Nella notte diNatale, Colui che è la vita è venuto inquesto mondo incredulo e ostile. Nellanotte di Pasqua ha sconfitto il male ela morte, risorgendo a vita immortale.Queste due notti rischiarano di splen-dore divino il nostro pellegrinaggiosulla terra, immerso nelle tenebre enell’ombra della morte. Senza di essela vita umana sarebbe rinchiusa in unabisso di vuoto, di tristezza e di dispe-razione. Nella grande luce che avvol-ge la Notte Santa, risuonano note maiudite di canto meraviglioso, cristallinodi gioia. Il cielo si spalanca e riversasulla terra l’esultanza degli angeli perla venuta del Salvatore. È pronto ilnostro cuore per accogliere l’annunziopiù grande che mai sia stato dato almondo? Ci siamo sintonizzati conquella gioia sublime e ineffabile cheaccomuna angeli e uomini?Riusciamo ad elevare lo sguardo lassùdove anche oggi come due millenni fail cielo è popolato di angeliche schie-re, che cantando annunciano a tutta laterra la grande gioia della vita reden-ta? Per quanto scrutiamo in tutti i libridelle varie religioni non troveremomai un Salvatore piccolo, fragile ebisognoso di tutto come un bambino.

una mangiatoia. In ogni Notte Santal’evento si ripete nell’intimo di ogniuomo. Il Natale, che si rinnova ognianno, è questo mistero mirabile dellanascita del Creatore nel cuore dellacreatura: se avremo aperto il nostrocuore al pentimento, dobbiamo sapereche la Theotòcos, Maria stessa, permezzo del Santo Spirito, vi deporrà ilpiccolo Gesù, vivo, vero, reale comequello di Betlemme, per restarvi“inseparabile e acquisito per sempre”(2 Cor 13, 5).

Cristo stia in voi: è l’augurio che for-mulo in sintonia con l’ApostoloPaolo.

† Sotir Ferrara, vescovo

Lettera del Vescovo ai fedeli

Sul palcoscenico del mondo sono pas-sati molti sedicenti “salvatori”. Questierano persone adulte, forti, potenti. Lagente li ha seguiti, applauditi e obbe-diti! Pensava che la potesse salvare.Illusioni mai tramontate di un mondoche continuamente si illude di realiz-zare se stesso con i suoi grandi uomi-ni. Ci viene presentato il veroSalvatore sotto le sembianze di unbambino. Chi può capire il sublimeumorismo di Dio, che mostra a unasocietà piena di se stessa il suoSalvatore, avvolto in fasce e depostoin una mangiatoia? Questo nostromondo habisogno di

umiltà,di tantaumil-

t à ,p e r -c h épensa difare a meno di Dio.Vuole sostituirsi aDio, vuole esserecome Dio. A questouomo gonfio disuperbia il Creatore sipresenta come unbambino. È una sfidae un invito. Ognuno èchiamato a piegare latesta davanti alla pic-c o l e z z adell’Altissimo.Ognuno è chiamato adadorare il BambinoGesù. Se saremo umilie ci apriremo a Dio,avverrà il miracolodei miracoli. Michiedo se fra tutti imiracoli possibilive ne sia uno piùgrande della nascitadi Dio nel nostrocuore. Questo è il grandeprodigio che avviene aNatale. Gesù nonnasce più in una grotta,per essere deposto in

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Anche se con un lieve ritardo, il 19dicembre 2010 il nostro gruppo

scout ha inaugurato il nuovo annoassociativo. Questo giorno era moltoatteso dai nostri impazienti ragazzi,ma anche da noi capi, perché viveresenza attività scout sembra di vivereuna vita a metà! Chi si trova a leggerequesto articolo potrà pensare chesenza scautismo si può vivere lo stes-so, forse anche meglio, ma caro letto-re per noi scout non è lo stesso! Nelcuore avverti la voglia di mettere inatto tutto quello che hai professatodurante la promessa, urge la voglia diservire Dio, la Patria ed essere unpunto di riferimento per il prossimo.Quello che noi in gergo scout usiamochiamare “APERTURA”, ha avutoinizio il 18 pomeriggio con il CDA(consiglio di lupi anziani), che conzaino in spalla e scarponi, accompa-gnati da Akela e Bagheera, si accinge-vano a vivere un momento indelebileper il loro cammino scout; era arriva-to il tanto atteso momento di abbando-nare il branco per iniziare una vita daESPLORATORI E GUIDE. Tutto si èsvolto a Piana Degli Albanesi, doveinsieme all’altro branco, i lupi anzianitrascorrevano una notte da “ultimilupi”. La serata è trascorsa all’insegnadi momenti di riflessione sul camminosvolto, venendo preparati emotiva-mente e psicologicamente ad abban-donare la loro pelliccia: compagna diavventura, di sorrisi, di emozioni… ead inaugurare quella che sarà la vitada reparto. Il 19 mattina, alle 7.30,tutto il resto del branco è pronto per

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L ’ I N I Z I O D I U N A N U O V A

“ S T R A D A ”

E’arrivato il tantoatteso momento diabbandonare ilbranco per iniziareuna vita da ESPLORATORI E GUIDE

e

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visto il periodo, ma nello stesso tempofamiliare, abbiamo organizzato unamega tombolata, che ha visto parteci-pi tutte le branche: dal clan al più pic-colo e dolce lupetto! Non si trattava disemplici premi per chi era stato il for-tunato/a a fare ambo, terno ecc, bensìdel materiale utile ad ogni scout persvolgere le sue attività in branca. Il momento più emozionante per tuttala comunità, non poteva che essere ilmomento dei “passaggi” dei lupianziani: per loro, come era successo aMowgli, era arrivato il momento diabbandonare il branco e arrivare nelvillaggio degli uomini.Dopo aver eseguito la cerimonia del“grande urlo”, i lupi anziani sono

raggiungere i loro futuri esploratori eguide, per assistere e iniziare a viverea 360° questa nuova esperienza.Giunti a destinazione, ci riuniamo inun immenso cerchio, simbolo di unio-ne e fratellanza, lanciamo le attivitàpreviste per il giorno e da qui tutto hainizio… L’obiettivo che ci siamo pre-fissati quest’ anno è quello di instaura-re un legame più intenso e partecipecon le famiglie, avvicinandoli mag-giormente alla vita scout, perchépotrebbe essere una buona iniziativaper diffondere lo scoutismo nel nostro“villaggio”. Con questa occasione,anche le famiglie sono state invitate apartecipare a questa giornata inaugu-rativa; creando un clima sia natalizio,

pronti per il grande momento, gliocchi iniziano a riempirsi di emozio-ne, nel frattempo la squadriglia chia-ma il futuro esploratore o guida edaccompagnati da un loro capo si correa gambe levate verso la STRADA.Lanciata in alto la pelliccia, simbolodi fine di una vita da lupetto, eccol’accoglienza da parte del reparto.Cari esploratori e guide, adesso saran-no la bussola e la tenda i vostri com-pagni di avventura! Da una piccolacostola che eravamo nel 2008, loscautismo continua a farsi strada nelnostro cuore e nel nostro paese, purincontrando diverse difficoltà e rice-vendo futili critiche. Da quest’anno il nostro gruppo avrà ilREPARTO, pronto ad accogliereragazzi di un’età compresa dai 12 ai16 anni, che vogliono fare dello scou-tismo un modello educativo da segui-re. Con l’auspicio di proseguire sem-pre con lo stesso entusiasmo questocammino cristiano e di lealtà, di nonessere mai stanchi di esplorare ilmondo e di “lasciarlo un po’ miglioredi come l’abbiamo trovato”, dicevaBaden Powell, colgo l’occasione peraugurare al gruppo e a tutti i fratelliscout un anno di momenti indelebili.“Lo scoutismo è palestra per l’allena-mento alle virtù difficili e solo coloroche sanno anteporre a una vita como-da ed insignificante quella austera efattiva possono accedervi, avendodavanti gli occhi la figura del Cristo: ilsuo eroismo e la sua santità”.(Giovanni Paolo II).

Benedetta Anselmo

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Nelle foto della pagina accanto e in basso, i Lupi del Branco di Mezzojuso e Piana degli Albanesi

alla Sklizza - Piana degli Albanesi durante la cerimonia dei “passaggi”.

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Le giornate del 4 e del 7 dicembresono state, per il gruppo di

Azione Cattolica di Mezzojuso, occa-sione rispettivamente di incontro e dipreparazione alla Festa dellaAdesione, che l’Azione CattolicaItaliana celebra per tradizione il gior-no dedicato alla ImmacolataConcezione, l’8 dicembre.Così, Sabato 4, tutta l’A.C. diMezzojuso si è riunita nella casa disan Giuseppe per passare una piacevo-

le serata tutti insieme, i vari gruppi(ACR, Giovani, Adulti). La serata èstata occasione di coinvolgimentoanche per le famiglie degli acierrini edi condivisione dei momenti trascorsida parte di alcuni soci all’incontronazionale di Ottobre con coloro chenon hanno potuto partecipare.Martedì 7, invece, gli acierrini e i gio-vanissimi si sono riuniti al santuarioMaria SS. Dei Miracoli per recitare ilSanto Rosario. Nella giornata di

Mercoledì 8 dicembre, l’intera fami-glia dell’A.C. mezzojusara ha rinno-vato il proprio “Si” durante la solenneCelebrazione Eucaristica delle ore11.00 nella chiesa della SS.Annunziata, in occasione della festivi-tà dell’Immacolata Concezione.Nel pomeriggio, alcuni soci hannoaccompagnato il corteo del parroco donEnzo e di alcuni fedeli culminato incontrada Pignaro, dove già da un annosorge una edicola votiva con il simula-cro della Immacolata Concezione postasu colonna, realizzata e curata per ini-ziativa del sagrista della ParrocchiaMaria SS. Annunziata, il Sig. PippoLafranconi.Gli acierrini ed ragazzi di A.C. hannoreso, insieme al parroco, al Sig. Pippoed a tutti i fedeli presenti, un omaggiofloreale alla Madonna, condividendoin seguito un semplice momento difesteggiamenti organizzato dal Sig.Pippo, con rinfresco e sparo di giochidi artificio.Nella speranza di un sempre più felicecammino durante il nuovo triennioassociativo, si coglie l’occasione diformulare i migliori auguri ad AndreaTavolacci, da poco eletto PresidenteParrocchiale.

Gli Educatori di Azione Cattolica

di Mezzojuso

A.C.I.Festa dellÕAdesione

In alto, foto di gruppo dei soci dell’A.C. il giorno dell’Adesione; In basso, foto di gruppo davanti

la Madonnina del Pignaro.

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Giorno 22 Dicembre alle ore 10,presso l’Istituto dell’Infanzia

“Bambino Gesù” di Mezzojuso, i bam-bini insieme ai loro genitori si sono riu-niti nel salone della scuola per festeg-giare insieme, come ogni anno, il SantoNatale. Tutti i bambini, vestiti da angio-letti, hanno creato con le loro dolci vocie con la loro semplicità, un’atmosferagioiosa. I canti di Natale, da loro ese-guiti, sono stati poi frammezzati dallarappresentazione dei momenti piùsignificativi prima dell’Avvento, comel’Annunciazione a Maria (Virginia LaGattuta) da parte dell’Angelo Gabriele(Maria Antonietta La Barbera), l’arrivodi Giuseppe (Gabriel Cangelosi) eMaria a Betlemme e la nascita di GesùBambino avvenuta in una stalla, perché,come hanno detto i bambini, nessunovoleva Gesù. L’esecuzione dei canti natalizi è termi-nata con il brano in lingua inglese.Lo spettacolo, infine, si è conclusocon il consueto ballo di coppia e conl’inaspettato arrivo di Babbo Natale,tra lo stupore e la gioia di tutti i bam-bini presenti. Tutto questo è stato pos-sibile grazie al lavoro e al grandeimpegno del corpo docente.

Rita Cacciatore

La Festa di Nataledella Scuola dell’Infanzia “Bambino Gesù”

Foto di Danilo Figlia

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(Università della Calabria): “GliArbëreshë di Calabria nell’occupazionefascista dell’Albania: analisi di alcunidocumenti di archivio”; Vito Scalia(Università di Palermo): “Una testimo-nianza: l’Italia in Albania di GiuseppeLo Iacono”; Francesco Leoncini(Università Ca’ Foscari Venezia):“L’Albania come parte dell’Europa cen-trale”; Eugenio Bucciol, “Presentazionedella mostra fotografica: Albania: frontedimenticato della Grande Guerra”.

L’Unione dei Comuni BESA, cuiaderiscono i comuni siculo-alba-

nesi (Arbëreshë) della Provincia diPalermo (Contessa Entellina,Mezzojuso, Palazzo Adriano, Pianadegli Albanesi e S. Cristina Gela),insieme all’Associazione ItalianaStudi Sud Est Europeo di Roma e ilCentro di Documentazione Storicasulla Grande Guerra di San Polo diPiave (TV) hanno organizzato unConvegno di Studi e una MostraFotografica dal titolo “Italia,

Albania, Arbëreshë fra le due guer-

re mondiali”.

La manifestazione si è svolta alCastello di Mezzojuso (PA) a partiredalle ore 15.30 di domenica 28Novembre 2010. Il convegno è statopreceduto da una breve introduzionedi musica popolare della tradizionearbëreshe e ha compreso la presenta-zione del volume “L’Italia in Albania(1914-1920)” di Giuseppe Lo Iacono,curato da Vito Scalia.S o n o i n t e r v e n u t i : M . D i a n o ,Presidente dell’Unione dei Comuni«Besa»; Pierpaolo Petta, che ha curatol’introduzione musicale; M. Mandalà(Università di Palermo), Vice-Presidente Aissee; Alberto Basciani

(Università di Roma 3): “Tra Politicaculturale e politica espansionistica.Italia e Albania tra le due guerre mon-diali”; Francesco Guida (Università diRoma 3): “Il Regno di Re Zog vistodalla documentazione diplomaticaItaliana (1935-1936)”; AntonioD’alessandri (Università di Roma 3):“La difficile affermazione dello StatoAlbanese dopo la Prima GuerraMondiale. Il contributo di AnselmoLorecchio”; Francesco Altimari

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ConVegno di Studi e MoStra FotograFiCa

“italia, albania, arbëreshë fra le due guerre mondiali”

In alto, una foto della mostra; in basso, un momento del Convegno. Foto di Danilo Figlia.

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Rev.ma Mons. Giuseppe Perniciaro,l’ordine sacro del presbiterato. Nel1964 viene nominato canonico delCapitolo Cattedrale di Piana degliAlbanesi. Nell’ottobre del 1962 vienenominato vice-rettore del SeminarioDiocesano e nell’ottobre del 1964assistente della G.I.A.C. (Gioventù

Italiana di Azione Cattolica) di Piana.Nel 1968 viene nominato Rettore delSeminario. Il 31 ottobre del 1975viene nominato Proistamenos delCapitolo Cattedrale di Piana. Il 29novembre del 1986 veniva nominato,

da S. Ecc. Rev.ma Mons. ErcoleLupinacci, protopresbitero.Nell’ottobre del 1989 veniva nomina-to, da S. Ecc. Rev.ma Mon. SotìrFerrara, Cancelliere della Curia epar-chiale, incarico che ha mantenuto finoal 3 ottobre 2009.Il Ricordo che conservo di papàsGjergji è di una persona dal caratterecolmo di cordialità e di disponibilità;amava tanto la nostra Eparchia, nellasua interezza, nelle sue varie realtà,mostrando sensibilità non comuneverso tutti i fedeli, non solo i fedeli dirito bizantino ma anche ed in particola-re quelli di rito romano. Noi tutti custo-diremo nei nostri cuori la memoria dellasua bontà, della sua dolcezza e della suainstancabile disponibilità all’ascolto.Eterna sia la tua memoria, fratellonostro indimenticabile e degno dellabeatitudine.

Don Enzo

Il 15 novembre 2010, è tornato allacasa del Padre il reverendissimo

Protopresbitero A. Guzzetta, fedeleservitore della Chiesa di Piana degliAlbanesi.P. Gjergji, figlio di Antonino e RosaCapaci, era nato a Piana degliAlbanesi l’11 aprile 1925. Nel 1950entrò nel Seminario di Piana, doveproseguì gli studi fino alla 5a ginnasia-le. Nel 1953 passò nel seminarioBenedetto XV di Grottaferrata, dovecompletò gli studi classici. Nel 1956passò al Pontificio Collegio Greco S.Atanasio di Roma, dove frequentò laFacoltà di Filosofia e S. Teologia. Nel1959 veniva ordinato suddiacono ediacono. Il 19 novembre 1961, inPiana degli Albanesi, nella Chiesadella Madonna Odigitria (La chiesaCattedrale, temporaneamente erachiusa al culto per lavori di manuten-zione) riceveva dalle mani di S. E.

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Papàs Gjergji riposa nel Signore

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In detto manoscritto, che si trova inquesto Archivio parrocchiale segnatocol n. 14, a pag. 178 leggiamo difattiche il rev. papàs Salvatore Franco,Vicario Foraneo e Protodiacono diquesta terra albanese di Mezzojuso,dopo aver letto diligentemente (!) iregistri ove sono annotati i nomi deifanciulli battezzati in questa MaggioreChiesa S. Nicolò, trascrisse in ordinecronologico i nomi dei papàs Arcipretidella Colonia.La cronologia del Vicario Francoperò, oltre ad essere incompleta, èimperfetta perché egli si limitò sola-mente a trascrivere una data qualsiasidegli anni di arcipretura ed i soli nomie cognomi degli Arcipreti risultantidai registri dei battezzati.Ho creduto perciò cosa opportuna anzinecessaria, perché oggi gli atti ancora

Nell’Archivio della Parrocchia dirito bizantino di S. Nicolò di

Mira di Mezzojuso si trovano conser-vate le carte dattiloscritte dellaCronologia degli Arcipreti di questa

Venerabile Maggiore Chiesa Madre

San Nicolò di Mira, frutto del lavorocertosino e dell’opera meritoria chedon Lorenzo Perniciaro nei lunghianni della sua arcipretura ha dedicatoallo studio dei registri parrocchiali dalui custoditi, dove i papas, che si sonosucceduti nel tempo, annotavano tuttele celebrazioni di battesimi, matrimo-ni e morti dei loro propri parrocchiani.Pur se in parte lacunosi, questi registri,che vanno dalla fine del XVI secolo adoggi ricoprendo quasi completamentelo sviluppo cronologico della vita delnostro paese, sono in grado di forniredati di gran lunga più completi e piùabbondanti di quelli che si possonoricavare dagli atti dello Stato civile esi-stenti nel nostro Comune che, avendoavuto inizio solo nel corso dei primidecenni dell’800, dopo che le riformenapoleoniche avevano dimostrato

l’importanza di questo genere di anno-tazioni, coprono solo l’età più recentedella nostra storia.Fermamente convinti che la conoscen-za degli eventi del passato e di quelloche hanno fatto gli uomini che cihanno preceduto serva a renderci piùforti ed a meglio prepararci ad affron-tare i problemi della vita, da tempo sicercava di realizzare il proposito didiffondere e far conoscere al maggiornumero di persone, in un modo quan-to più comodo ed accessibile, quelloche hanno rappresentato e fatto le per-sonalità più ragguardevoli che si sonodistinte nella storia della nostra citta-dina. E’ parso perciò opportunocogliere l’occasione fornita dalladisponibilità della Redazione di Eco

della Brigna per dare inizio al suac-cennato proposito con la creazione diuna rubrica alla quale ora si dà inizio,cominciando con la pubblicazionedelle notizie raccolte dall’arcipretePerniciaro, relative alla biografia degliArcipreti di rito bizantino che si sonosucceduti del nostro paese.

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PaPàs Lorenzo

Perniciaro

Spigolaturedall’Archivio della Parrocchia

di S. Nicolò

Cronologia degli Arcipreti di questa

Venerabile Maggiore Chiesa Madre

San Nicolò di Mira in Mezzojuso,

compilata per cura del reverendissi-

mo papàs Lorenzo Perniciaro pro-

topapàs di questa colonia albanese,

sulla scorta dei registri e dei docu-

menti esistenti in quest’archivio

parrocchiale.

Mezzojuso settembre 1936 - XIV.

INTRODUZIONE

Una prima cronologia dei papàs diquesta Colonia, i quali hanno ricoper-ta la carica di Arciprete di questa mag-giore Chiesa di San Nicolò di Mira, latroviamo nel volume secondo dei“Documenti grecanici manoscritti”,trascritti dal signor Carmelo FigliaSpata fu Leonardo da Mezzojuso.

a cura di

Nino e Nicola

Perniciaro

Foto di Danilo Figlia

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si leggono abbastanza bene, rifare ladetta Cronologia e renderla completa,per quanto possibile, aggiungendoanche qualche notizia ricavata daimanoscritti esistenti in archivio, e for-mare in tal modo un piccola biografiadi ciascun Arciprete.Il più antico dei registri che tuttora siconserva nell’Archivio parrocchiale, eche purtroppo si trova mancante diparecchi fogli, è quello ove sonoannotati i battezzati dal 3 giugno XIindizione 1598 al’11 aprile 1612. Hodetto purtroppo mancante di parecchifogli. Difatti, da un manoscritto tra-mandatoci dall’arciprete LorenzoCavadi, leggiamo così: “come rileveràda un libro antichissimo di battesimoavente la data del 1589 sino al1609…”, sappiamo che detto registroprincipiava dal 1589 e non dal 1598.Gli atti sono vi scritti in lingua italia-na o in dialetto siciliano ad eccezionedi alcuni, nel primo foglio, scritti illingua greca. In esso registro leggiamo i nomi ditre soli papàs: 1.“3 giugno XI indizio-

ne 1598. Io prete Paulo Papadà heb-

domadario di questa maggiore eccle-

sia di Santo Nicolao di questa terra

di Mezo juso, ho battizzato et cresi-

mato una fanciulla nata di primo…

da Augostino et helena macaluso

jugali, cui fu posto nome Maria, li

patrini furo hercoli belloxi et

Gioannella moglie…

2. “21 giugno 1598. Io Previti Andrea

Lascari capelano de la majuri eccle-

sia di questa terra di Menzo Juso [ho

battezzato et cresimato1] lu figlio di

Andrea Franco et Maria Franco juga-

li [gli fu posto] nome mariano et li

[patrini foro] Andrea princivali di la

cità di corleone et la cumari fui

…………. di rinaldo moglieri di pre-

ditto di rinaldo”.

3. “A di 8 settembre 1602. Io don

Marco Lascari “ho batizato e crizzi-

mato allo figlio di marco barbatto [cui

fu posto] nome mercurio et li patrini

foro paulo barchia et la moglieri di

vicenzo curdari”

Nel su riferito Registro dei battesiminessuno dei tre papàs si dà il titolo diArciprete. Il Vicario foraneo SalvatoreFranco (luogo citato a pag. 178) diceche nel Registro ove sono annotati ibattesimi e precisamente nell’atto del12 marzo 1611 il primo dei papàs chesi dà il titolo di Arciprete è don Andrea

Lascari.L’atto di battesimo (foglio n. 45) inve-ce è del presente tenore: “A 12 marzo

1611. Io don Andrea Lascari ho bat-

tezzato lu figlio di Giuseppe et

Dominica Cosanni poverelli [manca il

nome del battezzando] li patrini foro-

no mastro rocco di amato ferraro di

Caccamo et la mogleri di polito …”

Purtroppo manca poi il Registro dei bat-tezzati dal 1612 al … e così non si puòdare un giudizio esatto sul riguardo.Che il Lascari però abbia ricoperto concertezza tale carica, lo dimostra il decre-to del 1616, emanato da S. E. il cardina-le Giannettino Doria, Arcivescovo diPalermo, col quale un certo don PietroBorgia, da Piana dei Greci, in seguitoalla morte dell’arciprete e Vicario fora-neo don Andrea Lascari, viene nomina-to Arciprete di questa Colonia.Un’altra fonte, che ci può indicare ilnome di un altro dei primi papàsdella Colonia sono i decreti diSacra Visita, che mons. CesareMarullo, Arcivescovo di Palermo,tenne in questa terra di Mezzojuso a’15 luglio XII indizione 1584 e 13 otto-bre II indizione 1588.In essi decreti leggiamo che oltre deipapàs don Andrea Lascari e don PaoloPapadà vi era allora anche papàs donSalvatore de Alessi “et primo Ill.s

Dominus visitavit Ecclesiam Maiorem

S. Nicolai Graecorum, in qua resident

tres Sacerdotes graeci orientali con-

jugati, vivunt ex primitiis et oblationi-

bus dicti populi graecorum, quorum

primitiae ascendunt ad summan

unciarum viginti trium annui reddi-

tus… Sacerdotum nomina sunt haec,

videlicet: Pater Andrea Lascaris,

Pater Paulus Papadàs et Pater

Salvator de Alexi. Etc.”

In detti due decreti non risulta chi deitre sacerdoti allora copriva la carica diArciprete. Intanto il papàs de Alexi nonsi trova fra i sacerdoti che amministra-no i battesimi in questa Madre Chiesadal 1598 al 1618 (Registro citato).Ciò può far credere che il de Alexi siastato uno dei primi papàs Arcipretidella Colonia?Questa supposizione però è da esclu-dersi perché nel su riferito di SacraVisita del 1585 leggiamo che“Salvator de Alexi ordinatus fuit in

recente a quodam Episcopo graeco…”

“In recente” perciò è il più giovanedei tre papàs e, come tale, è da creder-

si che non sia stato Arciprete primadel Lascari. Questi poi viene nomina-to sempre prima degli altri due papàs.Precedenza onoris causa?Chi rivestiva perciò la carica diArciprete prima del Lascari? Sulriguardo si dovrebbero leggere idecreti di Sacra Visita e quelli dellanomina che, credo, esistano ancorapresso la reverendissima Curia arcive-scovile di Palermo. Lavoro questoperò non poco laborioso, che lasciamoben volentieri ad altri studiosi e appas-sionati ricercatori di cose antiche.Concludendo quindi, per mancanza diregistri parrocchiali più antichi e dialtri documenti, siamo costretti ad ini-ziare la serie degli Arcipreti di questaMadrice con il rev. don AndreaLascari, benché gli Albanesi venneroin terra prima assai della celebreCapitolazione del 3 dicembre V indi-zione 1501 e cioè verso il 1460. (Cfr.Arciprete O. Buccola, opuscolo 1909,pagg. 9-19).Premesse le superiori osservazioni,ecco la Cronologia dei papàs Arcipretie degli Economi spirituali di questaMadre Chiesa di S. Nicolò di Mira.

1599 Arciprete don Andrea Lascari

1627 Arciprete don Paolo Papadà

1641 Arciprete don Giuseppe Reres

1642 Arciprete don Ignazio Dimarco

1665 Arciprete don Girolamo Cuccia

1681 Arciprete don Silvestro Schirò

1697 Arciprete don Anzelmo Schirò

1728 Arciprete don Nicolò Figlia

1770 Econ. Sac. don Melchiorre Masi

1775 Arciprete don Francesco Cuccia

1821 Arciprete don Nicolò Dragotta

1839 Arciprete don Lorenzo Cavadi

1886 Arciprete don Antonio M. Figlia

1904 Arciprete don Onofrio Buccola

1926 Arciprete don Lorenzo Perniciaro

1975 Arciprete don Francesco Masi

1 I nostri papàs fino al 1843 subito dopo ilsanto Battesimo, conferivano anchela Cresima giusta la prescrizionedell’Euchologio (rituale) dei greci. Solocon la bolla “ Etsi pastoralis “ di BenedettoXIV fu loro proibito di amministrarlo inavvenire riservandolo al solo Vescovo.

e11

Page 12: Eco della Brigna n.79

12e

a cura di Roberto Lopes e Pino Di Micelignw’ϑisau-Non v’è dubbio: a livello di divulgazione storica, le

lapidi esposte in luoghi più o meno pubblici svolgonoun ruolo primario. Ma è anche del tutto evidente che esse,come ogni altro testo - perché di testi si tratta - espongonodei punti di vista. A volte condivisi a volte no, a volte esitidi visioni governative o risultati di insistenze nate dal bassoe mal sopportate dal potere, a volte rappresentazioni diricerche storiche approfondite o sigilli miranti a legittima-re ipotesi non fondate, ecc.La riflessione, nata da una ricerca effettuata da due classiquinte della scuola primaria di Mezzojuso nell’anno scola-stico 2005-2006 (“Memorie di Pietra”) e per la quale fun-gevo da supporto per la documentazione fotografica, mi hapermesso di riandare a tutta la problematica di cui sopra. E così ho riconsiderato errori di datazione (lapide davantialla casa natale del Buccola), autocelebrazioni (lapide diGiorgio Reres nella chiesa dell’Immacolata), rappresenta-zioni identitarie (lapide per i caduti “greci” nella primaguerra mondiale posta all’interno della chiesa di SantaMaria delle Grazie) che pongono problemi se confrontatecon altre lapidi sulla stessa ricorrenza, accomunamenti for-zati (caduti nella guerra in Spagna ricordati assieme aicaduti della seconda guerra mondiale, nella lapide situatain piazza Umberto I°), e via di seguito.Ciò che non ci dicono le lapidi, dovrebbero dirci i docu-menti, ma non sempre e non tutti. Negli ultimi anni qual-che nostro amico, nel nostro territorio, sta approfondendoun ambito storiografico costituito da memorie, lettere,diari, appunti, prodotti soprattutto da soldati e da emigrati.Tutto questo materiale costituisce un settore di testimo-nianza ancora purtroppo non del tutto apprezzato, ma la sualettura a volte ci dà la possibilità di imboccare la giustastrada per ulteriori approfondimenti.Andiamo ad alcune vicende della prima guerra mondialeche videro coinvolti dei nostri concittadini.I vincoli di amicizia coltivati in paese, dai giovani soldatial fronte vengono alimentati o attraverso incontri fortuiti oattraverso la richiesta di notizie nelle lettere inviate aiparenti rimasti a Mezzojuso.E’ il caso della lettera inviata ai genitori in data 2 luglio1917 da Salvatore Muscaglione (vedi Eco della Brigna n.6, novembre 1998). Nella missiva egli fa loro sapere che“tanti giorni addietro è morto Andrea il figlio di PetrinoRibaudo” e chiede se in paese si sia a conoscenza del fatto.Nel suo Diario di guerra Alfredo De Lisi parla spesso diincontri avuti al fronte con conoscenti e amici mezzojusa-ri o dei paesi vicini (ad esempio, Vincenzo Perniciaro,Biagio Cuttitta, Salvatore Buttacavoli, GiovanninoLascari). In data 5 agosto 1917, viene appuntato:“Appresi, con mio sommo dispiacere, la triste fine che hafatto maestro Vito Labarbera. O Dio quando finirà questatremenda carneficina?”I nomi di Salvatore Muscaglione, Petrino Ribaudo eVincenzo Perniciaro li troveremo tra i caduti nella lapide di

ACANTO DANNUNZIANOPER ILLACRIMATE SEPOLTURE

di Pino Di Miceli

CONOSCI TE STESSOMateriali per una storia locale

Lapide commemoratova dei caduti della Grande Guerra

(Mezzojuso, piazza Umberto I°) foto P. Di Miceli.

Page 13: Eco della Brigna n.79

e13

piazza Umberto I°. Ma, per esempio,che “triste fine” ha fatto Vito LaBarbera che non è citato nella stessalapide? La trascrizione dell’atto di morte cisegna la strada da seguire per dare a noistessi una risposta. L’anno millenovecentodiciotto addìquattordici gennaio in Mezzojuso nellaCasa comunale. Da S.E. il Ministrodella Guerra mi viene spedito lo infra-scritto atto di morte concepito comeappresso:“Ministero della Guerra. Direzione

generale leva e truppa. Divisione

matricole. Stato Civile in guerra.

Estratto dell’atto di morte del soldato

La Barbera Vito. Il sottoscritto

Direttore Capo della Divisione

Matricole dichiara che nel registro

degli atti di morte in tempo di guerra

del 142° Regg. Fanteria a pagina 12 ed

al n. 1285 d’ordine trovasi inscritto

quanto segue: ‘L’anno millenovecento-

diciassette ed alli 16 del mese di Luglio

nel comune di S. Maria La Longa man-

cava ai vivi alle ore 7 in età di anni 35

il Soldato La Barbera Vito del 142°

Regg.to, 6a Compagnia, Matricola

59577, distretto 33, classe 1882, nativo

di Mezzojuso, provincia di Palermo,

figlio di Vittoriano e di fu Militello

Nunzia, morto in seguito a Ferite da

fucile, sepolto al cimitero di S. Maria

La Longa come consta dal verbale

Mod 147 debitamente inviato e sotto-

scritto dal comandante il Reparto

Tenente Salvatori Sig. Arcangelo e dai

testi Sergente Maggiore Motta Giulio e

dal Ten. Cappellano del 14° Fanteria

Chelli Don Genesio. L’Ufficiale d’am-

ministrazione Incaricato della tenuta

del registro firmato Illeggibile. Roma lì

29 Dic 1917.

Io Delisi Antonino Segretario delegato

dal Sindaco con atto sedici aprile mille

novecento otto approvato Ufficiale di

Stato Civile del Comune di Mezzojuso,

in esecuzione della legge ò eseguito la

presente trascrizione, formandone lo

allegato, e mi sono sottoscritto”.

Questo il testo trascritto nel registro deimorti del comune di Mezzojuso.Ci fanno da spia alcuni elementi:“morto in seguito a Ferite da fucile”, il142° reggimento e il cimitero di SantaMaria La Longa. Cosa era successo?La Grande Guerra, come viene chiama-ta, si presenta subito con tutta la suanovità di guerra di massa e di logora-mento. Per il fronte italiano è soprattut-to guerra di trincea. Condizioni oggetti-ve di difficoltà soprattutto logistiche,cattiva preparazione, operazioni nonrisolutorie, situazione economico-sociale della nazione, fanno sì che ilmalcontento e la protesta avanzino sianelle città che al fronte. E si avrannocasi di diserzione e di ammutinamenti.Per quanto riguarda il fronte, Cadornavorrà attribuire tutto ciò alla propagan-da ideologica e disfattista. Ma si trattasolo di stanchezza di fronte alla carnefi-cina e alla durezza della disciplina.A questi casi di protesta non si sottraeuna delle brigate più famose, laCatanzaro. Già nel 1916 ha avuto infat-ti un caso di decimazione.Dall’ultima settimana di giugno 1917 ifanti della Brigata Catanzaro si trovano

nei pressi della località Santa Maria LaLonga (Friuli), per un periodo di riposo,dopo una serie di aspri combattimenti inprima linea. Tra l’altro sia il 141° che il142° reggimento della brigata si sonoprecedentemente distinti in importantiimprese belliche e per tale motivo hannoricevuto significativi riconoscimenti.La domenica del 15 luglio si spargeperò la voce che al più presto bisognaripartire per la prima linea. E precisa-mente verso Trieste.La sera scoppia una rivolta che si pro-trae per molte ore con diversi morti eferiti. La rivolta viene repressa grazieanche all’arrivo di rinforzi e con unasommaria fucilazione di alcuni ribelli.L’indomani avviene la decimazione.Dodici rivoltosi vengono estratti a sorte,fucilati all’esterno del muro del cimite-ro di Santa Maria la Longa e seppellitiin una fosse comune. Tra i fucilati vi èil nostro Vito La Barbera.Gabriele D’Annunzio, dopo avertemuto la sera prima di diventareobiettivo dei rivoltosi, assiste alla fuci-lazione e l’episodio non sfugge né allasua penna né alla sua vocazione algesto retorico ed esemplare. Il poetainfatti non si sottrae dal deporre alcunefoglie d’acanto sui corpi dei fucilati efissa le proprie impressioni su alcuniappunti che svilupperà qualche annodopo, nel 1922. Ne sortirà una paginacarica di enfasi, non solo linguistica,che vuol considerare parimenti il valo-re indiscusso della Brigata Catanzaro ela tragica fine di alcuni suoi figli di cuiriconosce la fragilità.A guerra finita ci saranno anche diverseversioni con strascichi polemici sull’ac-caduto. Alcune famiglie riceveranno lapensione, ma la verità sulla sorte deiloro cari è eufemisticamente nascosta inquel “morto in seguito a Ferite da fuci-le”. Nei tanti Albi d’Oro non leggiamo inomi di questi decimati. “Nei simbolicialberi” del “parco di rimembranza” diMezzojuso non figura mastro Vito LaBarbera di Vittoriano e di fu NunziaMilitello. Il suo nome è però inseritonell’elenco dei caduti incorniciatoall’interno della nostra sezione deiCombattenti e Reduci. Qualcuno havoluto dimenticare, qualche altro no.

Elenco dei caduti della Grande Guerra (circolo Combattenti e Reduci, Mezzojuso) foto P. Di Miceli.

Page 14: Eco della Brigna n.79

osava pensarlo o comunque dirlo, per-chè si ricordava le parole di sua madre,che le aveva sempre insegnato che nonc’è alcuna bellezza migliore di quelladell’anima e dunque ben più importan-te da quella fisica. Amava moltissimosua mamma e per questo non dimenti-cava mai qualsiasi cosa le avesse dettoe insegnato. Sua mamma aveva deside-rio che scegliesse un mestiere per col-mare il dolore della gente. Le aveva rac-contato che già dalla sua nascita era indebito con i discepoli d’Ippocrate, per-ché se oggi era in vita lo doveva soloalle mani ed al cuore degli angeli con ilcamice, che grazie alle loro abilità e alprogresso della medicina le avevanosalvato la vita. La ragazzina, nonpoteva sopportare il sangue; i suoiocchi non potevano guardare aghi,cotone, bisturi e forbici in sala opera-toria. Così quando finì le scuolesuperiori andò all’università sce-gliendo il percorso del ServizioSociale sotto la facoltà di ScienzePolitiche. L’obiettivo era disvolgere la sua attivitàall’interno di un ambienteospedaliero. Non avrebbepotuto guarire con la medi-cina i problemi di salutedelle persone, ma almenoavrebbe cercato di attenuarele possibili sofferenze socia-li che spesso accompagnano iperiodi di malattia di persone giàabbastanza sfortunate e bisognose.Stava frequentando il tirocinio dell’ul-timo anno di Università all’ospedale

deva che partire emigrante per un Paesepiù ricco del suo equivaleva poter ritor-nare arricchito e felice a sua volta. Sitrovò invece a sopravvivere grazie apiccoli lavori sottopagati che riusciva aprocurarsi frequentando mercati sco-perti, piccoli bar, ristoranti. Lavoricomunque discontinui e sottopagati.Ma a lungo andare questi lavori cosìestenuanti e precari finirono per logora-re la sua salute e il suo spirito, mentre icolpi di tosse persistenti che gli veniva-no, erano significativi dello stato disalute che peggiorava. Il sogno di ritor-nare a casa arricchito e il successo negliaffari che tanto auspicava, piano pianosi spensero nelle notti profonde in cuidormiva sui marciapiedi o nelle sere incui si addormentava sulle panchine deigiardini nonostante continuasse adaspettare il miracolo di Allah. Ora le sueenergie erano giunte agli estremi e conesse si stavano esaurendo anche sogni esperanze. Il nuovo luogo in cui risiede-va provvisoriamente da qualche setti-mana, con il materasso arrangiato e lepoche cose, era adiacente all’ospedaledelle Molinette. Osservando e studian-do i suoi amici immigrati, si mise a fareil parcheggiatore abusivo d’auto nel-l’area del parcheggio della strutturaospedaliera, nonostante sapesse di tra-sgredire le norme del Comune in cui sitrovava e inconsapevole del fatto chequell’attività lo avrebbe portato un gior-no al fortunato incontro con la ragazzacarina italo-vietnamita.La ragazza era giovane e graziosa, qual-cuno diceva che fosse bella ma lei non

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L’ospedale Molinette, centro sanita-rio d’orgoglio non solo nel pano-

rama della città di Torino ma anchedell’intera Regione Piemonte, ha unaspetto non troppo moderno ma èmolto grande. L’ingresso principale dàsu corso Bramante. Proseguendo per lastrada, dopo poche decine di metri, siincontra il fiume Po che è attraversatoda un ponte i cui bordi d’estate vengo-no riempiti di vasi con fiori profumatie colorati. Il lungo fiume lambisce ilparco del Valentino, conosciuto anchecome il parco degli innamorati. Difronte all’ospedale c’era (e si trova tut-tora) il supermercato PAM.Quell’inverno il clima era rigido eanche se non nevicava il vento taglia-va la pelle, mentre la temperatura sottolo zero non permetteva di far dimenti-care a casa guanti e copricapi.Mohammad era un immigrato tunisino,in Italia, alla ricerca di una nuova vita.Ormai era arrivato da più di 5 anni, daquando era scappato dal centro di acco-glienza dov’era stato sistemato assiemeai compagni conosciuti sul barcone cheli aveva portati via mare nelle acque ita-liane. Era un senza dimora con un sac-cone pieno delle sue cose che si era por-tato dal suo Paese. È stato allora checapì cosa volesse dire davvero viverelontano dal proprio Paese, in una terrastraniera, e fu sempre allora che ne sco-prì la dura verità: vagabondare per lestrade, senza riparo, senza appoggio diparenti o amici, affamato… dunque unaverità ben lontana da quella che primaalbergava nella sua mente, quando cre-

La stella della notte di NataleMohammad, un immigrato tunisino, in Italia, alla ricerca di una nuova vita. Un senza dimora con un saccone pieno delle sue cose che si era portato dal suo Paese.

PRIMA PARTE

di Ngoc Nga Huynh e Elisa Muscarello

Page 15: Eco della Brigna n.79

Molinette per osservare i problemisociali del contesto sanitario e fu in unodi quei giorni che incontrò l’immigrato.Un giorno stava girando in macchinaattorno alla zona dell’ospedale per cer-care un parcheggio. Era l’ora di punta enon c’erano più posti liberi. Arrivò vici-no al supermercato PAM e improvvisa-mente vide una persona che, gesticolan-do, le indicava un posto libero. Si tratta-va di Mohammad. Vicino a lui un bido-ne dell’immondizia e il suo sacco.Spostando opportunamente sia uno chel’altro, il posto per l’autovettura erapossibile. Come ricompensa lei glidiede una moneta da 2 euro e lui la rin-graziò di cuore. La sera, uscita dal lavo-ro, lei si diresse verso l’auto parcheg-giata e vide l’uomo che l’aveva aiutatala mattina a procurarsi un parcheggio.Era ancora lì, seduto rannicchiato suigradini dell’ingresso del supermercato.Lo salutò con un sorriso e con un cennodella mano al quale lui rispose con unsorriso. Da quel giorno la ragazza nonebbe più problemi di parcheggio.Bastava che arrivasse lì davanti, allostesso luogo dove si trovavaMohammad e tutto si ripeteva come laprima volta. Qualche volta, se non eradi fretta o in ritardo, si fermava a chiac-chierare con lui. Un giorno parlandodella famiglia gli disse che era per metàdi sangue vietnamita da parte di madre.Lui le parlò di uno zio che aveva fatto ilmercenario tra le truppe francesi sulfinire del periodo coloniale in Vietnam.Così cominciò a chiederle di parlare delpaese della mamma. Lei precisò diesserci stata solo due volte nella suavita, ma sufficienti per ricordare unaterra dai colori vivaci con abbondantevegetazione verde e fiumi maestosi conuna grande portata d’acqua. Mentre rac-contava, le sembrava che la dolcezzadei frutti esotici (che solo là si potevano

delle barrette a base di arachidi prove-nienti da Hue, una scatola di dolci disoia della Bao Hien Rong Vang diHanoi, una confezione di frutti secchi dialbero di pane profumato di Saigon.Sperava che quel regalino avrebbepotuto scaldare l’anima del suo nuovo“amico-conoscente” la notte di Natale.Pensando a ciò sorrise caldamente men-tre prese il pensierino dalle mani dellamadre. Sua mamma era una buddhistapraticante: pregava ogni giorno duevolte, era vegetariana, seguiva le ferreeregole del buddhismo ma allo stessotempo si era impegnata per la festa diNatale e viveva serenamente e senzacontrasti con suo marito che era cristia-no. La ragazza si trovava in mezzo tra ilcredo buddhista di sua mamma e quellocristiano del papà provando lo stessoamore verso entrambi. In famiglia sifesteggiava il Natale, la Pasqua maanche le festività buddiste come il gior-no dell’anniversario degli antenatiquando insieme si preparavano le pie-tanze da offrire agli antenati sull’altaree si accendeva l’incenso. Dunque brilla-vano in egual modo sia le luci delNatale che quelle del Vu Lan (una festareligiosa di ringraziamento verso i geni-tori molto popolare in Vietnam, la metàdi agosto del calendario lunare).Quell’ultima mattina stava posteggian-do l’auto nel solito parcheggio, eraseduta in macchina ferma nel posteg-gio, pensando al pacchettino regalofatto da sua madre.L’avrebbe consegnato al momentoopportuno. Quando scese dall’autovide la faccia di Mohammad più palli-da del solito. Pensò che forse dipende-va dai 9° sotto zero. Diede due euro altunisino, il quale con una mano tentòdi stringere i soldi e con l’altra si coprìla bocca per un forte colpo di tosse,portandosi le braccia al petto e mani-festando un’espressione di dolore.Preoccupata gli disse:Oggi ha una tosse particolarmenteaccentuata, che ne dice di provare adandare al pronto soccorso?Lui scosse la testa, e con una voce fiac-ca e interrotta da colpi di tosse rispose:Ci sono già andato altre volte, ma ades-so, senza documenti, per me diventarischioso.La ragazza tacque. In effetti quello delladocumentazione era un bel problema.

Continua nel prossimo numero

trovare) si mescolasse alla dolcezza delsentimento che provava per quella fettadi memoria che conservava così gelosa-mente. Sognava sempre di tornare inquella parte del mondo. La ragazza eracuriosa di sapere cosa avesse spinto luia lasciare il proprio paese. Glielodomandò. Lui le spiegò che alcuni suoicompaesani erano emigrati verso l’este-ro per affari e poi erano ritornati consuccesso a casa. Così aveva seguito illoro esempio, non considerando tutticoloro i quali il successo non l’avevanomai trovato. Ma la sua speranza nelProfeta era grande. Ne portava il nome(come avevano voluto i genitori) e ciògli bastava per credere fortemente cheAllah non avrebbe mai abbandonato isuoi fedeli.A volte capitava che durante questi lorobrevi scambi di racconti lui si perdessetra i ricordi e cominciasse a descriverle,con occhi sognanti, alcuni episodi dellasua vita. Un giorno le disse che glisarebbe piaciuto portarla con sé a visita-re la “sua” Tunisi, il “suo” villaggio, lespiagge che si mescolavano al blu delmare Mediterraneo, le grandi e maesto-se moschee, le distese desertiche delSahara. Mentre Mohammad parlava laragazza ne intuì la commozione e lanostalgia. Quelle espressioni sul voltodi lui e gli occhi, che da un momentoall’altro le parevano potessero riempirsidi lacrime, fecero nascere in lei il pro-fondo desiderio di aiutarlo.Avrebbe voluto fargli riabbracciare lafamiglia che chissà da quanto temponon vedeva. Ma, per adesso, doveva tro-vare il modo di aiutarlo a superare queigiorni di freddo invernale di fine anno.Ma cosa poteva fare? Lui non avevadocumenti, lei era solamente una tiroci-nante, non aveva altro che un cuore euna umanità. Sapeva che ogni notte luidormiva davanti al supermercato PAM.Una tettoia lo proteggeva un po’ daifiocchi di neve che quell’anno erano giàscesi, però non dal vento gelido di sta-gione che non risparmiava un solo cen-timetro di pelle lasciata scoperta. Inoltre,aveva cominciato a sospettava che luiavesse una qualche malattia ai polmoni.Più volte assistendo agli attacchi ditosse si era sentita impotente e triste.Arrivò l’ultimo giorno di lavoro primadelle vacanze natalizie. Quando lei rac-contò la storia del tunisino a sua madre,quest’ultima preparò un sacchetto con-tenente dei dolcetti tipici del Vietnam:

15e

Page 16: Eco della Brigna n.79

e16

e foto per le bardature che nonostantela loro vecchia età (una del 1897, lealtre del 1908) sono ancora in ottimecondizioni grazie alle cure dedicate daPiero Napoli. Anche i muli, che sonoin via d’estinzione, hanno ricevutotante ammirazioni cosicchè qualcuno,quasi meravigliato, li scambiava perasini, cosa invece banale per noi cheancora oggi vediamo qualche nostrocompaesano utilizzare, come mezzo ditrasporto, u’ mulu per recarsi in campa-gna. Per noi è stata un’esperienza indi-menticabile, anche se il tutto è statorealizzato velocemente, curando ognidettaglio; qualcuno ha anche esclama-to: «Questa è storia!». È bello tutto ciòche si sa conservare, ma soprattutto ciòche si vuol far conoscere!

Nel mese di Novembre, ormai dacirca sei anni, trascorriamo 4-5

giorni a Verona, in occasione dellaFiera Cavalli, una delle fiere equestripiù note al mondo. A partire è sempreil solito gruppo, anche se ogni anno ilnumero dei partecipanti aumenta. Nel2010, in modo particolare, si sonoaggiunti a noi cinque muli, un’asina, ele bardature di S. Giuseppe, per farsfilare in fiera la retina, la stessa che aMezzojuso sfila in occasione dellafesta estiva della Sacra Famiglia.Ebbene sì: ciò è stato messo in atto!L’idea è nata dal presidente dellaConfraternita al momento in carica,Pietro Napoli, e da un altroconfratello, Simone La Barbera,dipendente dell’Istituto Sperimentale

Zootecnico “Luparelli” di Palermo.Grazie alla collaborazione di tutta laconfraternita, dei dirigenti delle stes-so Istituto, del parroco don EnzoCosentino, del Sindaco di MezzojusoNicolò Cannizzaro, e del nostroamico Nino Navarra che ha messo adisposizione i muli, è stato possibilefar conoscere la nostra tradizionerappresentando la Regione Sicilia eprincipalmente Mezzojuso.Quanta emozione e soddisfazionevedere la retina in un contesto insolitoe magnificente quale la Fiera Cavallidi Verona, un evento in cui si possonoammirare i migliori esemplari equinidel mondo.Questa novità è stata accolta bene,ricevendo tanti complimenti, applausi

La “Retina” di S. Giuseppe

a Fieracavalli 2010

Page 17: Eco della Brigna n.79

17

Si è approfittato di questo importan-te momento di kermesse interna-

zionale sul panorama equestre che èFieracavalli, ormai giunta alla sua112° edizione, per parlare dell’impor-tante ruolo che il settore equino rive-ste anche in Sicilia. La Sicilia oltre a possedere uno splen-

dido territorio è terra di antiche tradi-zioni e probabilmente grazie alle

i n n u m e r e v o l id o m i n a z i o n i ,possiede un patri-

monio culturalenon indifferente.

Nell’isola la com-ponente rurale

del patrimonioculturale èinsufficiente-

mente valo-r i z z a t arispetto aquella dei

centri storici urbani e corre il rischiodi essere abbandonata in quanto pocoaccessibile.Pertanto con lo sviluppo degli equidisi è pensato di creare un momento disintesi tra la valorizzazione del territo-rio, in particolare le realtà ambientalidell’entroterra siciliano, ed il cavallo. Ciò consentirebbe il recupero ed ilmantenimento delle attività produttivestrettamente collegate alle popolazioniautoctone ed alle tradizioni culturali.Tale binomio, cavallo e salvaguardia

dell’ambiente, offrirà senz’altro l’op-portunità di dare impulso alle fragilimicroeconomie collinari e montanedell’Isola.Le risorse ambientali del nostro splen-dido territorio possono senz’altro esse-re colte meglio a cavallo ed è per que-sto che si è pensato al cavallo qualepolo attrattivo attorno a cui fare ruotareuna certa economia. Il cavallo diventaquindi lo strumento per la valorizzazio-ne del territorio e la riscoperta della sua

storia. Cavalli, sentieri e antiche casci-ne diventano essenziali per la riscoper-ta di itinerari culturali e gastronomici.Gli stessi diventano strumenti nonindifferenti per una prospettiva econo-mica necessaria al fine di invogliaresoprattutto i giovani imprenditori a nonabbandonare la campagna.La conservazione del territorio, degliecosistemi e degli habitat naturali sonoelementi imprescindibili al fine dellasalvaguardia della biodiversità e quin-di necessari al mantenimento dellevarie specie nei loro ambienti naturali.

e

La ”retina” è stata

presentata, con

enorme successo, al

salone delle tradizioni

di Maria Baleri e al

Padiglione 9 - Ring A

dell’Associazione

Italiana Allevatori.

Page 18: Eco della Brigna n.79

18e

tuali prove serali, tutto il cast, conl’aiuto di amici e parenti, si è impe-gnato nella realizzazione della sceno-grafia rappresentante un cortile dicampagna ottocentesco ambientatonel periodo della vendemmia, duecasolari laterali convergenti sullosfondo in un pergolato ove i vendem-miatori raccoglievano l’uva. Tra lealtre cose, con l’ausilio del prof.Antonino Brancato, ci siamo cimenta-ti anche nella realizzazione di brevicanti in dialetto siciliano previstidurante alcune scene della rappresen-tazione. La lunga attesa si consumavaalle 21.30 circa del 20 novembre.Ognuno di noi, dal momento che lavicenda era ambientata nella Siciliadell’800 durante il periodo di vendem-mia, indossava abiti tipici dei contadi-ni di quell’epoca, e quando la battutadel primo vendemmiatore rompeva ilsilenzio, l’ansia lasciava postoall’adrenalina perchè la nostra creatu-

richiesti dal copione, ma una voltacostituito il cast, ci siamo subitoimmersi nel lavoro, affrontandolo conimpegno e serietà.Durante la preparazione abbiamoincontrato diversi ostacoli, per lo piùdovuti all’incompatibilità degli orari,che spesso non permetteva la presenzadi tutti i personaggi, tuttavia non cisiamo mai arresi e il nostro entusia-smo ha alimentato la voglia di portarea termine il progetto.Questa esperienza non ha soltantoavuto l’obiettivo della buona riuscitadello spettacolo, ma ha anche permes-so che si instaurassero nuovi rapportidi amicizia e di consolidare quelli giàesistenti. Il parco-attori, infatti, eracomposto da persone di diversa età,nonostante ciò, si è venuto a creare unclima piacevole di complicità, dovenon mancavano gaf e risate. Il periodo finale è stato quello piùimpegnativo in quanto, oltre alle abi-

ANNATA RICCA MASSARU CUNTENTI

In queste righe vorremmo rac-contare come una semplice

esperienza teatrale possa assere unpretesto per dimostrare che in realtà

non è vero che Mezzojuso sia unpaese dove prevale la noia. In realtàoccorre solamente un “pizzico” divolontà, affinché si possa realizzarequalcosa che sia allo stesso tempo,una fonte di svago per la cittadinanzae una forma di aggregazione per tutticoloro che hanno contribuito alla rea-lizzazione della commedia in dialettosiciliano di Nino Martoglio: “Annataricca, Massaru cuntenti”, andata inscena giorno 20 novembre 2010 pres-so il Castello di Mezzojuso.Lo spettacolo è stato organizzatodall’Associazione Culturale“Prospettive” con il patrocinio delComune di Mezzojuso. Il lavoro si èprotratto per quattro mesi e non è statofacile trovare quindici “attori” daaccostare ai quindici personaggi

Il nuovo lavoro dell’Associazione Culturale “Prospettive” è andato in scena con grande successo Sabato 20 novembre 2010 al Castello di Mezzojuso

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ra cominciava a materializzassi, e conessa, i nostri sforzi venivano apprez-zati da un salone stracolmo di spetta-tori, che ricambiava applaudendo trauna risata e l’altra, ovvero sia, gliingredienti che il grande Antonio DeCurtis definiva il pane quotidiano perun attore. Certo è che il 21 novembrenessuno di noi era più attore, ma sicu-ramente possiamo affermare che èstata un’esperienza gratificante. Lavicenda si svolgeva precisamente lanotte di San Michele Arcangelo (29settembre), inscenata in due atti, ove,si consumavano, tra una tracannata el’altra, storie ed intrighi di carattereamoroso con annessi tradimenti. Alla fine dello spettacolo attori, sce-nografi e aiutanti abbiamo offerto aglispettatori “ciciri caliati cu zuccaru ebonu vinu ginirusu”, concludendocosi la nostra avventura. Non voglia-mo pensare che questa commedia siastata fine a se stessa, a noi piace voler-la considerare come un inizio da cuipartire per intraprendere nuovi proget-ti e per invogliare quanta più gentepossibile a rendersi meno inattiva,contribuendo cosi alla crescita socialedel nostro paese.

Elena Siragusa

Silvia Burriesci

ANNATA RICCA MASSARU CUNTENTI di Nino Martoglio

Con:Annalisa BuaDora BuaSilvia BurriesciVincenzo CuttittaCarmelo D’OrsaSalvatore Gattuso Salvatore GuideraRoberto LopesValeria LopesLuciano MeliIsidoro PiastraElena SiragusaGiovanni TantilloTommaso ValentiValentina Viscardi

Scenografia:Mariaelisa MoralesCiro MuscarelloGiuseppe Tavolacci

Musiche: Nino Brancato

Interventi musicali: Angelo MeliGiuseppe Sunzeri

Regia: Roberto Lopes

19e

Nelle foto di Danilo Figlia, alcuni momenti

della rappresentazione.

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“La Redazione informa che è possibi-le leggere on-line il nostro giornale sulsito dell'associazione “Prospettive”che gentilmente ha concesso lo spazio.L'indirizzo è il seguente: “www.asso-ciazioneprospettivemezzojuso.org”.Sono già presenti nel sito i numerirelativi al 2010”.

e20

Pennacchio Biagio e Morales Maria Concetta

Mezzojuso, 20 Febbraio 2010, Santuario Maria SS. dei Miracoli

Lanterna Epifanio e Moscato Rosanna

Palermo, 20 Marzo 2010, Chiesa S. Francesco d’Assisi

Musacchia Giuseppe e Achille Giuseppa

Mezzojuso, 24 Aprile 2010, Parrocchia S. Nicolò di Mira

La Barbera Giuseppe e Bisulca Ivana Filippa

Godrano, 04 Giugno 2010, Chiesa Maria SS. Immacolata

Farini Mario e Vicari Agnese

Vicari, 19 Giugno 2010, Chiesa S. Giusto Martire

D’India Pietro e Mercurio Daniela

Palermo, 05 Luglio 2010, Chiesa S. Francesco di Sales

La Barbera Salvatore e Schirò Nicolina

Mezzojuso, 20 Luglio 2010, Parrocchia Maria SS. Annunziata

Sucato Maurizio e Di Napoli Marianna

Ventimiglia di S., 31 Luglio 2010, Chiesa Immacolata Concezione

Rivaldo Nicasio e Porcaro Marialuisa

Villafrati, 07 Agosto 2010, Chiesa Maria SS. Trinità

Di Mariano Emanuele e Di Miceli Vincenza

Mezzojuso, 11 Settembre 2010, Parrocchia Maria SS. Annunziata

Magalini Enrico e Terrano Annalisa

Palermo, 23 Ottobre 2010, Chiesa SS. Salvatore

Matrimoni celebrati nel 2010

ENTRATE

Offerte € 10.310,50

TOTALE ENTRATE € 10.310,50

USCITE

Passivo anno precedente € 2.461,50

Stampa (giornale e calendario) € 8.500,00

Spedizione € 2.075,00

Acquisto materiale di cancelleria € 1.153,70

Tassa Ordine dei Giornalisti € 110,00

TOTALE USCITE € 14.300,20

PASSIVO 2010 € 3.989,70

BILANCIO “ECO DELLABRIGNA” ANNO 2010

èSTORIA

NATURA

ARTE

CULTURA

Mezzojuso

Provincia Regionale di Palermo Comune di Mezzojuso Associazione Turistica Pro Loco Mezzojuso

Ass. Museo il tempo nella memoria

di Salvatore Bisulca

L’Associazione Turistica Pro LocoMezzojuso ha provveduto a ristampa-re la brochure Mezzojuso: Storia,natura, arte, cultura, (nella foto lacopertina) con una rivisitazione com-pleta che riguarda il formato, il nume-ro di pagine, le foto ed i testi.

La Redazione

ringrazia i lettori

per le offerte ricevute

durante l’anno 2010,

ricordando che

il giornale si finanzia

esclusivamente con esse.

Page 21: Eco della Brigna n.79

Antonino Gebbia, lasciandoMezzojuso, dove era nato nel

1921 e dove aveva trascorso la suagiovinezza, si era riproposto di tornar-vi spesso e, certamente, di trascorrerviparte delle sue vacanze estive. Ma vitornò solo rare volte e per brevi perio-di. Tuttavia Mezzojuso fu sempre nelsuo cuore e nei suoi pensieri. A Mezzojuso iniziò la sua carriera diinsegnante di lettere nella ScuolaMedia Parificata, tenacemente volutada padre Luca Gattuso, dell’Ordinedei monaci Basiliani, e funzionantedai primi anni ’50 fino all’istituzionedella media statale. In seguitoAntonino Gebbia si trasferì a Mileto,

una ridente cittadina oggi in provin-cia di Vibo Valentia, dove vennechiamato ad insegnare nella locale

Achille Pina M., Mezzojuso € 20,00Gebbia Santi M., Palermo € 50,00D’Orsa Tony, Leinì € 25,00N.N. € 20,00Raimondi Francesco, Palermo €100,00Terranella Giuseppe € 30,00Meli Andrea, Cossato € 30,00Cuttitta Maria, Palermo € 50,00Di Grigoli Caterina, S. Cipirrello € 10,00Lanterna Giuseppe, Castagnole L. € 30,00Magnate Maria, Mezzojuso € 15,00Cusintino Giuseppe, Leinì € 50,00Divono € 50,00Lo Bue Salvatore, USA $ 20,00Vaste Pietro, Palermo € 30,00Lo Monte Giulia, Torino € 20,00Blackburn Dr & Mrs Joe $ 100,00La Gattuta Salvatore, Svizzera € 30,00Morales Salvatore, Germania € 20,00Valenti Pietro, Australia € 20,00De Miceli Maria G., Francia € 150,00Russotto Salvatore, Mezzojuso € 50,00Poletti Giuseppe, Palermo € 20,00Bidera Ciro, Arona € 30,00Tavolacci Giosafat, Palermo € 50,00Vittorino Francesco, Mezzojuso € 20,00Cusimano Rosa, Marineo € 20,00La Gattuta Antonino, Palermo €100,00Achille Perniciaro Giov., Mezzojuso € 20,00D’Orsa Caterina, Mezzojuso € 20,00N.N. € 15,00Russotto Maria S., Mezzojuso € 20,00N.N., Mezzojuso € 5,00Mamola Giuseppe e Angela, USA$ 100,00Muscaglione Gius., Mezzojuso € 50,00N.N. € 20,00Cangelosi Maria, Campofelice di F. € 20,00Giacalone Teresa, Mezzojuso € 15,00La Scala Giuseppe, Misilmeri € 20,00Reina Vincenzo, USA $ 80,00Canfora Enzo, Germania € 20,00Sanfilippo Caterina, Villabate € 30,00Sanfilippo Giuseppe, Mezzojuso € 50,00Princiotta Nicolò, Bolzano € 20,00Canfora Daniel, Germania € 20,00Ferrara Giuseppe, P. d. Albanesi € 100,00

OFFERTE RICEVUTEI NUOVI ARRIVATI

ANTONINO CONTESSAdi Ciro e Ester Schillizzi

ALEXANDRO CIOBOTARUdi Maricel e Necoleta Lingurariu

SALVATORE CANZONERI di Baldassare e Luisa Melagranato

SONIA GIUSEPPINAPENNACCHIO

di Tonino e Francesca Rigoglioso

CLARA MARIA D’ARRIGOdi Giuseppe e Elena Lo Bue

GIUSEPPE DI FINAdi Rosario e Cira Cangelosi

RIPOSANO NEL SIGNORE

RUBINO ANTONINA15/01/1929 - 01/11/2010

GOVERNALE FILIPPA05/09/1932 - 01/11/2010

CUTAIA MARIA ROSA26/12/1945 - 08/11/2010

BRANCATO PETRONILLA20/01/1911 - 22-11-2010

GEBBIA PAOLO03/01/1939 - 05-12-2010

e21

Il 20 di settembre 2010 presso ilConservatorio di Stato “AntonioScontrino” di Trapani, Nicola DiGrigoli ha conseguito il Diploma diLaurea in basso tuba, con la valutazionedi 9.50/10, eseguendo i brani: Concertoper basso tuba di R. Vaughan Williams;Sonata Paul Hindemith; due lezioni: n°4 del Peretti, n° 57 Kopprasch; traspor-to e passi orchestrali. Relatore è stato ilProf. Marco Sala.

Il 4 Novembre 2010, presso la Facoltàdi Architettura dell’Università degliStudi di Palermo, Salvatore Fucarinoha conseguito la Laurea Specialisticain P ian i f i caz ione Ter r i to r i a leUrbanistica e Ambientale, con la vota-zione di 110/110 lode e menzione,discutendo la tesi dal titolo “Dallatutela del paesaggio alla riqualifica-zione territoriale: il piano di recuperodi Triscina di Selinunte”. Relatrice èstata la Prof.ssa Ignazia Pinzello.

Il 10 Novembre 2010, presso la Facoltàdi Medicina e Chirurgia dell’Universitàdegli Studi di Palermo, Luisa Valentiha conseguito la Laurea inInfermieristica, discutendo la tesi daltitolo “Chirurgia mininvasiva dellatiroide: assistenza infermieristica”.Relatore è stato il Prof. Salvatore Vieni.

Ai neolaureati i migliori Auguri dallaRedazione.

LAUREE

scuola media.Dal matrimonio con una cittadina diMileto, la maestra Adalgisa Pititto,nacque Loredana che, seguendo leorme paterne, insegna latino e greco inun liceo classico. Antonino Gebbia si inserì presto ebene nel contesto sociale e culturale diMileto, tanto da dare alle stampe duepregevoli lavori sulle tradizioni popo-lari locali, “A spacca e pisa” e“Mileto”.La sua esistenza terrena si è conclusail 22 novembre del 2010, dopo unavita interamente dedicata alla forma-zione di diverse generazioni di giova-ni, alla famiglia e allo studio.

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e22

NOVEMBRE

Lunedì 1

Festa di tutti i Santi: alle ore 11.00 ilparroco don Enzo celebra la SantaMessa in suffragio delle anime deifedeli defunti nella chiesa SS.Annunziata e non come di consueto alcimitero, a causa del maltempo.

Martedì 2

Commemorazione dei defunti: il par-roco don Enzo celebra la Santa Messain suffragio dei defunti presso la cap-pella del Cimitero. Dopo laCelebrazione, il parroco procede allabenedizione delle tombe.

Domenica 7

-Festa delle Forze Armate: alleore 11.30, nella chiesa della SS.Annunziata, i parroci don Enzo epapàs Pietro Lascari concelebrano laSanta Messa in suffragio dei Caduti ditutte le guerre. Alla Celebrazione par-tecipano le autorità civili e militari delpaese e i soci del Circolo Combattentie Reduci di Mezzojuso. Al terminedella Celebrazione si muove un cor-teo per deporre una corona di fioripresso la lapide dei Caduti posta inpiazza Umberto I.-La Compagnia “Ci Risiamo” diMezzojuso presenta alle ore 20,30presso i locali dell’ Istituto “AndreaReres” uno spettacolo multimedialedal titolo “Il meglio di Ci Risiamo”.

Sabato 7

Alle ore 18.00, al Castello, il CircoloPD convoca il Congresso di Circoloper l’elezione del Segretario e deiComponenti del Direttivo.

Sabato 27

Alle ore 17.00, nella Parrocchia di SanNicolò di Mira ha inizio il novenario

in onore di San Nicolò. Ogni pomeriggio, per nove giorni finoal 5 dicembre, il parroco, papàs PietroLascari celebra la Divina Liturgia.

Giovedì 18

Alle ore 17.00, nella Parrocchia di SanNicolò di Mira, ha inizio il triduo dipreparazione alla Festivitàdell’Ingresso al Tempio della SS.Madre di Dio.

Domenica 21

Festività dell’Ingresso al Tempio della

SS. Madre di Dio.

Alle ore 11.00 e alle ore 17.00, il par-roco Papàs Pietro Lascari celebranella Parrocchia di San Nicolò diMira la Divina Liturgia, al terminedelle Celebrazioni, dopo la Artoklasiaviene distribuita ai fedeli la cuccìabenedetta, simbolo della tradizionalefesta denominata “A Maronna rimenzi simenti”.

DICEMBRE

Sabato 4

A Piana degli Albanesi, nei locali della“Sklizza” si svolge la Co.Ca.(Comunità Capi) del Gruppo AGESCI“Piana degli Albanesi 1”. La Co.Ca.prosegue, nella giornata di Domenica5, sulla traccia di riflessione dal titolo“Scegliere il Servizio, come Rut …”.

Domenica 5

Alle ore 17.00, presso la parrocchia diSan Nicolò di Mira, si celebrano i

Vespri Solenni in onore di San Nicolò,al termine dei Vespri, la Artoklasia deitradizionali “panuzza ri San Nicola”.

Lunedì 6

Feste di San Nicolò di Mira: Alle ore11.00 e alle ore 17.00, il parroco diSan Nicolò di Mira, papàs Pietro cele-bra la Divina Liturgia. Alla fine delleCelebrazioni sono distribuiti ai fedeli itradizionali “panuzza ri San Nicola” .

Martedì 7

Si costituisce a Mezzojusol’Associazione “Voltalacarta”, con loscopo di promuovere attività socio -culturali nella nostra comunità.Presidente dell’Associazione è stataeletta Annalisa Bua. Al Presidente edai soci dell’Associazione vanno imigliori auguri di buon lavoro daparte della redazione.

Giovedì 16

Con le Celebrazioni pomeridiane, hainizio in entrambe le Parrocchie lanovena di preparazione al Santo Natale.

Venerdì 17

Alle ore 17.00, a Palazzo Jung, in ViaLincoln a Palermo, è inaugurata lamostra di Nicola Figlia del titolo “IlMastro di Campo”. La mostra resteràaperta fino al 3 gennaio 2011.

Sabato 18

-I soci della neo costituitaAssociazione “Voltalacarta” si recanopresso la Casa di Riposo “AnnaFrank” di Misilmeri, per allietare con

BREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVI a cura di Francesca Brancato

Cesto dei Morti, preparato dalla Sig.ra

Caterina Mirto. (foto P. Di Miceli).

Foto di Danilo Figlia.

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e23

canti popolari e natalizi gli anzianiospiti della struttura.-Alle ore 17.30, al Castello si svolgeuna assemblea cittadina per discuteresui disservizi dell’Ufficio Postale diMezzojuso. L’assemblea è promossada: CGIL, CISL, UIL, ADOC, CIA ePD. Per i giorni successivi inoltre lesuddette Associazioni promuovono unaraccolta di firme per protestare contro idisservizi che causano l’apertura a gior-ni alterni dell’Ufficio Postale.

Venerdì 24

-Alle ore 20,00, i ragazzidell’Associazione “Voltalacarta” ese-guono per le vie del paese canti popo-lari e natalizi per allietare la vigilia delSanto Natale.-Notte di Natale: alle ore 23.30, inentrambe le Parrocchie ha inizio laCelebrazione del Santo Natale. Nellachiesa della SS.Annunziata, dopol’Ufficio delle Letture, due piccoli

angeli portano in processione versol’Altare maggiore il simulacro ligneodi Gesù Bambino. Il parroco don Enzoprocede in seguito con laCelebrazione Eucaristica. I piccoliangeli del Santo Natale 2010 sono

BREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVI a cura di Francesca Brancato

Carissimi compaesani,

Mi auguro che con piacere possiateammirare i nuovi banchi nella chiesaparrocchiale di S. Nicolò di Mira.Ringrazio tutti coloro che mi sono stativicini per realizzare quest’opera, inmodo particolare i costruttori MastroPeppino Caravella e il figlio Antonio, idiretti collaboratori il Sig. Pietro Farinie il Dr. Enzo Schirò e tutti coloro checon generosità hanno contribuito e checontribuiranno con la loro offerta.San Nicola possa intercedere per tuttinoi abbondanti grazie e il SignoreRisorto ci conceda la sua DivinaMisericordia e il perdono dei peccati.Vi aspetto a “San Nicola...” con affet-to, un cordiale saluto.

Papàs Pietro Lascari

Banchi nuovi a San Nicola

Il “Mastro di Campo” di Nicola Figlia a Palazzo Jung

Foto di Danilo Figlia.

stati in Parrocchia : Erica Bellone di 4anni ed Alice Schillizzi di 6 anni.

Martedì 28

Alle ore 21.00, il Coro dellaParrocchia Maria SS. Annunziata par-tecipa ad un concerto a Villabate (PA),in occasione della IV RassegnaNatalizia delle Corali organizzatadalla Parrocchia “San Giuseppe”.

Venerdì 31

Alle ore 17.30, nella chiesa del SacroCuore di Gesù del Collegio di Maria,don Enzo celebra il Te Deum. Al ter-mine della Celebrazione le Suore invi-tano i numerosi fedeli presenti nelsalone per un momento di condivisio-ne durante il quale scambiare gliauguri per il nuovo anno.

Il Coro della nostra Parrocchia a Villabate.

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edirettore Responsabile: Vincenzo CosentinoCondirettore: Carlo ParisiRedazione: Francesca Brancato, Doriana Bua, Danilo Figlia, Concetta Lala, Ciro Muscarello, Margherita ReresIndirizzo: Piazza F. spallitta - mezzojuso (Pa) - Tel e fax 091 8203179 - [email protected] - Codice IBaN: IT41 F076 0104 6000 0002 0148 904Grafica ed impaginazione: Gianni Schillizzistampa: Istituto Poligrafico Europeo s.r.l.

ECOBRIGNA

della

In copertina:Gianluca e

Chiaramaria

(foto di Danilo Figlia)PERIOdICO BImEsTRalE - PaRROCChIa maRIa ss. aNNUNzIaTa - mEzzOjUsONuova serie, Registrato presso il Tribunale di Palermo al n. 33 del 15.10.97

Santo Natale 2010: Presepe in Parrocchia.