Num. 18 - 11 maggio 2013 Settimanale - A Sua...

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Settimanale Num. 18 - 11 maggio 2013 Oasi dell’accoglienza In un vecchio casale in campagna dà ospitalità a bambini malati di talassemia Quella non è vita Ogni giorno per i quartieri di Kinshasa in cerca di ragazzini da sottrarre alla strada Missionari, non eroi Si trasferisce con la famiglia in Mozambico per vivere in una baraccopoli Anno I • Num. 18 (18) Settimanale dell’11 maggio 2013 • Rivista € 1,50 • Rivista + DVD € 9,90 • Rivista + A Sua Immagine Extra n. 4 a € 9,99 in più Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abb. Postale D.L.353/2003 (conv. in L.27/2/2004 n. 46) - art. 1, comma 1 - LO/MI IN REGALO la BIBBIA A FUMETTI da leggere con genitori e nonni Quando era cardinale andava tra i diseredati nei ghetti. Bergoglio crede e vive oggi quello che ha creduto e vissuto da semplice sacerdote Il Papa dei poveri GIORNATA MONDIALE DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI Joseph Ratzinger: “I social network strumento di evangelizzazione” I Vangeli della settimana commentati INSERTO STACCABILE

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SettimanaleNum. 18 - 11 maggio 2013

Oasi dell’accoglienzaIn un vecchio casale in campagna dà ospitalità a bambini malati di talassemia

Quella non è vitaOgni giorno per i quartieri di Kinshasa in cerca di ragazzini da sottrarre alla strada

Missionari, non eroiSi trasferisce con la famiglia in Mozambico per vivere in una baraccopoli

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IN REGALO la BIBBIA

A FUMETTI da leggere

con genitori e nonni

Quando era cardinale andava tra i diseredati nei ghetti. Bergoglio crede e vive oggi quello che ha creduto e vissuto da semplice sacerdote

Il Papa dei poveri

GIORNATA MONDIALE DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI

Joseph Ratzinger: “I social network strumento di evangelizzazione”

I Vangeli della settimana commentati

INSERTO STACCABILE

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Il Vangelo della settimana DA SABATO 11 MAGGIO A VENERDÌ 17 MAGGIO 2013

Prima lettura Fu elevato in alto sotto i loro occhi

Dagli Atti degli Apostoli(Capitolo 1, versetti 1-11)

Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo.Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, du-rante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguar-danti il regno di Dio. Mentre si tro-vava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalem-me, ma di attendere l’adempimento

della promessa del Padre, «quella – disse – che voi avete udito da me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo».Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il re-gno per Israele?». Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la for-za dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino ai confini della terra».Detto questo, mentre lo guardava-no, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stava-no fissando il cielo mentre egli se ne

La liturgia della Parola domenicale è commentata da padre Ermes Ronchi e Marina Marcolini

andava, quand’ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, per-ché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato as-sunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo».

Salmo responsoriale(Sal 46)

R. Ascende il Signore tra canti di gioia.

Popoli tutti, battete le mani!Acclamate Dio con grida di gioia,perché terribile è il Signore, l’Altissimo,grande re su tutta la terra. R.

Ascende Dio tra le acclamazioni,il Signore al suono di tromba.Cantate inni a Dio, cantate inni,cantate inni al nostro re, cantate inni. R.

Perché Dio è re di tutta la terra,cantate inni con arte.Dio regna sulle genti,Dio siede sul suo trono santo. R.

Seconda Lettura Cristo è entrato nel cielo stesso

Dalla lettera agli Ebrei(Capitolo 9, versetti 24-28;

capitolo 10, versetti 19-23)

Cristo non è entrato in un santua-rio fatto da mani d’uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore. E non deve offrire se stesso più volte, come il sommo sa-cerdote che entra nel santuario ogni

Le ragioni della speranza

DOMENICA 12 MAGGIO 2013

A Sua Immagine

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anno con sangue altrui: in questo caso egli, fin dalla fondazione del mondo, avrebbe dovuto soffrire molte volte.Invece ora, una volta sola, nella pienezza dei tempi, egli è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso. E come per gli uomini è stabilito che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, così Cristo, dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti, apparirà una se-conda volta, senza alcuna relazione con il peccato, a coloro che l’aspet-tano per la loro salvezza.Fratelli, poiché abbiamo piena liber-tà di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù, via nuova e vi-vente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne, e poiché abbiamo un sacerdote gran-de nella casa di Dio, accostiamoci con cuore sincero, nella pienezza della fede, con i cuori purificati da ogni cattiva coscienza e il corpo la-vato con acqua pura. Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è degno di fede colui che ha promesso.

Vangelo Mentre li benediceva veniva portato verso il cielo

Dal Vangelo secondo Luca

(Capitolo 24, versetti 46-53)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno pre-dicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, comincian-do da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».Poi li condusse fuori verso Betània

e, alzate le mani, li benedisse. Men-tre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tor-narono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

CommentoDio ha preso carne nel seno di una donna, rivelando la sua segreta nos-talgia di essere uomo. Gesù ascende nel cielo, portando con sé la nostra nostalgia di essere Dio, posta sotto il cielo della benedizione. Infatti l’ultimo messaggio di Gesù è una benedizione: alzate le mani li bene-disse.La maledizione non appartiene a Dio, noi ne siamo testimoni. Io so bene che non sono degno di essere benedetto da Dio, eppure mi prendo la sua benedizione e la invoco: che sia anch’io da te benedetto, nelle mie amarezze e nelle mie povertà bene-detto, in tutti i miei dubbi benedetto, perfino nei giorni in cui tutti i petali sono chiusi benedetto da Te, finché venga il sole; benedetto da Te che intrecci anche i piccoli dettagli del mondo in un tappeto di luce.Ho amato ogni cosa con l’addio (Marina Cvetaeva). Nel momento dell’addio Gesù allarga le braccia sui discepoli, li raccoglie e li stringe a sé, loro provano una grande gioia: dan-no e ricevono amore, e sono felici. Luca conclude, a sorpresa, il suo Van-gelo dicendo: i discepoli tornarono a Gerusalemme con grande gioia. Dovevano essere tristi piuttosto, finiva una presenza, se ne andava il loro amore, il loro amico, il loro maestro.Il primo motivo di gioia: Gesù non abbandona i suoi, soltanto agisce in modo diverso da prima. Non se ne va al di là del cielo, ma nel profondo di tutte le vite.Scrive un poeta: assenza più ar-dente presenza. Alle volte anche un genitore risulta più incisivo sui figli

calibrando la propria assenza piut-tosto che condizionandoli con una presenza invadente. Li induce alla responsabilità, all’inventiva, a valo-rizzare doni e capacità. La fiducia dei genitori è vento nelle vele dei figli.Ascensione è un atto di enorme fi-ducia di Gesù in quegli uomini e in quelle donne che lo hanno seguito per tre anni, che non hanno capito molto, ma che lo hanno amato molto: affida il suo Vangelo alla fragilità, loro e nostra.Il secondo motivo di gioia: essi ve-dono in Gesù che l’uomo non finisce con il suo corpo, che la nostra vita è più forte delle sue ferite, che dove l’uomo finisce comincia Dio. È la gioia di sapere che il nostro amare non è inutile, ma sarà raccolto goccia a goccia, vivo per sempre; che il nos-tro lottare non è inutile, ma produce cielo sulla terra.

Santi del giornoS. Achilleo, Ascensione, S. Cirillo, S. Crispolto e

compagni, S. Domenico della Calzada, S. Efrem

di Gerusalemme, S. Epifanio di Costanza di

Cipro, S. Filippo, S. Filippo di Agira, S. Germa-

no, B. Giovanna di Portogallo, B. Giovanni de

Segalars, B. Imelda Lambertini, S. Modoaldo,

S. Nereo, S. Pancrazio, S. Rictrude

San PancrazioMorto in giovane età sotto Diocleziano, è patrono dei Giovani di Azione

Cattolica. Nel tempo le vicende storiche della sua vita sono state arricchite da elementi leggendari della sua “Passio” e non sempre è facile isolare aspetti di fantasia da episodi di storia reale. Presso il suo sepolcro il Papa San Simmaco innalzò una celebre basilica e il Papa Gregorio Magno vi convocò frequentemente il popolo, perché da quel luogo ricevesse testimonianza del vero amore cristiano.

Il Vangelo della settimana DA SABATO 11 MAGGIO A VENERDÌ 17 MAGGIO 2013

A Sua Immagine

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Sono stato testimone di un in-

contro che le te-lecamere di Ra-iUno non hanno ripreso, tra due persone straor-

dinarie. Da una parte Kiko Arguel-lo, l’iniziatore del Cammino Ne-ocatecumenale, dall’altra padre Paolo Dall’Oglio, gesuita e testimo-ne dell’islamofilia, cioè della neces-sità di intessere rapporti di amicizia con i musulmani, contro la ditta-tura dello scontro di civiltà, che è la teoria per la quale l’occidente e l’oriente islamico sono in guerra in vario modo da molti anni, con tutti i disastri che abbiamo visto e vedia-mo. Sono testimone, dicevo, di un incontro tra i due, mentre andava in onda la messa di RaiUno e Kiko lasciava lo studio e padre Paolo entrava. Due uomini, uno di fron-te all’altro: entrambi rocciosi, tra-scinanti, carismatici. Due profeti, cioè due uomini di Dio, impegna-ti su fronti diversi dell’evangeliz-zazione ma dalla stessa parte. Due uomini latini, nel senso del sangue caldo, del temperamento: l’uno spa-

Vi racconto un dialogo appassionatoKiko e padre Dall’Oglio si sono visti in studio. In quel momento le telecamere erano spente. Ma io prendevo appunti

gnolo, l’altro italiano. Due persone che sanno fare sogni grandi con Dio, sanno sognare e quindi segnare un cambiamento profondo nelle realtà che li circondano. È stato padre Pa-olo a cercare Kiko, appena entrato in studio. L’ha fatto con decisione, segno che voleva farlo, e gli ha det-to queste parole: “Per puro caso ci vediamo ma non è un caso”. Kiko lo ha guardato stupito e gli ha do-mandato: “Lei chi è?”. “Mi chiamo Paolo, sono gesuita e fondatore di una comunità per l’amicizia con i musulmani e credo che il dialogo islamo-cristiano dovrebbe entrare nella teologia del Cammino Neo-catecumenale”. Kiko ha risposto: “C’è già! Sappia che pochi giorni fa in una piazza dove siamo im-pegnati con le missioni, e non era l’Italia, un ragazzo del Cammino si è avvicinato ad un giovane mu-sulmano dicendogli ‘Allah ti ama!’. E quello l’ha preso dalla cravat-ta, gli ha stretto il collo, gridando

‘Come ti permetti?’, per poi met-tersi a piangere e iniziare un cam-mino con noi”. Padre Paolo ha ri-sposto e Kiko di nuovo e così via. Ad un certo punto uno dei due ha chiesto un abbraccio. Ed è fini-ta lì, con la promessa di rivedersi. “Legga il libro che ho scritto, glie-ne mando una copia”, ha suggerito Kiko e sono certo che padre Paolo gli manderà il suo. Peccato che le telecamere fossero spente, anche se dubito che in onda sarebbe potuto venire un dialogo così spontaneo. Secondo me si vedranno ancora e metteranno a disposizione dei loro sogni le rispettive esperienze, per il bene di tanti. Kiko e padre Paolo sono già nella storia: noi abbiamo il privilegio di invitarli, di ascoltarli, di seguirli, ma sappiamo che i no-stri figli li studieranno a scuola. Nei loro dialoghi il soggetto è sempre il prossimo, l’altro. Mentre li vede-vo, appassionati, pensavo alle pri-me comunità cristiane, quelle rac-contati negli Atti degli Apostoli. Credo avessero la stessa passione per il Vangelo. Credo che non ci sia alternativa a questa passione.

Rosario Carello

Dopo la diretta IL SALOTTO DEL CONDUTTORE

A un certo punto uno dei due ha proposto un abbraccio. Ed è finita lì, con la promessa di rivedersi

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Due uomini, uno di fronte all’altro: entrambi rocciosi, trascinanti, carismatici. Indubbiamente due uomini di Dio