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SETTIMANALE CATTOLICO MODENESE POSTE ITALIANE S.p.A. - SPED. ABB. POST. - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1 COMM. 1 DCB DI MODENA Domenica 9 dicembre 2012 Anno LVI n° 44 • euro 1.20 GIORNALE LOCALE A che punto è la notte FONDATO NEL 1957 www.nostrotempo.it Quale stato sociale? Approfondimenti A Modena appuntamento per parlare di redditi e famiglia A PAGINA 8 Nella compagnia degli uomini N ell’anno 2011 sono stati notificati nella nostra provin- cia 61 nuovi casi d’infezione da Hiv per un totale di 2.146 dall’inizio dell’epidemia. In tutti questi anni, l’e- pidemia dell’infezione ha subito diversi cambiamenti, con una forte diminuzione del numero dei casi d’infezione fino alla fine degli anni ‘90, a cui ha fatto seguito un andamento so- stanzialmente stabile. La trasmissione per via sessuale è di gran lunga la prevalente, in particolare modo mediante rapporti etero- sessuali che nella nostra provincia rappresentano il 70% dei nuovi casi nell’ultimo triennio. La trasmissione legata allo scambio di siringhe tra tossicodipendenti, che ha sostenuto l’infezione negli anni ‘80, riveste ormai un ruolo secondario. Progressivo aumento dell’età al momento della segnalazione: si è passati da una età me- dia di 23 anni per gli uomini e 22 per le donne nel 1985, a 39 e 43 anni nel 2011. Progressivo l’aumento del numero delle persone im- migrate da paesi extracomunitari, che attualmente rappresentano il 40% delle nuove notifiche. Il progressivo aumento dell’età indica che il target delle campagne di sensibilizzazione ed informazione deve sempre più allargato, non limitandosi solo ai giovani. Nell’ul- timo quinquennio in quasi il 70% delle notifiche segnalate come trasmissione per via eterosessuale, non era nota la positività del o della partner. Questo indica che nonostante gli sforzi comunica- tivi non è sufficientemente percepito il rischio della trasmissione sessuale del virus Hiv e sia necessaria una maggiore formazione. Questa è la fotografia dello situazione attuale. Ma la fotografia in- ganna, non spiega tutto quel che vede, perchè non vede tutto, non mette in guardia dalla sua finta trasparenza. Una fotografia seppur nitida non ci dice nulla delle persone affette dall’infezione. Questa fotografia della realtà epidemiologica della provincia di Modena si ferma in superficie e non può entrare nelle menti e nei cuori degli uomini che leggono queste percentuali. Non si considera poi che a ogni numero corrisponde una persona con tutto il suo carico di angoscia, dì solitudine, di paure, e di speranze. Questo grande album non ci mostra le difficoltà concrete di chi quotidianamen- te si confronta con la sua infezione. Se si guarda superficialmente ai progressi raggiunti fino ad oggi nella lotta all’Aids, è probabile che la prima parola che ci salta in mente sia “fallimento”. La cura, intesa come guarigione, non c’era 27 anni addietro e non c’è oggi, e probabilmente non ci sarà nei prossimi anni. Ma se si cambia prospettiva e si guarda alla terapia, la lista dei successi si allunga di molto. Chi inizia la terapia precocemente ha un’aspettativa di vita fino ad oggi, più o meno sovrapponibile alle persone negative. E’ di estrema importanza che la diagnosi di avvenuta infezione sia fatta precocemente quindi allo stadio di sieropositività e non quan- do ci si trovi in Aids conclamato, come purtroppo oggi avviene sempre più frequentemente limitando la possibilità dell’interven- to terapeutico. Il fatto che la maggior parte delle nuovo infezioni vengano diagnosticate in modo tardivo prova come sia ignorato o sottostimato il rischio d’infezione. Come risultato abbiamo sia una diminuita possibilità di cure e, quando si ignora di essere infetti nell’intervallo di diversi anni tra la sieropositività, quasi sempre asintomatica, e l’Aids conclamato, gli infetti hanno la possibilità di contagiare altre persone ignare, che la trasmetteranno a loro volta. E’ anche per questo che la fotografia con le percentuali non rispec- chia la realtà che sicuramente è peggio di quella che riportata. E’ sempre importante, quindi, la prevenzione, che richiede innanzi- tutto una formazione opportuna ed esigente oltre a un sistema di sostegno per superare le barriere della discriminazione. L’appuntamento al Forum Monzani con Giuseppe Savagnone sulla Costituzione conciliare Gaudium et Spes. Un’analisi approfondita sulla presenza dei laici nella Chiesa e nel mondo. In febbraio e in aprile gli incontri su Sacrosanctum Concilium e Dei Verbum Pagina 3 Una giornata per la disabilità Convegno nel 70° di fondazione della struttura A PAGINA 12 Istituto Charitas Azione Cattolica Assemblea e veglia col vescovo per l’associazione diocesana A PAGINA 9 L’adesione: un sì detto insieme

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Nostro Tempo

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FONDATO NEL 1957 www.nostrotempo.itSETTIMANALE CATTOLICO MODENESE

POSTE ITALIANE S.p.A. - SPED. ABB. POST. - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1 COMM. 1 DCB DI MODENA

Domenica 9 dicembre 2012 Anno LVI n° 44 • euro 1.20

GIOR

NALE

LOCA

LE

A che punto è la notte

FONDATO NEL 1957 www.nostrotempo.it

Qualestato sociale?

Approfondimenti

A Modena appuntamento perparlare di redditi e famiglia A PAGINA 8

Nella compagnia degli uominiNell’anno 2011 sono stati notificati nella nostra provin-cia 61 nuovi casi d’infezione da Hiv per un totale di 2.146 dall’inizio dell’epidemia. In tutti questi anni, l’e-pidemia dell’infezione ha subito diversi cambiamenti,

con una forte diminuzione del numero dei casi d’infezione fino alla fine degli anni ‘90, a cui ha fatto seguito un andamento so-stanzialmente stabile. La trasmissione per via sessuale è di gran lunga la prevalente, in particolare modo mediante rapporti etero-sessuali che nella nostra provincia rappresentano il 70% dei nuovi casi nell’ultimo triennio. La trasmissione legata allo scambio di siringhe tra tossicodipendenti, che ha sostenuto l’infezione negli anni ‘80, riveste ormai un ruolo secondario. Progressivo aumento dell’età al momento della segnalazione: si è passati da una età me-dia di 23 anni per gli uomini e 22 per le donne nel 1985, a 39 e 43 anni nel 2011. Progressivo l’aumento del numero delle persone im-migrate da paesi extracomunitari, che attualmente rappresentano il 40% delle nuove notifiche. Il progressivo aumento dell’età indica che il target delle campagne di sensibilizzazione ed informazione deve sempre più allargato, non limitandosi solo ai giovani. Nell’ul-timo quinquennio in quasi il 70% delle notifiche segnalate come trasmissione per via eterosessuale, non era nota la positività del o della partner. Questo indica che nonostante gli sforzi comunica-tivi non è sufficientemente percepito il rischio della trasmissione sessuale del virus Hiv e sia necessaria una maggiore formazione. Questa è la fotografia dello situazione attuale. Ma la fotografia in-ganna, non spiega tutto quel che vede, perchè non vede tutto, non mette in guardia dalla sua finta trasparenza. Una fotografia seppur nitida non ci dice nulla delle persone affette dall’infezione. Questa fotografia della realtà epidemiologica della provincia di Modena si ferma in superficie e non può entrare nelle menti e nei cuori degli uomini che leggono queste percentuali. Non si considera poi che a ogni numero corrisponde una persona con tutto il suo carico di angoscia, dì solitudine, di paure, e di speranze. Questo grande album non ci mostra le difficoltà concrete di chi quotidianamen-te si confronta con la sua infezione. Se si guarda superficialmente ai progressi raggiunti fino ad oggi nella lotta all’Aids, è probabile che la prima parola che ci salta in mente sia “fallimento”. La cura, intesa come guarigione, non c’era 27 anni addietro e non c’è oggi, e probabilmente non ci sarà nei prossimi anni. Ma se si cambia prospettiva e si guarda alla terapia, la lista dei successi si allunga di molto. Chi inizia la terapia precocemente ha un’aspettativa di vita fino ad oggi, più o meno sovrapponibile alle persone negative. E’ di estrema importanza che la diagnosi di avvenuta infezione sia fatta precocemente quindi allo stadio di sieropositività e non quan-do ci si trovi in Aids conclamato, come purtroppo oggi avviene sempre più frequentemente limitando la possibilità dell’interven-to terapeutico. Il fatto che la maggior parte delle nuovo infezioni vengano diagnosticate in modo tardivo prova come sia ignorato o sottostimato il rischio d’infezione. Come risultato abbiamo sia una diminuita possibilità di cure e, quando si ignora di essere infetti nell’intervallo di diversi anni tra la sieropositività, quasi sempre asintomatica, e l’Aids conclamato, gli infetti hanno la possibilità di contagiare altre persone ignare, che la trasmetteranno a loro volta. E’ anche per questo che la fotografia con le percentuali non rispec-chia la realtà che sicuramente è peggio di quella che riportata. E’ sempre importante, quindi, la prevenzione, che richiede innanzi-tutto una formazione opportuna ed esigente oltre a un sistema di sostegno per superare le barriere della discriminazione.

L’appuntamento al Forum Monzani con Giuseppe Savagnone sulla Costituzione conciliare Gaudium et Spes.Un’analisi approfondita sulla presenza dei laici nella Chiesa e nel mondo.In febbraio e in aprile gli incontrisu Sacrosanctum Conciliume Dei Verbum

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Una giornataper la disabilitàConvegno nel 70° di fondazionedella struttura A PAGINA 12

Istituto CharitasAzione Cattolica

Assemblea e veglia col vescovoper l’associazione diocesana A PAGINA 9

L’adesione: un sìdetto insieme

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2 Domenica 9 dicembre 2012 NostroTempo

Primo pianoSi è concluso il secondo ciclo degli incontri di catechesi al Sant’Anna

Una luce tra le sbarre

Come preannunciato su Nostro Tempo N°41 del 18 no-vembre scorso si è

concluso questo secondo ci-clo di incontri di catechesi al S. Anna con don Francesco Cavazzuti, “ormai di casa”, mercoledì 21 novembre e con Giuseppina Caselli, direttrice della Caritas Modenese, mer-coledì 28 novembre. Comin-ciamo dalla fine!Giuseppina Caselli è inse-gnante di scuola elementare ma anche direttrice della Ca-ritas Diocesana Modenese dal 31 gennaio 2003. Ci spiega un po’ quali sono i suoi compiti in qualità di responsabile di que-sto importante organismo ec-clesiale, fra questi la gestione dei volontari che operano nei ‘Centri di ascolto’, importanti punti di riferimento per una richiesta di aiuto, per essere la voce di chi non ha voce. Pri-ma di condividere con noi le sue riflessioni sulle Parole del

La seconda tappa del tempo di Avvento è segnata da una figura straordinaria, inviata da Dio stesso a pre-parare la venuta della Salvezza per mezzo del Figlio, Gesù Cristo.

Si tratta di Giovanni, il figlio di Zaccaria, quel Giovanni di cui Luca ha già narrato l’annuncio della nascita e la sua vita in “re-gioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele”.E’ a questo punto che “la Parola di Dio venne su Giovanni”.Per sottolineare con forza questa venuta, ecco indicati tempi, luoghi, potenti: dall’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio, al governatorato di Ponzio Pilato in Giudea, ai regni di Erode, Filippo e Lisania, ai responsabili religiosi, i sommi sacerdoti Anna e Caifa.Una dovizia di particolari per collocare un evento destinate a segnare il futuro di tutti gli uomini, di tutti i tempi.E’ Dio stesso che guida Giovanni lungo tutta la regione del Giordano a predicare “un battesimo di conversione per il per-dono dei peccati”.Si tratta di una missione che supera di gran lunga i termini ge-ografici, temporali, politici e religiosi in cui Luca pone l’evento.E’ il riferimenti ai testi profetici di Isaia che spalanca la pro-spettiva di salvezza per ogni uomo e ogni tempo.E’ una conversione cui ogni uomo di buona volontà è chiamato, purificando la propria condotta, creando dentro di sé le condi-zioni per un incontro positivo con il Signore.Certamente l’agente principale per questo cambiamento radi-cale è Dio, ma l’uomo è chiamato con forza a collaborare, ad impegnarsi. A mettere tutto l’impegno nel ”preparare la via, nel raddrizzare i sentieri del Signore”. Ciascuno è messo con le sue debolezze, con i suoi limiti, a lottare per la propria salvezza.Paolo, nel breve tratto della Lettera ai Filippesi di questa do-menica, prega perché “la carità cresca sempre di più in cono-scenza e in pieno discernimento, perché possiate distinguere ciò che è meglio ed essere in integri e irreprensibili per il gior-no di Cristo”.

“Preparate la via del Signore” (Lc3,4)

Riflessionisulla Parola

G.G.

La mostra ‘Extrema Ratio’Porta Aperta, dal 7 al 9 dicembre

Farsi fotografare, lasciare le impronte digitali, depositare le borse, sperimentare l’esperienza detentiva: questo sarà pos-sibile dal 7 al 9 dicembre 2012 a Modena presso la chiesa

di San Giovanni Battista (via Emilia Centro vicino a Piazza Mat-teotti) visitando la mostra interattiva dedicata alla vita in carcere “Extrema Ratio”, ideata dalla Caritas Ambrosiana. L’evento è pro-mosso dal Centro di accoglienza Porta Aperta, in collaborazione con la Caritas modenese, il Csi Modena e il Csi Volontariato. La mostra, a ingresso libero, osserverà il seguente orario di apertura: ogni giorno dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 20. L’apertura della mo-stra è resa possibile grazie al prezioso contributo volontario delle tante persone che hanno offerto la loro disponibilità.

• AndreA ScArAmelli

Vangelo della prima domeni-ca di Avvento Anno C, inizio del nuovo Anno Liturgico, Giuseppina ha voluto raccon-tare anche le motivazioni che l’hanno spinta ad essere oggi qui con noi, il cammino che ha compiuto in questi ultimi mesi sul tema ‘Carcere’, che aveva visto sempre da lontano e sul quale, pensiamo noi, si sarà sempre chiesta che cosa sarebbe dovuto accadere per entrare in contatto con questo mondo.Bene, quel ‘qualcosa’ lo ha scoperto nell’esercizio della sua professione di insegnante condividendo una situazione davvero difficile vissuta dal-la famiglia di un suo alunno a seguito della detenzione in carcere del papà. E’ stato questo fatto, questo vissuto, il comportamento esemplare della madre e moglie che ha saputo gestire una situazione che poteva essere traumati-ca per il bambino, riuscendo a mantenere viva la presenza del padre, e far si che la sua assenza non fosse vissuta dal bambino come un abbandono.Giuseppina ha condiviso, si

è fatta prossimo verso questa famiglia trovando così rispo-sta alla sua domanda iniziale e dimostrando che certe no-stre scelte/azioni, non è detto che debbano essere progetta-te a tavolino. Spesso ci si la-scia coinvolgere con ciò che il Signore ci fa incontrare sul nostro cammino, il problema è che dobbiamo stare attenti a riconoscerlo. Partendo dai significati dell’Avvento co-me tempo di preparazione al Natale, prima venuta di Ge-sù, di un Dio che si è fatto Bambino, ‘germoglio giusto’ come dice Geremia, ma anche come tempo dell’attesa della seconda venuta di Gesù ‘su una nube con grande potenza e gloria’ in un contesto in cui ‘le potenze dei cieli saranno sconvolte’, Giuseppina ci ha invitato a soffermarci sul si-gnificato che hanno per noi gli sconvolgimenti che possono accadere intorno a noi ma an-che nelle nostre vite personali. Una malattia, un abbandono, un’amicizia che ci tradisce, un lutto o altre situazioni difficili in cui sperimentiamo che la nostra vita non è più quella di

prima, in cui ci sembra che il mondo ci sia caduto addosso. Questi sconvolgimenti sono la ‘porta della fede’, momenti in cui verifichiamo se la nostra fede è vera. Il Signore ci dà dei preziosi consigli: alzatevi in piedi, alzate il capo, state at-tenti a voi stessi, vegliate pre-gando, lasciamo entrare Gesù nella nostra vita perché ci aiuti a crescere e a risollevarci come persone libere che guardano a se stesse con dignità. Se fare-mo tutto questo, non avremo paura e saremo pronti per an-dare incontro al Signore che viene. Impariamo a fidarci, soprattutto di Dio!E su questo abbiamo avu-to una testimonianza reale e concreta di don Francesco Cavazzuti mercoledì 21 no-vembre, che ha sperimentato sulla propria pelle un vero ‘sconvolgimento’ che ha cam-biato la sua vita, dopo il tra-gico attentato subito durante la sua missione in Brasile nel 1987. Avendone già parlato in un precedente servizio, mi limito a raccontare questo nuovo incontro di don Fran-cesco, che inizia, dicendo: “Ho

predicato il Vangelo dell’amo-re, della fraternità” poi si sof-ferma un attimo e aggiunge “della giustizia” e qui ci tiene a sottolineare che finchè si parla di “fraternità” va ancora tut-to bene, ma quando pronunci la parola “giustizia” la cosa si fa più pesante, “infatti la Pa-rola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppia taglio …” (Ebrei 4,12). Questa sua fedeltà alla parola, perché “la Parola di Dio non è incatenata! (2 Timoteo 2, 9b), lo ha esposto al punto da essere vittima di un attentato che gli ha causato la cecità. Per quanto riguarda il Van-gelo della domenica di Cristo

Re dell’Universo, don France-sco si sofferma sul processo a Gesù, figlio di un falegname, da parte di Pilato, governatore del paese.Qui abbiamo l’uomo che giu-dica Dio, quante volte gli uo-mini giudicano Dio e a volte lo condannano! L’uomo vuole essere superiore a Dio, ma Dio dice “Io sono il tuo Dio, non la moda, il gioco, il denaro, la forza, la grandezza, l’orgoglio etc…”. Seguito, come già in precedenza, con vivissimo in-teresse, don Francesco conclu-deva, formulando un augurio: “Spero che le mie parole siano entrate nel vostro cuore e por-tino un po’ di luce”.

Il grazie delle comunità terremotateFinale Emilia ha ospitato la celebrazione della festa di Santa Barbara, patrona dei Vigili del Fuoco

Martedì 4 di-cembre Finale Emilia, uno dei centri più

duramente colpiti dal sisma del maggio scorso, ha ospita-to nella tensostruttura presso il Seminario le celebrazioni di Santa Barbara, patrona del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.Il Comando provinciale dei Vigili del Fuoco, in accor-

do con l’Amministrazione Comunale, ha infatti voluto onorare la propria santa pro-

tettrice a Finale Emilia in segno di omaggio al lavoro di tanti volontari nei mesi

scorsi.Nella tenso-struttura, alle ore 11, davanti alle autorità ci-vili e religiose è stata celebrata la Santa Mes-sa officiata da mons. Antonio L a n f r a n c h i , arcivescovo di Modena-No-nantola e da mons. Fran-cesco Cavi-na, vescovo

di Carpi, alla guida dei due territori dioce-sani che hanno subìto i danni maggiori. Al termine della c e l e b r a z i o n e eucaristica, il riconoscimen-to delle annuali onorificenze.Il sindaco di Finale Emilia Fernando Fe-rioli ha detto che la celebra-zione della pa-trona dei Vigili

del fuoco “è l’occasione per farci portavoce del profondo ringraziamento da parte di tutta la popolazione colpita dai sismi del 20 e 29 mag-gio, al Corpo dei Vigili del Fuoco che con abnegazione e grande spirito di servi-zio ci ha aiutato a superare i momenti di emergenza e del difficile impegno della ricostruzione della normali-tà. La loro presenza, fatta di instancabile lavoro e spirito di servizio è stata un punto fermo che ci ha dato forza e coraggio per rialzare la testa e guardare fiduciosi al futuro con la certezza di non essere soli”.

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3Domenica 9 dicembre 2012NostroTempo

50 anni fa il Concilio

L ’appuntamento con Giuseppe Savagnone sulla Gaudium et Spes ha concluso la prima parte del ciclo di quattro con-ferenze sulle Costituzioni conciliari proposte dalla dioce-

si nel cinquantesimo anniversario del Vaticano II e inaugurate dall’incontro, a metà novembre, con mons. Franco Giulio Bram-billa su Lumen Gentium, la costituzione sulla Chiesa. I prossimi due appuntamenti sono nel 2013. Lunedì 18 febbraio mons.Feli-ce Di Molfetta, vescovo di Cerignola – Ascoli Satriano, interviene su Sacrosantum Concilium, la costituzione che riguarda la litur-gia, mentre mons. Luciano Monari, vescovo di Brescia, chiude il ciclo delle conferenze parlando della Dei Verbum, la costituzione sulla Parola di Dio, lunedì 29 aprile. Anche i prossimi due appun-tamenti cono in calendario al Forum Monzani

Parola e Liturgia:due conferenze nel 2013

“Laici nel cuore di Dio”Giuseppe Savagnone ha presentato al Forum Monzani la Costituzione conciliare Gaudium et Spes sulla Chiesa nel mondo contemporaneo

Un percorso di let-tura nella ricchezza della Gaudium et Spes: il professor

Giuseppe Savagnone, mem-bro del Progetto culturale della Cei, la scorsa settimana a Mo-dena ha offerto alle persone presenti al Forum Monzani una serie di tracce per muo-versi nella comprensione di questo importante documento e suscitare il desiderio di rileg-gerlo, o leggerlo per la prima volta.“Rimane valido ancora oggi

– ha precisato Savagnone – il metodo con cui la Gaudium et Spes affronta le cose, l’approc-cio, il guadagno definitivo che il Concilio ci lascia, anche og-gi, ovvero accostarsi al mondo con grande interesse, rispetto, spirito di amicizia. La Chiesa infatti non è un’entità a parte, parallela al mondo, esterna ad esso o, peggio, inclusiva del mondo, nell’errata convinzione che il resto non abbia alcun va-lore. Al contrario la Gaudium et Spes ci insegna che la Chie-sa ha bisogno del mondo, per essere aiutata ad essere se stes-

• mAriApiA cAvAni

sa. La Chiesa infatti capisce fino in fondo chi è soltanto nel dialogo con il mondo, mentre aiuta il mondo a scoprire la sua identità”.Il laico è l’uomo della Chiesa nel cuore del mondo e l’uo-mo del mondo nel cuore della Chiesa: lo stesso sottotitolo della Costituzione concilia-re, la Chiesa nel mondo con-temporaneo, ci dice che essa è immersa senza riserve e senza difesa. Se non si arrocca, ha la stessa vulnerabilità che Gesù ha voluto per sé. Ma cosa è il laico? Indicava un membro del Popolo di Dio senza ruoli specifici, che si identifica con un essere non e con la consa-pevolezza di non essere tutto. E quindi deve la sua crescita al rapporto con qualcuno di

altro, al di fuori di lui. Il lai-co cristiano non ha un con-fine tra sé e ciò che sta oltre, un confine non inteso come muro, ma come luogo dove darsi appuntamento con l’altro per ascoltarlo, consapevoli che ci arricchisce, e di avere un io che può arricchire l’altro. I laici sono capaci di dialogo, di ricer-ca, di farsi domande: la Chie-sa nasce quando gli Apostoli escono dal cenacolo.In una società piena di inte-gralisti e talebani, non solo nella fede, il laico può aiutare a porre domande. La Gau-

dium et Spes ci insegna che non abbiamo tutte le risposte, che la Chiesa non ha tutte le soluzioni, ma le ricerca a vol-te nell’ascolto reciproco: non è detto che su ogni cosa ci sia una certezza.C’è paura delle domande, oggi, c’è sete di certezze, ma la vi-ta non è chiara e la fede è un cammino. Le risposte alle do-mande possono venire anche dai lontani. Possiamo imparare dalle lingue e dai concetti dei diversi popoli, dalle filosofie pagane, perché la Chiesa non è autoreferenziale, ma è come Cristo, protesa verso il Padre e per questo verso gli uomini.“Facciamo scappare la gen-te - ha sottolineato ancora il professore - con il nostro lin-guaggio ingessato, mentre do-

vremmo imparare il linguaggio degli uomini. Possiamo impa-rare anche da chi ci avversa, comprendendo perché lo fa. Negli anni la Chiesa ha per-so gli operai, gli intellettuali: dobbiamo capire perché se ne vanno, imparando il loro lin-guaggio”.Gaudim et Spes ci ha insegna-to un grande rispetto per le re-altà terrene, che hanno leggi e valori propri, e ciò è conforme al volere di Dio. Le altre reli-gioni vivono il dualismo tra sacro e profano: ci sono luo-ghi, persone, tempi e attività in cui si concentra il divino, tutto il resto è profano; il mondo quindi non vale nulla. Il cri-stianesimo ha superato que-sta visione, lo stesso annuncio della nascita del Cristo, a una donna, tra i pagani, a Nazareth, lo dimostra. Il cristiano offre il suo corpo in sacrificio: il cri-stiano celebra la liturgia della strada, dell’officina, della fa-miglia, dell’ufficio. E io posso dire queste cose, che sono nel Vangelo, perché educato dal Concilio. I nostri tempi han-no aiutato il Vangelo ad essere esplicitato sottolineando l’im-

portanza delle cose terrene, di una Chiesa umile e semplice, che può anche rinunziare a diritti acquisiti quando l’uso potrebbe far dubitare della sin-cerità della testimonianza. La forza della Chiesa infatti sta nella fede e nella carità vissute e non nella sovranità esteriore. La Chiesa è laica perché non può dominare tutto, come an-che lo Stato deve essere laico, non totalitario quindi: la vera laicità non ha paura dei sim-boli religiosi, è capace di ac-cogliere tutto e tutti.Noi laici non siamo impor-tanti solo come aiutanti dei sacerdoti; l’atteggiamento giusto non è il clericalismo: il laico deve portare le sue idee nel discernimento, alla luce del Vangelo, altrimenti non si discute più. Senza questo confronto, i cristiani quando escono dal tempio si lasciano tutto alle spalle e non sono in grado di sostenere ciò in cui credono, oppure restano cle-ricali in chiesa e laicisti fuori. I laici non devono aspettarsi

La Gid, Galleria Incontro Dehoniana, regala ai nuovi mem-bri dei Consigli Pastorali parrocchiali un’edizione delle quattro costituzioni del Concilio Vaticano II, in occasio-

ne del 50° anniversario del Concilio. I parroci o i loro incaricati possono ritirare le copie a loro occorrenti presso il punto vendita di corso Canalchiaro, con lo stesso elenco dei nuovi membri che hanno consegnato in diocesi.

Gid per i Consigli pastorali

Le quattro Costituzioni in regalo

tutto dai pastori, ma assumer-si le proprie responsabilità, alla luce di una coscienza cor-rettamente formata. Operare nella società è compito dei fedeli laici, agendo nella vita pubblica e rispettandone la le-gittima autonomia, e insieme portando nella Chiesa le pa-

role del mondo. “Non siamo il ponte tra Chiesa e mondo che non appartiene a nessuna delle due rive – ha precisato Savagnone –, ma siamo nel cuore di entrambe le realtà. L’augurio con cui concludo l’intervento è che possiate es-sere laici nel cuore di Dio”.

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4 Domenica 9 dicembre 2012 NostroTempo

Aggregazioni laicali

A seguito del dibattito e della replica dell’arcivescovo, si è svolta l’elezione dei sei membri della consulta nel Consiglio pastorale diocesano. Sono stati elet-

ti: Giuseppe Grana - Centro Culturale Cattolico “il Faro”; Francesco Pagano - Rinnovamento nello Spirito; Stefano Chiapponi - Movimento di Apostolato “Regnum Christi”; Carmen Fausone - Comunità “Chemin Neuf ”; Franco Mes-sori - Alleanza Dives in Misericordia; Andrea Mazzi - Asso-ciazione Comunità Papa Giovanni XXIII.

In consiglio pastorale diocesano

A partire dall’amore per la Chiesa

Lo scorso 1 dicembre si è ritrovata la con-sulta diocesana per le aggregazioni laicali,

che comprende una cinquanti-na di associazioni, movimenti e gruppi. A inizio riunione An-tonio Martinelli, per conto del-la segreteria della consulta (cui partecipa insieme al segretario Paolo Neri e ad Anna Cavaz-zuti), ha fatto il punto sulla ‘fo-tografia’ delle aggregazioni, dopo un questionario a cui hanno risposto il 63% delle re-altà invitate. Ci sono in diocesi delle aggregazioni storiche e capillarmente presenti anche in molte nostre parrocchie: Azio-ne Cattolica, Movimento dei Focolari, Comunione e Libera-zione, Cursillos di Cristianità, Csi, Anspi, per citare le più co-nosciute che hanno fondamen-talmente il carisma della formazione dove per formazio-ne si intende per alcune forma-zione spirituale ma anche umana. Queste aggregazioni raggiungono diverse decine di migliaia di persone. Ci sono, però, anche molte altre aggre-gazioni, più piccole dal punto di vista numerico, ma non per questo meno importanti come Chemin Neuf, il Cenacolo di Gesù e Maria, il gruppo Laico Seguimi, o Alfa e Omega, tan-to per citarne alcuni. Abbiamo in diocesi la ricchezza di aggre-gazioni carismatiche come il Rinnovamento nello Spirito Santo che è un riferimento per farci riconoscere ed accogliere i doni dello Spirito Santo e l’Al-leanza Dives in Misericordia. Per chi vuole fare un cammino di catecumenato battesimale è presente anche nella nostra diocesi un cammino Neocate-cumenale. Abbiamo la Grazia di avere in diocesi anche aggre-gazioni il cui precipuo carisma è la preghiera, sia per i vivi sia per i sofferenti sia per i defunti e il mio pensiero va tra gli altri all’Apostolato della Preghiera, al Centro Volontari della Sof-ferenza e alla Confraternita del Suffragio. Ci sono benemerite e storiche Aggregazioni dioce-sane come l’Associazione Me-dici Cattolici, Scienza e Vita Modena, il Centro Aiuto alla Vita che hanno come specifico quello di dare formazione etica cristiana agli operatori sanitari, promuovere e difendere il dirit-to alla vita dal concepimento

La riunione della consulta diocesana per le aggregazioni laicali. Mons. Lanfranchi: “Il primo criterio di associazioni e movimenti è l’ecclesialità”

alla morte naturale, difendere la maternità. Ci sono poi ag-gregazioni con un taglio più prettamente culturale, come il Centro Culturale Cattolico il Faro, la Collina della Poesia, Regnum Christi, che operano prevalentemente a livello dio-cesano. Abbiamo in diocesi an-che gruppi di laici cattolici che svolgono un lodevole compito di volontariato come l’Associa-zione San Gaetano di Formigi-ne e alla Cooperativa Monte Tabor oltre al Centro Italiano

Femminile. Non mancano l’Associazione Familiari del Clero, la cui responsabile dio-cesana è anche la responsabile nazionale, infine come non ri-cordare la presenza e la ric-chezza delle Confraternite, tra le altre opera la Confraternita di San Geminiano, dedicata al nostro santo Patrono. Analiz-zando le altre risposte vediamo che molte associazioni e movi-menti hanno presenza ed atti-vità all’interno delle parrocchie, possiamo valutare oltre un 80% a livello di persone e un 50% a livello di aggregazioni, le altre hanno più un’incidenza cittadi-na e/o diocesana. Le associa-zioni e i movimenti laicali coinvolgono in diocesi diverse decine di migliaia di persone anche se non è facile dire quan-te dal momento che gli aderen-ti spesso fanno parte di più di un’associazione. Tutte hanno una guida direttiva: consiglio, presidente, superiore, eletti pro tempore, secondo i propri sta-tuti, che guidano ne guidano le attività. Tutte hanno uno statu-to proprio alcune fanno riferi-mento a statuti nazionali riconosciuti dalla Cei, altre hanno statuti riconosciuti a li-vello diocesano con delibere dei vescovi che si sono succe-duti alla guida della nostra dio-cesi. L’80% ha una mailing list e molte hanno il sito internet, o si stanno dotando di questo strumento. Ciascuna associa-zione ha un calendario di atti-vità di formazione dei propri membri e di iniziative parroc-chiali, quelle inserite nelle par-rocchie, cittadine e/o diocesane, alcune lamentano la crescita dell’età media degli aderenti con preoccupazione per un ri-cambio generazionale che po-trebbe non avvenire e potrebbe portare allo spegnersi di queste

ricchezze che abbiamo in dio-cesi. E’ seguito poi il report di Anna Cavazzuti dell’incontro della consulta nazionale: l’argo-mento scelto è stato il Concilio, con gli interventi di mons. Co-da e di Paola Bignardi, il primo dal punto di vista teologico, la seconda più pastorale. “Siamo ancora all’aurora” ha spiegato mons. Coda, lo Spirito Santo ha lavorato nel Concilio e con-tinua a lavorare, occorre aprire le finestre e fare entrare aria fresca. Il Concilio è stato teolo-

gico perchè ha invitato alla conversione, a puntare a Cristo, con finalità pastorale, ovvero dire il Vangelo in questo mo-mento. Paola Bignardi parlato dei laici, mettendo in luce criti-cità e sfide, a partire dalla que-stione della fede. Il laicato è stato definito “molto clericale” e “poco coinvolto nella vita pa-storale”. Le aggregazioni “vivo-no ai margini e fanno fatica a gareggiare nello stimarsi a vi-cenda”. Per questo Bignardi ha invitato a “riprendere slancio dal Concilio”, a “incontrare il Signore nel quotidiano” e a un “confronto fiducioso con il mondo: se ci anima la fede ci deve preoccupare solo la nostra lontananza da Dio, la nostra fede tiepida”, concludendo spiegando che è importante che la Chiesa riconosca le varie aggregazioni laicali. E’ seguito l’intervento, molto apprezzato, del vescovo: “E’ bene rimarcare alcuni punti importanti, a co-minciare dalla categoria dell’ec-clesialità, per classificare le varie esperienze di aggregazio-ne. Cosa unisce tutti? I criteri di ecclesialità, come al numero 30 della Christifideles laici. Il primato dato alla vocazione di ogni cristiano alla santità, la condivisione del fine apostolico della Chiesa, l’essere legati al battesimo, il rendere vivo quel-lo che ricevo nel mio battesimo. Tutti devono fare apostolato. E poi altri due criteri: la respon-sabilità di confessare la fede cattolica e la testimonianza. Ogni aggregazione deve vivere questo. Il secondo punto è il dovere di fare unità, di vivere la comunione. Il post Concilio ha fatto sorgere nuovi modelli (prima solo Ac e Agesci), ora tutti hanno riscoperto l’impor-tanza del gruppo, la centralità della Parola, di testimonianza e

comunione, senza operare una omogeneizzazione: questa è la bellezza della Chiesa, la dialet-tica unità/diversità che si risol-ve nella comunione. I laici hanno l’autonomia delle realtà temporali, che non vuol dire separazione, vi sono strade di-verse e diversi doni, dentro a valori fondamentali. Non scan-dalizziamoci se rapporto Chie-sa/mondo è diverso tra di noi, ma manteniamoci fratelli nel metodo ecclesiale. La dialettica – ha ricordato mons. Lanfran-

chi - deve condurre a vivere uno stile ecclesiale che porta al dialogo e alla correzione frater-na. Il carisma si manifesta a li-vello personale, il servizio

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riconosciuto che diventa mini-stero (solo un ministero il Ma-gistero lo lega a una aggregazione, è il singolare mi-nistero dell’Azione cattolica): quando viene partecipato e condiviso (come da un fonda-tore) c’è il livello aggregativo, dell’associazione o del movi-mento. Ma come si pone la parrocchia? A me ha sempre dato fastidio la dicotomia tra movimenti e parrocchia. Se una aggregazione è presente in parrocchia ne è parte inte-grante e viva, non vuol dire che l’azione apostolica si li-miti alla parrocchia, ma non bisogna vedersi come paralle-li. Un altro livello è quello diocesano: la consulta offre opportunità, ma ci sono altri momenti fondamentali. Due occasioni in cui mi risultereb-

be inconcepibile che non ci siano le aggregazioni, sono la veglia di Pentecoste e l’aper-tura dell’anno pastorale. Sulle altre iniziative è importante cercare di non fare doppioni, un certo coordinamento e il calendario pastorale possono aiutare. Quanto al consiglio, poi, questo impegna molto il consigliere (che deve docu-mentarsi e pregare) e chi ac-coglie, va applicato il discernimento e superata la tentazione di prendere alla leggera”. Il vescovo ha poi proposto di insistere, negli anni a venire, con incontri di respiro diocesano (“tre o quattro all’anno”) sullo stile di quelli sulle Costituzioni del Vaticano II, che possano sostenere la diocesanità nella nostra Chiesa.

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VescovoAgenda del

Domenica 9 dicembre 2012 5NostroTempo

Il primo charity shop di Modena Caritas: Porta Aperta il 7 dicembre inaugura un punto vendita in centro

Con un brindisi di inaugurazione, il Centro di acco-glienza della Ca-

ritas modenese, Porta Aperta,

Domenica 9 dicembreore 16 a Zocca incontro sul Padre Nostro

Lunedì 10 dicembreoe 10 in arcivescovadoIncontro coi direttoridegli uffici di Curia

Martedì 11 dicembreore 16Incontro con laFederazione Italiana scuole materne di Modenaore 21 alla SacraFamigliaIl Vescovo e i giovani

Mercoledì 12 dicembreore 18.30 a Porta ApertaCelebrazione eucaristica

Giovedì 13 dicembreore 9.30 in arcivescovadoIncontro con i Vicariforanei

Venerdì 14 dicembreore 9.30 al CFNCelebrazione eucaristica con il personale del Centro diConsulenza per la famigliaore 15.15 in arcivescovadoConsiglio Episcopale

Sabato 15 dicembreore 15 al PalapaniniIntervento al Nataledegli sportivi

Domenica 16 dicembreore 11 a Finale Emilia Ce-lebrazione Eucaristica nella chiesa del Seminarioore 16 a Reggio EmiliaPresiede l’ingresso solennedi mons. Camisasca

Diocesi

DiocesiAgenda della

Domenica 9 dicembreore 16 al CFNPer mano nel deserto

Martedì 11 dicembreore 18 al CFNCredo la Vita eternaore 21 alla Sacra FamigliaIl Vescovo e i giovani

Giovedì 13 dicembreore 20.30 al CFNPercorso Nicodemo:contratto formativo

Nicodemo, anno terzo Catechesi congli adulti

Nicodemo, il labora-torio di formazio-ne per catechisti degli adulti pro-

Venerdì 21 dicembre, in prossimità del Natale, l’arcivescovo mons. Antonio Lanfranchi parteciperà alla Trasmissione Nautilus condotta da Ettore Tazzioli su Trc-Teleradiocittà

alle ore 21.20 . Il tema che vede la presenza dell’arcivescovo è quel-lo dell’Anno della fede che la nostra comunità diocesana, insieme all’intera Chiesa cattolica, sta celebrando fino a dicembre 2013.

Su Trc-Teleradiocittà

Il vescovo e l’Anno della fede

apre venerdì 7 dicembre al-le ore 18 in via dei Servi 24 a Modena “L’Arca Charity Shop”, il primo Charity Shop della città, che rimarrà aperto fino a febbraio 2013. “L’Ar-ca Charity Shop” è il secon-do punto vendita in città de “L’Arca”, il centro di raccolta e

Con la serranda ancora abbassata, il negozioche dal 7 dicembre ospita l’Arca Charity Shop

distribuzione di Porta Aperta che si trova in Strada Cimi-tero San Cataldo 119. Anche presso “L’Arca Charity Shop” in centro si potranno acqui-stare vestiti, scarpe, bianche-ria, borse e accessori vintage. L’Arca Charity Shop seguirà il seguente orario di apertura:

da lunedì a sabato dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 19.30. Tutti i proventi derivanti dalle ven-dite serviranno a sostenere le attività di Porta Aperta (www.porta-aperta.org), attiva sul nostro territorio dal 1978 a sostegno delle persone senza dimora e in difficoltà.

posto dall’Ufficio Catechisti-co diocesano, chiude quest’ anno il terzo ciclo del percor-so. Questa tappa è costituita da sei laboratori serali e uno integrativo che si svolgerà in

una domenica pomeriggio che vedrà la preziosa parteci-pazione di fr. Enzo Biemmi. L’obiettivo di questo anno è di aiutare il catechista degli adulti a rendersi cosciente del proprio modo di guidare gli incontri e di offrirgli al-cuni principi e strumenti per un’animazione corretta. Il calendario degli incontri - al Centro Famiglia di Nazareth dalle 20.30 alle 22.30 - è il seguente: giovedì 13 dicem-bre - ‘Nicodemo’ III anno: Contratto Formativo. Giovedì

Continua la riflessione sul tema della fede negli incontri di Cre-do la Vita Eterna. Il prossimo sarà guidato da don Giacomo Morandi, vicario generale dell’arcidiocesi e si svolgerà marte-

dì 11 dicembre, al Centro Famiglia di Nazareth, alle 18, seguito dalla Messa alle 19 e dalla cena alle 20. Durante l’Eucaristia attraverso un segno liturgico e nella preghiera, si ricorderanno i defunti dei presenti.

Pastorale Familiare

Credo la vita eterna

L’annuncio la scorsa domenica: don Jorge Fabian Martin, vicario parrocchiale di Nonantola dal 2007, è il nuovo par-roco di Solara. L’annuncio è stato dato alla comunità par-

rocchiale domenica scorsa, 2 dicembre.

Nomine

Don Fabian parroco a SolaraE’ necessario prenotare

entro il prossimo 10 di-cembre presso il Centro

stampa e spedizioni di via S. Eufemia i cartoncini o la lettera del vescovo per le benedizioni alle famiglie. E sempre al centro stampe è a disposizione per le parrocchie e gli ordini religiosi il direttorio calendario liturgico per il nuovo anno che è iniziato domenica 2 dicembre.

Centro stampa e spedizioni

Materialia disposizione

Mercoledì 12 dicem-bre, alle ore 18, presso l’auditorium

dell’Istituto Diocesano di Mu-sica sacra, si celebrerà la santa Messa per l’apertura dell’Anno accademico.La liturgia sarà officiata da don Alberto Zironi, responsabile diocesano per la Musica sacra e sarà animata dagli studenti del diocesano.Al temine avverrà la consegna ufficiale dei diplomi agli stu-denti che hanno terminato il lo-ro percorso di studi. Gli attestati sono firmati dall’arcivescovo,

Istituto diocesano Musica sacra

Una Messa inaugura l’anno accademicodal responsabile diocesano per la Musica sacra e dal direttore dell’Istituto modenese. Sono quindi l’attestazione più alta che la Chiesa di Modena riconosce a chi ha compiuto un percorso di studi serio e specifico, e quin-di è “abilitato” all’animazione musicale all’interno dell’azione liturgica.Unico scopo dell’Istituto Dio-cesano – su mandato ufficiale ed esclusivo dell’Arcidiocesi - è in-fatti quello di preparare operato-ri musicali qualificati. Di fornire le adeguate competenze neces-sarie all’assolvimento del mini-

stero che la Chiesa assegna ed affida a chi opera musicalmente nella liturgia. Sono invitati tutti gli amici dell’istituto modenese e tutti coloro i quali hanno a cuore le sorti della musica per la liturgia.

7 - 21 febbraio, 7 - 21 marzo, 11 aprile, 2 maggio. Il percor-so si concluderà domenica 21 aprile con fr. Enzo Biemmi. Nella serata del 6 giugno ci sarà il momento di chiusura dell’iter formativo durato tre anni insieme al nostro vesco-vo, dal quale i partecipanti riceveranno personalmente l’attestato di conclusione del percorso e un mandato a ritor-nare nelle proprie comunità per occuparsi della cateche-si degli adulti con rinnovata competenza.Dopo la felice esperienza del pellegrinaggio in Terra San-

ta dello scorso aprile, è proposto dall’arcivescovo mons. Antonio Lanfranchi un pellegrinaggio a Roma in occa-sione dell’Anno della fede alla memoria degli Apostoli

L’iniziativa programmata per i giorni 2, 3 e 4 aprile 2013 vedrà la visita alle basiliche romane, alle catacombe e l’incontro con papa Benedetto XVI all’udienza del mercoledì.L’Anno della fede sarà vissuto con alcuni approfondimenti che nel corso delle giornate l’arcivescovo proporrà ai partecipantiData l’importanza della proposta che si colloca nel cammino della Chiesa diocesana, si fa appello affinchè parrocchie, unità pastorali e vicariati cooperino per la realizzazione del pellegrinaggio; per questo sarà possibile organizzare la partenza dei pullman anche in diversi luoghi della diocesi.Per informazioni, programmi ed iscrizioni è possibile contattare l’uf-ficio pellegrinaggi - via Sant’Eufemia n 13 – Modena, nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9.30 alle ore 12.30. Il telefono è lo 059/2133863.

Pellegrinaggio diocesano

A Roma in primavera

Il Direttorio per la liturgia e la pietà popolare al n.104 ricorda che “oltre alle rappresentazioni del presepio betlemita, esistenti fin dall’antichità nelle chiese, a partire dal secolo XIII si è dif-

fusa la consuetudine, influenzata senza dubbio dal presepe allestito a Greccio da san Francesco d’Assisi nel 1223, di costru-ire piccoli presepi nelle abitazioni domestiche. La lo-ro preparazione (in cui saranno coin-volti particolar-mente i bambini) diviene occasione perché i vari mem-bri della famiglia si

pongano in contatto con il mistero del Natale, e si raccolgano talora per un momento di preghiera o di lettura delle pagine bibliche ri-guardanti la nascita di Gesù”. La sua nativa collocazione domestica non impedisce però che si pos-sa allestire il presepe anche nelle chiese; sarà cura dei rettori delle chiese stesse trovare la giusta collocazione, che di norma non dovrà essere accanto o sotto all’altare maggiore, dove si celebra l’Eucari-stia, e possibilmente non nel presbiterio. Questo per non oscurare la centralità dell’altare con altri ornamenti (luci colorate, carta crespa per simulare la grotta o il cielo stellato, ambientazioni popolari…). Sull’altare deve convergere l’attenzione dell’assemblea celebrante; esso è segno della centralità di Cristo in mezzo al suo popolo. Attor-no ad esso ci deve essere spazio per poterlo ornare con fiori e candele e per potervi girare attorno per l’incensazione. Più opportunamente il presepe sarà allestito in altro luogo all’interno della chiesa, in uno spazio dove i fedeli possano raccogliersi in preghiera e contempla-zione della scena evangelica raffigurata.

* Direttore Ufficio Liturgico diocesano

Ufficio Liturgico diocesano: il presepe in chiesa

Non accanto o sotto l’altare• don Alberto Zironi*

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Domenica 9 dicembre 2012 NostroTempo6

LegalitàDa Libera e Comitato unitario delle professioni un percorso di formazione per chi opera sul territorio, soprattutto nel post terremoto

“Carte in regola contro mafie e corruzione”

Etica della vita

Le mafie hanno paura quando si parla di loro, quando si toc-cano i nervi a cui lo-

ro tengono. A Modena non ci sono ancora segni gravi, ma c’è necessità di approfondire la conoscenza. Non bastano in-fatti le buone forze dell’ordine e la buona Magistratura per il contrasto: le mafie resistono per la relazione con i colletti bianchi, specie se la politica è debole. E i professionisti mo-denesi non solo non vogliono essere conniventi, ma nemme-

no ingenui, quindi si dotano degli strumenti necessari al contrasto”. Queste le parole di Enza Rando, avvocato mo-denese, dell’Ufficio legale di

• mAriApiA cAvAni

Libera, alla presentazione del corso organizzato dal Comi-tato Unitario delle Professio-ni di Modena, attraverso la commissione “Contrasto alle mafie e alla corruzione”, in collaborazione“Libera” e “Li-bera Informazione”. Il corso è articolato in 9 incontri, teso a riaffermare i valori dell’etica professionale e della respon-sabilità civica come antidoti alle pressioni criminali.Il nostro territorio, a causa della crisi e del terremoto, già da tempo è a rischio infiltra-zioni: questo è il luogo adatto per investire e ripulire dena-ro, come sottolineava anche Giovani Tizian a Nonantola

lo scorso venerdì. Stefano Za-nardi, consigliere dell’Ordine dei Commercialisti ha sotto-lineato la necessità di appro-fondire il nuovo modo in cui

le mafie si pongono: “Il nostro capitale sociale – ha affermato – rischia di essere corrotto da questo modo di agire e i pro-fessionisti modenesi, dopo la Carta etica del 2011, hanno scelto di darsi ulteriori stru-menti di prevenzione: questo è il primo corso in Italia pensato espressamente per i professio-nisti”.Elisa Capitani, consigliere del Collegio dei periti industriali, evidenziando come il silen-zio costituisca terreno fertile per il radicamento, presenta un’altra iniziativa del Comi-tato: “Abbiamo dato vita ad un blog, dove trovate la carta etica, le cose che accadono, il

programma del corso e i di-versi contributi ed articoli sul tema. Pubblicheremo inoltre i video delle lezioni del corso per chi non potrà partecipare”.

L’indirizzo è http://contrasto-mafiecorruzione.blogspot.it/.Il corso è rivolto in modo par-ticolare ai professionisti del CUP, per i quali costituisce credito formativo, agli studenti delle discipline coinvolte, ma è aperto alle persone interes-sate. Anzi, sarebbe un ottimo

segnale, dal nostro territorio, se molte persone scegliessero, attraverso questo corso, di for-marsi, rafforzando una società civile libera e responsabile, che dice no alle mafie.Il primo appuntamento, “Le mafie in Italia: una emergenza nazionale” è fissato per giove-

dì 6 dicembre alle ore 15.30 nell’Aula Magna Facoltà di Giurisprudenza, Via San Ge-miniano, 3 - Modena; inter-verranno Anna Canepa, della Direzione Nazionale Anti-mafia, e Laura Garavini, della Commissione Parlamentare Antimafia.

Elisa Capitani, Enza Rando e Stefano Zanardi

La circoncisione

E ’ difficile conoscere con certezza l’ori-gine del rito della circoncisione. In

queste poche righe non posso dilungarmi su questioni stori-co-culturali, sebbene interes-santissime, ma mi soffermo subito sul piano etico-clinico. Oggi il rito viene praticato, a seconda dei paesi e della cultura religiosa, dalla nasci-ta fino a prima della pubertà. La letteratura contempora-nea evidenzia la bontà della finalità profilattica della cir-concisione, sembra infatti che diminuisca la possibilità

• don gAbriele Semprebon* del contagio di malattie ses-sualmente trasmissibili, HIV compresa, pur riscontrando complicanze di tipo urologi-co, sessuologico e psicologi-co. Dal punto di vista etico, il criterio generale che si deve applicare a questa pratica è il principio di totalità, per cui il bene di una singola parte è sacrificabile al bene dell’in-tera persona. Detto questo la circoncisione pare una muti-lazione motivata. Si può ascri-vere la circoncisione tra gli interventi medici nell’ambito di una “medicina dei desideri”, in tal senso, dato che è un at-to medico, la si deve eseguire attendendosi a tutte le norme di assistenza sanitaria. Alcuni

autori e movimenti di opposi-zione ritengono, al contrario, che sia una pratica illecita ese-guita su un soggetto incapace di consenso e pericolosa. Dal 1971 l’American Accademy of Pediatrics affermò che non vi sono effettive indicazione mediche per la circoncisione routinaria dei neonati causa evidenze cliniche riguardo ad una maggiore incidenza di infezioni urinarie e pro-blemi psicologici. La stessa accademia nel 1999 scrive: “Esistono evidenze scientifi-che che dimostrano i benefici della circoncisione neonata-le maschile. Tuttavia, questi dati non sono sufficienti a raccomandarla in modo rou-

tinario... i genitori dovrebbe-ro decidere cosa debba essere fatto nel migliore interesse del bambino... I genitori hanno il diritto di tener conto delle tradizioni culturali, etniche e religiose, in aggiunta a fattori medici per poter prendere la loro decisione”. Dal punto di vista legale, due sono i pun-ti essenziali: la legittimità di eseguire la circoncisione in assenza di una specifica indi-cazione medica e inserire que-sta pratica come prestazione erogata dal SSN. Il Comitato Nazionale per la Bioetica, nel 1998 promulga un documen-to intitolato La circoncisione: profili bioetici. In questo do-cumento si legge: “... la prassi

della circoncisione può essere oggettivamente ricondotta al-le forme di esercizio del cul-to garantite dall’articolo 19 della Costituzione... si limita a vietare soltanto eventuali pratiche rituali contrarie al buon costume... la circonci-sione appare in sé pienamente compatibile con il disposto dell’articolo 19. Né, d’altro canto, la prassi circoncisoria pare ledere di per se stessa, altri beni-valori pure costitu-zionalmente corretti... quale, per esempio, quello della tu-tela dei minori o quello della loro salute... si deve ritenere che l’operazione circoncisoria maschile non rientri fra gli at-ti di disposizione del corpo...

La conformità della pratica circoncisoria ebraica ai prin-cipi del nostro ordinamento giuridico appare confermata da alcuni enunciati... legge 8 marzo 1989, numero 101”.Per ciò che riguarda l’even-tuale copertura economica da parte del SSN bisogna di-re che la circoncisione ai soli fini religiosi non rientra nella definizione di atto sanitario. Non è detto, però, che ciò non cambi come si è verificato per altri atti medici rientran-ti nell’ordine della medicina dei desideri, basti pensare alle tecniche di riproduzione assi-stita.

* In collaborazione conil Centro di Bioetica Moscati

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7Domenica 9 dicembre 2012NostroTempo

Persone

L’impronta indelebileIl ricordo di don Mauro Campani, morto a San Faustino, la parrocchia che ha servito per più di 40 anni

Don Corrado Mau-ro Campani è stato un sacerdote-pastore conosciuto

da tutti. Non si possono di-menticare i suoi anni di vica-rio parrocchiale a Frassinoro, Massa Finalese, Cassano e Pa-vullo, dove è ancora ricordato per le diverse attività pastorali intraprese, specialmente per i giovani. Ha sempre mante-nuto un rapporto vivo con la sua terra di origine, Rioluna-to, partecipando regolarmente alla festa annuale del patrono, san Giacomo, e, quando gli era possibile, ad altre manifesta-zioni locali. E poi per 38 anni è stato parroco della parroc-chia urbana dei S.S. Faustino e Giovita, dove si può dire dav-vero che il quartiere san Fausti-no, a partire dagli anni ’70, sia cresciuto insieme a lui e che la chiesa parrocchiale abbia rap-presentato, di fatto, da allora, il luogo aggregativo centrale, non solo di passaggio, dell’in-tera zona. Infine ha trascorso i suoi ultimi 5 anni, sempre a san Faustino, come collabora-tore prezioso, umile e discreto nel servizio del confessionale, della direzione spirituale, della celebrazione eucaristica e, fin quando possibile, della visita agli ammalati. È stato sempre attento al clero giovane, anche non italiano, chiamando tanti sacerdoti stranieri studenti a Roma a fare periodi di servi-zio in parrocchia. Tre di questi

• don Alberto Zironi

Le tue radici e il tuo futuro sotto un buon segno.

Le tue radici, il tuo futuro.

www.bsgsp.it

1884_Nostro Tempo Modena_102x132 12-11-2008 16:49 Pagina 1

sono diventati vescovi: l’attuale arcivescovo di Antananarivo (Madagascar), l’attuale vesco-vo di Chittagong (Bangladesh) e il compianto arcivescovo di Port-au-Prince, scomparso nel drammatico terremoto del 2010 ad Haiti. E in particolare ricordiamo i diversi sacerdoti polacchi che si sono alternati

a san Faustino, alcuni dei quali sono venuti dalla Polonia per essere presenti al suo funerale. Grande fu il suo impegno per le attività missionarie; si è recato più volte in visita ai territori di missione (Zaire, Madagascar, India) e ha sostenuto grande-mente gli studi dei seminaristi in terra di missione. Era atti-vissimo in campo catechisti-co, con la intuizione, agli inizi degli anni ’70, delle ‘mamme catechiste’ che accoglievano nelle loro case i bambini delle famiglie vicine per gli incontri formativi e, parallelamente, nella richiesta a tutti i genitori di rendersi attivi nel percorso di iniziazione cristiana dei loro figli; mensilmente li convocava e spiegava loro quello doveva-

no insegnare ai figli in materia di fede. A questa dedizione per la catechesi in famiglia ha unito un grande impegno per la formazione cristiana dei ragazzi e dei gruppi giovanili, l’organizzazione dei campeggi formativi, nei quali sono pas-sati alcune migliaia di ragazzi e giovani. La sua passione per

la montagna lo portò a far sco-prire a ragazzi, giovani e fami-glie le bellezze del creato. Ha sostenuto con forza le diverse forme di associazionismo cat-tolico: quello sportivo (San Faustino Invicta pallavolo), quello sociale (Acli Domus, L’Angolo, Ceis), quello educa-tivo (Azione Cattolica, Agesci Modena 1), l’attività del cine-ma Domus, poi Michelangelo. Volle e ospitò nei locali sopra al cinema il nascente Consul-torio familiare diocesano. Si adoperò molto per i corsi di preparazione al matrimonio che, assieme ad alcune coppie di sposi, proponeva con entu-siasmo a tanti fidanzati. Don Mauro fu tra i pionieri in dio-cesi, ai tempi dell’arcivescovo mons. Bruno Foresti, nel far sorgere e maturare le vocazioni al diaconato, ai ministeri isti-tuiti del lettorato, dell’accoli-tato e dei ministri straordinari della comunione eucaristica. Tra le diverse attività forma-tive rimangono ancora oggi i gruppi sposi, i gruppi di lettura della Parola di Dio nelle case e la recita del santo rosario, nel mese di maggio, presso i di-versi ‘pilastrini’ sparsi nel ter-ritorio parrocchiale. Negli anni ‘80 l’arcivescovo mons. Santo Quadri lo incaricò di prov-vedere alla sensibilizzazione e alla raccolta fondi presso le parrocchie per la realizzazio-ne del Centro di accoglien-za diocesano affidato a Porta Aperta. Fu molto presente nella fase iniziale di avvio del centro di Accoglienza Madon-na del Murazzo. Si adoperò per cercare appartamenti per le famiglie immigrate e per l’integrazione delle persone provenienti da altre culture e religioni, in specie per il dialo-go con i musulmani. Agli inizi degli anni ‘90 sempre mons. Quadri gli chiese di prendere in carico, come parrocchia, la

scuola materna ed elementare delle Suore Francescane di via-le della Pace. Si è prodigato ne-gli anni per abbellire e rendere la scuola sempre più efficace da un punto di vista educativo, formativo e didattico. A livel-lo diocesano è stato membro del Consiglio amministrativo diocesano, del Consiglio del

Centro Famiglia di Nazareth e di-rettore dell’Istituto della Provvidenza per le sordomu-te. Da ricordare la sua passione per la musica, che lo portò a compor-re testi e musiche di canti religiosi e popolari, che han-no ispirato alcuni cori della nostra diocesi, che hanno nel loro repertorio diversi canti scritti da don Mauro. Si impegnò con pas-

sione per far cantare i bambini, i ragazzi e i giovani, preparan-do tanti concerti. La sua devo-zione mariana è sempre stata un punto importante della sua fede. Lo ha condotto per ma-no per tutta la vita. Nella scorsa estate, non potendo partecipa-re personalmente, per ragioni di salute, al viaggio estivo che sempre organizzava, ha chiesto

Don Mauro ci ha lasciati e si è unito a Nostro Signore. Per chi ha dedicato tutte le energie alla propria mis-sione di sacerdote altro non si può chiedere, se non il

premio che Dio ha gli ha preparato. Ogni cristiano, per defi-nirsi tale, deve amare il prossimo, mettendo a frutto i propri talenti. Don Mauro lo ha fatto in tanti modi. Non solo. Come pastore ha chiesto ad ogni persona intorno a lui di fare altret-tanto: amare gli altri e sviluppare i propri doni. E’ quanto ha chiesto anche alle Acli, riconoscendo alla nostra associazione la missione di laici nella società e nel mondo del lavoro. Don Mauro è stato un amico delle Acli ed in particolare socio del circolo Domus.La storia del circolo Domus è lunga oltre 50 anni e viaggia in parallelo con quella della parrocchia di San Faustino che ha avuto per lungo tempo don Mauro come parroco. Le sue in-dicazioni sono sempre stati stimoli non banali, per sviluppare le nostre attività sociali e ricreative.La sua personalità era decisa e dialogante, la sua fede radicata e viva. È stato un pastore attento e disponibile verso tutti, consapevole delle complessità che si possono incontrare nelle vite degli altri, anche fuori dai confini cittadini e nazionali.Attraverso la preghiera lo abbiamo accompagnato in quest’ul-timo tratto di strada, con affetto e riconoscenza e con la te-nerezza che si rivolge ad un caro amico quando le strade si dividono.I tanti ricordi che rimangono sono parte delle cose che abbia-mo fatto e che faremo.

Gli amici del circolo Acli Domus

Gli amici dell’Acli Domus

Don Mauro Campani è tornato alla casa del Padre. E’ stata una persona molto importante per Porta Aper-ta. Fu lui a prodigarsi per trovare la nostra attuale

sede presso il convento di San Cataldo e venne poi incari-cato dal Vescovo di allora, mons. S. Quadri, di provvedere alla raccolta fondi presso le Parrocchie per la realizzazione del Centro di Accoglienza diocesano affidato a Porta Aperta.Fu poi molto presente nella fase iniziale di avvio del Centro di accoglienza Madonna del Murazzo. A lui va tutto il nostro ringraziamento. Siamo vicini alla famiglia, al Parroco, don Alberto e a tutta la comunità di SS. Faustino e Giovita.

Il ricordo di Porta Aperta• FrAnco meSSorA

che fosse celebrata, secondo le sue intenzioni, una santa Mes-sa al santuario della Vergine della Medaglia miracolosa a Rue du Bac a Parigi. E’ morto proprio il giorno 27 novembre, memoria delle apparizioni della Vergine Maria a santa Caterina Labourè. E’ stato negli ultimi 5 anni a san Faustino un prezioso ‘fratello maggiore’ per me, nuo-vo parroco, per introdurmi nella nuova parrocchia, con sugge-rimenti e consigli, insieme ad una generosa e fraterna colla-borazione e disponibilità che si esprimeva in tante occasioni in cui abbiamo potuto confrontar-ci, crescere assieme, condividere le gioie e i problemi da affron-tare. Negli ultimi mesi, quando

le condizioni di salute andavano progressivamente peggiorando, la sua preoccupazione era quella di non essere di peso e di non poter più aiutare come prima nelle attività pastorali. Ha ac-colto con umiltà e gratitudine i servizi che gli venivano resi con premura ed affetto dalle perso-ne della canonica, dai parenti e dai parrocchiani, che sono sta-ti accanto a lui per sollevare le sofferenze della malattia e, negli ultimi giorni, per assisterlo con una alternanza continuativa di turni. Don Mauro lascia la sua indelebile ‘impronta’ a san Fau-stino come una preziosa eredità, che ci impegna a proseguire il cammino di nuova evangelizza-zione con entusiasmo e fiducia.

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8 Domenica 9 dicembre 2012 NostroTempo

Approfondimenti

Le disuguaglianze di reddito tra grande recessione e po-litiche di austerità, gli effetti distributivi delle politi-che di austerità dell’Italia nel contesto internazionale, i

redditi dei lavoratori e le disuguaglianze nel mercato del lavo-ro ma anche le disuguaglianze di genere tra lavoro e pensione oltre a storie di ordinaria disoccupazione e riforma del lavoro. Questi i temi affrontati nella prima delle due giornate seguiti, sabato 24 novembre, da approfondimenti sulle politiche di sostegno delle responsabilità familiari con un confronto tra Italia ed Europa, il fisco e la famiglia alla prova dell’equità, il “nuovo” Isee”tra universalismo e selettività, politiche familiari e servizi sul territorio e, infine, ancora il tema della famiglia in relazione a “secondo welfare”, povertà e politiche sociali con l’esperienza trentina del “reddito di garanzia” e la sua valutazione.I vari temi sono stati affrontati da studiosi, responsabili di aree dei ministeri che si occupano di politiche sociali e do-centi universitari.Dopo il convegno del 23 e 24 novembre, nei primi mesi del 2013 la fondazione “Gorrieri” propone un ciclo di incontri formativi sulle disuguaglianze che sarà dedicato all’emargi-nazione sociale e alle molte dimensione della povertà con lo scopo di capire come impostare politiche attive per il soste-gno alla fuoriuscita dalla condizione di povertà.

Confronto a tutto campo

Due giorni di approfondimenti sul tema dei redditi, del lavoro e delle famiglie proposti a Modena dalla Fondazione “Gorrieri”

Quale stato sociale?

Una due giorni di intenso lavoro su un tema impegna-tivo che chiama in

causa soprattutto la politica e le scelte che essa è chiama-ta compiere. “Redditi, lavoro e famiglie. Disuguaglianze e po-litiche redistributive al tempo della crisi”: era l’argomento al centro del convegno nazionale di studi promosso dalla Fon-dazione per gli studi sociali “Ermanno Gorrieri” svoltosi il 23 e il 24 novembre scorsi a palazzo Europa di Modena.

Ricco il calendario degli ap-puntamenti e delle riflessioni proposte dai relatori che hanno prodotto una serie di sollecita-zioni sulle quali è intrervenu-ta, in cocnclusione deilavori, il sottosegretario alle Politiche sociali, la modenese Maria Ce-cilia Guerra.“Nel nostro Paese le politiche sociali – ha detto – mostrano un problema molto eviden-te: una forte arretratezza, una forte diversità territoriale e an-che un forte frammentazione. Manca un quadro complessivo; mancano politiche strutturate. Questa frammentazione parte da lontano, da competenze sto-ricamente attribuite a diversi soggetti: per questo risulta dif-ficile fare politiche coordinate”. Il sottosegretario ha chiarito il concetto con un esempio: “di immigrazione si occupano il Ministero dell’integrazione e della cooperazione inter-nazionale, il Ministero delle politiche sociali e il Ministero dell’interno. Ci sono necessità di coordinamento, ovviamen-te, ma quando le competenze si sovrappongono, il rischio è quello della scarsa efficacia

• SteFAno mAlAgoli

nell’utilizzo delle risorse”. Un altro esempio: “il processo di riforma del cosiddetto Fede-realismo (la riforma del titolo V della Costituzione) – ha ag-

giunto – prevede il finanzia-mento per la spesa sociale dal livello centrale verso gli enti periferici. Tutto però finisce nel finanziamento generale, indistinto, dello Stato verso le Regioni. E’un modello debo-lissimo, con un finanziamento non dedicato, in cui non sono identificati gli obiettivi e dove non c’è monitoraggio: una si-tuazione obiettivamente diffi-cile”. Maria Cecilia Guerra ha poi continuato la sua analisi so-stenendo che “la marginalità strutturale delle politiche so-ciali nel nostro Paese è un pro-blema di cultura e di debolezza amministrativa, che ha radici profonde di carattere culturale. Noi siamo immersi in un con-testo nel quale l’idea del sociale è ricondotta al privato, al livel-lo familiare, al fai da te. Così è prevalentemente per la cura ordinaria di bambini, anziani, disabili e anche per il contra-sto della povertà. Non c’è in-fatti solo la famiglia, ma anche qualche altro soggetto sul qua-le scaricare spesso il sociale, ad esempio il terzo settore e il vo-lontariato; esperienze e realtà

bellissime e del tutto positive, ovviamente, ma sulle cui spalle non possiamo scaricare respon-sabilità collettive e quindi, per definizione, prevalentemente

pubbliche. Con questo non vo-glio dire che necessariamente il servizio debba essere fatto dal pubblico; sarebbe contraddire il principio di sussidiarietà. In-tendo piuttosto affermare che la responsabilità deve essere pubblica, incardinata cioè sul diritto di cittadinanza”.Rilevate le criticità maggio-ri del sistema delle politiche sociali, il sottosegretario ha però aggiunto che “in questo contesto mi piace molto che ci sia una svolta: nella legge di stabilità ci sono infatti 500 milioni che dovrebbero esse-re intangibili per il sociale. E’ il segno di una inversione di tendenza, ma non è ancora una politica sociale compiu-ta, perché si tratta di un fon-do che io non posso ancorare a obiettivi di servizio certi e verificabili, che restino cioè sul territorio e vengano realiz-zati. E’comunque un segnale, soprattutto perché si tratta di fondi temporanei. Rimane cioè l’incertezza dei finanzia-menti; oggi ci sono le risorse, ma domani? Il rischio è che risorse economiche destinate a progetti significativi (penso

Chi ha avuto la forza e la pazienza di assistere a queste due intense giornate di lavoro – ha affermato il pre-sidente della Fondazione “Gorrieri “ Luciano Guer-

zoni - ha percepito che continuiamo a dare voce alle parole e al pensiero di Ermanno Gorrieri che denunciava la margi-nalità delle politiche sociali e delle politiche di contrasto alle diseguaglianze. A quarant’anni dall’uscita del primo volume di ricerca socio-economica di Ermanno Gorrieri “La giun-gla retributiva (Il Mulino, 1972)” e a dieci dall’ultimo, “Parti uguali tra disuguali. Povertà, disuguaglianza e politiche re-distributive nell’Italia di oggi” (Il Mulino, 2002), noi conti-nuiamo a occuparci di questi temi e ad avere come valore di riferimento una società più equa e giusta in cui si riducano le disuguaglianze che Gorrieri definiva ingiuste e intollerabili.Alla base ci sono problemi estremamente complessi dal pun-to di vista anche solo della conoscenza che vanno affrontati con fatica, competenza e impegno: questa è la missione della fondazione e su questo continua il nostro impegno”.

Nella traccia di Gorrieri“

alla legge del volontariato, al-le associazioni di promozione sociale…) non sono stanziate di anno in anno per rifinanzia-re i progetti, questi alla fine si

pe rdono” . Un passag-gio delle sue conclu-sioni Maria Cecilia lo ha dedica-to anche al cosiddetto “ s e c o n d o w e l f a r e ” , una espres-sione che, “quando la sento, mi fa entrare in fibrilla-zione, per-ché questo s e c o n d o welfare non esiste in assenza del primo e noi il primo,

come ho cercato finora di dire, lo abbiamo molto zoppicante. L’intero sistema del welfare io lo vedo all’insegna di una grande integrazione: se però il welfare aziendale (la ditta che si fa il suo fondo integrativo, il suo asilo nido…), un welfare categoriale quindi, si sostitu-isce a quello pubblico, io ho paura perché ci dimentichia-mo che noi da lì veniamo (la sanità solo per chi se la poteva permettere…) e lì non pos-siamo ritornare. Nella misura in cui questo welfare è inte-grativo, ben venga, ma quan-do invece intacca quello che dovrebbe essere del pubblico, allora io ho seri dubbi, perché vuol dire che solo i forti ce la fanno. E gli altri ?”. Sulle politiche per la famiglia il vice ministro alle Politiche sociali ha contestato le affer-mazioni secondo le quali non ci sono stati interventi molto significativi in questo settore. “Non è del tutto vero – ha det-to - perché si è agito ad esem-pio sulle agevolazioni fiscali. E’ un bene ricordarlo, perché il sostegno per quella via è cresciuto e si sono consolida-

te delle visioni positive, come quella per cui trattare tutti allo stesso modo sarebbe pro-fondamente ingiusto: quindi le detrazioni fiscali calano con l’aumento del reddito familia-re e giustamente si introduco differenze per chi ha più figli. Il sistema di accesso ai servizi si basa sulle differenti condi-zioni economiche, con il si-stema dell’Isee e se questo è definito male, allora abbiamo fatto una grossa ingiustizia”.A proposito invece delle age-volazioni fiscali, l’annotazione che “esse servono sicuramente a dare maggiore libertà alle famiglie, ma occorre aver pre-sente che dare soldi o agevola-zioni premia dal punto di vista elettorale: meno la costruzio-ne dei servizi sul territorio. Eppure superare il concetto del togliere per poi ridare con-sentirebbe di eliminare una intermediazione burocratica del tutto inutile. Dal punto di vista squisitamente politico,

occorre tener presente che è sicuramente meno visibile, ri-spetto alle agevolazioni fiscali, il lavoro che passa attraverso la costruzione di servizi a livello locale. Anche perché i meriti, in questo secondo caso, vanno ai Comuni, non allo Stato…”.In conclusione del suo artico-lato intervento Maria Cecilia Guerra ha proposto una visio-ne di welfare state disegnando “una società non da intendere come assistenzialista, ma piut-tosto con una idea di welfare che investe la programmazio-ne della società nel suo com-plesso, quindi l’organizzazione dei tempi di lavoro, la possi-bilità data alle persone di ac-cedere al loro progetto di vita, la possibilità di avere a di-sposizione servizi di cura…”. C’è ancora un po’di strada da percorrere. Il materiale del convegno del 23 e 24 novem-bre, diviso per file dei vari in-terventi, è disponibile sul sito www.fondazionegorrieri.it

Cecilia Guerra

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9Domenica 9 dicembre 2012NostroTempo

InformACi

Aderire all’Ac cosa si-gnifica oggi, a più di 140 anni dalla nasci-ta dell’associazione?

L’Ac nasce come servizio al Papa e dunque alla Chiesa tutta; varie figure hanno prestato servizio all’associazione, alla Chiesa e al Paese, in una missione di amore e passione per la propria terra. Siamo dentro una storia molto più grande di noi, e che speriamo continui per molti altri anni. E l’8 dicembre, tradizionalmente il giorno in cui si rinnova l’adesio-ne, significa che il nostro sì è le-gato a quello di Maria. Anche il

nostro sì è alla Chiesa e al servi-zio. Fare festa per l’adesione non un fatto di forma, ma significa aiutare la comunità parrocchiale e la Chiesa a ringraziare l’Ac e per l’Ac di mostrare pubblicamente la propria adesione alla Chiesa. Prendere la tessera è infatti un gesto pubblico, personale, ma ha valore sul piano pubblico. Penso a Odoardo Focherini (che è sta-to presidente diocesano a Carpi), che diventerà Beato il prossimo 15 giugno, morto in campo di concentramento per aver salva-to molti ebrei. A Fossoli, prima di andare in Germania e mori-re, nel campo troverà tanti altri adulti e sacerdoti di Ac: la for-mazione in associazione li ave-va condotti a fare scelte simili. Valore anche pubblico in questo senso. La storia dell’Ac è quella di tanti uomini e donne che si sono spesi e si spendono per le persone, in un intreccio prezioso, che annoda fili insperati, e anche

Assemblea e veglia diocesana per l’Ac a Gesù Redentore. A pochi giorni dall’Immacolata il significato rinnovato dell’adesioneUna scelta responsabile, che si fa insieme

E ’ stata vinta la scommessa dell ’Azione Cattolica dioce-sana, che ha scelto di ‘allargare’ la tradizionale veglia dell ’adesione con una assemblea per i giovani e gli adulti e con una festa per ragazzi e giovanissimi presso la par-

rocchia di Gesù Redentore. La partecipazione, ma soprattutto la qualità della proposta è stata vincente: Ilaria Vellani (presidente

diocesana dell ’Ac di Carpi ed ex vice presidente nazionale del set-tore giovani) ha parlato dell ’adesione in modo semplice, ma molto eff icace; il vescovo Antonio, presiedendo la veglia, ha speso parole importanti per un rilancio dell ’associazione che lo scorso anno a Modena contava circa 1.100 aderenti in 28 associazioni parroc-chiali, e che proprio in questi giorni, in vista della festa dell ’Im-

macolata, sta rinnovando l ’adesione (con alcuni confortanti segnali di crescita in più di qualche associazione). ‘Ecco il nostro sì’ era il titolo della giornata, una giornata che ha coinvolto oltre 250 tra ragazzi, giovani, adulti (compresi diversi genitori dei ragazzi dell ’Acr) e che si è conclusa con una cena fraterna, in puro ‘stile associativo’.

“Dentro una storia grande e bella”L’intervento di Ilaria Vellani all’assemblea diocesana

dell’amicizia tra laici e sacerdo-ti: il legame speciale che i laici hanno con i loro assistenti è un tratto bello dell’associazione. E poi c’è il gesto della firma: ci mettiamo nome e cognome, co-me per le altre scelte importanti. Aderire all’Ac significa puntare su missione e formazione, da giovane e adulto la scelta è per-sonale, per i ragazzi coinvolge anche i genitori che operano un investimento (a mio avviso ben fatto).Nella vita, anche spirituale, non possiamo mai dirci arrivati: oc-corre sempre crescere e per que-sto l’Ac propone una formazione permanente, pensata per tutte le età della vita. Un altro elemento che vorrei trattare è il fatto che l’Ac tiene insieme le generazioni. Da sem-pre ha a cuore le diverse età della

vita e questo è un tratto profeti-co per la nostra società. Gene-razioni diverse, persone diverse che si prendono a cuore gli uni gli altri, è un investimento che facciamo sul tessuto della nostra società. Nella Chiesa c’è posto per tutti, chi sceglie la nostra as-sociazione va al di là dei carismi e delle doti personali, è convinto che insieme si possa far meglio, mettendo insieme i nostri doni. In questa storia di associazio-ne una cosa è chiara: l’Ac non ha una finalità sua propria, ma quella della Chiesa. I primi 10 articoli dello Statuto, pensati alla luce del Concilio, dicono che l’Ac è per la formazione ed evangelizzazione degli uomini, la missione della Chiesa. Non ha cose proprie, le sta a cuore quello che sta a cuore alla Chie-sa intera e intende collaborare alla stessa tensione missionaria dei nostri sacerdoti e vescovi, e della Chiesa tutta. Non si trat-

E ’ una gioia essere qui con voi ad ac-cogliere il vostro sì e a ringraziare il

Signore, e anche a ringrazia-re voi perchè ci siete nella nostra Chiesa. Il Vangelo che abbiamo ascoltato dice: ‘date voi stessi da man-giare’. E’ bello cre-dere in un Dio che ci chiama a parteci-pare; potrebbe fare tutto Lui e invece manda il Suo figlio per costruire il re-gno. Date voi stessi da mangiare: Dio non solo ci ama, ma ha stima di noi. E’ coraggioso ad affi-dare la sua missione a persone fragili co-me noi. Pensiamo a quando a un ragaz-zo si chiede niente, se viene lasciato totalmente libero. All’inizio dice ‘che pacchia’, ma poi si rattrista. Se nessuno ti chiede niente vuol dire che non ha fiducia in te e, quindi, che non va-li niente. Se Gesù ti chiede molto vuol dire che ha molta stima. L’Ac è una vocazione, una chiamata di Gesù che na-sce da una stima grande. I ca-

Il vescovo Antonio alla veglia dell’adesione

“Un sì pubblico alla nostra Chiesa”

rismi delle varie aggregazioni, i doni dello Spirito e a volte il ministero, sono sempre legati alla persona, l’unica associa-zione a cui viene applicato un singolare ministero è proprio l’Azione Cattolica che è ba-sata su un carisma particolare, un ministero singolare perchè è una associazione che rivece il dono dello Spirito per la Chiesa. La stima è grande, siatene coscienti per rispon-dere cnn generosità. Dentro a questo sì che vi fa

onore, quindi, commentiamo come porta ad adesione alla fede, alla Chiesa e al mondo. Il Vangelo ci presenta questa folla che segue Gesù, alle pre-se con un problema a due fac-ce: la fame di pane spirituale, di una parola che orienti la vita, ma anche fame di pane

materiale. Due esigenze de-stinate a compenetrarsi, ma che rischiano di essere se-parate. Da una parte Gesù, dall’altra la vita. Invece c’è unità profonda tra preghiera, formazione e azione. Vivia-mo la tentazione di scindere la spiritualità dalla vita e dai suoi bisogni. Non siamo in un deserto, ma in una bella cit-tà. Ma l’amicizia, il perdono, la misericordia, la solidarietà, la speranza… dove le trovo? Eppure sono importanti e

non si può vivere senza. Non è aprendo i negozi alla domeni-ca che risolviamo i problemi dell’uomo d’oggi, siamo man-dati a un mondo che aspet-ta una parola. Ma abbiamo sono 5 pani e 2 pesci, come facciamo a non rassegnarci? Il Vangelo ci dice di portare tutto a Gesù, per lasciare fa-re tutto a Lui. Donare tutto, come quel ragazzo e Gesù compie il miracolo. Ci scopri-remo piccoli, ma il sì alla fede si dilata sul cuore di Cristo. E poi ‘fateli sedere’, allusione chiara all’esperienza di Chie-sa. Vivete la comunità, la fede e la missione dentro la Chie-sa. È l’adesione alla Chiesa, la prospettiva di una umanità nuova. Siamo strumento per portare le persone a Gesù, perché Lui possa saziare la fame di pane spirituale: que-sta è la missione esaltante a cui siamo chiamati. Dire sì pubblicamene vuol dire far-si riconoscere, vedere che ci siamo e che siamo insieme in una missione, che trasforma la comunione in amicizia.

ta di rivendicare uno spazio, ma di una maturata consapevolezza della propria vocazione, come dicono la Lumen Gentium e la Gaudium et Spes: ordinare real-tà temporali secondo Dio, arri-vare nei luoghi dove i sacerdoti non arrivano, facendo in modo che non ci siano luoghi dove uomini e donne siano umiliati. L’idea di laicità che l’associa-zione ha è questa, una doppia tensione alla Chiesa e al Paese. E la scelta religiosa fa sì che per un laico non ci siano sconti sul proprio impegno e sulla propria spiritualità; non possiamo trin-cerarci dietro le fatiche della vita quotidiana. E’ una scelta super impegnativa: stare nella vita del-la Chiesa e in quella professio-nale senza fare sconti. Infine la democraticità, il dar-si delle strutture e dei tempi di

vita democratica, scegliere insieme. E poi i ritmi della vita democratica, come i due mandati. L’Ac è anche autentica scuola di demo-crazia, i tempi i riti elettivi, esprimono il bisogno di rinnova-mento, anche que-sto è profetico nel nostro tempo. Per finire una citazione di Vittorio Bache-let che mi sta molto a cuore: ‘L’Azione

Cattolica non è fatta per fare più bella l’Ac, ma per fare più bella la Chiesa’. Per servire la Chiesa e costruirla, maturando insieme.

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10 Domenica 9 dicembre 2012 NostroTempo

Coro della Diocesi di RomaCoro e Orchestra

città di Mirandola

diretti da mons. Marco Frisina

DOMENICA 9 DICEMBRE 2012 ORE 11.00celebrazione eucaristica

Parrocchia di Finale Emilia

AV

VIS

O S

AC

RO

WWW.COROMIRANDOLA.IT - WWW.PARROCCHIA-FINALEEMILIA.IT - WWW.CORODIOCESIDIROMA.COM

SABATO 8 DICEMBRE 2012 ORE 20.45concerto di musica sacra

Duomo di Modena Serata di Beneficenza a favore della ricostruzione dopo il Sisma del 20 e 29 Maggio scorsi

della nuova Scuola d’Infanzia e Nido Sacro Cuore di Finale Emilia

Ingresso Libero

diocesi di modena - nonantola

mons. antonio lanfranchi

Coro città di MirandolaAssociazione Culturale

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11Domenica 9 dicembre 2012NostroTempo

La ricostruzione

Modena ringraziaAl Forum Monzani l’incontro tra volontari e istituzioni. Errani: “Siete l’Italia migliore”

Sei mesi dopo il terre-moto che ha messo in ginocchio la Bas-sa, arriva dal Forum

Monzani il grazie ai volonta-ri, vero motore della ricostru-zione. L’iniziativa, intitolata “Modena ringrazia” ed or-ganizzata dalla Provincia di Modena, ha voluto rendere omaggio a tutti coloro che hanno contribuito ad aiutare le persone colpite dal sisma, una macchina di solidarietà che ha coinvolto tutta l’Italia e ha avuto un ruolo fonda-mentale nella ricostruzione (non solo materiale) delle aree terremotate. Il primo grazie è del pre-sidente della Provincia di Modena Emilio Sabattini, che ha confermato il ruolo di primo piano di ogni singolo volontario per far ripartire la Bassa: «Il lavoro svolto dai circa 20 mila volontari è stato fondamentale non solo per la ricostruzione, ma anche per ridare fiducia nel futuro ad una popolazione in gravissi-ma difficoltà. La mattonel-la che consegniamo è stata realizzata da una ceramica che ha subito gravi danni, ma che già oggi ha ripreso a produrre, e riproduce la torre di Finale Emilia, simbolo di

• lucA beltrAmi

questo terremoto. Credo che come in noi rimarrà indele-bile il ricordo del lavoro dei volontari, così in loro rimarrà indelebile questa esperienza. Nel momento del sisma – continua Sabattini – i volon-tari non si sono chiesti cosa fare, ma si sono messi in mo-to e hanno portato fiducia. Questi aiuti hanno contri-buito a creare un sentimento di simpatia verso l’Italia, che credo ci possa aiutare sul ver-sante della ricostruzione». Alberto Silvestri, sindaco di San Felice Sul Panaro, esprime così il suo ringra-ziamento a nome dell’intera comunità: «Da tutta Italia ci è stata donata una solida-rietà autentica, con pazienza e discrezione. Grazie a tutti voi volontari perché ci ave-

te aiutato a rialzarci, ci ave-te preso per mano come si fa con i bambini e per noi è stato come rinascere, in par-ticolare da quando ci siamo riappropriati dei nostri luo-ghi simbolo. Senza anche solo uno di voi non sarebbe stato possibile ripartire. Da questa solidarietà è arrivata la forza per ripartire e abbiamo potuto guardare al futuro con maggiore serenità. Ci erava-mo posti come priorità far tornare i ragazzi a scuola e la sfida è stata vinta, tantissimi problemi rimangono irrisolti, ma stiamo lavorando e non manca la voglia di ripartire». All’incontro ha partecipato anche il capo del diparti-mento nazionale di Protezio-ne Civile Franco Gabrielli, che ha elogiato i volontari

anche per quanto hanno fat-to in occasione del terremoto in Abruzzo: «L’Emilia Ro-magna si dimostra una delle regioni più generose, anche a L’Aquila il suo ruolo è stato decisivo. Il sisma del 20 e 29 maggio ha dimostrato che nessuno è così forte da non aver bisogno dell’aiuto degli altri. La rete italiana di vo-lontariato ha dimostrato di essere un caso unico a livello internazionale, non è stato un esercizio di visibilità ed è riduttivo parlare di “angeli del fango”: il valore aggiun-to è stata l’organizzazione.

Il mio invito al governo, in questo periodo di crisi, è di continuare ad investire sulla Protezione Civile, patrimo-nio insostituibile non solo nelle emergenze, ma anche per la crescita».

In rappresentanza del go-verno, il sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali Maria Ce-cilia Guerra ha parlato di esempio emiliano: «La cri-si porta con sé il rischio di una deriva individualistica e del prevalere della paura. In questo caso non è successo, perché ciascuna associazione si è messa a disposizione, cia-

scuna con le sue competenze. Lo sforzo fatto per superare le differenze di costumi e di stili di vita deve essere preso ad esempio e diventare un paradigma da estendere a tutta l’Italia; con il sostegno

di voi volontari l’Emilia è ri-partita e lo ha fatto insieme». Il commissario straordinario per la ricostruzione Vasco Errani ha chiuso l’incontro tra ringraziamenti e aneddo-ti: «Ricordo il primo incon-tro con Gabrielli presso la sede della Protezione Civile di Ferrara: in quella occasio-ne siamo stati concordi nel dare priorità alle persone e non alle leggi. Da allora tante cose sono state fatte, grazie al contributo fondamentale di volontari, Protezione Civile e Provincia. In emergenze come questa ciò che vale so-no i fatti, non le parole. Non abbiamo cercato applausi, non abbiamo mai detto che avremmo concesso la free tax area perché sapevamo che non sarebbe stato possi-bile, ma ora il governo deve rispondere a quelle aziende messe in ginocchio dal ter-remoto. Esiste un’Italia mi-gliore – conclude Errani – e siete voi volontari, motore dell’Italia. Continuiamo con un obiettivo: far diventare questa terra migliore di co-me era prima del 20 maggio, perché se non cresce la Bassa non cresce l’Italia».

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12 Domenica 9 dicembre 2012 NostroTempo

Una giornata per la disabilitàLa giornata mon-

diale dedicata alla disabilità di lunedì 3 dicembre, non

poteva avere un’occasione migliore per essere ricordata nella nostra realtà modenese. Si è svolta, infatti, in questa occasione, una giornata di ri-flessione sulla disabilità pres-so il Charitas Asp (Azienda di Servizio alla Persona), per ricordare il 70° anniver-sario dalla sua fondazione. Il titolo “Dall’esperienza di mons. Ermanno Gerosa: cosa abbiamo appreso? È stato significativo. La felice ricorrenza era motivo anche per inaugurare l’auditorium da 150 persone, nel quale si svolgeva il seminario di stu-dio, realizzato grazie ai con-tributi della Regione Emilia Romagna e della Fonda-zione Cassa di Risparmio di Modena. Nel suo saluto iniziale Giovanni Manzini, presidente dell’Asp, ha subito toccato un “nervo scoperto” nel panorama assistenziale di oggi, la necessità di far pre-

Lunedì 3 dicembre al Charitas un convegno nel 70° di fondazione

Città

Agenda di festa e concerti per l’Avvento

Natale in Circoscrizione 4Grande movimento anche nei quartieri San Faustino, Ma-

donnina e Quattro Ville per tutto il periodo natalizio, ec-co il programma: dall’8 dicembre al 6 gennaio mostra di

presepi realizzati nel laboratorio del Circolo Ricreativo Cultura di Cittanova nei locali della parrocchia di Cittanova. Il 9 dicembre alle 15 Mercatino di Natale dei bambini presso la Polisportiva 4 Ville, i bambini potranno scambiare, acquistare o vendere i loro giocattoli. Per l’Angolo dell’Avventura di Modena continua il ciclo di proiezioni a cadenza mensile su viaggi e avventure nel mondo. Mercoledì 12 dicembre sarà la volta di Giuliano Bandieri che pre-senta “ Yunnan” alle 21 presso la sala civica Villaggio Giardino. Il 13 dicembre alle 21 presso la chiesa di Gesù Redentore, Concerto di Natale con esecuzione ed interpretazione di arie famose e cover, del gruppo corale e strumentale Ologramma. Il 16 dicembre festa di Natale presso i locali del circolo in Via Pomposiana a partire dalle 16 e, a seguire, dalle 18.30 esibizione di cori di ragazzi e adulti nella chiesa parrocchiale di Cittanova.

valere in ogni contesto cul-turale, politico e soprattutto normativo il principio che la persona con disabilità non è un ammalato ma una perso-na con abilità differenti e con le stesse condizioni di salute

e malattia di tutti. L’arcive-scovo mons. Antonio Lan-franchi ha ricordato che nel 1942, in un difficile contesto sociale, politico sconvolto dai venti di guerra, ha avuto inizio l’esperienza di mons. Gerosa, il quale ha cercato di coniugare la formazione e la qualità professionale all’a-more nei confronti di perso-ne con disabilità sensoriale e intellettiva. Perché è giu-

sto, doveroso e importante fare memoria delle proprie origini? È la domanda po-sta dall’arcivescovo che ha orientato la riflessione nel ri-chiamare l’attenzione affin-chè nessun momento storico

(pur difficile o doloroso) può precludere il sorger d’ inizia-tive ed esperienze socialmen-te importanti nessuna crisi economica (locale o globale) può far dimenticare le neces-sità dei più deboli e disto-gliere la nostra attenzione, le nostre risorse umane ed eco-nomiche dall’indispensabile servizio per il loro benessere (dichiarazione dell’Onu). Un servizio concreto, efficace nei

confronti di persone con di-sabilità si deve compiere con professionalità e competen-za e, soprattutto, con quella passione e motivazione che aiutano a superare le difficol-tà contingenti. Mons. Gero-sa, uomo di fede, ha saputo testimoniare coraggio nelle scelte, fiducia nel Signore, e capacità di suscitare solida-rietà sia nella gente semplice che nella borghesia di quel tempo. La sfida per noi og-gi, ha concluso l’arcivescovo, è accogliere il messaggio di fiducia e speranza, testimo-niata da mons Gerosa, nel superare le difficoltà del no-stro tempo, con la medesi-ma passione e perseveranza. Sono state le parole dell’as-sessore Francesca Maletti a riportare la riflessione ad oggi, sottolineando lo sfor-zo intrapreso dal Comune di Modena, nonostante le diffi-coltà contingenti, a sostegno della riconosciuta qualità as-sistenziale svolta dal Charitas a favore degli attuali 90 ospiti con disabilità grave e gravis-sima. Il direttore Gabriele Benatti, sfogliando l’album di ‘famiglia’, ha poi fatto

scorrere immagini segnate dal tempo con parole e voci di diretti testimoni, collabo-ratori di Gerosa, nel corso dei primi dieci anni d’attività. È poi toccato a Ciro Ruggerini, da oltre 20 anni collaboratore del Charitas, illustrare i prin-cipi del prendersi cura delle persone con disabilità intel-lettiva, oggi ricordando che nella Convenzione interna-zionale sui Diritti delle Per-sone con Disabilità (2006); si stagliamo quattro principi chiave: diritti, indipendenza, scelta, inclusione.La seconda parte del semina-rio ha visto la presentazione di alcune esperienza condot-

te presso il Charitas a cura del gruppo di lavoro educati-vo - assistenziale, riabilitativo – sanitario, con la proiezione di immagini e filmati riguar-danti esperienze di appro-priatezza delle cure mediche e persone con disabilità in-tellettiva; risposte a bisogni speciali nella comunicazione; esperienze di inclusione so-ciale e di autodeterminazio-ne in persone con disabilità intellettiva. Infine, sono state illustrate esperienze matura-te sulla base di considerazio-ni etiche sulla conoscenza scientifica per un migliora-mento continuo della qualità della vita.

Natale in centro storicoTutte le iniziative che illuminano la città in festa

Cori, musiche na-talizie, mostre, presepi artistici, mercatini di ar-

tigianato e prodotti tipici, spettacoli e animazioni per tutti: il centro storico si il-lumina con le iniziative di Natale.Tutte le manifestazioni so-no raccolte in un’agendina tascabile disponibile presso

l’Urp in Piazza Grande, i punti informativi del Co-mune, nelle circoscrizioni, nelle biblioteche, nei punti di Modenamoremio, nei nego-zi e alla fermata del trenino di Natale. Eccone un’ante-prima. Tutte le domeniche di dicembre in duomo alle 16.30 la Cappalla Musicale del Duomo si esibisce nei Vespri d’organo di Avvento e di Natale e, a seguire, Se-condi Vespri Capitolari can-

tati dalla Schola Gregoriana. Venerdì 7 alle 21 presso la chiesa della della B.V. Delle Grazie serata natalizia augu-rale di canti popolari di mon-tagna e suite natalizia con la Corale S. Silvestro di Fanano diretta dal Maestro Walter

Ranieri. Sabato 8 alle 15 presso la chiesa di Sant’A-gnese concerto degli auguri con il Coro Gospel Serial Singers e con raccolta offerte a favore del progetto “L’ar-te aiuta l’arte e la cultura” a sostegno della Bassa. Sem-

pre sabato 8 presso la chiesa di S. Pietro alle 16 concerto vocale strumentale natalizio con la partecipazione della Corale Mutinae Cantores. Domenica 9 alle 12 presso l’atrio dell’ex cinema Princi-pe inaugurazione del Presepe scenografico si ambientazio-ne popolare visitabile tutti i giorni dalle 8 alle 23. Tra gli appuntamenti orga-nizzati invece da Modena-moremio, l’8 dicembre in via Selmi alle 16.45 l’associa-zione “Tutta un’altra musi-ca” propone un repertorio di

Fraternita laicato domenicano

Ritiro Spirituale

La fraternita domenicana “Bato Marco” in occasione dell’Av-vento del Signore, propone per domenica 16 dicembre un ritiro spirituale presso l’Istituto Suore Figlie della Provviden-

za, in corso Cavour 54. La meditazione dal titolo “Giovanni Battista testimone della fede”, sarà tenuta dal reverendo don Simone Bellisi della diocesi di Modena. Il programma prevede alle 15.30 accoglien-za e meditazione, alle 17 silenzio e adorazione eucaristica, alle 17.30 S. Messa con vespri e al termine scambio degli auguri.

Bper

Fabrizio Togni Direttore generale

Il Consiglio di amministrazione della Banca popolare dell’Emilia Romagna, nella sua riunione odierna, ha deliberato all’unanimi-tà la nomina a Direttore generale di Fabrizio Togni. La nomina

avrà decorrenza dal 1° gennaio 2013. Togni avvicenda nella ca-rica Luigi Odorici, che permane nella funzione di Amministra-tore delegato della banca. En-trato nel 1976 nell’allora Banca Popolare di Modena, Togni ha assunto incarichi di crescente responsabilità prima in Banca popolare dell’Emilia Romagna e poi in varie banche del Grup-po. E’ stato Direttore generale della Banca di Sassari, della Cassa di Risparmio di Vignola e della Banca Popolare di Ra-venna e dal primo gennaio di quest’anno è stato nominato vice direttore Generale vicario di Bper. Siede inoltre, in rappresentanza della banca, nei consigli di Ammi-nistrazione di diverse società controllate e partecipate.

musica classica, sacra e na-talizia, mentre in piazza XX settembre si svolge il con-certo del Coro delle voci del Frignano. Inoltre quest’anno Modenamoremio, in colla-borazione con l’associazione “Il piccolo borgo”, ha curato un particolare allestimento di un giardino anche nel cortile dell’ex caserma dei Carabi-nieri di via Sant’Eufemia, con sculture in vetro e cristal-lo degli artisti Carlo Baldes-sarri e Raffaele Morini.Per info e programma com-pleto: tel. 059 2033480.Ordine Francescano Secolare

A scuola da Francesco e Chiara d’Assisi

Venerdì 14 dicembre alle ore 20.45 presso la sede dell’Or-dine Francescano Secolare di Modena (via Ganaceto 115), continua, con la terza tappa che ha come titolo Scoprire un

Volto che comunica, la “Scuola di preghiera francescana”. Si tratta di un itinerario in 8 tappe, a cadenza mensile, per riaccendere in noi lo Spirito di preghiera sostenuti dall’illuminante testimonianza evan-gelica di Francesco e Chiara d’Assisi. Questa proposta vuole essere anche un semplice e concreto contributo francescano per l’Anno della fede indetto da Papa Benedetto XVI, che avrà inizio l’11 otto-bre 2012 e terminerà il 24 novembre 2013. Infatti, i temi che saranno meditati nelle catechesi e interiorizzati nelle esperienze di preghiera hanno come centro la fede e la scoperta della bellezza e della gioia di essere cristiani. Al centro dell’itinerario proposto c’è Dio, Padre e Figlio e Spirito Santo, e la persona in cammino. L’obiettivo primario è quello di far incontrare la singola persona con Dio nella ferialità e quotidianità della vita. Al termine di ogni appuntemento (ore 22,45 circa) sarà indicato un impegno individuale di preghiera, graduale e progressivo, da vivere nella ferialità-quotidianità: a pregare si impara pregando. L’iniziativa non è destinata solo ai membri della Fraterni-tà O.F.S. ma è aperta a tutti, perché tutti sono chiamati a un rappor-to vivo e profondo con Dio. La Fraternità O.F.S. in spirito di servizio e di fraterna accoglienza intende offrire a tutti questo percorso. Per ulteriori informazioni: 3336119800 (Novella). Francesco e Chiara d’Assisi, quali compagni di viaggio, intercedano per quanti vorran-no affrontare questo cammino. Prossimo appuntamento venerdì 11 gennaio ‘Scoprire un Dio Padre’.

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13Domenica 9 dicembre 2012NostroTempo

PianuraIncontro a Medolla con la cooperativa Insieme. Per mettere in sicurezza il territorio italiano occorrono 60 miliardi

Lo Stato non ha più le risorse per risar-cire i danni causati dalle calamità na-

turali. Oltre alla prevenzione, l’unica altra strada percorribi-le è accantonare prima i fondi necessari per gli interventi di ripristino studiando forme di collaborazione tra le compa-gnie d’assicurazione private e lo Stato. È la conclusione cui sono giunti gli esperti intervenuti al convegno che

Catastrofi naturali e assicurazioni:il futuro è nella collaborazione

Progetto NataleVillanova

Domenica 9 dicembre apre il Progetto Natale a Villano-va. Gli alunni della scuola elementare “Ciro Menotti” si renderanno creativi e solidali, recandosi alla Polisportiva

Quattro Ville con giocattoli, cartoni animati, colori e forbici. Con l’aiuto e il suggerimento di qualche papà e mamma, abili nel dise-gno e nel decoupage, cercheranno di abbellire e recuperare giochi nuovi o riadattati, per poi barattarli per mettere insieme qualche euro da regalare agli amici “gemellati” della scuola elementare di Cavezzo, colpiti dal terremoto nel maggio scorso, un sisma che ha causato guai anche ai libri di favole e ai giocattoli domestici. «Tutto il ricavato della vendita – assicura Lina, una degli inse-gnanti attive a Villlanova e coinvolte nel progetto – verrà devoluto interamente alla scuola di Cavezzo».

Un tesoro ritrovatoRecuperata l’icona di Maria Regina con Bambino Gesù e un piccolo reliquario in legno della chiesa di Bagazzano

Nel 2012 il Cen-tro Studi Storici Nonantolani, in occasione del 25°

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anno dalla sua fondazione, ha portato a termine l’inizia-tiva della pulitura e recupero dell’icona di Maria Regina con Bambino Gesù e di un piccolo reliquario in legno della chiesa di Bagazzano di Nonantola. L’immagine sacra interes-sata alla pulitura è una pic-cola icona raffigurane Maria Regina che regge in braccio

Gesù Bambino incoronato. Si tratta di un’antica stam-pa xilografica, probabilmen-te del XVII-XVIII secolo, colorata a mano con colori ad acqua con lo sfondo ric-camente dipinto con decori floreali. Questa icona con piedistallo è posta sull’ulti-mo altare a sinistra entro una nicchia protetta con sportel-lo in vetro ed incorniciata

da una ricca decorazione floreale: il tutto costituisce un altarolo utilizzato per le processioni. Questa imma-gine sacra rappresenta sia la regalità di Gesù che quella di Maria; in essa risaltano le corone sul capo di Gesù e Maria, due importanti e pre-ziose corone regali d’argen-to ed al collo due collane di granati rossi.

L’oggetto sacro interessato all’intervento di pulitura è un reliquario in legno con basamento intagliato con piccoli decori e come il re-sto del manufatto argentato e con meccatura nell’ovale dello stesso.Probabilmente realizzato nel XVII secolo, è di fattura ti-picamente emiliana. L’ope-ra di pulitura ha restituito

• FrAnco mAntovi

al reliquario in legno la sua bellezza ed il suo colore ori-ginario.Per maggiori informazio-ni si rimanda alla lettura dell’interessante fascicolo del Centro Studi Storici No-nantolani “Pulitura e re-cupero dell’icona di Maria Regina con Gesù Bambino nella chiesa di Bagazzano di Nonantola”.

Il giornalista Rai Luca Ponzi ospite del circolo medico Merighi per raccontare il sisma con gli occhi dei media

Difficile spiegare a voi che cos’è il ter-remoto, posso però dirvi come abbia-

mo fatto a far conoscere questa situazione al resto del paese». Così Luca Ponzi, giornalista della sede Rai dell’Emilia Ro-magna, ha aperto l’incontro organizzato dal circolo medico

• nunZio borelli

Il terremoto visto da noi

«Merighi lunedì 26 novembre presso l’auditorium di Medolla. Per quasi due ore Ponzi ha spie-gato come si è mossa la macchi-na dell’informazione, a partire dalle 4.04 del 20 maggio fino ad oggi, quando di terremoto si parla sempre meno. Il gior-

nalista ha analizzato lo sforzo compiuto dalla Rai, in partico-lare dalla redazione di Bologna, che per tutta estate ha ga-rantito una finestra informativa quoti-diana dall’area del sisma, che ha richie-sto l’impegno degli

inviati sul campo ma anche di chi si è sobbarcato il lavoro di coordinamento, le conduzioni in studio, il settore tecnico.«Abbiamo fatto il possibile per non far dimenticare le feri-te subite da questa terra – ha confermato Ponzi – e siamo pronti a raccogliere le vostre difficoltà anche oggi, che il terremoto non fa più notizia». Gli applausi sono arrivati so-prattutto quando il giornalista ha raccontato il rapporto che si è instaurato con la gen-te emiliana, che anche in un momento di lutto, di difficol-tà, non ha mai dimenticato la propria anima ospitale e gene-rosa: «È stato facile per tutti noi lavorare in questo conte-sto, in cui le stesse vittime del terremoto erano pronte a confortare e ad accogliere chi stava operando in mezzo a lo-ro». Il giornalista ha concluso raccontando delle bottiglie di Lambrusco offerte quasi ogni sera dalla gente di San Felice alla fine delle dirette.

si è tenuto il 3 dicembre a Medolla sul tema catastrofi naturali-assicurazioni degli immobili. L’iniziativa è stata organizzata da Insieme (la cooperativa di utenti in cam-po assicurativo promossa da Confcooperative Modena), Apima Modena e Unima Ferrara. «Il basso volume di premi per calamità fino a og-gi non ha favorito campagne di sensibilizzazione sul tema in quanto le compagnie, non avendo raggiunto una massa critica di abitazioni assicurate sparse per tutto il territorio,

non hanno interesse ad as-sicurare» ha spiegato Anto-nio Fierro, della cooperativa Insieme. Fierro ha ricorda-to che ogni anno in Italia si spendono mediamente 5 miliardi di euro per danni materiali causati da eventi naturali, senza contare le per-dite in vite umane e i danni indiretti. Secondo il ministro dell’Ambiente Corrado Clini per mettere in sicurezza il no-stro territorio occorrerebbero almeno 60 miliardi di euro, un investimento che verrebbe ammortizzato in dodici anni.

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14 Domenica 9 dicembre 2012 NostroTempo

Pedemontana

Suor Luisa Falcetti e il suo Bangladesh

Nei giorni scorsi l’associazione savi-gnanese ‘Il Mondo, una Famiglia’ che

da anni si occupa di sostene-re vari progetti di solidarietà in diverse parti del mondo ha incontrato suor Luisa Falcetti, dal 1988 missionaria in Ban-gladesh. La serata ha preso il

L’associazione savignanese ‘Il Mondo, una Famiglia’ ha incontrato la missionaria

Cinquant’anni di scuolae di storia spilambertese

La scuola di via Marconi, ossia l’odierno Istituto compren-sivo “Severino Fabriani”, è stata inaugurata nell’ottobre del 1962. Per ricordare questo importante avvenimento è

stato ideato il libro ‘La Scuola di Spilamberto in 50 anni di fo-tografie e racconti che sarà presentato sabato 8 dicembre alle 16 a Spilamberto, presso lo Spazio Eventi. L’opera, un progetto edi-toriale dell’Ordine dei Cavalieri di Lamberto col patrocinio del Comune che è anche l’editore, ripercorre mezzo secolo di scuola, dall’inaugurazione ai giorni nostri. I ricordi si snodano attraverso documenti, soprattutto fotografici, nei quali molti spilambertesi potranno riconoscere se stessi o un proprio familiare. Suddiviso in decenni, contiene oltre 170 foto, una ventina di documenti e nove interventi di persone che hanno operato, a vario titolo, nell’istituto. E sono proprio questi interventi che offrono un piccolo ma suc-coso ritratto non solo del mondo della scuola, ma della nostra società come era e come si è evoluta negli anni. Ovviamente, per acquisire il materiale necessario, è stata necessaria la collabora-zione di molti cittadini che hanno messo a disposizione tante foto chiuse da anni nei cassetti che, grazie a questo libro, torne-ranno a vivere stimolando i ricordi non solo dei loro proprietari ma di tutta la comunità di Spilamberto.La scuola di cui si celebra il 50° compleanno ospita, dal duemila l’Istituto Comprensivo “Severino Fabriani”, dedicato a don Seve-rino, il sacerdote che dedicò tutte le sue energie al difficile com-pito di educare i sordomuti, la cui opera divenne nel tempo tanto importante da proiettare il suo nome oltre i confini nazionali. A lui venne intitolata la scuola elementare il 24 giugno 1896, che fu l’unica scuola elementare di Spilamberto fino al 1962, poi diven-ne scuola media fino al 2000, anno nel quale cessò definitivamen-te per far posto all’Istituto Comprensivo. Attualmente è in corso, per don Severino Fabriani, una causa canonica di Beatificazione.

*curatore del volume assieme a Cristina Grandi

Ricorrenze

Nostro Tempo - Settimanale cattolico modeneseRedazione via Formigina, 319 Modenatel. e fax. 059/344885 - [email protected]: tel. 059/2133866 - fax. 059/347326 - 059/2133805

Realizzazione e impaginazione: MediaMo

Direttore responsabile: Stefano Malagoli

Coordinatore di redazione: Paolo Seghedoni

In redazione: don Marco Bazzani, Luca Beltrami, Marcella Caluzzi, Giancarlo Cappellini, Andrea Cavallini, Mariapia Cavani, Elena Cristoni, don Gianni Gherardi, Simone Lazzaretti, don Massimo Nardello, Giulia Vellani

Comitato editoriale: mons. Paolo Losavio, mons. Giacomo Morandi, padre Lorenzo Prezzi, don Giuliano Gazzetti, Rossana Arletti, Egidio Iotti

Hanno collaborato: Massimo Achini, don Luca Balugani, Luigi Barozzi, Nunzio Borelli, don Andrea Casolari, Franco Mantovi, Franco Messora, Andrea Scaramelli, Laura Solieri, Francesco Tassi, don Alberto Zironi

Fotografie: archivio Nostro Tempo, MediaMo, Moka, Sir, Luigi Esposito, Dante Farricella

Stampa: Società Editrice Lombarda (Cremona)stampato in n° 2100 copie

Amministrazione:Curia Arcivescovile via s. Eufemia,13 - ModenaRegistrazione Tribunale di Modena n.333 del 19-9-57Iscritto all’Albo Nazionale della Stampa n.00736 vol.8 Settimanale aderente alla FISC (Federazione Italiana Settimanali Cattolici) Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

AbbonamentoRinnovo abbonamento per il 2013: 45 €Per i nuovi abbonati saranno inviati in omaggio i numeri di novembre e dicembre 2012.Modalità di pagamento:- Conto corrente bancario aperto presso la Sede di Modena del Banco Popolare (ex BSGSP) - IT 78 A 05034 12900 000000043394 intestato a Nostro Tempo Arcidiocesi Modena-Nonantola corso Duomo 34, 41121 Modena- Conto corrente postale n. 14614416 intestato a “Nostro Tempo settimanale cattolico modenese ” Corso Duomo 34, 41121 Modena- Presso gli uffici pastorali della Diocesi, in via Sant’Eufemia 13 a Modena- Presso la Galleria Incontro Dehoniana, in corso Canalchiaro 159 a ModenaPer informazioni: tel. 059 2133867 il lunedì e il giovedì ore [email protected]àContattare MediaMo tel 059/350269 - [email protected]

Cisl per la BassaLe sale parrocchiali di Corlo hanno ospitato sabato scorso, 1

dicembre, una serata solidale organizzata da Cisl Modena per le popolazioni colpite dal terremoto a cui hanno partecipato

circa 150 persone. I fondi raccolti saranno utilizzati per acquistare pc fissi e portatili per le scuole della Bassa Modenese.

Solidarietà

• luigi bAroZZi*

via con un momento di pre-ghiera cui ha seguito l’acco-glienza di suor Luisa e la sua testimonianza missionaria. Suor Luisa, della congrega-zione delle Maestre Pie, era arrivata in Bangladesh nel 1988 per accudire l’archivio della Nunziatura Apostolica a Dhaka. Ma, già l’anno suc-cessivo, con le sue consorelle si era dedicata all’accoglienza di bambini di strada, molto numerosi in città. La raccolta dei bambini degli slum poteva avvenire in strutture a carat-tere scolastico dove, tuttora, è in funzione la scuola primaria fino alla quarta classe. “I bam-bini - ha raccontato suor Luisa ai membri dell’associazione savignanese - sono quasi tutti

musulmani e vengono perciò educati nel rispetto della loro professione religiosa, trasmet-tendo comunque loro principi di civiltà, al punto che vengo-no preferiti quando passano alle scuole di ordine superiore. La realizzazione della scuola, che organizza anche corsi di informatica e di lingua inglese, è stata possibile con le genero-se elargizioni di una famiglia che ha perso una figlia in una situazione tragica. Il centro scolastico è infatti dedicato a ‘Carlotta’”. Attività non meno importante, portata avanti dalle Maestre Pie a Dhaka, è quella indirizzata all’emancipazione delle donne, che spesso sono trattate come delle schiave, alla mercé di uomini senza scrupo-

li. Per queste donne, giovani o sposate, le suore hanno orga-nizzato dei corsi di insegna-mento dell’arte del ricamo, con grande soddisfazione delle donne, dei loro uomini, che le vedono contribuire al bilancio famigliare e degli acquirenti europei, che possono comprare a prezzi modici dei veri capo-lavori. Le Maestre Pie hanno ora nove suore bangladesi e undici aspiranti: si tratta di una forza che può integrare e anche sostituire l’opera delle suore italiane, che, recente-mente, hanno aperto una casa al nord del Bangladesh, dove esistono popolazioni cristiane e può quindi svilupparsi anche l’azione evangelizzatrice delle missionarie stesse.

La chiesa di S. Giovanni Battista riapre alla comunità

Ogni tappa importante del cammino di una comunità lascia segni che per tanti versi sfidano il tempo e la memoria; l’impresa che quasi due anni fa quella di Spilamberto ha

deciso di intraprendere - avviando il restauro della chiesa di S. Gio-vanni a ottocento anni dalla sua fondazione - non è solamente l’op-portunità di riscoprire un grande tesoro, eredità della fede di chi ci ha preceduto, ma soprattutto occasione per tutti gli spilambertesi di ri-scoprire una bellezza che oggi più che mai è segno della presenza di

Dio nelle crepe della nostra quotidianità. Una bellezza che ha richiesto tempo ed energie non solo per essere “curata e ripu-lita” da chi, chiamato e scelto, si è dimo-strato estremamente capace e disponibile, ma anche “conosciu-ta e studiata”nei suoi

particolari da tanti spilambertesi, che tra affreschi, dipinti e stucchi hanno aperto quel meraviglioso libro di pietra, scritto dal Valli, tro-vandovi la storia di una fede mai così viva e attuale. Tanto si è potuto fare, nel tempo e tra gli inevitabili contrattempi, anche per l’opportu-nità che l’altra “chiesa di mattoni”, quella di S. Adriano, ha dato alla nostra comunità di continuare a trovarsi intorno all’Eucaristia, cuore della nostra fede: quella ricchezza che tante volte in passato ha diviso e contrapposto, ha ancor più unito e rafforzato il cammino di quelli che oggi vogliono essere nella terra di Spilamberto, annunciatori e testimoni della sola bellezza che salva: Gesù, Signore!

*vicario parrocchia S. Adriano – Spilamberto

Spilamberto

• don AndreA cASolAri*

L’Inaugurazione della scuola di viale Marconi avvenuta il 20 ottobre 1962.Insieme al ministro Medici da sinistra: don Antonio Giusti, don Oscar Pic-cinini, don Romeo Spattini

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Domenica 9 dicembre 2012NostroTempo 15

Appennino

Una mano alle famiglie che hannosubito danni dal terremoto

Nel momento in cui i riflettori si sono spenti sull’immane tragedia che ha colpito le zone dell’Emilia Romagna il 20 e 29 maggio del 2012 la Segreteria della Lega

di Carpi in stretta collaborazione con la Segreteria Provinciale Cisl Fnp di Modena ha avviato il progetto di sostegno materiale e psicologico post-terremoto per lenire la difficile situazione dovuta al mancato rientro nelle proprie abitazioni ed ai traumi post-sisma dei residenti nelle zone delle terre d’Argine colpiti. Il progetto ha l’intento di: • offrire un servizio di supporto psicologico e materiale;• alimentare la speranza di ripresa economica;• contribuire a individuare momenti di attenzione e vicinanza nei riguardi delle persone che hanno subito danni materiali e psicologici.E’ stato istituito, per tale ragione, un gruppo di lavoro

A cura di

Federazione Nazionale Pensionati SindacatoTerritoriale di Modena41124 Modena - via Emilia Ovest, 101Tel 059/890846 - Fax 059/828456

Festa grande per frate DavideDavide Bruzzi è stato ordinato frate sabato scorso a Fidenza, domenica la sua Riccò è pronta ad accoglierlo per la prima messa

Riccò in festa per fra-te Davide. Lo scorso sabato 1 dicembre, dopo un percor-

so lungo nove anni, Davide Bruzzi è stato ordinato frate nel convento dei Frati minori Cappuccini di Fidenza. L’or-dinazione, presieduta dal ve-scovo di Fidenza mons. Carlo Mazza, ha visto la presenza di una delegazione di cinquanta parrocchiani di Riccò, insieme

al parroco mons. Franco Mislei e mons. Luigi Biagini, parroco di Sant’Agnese, la comunità nella quale Davide era entra-to quando dalla montagna si è trasferito in città.

• lucA beltrAmi

ed attribuito ad alcuni operatori - pensionati volontari Cisl - il compito di:• analizzare la situazione delle persone e/o dei nuclei familiari;• offrire il supporto necessario per informazioni su procedure e accesso ai servizi competenti;• dare sostegno psicologico e di orientamento ponendosi in atteggiamento di ascolto rispetto alle problematiche espresse in una fase così particolare e delicata;• ascoltare ed eventualmente inviare le persone ai servizi e ai contesti strutturati - agendo non in modo informale - per contribuire ad eliminare l’aumento di emotività, di paura ed ansia ormai radicate profondamente dentro di noi.E’ stata individuata una azione collegiale e di gruppo al fine di raggiungere - con l’ausilio della Segreteria della Federazione Fnp di Modena e Carpi, della Segreteria Zonale di Carpi, delle di Categorie di Zona, delle strutture Caf ed Inas ed dei delegati di Zona - una

capillare informazione, al fine di:≈ supportare le problematiche legate alla ricostruzione;≈ diventare veicolo di ausilio;≈ trasformarsi in strumento di aiuto - non economico - e ascolto “psicologico e materiale”.Si puntualizza, infine, che tutte le azioni sono finalizzate ad offrire supporto alle varie istanze e non hanno la presunzione di mettere in atto interventi o promesse di natura economica da parte della Fnp Cisl.Gli operatori - Glorianna - Giovanni e Tonino - sono reperibili presso la Sede Cisl di Carpi - via Peruzzi n° 2Lunedì dalle ore 9 alle ore 12Giovedì dalle ore 9 alle ore 12Telefono 059/682322 disponibili per eventuali appuntamenti da concordare.

Il Segretario di LegaGianni Maestri

Nato nel 1970, Davide Bruzzi ha lavorato come perito elet-tronico in un’azienda cerami-

ca, poi alla Ferrari ed infine alla Tetrapak, ultima sede di lavoro prima dell’ingresso in seminario nel 2003. Tra le varie passioni di frate Davi-de c’è anche la musica: dalla

Un berlengo peraccogliere l’invernoBenvenuto Inverno! Sabato 8 e domenica 9 dicembre Fa-

nano saluta l’arrivo della stagione fredda con la festa del berlengo, un appuntamento promosso dal Comune di Fa-

nano e da Fanano è – Incontri d’arte e d’autore.Nel centro storico saranno attivi berlengai, stand gastronomici, bancarelle con prodotti tipici e mercatini. Per maggiori informa-zioni, telefonare al numero 0536/68696 o mandare una mail a [email protected].

Fanano

Padre Gabriele, da Cerpignanoallo Zecchino d’Oro

Padre Gabriele Adani se n’è andato da qualche tempo, ma resta in tutti la vivissima ed inconfondibile immagine di un frate vigoroso e sanguigno con il cordone sulla tonaca o il microfono della Rai in mano.

Era nato la vigilia di San Francesco nel 1927 a Cerpignano, un casolare sperduto in quel di Zocca. Orfano di padre a sette anni, Gabriele Adani, mentre la mamma lo “immaginava” prete diocesano, diceva di voler fare l’avvocato.Intanto finì in un collegio francescano, diventando frate a 24 anni in San Petronio. Insieme a un confratello fonderà l’Antoniano e porterà all’ombra delle Due Torri lo Zecchino d’oro, che era nato a Milano con Cino Tortorella nei panni di Mago Zurlì (sotto l’egida dell’Unicef ); poi inventerà la festa dei remigini, per incoraggiare allo studio i piccoli in età scolare, diventando giornalista della Rai, seguito da milioni di ascoltatori.“Nella mia casa natale a Cerpignano – spiegherà Gabriele Adani nel suo “Vita da frate”, edito da Rusconi – nelle domeniche d’inverno i miei familiari andavano a messa a Zocca tra due muri di neve alti fino a due metri ed io rimanevo a casa con mia madre. Dalla finestra della cucina entrava un sole pulito ed anche caldo. Sul focolare bolliva la pentola appesa al camino con la rituale gallina, e poi sulla tavola ottimi tortellini o tagliatelle sottili, chiamate capelli d’angelo, in brodo.Erano ore silenziose nella luce del sole e della neve. Mai dimenticherò quei momenti e quel panorama”.

Zocca

• FrAnco mAntovi

metà degli anni Ottanta fino ai primi anni Duemila ha fat-to parte, come strumentista

e consigliere, del corpo bandistico di Riccò, suonando il flauto traverso, il sax contralto e il sax tenore. E sarà proprio la banda di Riccò ad animare la prima messa di frate Da-vide, prevista per domenica 9 dicem-bre alla chiesa di San Lorenzo Mar-tire di Riccò e con-celebrata da mons. Franco Mislei. Al termine della ce-lebrazione eucari-stica, la comunità

serramazzonese saluterà il ri-torno di Davide con una festa, alla quale parteciperanno tutti i vecchi amici e le persone che ne hanno seguito il percorso personale e vocazionale.

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Domenica 9 dicembre 2012

Domenica 9 dicembre alle ore 18, presso La Tenda, a Modena in viale Molza angolo via-le Monte Kosica, appuntamento con la mostra fotografica A sam stè in Mozambique. In questa serata, vogliamo raccontare il nostro viaggio, attraverso l’esposizione delle

nostre foto e, soprattutto, coinvolgere la cittadinanza nel progetto “pomar escolar - un frutteto per ogni scuola”, che prevede la realizzazione di frutteti comunitari nelle scuole della Zambezia, regione rurale ed economicamente svantaggiata del Mozambico centrale. Chi lo desidera, potrà sostenere il progetto con una donazione o acquistando i biglietti d’auguri con le foto più belle che abbiamo realizzato.Ci saranno anche le “Chemin des femmes”, il coro delle donne migranti, che con i loro canti arricchiranno il nostro racconto. Quindi non mancate! Perchè vogliamo condividere con ognu-no di voi un’esperienza di cooperazione che non solo ha valore per le scuole della Zambezia, ma anche per il modo in cui viviamo nella nostra città.Prodotto con il contributo della Regione Emilia- Romagna nell’ambito del progetto: “I giovani e le donne protagonisti del contrasto all’HIV e dell’empowerment socio-economico in Zambé-zia, Mozambico”.

Mostra fotografica“A sam stè in Mozambique”

MissioniQuattro giovani modenesi nel Paese africano per incontrare un gruppo di coetanei

L’estate scorsa, ad ago-sto, un gruppo di nove giovani italiani, fra i quali quattro

modenesi, ha attraversato il Mozambico in pulmino per incontrare un gruppo formato da altrettanti ragazzi mozam-bicani. Tre settimane in Mo-zambico, che hanno cambiato la vita. E’ stato nell’ambito di questo progetto di cooperazio-ne internazionale, che anche io ho avuto l’opportunità di com-

piere il mio primo viaggio in Africa australe. Il Mozambico, come l’Angola, è una ex colonia del Portogal-lo, ed è stata proprio la cono-

scenza della lingua portoghese, appresa in Brasile, a stimolare la mia curiosità verso questo

• FrAnceSco tASSi

Sulle rotte del volontariato,turismo responsabile in Mozambico

Paese. Così il 20 agosto, sono partito dall’Italia insieme a Franco, Ilaria, Sebastian, Ni-cholas, Clara, Francesca, La-vinia e Matteo che, come me, hanno voluto partecipare a questo “viaggio di conoscen-za” organizzato in accordo ai principi del turismo responsa-bile, promosso dalle ong Iscos, Manitese, Arcs e Nexus E.R. Non sapevo sinceramente co-sa aspettarmi da questa prima esperienza in Africa, ma an-cora più forte del timore dei potenziali inconvenienti del

viaggio, era la voglia di partire insieme a un gruppo di persone ancora sconosciute, per scopri-re insieme una cultura molto diversa dalla nostra.

Milo, il nostro accompagnato-re, ci ha guidato nella scoperta delle meraviglie di un paese af-

fascinante non solo per le sue bellezze naturali, ma anche per il suo ricco patrimonio cultura-le, frutto del contatto di culture e religioni diverse che hanno convissuto per secoli, nel ri-spetto reciproco. Pur avendo molti tesori da offrire ai suoi visitatori, il Mozambico è un paese ancora scarsamente vi-sitato dal turismo. Il motivo principale è la lunga guerra civile che ha funestato il paese per quindici anni e che ha reso questo Paese uno dei più pove-ri del mondo.

Il nostro viaggio era indirizza-to alla conoscenza dei progetti attivati dalle sopra nominate organizzazioni non governa-tive, che operando nella stessa

regione, hanno scelto di colla-borare formando il “Consorzio Zambezia”. Infatti, la desti-

nazione finale del viaggio era proprio la Zambezia, regione centro-settentrionale del pa-ese, dove le condizioni della popolazione locale sono parti-colarmente povere. In questa regione, il nostro gruppo è sta-to coinvolto nella realizzazione del progetto di coltivazione di “pomares escolares”, cioè frut-teti gestiti dalla comunità di chi frequenta la scuola, per ar-ricchire la dieta degli studenti e responsabilizzare le nuove ge-nerazioni nella gestione di un progetto di interesse comune. Il nostro gruppo, partito in pulmino (che in Mozambico si chiama chapa) dalla capita-le Maputo, dopo due scomode

settimane di viaggio, interval-late da soste in luoghi meravi-gliosi lungo la costa oceanica,

come nel boscoso entroterra, si è finalmente fermato a Mor-rumbala. Abbiamo trascorso dieci giorni in questa piccola cittadina rurale della Zam-bezia, dove si è svolta la parte più importante del progetto: l’incontro con nove ragazzi mozambicani, con i quali ab-biamo realizzato un percorso di reciproca conoscenza, col-laborando nella realizzazione di attività manuali organizzate presso l’Unione dei contadini di Morrumbala (UDCM).I laboratori artigianali, con-dotti dai maestri Francisco e Isabela, consistevano nella costruzione di oggetti come cappelli e borse attraverso l’in-treccio di fili di foglie di palma, insieme alla produzione di vasi e altri oggetti in terracotta. La foglia di palma e l’argilla sono risorse presenti in abbondanza sul territorio e quindi l’oppor-tunità di apprendere le tecni-che artigianali per produrre oggetti che hanno valore per il mercato locale, rappresentava per i ragazzi mozambicani, una fonte di reddito addizionale al lavoro agricolo di sussistenza. Per noi italiani invece, che vi-viamo in una realtà urbana e non conosciamo le fatiche del lavoro nei campi, questi labo-ratori sono stati un modo per conoscere la produzione arti-gianale locale e per supportare successivamente il progetto dei frutteti scolastici attraverso la vendita dei manufatti realiz-zati.Nel contesto della reciproca conoscenza, il gruppo italiano e mozambicano si sono mesco-lati per dare vita a momenti di dibattito collettivo su temi im-portanti come l’agro-ecologia, i diritti delle donne e la lotta all’HIV/Aids, che in Mozam-bico affligge circa il 16% della popolazione adulta.Tematiche rispetto alle quali ognuno di noi, a turno, ha pre-

sentato la sua opinione, e si è messo in gioco, confrontandosi con tutti gli altri. Così, i due gruppi, distinti in partenza, attraverso i momenti di gioco, di discussione e di collabora-zione nei progetti manuali, si sono uniti in uno solo. Insieme, abbiamo potuto comprendere come le nostre diversità di abi-tudini, sogni, e di opportunità rappresentassero non un limite ma uno stimolo alla riflessione, che porta arricchimento reci-proco.Nonostante i 15.000 km che ci dividono, abbiamo avuto l’op-portunità di condividere, anche se per un tempo breve, la vita dei nostri amici mozambicani, apparentemente così diversa dalla nostra.La loro vita quotidiana, divisa fra la scuola e il faticoso lavo-ro nel campo, che è tuttora la principale fonte di reddito, è insieme più semplice e più dif-ficile della nostra. Ci è sembrato di riconoscere nella vita di oggi dei ragaz-zi mozambicani che abbiamo incontrato, quella che i nostri nonni ci hanno raccontato, quando parlavano di un mon-do in cui la vita di campagna e il lavoro manuale, era mo-tivo di fatica ma anche fonte di dignità. Un mondo che in Europa ormai non esiste più, ma che rappresenta tuttora la realtà della maggior parte del-le popolazione mondiale, che rientra in quello che è stato discutibilmente chiamato il “Terzo Mondo”.“Enchada, catana, tudos vamos a trabalhar por o caminho da machamba...” (“Zappa, trebbio, andiamo tutti a lavorare, lungo il sentiero verso il campo...”) sono alcune delle parole che mi rimangono in testa, parti di canzoni che non scorderò mai, ascoltate prima e cantate poi, insieme ai miei amici del Mozambico.

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17Domenica 9 dicembre 2012NostroTempo

FormazioneTestimoni a partire dal VangeloIntervista con Maurizio Tagliaferri sul convegno della Fter sull’evangelizzazione

L’11 e il 12 dicembre si terrà a Bologna presso la Facoltà Te-ologica dell’Emilia-

Romagna un Convegno sulla Teologia dell’evangelizzazio-ne. Dopo il recente Sinodo dei vescovi l’evangelizzazione al centro dell’attuale dibat-tito teologico e pastorale sia nazionale che internazionale. Abbiamo intervistato il prof. Maurizio Tagliaferri, direttore del Dipartimento di Teologia dell’Evangelizzazione e organizzatore del con-vegno che vedrà tra i relatori mons. Fisichel-la, don Guido Benzi, Giuseppe Gervasio, Brunetto Salvarani e il modenese don Paolo Boschini.Perché un convegno sull’evangelizzazione? Il convegno nasce da un duplice desiderio: fare un bilancio sull’ultra trenten-nale attività della scuola teo-logica bolognese, avviata dallo Studio Teologico Accademico Bolognese e proseguita dal Di-partimento di Teologia dell’E-vangelizzazione; dialogare con

altre scuole teologiche che si occupano dell’Evangelizzazio-ne. Che cosa è la teologia dell’e-vangelizzazione e qual è lo specifico della scuola teologi-ca bolognese?In questi ultimi anni la rifles-sione teologica sull’Evangeliz-zazione è declinata dalla scuola bolognese come teologia della testimonianza. È un modo serio di pensare la fede che, attraverso l’ascolto e l’inter-pretazione del Vangelo, vuole mettersi a servizio dell’uomo, là dove la ragione incontra la fede. Chi sono stati in questi ulti-mi anni i principali protago-nisti di questa riflessone? Senza dubbio, gli ultimi papi. I loro appelli costanti alla “nuova

evangelizzazione” sostengono e favoriscono un nuovo slancio teologico, che può tornare utile all’annuncio del Vangelo in un contesto in cui sono innegabili le difficoltà della fede cristiana. L’annuncio del Vangelo richie-

de testimoni convinti.Quali sono gli elementi ca-ratterizzanti del prossimo convegno?Il nostro obiettivo scientifico è mettere a fuoco i fondamenti della teologia dell’evangeliz-zazione, spaziando dall’esegesi biblica alla teologia sistema-tica, dalla filosofia allo studio della cultura odierna, dalla ri-flessione sulla Chiesa alla vita pastorale delle comunità cri-stiane. Tutto converge sul te-ma della testimonianza, intesa come uno stile di vita in grado di parlare di vero amore, di ge-nuina libertà e di gioia reale. La testimonianza accresce l’af-fidabilità della fede cristiana e è essenziale per la missione dei cristiani nel mondo.Ma che dire della testimo-

nianza delle istitu-zioni ecclesiali? La testimonianza coinvolge credenti e l’istituzione-Chiesa in un legame in-scindibile: con Dio, con se stessi, con chi ascolta. La testimo-nianza deve essere in profonda sintonia e unità di vita con la Chiesa che come un

grembo materno genera alla fede. La fede non può restare bambina. La nuova evangeliz-zazione richiede che i credenti siano uomini e donne liberi, generosi e responsabili, in for-za del sacerdozio battesimale.

Via all’anno accademicoIl nono anno di vita della Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna ha preso inizio lo scorso 28 novembre,

alla presenza, tra gli altri, del cardinal Caffarra e del nostro arcivescovo, mons. Antonio Lanfranchi. Padre Bendinelli, preside della Facoltà, introducendo la relazione di mons. Nikola Eterovic, segretario

generale del Sinodo dei vescovi, ha voluto attingere dal messaggio conclusivo del Sinodo stesso alcuni principi ispiratori del ‘fare teologia’. I pozzi e le oasi: sono i luoghi nei quali è possibile dissetarsi nel deserto della vita; allo stesso modo Facoltà e Istituti sono il luogo in cui ancorare la fede ai tesori della Tradizione. Il preside è poi passato a descrivere la Fter come un ricco edificio: a Bologna sono presenti tutti i livelli di formazione (fino al dottorato) con 250 iscritti, altrettanti i partecipanti alla scuola di Formazione Teolo-gica. Vi sono poi due studi teologici per la preparazione al ministero ordinato: lo studio Teologico della provincia dei frati minori, che conta 30 persone, cui si aggiungono i 70 studenti dello studio Teologico Interdiocesano di Reggio Emilia, frequentato anche dai nostri seminaristi. Ci sono poi i 6 istituti di scienze religiose (oltre al neonato Istituto di Ferrara), con i complessivi ottocento studenti, di cui oltre un quarto costituito dagli studenti del nostro Istituto modenese Beato Contardo Ferrini.Prima di lasciare la parola a mons. Eterovic, il preside ha ringraziato il segretario uscente della Facoltà, don Davide Righi, sostituito dal diacono modenese Tiberio Guerrieri, già direttore del Ferrini e attuale vicedirettore. Il preside ha ringraziato anche l’arcivescovo Lanfranchi per aver ‘concesso’ un suo diacono per questo servizio. Mons. Eterovic ha poi tenuto una lezione magistrale sulla Nuova Evangelizzazione, tema del Sinodo dei Vescovi terminato un mese fa. L’invio della missione degli apostoli ha costituito lo sfondo ed il punto di riferimento: conversione, rinnovamento e missione sono gli atteggiamenti di fondo della evangelizzazione. Il Sinodo è stato segnato da un clima di grande comunione, nella pluralità delle diverse chiese e nella provenienza di vescovi da tutti i continenti. E la presenza assidua del Papa è stata particolar-mente significativa. Gli interventi hanno offerto un panorama di vera cattolicità: dai paesi in cui la fede è perseguitata ad altri in cui i cristiani crescono in maniera impressionante. Altro segno di comunione si è visto nella larga maggioranza (sempre oltre il 90%) che ha approvato il messaggio finale e le proposizioni. Il termine “Nuova Evangelizzazione” è stato utilizzato da Giovanni Paolo II a partire dal 1983, ma trova radici già nella Evangelii Nuntiandi. Si tratta di riproporre la bellezza dell’incontro con la novità di Cristo, con parole e sacramenti, insieme alla testimonianza dei cristiani. Nella pastorale ordinaria occorre “incen-diare il cuore dei fedeli” che frequentano l’assemblea eucaristica domenicale. Si tratta di percorrere vie di santità, perché sono soprattutto i santi coloro che trovano il linguaggio adatto a parlare ai poveri. La nuova evangelizzazione è poi connessa con l’annuncio alle genti: accanto all’opera di consacrati, vi sono molti laici in terre di missione che tengono vivo l’annuncio; l’arcivescovo ha ricordato che vi sono comunità che non hanno mai incontrato un presbitero, ma solo catechisti, che hanno permesso di far nascere e maturare la fede in molti credenti. Infine c’è un terzo ambito, quello delle persone battezzate che non vivono le esigenze del Vangelo. È un fenomeno di tutti i continenti, con maggior rilevanza in quelli di più antica evangelizza-zione e più ampia secolarizzazione. Se anche siamo un piccolo gregge, siamo ugualmente chiamati a essere sale e luce del mondo. Occorre perciò una notevole creatività pastorale, con linguaggi rinnovati. Al Sinodo erano presenti anche il patriarca ortodosso, Bartolomeo I, che ha ricordato che il Vaticano II è stato una pietra miliare anche per le altre chiese; e Rowan Williams, arcivescovo anglicano di Canterbury, che ha ribadito che il Concilio ha restituito energia alla Chiesa. Papa Benedetto ha ricordato san Carlo Borromeo che, all’indomani del Concilio di Trento, aveva colto come il rinnovamento dovesse partire dai ministri; allo stesso modo anche l’attuazione del Vaticano II parte dai vescovi.

Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna

• don lucA bAlugAni

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18 Domenica 9 dicembre 2012 NostroTempo

Natale degli sportivi 2012La grande festa modenese per promuovere i valori dello sport

I l tradizionale evento na-talizio modenese dedi-cato a tutti gli sportivi si terrà sabato 15 dicem-

bre, alle 15, presso il Palasport G. Panini Casa Modena: il Natale degli Sportivi.Si tratta di una grande festa rivolta a bambini e ragazzi, ormai conosciuta da tutti i cittadini, per promuovere i

Csi, sport e sociale

Centro invernaleIl 27 e il 28 dicembre e il 2, 3 e 4 gennaio l’Oplà apre le porte ai

bambini dai 4 ai 10 anni per il centro invernale con i proprio animatori ed educatori.

Per info e iscrizioni: [email protected], www.oplamodena.it.

Oplà: feste insieme

Centro invernale InsiemeNatale a San Prospero per i bambini dai 3 agli 11 anni

L’impegno del Csi Modena a soste-gno delle Famiglie dell’Area Nord non

valori dello sport.Come sempre il momento centrale della giornata sarà la riflessione sui valori del-lo sport con l’arcivescovo di Modena mons. Antonio Lanfranchi e a seguire un intero pomeriggio di sport e animazione, quest’anno con un occhio di riguardo per le squadre sportive dell’Area Nord.Per info: www.comune.mo-dena.it/sport.

si ferma neanche a Natale: per tutti i genitori che devono la-vorare anche nel periodo delle feste il Csi offre un servizio di centro invernale per i bambini dai 3 agli 11 anni. Uno spazio sicuro in cui i ragazzi sotto la guida e la sorveglianza degli

esperti animatori ed educato-ri Csi, potranno passare ore di divertimento con laboratori espressivi e attività ludico-motorie. Non mancherà poi uno spazio dedicato ai compiti delle vacanze.Il centro invernale sarà aperto

il 27, 28 e 31 dicembre e il 2, il 3 e il 4 gennaio. Il servizio avrà luogo presso la scuola dell’in-fanzia parrocchiale di San Prospero per i bambini di etàequipollente e rispetterà i seguenti orari: dalle 7.30 (pre-accoglienza) alle 16. La

famiglia potrà usufruire del servizio di prolungamento orario fino alle 17. Per i bam-bini della scuola primaria il Centro Invernale si terrà pres-so la Sala Polivalente sita in Via Chiletti 2, l’apertura del servizio per i bambini della

scuola primaria sarà alle 7.30 mentre la chiusura regolare delle attività avverrà alle 17. La famiglia potrà usufruire del servizio di prolungamento orario fino alle 18. Per info e iscrizioni: [email protected]

Assisi 2012Sono confermati 512 i partecipanti ad Assisi 2012 (rap-

presentanti di 88 comitati territoriali del Csi) con un posto assicurato alla Domus Pacis di Santa Maria degli

Angeli, dove dal 7 al 9 dicembre si terrà il tradizionale me-eting umbro del Csi nazionale, che avrà come figura centrale quella di San Francesco.Immancabile anche una delegazione modenese per discutere di “Giocare per credere”, l’impegno dell’Associazione per il quadriennio 2012-2016.

Anche una delegazione modenese al convegno

Genitori che ricostruiscono

Cresce l’adesione per l’iniziativa “Noi Insieme” rivolta ai geni-tori dell’Area Nord. Al secondo incontro del 2 dicembre le presenze erano più di cento con il neuropsichiatra infantile

dott. Davide Bertoni. Il prossimo incontro si terrà il 27 gennaio con un esperto in problematiche educative su “Educare nella fase della ri-presa”. Inoltre da metà febbraio, previa iscrizione, ci saranno “Gruppi di individuazione e ascolto dei nuovi bisogni” con la dott. Vanna Pu-viani, psicoterapeuta. La partecipazione agli incontri è gratuita. Tutti gli incontri si terranno la domenica dalle 17 alle 19 presso la scuola media F. Montanari a Mirandola. Per info: www.csimodena.it.

Continuano le adesioni al progetto di Mirandola

Gen Rosso a ModenaArriva a Modena il 17 dicembre con una straordinaria mission

benefica: Gen Rosso, international performing arts group, lu-nedì si esibirà alle 20.30 presso il Palasport G. Panini Casa

Modena a favore di Medolla. 18 persone provenienti da 8 nazioni, Brasile, Tanzania, Argentina, Spagna, Italia, Svizzera, Filippine, Po-lonia, per una performance musicale con un messaggio di pace e fra-tellanza. I ricavati dello spettacolo “Dimensione indelebile” saranno devoluti per la ricostruzione della scuola materna di Medolla. Il Gen Rosso si fermerà inoltre a Modena martedì 18 dicembre, per un’ani-mazione d’eccezione in occasione del terzo martedì del vescovo.

Lunedì 17 al PalaPanini per la scuola di Medolla

Avvento: tempo di riflessione su fede e vita

Carissimi amici, sia-mo appena entrati nell’Avvento, perio-do che segna l’attesa

della venuta di Gesù. Un pe-riodo intenso per noi cristiani, denso di significato profetico e di spiritualità, un’occasione di riflessione e confronto sul pro-fondo significato della Fede e della Vita. Fede e Vita si mani-festano concordemente, anche nella nostra associazione, at-traverso una quotidiana azione educativa e sociale, grazie ai comitati, alle società sportive, alle parrocchie e agli oratori, a dirigenti, allenatori, arbitri,

animatori, istruttori, operato-ri, volontari e atleti. Un’azione che va sostenuta e implemen-tata costantemente, anche in periodi di crisi valoriale ed economica, quando sembra più semplice rincorrere i risultati economici ed è più facile fare quello che fanno tutti. Ecco perché, la nostra proposta per questo periodo di “attesa” del Natale vuole essere origina-le, diversa dalle altre, mirata ad un progetto che pensiamo dia valore alla generosa opera di volontariato che ognuno di voi realizza quotidianamente. La proposta è forte: rinun-ciare a qualcosa di superfluo, dare valore all’essenziale, in un momento in cui la comu-nicazione ci spinge a guardare più a quello che non abbiamo

che a quello che abbiamo già. Vi abbiamo coinvolto alcuni mesi orsono nella campagna nazionale, denominata “Adotta una squadra”, volta a sostene-re economicamente, l’attività sportiva di base delle Società sportive delle zone colpite dal terremoto. Questa campagna ha già dato ottimi risultati: 45.000,00€ raccolti da tutta Italia, una rete di solidarietà che si sta ancora moltiplicando e che ha coinvolto anche priva-ti, parrocchie e società sportive. Con queste risorse, e con altri 100.000,00€ messi a disposi-zione dalla Presidenza nazio-nale, i Comitati terremotati, hanno già assicurato gratuita-mente 297 affiliazioni, 11000 tesserati e 195 quote d’iscrizio-ne alle attività sportive di base,

sia per gli sport individuali che per gli sport di squadra: oltre a questo, il sostegno locale si è esteso alle attività dei centri estivi (quasi 15.000 bambini coinvolti) e alla donazione di una grande quantità di mate-riale e attrezzature sportive. Una grande operazione di so-stegno allo sport sociale, allo sport di base e in particolare all’attività aggregativo/sporti-va under 18.Moltissimo resta però ancora da fare e con il poco di tanti si può fare davvero molto. Ec-co perché la nostra proposta per l’Avvento e per il Natale 2012 è di ridurre, ove possi-bile, le spese per premiazioni, regali, cene, con l’obiettivo di finalizzarle al sostegno di par-rocchie e società sportive, che

svolgono un’azione di collante sociale indispensabile, in par-ticolare per bambini, ragazzi e giovani, disabili e famiglie, segnati indelebilmente dal terremoto. Il codice IBAN del con-to corrente attivato dal-

L’attesa del Natale dalle parole del presidente nazionale Massimo Achini

la Presidenza nazionale è sempre lo stesso: IT 72 R 0501803200000000111100. Vogliamo inseguire un sogno: raddoppiare i 45.000,00€ già raccolti. Aiutateci a realizzare un Natale diverso.

Massimo Achini

Chiusure nataliziedella sede provinciale13 dicembre 2012: chiusura al pubblico solo della segreteria

dalle 9 alle 12.30 per corso di formazione degli operatori, regolare apertura invece il pomeriggio dalle 15.30 alle 19.

Il 21 dicembre 2012: chiusura al pubblico della segreteria e delle commissioni tecniche dalle 15 alle 19 per corso di formazione operatori Csi; apertura regolare la mattina dalle 9.30 alle 12.30 dal 24 dicembre al 05 gennaio 2013 compresi: chiusura al pub-blico degli uffici di segreteria e delle commissioni tecniche Csi.

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19Domenica 9 dicembre 2012NostroTempo

Cultura

Natale degli sportivi 2012 Un calendario per il recupero dell’edificio romanico dopo il sisma

Il Museo Benedettino e Diocesano d’Arte Sacra ha realizzato un calen-dario di beneficenza con

fotografie raffiguranti la Basi-lica Abbaziale di San Silvestro I Papa. L’intento è quello di aiutare nel reperimento fondi per recuperare l’edificio roma-nico dopo il sisma della scorsa primavera. I danni arrecati alla Concattedrale dell’Arcidiocesi di Modena-Nonantola sono stati stimati in un milione e quattrocento mila euro. Il ca-lendario è in vendita presso il Museo Benedettino al costo di 10 euro, che saranno inte-ramente utilizzati per i lavori di restauro. Come ha ricorda-to l’Arcivescovo Abate Mons. Antonio Lanfranchi, “le pietre

Un anno di solidarietàcon l’Abbazia di Nonantola

Il Naviglio ieri e oggiIl comitato anziani Centro storico invita la cittadinanza a partecipare all’inaugurazione della

mostra fotografica “Il Naviglio ieri e oggi” a cura del Centro Sociale Orti di Albareto: sabato 15 dicembre alle 14 presso la sala Bellini Centro Storico (ex macello). La mostra, a cura di Pietro

Barbi e Michele Franchella, realizzata con foto storiche provenienti da archivi fotografici privati e pubblici, rimarrà aperta fino al 15 gennaio 2013. Per info: tel. 059 243402, [email protected].

Mostra fotografica comitato anziani Centro storico

Roy Paci a Capodanno in Piazza GrandeConcerto di fine anno con augurio di gioia e bellezza

Sarà Roy Paci con gli Aretuska ad augurare “Toda joia, Toda be-leza” ai modenesi per il

2013. Il musicista siciliano con

di questa Basilica conservano in sé i segreti di tante soffe-renze, di suppliche, di speranze portate davanti a Dio; qui la gente, invocando Dio Padre, ha preso coscienza del valore della fraternità, della solidarie-

TC5S - Tricot Couture Cinque SensiUn viaggio attraverso tutti e cinque i sensi che accompagnerà i visitatori a sperimentare come

la maglieria abbia creato e crei un nuovo modo di fare moda: la mostra Tc5s tricotcoutu-recinquesensi dello, stilista Giovanni Cavagna, è una vera e propria esperienza sensoriale.

All’olfatto, cui è dedicato l’abito ambra esaltato dalla fragranza “Ambre d’Or” creata da Silvana Casoli, segue il senso della vista, con l’esposizione dell’abito lucciola e l’abito gioiello in platino, e il senso del gusto – in apparenza lontano dal mondo moda – esaltato dall’interazione con il cioccolato Lindt applicato alle trame della maglieria. In un crescendo di stimoli e di emozioni, la mostra con-tinua con lo spazio dedicato ai sensi del tatto e dell’udito – cui appartiene lo spettacolare abito di carta indossato da Anna Oxa nel suo “Proxima Tour” – esaltato al vernissage di inaugurazione dalla perfomance sonora degli artisti Teho Teardo, autore della colonna sonora del film “Il Divo”, e Mar-tina Bertoni. La performance sonora e visuale è in collaborazione con Sted – Centro di Formazione danza di Modena. L’esposizione è aperta fino al 22 dicembre presso il Teatro Comunale Pavarotti.

Mostra dello stilista Giovanni Cavagna

i suoi compagni di band (Are-tuska viene dall’antico nome di Siracusa, cioè Aretusa) sarà il protagonista di “Baci e abbracci a mezzanotte” in piazza Gran-de, il concerto gratuito del 31 dicembre organizzato dal Co-mune. Prima di loro saliranno sul palco musicisti e band gio-

vanili locali, diverse delle quali provenienti dalla Bassa colpita dal terremoto, come segno di ospitalità e solidarietà verso la rinascita e la voglia di ripartire di chi vive in quelle zone e co-me esplicito invito a stare insie-me per far festa e lasciarsi alle spalle per un po’ paure e disagi.

Il concerto incomincia alle 22.30 e, dopo il conto alla ro-vescia e i tradizionali auguri del

sindaco Giorgio Pighi alla città e ai modenesi, riprende con i ritmi divertenti e trascinanti di

Roy Paci & co, autentici “spe-cialisti” del coinvolgimento del-le piazze attraverso la musica.

tà, della comunione di destino. Pensiamo alle tante pagine di santità e di cultura scritte lun-go i secoli, dalle generazioni che qui traevano forza e illu-minazione dalla fede. Questa abbazia ci può permettere di

rinsaldare i legami profondi con la nostra storia, i valo-ri consolidati nel tempo, per aprirci alla speranza, scriven-do altre pagine di santità, di cultura. L’Abbazia, insomma, è insieme spazio della liturgia

e del rendimento di grazie e monumento della storia e del-la cultura di una comunità per la quale, come dimostra an-che la Partecipanza Agraria, è stata promotrice di civiltà. Rendere di nuovo accessibile

l’Abbazia renderà possibile ancora oggi questa testimo-nianza così intensa e signifi-cativa”.Per info: tel. 059 549025, [email protected], www.abbazia-nonantola.net.

Pellegrini nel tempoE’ una trasmissione di carattere religioso quella che va in onda ogni sabato su Trc – Teleradio-

città alle 18.15 e la domenica alle 8.15. “Pellegrini nel tempo”, questo il nome dell’appunta-mento televisivo propone riflessioni sul Vangelo a cura di don Angelo Cocca, già direttore

di Nostro Tempo.

In onda su Trc il sabato e la domenica

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