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Interventi antisismici Tutte le novità CAMINI E STUFE Le buone prassi OBESITÀ INFANTILE Un’emergenza sanitaria FURTO DI IDENTITÀ DIGITALE Come difenderci GIARDINI Come valutare la sicurezza Sistema Centro Studi Castelli Novembre 2017 - Anno V - N. 11/2017 ISSN 2531-727X Contiene I.P. - Copia singola € 3,50 FAMIGLIA Periodico mensile • www.ratiofamiglia.it • Centro Studi Castelli S.r.l. MENSILE PER LA GESTIONE RESPONSABILE DELL’ECONOMIA QUOTIDIANA

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Interventi antisismici Tutte le novità

CAMINI E STUFELe buone prassi

OBESITÀINFANTILEUn’emergenza sanitaria

FURTO DI IDENTITÀDIGITALECome difenderci

GIARDINICome valutare la sicurezza

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Novembre 2017 - Anno V - N. 11/2017ISSN 2531-727X

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Altro

Attualità 4

Salute e benessere

Allergeni alimentari 19

Obesità infantile - Un’emergenza sanitaria da non sottovalutare 21

Fisco e tasse

Sisma bonus - Le novità per le detrazioni 5

Banche e finanza

Chi è e cosa fa il Consulente Finanziario 15

Assicurazione

Auto non assicurata - Cosa fare in caso di incidente? 11

Diritti

L’angolo dell’Avvocato 7

Sommario - Novembre 2017

Case e immobili

Camino e stufa - Le buone pratiche per ridurre consumi e inquinamento 9

Cucina

Alloro: pianta aromatica “gloriosa” 23

Diritti

Aiuto! Mi hanno rubato l’identità digitale: e adesso? 13

Tecnologia

Il “fai da te” ora è su Internet 17

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Ambiente e turismo responsabile

Compiano (Emilia Romagna) - Borghi antichi d’Italia 30

Parco regionale dei Boschi di Carrega 31

Orto e giardino

Il calendario dell’orto - I lavori di novembre 26Alberi e paure - La valutazione di stabilità degli alberi tra miti e moderne tecnologie 27

Le tecnologie rendono facile l’accesso al materiale iconografico. Non altrettanto facile è il reperimento delle informazioni sui detentori dei diritti.L’editore dichiara di aver usato ogni mezzo per entrare in contatto con gli eventuali detentori di diritti d’autore del materiale utilizzato, e resta ovviamente disposto ad adempiere gli obblighi di legge.Indirizzo del sito Web: WWW.RATIOFAMIGLIA.ITPosta elettronica: [email protected] Skype: servizioclientiratioLa Redazione è particolarmente grata a coloro che vorranno offrire la propria collaborazione. Gli elaborati pervenuti saranno pubblicati a discrezione della Direzione della Rivista. La riproduzione di articoli e schemi, anche parziale, è vietata senza autorizzazione scritta dell’Editore.L’Editore e la Direzione della Rivista declinano ogni responsabilità in merito ad eventuali errori interpretativi sui contenuti e sui pareri espressi negli articoli.Nonostante la cura nell’edizione e nella stesura degli articoli né l’editore né l’autore possono assumersi la responsabilità per le conseguenze operative derivanti dall’utilizzo delle informazioni e delle indicazioni contenute nel presente volume e nella connessa banca dati. Tali contenuti, infatti, non hanno lo scopo di fornire consulenza professionale sugli argomenti trattati.Gli schemi di istanze, ricorsi ed ogni altra proposta di elaborato pubblicati costituiscono esempi indicativi, passibili di eventuali integrazioni.Il riferimento all’articolo di legge deve suggerire al lettore il confronto con la più recente stesura dello stesso.

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Composizione e impaginazioneNicoletta Abellondi, Fabio Barbujani, Alessandro Beruffi, Barbara Ferrari, Ambra Pellizzoni, Alessandro Vezzoni

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EditoreCentro Studi Castelli S.r.l. Via Bonfiglio, 33 - C.P. 25 - 46042 Castel Goffredo (MN)Tel. 0376/775130 - Fax. 0376/770151P. IVA e C.F. 01392340202

Lunedì-venerdì ore 9:00/13:00-14:30/18:30

Sito Web: [email protected] Skype: servizioclientiratio

Chiuso per la stampa il 9.10.2017

Altro

Curiosità - Forse non sapevi che... 24

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Con il numero di novembre del nostro mensile continuiamo ad approfondire le novità e gli argomenti più utili per affrontare la stagione invernale.

Tra i suggerimenti che troverete nelle prossime pagine abbiamo inserito la manutenzione della canna fumaria: avere un impianto di riscaldamento efficiente e ben funzionante ci permette sia di risparmiare che di ridurre notevolmente il nostro impatto sull’ambiente.Restando tra le mura domestiche vi illustriamo le ultime novità in tema di ristrutturazioni e di detrazioni fiscali per lavori antisismici.

Proseguiamo poi con le segnalazioni che arrivano dal web: anche il fai da te ora passa dalla rete e abbiamo trovato per voi molti spunti per risparmiare. Veniamo poi ai lavori dell’orto di novembre, per prepararlo alla stagione più produttiva, e alla sicurezza degli alberi nei nostri giardini.

Il numero di dicembre invece sarà dedicato al Natale: la scelta dei giocattoli giusti, le ricette più tradizionali e interessanti, il turismo in borghi e mercatini e molto altro.

Come sempre, buona lettura.

Alessandra Cinquetti

Pronti per affrontarel’inverno

RATIO FAMIGLIA [n. 11/2017 • 13296] Centro Studi Castelli s.r.l. 3

Riproduzione vietata - Aggiornato al 9.10.2017

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Attualità

Altro

La Redazione

L’ascesa della Rc Auto digitaleQuale è la dimensione del mercato digitale relativo alla Rc Auto? Per rispondere a questa domanda, l’azienda di consulenza Deloitte ha intervistato circa 15.000 clienti in Austria, Belgio, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Polonia, Olanda, Spagna, Svizzera e Regno Unito.I risultati? Entro il 2020 la quota di assicurazioni auto digitali negli 11 Paesi potrebbe raggiungere il 17%, un mercato potenziale con un valore superiore ai 15 miliardi di euro (27% in Italia, potenziale di 3,5 miliardi di raccolta premi al 2020). Mediamente oltre il 50% del campione italiano è interessato a servizi aggiuntivi in cambio di condivisione di dati proprietari. Il livello di fiducia che gli italiani hanno nei confronti delle assicu-razioni è molto forte. Il 73% degli italiani è favorevole alla condivisione dei dati con la propria assicurazione, che risulta essere al 2° posto dietro alla società di lavoro del singolo intervistato e davanti alle banche.

Londra: i passi dei pedonisi trasformano in energia Bird Street, una traversa di Oxford Street, la celebre via dello shopping nel cuore di Londra, è un modello di sostenibilità grazie ad una tecnologia che trasforma i passi dei pedoni in energia.La startup londinese Pavegen system ha rivestito parte della superficie della strada, frequentata per i suoi molti negozi, con delle piastrelle che generano energia grazie ai passi dei pedoni. I passanti che transitano sulle piastrelle Pavegen generano energia grazie alla pressione corporea verso il basso, producendo all’incirca 5 watt per ogni passo, che vengono poi immagazzinati in una batteria. Questi possono essere utilizzati ad esempio per l’illuminazione dei negozi o della via. Scaricando sul proprio smartphone l’app che è collegata a dei sensori si può inoltre controllare quanti watt sono stati prodotti in base al numero dei propri passi.

Economia circolare: il vuoto a rendere per bar e ristorantiUn simbolo all’ingresso di un bar, di un ristorante, di un albergo o di altri punti distinguerà quegli esercenti che hanno scelto di aderire alla fase sperimentale del sistema di “vuoto a rendere” per le bottiglie di birra e acqua minerale sia in vetro che in plastica. L’obiettivo dalla sperimentazione del Ministero dell’Ambiente, che durerà 1 anno, è sensibilizzare i consumatori sull’importanza del riutilizzo e diminuire la produzione dei rifiuti: gli stessi contenitori potranno essere riutilizzati oltre dieci volte prima di divenire scarto. Le norme sono previste per contenitori di volume compreso tra gli 0,20 e gli 1,5 litri. Altro scopo, attraverso il sistema di monitoraggio previsto, è quello di valutare la fattibilità tecnico-economica e ambientale del sistema del vuoto a rendere, al fine di stabilire se la pratica sia da confermare, ed eventualmente, estendere ad altri tipi di prodotto e ad altre tipologie di consumo al termine del periodo di sperimentazione.

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Riproduzione vietata - Aggiornato al 9.10.2017

RATIO FAMIGLIA [n. 11/2017 • 13294] Centro Studi Castelli s.r.l.

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Sisma bonus

Com’è noto il contribuente italiano può, al momento della compilazione della dichiarazione dei redditi, ridurre l’importo delle proprie tasse da pagare grazie ad una serie di spese ben definite, chiamate “oneri detraibili”.Fra gli oneri detraibili riconosciuti dalla legge fiscale italiana, ve ne sono alcuni finalizzati a risolvere particolari situazioni critiche presenti nel Paese. Fra questi oneri detraibili rientra sicuramente il cosiddetto “Sisma bonus”.In questo breve approfondimento si tenterà di spiegare in cosa consiste tale detrazione e quali sono le regole che disciplinano il “Sisma bonus”.

DefinizioneIl “Sisma bonus” consiste in una detra-zione d’imposta spettante ai soggetti che hanno posto in essere lavori edili volti all’adozione di misure antisismiche e alla messa in sicurezza statica degli edifici. Entrando più profondamente nel tema, la Legge di Bilancio 2017 ha prorogato fino al 2021 la detrazione riguardante l’adozione di misure antisismiche effet-tuate dal 1.01.2017 in edifici ubicati nelle zone 1, 2 e 3 (vedi cartina) nella misura del 50% da ripartire in 5 rate annuali.

La legge fiscale italiana, fino all’anno 2016, prevedeva la possibilità di usu-fruire della detrazione del 65% per gli interventi edilizi volti a migliorare le prestazioni antisismiche degli edifici a condizione che tali interventi fossero fat-ti su costruzioni che si trovavano in zone geografiche ad alta pericolosità sismica (area 1 e 2). Era inoltre necessario che tali costruzioni fossero adibite ad abita-zione principale o ad attività produttive.

Le novità nel 2017Nel 2017 tale detrazione è stata modifi-cata, prevedendo innanzitutto la proroga della detrazione relativa alle spese rela-tive all’adozione di misure antisismiche e all’esecuzione di opere per la messa in sicurezza statica degli edifici.Dall’anno 2017, inoltre, è prevista una detrazione pari al 50% delle spese riguar-danti le misure antisismiche effettuate dal 1.01.2017 al 31.12.2021, con procedu-re autorizzatorie iniziate dal 1.01.2017.I lavori agevolabili devono riguardare,

oltre a ciò, costruzioni adibite ad abita-zione o ad attività produttive ubicate nel-le zone geografiche ad alta pericolosità sismica (zona 1, 2 e 3).Tale detrazione dovrà essere ripartita in 5 anni e la spesa massima detraibile è pari a € 96.000.Com’è evidente, rispetto alla normativa in vigore fino al 2016, dall’anno 2017 la legge fiscale italiana prevede che la de-trazione spetti nella misura del 50% e non più del 65%. In secondo luogo la ripartizione della detrazione non è più decennale, ma basata su un arco tempo-rale di 5 anni, il che permetterà al con-tribuente un recupero più rapido della spesa effettuata.Un ulteriore cambiamento riguarda gli edifici oggetto del “Sisma bonus”. Dal 2017 infatti possono godere del “Sisma bonus”, oltre ai fabbricati adibiti ad at-tività produttive, anche gli edifici adibiti ad abitazione (non solamente quelli adi-biti ad “abitazione principale”). L’ultima novità del “Sisma bonus”, rispetto alla detrazione valida fino al 2016, riguarda le zone geografiche di ubicazione dell’im-mobile. Dal 2017 le zone geografiche na-zionali “beneficiarie” del “Sisma bonus” sono state aumentate prevedendo che anche gli edifici ubicati nella “zona 3” possono godere del “Sisma bonus”.

Il rischio sismicoSul tema relativo al “sisma bonus” riveste una particolare importanza il concetto di “rischio sismico”. Con questo termine si intende la misura utilizzata in ingegneria per valutare il danno atteso a seguito del

terremoto. Il rischio sismico è influen-zato principalmente da 3 fattori: perico-losità, vulnerabilità ed esposizione. Per pericolosità si intende la probabilità che si verifichi un terremoto nella zona in cui è ubicato il fabbricato. La vulnerabi-lità consiste nella valutazione del sisma e delle sue conseguenze. L’esposizione invece riguarda la valutazione dell’im-patto socio/economico che il terremoto potrebbe provocare.La valutazione del rischio sismico deve essere effettuata da appositi professioni-sti (architetti, geometri, direttori lavori ecc) i quali dovranno, in sede di proget-tazione, determinare la classe di rischio dell’edificio prima e dopo l’intervento e, al termine dei lavori, verificare la confor-mità dei lavori eseguiti riseptto a quanto progettato.

Aumento della detrazione

Un aspetto importante del “Sisma bo-nus” riguarda la possibilità di aumen-tare la percentuale della detrazione. Se infatti gli interventi finalizzati alla riduzione del rischio sismico determi-nano il passaggio dell’immobile ad una classe di rischio inferiore, la detrazio-ne è riconosciuta in misura del 70%. Se invece gli interventi edilizi provoca-no il passaggio dell’immobile a 2 classi di rischio inferiori, allora la detrazione spettante si attesta all’80%.Se questi interventi migliorativi ven-gono realizzati su parti comuni condo-miniali la detrazione è aumentata ulte-riormente del 5% e, quindi, si attesta rispettivamente al 75% e all’85% del totale della spesa sostenuta.

Matteo Pillon Storti

Le novità per le detrazioni

Fisco e tasse

RATIO FAMIGLIA [n. 11/2017 • 13275] Centro Studi Castelli s.r.l. 5

Riproduzione vietata - Aggiornato al 9.10.2017

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ROMA

BARI

AOSTA

TORINO

NAPOLI

MILANO

GENOVA

ANCONA

VENEZIA

TRIESTE

POTENZA

PERUGIA

PALERMO

FIRENZE

BOLZANO

BOLOGNA

L'AQUILA

CAGLIARI CATANZARO

CAMPOBASSO

FB 2015 ..

0 100

kilometri

< Double-click to enter map title >Presidenza del Consiglio dei MinistriDipartimento della protezione civile

Ufficio rischio sismico e vulcanico

Classificazione sismica al 2015Recepimento da parte delle Regioni e delle Province autonome dell'Ordinanza PCM 20 marzo 2003, n. 3274.

SVIZZERAAUSTRIA

SLOVENIA

CROAZIA

BOSNIAERZEGOVINA

TUNISIAALGERIA MALTA

MARETIRRENO

MAREADRIATICO

MAREIONIO

MARELIGURE

Atti di recepimento al 1° giugno 2014. Abruzzo: DGR 29/3/03, n. 438. Basilicata: DCR 19/11/03, n. 731. Calabria: DGR 10/2/04, n. 47. Campania: DGR 7/11/02, n. 5447. Emilia Romagna: DGR 21/7/03, n. 1435. Friuli Venezia Giulia: DGR 6/5/10, n. 845. Lazio: DGR 22/5/09, n. 387. Liguria: DGR 19/11/10, n. 1362. Lombardia: DGR 11/7/14, n. X/2129

Marche: DGR 29/7/03, n. 1046. Molise: DGR 2/8/06, n. 1171. Piemonte: DGR 12/12/11, n. 4-3084. Puglia: DGR 2/3/04, n. 153. Sardegna: DGR 30/3/04, n. 15/31. Sicilia: DGR 19/12/03, n. 408. Toscana: DGR 26/5/14, n. 878. Trentino Alto Adige: Bolzano, DGP 6/11/06, n. 4047; Trento, DGP 27/12/12, n. 2919. Umbria: DGR 18/9/12, n. 1111.

Veneto: DCR 3/12/03, n. 67. Valle d'Aosta: DGR 4/10/13 n. 1603

Zone sismiche(livello di pericolosità)

1

1-2A

2

2A

2A-2B

2B

2A-3A-3B

2B-3A

3

3s

3A

3A-3B

3B

3-4

4

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L’angolo dell’Avvocato a cura dell’Avv. Fernando Donato

Cosa fare per sapere dove abita una persona

Diritti

Quando si deve rintracciare l’indirizzo di una persona per qualsiasi motivo non è un’impresa facile ma ci si può riuscire. Sarebbe semplice se, tramite computer, si potesse comunicare con gli enti pubblici che gestiscono gli archivi e i registri della popolazione residente ma allo stato attuale non esiste un elenco pubblico ufficiale, accessibile da chiunque tramite un computer. Cerchiamo, allora, di scoprire come sapere dove abita una persona e come procurarsi l’indirizzo di residenza. Prima però è necessario chiarire cosa significa residenza.

La residenza è un dato che risulta negli archivi di stato civile del Comune dove il cittadino è registrato e ha indicato un determinato indirizzo come

propria dimora principale. Ai registri anagrafici dei resi-denti chiunque può accedere e conoscere in tempo reale dove abita una persona. L’interessato dovrà fornire nome e cognome del soggetto da ricercare e sarà bene indicare anche il codice fiscale, onde evitare eventuali omonimie.

Il certificato di residenza viene rilasciato gratuitamente salvo il pagamento dei diritti di segreteria. Nel certificato viene indicato l’indirizzo di residenza che ha un valore di certificato ufficiale.

Chi pertanto deve spedire una raccomandata non è tenuto a sapere dove il destinatario effettivamente vive: la lettera si considera conosciuta se inviata

alla residenza ufficiale anche se poi non sarà ritirata perché l’interessato ha domicilio altrove. Se non si conosce il Comune dell’attuale residenza del soggetto di cui si vuol sapere l’indirizzo, è possibile recarsi all’ultimo Comune noto. Lì, chiedendo il certificato di residenza si potrà sapere dove si è trasferito e, a questo punto, ci si dovrà recare presso detto Comune e chiedere un ulteriore certificato di residenza dal quale risulterà l’indirizzo attuale. Nel caso il soggetto abbia nel tempo cambiato più volte la residenza, si potrà seguire l’iter dei trasferimenti per individuare l’ultima residenza. In tali casi, ovviamente, la ricerca è più complessa e tortuosa, ma così si può raggiungere l’obiettivo di rintracciare la residenza attuale.

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Minorenni in viaggio: i documenti necessari

I minori, a partire dai 14 anni, possono viaggiare da soli in qualsiasi parte del mondo senza alcun accompagnatore, con destinazione nell’Unione Europea o extra Unione Europea.

Tuttavia, alcune compagnie aeree hanno posto ulteriori limitazioni anagrafiche e pertanto è bene sempre verificare le condizioni di viaggio e la documentazione richiesta dalla compagnia aerea prescelta.

I minori di età inferiore ai 14 anni, invece, devono essere sempre accompagnati.

La documentazione necessaria per i minori comprende sempre un documento di identità, che può essere la carta di identità o il passaporto. Pertanto, a seconda della destinazione, si dovrà accertare con precisione, nel caso di uno Stato estero, quali specifiche direttive siano state previste per l’ingresso nel proprio territorio, considerato che possono essere diverse tra di loro.

La carta di identità ha validità diverse in base all’età del minore, per garantire che la fotografia sia sempre aggiornata ed il minore facilmente identificabile: dura 3 anni per i minori fino all’età di 3 anni, 5 anni per quelli di età compresa tra i 3 e i 18 anni e 10 anni per i maggiorenni.

Il passaporto, sul quale l’iscrizione del minore non è più valida dal 2012, per i minori ha le stesse validità previste per la carta di identità a seconda dell’età del minore: - 3 anni per i minori di età non

superiore a 3 anni;- 5 anni per quelli di età superiore

a 3 anni e fino ai 18 anni;- 10 anni per i maggiorenni.

Nel caso di viaggi all’estero occorrerà per il minore la carta di identità o il passaporto con l’avvertenza che sulla carta di identità dovranno essere indicati i nomi dei genitori del minorenne; se mancassero verrà richiesta all’accompagnatore, presunto genitore il cui nome non è segnato sul documento presentato al momento dell’imbarco o alla frontiera, di dimostrare la propria parentela con il minore; in questi casi è necessario portare con sé un documento ufficiale come lo stato di famiglia.

I minori di età inferiore a 14 anni possono recarsi all’estero anche con la dichiarazione di accompagnamento, documento

ufficiale rilasciato dalla Questura, sottoscritto dai genitori del mino-re che non viene accompagnato da almeno uno di loro e nel quale ovviamente viene riportato il nome della persona cui il minore viene affidato.

Non appare superfluo ricordare che i documenti devono essere in corso di validità e non devo-no scadere prima della data del previsto ritorno in Italia.

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RATIO FAMIGLIA [n. 11/2017 • 13159] Centro Studi Castelli s.r.l.

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Camino e stufa

Usare la biomassa legnosa come combustibile è un’ottima opportunità, i boschi sono una risorsa, sono energia in crescita disponibile localmente.La CO2 prodotta dalla combustione è la stessa che la pianta ha immagazzinato nel corso della sua vita. Pertanto si considerano zero emissioni di CO2.Se confrontiamo i costi dei combustibili risulta evidente il risparmio che si può ottenere usando la legna come com-bustibile. Allora qual è il problema?

L’impatto sull’ambienteLa risposta sta nella produzione, le-gata alla combustione, di polveri no-cive alla salute, le famose Pm 10 e le ancor più pericolose Pm 2,5.I temi delle emissioni e della qualità dell’aria che respiriamo sono al cen-tro del dibattito e nei prossimi anni non ci sarà attività umana che non dovrà fare i conti con questo proble-ma.

Qualsiasi combustione produce sostanze nocive alla salute o cli-malteranti, l’obiettivo sta nel por-tarle ad una quantità accettabile per il pianeta.

In termini molto sommari, per fare un esempio, ogni ettaro di bosco è in grado di assorbire 9 tonnellate di CO2 che è la produzione annuale di ogni abitante dell’Italia, perciò ba-sterebbero 60 milioni di ettari per pareggiare i conti: peccato che in Italia gli ettari di bosco siano solo 11 milioni.Si comprende che per affrontare il tema delle emissioni di CO2 si deve intervenire su vari fronti riducendo le emissioni. Lo stesso principio vale per la legna

che come dicevamo pur pareggiando i conti per le emissioni di CO2 pro-duce polveri climalteranti.

I componenti da verificarePer comprendere la situazione dob-biamo analizzare tutta la filiera nella sua composizione e nel ruolo di ogni componente.I componenti che dobbiamo analiz-zare sono l’involucro, il combustibi-le, l’apparecchio, l’impianto fuma-rio, la gestione e la manutenzione.Evidentemente il primo tema da af-frontare è l’involucro. Ridurre il fabbisogno energetico sia di riscaldamento che di raffresca-mento, utilizzando prodotti naturali a base di legno prodotto strappando

dall’atmosfera l’anidride carbonica grazie alla fotosintesi clorofilliana è la prima importante riduzione delle emissioni.Il combustibile è il secondo tema: la legna deve essere bruciata solo quan-do ha raggiunto un grado di umidità inferiore al 20% diversamente una grande quantità di energia sarà uti-lizzata per far evaporare l’acqua con-tenuta con una riduzione notevole del rendimento e una produzione di residui carboniosi nei camini molto difficili da rimuovere.Perciò deve essere accatastata in luogo adeguato, coperto e ventilato.La legna deve essere prodotta local-mente. Il bosco coltivato oltre al controllo

Sandro Bani

Le buone pratiche per ridurre consumi e inquinamento

Case e immobili

RATIO FAMIGLIA [n. 11/2017 • 13292] Centro Studi Castelli s.r.l. 9

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idrogeologico del territorio può dare un importante ritorno in termini di fruibilità turistiche.

Non deve fare migliaia di chilome-tri per arrivare nelle nostre case.

L’impiantoLa scelta dell’impianto in funzione delle proprie necessità ha un ruo-lo determinante nella riduzione dei consumi: esso deve essere in grado di realizzare la migliore combustio-ne possibile riducendo le fasi tran-sitorie. In un impianto a biomassa il ruolo del camino è fondamentale non solo perché permette l’evacua-zione dei prodotti della combustio-ne ma perché crea la depressione necessaria per portare in camera di combustione la giusta quantità di os-sigeno necessario per l’ossidazione del carbonio.

In eccesso d’aria avremo una tem-peratura più alta in canna fumaria con diminuzione del rendimento, mentre in difetto d’aria avremo una combustione incompleta con un’alta produzione di CO (monossido di car-bonio) e di incombusti.La modalità di utilizzo dell’impianto ha altresì un ruolo fondamentale nel ridurre le emissioni, alcuni accorgi-menti sono l’accensione dell’alto, l’u-so corretto della regolazione dell’aria comburente e la scelta dell’apparec-chio in funzione alle esigenze.Per ultimo la presenza di fuliggine oltre ai temi legati alla sicurezza pro-duce una modifica sostanziale della geometria del camino sia in termini di misure che di rugosità modifi-cando il tiraggio e di conseguenza le condizioni stabilite dal progetto. Sono sufficienti 3 mm di fuliggine per avere una differenza di tiraggio del 10%.Concludendo possiamo affermare

che se ogni componente fa la sua parte è possibile ridurre sensibil-mente la produzione di sostanze inquinanti e climalteranti. Per fare questo bisogna portare l’educazione energetica alla base: il consumatore deve essere in grado di scegliere e di gestire l’impianto e l’installatore e il manutentore devono essere formati per rispondere con professionalità.

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RATIO FAMIGLIA [n. 11/2017 • 13292] Centro Studi Castelli s.r.l.

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Auto non assicurata

È un fatto che sulle nostre strade circolano diverse auto senza copertura assicurativa, nonostante la legge stabilisca che ogni automezzo debba essere obbligatoriamente assicurato in modo che, nel caso di incidente, chi subisce il dan-no venga correttamente risarcito. Per garantire il diritto di risarcimento di chi subisce il sinistro è stato istituito nel 1971 il Fondo di garanzia per le vittime della strada che interviene nelle casistiche in cui vengono coinvolti in incidenti stradali mezzi non assicurati oppure mezzi che non vengono identificati, principalmente nei casi in cui siano vittime.

Alessandra Cinquetti

Cosa fare in caso di incidente?

Assicurazione

Casistiche Danni alla persona Danni alle cose Modulisticascaricabile

A. Veicolo non identificato Sì Solo se i danni alla persona sono gra-vi e per la parte eccedente € 500,00

B. Veicolo non assicurato Sì Sì (per la parte eccedente € 500,00)

C.Veicolo assicurato con as-sicurazione in liquidazione coatta amministrativa

Sì SìIpotesi 1:

Ipotesi 2:

D.Veicolo messo in circolazio-ne contro la volontà del pro-prietario

Sì Sì

L’entità del risarcimento è limitata al massimale di legge vigente al momento del sinistro.

La copertura del Fondo

Che cos’è il Fondo?Il Fondo di garanzia per le vittime della strada è un fondo gestito dalla CONSAP che ha il compito di garan-tire il risarcimento ai danneggiati in un sinistro con auto non assicurate o con un mezzo non identificato.

È presente sul territorio nazionale attraverso delle Compagnie assi-curatrici designate, che variano da Regione a Regione e che subentrano come se il mezzo non assicurato o non identificato fosse cliente presso di loro.

Il Fondo è alimentato da un’ali-quota presente nel premio della Rc Auto obbligatoria che pagano i conducenti corretti.

RATIO FAMIGLIA [n. 11/2017 • 9854] Centro Studi Castelli s.r.l. 11

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CONSAP Concessionaria Servizi Assicurativi Pubblici S.p.A.Uno dei compiti di CONSAP è di tutelare, con appositi servizi assicurativi, la collettività integrandoli ai normali meccanismi di assicurazione, tutelando le “zone d’ombra” non coperte dalle compagnie.

Come richiedere il risarcimentoLa richiesta di risarcimento da par-te del danneggiato va inoltrata alla Compagnia assicuratrice che gesti-sce le pratiche a nome del Fondo nella Regione in cui è avvenuto l’in-cidente.

Per visualizzare l’elenco del-le Società per ogni Regione: www.consap.it - Fondi e Attività - Fondo di garanzia per le vittime della strada - Elenchi Imprese

Una copia della modulistica comple-ta va inviata anche alla CONSAP in qualità di gestore del fondo. Insieme ai moduli si deve presentare ogni documento utile come il verbale di un’autorità intervenuta sul luogo del sinistro, i referti medici, le prove testimoniali, ecc.

Quanto tempo si haper inoltrare la richiestadi risarcimento?- 2 anni per i danni a persone e cose

dalla data dell’incidente.- 10 anni nel caso di decesso a causa

del sinistro.

Tempistiche una voltainoltrata la pratica?La Compagnia assicurativa designa-ta controlla che tutti i parametri per l’accesso al Fondo siano rispettati e in caso di esito positivo procede con il risarcimento.Entro 60 giorni dall’invio della do-cumentazione la Compagnia deve comunicare:- un’offerta di liquidazione al dan-

neggiato;- la motivazione nel caso non sia in-

tenzionata a liquidare.Per la casistica C (veicolo assicura-to con assicurazione in liquidazione

coatta amministrativa) il tempo di risposta è di 6 mesi.

Dati per una completa formulazione della domandaIl luogo e l’ora in cui l’incidente è avvenuto.

La dinamica del sinistro.

I dati del richiedente.

I dati del conducente e del proprietario del veicolo estero.

I dati identificativi dei veicoli coinvolti (targa, marca, modello).

La denominazione della Compagnia assicuratrice del mezzo danneggiato.

La specificazione che il mezzo danneggiante non è identificato o non è assicurato.

Nel caso in cui siano intervenute autorità di pubblica sicurezza i loro estremi.

In caso di soli danni a cose:- l’entità del danno (allegando se disponibili una copia della fattura per le riparazioni se queste sono già

state eseguite oppure un preventivo);- il luogo, i giorni e gli orari nei quali il mezzo e le cose sono disponibili per essere sottoposti a perizia.

In caso di danni fisici:- l’entità delle lesioni (allegando una copia della relazione di perizia medico legale);- l’attestazione medica che dimostri l’avvenuta guarigione.

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RATIO FAMIGLIA [n. 11/2017 • 9854] Centro Studi Castelli s.r.l.

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Aiuto! Mi hanno rubato l’identità digitale: e adesso?L’identità digitale è un insieme di dati ed elementi che, in un sistema elettronico, permettono di attribuire frasi, azioni e informazioni ad una certa persona. L’avatar virtuale si crea grazie all’attribuzione di due “credenziali”, fondamentali per chi chiede l’accesso al sistema e univocamente connesse tra loro: username e password. Questi due elementi, combinati insieme, consentono il processo di autenticazione, ossia la prova della corrispondenza tra l’identità digitale dichiarata da chi la usa e quella effettiva.L’identikit virtuale di ciascuno è usato per compiere, quotidianamente, molte azioni: controllare la posta elettronica, ac-cedere ai social network, commentare le news, utilizzare i servizi online della Pubblica Amministrazione, usare carte di credito o prepagate per acquistare beni e servizi, entrare nella propria banca online (il c.d. home banking) ed eseguire così operazioni finanziarie e pagamenti direttamente dalla scrivania dell’ufficio senza doversi recare in filiale. Ma tutto ciò è esente da rischi? No di certo.

FrodiAccade piuttosto spesso di sentire persone lamentare frodi da parte di malviventi che, carpite username e password, hanno usato l’identità altrui al fine di servirsene per gli scopi più disparati: - mandare e-mail “spazzatura”;- accedere ai dati personali;- usare i social network per rovinare la

reputazione;- nelle peggiori delle ipotesi, avere ac-

cesso ai dati bancari di chi possiede un conto online.

I modiLe modalità di furto dei codici sono svariate; si servono, ad esempio, delle email di phishing (termine inglese che significa letteralmente “pescare”, che viene usato come sinonimo di “ade-scare”) attraverso le quali i destinatari, sollecitati da messaggi di false vincite o di false comunicazioni provenienti dalla propria vera banca, sono spinti a dichiarare i dati personali e i PIN.

Cosa fare?1. Prima di tutto si deve immediata-

mente denunciare il fatto alla Polizia postale, l’organismo che si occupa di

tutelare gli utenti del web.2. Nel caso in cui il furto di identità ri-

guardi i codici di utilizzo della carta di credito, si deve, poi, contattare subito il proprio istituto bancario o la società emittente dello stru-mento di pagamento per bloccare i movimenti sul proprio conto, al fine di evitare che i malviventi possano compiere operazioni pressoché illi-mitate con l’autorizzazione implici-ta del titolare.

Dal momento in cui avviene il blocco della carta o dell’accesso, per il futuro, qualunque operazione effettuata a no-stro nome con quella carta verrà auto-maticamente respinta.

La responsabilità indirettaPer le operazioni compiute anteceden-temente il blocco, invece, nulla si potrà fare. Infatti, qualora il titolare dei dati ab-bia comunicato le credenziali a terzi estranei, egli è ritenuto esclusivamen-te responsabile di tutto quello che, da-gli stessi terzi, viene fatto a suo nome (comprese le operazioni bancario-fi-nanziarie). Si tratta di una “responsabilità indi-

retta”: chi trasmette volontariamente (seppure per sbaglio) i propri codici segreti o li mette a disposizione di al-tri, conferisce un implicito consenso al loro utilizzo, esponendosi alle conse-guenze di quanto fatto.

Furto durante l’utilizzoE se, invece, senza volerlo e senza co-municare dati, vengono rubati codici e password semplicemente durante il loro uso? In tal caso il discorso è parzialmente differente. Infatti, in circostanze simili, nessuna colpa può essere attribuita all’utente che ha gelosamente custodito la pro-pria identità senza divulgarne i con-tenuti e che, suo malgrado, si è visto carpire i dati di accesso.Se si è caduti in questa antipatica trap-pola, per quanto uscirne possa sem-brare complicato, si deve essere co-munque consapevoli che la soluzione esiste.1. Prima di tutto, è necessario proce-

dere sporgendo denuncia o querela contro ignoti.

2. Se poi il furto d’identità riguarda la propria carta di credito, occor-re richiedere immediatamente un

Valentina Filippini

Diritti

RATIO FAMIGLIA [n. 11/2017 • 10598] Centro Studi Castelli s.r.l. 13

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estratto conto per verificare quante e quali operazioni sono state esegui-te attraverso l’uso dei codici e senza il proprio consenso.

3. Individuate queste ultime, è onere del correntista cliente presentare immediatamente un reclamo alla banca, indicando compiutamente le attività contestate e avanzando do-manda contestuale di rimborso del-la somma sottratta o lo storno delle operazioni “a credito”.

Se la banca riconosce la frodePossono presentarsi due ipotesi: nella prima, l’istituto bancario potrebbe ri-conoscere la frode senza dubbi di sorta e restituire le somme rubate o cancel-lare il debito creatosi per l’uso della carta di credito.Se ciò accade, la questione è risolta e basterà chiedere una nuova carta di credito con nuove credenziali (discor-so analogo per il furto dei codici di ac-cesso all’home banking).

Se la banca non riconosce la frodeL’ipotesi più frequente, però, è quel-la opposta: ossia la circostanza nella quale l’istituto di credito, messo a co-noscenza del fatto, imputi proprio al cliente, la responsabilità di quanto è successo in virtù del dovere di custo-dia della carta (e relativi codici), indi-pendentemente dal fatto che questi li abbia o meno divulgati.

E così il titolare è danneggiato due vol-te: prima dai ladri e poi dalla propria banca.

Cosa dice la leggeOccorre a questo punto sapere che il D. Lgs. n. 11/2010, ha stabilito all’art. 9 che: “L’utilizzatore, venuto a cono-scenza di un’operazione di pagamen-to non autorizzata [...], ne ottiene la rettifica solo se comunica senza indu-gio tale circostanza al proprio presta-tore di servizi di pagamento secondo i termini e le modalità previste nel con-tratto quadro o nel contratto relativo a singole operazioni di pagamento”,

e all’art. 11: “Il prestatore di servizi di pagamento rimborsa immediata-mente al pagatore l’importo dell’ope-razione medesima”.

Pertanto, in tutti i casi in cui la col-pa dell’accaduto non sia imputabile ad una cattiva condotta del cliente, la banca deve restituire di tasca propria gli importi sottratti illegittimamen-te da ignoti malfattori e/o stornare le operazioni contabili effettuate senza il dovuto consenso del titolare della carta di credito (salva la franchigia di 150,00 € come per legge).

In caso di controversie?E se la banca non segue le prescrizioni e insiste sulle proprie posizioni? Viene allora in soccorso la Banca d’I-talia con il suo organismo denominato Arbitro Bancario Finanziario, compe-tente nella risoluzione delle contro-versie che possono sorgere tra i clienti e le banche e gli altri intermediari in materia di operazioni e servizi bancari e finanziari. Tale organismo, sul tema dei furti di identità, ha più volte affermato che, nei casi in cui il cliente abbia ben cu-stodito i codici di accesso, nessuna re-sponsabilità possa essergli mossa.

ConsigliQuali consigli, dunque, per l’utente che possiede un’identità digitale?Per quanto riguarda i social network,

gli indirizzi e-mail e l’autenticazione per i sistemi informatici, il consiglio migliore è quello di cambiare spesso le credenziali e parole d’ordine, se possi-bile evitando riferimenti a reali nomi, cognomi e date di nascita. Per la tranquillità dei pagamenti onli-ne, invece, il suggerimento è quello di controllare sempre l’esistenza di una connessione crittografata (segnalata sulla barra del browser, accanto all’in-dirizzo del sito, dal simbolo del “luc-chetto”) ed usare, i “portafogli virtua-li” (il più famoso è PayPal) che, senza richiedere ogni volta l’inserimento del numero e del codice della carta di cre-dito, permettono di trasferire denaro in pressoché totale sicurezza, mante-nendo traccia dell’operazione e assi-stendo l’utente in caso di bisogno.

Per approfondire:Ecco i riferimenti normativi per approfondire l’argomento:

D. Lgs. 11/2010

Polizia Postale:www.commissariatodips.it

Arbitro bancario finanziariowww.arbitrobancariofinaziario.it

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RATIO FAMIGLIA [n. 11/2017 • 10598] Centro Studi Castelli s.r.l.

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Chi è e cosa fa il Consulente FinanziarioIl “vecchio” promotore finanziario ha ormai cambiato nome, ed in base a quanto indicato dalla Legge 208/2015, è corretto definirlo consulente finanziario abilitato all’offerta fuori sede.Nonostante questo nome più complicato, che magari potrebbe far credere che siano intervenuti cambiamenti epocali, in realtà, dal punto di vista del cliente non sono intervenute modifiche tali da dover ripensare il modo di gestire il rapporto con il proprio consulente finanziario. Tuttavia, potrebbe essere utile fare un piccolo ripasso, e ricordarsi di alcuni piccoli (ma importanti) accorgimenti che aiutano chi ha deciso di affidarsi ad un consulente finanziario abili-tato all’offerta fuori sede.

Chi è il consulente finanziario? Si tratta di una persona fisica che in qualità di agente, mandatario o dipendente, esercita professional-mente l’attività di offerta fuori sede nell’interesse di un altro soggetto. In altri termini si tratta di una persona che professionalmente promuove e colloca prodotti di investimento e servizi finanziari al di fuori dei locali del soggetto in favore del quale ope-ra (banca, SIM, SGR).Non tutti i soggetti possono esercita-

re la professione di consulente finan-ziario abilitato all’offerta fuori sede, è necessario essere iscritti all’albo unico nazionale tenuto dall’OCF (Organismo di vigilanza e tenuta dell’albo unico dei Consulenti Finan-ziari - www.organismocf.it). A garanzia della professionalità dei consulenti, l’iscrizione può avve-nire solo in presenza di requisiti di professionalità, verificati dall’OCF tramite prove valutative, o in alcuni casi tenendo conto dell’esperienza

professionale pregressa. A garanzia dell’”onestà” dei consu-lenti, è invece richiesto per l’iscrizio-ne all’albo il rispetto dei requisiti di onorabilità previsti dall’art. 1 D.M. 472/1998.Verificare l’effettiva iscrizione all’al-bo unico di un soggetto che si qualifi-ca come consulente finanziario abili-tato all’offerta fuori sede è, quindi, un controllo che è opportuno effettuare per evitare di essere vittima di frodi poste in essere da falsi consulenti.Il risultato di tale ricerca fornisce anche l’indicazione dell’intermedia-rio in favore del quale il consulente opera, che deve necessariamente coincidere con l’intermediario per conto del quale il consulente ci ha dichiarato di operare.

Operazioni adeguateLa normativa di riferimento viene in soccorso del cliente, in quanto preve-de che quando un consulente svolge attività di consulenza (fornisce con-sigli o raccomandazioni al cliente), o in caso di operazioni di gestione dei portafogli, un’operazione debba es-sere adeguata, ossia:- l’operazione deve essere conforme

agli obiettivi di investimento del cliente;

- il cliente deve avere una capacità

Banche e finanza

Roberto Franzoni

RATIO FAMIGLIA [n. 11/2017 • 13234] Centro Studi Castelli s.r.l. 15

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finanziaria in grado di sopportare qualsiasi rischio connesso all’inve-stimento;

- il cliente deve possedere conoscen-ze ed esperienze tali da compren-dere i rischi e la natura dell’investi-mento.

Nel caso in cui un’operazione non sia adeguata per il cliente, il consu-lente non potrà portarla a termine.

Operazioni appropriatePer quanto riguarda invece i servizi diversi dalla consulenza in materia di investimenti e dalla gestione di portafogli (es. collocamento, ese-cuzione, ricezione e trasmissione di ordini), la normativa di riferimento richiede che l’operazione sia appro-priata per il cliente, ossia che il clien-te possegga conoscenze ed esperien-ze tali da comprendere i rischi e la natura dell’investimento. Nel caso in cui il consulente non pos-sa valutare l’appropriatezza di un’o-perazione in seguito alla carenza di informazioni fornite dal cliente, il consulente potrà concludere l’ope-razione, ma dovrà avvertire il cliente che non gli è stato possibile valutare l’appropriatezza in seguito alla ca-renza informativa riconducibile al comportamento del cliente stesso.Nel caso di servizi di mera esecuzio-ne di ordini impartiti dal cliente e di trasmissione di ordini, se relativi a strumenti finanziari non comples-si, il consulente finanziario abilitato all’offerta fuori sede può prescindere dalla verifica dell’appropriatezza.

Diritto di ripensamento

La tutela per l’investitore è garan-tita anche dal diritto di ripensa-mento, che gli consente di rece-dere, entro sette giorni dalla data dell’operazione, e senza costi, dai contratti di collocamento di stru-menti finanziari e di gestione di portafogli individuali.

Le tutele per il clienteFin dal primo contatto con il clien-te, il consulente finanziario abilitato all’offerta fuori sede è tenuto a con-segnare al cliente:- una comunicazione che il cliente

deve sottoscrivere, nella quale vie-ne informato degli obblighi a cui è tenuto il consulente;

- una comunicazione predisposta dall’intermediario finanziario, che riporti i dati identificativi dell’in-termediario stesso e del consulen-te, nonché gli estremi di iscrizione all’albo e l’indirizzo al quale inol-trare le comunicazioni di recesso;

- copia dei prospetti informativi qua-lora previsti o qualora richiesti dal cliente, copia dei contratti e di qua-lunque altro documento sottoscrit-to dal cliente.

Il cliente è tutelato anche dagli ob-blighi che rimangono in capo all’in-termediario per conto del quale ope-ra il consulente finanziario abilitato all’offerta fuori sede. Infatti l’intermediario deve monito-rare e vigilare sull’operato del consu-lente, dotandosi di adeguate proce-dure, ed è responsabile in solido per i danni arrecati a terzi da un consu-lente nello svolgimento dei compiti affidatigli. Il cliente deve anche sapere che un consulente abilitato all’offerta fuori sede può ricevere assegni (bancari o circolari) intestati esclusivamente all’intermediario per conto del qua-le il consulente opera, o al soggetto i cui prodotti sono offerti, muniti di clausola di non trasferibilità.Regola analoga vale anche per i bo-

nifici, il cui beneficiario deve essere esclusivamente l’intermediario per conto del quale il consulente opera, o il soggetto i cui prodotti sono offerti.

Suggerimenti per i contribuentiConcludiamo ribadendo alcuni dei principali suggerimenti, precisan-do, a scanso di equivoci, che non è corretto pensare che i consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede siano una categoria di “soggetti pericolosi”.È fondamentale quindi verificare l’i-scrizione all’apposito albo del consu-lente, verificando la corrispondenza dell’intermediario indicato nell’albo con quello per il quale il consulente dichiara di operare, ed è importan-tissimo non effettuare pagamenti di nessun tipo intestati al consulente e non consegnargli denaro contan-te. Altrettanto importante è che gli estratti conto ci siano consegnati per posta (come previsto), e non diretta-mente dal consulente.Infine, proviamo a rispondere ad un’ultima domanda. È utile affidarsi ad un consulente finanziario abilita-to all’offerta fuori sede? La risposta è che non è indispensabile. Infatti, un consulente finanziario abilitato all’offerta fuori sede vende i medesimi prodotti che vende un addetto bancario che opera all’inter-no di una filiale tradizionale, e non è detto che abbia delle capacità con-sulenziali superiori, o che comunque porti dei risultati superiori per il cliente. La migliore soluzione pro-babilmente, è quella di affidarsi a chi offre un sevizio maggiormente alli-neato alle esigenze di ogni cliente.

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RATIO FAMIGLIA [n.11/2017 • 13234] Centro Studi Castelli s.r.l.

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Il “fai da te” ora è su InternetAl tempo della crisi, le famiglie sono sempre più impegnate a risparmiare su ogni cosa. Partendo dal presupposto che alcune spese non si possono debellare completamente, come ad esempio cibo e tasse, su altre è invece possibile dare una sonora sforbiciata. Molto spesso a rincarare il peso del bilancio familiare sono quegli interventi comunque necessari, ma che rappresentano l’imprevisto del quale si farebbe volentieri a meno. Vuoi il lavandino intasato piut-tosto che la tapparella da riparare, l’intervento serve, ma che prezzi! Proprio per venire incontro a questa tipologia di problematiche, negli ultimi anni si sono moltiplicati come funghi i siti Internet che offrono consigli di ogni sorta su come mettere mano all’inghippo domestico dell’ultima ora, spiegando addirittura passo dopo passo come risolverlo. E a costo zero.

Quali portali sono più diffusiSiti, come ad esempio lavorincasa.it, forniscono appunto consigli, no-tizie ma anche prezzi su abitazioni, arredamento, giardino e ristruttu-razioni varie. In questo caso il sito offre anche consulenze legali e fisca-li, preventivi per lavori di una certa importanza, ed è inoltre possibile un confronto su tematiche specifiche attraverso un forum, calcolare pre-ventivi oltre a spiegare come mettere mano alle piccole problematiche di tutti i giorni con il “fai da te”.

Nella medesima direzione troviamo anche faidatecasa.com che offre vi-deo e articoli incentrati su muratura, bricolage, giardinaggio, cucina, de-corazioni, ecc. Il sito nasce appunto come guida a sostegno di coloro che vogliono mettere mano personal-mente alle problematiche domesti-che senza dover ricorrere a profes-

sionisti esterni. L’intento è offrire soluzioni il più dettagliate possibili, anche per evitare di aumentare il danno con pratiche sbagliate.

Installare il navigatore satellitare sulla moto o semplicemente costru-ire un boomerang giocattolo, oppure riparare i guasti più comuni: è que-sta la mission de ilsitodelfaidate.it che interessa proprio gli aspetti più comuni di casa nostra come idrau-lica, falegnameria, elettrodomestici, ma anche giocattoli e sicurezza.

Anche in questo caso è possibile un confronto con l’apposito forum. Faidate360.com non si discosta mol-to da quelli già elencati, il cui obiet-tivo (come si legge nell’home page) è quello di dare vita ad una communi-ty di appassionati del fai da te. Il sito mette a disposizione guide operative per interventi pratici, articoli e sche-de tecniche sulle diverse tematiche (casa, auto, materiali, ecc.) proprio per una scelta ed una soluzione con-sapevoli.

Su bricoportale.it a fianco dei la-voretti più comuni con il fai da te, ampio spazio a consigli per quanto riguarda interventi importanti come le ristrutturazioni (pavimentazione, copertura, idraulica, ecc.), offrendo consigli su come eseguire al meglio il lavoro e risparmiando sui costi. Un link interessante riguarda poi le “idee creative” che tiene conto anche

Simone Manera

Tecnologia

RATIO FAMIGLIA [n. 11/2017 • 13047] Centro Studi Castelli s.r.l. 17

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dei più piccoli, magari per realizza-re creazioni con la frutta secca ma anche tanti altri oggetti con legno e conchiglie.

Risparmio e responsabilitàNonsprecare.it focalizza l’attenzione soprattutto sul riciclo di materiali e cibi proprio per una questione di ri-sparmio: senza sprechi a guadagnare è il portafogli.

Il sito punta molto su uno stile di vita “green” dedicando ampio spa-zio anche alla salute, all’alimenta-zione, al denaro.

Ci sono consigli addirittura sull’e-ducazione e il dialogo con i figli, va-canze salutari senza spendere molto,

i lavori nell’orto o la comunicazione di semplici iniziative come i cittadini milanesi che hanno adottato alcuni alberi.

ECONOMIA VERDE

Spedizione via e-mail e archivio storico on line

Accesso al testo integrale della norma o dell’interpretazione direttamente dalla circolare

• Circolare mensile dedicata agli aspetti tecnici, fiscali, amministrativi, finanziari ed agevolativi dei processi e delle tecnologie dell’economia verde.

• Lo strumento ideale per assistere al meglio le imprese che operano in questi settori o che si ristrutturano in chiave ambientale.

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Riproduzione vietata - Aggiornato al 9.10.2017

RATIO FAMIGLIA [n. 11/2017 • 13047] Centro Studi Castelli s.r.l.

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Allergie e intolleranze alimentari sono un tema di cui sentiamo parlare sempre più di frequente: del resto, in Italia, almeno il 3% della popolazione adulta soffre di allergie o intolleranze alimentari e la percentuale sale fino al 6-8% nei bambini, soprattutto al di sotto dei 2 anni di età, senza considerare tutti i casi di reazioni avverse al cibo che riman-gono prive di una corretta diagnosi da parte di un medico e non vengono registrate.

Le etichetteIl problema non è certo marginale, come ben sa chi soffre di allergie gravi, in cui anche una traccia invo-lontaria dell’allergene in un alimen-to può essere in grado di scatenare una reazione: sulle etichette, infatti, fioccano le frasi come “può contene-re tracce di...”, seguite da una lunga lista di potenziali allergeni che poco o nulla hanno a che vedere con gli in-gredienti del prodotto in questione.

Per non parlare di chi, al ristorante o in gelateria, deve scontrarsi con l’assenza di collaborazione da par-te del personale di servizio che, a volte, brancola nel buio e non ha idea di cosa consigliare al malca-pitato.

Novità normativeNegli ultimi anni, l’attenzione al problema è però notevolmente au-mentata anche da parte delle autori-tà competenti, complice la crescente risonanza da parte dei media.

Dal 2014, in base alla normativa co-munitaria (Reg. UE n. 1169/2001), la presenza di sostanze in grado di provocare reazioni allergiche o intol-leranze è segnalata non soltanto nei prodotti preconfezionati ed etichet-tati, ma anche in tutti gli alimenti serviti al ristorante o venduti sfusi, anche da asporto. Sono quindi costrette a conformarsi tutte le attività di somministrazione e di vendita come:- ristoranti;- bar;- gastronomie;- pasticcerie;- gelaterie;- pizzerie al taglio;- ecc.

Modalità di informazioneIl Ministero della Salute ha pubbli-cato una circolare per spiegare le modalità con le quali i pubblici eser-cizi possono fornire ai propri clienti le informazioni necessarie. Vediamo quindi qual è lo scenario di fronte al quale potremmo trovarci:

1. informazioni riportate sui menù, su appositi registri, su cartelli da tenere bene in vista oppure su supporti informatici, così da con-sentire al consumatore di acceder-vi facilmente e liberamente, senza necessariamente farne richiesta al personale. È il caso di molte gran-di catene di ristorazione e di gela-terie, già conformi da tempo alla normativa;

2. informazioni non esposte al pub-blico, ma da richiedere esplicita-mente al personale dell’esercizio. In questo caso, troveremo esposte in negozio o riportate sul menù diciture come “le informazioni circa la presenza di sostanze o di prodotti che provocano allergie o intolleranze sono disponibili ri-volgendosi al personale in servi-zio”. Il personale dovrà esibire al cliente la documentazione scritta completa oppure essere in grado di fornire a voce tutte le infor-mazioni necessarie, in modo da mettere il cliente in condizione di scegliere i prodotti in completa si-curezza.

SanzioniNon esistono (ancora) sanzioni ap-plicabili nel caso in cui un’attività decida di ignorare queste indicazioni ministeriali. La chiave per la corretta informa-zione resta, come sempre, la traspa-renza: gli esercenti che si adeguano alla normativa dimostrano onestà e rispetto per il cliente, un biglietto da visita significativo di qualità.

Matteo Sarzi Amadè

Salute e benessere

Allergeni alimentari

RATIO FAMIGLIA [n. 11/2017 • 11029] Centro Studi Castelli s.r.l. 19

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Azienda

Il mensileper la guidadell’impresa

Più contenuti,più casi aziendalie nuove rubriche:il SistemaRatioa fianco degli imprenditorie dei dirigenti aziendali!

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Negli ultimi anni assistiamo al susseguirsi di campagne informative da parte del Ministero della Salute per la preven-zione dell’obesità e del sovrappeso in età infantile ma anche adolescenziale. In effetti a sentire il parere dei pediatri e dei nutrizionisti siamo di fronte ad una vera e propria epidemia che coinvolge soprattutto i bambini e gli adolescenti del mondo occidentale. Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità da diversi anni pone la sua attenzione su queste problematiche poiché ritiene l’eccesso ponderale delle fasce più giovani di età un vero campanello d’allarme per la salute pubblica, ma an-che e soprattutto per la sostenibilità della spesa sanitaria. Cerchiamo dunque di comprendere quali sono le ragioni alla base della diffusione di questo fenomeno e quali sono le strategie che genitori, ma anche educatori ed insegnanti, possono mettere in atto per contrastarne l’ulteriore au-mento.

Eccesso ponderaleInnanzitutto quando si parla di ecces-so ponderale durante l’età dello svi-luppo si fa riferimento ad un’altera-zione corporea ed organica che nella sua forma più semplice non altera le funzioni vitali ne causa dolore o altro, ma nel caso in cui l’eccessivo aumen-to di peso venga sottovalutato potreb-be causare l’insorgenza di ulteriori condizioni patologiche che talvolta si accompagnano a disturbi psicologici. I ragazzi in sovrappeso vengono spes-so derisi ed isolati dai loro coetanei per il loro aspetto fisico, il che li con-duce ad una scarsa qualità della vita insieme ad una diminuzione dell’au-tostima. Per queste motivazioni si ri-tiene più corretto, anche da un punto di vista professionale, utilizzare la pa-rola sovrappeso.È ormai noto che la presenza in fa-miglia di un eccesso ponderale (an-che solo in uno dei due genitori) è un fattore che influisce sulla com-parsa del sovrappeso nel bambino. È altrettanto vero però che la predi-sposizione genetica da sola non può essere responsabile dell’epidemia di sovrappeso a cui stiamo assistendo, piuttosto un’analisi più attenta chia-ma in causa diversi fattori che si sono

radicati negli ultimi cinquant’anni: ambientali, culturali, socio-economi-ci e fisici. Dunque non mancano le possibili ipotesi a supporto del per-ché della diffusione del fenomeno del sovrappeso infantile, anzi al contra-rio è proprio la presenza di più cause che rende ancor più complicata la sua gestione specie quando bisogna pro-grammare degli interventi prioritari.

Cattive abitudiniInnanzitutto negli ultimi anni pro-fonde modificazioni sociali hanno contribuito a variare notevolmente

le abitudini alimentari delle persone. Oggi è più facile accedere al cibo, so-prattutto se ad alta densità energetica e dallo scarso potere saziante.Il consumo di questi alimenti di bas-sa qualità ha un ulteriore svantaggio ovvero quello di causare notevoli va-riazioni della risposta glucidica che altrettanto rapidamente ci indurrà ad una nuova occasione di consumo. Contestualmente assistiamo ad un decremento del numero di ore della giornata impiegate dal bambino in at-tività fisica o in qualsiasi altra attività ludica che lo porterebbero ad aumen-

Francesca Valentino

Salute e benessere

Obesità infantileUn’emergenza sanitaria da non sottovalutare

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tare la sua spesa energetica ed au-mentano di pari passo le ore trascorse davanti la televisione, e in queste oc-casioni si moltiplicano le possibilità di consumo di cibi ad alta palatabilità e per di più fuori pasto (snack dolci o salati, bevande zuccherate, ecc.). A tale proposito è importante sottoli-neare il peso della pubblicità e delle strategie di marketing dell’industria alimentare nel determinare le scel-te dei bambini in fatto di cibo. Basti pensare che l’auditel misura le scel-te dei telespettatori già a partire dai 3 anni di età e che il caso voglia che proprio a partire dai 3 anni i bambini cominciano a manifestare preferenze alimentari.

L’industria alimentare dunque condiziona il gusto dei bambini e lo fa con metodologia scientifica specifica per l’età del consumatore e con svariate tecniche di vendita come la raccolta punti o i gadget allegati alle confezioni magari pro-poste in formati maxi o in offerta 3x2.

Un altro elemento da notare è la va-riazione della composizione nutrizio-nale dei pasti consumati dai bambini negli ultimi vent’anni. In questo periodo infatti è diminuito il consumo di grassi, ma contestual-mente è aumentato quello dei carboi-drati, con un ulteriore aggravante: è cambiato il tipo di carboidrati scelti per i pasti dei bambini, ovvero oggi prediligiamo gli zuccheri semplici ai carboidrati complessi.

Cosa fare in famigliaIn questo contesto le figure che pos-sono essere d’aiuto ad arginare il pro-blema del sovrappeso infantile sono molte. In prima linea i genitori, non si può imparare se non con l’esempio concreto e tangibile delle figure di ri-ferimento dello sviluppo di un bam-bino. Non possiamo pensare di elar-gire costantemente divieti alimentari e poi non applicare questi stessi prin-cipi alla nostra spesa, cominciamo

ad esempio con l’evitare di portare a tavola bevande zuccherate. Già con l’arrivo dello svezzamento il compito dei genitori è quello di allenare il più possibile il palato del bambino offrendo cibi sani e ben assortiti essendo consapevoli che, andando avanti con l’età, il bambino potrebbe rispondere con dei rifiuti. Questo atteggiamento non deve spa-ventare, anzi bisogna continuare a proporre saltuariamente lo stesso cibo (almeno fino a 10 volte) al bam-bino senza intercorrere in contrasti esacerbati. Infatti il controllo ecces-sivo dei genitori sull’alimentazione impedisce al bambino di riconosce-re il senso della fame e della sazietà. Tra le raccomandazioni della Orga-nizzazione Mondiale della Sanità, per limitare il dilagare del sovrap-peso infantile, vi è quella di favo-rire il consumo di frutta e verdura, purtroppo però la maggior parte dei bambini ne consuma molto poca e di malvoglia. Che fare dunque? Anche in questo caso vale la regola di continuare a proporgli qualcosa che aveva pre-cedentemente rifiutato; inoltre, è buona norma cominciare ad offrirgli verdure semplici da mangiare come carote, piselli, pomodori, fagiolini e spinaci evitando di affollare troppo il loro piatto con delle verdure bollite. Ci sono tanti tipi di frutta e verdura: un’idea interessante potrebbe essere proprio quella di farglieli conoscere portandoli al mercato e permetten-do loro di scegliere autonomamente ciò che più incuriosisce. Ai bambini piace mangiare quello che hanno cu-cinato, quindi coinvolgerli durante la preparazione del pasto può essere una buona occasione per indurli ad assaggiare cibi nuovi.

A scuolaBuona parte della giornata di un bambino si svolge a scuola, ragion per cui anche in questo contesto de-vono essere applicate le regole della sana alimentazione e del benessere fisico. Le scuole che offrono la possibilità di consumare il pranzo devono studia-

re attentamente i menu settimanali proposti, affidandosi alla consulenza di professionisti della nutrizione al fine di coniugare nel piatto dei bam-bini il giusto equilibrio nutrizionale con la necessità di invogliare i bam-bini a consumare il pasto.

Insegnanti ed educatori devono far in modo di favorire la conoscen-za dei principi del mangiar sano e del piacere di fare attività fisica sia essa agonistica o legata al piacere del gioco.

Intervenire su più livelli per argina-re il problema dell’obesità infantile sembra essere dunque la chiave per raggiungere l’obiettivo. Migliorare oggi la salute delle gio-vani generazioni impedirà che i cittadini di domani siano affetti da patologie croniche che potrebbero determinare a loro volta una manca-ta crescita economica.

Raccomandazione dell’Organizzazione Mondiale della sanità

per la prevenzione dell’obesità infantile

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Alloro: pianta aromatica“gloriosa”

Cucina

L’Alloro (Laurus nobilis), è una pianta aromatica appartenente alla famiglia delle Lauracee. Tipico del clima mediterraneo, è dif-fuso anche nelle zone a clima temperato, anche nei nostri orti e giardini è molto comune e ormai naturalizzato. Le sue foglie sono coriacee, profumate, brillanti. L’alloro, o lauro, è una pianta dioica, cioè la pianta con fiori maschili e quella con fiori femminili, sono due individui distinti. La pianta femmina produce in autunno dei grappolini di drupe simili a piccole olive. Gli uccelli se ne cibano e diffondono i semi.

É presente nel nostro territorio da mil-lenni, gli antichi Greci e Romani lo con-sideravano “nobile” e sacro, simbolo di potenza, di vittoria e di sapienza. I po-eti classici venivano “laureati”, cioè si realizzavano corone di lauro da posare loro sul capo. Virgilio viene ritratto con il capo incoronato dal lauro del sapere, come possiamo vedere dalla sua statua, in piazza Virgiliana a Mantova, sua città natale. Inoltre, nelle Bucoliche, egli inco-rona di alloro ed edera anche i pastori. Personaggi storici, di cultura o semplice-mente potenti si adornavano con un ser-to di alloro, come Giulio Cesare, Dante o Napoleone. Le foglie di alloro sono pro-fumate, l’aroma è sempre molto intenso, quando le foglie vengono rotte o spezza-te, soprattutto nel periodo invernale. Contiene oli essenziali: eucaliptolo, eu-

genolo e geraniolo, vitamine A e C e sali minerali preziosi, come ferro, selenio e calcio.

L’aromaLe foglie di alloro si utilizzano fresche o essiccate in una grande quantità di ricet-te, infatti anche se essiccate mantengono un buon tenore di oli essenziali, anche per molti mesi. In Italia sono molte le ri-cette che vedono l’alloro come ingredien-te; tipicamente si utilizza per marinare le carni degli stufati e aromatizzare il ragù. Accompagna le castagne e le patate nella cottura, le lenticchie e la selvaggina.

UtilizziL’alloro si utilizza anche in mille altri modi, sia intero che sminuzzato, come ad esempio nel mix delle erbe provenza-

li. Il profumo dell’alloro è molto intenso, quindi di solito sono sufficienti un paio di foglie, per aromatizzare un piatto per 5-6 commensali.Le foglie di alloro si utilizzano anche ne-gli altri Paesi europei e in tutto il mondo occidentale. Oltre all’utilizzo in cucina, l’alloro è utile anche in erboristeria, dove si utilizzano le foglie, per infusi digestivi, antisettici e antinfiammatori o l’olio es-senziale, che viene estratto di solito dai semi pressati. I principi attivi contenuti nelle foglie e nei semi di laurus nobilis hanno proprietà digestive ed emollienti, che lo rendono ancora più interessante in abbinamento a piatti dalla digestione lunga. Con le foglie di alloro, e anche i frutti maturi, si produce un liquore tra-dizionale, il Laurino o Allorino, ottimo digestivo.

Maria Rosa Macchiella

Il Laurino è un vero e proprio concentrato di buon gusto e di salute, considerando i benefici che può apportare.

Ingredienti Preparazione

• 35 foglie fresche e ver-deggianti di alloro

• 400 grammi di zucche-ro

• 400 ml di alcool ad uso alimentare

• 500 ml di acqua

• Lavare bene le foglie di alloro e asciugarle con cura, utilizzando un canovaccio pulito.• In un contenitore capiente, con chiusura ermetica, sistemare in infusione nell’alcool 25 foglie

di alloro, dovranno restare così per un paio di giorni.• Trascorso questo tempo, fare bollire per circa 3 minuti, in 500 ml di acqua, le restanti 10 foglie

di alloro. Attendere che il composto sia tiepido, quindi sciogliervi completamente lo zucchero, a fuoco dolce, rimestando continuamente il tutto con un cucchiaio di legno.

• Lasciare raffreddare totalmente la preparazione e aggiungervi l’alcool preparato in preceden-za, con le foglie di alloro rimaste in infusione. Mescolare molto bene.

• Filtrare il composto con un colino a maglia fitta e imbottigliarlo in una bottiglia di vetro tra-sparente, per valorizzarne il colore verde. Prima di degustare il liquore di alloro, aspettare che si sia riposato per almeno un mese al buio e a temperatura ambiente. Poi riporre la bottiglia in frigo e gustarlo freddo a fine pasto.

La ricetta - Liquore di alloro: ottimo digestivo

RATIO FAMIGLIA [n. 11/2017 • 13235] Centro Studi Castelli s.r.l. 23

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CuriositàForse non sapevi che...

Altro

La Redazione

Che cos’è la tassa di soggiorno?La tassa di soggiorno è uno strumento in mano ai Comuni per acquisire gettito da turisti e ospiti delle strutture ricettive del territorio. Chi paga l’imposta deve corrispondere un importo oscillante tra € 1,00 e € 7,00. Sono previste però delle esenzioni particolari per alcune categorie di ospiti: oltre ai residenti, spesso sono previste dispense per disabili e accompagnatori, malati e assistenti ai degenti ricoverati in strutture sanitarie, ostelli della gioventù, membri delle forze armate, autisti di pullman, accompagnatori turistici, lavoratori all’interno del Comune.

Antropocene Gli effetti dell’uomosulla TerraI veloci cambiamenti imposti dall’uomo alla superficie della Terra, all’ambiente nel suo insieme, stanno cambiando i tempi con cui avvengono fenomeni geologici quali l’erosione e la sedimentazione, mentre importanti “perturba-zioni” a livello chimico su larga scala hanno alterato i cicli del carbonio, dell’azoto, del fosforo e di altri elementi... Oltre all’alterazione del ciclo climatico e ai cambiamenti dei biosistemi del pianeta.Lo strato geologico che si sta formando potrebbe essere uno strato particolarmente ricco di inquinanti, oppure di plastiche o di un qualunque altro elemento che possa essere individuato in modo inequivocabile.

L’orto verticale di IkeaIl colosso scandinavo sta lavorando a Lokal: un prototipo di mini-orto domestico per far crescere insalata, erbe aromatiche e altri ortaggi velocemente e senza sprechi.Il sistema sfrutta la tecnica delle coltivazioni idroponiche (cioè senza l’uso di suolo, rimpiazzato da un cocktail di nutrienti disciolti in acqua) per far crescere i vegetali su carrelli impilabili l’uno sopra l’altro. Questo sistema, insieme a una speciale illuminazione LED a basso impatto energetico, consentirà - secondo i designer - di coltivare la verdura 3 volte più velocemente rispetto a un orto tradizionale, e con il 90% di acqua in meno.

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RATIO FAMIGLIA [n. 11/2017• 13295] Centro Studi Castelli s.r.l.

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10 Riserve naturalida visitare nel mondoVeri e propri paradisi in terra. Riserve protette per gli ultimi esemplari di specie in via d’estinzione. Grazie all’ecoturismo è possibile proteggerli.Il turismo nelle aree protette è un fattore determinante per la loro sopravvivenza. Eccone alcune, in una lista certo non esaustiva.1. Lewa Wildlife Conservancy - Kenya2. Parco del Gran Paradiso - Italia3. Parco nazionale di Zhangjiajie - Cina4. American Praire Reserve - Stati Uniti5. Tchimpounga Natural Reserve - Congo6. Fjallabak Nature Reserve - Islanda7. Foresta di Białowieża - Polonia8. La grande barriera corallina australiana -

Australia9. Gorgona Island - Colombia10. Northeast Greenland National Park -

Groenlandia

Non perdiamo tempoNel mondo di oggi gestire il tempo non è un’operazione semplice: - si lavora di più e più a lungo; - si passano ore nel traffico (tra casa

e lavoro come per fare la spesa nei grandi centri commerciali);

- ci fanno perdere tempo i call center come i servizi “fai-da-te” (dal montare i mobili al lavaggio dell’auto).

Di alcune attività non possiamo fare a meno, ma riguardo ad altre possiamo stabilire delle priorità e organizzarci di conseguenza.

Cambiamenti climatici e coltivazioniMentre la Nasa conferma che luglio 2017 è stato il mese più caldo dal 1880, ossia da quando si rilevano le temperature in modo scientifico e sistematico, una ricerca apparsa su Proceedings of the National Academy of Sciences dimostra come il cambiamento climatico in atto avrà un effetto negativo sulle colture fondamentali per la vita dell’uomo, in particolare grano, riso e mais. Le ricerche hanno utilizzato una notevole varietà di metodi, dalla simulazione del modo con il quale le colture reagiscono alle variazioni di temperatura su scala locale e globale fino ai modelli statistici basati sulla resa delle colture in tempi storici (ossia documentati) e agli esperimenti sul campo che hanno fatto uso di tecnologie per il riscaldamento artificiale.

La musica aiuta la creativitàQuando non riusciamo a venire a capo di un problema e siamo in cerca di una strada per superarlo (o aggirarlo), è bene rompere il silenzio con un po’ di buona musica allegra: secondo uno studio pubblicato su PLOS ONE i brani a “impatto positivo” facilitano l’emergere di soluzioni innovative e agiscono sulla creatività molto meglio di un sottofondo quieto e sommesso.

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Il calendario dell’ortoDario Zanella

I lavori di novembre

Orto e giardino

Dal mese di novembre la stagione autunnale prende il sopravvento ed in questo periodo le lavorazioni sono caratterizzate dalla raccolta degli ortaggi tipici (che abbiamo seminato e trapiantato nel corso dell’estate), quali: cavoli, lattuga, scarola, cicorie, erbet-te e coste, spinaci, porri, carote, valerianella e radicchi. La stagione è anche propizia per effettuare alcune lavorazioni di fondo ed è importante, inoltre, controllare l’andamento delle temperature: nel caso tendano ad abbassarsi bruscamente, è necessario attuare tutte le pratiche per proteggere i nostri ortaggi nell’orto.

La raccoltaCome detto le lavorazioni del mese consi-stono nella raccolta dei vari ortaggi tipici della stagione autunnale. Oltre al consu-mo fresco o cucinati al momento, alcuni di essi si prestano ad essere conservati in vari modi: puliti, lavati e leggermen-te scottati in acqua bollente per essere congelati (es: carote, cavolfiore, spinaci), i cavoli cappucci possono essere utiliz-zati per la produzione di crauti, altri si possono stufare e una volta raffreddati, conservare in congelatore da utilizzare al bisogno, es: porri e radicchi rossi, infine i cavolfiori e le carote possono essere tra-sformati in conserve sottaceto.

Le coperturePer prolungare le raccolte degli ortaggi sopraelencati, prima dell’arrivo del gran-de freddo, è consigliabile l’utilizzo di teli in tessuto non tessuto (TNT). Il tessuto TNT è facilmente reperibile negli empori agrari e possiede la caratte-ristica di proteggere gli ortaggi dal fred-do, infatti la temperatura sotto il TNT è superiore di 2°-4° rispetto alla tempera-tura esterna, motivo per cui non garanti-sce la protezione dal forte gelo nel cuore dell’inverno, ma è molto utile in autunno o in primavera. Il TNT può essere utilizzato, quindi, in autunno per prolungare il ciclo degli or-taggi autunnali o per proteggere le pian-tine seminate o trapiantate alla fine di ottobre inizio di novembre (es: lattuga, prezzemolo, rapanelli, finocchio, ecc.).

La preparazioneNovembre è il mese propizio per effet-tuare alcune lavorazioni di preparazione dell’orto. Se il terreno non risulta ecces-sivamente bagnato, è possibile effettuare la distribuzione del letame (dose 4 kg al metro quadro) o del compost (dose 4/5 kg al metro quadro) e quindi procedere a interrarli leggermente nei primi strati del terreno con un coltivatore manuale o una zappa, senza rivoltare il terreno. In alternativa è possibile seminare dei pi-selli (misti a semi di grano o orzo o sega-le) da sovesciare nel mese di marzo.

La tecnica del sovescio consiste nel far crescere delle piante erbacee (soprat-tutto graminacee e leguminose) per poi interrale al fine di arricchire di humus il terreno, per attuare la pratica del so-vescio si seminano delle essenze miste e quando sono ancora verdi, prima che producano i semi, si effettua il taglio, si lasciano appassire un paio di giorni e quindi si procede a interrare l’erbaio con una leggera lavorazione superficiale.

Tale pratica sostituisce la letamazione del terreno perché apporta nutrienti, mi-gliora la struttura del terreno e aumenta la sostanza organica nel terreno.Nel mese di novembre è possibile semi-nare l’aglio e le cipolle (varietà a giorno corto), soprattutto nelle zone più tem-perate. La semina dell’aglio consiste nel reperire in negozi specializzati delle teste di aglio che verranno sgranate, quindi gli spicchi saranno seminati superficial-mente e daranno origine a nuove piante, per le cipolle è importante acquistare va-rietà a giorno corto (cioè adatte a gior-nate con poche ore di luce come quelle invernali), si possono seminare diret-tamente nelle Regioni più temperate, mentre al nord è possibile acquistare le piantine per essere trapiantate, nei pri-mi giorni dopo la semina o il trapianto si possono coprire con del tessuto TNT.

Semine ð

• Da effettuarsi sotto coper-tura (serra o tunnel)

• Cicoria da taglio• Lattuga da cespo e da

taglio• Ravanello

RucolaSpinacioValerianellaSemina direttaCipolla (in regioni a clima temperato)

Trapianti ðPrimametàdel mese

ð • Aglio• Cipolla a giorno corto

Semine e trapianti del mese di novembre

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RATIO FAMIGLIA [n. 11/2017 • 13279] Centro Studi Castelli s.r.l.

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Alberi e paure

Luca Masotto

La valutazione di stabilità degli alberitra miti e moderne tecnologie

Orto e giardino

Certo gli eventi di quest’estate non hanno aiutato a tranquillizzare coloro i quali reputano pericolosi gli alberi a pre-scindere: trombe d’aria e venti forti hanno colpito molte Regioni del nostro Paese provocando schianti e rotture di branche con conseguenti danni a persone e cose. Molti proprietari di alberi sono preoccupati della tenuta meccanica delle proprie piante e si interrogano sulla necessità di potature drastiche per ridurre il rischio di incidenti.Ma le cose stanno così? Potare le piante severamente è davvero il modo migliore per dormire sereni?

Un po’ di storiaL’arboricoltura è una disciplina rela-tivamente giovane. Sino a pochi de-cenni or sono gli alberi in ambiente urbano non godevano dell’attenzio-ne odierna né erano al centro delle numerose diatribe sul potare/non potare o abbattere/non abbattere la cui eco oggi arriva sino ai tele-giornali e alla carta stampata. Que-sto perché di alberi erano piene le campagne dove viveva ancora gran parte della popolazione italiana. Con il passare degli anni, le cascine e i casali si sono svuotati e i nuovi cit-tadini hanno portato con sé anche il modo “contadino” di gestire gli alberi: interventi cesori importanti e ripetuti con una certa frequenza. Questi erano certamente necessari nei campi dove gli alberi erano par-te integrante dell’azienda agricola. Basta pensare ai salici che venivano ripetutamente “gabbati” affinché po-tessero produrre numerosi rami di piccolo calibro, molto utili per essere intrecciati e realizzare contenitori. Oppure ai gelsi, le cui fronde erano destinate all’alimentazione del baco da seta, industria fiorente soprattut-to in certe aree dell’Italia settentrio-nale.Da allora, però, molte cose sono cambiate: l’arboricoltura ha fatto

passi da gigante e i nostri alberi cit-tadini sono passati dall’essere un mero mezzo di produzione ad avere importanti funzioni ambientali, eco-logiche e paesaggistico-ornamentali.

La nuova arboricolturaUna volta cambiata l’ottica con la quale si guardano gli alberi, muta inevitabilmente anche la modalità di gestione. Per favorire uno sviluppo armonico ed equilibrato delle piante arboree non è certo ipotizzabile co-stringerle in forme innaturali.

La moderna arboricoltura, al con-trario, mira a favorire l’architettu-ra vegetale dell’albero non solo per questioni di carattere estetico, ma anche per mantenere la pianta in salute, riducendo le probabilità di schianti.

Nonostante i miti persistenti circa il fatto che potature severe rinvigori-scano la pianta, l’intervento dell’uo-mo deve essere ridotto al minimo necessario: le cure colturali sono

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attentamente progettate e affidate a tecnici esperti. L’obiettivo ultimo è quello di anticipare le dinamiche che, in natura, comporterebbero problemi: eliminare rami secchi o in via di disseccamento, contenere adeguatamente eventuali branche che si sono sviluppate in modo ano-malo, ricostruire la chioma in caso di danni accidentali (es. fulmini). Tutti interventi nel pieno rispetto della fi-siologia e della biomeccanica dell’al-bero.

Quando un albero è pericoloso?Certo non sempre un albero è lascia-to libero di crescere e, talvolta, erro-ri di progettazione (per esempio la scelta della specie o il luogo di messa a dimora) fanno sì che occorra pro-cedere a potature cosiddette di con-tenimento. Nel momento in cui si provocano ferite importanti a livello della chioma o del fusto, si aumenta-no le probabilità che i patogeni fun-gini penetrino all’interno dei tessuti e instaurino fenomeni di carie del legno. Questi ultimi sono i principa-li responsabili della caduta di alberi interi o di loro parti. Altre volte le insidie alla stabilità de-gli alberi possono giungere dall’ap-parato radicale. In ambiente urba-no, ma non solo, sono frequenti le lavorazioni che comportano scavi in prossimità del fusto. Le radici pos-sono pertanto essere tranciate con ovvie ripercussioni sulla stabilità della pianta, ma anche “semplici” ferite sono sufficienti per aiutare l’o-pera di temibili patogeni fungini che, nell’arco di poche stagioni vegetati-ve, sono capaci di “svuotare” l’appa-rato radicale. Le carie fungine possono comun-que svilupparsi anche in assenza di alterazioni da parte dell’uomo, so-prattutto se l’ambiente non è otti-male per la specie arborea (eccesso di umidità, ricarichi di terreno, ecc.).In ultima analisi, quindi, il normale fattore di sicurezza di un albero si può ridurre anche per cause natura-li, sebbene motivazioni legate a una gestione impropria del bene albero siano certamente più frequenti so-

prattutto in ambiente urbano.

Come valutare il pericoloRicordando che nessun albero (o branca) è immune dalla possibilità di cadere, è importante sottoporre le proprie piante a valutazioni di sta-bilità da parte di un tecnico abilitato ed esperto in materia. L’analisi di stabilità, di norma, si articola in due fasi: in primo luogo un’ispezione vi-siva, in seconda battuta eventuali approfondimenti strumentali.Nel corso dell’ispezione visiva, il professionista esamina ogni organo della pianta, a partire dall’apparato radicale (previo eventuale scollet-tamento per ispezionare al meglio i cordoni), passando dal colletto (os-sia la base del fusto), per arrivare alla chioma. La valutazione visiva mira a identificare ogni sintomo o segno della presenza di eventuali difetti interni del legno che possano comprometterne la tenuta struttura-le. L’entità dei difetti può essere poi stimata attraverso l’uso di strumenti diagnostici sofisticati quali, a titolo esemplificativo, il dendrodensime-tro, che valuta la resistenza opposta dal legno alla penetrazione di una piccola sonda, il tomografo (che re-stituisce un’immagine di una sezione del tronco in falsi colori in grado di distinguere il legno sano da quel-lo degradato) o la prova di trazione controllata (che valuta come reagi-sce la pianta in funzione dell’appli-

cazione di una forza nota). Certo anche le più moderne tecnolo-gie non possono sostituire l’occhio e l’esperienza del professionista. Que-sto anche perché uno dei fattori da prendere più in considerazione è l’interazione tra albero e ambien-te esterno per quanto concerne per esempio i venti, la forza e la direzio-ne dei quali può subire importanti modifiche a causa della presenza di edifici o altri manufatti.

Tra rischio e pericoloPosto che un rischio residuale di caduta è presente anche in alberi perfettamente sani, è bene ricorda-re che la valutazione del pericolo è solo uno degli elementi da prendere in considerazione. Anzi, conoscere la sola propensione al cedimento di un albero è forse limitante: occorre approfondire l’analisi e calcolare il rischio associato alla presenza di al-beri di alto fusto. In buona sostanza, attraverso meto-di statistici consolidati, è possibile stimare la probabilità che un albero possa provocare danni a cose o per-sone nell’arco dei 12 mesi successivi all’analisi. Sulla base di questo, si possono prendere decisioni certa-mente più ragionate circa l’utilità e l’opportunità di procedere a po-tature, consolidamenti o altre cure colturali. Una sorta di analisi costi-benefici che tutela gli alberi e… il portafoglio.

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I NOSTRI PICCOLI PROGETTIUna grande speranza

per il futuro

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SenzaFrontiere

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Il versamento va intestato a: Fondazione Senza Frontiere - Onlus, Via S. Apollonio n. 6 - 46042 Castel Goffredo (MN), C.F. 90008460207.Per usufruire dei benefici fiscali è sufficiente conservare la ricevuta di versamento e inserire l’importo nella dichiarazione annuale dei redditi.

PROGETTO 1Beneficiario: Bruno Ricardo Fonseca Ribeiro, nato il 15.06.1991 a São Luis (MA) - Brasile.Contributo per pagamento spese fre-quenza all’Università corso di Diritto.Importo: reali 600,00 al mese pari a € 200,00 al mese per 12 mesi.

PROGETTO 2Beneficiario: Alberon da Silva Barbosa, nato il 11.06.1980 a Imperatriz (MA) - Brasile.Contributo per pagamento spese frequen-za all’Università corso di Ingegneria di produzione. Importo: reali 600,00 al mese pari a € 200,00 al mese per 12 mesi.

PROGETTO 3Beneficiario: April Grace Mirasol, nata il 26.04.1997 nelle Filippine.Contributo per pagamento spese fre-quenza della Facoltà di Economia e Con-tabilità.Importo: € 565,00 ogni trimestre (€ 2.260,00 annui) che comprendono tas-se vitto e alloggio.

PROGETTO 7Beneficiario: Jefferson Luana Caldas Costa, nato il 18.02.1991 a Imperatriz (MA) - Brasile.Contributo per pagamento spese fre-quenza all’Università corso di Informati-ca.Importo: reali 600,00 al mese pari a € 200,00 al mese per 12 mesi.

PROGETTO 8Beneficiario: Julio Reis Dos Santos Silva, nato il 6.01.1998 a Carolina (MA) - Brasile.Contributo per pagamento spese fre-quenza all’Università corso di Ammini-strazione.Importo: reali 1.000,00 al mese pari a € 300,00 al mese per 12 mesi.

PROGETTO 9Beneficiario: Jeniffer Ruana Caldas Costa, nata il 29.09.1994 a Imperatriz (MA) - Brasile.Contributo per pagamento spese fre-quenza all’Università corso di Scienze Motorie.Importo: reali 600,00 al mese pari a € 200,00 al mese per 12 mesi.

Chiunque può contribuire per sostenere questi promettenti ragazzi e ragazze che potranno in futuro essere utili al proprio Paese. Il contributo a sostegno dei piccoli progetti può essere versato da una singola persona o da più persone per lo stesso progetto.Il contributo può essere versato tramite banca o posta indicando il progetto scelto.

PROGETTO 10Beneficiario: Werlisson Alves De Castro Soares, nato il 31.08.1996 a Carolina (MA) - Brasile.Contributo per pagamento spese fre-quenza Università corso di Amministra-zione.Importo: reali 1.000,00 al mese pari a € 300,00 al mese per 12 mesi.

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Compiano (Emilia Romagna)

“Ai nostri monti ritorneremo…” recita il Trovatore di Giuseppe Verdi. Sulla strada che collega l’Emilia alla Liguria, tra i boschi ricchi di funghi dell’appennino parmense si erge Compiano, borgo e baluardo difensivo dell’alta Val di Taro.

Storia e culturaCompiano prende il nome dal gran-de “campo piano” o “campo plano” subentrato a un lago preistorico che ricopriva l’intera Val di Taro. In que-sto luogo, in epoca medievale, la sto-rica famiglia Landi di parte ghibellina ha dato vita a un piccolo staterello di mezza montagna che ha resistito per oltre 400 anni. Il castello, simbolo del luogo, è stato edificato su uno sperone roccioso a guardia del fiume Taro, ha pianta trapezoidale ed è stato abitato dall’ultima proprietaria sino al 1987. Nel corso dell’Ottocento, il castello di-venne prigione di Stato in cui furono rinchiusi i carbonari dei moti risor-gimentali del 1821, mentre nel 1900 venne adibito a collegio femminile. Compiano, nei secoli, è stato epicen-tro e fulcro di girovaghi, ambulanti, vagabondi. Ma anche di montanari che qui venivano e partivano per l’Eu-ropa a suonare nelle fiere di paese con orsi, scimmie e cammelli. Proprio a Compiano aveva sede il museo degli Orsanti (ora spostato a Vigoleno) che raccoglie testimonianze della vita di questo periodo. Gli Orsanti e Scim-miari, infatti, sono realmente esistiti nelle zone dell’Appennino parmense e con le loro attività cercarono di affron-tare, tra il Settecento e l’Ottocento, il difficile problema della sopravvivenza. Una volta giunti in un luogo esposto al transito di persone, allestivano il pro-prio palco per lo spettacolo: fra tutti gli animali il pezzo forte era l’orso, il cui peso poteva raggiungere i 350 chili e lo si faceva ballare, girare, saltellare e a volte combattere con il domatore.

Alessandro Ponzoni

Borghi antichi d’Italia

Ambiente e turismo responsabile

Carta d’identitàComune: CompianoProvincia: ParmaRegione: Emilia-RomagnaAbitanti: n. 1110 (50 nel borgo)

InformazioniComune di CompianoTel.: +39 0525 825125Book-shop, Piazza della CisternaSito: www.comune.compiano.pr.it

Come arrivare

In autoAutostrada A15 Parma-La Spezia, uscita Borgo Val di Taro.

In trenoLinea Parma - La Spezia, stazione di Borgo Val di Taro.

In aereo

Aeroporto di Parma.

Monumenti e Luoghi d’interesse

Castello di Compiano

Museo della Massoneria

Chiesa di San Giovanni Battista

Vicoli del borgo

Piazzetta con belvedere sulla vallata

Monte Pelpi

Antico municipio

Cosa mangiare

Tra i primi piatti sono tipici gli gnoc-chi di castagna con la ricotta, tra i se-condi il vitello alla Valtarese (un vi-tello arrosto con contorno di funghi porcini) e la faraona alla castellana (in umido con sapori dell’orto).

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Riproduzione vietata - Aggiornato al 9.10.2017

RATIO FAMIGLIA [n. 11/2017 • 13165] Centro Studi Castelli s.r.l.

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RATIO FAMIGLIA [n. 11/2017 • 13162] Centro Studi Castelli s.r.l. 31

In provincia di Parma, tra il fiume Taro e il torrente Baganza, si estende il Parco regionale dei Boschi di Carrega, un territorio per molti anni frequentato dai duchi di Parma e caratterizzato da gioielli architettonici immersi in un gran-de patrimonio boschivo.

Storia e culturaIl paesaggio del Parco è frutto dell’in-terazione fra la natura incontamina-ta e l’intervento dell’uomo che, nei secoli, ha modificato e utilizzato il territorio in ottica agroforestale, idrica e architettonica. Da sempre ri-serva di caccia e di villeggiatura per nobili e duchi, le aree collinari limi-trofe sono un mosaico di ambienti naturali e diversi fra loro, con all’in-terno aree agricole e giardini storico-monumentali. La famiglia San Vitale è stata la prima importante famiglia nobiliare proprietaria di vaste esten-sioni del territorio. Nel 1500, quan-do la casata dei Farnese conquistò il Ducato di Parma e Piacenza, estese il proprio potere fino a Collecchio e Sala Baganza e regnò su queste terre

fino al 1731, quando il Ducato passò a Maria Amalia di Borbone. Questa lasciò un’impronta profonda nel Parco poiché fece costruire il “Ca-sino dei Boschi”, una maestosa resi-denza estiva ed edificio per la caccia. Dopo vari passaggi di proprietà fino alla famiglia Carrega, l’istituzione del Parco regionale avvenne nel 1982, quando i Comuni della zona diede-ro vita ad un consorzio per frenare la cementificazione all’interno dei boschi. Il Parco, oggi, offre in tutte le stagioni motivi di interesse sia per appassionati naturalisti che per gli amanti della storia e dell’arte; per gli appassionati di trekking la rete dei sentieri consente di collegare i diver-si percorsi e di visitare gran parte del territorio dell’area protetta.

Il Parco, inoltre, promuove varie attività culturali e di educazione ambientale per scuole e adulti, orga-nizza eventi e itinerari enogastrono-mici.

Flora e faunaIl patrimonio boschivo è composto da un’antica faggeta, querceti misti e castagneti incastonati tra rigagnoli d’acqua, laghetti, zone umide, radu-re e ville monumentali. La fauna del Parco è ricca e diversi-ficata: oltre al capriolo simbolo del Parco, fra i mammiferi si segnala anche la presenza di tasso, quercino, toporagno, ghiro e moscardino. Non mancano lepri e scoiattoli, volpi, fai-ne e donnole. È stata avvistata, in alcune zone collinari, anche la pre-senza del lupo. L’avifauna è rappresentata da picchi rossi e verdi, pettirossi, usignoli e ra-paci notturni.

Parco regionale dei Boschi di Carrega

Ambiente e turismo responsabile

Carta d’identità

Parco regionale dei Boschi di Carrega

Superficie a terra: 1.270 ha

Regione: Emilia-Romagna

Provincia: Parma

Comuni: Collecchio, Felino, Fornovo di Taro, Parma, Sala Baganza

Alessandro Ponzoni

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Cosa mangiare

Tra i prodotti tipici del territorio si segnalano Parmigiano reggiano Dop di pianura e vino Colli di Par-ma Doc. La cucina parmigiana, di antichissima tradizione, è tra le più importanti a livello mondiale. Tra i piatti famosi non possiamo non citare torta fritta, pesto di ca-vallo, anolini, tortelli di erbette, bolliti e tutta la gamma di salumi: dal culatello di Zibello al prosciutto di Parma, per passare dal salame di Felino alla coppa, proseguendo poi con spalla di San Secondo, strolghi-no, cicciolata e fiocchetto.

Contatti

SedeIndirizzo: Piazza Ferrari, 5 43013 Langhirano (PR)Telefono: 0521/354111E-mail: [email protected]

Uffici operativi del Parco Regionale dei Boschi di CarregaIndirizzo: Strada Olma, 2 43038 Sala Baganza (PR)Telefono: +39 0521/836026E-mail: [email protected]

Come arrivare

In auto

• Autostrada A1: uscita Parma ovest.

• Autostrada della Cisa A15: uscita Fornovo di Taro. I Boschi distano una quindicina di km dalla città di Parma, direzione Collecchio e Sala Baganza.

In treno

Stazione di Parma.

In aereo

Aeroporto di Parma.

Punti d’interesseCasino dei Boschi e giardinoLaghi della Svizzera e della Grotta

Bosco della Capannella

Centro recupero animali selvaticiVivaio forestale Scodogna

Faggeta di Maria Amalia

Ciclovia Boschi di Carrega

Via Francigena

Sentiero di Alice

Informazioni

Sito: http://www.parchidelducato.it/

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FAMIGLIAIl mensile per famiglie e privati dedicato alla gestione responsabile dell’economia quotidiana

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