Notizie Studi e ricerche… - CGIL...efficientamento energetico da persegui-re secondo i requisiti...

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16 Notizie dalle categorie, dalle associazioni, dai territori...... SPI CGIL: Incontro a Modena “La solitudine e l’abitare. Non soltanto case protette”…………………………………………………………………..……….. pag. 7 SUNIA: Procedure di sfratto nel 2018 e sfratti per morosità: il peso eccessivo dei costi per l’abitare…………………………………………….....pag. 8 Dai territori: Emilia Romagna: progetto di social housing “Casa dei Mille” in edificio comunale ERP; Emilia Romagna: progetto di riqualificazione "Giardino della resilienza" presentato da Comune di Bologna e Regione Emilia-Romagna; Province autonome di Trento e Bolzano: Intesa sul Programma integrato di edilizia residenziale sociale e ripartizione fondi per ERS; Trentino Alto Adige: Osservazioni al Programma di Sviluppo...pag. 9/10 Studi e ricerche......…... Le città europee sono indietro sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile, il 65% dei quali non sarà raggiunto entro il 2030 senza un adeguato coinvolgimento e coordinamento tra governi locali e regionali (Sustainable Development Solutions Network e Telos, Brabant Center for Sustainable Development dell’Università di Tilburg, primo Rapporto sugli SDGs nelle città europee....…….pag.4 Nel 2018 oltre 1,8 milioni di famiglie (5 milioni di individui) sono in condizione di povertà assoluta, con una situazione critica per chi vive in affitto. Le 850mila famiglie povere in affitto rappresentano quasi la metà delle famiglie povere, a fronte di una quota di famiglie in affitto del 18,7% sulle famiglie residenti (Istat, Statistiche sulla povertà, Anno 2018)…………….pag. 5 Sol nel settore edile le imprese localizzate nelle aree urbane mostrano una maggiore capacità di accesso al credito rispetto a quelle operanti in aree non urbane, per il maggior spessore dei mercati immobiliari nelle città, che si traduce in una più elevata liquidabilità degli immobili forniti in garanzia. (Banca d’Italia, Agglomerazioni urbane e accesso al credito delle imprese) ……………..….pag. 6 Vivere in grandi città si associa in media a un basso benessere. Individuare i fattori che lo condizionano può facilitare l'adozione di politiche volte ad accrescere l'attrattività delle città e aumentare il contributo delle economie d'agglomerazione alla crescita aggregata (Banca d’Italia, Percezione della qualità di vita nelle aree urbane).........pag. 6 Notizie....................................................................……....…... Si è svolto il quinto Comitato di Sorveglianza del Programma Operativo Nazionale Città Metropolitane, che ha raggiunto il target di spesa N+3. La CGIL ha evidenziato come, nella discussione in corso sul prossimo ciclo di programmazione, la dimensione urbana sia rafforzata. Risultano tuttavia necessarie strategie integrate per supportare lo sviluppo urbano e far fronte alle diverse sfide in campo economico, ambientale e di inclusione sociale, con il contributo di risorse sia nazionali che europee. I programmi attivati nell’ambito del PON Metro……………………………...pag. 1 Dopo un anno e mezzo dalla delibera del precedente Governo il MIT ha ripartito alle Regioni i fondi residui ex Gescal per interventi di rigenerazione e riorganizzazione urbana al fine di ampliare l’offerta di housing sociale. Un ritardo non giustificato, vista l'urgenza di agire sul patrimonio esistente per ampliare l'offerta abitativa in affitto a costi sostenibili, riferita soprattutto a fasce di reddito medio basse, attraverso interventi che guardino agli aspetti edilizi, funzionali e di sicurezza. La ripartizione tra le Regioni secondo il Decreto del MIT……….. ……......pag. 2 E' possibile dare impulso ad uno sviluppo sostenibile e a un aumento dell’occupazione, che potrebbe raggiungere 800.000 addetti in sei anni, affrontando con misure adeguate alcune grandi problematiche ambientali: crisi climatica e riduzione dei consumi di energia; impatti generati dallo spreco di risorse e dallo smaltimento dei rifiuti accelerando il cambiamento verso l’economia circolare; miglioramento delle città con un programma rigenerazione urbana; un percorso per una mobilità sostenibile. Lo studio della Fondazione per lo sviluppo Sostenibile.......………........pag. 3 Periodico mensile a cura di Laura Mariani - Area Politiche per lo Sviluppo - CGIL nazionale Luglio 7 – Newsletter POLITICHE ABITATIVE Luglio 7 – Newsletter POLITICHE ABITATIVE

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Notizie dalle categorie, dalle associazioni, dai territori......

SPI CGIL: Incontro a Modena “La solitudine e l’abitare. Non soltanto caseprotette”…………………………………………………………………..……….. pag. 7

SUNIA: Procedure di sfratto nel 2018 e sfratti per morosità: il pesoeccessivo dei costi per l’abitare…………………………………………….....pag. 8

Dai territori: Emilia Romagna: progetto di social housing “Casa deiMille” in edificio comunale ERP; Emilia Romagna: progetto di riqualificazione"Giardino della resilienza" presentato da Comune di Bologna e RegioneEmilia-Romagna; Province autonome di Trento e Bolzano: Intesa sulProgramma integrato di edilizia residenziale sociale e ripartizione fondi perERS; Trentino Alto Adige: Osservazioni al Programma di Sviluppo...pag. 9/10

Studi e ricerche......…...Le città europee sono indietro sugliObiettivi di sviluppo sostenibile, il 65%dei quali non sarà raggiunto entro il 2030senza un adeguato coinvolgimento ecoordinamento tra governi locali eregionali (Sustainable Development SolutionsNetwork e Telos, Brabant Center for SustainableDevelopment dell’Università di Tilburg, primoRapporto sugli SDGs nelle città europee....…….pag.4

Nel 2018 oltre 1,8 milioni di famiglie (5milioni di individui) sono in condizione dipovertà assoluta, con una situazionecritica per chi vive in affitto. Le 850milafamiglie povere in affitto rappresentanoquasi la metà delle famiglie povere, afronte di una quota di famiglie in affittodel 18,7% sulle famiglie residenti (Istat,Statistiche sulla povertà, Anno 2018)…………….pag. 5

Sol nel settore edile le imprese localizzatenelle aree urbane mostrano una maggiorecapacità di accesso al credito rispetto aquelle operanti in aree non urbane, per ilmaggior spessore dei mercati immobiliarinelle città, che si traduce in una piùelevata liquidabilità degli immobili forniti ingaranzia. (Banca d’Italia, Agglomerazioni urbane eaccesso al credito delle imprese) ……………..….pag. 6

Vivere in grandi città si associa in media aun basso benessere. Individuare i fattoriche lo condizionano può facilitare l'adozione

di politiche volte adaccrescere l'attrattivitàdelle città e aumentare ilcontributo delle economied'agglomerazione allacrescita aggregata (Bancad’Italia, Percezione della qualità divita nelle aree urbane).........pag. 6

Notizie....................................................................……....…...

Si è svolto il quinto Comitato di Sorveglianza del ProgrammaOperativo Nazionale Città Metropolitane, che ha raggiunto iltarget di spesa N+3. La CGIL ha evidenziato come, nelladiscussione in corso sul prossimo ciclo di programmazione, ladimensione urbana sia rafforzata. Risultano tuttavia necessariestrategie integrate per supportare lo sviluppo urbano e far fronte allediverse sfide in campo economico, ambientale e di inclusionesociale, con il contributo di risorse sia nazionali che europee.■ I programmi attivati nell’ambito del PON Metro……………………………...pag. 1

Dopo un anno e mezzo dalla delibera del precedente Governo ilMIT ha ripartito alle Regioni i fondi residui ex Gescal perinterventi di rigenerazione e riorganizzazione urbana al fine diampliare l’offerta di housing sociale. Un ritardo non giustificato, vistal'urgenza di agire sul patrimonio esistente per ampliare l'offertaabitativa in affitto a costi sostenibili, riferita soprattutto a fasce direddito medio basse, attraverso interventi che guardino agli aspettiedilizi, funzionali e di sicurezza.■ La ripartizione tra le Regioni secondo il Decreto del MIT……….. ……......pag. 2

E' possibile dare impulso ad uno sviluppo sostenibile e a unaumento dell’occupazione, che potrebbe raggiungere 800.000addetti in sei anni, affrontando con misure adeguate alcune grandiproblematiche ambientali: crisi climatica e riduzione dei consumi dienergia; impatti generati dallo spreco di risorse e dallo smaltimentodei rifiuti accelerando il cambiamento verso l’economia circolare;miglioramento delle città con un programma rigenerazione urbana;un percorso per una mobilità sostenibile. ■ Lo studio della Fondazione per lo sviluppo Sostenibile.......………....…....pag. 3

Periodico mensile a cura di Laura Mariani - Area Politiche per lo Sviluppo - CGIL nazionale

Luglio 7 – Newsletter POLITICHE ABITATIVELuglio 7 – Newsletter POLITICHE ABITATIVE

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1 Notizie

Programmi operativi nazionali

V Comitato di sorveglianza PON METRO

Si è svolto il quinto Comitato di Sorveglianza del Programma Operativo Nazionale Città Metropolitane, che ha raggiunto il target di spesa N+3 con una percentuale del 105% sull’obiettivo prefissato.

Si registra un incremento nell’attuazionedei progetti con un totale di 321 MLN/€di impegni a maggio 2019. I progetti inattuazione sono 463 con una progressio-ne del 150% rispetto a Marzo 2018.La CGIL ha sottolineato la positività delraggiungimento del target di spesa N+3in relazione ad un programma che, tutta-via, ha mostrato difficoltà attuative sindall’inizio e soprattutto rispetto agli Assi3 e 4, Servizi e Infrastrutture per l’inclu-sione sociale, che hanno visto un ridi-mensionamento della spesa nella areemeno sviluppate e sui quali sussisteva-

no, invece, grandi aspettative. Azioninell’Agenda digitale e nella mobilità ur-bana hanno concorso alla progressio-ne rappresentano, senza tuttavia chequesto siano inserite in un più ampiopercorso di strategie sostenibile per lecittà. La CGIL ha anche evidenziato come,nella discussione in corso sul prossimociclo di programmazione, la dimensio-ne territoriale risulti centrale e comequella urbana della politica di coesionesia rafforzata. Risultano tuttavia necessarie strategie

integrate per supportare lo sviluppourbano e far fronte alle diverse sfide incampo economico, ambientale e diinclusione sociale, con il contributo dirisorse sia nazionali che europee.L'integrazione di spesa può attivare inve-stimenti in ambito urbano centrali perl'economia delle città e fattori strategicidello sviluppo, in grado di avere un rile-vante peso su valore aggiunto, occupa-zione e investimenti dell’economia.Integrazione di risorse che puòaumentare l’efficacia dei programmi eprodurre maggiori risultati nei territori.

Nel 2018 il Programma ha subito una rimodulazione finanziariache ha portato le risorse disponibili a 858,9 milioni di eurodi cui 650,2 provenienti dal FESR e 208,7 dall’FSE.La ripartizione per i singoli assi di intervento vede ancora al primo postole risorse destinate a sostenibilità dei servizi pubblici e mobilità urbana(324,2 milioni di euro), seguita dai servizi per l’inclusione sociale (208,7) ,dall’Agenda digitale (146,5), dalle infrastrutture per l’inclusione sociale(143,9) e quelle per il funzionamento del Programma (35,7).Per l’asse 1 sono stati attivati 94 progetti, di cui 86 già in corso direalizzazione. Tutti gli interventi sono sostanzialmente volti a favorire unapproccio sistemico su soluzioni con funzionalità comuni (es. portali perla partecipazione attiva), ad eliminare eventuali divari (es. favorendo ilricorso al riuso) e a supportare la nascita di ecosistemi nazionali.Per l’asse 2 sono stati attivati 114 progetti, di cui 71 già in corso direalizzazione. Tutti gli interventi sono sostanzialmente volti a migliorare lamobilità sostenibile nei contesti urbani (piste ciclabili, autobus ecologicietc), all’adozione di tecnologie intelligenti per la mobilità eall’efficientamento energetico degli edifici e dell’illuminazione pubblica.Per l’asse 3 sono stati attivati 78 progetti, di cui 49 già in corso direalizzazione. In questo caso il PON Metro ha rappresentato l’opportunitàdi ripensare ad una nuova e meno frammentata organizzazione deiServizi Sociali, di migliorare la rete territoriale per il contrasto al disagio, disperimentare l’accompagnamento all’abitare e di fornire nuoveopportunità di innovazione e promozione dell’imprenditoria sociale.Per l’asse 4 sono stati attivati 92 progetti, di cui 20 in corso direalizzazione al Sud e 63 al Nord. L’asse ha fatto registrare larealizzazione di 254 alloggi, ma risulta ancora piuttosto complessa la suaattuazione a causa di alcuni ritardi dovuti alla disponibilità degli immobili oad altri fattori di ordine amministrativo e burocratico.

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2 Notizie

Modello di sviluppoe equità sociale

riparto risorse legge 457/1978

Dopo un anno e mezzo dalla delibera del precedente Governo il MIT ha ripartito alle Regioni i fondi residui ex Gescal per interventi di rigenerazione e riorganizzazione urbana al fine di ampliare l’offerta di housing sociale

Un ritardo non giustificato, anche se adilatare i tempi ha sicuramente concorsoil cambio di Governo, vista l'urgenza diagire sul patrimonio esistente per amplia-re l'offerta abitativa in affitto riferita so-prattutto a fasce di reddito medio basse,attraverso interventi che guardino agliaspettii edilizi, funzionali e di sicurezza. Oltre alla rigenerazione e riorganizzazio-ne urbana, gli interventi dovranno preve-dere la messa in sicurezza degli edificimediante adeguamento o miglioramentosismico ed efficientamento impiantistico.Il programma persegue il consumo disuolo zero.

La CGIL ha sostenuto e rivendicatolanecessità di un programma di edilizia re-sidenziale pubblica e sociale che, incontrasto a nuova urbanizzazione e con-sumo di suolo, sia prioritariamente unacomponente nei processi di rigenerazio-ne. Anche al fine di contenere la renditaed evitare che le trasformazioni urbani-stiche si identifichino come mereoperazioni immobiliari. In questo senso la proposta della CGILdi un Piano di Edilizia Sociale è inun'ottica di investimento sulle città concriteri di qualità ambientale, equitàalloggiativa, una soluzione ai problemi

dell’abitare, un impulso a una nuovaeconomia e rilancio dell’occupazione. Un obiettivo da perseguire, tuttavia,attraverso finanziamenti costanti chepermettano una programmazione degliinterventi necessari attraverso unastrategia di medio/lungo termine.Interventi analoghi negli ultimi annihanno visto la necessità di renderecompatibili gli investimenti soprattuttoattraverso quote sostanziali di ediliziadestinata alla vendita, elemento checompromette la finalità sociale comeobiettivo prioritario e che non concorre arispondere alla domanda abitativa.

La Conferenza Unificata ha dato il via libera al decreto del Mit che ripartisce tra le Regioni 250 milioni di euro da destinare ad interventi di rigenerazione e riorganizzazione urbana per migliorare l’offerta di edilizia sociale.

Regioni e Province autonome Importo (euro) Le risorse provengono dalla L. 457/1978e sono state riorganizzate dal Cipe conla delibera 127/2017. Il Mit avrebbedovuto emanare la ripartizione, previaintesa con le Regioni, circa un anno fa.“L’obiettivo - si legge in una nota delMit - è quello di innescare processi ri-generativi, che prevedano solo resi-dualmente nuove costruzioni, orientatiad una alta sostenibilità edilizia, con unefficientamento energetico da persegui-re secondo i requisiti per ‘edifici a ener-gia quasi zero’, come previsto dallanormativa europea”. Le Regioni devono individuare i comuniche possono presentare le proposte diintervento, sulla base di indicatori coe-renti con la programmazione regionaledell’edilizia residenziale sociale e rap-presentativi del disagio abitativo, socia-le ed economico. Un altro decreto delMit approverà l’elenco dei Comuniammessi al finanziamento e letempistiche del programma.

Piemonte 20.994.873,25

Valle D’Aosta 450.439,50

Lombardia 47.744.728,75

Provincia autonoma di Trento 2.504.925,75

Provincia autonoma di Bolzano 3.117.061,75

Veneto 16.078.941,50

Friuli Venezia Giulia 5.842.361,50

Liguria 7.586.622,50

Emilia Romagna 20.885.350,50

Toscana 17.064.040,25

Umbria 3.200.379,50

Marche 4.880.853,00

Lazio 21.840.504,75

Abruzzo 3.262.568,75

Molise 617.135,50

Campania 21.461.156,25

Puglia 14.123.530,25

Basilicata 2.431.034,25

Calabria 7.430.891,50

Sicilia 22.646.446,75

Sardegna 5.836.154,25

TOTALE 250.000.000,00

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3 Notizie

Misure ambientali come motore economico

gli obiettivi per la green economy

E' possibile dare impulso ad uno sviluppo sostenibile e a un aumento dell’occupazione, che potrebbe raggiungere 800.000 addetti in sei anni, affrontando con misure adeguate alcune grandi problematiche ambientali.

Tra queste la crisi climatica, con la ridu-zione dei consumi di energia nelle case,nelle scuole e negli uffici e con un forteaumento delle energie rinnovabili; i fortiimpatti generati dallo spreco di risorse edallo smaltimento dei rifiuti accelerando ilcambiamento verso l’economia circolare;il miglioramento delle città con un pro-gramma rigenerazione urbana; un per-corso per una mobilità sostenibile. La Fondazione per lo Sviluppo Sostenibi-le, ha presentato lo studio “Rilanciarel’economia e l’occupazione in Italia conmisure e politiche al 2025 per 5 obiettivistrategici di green economy”.

Lo studio, presentato presentato inoccasione del Meeting di primavera, inpreparazione degli Stati generali dellagreen economy del 2019, Lo studio documenta come sia arretrato ilpregiudizio che porta a ritenere che ognimisura ambientale sia solo un costo eco-nomico e come, invece, servano misureambientali efficaci per prevenire e ridurrecosti crescenti generati dalla crisi clima-tica, da un modello lineare di economia,da città inquinate e congestionate. Ecome queste possono essere oggi ancheuna formidabile leva di nuovo svilupposostenibile e di nuova occupazione.

In collaborazione con Cles Srl, è statocalcolato che realizzando le misure perraggiungere i 5 obiettivi green si attive-rebbero 190 mld di investimenti con 682miliardi di aumento della produzione e242 mld di valore aggiunto, creando circa800.000 nuovi posti di lavoro al 2025. Al meeting ha partecipato anche la vice-segretaria della CGIL, Gianna Fracassiche, tra l'altro, ha rilanciato la piattaformaCGIL per lo Sviluppo Sostenibile eviden-ziando le connessioni coi temi del lavoro,le opportunità di sviluppo e il ruolofondamentale degli investimenti orientatial territorio e all'ambiente.

Perseguire lo sviluppo sostenibile nelle città italianeè l'obiettivo dell'Accordo siglato tra ISPRA e ANCI ISPRA e ANCI hanno siglato un protocollo d’intesa sulla qualitàdell'ambiente urbano, che è stato presentato a giugno. Obiettivo dell'intesa ilperseguimento dello sviluppo sostenibile nelle città italiane.Tra i molti temi oggetto dell’Intesa: avviare e sostenere una collaborazione finalizzata alle attività di studio, analisi,valutazione e promozione della qualità dell'ambiente urbano e metropolitano, come strumento di supporto allapianificazione, alla progettazione di qualità e alla gestione sostenibile da parte delle città e delle aree metropolitane, allaprogrammazione di politiche nazionali e locali in materia, al coinvolgimento attivo della cittadinanza; Condividereinformazioni e dati in possesso delle Parti per elaborare insieme analisi, benchmarking e studi sulle tematiche relativeall'ambiente urbano. Ma qual è la situazione nelle città italiane? Nelle aree urbane si continua a superare il limite. Nel 2017 le centraline di 35fra le principali città italiane segnalano superamenti del valore limite giornaliero del PM10. Lo stesso vale per l'NO2: per ilquale almeno una delle stazioni di monitoraggio di 25 aree urbane, gran parte localizzate al Nord, registranosuperamenti. Ma non mancano i segnali positivi. Tra il 2008 ed il 2017 le concentrazioni medie annue di PM10, PM2,5 eNO2 mostrano un trend decrescente (-2,4% per il PM10 e -2,9% per PM2,5 e NO2). Anche le emissioni di PM10primario, passano da un totale di 45.403 tonnellate (Mg) nel 2005 a 36.712 tonnellate (Mg) nel 2015 con una riduzionedel 19%. Automobili private ancora in aumento: in un anno (2017) cresce dell'1,7% il parco autovetture intestato a privati.A livello nazionale sono ancora presenti circa 8,9 milioni di auto con direttiva europea antinquinamento da euro 0 ad euro2 (23,3% del parco totale) ma continua ad aumentare anche il parco auto con direttiva superiore o uguale all'euro 4 chedal 2012 al 2017 passano dal 53,1% al 63,5%. A livello nazionale, rispetto al 2016, diminuisce la quota di auto a benzinae di conseguenza cresce l'incidenza di auto a gasolio. Lieve invece l'incremento delle auto alimentate a GPL e mentreresta stabile per le vetture a metano. Avanza la sharing mobility che nel giro di tre anni (2015-2017) si rafforza comesettore aumentando più del doppio il numero delle vetture in condivisione. Delle 48 mila unità messe su strada nel 2017,l'83% sono biciclette, il 16% automobili e l'1% scooter. A livello locale sempre più amministrazioni hanno predisposto un"Piano Urbano della Mobilità Sostenibile" (PUMS) in redazione, approvato o adottato complessivamente dalla maggiorparte di Comuni con più di 100 mila abitanti e approvato da due Città metropolitane, Bologna e Genova.

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4 Studi e ricerche

Sdsn: Rapporto sugli SDGsLe città europee sono indietro sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile,il 65% dei quali non sarà raggiunto entro il 2030 senza un adeguato coinvolgimento e coordinamento tra governi locali e regionali.

Ad affermarlo è il 2019 SDG Index andDashboards Report. European Cities, ilprimo Rapporto sugli SDGs nelle cittàeuropee, redatto dal Sustainable Deve-lopment Solutions Network (Sdsn) e daTelos, Brabant Center for SustainableDevelopment dell’Università di Tilburg. Il dossier mette a confronto l’andamentodi 45 capitali e una selezione di areemetropolitane dell’Unione europea edell’Associazione europea di liberoscambio (Aels) sui 17 Obiettivi di svilup-po sostenibile in base a 56 indicatori,usati dall’Sdsn e dalla fondazione Ber-telsmann Stiftung per misurare le pre-stazioni degli SDGs a livello globale, einclude i contributi dell’Ocse e del dipar-timento di Affari pubblici e internazionalidella Columbia University. Il quadro europeo riportato mostraun’Europa divisa sotto il profilo dello svi-luppo sostenibile, con performance ele-vate nei Paesi del nord, medie nei Paesioccidentali e medio-basse nelle areemeridionali, centrali e orientali.

I risultati delle città esaminateOslo risulta la città più performante, conun punteggio di 74,8, seguita da Stoc-colma (72,2) e Helsinki (71,3), grazie aibassi livelli di povertà e disparità di red-dito registrati, all’elevato accesso ai prin-cipali servizi pubblici come sanità eistruzione e all’uso cospicuo di energiarinnovabile. Tranne Oslo, però, tutto ilnord Europa ha ottenuto un punteggiobasso sulla sostenibilità di città e co-munità, sull’accesso ad alloggi economi-ci e di qualità e sulla lotta contro il cam-biamento climatico, per gli elevati livellidi inquinamento atmosferico.Le città dell’Europa occidentale, comeAmsterdam, Anversa, Dublino, Londra,Lussemburgo, Parigi e Zurigo, vanno dai55 ai 60 punti, con Zurigo al quinto po-sto e Bruxelles al 25esimo. Tranne alcu-ni casi, hanno raggiunto buoni risultatinella lotta alla fame e alla povertà,nell’accesso ai servizi pubblici eall’acqua pulita, mentre devono migliora-re l’accesso agli alloggi economici e diqualità e la parità di genere. Le cittàdell’Europa centro orientale, spazianoda Monaco, ottava, a Bucarest 41esima.Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Maltae Cipro si collocano nell’ultima fascia,con valori al di sotto dei 55 punti: Madridè 28esima e Atene 45esima, con i valoripiù bassi d’Europa.

Rispetto al resto dell’Ue, le città meridio-nali registrano performance basse nellalotta alla povertà, parità di genere,accesso al lavoro dignitoso e ad abi-tazioni economiche e di qualità, crescitaeconomica, industria e infrastruttura. Siregistrano lacune significative nel buongoverno e nella sicurezza.

Per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile Il dossier afferma che saranno necessa-rie, a livello locale, profonde trasforma-zioni nei settori del trasporto, energia epianificazione urbana, nuovi approcciper affrontare povertà e disuguaglianzenell’accesso ai servizi pubblici, con unfocus particolare sui Goal 12 (consumoe produzione responsabile), Goal 13(lotta contro il cambiamento climatico)riducendo l’emissione di CO2 pro capite,Goal 14 (vita sott’acqua) e Goal 15 (vitasulla terra). Rispetto all’indice delle città statunitensi,in Europa si registra una migliore ali-mentazione, una dieta sana e uno stiledi vita attivo ma disuguaglianze di red-dito, accesso alla ricchezza e ai servizi,aumentate negli ultimi tre decenni, han-no portato a un malcontento diffuso e auna crescente polarizzazione politica. In un momento di trasformazione radica-le per l’Unione europea, gli autoriaffermano la necessità di espandere erafforzare il monitoraggio degli SDGsnelle regioni e nelle città europee, chenel 2016 hanno firmato l’agenda urbananel Patto di Amsterdam.

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5 Studi e ricerche

Istat: Statistiche sulla povertàNel 2018 oltre 1,8 milioni di famiglie, (5 milioni di individui) sono in condizione di povertà assolutapiù di 3 milioni (quasi 9 milioni di individui) in povertà relativa.

I dati diffusi dall’Istat confermano quantola povertà assoluta nel nostro Paese siaun’emergenza sociale da affrontare conmisure adeguate, volte a prendere incarico le persone in tale condizione e aguidarle in percorsi di inclusione socialeche tengano conto di tutte le determinantidel disagio economico. L’Istat descrive unfenomeno che nella sua drammaticità haincidenza maggiore tra le famiglie nume-rose, le famiglie con componenti stranierie, soprattutto, tra i minori: tutti soggettipenalizzati nella fruizione del Reddito diCittadinanza introdotto dal Governo.Per contrastare realmente la povertà,dunque, è necessario sia modificare lamisura nelle parti che non tengono ade-guatamente conto delle caratteristichedelle persone coinvolte e della multidi-mensionalità del fenomeno, sia rafforzarel’infrastruttura sociale territoriale. La retedei servizi pubblici è, infatti, indispensabi-le a garantire una presa in carico dei cit-tadini idonea al superamento delle disu-guaglianze di opportunità e a interrompe-re la trasmissione intergenerazionale del-la povertà, a cominciare da quella educa-tiva certificata dai dati diffusi.Dal comunicato stampa Cgil, Cisl, Uil del 18 giugno.

I numeri della povertàL’incidenza delle famiglie in povertà asso-luta si conferma superiore nel Mezzo-giorno (9,6% nel Sud, 10,8% nelle Isole)rispetto alle altre ripartizioni (6,1% nelNord-Ovest, 5,3% nel Nord-est e Centro).Al Nord i comuni centro delle aree me-tropolitane presentano incidenze (7,0%)maggiori rispetto a quelli periferici, ai co-muni sopra 50mila abitanti (5,4%) e airestanti comuni più piccoli (5,7%). AlCentro i comuni centro di aree metropo-litane presentano l’incidenza minore(3,5% di famiglie povere contro 5,6% deicomuni periferici delle aree metropolita-ne e comuni sopra i 50mila abitanti e6,4% di quelli più piccoli).

Povertà e abitazioneL’incidenza di povertà assoluta è diffe-renziata a seconda del titolo di godimen-to dell’abitazione in cui si vive, con unasituazione critica per chi vive in affitto.Le 850mila famiglie povere in affittorappresentano quasi la metà (46,6%)delle famiglie povere, a fronte di unaquota di famiglie in affitto del 18,7% sultotale delle famiglie residenti.Le famiglie affittuarie del Mezzogiornosono in povertà assoluta nel 22,3% deicasi (15,9% Nord e 14,9% Centro). Tut-tavia, tra le famiglie povere di Centro eNord quelle affittuarie sono più dellametà del totale, nel Mezzogiorno il37,8% (anche per una minor quota diaffittuari tra le famiglie residenti).

Il titolo di godimento è legato all’età dellapersona di riferimento e alla cittadinanzadei componenti: le famiglie con personadi riferimento giovane (spesso con mino-ri) e quelle con stranieri scontano mino-re capacità reddituale, minore probabili-tà di avere accumulato risparmi, e quindipiù frequentemente vivono in affitto. Laquota di affittuari nella popolazione nelcomplesso scende al crescere dell’etàdella persona di riferimento (dal 40,6%se è under 35 anni al 10,3% se ha 65anni e più), aumentando la quota di pro-prietari (dal 42,9% all’82,3%). Il 66,0% delle famiglie con stranieri vivein affitto, il 23,5% in casa di proprietàcontro, rispettivamente, il 14,2% e il76,5% delle famiglie di soli italiani. Tra lefamiglie con minori, l’incidenza della po-vertà assoluta è pari al 26,5% tra quellein affitto, al 5,0% tra quelle proprietarie.

L’affitto medioL’affitto medio per le famiglie in povertàassoluta è pari a 307 euro mensili, con-tro 418 euro pagati dalle famiglie non incondizione di povertà. Tuttavia, poichéla spesa media mensile delle prime èpiù bassa di quella delle seconde (865euro contro 2.065), la voce per l’affittopesa per il 35,5% sulle spese familiariquando si è poveri (37,5% nel Centro enel Nord, 31,5% nel Mezzogiorno) e il20,3% quando non si è poveri.Tra le famiglie che vivono in casa di pro-prietà, paga un mutuo il 16,1% di quellein povertà assoluta rispetto al 19,4%delle famiglie non povere. La rata mediaeffettiva per le famiglie che pagano unmutuo è di 452 euro mensili per quellepovere e di 569 euro per le non povere.

Bisogna tener presente che la media dell’Istatconsidera gli affitti di alloggi sia di proprietàprivata che pubblica ed incidono, quindi, anche icanoni degli alloggi di edilizia residenzialepubblica, circa 800mila alloggi. La media, diconseguenza, risulta notevolmente sottostimatarispetto a quella reale richiesta sul mercato.

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6 Studi e ricerche

Banca d'Italia: Agglomerazioni urbane e accesso al credito delle impreseIl lavoro studia i vantaggi economici delle agglomerazioni urbane e valuta se le imprese italiane localizzate in un centro urbano hanno maggiore facilità di accesso al credito.

A questo scopo viene utilizzato un indi-catore della capacità di ottenere finan-ziamenti bancari basato su informazioniprovenienti dalla Centrale dei rischi. Esistono diverse possibilità di influenzareil credito delle imprese. Nelle areeurbane, ad esempio, le imprese sonogeneralmente più produttive e possonoaumentare garanzie.

Tuttavia, altri fattori, come la concorrenzamaggiore nelle città, una maggiore sele-zione delle imprese, potrebbero ridurre ilvantaggio dell'area urbana e favorirel'accesso al credito in aree non urbane erurali. Solo nel caso del settore edile leimprese localizzate nelle aree urbanemostrano una maggiore capacità diaccesso al credito rispetto a quelleoperanti in aree non urbane. Tale risultato è in parte dettato dalmaggior spessore dei mercatiimmobiliari nelle città, che si traduce inuna più elevata liquidabilità degli immo-bili forniti in garanzia. Di conseguenza, ilfatto di poter valutare più facilmente lagaranzia e recuperare i crediti dalle im-prese inadempienti, porta le banche a

una maggiore disponibilità a erogare fi-nanziamenti. Per le imprese dei servizi emanifatturiere non si riscontrano invecevantaggi dall'agglomerazione.

Lo studio completo N. 1222 - Agglomerazioniurbane e accesso al credito delle imprese - al linkdella Banca d’Italia

Banca d'Italia: La percezione della qualità della vita nelle aree urbaneIl lavoro analizza la relazione tra benessere individuale e dimensione dell'area urbana di residenza in Italia.

L'individuazione dei fattori che maggior-mente condizionano il benessere indivi-duale all'interno delle aree urbane puòfacilitare l'adozione di politiche volte adaccrescere l'attrattività delle città e, diconseguenza, aumentare il contributodelle economie di agglomerazione allacrescita aggregata.

Vivere in città grandi si associa in mediaa un più basso benessere soggettivo. Il differenziale rispetto ai centri di minoredimensione è eterogeneo tra contesti ur-bani e all'interno degli stessi. I principalifattori di freno alle spinte migratorie sot-tostanti i processi di agglomerazionesono legati alla congestione e ai tempidegli spostamenti casa-lavoro.

Di conseguenza, modelli espansivi checoncorrono a ridurre gli spostamentiall'interno della città e reti di trasportoeconomicamente vantaggiose, possonoinfluenzare le scelte di localizzazionenelle città italiane. In particolare, oneri dicongestione, investimenti nel trasportopubblico e accordi sul tempo di lavoroflessibile possono ridurre il tempoimpiegato per il pendolarismo.E’ possibile aumentare, in tal modo, ilbenessere e l'attrattiva delle grandi città.

Lo studio completo N. 1221 - La percezionedella qualità della vita nelle aree urbane - al linkdella Banca d’Italia:

I 611 i sistemi locali del lavoro individuati dall’Istat,definiti come aree geografiche regionali in cui lamaggior parte della forza lavoro vive e lavora.

Capacità media di accesso al credito, produttività,media, quota media delle attività immateriali sultotale delle attività e quota del totale debiti bancarisul totale dei debiti finanziari per le imprese consede in centri urbani e non urbani

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Si sta modificando la composizione delle famiglie, con anziani che si trovano spesso a vivere soli, e le future generazioni di anziani saranno ancora più esposti a questo problema.

Nell’ambito della quarta edizione del ciclo di incontri “I pensionati parlano alla città” organizzato dal 2016 dalsindacato Spi/Cgil di Modena si è parlato delle tematiche e dei problemi di interesse degli anziani, con esperti esindacalisti, aperti a pensionati iscritti e non, sui temi della salute e prevenzione, su come contrastare la ludopatia eil gioco d’azzardo patologico, e infine su anziani soli e tipologie abitative.

Martedì 25 giugno si è svolto l’incontro “La solitudine e l’abitare.Non soltanto case protette” con gli interventi di Anna Valcavi deldipartimento Welfare Cgil Emilia Romagna, Alfredo Sgarbisegretario Spi/Cgil Modena, Tamara Calzolari segreteria CgilModena e Sauro Serri segreteria Spi/Cgil Modena.

Mentre già oggi si sta modificando la composizione dellefamiglie, con anziani che si trovano spesso a vivere soli, le futuregenerazioni di anziani saranno ancora più esposti a questoproblema. Per questo, lo Spi/Cgil si rivolge agli amministratoripubblici perché si pensi ad un modello di abitare, già avviato neiPaesi del Nord Europa, dove persone anziane, purautosufficienti, faticano sempre di più ad accudire se stesse, eper questo potrebbero vivere insieme usufruendo di servizicomuni, dalla badante, all’assistenza per le pulizie, alle spese, gliacquisti per le medicine, i trasporti, ecc…Occorre quindi anche una nuova visione nella progettazionedella città prevedendo forme di co-housing.

A Modena l’Unicapi sta facendo le prime esperienze in unità immobiliari nel quartiere Sant’Agnesecon modelli innovativi di cohousing.

“Ca’ Nostra” è l’innovativo modello di cohousing che coniuga la centralità della domiciliarità con la cura e il bisogno disocialità: dopo l’esperienza avviata a Modena nel 2016, in via Tignale del Garda è nata quest’anno “Ca Nostra 2”. Ilprogetto di coabitazione tra anziani non autosufficienti con demenze o deficit cognitivi e assistenti familiari è sostenutodall'assessorato al Welfare del Comune di Modena con il coordinamento del Centro Servizi Volontariato di Modena edè nato da un'idea dell'associazione G.P. Vecchi.Cà Nostra è un modello intermedio tra l’assistenza in struttura e a domicilio, sia come livello di cura che come costi,che valorizza la condivisione delle risorse familiari dal punto di vista abitativo e assistenziale.Diversi gli attori coinvolti, dal Centro Demenze dell’Ausl di Modena che identifica i possibili pazienti, alle numeroseassociazioni di volontariato: Auser, Anteas, ANCeSCAO, Amazzonia Sviluppo, Fondazione Vita Indipendente, CsiVolontariato. Ca’ Nostra è gestita direttamente dalle famiglie organizzate nello strumento riconosciuto dall’Inps dellaComunità Familiare, intorno a cui appunto opera la rete di associazioni e istituzioni del territorio.Il modello di cohousing sperimentato rappresenta un’esperienza quasi inedita in Italia, anche se adottata consuccesso nel Nord Europa. Una ricerca condotta con il Centro di Analisi delle Politiche Pubbliche dell’Università diModena e Reggio Emilia ne mette in luce i positivi risultati sociali ed economici, sia per quanto riguarda le risorsepubbliche (i costi sono più contenuti rispetto alle residenze protette e gli ospiti condividono medico e geriatra) che ilrisparmio per le famiglie (assistenti domiciliari, vitto e utenze sono condivisi e altri servizi sono forniti gratuitamente);senza dimenticare le opportunità occupazionali create. Soprattutto la dimensione familiare e di comunità garantisceun’alta qualità di vita e si sono registrati miglioramenti comportamentali degli anziani, mentre l’organizzazione dellaComunità, la condivisione e il supporto dei partner hanno anche alleggerito il carico assistenziale, materiale epsicologico in capo ai familiari e alle ‘badanti’. Inoltre, l’esperienza ha consentito di sviluppare un modello di welfare dicomunità, flessibile e partecipativo, che amplia la gamma di risposte ai bisogni delle persone non autosufficienti. E ilComune ha inserito il modello nelle politiche di housing sociale e terza età, con l’obiettivo di replicare l’esperienza.È con queste premesse il Comune di Modena, assieme al Terzo Settore, a Csv, Unicapi e G.P.Vecchi, hanno deciso direplicare il modello con una nuova esperienza di cohousing nell’alloggio di via Tignale del Garda, in zonaSant’Agnese, che potrà ospitare fino a tre anziani.

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I dati sulle procedure di sfratto relativi al 2018confermano che il fenomeno della morosità è un dato ormai strutturale del disagio abitativo.

Nel 2018 sono state emesse 56.140 sentenze di sfratto (-6,17% sul 2017), di queste 49.290 per morosità, 1.995 pernecessità e 4.855 per finita locazione. A livello regionale le sentenze di sfratto hanno interessato in particolare la Lombardia, con 9.872 sentenze emesse(8.054 per morosità ma di queste 6.263 nelle province non capoluogo), il Lazio con 7.259 (6.669 per morosità), laCampania con 6029 (5.130), il Piemonte con 5.610 (5.375). Le esecuzioni di sfratti con forza pubblica sono state30.127 (-5,56% rispetto al 2017) e le richieste di esecuzione 118.823 (-10,14%). Le esecuzioni sono aumentateparticolarmente nella provincia di Milano (+593,9%), ma anche a Bergamo (+ 23,25%), Sondrio (+32,25%), Udine(+36,57%), Modena (+37,83%), Pistoia (+31,31%), Ascoli (+53,85%), Macerata (+78,75%), Frosinone (+39,51%), Rieti(+26,19), Taranto (+61,98%), Potenza (+92%), Palermo (+23.83%).

Di seguito il commento del Sunia.A differenza degli anni precedenti, in cui intorno alla metà di giugno venivano pubblicati sul sito del Ministerodell’Interno i dati relativi agli sfratti dell’anno precedente, quest’anno, in maniera semiclandestina, i dati relativi al 2018sono stati diffusi solo su esplicita richiesta all’ufficio di statistica del Ministero.A parte questa discutibile decisione i dati confermano innanzitutto che il fenomeno della morosità è un dato strutturaledel disagio abitativo.Una riduzione del 3.434 unità (dai 52.590 del 2017 ai 49.156 del 2018) non è certo un segnale significativo diinversione di tendenza per questa tipologia di sfratto che, negli ultimi anni, comunque rappresenta una percentualesempre vicina al 90% del totale delle sentenze di rilascio emesse.Lo stesso numero degli sfratti eseguiti con l’ufficiale giudiziario conferma che il trend, al di là di piccole variazionipercentuali di anno su anno, si mantiene su livelli troppo alti (82 sfratti al giorno, compresi i sabati, le domeniche e lefestività).Alti soprattutto per l’assenza di soluzioni alternative, con affitti troppo alti per redditi troppo bassi e senza alcunsostegno né indiretto (ricordiamo che il fondo per la locazione è praticamente azzerato da anni) né diretto (l’offerta diedilizia pubblica è da tempo ai minimi termini).Il SUNIA, insieme alle altre organizzazioni degli inquilini ed a Federcasa (l’associazione degli ex Iacp) chiedono alGoverno ed al Parlamento di affrontare in maniera organica il problema con una visione di medio-lungo periodopartendo dalla convocazione di una assemblea generale sulla casa da tenersi alla ripresa autunnale.

Dichiarazione di Daniele Barbieri, Segretario Generale del Sunia.

Il Sunia aveva già denunciato il peso eccessivo dei costi dell’abitarecommentando i dati ISTAT sui consumi delle famiglieevidenziando la stretta relazione con il numero degli stratti per morosità che ormai rappresentano oltre il 90% del totale degli sfratti.

E’ questo uno dei risultati dell’indagine annuale dell’istituto nazionale di statistica sui consumi delle famiglie in Italia.Un dato che conferma il peso eccessivo dei costi dell’abitare più volte denunciato dal SUNIA e confermato dal numeroimpressionante degli sfratti per morosità che ormai rappresentano oltre il 90% del totale degli sfratti.I dati forniti dall’ISTAT evidenziano due elementi fondamentali: le famiglie in affitto, che sono anche quelle a più bassoreddito, hanno minori risorse da destinare agli altri capitoli di spesa rispetto alla media; il costo dell’affitto aumenta dioltre il 40% nelle aree metropolitane e nei Comuni contermini rispetto agli altri Comuni. È inoltre da sottolineare che laspesa media per l’affitto indicata dall’ISTAT (487,2 Euro mensili per area metropolitana; 404,19 Euro per la periferiadelle aree metropolitane e i Comuni con oltre 50.000 abitanti; 345,19 Euro per gli altri Comuni) essendo comprensivadella quota di alloggi in affitto di proprietà pubblica a cui si applicano canoni inferiori, risulterebbe ben più pesante se siconsiderasse solo la quota di famiglie in affitto da privati.E’ del tutto evidente, di fronte a questi dati, la necessità di un organico e pluriennale piano di aumento dell’offerta dialloggi in locazione a canoni sostenibili che però non vediamo nell’orizzonte del Governo, che ad oggi sulle politicheabitative non ha espresso altro che il silenzio assoluto.È da tempo che, insieme a CGIL, CISL UIL e SICET ed UNIAT chiediamo al Ministro Toninelli di aprire un confrontosulle misure necessarie. Ad oggi nessuna risposta a questa richiesta, in compenso il Ministro ha proposta di eliminarela Direzione generale per la condizione abitativa. Come nascondere la polvere sotto il tappeto!

Dichiarazione di Daniele Barbieri, Segretario Generale SUNIA

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Emilia Romagna: progetto si social housing “Casa dei Mille”Il Comune di Parma ha approvato il progetto per l’intervento di socialhousing denominato “Casa dei Mille” finanziato per € 2.100.000,00dalla Regione Emilia Romagna, con risorse C.D.P. e co-finanziatoper € 400.000,00 con risorse ex art. 36 - L.R. 24/2001. La spesacomplessiva pari ad € 2.500.000,00 è prevista nel Piano Triennaledelle Opere Pubbliche approvato dal Consiglio Comunale. Ilprogetto è relativo ad un fabbricato ERP e prevede unariqualificazione globale dell’edificio, mediante un intervento direstauro e risanamento conservativo e di riuso funzionale. L’edificio fa parte del patrimoniocomunale ERP, per il quale ACERParma ha predisposto progetto difattibilità tecnica ed economica,relativo all’intervento che non vedrà lanecessità di operazioni di esproprio.E’ previsto il restauro delle prime dueunità immobiliari secondo l’originariatipologia “a schiera” su tre livelli,destinate alla locazione in ambitoERP; la realizzazione di un Punto diComunità (denominato “Punto Com”),secondo le linee di indirizzo previste dal progetto “WelFare Parma 2020”; una nuova distribuzione funzionale contipologia a ballatoio, per la realizzazione di quattordici alloggi (tredici per abitazioni ed uno di servizio), riservatiall’assegnazione in locazione nell’ambito dell’Edilizia Pubblica e Sociale e destinati ad ospitare persone anziane chenecessitino di uno specifico supporto (alloggi con servizi). I medesimi alloggi possono essere utilizzati per l’attuazionedi progetti speciali (ad esempio per madri e/o padri separati con minori). E’ prevista anche la realizzazione di un verde attrezzato, mediante la trasformazione dei giardini privati ubicatinell’area retrostante l’immobile in un “giardino protetto” per lo svolgimento di attività ludiche e ricreative organizzatedalle associazioni di volontariato, tramite il Punto di Comunità. L’intervento rappresenta un esempio di integrazionesocioculturale, di co-housing, di miglioramento della fruibilità di spazi collettivi e della qualità urbana, nonché dicoinvolgimento delle associazioni di volontariato, le cui attività sono organizzate tramite il Punto di Comunità.

Emilia Romagna: progetto di riqualificazione "Giardino della resilienza"Comune di Bologna e Regione Emilia-Romagna hanno presentatoalla città la pubblicazione regionale e il progetto di riqualificazionedel "Quadrilatero" Malvasia intitolato "Giardino della Resilienza", conil quale il Comune ha vinto il bando regionale per interventi diriqualificazione e rigenerazione urbana.L'area interessata riguarda il comparto di Edilizia ResidenzialePubblica (ERP) gestito da Acer nel quartiere Porto-Saragozza tra levie Malvasia, Pier de' Crescenzi, Casarini e dello Scalo (ilQuadrilatero), le cosiddette "popolarissime". L'investimento di 5milioni di euro è finanziato per metà con risorse comunali e al 50%da un bando regionale, con risorse della Cassa Depositi e Prestiti edel Fondo per lo Sviluppo e la Coesione. Il progetto porta emblematicamente nel nome la scelta di ricostruire un ambiente esterno che in quest’area nei decenni siè logorato, dando origine a fenomeni di degrado, e di riprendere l’idea originaria sulla quale il quartiere negli anni '30 eranato: portare il verde in città. La ragione storica di queste case "popolarissime" era infatti l’idea suggestiva di realizzarecondizioni di ruralità nella città moderna; dotare cioè gli edifici residenziali, per le classi sociali più povere, di spazi apertifunzionali a "trovare il modo di soddisfare l’aspirazione individuale di prendere una diretta parte attiva alla coltivazione diuna, seppur piccola, porzione di terreno, e di alimentare un processo produttivo naturale della più grande importanza".Gli interventi riguarderanno la riqualificazione energetica di alcuni edifici residenziali dell'area con la sostituzione degliinfissi e la razionalizzazione degli impianti, che ridurranno i consumi e dunque le spese per le famiglie che vivono neglialloggi ERP. Inoltre, è prevista la radicale trasformazione degli spazi esterni, per farli diventare un grande giardinopubblico e didattico, nel quale saranno sperimentati i principi del Piano di Adattamento ai cambiamenti climatici.L'obiettivo è quindi quello di riqualificare il comparto sia internamente, intervenendo sulle sue strutture, ma ancheesternamente, dando un volto diverso a tutta la zona, creando un giardino aperto, un punto di riferimento per i cittadini.

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Province autonome di Trento e Bolzano: ripartizione fondi per ERSÈ stata acquisita il 20 giugno l’intesa, in Conferenza Unificata, sul Programma integrato di edilizia residenziale sociale esulla relativa ripartizione di 250 milioni di euro tra le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano.Grazie al Programma elaborato dalla Direzione generale competente del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, sipossono ora attivare interventi di rigenerazione e riorganizzazione urbana al fine di migliorare e ampliare l’offerta dihousing sociale, prevedendo anche la messa in sicurezza degli edifici esistenti mediante interventi di adeguamento omiglioramento sismico ed efficientamento impiantistico.Il carattere sperimentale del Programma è qualificato dal perseguimento di un “consumo di suolo zero”: l’obiettivo è cioèquello di innescare processi rigenerativi, che prevedano soltanto residualmente nuove costruzioni, orientati ad una altasostenibilità edilizia, con un efficientamento energetico da perseguire secondo i requisiti per “edifici a energia quasi zero”,così come previsto dalla normativa europea.Ora ciascuna Regione, sulla base di indicatori coerenti con la programmazione regionale dell’edilizia residenziale socialee rappresentativi del disagio abitativo, sociale ed economico individuerà i comuni che possono presentare le proposte diintervento. Con successivo decreto del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, di concerto con il Ministrodell’Economia e delle finanze, sarà approvato l’elenco

Trentino Alto Adige: Osservazioni al Programma di SviluppoCgil Cisl Uil del Trentino hanno prodotto osservazioni al Programma di Sviluppo della Provincia per la XVI legislaturadella giunta provinciale. Le tre confederazioni, in un documento già inviato all’Esecutivo, definiscono il piano privo di“linee strategiche solide per delineare il futuro della nostra provincia in un momento storico molto particolare perl’evoluzione dei rapporti internazionali… Anche nei prossimi anni il Trentino dovrà continuare ad investire in azioni che assicurino una crescita economicasolida, sostenibile e socialmente responsabile. Obiettivo che appare difficile da perseguire se, come sembra averscelto di fare la giunta, si preferisce alimentare una inutile e dannosa contrapposizione tra centro e periferia all’internodel territorio. Anche per la XVI legislatura, il tema centrale deve restare questo: consolidare la strada che porti ilTrentino a garantirsi un futuro di benessere grazie ad un rinnovato dinamismo all’interno delle vocazioni economichetradizionali (agricoltura, turismo, manifattura) e alla nascita e alla crescita di nuove generazioni di imprenditori edimprese anche nei settori delle nuove tecnologie, dei servizi avanzati, della digitalizzazione e capaci di creareoccupazione di qualità, stabile e ben retribuita. Per raggiungere questo obiettivo bisogna unire il Trentino, nondividerlo”.La differenza tra valli e città è sempre stata un valore, oggi minacciato però dai grandi processi di trasformazioneeconomici e demografici che rendono più attrattive le grandi aree metropolitane. Di fronte a questi processi – insistonoi sindacati – è necessario rafforzare l’Euroregione, mettendo a fattor comune di punti di forza di questi territori montanirafforzando gli ambiti di collaborazione già in essere come la sanità, l’ambiente, la mobilità e ampliandoli ulteriormenteall’istruzione, il lavoro e lo sviluppo economico. I sindacati sono critici anche sulla visione del del sistema pubblico cheemerge dal Programma. “Le linee guida tendono programmaticamente a svilire il ruolo del sistema pubblico nellefunzioni che esso svolge a favore dei cittadini, delle comunità e del sistema economico trentino. Crediamo che questaimpostazione, figlia di una chiara matrice ideologica, sia miope ed ingiustificata”. Il documento, invece di individuare inmodo puntuale gli ambiti di miglioramento – che ci sono – estende le problematicità all’intero sistema della pubblicaamministrazione come se questo fosse il problema del Trentino e non quello “di una limitata propensione di una partedel sistema economico locale a puntare su investimenti privati, a redistribuire il reddito prodotto a favore dellelavoratrici e dei lavoratori, a crescere dal punto di vista dimensionale e ad innovare nelle strategie produttive”.Si dimentica, volutamente, che la Pubblica amministrazione trentina è tra le più efficienti d’Italia, che eccelle in varisettori dall’istruzione alla sanità, dal sociale alla salvaguardia e protezione del territorio. E si dimentica – sottolineano isindacati – la professionalità dei tanti lavoratori che in questi anni, in assenza anche di rinnovi contrattuali e senzal’ingresso di nuove leve, si sono fatti carico del sistema dimostrando responsabilità, dedizione e senso del dovere peril bene della comunità. “Se lo slogan diventa “viva il privato, abbasso il pubblico”, magari si riesce a racimolare qualcheconsenso in più sul breve periodo, ma alla lunga a perdere saranno per primi i cittadini più deboli e le famiglie chevivono nelle aree periferiche e con essi tutto il Trentino”.In merito alle quattro vocazioni individuate dal Programma Cgil Cisl Uil chiedono di orre maggiore attenzione su alcunitemi, dalle produzioni biologiche all’energia e all’acqua, ai cambiamenti climatici. Ribadiscono, inoltre, la centralità delsistema della conoscenza e apprezzano, in tema di occupazione, l’impegno a potenziare Agenzia del Lavoro.Apprezzabili anche i riferimenti su implementazione delle politiche attive del lavoro e sulle iniziative per promuovere lapartecipazione dei lavoratori nelle imprese. L’auspicio è che siano politiche e obiettivi realmente perseguiti,proseguendo una tradizione di dialogo sociale e concertazione che caratterizza da lunghi anni il Trentino.Si condivide, infine, l’attenzione al tema della non autosufficienza e dell’invecchiamento.Al contrario si rileva l’assenza di politiche per la casa, in termini di nuovi investimenti in edilizia pubblica e la mancanzatotale di ogni riferimento al tema dell’integrazione dei cittadini stranieri.

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Fonti e utilizzate per questo numero:Adnkronos, Agenzia per la Coesione Territoriale, ANCI, ANSA, Banca d'Italia, Brabant Center for SustainableDevelopment dell’Università di Tilburg, ISPRA, ISTAT, Sustainable Development Solutions Network.

Siti internet: casa e clima, edilizia e urbanistica, edilizia e territorio, Governo, Regioni.

Contributi di:SPI CGIL, SUNIA.

luglio 2019 - 7 - NewsletterPOLITICHE ABITATIVE E PER LO SVILUPPO URBANOPeriodico mensile di informazione e approfondimento Area delle Politiche per lo Sviluppo - CGIL nazionale

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